Chiropratica Nuovo Orizzonte della Salute # 15

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RIVISTA PUBBLICATA A CURA DELL’ASSOCIAZIONE PRO CHIROPRATICA ITALIANA. SPEDIZIONE IN ABB. POST. GR. III PUBB. INF. 70% - € 2,50 - Giugno 2009 - NUMERO 15 NUOVO ORIZZONTE DELLA SALUTE La chiropratica e l’Abruzzo Morbo di parkinson Le risaie vercellesi Anche i bambini sono stressati Lower X syndrome

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Rivista dell'Associazione Pro Chiropratica Italiana

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RIvIstA PUBBLICAtA A CURA dELL’AssOCIAzIONE PRO ChIROPRAtICA ItALIANA. sPEdIzIONE IN ABB. POst. GR. III PUBB. INf. 70% - € 2,50 - Giugno 2009 - NUMERO 15

NUOvO ORIzzONtEdELLA sALUtE

La chiropratica e l’Abruzzo

Morbo di parkinson

Le risaie vercellesi

Anche i bambini sono stressati

Lower X syndrome

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editore:Associazione Pro Chiropratica Italiana

redaZione:Ruelle Laurent Revel, 2 - 11017 Morgex (AO)

tel. 0165.800404 - fax 0165.801349www.chiropratica.com

E-mail: [email protected] responsabile: Enrica fERRI

registraZione:presso la cancelleria del tribunale civile

e penale di Aosta il 23-06-1995Pubblicità: A.P.C.I.

comitato di redaZione:Enrica ferri

Louise La RueAntonio Gil

Baiju Khanchandani

impaginaZione graFica e stampa:tipografi a Marcoz s.n.c.

Piazza E. Chanoux, 1 - 11017 Morgex (AO)tel. e fax 0165.809640

L’Editore non si assume alcuna responsabilitàcirca dati, opinioni o conclusioni espressi

dai vari collaboratori di questa pubblicazione.

di questo numero sono state stampate

15.000 copie

Sommariochiropratica e natura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 3il morbo di parkinson e la sindrome parkinsoniana . . . . . . . . . . . . . . . “ 4scienze, arte e fi losofi a. che cos’è veramente la chiropratica . . . . . . . “ 6emergenza terremoto in abruzzo: “mani che curano” . . . . . . . . . . . . . “ 12lower X syndrome: quando la lombare si fà sentire . . . . . . . . . . . . . . . “ 27Un silenzio che puo’ essere vinto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ 29anche i bambini sono stressati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ 32ecU - maggio 2009 - alghero “la chiropratica: una scienza vitale” . . “ 34le risaie vercellesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ 37nesting: fare il nido . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ 40la luciastove . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ 43a.e.c.c. anglo european chiropractic college . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ 46

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3Chiropratica - N. 15 - Giugno 2009

Chiropratica e naturaLouise La RuePresidente Associazione Pro Chiropratica Italiana

L’opinione del Presidente

Una volta l’uomo era molto più vicino alla natura, il mondo nel quale si vive-va era già di per sè stesso molto più in simbiosi con la natura e non esisteva la necessità impellente di doverlo ricor-dare costantemente. Ad esempio, dopo scuola noi, al contrario dei nostri figli, andavamo fuori a giocare nei campi con gli amici, ci arrampicavano sugli alberi, facevamo il bagno nei fiumi. I giovani erano molto più a contatto con la na-tura e scoprivamo crescendo i suoi lati positivi e negativi (quanto erano buone le ciliege colte sull’albero ma quanto fa-cevano male le sberle del proprietario dell’albero depredato o le cadute nel-le ortiche!). L’idea, la necessità di fare sport ai nostri tempi era poco svilup-pata in quanto non era una necessità ma un piacere, uno faceva sport perché era dotato per una disciplina sportiva, perché era un qualcosa in più rispetto alla vita di studente e non era un obbli-go che doveva supplire alle molte ore

passate davanti al computer o alla play station. La vita che facciamo da piccoli è la base della nostra vita futura: oggi i giovani nascono con la tecnologia e hanno soltanto un approccio molto in-tellettuale alla natura perchè non è più il loro modo di vivere: quanti sono, an-che in Italia, i bambini che non hanno mai visto una mucca, che non hanno mai colto una ciliegia o una mela o per i quali l’unico approccio con la natura è costituito dalla gita al mare la domeni-ca o sulla pista da sci in inverno?Le “grandi leggi dell’esistenza” sono universali e le ripartizioni disciplinari fra scienza biologica, scienza umana, zoologia, botanica, tutti questi settori ben delimitati, sono il prodotto del no-stro intelletto ma non corrispondono alle verità che sono coerenti con la fon-damentale esistenza e ragione d’essere della natura.Un grande filosofo francese, il botani-co Jean Marie Pelt afferma che “la sola idea nuova del XX secolo è l’ecologia”. Pelt prende ad esempio le orchidee: queste piante molto evolute sviluppa-no tantissime strategie di crescita, il che lascerebbe pensare che ci sia una intel-ligenza insita in tale comportamento: infatti sembra che non c’è solo l’intelli-genza del nostro cervello ma anche nel-la natura. Non la vediamo praticamente più perche siamo troppo condizionati dall’idea “dell’azzardo darwiniano” e del caos. Queste idee sono incontestabili ma ci hanno portato lontano, al punto di non vedere più il resto: questa capa-cità di coerenza, d’equilibrio, di armonia con la natura, il fatto che ci sia in lei un insieme di competizione e cooperazio-

ne, predazione e simbiosi… La natura funziona in un’armonia di contrari: lo Yin e lo Yang, il caldo e il freddo, l’alto e il basso, il bene e il male… Come potete vedere nell’articolo sul-la filosofia chiropratica presente nelle prossime pagine, la Chiropratica è sem-pre stata molto legata a questo concet-to di naturale, di vivere in armonia con queste “grandi leggi dell’esistenza uni-versali”.Il che ci porta anche ai tempi nostri: la Chiropratica e la Medicina, eterne sorel-le rivali e sempre in contrasto nel ten-tare di risolvere i problemi di salute dei pazienti!Eppure non è così: come potete vedere nell’articolo sul terremoto in Abruzzo la Chiropratica può convivere benissimo nell’ambito delle altre scienze della sa-lute per portare benefici unici e esclusi-vi all’uomo nel momento del bisogno e del dolore. Oramai che la Chiropratica in Italia è stata finalmente riconosciu-ta si aprono prospettive e possibilità sempre più attraenti per la nostra pro-fessione e il riconoscimento datoci dal-la Croce Rossa Italiana ne è una prova tangibile.Quale presidente dell’Associazione Pro Chiropratica Italiana esprimo, a nome mio e di tutti i soci, un ringraziamento enorme a tutti i chiropratici che hanno portato sollievo alle popolazioni e ai vo-lontari che hanno lavorato in Abruzzo. Grazie e continuate così a dimostrare l’efficacia e la potenzialità della chiro-pratica, in armonia con le leggi della natura anche quando si devono cor-reggere i danni che la natura, nella sua imparzialità, ci può infliggere!

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Dr. Cavedoni Elio D.C.

Chiropratica e scienza

Il morbo di parkinsone la sindrome parkinsoniana

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La sindrome parkinsoniana è tra le pato-logie più diffuse in neurologia, ma non è sinonimo di morbo di Parkinson: i sintomi tipici sono il tremore, l’acinesia (povertà e lentezza di movimento) e l’ipertonia (rigi-dità), spesso difficile da diagnosticare in

quanto l’insorgere della malattia è lento e insidioso e con segni clinici comuni ad altri stati patologici (tipo astenia, affatica-mento, dolori diffusi, depressione). Mi è già capitato di ricevere in studio pazienti affetti dal morbo di Parkinson, qualcuno

non ancora diagnosticato: in questo caso particolare, la paziente avanzava a picco-li passi e teneva il braccio destro flesso, l’espressione del viso cupa, la firma era una grafia piccola e lievemente disordi-nata, il tremore alla mano appena percet-tibile e lamentava lombalgia e podalgia (dolore al piede destro). Consultare il chiropratico le fu d’aiuto, non tanto per il tipo di prestazione che avrebbe ricevu-to, quanto per scoprire l’origine dei suoi sintomi e capire che sarebbe stato neces-sario l’intervento di uno specialista in ma-teria, un neurologo, la cui collaborazione apportò alla sofferente notevoli benefici.Nel morbo di Parkinson il tipo di lesioni e carenze di tipo chimico riguarda il siste-ma nervoso centrale (alterazioni della so-stanza nera e del corpo striato e riduzione di un neurotrasmettitore, la dopamina), le cui cause sono ancora sconosciute (anche se si sospetta una possibile ag-gressione di tipo virale, durante l’infanzia, possibile) ;le sindromi parkinsoniane pos-sono derivare invece da tumori cerebrali, intossicazioni, trattamenti farmacologici, processi encefalitici e/o arteriosclerotici, cause vascolari quindi, traumi (soprattut-to quelli ripetuti, probabile esempio ne è il famoso pugile Mohamed Ali).Il tremore è detto comunemente “da ripo-so” in quanto, oltre ad attenuarsi notevol-mente o scomparire durante i movimenti volontari (lo si può osservare chiedendo al soggetto di prendere un oggetto), la riduzione di questo sintomo si osserva effettivamente durante il sonno, cioè a riposo, ed è accentuato invece in caso di stress emozionale o di sforzo intellet-tuale. Raramente questo tipo di tremore affligge testa e collo (come nel caso del

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5Chiropratica - N. 15 - Giugno 2009Chiropratica e scienza

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tremore senile).L’ipertonia si manifesta come marcata rigidità cedente a scatti quando si tenta di allentarla (collo, tronco, spalle, ginoc-chia, anche, ma tutti i muscoli ne sono interessati) e soprattutto a livello dei mu-scoli fl essori (ecco perché il braccio fl esso della paziente poteva insospettire), per cui è estremamente faticoso mobilizzare passivamente il paziente, anche perché suo malgrado diffi cilmente riesce a col-laborare. Ciononostante tale condizione

non impedisce di realizzare il trattamen-to chiropratico, il quale viene eff ettuato come per qualsiasi altro paziente.L’acinesia si presenta come se il paziente volesse risparmiare ogni suo gesto o mo-vimento (rifl ettuto e ritardato). L’andatu-ra è strascicata e a piccoli passi. Inoltre la mimica facciale è ridotta (a volte come se in presenza di paralisi), persino la deglu-tizione, tant’è che uno dei segni associati è l’accumulo incontrollato di saliva nella cavità orale; la grafi a è piccola (microgra-

fi a) e disordinata, la voce monotona e le parole debolmente articolate. Parados-salmente può capitare di osservare la presenza di movimenti bruschi in deter-minate condizioni (stress in genere).È possibile osservare aumento della su-dorazione e della secrezione sebacea, così come una sorta di “perseverare in-tellettuale” nonostante si provi che il paziente abbia torto. Malgrado ciò il soggetto conserva l’integrità mentale (quando non minata da altre condizioni patologiche).Questa varietà di sintomi non si presenta necessariamente allo stesso tempo.L’intervento del chiropratico è coadiu-vante, associato alle cure specialistiche del caso, nel migliorare, per quanto pos-sibile, la qualità di vita del paziente aff et-to da questo tipo di patologia, che si ma-nifesta essenzialmente tra i 40 e i 70 anni (ma presente anche in età più giovane), un’età cioè che può essere maggiormen-te soggetta alle più comuni disfunzioni motorie che, associate alla malattia, ne aggravano sicuramente la sintomatolo-gia. Oltretutto il trattamento chiropratico mira al miglioramento delle trasmissioni neurologiche (oltre che delle funzioni motorie propriamente dette e delle sin-dromi dolorose) per cui non è escluso, anche se diffi cilmente dimostrabile, che possa avere ripercussioni a livello centra-le per questo tipo di problematiche.

Nato a torino nel 1972, il dr. Cavedoni Elio d.C. ha studiato e conseguito la laurea in Chiropratica presso l’“Isti-tuto franco Europeo di Chiropratica” (IfEC) a Parigi in francia, scuola riconosciuta dal C.C.E. (Chiropractic Council of Education) . Membro dell’ Associazione Italiana Chiropratici, esercita la professione a torino presso la Chiropratica s.C. e dal 2006 collabora con lo staff medico della Juventus f.C., squadra di serie A del campio-nato italiano di calcio.

Breve curriculum vitae

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Al fine di capire veramente che cos’è la chi-ropratica vi invito a leggere il sunto dei libri verdi scritti da D.D. Palmer all’inizio della sua carriera di chiropratico. Nel riassunto di ogni libro vengono toccati i principali punti salienti che caratterizzano l’essenza della professione chiropratica.

libro verde 1PERChé PARLARE dI fILOsOfIA ChIROPRAtICA?La chiropratica non ha una filosofia... la chi-ropratica è una filosofia!spesso quando i chiropratici si riunisco-no, parlano di filosofia, eppure raramente li sentirete parlare di Platone o Aristotele, o paragonare Nietzsche a Emerson. La fi-losofia che li interessa di più, quella di cui discutono, è la filosofia chiropratica ovve-rosia i credo e le basi dell’intera professio-ne chiropratica.Molte persone trovano strano che la chiro-pratica abbia la sua filosofia. dopo tutto, le altre professioni non si basano su una filo-sofia: avete mai sentito parlare di filosofia pediatrica, di filosofia contabile o di filoso-fia legale? Perché allora la chiropratica ha una sua filosofia? forse, in qualche modo, dire che la chiropratica ha una filosofia è fuorviante.secondo il dottor B. J. Palmer, lo sviluppa-tore della chiropratica (il cui padre, d. d. Palmer, ne è stato lo scopritore nel 1895) la chiropratica è filosofia oltre ad essere scienza ed arte. La chiropratica non è so-lamente un metodo per aggiustare la co-lonna vertebrale o correggere problemi di curvature, è una serie di credenze e opinio-ni che riguardano il corpo umano e il natu-rale ordine delle cose dell’universo. Questi credo, questa filosofia sono il perché della

chiropratica. La scienza e l’arte della chiro-pratica (ad esempio le specifiche tecniche di aggiustamento) sono state sviluppate e sono usate in accordo a tale filosofia. La chiropratica è unica sotto tale aspetto. Le altre professioni non sono basate su una serie di principi immutabili. La professione legale, ad esempio, si occupa di un siste-ma di leggi e statuti che vengono modifi-cati molto velocemente, ad esempio fino a poco tempo fa non esisteva nel codice

della strada un sistema di penalità di pun-ti in caso di infrazioni al codice. Anche le singole azioni possono essere interpretate differentemente dipendendo dal giudice o dalle circostanze: privare una persona del-la vita può essere considerato omicidio, in-cidente, delitto passionale o premeditato con pene differenti; non esiste un codice unico ed universale per giudicare tali azio-ni. Gli avvocati devono lavorare con leggi e regole che cambiano con il tempo, luogo

Filosofia Chiropratica

Scienze, arte e filosofiaChe cos’è veramente la chiropraticaDr. Eddy Pellissier D.C., C.C.S.P.Già Presidente Associazione Italiana Chiropratici

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7Chiropratica - N. 15 - Giugno 2009Filosofia Chiropratica

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geografico e tabù sociali. Lo stesso dicasi per i contabili: ogni finanziaria cambia le regole a cui bisogna sottostare. Anche la medicina cambia i suoi parametri secondo le ultime scoperte scientifiche: fino a poco tempo fa era routine operare di tonsille o di appendicite mentre oggi tali operazioni sono molto rare. Nella chiropratica le azioni e i principi di base non cambiano e sono immutabili. La com-prensione di tali credo può essere approfon-dita e le tecniche possono essere migliorate ma la dottrina di base rimane costante. L’im-portanza della filosofia per la professione chiropratica non potrà mai essere sottoline-ata troppo perché è la base di tutto ciò che un chiropratico con “principi” fa. secondo uno dei primi filosofi chiropratici, il dottor Ralph stephenson, d.C la filosofia “è la spiegazione di tutta la chiropratica e la differenza tra un bravo chiropratico e uno mediocre è che quello bravo ha una varie-tà enorme di principi nel cervello mentre quello mediocre ne ha pochi e un chiro-pratico mediocre ha la tendenza a sostitui-re la conoscenza con la strumentazione.” Nonostante esistano tanti principi chiro-pratici, i fondamentali sono:

Esiste un’intelligenza universale che •permea tutta la materia, che le fornisce continuamente e totalmente le sue pro-prietà ed azioni, mantenendola perciò in esistenza e permettendole nel contempo di esprimersi;La funzione dell’Intelligenza Innata del •corpo è quella di adattare le forze univer-sali e la materia ai bisogni del corpo;La missione dell’Intelligenza Innata del •corpo è quella di mantenere in uno stato di organizzazione attiva il tessuto vivente di un corpo (salute);L’interferenza nella trasmissione delle •forze Innate causa non coordinamento ovverosia Mal-essere (da non confondere con malessere dove Mal-essere è inteso come non funzionamento perfetto delle

attività del corpo che è differente da ma-lessere che significa presenza di sintomi negativi.).

La filosofia chiropratica è la ragione d’esse-re del chiropratico: le tecniche possono es-sere copiate, le mosse duplicate, la nostra manualità può essere chiamata medicina manuale, osteopatia, manipolazione ma la ChIROPRAtICA sarà sempre l’insieme di arte, scienza e filosofia.La chiropratica è sopravvissuta a 114 anni di battaglie e lotte per non essere inglo-bata e assorbita dalla medicina allopatica e finché esisterà la filosofia e i chiropratici continueranno a vivere e lavorare secondo tali dettami, la chiropratica continuerà ad essere l’unica professione differente con una risposta tutta sua ai problemi di be-nessere dell’umanità.

libro verde 2RAGIONAMENtO INdUttIvOIl ragionamento induttivo fa dal piccolo al grande, dalla parte all’insieme, da uno a tutti.se doveste misurare 20 carote e trovaste che sono tutte di lunghezza compresa tra i 15 e i 20 centimetri, potreste concludere che tutte le carote rientrano in quell’inter-vallo dimensionale. Il procedimento logi-co utilizzato per trarre tale conclusione è detto ragionamento induttivo. secondo il filosofo John stuart Mill, suo principale fautore, utilizziamo il ragionamento in-duttivo quando concludiamo che “ciò che è vero di alcuni individui di una classe, è vero dell’intera classe, o ciò che è vero in

un dato momento sarà vero sempre, in cir-costanze simili”. Questa logica, egli sosteneva, è possibile perché vi è una certa “uniformità” nella na-tura e ciò consente di trarre tali conclusio-ni. L’esempio classico usato per illustrare il ragionamento induttivo è il “fatto” che tutti gli uomini sono mortali. Per dimostra-re questo “fatto”, tuttavia, tutti gli uomini dovrebbero essere già morti. Ovviamente, alcuni di noi sono ancora in circolazione! Come possiamo allora essere certi che uno di noi non vivrà per sempre? Non possia-mo. Eppure, attraverso il ragionamento in-duttivo, possiamo concludere che vi è una probabilità estremamente alta che tutti gli esseri umani siano mortali. Molte “leggi” scientifiche sono il risulta-to del ragionamento induttivo anche se si tratta di una questione di probabilità. L’astronomo Giovanni Keplero, per esem-pio, annotò la posizione del pianeta Marte in vari punti della sua orbita. Basandosi sul presupposto che le orbite naturali conser-vano una geometria uniforme, indusse che l’orbita doveva essere di forma ellittica. In effetti, se si dovesse veramente calcolare la posizione del pianeta in tUttI i punti della sua orbita, risulterebbe che esso descrive un’ellisse quasi perfetta. Nessuno ha mai scoperto un pianeta che non segua questo principio, passato alla storia come “Legge di Keplero” dell’orbita planetaria. O meglio, nessuno ha trovato un’eccezio-ne finora. Con il progredire dello studio dell’universo, non possiamo sapere con

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certezza che cosa scopriremo. Altri fatti “scientifici” stabiliti mediante il ragiona-mento induttivo sono crollati in seguito alla scoperta di un nuovo dato. Il punto debole del ragionamento induttivo, dun-que, è il fatto che esso si affida a una cono-scenza parziale per trarre conclusioni circa la “verità”. Nel caso della scienza medica, questo punto debole può avere conse-guenze dannose, se non tragiche. Quando i ricercatori medici traggono le loro con-clusioni su ciò che va bene per tUttE le persone sulla base di quello che, secondo le loro osservazioni, va bene per ALCUNE persone, corrono il rischio di causare un danno irreparabile a molti. Prendiamo l’esempio dell’appendicecto-mia. I medici studiarono a lungo quest’or-gano curioso, l’appendice, senza riuscire ad attribuirgli alcuno scopo utile. Conclu-sero, pertanto, che non ne aveva alcuno. Quando si infiammava o comunque dava problemi, si limitavano a tagliarlo via. Ci sono voluti anni alla professione medica per ammettere che il ragionamento era scorretto e cercare altri metodi di tratta-mento dell’appendicite. tuttavia, la scienza medica sostiene an-cora a spada tratta altre sue conclusioni, malgrado il fatto che anch’esse siano state tratte tramite il ragionamento induttivo. di più, si attiene alle “regole” con una rigidità che spesso non lascia spazio alle differen-ze tra gli individui. Gli scienziati hanno sco-perto che la temperatura media dell’essere umano è di 37 gradi Celsius. se il termo-metro segna 37,3, diranno che “abbiamo la febbre” e ci somministreranno farmaci per riportare la temperatura alla “normalità”. Il problema di questo tipo di ragionamen-to è evidente. Nessuno corrisponde alla perfezione (per altezza, peso e persino per temperatura corporea) al profilo dell’essere umano “medio”. È errato concludere che la temperatura corretta per tutti i membri della razza umana debba corrispondere per

forza alla temperatura “media” di un cam-pione limitato di membri di questa razza. Per i produttori di abbigliamento è eviden-te da tanto tempo: ogni persona è diver-sa. Magari tutti avessero esattamente la stessa taglia! Non dovrebbero prendersi il disturbo di fabbricare i loro capi nelle ver-sioni small, medium e large. E anche così, sembra impossibile, a volte, trovare un abi-to davvero calzante: l’unica soluzione per una vestibilità perfetta è farsi realizzare ar-tigianalmente un capo su misura.se andiamo dal sarto e ordiniamo un abito nuovo, qualcuno prenderà esattamente le nostre misure. ve lo immaginate un sarto che vi dica: “l’uomo medio è un metro e settantacinque di altezza, 80 chili di peso e 86 centimetri di interno gamba. Userò queste misure per rifarle il guardaroba”? di certo andreste di filato da un altro. E tuttavia, per il totale affidamento al ra-gionamento induttivo, la scienza e in par-ticolare la scienza medica utilizza diagnosi, rimedi e farmaci “preconfezionati”. In altre parole, per realizzare un “guardaroba”, pro-cede d’ufficio usando solo misure “medie”. C’è da meravigliarsi che raramente i loro abiti calzino a pennello?

libro verde 3RAGIONAMENtO dEdUttIvORagionamento deduttivo: la somma delle parti è maggiore delle parti stesse!Come abbiamo visto nel libro verde 2, il ragionamento induttivo va dal piccolo al grande. Ovvero fa osservazioni su singole parti e, sulla base di tale conoscenza, trae conclusioni in merito all’intero. Il ragiona-mento deduttivo capovolge questa mo-dalità di pensiero. Parte da una premessa maggiore e, sulla base di quell’idea, de-duce la verità relativa a ogni singola parte dell’intero. supponiamo, per esempio, di accettare come premessa maggiore che “dire una bu-gia è sbagliato”. Una volta deciso che que-

sta premessa è “vera”, ne seguirà automa-ticamente, per deduzione, che è sbagliato se mentiamo noi, se mente l’uomo giù in strada, se mente il governante di un paese straniero, se mente chiunque. La premes-sa fondamentale si applica a tutto, in ogni tempo e in ogni luogo, senza eccezioni. Molte delle premesse su cui basiamo il ragionamento deduttivo sono universal-mente accettate, in quanto considerate “verità autoevidenti”. sono gli assiomi, che devono semplicemente esser dati per ac-quisiti perché non possono o non devono essere dimostrati. Una delle premesse più comunemente note è che “tutti gli uomini sono creati uguali”, giudizio che costituisce il fonda-mento della Costituzione degli stati Uniti. I fondatori di questo paese hanno ricono-sciuto la validità di tale precetto in virtù di un innato senso di moralità e umanità. Non è parso loro che avesse bisogno di “di-mostrazioni”.Ad altre premesse si giunge attraverso un’analisi lunga e rigorosa. Per esempio, gli scienziati hanno formulato una teoria sui “buchi neri” sulla base di premesse fonda-mentali relative a gravità e massa. Per anni e anni non hanno trovato un solo esempio di tale fenomeno, ma ciò non ha diminuito la loro fiducia nella verità della premessa. se i principi fondamentali erano corretti, allora la premessa dOvEvA essere corretta. Alla fine, sono riusciti a trovare i dati fisici che confermavano la premessa. La premessa più importante della filosofia chiropratica è questa: vi è un ordine intelli-gente nell’universo, il quale conferisce alla materia le sue proprietà ed azioni, preser-vandone così l’esistenza. Un principio che sta giungendo a essere ugualmente accet-tato dalla “nuova” fisica quantistica, astro-nomia, biologia e da molte altre scienze. Nessuno può più studiare l’universo e con-tinuare a credere che questo, ed ogni sua parte, siano casuali. vi è un ordine che lo

Filosofia Chiropratica

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organizza e gli consente di sopravvivere e permanere. Una volta accettata questa premessa mag-giore che l’universo nel suo complesso è guidato da un ordine intelligente pos-siamo logicamente concludere che an-che ogni parte dell’universo è guidata da quell’intelligenza. E ciò vale per ogni cosa, in ogni luogo e in ogni tempo. Proprio come vi sono dei punti deboli nel ragionamento induttivo, anche quello de-duttivo può presentare dei vizi. Il rischio più evidente si corre nella formulazione e nell’accettazione della premessa maggio-re. Gli assunti devono essere autoevidenti al punto che nessuna persona sensata po-trebbe possibilmente obiettare (tutti gli uomini sono creati uguali), o tali da poter essere dimostrati mediante studi clinici od osservazioni fisiche (i buchi neri esistono). Non si può adottare una premessa solo per ragioni di cieca fede, contro ogni evidenza (la terra è piatta, una premessa che un tem-po era considerata un “fatto” acquisito).Per arrivare alla verità, è meglio usare una combinazione di logica deduttiva e logica induttiva. Cominciando con il ragiona-mento deduttivo, possiamo formulare una premessa fondamentale da cui far seguire tutto il resto. Poi, attraverso studi clinici e ragionamento induttivo, possiamo verifi-care l’accuratezza della premessa. A differenza di gran parte della medicina moderna, la chiropratica sfrutta questa combinazione ideale. Prende le mosse dalla premessa maggiore che vi è un or-dine dell’universo. Procedendo da questo assunto, può presupporre che anche ogni parte dell’universo, compreso l’organismo umano, sia organizzata in modo ordinato, intelligente. La chiropratica è stata concepita sulla base di questa premessa, quale modo per ri-durre al minimo le interferenze a questo ordine naturale all’interno dell’organismo umano. Ma la chiropratica non si ferma a

questo. Essa utilizza anche il metodo in-duttivo per studiare gli individui e correla-re quei casi specifici al quadro “più grande”. La sua estesa attività di indagine e ricerca ha contribuito a dimostrare, in termini concreti e scientificamente accettabili, l’ef-ficacia della chirorpatica stessa e la verità sottesa alla sua filosofia. Ma, per il chiropratico, l’enfasi resta sulla “Grande Idea”, la premessa maggiore in cui sono radicate tutte le conoscenze e le conclusioni. Poiché solo quando vediamo con chiarezza quella grande idea possia-mo arrivare a conoscere le verità relative a ognuno di noi e a ogni essere vivente dell’universo.

libro verde 4INtELLIGENzA UNIvERsALENulla nell’ordine naturale dell’universo è dovuto al caso…la nostra esistenza non è dovuta solamente alla “fortuna”Poiché la chiropratica è una scienza de-duttiva, prende le mosse da una premessa maggiore su cui si fondano tutte le altre conclusioni. Quel primo assunto è che in tutta la materia vi è una Intelligenza Uni-

versale che le conferisce costantemente ogni sua proprietà e azione, mantenendo-la in essere. Questa premessa non fu adottata per mo-tivi di cieca fede o di fervore religioso. È una conclusione fondata sull’osservazione di dati fisici. Guardatevi intorno. vi sembra logico pensare che ogni cosa nell’universo sia il risultato di una mera selezione casuale o della “fortuna”? È “fortuna” il fatto che l’ala di un uccello sia perfettamente concepita per il volo fino all’ultima penna? È un puro “caso” che le radici di una pianta si sviluppi-no verso il basso, attraverso il terreno (dove troveranno acqua e minerali), e che le sue foglie crescano invece verso l’alto (dove troveranno luce solare e aria)? se l’universo fosse davvero il mero frutto del caso, do-vrebbe esserci almeno qualche pianta con le radici per aria e le foglie seppellite sotto-terra. Ne avete mai vista una così? Pensare che l’universo sia privo di organiz-zazione intelligente è come ritenere che le piramidi di Giza siano il risultato di una frana. Le piramidi avrebbero mai potuto derivare da un’azione casuale? E l’Empire state Building? L’ala di un uccello? Le radici

Filosofia Chiropratica

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e le foglie di una pianta?Proprio come è necessaria l’intelligenza umana per creare e preservare le meravi-glie dell’architettura, così ci volle intelligen-za per creare le “meraviglie” naturali che ci circondano. Naturalmente l’intelligenza umana non potrebbe essere responsabile del complesso ordine dell’universo: non ha nemmeno cominciato a comprenderne una minuscola parte! E se non si trattava di intelligenza umana, doveva essere qualcosa di più grande. Quel “qualcosa” è ciò che noi chiamiamo Intelli-genza Universale. Non sappiamo che cosa sia, da dove venga, quale sia il suo fine, né se ne abbia uno. sappiamo solo che deve esistere, o non esisterebbe nient’altro! Questa Intelligenza Universale è dio? Nes-suno lo sa. Non c’è modo di “dimostrare” l’esistenza di dio o di descrivere le caratte-ristiche di dio. Non c’è modo di “dimostra-re” l’esistenza dell’Intelligenza Universale o di descrivere le sue caratteristiche. Come si può dunque stabilire se rappresentino la stessa cosa? Alcuni credono che dio sia la fonte di quell’Intelligenza Universale. Altri possono accettare il concetto di Intelligenza Univer-

sale senza nemmeno credere nell’esisten-za di un dio. Comunque sia, grazie all’os-servazione e al ragionamento deduttivo, sappiamo che una tale intelligenza deve esistere al fine di evitare che la materia precipiti nel caos. Nell’Era della tecnologia in cui il metodo scientifico regnava supremo tali nozioni erano spesso criticate come “non scientifi-che”. Ciò che i critici intendevano, in realtà, era che la premessa non poteva essere di-mostrata e non ci si poteva arrivare attra-verso il ragionamento induttivo. Natural-mente ciò valeva anche per affermazioni come “tutti gli uomini sono creati uguali” o per l’esistenza nello spazio di “aspirapolve-ri” chiamati buchi neri (teoria anch’essa di-sprezzata al suo primo apparire). tuttavia, il primo di questi due assiomi non richiede dimostrazione e il secondo era considera-to valido anche prima di essere dimostra-to. Lo stesso si può dire della premessa dell’Intelligenza Universale: è una “verità” così basilare che trascende la scienza e a essa si può giungere solo attraverso la lo-gica deduttiva. Oggi, con l’espandersi della scienza nella “nuova fisica” e nella meccanica quantisti-

ca, viene accettata una visione più ampia. si coltivano nuove idee e il ragionamento deduttivo è riconosciuto quale valida for-ma di logica. finalmente si comincia a dare per acquisita la consapevolezza che deve esistere un’Intelligenza Universale. I chiropratici sorridono all’idea che la “scienza” stia “scoprendo” solo oggi questa idea. dopo tutto, l’intera loro professione è costruita su quella semplice eppur profon-da verità. I dottori in chiropratica compren-dono che l’intero universo è governato da ordine e intelligenza. Per deduzione, san-no anche che questo ordine e questa intel-ligenza si applicano a ogni parte dell’uni-verso, compreso l’organismo umano. Questa conclusione porta direttamente a un’altra premessa essenziale della filosofia chiropratica. Un essere vivente ha nel pro-prio organismo un’Intelligenza Innata, che viene denominata appunto così.Non si dà, in filosofia chiropratica, altra parola tanto pregna di significato quanto il termine “innato”, poiché esso si riferisce al solo elemento che distingue i viventi dai non viventi, ed è la ragione per cui la chi-ropratica esiste.

libro verde 5INtELLIGENzA INNAtAIn tutte le cose c’è un’intelligenza innata che le indirizza verso la strada della saluteLa prima cosa che dobbiamo fare, trattando di “Intelligenza Innata”, è chiarire il concetto di intelligenza. È importante comprendere che non stiamo parlando di istruzione o della capacità di apprendimento. Gli esseri umani possono andare a scuola e fare corsi di programmazione al computer oppure, viaggiando, possono assimilare varie lin-gue straniere, ma non è questo che inten-diamo quando diciamo “intelligenza”. L’intelligenza di cui parliamo è la “conoscen-za” con cui ogni entità vivente è nata e che le consente di adattarsi all’ambiente al fine di sopravvivere. se mettiamo una pianta

Filosofia Chiropratica

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Filosofi a Chiropratica

sul davanzale della fi nestra, nel giro di una giornata la vedremo rivolgere le foglie alla fonte luminosa. se la giriamo dall’altra par-te, volgerà di nuovo e altrettanto rapida-mente le foglie verso la luce, che le consen-te di svolgere le sue normali funzioni. La pianta non fa uso della logica per capire che ha bisogno di luce, né decide di volta-re le foglie verso la fi nestra. Non “pensa” e non è autocosciente. Eppure, l’intelligenza che possiede le consente di passare da un minuscolo seme a un esemplare rigoglio-so, di mettere radici nel terreno per trovare acqua e sostanze nutritive, di aspirare alla luce e all’aria e di sfruttarle per trasformare questi elementi in altre foglie, radici, ger-mogli e, infi ne, in nuovi semi che, traspor-tati dal vento, ricominceranno da capo il processo altrove. Non azione casuale, ma intelligenza. Non apprendimento, ma co-noscenza innata. intelligenza innata.Ma che cos’è questa intelligenza? da dove viene? Come funziona? Nessuno conosce la risposta a queste domande. Gli esseri viventi non sono aggregati casuali di mo-lecole ed atomi. sono tutti organizzati in entità funzionali che si adattano al loro ambiente. Pertanto, accettiamo come principio fondamentale il fatto che nell’or-ganismo sussista un ordine, ordine che abbiamo deciso di chiamare Intelligenza Innata. Ma, come nel caso dell’Intelligen-za Universale, non abbiamo la capacità di comprendere esattamente che cosa sia e

come funzioni questa intelligenza. sappia-mo solo che esiste. Nell’essere umano, è l’Intelligenza Innata che dice al neonato quante volte il suo cuore deve battere al minuto, come in-gerire e digerire i nutrienti ed eliminare le scorie, come produrre e utilizzare globuli bianchi per combattere le infezioni, come comunicare i propri bisogni per richiedere assistenza esterna. Nessuno deve insegna-re al bambino queste cose. tuttavia, l’Intelligenza Innata può solo gui-dare il funzionamento interno di quel bam-bino. Non può consentirgli di manipolare il suo ambiente o di fare più di ciò che il suo organismo può permettere. Non potrà, per esempio, se ha fame, camminare fi no al frigorifero e prendersi uno spuntino (non più di quanto una pianta possa accende-re una lampada se la luce è insuffi ciente). Quell’azione richiederà apprendimento e pratica più che non l’Intelligenza Innata. da notare che ogni essere vivente possie-de il 100% dell’Intelligenza Innata che gli occorre. Non vedrete mai una pianta che “sa” che le sue radici devono svilupparsi nel terreno, ma non “sa” che le foglie devo-no crescere verso l’alto, in direzione della luce. Potete immaginare una povera pian-ta che sospinge verso il basso sia le foglie che le radici perché ha solo il 50% dell’In-telligenza Innata?se un’entità è viva, possiede il 100% dell’In-telligenza Innata che le serve. In più, per de-

fi nizione, l’Intelligenza Innata è sempre nor-male e la sua funzione è sempre normale. Ciò signifi ca che il nostro organismo “sa” esatta-mente che cosa gli occorre e come adattarsi all’ambiente per funzionare al meglio. se la nostra salute fi sica ed emotiva fa-cesse assegnamento esclusivamente sull’Intelligenza Innata, saremmo tutti “perfettamente” sani. Ma in gioco entra-no anche altri fattori. Un carpentiere sarà anche esperto nella costruzione di un ta-volo, ma se ha il braccio ingessato e non può applicare una forza al martello, o se gli mancano gli strumenti adatti, il tavolo non gli riuscirà molto bene. l’intelligenza innata è un esperto che fa funzionare il nostro organismo, ma se è ostacolata dalla mancanza di forza (energia innata) o dalla mancanza degli strumenti adeguati (materia innata), il ri-sultato sarà al di sotto del funzionamento normale. Questi tre elementi - Intelligenza Innata, Energia Innata e Materia Innata co-stituiscono la “trinità della vita”.Poiché l’Intelligenza Innata di una persona ha la “competenza” necessaria a preservare adeguatamente quell’organismo, i chiro-pratici non si rivolgono a questo ambito. Né si interessano degli “strumenti” di cui ogni persona è provvista: l’organismo stes-so e gli organi interni. Oggetto della loro pratica è l’Energia Innata o forza, che rap-presenta il collegamento tra l’Intelligenza Innata e la Materia Innata.

Chiropratico dal 1983, laurea conseguita presso il Canadian Memorial Chiropractic College, a toron-to (Canada), dopo anni di esperienza in quel paese rientra in Italia nel 1991 e per otto anni detiene la presidenza dell’Associazione Italiana Chiropratici dal 1995 al 2003.si specializza in chiropratica sportiva (è maestro di sci fi n dal 1975) e nel corso degli anni si occupa delle squadre nazionali italiane di snowboard, sci nautico, ski-arc e skyrunning. Nominato “Chiro-pratico dell’anno” dall’AIC nel 2000. Relatore in vari congressi, da alcuni anni si occupa di scrivere articoli e diff ondere la chiropratica attraverso tutti i canali possibili tenendo anche lezioni di fi losofi a chiropratica nelle scuole di chiropratica europee.

Breve curriculum vitae

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12 Chiropratici per l’Aquila

Mai come durante il verificarsi di un disastro naturale l’essere umano è così improvvisamente e drammaticamente messo di fronte al crollo di tante sue il-lusorie certezze. In quello che la nostra mente percepisce come un nanosecon-do di tempo vengono spazzate via le no-stre fondamentali sicurezze, lasciando al loro posto enormi crepe nelle fonda-menta della nostra psiche. durante un terremoto “il mondo, l’emblema stesso di tutto ciò che è solido, si muove sot-to i nostri piedi come una crosta sopra un elemento liquido” (Charles darwin). L’impetuosità del movimento violento del terreno non fa distinzione fra classi sociali, razze o religioni, mettendo città intere in ginocchio e causando grave distruzione e perdita di vite umane. sono decine di migliaia le scosse tellu-

riche registrate nell’aquilano, a partire da quella di magnitudo 5,8 della scala Richter che alle ore 3:32 del 6 aprile scorso ha devastato la zona e capovol-to le sorti di una popolazione durante il sonno. L’Italia è una delle nazioni si-smicamente più attive d’Europa ma un terremoto di queste dimensioni è inso-lito: con quasi 300 morti e più di 70 mila sfollati ha causato uno stato di emer-genza nazionale che ha mobilitato l’in-tero paese nell’opera dei soccorsi. Palazzi eretti, persone per la strada, auto e mezzi pubblici in circolazione ad un primo impatto facevano apparire la città funzionante ingannando l’occhio poco vigile. Ma un’osservazione più ac-curata faceva percepire che c’era in re-altà qualcosa di surreale. Giravi l’angolo e vedevi le prime crepe nelle strutture

pubbliche, case polverizzate al suo-lo, infrastrutture inagibili con macerie ovunque e la forte presenza di perso-nale in uniforme. Poi, quando scendeva la notte, ovunque guardavi ti accorgevi che le case non avevano alcuna luce ac-cesa perché i loro proprietari erano al-loggiati negli alberghi della costa adria-tica oppure in una delle tante tende blu ammucchiate come fossero centinaia di cloni, comprensibilmente a disagio e con poca intimità. Camminando fra gli sfollati nelle tendo-poli di quella che prima era l’emblema di una città fiera e prosperosa si respira-va nell’aria la gravità della devastazione che c’era di fronte. si incrociavano per-sone che vagavano senza una meta e senza orari da rispettare, senza risposte a come tutto ciò fosse potuto accade-re. Alcune si interrogavano su come af-frontare il mutuo per una casa che non esisteva più, paralizzate da un senso di precarietà.Occhi con lo sguardo perso, triste, in-certo, che rispecchiavano un bruciante tormento interiore e paure profonde di anime frantumate da riferimenti spazzati via ed affetti persi per sempre, si mescolavano in un mare di divise e di uniformi di vari colori. Erano presen-ti specialisti di tutti i tipi, clown per di-strarre i più piccoli e psicologi per i più grandi che si davano da fare per ripa-rare uno stato psicologico duramente provato. sembrava la scena di un film, tanto era lontana dalla vita quotidiana conosciuta. Invece questa era ed è la realtà degli Aquilani nel loro periodo più buio.

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Emergenza terremoto in Abruzzo:mani che curanoDr. Patricia De Luca, D.C., C.C.S.P.

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13Chiropratica - N. 15 - Giugno 2009Chiropratici per l’Aquila

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il primo interventodei chiropraticiNella gara di solidarietà che ha visto impegnate tante persone nell’opera di aiuto alla popolazione aquilana colpi-ta dal sisma, noi chiropratici ci siamo mossi rapidamente cercando di lenire la fatica di chi si è dedicato fisicamente ai soccorsi. Cinque giorni dopo la prima scossa, su iniziativa di alcuni chiropratici dell’Abruzzo, un piccolo gruppo di chi-ropratici da Pescara e Roma si erano già recati nella zona terremotata con i loro lettini portatili in mano. Nonostante la loro presenza iniziale non fosse ufficia-

lizzata e non sapessero cosa aspettarsi, avevano ottenuto il permesso di orga-nizzare due presidi con l’intento di aiu-tare quante più persone potevano. Con l’appoggio dell’Associazione Italiana Chiropratici (A.I.C.), si erano accordati con la Croce Rossa Italiana (C.R.I.) per un primo ‘periodo di prova’ per trattare i volontari nelle aree di soccorso. “Nei primi giorni”, racconta la dr.ssa Jennifer Lovern, “eravamo rigidamente confina-ti nelle zone a noi assegnate dovendo stare attenti a non interferire con i soc-corsi”. Ma dopo pochi giorni l’esitazione iniziale si è tramutata in entusiasmo per

i benefici che i soccorritori riscontravano grazie ai trattamenti chiropratici, tanto che la Croce Rossa ha invitato la squa-dra ad estendere il proprio servizio dai campi di Paganica e s. Gregorio al cam-po base della C.R.I. all’Aquila. Nella setti-mana successiva i chiropratici sono stati invitati dai vigili del fuoco (vf) ad ope-rare anche nella loro caserma principale dell’Aquila e nel campo base dei vigili del fuoco (all’interno della scuola della Guardia di finanza) situato a Coppito.

collaborazione Ufficialeda quello che era partito come un pic-

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14 Chiropratici per l’Aquila

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colo gesto di solidarietà da parte di per-sone che avevano vissuto il terremoto da vicino, si è sviluppato un progetto di collaborazione fra l’Associazione Italia-na Chiropratici (associazione ufficiale riconosciuta a livello mondiale che re-gola la professione chiropratica in Ita-lia), la Croce Rossa e i vigili del fuoco. seguendo un appello dell’A.I.C., circa 40 chiropratici membri dell’associazione sono accorsi finora da ogni parte d’Italia lasciando i loro studi privati e dedican-do il loro tempo e la loro professionalità all’impegno “Chiropratici per L’Aquila”. In un primo periodo di due mesi, sono state trattate migliaia di persone. Attraverso quella che è diventata una vera e propria collaborazione ufficiale coordinata dal presidente dell’A.I.C. dr. John Williams con la Croce Rossa Italiana e i vigili del fuoco, si è deciso di mettere a disposizione dei dottori chiropratici volontari una sistemazio-ne che somiglia ad uno studio profes-sionale dove saranno attrezzati per svolgere al meglio il loro lavoro, che ci si aspetta proseguirà finchè i soccorri-tori rimarranno nella zona. Il servizio ufficiale dei chiropratici volontari si è esteso attualmente a quattro campi diversi: vf caserma comando pro-vinciale dell’Aquila, vf campo base toscano-Monticchio 1, C.R.I. s. Grego-rio, e C.R.I. campo base L’Aquila, met-tendo a disposizione in media quattro dottori in chiropratica. Per poter assi-curare una presenza costante, l’A.I.C. ha ricevuto il supporto dell’European Chiropractors’ Union (E.C.U. che rap-presenta la professione chiropratica in Europa) generando offerte di volonta-riato da chiropratici anche di altri pa-esi Europei. E’ stato istituito un comitato ufficiale dell’A.I.C. per seguire il progetto “Chiro-pratici per l’Aquila” il quale ha stabilito dei criteri specifici da seguire. I chiro-

pratici che partecipano al progetto devono innanzi tutto essere membri del A.I.C. o dell’E.C.U. se provenienti da altre parti d’Europa, quindi laureati in scuole accreditate a livello mondiale. Al loro arrivo, vengono loro consegna-

te una lista di linee guida da seguire e un protocollo delle tecniche da poter usare. Inoltre, ogni paziente è tenuto a firmare una liberatoria e vengono fatti una breve anamnesi ed un primo esa-me e se opportuno vengono trattati.

La presenza dei chiropratici ha ottenuto un apprezzamento lusinghiero anche da parte della Croce Rossa Italiana, che ha mandato una lettera di ringraziamento all’A.I.C.

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15Chiropratica - N. 15 - Giugno 2009Chiropratici per l’Aquila

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mani che curanoNel periodo di Pasqua, tutta l’Italia era incollata alla televisione che trasmette-va immagini toccanti di come la natura avesse avuto il sopravvento sull’uomo. Ma essere lì giorni dopo l’accaduto a vi-vere il dramma di coloro che avevano perso tutto è stata un’esperienza uni-ca ed indimenticabile. Mi sono recata all’Aquila in macchina da vicenza dopo una lunga giornata di lavoro arrivando giù in tarda notte in compagnia di mio fratello Marcus anche lui chiropratico. Non sapevamo cosa aspettarci. Come molti miei colleghi siamo andati in Abruzzo per dare assistenza, ma questa esperienza è andata ben oltre il nostro ruolo di chiropratici e la nostra com-petenza tecnica. A mano a mano che il tempo passava, la chiropratica lavorava a più livelli ed emergevano sempre di più l’aspetto umano e la profonda com-passione per gli abitanti della zona.

Pranzavamo assieme ai vigili del fuoco nella loro mensa respirando nell’aria un apprezzamento reciproco. Alcuni di noi hanno dormito sulle brandine nel-le tende aspettando l’indomani per ri-prendere il lavoro. siamo tornati con la consapevolezza della gravità di quello che era realmente accaduto, sentendo di aver fatto una piccola parte all’in-terno di un grande movimento che ha mosso persone da tutta Italia unendole in una missione comune, quella di assi-stere degli sconosciuti, sventurati esseri umani segnati dalla durezza di un even-to catastrofico. Lavoravamo in tende spesso sovraffol-late 4-5 chiropratici uno a fianco a l’al-tro trattando una persona dopo l’altra cercando di smaltire la fila di persone che diventava sempre più lunga. Pur mangiando a rotazione per non in-terrompere il nostro lavoro, spesso si andava avanti fino a tarda notte. trat-tavamo soccorritori in uniforme con im-bragature ingombranti, stivali pesanti ed infangati dal maltempo, affaticati dopo 15 ore di fila di lavoro. Molti era-no sudati, esausti e doloranti, stavano tirando avanti grazie a pura adrenalina. si presentavano con dolori vari ma tut-ti avevano qualcosa in comune: livelli altissimi di stress fisico ed emozionale. venivano da tutta Italia, molti lontani da casa e dalle loro famiglie, per trascor-rere giornate interminabili a spostare macerie. Alcuni di loro erano sconvolti dopo aver trovato corpi senza vita. Ave-vano bisogno di cure fisiche. Lo stress in queste situazioni di emergenza è ine-vitabile e si ripercuote negativamente sul sistema neuro-muscolo-scheletrico creando forte tensione nervosa. Lo scopo del nostro lavoro è quello di migliorare le normali funzioni articola-ri attraverso “aggiustamenti” manuali alla colonna vertebrale per ripristinare il buon funzionamento del sistema ner-

voso ed alleviare dolori di vario genere causati dallo stress fisico e mentale. La maggior parte dei soccoritori non ave-va mai avuto un trattamento vertebrale prima ed era il loro primo contatto con la chiropratica. Alcuni non capivano il perché della nostra presenza, altri era-no incuriositi da cosa fosse la chiroprati-ca e si raggruppavano attorno ai lettini mentre trattavamo i loro compagni per vedere cosa facevamo. Qualcuno rac-contava le proprie incredibili storie di soccorso mentre altri non dicevano una parola, ma tutti ci sorridevano sempre dopo il trattamento e ci ringraziavano e noi ringraziavamo loro. In quei momenti si percepiva qualcosa di quasi tangibile, il legame creato dalla solidarietà. vigili del fuoco, medici ed infermieri della Croce Rossa, polizia, finanza, pro-tezione civile ed altri volontari diventa-rono “i nostri nuovi pazienti”. Chiunque volesse una seduta chiropratica era il benvenuto e più persone arrivavano più si sentiva la forza guaritrice in que-sto riparo sicuro che avevamo creato, riparo in cui i volontari potevano sen-tirsi sollevati dalla loro tensione fisica, distogliendosi, seppur per pochi attimi, dai duri eventi della giornata. si era for-mato un senso di pace all’interno della nostra tenda e a mano a mano che si

L’interesse per il progetto “Chiropratici per l’Aquila” è sta-to condiviso anche da calciatori come Beckham, Ronal-dinho, Kakà, Del Piero, ed altri che hanno donato le loro maglie con dedica a questa iniziativa. Dieci maglie sono state offerte per una lotteria mentre altre tre sono state messe all’asta per raccogliere più di 5 mila euro di fondi.

L’altruismo dimostrato dai chiropratici all’Aquila ha ge-nerato notevole interesse. E’ andato in onda un servizio sul TG5 il giorno di Pasquetta in cui sono stati intervistati 2 chiropratici che hanno trascorso il giorno di Pasqua visitando i volontari e la popolazione.

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spargeva la voce, quelli che erano già stati trattati portavano altri nei giorni successivi. Molte facce erano ormai di-ventate familiari e ci si rendeva conto dell’importanza del lavoro che si stava svolgendo.Era una bellissima sensazione cam-minare con il lettino in mano dove la stampa non poteva arrivare e vedere i vigili del fuoco e i volontari della pro-tezione civile che avevamo incontrato il giorno prima salutarci accompagnan-do il gesto della mano con un sorriso di riconoscimento.

la chiropraticanel mondo e in italiaMolti di noi giovani chiropratici erano negli stati Uniti a studiare quando è successa la tragedia dell’11 settem-bre a New York. Ricordo che colleghi da tutta la nazione si sono precipitati a prestare aiuto giorni dopo l’accadu-to. In seguito alla tragedia americana dell’11 settembre 2001 ed altri eventi come gli incendi nel sud della Califor-nia del 2003 e 2008 in cui gruppi di chi-ropratici si sono mobilitati per prestare il loro aiuto, la professione chiropratica

ha raggiunto nuovi livelli di metodo di cura per lenire il dolore da applicare in situazioni di emergenza. In un paese in cui esiste il maggior numero di colle-ge di chiropratica e dove operano più di 50˙000 chiropratici, la chiropratica è una componente importante nel setto-re della salute con una grossa percen-tuale della popolazione che fa ricorso a questa terapia. La chiropratica oggi è una delle pro-fessioni di salute naturale più diff use al mondo. In seguito ad un vero e proprio boom delle discipline non convenzio-nali in tutta l’Europa, verifi catosi negli ultimi anni, sempre più italiani (oltre 2 milioni) si affi dano alle cure chiro-pratiche. E’ stata approvata una legge nel 2007 che riconosce la chiropratica come “professione sanitaria primaria”, e siamo in procinto di avere un registro dei dottori in Chiropratica presso il Mi-nistero della salute come previsto dalla finanziaria 2008.

abbattendo le barriereMentre i vigili del fuoco rimangono gli eroi indiscussi di questo evento ca-tastrofi co, fra le macerie di questo di-sastro la chiropratica ha brillato come parte importante nel recupero di una città. In modo uffi ciale i chiropratici hanno off erto il loro aiuto in uno dei terremoti peggiori nella storia dell’Ita-lia e migliaia di soccorritori da tutto il paese hanno potuto trarre benefi ci dal-le loro cure e dare così il massimo di se stessi. “C’è qualcuno che pensa anche a loro e grazie ai trattamenti stanno ef-fettivamente meglio e quindi lavorano meglio”, ha commentato il dr. daniel Rigel a proposito dei soccorritori. Mentre le leggi, la burocrazia, le autori-zazzioni sono spesso usate per defi nire e delimitare i confi ni di una professio-ne, eventi eccezionali come la catastro-

E’ doveroso menzionare il grande lavoro svolto dal comitato uffi ciale del progetto “Chi-

ropratici per l’Aquila” ed in particolare dr. Jennifer Lovern, dr. daniel Rigel, dr. Eduardo

Enrique Aguilar e dr. Mukesh Bhardwaj per la loro tempestiva iniziativa di assistenza e

per la loro immensa dedizione nell’aver creato e coordinato questo progetto. E’ altret-

tanto doveroso citare i colleghi chiropratici che hanno dedicato il loro tempo e la loro

professionalità per prendere parte al progetto. L’intero corpo mondiale dei chiropratici

applaude il loro nobile e altruistico contributo.

Membri dell’A.I.C. che hanno preso parte all’iniziativa in Abruzzo dall’11 aprile al 15 giugno:

Eduardo Enrique Aguilar, D.C. (Pescara)

Jennifer Lovern, D.C. (Pescara)

Daniel Rigel, D.C. (Roma)

Paolo Canepari, D.C. (Pescara)

Christopher Cerrato, D.C. (Roma)

Mauro Cento, D.C. (Roma)

Anita McGrath, D.C.

Stephen Smith, D.C. (Firenze)

Forieri Mario, D.C. (Viterbo)

Bhardwaj Mukesh, D.C. (Roma)

Corrado Semprini, D.C. (Roma)

Mario Stefano, D.C. (Trento)

Aris Allais, D.C. (Torino)

Marcus De Luca, D.C. (Vicenza)

Patricia De Luca, D.C. (Vicenza)

Boehne Sven, D.C. (Civitanova Marche)

Martin Silva, D.C. (Caserta)

Dania Mazzini, D.C. (Milano)

Donatello Testerini, D.C. (Arezzo)

John Williams, D.C. (Ancona)

Baiju Khanchandani, D.C. (Fermo)

Daniele Bertamini, D.C. (Genova)

Piero Giacobbi, D.C. (Civitanova Marche)

Paul Neuray, D.C. (Roma)

Giovanna Petricone, D.C. (Roma)

Susanne Brauner, D.C. (Milano)

Philip Gregory, D.C. (Frosinone)

Antonio Diquigiovanni, D.C. (Bologna)

Cristine Del Bene, D.C. (Macerata)

Alfonso Falcone, D.C. (Cosenza)

Andrea Vlacos, D.C. (Milano)

Daniela Cinicolo, D.C. (Torino)

Florian Brunstein, D.C. (Roma)

Liem Kai, D.C. (Roma)

Renaud Dejean, D.C. (Roma)

Davide Veronese, D.C. (Milano)

Ignaas Meersseman, D.C. (Milano)

Marco Caravaggio, D.C. (Chieti)

Patrick Murugan, D.C. (San Remo)

Therese Belline, D.C. (Firenze)

Thomas Rigel, D.C. (Roma)

Mukesh Bhardwaj, D.C. (Roma)

Chiropratici per l’Aquila

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17Chiropratica - N. 15 - Giugno 2009

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fe abruzzese possono abbattere in un batter d’occhio preconcetti radicati ed additare nuove vie di interazione, di comprensione e di collaborazione in vi-sta di uno scopo nobile e giusto. Meno di 2 anni fa la nostra professione non era ancora uffi cialmente riconosciuta in Italia, adesso per la prima volta ci sia-mo trovati a lavorare gomito a gomito con la Croce Rossa. Anche se perman-gono dei preconcetti verso discipline naturali ancora poco divulgate in Italia, l’esperienza abruzzese ci ha dimostra-to che possiamo fare parte integrante di una squadra di soccorso nel caso di un’emergenza o di un disastro e può servire come modello perché si instau-rino una nuova intesa fra specialisti di diverso pensiero e una collaborazione che consenta di off rire un servizio mi-gliore e più completo al paziente. A vol-te ciò che ci unisce è più grande di ciò che ci separa.dagli eventi più catastrofi ci, nasce spes-so un’ unità ed una imparzialità prima sconosciute. In questa tragedia questo qualcosa è la solidarietà.Il lavoro svolto da parte dei chiropra-tici all’Aquila rispecchia il vero senso della nostra professione che consiste nell’impegno, nel servizio e in un pro-fondo senso di responsabilità verso il prossimo. Per noi chiropratici è stato un privilegio fare parte integrante di un

movimento così grande e poter off rire una mano a persone che danno incon-dizionatamente agli altri e ad aquilani che hanno dimostrato di essere uomini e donne di grande coraggio e resisten-za. Anche se non c’è più il caos iniziale e, come si sapeva già, l’onda mediatica si sta esaurendo per lasciare spazio a storie più recenti, gli sforzi per ricostru-ire l’Aquila stanno andando avanti e continueranno per i mesi a venire. Gli Aquilani hanno una lunga strada da-vanti a sè per ricostruire la loro vita. Noi chiropratici siamo con loro.

di origine anglo-australiana, dopo la laurea in Psicologia alla Murdoch University di Perth, Western Australia, la dottoressa Patricia de Luca ha conseguito il suo dottorato in chiropratica al “Life Chiro-practic College West” in California. Membro dell’Associazione Italiana Chiropratici e dell’Associazione Chiropratici Europea, dal 2003 lavora nel suo studio privato a vicenza assieme al fratello dr. Marcus de Luca, anche lui chiropratico. Nel 2006 si è specializzata in chiropratica sportiva. ha partecipato a missioni umanitarie in Messico ed El salvador off rendo cure chiropratiche a migliaia di famiglie e bambini. dal 2007 lavora anche presso le thermae del prestigioso forte village Resort di s. Marghe-rita di Pula, sardegna.

Breve curriculum vitae

Il Comitato “Chiropratici per l’Aquila” e

l’Associazione Italiana Chiropratici espri-

mono il loro sentito ringraziamento alle

ditte che con il loro contributo hanno vo-

luto fornire un concreto aiuto alla riuscita

della missione “Chiropratici per l’Aquila:

mani che curano”.

coJedavibromassaggiatori

hagsedie ergonomiche e scrivanie

overbedLettini chiropratici

Chiropratici per l’Aquila

Comitato uffi ciale del progetto “Chiropratici per l’Aquila”:Dr. Jennifer Lovern, Dr. Daniel Rigel e Dr. Eduardo Enrique Aguilar

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Chiropratici per l’Aquila

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19Chiropratica - N. 15 - Giugno 2009

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NUOvO ORIzzONtE dELLA sALUtE

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NUOvO ORIzzONtE dELLA sALUtE

22

Il Seggiolino Koala nest è raccomandato da osteopati, fi sioterapisti e chiropratici. Fabbricato direttamente in Italia questo prodotto è ideale per i bambini da 6 mesi a 3 anni.

Il Koala nest è una comoda cintura di sostegno che riduce la tensione a cui si sot-topongono la spina dorsale, la schiena e tutti i muscoli coinvolti mentre si sostiene un bimbo in braccio.

Il Koala nest è dotato di una comoda tasca dove potrete inserire il vostro cellulare, chiavi, portafoglio o altro. Ovunque voi andrete, questa comoda cintura vi porterà sollievo e vi aiuterà nel duro compito di genitore. Una volta cresciuto il bambino il Koala nest può essere comunque usato quale marsupio per varie attività: alcuni nostri clienti ci hanno scritto che lo usano per la pesca, passeggiate in montagna e uno lo usa per seguire il fi glio che fa gare di trial mettendoci dentro chiavi inglesi cacciaviti e candele. Il materiale usato per fabbricare il Koala nest è DuPont Cordura, altamente resistente all’abrasione ed impermeabile. Koala nest utile dai 6 mesi ai 3 anni per i bambini e poi per tutta una vita di comodità per voi.

Come usare il Koala nest:Inspirare e allacciare la fascia il più strettamente possibile a livello dell’anca indiff e-rentemente dal lato sinistro o destro. Chiudere la fascia con l’apposito velcro e allac-ciare la cintura di sicurezza. Posizionare il bimbo sul seggiolino con le gambe divari-cate. Il bambino può essere posizionato anche con il corpo rivolto verso l’esterno.

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24 CHIROPRATICI CHE SOSTENGONO L’ASSOCIAZIONE PRO CHIROPRATICA

LOMBARDIABERthELOt LOIC . . . . . . . . . . . . . . . . . . MILANO - MI - via Ricasoli, 2 - tel. 02.8690127BIsANtI GIOvANNI. . . . . . . . . . . . . . MONzA - MI - via Cavallotti, 13 - tel. 039.3900097CENtRO sANROCCO . . . . . . . . . . . . . . . . COMO - CO - via Recchi, 7 - tel. 031.574444GIL ANtONIO . . . . . . . . . . . . . . . . . BERGAMO - BG - via Maff ei, 14/A - tel. 035.222959

MILANO - MI - via Ricasoli, 2 - tel. 02.8690127MIsItANO ELIsABEttA . . . . . . . BUstO ARsIzIO - vA - viale Cadorna, 3 - tel. 0331.620911MURUGAN PAtRICK . . . . . . . . . . . LECCO - LC - Corso C. Alberto, 76/b - tel. 0341.350424tURGOt MARIE . . . . . . . . . . CERNUsCO s/N - MI - Piazza Matteotti, 3 - tel. 02.92111951zWEIER ROBERt . . . . . . . . . tOsCALANO MAd. - Bs - via Benamati, 26 - tel. 348.3129310

ERBUsCO - Bs - via Iseo, 6/A - tel. 030.7704110BREsCIA - BR - via sostegno, 6/B - tel. 030.2427886

VALLE D’AOSTAPELLIssIER CORALIE . . . . . . . . . . . . . AOstA - AO - Loc. Borgnalle, 10 - tel. 329.7606156PELLIssIER EddY . . . . . . . . . . . . . . . AOstA - AO - Loc. Borgnalle, 10 - tel. 329.7606156

PIEMONTEALMERAs vINCENt . . . . . . . . . . . . . . . . IvREA - tO - Corso Nigra, 52 - tel. 0125.49225ChIROPRAtICA s.C. . . . . . . . . . tORINO - tO - via vittorio Amedeo II, 24 - tel. 011.542841GIORdANO LAURA . . . . . . . . . . . . . . . . AstI - At - Corso Einaudi, 52 - tel. 0141.34693GLAIN JEROME . . . . . . . . . . . . . . . . CUNEO - CN - via silvio Pellico, 8 - tel. 0171.696655MIGLIORE JEAN PhILIPPE . . . . . . . . . . . . CUNEO - CN - P.zza Europa, 15 - tel. 0171.66613PAsQUEttO sIMONA . . . . . . . . NOvI LIGURE - AL - Corso Marenco, 49 - tel. 347.2717115PELLIssIER EddY . . . . . . . . . . . . . . vERCELLI - vC - via dionisotti, 18 - tel. 329.7606156stUdIO CECChI s.r.l. . . . . . . . . . . . . tORINO - tO - Corso Rosselli, 182 - tel. 011.3850161

LIGURIAANdREsINI JOhN . . . . . . . . . . sARzANA - sP - via variante Aurelia, 70 - tel. 0187.603135BERtAMINI dANIELE . . . . . . . . GENOvA - GE - via Brigata Liguria, 3/15A - tel. 010.562018MURUGAN PAtRICK . . . . . . . . sANREMO - IM - Corso G. Garibaldi, 131 - tel. 0184.507733PAsQUEttO sIMONA . . . . . . . . GENOvA - GE - via Brigata Liguria, 3/15A - tel. 010.562018PELLIssIER CORALIE . . . . . . . . . . . GENOvA - GE - via Maragliano, 6/5 - tel. 010.5702516PELLIssIER EddY . . . . . . . . . . . . . GENOvA - GE - via Maragliano, 6/5 - tel. 010.5702516zARCO YvON . . . . . . . . . . . . . . . . . . . LOANO - sv - via Aurelia, 456 - tel. 019.673984

TOSCANAANdREsINI JOhN . . . . . . . . . . . . vIAREGGIO - LU - via don Bosco, 193 - tel. 0584.54635

LUCCA - LU - viale G. Puccini, 1780 - tel. 0583.511051AttANAsIO KORINNA . . . . . . . . . . . PIsA - PI - via Matteucci, 38 sc.G/6 - tel. 050.581312

CECINA - LI - Corso Matteotti, 22 - tel. 0586.630920BELIG AhMEt-RALPh . . . . . . . . . . . . . fIRENzE - fI - via Passavanti, 4 - tel. 055.574972BENsEN GEARY . . . . . . . . . . . . . . . . LUCCA - LU - via Romana, 231 - tel. 0583.490115BERGstROM ERIK . . . . . . . . . . . . . PIsA - PI - via Matteucci, 38 sc. G/6 - tel. 050.581312

MONtECAtINI - PI - Corso Matteotti, 107 - tel. 0572.911124BINAzzI BEttINA . . . . . . . . . . . . . . . . . fIRENzE - fI - via Mameli, 58 - tel. 055.576943

sCANdICCI - fI - via santa Maria Greve, 16 - tel. 055.254975EstIBAL GERARd . . . . . . . . . . . . . . . fIRENzE - fI - viale Gramsci, 12 - tel. 055.289891

vIAREGGIO - LU - via Cesare Battisti, 184 - tel. 0584.943148fARNEsI ALBERtO . . . . . . . . . . . . MARINA dI PIsA - PI - via Milazzo, 92 - tel. 050.35646

PIsA - PI - via Manzoni, 10 - tel. 050.24124tIRRENIA - PI - vione vannini, - tel. 050.39497

GIUNtOLI ALEssIO . . . . . . . . . . . . . . . . PIsA - PI - via Matteucci, 38 - tel. 050.581312PEsCIA - Pt - via del Giocatoio, - tel. 0572.477876PONtEdERA - PI - via valtriani, - tel. 380.3035822

LUstER JOshUA RYAN . . . . . . . . . . sIENA - sI - viale sardegna, 37/12 - tel. 0577.281049ROsIGNANO s. - LI - via Rossini, 51 - tel. 0577.281049vOLtERRA - PI - via Porta diana, 24 - tel. 0577.281049

sMIth stEPhEN . . . . . . . . . fIRENzE - fI - via scipione Ammirato, 102/A - tel. 348.7446746LUCCA - LU - via del Brennero, 344 - tel. 348.7446746

SARDEGNAfRONtEddU sEBAstIANO . . . . . . . NUORO - NU - viale del Lavoro, 13 - tel. 0784.257036

CAGLIARI - CA - via Alziator, 15 - tel. 070.389119PIsANU ROBERt . . . . . . . . . . . . . . . sAssARI - ss - via M. Coppino, 26 - tel. 079.275555

LAZIOA.s.d GENEsIs . . . . . . . . . . . . . . . . . ROMA - RM - via A. Corelli, 10 - tel. 06.45438930BERNARd fREdERIC . . . . . . . . . . . . . . . . ROMA - RM - via Cagliari, 42 - tel. 06.8417438BRUNstEIN fLORIAN . . . . . . . . . . . . . ROMA - RM - viale dell’arte, 85 - tel. 06.5918455dEJEAN RENAUd . . . . . . . . . . . . . . . . . ROMA - RM - via Cagliari, 42 - tel. 06.8417438fORIERI MARIO . . . . . . . . . . . . . . . vItERBO - vt - via del Carnaro, 25 - tel. 0761.325836IvEs GREGORY . . . . . . . . . . . . . . . RIEtI - RI - vIa P. Borsellino, 18/20 - tel. 0744.404129LIEM KAI . . . . . . . . . . . . . . . . . ROMA - RM - via Appia Nuova, 138 - tel. 06.83506516NEURAY PAUL . . . . . . . . . . . . . . . . ROMA - RM - viale Ippocrate, 92 - tel. 06.44235751PEtRICONE GIOvANNA . . . . . . ROMA - RM - via Giambattista vico, 22 - tel. 06.36006884RIGEL dANIEL t. . . . . . . . . . . . . . . . ROMA - RM - via flaminia, 53 - tel. 06.3225847/55RIGEL thOMAs . . . . . . . . . . . . . . . . ROMA - RM - via flaminia, 53 - tel. 06.3225847/55

CAMPANIAdEJEAN RENAUd . . . . . . . . . . . . . . NAPOLI - NA - viale Gramsci, 18 - tel. 081.7614180IvEs GREGORY . . . . . . . . . . . . sALERNO - sA - Corso v. Emanuele, 58 - tel. 0744.404129

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25Chiropratica - N. 15 - Giugno 2009CHIROPRATICI CHE SOSTENGONO L’ASSOCIAZIONE PRO CHIROPRATICATRENTINO ALTO ADIGEGIEsE KEIth . . . . . . . . . . . . . tRENtO - tN - Largo Nazario sauro, 22 - tel. 0461.236756stEfANO MARIO . . . . . . . . . vILLA LAGARINA - tN - via salisburgo, 15 - tel. 0464.490102

BOLzANO - Bz - via Maso della Pieve, 4/A - tel. 339.4616500

FRIULI VENEZIA GIULIAChIROPRAtICA EACh . . . . . . . . . . . . UdINE - Ud - viale venezia, 205 - tel. 0432.233185

CORdENONs - PN - viale del benessere, 4 - tel. 0434.583202

VENETOdE LUCA MARCUs . . . . . . . . . . . . vICENzA - vI - Contrà del Guanto, 7 - tel. 0444.323999dE LUCA PAtRICIA . . . . . . . . . . . . vICENzA - vI - Contrà del Guanto, 7 - tel. 0444.323999GRUEN dANIELA MAE . . . . . vILLORBA - tv - viale della Repubblica, 19/C - tel. 0422.420513

MEstRE - vE - via Paruta, 31 - tel. 041.989055sAN dONÀ dI PIAvE - vE - via Carozzani, 14 - tel. 0421.41570

GRUEN ERIC . . . . . . . . . . . vILLORBA - tv - viale della Repubblica, 19 - tel. 0422.420513KRAGt MICKAEL . . . . . . . . . . . . . . PAdOvA - Pd - via Montà, 110/C - tel. 049.8900066

MEstRE - vE - via daniele Manin, 91/1 - tel. 041.972304MItChELL PAtRICIA . . . . . . . . . . . . BELLUNO - BL - via per Nogaré‚ 47 - tel. 0437.33041sOUth stEPhEN . . . . . . . . . . . . . vICENzA - vI - via dell’ Industria, 67 - tel. 0444.966230sPAdON RENzO . . . . . . . . . . vIttORIO vENEtO - tv - via Guerrini, 5/7 - tel. 0438.553548

EMILIA ROMAGNAAttANAsIO KORINNA . . . . . . . . . . PARMA - PR - via traversetolo, 20/d - tel. 0521.483304BAEKKEL KRIstIAN . . . . . . . . . . . . . . . PARMA - PR - via Emilia Ovest, 12 - tel. 0521.2981CENtRO sAN ROCCO . . . . . . . REGGIO EMILIA - RE - via del fante, 5/d - tel. 0522.511211fALINsKA JANE . . . . . . . . . . . . . . . . PIACENzA - PC - viale Malta, 4 - tel. 0523.338581LONGfIELd sAMANthA . . . . . . . . . . . . . . PARMA - PR - via farini, 9 - tel. 0521.236799

ALtEdO - BO - via Nazionale, 83 - tel. 329.1242486MARIANI JOhN . . . . . . . . . . . . . . . . RIMINI - RN - viale valturio, 20/A - tel. 0541.785566

s. ARCANGELO - RN - via Cabina, 18 - tel. 0541.625914fALCIANO - RsM - via dei piaceri, 86/A - tel. 0549.909299

MARCHEAGUILAR EdUARdO . . . . . . . . CIvItANOvA M. - MC - Corso v. Emanuele - tel. 0733.818105BOEhNE svEN . . . . . . . . . . . . CIvItANOvA M. - MC - via sonnino, 11 - tel. 0733.784094dAUGAARd PELLE . . . . . . . . . . . . . fERMO - AP - P.zzale Azzolino, 22 - tel. 0734.224658dEL BENE CRIstINE . . . . . . . . . . . . . MACERAtA - MC - via Morelli, 20 - tel. 0733.36155KhANChANdANI BAIJU . . . . . . s. BENEdEttO - AP - via Mario Curzi, 29 - tel. 0735.593074

fERMO - AP - P.zzale Azzolino, 22 - tel. 0734.224658WILLIAMs JOhN . . . . . . . . . . . . . . . . IEsI - AN - Corso Matteotti, 20 - tel. 0731.215750

sENIGALLIA - AN - via Gherardi, 70 - tel. 071.7939649

UMBRIAALBARELLO JOsEPh . . . . . . . . . PERUGIA - PG - via Costa di Prepo, 3A - tel. 075.5005363IvEs GREGORY . . . . . . . . . . . . . . . . . tERNI - tR - via Barbarasa, 46 - tel. 0744.404129

ABRUZZOAGUILAR EdUARdO . . . . . . . . . . . . . . PEsCARA - PE - via Milano, 51 - tel. 340.8909209LOvERN JENNIfER . . . . . . . . . PEsCARA - PE - P.za della Rinascita, 33 - tel. 085.2056363

PUGLIAvINCI dAvIdE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . LECCE - LE - via Parini, 21 - tel. 347.8940276

MARtINA fRANCA - tA - via verga, 8 - tel. 347.8940276

CALABRIAdE LEO MIChELE . . . . . . . . REGGIO CALABRIA - RC - via vito Inf., 39/A - tel. 0965.5881799

COsENzA - Cs - via Panebianco trav. s. Proclo, 8 - tel. 0984.408890OLIvA BENItO . . . . . . . . . . . . sQILLACE LIdO - Cz - via Nazionale, 26 - tel. 0961.915269

PELLARO - RC - via fiumarella, 20 - 0965.357334

SICILIAdE LEO MIChELE . . . . . . . . . . . . . . MEssINA - ME - ss 114 tremestieri - tel. 090.6255844LONGfIELd sAMANthA . . . . MARINA dI RAGUsA - via Porto venere, 63 - tel. 329.1242486NIChOLsON GORdON . . . . . . . . . . . PALERMO - PA - via Briuccia, 52 - tel. 091.6702898

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26®

Leggero e dal design contemporaneo. Costruito in poliuretano espanso ad alta densità.Disponibile in vari colori (rosso, blu, azzurro, marrone, beige, grigio, tigre, serpente, cuoio e zebra).

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sostenere in modo naturale edanatomico le gambe che neces-sitano di riposo. Riduce l’affati-camento e porta sollievo anche aiproblemi lombari. Ideale per le

persone che soffrono di disturbi dicircolazione, grazie al suo disegno

ergonomico permette alla linfa di drenare rapidamente alleviandodolori e gonfiori. Aiuta in caso di vene varicose, flebiti, crampi ai pol-pacci, sovrappeso, ristagni ed è un coadiuvante indispensabile duran-te il periodo della gravidanza per evitare problemi alla circolazione.

ELEVATORE GAMBEIl RULLO CERVICALECUSCINOLO è disegnatoin modo da riposare ilvostro collo e la vostratesta, riducendo nel con-tempo lo stress. Ideale perla lettura, per guardare la televisione o per rilassarsi. In viaggio, inauto potrete finalmente appoggiarvi e dormire senza avere la testache ciondola. In poco tempo sarete stupiti dalla sensazione di sol-lievo e dal relax che offre ai vostri muscoli stanchi e tesi.Indispensabile per chi soffre di riduzione della lordosi cervicale.L’uso del rullo cervicale è indicato in caso di cefalee, torcicolli,dolori alle spalle e al collo.

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svolgere un lavoro sedentario. Adatto perla casa, l’ufficio o l’automobile. Utile per pre-

venire, in caso di predisposizioni, peggioramentidi problemi di ernie del disco.

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posizione anatomicamente corretta.Ideale per alleviare i dolori sciatalgici.

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27Chiropratica - N. 15 - Giugno 2009

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SEPARATORE GINOCCHIA

Lower X syndromeQuando la lombare si fà sentire

La lower crossed syndrome è una distor-sione posturale che influenza la catena cinematica della parte bassa del corpo, per intenderci, interessa la zona lombo-pelvica, le anche, le ginocchia e le cavi-glie. dolori, patologie e adattamenti po-sturali risultano in compensazioni innate del corpo stesso che a loro volta provo-cano disequilibri muscolari. Ciò alla lun-ga può causare dolori cronici e disabilità motorie. Nella lower crossed syndrome queste alterazioni muscolari causano malfunzionamento dell’articolazione in questione portando il corpo ad un dise-quilibrio generale che il povero corpicino prova a compensare come meglio può. Le persone affette dal lower crossed syn-drome di solito hanno il bacino sposta-to anteriormente (cosa che incrementa la lordosi lombare), addominali e glutei deboli ed erettori spinali e quadricipiti contratti.

tesi/contrattiIlio psoasQuadricipite retto femoraleTensore fascia lataAdduttoriErettore spinatoGastrocnemius, soleus

deboli/inattiviRetto addominale obliquoGluteo massimo e medioHamstrings

risUlta in…Rotazione anteriore del bacinoIncremento della lordosi lombareIncremento della flessione dell’ancaGinocchia iper- estese

con consegUenti dolori di: Mal di schienaMale alle ginocchiaMale alle cosce

Un’altra conseguenza di questa sindro-me è lo stress al quale viene sottoposta l’articolazione L5-s1. spesso infatti pro-prio in questo punto si sviluppa un’er-nia risultando così nel classico dolore di sciatica. Questa sindrome si può svilup-pare in persone che effettuano azioni ripetitive come il correre, o in altre com-pletamente inattive e/o immobilizzate. detto ciò, la maggior parte delle perso-ne sviluppa questa sindrome dovuta ad una postura scorretta al lavoro che di solito tende ad essere sedentario.

acuni degli esercizi che vi possiamo raccomandare sono:Allunghiamo bene gli iliopsoas e i qua-dricipiti.

Rafforziamo i glutei

in generale,cosa influenza la postura?Una postura ottimale è una forma di benessere fisico nella quale i muscoli del corpo supportano lo scheletro in modo stabile ed efficiente durante il movimento. sfortunatamente però, spesso questo semplice meccanismo viene modificato alterando la nostra postura. Le cause più comuni sono:

1. infortuni e protezione muscolaredopo un infortunio i muscoli adiacenti tendono a proteggere l’area vulnerabile lavorando meno in modo da mantenere la parte ferita più stabile e prevenendo il ritorno del male. Questo meccanismo

Dr. Coralie Pellissier Ms.C.

Chiropratica e scienza

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è del tutto normale ma alla lunga tende ad indebolire i muscoli in questione. La diff erenza di forza esercitata dai musco-li sani e quelli sani/malati ma utilizzati per proteggere il danno subito posso-no creare disequilibri posturali.

2. patologie e nutrizioneLa presenza di patologie o malnutrizio-ne possono direttamente infl uenzare in maniera negativa ossa, muscoli e altre strutture del sistema muscolo scheletri-co. Il ruolo di questo sistema è quello di fornirci forza e fl essibilità due elementi essenziali per mantenere una buona postura. Ovviamente in mancanza di una o entrambe queste qualità la po-stura viene alterata e ne soff re.

3. abitudineIl corpo altera i suoi movimenti per ac-comodare debolezze, tensioni e cam-

biamenti ossei e/o muscolari. Il nostro corpo è una macchina perfetta che se non può usare la via più effi ciente, compensa usando altre parti. Alla lun-ga anche questo può portare a squilibri posturali.

4. tensioni e debolezze muscolari scompensi muscolari sia troppo forti che troppo deboli ovviamente causano problemi di postura.

5. attitudini mentali e stressspesso lo stress causa una diminuzione della respirazione che il corpo compen-sa assumendo posture sbagliate e au-mentando lo sforzo muscolare causan-do ulteriormente disequilibri.

6. ereditarioA volte è semplicemente scritto nei no-stri geni!

7. scarpe e vestiti inappropriativestiti e specialmente scarpe possono infl uenzare la postura. scarpe troppo consumate, tacchi troppo alti, scarpe che non danno un sostegno adeguato al piede, jeans troppo stretti, gonne che ci limitano i movimenti… tutto ciò pro-voca una reazione del nostro sistema nervoso che alla lunga può trasformarsi in posture errate.

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Chiropratica e scienza

Coralie Pellissier, si è laureata in chiropratica nel 2008 ed attual-mente si sta specializzando in chiropratica pediatrica e chiro-pratica sportiva. Grande appassionata di sport, Coralie è stata membro della Nazionale Italiana di snowboard, è cintura nera di karate e possiede i diplomi di bagnina e sommozzatrice. Nel 2006 è stata una dei sei studenti selezionati mondialmente a partecipare ad una “missione chiropratica” in Costa Rica organiz-zata dal “North West Chiropractic College” e spera di poter rifare questa esperienza altamente formativa e gratifi cante (l’articolo sulla missione è apparso sulla rivista “Chiropratica numero 12”). Attualmente lavora a Genova.

Breve curriculum vitae

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I nostri lettori

Un silenzio che puo’ essere vintoAlma Dermidoff Severino

“Le parole sono preziose, ma più pre-zioso è il silenzio”: questo è un antico detto e più ne capiamo il significato più realizziamo questa verità perché vita armoniosa è anche silenzio. Una persona che parla molto può anche non essere capace di esprimere un’idea in mille parole, mentre chi è padrone del silenzio sa esprimersi con un solo cenno. silenzio e comunicazione apparente-mente costituiscono due termini anti-tetici.Coloro che non per loro volontà ma per la mancanza dell’udito sono costretti al “silenzio” della parola, tuttavia sanno esprimere con la “gestualità” il proprio pensiero, i propri sentimenti, le proprie reazioni.

Un esempio figurativo di questa ge-stualità quasi esasperata ci è fornita dalle opere pittoriche di Pietro Ivaldi (1818-1897) nato a toleto di Ponzone (Al). La sua attività artistica ebbe inizio con un alunnato presso l’Accademia Albertina di torino. Pietro visse accom-pagnato dal fratello tommaso, valente stuccatore, che lo aiutò per la stipula-zione di contratti, atti di commissione, ecc. essendo sordomuto dalla nascita o forse a seguito di uno spavento; per questo fu soprannominato “il Muto”.La sua pittura si sposò perfettamente con l’ambiente socio-culturale per cui fu prodotta, in osservanza delle esi-genze di una committenza religiosa la cui prima missione era quella educa-tiva. Nelle sue opere vi fu un’esigenza

comunicativa diretta che si espresse attraverso una gestualità insistita, che fu la caratteristica stilistica dominante della sua arte, da connettere diretta-mente alla sua infermità e alla pratica del linguaggio dei gesti, linguaggio che in quegli anni veniva codificato da Padre Assarotti.La corrispondenza fra i gesti dei per-sonaggi del Muto e la gestualità codi-ficata nel linguaggio dei segni, emerge chiara al confronto di quella con que-sti, ad indicare una precisa volontà da parte dell’artista di istituire un doppio livello comunicativo con la sua utenza. (Alcune opere: Affresco della Parroc-chiale di visone; Resurrezione del figlio della vedova di Naim della Parrocchiale di Molare; Madonna degli Angeli della

vecchio alfabeto manuale nuovo alfabeto manuale

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31Chiropratica - N. 15 - Giugno 2009I nostri lettori

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Chiesa di s. Caterina di Rossiglione su-periore).Le persone non udenti devono affron-tare un grosso problema, quello della totale o parziale impossibilità di rece-pire informazioni sufficienti; questo aspetto preclude la maggiore com-pletezza possibile del dialogo ossia di quel rapporto costante tra la persona e l’ambiente che per chi ode è fonte con-tinua, inconscia e feconda di apprendi-mento.L’impossibilità ad udire non è limita-ta alla ricezione delle parole ma so-prattutto alle sfumature del discorso, all’inflessione della voce, alle allusioni sottintese, ai suoni ed ai rumori. tutta questa gamma di “valori” per coloro che sentono è motivo di valutazione, d’elaborazione, di riflessione di ciò che giunge dall’esterno alla persona che poi elabora e valuta secondo la propria potenzialità soggettiva; tutto questo non avviene facilmente per il sordo.fare propri i concetti acquisiti, elabo-rarli, comprenderli e valutarli è essen-ziale per fare delle scelte coscienti della vita ma per i non udenti può risultare molto difficile o quasi impossibile.I sordi di una certa gravità (detti sordi profondi) se come nella maggioranza dei casi sono soggetti intellettualmen-te normali, risultano però poco capaci ad elaborare i diversi ambiti di informa-zione tra cui quelli fondamentali per lo sviluppo intellettuale e spirituale. tutto ciò concorre a non consentire a questi soggetti il pieno raggiungimento intel-lettivo e cioè la loro “maggiore perfe-zione personale” ovvero il loro “bene” che, a livello sociale, si estende al “bene comune”. Queste problematiche espongono i non udenti al rischio di scelte sbagliate, all’essere condizionati dagli elementi esterni, a non poter es-sere in grado (secondo le capacità per-sonali) di comprendere l’evolversi del

pensiero politico, filosofico e religioso. I concetti “astratti” sono difficilmente elaborabili per tutti quelli che sono “isolati” acusticamente dal mondo che li circonda.E’ facile che coloro (specie i giovani) che recepiscono la loro “diversità” crei-no una cortina per autodifesa e cerchi-no così di escludere i rapporti con gli udenti isolandosi; si isolano vivendo solamente nell’ambito della propria fa-miglia, si isolano rifugiandosi nell’infor-matica, si isolano anche da coloro che sono affetti dalla stessa loro disabilità.Il dialogo fra udenti e non, non è facile perché i primi non hanno la pazienza, la voglia, la capacità di “fermarsi” a ca-pire i gesti di coloro che non hanno al-tro mezzo per farsi intendere e i secon-di si affannano per farsi comprendere, faticano per capire quello che viene “detto”, hanno paura di non recepire il discorso; subentra allora la vergogna per questa non “prontezza” in un mon-do che vive correndo. L’unico mezzo per mettere le basi per un dialogo vero, costruttivo, fecondo e gratificante è l’amore; l’amore per il fra-tello che fa fatica a sentire, l’amore per il fratello che vorrebbe essere “ascolta-to” ma che deve essere “sentito” attra-verso un suo linguaggio, quello dei ge-sti, quello delle espressioni del viso, dei movimenti delle mani e del corpo. Questo linguaggio è stato studiato e divulgato e in Italia si indica con la sigla LIs (Lingua Italiana dei segni). La LIs viene trasmessa con precisione e coe-renza grazie ad una grammatica che la regola e che è in grado di esprimere i pensieri umani alla stregua di ogni al-tra lingua esistente. Il canale utilizzato è quello visivo anziché uditivo. sempre più spesso si vede in televisione, nei Convegni, all’Università un interpre-te che, muovendo le mani, traduce le parole in LIs oppure dà la voce ad una

persona sorda segnante.I primi studi in UsA risalgono alla fine degli anni Cinquanta e dimostrano, grazie alle ricerche di William stokoe, che la lingua dei segni americana (AsL) aveva le stesse caratteristiche lingui-stiche delle lingue vocali; in Italia, solo alla fine degli anni settanta, virginia volterra effettua studi sulla Lingua Ita-liana dei segni (LIs).Come per le lingue vocali ogni nazione ha la propria lingua dei segni.La fonte più antica sui sordi che parlano muovendo le mani è un brano di Plato-ne, ma le prime notizie storiche sull’uti-lizzazione dei segni nell’educazione dei bambini non udenti risalgono al ‘600, quando Pedro Ponce de Leon venne chiamato da un nobile castigliano ad educare i suoi tre figli sordi.Il Parlamento europeo ha votato una risoluzione con cui raccomanda agli stati membri di inserire la Lingua dei segni in tutti i settori sociali, compresa la scuola.La filosofa politica Martha Nessbaum, nel suo libro “Le nuove frontiere della giustizia” individua la disabilità - accan-to alla nazionalità e all’appartenenza di specie tra le sfide più forti che la nostra società democratica dovrà affrontare. L’obiettivo dovrebbe essere quello di mettere ogni persona nella condizione di esercitare l’intera gamma delle sue capacità. La Nussbaum esprime una critica forte nei confronti delle discri-minazioni cui sono soggette persone con menomazioni (cecità, sordità, dif-ficoltà a deambulare) che non impe-direbbero loro di essere produttive se solo la società fosse davvero disposta ad includerle. Esempio: i non udenti potrebbero essere avvantaggiati dalle e-mail al posto del telefono e da molte altre tecnologie visive, sempre a patto che i luoghi di lavoro avessero le strut-ture idonee ad accoglierli.

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Chiropratica e pediatria

Anche i bambini sono stressatiDr. Sharon A. Vallone D.C., D.I.C.C.P.

I bambini possono soffrire di stress in quella che appare essere una vita invi-diabile di giochi, coccole e storielle pri-ma di addormentarsi? Già nel grembo della madre i bambini possono essere sottoposti a stress cau-sati da trauma, tossine e emozioni che possono risultare in sublussazzioni ver-tebrali che a loro volta possono causare diminuzione della mobilità della colon-na vertebrale, dolori e malessere fisico. Una madre che si nutre in maniera ina-deguata o che continua a lavorare per lunghe ore ad alta intensità di stress fino al termine della gravidanza può causare stress al piccolo feto che sta cercando di svilupparsi basandosi solamente sulle risorse nutritive che la madre gli forni-sce e rispondendo agli impulsi nervosi della madre stessa. A questo proposito, studi scientifici hanno dimostrato che lo stress materno ha effettivamente un forte effetto sul sistema del feto. Uno psicologo dello sviluppo, Janet diPietro alla Johns hopkins University un giorno disse: “Il funzionamento psicologico di una donna in gravidanza, (stress, an-sietà, personalità) affetta direttamen-te il temperamento del bimbo e deve per forza essere così…il bimbo infatti è circondato da migliaia di sostanze chi-miche prodotte direttamente dalla ma-dre”. Questo livello di stress può anche causare sublussazzioni vertebrali croni-che ancora prima che il bimbo nasca. Una volta, quando I bambini nasceva-no, la madre era circondata, aiutata e consigliata da amiche e ostetriche per settimane prima del parto. La nostra società moderna invece ha distrutto questi legami così fondamentali dovuto

a distanza, economia (oggi giorno tutti i membri della famiglia lavorano per un benificio economico comune) e medi-cinali pre, durante e post parto. Le neo madri spesso non ricevono abbastanza supporto in termini nutritivi, di consi-gli e tempo per riposare. sempre più spesso accadde anche che le madri non allattino più i loro piccoli a causa di far-maci o disinformazione ignorando e sal-tando così il primissimo legame che si crea tra madre e bimbo durante il sem-plice gesto dell’allattare. Infatti, spesso il latte artificiale usato per rimpiazzare il latte materno è troppo difficile da dige-rire per il loro piccolo e fragile apparato digerente e ciò causa infiammazione, reflusso, costipazione e coliche che alla lunga possono causare sublussazioni vertebrali e così aumentare lo sconforto del bimbo.fin dalla tenera età i bambini sono sot-

toposti alla vita frenetica degli adulti che spesso risulta in ore trascorse in macchina seduti nel seggiolone mentre mamma e papà accompagnano i fratelli a corsi vari, fanno shopping o quant’al-tro. Questo seggiolino anche se studiato e disegnato per la sicurezza del bimbo, non è la posizione ideale che un bimbo dovrebbe assumere per un prolungato periodo di tempo in quanto piegato in avanti con la testa sul petto diminuisce la loro capacità respiratoria, la loro capa-cità digestiva e aumenta nettamente la pressione posta sulla loro colonna ver-tebrale che cerca di sviluppare in modo sano le rispettive curve del collo e del-la zona lombare che sono in posizione opposte da quelle adottate in posizione fetale nel seggiolino. E dunque fondamentale che i bimbi non saltino o affrettino le fasi di base del loro sviluppo. Allattare, giocare con

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Chiropratica e pediatria

le loro manine e piedini, imparare a se-dersi, imparare a gattonare e infi ne im-parare a camminare sono tutte fasi che vanno di pari passo con lo svilupparsi del sistema nervoso il che in futuro de-terminerà la loro coordinazione, equili-brio e controllo muscolare. tutte queste semplici azioni, che un bimbo ogni gior-no compie automaticamente, mandano continuamente migliaia di segnali al loro piccolo cervello che è in continua evoluzione creando collegamenti tra la parte destra e sinistra del cervello, cer-velletto, sistema vestibolare, etc…Per esempio, se un bimbo non trova ab-bastanza spazio nel grembo della madre (gemelli? mamma piccola e papà gigan-te, sublussazioni a livello del sacro-iliaco della madre) oppure sta seduto troppo a lungo in macchina, ciò può facilmente risultare in un bacino bloccato impe-dendogli di gattonare appropriatamen-te (il bimbo usa una gamba più dell’al-tra, saltella, si tira entrambe le ginocchia contemporaneamente invece di una alla volta…). Queste sono piccole informa-zioni che ci indicano chiaramente che c’è un problema muscolo-scheletrico da

qualche parte e va corretto al più presto per permettere al cervello di ricevere informazioni corrette ed appropriate al suo sviluppo.Quando poi iniziano a crescere tutto di-venta una sfi da. Corrono, saltano, cado-no, si rialzano e insistono fi no a quando non ci riescono, stimolando così il loro sistema nervoso creando connessioni a breve e lungo termine. Giocare con i fratelli, gli animali domestici o essere lanciato per aria dallo zio preferito può essere molto stimolante per il cervello ma altre volte può risultare in stress fi -sico creando piccoli trauma che infl uen-zano il corretto movimento articolare della loro colonna vertebrale.In contrapposizione al bambino super attivo quello sedentario è a rischio di obesità precoce. In bambini che fanno poca attività motoria non sviluppano il cervello velocemente come gli altri.Il tuo chiropratico può valutare abba-stanza facilmente se tuo fi glio ha sub-lussazioni vertebrali che potrebbero creargli problemi futuri aiutandoti a valutare al meglio il suo sviluppo. Infatti

ci sono tecniche di chiropratica studiate appositamente per aggiustare i bimbi. Queste tecniche sono non invasive e so-litamente piacciono molto ai bimbi che sembrano pensare tra loro…ohhhhhhh fi nalmente qualcuno ha capito dove sta il problema! Il tuo chiropratico saprà lavorare in collaborazione con gli altri specialisti della salute per permettere al tuo bimbo di crescere al meglio delle sue capacità!

Breve curriculum vitae

La dottoressa vallone, dopo essersi laureata al Palmer Chiropractic Colle-ge nel 1986 e specializzata in pedia-tria nel ’97, è diventata una delle pri-cipali esperte in pediatria chiropratica del mondo. Nel corso degli anni, oltre a esercitare nel suo studio, è stata professoressa in vari college chiropra-tici e università americane e anche la direttrice del Kentuckiana Children’s Center, Louisville, KY, una delle più prestigiose istituzioni americane che si occupano di bambini portatori di handicap. Oltre 15 dei suoi articoli sono stati pubblicati dalle maggiori riviste specializzate e nel corso della sua carriera ha tenuto oltre 50 presen-tazioni a medici e chiropratici in tutto il mondo.Può essere raggiunta a questo indiriz-zo: [email protected]

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Chiropratica

ECU - maggio 2009 - Alghero“La chiropratica: una scienza Vitale”Baiju A. Khanchandani, D.C., I.C.S.S.D.Vice Presidente Associazione Italiana Chiropratici

Il Convegno Europeo dei chiropratici è una delle conferenze scientifiche più impor-tanti del mondo. Come regola generale se il convegno viene ospitato nel nord Euro-pa solitamente si sceglie una città piena di attrazioni in modo da compensare per il tempo di solito non molto favorevole. In-vece quando il convegno viene ospitato in una città del sud Europa, si tende a sceglie-re una località marittima. Il convegno Eu-ropeo dei chiropratici non era stato orga-nizzato in Italia da più di dieci anni ormai e quest’anno finalmente siamo stati fieri di ospitarlo in sardegna più precisamente ad Alghero.Inizialmente la scelta del posto ci ha dato qualche problema. Ryanair non ha aiuta-to cancellando all’ultimo un paio di voli dal Nord Inghilterra e Alitalia rischiava di chiudere i battenti. Ma, malgrado la crisi economica, il convegno ha ottenuto un record di presenze tra oratori, chiropratici, studenti, accompagnatori ed espositori. Più di 500 persone da tutta Europa hanno preso parte a questo fantastico evento. L’hotel Carlo v, con la sua vista sul mare, temperatura perfetta, una raffinata cuci-na tipicamente italiana, una piscina acco-gliente e un panorama straordinario con degustazioni di vini locali, ha soddisfatto pienamente le aspettative di coloro che non prendevano parte al convegno stesso o coloro che necessitavano di una piccola vacanza oltre a partecipare al convegno stesso.La parte accademica del programma è sta-ta la parte chiave del convegno. Quest’an-no il tema era “La chiropratica, una scienza vitale” tema ispirato dalla visione olistica della chiropratica in quanto professione. ventisette oratori e professori da tutta Eu-

ropa hanno parlato mattina e pomeriggio lasciando piena libertà a chi li ascoltava di scegliere il loro proprio programma. Infatti lezioni teoriche e pratiche si alternavano in più sale in modo tale da non annoiare mai chi ascoltava ed era venuto per imparare.Gli argomenti variavano da problemi di spalle, allo studio dell’articolazione tem-poro-mandibolare, alla kinesiologia appli-cata, all’integrazione Biometrica, agli atti-vatori, alla pediatria chiropratica e molto altro. tutte le classi pratiche hanno avuto un successo enorme specialmente quelle di neurologia, kinesiologia applicata e ra-diologia. C’erano anche delle sessioni di chiropratica sportiva per varie problema-tiche che si riscontrano sui campi da gio-co e sessioni di ultrasuono per problemi muscolo-scheletrici. Per la prima volta in un convegno di questa importanza ci sono state sessioni di chiropratica per animali, con visita ad una fattoria con dimostrazio-ni di trattamenti sui cavalli. Un’enorme sessione è stata anche dedica-ta alla presentazione delle nuove ricerche scientifiche in favore della chiropratica. La convenzione Europea assieme All’associa-zione Italiana hanno consegnato il premio Jean Robert per la miglior ricerca dell’anno.

Gli espositori sono stati fantastici espo-nendo molti dei nuovi prodotti e tecnolo-gie utili per la professione. C’è stato anche il ritrovo degli ex studenti dell’Anglo European Chiropractic College (inglesi), quello del Canadian Memorial Chiropractic College (canadesi) e quello del Life West (America) il tutto accompa-gnato da formaggio e vino a volontà.Il programma sociale includeva una cena tipicamente sarda con vino del posto e un delizioso... porceddu!!! durante questa cena c’è stato anche il discorso del presidente Europeo dei Chiropratici, dott. druart a proposito del terribile terremoto dell’Aquila e su come la professione poteva aiutare in casi simili. L’associazione Italiana ha anche fatto pervenire 15 magliette autografate da giocatori di calcio famosi a livello mon-diale da mettere all’asta per la popolazione dell’Aquila. Il tutto ha permesso di racco-gliere 7000 euro da dedicare ai terremotati. Ringrazio L’Associazione Italiana Chiropra-tici che ha organizzato sia il Parker seminar a Rimini nel 2008 sia il convegno Europeo nel 2009. Il prossimo Convegno Europeo si svolgerà a Londra nel 2010, mentre il pros-simo Parker seminar si svolgerà in Italia a Roma nel 2010.

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I nostri lettori

Mi chiamo Garbo Enrico e sono appas-sionato di fotografia naturalistica come il dottor Eddy Pellissier, che è il mio chi-ropratico.da 2 o 3 anni sono attratto dall’osser-vazione di uccelli (birdwatching) e dal successivo scatto fotografico come mo-mento finale.Nei miei trattamenti chiropratici nel suo studio di vercelli, ho avuto modo di scopri-re, da un po’ di tempo, una zona stupen-da, la zona delle risaie vercellesi, paradiso per l’osservazione di numerose specie di uccelli durante la migrazione primaverile. In questa zona gli uccelli si fermano du-rante la migrazione per riposarsi durante il lungo viaggio ed alcune specie nidifica-no durante l’allagamento delle risaie.Ardeidi , limicoli ed altre numerose spe-cie si fanno avvicinare senza scendere dalla macchina nelle strade sterrate che delimitano la vasche in risaia, potendo effettuare degli scatti fotografici inte-ressanti. In primavera ed estate le risaie appaiono come un susseguirsi di paludi artificiali, in grado di supplire alla caren-za di ambienti naturali.

La notevole diffusione di molte specie di uccelli nella provincia di vercelli è dovuta proprio alla possibilità di utiliz-zare le risaie come ambiente di alimen-tazione, nidificazione e sosta durante la migrazione. tale situazione dura, però, solo per una parte dell’anno: le periodiche asciutte, i trattamenti con i diserbanti e la definitiva scomparsa dell’acqua prima della raccolta del riso, ne limitano fortemente l’idoneità per moltissime altre specie.L’acqua è l’elemento dominante a ver-celli, ma solo per alcuni mesi; nel re-stante periodo dell’anno il paesaggio cambia: le vasche vengono svuotate, il riso raccolto e il terreno privo di coper-tura appare come una landa desolata.vicino a vercelli c’e anche il Parco Natu-rale Lame del sesia. Le lame sono for-mazioni di palude derivate dalle anse abbandonate dal fiume che ha abban-donato il proprio corso. Questa Oasi na-turale contrasta nettamente con il pae-saggio circostante caratterizzato dalla coltura del riso. si tratta di un habitat ideale soprattutto per l’avifauna acqua-tica, aironi, garzette, nitticore, cormora-

ni e alcune rarità come la spatola e l’ibis sacro. La riserva naturale speciale Iso-lone di Oldenico, parte del Parco Lame del sesia, ospita una garzaia tra le più popolate d’Italia, dove nidificano airo-ni, garzette, cormorani e aironi guar-diabuoi. Nei periodi appropriati si può praticare il birdwatching dai capanni di osservazione attrezzati del parco . tut-tavia non è questa l’unica grande città degli aironi. La garzaia di villarboit è riserva naturale speciale della regione Piemonte dal 1990. La superficie pro-tetta è formata da una parte di coltivo a pioppeto e risaia e dall’altra da un bo-sco ceduo con robinie, olmi campestri e ontani neri.Altro luogo di nidificazione degli ardei-di si trova a Carisio sulla sponda destra del torrente Elvo, con la riserva naturale speciale della garzaia di Carisio.In un’area di pianura fortemente antro-pizzata, hanno trovato casa nitticore, garzette e aironi cenerini.Consiglio a tutti gli appassionati di na-tura una visita prolungata in questi luo-ghi poco pubblicizzati ma che offrono incontri stupendi ed a volte inconsueti.

Le risaie vercellesiEnrico Garbo

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Falco PellegrinoAirone Guardiabuoi

SgarzaCiu� etto

Nitticora in volo

Airone rosso

Ibis Sacro

I nostri lettori

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39Chiropratica - N. 15 - Giugno 2009I nostri lettori

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Gruccione in voloNitticore in lite

AironeGuardiabuoi

Combattenti in volo Cavaliered’Italia solitario

Airone Bianco Maggiore

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Psicologia

Nesting:fare il nido

Negli stati Uniti alcuni psicologi usano la parola “nesting” (fare il nido), per indicare una serie di concetti diversi:

nesting e istinto maternoIn questo caso, la parola “nesting” indica alcune tra le emozioni e sentimenti che la futura mamma prova quando pensa che porterà il suo bambino a casa, e quali cam-biamenti dovrà fare in casa, per poterlo accogliere. Questa atmosfera psicologica è particolarmente forte alla nascita del pri-

mo figlio, ma si ripete comunque, anche se in modo diverso, per i figli che nascono in seguito. Questi pensieri si concretizzano in tutte le attività pratiche di arredamento, l’acquisto della culla o del lettino, la pre-parazione di una stanza per il bambino, i mobili da metterci dentro, come sistemare la casa per l’arrivo di una persona in più. La casa dove viveva una coppia si trasforma nella casa dove abiterà anche un bambino. E’ facile quindi che ci siano sistemazioni e arrangiamenti nuovi da studiare per ri-

spettare le nuove esigenze. I mobili pos-sono essere risistemati, e la disposizione stessa della casa viene in qualche modo a cambiare.Molte coppie in queste occasioni, man mano che la data della nascita si avvicina, eseguono o fanno eseguire anche una manutenzione generale della casa: dare il bianco alle pareti, riordinare, eliminare og-getti inutilisono attività positive e spesso molto te-nere che preparano l’atmosfera adatta per

Dr. Roberto VincenziPsicologo

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Psicologia

accogliere un neonato. La futura mamma e il futuro papà man mano che svolgono queste attività prati-che, in qualche modo preparano anche uno spazio per il bambino nella loro men-te. Pensare al figlio che arriverà, mentre si fanno i preparativi, aiuta a trasformare la mentalità del single in quella del genitore. Anche semplicemente pensare che lo spa-zio di casa non sarà più tutto a disposizio-ne, che ci saranno delle ore nelle quali la tv o lo stereo dovranno essere messi bassi per non svegliare il neonato che dorme, insomma che i desideri e le esigenze degli adulti dovranno essere mediate con quelle di un bambino piccolo, aiuta a capire la de-dizione necessaria a far crescere un essere umano.

nesting nella vita di coppiaLa parola “nesting” viene anche usata per descrivere l’insieme di tutte le attività che una coppia, con figli o senza, svolge in casa propria per ottenere dei miglioramenti. In genere queste attività comprendono il si-stemare in modo nuovo mobili e oggetti, eseguire lavori di manutenzione o trasfor-mazioni, acquistare nuovi arredi o suppel-lettili. Queste attività hanno un risvolto pratico e reale che si concretizza nel lavoro fatto, ma, a livello mentale, hanno comun-que un significato.Psicologicamente, occuparsi assieme al partner della propria casa, significa investi-re energie in un progetto comune, “creder-ci” come si suol dire, pensare che la coppia che vive nella casa possa avere un futuro. Lavorare in casa assieme al partner, spesso favorisce la comunicazione di coppia, che dal livello pratico di ciò che si sta facendo assieme, può passare facilmente a conte-nuti più profondi. dal “Passami il martel-lo” possiamo arrivare a discutere aspetti importanti dello stare insieme. Certe vol-te, mentre si sistemano oggetti o mobili, vengono fuori dei ricordi di analoghi lavori

fatti anni prima, possono venire in mente persone di allora, memorie di come la cop-pia viveva insieme negli anni passati. I due partner, uniti semplicemente nel fare qual-cosa assieme, proprio perché non sono lì per parlare, possono sentirsi più disposti e facilitati a farlo.

nesting e space cleaning(pulizia dello spazio)Gli psicologi che si rifanno ad una conce-zione New Age della vita, fanno in certi casi coincidere la parola “nesting” con le attività di “space Cleaning” che letteraria-mente significa “pulizia dello spazio”.Lo “space Cleaning” è il nome che si usa in America per indicare un’attività ispirata al “feng shui” cinese.In cinese la parola “feng shui” significa “vento” e “acqua”, indicando così i due ele-menti che trasformano la terra e che col loro influsso determinano le caratteristi-che più o meno salubri di un particolare luogo o di una particolare abitazione.si tratta di un’antica dottrina taoista cine-se, secondo la quale la posizione dei luo-ghi e delle abitazioni, rispetto all’energia

della natura, alle costellazioni ed ai pianeti, favorisce o danneggia gli uomini che ci vi-vono.In base a questa teoria venivano orienta-te le abitazioni da costruire. Nelle case già esistenti, si sistemava la posizione dei letti e dell’arredamento, in modo da favorire e armonizzare lo scorrere dell’energia co-smica all’interno della casa.Questa teoria, è stata recentemente inglo-bata nelle ideologie New Age. Negli stati Uniti il “feng shui”, modificato in modo da renderlo un po’ più comprensi-bile per gli occidentali, è stato ribattezzato “space Cleaning”, e, secondo alcuni psico-logi, si tratterebbe di un’attività migliorati-va della casa, abbastanza simile al Nesting.

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Psicologia

Breve curriculum vitae

sono nato a Genova nel 1949, la psicologia mi interessava fi n da ragazzo, ed ho percorso una lunga serie di esperienze, che mi hanno portato a di-ventare Psicologo Psicoterapeuta, iscritto all’Ordine degli Psicologi della Liguria. dal 2004 sono associato al CIRs (Centro Interdisciplinare per Ricerca e la formazione in sessuologia) diretto da Jole Baldaro verde; assieme agli altri soci (psicologi, psichiatri, ginecologi, neurologi, medici) abbiamo elaborato uno studio sulla coppia oggi. dall’aprile 2006 sono iscritto all’Albo dei Consulenti tecnici (CtU) del tribunale di Genova.dal maggio 2006 sono docente presso la “scuola di Psicoterapia Istituzionale” di Genova, dove svolgo lezioni sulla psicoterapia.Attualmente la mia principale attività è costituita dal lavoro in studio privato, rivolto a pazienti adulti aff etti da nevrosi; in collaborazione con psichiatri e neurologi, mi occupo anche di pazienti borderline o psicotici.

nesting syndrome(rupofobia: ossessione per la pulizia paura dello sporco)Quando una persona è ossessionata dalla pulizia della casa, dedica ad essa molto più tempo del normale o pulisce molto più a fondo e più spesso del necessario, ci pos-siamo trovare di fronte ad uno stato di sof-ferenza psicologica, ad una nevrosi che si sta esprimendo con una fobia.Ma che cos’è la fobia? Questi pensieri irra-zionali signifi cano qualcosa? La fobia fa parte delle nevrosi, cioè quei di-sturbi psicologici che non hanno una causa fi sica, organica, ma sono invece alterazioni nel modo di funzionare del pensiero.Nessuno nasce fobico, piuttosto la fobia è un tentativo di difesa sbagliato, che è stato costruito durante la vita della persona, cre-sciuta in un ambiente psicologicamente malato, per combattere l’ansia. L’ansia a sua volta nasce da un cosìddetto “confl itto rimosso”, cioè una situazione nel-la quale il soggetto rifi uta di aff rontare un contrasto nella sua vita; fa’ fi nta che non esista, lo elimina dalla coscienza e lo trasfe-risce su qualcos’altro che è meno penoso da aff rontare, per esempio una fobia.freud, descrivendo questo meccanismo psicologico, usava i termini “rimozione” (per indicare l’operazione con la quale si rimuove dalla coscienza, cioè si fa fi nta che non esista il confl itto) e “spostamen-to” (quel artifi cio psicologico col quale le emozioni provate ad aff rontare un certo pensiero confl ittuale , vengono trasferite

ad un altro pensiero ritenuto più facile da sostenere). Nella prima elaborazione della sua teoria, freud riteneva che il confl itto avvenisse tra “principio del piacere” e “prin-cipio di realtà”; in seguito, mise in evidenza il contrasto tra “pulsioni sessuali” e “pulsio-ni dell’Io”; concluse poi la sua elaborazione indicando il confl itto tra “Eros” e “thana-tos” cioè tra desiderio di vivere e volontà distruttiva. In termini attuali, possiamo dire che il con-fl itto è collegato alla crescita di una perso-na e alla acquisizione di indipendenza dai genitori e dalla famiglia di origine. I genitori sani, favoriscono l’indipendenza dei propri fi gli e li aiutano ad acquisire gli strumenti necessari per la crescita. I geni-tori nevrotici, psicologicamente malati, ostacolano questo processo, stabilendo coi fi gli un tipo di rapporto morboso, trop-po stretto e intenso, impostato sul princi-pio “o sei come me o sei contro di me; ma contro di me non ci puoi stare”.Ed è proprio a causa di questo legame troppo forte, che i fi gli di questi genitori faticano a crescere e rendersi psicologi-camente indipendenti. Per loro è molto penoso aff rontare il confl itto: ubbidire ai genitori (e quindi restare bambini per sempre) o costruire la propria indipenden-za (e quindi disubbidire ai genitori). Non tutti ci riescono. Molti di loro, piutto-sto che aff rontare il contrasto coi genitori, lo rimuovono, fanno fi nta di ignorarlo, e innescano così un meccanismo nevrotico che può svilupparsi in varie forme. La fobia

è una di queste possibili forme di nevrosi.La fobia impedisce quindi di impegnar-si nella vera battaglia, che è quella per la propria autonomia, e mantiene la persona in una condizione infantile, caratterizzata da paura di agire e immobilismo.Nella vita del fobico, le novità sono da te-mere ed evitare, i sensi di colpa sono sem-pre in agguato, non appena si accenna ad un pensiero di indipendenza dalla famiglia di origine. A causa del suo modo di pensa-re, il fobico è una persona insicura nell’af-frontare la vita; la barriera psicologica che dovrebbe difenderlo dall’esterno, non funziona bene ed ha paura di poter essere “invaso” dal mondo. Chi vive nella nevro-si fobica è un represso che ignora come funzioni il suo corpo e come si sviluppino le emozioni; teme la propria impulsività e l’espressione dell’istinto; i genitori hanno marcato in lui una potente autorità che è diffi cile e penoso estirpare. Attraverso la fobia vengono negate l’aff ettività e le emozioni, l’istinto e la spontaneità; tutti questi sentimenti vengono sostituiti da ri-gidi schemi “paura / non paura” che, para-dossalmente, sembrano al fobico, più facili da aff rontare.

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I nostri lettori

Quando ci si trova alla presenza di una soluzione semplice ad un problema com-plesso, si è soliti definirla “uovo di Colom-bo”, facendo riferimento all’aneddoto se-condo il quale Cristoforo Colombo riuscì a fare rimanere in posizione verticale un uovo, semplicemente schiacciandolo su una delle due estremità. facile no?L’uovo di Colombo del quale vi stiamo per raccontare e che in pochi mesi di vita è stato in grado di catalizzare l’attenzione di mezzo mondo, sgretolando convinzioni scientifiche fino ad oggi inattaccabili, si trova in Piemonte, ha l’aspetto di una stu-fetta e si chiama Luciastove.La prima sensazione che si prova, assisten-do ad una dimostrazione del funziona-

mento della Luciastove, è di scetticismo per la sua apparente non-complessità, frutto del fatto che è composta da soli cin-que elementi metallici, assemblati in pochi secondi dalle mani di Nat. In seguito subentra lo stupore per ciò che questo piccolo strumento è in grado di produrre e soprattutto per come lo sa pro-

durre. Energia, tanta energia.facciamo un veloce flashback, tornando all’origine dell’idea e del suo creatore:Nathaniel Mulcahy un americano di torto-na, figlio di padre statunitense e di madre piemontese, decide di fissare la propria di-mora e laboratorio nella cittadina piemon-tese e di vivere nella casa natale del nonno, tra gli scaffali ricoperti di libri ingialliti dal tempo ma soprattutto dall’usura, in com-pagnia di Lucia, l’inseparabile compagna, alla quale deve la vita; è, infatti, grazie alla sua assistenza in occasione di un grave in-cidente che Nat oggi può ancora fare ciò che fa senza problemi.

dimenticavo, Lucia è un cane, uso il pre-sente, anche se Cia non c’è più, perchè il legame tra i due è stato perpetuato nel nome dell’invenzione di Nat, la Luciasto-ve.L’idea o “eureka”, nasce da una sequenza di eventi, idee e voglia di fare, che in Nat hanno trovato terreno fertile, grazie alle sue precedenti esperienze di consulente ed inventore di soluzioni per le aziende.Nel caso della Luciastove tutto ruota in-torno a due parole chiave, la PIROLIsI, che molto sinteticamente consiste in un pro-cedimento di degradazione di sostanze organiche provocata dal calore e la GAs-

La LuciaStoveGiovanni Fois - Marta Mutti

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sIfICAzIONE, ossia il procedimento per il quale è possibile ottenere gas da un mate-riale solido organico.La domanda che nasce spontanea dopo un’analisi più approfondita è: ma che cos’ha di diverso questa stufetta? Cosa la rende unica rispetto a tutte le altre?Le differenze sono tante e rilevanti: intanto ha un’efficienza di combustione (ricordia-moci che il carburante non brucia ma pi-rolizza) pari al 93%, con emissioni nocive irrilevanti. tutto ciò sembra impossibile ma è la realtà, come dimostra il fatto che chi assiste ad una dimostrazione della Lu-ciastove si accorge solo verso la fine, che non c’è canna fumaria e che allo stesso tempo non c’è nemmeno fumo nè odore di bruciato.In secondo luogo la Luciastove è in grado di ricavare energia da qualsiasi tipologia di materiale organico, a condizione che abbia un tasso di umidità inferiore al 30%, come pellet, legno, ma anche le più disparate ti-pologie di scarti produttivi organici come potature, cippato, residui di lavorazione, gusci, scarti di granaglie, rifiuti organici ed essendo destinata anche e soprattutto a popolazioni che vivono in zone prive di ve-getazione, la Luciastove è in grado di fun-zionare al meglio anche con escrementi

animali. di fronte a tanta e apparente sem-plicità si corre il rischio di perdere di vista la complessità che sta alla base del progetto, frutto dell’incontro di studi termodinamici e genetici che hanno consentito a Nat di sviluppare il cuore della Luciastove, una ghiera che, grazie alla sua particolare con-formazione, è in grado di incanalare i flussi termici prodotti dal materiale pirolizzato e trasformarli in energia pulita, generando una fiamma a volte trasparente e dalla for-ma affusolata (“serie fibonacci”).L’aspetto pulito e trasparente della fiamma è un’altra caratteristica di questa piccola stufetta, che grazie alla pirolisi e alla con-seguente estrazione di gas dal materiale organico introdotto nella camera di com-bustione, funziona come un fornello, ma senza bombola, rendendo la Luciastove un inserto per camini idoneo anche per quei luoghi dove le leggi non consentono di bruciare legna.spiegarlo è difficile, ma se avete tempo e voglia vi suggerisco di andare su Youtube o Google e digitare Worldstove o Luciasto-ve e vi si aprirà un mondo.Il passo successivo è stato scoprire che il materiale pirolizzato che si estrae dalla stu-fa, ossia ciò che a prima vista sembra car-bonella, assume un valore e un nome ben

preciso, il BIOChAR, un prodotto in grado di ottimizzare la fertilità dei terreni, trat-tenere acqua e quindi rendere coltivabili zone aride, ridurre la desertificazione, con-sentendo ad un materiale di scarto di esse-re trasformato in un prezioso alleato, tanto che il CNR di firenze, con a capo il dott. franco Maglietta, da tempo sta portando avanti studi sulle possibili applicazioni in campo agricolo di questo materiale.Ed ecco un nuovo circolo virtuoso che ha reso la Luciastove non un semplice eser-cizio tecnologico fine a se stesso, ma uno strumento utile e funzionale per le azien-de, che se prima consideravano i propri scarti un costo di smaltimento rifiuti, ora, grazie alla Luciastove possono trasformarli in una voce di guadagno, in quanto il bio-char ha un suo mercato, una quotazione e un valore in carbon-credit.La Luciastove per volontà di Nat si muo-ve su un doppio binario: commerciale e solidale. da una parte ci siamo noi, il così detto Primo Mondo in cui, essendo la tec-

Gusci di mandorle: scarti di produzione Residuo dei gusci di mandorle (biochar) ottenuto a se-guito del processo di pirolisi avvenuto nella LuciaStove

Esempi di fiamme

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I nostri lettori

nologia della Luciastove scalabile e repli-cabile a livello industriale per dimensioni e prestazioni asseconda interessi economici di grandi realtà produttive; dall’altra, il ter-zo Mondo in cui può dare un importante aiuto alle popolazioni più disagiate, che possono ricavare un signifi cativo migliora-mento della qualità della vita, anche solo dalla semplice possibilità di far bollire l’ac-qua o cuocere i cibi, evitando l’esposizione alle più elementari malattie, o semplice-mente evitando la morte da intossicazione per emissioni nocive derivanti da sistemi tradizionali di combustione.Il progetto Luciastove ha raggiunto la sua più autorevole visibilità in seguito alla Conferenza Onu sui Cambiamenti Clima-tici tenutasi a Poznan in Polonia l’11-12 dicembre 2008 grazie alla quale la associa-zione WhO, World health Organization l’ha ritenuta tra le migliori invenzioni dell’anno 2008 per la sua capacità di sequestrare CO2 (anidride carbonica) dall’atmosfera e per il grande supporto ed aiuto che può off rire alle popolazioni meno fortunate nei paesi del terzo mondo. E’ proprio in que-sto contesto che la Luciastove è già stata distribuita alle famiglie sparse nelle zone depresse del pianeta con il patrocinio delle Nazioni Unite e di altre associazioni umanitarie di diverse nazionalità.

Biochar da escrementi di coniglio ottenuto a seguito del processo di pirolisi avvenuto nella LuciaStove

REGALA UNALuciaStove

Non tutte le associazioni benefi che ri-escono ad accedere ai fondi dell’Onu e delle varie organizzazioni umanita-rie mondiali; la maggior parte sono istituzioni di volontari od organizza-zioni tanto piccole che non hanno nemmeno i fondi per autofi nanziarsi. Ecco allora il nostro ultimo slogan per dare loro un supporto concreto. Con un contributo che oscilla tra i 35 ed i 50 euro regalerete una Luciastove ad una famiglia che non ha nulla.

PER INfORMAzIONI scrivere a :[email protected]

LuciaStove

Beaner: modello da campeggio, trekking semplice e versatile che si può costruire con l’ausilio di una sem-plice lattina

PupStove: modello da campeggio, trekking professionale

Festival dell’Energia, Lecce: Nathaniel Mulcahy durante una dimostrazione con il gas prodotto dalla LuciaStove

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NUOvO ORIzzONtE dELLA sALUtE

46 Università Chiropratiche

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A.E.C.C.Anglo European Chiropractic CollegeBaiju A. Khanchandani, D.C., I.C.S.S.D.Vice Presidente Associazione Italiana Chiropratici

L’Anglo-European Chiropractic College di Bournemouth, Inghilterra ha aperto la sua nuova clinica il 3 Aprile 2009. La cerimonia di apertura si è svolta in collaborazione con la British Chiropractic Association e con l’Associazione Chiropratici Italiani assieme a centinaia di chiropratici da tutt’Europa.La clinica è stata costruita in tempo record: 11 mesi dalla prima pietra per un costo to-tale di 3.8 milioni la maggior parte dei quali sono stati recuperati dalla professione stes-sa. La clinica ha:

34 sale di trattamento chiropratiche •ognuna di esse equipaggiate con com-puter.Un centro di riabilitazione•Un centro di ricerca sportiva in collabora-•zione con A.C. Milan e altre associazione sportive nazionaliEquipaggiamento completo per ultra-•suonoIl miglior equipaggiamento radiografi co •come OsMIA (Objective spinal Motion Imaging Assessment) sviluppato dal pro-fessor Alan Breen e realizzato da siemens e Atlas Clinical Ltd. (L’AECC è il primo ad usare questo tipo di equipaggiamento in Europa dopo l’America e hong Kong)Uffi ci per i professori dove gli alunni pos-•sono consultare i professori privatamentespazi per gli studenti con computer, tele-•visioni, docce, e quant’altro

La nuova clinica signifi ca un servizio mi-gliore per la comunità circostante assieme ad un servizio migliore per gli studenti del quinto anno di chiropratica.L’AECC ha aperto 40 anni fa e da allora è cre-sciuta sempre di più. Oramai ci sono più di 600 studenti ogni anno nel collegio il 50% dei quali viene da fuori Inghilterra (Korea, Canada, Israele, sud Africa, scandinavia e il

resto dell’Europa con 15 Italiani!! Quest’an-no 13 italiani hanno chiesto di entrare all’A.E.C.C. Per il settembre 2010 le iscrizioni si chiudono il 15 gennaio 2010. L’A.E.C.C. è fi ero di promuovere la chiropratica in Italia quindi qualunque persona interessata a questa fantastica professione può contat-tare il dipartimento delle ammissioni al:

[email protected] I chiropratici spesso rimangono in con-tatto con il collegio anche dopo la laurea. L’A.E.C.C. ha 85 persone che seguono corsi post-laurea come quello di pediatria per esempio. Informatevi per saperne di più...

Laureato in Chiropratica nel 1986 all’Anglo-European Colle-ge of Chiropractic si è perfezionato ed ha ottenuto i seguenti certifi cati: International Chiropractic sports science diplomate, Applied Kinesiology 100 hour Certifi cation, Chiropractic Neuro-logy Board Eligible.Il dottor Khanchandani è membro dell’Associazionte Italiana Chiropratici, della British Chiropractic Association, dell’Europe-an Chiropractors’ Union, del Public health Committee Coordina-tor e dell’International federation of sports Chiropractic.

Breve curriculum vitae

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47Chiropratica - N. 15 - Giugno 2009

D I S S O L V E T E N S I O N E M U S C O L A R E E S T A N C H E Z Z A • R I L A S S A E R I N V I -G O R I S C E • A I U T A A L E N I R E I L M A L D I S C H I E N A E L E C E F A L E E D O V U -T E A I P R O B L E M I C E R V I C A L I • P A R A G O N A B I L E A L L A S E N S A Z I O N E D IB E N E S S E R E D I U N M A S S A G G I O P R O F E S S I O N A L E

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