Osteoreport Il trattamento muscolo-scheletrico. Ruolo dei ... · aggiornamento, casi clinici, ......

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ANNO 16 - NUMERO 1 - 2016 Marco Ghini Specialista Reumatologo Azienda USL Modena Osteoreport Il trattamento del dolore cronico muscolo-scheletrico. Ruolo dei miorilassanti

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ANNO 16 - NUMERO 1 - 2016

Marco Ghini Specialista ReumatologoAzienda USL Modena

Osteoreport

Il trattamentodel dolore cronicomuscolo-scheletrico.Ruolo dei miorilassanti

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osteoporosi.itANNO 16 - NUMERO 1 - 2016Registrazione del Tribunale di Milanon. 664 del 17 ottobre 2000Direttore editorialeGiorgio MaggianiDirettore responsabileMassimo PadulaComitato scientifico Mario Barbagallo (PA), Sebastiano Bartolone (ME), Francesco Bertoldo (VR), Gerolamo Bianchi (GE), Renata Caudarella (BO), Antonio Del Puente (NA), Ombretta Di Munno (PI), Bruno Frediani (SI), Davide Gatti (VR), Sandro Giannini (PD), Diego Giuntini (TS), Andrea Giusti (GE)Giancarlo Isaia (TO), Quirico Mela (CA), Giovanni Minisola (RM), Luigi Molfetta (GE), Oreste Moreschini (RM), Maurizio Muratore (LE),Alfredo Nardi (RO), Ranuccio Nuti (SI),Luigi Sinigaglia (MI), Lorenzo Ventura (MN)Francesco Versace (SV)Progetto grafico Dynamicom srlCoordinamento editorialeDynamicom - Milano tel. 02.89693750 - fax 02.201176e-mail: [email protected] GrafismiDirezione, redazione e amministrazioneVia S. Gregorio, 12 - 20124 Milano - tel. 02.89693750Sito Internetwww.osteoporosi.itEditore Dynamicom edizioni Nessuna parte di questa pubblicazione può essere fo-tocopiata o riprodotta anche parzialmente senza l’auto-rizzazione dell’editore.Norme per gli Autori La rivista pubblica contributi (articoli originali, di aggiornamento, casi clinici, ecc.) relativi alla patologiadell’osteoporosi. Gli Autori dei contributi sono gli unici re-sponsabili del loro contenuto e della riproduzione nelleimmagini allegate. L’accettazione dei contributi è comun-que subordinata alla revisione del comitato scientifico,all’esecuzione di eventuali modifiche dettate da esigenzeredazionali ed al parere del direttore responsabile.Norme generali Il testo dovrà essere composto in lingua italiana, dattilo-scritto in duplice copia con pagine numerate e dovràessere corredato da: 1. Titolo; 2. Nomi per esteso degliautori e istituto di appartenenza, indirizzo e recapito te-lefonico dell’Autore cui è destinata la corrispondenza;3. Bibliografia essenziale; 4. A discrezione degli Autori ègradita la memorizzazione del testo e di eventuali imma-gini su supporto ottico (CD-ROM) per PC DOS o AppleMacintosh.Il materiale da pubblicare va indirizzato a:Osteoporosi.it c/o Dynamicom srl Via S. Gregorio,12 - 20124 Milano.Avvertenze ai lettoriL’Editore declina ogni responsabilità derivante da erroriod omissioni in merito a dosaggio ed impiego di prodottieventualmente citati negli articoli, ed invita il lettore acontrollare personalmente l’esattezza, facendo riferi-mento alla bibliografia relativa.

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Il trattamento del dolore cronicomuscolo-scheletrico. Ruolo dei miorilassanti.

IntroduzioneChe la lotta contro il dolorerappresenti uno dei capisaldidella professione medica èdimostrato dal fatto che giànel 400 a.c. con Ippocrate sifanno strada i concetti che ildolore deve essere dominatoattraverso il gesto tecnico eche “Il medico e il malatodevono, insieme, combatte-re contro la sofferenza”. Con la pubblicazione dellaLegge 38 del 15 Marzo 2010lo Stato Italiano ha sancito ildiritto di ogni paziente affet-to da dolore cronico ad esse-re curato1, ponendosi di fat-to all’avanguardia in Europacome prima nazione dotatadi una legge specifica sultrat tamento del dolore cro-nico. Sostenendo il diritto diogni cittadino a non soffrire,la legge riconosce che il do-lore, da solo, può costituireuna malattia e disciplina l’e-sercizio di tale diritto, attra-verso novità assistenziali checoinvolgono sia il personalesanitario che i pazienti. Dalla definizione di “mala-to” come, fra l’altro, “perso-na affetta da patologia dolo-rosa cronica da moderata asevera”, a quella di “terapiadel dolore” come “l’insiemedi interventi (...), rivolti aelaborare percorsi diagnosti-co-terapeutici per la soppres-

sione ed il controllo del do-lore”, appare chiaro lo sforzodel legislatore di contribuirea creare una nuova cultura dicura del dolore, mettendoconcretamente a disposizio-ne del medico tutti gli stru-menti terapeutici disponibiliin farmacopea, inclusi i far-maci oppiacei e non, tra iquali hanno un ruolo rile-vante i miorilassanti. Ai sen-si della legge, il personale sa-nitario ha adesso l’obbligodi monitorare il dolore deipazienti, a prescindere dallapatologia per la quale vengo-no ricoverati o valutati. La ri-levazione del dolore e lasomministrazione di farma-ci antalgici devono essere an-notate sulla cartella clinica,con dosaggi e risultati di sol-lievo raggiunti (concetto di“Dolore come quinto segnovitale” insieme a pressionearteriosa, frequenza cardia-ca, temperatura corporea,frequenza respiratoria).La grande innovazione rap-presentata dalla legge 38 èstata riconosciuta a livellointernazionale, tanto che laOrganizzazione delle Nazio-ni Unite (ONU) ha chiestodi adottare la legge italiana38/2010 sulle cure palliativequale "model law" per la le-gislazione mondiale in ma-teria.

La dimensione del proble-ma. I dati dello studio“Pain Proposal. Improvingthe current and future ma-nagement of chronic pain.A European consensus re-port”Il dolore cronico rappresentasenza dubbio un problemadi importanza sociale, in-nanzi tutto per la sua elevataprevalenza, ma anche inquanto influenza pesante-mente la qualità di vita delpaziente. Oltre all’impattosociale, sono molto gravi an-che le ripercussioni econo-miche: ogni anno in Italiavengono perse circa 200 mi-lioni di giornate lavorativeed a livello europeo è statocalcolato che i costi comples-sivi del dolore cronico per isistemi sanitari dei vari paesisono pari a 300 miliardi dieuro (circa il 2-3% del PILper ogni stato). Questi datisono tratti dal report pubbli-cato dalla European Pain Fe-deration (EFIC) nel 2010,denominato “Pain Propo-sal” che ha coinvolto espertiprovenienti da 15 paesi eu-ropei2. Dall’esame dei datiriportati si evince che il 19%dei cittadini europei è affettoda dolore cronico riportan-do un devastante impattosulla qualità della vita. Diquesti infatti, il 29% rischia

di perdere il posto di lavoro,nel 27% dei casi i pazienti sisentono socialmente isolatia causa del dolore e il 62% èconvinto che ci sia poca con-sapevolezza da parte del si-stema sanitario riguardo aquesto problema. Per quan-to attiene diagnosi e terapia,i pazienti con dolore cronicosi rivolgono al medico cu-rante circa 2 volte al mese, il25% si è rivolto al ProntoSoccorso ed il 22 % è stato ri-coverato a causa del dolore,la latenza media tra insor-genza del dolore e diagnosivaria da 2,2 a 5 anni, nel38% dei casi il dolore risultanon adeguatamente trattato.Nel 20% circa dei pazienticon dolore cronico addirit-tura non viene fatta la dia-gnosi (Fig. 1). Le cause del dolore cronicosono prevalentemente di ti-po muscolo-scheletrico (Fig.2) ed in queste patologie(back pain, sindromi miofa-sciali, sindrome fibromialgi-ca, ecc.) un ruolo predomi-nante è svolto dalla contrat-tura muscolare. Le strategie terapeutiche uti-lizzate per il trattamento deldolore cronico sono in pri-ma istanza rappresentate daifarmaci, seguiti dalle terapiefisiche, l’agopuntura e laosteopatia (Fig. 3).

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Marco GhiniSpecialista Reumatologo Azienda USL Modena

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Nel complesso dallo studioeuropeo “Pain proposal”emerge un quadro abbastan-za drammatico riguardanteil dolore cronico, con milio-ni di persone interessate daquesta patologia che sono ingran parte diagnosticate tar-divamente, trattate in modoinadeguato e non soddisfattedelle risposte date loro daisanitari. Sulla base di questidati appare essenziale appli-care più corretti protocolli didiagnosi e cura, anche allaluce della esperienza clinicamaturata sul campo, delle li-nee guida internazionali edei modelli di studio già dis-ponibili, in ottemperanza al-le nuove prescrizioni norma-tive in materia contenutenella già citata Legge 38 del2010, considerando ancheche a questo punto il medicopuò essere chiamato a ri-spondere in sede legale adeventuali inadempienze re-lative alla gestione dei pa-zienti con dolore cronico.

La Sindrome Fibromialgicacome modello di studiodel dolore cronicomuscolo-scheletricoTra le patologie caratterizza-te da dolore cronico musco-lo-scheletrico la SindromeFibromialgica (FMS) è fra lepiù studiate e può essere per-tanto considerata un impor-tante modello fisiopatologi-co per la comprensione dellapatogenesi e delle modalitàterapeutiche del dolore cro-nico.

Epidemiologia, definizionee diagnosi della FMSIn base al primo studio dipopolazione italiano pub-blicato nel 2006 la prevalen-za della FMS nella popola-zione generale del nostropaese è del 9,4% (pari a piùdi 5 milioni di individui af-fetti), mentre considerandosolo il sesso femminile si ar-

riva addirittura al 14,5%3.La FMS, caratterizzata da sof-ferenza muscolo-scheletricadiffusa e presenza di puntielettivi di dolorabilità (defi-niti tender points, da nonconfondere con i triggerpoints che sono l’elementocaratterizzante la sindrome

miofasciale), presenta aspet-ti clinici multiformi ed è de-finita da una triade sintoma-tologica tipica: dolori mu-scolari diffusi, intensa aste-nia, insonnia (sonno non ri-storatore). L’esordio può es-sere subdolo, progressivo,oppure improvviso (conse-

guente a trauma o altro fatto-re scatenante). Negli ultimi20 anni sono stati utilizzatidai reumatologi di tutto ilmondo i criteri diagnosticimessi a punto nel 1990dall’American College ofRheumatology (ACR) chestabiliscono che per la dia-

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Figura 1 - Percentuale (%) di casi di dolore cronico non diagnosticati - Suddivisione per nazioneeuropea. Modificato da (2)

TOTALE

Finlandia

Portogallo

Svezia

Belgio

Grecia

Francia

Austria

Italia

Svizzera

Norvegia

Spagna

Irlanda

Regno Unito

Germania

Olanda

16%

27%

23%

22%

22%

19%

18%

18%

18%

18%

16%

13%

13%

13%

10%

6%

Figura 2 - Diverse origini del dolore cronico. Modificato da (2)

LE CAUSE PIÙ FREQUENTIDisturbi alla schienaDolore articolareDolore cervicale

ALTRE CAUSE FREQUENTICefaleaArtrosiEmicraniaFibromialgiaNeuropatiaInterventi chirurgici/procedure medicheDolore visceraleDiabeteDolore oncologicoHerpes zoster

55%46%34%

22%18%16%13%11%10%

7%4%2%1%

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gnosi di FMS deve essere pre-sente da almeno 3 mesi do-lore diffuso (cioè che interes-sa l’emisoma superiore e in-feriore, destro e sinistro co-me anche lo scheletro assia-le), associato a dolorabilitàin almeno 11 dei 18 tenderpoints. Tali criteri sono statia più riprese contestati relati-vamente alla soggettivitànella esecuzione della palpa-zione dei punti tender che,se non eseguita correttamen-te, porta a frequenti erroridiagnostici, sia da parte delmedico di medicina generale(MMG) che dello specialista.Per ovviare a questi inconve-nienti lo stesso ACR ha pub-blicato nel 2010 un nuovoset di criteri per la diagnosidi FMS, ulteriormente ag-giornati nel 20114, non piùbasato sulla conta dei tenderpoints, ma sulla sommini-strazione di due specifichescale di valutazione ad hoc(vedi Fig. 4). Tale set di crite-ri non si sostituisce al prece-dente (che rimane valido secorrettamente seguito), marappresenta una valida alter-nativa diagnostica, in parti-colare per il MMG5.

Il ruolo della geneticae delle tecniche dineuroimaging nellacomprensione dellaeziopatogenesi della FMSLa genetica gioca certamenteun ruolo importante nellapatogenesi della FMS. I pa-renti di primo grado dei pa-zienti affetti da FMS hannoun rischio 8 volte maggioredi sviluppare la malattia ri-spetto alla popolazione ge-nerale6. Inoltre i pazienti conFMS mostrano frequente-mente polimorfismo per ilgene del recettore della sero-tonina (5HTT), del recettoredella dopamina (D4) e del-l’enzima catecol-o-metil-transferasi (COMT) coinvol-to nel metabolismo della no-

radrenalina7. Esiste un’am-pia variabilità nella perce-zione del dolore tra i diversiindividui e anche questo fe-nomeno può essere spiegatosu base genetica. Infatti, re-

centemente sono state indi-viduate 3 varianti genetiche(aplotipi) del gene che codi-fica per la COMT, designatecome “bassa sensibilità do-lorifica” (LPS), “media sensi-

bilità dolorifica” (APS) e “al-ta sensibilità dolorifica”(HPS). Questi aplotipi sonopresenti nel 96% della popo-lazione ed esistono 5 possi-bili combinazioni che deter-

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Figura 3 - Tipi di trattamento del dolore cronico. La terapia farmacologica è di gran lunga il tipodi trattamento più spesso utilizzato (69%), seguito dalla fisioterapia (21%) e dalla terapia fisica(21). Modificato da (2)

Figura 4 - Nuovi criteri diagnostici per la FMS (American College of Rheumatology) Modificato da (4).

Terapia farmacologica

Fisioterapia

Terapia fisica

Massoterapia

Termoterapia caldo/freddoStimolazione nervosa

transcutaneaAgopuntura

Terapia a pressione

Osteopatia

Terapia chiropratica

Ipnosi

Altro (specificare)

Nessuno dei citati

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

OverollMainMax

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minano nel singolo indivi-duo la sensibilità al dolore.La presenza anche di un sin-golo aplotipo LPS diminui-sce di 2,3 volte la probabilitàdi sviluppare condizioni didolore cronico. L’inibizionedella COMT nel ratto com-porta un’aumentata sensibi-lità al dolore. L’aplotipo LPSdetermina livelli molto mag-giori di attività enzimaticaCOMT rispetto agli altri 2aplotipi8. Oltre al deficit del-le vie serotoninergiche e no-radrenergiche, un secondomeccanismo che sembra es-sere fondamentale nello svi-luppo della sintomatologiacaratteristica della FMS è cor-relato al marcato aumento disostanza P che è stato evi-denziato nel liquido cere-brospinale dei pazienti affet-ti da FMS9.In un prossimo futuro la dia-gnosi di FMS potrà essere ba-sata oltre che sulla determi-nazione del polimorfismogenico, in quanto test di la-boratorio sono già allo stu-dio, anche sull’impiego ditecniche di neuroimaging,quali la Risonanza Magneti-ca Funzionale (fMRI). Utiliz-zando questa nuova metodi-ca di neuroimaging, la qualeè in grado di evidenziare l’at-tività funzionale delle variearee cerebrali unitamente al-la loro morfologia, si è osser-vato infatti che dopo appli-cazione di stimolo algogenoin 16 pazienti FMS e in 16controlli, lo stimolo in gradodi provocare dolore nei pa-zienti FMS era di 2,4 Kg/cm²mentre nei controlli era di4,1 Kg/cm². Il pattern di atti-vazione cerebrale era simile(con 7 aree in comune). Lostimolo di 2,4 Kg/cm² neicontrolli attiva solo 1 areacerebrale, contro le 13 deipazienti FMS. Gli autori del-lo studio concludono che laFMS è caratterizzata da unaamplificazione corticale e

sottocorticale della percezio-ne dolorosa ed è verosimil-mente questo il meccanismoprincipale alla base dello svi-luppo di iperalgesia nei pa-zienti affetti da FMS10. Que-sta nuova metodica radiolo-gica si propone quindi in unprossimo futuro come unostrumento diagnostico es-senziale nella FMS, ed è an-che ipotizzabile un suo ruo-lo nella decisione terapeuti-ca (utilizzo di farmaci seletti-vi in base alla disfunzionedocumentabile di alcuni neu-ro trasmettitori correlabili al-le aree cerebrali che mostra-no deficit di attivazione).

Il trattamento della FMSFino ad alcuni anni fa la tera-pia della FMS era consideratadel tutto empirica, legata fon-damentalmente alla espe rien-za clinica dello specialista.Dal 2005 ad oggi sono statipubblicati 3 set di linee guida:le Linee Guida dell’AmericanPain Society (APS: 2005)11, leLinee Guida della EuropeanLeague Against Rhe umatism(EULAR: 2008)12 e le LineeGuida canadesi National Fi-bromyalgia Guideline Advi-sory Panel (NFGAP: 2012)13.Le raccomandazioni relativealla terapia farmacologicamaggiormente seguite negliultimi anni sono quelle dellaAPS: il primo intervento far-macologico deve essere rap-presentato da un miorilas-sante ad azione centrale (es.ciclobenzaprina da 10 a 30 mgal momento di coricarsi o ti-zanidina da 2 a 6 mg); per lagestione del dolore deve es-sere utilizzato il tramadolo(50-100 mg 2 o 3 volte al dì)da solo o in combinazionecon paracetamolo; in caso dirisposta insufficiente si potràassociare per la terapia deldolore un inibitore del riassor-bimento della 5HT (SSRI) dasolo oppure in associazioneai triciclici; non sono indica-

ti né i FANS né i corticoste-roidi. Nelle più recenti lineeguida dell’EULAR sono stateaggiunte le indicazioni altrattamento con duloxetina emilnacipran (inibitori dualidella ricaptazione di 5HT eNA), pregabalin e pramipexo-lo. Nelle ultime linee guidapubblicate (NFGAP) per laprima volta si pone indica-zione al trattamento del do-lore con oppiacei maggiori(metadone o tapentadolo) econ cannabinoidi.Ciclobenzaprina: questomio rilassante viene conside-rato farmaco di prima lineanelle linee guida APS. Esisto-no 2 studi sull’efficacia deltrattamento della FMS conciclobenzaprina contro pla-cebo: quello di Bennett et al,del 1988, condotto su 120pazienti14 e quello di Caretteet al del 1994 (208 pazien-ti)15. La ciclobenzaprina èstata somministrata ad unadose media giornaliera va-riabile da 10 a 40 mg e peruna durata oscillante da 4 a12 settimane. La metanalisidegli studi ha confermatoche i pazienti trattati hannoprobabilità 3 volte maggioredi presentare sia migliora-mento complessivo che disingoli sintomi16. Il proble-ma principale dell’utilizzodella ciclobenzaprina è quel-lo degli effetti collaterali; ilfarmaco è strutturalmentecorrelato ai triciclici con iquali condivide infatti gli ef-fetti collaterali (sonnolenza,secchezza delle fauci, stipsi,ecc.) che si presentano conelevata frequenza (30 % deicasi) e ne limitano quindi lasomministrazione. Tizanidina: è un miorilas-sante ad azione centrale cheagendo come agonista deirecettori alfa-2-adrenergicilocalizzati a livello spinaleriduce gli spasmi muscolari eil tono muscolare patologi-camente aumentato inter-

rompendo il circolo viziosodolore-contrattura-doloreattraverso un effetto miori-lassante che si traduce in effi-cacia antalgica17 (Fig. 5)L’utilizzo della tizanidinanella FMS ha preso l’avviodalla osservazione di Ono ecoll. che hanno documenta-to l’effetto del farmaco nel ri-durre il rilascio di sostanza Pin vitro da preparati di midol-lo spinale di ratto stimolaticon la neurotossina veratri-dina18. Ipotizzando che latizanidina avesse lo stessoeffetto in vivo sul midollospinale umano, Russell ecoll. hanno studiato 25 pa-zienti fibromialgici, sommi-nistrando per 8 settimane ti-zanidina in unica dose seralea posologia variabile da 4 a24 mg. I livelli di sostanza Pnel liquor sono diminuiti inmodo statisticamente signi-ficativo (P = 0.02) in corso diterapia con tizanidina. Solo2 pazienti hanno abbando-nato lo studio per effetti col-laterali (8 %). Clinicamentei pazienti hanno riferito unsignificativo miglioramentodel sonno, del dolore sogget-tivo e della funzione fisica.L’autore conclude così che latizanidina è ben tollerata epuò essere utile nel tratta-mento della FMS19.Nel 2000 è stato poi pubbli-cato uno studio sull’utilizzodi tizanidina nella FMS in unpiccolo campione di pazien-ti (43)20. È stato utilizzato undosaggio iniziale serale di 2mg, incrementato poi a 4 mgdopo 5 giorni e, se tollerato,a 6 mg successivamente. So-lo 6 pazienti hanno sospesola terapia per effetti collate-rali (13%). Nei restanti pa-zienti al termine del tratta-mento l’autore ha documen-tato un significativo miglio-ramento del numero di ten-der points dolenti, del FIQ(Fibromyalgia Impact Que-stionnaire) e dello score del-

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la VAS relativamente ad aste-nia, dolore e sonno. I risulta-ti sono apparsi migliori neipazienti che hanno prose-guito la attività lavorativadurante il trattamento rispet-to a quelli che sono rimastiinattivi. La tizanidina può inoltre es-sere somministrata in asso-ciazione ai FANS. Un recentestudio clinico ha dimostratoche l’associazione tra tizani-dina e aceclofenac determi-na un maggiore sollievo daldolore rispetto all’uso del so-lo miorilassante21. Inoltre latizanidina in questo tipo diassociazioni esplica un effet-to gastroprotettivo in quantoriduce la secrezione degli aci-di gastrici e protegge la mu-cosa modificando il conte-nuto delle glicoproteine ga-striche alterato dai FANS22. Oltre il sollievo dal dolore,l’associazione della tizanidi-na ad altre terapie, riduce ilconsumo stesso di FANS e al-tri farmaci comunementeutilizzati in queste condizio-ni come ansiolitici e antide-

pressivi riducendo in questomodo i loro potenziali effetticollaterali21. Antidepressivi: una recentemetanalisi pubblicata sulJournal of the American Me-dical Association confermal’efficacia dei farmaci antide-pressivi nei pazienti fibro-mialgici nei quali questi far-maci sono in grado di ridur-re il dolore e i disturbi delsonno e migliorare il tonodell’umore e la qualità di vi-ta. La metanalisi ha analizza-to 18 studi randomizzati chehanno coinvolto complessi-vamente 1.427 partecipanti.Gli studi erano tutti a brevetermine, uno solo a 28 setti-mane, un altro a 16 settima-ne e gli altri duravano nonoltre le 12 settimane. L’anali-si ha preso in esame 9 diversifarmaci antidepressivi, in-clusi 2 triciclici, 3 SSRI (ini-bitori del reuptake della se-rotonina), 2 inibitori dualidel reuptake della serotoni-na e della noradrenalina(SNRI) e 2 anti-MAO. I far-maci triciclici sono risultati i

più efficaci e sono stati i soliad avere effetto sul sintomofatica. I farmaci studiati diquesta classe sono amitritp-tilina (7 studi) e nortriptili-na (1 studio). Questi due far-maci venivano impiegati adosi variabili tra i 12,5 e i 50mg/die, molto al disotto del-le dosi per la cura della de-pressione e allineate alle do-si per la terapia del dolore. Altri antidepressivi risultatiefficaci in studi controllati so-no: paroxetina, citalopram,sertralina. Anche duloxetina,studiata su oltre 1.100 pa-zienti verso i 446 degli 8 studicon triciclici, ha evidenziatouna buona efficacia23.Tramadolo: il tramadolo èun analgesico ad azione cen-trale che agisce principal-mente mediante inibizionedella ricaptazione di nora-drenalina e di serotonina24.Il tramadolo viene commer-cializzato anche in associa-zione con paracetamolo ilquale esplica la sua azioneanalgesica mediante inibi-zione della sintesi di NO e

del rilascio di PGE2 nel siste-ma nervoso centrale. Il profi-lo di efficacia/sicurezza del- l’associazione paracetamo-lo/tramadolo nel trattamen-to della FMS è stato valutato,fra l’altro, nel corso di un in-teressante studio pubblicatoda Bennet et al sull’AmericanJournal of Medicine. Obiettivo dello studio indoppio cieco, randomizzato,controllato con placebo eraquello di valutare l’efficacia ela tollerabilità dell’associa-zione analgesica paraceta-molo 325 mg + tramadolo37,5 mg nel trattamento deldolore da FMS. Lo studio èstato condotto su 315 pa-zienti adulti (19-75 anni)con diagnosi di fibromialgiasecondo i criteri dell’Ameri-can College of Rheumato-logy. Al termine dello studioi pazienti trattati con parace-tamolo + tramadolo hannomanifestato un’intensità deldolore significativamente in-feriore e un sollievo del do-lore significativamente supe-riore rispetto ai pazienti trat-tati con placebo. Nessun evento avverso graveè stato associato dagli osserva-tori al trattamento in studio25.Pregabalin: il più ampio stu-dio randomizzato controplacebo mai effettuato in pazienti con FMS (n=529) è stato condotto con prega-balin, su 4 bracci di tratta-mento: 150 mg=132 pz; 300mg=134 pz; 450 mg=132 pz;placebo=131 pz. I risultaticonfermano che pregabalinal dosaggio di 450 mg riducein modo statisticamente si-gnificativo dolore ed asteniae migliora la qualità del son-no e della vita (SF-36). Le so-spensioni del trattamentoper effetti collaterali sonostate nell’ordine del 9%. Su queste basi pregabalin èstato approvato dalla FDAper il trattamento della FMSil 21 giugno del 200726.

Figura 5 - Meccanismo d’azione della tizanidina: il legame della tizanidina ai recettori alfa-2-adrenergici localizzati a livello spinale riduce il rilascio di amminoacidi eccitatori nel midollospinale, facilita l’azione della glicina ed inibisce i neuroni motori. (SHEIK)

Navizan agisce comeagonista dei recettorialfa-2 adrenergici8

Recettorialfa-2 adrenergici

Recettori pergli aminoacidi

eccitatori

Aminoacidieccitatori

Navizan riduce il rilasciodi aminoacidi eccitatori

nel midollo spinale8

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Duloxetina: la duloxetina èstata approvata dalla FDAper il trattamento della FMSil 13 giugno del 2008. Fra glistudi più interessanti citia-mo uno studio randomizza-to in doppio-cieco controplacebo condotto su 354 pa-zienti FMS con depressione(26%) o senza depressione(74%). Nei 3 bracci dellostudio è stata somministrataduloxetina al dosaggio di 60mg (118 pazienti) e 120 mg(116 pazienti); vs placebo(120 pazienti). L’obiettivodella riduzione di almeno il30% del dolore è stato rag-giunto con duloxetina 60 mge 120 mg con p<0,001 ri-spetto al placebo. L’effettosul dolore è indipendentedall’effetto sull’umore e nonè correlato alla presenza omeno di depressione. Ambe-due i dosaggi sono stati bentollerati27.Milnacipran: la FDA in data14 Gennaio 2009 ha appro-vato l’utilizzo di milnaci-pran per la terapia della FMS.Il farmaco è un inibitoreduale della ricaptazione diserotonina e noradrenalina,già indicato per la cura delladepressione da moderata asevera e per la terapia del do-lore cronico. L’efficacia e lasicurezza del farmaco in que-sta indicazione sono statevalutate nel corso di 2 studi,il primo a 6 mesi ed il secon-do a 3 mesi, che hanno coin-volto 2.084 pazienti (1.460milnacipran, 624 placebo),affetti da FMS. Questi studi hanno eviden-ziato che il milnacipran, alladose di 100-200 mg/die, di-mostra una efficacia statisti-camente significativa e clini-camente rilevante nel mi-gliorare il dolore, la funzio-nalità fisica e la valutazionecomplessiva dello stato disalute da parte del paziente.In questi 2 studi, il farmacoha determinato una riduzio-

ne statisticamente significa-tiva e clinicamente rilevanterispetto al basale, di almenoil 30% del dolore e una ele-vata percentuale di pazientisi sono dichiarati “miglioratimoltissimo”28. Oppiacei: il dolore neuropa-tico per molto tempo è statoconsiderato totalmente resi-stente agli oppiacei, tantoche questi farmaci non veni-vano prescritti in tale condi-zione. Più recentemente ilconsenso clinico sull’impie-go degli oppiacei è andatoaumentando come conse-guenza di numerosi studi diefficacia nelle varie forme didolore neuropatico. Tra glioppiacei i più efficaci in que-sto tipo di dolore sono risul-tati essere il metadone, l’os-sicodone e l’idromorfone; diparticolare interesse la recen-te commercializzazione diTapentadolo, capostipite diuna nuova classe di oppia-cei, denominati MOR/NRIin ragione del duplice mec-canismo d’azione (legame airecettori oppiacei MOR edinibizione della ricaptazionedi noradrenalina). Il Tapentadolo è stato inseri-to, unitamente al metadone,nelle nuove linee guida ca-nadesi (NFGAP: 2012) per laterapia della FMS come far-maco di seconda linea dopoil paracetamolo ed il trama-dolo. Oltre al classico mecca-nismo di azione basato sullaazione sui recettori MOR a li-vello spinale che si traducein un potenziamento dellevie inibitorie discendenti, èstato dimostrato che gli op-piacei hanno anche effettiperiferici. La infiammazionedei tessuti periferici porta adun aumento del coupling traproteina G e recettori deglioppiacei. Il rilascio di oppio-di endogeni a tale livello ini-bisce la eccitabilità dei neu-roni sensitivi e blocca il rila-scio di neuropeptidi ad azio-

ne proinfiammatoria e que-sto conduce alla azione anal-gesica29.Cannabinoidi: l'utilizzo diderivati della cannabis nellaterapia del dolore cronico èstato oggetto di numerosi di-battiti negli ultimi anni30.L'uso terapeutico del nabilo-ne (cannabinoide sintetico)è permesso in Canada per iltrattamento del dolore cro-nico ed il farmaco è stato in-trodotto nelle linee guidaNFGAP 2012 sulla base didue studi pubblicati nei qua-li l'uso di nabilone ha porta-to ad un significativo miglio-ramento del dolore e dellaqualità del sonno nei pa-zienti affetti da FMS31, 32.

Il dolore come malattia:il trattamento del dolorecronicoSulla base di quanto espostoin precedenza, lo studio del-la FMS si conferma come im-portante modello per dimo-strare una base neurofisiolo-gica ben definita alle patolo-gie caratterizzate da dolorecronico muscolo-scheletricoed una predisposizione ge-netica nella determinazionedella sensibilità dolorifica diogni individuo. Ne deriva ilnuovo concetto di dolore co-me malattia e non più solocome sintomo. Un sintomopuò essere trattato come tale,una malattia va interpretatae curata in base alle cause:ciò comporta un differenteapproccio alla terapia deldolore cronico, che preveda,fra l’altro, l’utilizzo sinergicodi farmaci non oppioidi(miorilassanti, benzodiaze-pine, analgesici, etc), antide-pressivi ad azione analgesicae oppiacei maggiori. L’OMS, già da diversi anniha messo a punto una scaladi trattamento del doloreche riassume in modo moltoefficace le più recenti lineeguida sull’argomento33, co-

dificando anche le principaliclassi farmacologiche dispo-nibili in farmacopea (Fig. 6).La scala della OMS appareparticolarmente interessantenon solo perché offre al cli-nico uno schema sempliceed efficace di intervento e digraduazione progressiva del-l’offerta terapeutica, ma an-che perché ben introduce unmoderno approccio alla te-rapia del dolore: la terapiaanalgesica multimodale.

Il concetto di analgesiamultimodaleIl concetto di analgesia mul-timodale, o equilibrata, hafatto la sua comparsa in let-teratura già a partire dallaprima metà degli anni no-vanta (Fig. 7). L’idea di baseè di sfruttare i diversi mecca-nismi e siti di azione dei far-maci analgesici, prevedendol’utilizzo di miorilassanti eFANS, oppure degli oppioidiin associazione con parace-tamolo, con l’obiettivo di ot-tenere un potenziamento si-nergico dell’effetto analgesi-co, che consenta nel contem-po una riduzione del dosag-gio dei singoli principi attivied in definitiva l’ottimizza-zione del rapporto rischio/beneficio del trattamentoconsiderato nella sua globa-lità. Sul piano pratico ciòpuò essere ottenuto utiliz-zando formulazioni farma-ceutiche a dosaggio fisso, ca-ratterizzate da una maggiormaneggevolezza e da una fa-cilitata compliance del pa-ziente, o da protocolli tera-peutici che prevedano lasomministrazione diversifi-cata di più molecole a dosag-gio ovviamente personaliz-zato. L’utilizzo di associazio-ni a dosaggio libero, in teo-ria maggiormente individua-lizzabili ma in pratica grava-te da maggiori difficoltà di ti-tolazione e di aderenza altrattamento da parte del pa-

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ziente, richiede particolareattenzione soprattutto nelsoggetto anziano34. Il vantaggio di questo tipo diapproccio risiede nella pos-sibilità di sfruttare i diversisiti di azione ed i profili far-macodinamici sinergici deidiversi farmaci utilizzati, icui meccanismi di azionenon si sovrappongono masono complementari.Ciò fa sì che la loro associa-zione sinergica determini unlivello di analgesia superiorea quello atteso dalla sempli-ce somma delle loro singoleattività analgesiche.

ConclusioniLa lotta contro il dolore èuna delle sfide più impor-tanti con cui i medici di ogniepoca hanno dovuto cimen-tarsi. Oggi la moderna far-macopea e soprattutto unnuovo approccio nei con-fronti del dolore cronico, vi-sto non più come sintomoma come malattia vera e pro-pria, rendono non solo pos-sibile ma anche necessarioun approccio clinico mirato,finalizzato al controllo deldolore stesso ed alla riduzio-ne delle gravi conseguenzeche esso provoca nel vissutoquotidiano del paziente. Per vincere questa battaglia ènecessario apprendere lemodalità di una corretta dia-gnosi e terapia del dolorecronico, che prevedono l’uti-lizzo secondo vari schemi diassociazione di differenti far-maci, tra i quali i miorilas-santi rivestono un ruolo diprimo piano. Fortunatamente la disponi-bilità di linee guida condivi-se e di modelli di studio deldolore basati sull’esperienzamaturata in questi ultimi an-ni nel trattamento di patolo-gie croniche come la FMS,costituiscono un valido sup-porto alla pratica clinicaquotidiana.

Figura 6 - Classificazione dei farmaci analgesici secondo l’OMS. Modificato da (33)

Figura 7 - Modello di analgesia multimodale. Modificato da (34).

DO

ANSFFANSAnalgesici centraliAcetaminofeneAlfa-2-agonistiOppioidi

OLORE

TRAUMA

perifericoNocicettore

NMDA-AntagonistiAlfa-2-agonistiOppioidiAnestetici locali

re

ascendenteInput

Corno dorsaleradice dorsaleGanglio della

discendenteModulazione

dente

o dorsale

Inibitori COX-2ANSF

Anestetici locali

Anestetici locali

perifericoNervo

spino-talamico rattoT

b to CO

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