Orizzonte Impresa 1-2013

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VOLARE ALTO La strategicità dell’Agricoltura per affrontare il quotidiano ASSEMBLEA ELETTIVA della Federazione Regionale Coldiretti del Lazio 14 GENNAIO2013 ORE 10.00 PALAZZO ROSPIGLIOSI impresa O R I Z Z O N T E Bimestrale di cultura& informazione agricola di Coldiretti Lazio GRANIERI NUOVO PRESIDENTE DI COLDIRETTI LAZIO Eletto all’unanimità dall’Assemblea del 14 gennaio VOLARE ALTO La strategicità dell’agri- coltura per affrontare il quotidiano ll documento program- matico di Coldiretti Lazio UN DOCUMENTO STRATEGICO Per non far navigare più a vista l’Agricoltura Laziale Anno XIII n. 6 - 2012

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Giornale di riferimento nel panorama Agricolo e Zootecnico di Coldiretti Lazio.

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VOLARE ALTOLa strategicità dell’Agricoltura per

affrontare il quotidiano

ASSEMBLEA ELETTIVAdella Federazione Regionale Coldiretti del Lazio

14 gennaio 2013 ore 10.00PaLaZZo roSPigLioSi

impresaO R I Z Z O N T E

B i m e s t r a l e d i c u l t u r a & i n f o r m a z i o n e a g r i c o l a d i C o l d i r e t t i L a z i o

GRANIERI NUOVO PRESIDENTE DI COLDIRETTI LAZIOEletto all’unanimità dall’Assemblea del 14 gennaio

VOLARE ALTOLa strategicità dell’agri-coltura per affrontare il quotidianoll documento program-matico di Coldiretti Lazio

UN DOCUMENTO STRATEGICOPer non far navigare più a vista l’Agricoltura Laziale

Anno XIII n. 6 - 2012

Bimestrale di cultura & informazione agricola di Coldiretti Lazio

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14 gennaio 2013 ore 10.00PaLaZZo roSPigLioSi

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L’ EDITORIALERIMETTERE AL CENTRO L’AGRICOLTURA

di David GRANIERI

L’OPINIONECOLDIRETTI LAZIO SI RINNOVAGargano passa il testimone a Granieri

di Aldo MATTIA

BUONE NUOVEASSEMBLEA ELETTIVA COLDIRETTI LAZIOEletto il nuovo direttivo di Coldiretti Lazio. Presentato il documento programmatico

SOMMARIO

L’EDITORIALE

Come Coldiretti Lazio abbiamo il compito, tutt’altro che semplice, di tornare a far mettere al centro delle discussioni l’agricoltura con l’alimentazione e l’ambiente. Il settore primario laziale ha bisogno di tornare ad essere pro-

tagonista non solo in alcuni programmi elettorali di queste settimane ma, concretamente nelle scelte che si dovranno fare nei prossimi di mesi. Nella nostra agenda abbiamo elaborato un documento dal titolo ambizioso “Volare Alto”. Sono le proposte degli agricoltori per contribuire alla crescita sostenibile puntando su uno dei punti di forza riconosciuti della nostra regione. Tanti i temi che costituiscono la spina dorsale della nostra elaborazione. Sono indispensabili, ormai, piani strategici per au-mentare del 10%, entro 5 anni, la copertura del fabbisogno alimentare anche mediante politiche di salvaguardia del suolo agricolo e delle ri-sorse naturali, sostegno alimentare delle fasce di popolazione a rischio povertà, lotta alla burocrazia, lavoro e giovani, difesa del Made in Lazio con l’etichettatura obbligatoria degli alimenti, divieto alla coltivazione di Ogm, lotta alle frodi e creazione di un marchio 100% locale, disincentivi a tutte le forme di delocalizzazione e sostegno alla filiera corta come i mercati degli agricoltori, accesso al credito, Imu e una fiscalità più equa, che differenzi sostanzialmente la tassazione del bene terra e dei fab-bricati annessi tra chi li usa come strumento di lavoro rispetto a forme di rendita o hobbismo. Proprio su questi temi indirizzeremo in sinergia con i territori la nostra attività. Chiederemo una piena condivisione del documento proposto per il nostro “Lazio” che rappresenta un bene comune.Oggi le tematiche che hanno a che fare con il rapporto con la comu-nità, il territorio, le tradizioni sono fondamentali per il futuro. La nostra agricoltura è un settore chiave per la promozione, il lavoro nelle cam-

pagne rappresenta una delle prospettive più interessanti anche per i giovani. Identità e distintività sono la chiave di volta contro la contraffazione, l’illegalità, l’abuso, la cattiva alimentazione, e in questa battaglia diventa decisivo il tema della tracciabilità che Coldiretti sta portando avanti. Occorre l’impegno di tutti e con tutti i referenti dei singoli territori mi impegno sin d’ora a lavorare per ritrovarci fra quattro anni per fare un bi-lancio che auspico senz’altro migliore di quello di oggi con troppe nubi e poche certezze.

A cura di David GRANIERIPresidente Coldiretti Lazio

RIMETTERE AL CENTROL’AGRICOLTURA

L’OPINIONE

Per Coldiretti Lazio, l’apertura del nuovo anno 2013 è stato caratterizzato da un evento importante e fondamentale per la vita della Federazione: il rinnovo degli organi direttivi

e l’elezione del nuovo Presidente Regionale. Con l’unanimità dei voti dei delegati di tutte le provincie, è stato eletto quale presidente di Coldiretti Lazio David Granieri che prende il testimone da Massimo Gargano, a cui va il mio personale ringraziamento e quello di tutto il sistema Coldiretti Lazio e che, ne sono certo, continuerà a sostenere tutte le nostre in-iziative. Granieri, già riconfermato anche alla Pres-idenza di Coldiretti Roma, rappresenta sicuramente un segnale di continuità con i nostri programmi e con le nostre azioni.

Ha seguito da vicino, come Presidente di Coldiretti Roma, le attività di questi ultimi 4 anni. Ha valorizzato settori produttivi impor-tanti come quello dell’olio di oliva e della pas-torizia senza dimenticare le progettualità tese a garantire un’offerta più ampia nella vendita diretta dei prodotti della campagna romana e più in generale dell’agriturismo. Negli ultimi tempi, inoltre, ha seguito da vicino anche le attività poste in essere nella determinazi-one dei punti cardine del nuovo bando per le mense del comune di Roma cercando di far comprendere l’importanza dell’inserimento di prodotti simbolo di un territorio magnifico come quello di Roma e del Lazio. Sono certo che Granieri saprà interpretare al meglio il nuovo ruolo e non lesinerà mai il pro-

prio impegno nel mettere al centro dell’attenzione le problematiche specifiche dell’agricoltura dando voce direttamente agli imprenditori agricoli. L’obiettivo pri-mario che si propone di raggiugere Coldiretti Lazio è quello di centrare con tutte le attività possibili una nuova fase di ascolto da parte della Regione Lazio e degli Enti deputati a dare risposte al settore primario. La dinamicità di Granieri è senza dubbio, per questo, un motivo in più per implementare e declinare il nostro documento “Volare Alto” che come abbiamo redatto e presentato a tutte le Istituzion e forze politiche. Non si tratta di un libro di sogni ma di punti cardini per il settore agricolo laziale e romano; non si tratta di un documento fine a se stesso ma di un articolato che declina al meglio il progetto nazionale di Coldiretti. A Granieri e a tutti i componenti della nuova Giunta e del consiglio regionale di Coldiretti Lazio oltre che le felicitazioni e gli auguri di un proficuo lavoro, ab-biamo già consegnato la nostra bussola per non far navigare più a vista l’agricoltura laziale ma con tappe certe e definitive con la certezza che gli inchini, “peri-colosi” e non, Coldiretti non li farà a nessuno e chie-derà con determinazione e fierezza solo risposte e non più inutili promesse.

Aldo MATTIA

VOLARE ALTOLa strategicità dell’Agricoltura per

affrontare il quotidiano

ASSEMBLEA ELETTIVAdella Federazione Regionale Coldiretti del Lazio

14 gennaio 2013 ore 10.00PaLaZZo roSPigLioSi

COLDIRETTI LAZIO SI RINNOVA

Gargano passa il testimone a Granieri

Il Tavolo della Presidenza all’Assemblea di Coldiretti Lazio

di Aldo MATTIA

ASSEMBLEA ELETTIVA COLDIRETTI LAZIO

David GRANIERI alla guida della Coldiretti Regionale

che con intelligenza e lungimiran-za hanno portato Coldiretti alla ri-balta dell’attenzione dei cittadini e dei mass media nazionali.Dopo l’ampia relazione di Garga-no, che non ha mancato di rin-graziare tutti i collaboratori e gli imprenditori che gli hanno dato fiducia in tutti questi anni, il Diret-tore Regionale Aldo Mattia, anche a nome di tutti i direttori delle pro-vincie laziali ha consegnato un dono al presi-dente per l’atti-vità svolta.Il Direttore di Coldiretti La-tina Saverio Viola ha porta-to il saluto dei colleghi provin-ciali a Garga-no ricordando l ’ i m p o r t a n z a dell’impegno di una Presidenza regionale così qualificata che ha portato crescita e presenza anche nelle provincie. Dopo momenti di inevitabile commozione, e dopo ampio dibattito sulla relazione di

base, si è passati agli atti istituzionali con le votazioni del nuovo presidente e del nuovo consiglio. Il Sig Lozzi Eugenio Consigliere uscente ha presentato una lista che è stata ap-provata e posta a votazione dei dele-gati provinciali. Il Sig. Capannini, Direttore vicario di

Rieti, presidente del seggio elet-torale, ha effetuato lo spoglio del-le schede ed ha proclamato, con l’unanimitò dei voti, David Granie-ri nuovo Presidente di Coldiretti Lazio. “Ringrazio quanti hanno riposto fiducia sulla mia figura e, come già anticipato durante i la-vori assembleari, mi impegnerò al fine di non deludere le attese continuando nel solco fino ad

oggi tracciato dall’amico Gargano che ringrazio in modo particolare per il lavoro svolto e l’importante ruolo che ha saputo ritagliare alla nostra struttura a livello regiona-

David Granieri 34 anni sposato con tre figli titolare dell’azienda agri-cola il Bagolaro a Nerola vicino Roma, dove ge-stisce insieme alla famiglia un agriturismo im-merso nel verde di un uliveto. Dal 2010 Presidente della Coldiretti di Roma.

David Granieri, 34 anni, è stato eletto presidente della Coldiret-ti del Lazio.

L’Assemblea annuale di Coldiret-ti Lazio, quest’anno ha assunto particolare importanza perchè, scadendo il mandato presidenzia-le si è celebrata quale momento elettivo della dirigenza regionale.I lavori dell’Assemblea hanno avuto inizio con una relazione del presidente uscente Massimo Gar-gano che annunciando ai delegati di tutte le provincie la sua deci-sione di non candidarsi, ha voluto ripercorrere i suoi dieci anni alla presidenza di Coldiretti Lazio. Un intervento pieno di patos che ha dato il senso di un impegno por-tato avanti con il sistema coldiretti e che ha dato risultati di grande spessore sia sotto il profilo sinda-cale che su quello della crescita imprenditoriale dei soci.Un impegno portato avanti in sin-tonia con le strategie nazionali

Il Direttore Mattia consegna un regalo al Presidente uscente

Gargano

La sala delle statue di palazzo Rospigliosi durante i lavori dell’Assemblea regionale

BUONE NUOVE

le e nazionale”. Nella relazione del neo presidente all’assemblea è emersa forte l’apertura ai terri-tori, l’attenzione ai giovani e alle donne e il ruolo strategico dell’a-gricoltura per la Regione Lazio soprattutto in un momento così delicato e particolare come quello che stiamo attraversando. Granieri ha garantito di voler de-clinare un programma di attività con il nuovo consiglio valorizzan-do ogni iniziativa utile al sostegno degli imprenditori nella piena va-lorizzazione del comparto. “Sono certo – ha commentato il direttore regionale Aldo Mattia – che Gra-nieri, insieme ai neo consiglieri, saprà portare avanti il programma di rilancio facilitando sia la fase di ascolto che quella progettuale e mantenendo una sinergia oltre che con la nostra sede nazionale anche con le altre organizzazioni ed associazioni e con i rappresen-tati istituzionali”. “Oggi più che mai – ha concluso Granieri - è obbli-gatorio salvaguardare le idee e il grande progetto per le filiere agri-cole, la valorizzazione dei prodot-ti col loro territorio, la trasparenza dei processi produttivi, la qualità e la sicurezza alimentare per man-tenere la fiducia dei consumatori ed il rilancio del Made in Lazio per rilanciare la nostra economia. Per questo – ha aggiunto – Coldiret-ti è aperta al dialogo sui 5 punti della propria piattaforma ma sarà determinata per ottenere risposte e non più solo promesse”. La difesa del suolo dalla cemen-

PRESIDENTEDavid Granieri

CONSIGLIOMichelini Leonardo ConsigliereNesta Enzo ConsigliereCrocetti Carlo ConsigliereSavone Vinicio ConsigliereMastoianni Gilmar ConsigliereGioacchini Andrea ConsigliereMauro Delfini ConsigliereRossato Fabio ConsigliereBastiani Augusto ConsigliereCapati Danilo Consigliere

REVISORI DEI CONTIGuerrieri Katia PresidenteNicolai Felice Membro effettivoCelletti Pietro Membro effettivoTocchi Benedetto Membro SupplenteRossi Maria Membro Supplente

PROBIVIRIMarconi Daniela PresidenteColognesi Daniele Membro effettivoDi Russo Cosmo Membro effettivoIadecola Luigi Membro SupplenteGiorgi Carlo Membro Supplente

IL NUOVO CONSIGLIO DI COLDIRETTI LAZIO

La sala delle statue di palazzo Rospigliosi durante i lavori dell’Assemblea regionale

tificazione, la lotta alla buro-crazia, la que-relle legata alla vertenza sul prezzo del lat-te, il rilancio del settore dei kiwi, il ruolo della

Centrale del Latte e la program-mazione territoriale e di tutela rappresentano gli argomenti trat-tati. L’organizzazione della Col-

diretti nel Lazio rappresenta oltre 35.000 imprese agricole, garan-tisce servizi ed assistenza qua-lificata alle aziende e ai cittadini oltre che nella propria sede ope-rativa regionale anche in 5 sedi dislocate nelle provincie. Inoltre può contare su centinaia di uffi-ci zona e oltre trecento recapiti presenti praticamente in maniera ramificata su tutto il territorio re-gionale.

Granieri:è obbligatorio salvaguardare le idee e il grande progetto per le fi-liere agricole.

BUONE NUOVE

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VOLARE ALTOLa strategicità

dell’Agricoltura per affrontare il quotidiano

ASSEMBLEAELETTIVAdella Federazione

Regionale Coldiretti del Lazio

14 gennaio 2013 ore 10.00PaLaZZo roSPigLioSi

RELAZIONE

L’unico modello vero per la nostra agricoltura, è quello che guarda inizialmente gli interessi gene-rali e in questi trova le condizioni per fare quelli particolari dell’impresa. Guardare agli interessi generali significa collocare in cima ai valori il paesaggio, la qualità dell’ambiente, la sostenibilità, la coesione e la sicurezza sociale e alimentare.

In cima sta soprattutto il ruolo dell’agricoltura come produttore di un bene comune quale è il cibo nella nostra Regione, nel nostro paese e nel mondo, senza dimenticare mai che si tratta di un siste-ma di imprese e, pertanto, deve produrre reddito perché altrimenti muore.

Il punto di partenza per poter affrontare e risolvere i problemi quotidiani che affliggono il settore agricolo è ristabilire in tutti gli attori, a cominciare dalla politica, una vera cultura del valore stra-tegico del settore agricolo.

E’ assurdo per la politica non attribuire all’agricoltura un valore strategico per il Paese e la Re-gione, aggrappandosi al fatto che esso pesa il 2% del PIL nazionale e solo un milione e mezzo di occupati.

E’ la “non cultura dell’agricoltura” che bisogna rimuovere, rimuovendo anche quella doppia morale che informa le scelte della politica quando si parla di agroalimentare. Si promuove il made in Italy e anche il finto made in Italy. Si scrivono regole giuste e poi non si fanno le norme applicative, si negozia il futuro del Paese usando l’agricoltura come merce di scambio.

Al netto delle difficoltà di reddito delle nostre imprese, occorre rimuovere la bugia per la quale molti pensano che l’agricoltura, sul piano economico e sociale, sia un settore residuale. Se non si rimuove questa grande bugia, sarà difficile trovare quegli elementi che ci riportano anche - oltre ad essere competitivi - ad avere la giusta remunerazione del nostro lavoro.

Sul piano economico il settore viene sempre descritto come settore inefficiente, di povera gente che non è capace di competere.

Ma quanto è vera questa “inefficenza, visto che il nostro Paese in termini di valore aggiunto a et-taro – quindi in termini economici cioè di ricchezza prodotta per unità di superficie -, vale esatta-mente il doppio della Francia, il doppio della Germania, il triplo dell’Inghilterra e il doppio della Spagna! Un settore che in termini di occupati a ettaro vale il triplo della Francia, il triplo della Germania, quattro volte l’Inghilterra e il triplo della Spagna!

Ma quale altro settore produttivo ha indici di efficienza di questo tipo?

Per non parlare del grado di innovazione, perché, quanto si è innovata l’agricoltura nel nostro Paese, non ha precedenti, sia in Italia che nel mondo. Basti pensare all’integrazione orizzontale, guidata dalla multifunzionalità, e a quella verticale di filiera. Non ci sono eguali al mondo. E a dimostrazione che tutto questo è vero, c’è un solo dato che basta di per sé: esportiamo 30 miliardi all’anno - in costante crescita - e ci sono nel mondo 70 miliardi di euro di finto made in Italy – in altri termini ci copiano. Questo per parlare con il linguaggio di chi conosce solo il Pil.

Ma c’è un altro elemento che rende unico e esclusivo il settore agricolo, e che oggi più che mai è un elemento fondante per creare le condizioni per una solidità della società, un elemento che è

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fondamentale per il Paese: nel consumo di un prodotto alimentare italiano, nel consumo di cibo, vi sono una serie di componenti che incidono fortissimamente sul miglioramento della qualità della vita e sullo stare bene dei cittadini. Lo stare bene, la qualità della vita valgono non quanto il Pil, ma molto più del Pil.

Dentro al consumo di cibo c’è la cultura dei territori, la tipicità e la creatività di tutta la gente che l’ha creato. Dentro al cibo c’è la sicurezza alimentare che l’agricoltura ha garantito. C’è la qualità e la diversificazione assicurata dalla lotta continua che il settore mette in campo per difendere la biodiversità.

Si tratta di tutta una serie di componenti immateriali che fanno stare bene al di là del Pil.

Nell’attività e nell’agricoltura, nel lavoro delle imprese agricole, c’è la sicurezza dell’ambiente, c’è la bellezza del paesaggio che rende orgogliosi di essere italiani. E che il Pil non misura mai, ma che contano tantissimo. Nelle imprese agricole che rappresentiamo, generalmente familiari, ci sono germi di sussidiarietà, di solidarietà tra generazioni, tra territori, che sono unici e esclusivi, ai fini dello stare bene e della coesione sociale.

Nei nostri mercati c’è il recupero del valore di una stretta di mano e di una fiducia che nasce tra il consumatore e il produttore che non c’era più da anni; c’è un elemento di trasparenza che ha un valore enorme.

Nella nostra agricoltura tutto questo c’è: c’è una componente immensa, enorme, di valori etici che a noi non costa niente produrli e che anche al Paese non costerebbe niente produrli, ma che creano un welfare dello stare bene e della felicità che è quello che serve ad un Paese per stare bene! E tutto questo lo facciamo in un contesto di sostenibilità unico e che non ha eguali in altri settori dell’economia, se non in alcuni molto vicini, come l’artigianato e il turismo, la cultura.

Tutto ciò in agricoltura lo facciamo trovando e facendo perno su alcune leve competitive che sono belle perché uniche e esclusive, perché le abbiamo già come Paese, non dobbiamo inventarle. Sono le leve che stanno nel territorio, che rappresenta un luogo dove trovare delle risorse, una miniera di risorse, non un luogo da sfruttare.

È il luogo dove trovare le leve per competere nel mondo: il paesaggio, la bellezza, la cultura, l’arte, la storia, la tradizione, il capitale sociale, la capacità di innovare e la creatività della nostra gente.

Facendo agricoltura e costruendo la nostra capacità competitiva sulla storia, cultura, paesaggio, territorio, creatività, giovani, siamo “costretti” a implementare e a costruire nuova bellezza, nuovo territorio.

Questo è il nuovo paradigma, questa è la nuova via italiana per la crescita, ma ci vuole la politi-ca per questo! Alle esigenze delle generazioni future non pensa infatti la speculazione, pensa la politica!Ogni necessità/intervento dell’agricoltura deve essere letta a partire dal suo ruolo strategico qua-le produttore di beni pubblici in generale e di cibo in particolare.

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VOLARE ALTO - 5 TEMI DI LAVORO

1. Fiera di Roma

La Fiera di Roma non può continuare ad essere il carrozzone fatiscente sia fisicamente che cultu-ralmente che oggi conosciamo; non può più permettersi di vivere sulla pura gestione dell’esistente. Una scelta del genere sarebbe una scelta perdente per la Regione, per il sistema delle imprese, per il modello di sviluppo che la Regione si è dato.

Sul piano del metodo occorre domandarsi come la Fiera della Capitale possa raccogliere le voca-zioni del territorio e proiettarle su una platea più ampia. Domanda alla quale con ancor maggior urgenza deve rispondere il sistema agroalimentare che sulla cultura del territorio fonda la sua principale leva competitiva.

Si tratta di analizzare insieme il “mandato” che il sistema produttivo assegna alla Fiera di Roma evitando di viaggiare ancora una volta senza bussola. Quindi stabilire obiettivi ambiziosi conge-gnandoli insieme al sistema produttivo e in un’ottica di internazionalizzazione e promozione del territorio.

L’occasione per poter fare tutto ciò potrebbe essere l’organizzazione di un primo grande evento che a partire dall’olio d’oliva, prodotto simbolo del territorio laziale, elemento forte della sua identità, modello di produzione rispettoso dell’ambiente, che tocca i temi della sicurezza, del made in Italy, conduca nel tempo ad un vero e proprio Festival delle eccellenze identitarie del Lazio sot-to il profilo ambientale, territoriale, storico, religioso, culturale, paesaggistico che possono essere messe al servizio della promozione della Regione.

Un evento con oggetto la promozione dell’olio d’oliva laziale sarebbe in grado di anticipare tutto questo: ambiente, cibo, cultura, territorio, filiera agricola regionale (vedi allegato) e soprattutto il esaltare il valore strategico dell’agricoltura.

2. Pacchetto “ Il Lazio si offre al Paese”

La Regione Lazio non può lascarsi sfuggire l’occasione di utilizzare il proprio patrimonio artistico – culturale da un lato , il proprio paesaggio dall’altro, caratteri unici e universalmente ammirati della propria identità, per costruire un modello di sviluppo alternativo e/o complementare a quel-lo fondato sul mercatismo.

Un modello di sviluppo fondato sul turismo, sull’intrattenimento di qualità, sulla fruizione del pas-sato storico – artistico, archeologico (musei, centri storici, ecc), su manifestazioni di vasto richiamo (mostre, festival, itinerari tematici, ecc). In sostanza un modello che permette di mettere a frutto una varietà di scenari senza confronti con al centro il territorio e il cibo e quindi l’agricoltura.

La proposta è costruire con gli assessorati al turismo, cultura, agricoltura, ambiente, nonché la Fia-vet Lazio un pacchetto “turistico – cultural – gastronomico” in grado di “offrire il Lazio al Paese”.

Si potrebbe partire da….

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VOLARE ALTO - ASSEMBLEA ELETTIVA COLDIRETTI LAZIO - 2013 - VOLARE ALTO - ASSEMBLEA ELETTIVA COLDIRETTI LAZIO - 2013 -

La Regione Lazio si caratterizza per la presenza di innumerevoli percorsi che racchiudono quasi sempre aspetti religiosi, storici e ambientali, aspetti unici, dovuti principalmente alla storia del suo territorio più che millenaria e alla presenza di luoghi di culto di grande importanza per la tradi-zione cristiana.In particolare negli ultimi anni è stata data particolare attenzione, evidenziata da una serie di iniziative politiche ed economiche, a tre percorsi (greenways):

1. la via francigena che dal nord Europa conduceva i pellegrini alla tomba di San Pietro;2. la via francigena di San Francesco che collega Assisi e i luoghi francescani di Rieti sem-

pre a Roma;3. la via Appia antica nel suo tratto che va dai Castelli romani a Roma.

La via Francigena in primo luogo, ma anche gli altri percorsi, non hanno ancora ottenuto quella frequentazione necessaria per mantenere economicamente in piedi una organizzazione in grado di rispondere alle necessità del pellegrino in termini di:

•percorsi ben indicati e nel contempo organizzati in modo da assicurare una manutenzione continua nel tempo a costi zero;•presenza di strutture di ospitalità, ristorazione e sosta aperti e confortevoli;•organizzazione che consenta l’acquisto di un pacchetto comprensivo di volo, trasporto fino all’inizio del percorso, ospitalità e ristorazione, pernotto a Roma e ritorno.•Promozione integrata del territorio

3. Centrale del Latte di Roma

Chi è il proprietario della Centrale del Latte di Roma ?

E’ possibile rendere concreto il sogno ultra decennale di restituire la centrale del Latte ai romani e agli allevatori romani e laziale?

La storia è facilmente fatta:

Nel gennaio del 1998 il Comune di Roma cede a Cirio il 75% delle azioni della Centrale per un valore di circa 80 miliardi di lire. L’altro 25% è messo a disposizione degli allevatori laziali che ne acquisiscono il 16% tramite la Finanziaria Finlatte Spa appositamente costituita e lo 0,5% attraverso la Coop. CasilinaNel luglio del 1999 la Cirio, violando il patto di non alienazione per un quinquennio, cede il 75% delle azioni della Centrale alla Parmalat per un valore pari a quello pagato al Comune, versando contemporaneamente al Comune di Roma un risarcimento di 16 miliardi di lire a titolo di penale per la violazione del suddetto patto di non alienazione per cinque anni. L’Ariete Latte Sano, che aveva partecipato alla gara ricorre al Tar per invalidare l’intera proce-dura di privatizzazione effettuata dal Comune.Nel marzo del 2010 il Consiglio di Stato stabilisce:

a. La nullità della gara e quindi della vendita della Centrale del Latte di Roma a Cirio e tutti gli atti conseguenti compresa la successiva vendita a Parmalat;

b. L’obbligo per il Comune di Roma di risarcire Ariete Latte Sano per i danni subiti in conseguen-za della nullità della gara suddetta (Danni economici e di immagine).

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VOLARE ALTO - ASSEMBLEA ELETTIVA COLDIRETTI LAZIO - 2013 -

Le esigenze di tutela della produzione locale e territoriale di latte da una parte e la necessità di eseguire la sentenza del Consiglio di Stato dall’altra, rendono urgente trovare una soluzione per il futuro della Centrale del Latte di Roma. Il Comune di Roma propone un percorso per il quale una volta effettuato il pignoramento del 75% delle azioni della Centrale in esecuzione della sentenza del Consiglio di Stato, procede a risolvere il problema della gestione conferendo la stessa ad una specifica società (tramite cessione di un ramo di azienda)con la presenza di Parmalat stessa o di altro gruppo industriale in grado di assorbire i 55 milioni di litri che oggi la centrale lavora non a marchio proprio oltre che garantire i conferimenti degli attuali soci. In tal senso la società di gestione dovrebbe essere composta per il 49% da Parmalat o altro gruppo industriale e per il 51% da Finlatte o altro soggetto (composto dai produttori laziali) da costituire ex novo. La Regione al di là del ruolo “azionario” che può svolgere nella vicenda può giocare un grande ruolo di impulso e mediazione fondato sulla consapevolezza della strategicità dell’agricoltura e del prodotto latte laziale e di Roma nella promozione della proprio territorio e della propria identità.

4. Burocrazia

Occorre pensare ad una burocrazia che vada realmente nella direzione degli interessi dei consu-matori, dei cittadini e delle imprese. Va bene, dunque una burocrazia che favorisce l’applicazione rigorosa di tutte le norme che ser-vono per garantire sicurezza alimentare, ambientale, qualità. Ma se la metà della carte neces-sarie a offrire tali garanzie non serve a e fa perdere agli imprenditori agricoli circa 100 giorni l’anno in giro per gli uffici, allora questa burocrazia va eliminata. Se serve a tenere nei cassetti i regolamenti applicativi di importanti leggi regionali, questa burocrazia va eliminata. Se serve a rallentare i processi di sussidiarietà orizzontale e verticali avviati, questa burocrazia va eliminata perché non serve a nessuno, imprese, cittadini e consumatori. Inoltre non è possibile fare della burocrazia un leva anti competitività nascondendo il mantenimen-to dell’esistente dietro falsi processi di semplificazione che poi complicano e servono a giustificare il lavoro delle burocrazie.

5. Tutela del territorio e programmazione territoriale

Il tema della tutela del territorio e la necessaria programmazione del territorio che ne consegue richiama è strettamente legato alla sopravvivenza dell’agricoltura e alla sua valenza come settore strategico delle sviluppo economico e sociale della Regione. Garantire l’arresto della diffusione insediativa e l’uso o il riuso a fini insediativi di aree già urba-nizzate o degradate, piuttosto che una ulteriore occupazione di suolo agricolo che rappresenta una risorsa primaria non riproducibile, l’urbanizzazione dell’area agricola, è fondamentale per favorire l’attività imprenditoriale consentendo le realizzazioni necessarie per la permanenza e lo sviluppo dell’agricoltura.Lavorare per favorire modalità di gestione efficiente dei terreni pubblici di proprietà della Re-gione; rivedere la legge sui parchi regionali, rendere efficiente la gestione della risorsa idrica sfruttando le potenzialità dei Consorzi di Bonifica, diventano esigenze primarie per garantire concretezza al condiviso concetto di strategicità del settore agricolo.

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VOLARE ALTO - ASSEMBLEA ELETTIVA COLDIRETTI LAZIO - 2013 - VOLARE ALTO - ASSEMBLEA ELETTIVA COLDIRETTI LAZIO - 2013 -

Il metodo di lavoroSinergie per un nuovo modello di sviluppo

D’accordo e compreso il valore strategico del comparto agroalimentare, del cibo, del territorio e delle attività economiche sostenibili ed identitarie che sullo stesso si svolgono in modo distintivo e quindi originale, si coglie subito la necessità di un coinvolgimento/alleanze vasto di operatori e rappresentanza del territorio, (Fiavet, turismo e Assessorato al Turismo Regione Lazio, cultura e As-sessorato Cultura, territorio e Assessorato Ambiente Regione Lazio, Agricoltura e Assessorato alle politiche agricole e alla valorizzazione dei prodotti tipici ).

La quotidianità arriva dopo la strategicità.

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