Osservazione con pedana baropodometrica in pazienti con ... · 1 FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA...
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FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA
MASTER in POSTUROLOGIA CLINICA Direttore: Prof.ssa Gloria Raffaetà
Osservazione con pedana
baropodometrica in
pazienti con masticazione
monolaterale
Presentata da:
GIANLUIGI MAGGIORI
ELEONORA BRAGA
IVAN CARDINALE
RENZO OVIDI
Relatore:
Dott. Domenico FONTANA
Indice
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Indice
1. Premessa
2. Introduzione
2.1. cenni di posturologia
2.2. cenni di anatomia: breve accenno sulle catene muscolari, apparato stomatognatico e sistema
podalico
2.3. Sistema stomatognatico
3. Correlazione masticazione-deambulazione
3.1. Masticazione e registrazione su pedana stabilometrica
3.2. Interpretazione dentosofica
3.3. Sistema podalico
4. Scopo e finalità
5. Materiali e metodi
6. Protocollo di valutazione
7. Casi clinici
8. Conclusioni e considerazioni
Premessa
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1. Premessa
Negli ultimi venticinque anni si è vissuta una controversa stagione di studi e applicazioni cliniche a
partire da intuizioni dei chiropratici J. P.Meerseman e L. Nahamani che collegavano la posizione
alterata della postura corporea all’occlusione dentale e alla posizione tridimensionale della
mandibola definendo, insieme al dottor G. Esposito, una lesione di origine discendente (cranio-
piedi) o ascendente (piedi-cranio). Tale definizione è ancora ampiamente utilizzata.
Le cose si sono rivelate via via più complesse poichè in bocca, e più esattamente sul sistema
stomatognatico, interagiscono più forze, da quelle esercitate sulle ossa craniche prima e durante il
parto, alla respirazione e soprattutto alla deglutizione.
Questo equilibrio è regolato da un meccanismo reciproco:un alterazione posturale di tipo
ascendente,può influenzare la posizione cranio-mandibolare ,costringendo la mandibola ad
assumere una posizione scorretta,allo stesso modo un’alterazione cranio-mandibolare può
influenzare la posizione della colonna,del bacino e del piede con conseguente compensazione.
La relazione esistente tra la postura e l’occlusione dentale può portare a sintomi, apparentemente
non identificabili, con patologie specifiche che tendono a cronicizzare, come per esempio cefalee
muscolo-tensive, contratture muscolari,etc
La posturologia si occupa di osservare la posizione del corpo nello spazio e rappresenta la risposta
che l’organismo attua alle sollecitazioni dovute alla forza di gravità, in rapporto con l’ambiente che
ci circonda e con gli obiettivi del movimento.
L’organismo mette in atto una strategia per ottenere la miglior postura possibile basandosi su 3
principi: economia energetica (minor consumo energetico) massima stabilità (equilibrio statico e
dinamico) massimo confort (minimo stress osseo-articolo-muscolare).
La bocca ed il piede sono parametri fondamentali poiché sono parte integrante del sistema
posturale, funzionando da stazioni d’entrata e d’uscita di informazioni propriocettive ed
esterocettive.
In questo studio si vuole concentrare l’attenzione sulla correlazione piede–bocca e, in
particolare, la relazione tra masticazione monolaterale e appoggio del piede.
Il campione di studio è composto da pazienti maschi e femmine, di età compresa tra 14 e 53 anni
che hanno una masticazione prevalentemente a destra o a sinistra.
2. Introduzione
2.1 Cenni di posturologia
La posturologia è una scienza multidisciplinare che si occupa delle problematiche inerenti la
postura, multidisciplinare perché sono varie le figure professionali che se ne occupano, tra i quali
medici, fisioterapisti, dentisti, osteopati, podologi, ecc.
Il sistema posturale è stato da più parti definito come un sistema cibernetico complesso, formato da
un’unità centrale con funzioni di comando (SNC), che elabora e integra le informazioni a pertinenza
recettoriale; un sistema effettore, vale a dire l’apparato muscolo-legamentoso, e varie subunità
interconnesse e intercomunicanti, che hanno ciascuna la capacità di modificare la proprio struttura,
con l’ obiettivo di mantenere e migliorare nel tempo struttura e funzione del sistema biologico a cui
appartengono. I recettori principali sono: i centri superiori, il sistema oculo-visivo, il sistema
vestibolare, l’apparato stomatognatico, il sistema podalico, la pelle, le articolazioni e i muscoli.
Introduzione
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Le informazioni arrivano al computer cerebrale che le integra e le elabora in base a esperienze
precedentemente acquisite, creando vari engrammi neuronali di movimenti che rimanda ai muscoli.
I muscoli sono quindi gli effettori del sistema, ma allo stesso tempo, funzionano da recettori. In tal
modo il sistema si autoadatta e automantiene.
La prerogativa di ogni essere vivente è la continua ricerca dell’equilibrio organizzativo del proprio
bio-sistema corporeo e ambientale, tale equilibrio è definito “omeostasi” ossia quella condizione di
equilibrio interno in cui l’organismo si trova, grazie ad un’ insieme di processi di regolazione e
contro-regolazione che agiscono ogni qual volta si verifica un allontanamento dall’equilibrio.
I processi di regolazione non sono altro che i nostri meccanismi vitali che fanno riferimento al
nostro sistema nervoso autonomo nelle sue parti costitutive ortosimpatico e parasimpatico ed ai
centri encefalici preposti al suo controllo (ipotalamo, sistema libico, ecc).
Altre funzioni omeostatiche importanti sono anche svolte dal sistema linfatico e dal sistema
endocrino che dettano addirittura i ritmi vitali di tale omeostasi.
L’omeostasi quindi è il risultato delle complesse e delicate interazioni che si stabiliscono tra piu
sistemi, ma va anche sottolineato come la personalità, la soggettività, il modo di affrontare la vita e
lo stato emotivo e comportamentale possano, influenzando tali processi di regolazione, rendere
impermutabile e strettamente individuale appunto l’omeostasi.
L’equilibrio corporeo invece è inteso come il rapporto ottimale instaurato tra il soggetto e
l’ambiente circostante, dove il soggetto cerca di assumere la postura più idonea istante per istante,
sia in condizioni dinamiche che in condizioni statiche rispondendo nella maniere più efficace
possibile sia alle richieste ambientali che al compito motorio prefissato.
Per postura, infatti si intende la posizione del corpo nello spazio e la relazione spaziale tra i
segmenti scheletrici il cui fine è il mantenimento dell’equilibrio corporeo sia in condizioni statiche
che dinamiche cui concorrono fattori neurosifiologici, biochimici, psicoemotivi e relazionali.
La postura, a prima vista, sembrerebbe essere un atteggiamento “statico” ma in realtà è il contrario,
poiché il mantenimento della posizione eretta (posizione ortostatica) non è altro che la ricerca
continua di un equilibrio da poter instaurare tra i corpo umano e la terra ferma. Il corpo umano
quindi oscilla continuamente nello spazio con vincolo al terreno fornito dall’appoggio podalico.
Nella posizione eretta l’interfaccia tra l’uomo e l’ambiente è rappresentata dai piedi che formano il
piano d’appoggio delimitato (poligono di base) nel quale può ritrovarsi la verticale del centro
corporeo e quindi consentire il sostentamento della posizione eretta.
Tale condizione che viene compensata dal generale irrobustimento delle fascie e dal maggior tono
muscolare dei settori posteriori, rappresenta in realtà un’ottima soluzione funzionale per servirsi
della forza di gravità permettendo infatti, di controllare la posizione ortostatica tramite l’impegno
specifico solo di alcune componenti miofasciali (catena posteriore) ed inoltre ci permette di vincere
il momento di inerzia correlato alle fasi iniziali del movimento deambulatorio ottenendo al spinta in
avanti con la semplice disattivazione parziale del vincolo muscolare posteriore senza che si realizzi
un imponente coinvolgimento muscolare generale e quindi un eccessivo dispendio energetico.
Proprio a causa di questa instabilità, per mantenere una posizione eretta stabile con il terreno,
occorre operare una serie di aggiustamenti posturali che svolgono tre funzioni comportamentali
quali il sostentamento del capo e del corpo contro la forza di gravità e le altre forze esterne, il
mantenimento del baricentro corporeo allineato e in equilibrio all’interno della base d’appoggio e
infine la stabilizzazione di alcune parti del corpo che fanno da supporto ad altre impegnate
nell’esecuzione di movimenti.
Tutto ciò è frutto di una fine capacità di integrazione ed organizzazione di molti sottosistemi
regolata dal sistema tonico posturale. Tale sistema è proprio di alcune caratteristiche fondamentali è
infatti complesso e circolare, aperto, causale e risponde alle leggi della totalità, equifinalità,
calibrazione e preferenzialità.
Introduzione
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2.2 Cenni di anatomia: breve accenno sulle catene
muscolari, apparato stomatognatico e sistema podalico
Esistono sei catene muscolari pari, di cui una composta in realtà da due parti, per cui nell’intero
corpo sono presenti in totale dodici catene, distinte in:
- antero-posteriore (AP)
postero-anteriore (PA)
-
- antero-mediana (AM)
- postero-mediana (PM)
- antero-laterale (AL)
- postero-laterale (PL)
-
le catene AP, PA, AM e PM governano la coordinazione del corpo sul piano antero-
posteriore,costituendo il circuito dell’asse verticale o saggitale,mentre la catena AL e PL
costituiscono e coordinano il circuito dell’asse orizzontale-crociato.
2.3 Sistema stomatognatico
Il sistema stomatognatico è un’importante recettore del sistema posturale e si pone in posizione
cruciale per il passaggio delle informazioni sensitivo-motorie dal centro alla periferia e viceversa.
Tra le sue funzioni la deglutizione ha un ruolo fondamentale di reset e riprogrammazione posturale,
regolando l’equilibrio corporeo sul piano sagittale, mentre la masticazione alternata e bilanciata
concorre alla determinazione ed alla attivazione del sistema muscolare crociato sul piano frontale.
L’apparato stomatognatico e l’occlusione contribuiscono fondamentalmente all’armonia globale del
corpo umano attraverso le interazioni esistenti tra essi e le catene muscolari che legano la porzione
cervico-mandibolare con il resto del corpo attraverso la colonna vertebrale.
Nell’apparato stomatognatico si raccolgono tutte le informazioni dei tessuto parodontali,
dell’articolazione temporo mandibolare (ATM), dei muscoli masticatori, dei muscoli della lingua,
dei muscoli della deglutizione, e dei muscoli antigravitari preposti al mantenimento della posizione
del capo nello spazio. L’azione dell’apparato stomatognatico sul sistema posturale globale e sulla
funzione motoria interagiscono sull’armonia corporea globale.
La MASTICAZIONE è un fenomeno complesso che coinvolge sia azioni riflesse che azioni
volontarie, richiedendo l’attività coordinata di gruppi nucleari centrali che inviano nervi a guancie,
lingua, mandibola e osso ioide.
La masticazione è controllata dall’area premotoria, direttamente nella zona corticale a livello della
relativa somatotopia dell’omunculus. Nel tronco encefalico la masticazione è controllata dal nucleo
motore sopratrigeminale il quale proietta direttamente al nucleo motore trigeminale ed anche al
nucleo trigeminocerebellare ipsilaterale e trigeminotalamico controlaterale.
Masticazione monolaterale secondo Planas
Durante la masticazione il condilo di non lavoro (lato bilanciante)compie sempre un movimento di
traslazione verso il basso e l’avanti,mentre il condilo dal lato lavorante può compiere o un
movimento pivotante (quando il centro istantaneo viene collocato sul condilo) oppure un
movimento verso l’alto(quando il centro istantaneo è collocato all’interno del condilo lavorante).
La gnatologia moderna parla comunque,il condilo lavorante,anche di un leggero movimento di
lateralità,inteso come allontanamento dalla mediana.semplificando si può dire che,se il condilo
Introduzione
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lavorante è il destro,il movimento della mandibola durante la masticazione è di lateralità da sinistra
verso destra(mediotrusione sx-laterotrusione dx);mentre se il condilo lavorante è il sinistro,il
movimento della mandibola è da destra verso sx (mediotrusione dx –laterotrusione sx ).
Durante una masticazione fisiologica,bilaterale cioè bilaterale e alternata lavorante-bilanciante, la
mandibola compie in masticazione dei tragitti che, proiettati sul piano orizzontale sono arciformi
(archi gotici di Ackermann) e il suo sviluppo è simmetrico.
Quando invece la masticazione abituale è prevalentemente monolaterale e questo avviene prima
dello sviluppo e dura per molto tempo,si ha uno sviluppo asimmetrico dei mascellari.
Il dottor Pedro Planas è stato il primo a dare importanza alla masticazione. Con un semplice esame
di scivolamento della mandibola a destra e a sinistra si può stabilire – calcolando gli angoli formati
tra il piano orizzontale e il tragitto disegnato dal punto interincisivo inferiore rispetto al superiore –
che tipo di masticazione ha il paziente. Chi mastica solo a destra ha un angolo diverso rispetto a chi
mastica solo a sinistra.
Se ad esempio abbiamo una masticazione solo destra i muscoli di questo lato deputati alla
masticazione hanno un tono maggiore rispetto a quelli di sinistra. Questi calcoli indicano quelli che
sono stati chiamati gli Angoli Funzionali Masticazione Planas (AFMP).
Per avere un buon equilibrio, Planas sostiene che bisogna avere una masticazione bilaterale
alternata. Per bilaterale non si intende la contemporaneità dell’azione, ma la sua esecuzione
unilaterale in maniera alternata: un po’ a destra e un po’ a sinistra.
Una masticazione patologica con AFMP sbagliati, porta alla malposizione dentaria, con
conseguente disfunzione occlusale, e alla crescita scorretta con problematiche posturali.
Planas per riabilitare le bocche squilibrate ideò un’attrezzatura ortodontia che chiamò placche a
piste. Queste placche consentono una riabilitazione fisioterapica che permette il facile scivolamento
della mandibola a destra e a sinistra, funzione necessaria per una riabilitazione neuro-motoria. In
pratica, colui che mastica in modo unilaterale ha perso il gesto masticatorio nel lato trascurato e
quindi deve essere rieducato neurologicamente.
Gli AFMP non sono sempre uguali ma cambiano in base all’età. Gli angoli dovrebbero essere di
circa 30° nel bambino fino a tre anni; successivamente, con il passare del tempo, i denti si
consumano e quindi si appiattiscono cosicché entro i sei anni d’età gli angoli di masticazione
dovrebbero essere pari a 0°. Con la comparsa dei denti permanenti, gli angoli aumentano
nuovamente fino a quando anche i definitivi iniziano a consumarsi per diminuire fino a 5-6° all’età
di 60-70 anni. Quando si ha una masticazione bilaterale alternata le varie parti del volto sono
equilibrate tra loro, mentre se si mastica dove abbiamo una dimensione verticale inferiore, cioè da
una sola parte, avremo come risultato ‘una faccia a banana’. In questa situazione si mastica
esclusivamente dalla parte dell’emivolto contratto, perché le inserzioni muscolari da questa parte
sono più vicine e il muscolo può espletare più forza. In pratica, quando ci troviamo di fronte a un
masticatore unilaterale possiamo notare che l’angolo della mandibola più attiva è più squadrato e
che la linea di mezzo degli incisivi inferiori è spostata dal lato dove egli mastica.
A questo punto possiamo chiederci in che modo la masticazione condiziona la postura. È un dato di
fatto che la masticazione sia strettamente collegata con la deambulazione. L’individuo che mastica
da un solo lato è paragonabile a una persona claudicante. Quello che invece mastica sia a destra che
a sinistra, in modo alterno, è comparabile alla persona che cammina normalmente, alternando una
gamba all’altra, così che l’una compensa l’altra e ognuna dipende dall’altra.
In pratica quando si è in una situazione di normalità, ossia mastichiamo bilateralmente, quando
mettiamo avanti il piede sinistro, la mandibola si sposta verso destra e viceversa.
Nel caso di un masticatore monolaterale destro che non ha problemi ortopedici, come ad esempio
delle scoliosi strutturate, si innesca un sistema di bascule corporee che arrivano fino al piede. Il
piede portante è quello posizionato al lato opposto di dove normalmente si mastica, quindi si carica
di più sul piede sinistro quando si mastica a destra e viceversa.
Introduzione
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Questo meccanismo viene meno quando ci troviamo di fronte a una patologia ortopedica come una
scoliosi strutturata. Questa eventualità fa sì che si instauri un sistema di bascule corporee di
compenso che non rispettano la regola sopra citata.
Lo schema corporeo di un masticatore monolaterale, per esempio sinistro, si presenta così:
testa inclinata e ruotata a sinistra;
spalla sinistra più alta e avanzata;
il bacino in posizione parallela alla testa.
Tutta questa struttura serve solo a compensare un’abitudine sbagliata, cioè la masticazione da una
sola parte.
3. Correlazione masticazione-deambulazione
3.1 Masticazione e registrazione su pedana
stabilometrica
Ci occuperemo qui di confrontare le registrazioni eseguite in “condizione statica” cioè con la
mandibola in stato di riposo fisiologico(in abituale), con quelle effettuate in “ condizione dinamica”
cioè facendo masticare il soggetto per tutto il tempi della registrazione. Questi due tipi di
registrazione, in statica e in dinamica, hanno come unica variabile il movimento di masticazione,
restando invariati tutti gli altri parametri ( il paziente non si muove dalla sua posizione
iniziale);chiameremo per convenzione la prima registrazione eseguita in statica registrazione “1-
base”, in quanto è la registrazione iniziale di riferimento. Ora,dallo studio di varie registrazioni,
fatte con pazienti, prima con mandibola a riposo e poi durante la masticazione sia in abituale che
solo sul lato destro e solo sul lato sinistro si è potuto vedere che:
a- durante la masticazione varia sempre sensibilmente la distribuzione dei carichi sui piedi
rispetto a quando la mandibola si trova in stato di riposo.
b- Se la masticazione è fisiologica, cioè bilaterale e alternata, il carico sui piedi varia in modo
alternato e simmetrico e la sua media non si discosta molto dalla media dei valori che
vengono registrati in condizioni di riposo fisiologico della mandibola: la registrazione in
condizione statica ha quindi più o meno gli stessi valori della registrazione in condizione
dinamica.
c- Se il soggetto ha invece una masticazione abituale monolaterale la distribuzione dei carichi a
livello podalico cambia a seconda che la mandibola sia a riposo o vi sia funzione
masticatoria. In statica, cioè con la mandibola a riposo si ha un maggior carico complessivo
sul piede controlaterale al lato masticante abituale, mentre in dinamica, cioè durante la
masticazione, si ha un aumento del carico omolateralmente al lato masticante.
Ad esempio in caso di masticazione monolaterale destra, in condizione statica, cioè con la
mandibola in condizioni di riposo, si registra un carico maggiore sul piede sinistro (anche se il
soggetto avverte la sensazione di un maggior peso sul lato destro), mentre durante la
masticazione destra si registra un aumento del carico in zona posteriore destra(tallone)ed un
aumento della torsione da sinistra vers destra di tutto l’assetto posturale;invitando poi il paziente
a masticare sul lato non abituale, cioè a sx,si registra invece un aumento del carico in zona
posteriore a sinistra(tallone sx) con una tendenza alla iduzione della torsione posturale.
Correlazione masticazione-deambulazione
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3.2 Interpretazione dentosofica
La parte destra della bocca corrisponde all’emisfero sinistro del cervello, dove risiede il pensiero
logico-analitico. In essa, secondo la teoria degli archetipi, si manifesta il maschile con i suoi
comportamenti materiali e concreti. Secondo la medicina cinese è il lato yang.
La metà sinistra della bocca corrisponde all’emisfero destro del cervello. Si tratta della metà che
rinvia alla psicoaffettività, che archetipicamente è identificata con il femminile, con una spiccata
attitudine all’arte, alla spiritualità, alla sensibilità. Secondo la medicina cinese questo è
il lato yin. Secondo la dentosofia quando c’è equilibrio tra parte destra e sinistra,
tra yin e yang, tra spiritualità e materialità, la bocca è equilibrata e l’individuo in armonia. Per
valutare il grado di squilibrio di una bocca dobbiamo considerare le eventuali deviazioni, a destra e
a sinistra, della sua struttura.. Se il frenulo inferiore è deviato a sinistra rispetto a quello superiore
avremo una ‘struttura sinistra’, ossia la mandibola deviata verso sinistra;
avremo, invece, una ‘struttura destra’ se la deviazione mandibolare è adestra.
Non si tratta di deformazioni congenite poiché, per procurarsele, è sufficiente masticare
esclusivamente o prevalentemente da uno dei due lati. I muscoli della parte masticante si
ipertrofizzano, dando luogo a una deviazione che non si limiterà alle due arcate dentali ma
coinvolgerà, come vedremo in seguito, tutta la postura.
L’occlusione è un importante bilanciere posturale e una laterodeviazione della mandibola
determina, di conseguenza, un nuovo assetto posturale che si palesa innanzitutto sulla colonna
vertebrale e non è possibile, per un individuo, avere
una mandibola deviata e una postura corretta oppure una postura scorretta con una mandibola ben
equilibrata e centrata.
Pedro Planas, uno dei pionieri della visione olistica dell’apparato stomatognatico, ha affermato nella
“seconda legge”, da lui enunciata: “affinché una bocca sia equilibrata, gli Angoli Funzionali
Masticatori di Planas (AMFP) destro e sinistro devono essere identici e dobbiamo avere contatto tra
tutti i denti del lato lavorante e tra tutti i denti sul lato bilanciante, eccezion fatta per il canino”. Se
uno di questi due angoli è minore significa che si mangia sempre da quella parte. Pertanto l’AMFP
minore a destra segnala una masticazione destra che definiamo ‘funzione destra’; viceversa, quando
l’AMFP è minore a sinistra avremmo una masticazione sinistra che chiamiamo ‘funzione sinistra’.
In passato non è stata prestata la giusta attenzione al lato in cui avviene la masticazione; era
considerata un’attività spontanea e normale, oppure condizionata da esigenze particolari, come ad
esempio la mancanza di uno o più denti. Invece oggi possiamo restituire il giusto rilievo a questa
attività, che è uno degli strumenti più importanti che abbiamo per analizzare la salute della bocca e
di un soggetto in generale. EQUILIBRIO=AMFP destro = AMFP sinistro
Dagli studi compiuti dai dentisti dentosofi sembrerebbe emergere che chi possiede una struttura
destra (deviazione del frenulo inferiore a destra) e mastica a destra è un soggetto in cui si è
sviluppata maggiormente la dimensione razionale e materiale dell’Io. Individuo efficiente, il lavoro
è una parte fondamentale della sua vita, che viene privilegiata rispetto ad altri aspetti, ad esempio i
sogni e le aspirazioni fantastiche.
STRUTTURA DESTRA
+
FUNZIONE (MASTICAZIONE) DESTRA
=
ATTACCAMENTO ALLA MATERIALITA’
Invece chi ha una struttura sinistra (deviazione del frenulo inferiore a sinistra) e mastica
esclusivamente a sinistra manifesterebbe una spiccata sensibilità e spiritualità, preferendo il mondo
dei sogni a quello reale e pratico ed evitando quello degli affari.
STRUTTURA SINISTRA
Correlazione masticazione-deambulazione
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+
FUNZIONE SINISTRA
=
VITA SPIRITUALE
L’equilibrio, come in tutte le cose, è situato al centro e nel nostro caso bisognerebbe masticare in
modo unilaterale alternato, ovvero in egual modo sia a destra che a sinistra, obiettivo non
impossibile da raggiungere.
Tutti i bambini che hanno avuto una crescita armoniosa sono dotati di questo tipo di masticazione e
ostentano un notevole equilibrio.. Questi pazienti hanno gli angoli funzionali masticatori di Planas
(AMFP) pressoché identici e da questo dato possiamo dedurre un buon equilibrio tra sfera materiale
e spirituale. Coloro che invece non hanno una masticazione corretta dovrebbero provare a
modificarla in senso positivo. È utile notare da che parte si mastica e provare a collegarla con il
momento della vita che si sta attraversando. Ad esempio se sto concretizzando un determinato
progetto e sono totalmente immerso in questioni pratiche, potrei scoprire di masticare solo a destra.
Se invece sono totalmente immerso nel mondo della spiritualità e sogno continuamente ad occhi
aperti, potrei mangiare solo
a sinistra. In entrambi i casi sto sperimentando situazioni di squilibrio.
3.3 Sistema podalico
Al contrario della mano, nel corso della filogenesi, il piede non si è sviluppato come un organo
prensile ma bensì come organo di sostegno, appoggio e propulsione.
Una volta ottenuta la stazione eretta il piede sviluppa eccellenti capacità tattili divenendo l’unica
parte del corpo che ci mette in comunicazione diretta fungendo da interfaccia con il suolo
sottostante e ci fornisce innumerevoli ed importantissime informazioni sul terreno e ci aggiorna
sulla posizione del piede in relazione al terreno stesso tramite i recettori propriocettivi e cutanei che
mandano informazioni al cervelletto e al talamo per giungere alla corteccia.
La funzione principale è quella di sostenere l’intero peso del corpo, contro al forza di gravità sia in
posizione statica dove assieme alla gamba serve da colonna portante, sia in posizione dinamica
dove serve da supporto straordinario garantendo sempre stabilità a tutto il corpo.
Nel piede,la volta plantare è una struttura che associa in modo equilibrato tutti gli elementi
osteoarticolari,legamentosi e muscolari del piede. grazie ai suoi cambiamenti di curvatura ed alla
sua elasticità,la volta può adattarsi a tutte le superfici trasmettendo al suolo le sollecitazioni ed il
peso corporeo nelle migliori condizioni meccaniche;essa ha un ruolo ammortizzante indispensabile
per una corretta deambulazione. ogni alterazione della sua struttura causa un aumento o una
diminuzione delle sue curve che modificano negativamente l’appoggio podalico in stazione eretta.
l’architettura della pianta del piede è definita come una volta sostenuta da tre archi,appoggiati al
suolo su diversi punti,disposti ai vertici di un triangolo che delimita l’impronta plantare ;questi
punti di contatto,comuni ai due archi contigui,corrispondono alla testa del I,del V metatarso ed alle
tuberosità posteriori del calcagno. fra i due punti d’appoggio anteriori è teso l’arco più corto e più
basso detto anteriore,fra i due contatti laterali è situato l’arco esterno di lunghezza e d’altezza
intermedia;infine,il più importante dei tre,l’arco interno classificato come quello più alto e lungo.
l’apice della volta plantare è nettamente spostato all’indietro ed il peso del corpo,trasmesso dall’arto
inferiore,si applica sul tarso posteriore a livello della puleggia astragalica attraverso l’articolazione
tibio-tarsica,da cui le forze si ripartiscono nelle tre direzioni in precedenza menzionate.
la distribuzione dei carichi relativa delle forze su questi appoggi è comprensibile se ricordiamo gli
studi di Morton,che distribuisce i carichi sui tre punti d’appoggio seguendo la regola dei SEI:
Correlazione masticazione-deambulazione
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si pensa che quando 6 kg sono applicati sull’astragalo,se ne ha UNO per parte l’appoggiop antero-
esterno, DUE per l’appoggio antero-interno e TRE per la parte posteriore (Morton,1935); quindi se
pensiamo alla posizione eretta,verticale e immobile,sono i talloni che sopportano lo sforzo
principale,vale a dire la metà del peso corporeo.
l’equilibrio strutturale del piede è ovviamente dipendente dall’azione di più strutture:per quanto
riguarda la superficie inferiore sono indispensabili i tendini e i legamenti plantari,nell’area antero-
superiore l’attivazione dei flessori della caviglia e degli estensori delle dita,e per il tratto posteriore
gli estensori della caviglia e i flessori delle dita.
una forma normale della pianta, fondamentale per un corretto adattamento al suolo,è il risultato
dell’equilibrio di queste forze. In un piede fisiologico l’ampiezza metatarsale anteriore deve avere
un’impronta a forma ovale con un proprio asse trasversale,la larghezza dell’istmo deve risultare 1/3
della precedente con un asse trasversale quasi rettilineo e le dita devono essere in appoggio per
lasciare la giusta impronta. l’asse longitudinale deve attraversare il tallone nella sua parte centrale e
proseguire fra il 2° e 3° dito.
nel caso in cui l’ampiezza dell’istmo si manifesta più ampia rispetto al valore indicato,siamo di
fronte ad un piede piatto, mentre se la larghezza dell’istmo si presenta ridotta il piede è considerato
cavo.
Nel piede piatto è comune ritrovare un valgismo del calcagno con un retropiede pronato e
l’avampiede supinato legato ad un’insufficienza muscolo-legamentosa dei muscoli plantari e tibiali
che determinano un appiattimento dell’arco plantare. Questa alterazione della volta plantare
secondo Ronconi “è causato da un eccessivo –svolgimento- a geometria elicoidale della struttura
podalica e non dall’abbassamento della volta”(Ronconi P., Ronconi S.,2001). le alterazioni
dell’equilibrio che si formano fra i muscoli agonisti si ripercuotono sulla funzione di
ammortizzazione della struttura podalica.
il piattismo può arrivare a diversi gradi di gravità:
Primo grado: si evidenzi quando l’istmo è leggermente superiore alla sua lunghezza
fisiologica.
secondo grado:quando l’istmo presenta un’esagerata larghezza rispetto all’assetto normale.
terzo grado: la pianta del piede è in appoggio completo con il piano d’appoggio.
quarto grado: quando deborda totalmente verso la parte mediale e l’appoggio plantare è
inverso rispetto a quello fisiologico.
Si ritiene fisiologicamente normale un piede piatto solo nel lattante e nel bambino fino ai tre anni
dovuto soltanto da un eccessivo accumulo di adipe plantare nei tessuti molli.
Nel piede cavo è normale ritrovare la pianta del piede enormemente sollevata, con il calcagno che
sembra si orienti in varo quando il tono dei muscoli tibiale anteriore,posteriore e la retrazione dei
legamenti dei muscoli plantari aumenta. Il piede cavo si presenta morfologicamente in tre
alterazioni differenti: una dovura alla caduta dell’avampiede causando un cavo anteriore con
disequilibrio dei muscoli delle dita e livellamento dei metatarsi. in altro modo può presentarsi un
piede cavo posteriore con un varismo del retro piede dovuto al mancato equilibrio del tricipite
surale e per ultimo, ma non meno importante, un piede con comuni caratteristiche dei primi due
casi. Se ci riferiamo all’elica podalica troviamo un iper-avvolgimento della stessa che induce
l’accorciamenrto della lunghezza totale del piede e ad un innalzamento della struttura intermedia.
Secondo Ronconi (Ronconi,2001) anche il piede cavo può evolversi in tre gradi:
Primo grado: caduta abnorme con variazione della foza peso sulle strutture osseee
secondo grado: sovraccarico sul 1° metatarso che compensa,sovraccaricando il 5° metatarso
e successivamente sugli altri
terzo grado: l’avampiede si cavizza in senso trasversale e longitudinale causando
disfunzionalità delle dita.
Conclusioni e considerazioni
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4. Scopo e finalità
Lo scopo di questo lavoro è valutare una casistica di pazienti con una masticazione monolaterale in
rapporto all’appoggio podalico. La finalità è quindi quella di trovare una relazione tra la
masticazione monolaterale con un carico pressorio del piede maggiore rispetto al lato controlaterale
non masticante, come è già stato dimostrato precedentemente dagli studi di P. Planas.
5. Materiali e metodi
Nell’esame statico vengono visualizzati i dati principali relativi alla distribuzione di carico, alle
massime pressioni ed alle superfici di appoggio.
Mediante l’esame statico è possibile ottenere le seguenti informazioni:
- zone isobariche
- sede del baricentro corporeo e di quello relativo al piede destro e sinistro
- superficie plantare sotto carico (cm quadrati) di entrambi i piedi
- peso e percentuale del carico totale sostenuto da ciascun piede
- valore delle aree corrispondenti ai diversi livelli di pressione
- immagine tridimensionale dei dati rilevati con visualizzazione dei singoli picchi
all’interno delle isobare
- la stampa di tutte le visualizzazioni
Per valutare l’appoggio del piede ci siamo avvalsi di una pedana baropodometrica prendendo in
considerazione l’appoggio in statica e le percentuali dei carichi pressori relativi ai compartimenti
posteriori del piede.
Per valutare la masticazione ci siamo avvalsi di numero due/tre chewing gum.
6. Protocollo di valutazione
Lo studio è stato così eseguito:
- registrazione statica del paziente: mandibola in posizione di riposo
- registrazione dinamica: il paziente mastica per tutto il tempo della registrazione
Si fanno quindi quattro registrazioni:
- in statica
- in masticazione abituale
- in masticazione solo destra
- in masticazione solo sinistra
Casi clinici
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7. Casi clinici
Caso 1: M.M.
Paziente di 35 anni.
Masticazione monolaterale a sinistra.
statica masticazione abituale
masticazione solo destra masticazione solo sinistra
Caso 1: M.M.
Casi clinici
13
Caso 2: G.C.
Paziente di 27 anni.
Masticazione monolaterale destra.
statica masticazione abituale
masticazione solo sinistra masticazione solo destra
Caso2: G.C.
Casi clinici
14
Caso 3: V.L.
Paziente di 14 anni.
Masticazione monolaterale sinistra.
statica masticazione abituale
masticazione solo sinistra masticazione solo destra
Caso 3: V.L.
Casi clinici
15
Caso 4: R.M.
Paziente di 14 anni.
Masticazione monolaterale sinistra.
statica masticazione abituale
masticazione solo destra masticazione solo sinistra
Caso 4: R.M.
Casi clinici
16
Caso 5: T.S.
Paziente di 33 anni.
Masticazione monolaterale destra.
statica masticazione abituale
masticazione solo sinistra masticazione solo destra
Caso 5: T.S.
Casi clinici
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Caso 6: A.C.
Paziente di 34 anni.
Masticazione monolaterale destra.
statica masticazione abituale
masticazione solo sinistra masticazione solo destra
Caso 6: A.C.
Casi clinici
18
Caso 7: T.F.
Paziente di 15 anni.
Masticazione monolaterale destra.
statica masticazione abituale
masticazione solo sinistra masticazione solo destra
Caso 7: T.F.
Casi clinici
19
Caso 8: D.L.
Paziente di 46 anni.
Masticazione monolaterale destra.
statica masticazione abituale
masticazione solo sinistra masticazione solo destra
Caso 8: D.L.
Casi clinici
20
Caso 9: M.P.
Paziente di 53 anni.
Masticazione monolaterale sinistra.
statica masticazione abituale
masticazione solo sinistra masticazione solo destra
Caso 9: M.P.
Casi clinici
21
Caso 10: I.C.
Paziente di 35 anni.
Masticazione monolaterale sinistra.
statica masticazione abituale
masticazione solo sinistra masticazione solo destra
Caso 10: I.C.
Casi clinici
22
Caso 11: M.M.
Paziente di 21 anni.
Masticazione monolaterale sinistra.
statica masticazione abituale
masticazione solo sinistra masticazione solo destra
Caso 11: M.M.
Casi clinici
23
Caso 12: L.F.
Paziente di 44 anni.
Masticazione monolaterale destra.
statica masticazione abituale
masticazione solo sinistra masticazione solo destra
Caso 12: L.F.
Casi clinici
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Caso 13: E.C.
Paziente di 42 anni.
Masticazione monolaterale sinistra.
statica masticazione abituale
masticazione solo sinistra masticazione solo destra
Caso 13: E.C.
Casi clinici
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Caso 14: G.V.
Paziente di 46 anni.
Masticazione monolaterale destra.
statica masticazione abituale
masticazione solo sinistra masticazione solo destra
Caso 14: G.V.
Conclusioni e considerazioni
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8. Conclusioni e considerazioni
I presupposti fondamentali della posturologia considerano il rapporto forma-funzione, come
interdipendenza tra struttura e sistema muscolo-fasciale,dove la struttura ha caratteristiche
asimmetriche mentre il lavoro muscolare avviene nel rispetto della simmetria.
Da ciò emerge che non dobbiamo ricercare una forma o un allineamento posturale ideale; il nostro
obiettivo prioritario deve essere il “riequilibrio funzionale”.
Come abbiamo detto attraverso gli ingressi recettoriali tutte le informazioni arrivano al computer
cerebrale che le integra e le rimanda ai muscoli posturali, ma poiché essi stessi sono dei recettori
siamo in presenza di un sistema cibernetico auto-regolato e auto-adattato.
Quando le informazioni ricevute dai recettori sono asimmetriche o patologiche causano,a livello del
computer un nuovo aggiustamento posturale patologico che l’organismo considererà come corretto
e quindi si adatterà nel suo squilibrio ma difficilmente si potrà correggere da solo.
Considerando che la masticazione è fisiologica, cioè bilaterale alternata, il carico sui piedi varia in
modo alternato e simmetrico e la registrazione in condizione statica ha quindi più o meno gli stessi
valori della registrazione in condizione dinamica, questo studio dimostra che con una
masticazione abituale monolaterale, i carichi a livello podalico cambiano a seconda della
registrazione statica o dinamica. In statica, cioè con la mandibola a riposo, si ha un maggior
carico sul piede controlaterale al lato masticante mentre in dinamica si ha un aumento omolaterale
del carico. Ad esempio in caso di masticazione monolaterale destra, in condizione statica, si registra
un carico maggiore sul piede sinistro mentre durante la masticazione destra si registra un aumento
del carico in zona posteriore destra ed un aumento della torsione da sinistra a destra di tutto l’assetto
posturale; facendo masticare il paziente sul lato non abituale, a sinistra, si verifica un aumento del
carico in zona posteriore sinistra con riduzione della torsione posturale.
Bibliografia
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9. Bibliografia
1) GUAGLIO G.: Ortodonzia dinamica e ripristino delle funzioni, Nike Editore, 2010.
2) BRICOT B.: La riprogrammazione posturale globale, Statipro, 1998.
3) FERRANTE A.: Lenuove frontiere della terapia miofunzionale,
4) STEFANELLI G.: Sistema stomatognatico nel contesto posturale, 2003