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N O T I Z I A R I O • ANNO XVII - N. 10 - OTTObRe 2014 ORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE “PROGETTO EMO-CASA” - ONLUS I I t t a a l l i i a a 800 591147 Emoflash Emoflash Spedizione in abbonamento postale comma 20/c legge 622/96 - filiale di Milano O N L U S News News News News News News News News no studio durato due anni per mettere a confronto due far- maci di ultima generazione contro la forma di leucemia più diffusa in occidente: la leucemia linfatica cronica. È con questo obiettivo che e stato pensato è stato pensato e realizzato il trial internazionale “PCYC-1112”, i cui risultati sono stati da poco pubblicati sul prestigioso New En- gland Journal of Medicine, e che ha visto anche il contributo dell’Ematologia dell’Ospedale di Niguarda. Sono stati 391 i pazienti arruolati in tutto il mondo. Tra i 6 centri italiani coinvolti nello stu- dio Niguarda è quello che ha partecipato con il numero più alto di casi. I due farmaci messi a confronto sono l’ibrutinib, un principio attivo appartenente alle cosiddette “small molecules“, e l’anticorpo monoclonale ofatumumab. Si tratta di “targeted therapies“, terapie mirate, alternative alla chemioterapia che a oggi rimane il gold standard di riferimento per la leu- cemia linfatica cronica e che però non sempre può essere utilizzata sui pazienti, soprattutto in quelli più anziani per via degli effetti collaterali; inoltre in alcune forme di malattia, il trattamento che- mioterapico può non dare risposta. Insomma i due far- maci sono stati messi a confronto proprio per cercare un responso alla domanda: “Quale tra i due scegliere quando la chemioterapia non è un’opzione valida o praticabile?. I risultati, ottenuti su pazienti sottoposti già a numerose linee di terapia, hanno dato un ver- detto univoco, stabilendo la miglior efficacia di ibrutinib sia in termini numerici – il 62,6% dei pazienti ha risposto al trattamento contro il 4,1% per ofatumumab – sia in termini qualitativi. “La sopravvivenza totale è risultata supe- riore mostrando anche un allungamento del periodo di remissione dalla malattia – spiega l’ematologo Marco Montillo, referente per lo studio a Niguarda e autore della pubblica- zione –. In particolare, del trattamento con ibrutinib hanno potuto beneficiare anche quei casi a prognosi sfavorevole, caratterizzati dalla mutazione “del 17p”, per cui Ie cure tradizionali generalmente non danno alcun miglioramento“. Tratto da ospedaleniguarda.it U U Nuova sperimentazione per la leucemia linfatica cronica Nello studio pubblicato sul New England Journal of Medicine c’è anche l’Ospedale di Niguarda Leucemia Linfatica Cronica - Midollo Ott. 2014:Sett. 16/09/14 17.14 Pagina 1

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N O T I Z I A R I O • ANNO XVII - N. 10 - OTTObRe 2014

ORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE “PROGETTO EMO-CASA” - ONLUS

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EmoflashEmoflashSpedizione in abbonamento postale comma 20/c legge 622/96 - filiale di Milano

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no studio durato dueanni per mettere aconfronto due far-

maci di ultima generazionecontro la forma di leucemiapiù diffusa in occidente: laleucemia linfatica cronica.

È con questo obiettivo che estato pensato è stato pensato e realizzato il trialinternazionale “PCYC-1112”, i cui risultati sonostati da poco pubblicati sul prestigioso New En-

gland Journal of Medicine, e che ha visto ancheil contributo dell’Ematologia dell’Ospedale diNiguarda.

Sono stati 391 i pazienti arruolati in tutto ilmondo. Tra i 6 centri italiani coinvolti nello stu-dio Niguarda è quello che ha partecipato con

il numero più alto di casi. I due farmaci messia confronto sono l’ibrutinib, un principio attivoappartenente alle cosiddette “small molecules“,e l’anticorpo monoclonale ofatumumab.

Si tratta di “targeted therapies“, terapiemirate, alternative alla chemioterapia che a oggirimane il gold standard di riferimento per la leu-cemia linfatica cronica e che però non semprepuò essere utilizzata sui pazienti, soprattutto inquelli più anziani per via degli effetti collaterali;

inoltre in alcune forme dimalattia, il trattamento che-mioterapico può non darerisposta. Insomma i due far-maci sono stati messi a

confronto proprio per cercareun responso alla do manda:“Quale tra i due scegliere

quando la chemioterapia non è un’opzionevalida o praticabile?.

I risultati, ottenuti su pazienti sottoposti già anumerose linee di terapia, hanno dato un ver-detto univoco, stabilendo la miglior efficacia di

ibrutinib sia in termini numerici – il 62,6% deipazienti ha risposto al trattamento contro il 4,1%

per ofatumumab – sia in termini qualitativi. “La sopravvivenza totale è risultata supe-

riore mostrando anche un allungamento del

periodo di remissione dalla malattia – spiegal’ematologo Marco Montillo, referente per lostudio a Niguarda e autore della pubblica-zione –. In particolare, del trattamento con

ibrutinib hanno potuto beneficiare anche quei

casi a prognosi sfavorevole, caratterizzati dalla

mutazione “del 17p”, per cui Ie cure tradizionali

generalmente non danno alcun miglioramento“.

Tratto da ospedaleniguarda.it

UUNuova sperimentazione per la leucemia linfatica cronica

Nello studio pubblicato

sul New England Journal

of Medicine c’è anche

l’Ospedale di Niguarda

Leucemia Linfatica Cronica - Midollo

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Acceleratore lineare: sofisticata macchina ingrado produrre radiazioni ad alta energia,utilizzata in radioterapia per il trattamento dei

tumori dall’esterno.Actinomicina D: farmaco antibiotico antitumoraleusato nel trattamento delle neoplasie dell’età pedia-trica, dei sarcomi e delle neoplasie del testicolo. Èconosciuto anche come dactinomicina o DTACAdiuvante (terapia): Trattamento che viene effettuatodopo un intervento chirurgico radicale per tumoreallo scopo di distruggere le eventuali metastasi mi-croscopiche e quindi aumentare la percentuale diguarigione. Sinonimo: terapia complementare.Adriamicina: Farmaco chemioterapico appartenenteal gruppo delle antracicline, utilizzato per la terapiadi varie neoplasie tra cui leucemie, linfomi, sarcomiossei e delle parti molli, carcinoma mammario, ova-rico, vescicale, gastrico e polmonareAgoaspirato: tipo di biopsia. Si opera un prelievo dicellule da una lesione mediante aspirazione con unago. Attraverso una puntura praticata nella cute,l’operatore introdurrà un ago sottile, che farà scorrerefino al punto desiderato, dove preleverà un campionedi tessuto sospetto o di liquido, che invierà, quindi,in laboratorio per analizzarlo al microscopio e ac-certare l’eventuale presenza di cellule neoplastiche.Quando il prelievo viene effettuato in una sede pro-fonda deve essere eseguito sotto monitoraggio ra-diologico o ecografico.Agobiopsia: v. Biopsia praticata con ago.Analisi citogenetica: studio al microscopio di un cam-pione di sangue o midollo osseo allo scopo di ac-certare eventuali cambiamenti orfologici o quantitatividei cromosomi presenti nelle singole celluleAnamnesi: compilazione della storia clinica del pa-ziente con riferimento a malattie di cui ha sofferto ecompilazione della storia clinica dei familiari strettiper evidenziare eventuali malattie che si ripetono(es. cancro alla mammella nella madre della pa-ziente).Angiosarcoma: Tumore maligno che origina da vasisanguigni o da angiomi.Anticorpi: sono proteine prodotte e liberate nel san-gue dai linfociti B, che riconoscono e attaccano inmodo specifico sostanze estranee all’organismo.Vengono spesso identificati come “proiettili” sparatida alcuni soldati del sistema immunitario per elimi-nare virus o batteri che sono entrati nell’organismoAnticorpi monoclonali: anticorpi sintetici derivanti daun solo tipo di cellula del sistema immunitario. Questipreparati sono in grado di individuare le sostanzepresenti sulle cellule neoplastiche oppure le sostanzesecrete normalmente dall’organismo che contribui-scono alla crescita delle cellule neoplastiche. Gli an-ticorpi monoclonali si legano a tali sostanze e in talmodo distruggono le cellule neoplastiche o ne bloc-

cano la crescita. L’anticorpo monoclonale è comeuna chiave che entra in una toppa (chiamata anti-gene) presente sulla cellula tumorale e soltanto inquella. Gli anticorpi monoclonali si somministranoper infusione e possono essere usati da soli o pertrasportare farmaci, tossine e materiale radioattivodirettamente nel tumore. Basta associare all’anti-corpo monoclonale un farmaco o - come nella ra-dioimmunoterapia - un isotopo che emette radiazioniionizzanti, per arrivare a depositare in maniera se-lettiva sulla cellula tumorale un carico in grado di di-struggerla o di identificarla.Anticorpi radiomarcati: anticorpi realizzati in labora-torio allo scopo di emanare radiazioni tramite le so-stanze radioattive cui sono legati. Iniettati nell’orga-nismo, la sostanza radioattiva è in grado di colpirele cellule neoplastiche.

Biopsia: consiste nel prelievo di un cam-pione di cellule o di tessuto che sarà esa-minato al microscopio per accertare

l’eventuale presenza di cellule atipiche. Esistonoquattro tipi di biopsia: biopsia escissionale: pre-lievo di un nodulo; biopsia incisionale: prelievo diun campione di nodulo o di tessuto sospetto; biop-sia percutanea: prelievo di un campione di noduloo di tessuto sospetto tramite un ago di grosso ca-libro attraverso la cute; agoaspirato: particolareprocedura tramite la quale il prelievo di un cam-pione di nodulo, tessuto sospetto o versamento siesegue tramite aspirazione con ago sottile, anchesotto controllo radiografico o ecografico.Biopsia chirurgica: prelievo di un campione di tes-suto tramite l’uso di un bisturi o di un ago sottile.Il tessuto viene poi analizzato al microscopio peraccertare la presenza di eventuali cellule neopla-stiche.Biopsia del midollo osseo: prelievo di un piccolocampione di midollo osseo introducendo un agonell’osso iliaco o nello sterno. Il campione saràesaminato al microscopio per accertare l’even-tuale presenza di cellule neoplastiche.Biopsia linfonodale: asportazione totale o parzialedi un linfonodo. L’anatomo-patologo analizzeràquindi il campione al microscopio per accertare lapresenza di cellule neoplastiche.Biopsia midollare e agoaspirato: aspirazione di uncampione di tessuto osseo e di midollo osseo me-diante l’introduzione di un ago nella cresta iliacao nello sterno. I campioni vengono poi analizzatiin laboratorio per accertare la presenza di even-tuali cellule neoplastiche.Burkitt (linfoma di): Linfoma Non Hodgkin quasisempre associato al virus di Epstein-Barr, carat-teristico dell’età pediatrica e diffuso prevalente-mente in Africa centrale.

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Glossario ematologicoGlossario ematologico

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sCA 125: sostanza rilasciata dalle cellulenella circolazione sanguigna, che po-trebbe aumentare in presenza di tumore

o di altre patologie. Dà il nome all’analisi del san-gue che misura il livello di tale sostanza.Cancerogeno: qualsiasi elemento fisico, chimico,ambientale che può concorrere alla genesi e allosviluppo del cancro.Cancro: sinonimo di tumore malignoCellula: la più piccola componente di un organi-smo vivente che può svilupparsi e riprodursiindi-pendentemente.Cellule staminali: sono cellule non specializzate,caratterizzate dalla capacità di trasformarsi in di-versi altri tipi di cellule del corpo. Si trovano in de-terminate sedi, come il cordone ombelicale, ilsacco amniotico, il sangue, il midollo osseo, laplacenta, i tessuti adiposi. Quelle presenti nel mi-dollo garantiscono la continua produzione di glo-buli rossi, globuli bianchi e piastrine.Cellule staminali periferiche(PBSC): cellule sta-minali in circolo nel sangue che, con appropriatistimoli, possono essere raccolte e trapiantate.Chemioprevenzione: somministrazione di farmaciallo scopo di prevenire la formazione di un tu-more.Chemioprofilassi: somministrazione di farmaci, vi-tamine e altre sostanze allo scopo di ridurre il ri-schio di sviluppare un tumore o una recidiva.Chemioresistenza: resistenza all’azione di un far-maco.Chemioterapia: modalità terapeutica che di-strugge le cellule neoplastiche attraverso la som-ministrazione di farmaci, che possono essereassunti per bocca in forma di compresse, oppureiniettati per via endovenosa o intramuscolare. Inquesti casi, la chemioterapia si definisce tratta-mento sistemico, perché il farmaco entra nella cir-colazione sanguigna, si diffonde nell‘organismoe in questo modo può raggiungere e distruggerele cellule neoplastiche che si sono diffuse a di-stanza. Quando il farmaco chemioterapico èsomministrato direttamente nella colonna spinale,in una cavità organica, quale l’addome, o in unorgano, esso agisce principalmente sulle celluleneoplastiche presenti in quella regione. Questamodalità di somministrazione si definisce chemio-terapia loco-regionale. La maggior parte dei che -mioterapici antitumorali disponibili uccide lecellule tumorali interferendo, con modalità diffe-renti, con la sintesi del DNA e, quindi, con la ca-pacità delle cellule di crescere e moltiplicarsi.Anche la chemioterapia, come la radioterapia,può danneggiare cellule normali, in particolarequelle che si dividono più rapidamente. Si pos-sono quindi avere effetti collaterali comprendentiperdita di capelli, nausea, vomito e anemia. Lamodalità di attuazione della chemioterapia di-

pende dal tipo e dallo stadio del tumore ma anchein base alle condizioni generali del paziente. Lachemioterapia è spesso usata in associazione achirurgia e radioterapia per trattare tumori diffusie recidive o nel caso in cui ci sia forte probabilitàdi recidiva.Citologia: studio delle cellule al microscopio perstudiarne il tipo e per rilevare la presenza di cel-lule atipiche.

Determinazione dei parametri ematochi-mici: serie di analisi del sangue mirantea determinare i livelli di certe sostanze li-

berate da alcuni organi e tessuti dell’organismo.Un valore alterato di una data sostanza può es-sere segno di malattia nell’organo o tessuto chela produce.Diagnosi precoce: viene definita così la diagnosieffettuata nelle fasi iniziali di sviluppo della ma-lattia. L’individuazione precoce di un tumore offrenon soltanto maggiori possibilità di cura, ma per-mette anche di attuare interventi meno aggressivie di assicurare una migliore qualità di vita.Esempi di strumenti di diagnosi precoce sono ilPap-test per il carcinoma della cervice uterina, lamammografia per il carcinoma della mammella,la dermoscopia e l’analisi della cute per il mela-noma e i carcinomi della pelle, il sangue occultonelle feci per il tumore intestinale.Displasia: questo termine medico indica un cam-biamento microscopico dell’aspetto di alcunecellule di un determinato tessuto: queste cellulehanno un aspetto che, pur non essendo quellonormale, non è neanche di tipo canceroso. Lecause di questi cambiamenti di forma possonoessere diverse, come per esempio un’infiamma-zione in atto o cronica, oppure l’esposizione acerte sostanze chimiche. Tuttavia le displasiepossono anche rap presentare l’anteprima di unatrasformazione tumorale, una condizione pre-cancerosa: per questo è bene tenerle sottocontrollo. Quando un esame istologico rileva que-sto tipo di cambiamenti, è lo specialista chedecide come e quanto andare a fondo, anchesulla base di altri segni e sintomi riscontrati dalpaziente.Dissezione ascellare: asportazione dei linfonodiascellari in presenza di tumore. Può essere com-pleta o parziale , rispettivamente asportando tuttio alcuni dei linfonodi ascellari, sui quali si ese-guirà l’esame istologico.Dissezione linfonodale: procedura per mezzodella quale i linfonodi sono isolati e rimossi equindi analizzati dall’anatomo-patologo al micro-scopio al fine di accertare l’eventuale presenza dicellule atipiche.

Segue nel prossimo numero

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