orizzonte impresa 6/2015

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O R I Z Z O N T E Anno XVI n. 6 - 2015 Bimestrale di cultura & informazione agricola di Coldiretti Lazio EDITORIALE: “Guerra del latte”, con i consumatori chiediamo l’intervento dell’Antitrust IL PRESIDENTE: Olio d’oliva, dopo un’annata nera riparte la produzione in qualità e quantità ma… attenzione alle frodi PRIMO PIANO: Approvato il PSR Lazio 2014-2020 Autorizzazione del Tribunale di Roma n.231 del 2/6/2000 - Poste Italiane spa - sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) - Art. 1, Comma 1, DCB Roma La rivista è consultabile gratuitamente online sul sito di Coldiretti Lazio www.lazio.coldiretti.it

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SPECIALE:Ad EXPO la “Giornata

dell’Agricoltura italiana”.Oltre 1.000 imprese

giunte dal Lazio

Commissione Europea:via libera agli aiuti UE,

25 milioni allazootecnia italiana

Legge di stabilità 2016:mai così agricola

O R I Z Z O N T E

Anno XVI n. 6 - 2015

B i m e s t r a l e d i c u l t u r a & i n f o r m a z i o n e a g r i c o l a d i C o l d i r e t t i L a z i o

EDITORIALE:“Guerra del latte”,con i consumatorichiediamol’interventodell’Antitrust

IL PRESIDENTE:Olio d’oliva, dopoun’annata nerariparte la produzionein qualità e quantitàma… attenzionealle frodi

PRIMO PIANO:Approvato il PSR Lazio2014-2020

Autorizzazione del Tribunale di Roma n.231 del 2/6/2000 - Poste Italiane spa - sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) - Art. 1, Comma 1, DCB Roma

La rivista è consultabile gratuitamente online sul sito di Coldiretti Lazio www.lazio.coldiretti.it

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In copertina:Giubileo della Misericordia

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Questa rivista è inviata agli oltre 40.000 associati Coldiretti del Lazio, ai principali rappresentanti delle Istituzionie Amministrazioni locali ed ai più qualificati opinion leaders delle filiere agroalimentari laziali.

LAZIO

Bimestrale dicultura & informazione agricola

di Coldiretti LazioIscrizione al Roc n° 12420

EditoreImpresa Verde Lazio srl

Via R. Piria, [email protected]

www.lazio.coldiretti.it

Direttore responsabileAldo Mattia

[email protected]

RedazioneAndrea FugaroAlessandra Cori

CollaboratoriSimone Di Colantonio

Gianluigi TerenziMaurizio Ortolani

AbbonamentiOrdinario: Eu 10,00Onorario: Eu 20,00Sostenitore: Eu 50,00

Tramite c/c postale n. 82689027intestato a:

Federazione RegionaleColdiretti del Lazio o rivolgersi

alle sedi della Coldiretti

Progetto grafico e impaginazioneGrafiche Delfi Italia s.r.l.

StampaGrafiche Delfi Italia s.r.l.

L’agricoltura in politica di Andrea Fugaro

Tutela delle biodiversità per legge:definito il ruolo di agricoltori “custodi” 23GiubileoMessaggio dei Vescovi per la 65ª Giornata Nazionaledel Ringraziamento 25

Editoriale di Aldo Mattia

“Guerra del latte”, con i consumatorichiediamo l’intervento dell’Antitrust 02

Primo Piano di Andrea Fugaro

Approvato il PSR Lazio 2014-2020 04L’Opinione di Nazario Palmieri

Le frodi nel settore agroalimentare 06SPECIALELa “guerra del latte”, dal blitz di Lodialla risoluzione di Roma 08L’agricoltura in Europa di Andrea Fugaro

Commissione Europea:avanti con la semplificazione della PAC 22

EPACA di Gianluigi Terenzi

Giorgio Grenzi è il neopresidentedella Federpensionati Coldirettieletto dalla XI Assemblea Generale 29

Cronache di Alessandra Cori

Giubileo della Misericordia, una grande esperienzaspirituale e un’opportunità di crescita,non solo economica 27

Riflessioni di Paolo CarlottiDopo Parigi il santo nome di Dio,nome di pace e non di violenza 30Il Punto di Campagna Amica 31

Il Presidente di David Granieri

Olio d’oliva, dopo un’annata nera riparte la produzionein qualità e quantità ma… attenzione alle frodi 03

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E D I T O R I A L Edi Aldo Mattia

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“Guerra del latte”, con i consumatorichiediamo l’intervento dell’AntitrustIntanto la Regione faccia la suaparte … Per il giusto prezzoanche nel Lazio

In contemporanea alla mobilita-zione di migliaia di allevatori dellaColdiretti che da sabato 7 novembreper una settimana hanno presidiatoa Lodi gli stabilimenti della Lactalis,anche la Coldiretti Lazio ha orga-nizzato il 10 novembre, a Roma, da-vanti al Centro Commerciale Eu-roma2, una maxi manifestazione conallevatori provenienti da tutte le pro-vince della regione.In particolare i produttori di lattelaziale della Coldiretti, chiedono ilrispetto della legge 91 del luglio2015 che, in esecuzione dei prin-cipi comunitari, impone che ilprezzo del latte alla stalla debbacommisurarsi ai costi medi di pro-duzione. Infatti, gli industriali chesottopagano il latte italiano al disotto dei costi di produzione sonogli stessi che hanno tentato il colpodi mano per chiedere il via libera al-l’uso della polvere di latte nei for-maggi e yogurt Made in Italy. Fallitoil tentativo di far saltare la legge n.138 dell’11 aprile del 1974 che hagarantito da oltre 40 anni il primatodella produzione lattiero caseariaitaliana, il latte viene sottopagato a34 centesimi al litro nonostante icosti di produzione siano in mediacompresi tra i 38 ed i 41 centesimial litro proprio secondo lo studioufficiale realizzato in riferimento allalegge 91 del luglio che impone cheil prezzo del latte alla stalla debbacommisurarsi ai costi medi di pro-duzione.Con la manifestazione abbiamo vo-luto dare utili consigli ai consumatorie lanciare un appello ai cittadini adaiutare Coldiretti a “salvare le stalleitaliane, i territori, il patrimonio digenuinità, sicurezza e trasparenzadel vero Made in Italy, costringendole multinazionali e le industrie delsettore lattiero-caseario a dichiararel’origine dei prodotti che mangiamo

e a pagare il giusto prezzo agli alle-vatori”. Infatti, in Italia il latte frescoviene pagato dai consumatori oltre il30% in più rispetto ai tedeschi e il20% in più rispetto ai francesi. Insostanza soggetti come la multina-zionale francese Lactalis attraversoi marchi Parmalat, Galbani, Inver-nizzi e Locatelli vuole comprare illatte italiano alla stalla a prezzi te-deschi e venderlo a prezzi italiani.Infatti, gli allevatori vedono oggi riti-rato il loro prodotto a circa 34 cen-tesimi al litro mentre i consumatoricontinuano a pagarlo oltre quattrovolte di più. I centesimi degli alle-vatori si trasformano così in eurosullo scaffale e in profitti milionariper i grandi marchi distributori. Perquesto chiediamo che l’Antitrustporti a termine nel più breve tempopossibile l’indagine conoscitivaaperta lo scorso maggio con laquale intendeva verificare che le di-vergenze così evidenti tra il prezzoalla stalla e quello al consumo nonsiano il frutto di pratiche commer-ciali non troppo trasparenti e so-prattutto non rispettose delle leggisulla corretta trasparenza.La presenza della multinazionalefrancese Lactalis in Italia inizia nel2003 con l’acquisizione dell’Inver-nizzi, continua con quella della Gal-bani e della Locatelli e poi nel 2011con la Parmalat ed infine all’iniziodel 2015 con l’acquisto del Con-sorzio Cooperativo Latterie Friulane.A ciò si aggiunge la strana storiadella Centrale del Latte di Romache vede coinvolto sempre il co-losso transalpino. Nel marzo del2010 una sentenza del Consiglio diStato ha dichiarato la nullità dellavendita della Centrale del Latte diRoma a Cirio da parte del Comunedi Roma e tutti gli atti conseguenti,compresa la successiva vendita aParmalat; pertanto le azioni dellaCentrale del Latte sono ritornate alComune di Roma, il quale però,dopo quasi sei anni, non ha an-cora avviato le procedure di recu-

pero delle proprie azioni. Secondola Coldiretti Lazio il progetto per ilrecupero della Centrale deve pre-vedere un ruolo di partecipazionediretto degli allevatori nelle scelteche riguardano l’azienda.Tuttavia, la battaglia di Coldiretti La-zio continua dopo l’intesa raggiuntacon la multinazionale Lactalis sulprezzo del latte al livello nazionaleche prevede in tutto il Nord per ilprossimo trimestre un aumento di2,1 centesimi al quale va aggiuntoil centesimo garantito dal Ministerodelle Politiche agricole con aiutistraordinari dell’Unione Europea.Un accordo che, secondo l’ufficiostudi della Coldiretti, tra effetti direttied indiretti sul mercato nazionaledel latte porterà almeno 340 milionidi euro su base annua in più nellestalle italiane, se ci sarà responsa-bilmente un allineamento di tutti isoggetti industriali presenti sul ter-ritorio nazionale.Una boccata di ossigeno alle im-prese che si trovano in un grave mo-mento di difficoltà ma ora ci sono lepremesse negoziali necessarie perla definizione di contratti standardindicizzati ai costi di produzionesulla scia di quanto verificatosi nelNord anche per il latte laziale. Gli in-dustriali del nostro territorio nonpossono rimanere indifferenti alleconseguenze della nostra mobilita-zione che dal febbraio scorso hapermesso di spostare i rapporti diforza dentro la filiera oltre che otte-nere misure indirette a favore dellestalle italiane tramite l’abolizionedell’Imu e dell’Irap contenuta nellaLegge di Stabilità.La Regione deve svolgere non soloil suo ruolo di mediatore e propul-sivo tra le parti a tutela del lavorodegli allevatori laziali ma anche ga-rantire interventi a sostegno del set-tore sfruttando le risorse provenientidal nuovo Piano di Sviluppo Ruralerecentemente approvato favorendoinvestimenti e sviluppo della zoo-tecnia laziale.

Aldo Mattia,Direttore diColdiretti Lazio

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I L P R E S I D E N T Edi David Granieri

Olio d’oliva, dopo un’annata nerariparte la produzione in qualitàe quantità ma… attenzione alle frodi

Dopo un 2014 da dimenticare,buone le attese per la nuova pro-

duzione di olio di oliva sia in terminiqualitativi che quantitativi. A deter-minare tali previsioni, nel complessopositive, una stagione caratterizzatada condizioni climatiche prevalente-mente favorevoli e dalla sostanzialeassenza di problemi fitosanitari rile-vanti. Il pericolo mosca è stato scon-giurato soprattutto grazie alle altetemperature che si sono registratenei mesi estivi, il cui protrarsi, però,unitamente alla prolungata assenzadi precipitazioni, ha ostacolato in al-cune zone il normale sviluppo vege-tativo degli oliveti, impedendone lapiena carica produttiva. Dalle inda-gini svolte sul territorio la fase dellafioritura relativa alla campagna 2015-2016 è stata giudicata generalmentebuona, se non ottima particolar-mente nelle aree tradizionalmentesoggette ad alternanza per motiva-zioni legate tanto alle cultivar domi-nanti, quanto alle modalità di con-duzione degli oliveti. A ciò va ag-giunta l’assenza di significativi feno-meni climatici che abbiano impat-tato negativamente in questa fase fe-nologica. Anche l’allegagione è risul-tata buona: infatti, le condizioni cli-matiche sono state favorevoli ehanno determinato la trasformazionedi un’alta percentuale di fiori in frutti.Il monitoraggio della mosca oleariaha evidenziato percentuali di infesta-zioni largamente al di sotto delle so-glie di intervento facendo presagireun ottimo livello qualitativo. Nel nostro Lazio la produzione attesaè stimata in +40% rispetto alla cam-pagna 2014-2015. Nella sabina ro-mana e reatina si prevede una pro-duzione addirittura superiore di oltreil 40% a quella dello scorso anno. Laprimavera con temperature mediepiuttosto elevate e priva di piogge hapurtroppo contenuto l’allegagione.L’estate calda e siccitosa ha evitato gli

attacchi di mosca olearia e nel mesedi settembre, le olive tanto da tavo-la, quanto da olio, si presentavanoesenti da attacchi fitopatologici. Sitratterà, dunque, di un prodotto sanoa beneficio della qualità organoletticadell’olio che ne risulterà. Anche inprovincia di Latina e Frosinone leprevisioni raccontano di un’anna-ta ottima sia qualitativamente chequantitativamente se paragonata aquella dello scorso anno (+50%).L’altro areale olivicolo rilevante laziale,il viterbese, conferma la crescitadelle produzioni sebbene con unapercentuale più contenuta (+25%). Tuttavia, i recenti scandali sulle truffedell’olio hanno aumentato la diffi-denza dei consumatori come pure ladiffusione di prodotti di importazionedi bassa qualità. Una situazione in-tollerabile in un Paese come l’Italiache è l’unico al mondo a contare su533 varietà di olive e 43 oli tutelatidall’Unione Europea.Per approfittare, al contrario, dell’ot-tima annata Made in Italy e Made inLazio, il consiglio è quello di guardarecon più attenzione le etichette e ac-quistare extravergini a denominazionedi origine Dop, quelli in cui è esplici-tamente indicato che sono stati otte-nuti al 100% da olive italiane o diacquistare direttamente dai produt-tori nei frantoi o nei mercati di Cam-pagna Amica. Se si vuole comperareun buon extravergine italiano bisognafare attenzione ai prodotti venduti ameno di 6-7 euro al litro che non co-prono neanche i costi di produzione.A favorire le frodi è certamente an-che il record di importazioni con l’ar-rivo dall’estero, nel 2014, di ben 666mila tonnellate di olio di oliva e sansa,con un aumento del 38% rispettoall’anno precedente. Occorre con-trollo e serietà per difendere un set-tore strategico del Made in Italy conl’Italia che è il secondo produttoremondiale di olio di oliva dopo la Spa-

gna con circa 250 milioni di piantesu 1,2 milioni, con un fatturato delsettore stimato in 2 miliardi di euro econ un impiego di manodopera per50 milioni di giornate lavorative. L’Ita-lia è però anche il primo importatoremondiale di oli di oliva che vengonospesso mescolati con quelli nazio-nali per acquisire, con le immagini inetichetta e sotto la copertura di mar-chi storici, magari ceduti all’estero,una parvenza di italianità da sfruttaresui mercati nazionali ed esteri. Uncomportamento che favorisce le frodiche vanno combattute anche conl’applicazione della disciplina del set-tore. Nonostante l’esistenza di una ri-gorosa cornice normativa definitacon la legge 9 del 2013 fortementesollecitata dalla Coldiretti che ha in-trodotto importanti misure per la tra-sparenza nel settore, occorre de-nunciare una diffusa disapplicazionedelle norme previste a partire dalmancato controllo di regimi di im-portazione che non consente di veri-ficare la qualità merceologica deiprodotti in entrata per cui, ad esem-pio, l’olio d’oliva viene spacciato perl’olio extravergine d’oliva e l’olio disansa passa per olio d’oliva. Inoltremancano ancora i controlli per lavalutazione organolettica del pro-dotto che consentirebbero di distin-guere e classificare gli oli extraver-gini d’oliva individuandone le carat-teristiche mentre mancano anchele sanzioni per inadempienza, cheprevedono l’uso obbligato dei tappiantirabbocco nella ristorazione dovecontinuiamo a trovare le vecchieoliere indifferenziate, ad ulteriorebeffa e danno per i consumatori.Una disapplicazione della legge chesi estende poi al mancato contrastonei riguardi dei marchi ingannevoliche inducono spesso in errore i con-sumatori che non sono in grado diconoscere esattamente cosa por-tano a tavola.

David Granieri,PresidenteColdiretti Romae Lazio

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Approvato il PSR Lazio 2014-2020Per gennaio 2016 attesi i primi bandi di attuazione

di Euro di aiuti di stato aggiuntiviche la Regione ha inteso destinarea misure coerenti al soddisfaci-mento dei fabbisogni individuati ealla strategia del programma deli-neata. Spiccano pertanto i 10 mi-lioni di Euro aggiuntivi per gli inve-stimenti nelle aziende agricole masoprattutto i 5 milioni per la misura

Il percorso per l’avvio del nuovoPiano di Sviluppo Rurale dellaRegione Lazio ha fatto segnare unprimo importante passo verso lasua concreta attuazione con l’ap-provazione dello stesso da partedegli Uffici comunitari avvenuto loscorso 17 novembre. A questopunto, entro la fine dell’anno do-vrebbero essere approvati da partedel Comitato di sorveglianza i criteridi selezione per permettere alla Re-gione di emanare i primi bandi diaccesso alle misure di intervento, inparticolare per l’insediamento gio-vani e gli investimenti in azienda, ilmese di gennaio del 2016. Si tratta di spendere entro il 2020780 milioni di Euro per lo più de-stinati al miglioramento della com-petitività del sistema agricolo edagroalimentare laziale di cui sa-ranno beneficiari principalmente leimprese agricole che operano nelterritorio investendo in qualità, in-novazione, nuove forme di com-mercializzazione del prodotto.Agli stanziamenti provenienti daBruxelles si aggiungono 24 milioni

destinata ad offrire servizi di con-sulenza alle imprese agricole e fo-restali portando la sua allocazionetotale vicino ai 20.000.000 di Euro. La Regione Lazio, con un ampio efattivo coinvolgimento del partena-riato economico e sociale interes-sato, ha costruito un PSR in lineacon le indicazioni comunitarie.Primo punto fondamentale in taleprocesso è stata l’essenziale indi-viduazione dei fabbisogni di inter-vento condotta sulla basi di un’ap-profondita analisi dei punto di forzae debolezza del sistema agricololaziale elaborata in funzione delle 6priorità di intervento comunitariedello Sviluppo rurale, ma soprat-tutto sulla base delle reali esigenzemanifestate dai territori, dalle im-prese e da chi li rappresenta. Iltutto con l’obiettivo di non disper-dere le risorse in rivoli di scarsa ef-ficacia ed efficienza attuativa. L’elaborazione della strategia diazione necessaria al raggiungi-mento degli obiettivi e delle prioritàdell’Unione in materia di SviluppoRurale ha condotto al seguente im-pianto generale del PSR lazio2014-2020.

P R I M O P I A N Odi Andrea Fugaro

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P R I M O P I A N Odi Andrea Fugaro

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PrioritàN. Strategia (Tramite parole chiave) Misure principali e stanziamento

Trasferimento conoscenzein agricoltura, forestazionee aree rurali

Competitività di tutti i tipidi agricoltura e vitalitàimprese, promozioneinnovazione

Organizzazione catenealimentari e benessereanimale

Preservare e migliorareecosistemi collegatiall’agricoltura

Transizione verso una“low carbon economy”

Sviluppo potenzialeoccupazionale e svilupporurale

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Capitale umano, cooperazione, reti traagricoltura-alimentare-foreste,innovazione, ricerca, formazione

Modernizzazione, nuove tecnologie,orientamento al mercato,diversificazione, ricambiogenerazionale

Competitività, integrazione filiere,aggregazione, più valore alleproduzioni agricole, promozionequalità, catene corte

Biodiversità, paesaggio, acqua,erosione suoli

Aree con particolari vincoli,fertilizzanti

Uso di acqua, energia, rifiuti,emissione-conservazione-sequestro CO2,

Diversificazione, creazione-sviluppolavoro e piccole imprese, inclusionesociale, povertà, sviluppo locale

M. 16: 25 milioni di Euro

M. 1: 6,6 milioni di Euro

M. 2: 12,6 Milioni di Euro

Totale: 44,2 milioni di Euro

M. 4: 117 milioni di Euro

M. 6: 81 milioni di Euro

Misura 4.3: 25 milioni di Euro

Totale: 223 milioni di Euro

M. 3: 12,6 milioni di Euro

M. 4.2: 77,6 milioni di Euro

M. 14: 13 milioni di Euro

M. 16: 25 milioni di Euro

Totale: 128,2 milioni di Euro

M.10: 44 milioni di Euro

M. 11: 113,8 milioni di Euro

M. 13: 43,6 milioni di Euro

Totale: 201,4 milioni di Euro

Diverse Misure: 50 milioni di Euro

M 8: 22,5 milioni di Euro

Totale: 72,5 milioni di Euro

M.7.3 40 milioni di Euro

Leader/GAL: 60 milioni di Euro

Diverse misure: 25 milioni di Euro

Totale: 125 milioni di Euro

È evidente quindi che le prioritàstrategiche possono essere ulte-riormente sintetizzate come se-gue:¥ Centralità dell’impresa agricola edel sistema delle imprese agroa-limentari;

¥ Giusto equilibrio tra “politiche at-tive” (investimenti strutturali) e“politiche compensative” (In-dennità);

¥ Interventi tesi a riequilibrare glieffettui derivanti dall’applicazionedella PAC - Aiuti diretti;

¥ Individuazione di criteri di sele-zione che avvantaggiano le filiereritenute più strategiche e com-petitive nonché che sostengonoterritori e settori più bisognosi;

¥ Centralità di politiche della qua-lità e di sostegno alle filiere conparticolare attenzione alle filierecorte;

¥ Una strategia ad hoc per la mon-tagna;

¥ Centralità delle politiche per igiovani, il ricambio generazio-nale e la formazione;

¥ Innalzamento dei tassi di inter-vento pubblico: gli investimentisono finanziati tutti al 40% in-nalzato a 60% se effettuati dagiovani imprenditori;

¥ Semplificazione burocratica;¥ Centralità del ruolo della consu-lenza aziendale.

Una volta individuata la strategia, ilPSR accosta a ciascun fabbisognodi intervento le misure attraversole quali concretamente intervenirescegliendolo nel menù offerto dallaregolamentazione comunitaria.

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L ’ O P I N I O N Edi Nazario Palmieri

Le frodi nel settore agroalimentare

Le frodi nel settoreagroalimentare sono ormai

realizzate in maniera più cheraffinata ed hanno un’originesquisitamente economica inquanto le materie utilizzate perla sofisticazione ol’adulterazione, hanno ilvantaggio di avereun prezzo più basso delleanaloghe materie primeche caratterizzano i prodottiitaliani e in particolarequelli di qualità come leDenominazioni d’originegeografica e i prodotti biologici.Tutto ciò rappresentaanche la naturale conseguenzadella globalizzazionedei mercati e dell’evoluzionedella domanda dei consumatoriin quanto, da un lato i mercatioffrono una vastissimagamma di prodotti provenientida ogni parte del Pianeta aprezzi più che competitivi, e,dall’altro i consumatori sonoallettati dai prodotti esoticima vanno anche alla ricercadi prodotti di qualitàregistrata e di origine italianache però non intendonoe non possono pagaread un prezzo ritenuto eccessivoper i bilanci familiari,ma equo se non addiritturain perdita per i bilancidegli agricoltori.La sofisticazione agroalimentaresi sviluppa quindi sullapresentazione dei prodotti e sulmarketing al fine di offrire alconsumatore ciò che desidera dipiù, attraverso messaggipubblicitari e indicazioni inetichetta che riportanomenzioni ingannevoli che ilconsumatore non percepiscefinendo per acquistareprodotti a basso costoe ad un prezzo più cheraddoppiato o triplicato in mododa favorire guadagnisproporzionati da parte

degli operatori commercialidella relativa filiera. Gli organi di controllosi sono però mossi con estremasollecitudine adeguandosi almutare del reato di frodealimentare. Tra questi il Corpoforestale dello Stato, la cuiattività operativa si caratterizzaper grande capacitàdi flessibilità e adattamento,in particolare attraverso ilNucleo Agroalimentare Forestale(NAF) presente su tutto ilterritorio nazionale.Si è detto che la“globalizzazione” ha fattonascere un sistema di frodi acarattere internazionalee mondiale ed ecco che ilcontrollo è divenutoparallelamente di tipo “globale”proprio per effettodell’impulso che il NAFha dato in questa direzionecostringendo anche altriorganismi di controllo italianie internazionali ad aggiornareil metodo di lotta alle frodiagroalimentari.Altre indagini in corsoscaturiscono direttamente daglistakeholders italiani einternazionali come i consorzi ditutela del Prosecco,del formaggio Gorgonzola edell’olio Toscano, del Whiskyscozzese o dello Champagne.L’attività dei NAF, ovviamente,non si esaurisce nelle operazioniinternazionali e di cooperazionecon altri organismi di controllo,ma comprende innanzituttoun’intensa azionedi contrasto alle nuove frodicommesse sul territorionazionale. A titolo di esempiosi possono ricordare i casi di“evoluzione” delle frodiche ha riguardatoil nostro settore oleario. Come è noto dal 2009 lanormativa comunitariaobbliga gli operatori

ad inserire in etichetta dell’olioextravergine di oliva,il luogo di origine del prodotto,seppure con la minimaleindicazione di “miscela di olicomunitari” oppure“miscela di oli comunitaried extracomunitari” o anche“miscela di oli extracomunitari”.Queste indicazioni genericheriportate in etichetta lascianoperò il consumatore nel dubbiosulla effettiva origine geograficain quanto è pressochéimpossibile trovare in etichettaal posto di “miscela di olicomunitari” l’indicazione“origine Spagna e Grecia”o altri Stati membri.Tuttavia con l’entrata in vigoredella norma si è assistito anchead una proliferazionesui mercati di oli extravergineetichettati fraudolentementecome italiani, ma provenientida altri Stati membri e paesiextracomunitari.Ciò dovuto essenzialmentea due grosse criticitàdel sistema di controllo:l’assenza di sistemi di indagineanalitica ufficiale atti adiscriminare le differenzein tema di originee il valore legale nullodel documento di trasporto.Il modus operandi del sistemaillegale prevede ancheil coinvolgimento di impresecd. “cartiere”, che emettonofalsa documentazionesull’origine nazionaledell’olio extravergine di oliva,il quale spesso risultadi origine comunitaria o extracomunitaria e di laboratoriche ne certificano la genuinitàmerceologicalegale. In questo modoil prodotto giunge alla fased’imbottigliamento designatocome “italiano”, prontoper il confezionamento e ladistribuzione sul mercato.

Nazario Palmieri,Dirigentesuperioredel Corpo forestaledello Stato

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SPECIALE

La storica mobilitazione della Coldiretti svolta nel mese di novembre2015 ha visto coinvolti allevatori, soci Coldiretti di tutte le regioni e leprincipali associazioni dei consumatori (Adiconsum, Federconsumatori,Adusbef, Codacons, Movimento consumatori).

Èsenza dubbio la battaglia dell’anno, in termini di mobilitazione gene-rale per il coinvolgimento di tutte le regioni, da nord a sud. Unamobilitazione storica: oltre 20.000 allevatori coinvolti, centinaia di

camion, tir e cisterne intercettati, decine di iper e supermercati presidia-ti in tutte le regioni. Distribuiti circa 300.000 volantini ai consumatori perspiegare i motivi della protesta.Si chiude, con la maxi manifestazione di novembre, un anno di grandeimpegno per la Coldiretti, segnato da altri due grandi eventi: il blocco alvalico del Brennero di prodotti provenienti dall’estero diretti in Italia pron-

ti a diventare “Made in Italy” e l’assemblea generale svoltasi questa vol-ta nella straordinaria cornice dell’Expo di Milano.Tutto ha inizio venerdì 6 novembre con l’annuncio di una maxi mobilita-zione a Lodi, precisamente ad Ospedaletto Lodigiano. Un annuncio che,sin da subito, è risuonato come una chiamata generale alle migliaia diallevatori soci, in pieno stile Coldiretti, caratterizzato da una forte aggre-gazione quando in ballo ci sono grandi temi che riguardano da vicino

di Alessandra Cori

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l’economia del Paese. Come nel caso del prezzo dellatte e della tutela del reddito degli agricoltori. Ancora prima dell’alba di sabato 7, migliaia di alleva-tori provenienti da tutta Italia avevano lasciato cam-pagne, stalle, prati e pascoli, e con mucche e trattorial seguito, davano il via all’“assedio”. Il luogo sceltoper il blitz: il centro di distribuzione dei prodotti dellamultinazionale del latte francese Lactalis, che dopoaver conquistato i grandi marchi nazionali Parmalat,Galbani, Invernizzi e Locatelli è diventata il primogruppo del settore anche in Italia.

Il motivo è puntare i riflettori su quello che viene defi-nito il “ricatto” degli industriali, ovvero l’accordo chefissa a 34 centesimi al litro il prezzo del latte alla stal-la. La richiesta degli allevatori è chiara: alzare il prez-zo per riuscire a coprire almeno i costi di produzioneche si aggirano mediamente sui 38-41 centesimi, conun margine che, denunciano gli stessi allevatori, “nonconsente neanche di dare da mangiare agli animali ecostringe alla chiusura, per un pugno di centesimi,

attività tramandate per generazioni, a tutto vantaggiodelle importazioni di bassa qualità che vengono spac-ciate come Made in Italy per la mancanza, inoltre, diun sistema trasparente di etichettatura”.

Il latte in cifre. Nel 2015, secondo quanto emerso daldossier Coldiretti “L’attacco al latte italiano, fatti emisfatti”, hanno chiuso circa 1.000 stalle, oltre il60% delle quali si trovava in montagna, con effettiirreversibili sull’occupazione, sull’economia, sull’am-

biente e sulla qualità dei prodotti. Sono sopravvissu-te a fatica appena 35mila stalle. Questo per effettodella decisione, secondo la Coldiretti, che l’industriaha preso unilateralmente, di tagliare i compensi per illatte alla stalla di oltre il 20% rispetto allo scorso anno,per gli allevamenti della Lombardia dove si producequasi la metà del latte italiano ed è quindi un puntodi riferimento nazionale. “Il prezzo del latte riconosciuto oggi agli allevatori è –sottolinea la Coldiretti – inferiore a quello di venti annifa e vengono proposti accordi capestro che fannoriferimento all’indice medio nazionale della Germa-nia, con una manovra speculativa del tutto ingiusti-ficata e quindi inaccettabile perché la produzioneitaliana di latte si distingue per le elevate caratteristi-che qualitative. D’altra parte – denuncia la Coldiretti– la stessa multinazionale francese si guarda benedal praticare sul mercato italiano gli stessi prezzi divendita al consumo per latte e formaggi della Ger-mania”.Secondo stime riportate da Coldiretti, ogni giorno inItalia passano 3,5 milioni di litri di latte sterile, maanche concentrati, cagliate, semilavorati e polveri peressere imbustati o trasformati industrialmente ediventare mozzarelle, formaggi o latte italiani, all’in-

saputa dei consumatori. Nell’ultimo anno, hannoaddirittura superato il milione di quintali le cagliateimportate dall’estero, che ora rappresentano circa 10milioni di quintali equivalenti di latte, pari al 10% del-l’intera produzione italiana. Si tratta di prelavoratiindustriali che vengono soprattutto dall’Est Europache consentono di produrre mozzarelle e formaggi dibassa qualità. Considerato che a fronte di una pro-duzione nazionale di circa 110 milioni di quintali dilatte sono circa 86 milioni di quintali le importazioni dilatte equivalente dall’estero, c’è il rischio concreto cheil latte straniero possa per la prima volta superare

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• Si sostituisce nei formaggi italiani il latte dellaMadre Patria con latte di provenienza scono-sciuta, senza l’indicazione dell’origine in etichet-ta e senza trasparenza sugli ingredienti utilizzati.Solo 1 busta di latte UHT su 4, vendute in Italia,contiene latte italiano!

• Si pompano nelle vene delle industrie semilavo-rati di latte (cagliate, caseine e caseinati) di pro-

venienza straniera, per produrre formaggi, yogurte mozzarelle, spacciandoli per Made in Italy. Unamozzarella su 2 consumate in Italia è prodottacon cagliate straniere!

• Si paga il latte agli allevatori pochi centesimi,meno di quanto costa produrlo!

• Si lascia contemporaneamente inalterato – fra i piùalti livelli in Europa – il prezzo per i consumatori.

Sintesi della protesta

che senza l’allevamento rischia l’abbandono ed ildegrado”.Lo studio sui costi di produzione del latte bovino, ela-borato in esecuzione della legge 91 del luglio 2015,evidenzia che nel giugno 2015 in Lombardia i costimedi di produzione del latte oscillano da un minimodi 38 centesimi al litro per aziende grandissime dioltre 200 capi di pianura, a prevalente manodoperasalariata, con destinazione a formaggi DOP, fino adun massimo di 60 centesimi al litro per aziende pic-cole di 20-50 capi di montagna/collina, a prevalentemanodopera familiare, con destinazione del latte aformaggi DOP. Quando la prima giornata di presidio, caratterizzatada momenti di tensione per le strade limitrofe bloc-cate e rese intransitabili per alcune ore per la mas-siccia affluenza degli allevatori e dei loro camion fermisulle vie di accesso allo stabilimento, volge al termine,

l’adrenalina scorre ancora. La protesta non cala conil calare del sole e si decide di proseguire ad oltran-za, preparandosi ad una notte all’addiaccio tutti uni-ti. Si organizzano grigliate di carne e viene distribuitodel buon vino che non basta però a stemperare la

quello tricolore. E per ogni milione di quintali di latteimportato in più scompaiono 17mila mucche e 1.200occupati in agricoltura.“A rischio c’è un settore che rappresenta la voce piùimportante dell’agroalimentare italiano con un valo-re di 28 miliardi di euro con quasi 180 mila occupatinell’intera filiera” ha affermato il presidente dellaColdiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “ingioco c’è un patrimonio del Made in Italy alimenta-re che ha garantito all’Italia primati a livello interna-zionale ma anche un ambiente ed un territorio unico

»Dall’inizio della crisi:

hanno chiuso più di 3 stalleal giorno; si sono persi32.000 posti di lavoro;

le montagne sono state abbandonate;c’è meno “verità” e sicurezza

sulle tavole delle nostre famigliee nei prodotti che diamo

ai nostri bambini

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tensione. Dal centro di distribuzione dei prodotti diOspedaletto Lodigiano si decide di impedire l’uscita,il mattino seguente, dei camion per rifornire i super-mercati ed i centri commerciali di tutta Italia perl’apertura settimanale con la folta presenza degli alle-vatori sulle strade con un centinaio di trattori ai mar-gini e mucche al pascolo nel giardino dellostabilimento che rende impossibile la circolazione.

Gli allevatori non si muoveranno da lì fino a quandonon sarà fissato un giusto prezzo. In uno stato di pre-sidio permanente gli allevatori però non dimenticanoche è la 65/ma Giornata nazionale del Ringrazia-mento che la Coldiretti festeggia dal 1951 in tutta Ita-lia, per rendere grazie per il raccolto dei campi echiedere la benedizione sui nuovi lavori. In sintoniacon Papa Francesco e la sua enciclica “Laudato sii”nel messaggio dei Vescovi si invita a dare vita ad “un‘nuovo patto’ tra consumatori e agricoltori che generispazi di libertà e responsabilità per entrambi”.“Occorre condividere e approfondire riflessioni datempo avviate in Italia e a livello internazionale, sumodelli agricoli e pratiche produttive che esproprianogli agricoltori e le comunità locali di questa responsa-bilità”, afferma il messaggio di quest’anno che con-clude con un invito ad andare incontro all’agricoltore,soprattutto ai giovani che stanno tornando alla terra,“un fenomeno che in Italia mostra segnali arricchiti

da una splendida capacitàinnovativa, sia nei prodottiche nei processi. I momenti di raccoglimento edi festa non rallentano il rit-mo della protesta che prose-gue con gli interventi deipartecipanti che richiamanonumerosi cittadini interessatial problema che li investeindirettamente in qualità diconsumatori (che pagano ilprezzo del latte allo scaffalequattro volte di più di quelloalla stalla!). Gli interventi si susseguono

da un palco allestito su un rimorchio dal quale parla-no anche il presidente nazionale di Coldiretti, Rober-to Moncalvo e dirigenti nazionali e locali dellaColdiretti ma anche il ministro delle Politiche agrico-le, Maurizio Martina che garantisce il sostegno delgoverno alla lotta degli allevatori. Alcuni cittadini soli-darizzano con i manifestanti offrendo loro cibi e vinoe ascoltandoli succedersi sul palco dove portano leloro storie e manifestano le loro difficoltà. “Avete pre-so i nostri marchi non vi daremo le nostre mucche”gridano in molti. Massiccia la presenza delle forze del-l’ordine per garantire l’ordine pubblico ed il tranquil-lo svolgimento della manifestazione che non presentaparticolari problemi anche se non mancano momen-ti di tensione e si decide che non è ancora tempo dilasciare il luogo della protesta. Ci si prepara per la ter-za notte consecutiva. Il terzo giorno consecutivo di presidio passa dunquecon i festeggiamenti di una giornata del Ringrazia-mento particolare. Con il presidente Moncalvo cheringrazia il Santo Padre per le parole pronunciate altermine dell’Angelus con le quali auspicava “che tut-ti agiscano come amministratori responsabili di unprezioso bene collettivo, la terra, i cui frutti hanno unadestinazione universale”, esprimeva “gratitudine almondo agricolo”, e incoraggiava “a coltivare la terra

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in modo da custodirne la fertilità affinchè producacibo per tutti, oggi e per le generazioni future”. Inoltre, con l’arrivo di manifestanti dalle regioni delcentro e del nord Italia viene preparato il formaggiocon il vero latte italiano, fatto poi assaggiare ai diri-genti della multinazionale. Con la luce del giorno tornano numerose le incon-fondibili bandiere giallo verdi e sono tantissimi gli stri-scioni con slogan con un’unica richiesta: il rispettodella legge 91 del luglio 2015 che, in esecuzione deiprincipi comunitari, impone che il prezzo del latte allastalla debba commisurarsi ai costi medi di produzio-ne. E per difendere le proprie produzioni di fronte alrischio concreto che l’Italia perda per sempre la pro-pria produzione di latte perché oggi quasi la metà dellatte consumato da noi, secondo al Coldiretti, vienedall’estero. Alcuni manifestanti gridano un antico proverbio ber-gamasco “A la (v)àca a ‘s móns ol làcc, mia ‘l sànch!”,“alla vacca si munge il latte, non il sangue” mentrealtri innalzano cartelli con le scritte “Made in Italyostaggio di una multinazionale straniera”, “Avete pre-so i nostri marchi non vi daremo le nostre mucche”. Il presidente Moncalvo, sempre dal palco di Ospeda-letto Lodigiano, invoca a gran voce l’intervento del-l’Antitrust anche in Italia per verificare l’esistenza dicomportamenti scorretti da parte della Lactalis nelpagamento degli allevatori dopo che la multinaziona-le francese è stata già multata in Francia e Spagna. “Esiste un evidente squilibrio contrattuale tra le partiche determina un abuso, ad opera dei trasformatori,della loro posizione economica sul mercato, dallaquale gli allevatori dipendono”, dice il presidenteMoncalvo nel chiedere l’intervento dell’Antitrust “poi-ché i prezzi praticati dagli intermediari della filiera dellatte fresco sono iniqui”.La presenza della multinazionale francese Lactalis inItalia inizia nel 2003 con l’acquisizione dell’Inverniz-zi, continua con quella della Galbani e della Locatellie poi nel 2011 con la Parmalat ed infine all’inizio del2015 con l’acquisto del Consorzio Cooperativo Latte-rie Friulane. A ciò si aggiunge, denuncia la Coldiretti,la strana storia della Centrale del Latte di Roma, che

vede coinvolto sempre il colosso transalpino. Nel mar-zo del 2010 una Sentenza del Consiglio di Stato hadichiarato la nullità della vendita della Centrale delLatte di Roma a Cirio da parte del Comune di Romae tutti gli atti conseguenti, compresa la successivavendita a Parmalat; pertanto le azioni della Centraledel Latte sono ritornate al Comune di Roma, il qualeperò, dopo cinque anni, non ha ancora avviato le pro-cedure di recupero delle proprie azioni. Secondo laColdiretti il progetto per il recupero della Centraledeve prevedere un ruolo di partecipazione direttodegli allevatori nelle scelte che riguardano l’azienda.Riferendosi invece alla questione dell’etichettatura,Moncalvo aggiunge: “Siamo di fronte ad un vero ricat-to straniero per la decisione del governo italiano diconfermare il no alla produzione di formaggi senzalatte fresco alla scadenza dell’ultimatum da parte del-la Commissione Europea, fissato il 29 settembre scor-

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so, con l’impegno diretto del presidente del ConsiglioMatteo Renzi davanti ai 30mila agricoltori della Col-diretti riuniti all’Expo. Una decisione supportata anchedalla petizione popolare Coldiretti alla quale hannoaderito decine di migliaia di italiani dopo la mobilita-zione degli agricoltori dal Brennero a Bruxelles finoall’Expo”. “Si voleva imporre all’Italia di produrre “formaggi sen-za latte” ottenuti con la polvere con il rischio di farsparire 487 formaggi tradizionali censiti dalle Regio-ni italiane ottenuti secondo metodi mantenuti inalte-rati nel tempo da generazioni. Ed oggi, con lachiusura di mille stalle in un solo anno, si rischia di

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arrivare allo stesso drammatico risultato. Con un chi-lo di polvere di latte, che costa sul mercato interna-zionale 2 euro è possibile produrre 10 litri di latte, 15mozzarelle o 64 vasetti confezioni di yogurt e tutto conlo stesso identico sapore perché viene a mancarequella distintività che viene solo dal latte fresco deidiversi territori”,ha proseguito Moncalvo.Si arriva così a martedì 10 novembre, e la “guerra dellatte”, dopo aver toccato, insieme a Lodi, le principa-li piazze italiane da nord a sud, si estende. Il popologiallo degli allevatori si sposta dall’industria ai super-

mercati e ai centri commerciali portando con sè leproprie mucche a rischio di estinzione con tanto distalla al seguito, per fare conoscere ai cittadini i moti-vi della mobilitazione e ai più piccoli il vero sapore dellatte e i suoi derivati, contro formaggi e semilavoratiindustriali. L’85% degli acquisti di latte, l’80% dello yogurt e il70% di mozzarelle, secondo dati resi noti da Coldi-retti, sono acquistati dagli italiani negli ipermercati enei supermercati dove si è spostata appunto la “guer-ra del latte” per far conoscere ai consumatori la spe-culazione in atto sui prezzi dalla stalla allo scaffale maanche l’inganno dei finto made in Italy. L’ incontro coni consumatori al momento di fare la spesa ha l’obiet-tivo di dare consigli utili nell’acquisto di prodotti lat-tiero-caseari per non cadere nell’inganno del falsoMade in Italy. Sotto accusa il latte, lo yogurt e i for-

maggi spacciati come italiani per la mancanza di unanormativa chiara in etichetta, ma anche per l’utilizzodi sottoprodotti, dalle cagliate alle caseine, che met-tono a rischio la qualità. La guerra del latte giunge dunque in città. A Romal’appuntamento è al Centro Commerciale Euroma 2con il presidente nazionale Coldiretti Roberto Mon-calvo insieme al presidente e al direttore regionale delLazio, David Granieri e Aldo Mattia alla guida dei diret-tori provinciali di Roma, Rieti, Latina, Frosinone eViterbo. Salgono sul palco il presidente Granieri ed il direttoreMattia, per spiegare ai numerosi cittadini fermatisi adascoltare le motivazioni della colorata protesta, che iconsumatori pagano il latte il 30% in più rispetto allaGermania e il 20% in piu’ rispetto alla Francia, e quat-

tro volte di più nel passaggio dalla stalla allo scaffale.Ma anche le distorsioni economiche che strozzano gliallevatori e provocano l’abbandono delle stalle coneffetti sul lavoro, sul territorio, sulla qualità dell’ali-mentazione e sul Made in Italy. Ad ascoltarli oltre 400 allevatori giunti dalle provincelaziali per difendere il latte italiano e proseguire la“guerra del latte”.Il loro obiettivo: far conoscere ai consumatori la veraorigine del latte e la bontà dei formaggi fatti senza pol-veri o semi lavorati industriali. Nel Lazio sono 1400 le

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aziende nelle quali, con circa 53mila vacche, si pro-ducono 350mila tonnellate di latte ogni anno, rap-presentando così il 3% della produzione di lattecommercializzata in Italia.Ogni anno, nel Lazio, vengono importati dai paesi del-l’Unione Europa latte e crema di latte per un valorevicino ai 20 milioni di euro. Di queste importazioniquasi il 50% provengono dalla Germania, addiritturaarrivano al 100% di provenienza tedesca le importa-zioni di formaggi e latticini nel Lazio.Questi i dati dif-fusi da Coldiretti Lazio.L’iniziativa della Coldiretti trova, anche a Roma, ilsupporto e la partecipazione attiva delle principaliorganizzazioni dei consumatori, dal Codacons alMovimento consumatori, dalla Federconsumatoriall’Adusbef.

nutrizionali. Per quanto riguarda invece la qualità, èda sottolineare come oltre il 45% delle nostre produ-zioni serve a realizzare i migliori formaggi del mondola cui qualità e distintività è strettamente legata allaproduzione di latte dei nostri territori. Presente anche il presidente nazionale di Coldiretti,Moncalvo che, in relazione alla questione dell’eti-chettatura dice: “In un momento difficile per l’econo-mia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiuntodella trasparenza con l’obbligo di indicare in etichet-ta l’origine degli alimenti, ma anche l’indicazione del-le loro caratteristiche specifiche a partire dai sot-toprodotti”, ha affermato il presidente della ColdirettiRoberto Moncalvo. “Non è un caso – continua Mon-calvo – che l’89% dei consumatori ritiene che la man-

“I centesimi degli allevatori – dice il direttore di Col-diretti Lazio, Aldo Mattia dal palco – si trasformano ineuro sullo scaffale e in profitti milionari per i grandimarchi distributori”.“Gli allevatori italiani hanno perso in un anno oltre550 milioni di euro perché il latte viene pagato al disotto dei costi di produzione, mentre al consumo iprezzi non calano” gli fa eco il presidente di Coldiret-ti Lazio, David Granieri.“Una caratteristica distintiva e straordinaria della pro-duzione lattiero-casearia italiana – continua Granie-ri – è la sicurezza alimentare e la qualità che esprime.Le nostre stalle sono le più controllate al mondo (inmedia un controllo, diretto o in auto controllo, setti-manale) e offrono un latte dalle elevate caratteristiche

canza di etichettatura diorigine possa essereingannevole per i pro-dotti lattiero caseari,secondo la consultazio-ne pubblica on line sul-l’etichettatura dei prodot-ti agroalimentari condot-ta dal ministero dellePolitiche Agricole che hacoinvolto 26.547 parteci-panti dal novembre 2014a marzo 2015”.“Tre cartoni di latte alunga conservazione su

quattro venduti in Italia sono stranieri mentre la metàdelle mozzarelle sono fatte con latte o addiritturacagliate provenienti dall’estero, dato questo che ilconsumatore medio non sa perché non è obbligato-rio riportarlo in etichetta”, denuncia il direttore AldoMattia.“L’assenza dell’indicazione chiara dell’origine del lat-te a lunga conservazione – continua il presidente diColdiretti Lazio, David Granieri – ma anche di quelloimpiegato in yogurt, latticini e formaggi, non consen-te di conoscere un elemento di scelta determinanteper le caratteristiche qualitative, ma impedisce ancheai consumatori di sostenere le realtà produttive nazio-nali e con esse il lavoro e l’economia del vero Madein Italy”.

»Consumatori italiani,aiutate COLDIRETTI

a salvare le nostre stalle,i nostri territori,

il patrimonio di genuinità,sicurezza e trasparenza

del VERO MADE IN ITALY

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L’etichettatura. Nella guerra del latte, l’altro tema èquello della tracciabilità “per portare sul mercato –sostiene la Coldiretti – il valore aggiunto della traspa-renza con l’obbligo di indicare in etichetta l’originedegli alimenti, ma anche con l’indicazione delle lorocaratteristiche specifiche a partire dai sottoprodotti.Non è un caso – conclude la Coldiretti – che l’89%

sistema proprio nel momento in cui la ripresa deiconsumi, dell’economia e dell’occupazione fa bensperare anche per l’agroalimentare che è la princi-pale voce di spesa dei cittadini. Si rischia di annac-quare i buoni risultati per il settore agricolo realizzaticon la legge di stabilità varata dal Governo Renzi.Una comoda sponda per le forze che non credononel Paese e vogliono mantenere bloccata l’Italia. Sitratta di una chiara dimostrazione che la multinazio-nale francese Lactalis, insieme ad altri industrialivuole colpire il vero Made in Italy, fatto con latte ita-liano. Sembrano prevalere le ragioni di un patto scel-lerato tra Lactalis, quota parte dell’industria e i granditraders del latte, per puntare sulla produzione stra-niera da rivendere ai consumatori italiani a prezzi

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dei consumatori ritiene che la mancanza di etichet-tatura di origine possa essere ingannevole per i pro-dotti lattiero caseari, secondo la consultazionepubblica on line sull’etichettatura dei prodotti agroa-limentari condotta dal ministero delle Politiche agri-cole. Così la mobilitazione si sposta davanti alla sedecentrale dell’Antitrust, di Piazza Verdi, a Roma.La causa. Il 12 novembre si riunisce a Roma, pressoil ministero delle Politiche agricole il tavolo sul lattecon Assolatte che scatena nuove reazioni negli alle-vatori in stato di agitazione. “C’è la volontà di alimentare tensioni nel Paese conla provocatoria offerta di un centesimo in più per litrodi latte che umilia il lavoro quotidiano degli allevato-ri italiani. Si vuole deliberatamente destabilizzare il

»Costringiamo insieme le

multinazionali e le industriedel settore lattiero caseario

a dichiarare l’ORIGINEdei prodotti che mangiamo

e a pagare il GIUSTO PREZZOagli allevatori!

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maggiorati fino al 50 per cento rispetto a quelli di altriPaesi Europei. Il disegno è chiaramente quello di farchiudere il maggior numero di stalle per dimezzare laproduzione italiana e lucrare sull’importazione di lat-te da Paesi con meno controlli e bassa qualità. LaColdiretti non permetterà che questo accada e alza illivello della mobilitazione per difendere le stalle, illavoro, il territorio da coloro che non rispettano la leg-ge e vogliono umiliare il Paese”. Così si leggeva in uncomunicato della Coldiretti appena terminato il tavo-lo al Ministero.Così il 13 novembre, viene organizzato un blitz dellaColdiretti davanti alla sede dell’Antitrust a Roma dovegli allevatori, di fronte al centesimo offerto che defi-niscono un’elemosina, chiedono “l’intervento del-l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercatoper fare luce sugli abusi di dipendenza economica adanno dei produttori di latte fresco”. “La vita o lamorte di molte stalle sopravvissute fino ad ora in Ita-lia dipende da 5 centesimi per litro di latte che si rica-vano dalla differenza tra i costi medi di produzione ei compensi riconosciuti”, denuncia il presidenteMoncalvo.Una data che segna una svolta nella guerra del lat-te. Infatti una delegazione guidata dal presidenteRoberto Moncalvo consegna ai vertici dell’Antitrustun dossier contenete un’ampia analisi dei costi diproduzione e dei prezzi al consumo, acquisita e regi-strata dall’Ufficio Protocollo dell’Agcm. La Coldirettiincassa, quel giorno, l’assicurazione dai funzionaridell’Antitrust di un pronto e rapido interessamentodegli Uffici per l’esame della pratica, con l’impegnoa concluderlo nei primi giorni di dicembre. Vengonovalutate anche le decisioni delle due Autorità france-se e spagnola sulle intese concluse dai principalioperatori che ha già portato alla condanna delle prin-cipali industrie lattiero-casearie, tra le quali la Lacta-lis stessa.Un incontro avvenuto dopo una mattinata piuttostovivace con allevatori di Coldiretti che rovesciano lattein polvere, il simbolo del “ricatto degli industriali chesottopagano il latte italiano al di sotto dei costi di pro-duzione”, sul piazzale dell’Antitrust.

Il 26 novembre l’epilogo. Labattaglia del latte è vinta.Arriva l’annuncio del rag-giunto accordo sul prezzodel latte.“Un primo risultato concre-to della nostra mobilitazio-ne che ha coinvolto decinedi migliaia di allevatori conpresidi nelle industrie e neisupermercati dove abbia-mo trovato il sostegno con-vinto dei cittadini nelladifesa del latte, delle stallee delle nostre campagne”. È il commento del pre-sidente della Coldiretti,Roberto Moncalvo, all’inte-sa raggiunta con la multi-

nazionale Lactalis sul prezzo del latte alla stalla cheprevede “in tutto il Nord per il prossimo trimestre unaumento di 2,1 centesimi rispetto al prezzo fatturatoa ottobre 2015, che verrà conteggiato a partire dalmese di dicembre e fino al mese di febbraio compre-so, al quale vanno aggiunti il centesimo garantito dalMinistero delle Politiche Agricole con aiuti straordinaridell’Unione Europea ma anche le risorse che le regio-ni lattiere direttamente interessate possono mettere adisposizione se vorranno sostenere gli allevatori delleloro realtà territoriali. Secondo l’ufficio studi della Coldiretti tra effetti diret-ti ed indiretti sul mercato nazionale del latte l’accor-do porterà almeno 340 milioni di euro su base annuain più nelle stalle italiane, “se ci sarà responsabil-mente un allineamento di tutti i soggetti industrialipresenti sul territorio nazionale”. “È una boccata di ossigeno alle imprese che si tro-vano in un grave momento di difficoltà ma la batta-glia della Coldiretti continua nelle sedi istituzionaliper arrivare al più presto alla corretta identificazionedei prodotti che usano latte italiano con l’indicazio-ne in etichetta, che impedisca di spacciare comeMade in Italy il prodotto importato”. Insomma, comedire, abbiamo vinto la battaglia. Ora resta da vince-re la guerra. Quella della trasparenza, della qualità.Del merito.

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L’AGRICOLTURA IN… EUROPAdi Andrea Fugaro

Continua la discussione nellanell’Unione Europea sulla sem-

plificazione della Politica agricolacomune (PAC). Nel corso dell’ul-timo Consiglio dei ministri agricoli laCommissione Europea ha propo-sto l’attuazione delle misure disemplificazione di atti delegati e diriforma della PAC, in particolareper quanto riguarda l’attuazione delregolamento relativo all’organizza-zione comune dei mercati (c.d.Ocm unica) e il regolamento sui

controlli nelle aziende agricole dal5% al l’1% della dimensione delcampione. Inoltre, la Commissioneha anche immaginato la possibi-lità di “controlli preliminari preven-tivi” come parte integrante del pro-cesso della domanda di aiuto.Secondo le nuove regole, le ammi-nistrazioni nazionali dovrebberoidentificare le anomalie delle do-mande presentate dagli agricoltori,consentendo loro di apportare cor-rezioni sino a 35 giorni dopo la sca-

Commissione Europea:avanti con la semplificazionedella PAC

denza del termine di presenta-zione, senza infliggere loro san-zioni.Giovani agricoltori - Nel tentativo disemplificare le norme applicabili alregime per i giovani agricoltori, laCommissione offrirà la possibilitàalle autorità nazionali di una mag-giore discrezionalità per tener contodei giovani agricoltori organizzati inentità giuridiche o in sistemi di par-tenariato in modo che possano be-neficiare di tali aiuti.Aiuto accoppiato - Con le propostedi modifica si intende dare maggiorflessibilità e sussidiarietà agli Statimembri in merito all’applicazionedell’aiuto accoppiato, con la possi-

bilità di trasferire fondi tra le misuredi sostegno accoppiato volontarie emodulare di conseguenza l’entitàdegli aiuti a seconda delle econo-mie di scala in modo da indirizzareulteriormente i pagamenti verso ipiccoli agricoltori.Per quanto riguarda poi l’Ocmunica, è intenzione di Bruxellessemplificare le norme di commer-cializzazione, i regimi di sostegnodel vino, le organizzazioni di pro-duttori, l’identificazione della car-

casse e i meccanismi commerciali.Nella primavera del 2016 poi, l’ese-cutivo Ue ritiene inoltre necessariol’adozione di ulteriori misure disemplificazione dell’Ocm e delgreening dei pagamenti diretti, perdarvi l’attuazione nel 2017.Inoltre, non è da escludere, anchese attualmente solo nelle intenzionicomunitarie, un ulteriore semplifi-cazione della PAC, come ad esem-pio per la definizione di “agricoltoreattivo” così come si sta pensando aduna maggiore flessibilità per modifi-care i programmi di sviluppo ruraleper incorporare i cosiddetti stru-menti finanziari e per permettere inecessari adattamenti in corsa.

pagamenti diretti (ad eccezionedelle misure di greening). Tali misure saranno adottate allafine di quest’anno (2015) per laloro applicazione a partire dal 2016L’ultima serie di modifiche propostedalla Commissione, che dovreb-bero già applicarsi al prossimoanno, si riferiscono a controlli inloco, ai giovani agricoltori e al so-stegno accoppiato facoltativo. In particolare Controlli in loco - L’Esecutivo co-munitario ha proposto una ridu-zione dei controlli in loco dove itassi di errore globali sono inferiorial 2% rendendo possibile per al-cuni regimi di aiuto, di ridurre i

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L’AGRICOLTURA IN… POLITICAdi Andrea Fugaro

Tutela delle biodiversità per legge:definito il ruolo di agricoltori “custodi”

La legge che tutela le biodiversitàagraria e alimentare ottiene un

consenso traversale in Parlamentoe viene approvata definitivamente il19 novembre 2015 nel suo se-condo passaggio al Senato. Il provvedimento legislativo ha loscopo di definire un quadro nor-mativo unitario per le attività già av-viate dallo Stato e dalle Regioni, inattuazione dei trattati internazionaliratificati dall’Italia e delle strategiedefinite a livello europeo e nazio-nale. La legge ha come punti qua-lificanti l’istituzione di un anagrafedelle biodiversità, la Rete e il Portalenazionale e un Comitato perma-nente, che costituiscono, nel loroinsieme, il sistema nazionale di tu-tela e di valorizzazione della biodi-versità agraria e alimentare.In particolare: l’Anagrafe della bio-diversità, dove saranno indicate lerisorse genetiche a rischio di estin-zione; la Rete nazionale, che si oc-

cuperà di preservare le risorse ge-netiche locali; il Portale nazionale,composto da un sistema di banchedati contenenti le risorse genetichepresenti su tutto il territorio italiano;il Comitato permanente, che ga-rantisce il coordinamento delleazioni tra i diversi livelli di governo. La legge prevede, altresì, l’avvio diun Piano nazionale sulla biodiver-sità di interesse agricolo e istituisceun Fondo di tutela per sostenere leazioni degli agricoltori e degli alle-vatori. Viene anche stabilito che ilpiano triennale di attività del Consi-glio per la Ricerca in Agricoltura el’Analisi dell’Economia Agrariadebba prevedere interventi per la ri-cerca sulla biodiversità agraria e ali-mentare, sulle tecniche necessarieper favorirla, tutelarla e svilupparla.È evidente che la tutela della diver-sità, della tipicità, della qualità ga-rantisce un’agricoltura sostenibilee che l’erosione del patrimonio ge-

netico agrario è dovuta all’inquina-mento, ai cambiamenti climatici,all’impiego di fertilizzanti chimici ea metodi di coltivazione intensivi,alla globalizzazione dei mercati e alcontrollo delle multinazionali sullesementi. “L’Italia possiede un patrimoniounico di biodiversità, che rappre-senta un valore non solo da difen-dere ma anche da valorizzare”, hacommentato il ministro delle Politi-che agricole, alimentari e forestaliMaurizio Martina, e ”la legge sullatutela della biodiversità, con l’obiet-tivo di salvaguardare la distintivitàdelle nostre ricchezze naturali, ve-getali e animali, rappresenta unpasso fondamentale in questosenso”. Il ministro sottolinea che“con questo provvedimento si rico-nosce il ruolo attivo che gli agricol-tori svolgono come custodi del pae-saggio e della biodiversità, per laconservazione dei nostri territori”.

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L’AGRICOLTURA IN… POLITICAdi Andrea Fugaro

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L’articolo 1 declina l’oggetto e le finalità del provve-dimento.L’articolo 2 delinea le definizioni, con particolare ri-guardo alle risorse genetiche, alle risorse locali, agliagricoltori e allevatori «custodi». L’articolo 3 prevede l’istituzione dell’Anagrafe na-zionale della biodiversità di interesse agricolo e ali-mentare, che indica tutte le risorse genetiche localidi origine vegetale, animale o microbica a rischio diestinzione o di erosione genetica, previa verificadei requisiti. Lo stesso articolo stabilisce che le ri-sorse genetiche iscritte all’Anagrafe sono mantenutesotto la responsabilità ed il controllo pubblico e nonsono assoggettabili a diritto di proprietà intellet-tuale o ad altro diritto o tecnologia che ne limitinol’accesso o la riproduzione agli agricoltori, né pos-sono essere oggetto di protezione tramite privativaper ritrovati vegetali. Sono inserite di diritto nel-l’Anagrafe anche le specie in via di estinzione se-condo la classificazione FAO. Viene inoltre istituitala Rete nazionale della biodiversità agraria e ali-mentare.Con l’articolo 5 viene istituito il Portale nazionaledella biodiversità di interesse agricolo e alimen-tare, finalizzato a costituire un sistema di banchedati interconnesse e a consentire un’opera di dif-fusione delle informazioni e di monitoraggio.L’articolo 6 demanda al ministero delle Politicheagricole, alimentari e forestali e alle Regioni il com-pito di individuare i soggetti pubblici e privati per at-tivare la conservazione ex situ delle risorse gene-tiche locali, mentre è rimessa alle Regioni l’indivi-duazione degli agricoltori custodi per attivare laconservazione in situ delle risorse genetiche localia rischio.L’articolo 7 interviene sulle modalità di aggiorna-mento del Piano nazionale sulla biodiversità di in-teresse agricolo e delle Linee guida nazionali per laconservazione della biodiversità vegetale, animale emicrobica di interesse agrario. L’articolo 7 prevedeanche che i dati del Piano siano aggiornati periodi-camente e in ogni caso almeno ogni cinque anni.L’articolo 8 istituisce il Comitato permanente per labiodiversità di interesse agricolo e alimentare dicui fa parte anche un rappresentante del ministerodella Salute.Con l’articolo 9 si interviene sul codice della pro-prietà industriale, al fine di esplicitare che non sonooggetto di brevetto le varietà vegetali iscritte al-l’Anagrafe nazionale della biodiversità di interesseagricolo e alimentare, nonché le varietà dalle qualidiscendono produzioni contraddistinte da marchicertificati.

L’articolo 10 istituisce, a decorrere dal 2015, ilFondo per la tutela della biodiversità di interesseagricolo e alimentare, destinato in particolare a so-stenere le azioni degli agricoltori e degli allevatorinell’ambito del provvedimento.L’articolo 11 interviene in tema di commercializza-zione di sementi di varietà da conservazione, esten-dendo il diritto alla vendita di tali sementi tramite lavendita diretta e in ambito locale e introducendo ildiritto al libero scambio delle sementi all’internodella Rete nazionale della biodiversità di interesseagricolo e alimentare. Si demanda allo Stato e alleRegioni la realizzazione di periodiche campagnepromozionali di tutela e valorizzazione della biodi-versità, prevedendo appositi itinerari per promuo-vere la conoscenza delle risorse genetiche localiiscritte all’Anagrafe e per lo sviluppo dei territori in-teressati.Con l’articolo 13 si prevede la possibilità di pro-muovere l’istituzione di comunità del cibo e dellabiodiversità di interesse agricolo e alimentare qualiambiti locali derivanti da accordi tra agricoltori, as-sociazioni, enti e istituzioni pubbliche. Sono previ-ste azioni di sensibilizzazione, come l’istituzionedella Giornata della biodiversità, o iniziative e azionipresso le scuole volte alla conoscenza dei prodottiagroalimentari e delle risorse locali.Nell’articolo 16 si prevedono interventi per la ricercasulla biodiversità da inserire nel piano triennale diattività dell’attuale Consiglio per la Ricerca in agri-coltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA), alfinanziamento dei quali dovrà essere riservata unaquota annuale nell’ambito dello stanziamento dicompetenza del ministero delle Politiche agricole,alimentari e forestali.L’articolo 17 detta disposizioni di attuazione mentrel’articolo 18 dispone la copertura finanziaria delprovvedimento.

LA LEGGE: guida alla lettura

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G I U B I L E O

“Mi associo ai vescovi nell’auspicare che tutti agiscano come amministratoriresponsabili di un prezioso bene collettivo, la terra, i cui frutti hanno unadestinazione universale. Sono vicino con gratitudine al mondo agricolo, eincoraggio a coltivare la terra in modo da custodirne la fertilità affinché producacibo per tutti, oggi e per le generazioni future”

Papa Francesco, Angelus, domenica 9 novembre 2015

Messaggio per la 65ª Giornata Nazionale del Ringraziamento8 novembre 2015

Il suolo, bene comune

Celebriamo questa Giornata del Ringraziamento a pochi mesi dalla pubblicazione dell’Enciclica Laudato si’ di papaFrancesco (LS), che invita tutti gli uomini che abitano la terra alla “cura della casa comune”. Già Papa Benedetto XVI ciricordava che “ciò implica l’impegno di decidere assieme… con l’obiettivo di rafforzare quell’alleanza tra essere umano eambiente che deve essere specchio dell’amore creatore di Dio, dal quale proveniamo e verso il quale siamo in cammino”1.La creazione è un processo ancora aperto nel quale l’azione dell’uomo è un riflesso dell’azione creatrice di Dio. PapaFrancesco lo fa usando le parole dell’etica e della Dottrina sociale, ma radicandole anche – con Francesco d’Assisi – nellinguaggio della bellezza e della meraviglia: “Il mondo è qualcosa di più che un problema da risolvere, è un misterogaudioso che contempliamo nella letizia e nella lode”2.

La stessa Enciclica invita, però, anche ad ascoltare con attenzione il grido della terra:richiamando l’Esortazione apostolica Evangelii gaudium, essa osserva che “Dio ci ha unito tanto strettamente al

mondo che ci circonda, che la desertificazione del suolo è come una malattia per ciascuno, e possiamo lamentare l’estinzionedi una specie come fosse una mutilazione” (n. 89, che rimanda al n. 215 di EG).

L’umanità rappresenta l’elemento che apre la terra verso nuove armonie o nuovi disordini, in base alle scelte cheoperiamo; sarebbe sconsiderato chi distruggesse il territorio da cui dipende la propria vita.

Una realtà fondamentale a rischio

Proprio quest’ultimo riferimento ci introduce anche al tema della Giornata del Ringraziamento 2015, che le NazioniUnite hanno dichiarato Anno Internazionale del Suolo. Nel farlo, esse hanno sottolineato come il suolo abbia una valenzainsostituibile in ordine alla produzione di cibo, ma anche per la tutela della biodiversità e per la mitigazione del mutamentoclimatico. È, dunque, un bene comune fondamentale: come ben sa il mondo agricolo, così profondamente legato alla suaqualità e disponibilità perché quando il suolo si degrada, grave è il rischio per il futuro dell’umanità.

Non sempre, infatti, l’uomo coltiva e custodisce la terra come amministratore responsabile (Gen 2,15) e sul suolovengono, così, a riflettersi quegli squilibri che a partire dal cuore umano trovano espressione nella società e nell’economia.Lo richiama lo stesso papa Francesco, quando osserva che “la violenza che c’è nel cuore umano ferito dal peccato simanifesta anche nei sintomi di malattia che avvertiamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseri viventi” (LS n. 2).Peccato è anche l’inquinamento, che colpisce la salute di tanti e che può essere causato “dal trasporto, dai fumi dell’industria,dalle discariche di sostanze che contribuiscono all’acidificazione del suolo e dell’acqua, da fertilizzanti, insetticidi, fungicidi,diserbanti e pesticidi tossici in generale” (LS n. 20; cf. anche n. 8).

L’Enciclica giunge ad evocare la figura di Caino per indicare quanto profondamente la rottura dell’alleanza colprossimo spezzi anche il radicamento nella terra e la possibilità di godere dei suoi frutti: “Che hai fatto? La voce del sanguedi tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto, lontano da [questo] suolo” (Gen 4,11 citato in LS n. 70).

Davvero in tanti contesti il suolo appare come “maledetto”: l’opera di uomini impedisce ad altri di godere dei suoifrutti ed addirittura di poterlo abitare in pace.

1 Benedetto XVI, Messaggio per la XLI Giornata Mondiale della Pace 2008, n. 7.2 Francesco, Lett. enc. Laudato si’, 24 maggio 2015, n. 12.

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G I U B I L E O

Le sfide

Tale prospettiva evidenzia la rilevanza delle numerose sfide che stanno dinanzi a chi voglia vivere oggi una positivarelazione con la terra, corrispondendo alla vocazione divina in una pratica di cura e di custodia. Vorremmo richiamarnealcune, che appaiono di particolare rilievo in tal senso.

* Si tratta in primo luogo di custodire la fertilità del suolo: occorre condividere e approfondire iflessioni da tempoavviate in Italia e a livello internazionale, su modelli agricoli e pratiche produttive che espropriano gli agricoltori e lecomunità locali di questa responsabilità. La denuncia dell’eccessiva dipendenza della produzione agricola dai prodottichimici va collocata in una diversa visione del rapporto tra produttori e consumatori; un “nuovo patto” che generi spazidi libertà e responsabilità per entrambi. Riflessioni aperte alla ricerca di nuove soluzioni lungo tutta la filiera alimentare:dalla produzione al consumo, fino ai “nuovi stili di vita”. Solo così sarà possibile garantire che la terra possa continuare aprodurre cibo per tutti, oggi e per le generazioni future.

* Si tratta anche di prestare attenzione alle destinazioni d’uso della terra, che talvolta ne distorcono la strutturaecosistemica. Come osserva il n. 23 della LS in alcune aree la stessa “deforestazione per finalità agricola” è fattore problematicoper il suolo; ma sono proprio i problemi della gestione del suolo in Italia che ci mettono davanti all’urgenza di uscire da unalogica della provvisorietà, denunciando i costi del non fare. Solo se assegniamo al suolo un’opzione riservata nelle traiettoriedello sviluppo, possiamo ricavarne soluzioni utili davanti all’incombere dell’abbandono e di forme speculative e disfruttamento. Le comunità devono dotarsi di strumenti di valutazione e di scelta per riconoscere e promuovere quelle iniziativeindividuali e di reti di soggetti che tutelando il suolo si aprono alla valorizzazione dei beni comuni. La prudenzadell’agricoltore, il bilanciamento tra progresso scientifico e consuetudini, tradizioni, che avevano al centro la durevolezza delrapporto uomo-territorio, vanno riconosciute e rivalutate; parte di quella bellezza che ammiriamo da un finestrino di unmezzo in corsa (auto, treno) è frutto di questa saggezza contadina che non è scomparsa, ma sa rigenerarsi.

* Anche più grave su scala internazionale, il fenomeno del land grabbing – l’accaparramento di terra da parte deisoggetti con maggior disponibilità economica – che rischia di distorcere le strutture agroalimentari di molte aree,orientandole a produzioni che ben poco hanno a che fare con le esigenze della popolazione locale.

* Il fenomeno che abbiamo appena citato chiama in causa la questione del diritto dell’accesso alla terra e alle risorse ittichee forestali, in breve quei beni comuni di cui la DSC proclama la “destinazione universale”. Papa Francesco riporta unadichiarazione dei Vescovi del Paraguay in cui si sottolinea come il diritto alla terra deve essere garantito, “perché il suo esercizionon sia illusorio ma reale”. La comunità internazionale ha reagito agli scandali del “land grabbing” osservando un “grandepercorso di dialogo” che ha portato all’approvazione, nel 2012, presso la FAO di “Linee guida volontarie per una governancedel diritto alla terra e alle risorse naturali”. Un preciso programma che prevede procedure per la difesa e tutela dei diritti deipiù deboli, ma la cui applicazione è affidata alla discrezionalità dei governi. C’è, ancora, l’esigenza di ripensare all’importanzadelle politiche agricole per lo sviluppo dell’agricoltura familiare, là dove queste non esistono; nonché, ai loro processi diriforma dove esse esistono andando incontro all’agricoltore per quello che egli fa in una visione produttiva multifunzionale,sostenibile e attenta ai beni comuni; allontanandosi da logiche di sfruttamento intensivo sempre più slegate dal “territorio”.Riforme che possono favorire un ritorno alla terra, in particolare dei giovani, un fenomeno che in Italia mostra segnali arricchitida una splendida capacità innovativa, sia nei prodotti che nei processi, contribuendo a quella diversificazione dell’agricolturache abbraccia forme di agricoltura sociale e civica, che introducono la “reciprocità” nell’agire economico.

Questioni complesse, che esigono coinvolgimento, approfondimento e vigilanza attenta da parte di comunità ecclesialiche su molte questioni tecniche non potranno che stimolare il dibattito tra i competenti (LS n. 61), in vista di undiscernimento ben informato e dell’assunzione di personali responsabilità nelle scelte morali.

Una sfida educativa

Quella che il capitolo VI dell’Enciclica LS individua come compito specifico delle comunità ecclesiali è, invece,l’attenzione per la dimensione educativa e formativa. Si tratta, in particolare di apprendere a rinnovare la nostra percezionedel mondo, imparando a sentirsi parte di parte di una comunione creaturale sulla terra di tutti e a percepirsi comeamministratori di un prezioso bene comune, i cui frutti hanno una destinazione universale.

Di imparare soprattutto la dimensione del ringraziamento, mettendosi alla scuola indicataci dall’Eucaristia; in essa,infatti unito al Figlio incarnato “tutto il cosmo rende grazie a Dio. In effetti l’Eucaristia è di per sé un atto di amore cosmico”(n. 236). La pratica di chi lavora la terra si scopre in tale prospettiva inserita in un cammino che orienta la terra stessa versoil suo creatore: “L’Eucaristia unisce il cielo e la terra, abbraccia e penetra tutto il creato. Il mondo, che è uscito dalle manidi Dio, ritorna a Lui in gioiosa e piena adorazione: nel Pane eucaristico la creazione è protesa verso la divinizzazione, versole sante nozze, verso l’unificazione con il Creatore stesso” (n. 236).

Celebriamo, dunque, con gratitudine e speranza la festa del ringraziamento, come abitatori e custodi responsabilidella terra affidataci, facendo nostre le parole di papa Francesco:

Signore Dio, Uno e Trino, comunità stupenda di amore infinito, insegnaci a contemplarti nella bellezza dell’universo,dove tutto ci parla di te. Risveglia la nostra lode e la nostra gratitudine per ogni essere che hai creato. Donaci la grazia disentirci intimamente uniti con tutto ciò che esiste. Dio d’amore, mostraci il nostro posto in questo mondo come strumentidel tuo affetto per tutti gli esseri di questa terra, perché nemmeno uno di essi è dimenticato da te.

Roma, 6 ottobre 2015Memoria di San Bruno

LA COMMISSIONE EPISCOPALEPER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO, LA GIUSTIZIA E LA PACE

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C R O N A C H E

Accogliere adeguatamente milioni di pellegrini evisitatori in arrivo nella Capitale per il grande ap-puntamento del Giubileo della Misericordia,

secondo la volontà di Papa Francesco che ha saputoconquistare uno straordinario seguito, mettere incampo opere e servizi necessari a dare loro ospitalitàe ristoro. Questo l’impegno preso per tutto il periodo giubilareche Coldiretti Lazio attuerà attraverso i 60 mercati cheha sparsi sul territorio regionale, e le numerose ini-ziative in programma. Un impegno che esattamentedue mesi fa, la Federazione ha preso organizzando un

Giubileo della Misericordia,una grandeesperienza spiritualee un’opportunità di crescita,non solo economica

di Alessandra Cori convegno a Roma dal titolo “Giubileo e Legalità”, peraffrontare con le Istituzioni il tema dell’accoglienza edella trasparenza nella fornitura dei servizi e per di-scutere progetti e opportunità in vista di un appunta-mento che rappresenta un’occasione di riscossa unicaper la Capitale e per il Paese.“Con il Giubileo occorre far compiere alla società uncambio di passo, guardando al cibo come fattoreetico e culturale, puntando sull’educazione (a scuolaed in famiglia) per “coltivare” sin da subito una co-scienza collettiva a riguardo anche rispetto al rapportocon l’ambiente nel quale viviamo e che siamo chia-mati a curare perché fonte di vita e soprattutto dellasua qualità. Ecco quindi un’occasione per ripensaregli sprechi alimentari, in un momento nel quale il cibo

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diventa sempre più prezioso e spesso diseguale lasua distribuzione alla popolazione nel mondo. Unmomento per riflettere sul consumo di risorse chenon sono infinite, come l’acqua, che dovrebbe essereconsumata in quantità sufficiente al semplice fabbi-sogno, donando anche, nel caso del cibo, il superfluodove ci sia”. Così il presidente di Coldiretti Lazio, Da-vid Granieri.“Il Giubileo è portatore di importanti valori, gli stessiche ispirano l’attività quotidiana dei nostri produttori,impegnati in un’offerta alimentare fondata sulla con-vinzione che il vero valore aggiunto sia quello della so-stenibilità ambientale con il km 0, del rapporto di fi-ducia tra produttore e consumatore, della tutela delsuolo agricolo, in quanto l’attività agricola è fonda-mentale non solo per la produzione di beni alimentarima anche per il suo contributo a disegnare il pae-saggio, proteggere l’ambiente e valorizzare il territorio.Per ricevere i circa 25 milioni di pellegrini attesi nellaCapitale, Coldiretti Lazio ha realizzato un’importantestruttura nel Porto di Civitavecchia, il “Terminal delGusto”, presentata lo scorso aprile. Un vero e proprio“Villaggio” dove trovare il meglio della produzioneagroalimentare italiana, le eccellenze enogastrono-miche locali del Lazio, il contatto diretto con i produt-tori, posizionato nel più suggestivo porto storico delMediterraneo, incorniciato tra la darsena romana, lemura di Urbano VIII con il mascherone del Bernini eil Forte Michelangelo. La prima grande opera realizzata anche per il ristorodei pellegrini, con un significativo impatto occupazio-

nale. Dal Giubileo potrebbe anche derivare un effettopositivo sull’occupazione, considerando che l’appun-tamento del 2000 portò ad un calo del tasso di di-soccupazione di un punto percentuale rispetto al-l’anno precedente”. Così il direttore di Coldiretti Lazioe presidente del “Terminal del Gusto”, Aldo Mattia, nelsottolineare che “gli asset cibo e turismo sono le levecompetitive strategiche per sostenere la ripresa eco-nomica”.Visitatori e pellegrini in arrivo a Roma dal mareavranno la possibilità, nel “Terminal del Gusto”, diconsumare prodotti freschi direttamente sul posto inapposite aree ristoro, oppure di acquistarli per riem-pire la “bisaccia del pellegrino” per la giornata ma an-

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C R O N A C H E

che comperare souvenir da far recapitare a domicilioattraverso un ordine on line. Tra l’altro, secondo unastima della Coldiretti circa il 35% della “spesa giubi-lare” dei turisti andrà proprio per il cibo, tra pranzi,cene e spuntini ma anche per l’acquisto di prodotti ti-pici come ricordo dell’evento.Secondo stime della Coldiretti, proverrà dall’estero ol-tre il 30% dei pellegrini in arrivo in Italia per il Giubi-leo straordinario.L’azione rinnovatrice del Pontefice – rileva la Col-diretti – e lo straordinario seguito che ha saputo con-quistare tra i fedeli, e non solo, dovrebbero consen-tire di ripetere il successo del precedente appun-tamento giubilare, mantenendosi sugli stessi nume-ri del 2000 nonostante le difficoltà economiche lega-te alla crisi.

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E P A C Adi Gianluigi Terenzi

Giorgio Grenzi è il neopresidentedella Federpensionati Coldirettieletto dalla XI Assemblea Generale

Emiliano, figlio di coltivatoridiretti, Grenzi ha vissutotutta la storia sindacale con-

temporanea della Coldiretti da di-rigente locale dei Giovani fino al-l’attuale carica. Nel suo discorso di insediamento,oltre a ringraziare il presidenteuscente Mansueto per l’ottimo la-voro svolto, ha voluto sottolinearecon orgoglio le sue origini ed ilpercorso professionale fatto dimolteplici incarichi a livello localee nazionale fino alle sue più re-centi esperienze nella centralecooperativa Ue.Coop. passandoattraverso i Consorzi Agrari, la Bo-nifiche ed in diverse Associazionidei produttori.“La nuova agricoltura che ha saputo conciliare inno-vazione e tradizione non può fare a meno del patri-monio di esperienza degli anziani all’interno dellenostre aziende dove sono una grande risorsa da tra-sferire all’intera società che ha fame di conoscenza delmondo agricolo, come conferma il crescente prota-gonismo degli agricoltori pensionati nella società civile,dalle scuole agli orti urbani fino ai progetti di integra-zione dei soggetti più deboli”. Questo è quanto affer-mato da Grenzi davanti all’affollata platea dei Presi-denti delle Associazioni provinciali, interprovinciali eregionali dei pensionati Coldi-retti riunita a Roma nel Sa-lone delle Statue di PalazzoRospigliosi.

Questa dichiarazione rappre-senta una sorta di Manifestodell’azione che intraprenderàla Federpensionati nei pros-simi cinque anni, prose-guendo e portando a compi-mento la strada intrapresa giàda tempo da Coldiretti ForzaSociale.Nell’ambito del dibattito as-sembleare è parso particolar-mente in sintonia con quanto

affermato da Grenzi l’interventodel presidente dell’AssociazioneRegionale del Lazio Gino Taticchinel quale emerge il ruolo attivodel pensionato come modello ditraino culturale, economico e so-ciale, mettendo in evidenza valoricome la gratuità, la memoria e ladipendenza reciproca che carat-terizzano tutte le iniziative deipensionati Coldiretti.

Il Presidente della Coldiretti Mon-calvo nel suo intervento auguralesi è detto convinto delle capacitàdi Grenzi di proseguire la stradache ha fatto della Federpensio-nati una risorsa morale edumana straordinariamente attiva

e partecipe della vita dell’organizzazione.È stata anche nominata la nuova Giunta nazionaledella Federpensionati Coldiretti che è composta dai trevicepresidenti Franca Sertore, Gottfried Oberstaller eLeonardo Gorgoglione nonché da Marino Bianchi,Gina Ghelfi e Giovanni Girasole.La presenza di numerosi “nipotini” dei partecipanti al-l’assemblea ha testimoniato quanto ancora forte sia illegame generazionale tra “tradizione” ed “innova-zione” in un mondo che sta di fatto facendo da trainoall’economia del paese.

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R I F L E S S I O N Idi Paolo Carlotti

Nel mese di novembreabbiamo assistito

nuovamente, increduli e un po’sgomenti, agli attentati terroristicidi Parigi, una violenza giustificatanel nome di Allah, nel mone diDio. Papa Francesco all’Angelusdella domenica successiva habollato a chiare lettere come unabestemmia questa associazione,dichiarando l’assolutaincompatibilità tra ogni forma diviolenza, in qualsiasi modomotivata, e ogni autenticaesperienza religiosa. Ecco le suestesse parole:«Tanta barbarie ci lasciasgomenti e ci si chiede comepossa il cuore dell’uomo ideare erealizzare eventi così orribili, chehanno sconvolto non solo laFrancia ma il mondo intero.Dinanzi a tali atti, non si può noncondannare l’inqualificabileaffronto alla dignità della personaumana. Voglio riaffermare convigore che la strada dellaviolenza e dell’odio non risolve iproblemi dell’umanità e cheutilizzare il nome di Dio pergiustificare questa strada è unabestemmia»!Questa incompatibilità esiste nonsolo per i cattolici, ma per ognicredente sia esso cristiano omussulmano o buddista oinduista ecc. Ogni uomo – e nonsolo il cristiano con la sua fede econ il suo ascoltare il magisteropapale – con la sua sempliceragione può arrivare aconcludere come ha concluso inmodo così chiaro PapaFrancesco. È importante oggisapere con chiarezza checredere ad una violenza contro ladignità e i diritti dell’uomogiustificata in termini religiosi, èun grande errore e una chiaradegenerazione e non è invece un

modo lecito, come sarebbequalsiasi altro, di viverel’esperienza religiosa.È sempre vero il classico principioche afferma di condannare ilpeccato ma non il peccatore, maquesto non può voler significareche non si debba rendereinnocuo per la società civile coluiche l’aggredisce violentemente,senza diventare però a nostravolta aggressori o ingiusti nei suoiconfronti, perché anche ildelinquente non perde la suadignità di uomo che va semprerispettata trattandolo secondo unsistema penale giusto ed umano.Certo in passato anche i cristianihanno associato la violenza e laguerra al nome di Dio e questo cideve rendere umili, ma nonpavidi o conniventi, di fronte alterrorismo ‘religioso’. Tuttavia oggiil cristiano non giustifica piùalcuna violenza in nome di Dio,mentre altri lo fanno. Sono soloschegge impazzite? O possonocontare su letture tendenziosedella fede?Ci domandiamo che cosapossiamo fare noi. Per alcuniversi la questione è demandataalle pubbliche autorità e alla loroinaggirabile responsabilità versola società civile. Tuttavia qualcosapossiamo fare. Siamo in uncontesto, anche in Italia e nonsolo in alcuni paesi europei, dipluralismo religioso, dove accantoa chi vive la propria fedecristiana, c’è chi non ne hanessuna o chi ce l’hamussulmana o ebrea. Quandonon ci si conosce, è facile chenasca indifferenza e freddezza edè facile trattare l’altro come unacosa ed è facile poi abusarne conviolenza. È importante invecediffondere una cultura del rispettovicendevole, anche del rispetto

della fede altrui in cui non sicrede e a cui non si aderisce. Èimportante il dialogo con coloroche hanno una fede diversa onon ce l’hanno, anchepermettendo loro di avere luoghidi culto, anche se i cristianisoffrono in alcuni paesidiscriminazione edemarginazione.Questo numero arriverà nellevostre case in prossimità delNatale. Desidero portare a tutti voil’augurio natalizio di un Buon eSanto Natale del Signore Gesù. Inquest’anno della misericordia edella tenerezza di Dio nonpossiamo dimenticare che la piùgrande tenerezza di Dio è lanascita del suo Figlio per noi aBetlemme, per salvarci da ciò dacui non eravamo in grado disalvarci da soli, dal peccato. Èquesta la bella notizia che risuonain tutto il mondo: Dio salva tutti gliuomini, anche quelli che noncredono in Lui, anche quelli chelo rifiutano, anche quelli cheritengono Dio sia un’invenzione,un’illusione, un raggiro oaddirittura una semplicebarzelletta. Dio riuscirà a salvaretutti, rispettando la dignità di tutti.Facciamogli credito a questoBambino, un credito agevolato,molto agevolato! È questo il mioaugurio per ogni lettore diOrizzonte Impresa, per ogniFederazione Coldiretti, per ogniuomo di buona volontà! Inquest’anno santo della suatenerezza, il Signore ci faccia lagrazia di superare l’indifferenzaverso i bisogni, materiali espirituali, del chiunque altro e cidoni la grazia del suo amore,caldo ed esigente, tenero e forte.Buon Natale!, Sì anchequest’anno è giusto direBuon Natale!

Dopo Parigi il santo nome di Dio,nome di pace e non di violenza

d. Paolo Carlotti,Consigliereecclesiasticoregionale

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“Fare la spesa: un gestoquotidiano, semplice ma

non scontato. Un gesto da farecon consapevolezza e,soprattutto, sicuri di quello chestiamo per mettere nel nostrocarrello”. Così si apre lapubblicazione di CampagnaAmica sull’etichettatura “Fai laspesa con consapevolezza!

nella “giungla” degli scaffali o trabanconi carichi di prodotti chespesso non si riescono a“decifrare”.Allora ecco anche una guida chespiega l’origine degli alimenti,indica quali sono le informazioniobbligatorie che un’etichettadeve avere e anche dovee come sono scritte.

FondazioneCampagna AmicaVia Nazionale 89aTel. 06/489931campagnamica.it

ETICHETTATURA, ARRIVA L’OPUSCOLO CHE AIUTA A “DECIFRARE” GLI ALIMENTI CAMPAGNA AMICA E UNIONE EUROPA INSIEME PER UNA SPESA CONSAPEVOLE.NASCE UNA BREVE GUIDA PER CONOSCERE TUTTE LE INSIDIECHE SI NASCONDONO DIETRO A UN’ETICHETTA

AGRIMERCATO LAZIO:PATRIZIO NICOLAI, NOMINATONUOVO PRESIDENTE

Ventisette anni di Tuscania,Patrizio Nicolai, è il nuovo

presidente di Agrimercato Lazio,l’associazione per la gestione deimercati dei produttori agricoli invendita diretta aderenti al circuitodi Campagna Amica. La nominaè avvenuta al terminedell’assemblea dei soci svoltasi aiprimi di novembre.L’associazione gestisceattualmente una trentina dimercati nel Lazio.Perito agrario, Patrizio Nicolai, èun giovane imprenditore nelsettore zootecnico con un’aziendadi famiglia, “Azienda agricolaNicolai Felice” di Tuscania eduna sua azienda ed unagriturismo, sempre a Tuscania,l’”Azienda agricola NicolaiPatrizio”, nella quale effettuaanche vendita diretta.

All’attivo, Patrizio, nonostante lasua giovane età, ha già un’intensaattività sindacale che ha svoltoper circa sei anni alla guida delmovimento giovanile dellaColdiretti prima provinciale e poiregionale nel Lazio.Al momento dell’insediamento il

presidente ha ribadito il proprioimpegno a continuare nellosviluppo e gestione dei mercati diCampagna Amica mettendo comevalore aggiunto tutta la propriaenergia di giovane imprenditoreunita all’esperienza maturataall’interno della Coldiretti.

Etichettatura, tutto quello che c’èda sapere”. Un tema importante,che riguarda tutti. Per questol’attenzione dell’ Unione Europea,con l’accento posto dalla PoliticaAgricola Comune (PAC) allasicurezza consumatori a tavola. Con questo nuovo opuscolo sipossono avere tutte leinformazioni utili per orientarsi

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Azienda agricola “IL RANCH”di Katia Martelli

Via Pisa, 8 (loc. Configni - Rieti)

PRODOTTI AZIENDALI

Ma come funziona lastagionalità del pesce?Le varie speciepescate nei nostrimari si possonotrovare tutto l’anno ein tutte le regioni. Ciòche ne definisci lastagionalità sono legrandi quantità in cui vengonocatturate in certi periodi e in certiluoghi, frutto dei naturali ciclibiologici. Questo ne determina unnetto calo del prezzo sui mercati,essendo disponibili in maggioriquantità rispetto al restodell’anno.

Nella ruota “Miglio Zero” diCampagna Amica sono riportatealcune specie che hanno queste

La ruota realizzata con ilsostegno dell’Unione Europea

per sapere quandoe quali pesci comprare.

Miglio zero. La nuova frontieradella stagionalità passa dal pescee dalla ruota che CampagnaAmica, con il progetto“La Campagna ti informa”cofinanziato dall’Unione Europea,ha realizzato per aiutare iconsumatori a conoscere cosaoffre il nostro mare. Sì perchéanche il pesce, ovviamente, ha lasua stagionalità e per averlofresco, locale e, appunto,stagionale, bisogna sapere qualepesce in quel momento si puòtrovare tra le acque chelambiscono il nostro Stivale.

caratteristiche e che, seacquistate in loco, a miglio 0,permettono di comprare pescefreschissimo a basso costo.Uno strumento utile, facile daconsultare e divertente anche peri più piccoli che possono cosìcominciare a capire l’importanzadel cibo e della stagionalità anchegrazie alle altre ruote semprefirmate Campagna Amica dellafrutta e della verdura.

APERTA UNA NUOVA BOTTEGAITALIANA A ROMA

STAGIONALITÀ DEL PESCE,IMPARA A CONOSCERECOSA OFFRE IL NOSTRO MARE

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