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Orizzonte Sicurezza

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[email protected] La redazione è lieta di fornire spazio per pubblicare articoli di altre strutture SIULP

Commissione Nazionale

Ricompense

Tutte le strutture del SIULP interessate alle determinazioni assunte dalla Commissione Nazionale per le ricompense relativamente alle proposte di Encomio Solenne e Promozione per merito Straordinario, possono telefonare alla segreteria del SIULP di Torino ai numeri 011.356220 - 011.3245864 e ricevere immediate risposte

www.torinosiulp.it

E’ operativo un nuovo spazio dedicato alle problematiche della categoria con un respiro specificatamente cittadino. All’interno troverete informazioni, documenti, comunicati, curiosità ed altro ... ISCRIVETEVI ALLA NEWS LETTER per essere sempre informati.

In questo numero

Segreteria SIULP Luigi Del Prete Telefono 011.356220 – 011.3245864 Cellulare 331.3711526 Fax 011.3293355

Coordinatore Commissariati SOLDANO Roberto 331.3747052

Coordinatore Specialità PIVANO Pierfranco 3313753356

Responsabile Specialità PolPost (SIGNORILE) 331.3753345 Polstrada (BASCO) 331.3747035 Polfer (MUSCARELLO) 331.3733611

V Reparto (MORCINELLI) 3313753615 Polaria (GHEZZA) 331.3753356

Cause di servizio – pensioni privilegiate ROMANO Filippo 331.3746937

Ricorsi, disciplina e giustificazioni NEGLIA Salvatore, sabato mattina in sede

011.356220

Commissione Tecnici AUTELITANO Francesco 011.3245828 METTOLA Rocco 011.5588224 EUROCAF - LABOR Telefono 011.4531908 Lun-Ven: 9.30-12.30 Fax 011.4531908 15.30-18.30

Vice Direttore: Filippo Catalano Capo Redattore: Fernando Di Tommaso

Comitato di redazione: Gigi Del Prete, Mario Cozzi, Salvatore Neglia, France sco Todino, Domenico Terrameo,

Stefano Angelino Giorset, Gianfranco Morcinelli

Editoriale di Eugenio Bravo pag. 1-3 Le paure nascoste pag. 1-3 La forza della ragione pag. 4-5-6 Editoriale di Felice Romano pag. 7-8 Convenzione universitaria SIULP pag. 9 Espulsione Oronzo Cosi pag. 10 Lettere al Questore pag. 12-13-14 Lettere al Ministero pag. 14-15 Fondo di assistenza pag. 16

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(segue dalla prima pagina). Quello che in realtà diventa fondamentale è la capacità di valutare i pro ed i contro delle situazioni costruendosi una propria opinione delle persone e delle cose che sia la più realistica possibile ed in grado di realizzare le proprie aspettative. Valutare l’attività di Governo in merito al riordino delle carriere o al contratto obiettivamente significa innescare sentimenti di rabbia e quasi di tradimento. Tutto è allo studio ma nulla sembra arrivare al traguardo. Le promesse si sprecano e

alimentano false e pericolose aspettative. Il rancore avanza tra coloro che si sentono ingannati. La risposta, dunque, non può che essere la mobilitazione delle proprie ragioni che, come per gli affetti, diventa indispensabile per la conquista della verità ed il giusto riconoscimento.

Solo attraverso la chiarezza e la forza della ragione si potrà addivenire al successo delle proprie idee e solo allora si potrà dar luogo all’istinto più umano dell’animo riappropriandosi del sentimento dell’indulgenza.

(segue da pag. 1) Rimorso per aver vissuto una vita a metà, per non aver saputo scegliere giusto al momento giusto, per non aver dato o cercato l’autentico affetto, quello che realizza e consolida il progetto della vita, vissuto tutti i giorni realmente in famiglia, nel lavoro, con gli amici. L’amore per la politica, per il sindacato come per le persone ha bisogno di emozioni forti, di condivisione, di contatto fisico e visivo, di progetto, di futuro. Proprio per questo chi veramente è in grado di provare e dispensare nobili sentimenti non può limitarsi a parlare o parlarne a distanza, ma deve raggiungere ed unirsi alla passione della vita per realizzare il suo importante sogno. Deve impedire al rimorso

di farsi strada per non aver fatto quando era il momento di fare, per non aver detto quando era il momento di dire. La vita è una e per quanto ci si illuda, non deve essere sacrificata a causa di paure o insicurezze. “Chi ha tempo non aspetti tempo” recita un famoso aforisma, che insieme a quello “volere è potere”, deve indurre a soddisfare gli interessi della vita, quelli importanti e reali, che sarebbe un peccato dissolverli o viverli parzialmente. Il tempo non perdona e guardandosi indietro ci si potrebbe amaramente pentire ma ormai…

Editoriale Eugenio Bravo

Le paure nascoste e il coraggio delle scelte Il Pungolo

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C’eravamo quasi tutti in piazza a Roma Mercoledì 28 ottobre. Tutti quelli, beninteso, che potevano esserci, valutando le esigenze di servizio e i compiti d’istituto. Quarantamila poliziotti in piazza (cifra reale e non gonfiata) non sono roba da poco. E’ un segnale netto, inequivocabile preciso, che non lascia scampo alcuno a chi di mestiere fa l’anguilla. Come quei segretari, quei burocrati, quei portaborse che leggendo i monitor delle agenzie o ascoltando i resoconti degli amici o sgranando gli occhi dinanzi ai primi sommari resoconti della questura sul numero dei partecipanti, hanno vissuto una delle peggiori giornate della propria esistenza. Impegnati da un lato a tranquillizzare il proprio capo, sempre più convinto della poderosa spallata che dalla nostra piazza sarebbe arrivata alla sua compagine governativa. Dall’altro a supplicare gli amici, le mogli, i cugini e i clienti impiegati a tempo debito nelle centrali dei mass-media a “tener bassi i toni”, a “non enfatizzare l’evento”, a “non diffondere notizie che potrebbero creare sgomento tra la popolazione”. Come se la popolazione, come dicono loro, subisse il danno più da chi denuncia che da chi lo determina e, nascon-dendolo, si attiva per mantenerlo in vita. Tranquilli, colleghi la storia è vecchia come il cucco: non vi preoccupate se la stampa non ha dato il meritato risal-to alla manifestazione (in altri Paesi i giornali ne avrebbero parlato in prima pagina per alcuni giorni). Il messaggio è arrivato alle orecchie intasate di chi doveva ascoltare: tant’è che a poche ore dalla manifestazione già dal Viminale facevano sapere che il Ministro si sarebbe adoperato per la ricerca di nuovi fondi per il contratto. Il nostro disperato e acuto urlo d’allarme sullo stato della sicurezza e dei poliziotti non è stato lanciato invano. La nostra rabbia disciplinata e consapevole ha centrato il bersaglio: e il nostro ringraziamento va soprattutto ai cittadini che al passaggio del corteo hanno voluto stringersi attorno a noi, farci

sentire la propria vicinanza in questa lotta per la sicurezza e per il pubblico interesse, in questa battaglia di civiltà per il progresso del nostro Paese per il futuro dei nostri figli. Poi va alle numerose personalità del mondo politico e ai parlamentari che hanno inteso sfilare con noi, testimo-niando la valenza oggettiva delle nostre rivendicazioni, la

condivisibilità delle nostre idee. Ma senza farci ulteriori illusioni, specie se eccessive. Senza farci ulteriori speranze. Abbiamo oramai i capelli abbastanza bianchi per non sapere che chi protesta accanto a noi quando è all’opposizione spesso (anzi quasi sempre) diventa il nostro più accanito avversario quando passa al Governo. Perché questo fatto è oramai abbastanza assodato: la politica di questo Paese non ha compreso alcuni concetti che per noi sono elementari ed evidenti. Primo: la sicurezza non è un costo ma è piuttosto un investimento. Investire sulla sicurezza vuol dire risparmiare sugli effetti nefasti del crimine giacché, è ora di ricordarlo, il danno arrecato annualmente dalla criminalità, organizzata e non, al Paese è quantificabile in una percentuale superiore di oltre due volte alle spese per la sicurezza: il 23% del PIL contro l’11,2% che viene investito annualmente. Se in un qualsiasi supermercato aumentano i furti, il responsabile aumenta gli addetti alla sicurezza e a fine mese riduce il danno. In Italia si fa esattamente il contrario: aumenta l’insidia del crimine ed il Governo riduce gli uomini delle forze di polizia, ne taglia i mezzi, ne aumenta l’esasperazione insultandoli. Se non è follia questa. Secondo: il livello di sicurezza raggiunto va conservato con un’opera costante di “manutenzione” e non si può dare per acquisito in eterno. La tendenza è invece quella opposta, quella di smantellare le strutture che sono servite a raggiungere determinati obiettivi il giorno stesso del conseguimento. (segue pag. 5)

La forza della ragione… ovvero “La più grande manifestazione del Siulp”

Felice Romano

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(segue da pag. 4) E’ stato fatto con le strutture antiterrorismo, antimafia, ma anche anti-microcriminalità. Esempi di allucinante, devastante miopia che documentano lo stato d’imperizia di chi è preposto alla cura d’interessi generali.Ora lo stanno facendo con l’intero sistema sicurezza e questo è intollerabile. Terzo: lo scenario mondiale si evolve a ritmo veramente veloce in un’epoca, quella attuale che come nessun’altra finora risente degli effetti non solo positivi della globalizzazione e della rivoluzione informatica. Il nostro modello di polizia rimane nei secoli immobile, ancorato ad uno schema gerarchico-militare ideato agli al-bori del diciottesimo secolo e rinfrescato negli anni ’80 con una legge che tra l’altro non è stata mai attuata in fondo. Rimane immobile perché nessuno ha idee o forse, (a pensar male si fa peccato ma talvolta s’indovina) perché non esiste un interesse condiviso a creare una polizia moderna, efficiente e capace di conseguire un’effettiva garanzia di sicurezza per i cittadini. Perché insomma potrebbe esserci ancora l’idea, in qualche fascia residua del potere dominante, che una polizia di professionisti preparati e non inquadrati in una struttura eccessivamente “controllabile” in virtù di un modello mi-litare, potrebbe creare più di un problema a chi ha ancora l’interesse di mantenere zone grigie nei rapporti tra poli-tica di un certo livello e altri poteri. Per questo noi rivendichiamo un vero riordino delle carriere e la contrattualizzazione della dirigenza, di storica importanza, ed un vero coordinamento delle forze di polizia che ne rafforzi l’efficienza e razionalizzi, ordinando in un modello di autorità civile, e non militare, il patrimonio professionale degli operatori della sicurezza. Per questo e non per altro il SIULP, unitamente agli amici e ai colleghi degli altri sindacati delle forze di polizia è sceso in piazza con una delle più grandi manifestazioni della sua storia trentennale. Sicuramente la più imponente. Perché grandi erano gli interessi in gioco, e i poliziotti, come sempre accade nei momenti difficili, l’hanno capito, mobilitandosi con una passione tale da bucare “l’ostracismo di regime” arrivando dritti al cuore della gente. Ma la manifestazione, che ha creato consenso intorno alla nostra causa, che ha rotto il muro di silenzio innalzato dagli emissari del potere fine a se stesso e il distacco del sindacalismo mestierante che s’è insediato

purtroppo anche tra di noi, deve adesso essere tesaurizzata. Tocca a noi appartenenti al SIULP, al Sindacato “vero”di polizia, quello che davvero ha a cuore gli interessi dei cittadini dei colleghi e del Paese, continuare la giusta battaglia, la nobile guerra per la sicurezza, la democrazia e la libertà. Perché nessuna libertà può essere vissuta se manca la sicurezza. E chi fa finta di non sentire o di non capire lo sa fin troppo bene. Tra le varie foto della nostra manifestazione a Roma ce n’è una che da sola vale trent’anni della nostra storia: ri-trae un collega che mentre sfila in corteo si ferma per fare l’elemosina ad una vecchietta. Ma quale Paese al mondo ha poliziotti di questo calibro? Noi siamo convinti che non ce ne siano molti. E questo non vuol essere un atto di auto celebrazione ma, semmai, una presa di coscienza di ciò che pensano di noi gli altri. Nella nostra attività quotidiana ci accompagna sempre una domanda, soprattutto nei momenti in cui bisogna dare corso alla delega della rappresentanza scegliendo cioè ciò che serve alla categoria, ai cittadini e alla sicurezza del Paese. Ma stiamo facendo la cosa giusta? Ma è responsabile la posizione che stiamo tenendo? Voglio riportare qui di seguito, tra le centinaia e centinaia che ci sono pervenute, lo stralcio di una e mail che un Collega carabiniere ha voluto inviarci la sera stessa della manifestazione nazionale. La voglio condividere perché credo che sia esaustiva sulla percezione della fondatezza del nostro agire, anche in quella giornata e perché, forse ci illudiamo ma in questo caso ci piace farlo, da un senso concreto a ciò che quotidianamente facciamo. “Gentile Segretario, chi scrive è un carabiniere. Si figuri che quando mi sono arruolato non conoscevo neanche la differenza tra un corpo ad ordinamento civile ed uno ad ordinamento militare ma mi sono ba-stati pochi mesi di servizio per capirlo. Con queste poche righe voglio esprimere a lei e a tutto il suo staff i miei più sentiti ringraziamenti per le lotte che fate per tutti noi. Purtroppo alcuni giovani poliziotti stan-no mettendo in discussione il sindacato, non so e non voglio sapere spinti da cosa o da chi e da quali promesse, ma a questi giovani colleghi vorrei solo suggerire di guardarsi intorno.

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Se oggi sono liberi di dire e fare proposte migliorative delle condizioni di vita e di lavoro, lo devono alle lotte dei sindacati; certo arrivare alla fine del lavoro e goderne i frutti, è comodo ma bisogna anche com-prendere e ricordare quanto è successo a monte. I sindacati sono stati a lungo osteggiati ma visto che con e loro lotte hanno ottenuto la fiducia degli operatori, adesso si tenta di minarli dalla loro base, gli iscritti. Solo quando non si ha più un qualcosa lo si rimpiange. Vorrei solo ricordare a questi giovani colleghi che oltre 100 mila colleghi con le stellette non possono esprimere liberamente ciò che pensano su di un argento qualsiasi. I loro rappresentanti possono fare ben poco. E questo non è edificante quando fai turni massacranti, senza riposi settimanali e alla fine dell’anno, solo perché non sei “allineato” al tuo superiore vieni classificato “inferiore alla media” pur facendo lo stesso identico servizio di un parigrado che, invece, “è fidanzato” con il suo capo ufficio. Se provi a rappresentare il problema alla nostra “scala” gerarchica ti rispondono che sei militare, che c’è una scala gerarchica e che devi ubbidire; o anche “qui comando io e si fa così”. Non hai nessuna organizzazione che ti tutela. Un esempio lampante, il carabiniere di quartiere che va in giro da SOLO al contrario del poliziotto di quartiere. Il problema è arrivato alle alte sfere che, sempli-cemente, hanno ignorato la cosa dicendo: “è previsto così farete così”, alla faccia della sicurezza.

O ancora persone con procedimento disciplinare per auto lasciate in sosta in doppia fila in caserma da altri anche se con le chiavi attaccate. Servizi cambiati all’ultimo momento, riposi che non sono un diritto ma una “concessione” solo come e quando dicono i superiori. Ma stiamo scherzando,… e altre cose che non potete nemmeno immaginare. Il benessere del personale?… non è argomento che si può trattare in ambiente militare…. Noi siamo all’età della pietra e dobbiamo ringraziare voi per ogni progresso fatto, per ogni rinnovo con-trattuale concluso. Io inviterei i giovani a fare due mesi di esperienza in un corpo militare per poi tornare; vedrete che a quel punto si iscriveranno di corsa. Speriamo bene…. se Maroni ci riesce, io sarò il vostro primo iscritto. Grazie (preferisco rimanere anonimo per ovvi motivi…. da noi le ritorsioni sono all’ordine del giorno).” Ringraziamo noi questo collega, auspicando che anch’egli quanto prima possa avere il sindacato per la tutela dei suoi diritti, e perché egli, insieme alla foto che abbiamo scelto tra le tante della manifestazione che simbolicamente racchiude tutto l’essere poliziotto, conforta anche noi del nostro perenne dubbio…. Stiamo facendo la cosa giusta.

Buon Natale a tutti i colleghi e famiglia dalla Segreteria SIULP

Torino

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C’è chi fa sindacato veramente, e lavora tutto l’anno, festivi compresi nell’interesse generale della categoria e c’è chi invece, sempre più raramente ad onor del vero, rimane in letargo per undici mesi e scopre la sua sopita passione per il sindacato soltanto nel mese di ottobre. Come per miracolo, quando già nei campi sta per terminare la raccolta dell’uva e l’odore del mosto inebria la campagna, sconosciuti personaggi rispolverano altrettanto sconosciute sigle e partono all’arrembaggio perché hanno un mese di tempo, soltanto un mese, per salvare la propria creatura che gli consente di sopravvivere senza lavorare per un altro anno, o per perire definitivamente e tornarsene sulla volante. Entro il 31 ottobre, infatti, ogni collega può decidere se restare iscritto al suo sindacato, dare la disdetta o iscriversi ad un altro sindacato. Da qui ha origine il tutto. Da qui ha origine il caos di questi giorni: loschi figuri, personaggi dubbi si aggirano nei corridoi delle questure, nelle stanze del Ministero che contano, prendono il caffè con i colleghi che montano di servizio (orari comodi, per carità, alle 13,00 o alle 19,00, un pochino più difficile trovarli alle 24,00 o alle 6,00). E promettono di tutto, anzi di più: promettono battaglie per avere più soldi nel contratto, promettono riordini dove tutti da un giorno all'altro acquistano gradi ed incarichi più prestigiosi. Promettono persino, in casi estremi, di sistemare il figlio, di trovare un lavoro al cugino, o di dare una mano alla campagna elettorale per l'elezione a sindaco del proprio paesello. Promettono di fare tutto quello che i sindacati, quelli veri, in trent'anni non hanno fatto. E di farlo subito, per giunta, perché “adesso la misura è colma e ci vuole qualcuno che prenda in mano la situazione”. È il mercato delle vacche, quello che si ripete ogni anno sulla pelle dei colleghi e a danno dei sindacati veri, quelli che dopo aver lavorato, combattuto e difeso per tutto l'anno, si trovano in questo mese a sostenere l'assalto dei soliti personaggi in cerca

d'autore o, più semplicemente, di sistemazione personale. Quest'anno c'è una variante in più: i soliti personaggi che non si rassegnano alla fine della propria lunga, lunghissima carriera sindacale, si fanno il proprio sindacato su misura: piccolo, assolutamente inutile dal punto di vista del contributo, del tutto

irrilevante ai fini della tutela della categoria. Qualche collega intravede la possibilità di una carica, secondo lui, prestigiosa, e si dà da fare per accaparrarsi, finchè è possibile un incarico di rilievo: c'è chi già immagina il proprio nuovo biglietto da visita con su scritto segretario generale del sindacato vattelapesca della Polizia di Stato, c'è chi già si organizza, dopo una vita di stenti e di umiliazioni, per presentarsi in pompa magna davanti al questore e dire: "da oggi sono il segretario provinciale del sindacato vattelapesca di Roma". Al mercato delle vacche, stante anche una certa evidente complicita’ dell'Amministrazione rispetto agli equivoci sulla rappresentatività sindacale, non conta la sigla, non conta il numero dei rappresentati, non conta la qualità o la quantità dei risultati raggiunti. Non conta neanche l'uomo, tutto sommato, la sua storia, la sua coerenza o i suoi valori. Quello che sta accadendo in questi giorni è espressione di una grave disfunzione nella storia del sindacato di polizia; l'ennesima distorsione, ma sicuramente la più grave . Alcuni personaggi, anche in pensione, che non si rassegnano alla fine della propria carriera sindacale e, dopo averle tentate tutte, mettono su, in fretta e furia, un sindacatino di amici meglio se paesani, e tradiscono trent'anni di vita e di lotta nel SIULP; lo fanno cercando alleanze impossibili, con un sindacato di destra e con un sindacato di sinistra e, cosa incredibile, pensano di esserci riusciti. Non ci sono valori, non ci sono idee, non ci sono contributi alla causa dei colleghi: è un gioco che avviene sulla loro pelle, col consenso informato (segue a pag. 8)

Al mercato delle vacche

Editoriale di Felice Romano

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(segue da pag. 7) dell'Amministrazione, contro i sindacati veri, quelli che davvero lottano, rischiano e si attivano ogni giorno per il bene dei poliziotti e per la sicurezza dei cittadini. E pur di avere la rappresentatività, ossia quel numero di iscritti che li autorizza a sedere, non importa se in ultima fila, al tavolo delle trattative con il Governo, o a farsi ricevere dal Capo della Polizia, mica per trattare o per concludere, ma semplicemente per farsi vedere dal potere e millantare relazioni che non ci sono, né possono esserci, sono disposti a stare insieme in coalizioni, federazioni, patti di riconoscimento la cui forma, al pari della sostanza , appare dura a mandar giu’ per la coscienza di chiunque. È il gioco che ancora una volta si consuma al mercato delle vacche di ottobre.

Bisogna fare attenzione alle promesse, alla storia professionale di chi le fa e, soprattutto, al termine di scadenza delle promesse: se il termine, per esempio, dovesse risultare spostato ad un periodo che va dal 1° novembre in poi, quando i giochi saranno chiusi, e i mascalzoni d'ottobre avranno realizzato il proprio obiettivo, quello di crearsi un sindacato su misura che di sindacato ha solo il nome, ma sicuramente non la sostanza, vorrà dire che si è dinanzi ad un venditore da mercato delle vacche. La scelta finale che consiste nel decidere se continuare a restare uomini o farsi trattare da bovini, spetta ora ai poliziotti: dai quali, non abbiamo nessun dubbio, arriverà come sempre la migliore risposta, professionale e personale che sempre sanno dare ai mascalzoni.

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IN 40.000 A ROMA PER DIRE NO AI TAGLI ALLA SICUREZZ A Enorme successo della Manifestazione del 28 ottobre 2009 che si è tenuta a Roma. 40.000 sono

stati i colleghi che hanno detto NO ai tagli indiscrimintati alla Sicurezza. Manifestazione riuscitissima,i 40.000 colleghi delle forze di Polizia sindacalizzate con in testa il Siulp ed il suo Segretario Generale Felice Romano hanno mandato un segnale forte e chiaro al governo ed al Ministro Brunetta. Anche il Siulp-Torino ed il Siulp-Piemonte con i rispettivi Segretari Generali coadiuvati dai membri di Segreteria, dirigenti, delegati e semplici iscritti hanno fatto sentire,

durante le fasi della manifestazione, la presenza della nostra struttura Sindacale ancor più forte e compatta. Di seguito, alleghiamo alcune immagini con il segretario generale del SIULP Torino e gli

altri componenti della folta delegazione torinese che ha partecipato alla manifestazione.

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Dopo circa 25 anni di incarichi nazionali, Oronzo Cosi, per gravi atti di slealtà nei confronti del SIULP, con voto unanime degli organismi preposti è stato “espulso”.

“Un provvedimento doloroso ma necessario” afferma Felice Romano , Segretario Generale in carica del maggiore sindacato della Polizia di Stato,”specie in considerazione delle ultime disarmanti scelte di Cosi che erano dirette ad intaccare, senza riuscirci, la consistenza associativa della nostra Organizzazione.”

Ciò che amareggia è il fatto che questo inutile e maldestro tentativo, è stato posto in essere dopo il fallimento nella carriera politica che lo ha visto candidato al Senato senza essere eletto.

La scorciatoia di formare un nuovo sindacato, che per avere la rappresentatività lo ha costretto a federarsi con due organizzazioni, una autonoma e l’altra in rapporto diretto con la confederazione UIL, è stata intrapresa dopo il fallimento di capeggiare un'opposizione interna al SIULP.

Un risvolto veramente sorprendente da parte di chi, nel SIULP, ha rappresentato per anni i valori di un’altra grande confederazione, la CISL.

Da oggi Oronzo Cosi non è più un iscritto del Siulp”

Oggetto : programma 10.000 alloggi entro il 2012 “ Cooperativa AURORA 91 “ 15 alloggi siti in Caluso Circ. Ass./5 – Pers.12901 del 13/11/2009 Di seguito alla nostra del 06/05/09, si comunica che in data 30/10/09 sono iniziati i lavori per la costruzione degli alloggi che saranno ultimati entro 24 mesi circa. Gli alloggi in argomento sono concessi in regime di locazione permanente e sono riservati agli appartenenti alle Forze di Polizia e personale ad esse equiparato. Il canone di affitto varia a seconda degli alloggi e parte da un minimo di E. 350,00 mensili escluse le spese condominiali e di gestione della cooperativa. Per informazioni e per concordare le pre assegnazioni, gli interessati potranno rivolgersi alla Cooperativa “AURORA 91” con sede in Chieri piazza Silvio Pellico nr.11 nei giorni : martedì, mercoledì e giovedì dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 18.00.

La segreteria organizzativa

SIULP: espulso ex segretario generale

Dichiarazioni di Felice Romano

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OGGETTO: divisa di O.P: per tutto il personale Egregio Signor Questore, Come più volte condiviso anche da questa O.S., i servizi connessi a situazioni legate all’ordine pubblico, indubbiamente rappresentano un momento cruciale e strategico nella politica della sicurezza sociale. La delicatezza del servizio richiede, com’è inevitabile, una approfondita valutazione del teatro luogo delle manifestazioni, adeguate risorse umane, i mezzi necessari e gli equipaggiamenti all’uopo indispensabili. La sua grande esperienza e professionalità, unitamente a quella dei suoi collaboratori, non presenta pieghe ma consolida un preparazione all’altezza degli eventi, riconosciuta dallo stesso Dicastero. L’unica indicazione che il Siulp ritiene di ribadire, che non riguarda nessun genere di osservazione di carattere strategico-organizzativo, è dettata da connotati di efficienza e funzionalità concernente l’uso della tuta di ordine pubblico per tutto il personale di polizia. Sembra poco attinente all’esigenza di far fronte in modo sempre efficiente ed efficace e poco consono all’incolumità degli stessi poliziotti, distinguere l’utilizzo della divisa tra gli operatori in servizio presso il Reparto Mobile e tutti gli altri, quand’anche nell’ambito di un identico e finanche contestuale servizio di O.P.. In tuta da O.P. i Reparti Mobili ed in divisa ordinaria gli altri operatori NOP incluso, sebbene nucleo preposto in modo pressoché esclusivo per i servizi di O.P.. In virtù di quanto detto il Siulp Le chiede la possibilità di uniformare l’uso della divisa prevedendo per tutti i poliziotti NOP in particolare, l’utilizzo della tuta di O.P. sicuramente più pratica, agevole ed efficace per l’assolvimento di servizi tanto delicati e pericolosi. Certo di un suo sensibile riscontro con l’occasione le rinnovo i più cordiali saluti.

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Lettere al Questore di Torino

Segreteria provinciale

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OGGETTO: BORGO PO Egregio Signor Questore, il SIULP da sempre si è dimostrato sensibile alla qualità della vita dei poliziotti nella sua interezza, non trascurando infatti il problema logistico che affligge da molti anni alcuni uffici periferici Torinesi. Mentre per l’U.P.G. si sono aperti i cantieri e per il commissariato Mirafiori c’è un fattivo interessamento di alcuni parlamentari locali, ci sono ancora alcuni commissariati che necessitano maggior attenzione per la risoluzione definitiva del problema strutturale. Infatti non è possibile che il commissariato Centro (struttura fatiscente sotto tutti i punti di vista) offra ospitalità ai poliziotti, quando invece alcuni uffici occupati dai carabinieri adiacenti la struttura stessa, nel recente passato sono stati dichiarati non idonei e pertanto sgomberati. Recentemente, alcuni dirigenti sindacali hanno visitato il Commissariato “Borgo Po” rimanendo sgomenti di fronte alla situazione logistica riscontrata. L’ingresso all’utenza è contornato da inferriate arrugginite, pareti sporche e fioriture di umidità dell’intonaco dovute ad infiltrazioni di acqua. Il corpo di guardia, privo di interfono che permetta al piantone di parlare con il pubblico, obbliga il dipendente ad aprire la porta blindata ad ogni accesso, distogliendolo dal servizio di vigilanza dell’Ufficio. Nei giorni di pioggia, si evidenziano infiltrazioni in alcuni locali di acqua che creano disagio al personale operante. In alcuni punti della struttura si possono notare dei vetrini che testimoniano l’intervento dei tecnici del Comune i quali monitorano costantemente eventuali cedimenti delle pareti. Il pavimento del cortile è completamente dissestato. Nel caso di precipitazioni abbondanti, si riempie di acqua e fango provenienti dalla collina adiacente, rendendo inagibile l’area parcheggio. Gli spogliatoi maschili e femminili sono ricavati in un locale sotterraneo, privo di aerazione, così come l’adiacente locale che ospita l’archivio. Il SIULP di tutto ciò non può e non deve sottacere lo stato di preoccupazione che affligge gli uomini e le donne del Commissariato e pertanto chiede da subito un suo autorevole intervento volto ad interessare e sensibilizzare le autorità locali e il ministero, per la risoluzione dei problemi della struttura. L’attività espletata dai dirigenti del SIULP, è stata finalizzata alla prevenzione ed alla protezione dai rischi professionali per i lavoratori, nel rispetto della salute e dell’integrità dell’ambiente nel quale lavorano. Poiché negli anni si è avuto modo di constatare la totale assenza in una seria e fattiva valutazione dei rischi, degli interventi e dei programmi per la salute dei lavoratori, il SIULP vigilerà costantemente affinché venga restituita la giusta dignità e serenità lavorativa a tutti i colleghi della Polizia Torinese. Questa O.S. durante l’incontro con il dott. RUTA, incaricato dell’ UTLP per l’ispezione ministeriale, sottolineava le drammatiche condizioni strutturali dello stesso commissariato Borgo Po e precisava l’importanza di trasferirlo al più presto in altra sede. Tra le alternative, viene valutata favorevolmente l’opzione della “Caserma Lamarmora” di via Asti . Le altre OO.SS., partecipanti all’incontro, si mostravano consenzienti con le segnalazioni rappresentate dal SIULP, ad esclusione del Silp x la CGIL che, nella figura del suo Segretario, rimarcava la proposta di chiudere il Comm\to stesso. Il SIULP non condivide la chiusura definitiva del Commissariato “Borgo Po” senza che venga valutata preventivamente l’opportunità di un trasferimento in altra sede. Soluzione che eviterebbe ai colleghi di fare la fine di pacchi postali da distribuire in più uffici. Il SIULP in proposito alla Caserma Lamarmora ha iniziato i primi positivi contatti con il Questore. Con l’occasione Le porgo cordiali saluti.

Lettere al Questore di Torino

Segreteria provinciale

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OGGETTO: Condizioni igienico-ambientali all’UPG Egregio signor Questore, finalmente i tanto attesi lavori presso la sede delle volanti di Via Tirreno, grazie anche al Suo personale interessamento, hanno visto i primi albori. Tuttavia, non è possibile per il Siulp sottacere oltre, sulle catastrofiche condizioni igieniche del plesso delle volanti. In proposito il Siulp Le chiede un autorevole intervento affinché, nel contempo del proseguo dei lavori, si proceda ad un minimo di sanificazione dell’ambiente lavorativo, intervenendo attraverso una massiccia pulizia generale degli uffici, dei servizi igienici, dell’autorimessa, prevedendo altresì una tinteggiatura sanificante e che recuperi un minimo di decoro soprattutto nell’open-space delle volanti. Al di là dell’attuale periodo dove imperversano le più svariate influenze “suina in primis”, la questione salubrità delle volanti, alla luce della delicatissima e rischiosissima, anche in termini igienici, attività svolta dagli operatori stessi, destinati ad intervenire nei luoghi più oscuri e spesso privi di condizioni igieniche, sollecita legittime istanze di garanzie igienico-sanitarie nell’ambito del proprio ambiente di lavoro. Spiace constatare per l’ennesima volta l’assenza totale del Dirigente dell’UPG che a fronte di una siffatta non recente situazione, sembra lontano non solo qualche chilometro dalle sede delle volanti ma anni luce dal grave disagio dei poliziotti, non prevedendo nessun provvedimento anche solo “tampone” e glissando, anche in questa occasione, l’opportuna concertazione con le rappresentanze sindacali.

Il Siulp ha pazientato in nome del buon senso e della speranza che qualche cosa venisse intrapresa ma poiché a tutt’oggi nulla si intravede all’orizzonte a parte lavori di costruzione che non termineranno prima di

un anno, questa O.S. ribadisce con forza il diritto dei lavoratori di polizia a svolgere un servizio garantito dalle necessarie condizioni di salubrità ambientale. Il Siulp a dicembre regalerà a tutti i poliziotti impegnati

nei servizi operativi una confezione igienizzante. Sarebbe opportuno che, prima ancora del Siulp, l’amministrazione provveda, oltre a quanto sopra, a fornire quantomeno i bagni del sapone “disinfettante”

per le mani. Certo di un Suo efficace intervento Le porgo cordiali saluti. Festa SIULP Natale 2009

Anche quest’anno, presso la palestra del V Reparto Mobile, si è svolta la consueta festa di

Natale, con giochi e intrattenimenti per tutti, oltre alla tradizionale distribuzione di doni per

i figli (fino a 12 anni) degli iscritti. Grande partecipazione per un evento che rappresenta la

storia di un sindacato da sempre vicino ai colleghi e alle loro famiglie.

Un ringraziamento a tutti gli organizzatori che, con il loro entusiasmo hanno contribuito alla

riuscita della festa. Tra tutti, un grazie particolare alla collega Elena Collacchi per il suo

impegno dedicato all’organizzazione dell’evento.

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OGGETTO: REPARTO Prevenzione Crimine Il Siulp di Torino registra il malcontento tra il personale del R.P.C. Piemonte che continua a non trovare una giusta tranquillità all’interno dell’ufficio di appartenenza, dove una continua alternanza di personale all’interno della segreteria deputata ad occuparsi della redazione degli ordini di servizio e delle pratiche amministrative, porta ad una continua situazione discriminante attinente all’omessa assegnazione specifica e stazionaria di una figura prevista dalla vigente norma. Infatti, l’art.4 del Decreto di Riorganizzazione dei Reparti Prevenzione Crimine emanato dal Capo della Polizia, prevede inequivocabilmente che all’ufficio affari generali sia preposto un dipendente del ruolo Ispettori a cui è assegnato un contingente di personale in misura non superiore al 10% della dotazione organica complessiva del reparto interessato. In tale precetto normativo viene ricordato che in assenza del Funzionario, l’ispettore responsabile dell’ufficio Affari Generali assolve agli ordinari compiti gestionali del Reparto. Purtroppo questo al R.P.C. Piemonte non avviene ed anzi ci si trova nella paradossale situazione che il personale della predetta segreteria venga continuamente sostituito senza un giustificato e plausibile motivo. Vi è da aggiungere che questa alternanza di personale viene effettuata in assenza di uno specifico e preordinato piano che risulta carente di direttive scritte da parte del Funzionario deputato alla dirigenza del R.P.C. L’omesso incarico ad un Ispettore avente diritto ad assolvere tale compito sopra citato, ha fatto emergere la paradossale situazione che un dipendente – nel recente passato - e di ruolo inferiore (Sovrintendente) firmi persino gli ordini di servizio anche per il superiore in ruolo e disponga addirittura visite fiscali per il personale in malattia. A seguito di un intervento di delegati di questa O.S. il funzionario preposto al R.P.C. sembrava inizialmente aver recepito quanto contenuto nel Decreto del Capo della Polizia, ma ciò è durato per poco tempo in quanto l’Ispettore che era stato individuato ad assolvere tali compiti istituzionali veniva ben presto esonerato dagli stessi per un certo periodo per poi essere nuovamente reintegrato presso la suddetta Segreteria. Appare di solare evidenza che questo altalenarsi di incarichi al suddetto Ispettore provoca non poco disservizio al personale che dovrebbe essere gestito amministrativamente con una certa continuità da persone che per norma hanno il compito di farlo. A tal fine questa O.S. chiede un autorevole intervento di codesto Ministero dell’Interno affinchè le disposizioni normative in materia sopra evidenziate vengano osservate dal Funzionario dirigente il Reparto Prevenzione Crimine Piemonte e venga a cessare tale atipica situazione. In attesa di un urgente riscontro, l’occasione è gradita per porgere distinti saluti.

Lettera al Ministero

Segreteria Provinciale

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CSPD1989 – ISTITUTIMILANO S.R.L. Istruzione-Formazione-Comunicazione-Psicologia Integrata

VIA BERGAMO 11 e 12/A 20135 MILANO

C.F. 03676260965 REA MI 1693493

Tel 02.91325280 – 02.5464063 – 337.315381

www.istitutimilano.it

www.cspd1989.it

Milano,

In relazione al D. M. del 16 Aprile 2009 pubblicato sulla G.U. Serie Generale n° 174 del

29.07.2009, la nostra struttura, operante da anni nell’istruzione e nel recupero anni

scolastici, propone la possibilità di conseguire il Diploma di Stato , aperta al personale

delle FF.AA., come indicato nel decreto di cui sopra.

La stessa opportunità viene offerta anche a tutto il personale che non rientra nel

suddetto decreto.

La nostra struttura, su tutto il territorio nazionale, è in grado di:

• Far valutare i titoli, come da D. M. del 16 aprile 2009, compilazione delle domande e presentazione agli istituti professionali, nei quali è attivata la specializzazione

richiesta, che rilasceranno i relativi diplomi di qualifica professionale (tre anni).

• Continuare e completare il ciclo di studi con l’ammissione al V° anno e, l’anno scolastico successivo, sostenere l’esame per il diploma di Stato (Quinquennale).

• Lo studio, per il completamento della carriera scolastica, viene effettuato con alcuni incontri in aula e con alcune lezioni e-learning. La nostra metodologia

permette realmente di sapere, di imparare, e non sottrarre tempo alle proprie

attività lavorative e familiari.

• La proposta è estesa a tutte le Forze dell’Ordine che non rientrano nel decreto sopraccitato con le stesse condizioni e proposte per le FF.AA

Il nostro direttore didattico è a vs. disposizione, insieme al vs. referente sindacale o al

responsabile della formazione, per darVi tutte le informazioni in merito. Ricordiamo

inoltre, che per il diritto allo studio, si può usufruire della legge per le “150 ore”.

LA SEDE SCOLASTICA IN TORINO E’ IN VIA LIVORNO N. 58 TEL.

011/2258556/CELL. 337315381.

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Costi, come nota informativa, per i servizi scolastici (recupero) e rilascio del diploma di

qualifica.

• Rilascio diploma di qualifica con raccolta documentazione, presentazione, ritiro del

diploma stesso, ricordando che per le qualifiche vanno individuati gli Istituti

Professionali specifici.

Costi: € 200,00 per min. 50 persone. Oltre i 50 € 150,00

• Continuare e completare il ciclo di studi con l’ammissione al V° anno e, l’anno

scolastico successivo, sostenere l’esame per il diploma di Stato (Quinquennale)

Costi : € 3.000,00 min. 30 persone per l’intero percorso (due anni scolastici) per

numeri superiori il costo diminuisce (€ 2.800,00 x 50 persone - € 2.500,00 x 80

persone etc….) Ricordo che le scuole di riferimento sono scuole paritarie, dove il

maggior peso dei costi sono costituiti dalle Tasse di esame.

• Tutti i costi sono finanziabili a tasso zero. Si richiede, all’atto dell’iscrizione, il

pagamento minimo di almeno € 100,00 da detrarre dalla quota totale stabilita.

Tutte le agevolazioni possono essere estese anche ai familiari del personale militare.

I costi delle offerte possono essere comulativi e i pagamenti ( per più mesi) partono

da € 100,00 mensili. Pagamenti con credito al consumo o con finanziamento interno

della nostra struttura.

Ovviamente vi sono da considerare anche riconoscimenti alle persone di riferimento

per la segnalazione e raccolta dei nominativi.

Tutto, quanto detto, può essere considerato in base al n° delle richieste.

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