Chiropratica Nuovo Orizzonte della Salute # 10

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RIVISTA PUBBLICATA A CURA DELL’ASSOCIAZIONE PRO CHIROPRATICA ITALIANA. SPEDIZIONE IN ABB. POST. GR. III PUBB. INF. 70% - € 2,50 - Febbraio 2007 - NUMERO 10 Mal di schiena Cristalloterapia La bocca ed il corpo Disordini da deficit di attenzione La capacità di guarire e la nutrizione IN QUESTO NUMERO: NUOVO ORIZZONTE DELLA SALUTE

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Rivista dell'Associazione Pro Chiropratica Italiana

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Page 1: Chiropratica Nuovo Orizzonte della Salute # 10

RIVISTA PUBBLICATA A CURA DELL’ASSOCIAZIONE PRO CHIROPRATICA ITALIANA. SPEDIZIONE IN ABB. POST. GR. III PUBB. INF. 70% - € 2,50 - Febbraio 2007 - NUMERO 10

Mal di schienaCristalloterapiaLa bocca ed il corpoDisordini da defi cit di attenzioneLa capacità di guarire e la nutrizione

IN QUESTO NUMERO:

NUOVO ORIZZONTEDELLA SALUTE

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Gunilla Nadler. Nata nel 1957 risiede a Goteborg, Svezia.Ho cominciato a dipingere ad acquarel-lo con Margareta Persson. Questo mi ha stimolato e nell’estate del 1997 mi sono trasferita in Provenza (Francia) per conti-nuare con l’acquarello con Arne Isacsson, un famoso pittore svedese.In seguito ho proseguito i miei studi arti-stici presso l’”Art college of Goteborg”.Dal 2000 al 2003 ho studiato Grafi ca pres-so il “ Nya Domen Konstskola Art School” e dal 2003 al 2005 ho studiato pittura presso la stessa scuola.

EDITORE:Associazione Pro Chiropratica Italiana

REDAZIONE:Ruelle Laurent Revel, 2 - 11017 Morgex (AO)

Tel. 0165.800404 - Fax 0165.801349www.prochiropratica.com

www.chiropratica.comE-mail: [email protected]

direttore responsabile: Enrica FERRI

REGISTRAZIONE:presso la cancelleria del tribunale civile

e penale di Aosta il 23-06-1995Pubblicità: A.P.C.I.

COMITATO DI REDAZIONE:Enrica Ferri

Louise La RueAntonio Gil

Baiju Khanchandani

IMPAGINAZIONE GRAFICA E STAMPA:Tipografi a Marcoz s.n.c.

Piazza E. Chanoux, 1 - 11017 Morgex (AO)Tel. e fax 0165.809640

L’Editore non si assume alcuna responsabilitàcirca dati, opinioni o conclusioni espressi

dai vari collaboratori di questa pubblicazione.

Di questo numero sono state stampate

16.000 copie

NUOVO ORIZZONTE DELLA SALUTE

EDITORE:

NUOVO ORIZZONTE DELLA SALUTE

SommarioDieci numeri con voi! pag. 3

La capacità di guarire e la nutrizione “ 4

La bocca ed il corpo. Parte quarta “ 7

Mal di schiena “ 9

Cristalloterapia. Parte prima “ 13

Disordini da defi cit di attenzione “ 19

Genitori reali e genitori introiettati “ 25

Podocibernetica: ortesi a concezione triplanare “ 29

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3Chiropratica - N. 10 - Febbraio 2007

Dieci numeri con voi!Louise La RuePresidente Associazione Pro Chiropratica Italiana

L’opinione del Presidente

Dicembre 2001Esce il primo numero di “Chiropratica, nuovo orizzonte della salute”.Febbraio 2007Esce il decimo numero di “Chiropratica, nuovo orizzonte della salute”.Sono passati sei anni, sono usciti dieci nu-meri della rivista che avete in mano.Sono dieci volte che vi scrivo per infor-marvi circa lo stato della salute della chi-ropratica in Italia: ci sono stati momenti in cui la legge, tanto promessa e tanto so-spirata, è stata molto vicina ed altri, come adesso, di cui non se ne vede nemmeno l’ombra.Dal 1991 i progetti di legge si susseguono allo stesso ritmo dei governi...A volte il progetto è stato portato avan-ti, discusso, migliorato ma, immancabil-mente, vuoi perché mancava la volontà politica, vuoi perché le altre professioni della salute si opponevano o, più spesso, perché i governi cadevano e bisognava ri-cominciare da capo, siamo ancora al pun-to zero, al capolinea.Nell’articolo di introduzione del numero zero scrivevo: “Fortunatamente, come potete vedere nella rivista, un nuovo progetto di legge è già stato presentato e spero che questa volta gli sforzi di tutti noi possano portarlo a compimento. A tal fine vorrei incitarvi a visitare il sito dell’As-sociazione Italiana Chiropratici su Inter-net (www.chiropratica.com) e mandare il vostro appoggio tramite e-mail a supporto del progetto di legge, poiché più firme, elettroniche e non, riu-sciamo a raccogliere, più grandi sono le nostre possibilità di ottenere l’approva-zione della legge.” Firme ne abbiamo raccolte tante, oltre

centomila ma della legge nessuna no-tizia. Purtroppo, nulla è ancora stato presentato da questo governo circa il riconoscimen-to della professione chiropratica, nono-stante tutti i venti di liberalizzazione che il Decreto Bersani avrebbe dovuto portare, e se potessimo dare modo al presidente dall’Associazione Italiana Chiropratici, in-sieme alla sottoscritta per l’Associazione Pro Chiropratica, di recarsi presso il go-verno con centinaia di migliaia di firme a sostegno della chiropratica, forse po-tremmo influenzare un poco l’eventuale decisione a favore del riconoscimento del vostro chiropratico.

Oggi sono a rilanciare l’appello già fatto in passato: per favore, andate sul sito www.chriropratica.com e firmate l’appello per il supporto alla legge che, si spera, sarà presentata a breve e fate andare tutti i vostri conoscenti a fare lo stesso: firmate, fate firmare e, se pos-sibile, girate questo nostro disperato appello a tutti gli indirizzi della vostra rubrica di indirizzi e-mail; più firme raccogliamo, più le possibilità di far riconoscere la professione sono con-crete!Grazie a tutti, buona lettura e ci auguria-mo che il 2007 possa portare a tutti gran-di soddisfazioni.

Ogni numero 15.000 copie di Chiropratica Nuovo Orizzonte della Salute

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La capacità di guariree la nutrizioneDr. Mark Steele D.C.

Uno dei fondamenti dell’essere umano ri-conosciuti dalla chiropratica è la capacità del corpo umano di guarire se stesso.Quando ci si taglia si può ricorrere ad un disinfettante, a una pomata, si può usare un antibiotico per annientare i batteri e cucire la ferita per aiutare la pelle a rimar-ginarsi.In realtà, nessuna di queste cose in se stes-sa guarisce la ferita: esse eliminano ciò che ne impedisce la guarigione (batteri, infe-zioni, ecc....)Infatti, sono le forze stesse del corpo che la guariscono: esse prendono le sostanze ne-cessarie e ricostruiscono i tessuti il meglio possibile; come mani invisibili che forma-no e rimodellano ciò che è stato distrutto.I pezzi rotti non possono da soli riprender-si e rimettersi a posto per ricreare la for-ma originale di una scultura; “qualcosa” o “qualcuno” deve raccogliere i pezzi, rimet-terli insieme, “incollarli” e tenerli, finchè la colla si è indurita e il pezzo sta insieme.Il meraviglioso corpo umano non è diver-so. Le forze viventi, come piccoli campi magnetici, devono trarre dal sangue le so-stanze appropriate, dirigerle al posto giu-sto e, molecola con molecola, riformare il tessuto ferito.In ogni caso, le sostanze necessarie a ciò, non hanno la capacità di trovare la loro via per arrivare alla giusta posizione in un particolare tessuto o organo, come un mattone da solo non può trovare la sua strada dalla pila di mattoni al muro in co-struzione.E’ l’intero corpo, fatto di forze magnetiche viventi che crea, costruisce e mantiene quel corpo di sostanze che abbiamo: quel-lo che noi chiamiamo corpo vitale e forze guaritrici.

Come la terra ha un campo di forze invisi-bili che attira tutte le cose al centro di essa, così il nostro corpo, fatto di forze guaritri-ci, attira le sostanze che noi assorbiamo quali aria, acqua e cibo e le attrae ognuna al proprio posto, in ogni cellula, tessuto e organo e costantemente lo forma e man-tiene. Queste forze ci guariscono costan-temente.Ma se queste forze vitali sono sempre pre-senti, allora, perchè ci si ammala, si invec-chia, si muore?Perché uno non continua ad essere giova-ne per sempre? Per capire ciò, dobbiamo conoscere i fat-tori che influenzano le forze vitali.La prima cosa da capire è che il nostro cor-po vitale non è statico. Alcuni aspetti di quelle forze sono svilup-

pate al massimo appena dopo il concepi-mento e anche se sono sempre presenti, gradualmente vengono meno quando si giunge alla morte fino a scomparire com-pletamente.Alcuni aspetti invece, trovano l’apice nella pubertà e diminuiscono piano piano in-vecchiando.Per esempio, si può dire che un taglio della pelle guarisce più lentamente col passare degli anni.Le forze vitali sono più forti a 20 anni che a 30, più a 30 che a 40 anni e via via dimi-nuiscono fino a che il corpo vive, ma esse sono sempre presenti.Detto più correttamente, fino a che le for-ze vitali sono intatte, il corpo è vivo; quan-do il corpo di forze vitali esaurisce le sue energie, come una batteria si scarica, allo-

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ra abbiamo la morte del corpo e l’eterna coscienza umana viene liberata del corpo materiale e continua la sua vita cosciente senza il corpo.Ma cos’altro ancora influisce sul corpo di forze viventi e la sua capacità di guarire e resistere alla degenerazione?Certamente uno dei fattori più significativi nella capacità delle “forze guaritrici” di es-sere al massimo è semplicemente la pre-senza di tutte le sostanze nutritive neces-sarie, secondo la natura dell’essere umano stesso. Così come il corpo ha bisogno di tutto il gas completo che c’è nella nostra aria (non solo dell’ossigeno) e l’occhio ha bisogno di tutti i raggi dello spettro solare completo (non solo di certi raggi di luce artificiale) il cibo deve essere costituito an-che di tutte le sostanze presenti nel cibo integrale.Perché le forze viventi siano complete e ottimali nelle loro diverse attività di co-struire, guarire, e contribuire a tutte le attività dei diversi tessuti del corpo, deve essere usato per esempio l’intero chicco di grano (non solo la parte bianca raffinata) quando si producono cibi quali pasta e pane: in poche parole è necessario nutrirsi di cibi integrali. Nella crusca del grano in-fatti, sono presenti sostanze per costruire, mantenere e guarire i tessuti connettivi, i legamenti, i tendini, i dischi intervertebrali ecc. Le forze che tengono insieme il tutto di-pendono dalle sostanze presenti nel cibo completo. Se si mangia solo pane e pasta bianchi per una vita intera si avranno certamente una struttura scheletrica e muscolatura debole; c’è quindi da aspettarsi ernie al disco, dolo-ri al collo, degenerazione delle articolazioni e il continuo bloccarsi della schiena appe-na si fa un po’ più di movimento. Le forze costruttive e guaritrici dei tessuti diminui-scono molto presto rispetto alla loro età se non si ha una nutrizione appropriata.Ci sono cibi che sono adatti al consumo e

altri no: perfino una mela sana e bella non è necessariamente adatta ad un leone.Secondo la propria natura, un leone ha bi-sogno di un certo nutrimento e di altri no.L’essere umano è lo stesso,nel senso che deve avere una certa alimentazione per stimolare la propria vitalità. Ma chiunque osservi da vicino, può notare che ogni individuo ha diverse necessità ri-spetto ad un altro. Gli esseri umani, indivi-dualmente sono tutti diversi proprio come se ognuno fosse di una specie diversa. Ogni corpo umano è unico ed ha differenti necessità di cibo.L’istinto guida il leone a mangiare carne ed il cervo ad avere erba.E l’essere umano? Anche lui è guidato dal-l’istinto: l’unico problema è che è incapace di capirlo ( interpretarlo), perché quando era bambino gli si è data una pappa, gli è stato detto questo va bene e questo no; il suo intelletto è stato sviluppato al punto che non è più capace di sentire il suo pro-prio istinto. Ha un intelletto sviluppato ma è un ani-male stupido.Come chiameremmo un leone che ha de-ciso di mangiare banane invece di cacciare gazzelle e mangiarle solo perché gli è sta-to insegnato che le banane hanno tanto

potassio?Giusto ! un leone stupido e molto presto anche ammalato. Col tempo il povero leone avrà probabil-mente mal di schiena. Le sue gambe non lo sorreggeranno, soffrirà di gastrite e chissà che altro.Un essere umano non può mangiare cibi raffinati o sbagliati senza aspettarsi con il tempo certi problemi.Qualche volta mancano gli alimenti più semplici, ad esempio bere abbastanza ac-qua, mangiare verdura ecc.In verità la struttura umana, i suoi tessuti, le cellule e le sostanze vengono smaltite continuamente ed eliminate; le ossa sono costantemente usate, distrutte e poi rige-nerate: è un processo che continua tutta la vita.Non c’è una sola sostanza o molecola di calcio in un osso presente ora, che c’era 15 anni fa o che troveremo fra 15 anni, pro-prio come se i mattoni di una casa fossero rimpiazzati continuamente con dei nuovi.Dopo 10 anni la casa avrà la stessa forma, ma ogni mattone sarà nuovo: così succede per quanto riguarda il nostro corpo.Se però le forze rigeneratrici non sono al loro massimo livello, allora ciò che è sta-to tolto o smaltito non potrà essere forte

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Nato negli Stati Uniti nel 1961.Dopo la laurea all’università nello stato del Colorado nel 1983 in fi siologia delle piante e chimica del suolo, ottenne il suo dottorato di chiropratica all’uni-versità Palmer in California nel 1987.Dott. Steele unisce la sua esperienza e amore dello sport che praticò a livello agonistico, alla chiropratica, partecipando a corsi speciali di chiropratica dello sport. Continua poi i suoi stu-

di coltivando la sua passione per la nutrizione mentre lavora col professor Wally Schmidt, mol-to conosciuto negli Stati Uniti ed in Europa. Dal 1990 Dott. Steele lavora alla clinica Sanrocco; combinando le sue conoscenze di nutrizione, e chiropratica, cura allergie stagionali intolle-ranze alimentari e problemi di tipo fi siologico, nonché dolori di vario genere agendo sulla co-lonna vertebrale e i vari centri nervosi.

Breve Curriculum vitae

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come prima; questo è quello che chiamia-mo degenerazione. Se un’anca è degene-rata signifi ca che le forze ricostruttive non sono state stimolate suffi cientemente per rigenerare i tessuti degradati.Dobbiamo allora pensare che la Sapienza Divina ha creato un corpo così difettoso che non può invecchiare in modo sano? Oppure è l’umanità che ha violato le leggi della natura non permettendole di man-tenere certe forze come erano state pen-sate? La seconda risposta sembra essere quella giusta.Cosa bisogna fare quindi secondo il punto di vista nutrizionale per aumentare le for-ze per guarire?Prima di tutto bisogna sapere che ognuno di noi ha le capacità di mantenersi sano e diminuire i propri problemi di salute. Se non si sa che si è padroni della propria salute e che si è responsabili dei problemi di salute futuri, allora non si penserà mai a prevenire attivamente per restare sani.Ogni giorno che passa le nostre buone condizioni si indeboliscono un po’, così se non cerchiamo attivamente di mantener-le e massimizzarle le perdiamo. E’ come quando si ha mal di denti; il dolore si sente quando la carie arriva al nervo ma il buco è iniziato molto tempo prima.Quasi tutti i problemi cominciano molto prima di farsi sentire.Secondo: quando sappiamo che possiamo infl uenzare le nostre forze vitali, si deve at-tivamente iniziare a migliorarle e per fare

ciò bisogna sapere quali cibi sono appro-priati per la nostra costituzione e quali no.Si deve sì mangiare ciò che ci fa bene, ma anche evitare quello che ci fa male.Prendiamo ancora l’esempio del leone: se esso è fatto per mangiare carne, cosa suc-cederà se alla fi ne del suo pasto aggiunge un paio di banane?Il suo corpo dovrà digerire, metabolizzare ed eliminare le banane, quindi dovrà usa-re parte delle sue forze solo per elaborare le banane.Non importa quante sostanze nutritive as-sumiamo, l’importante è riuscire ad avere il perfetto equilibrio di nutrimento che il nostro corpo ha bisogno per essere attivo completamente.Alcune persone hanno un buon istinto nel scegliere il loro cibo; coloro che non sanno farlo dovrebbero trovare un chiropratico esperto nel diagnosticare la loro costi-tuzione e le loro necessità dietetiche per portare al massimo livello la propria salute e minimizzare i problemi che possono ve-rifi carsi in futuro.E’ ovvio nell’esempio dei denti: quando le forze rigeneratrici sono deboli così che si possono formare carie, si avrà dolore quando il buco arriverà al nervo.Se il dentista chiude il buco si risolve il pro-blema?No, le forze rigeneratrici sono sempre deboli; un altro buco verrà a formarsi da un’altra parte.Per prevenire ciò, sappiamo ora cosa fare.

Solo perché un alimento non ci causa par-ticolari problemi al momento, non vuol dire che non indebolisce la nostra vitalità; molti problemi, come i buchi nei denti, sono silenziosi mentre si sviluppano.Le cose più importanti da sapere per noi stessi e le nostre necessità nutrizionali sono le seguenti:1 - ho una costituzione adatta a mangiare car-

boidrati? e il frumento va bene per me?2 - sono adatto a mangiare latticini? e quali?3 - quali proteine animali ( manzo, pesce,

uovo ecc.) posso mangiare? e quanto?4 - quali verdure sono appropriate alla mia

costituzione e quali no?5 - quali frutti?6 - quali oli e grassi (burro, olio d’oliva )

posso tollerare?7 - ho bisogno di mangiare tanto o poco

zucchero?8 - mi fanno bene vino, alcool, caff è, te o

cioccolata?

C’è poi da dire che le nostre necessità cam-biano costantemente, come cambiano il nostro stile di vita e le stagioni.Avere un buon senso dell’istinto è un gran-de aiuto, ma fare dei controlli regolari per verifi care i nostri possibili errori dietetici, per sapere quali supplementi (sali minera-li, vitamine ecc.) abbiamo bisogno, è una delle cose più essenziali.Potremo così mantenere al massimo le nostre forze vitali e prevenire malattie e degenerazione in generale.

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7Chiropratica - N. 10 - Febbraio 2007Come chiropratica e odontoiatria collaborano

La bocca ed il corpoParte quartaDr. Daniele Chiesamedico chirurgo specializzato in odontostomatologia

PRINCIPALI PATOLOGIE DENTALISpesso e volentieri , quando un dente invia qualche segnale di disagio, si tende sem-pre a sottostimarlo, ...”intanto passa, ...sarà un po’ di infiammazione ecc ecc..., rinvian-do la visita dal dentista fino a quando la situazione dolorosa diventa insostenibile.Il dolore di origine dentale può avere di-verse origini e quindi differenti prognosi e terapie.Il dente è situato nell’osso mandibolare e mascellare ma non è piantato rigidamente come un chiodo in un pezzo di legno, ben-sì è ancorato all’osso da un sistema elastico di sospensione : il parodonto.Il parodonto è costituito da sottili fibre di tessuto connettivo,intrecciate fra loro in varie direzioni, tese fra il cemento radico-lare e l’osso.Fra queste fibre sono presenti un numero altissimo di terminazioni nervose.Questo sistema di ancoraggio elastico per-mette al dente di sopportare gli enormi carichi pressori durante la masticazione e la deglutizione.La potenza teorica dei muscoli elevatori della mandibola cioè dei muscoli che fan-no chiudere la bocca, è stata calcolata fra i 210 e i 400 kg che corrispondono ad un valore reale medio compreso fra i 50 e i 110 kg./ cm2.Le terminazioni nervose hanno una capa-cità di discriminazione, del proprio sposta-mento da carico all’ interno dell’osso, di 10 micron per gli incisivi e di 30 micron per i molari.Per i carichi, la soglia di discriminazione è di 1 – 3 gr. per gli incisivi e 6-7 gr. per i molari.Questa enorme potenza, necessaria per triturare il cibo, giustifica l’enorme rappre-

sentazione che la “bocca” ha all’interno de-gli schemi e strutture del cervello.La struttura parodontale è quindi, costitui-ta dalla gengiva, dall’osso alveolare e dalle strutture fibrose e nervose di ancoraggio.Meccanicamente è una struttura partico-larmente robusta ma non lo è particolar-mente nei confronti delle infezioni batte-riche. La bocca, come tutte le regioni del corpo a contatto con l’esterno, possiede una ricca flora batterica costituita da bat-teri patogeni e non, in perfetto equilibrio fra loro. Se non intervengono fattori a mo-dificare questo equilibrio si mantiene e la salute trionfa ...ma se per scarsa igiene ora-le o malattie sistemiche, anche banali che abbassano le difese immunitarie, l’equi-librio si altera con prevalenza dei batteri patogeni.Il quadro iniziale è rappresentato dalla gengivite: l’orletto gengivale vicino al den-te è arrossato, allo spazzolamento si osser-va un leggero sanguinamento.

L’infiammazione è dovuta ad un accumulo di placca batterica, generalmente per una non corretta o regolare igiene orale.I danni sono minimi ,la terapia semplice: una seduta di igiene orale con una igieni-

sta diplomata la quale, oltre a rimuovere la placca batterica, fornirà le istruzioni x una corretta igiene.La saliva è un liquido corporeo ricco di sali minerali ed in particolare di calcio; la pre-cipitazione del calcio e la presenza della placca batterica conducono alla formazio-ne del tartaro.Il tartaro è costituito da concrezioni cal-caree che aderiscono tenacemente alle strutture dentali,ricche di batteri costitui-sce la protezione ideale per i batteri, questi trasformando le sostanze alimentari resi-due, non eliminate con lo spazzolamento, producono acidi che attaccano i tessuti ed in particolare lo smalto ed il cemento ra-dicolare.

Alla lunga si può avere l’insorgenza di ca-rie. Più velocemente la flogosi batterica può produrre lesioni in profondità nel tes-suto gengivale profondo.La gengiva è adesa all’osso, dal quale trae nutrimento; se l’infezione si insinua fra la gengiva e l’osso quest’ultimo viene attac-cato e distrutto.Nella comune conoscenza questo quadro clinico prende il nome di PIORREA, mentre il termine tecnico corretto è Parodontite.Questa è una condizione patologica che se trascurata, porta alla perdita dell’elemento dentario. La perdita è accelerata se il dente

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è sottoposto a carichi masticatori e deglu-titori non corretti.La perdita ossea porta alla formazione di profonde cavità, dette tasche, nelle quali i batteri, specialmente anaerobi, prolifi cano tranquillamente non essendo raggiungibi-li dalle normali manovre di igiene orale.

La diagnosi è in primo luogo affi data al sondaggio: con apposita sonda millime-trata si misura la profondità e la forma della tasca, l’esame radiografi co mirato chiarirà ulteriormente le condizioni e la terapia più appropriata. La cura inizia, generalmente, con una accurata pulizia manuale della tasca, courettage, mediante strumenti af-fi lati, le courette.Obiettivo del courettage è la rimozione del tartaro adeso alle radici del dente e del tes-suto gengivale infetto interno alla tasca.Se la tasca ha una profondità superiore a 4 / 5mm, non è suffi ciente il curettage ma bisogna ricorrere ad un intervento chirur-gico per esporre le radici infette e poter rimuovere il tartaro anche nelle zone più

profonde. Dopo queste terapie un accu-rato programma di monitorizzazione e di igiene dentale permetterà il mantenimen-to dei risultati raggiunti.I batteri sono anche all’origine di un’altra patologia dentale molto diff usa: la carie.Lo smalto, è già stato detto è un tessuto particolarmente resistente ai carichi ed alle fratture ma non altrettanto nei con-fronti degli attacchi chimici, in particolare quelli acidi.L’acido prodotto dai batteri inizia la demi-neralizzazione dello smalto, la zona demi-neralizzata diventa un nuovo ricettacolo per i batteri per cui si innesca un circolo vizioso.Sottoponendosi a regolari controlli, o visi-te quando si avverte qualcosa di anomalo, permette di intercettare la lesione in fase iniziale. Spesso la lesione non è facilmente visibile dall’esterno e solo l’esame radiolo-gico la rende evidente.

Se la lesione è minima il dentista procede alla pulizia della cavità cariosa e quindi al riempimento ed alla modellazione della superfi cie masticatoria in maniera da ri-produrre la normale e corretta morfologia dentale. Se la lesione è molto estesa po-trebbe essere indicata una ricostruzione

mediante intarsio estetico.Le indicazioni all’intarsio sono una forte ne-cessità estetica o funzionale alle dimensio-ni della cavità. Grosse masse di composito comportano forti retrazioni del materiale di otturazione durante la polimerizzazione con il rischio di formazione di fessure che nel medio periodo potrebbero portare ad infi ltrazione batterica.L’infi ltrazione batterica quando giunge a livello della camera pulpare e quindi del nervo, produce una infi ammazione che evolve generalmente in pulpite e allora ...sono dolori

Nato a Genova nel 1955, Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1982 Università degli Studi di Genova Specializzazione in Odontostomato-logia nel 1985.Dal 1987 membro dell’Accademia italiana di Kinesiografi a ed Elettromiografi a Cranio-Man-dibolare (AIKECM - www.AIKECM.it).

Ideatore della Tecnica di “Coronoplastica in Deglutizione” nel 1988, pubblicata nel testo: Bazzotti - Boschiero “Principi di occlusione neuromuscolare” CEA Milano. Dal 1989 docente AIKECM ed attuale Segreta-rio Culturale. Fellowship (I.C.M.O.) Internatio-nal College of Cranio Mandibular Orthopedic

(USA), in Ortopedia Cranio Mandibolare nel 1997. Diploma triennale AIKA (Accademia Italia-na Kinesiologia Applicata). Dal 2003 insegnante (Rapporti occlusione postura) al corso di laurea in Podologia Università di Genova. Relatore a corsi e congressi nazionali ed internazionali. Li-bero professionista odontoiatra in Genova.

Breve Curriculum vitae

Come chiropratica e odontoiatria collaborano

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9Chiropratica - N. 10 - Febbraio 2007

Mal di schienaDr. Pellissier Eddy D.C., C.C.S.P.Già Presidente Associazione Italiana Chiropratici

CHE COS’È?Il mal di schiena è un disturbo molto diff u-so: 8 persone su 10 almeno una volta nella loro vita devono subirne le conseguenze ma, fortunatamente, la maggior parte di coloro che ne sono colpiti supera comple-tamente il problema entro 2-4 settimane. Molti altri, se correttamente informati e trattati, migliorano in tempi brevi. Le rica-dute possono essere frequenti, ma solo in una piccola percentuale di casi i sintomi di-ventano cronici. A volte il mal di schiena si presenta improvvisamente e con intensità tanto forte da costringere all’immobilità: in questo caso gli si dà comunemente il nome di colpo della strega.

CAUSE E SINTOMIIl più delle volte il mal di schiena dipende da un uso scorretto della colonna vertebra-le nel corso della giornata, o protratto nel tempo. Questo vale sia per chi svolge un’at-tività in piedi sia per chi deve stare a lungo seduto. In alcuni casi la causa va ricercata in una posizione scorretta, in altri a un lavoro pesante. Anche una pratica sportiva inap-propriata (esempio, il sollevamento di pesi eccessivi) o svolta con modalità inadeguate (come numerose fl essioni della schiena) può essere all’origine del disturbo. Ognuna delle strutture della colonna ver-tebrale può subire danni più o meno con-sistenti ed essere all’origine della sintoma-tologia dolorosa. I legamenti e i muscoli dorsali sono soggetti a stiramenti, contrat-ture e strappi; le articolazioni possono an-dare incontro a malattie di natura infi am-matoria (artriti) o di natura degenerativa (artrosi). Nella maggioranza dei casi tutta-via non si riesce a individuare quale parte della colonna vertebrale provochi il dolore

né serve sottoporsi a radiografi e, tranne in casi particolari. Il medico dovrà escludere l’eventualità che il mal di schiena sia dovuto a cause più gravi, per cui è bene consultarlo tempestivamente soprattutto se si ha avu-to di recente una grave malattia, in caso di perdita di peso e di malessere generale.Quando la parte centrale del disco interver-tebrale fuoriesce dalla sua sede naturale si parla di ernia del disco. Questa condizione tuttavia, contrariamente a quanto si crede, si riscontra in un numero ridotto di pazienti. Solo in una percentuale di casi ancora più piccola l’ernia comprime le radici dei nervi e provoca la comparsa di sciatica, con do-lore intenso alla regione lombare e lungo il decorso del nervo sciatico (parte posteriore della coscia, fi no a raggiungere il piede), for-micolii alle gambe associati a disturbi della

sensibilità; il dolore è aggravato dalla tosse, dagli starnuti e dai movimenti a letto.

COSA SI DEVE FARELa maggior parte degli episodi di mal di schiena di norma si risolve rapidamente. Gli studi più recenti dimostrano che, con-trariamente a quanto si è sempre ritenuto, il miglioramento è ancora più rapido se, compatibilmente con l’intensità del dolore, si mantengono le normali attività, evitando di mettersi a letto. Se proprio non se ne può fare a meno, ad esempio in caso di dolore intenso o di sciatica, è comunque consiglia-bile ridurre al minimo (2-3 giorni) il riposo a letto. L’immobilità è infatti controprodu-cente per la struttura muscolare. I farmaci possono essere di grande aiuto nel ridurre il dolore ma non intervengono

La chiropratica

Le regole per capire quando arrivaFate attenzione a questi segnali d’allarme:

• quando alzandosi dalla sedia o dal divano, entrando o uscendo dall’auto si av-verte dolore alla parte lombare della schiena.

• quando, facendo retromarcia in automobile si avverte una fi tta dolorosa al collo, soprattutto poi se il dolore si irradia (anche come “scossa”) lungo un braccio.

• quando, mentre si guarda in alto (alzando la testa per prendere qualcosa), com-pare dolore nucale complicato magari da vertigini e sensazioni di nausea.

• quando si ha spesso mal di testa con la sensazione di peso sul collo e sulle spalle.

• quando durante starnuti e colpi di tosse si avverte una fi tta dolorosa tra le sca-pole o alla parte lombare della colonna vertebrale.

• quando è presente un dolore dorsale, anche lieve, che impedisce la respirazione profonda.

• quando, portando dei pesi o raccogliendo qualcosa da terra si avverte “fatica” nella zona lombare oppure si sente dolore che regredisce in breve tempo.

• quando al mattino lavandosi i denti o il viso si avverte rigidità della schiena nel tornare eretti.

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sulle cause che lo provocano. Vale a dire, curano il sintomo senza risolvere il proble-ma, garantendo semplicemente un bene-fi cio di breve durata. Un semplice analge-sico come il paracetamolo (es. Tachipirina, Eff eralgan), molte volte è suffi ciente per calmare il dolore. Il paracetamolo è il far-maco di scelta in particolare per chi soff re o ha soff erto di ulcera gastroduodenale, in caso di asma o in gravidanza. Gli antinfi am-matori o antidolorifi ci, comunemente noti come ‘’antireumatici’’ (es. Moment, Brufen, Novapirina, Voltaren) sono effi caci contro il dolore e la contrattura muscolare e si di-mostrano molto utili soprattutto nella fase acuta. L’uso prolungato può comportare però eff etti indesiderati a carico dello sto-maco, del fegato e del rene, sia che si im-pieghino fi ale, compresse o supposte. Le creme antiinfi ammatorie o quelle revulsive (che producono cioè calore nella zona in cui sono applicate) non comportano rischi ma hanno un eff etto modesto e passeggero.

Terapie prolungate con farmaci analgesi-ci-antiinfi ammatori devono sempre essere prescritte dal medico. In molti casi di mal di schiena una ginna-stica riabilitativa eseguita correttamente, con l’aiuto di persone esperte, può essere di grande utilità: questa deve prevedere esercizi di rilassamento, di stiramento e di potenziamento dei muscoli. Anche esercizi molto semplici, ma eseguiti con regolarità, aiutano a mantenere il buon funzionamen-to della schiena e limitano la possibilità di nuove crisi dolorose. La terapia chirurgica può essere utile e riso-lutiva in casi specifi ci, come l’ernia del disco, ma presenta indicazioni limitate e poco fre-quenti. La marconiterapia, la radarterapia e la la-serterapia possono dare qualche bene-fi cio soggettivo, soprattutto quando gli episodi dolorosi tendono a ripetersi, ma, complessivamente l’effi cacia appare mo-desta. Il ricorso a questi trattamenti, pur

così frequente, non è sostenuto da solide prove scientifi che. Molti pazienti trovano giovamento dalla massoterapia. I massag-gi, infatti, provocano il rilasciamento della contrattura muscolare che accompagna il mal di schiena e il dolore si attenua. La cosiddetta Tens (stimolazione nervosa transcutanea) si basa invece sul principio di produzione e somministrazione locale di particolari correnti elettriche. Non è an-cora ben chiarito il meccanismo d’azione che in alcuni soggetti comporta una ridu-zione della percezione dolorosa e, com-plessivamente, non tutti concordano sulla sua effi cacia. Anche il massiccio ricorso alla ionoforesi non trova riscontro nei dati della letteratura scientifi ca più accreditata.

COSA PUÒ FARE LA CHIROPRATICA PER IL MAL DI SCHIENA?La chiropratica è uno dei metodi di cura na-turale più diff uso al mondo, terza professio-ne sanitaria negli Stati Uniti per numero di praticanti. Si concentra sul trattare le cause che provocano i problemi fi sici invece di trattare i sintomi. La chiropratica si basa su un assunto molto semplice: problemi strut-turali del corpo, particolarmente problemi che implicano la colonna spinale, possono generare disfunzioni alla funzionalità del corpo, specialmente al sistema nervoso.Il midollo spinale, che rappresenta la mag-giore via di comunicazione del nostro sistema nervoso, è situato nel canale mi-dollare all’interno delle vertebre. Il midollo trasmette gli ordini impartiti dal cervello al resto del corpo e tutti i movimenti, funzio-ni e sensazioni sono controllati dal sistema nervoso. Un problema a livello della colon-na può interferire con i nervi che fuoriesco-no dalla colonna; tale disallineamento o blocco è chiamato sublussazione e consiste principalmente in un malposizionamento o non funzionalità delle articolazioni delle faccette. Tali sublussazioni possono presen-tarsi da sole o in congiunzione a problemi di disco o artrosi. Possono causare dolore e

La chiropratica

Consigli per chi è predispostoal mal di schiena

• quando si ha un dolore alle articolazioni della bocca, oppure si avverte di ma-sticare male e solo da una parte, non rimandare una visita odontoiatrica perché numerose sono le situazioni in cui il mal di schiena e la malocclusione dentale sono collegate.

• se si avverte di camminare male, oppure si nota un diverso consumo delle suole di cuoio delle scarpe tra destra e sinistra, e ancora, quando si fa l’orlo dei panta-loni e si nota una diff erenza tra un lato e l’altro, occorre fare una visita speciali-stica per prevenire il mal di schiena da “dismetria” degli arti inferiori o da cattivo appoggio dei piedi a terra (piedi piatti, valghi, ecc.).

• per chi sa di avere la scoliosi (anche in modo lieve) è utile fare periodici controlli delle simmetrie della schiena e praticare uno sport simmetrico come, ad esem-pio, il nuoto.

• dopo incidenti o cadute a terra, anche se non si avvertono dolori, controllare la funzionalità e l’elasticità della schiena (una visita specialistica ogni due mesi per al-meno tre volte).

• In tutti questi casi il chiropratico è perfettamente in grado di valutare la soluzio-ne più adatta ad ognuna di queste cause e, se necessario e non di sua compe-tenza, è in grado di riferire il paziente allo specialista più indicato.

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11Chiropratica - N. 10 - Febbraio 2007

compromettere la normale fuori uscita dei nervi nei foramina comprimendoli e cau-sando parestesie (formicolii, bruciori e stra-ne sensazioni). Le sublussazioni nel collo generalmente provocano parestesie nelle braccia mentre tali problemi nelle gambe sono associati a sublussazioni del tratto lombare della colonna.Esperienze cliniche hanno dimostrato che condizioni di salute quali asma e gastrite possono essere associate o peggiorate dal-la presenza di sublussazioni nella colonna. Il chiropratico, grazie alla sua esperienza e preparazione, è il professionista della salu-te più indicato per correggere e aggiustare tali sublussazioni. Cadute, incidenti d’auto, traumi sportivi possono tutti causare danni alla colonna provocando stiramenti o lace-razioni nei tessuti della colonna: il risultato comporta notevole dolore e rigidità. L’in-staurazione di un appropriato trattamento chiropratico, fi n dall’apparire dei primi sin-tomi, è importante al fi ne di evitare il croni-cizzarsi dei dolori.Le sublussazioni possono creare vari sintomi quali mal di schiena, male al collo, cefalea, dolori alle spalle, parestesia agli arti, sciatal-gie e una miriade d’altri problemi. Queste sintomatologie possono essere originate da questo “schiacciamento” o interferenza con i nervi al momento di uscire dalla co-lonna e andare verso il resto del corpo.La diff erenza principale che distingue la chiropratica dalle altre professioni sanitarie è rappresentata dall’aggiustamento.L’aggiustamento è un movimento specifi co applicato ad un’articolazione al fi ne di ripri-stinare il movimento corretto e la funzione propria ed eliminare perciò l’irritazione sul nervo. Una volta ripristinato lo stato corret-to della colonna il corpo è capace d’auto-guarirsi.Questi aggiustamenti chiropratici, eseguiti da chiropratici qualifi cati, sono sicuri, mol-to effi caci e sono particolarmente utili nel caso di dolori lombari o cervicali acuti che implicano sovente anche spasmi muscolari

e, dopo l’aggiustamento, il paziente recu-pera immediatamente una parte della mo-bilità e constata una notevole diminuzione del dolore.I nervi spinali fuoriescono dalle vertebre vicino alle articolazioni e raggiungono le altre parti del corpo collegando il cervello a tutto il resto. L’aggiustamento chiropratico, tenuto conto di questo fattore, può risulta-re effi cace in molte altre situazioni oltre al classico male al collo o alla schiena. In molti casi di dolori cervicali, ad esempio, i nervi sono spesso implicati con conseguente dolore, parestesia e debolezza delle spalle, braccia e mani. Aggiustando le vertebre associate nel collo, questi problemi degli arti superiori spesso possono essere mini-

mizzati o risolti. Ciò è anche vero nel caso di molte cefalee dove la causa vera risiede spesso in una irritazione dei nervi e dei mu-scoli del collo.La chiropratica si è dimostrata effi cace an-che in situazioni quali asma, gastrite, costi-pazione e, a volte, crampi mestruali dovuto al fatto che i nervi spinali collegano il cer-vello agli organi tipo i polmoni, lo stomaco e l’utero. Una sublussazione della colonna vertebrale può causare un’irritazione del nervo che collega tale organo al midollo e provocare eff etti negativi a tale sistema organico. Il chiropratico è in grado, con la collaborazione del medico, di escludere co-munque altre patologie che possono cau-sare problemi a tali sistemi.

La chiropratica

Consigli per aiutarsidurante il colpo della strega

• durante l’attacco acuto sdraiarsi sul pavimento supini (a pancia in su) e fl ettere le ginocchia tenendo le piante dei piedi a terra. In questo modo si diminuisce la tensione lombare.

• durante il riposo notturno stare supini con un cuscino sotto le ginocchia per mantenerle fl esse.

• anche se si riesce a camminare non continuare a lavorare perché la lombalgia acuta può notevolmente peggiorare in breve tempo (soprattutto se si continua a sforzare la colonna).

• basarsi sulle proprie sensazioni piuttosto che sui consigli di altre persone (a meno che non si tratti di un esperto) per decidere se mettere sulla parte lombare il ghiac-cio oppure il caldo. Nel primo caso applicare la borsa di ghiaccio per dieci minuti se-guito da dieci minuti di pausa e nuovamente dieci minuti di ghiaccio, due, tre volte al giorno; nel secondo, immergersi in un bagno caldo o fare una doccia calda.

Consigli per chi lavoraSe si avvertono rigidità, dolori lievi, pesantezza, fatica ai muscoli della schiena, interrompere il lavoro per pochi minuti e fare i seguenti esercizi di rilassamento

• seduti, piedi paralleli con gambe perpendicolari al pavimento, gomiti appog-giati sulle ginocchia, tronco fl esso in avanti, testa “molle” fl essa in avanti, occhi chiusi, respirare lentamente e profondamente per due minuti circa (posizione del “cocchiere addormentato”)

• in piedi, appoggiare la schiena ad una parete tenendo il capo “molle” fl esso in avanti e le braccia lungo il corpo “lasciando andare” le spalle. Con gli occhi chiusi respirare lentamente e profondamente per due minuti circa.

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12 La chiropratica

Chiropratico dal 1983, laurea conseguita presso il Canadian Memorial Chiropractic College, a Toronto (Canada), dopo anni di esperienza in quel paese rientra in Italia nel 1991 e per otto anni detiene la presidenza dell’Associazione Italiana Chiropratici. Si specializza in chiropratica sportiva (è mae-stro di sci fi n dal 1975) e nel corso degli anni

si occupa delle squadre nazionali italiane di Snowboard, Sci nautico, Ski-arc e Skyrun-ning. Relatore in vari congressi, da alcuni anni si occupa di scrivere articoli e diff on-dere la chiropratica attraverso tutti i canali possibili tenendo anche lezioni di fi losofi a chiropratica nelle scuole di chiropratica eu-ropee.

Breve Curriculum vitae

I trattamenti chiropratici sono una solu-zione effi cace e sicura per numerosi pro-blemi di salute tuttavia un paziente, prima di sottoporsi a tale trattamento, dovrebbe sempre assicurarsi che il chiropratico a cui si affi da abbia una laurea rilasciata da un’università accreditata e riconosciuta dal-la WFC (World Federation of Chiropractic) e dall’ECU (European Chiropractors’ Union). Spesso persone non qualifi cate o compe-tenti s’improvvisano o si defi niscono chiro-pratici mettendo a repentaglio la salute dei potenziali pazienti e danneggiando l’imma-gine della chiropratica.La chiropratica, scienza, arte e fi losofi a, for-nisce uno dei migliori sistemi di diagnosi e cura dei problemi di schiena e di una miria-de di altri problemi legati al benessere della persona.

SI PUÒ PREVENIREIL DOLORE ALLA SCHIENA? Il miglior modo per prevenire il mal di schiena è quello di agire sul proprio stile di vita, mettendo in pratica opportune regole comportamentali fi nalizzate non soltanto alla prevenzione del mal di schiena, ma an-che, per chi sia già aff etto da tale disturbo, alla gestione del dolore. È opportuno, per esempio, conoscere e saper utilizzare tutti i sistemi ergonomici più vantaggiosi per la salute della schiena, al fi ne di eliminare il più possibile tutte le condizioni sfavorevoli relative alla propria attività lavorativa e che sono in grado di

agire in maniera negativa sul proprio stato di salute. È inoltre necessario adottare uno stile di vita il più corretto e salutare possi-bile, quindi: prestare attenzione al regime alimentare e al controllo del peso corporeo (il sovrappeso, infatti, costituisce una condi-zione aggravante per i dolori alla schiena); cercare di smettere di fumare perché il fumo riduce l’ossigenazione delle strutture più fragili della colonna; evitare il più possibile le situazioni stressanti, poiché le tensioni

nervose provocano una certa rigidità mu-scolare; praticare regolarmente un’attività fi sica. Le visite regolari dal chiropratico, al fi ne di prevenzione, si sono dimostrate una delle principali ragioni per le quali i pazienti presentano una remissione delle sintoma-tologie dei dolori di schiena: una visita ogni 3-4 mesi può sicuramente ridurre gli episo-di di lombalgia acuta e può notevolmente ridurre le ricadute di dolori dovute a ernie del disco.

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13Chiropratica - N. 10 - Febbraio 2007Cristalloterapia

CristalloterapiaParte primaLouise La RuePresidente Associazione Pro Chiropratica Italiana

La Medicina alternativa viene sempre più accettata e sempre nuove risorse vengono impiegate nella ricerca di mezzi e metodi diversi dalla Medicina considerata “scienti-fica” dalla nostra società occidentale orga-nizzata seguendo le leggi meccanicistiche affermatesi in modo preponderante nel-l’ultimo secolo.“Scienze” più antiche che per lo più vengo-no considerate empiriche, appunto alter-native a quelle ufficiali, stanno negli ultimi anni risvegliando un nuovo interesse. Tale interesse, nato da una parte dalla diffusione di culture considerate fino al secolo scorso “primitive” e da una parte dalla ricerca insi-ta nella natura umana verso la conoscenza metafisica oltre che bio - meccanicistica, si sta rapidamente espandendo in tutti i campi della cultura occidentale.L’erboristica, l’omeopatia, l’agopuntura, l’ayurvedica, la chiropratica e l’osteopatia si sono già ammantate di una veste ufficia-le o, in alcuni casi, sono stati recepiti dalla professione medica (es. l’agopuntura che fatta da un medico è legale, fatta da un non medico non ha valore), ma la loro pra-tica non viene necessariamente correlata a particolari considerazioni di carattere spirituale. Dal momento che nella nostra cultura occidentale la tendenza imperante è quella di tenere separati e ben distinti i vari settori, gli aspetti “naturali” o metafisi-ci da quelli biologici, chimici, fisici, queste discipline vengono considerate “praticabili / valide” solo in supporto a cure mediche allopatiche o chirurgiche o non vengono considerate in alcun caso quali terapie.Per altre discipline la diffidenza è maggio-re e soprattutto si basa sulla scarsissima possibilità di documentare l’affidabilità e la competenza degli operatori. Tali discipli-

ne, tra le quali entra anche la preghiera che sembra, secondo le statistiche, essere la forma di “pratica, cura” più usata nel mon-do, comprende anche la cristalloterapia.La cristalloterapia è un metodo di guari-gione naturale che utilizza cristalli, pietre e minerali di varie forme e colori. Il mondo minerale ci offre risorse inaspettate. Si può affermare che le pietre e i cristalli possie-dono una sorta di energia, tipica a ciascu-na specie, in grado di interagire con noi, seguendo una dinamica rientrante nella mentalità “occidentale” moderna, ma an-che possiedono una vera e propria identi-tà, con un “carattere”, una “memoria” e una sorta di “volontà”.I cristalli sono in grado di immagazzinare

energia positiva come una batteria, ener-gia che, quindi, può essere utilizzata an-che per scopi terapeutici e di trasforma-zione spirituale. Effettivamente anche le pietre, che sembrano oggetti inanimati, hanno un’ AURA ( l’alone di luce colorata visibile, in talune circostanze, intorno ad una persona, che varia a seconda del tipo di pietra.)Ci sono persone sensibili che riescono a vedere non solo l’AURA delle persone, ma anche quella, appunto, delle pietre, degli animali e delle piante. Negli ultimi anni si e’ sentito spesso parlare del metodo Kirlian, ovvero la fotografia di Kirlian che, con pro-cedimenti particolari, imprime sulla carta la raffigurazione dell’energia che viene

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NUOVO ORIZZONTE DELLA SALUTE

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emessa ed avvolge le mani o le foglie, per esempio, permettendo a chi non riesce a coglierlo ad occhio nudo, di poter vedere questo fenomeno.Molte persone ritengono la cristalloterapia un’effi cace alternativa di cura mente-cor-po. Quello per cui ci sembra aff ascinante indagare ed estremamente interessante è l’interazione con il nostro essere su un piano spirituale, mantenendo un atteg-giamento analogo a quello tenuto dagli omeopati classici con le piante e gli oligo elementi.Non è importante classifi care le pietre a se-conda dell’azione specifi ca sulle varie parti del corpo, seguendo una logica sintomo-rimedio proprio delle medicine allopatiche ma riteniamo che dalla conoscenza del mondo delle “pietre” si possa ricavare mol-to di più.Per esempio, informazioni profonde sulle dinamiche mentali che ci spingono a de-terminati atteggiamenti e che poi ci pro-curano malesseri traducibili in malattie fi siche anche gravissime, come il cancro.A livello di cura, crediamo che le energie delle pietre agiscano direttamente su i no-stri chakra, cioè sulle nostre reazioni spiri-tuali al mondo fi sico esterno.

COME AGISCONO LE PIETRE PREZIOSE?Le pietre preziose emanano radiazioni. Ogni minerale è circondato da un proprio specifi co campo elettromagnetico, attra-verso il quale entra in interazione con noi e apporta particolari, specifi che informazioni. Ciò fa si che noi abbiamo reazioni corporee, spirituali ed intellettuali, cosicché il nostro costante stato si modifi ca oppure si evolve un po’ in modo completamente nuovo, ri-ceve insomma un eff etto curativo.

QUALI INFORMAZIONIVENGONO APPORTATE?Le pietre crescono dall’esterno. Intorno a un primo embrione la natura colloca roccia su roccia, strato su strato. In questo modo ogni minerale è, nella sua formazione, completamente dipendente dal suo am-biente e, allo stato fi nale, la riproduzione di queste premesse. Il segreto della sua formazione rimane custodita all’interno e

viene reso noto solo attraverso il campo elettromagnetico. Noi otteniamo così le in-formazioni sull’origine, la struttura interna, gli elementi minerali contenuti, il colore e il colore dell’aureola della pietra. Ognuna di queste informazioni ci porta caratteristi-che proprietà.

L’ORIGINEI minerali possono originarsi direttamente dal magma o da soluzioni magmatiche (ori-gine primaria); per decomposizione (origine secondaria) oppure per un’interna mutabili-tà della roccia, una cosiddetta metamorfosi (origine terziaria). L’eff etto che hanno su di noi i minerali primari riguarda le specifi che proprietà del processo di apprendimento e di maturazione. I minerali secondari porta-no allo stato di coscienza i motivi intellet-tuali, corporei e spirituali di modellamento e aiutano a cambiare. I minerali terziari azionano una trasformazione interiore, un

Cristalloterapia

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15Chiropratica - N. 10 - Febbraio 2007

Nata in Canada, si interessa alla chiropratica dopo aver conosciuto un giovane studente italiano che si era recato nel suo paese per studiarla. Da allora le sue sorti si sono sempre mischiate a quelle della chiropratica... Un marito chiropratico, che per otto anni fa il presidente dell’Associa-zione Italiana Chiropratici, centinaia di viaggi per riunioni e incontri sulla professione, la passione per tale professione

la portano ad accettare nel 1995 la vice presidenza della Associazione Europea Delle Associazioni Pro Chiropratica, le associazioni dei pazienti chiropratici. Da allora si batte affi nché la professione chiropratica venga riconosciuta in Italia come lo è in tutta Europa. Parallelamente ha sviluppa-to la sua conoscenza circa le altre forme di medicine alter-native, soprattutto quelle legate ai cristalli e minerali.

Breve Curriculum vitae

cambiamento qualitativo e la sopravviven-za della nostra reale essenza interiore.

COSA SONO I CHAKRA?La funzione principale dei CHAKRA e’ quella di assorbire l’Energia Universale, metaboliz-zarla e, infi ne, rilasciare o emettere energia all’esterno. La parola CHAKRA deriva dal sanscrito e signifi ca “ruota” o “vortice di for-

ze”. Come porte attraverso cui fl uisce l’ener-gia vitale sotto forma di luce, i CHAKRA si possono immaginare come degli imbuti in cui l’energia scorre in modo vorticoso. I CHAKRA sono tantissimi, ma si prendono in considerazione i sette più importan-ti: quelli che si localizzano lungo il fl usso energetico principale e che sono connessi agli organi vitali del nostro corpo. Essi la-

vorano separatamente, ma sono collegati l’uno all’altro; ciascuno possiede un ben defi nito campo d’azione che riguarda il nostro stato fi sico e psichico.L’energia metabolizzata dai CHAKRA viene scissa nei sette colori dell’arcobaleno per permettere al nostro corpo di assorbirla: la buona funzionalità dei CHAKRA diventa pertanto sinonimo di buona salute.

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per bellezza e per salute

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CHIROPRATICI RACCOMANDATI DA APCI

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17Chiropratica - N. 10 - Febbraio 2007

ABRUZZOAGUILAR EDUARDO PESCARA - PE - Via Milano, 51 - Tel. 340.8909209CARAVAGGIO MARCO LANCIANO - CH - Via Pollidoro di Mastro R - Tel. 0872 .713261

CALABRIADE LEO MICHELE REGGIO CALABRIA - RC - Via Roma, 2/4 - Tel. 333.4440160 COSENZA - CS - Corso Mazzini, 92 (pal. O) - Tel. 333.4440160 VIBO VALENTIA - VV - Trav. Viale Della Pace - Tel. 333.4440160OLIVA BENITO SQILLACE LIDO - CZ - Via Nazionale, 26 - Tel. 0961.915269 PELLARO - RC - Via Fiumarella, 20 - 0965.357334

CAMPANIADEJEAN RENAUD NAPOLI - NA - Viale Gramsci, 18 - Tel. 081.7614180IVES GREGORY NAPOLI - NA - Via De Bartolomeis, 11 - Tel. 081.7614180

EMILIA ROMAGNAATTANASIO KORINNA PARMA - PR - Via Abbeveratoia, 65/A - Tel. 0521.232536BAEKKEL KRISTIAN TRAVERSETOLO - PR - Via Borsellino, 1 - Tel. 0521.842000GRONDONA ROBERT MODENA - MO - Via Cattaneo 54/12 - Tel. 059.343505FALINSKA JANE PIACENZA - PC - Viale Malta 4 - Tel. 0523.338581JOLIVET JEAN PAUL BOLOGNA - BO - Via A. Righi 17 - Tel. 051.233970MARIANI JOHN GAMBETTOLA - FO - Via G. Pascoli - Tel. 0547.57188 S. ARCANGELO - RN - V.le Valturio 20//A - Tel. 0541.625914

LAZIOBERNARD FREDERICK ROMA - RM - Via Cagliari 42 - Tel. 06.8417438BRUNSTEIN FLORIAN ROMA - RM - Viale dell’arte, 85 - Tel. 06.5918455DEJEAN RENAUD ROMA - RM - Via Cagliari 42 - Tel. 06.8417438LIEM KAI ROMA - RM - Via Appia Nuova, 288 - Tel. 06.70614430 ROMA - RM - Largo A. Sarti, 4 - Tel. 06.3240278NEURAY PAUL ROMA - RM - Viale Ippocrate, 92 - Tel. 06.44235751PETRICONE GIOVANNA ROMA - RM - Via Giambattista Vico, 22 - Tel. 06.36006884RIGEL DANIEL T. ROMA - RM - Via Flaminia, 53 - Tel. 06.3225847/55RIGEL THOMAS ROMA - RM - Via Flaminia, 53 - Tel. 06.3225847/55

LIGURIAANDRESINI JOHN SARZANA - SP - Via Variante Aurelia, 70 - Tel. 0187.603135MEYRONET GILBERT GENOVA - GE - Via Ceccardi 2/4 - Tel. 010.580974 SANREMO - IM - Tel. 0184.502098PELLISSIER EDDY GENOVA - GE - Viale Brigata Bisagno 14/6 - Tel. 010.562589ZARCO YVON LOANO - SV - Via Aurelia 456 - Tel. 019.673984

LOMBARDIACARONTI ALFIO COMO - CO - Via Giulini 20 - Tel. 031.242233GIL ANTONIO BERGAMO - BG - Via Maff ei 14 A - Tel. 035.222959 MILANO - MI - Via Ricasoli, 2 - Tel. 02.8690127MISITANO ELISABETTA BUSTO ARSIZIO - VA - Viale Cadorna, 3 - Tel. 0331.620911CENTRO SANROCCO COMO - CO - Via Recchi 7 - Tel. 031.574444STEINER WAYNE SAN DONATO MIL. - MI - Via Triulziana 1 - Tel. 02.511046 MILANO - MI - Via Frua, 22 - Tel. 02.4692205ZWEIER ROBERT TOSCALANO MAD. - BS - Via Benamati, 26 - Tel. 0365.541605 ERBUSCO - BS - Via Iseo, 6/a - Tel. 030.7704110 BRESCIA - BR - Via Corsica, 113 - Tel. 348.3129310

MARCHEAGUILAR EDUARDO CIVITANOVA M. - MC - Corso V. Emanuele - Tel. 0733.818105BOHENE SWEN CIVITANOVA M. - MC - Via Son - Tel. 0733.784094DAUGAART PELLE FERMO - AP - P.zzale Azzolino 22 - Tel. 0734.224658DEL BENE CRISTINE MACERATA - MC - Via Morelli 20 - Tel. 0733.36155KHANCHANDANI BAIJU S. BENEDETTO - AP - Via Mario Curzi, 29 - Tel. 0735.593074 FERMO - AP - P.zzale Azzolino 22 - Tel. 0734.224658WESELOH CURTIS ANCONA - AN - Via Gianelli 22 - Tel. 071.202812WILLIAMS JOHN IESI - AN - Corso Matteotti, 20 - Tel. 0731.215750 SENIGALLIA - AN - Via Gherardi, 70 - Tel. 071.7939649

MOLISECANNILLO GIUSEPPE CAMPOBASSO - CB - Via Zurlo, 3 - Tel. 0874.698179

PIEMONTEALMERAS VINCENT IVREA - TO - Corso Nigra, 52 - Tel. 0125.49225CHIROPRATICA SCARL TORINO - TO - Via Vittorio Amedeo II 24 - Tel. 011.542841GLAIN JEROME CUNEO - CN - Via Silvio Pellico 8 - Tel. 0171.696655

MIGLIORE JEAN PHILIPPE CUNEO - CN - P.zza Europa, 15 - Tel. 0171.66613PELLISSIER EDDY VERCELLI - VC - Via Dionisotti 18 - Tel. 329.7606156

PUGLIACANNILLO GIUSEPPE CORATO - BA - Via Paulucci, 3 - Tel. 080.8981829GAETANO JOHN FOGGIA - FG - Via Manfredonia - Tel. 0881.568517 SAN SEVERO - FG - Via Taranto, 58A - Tel. 0882.225074STEFANO CALOGIURI LECCE - LE - Via a de gasperi, 2 - Tel. 340.5042489VINCI DAVIDE LECCE - LE - Via Taranto, 58A - Tel. 0832.249926 MARTINA FRANCA - TA - Via Sallustio, 19 - Tel. 347.8940276

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NUOVO ORIZZONTE DELLA SALUTE

18 Nuove frontiere della chiropratica�������������������

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19Chiropratica - N. 10 - Febbraio 2007

Disordini da deficit di attenzioneautismo, dislessia e difficoltà di apprendimento.Cristine Del Bene, D.C.

La diagnosi di disordini da deficit atten-zionali, autismo, dislessia e difficoltà di apprendimento sono aumentate in modo esponenziale, negli ultimi venti anni, in tutto il mondo. Queste diagnosi, conse-guentemente, hanno prodotto un incre-mento di 5 volte il numero delle prescri-zioni di Ritalin (il metilfenicato choloride), il medicinale normalmente prescritto in caso di iperattività. Il 90% di tutte le pre-scrizioni mediche che riguardano il Ritalin sono state fatte negli Stati uniti.Recentemente, però, i genitori e gli in-segnati hanno cominciato a chiedersi se l’approccio medico tradizionale a tale disordine, con o senza iperattività, e agli altri disordini associati siano corretti. I chi-ropratici stanno sviluppando interessanti approcci senza l’uso di medicinali focaliz-zati su cambiamenti di stile di vita, aspetti nutrizionali e posturali che influenzano l’attività nervosa del cervello.Prima di con-centrarci su tali nuovi approcci, vediamo una breve descrizione dei deficit attenzio-nali, della loro storia e dei trattamenti che sono stati disponibili fino ad adesso.

DEFICIT DI ATTENZIONE NEGLI U.S.A.: UNA BREVE STORIA.L’epidemia di deficit attenzionali (AD/HD) e dei disordini associati cominciò negli stati Uniti verso la fine degli anni ottanta quando, centinaia di insegnanti, durante delle interviste, arrivarono alla conclusio-ne che tali disordini rappresentavano un vero problema e che la situazione stava peggiorando. Gli educatori enumerarono i tipici sintomi del disordine: lasso di atten-zione molto corto, atteggiamento impul-sivo e difficoltà nella comprensione della lettura.

In risposta a tale problema il U.S. Fede-ral Education Grants (comitato federale U.S.A. finanziatore dell’educazione) nel 1991 disponeva un finanziamento di 400 dollari annuali per ogni bambino a cui ve-niva diagnosticato un deficit di attenzione (AD/HD). Alla fine del 1997 il numero dei bambini con tale disordine era esploso a 4,4 milioni. La commissione cittadina sui diritti umani, in uno studio del 1998, tro-vava che una cifra stimata attorno ai 6-7 milioni di bambini soffriva di (AD/HD), cioè il 13% dei bambini americani che andava a scuola avevano diagnosi di difficoltà di apprendimento che richiedevano trat-tamenti con pericolosi psicofarmaci. Nel 2001, negli Stati Uniti, un bambino su sei è stato diagnosticato autistico, dislessico, afflitto da deficit di attenzione oppure aggressivo. In California le diagnosi di au-tismo sono aumentate del 210% dal 1987 al 1998. Nonostante le statistiche mediche

siano variabili, si stima che negli Stati Uniti che dal 5 al 10% degli studenti soffrano di AD/HD e che i ragazzi siano affetti dalle 3 alle 4 volte di più che le ragazze. (1)Di pari passo con il drammatico aumento delle diagnosi, si è avuto l’aumento delle prescrizioni mediche come il Ritalin e l’Ad-derral per trattare tali sindromi. Nel 1995 l’uso del Ritalin era aumentato del 250%; nel 1997 l’aumento raggiungeva il 700%.

CHE COSA È L’ AD/HD?Non esiste una risposta semplice a questa domanda. AD/HD è una complicata sin-drome che è considerata essere un’agglo-merato di disordini con vari gradi di gravi-tà che coinvolgono tutti i sistemi del corpo e del cervello includendo OCD (disordine ossessivi compulsivi), sindrome di Touret-te, difficoltà di apprendimento, dislessia e autismo. I sintomi possono variare in gravità, ma

Nuove frontiere della chiropratica

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NUOVO ORIZZONTE DELLA SALUTE

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la maggior parte degli AD/HD e disordini neurocomportamentali associati derivano dalla stessa fonte psicologica originaria che riguarda le stesse aree del cervello e che hanno sintomi fi sici simili.

I SINTOMI I genitori spesso notano che I bambini con disordini di sviluppo hanno problemi con l’equilibrio, esibiscono poca coordinazione e hanno diffi coltà nella scrittura. Le loro capacità di ricordo visivo e di relazione con l’ambiente non sono perfette. Spesso questi bambini hanno diffi coltà nella sfera sociale, si adattano malamente a cambia-menti e nuove situazioni e stimoli e spes-so sono carenti in interazioni e giudizio sociale. In oltre, possono mostrare segni di un aumento delle sensazioni visive, acu-stiche, tattile, olfattorie e gustative. Spesso sono presenti allergie, problemi digestivi e avversioni a cibi con intolleranze oppure funzioni immunitarie debilitate. I proble-mi vengono inoltre complicati da squilibri neurobiologici che possono essere parti-colarmente evidenti nelle aule scolastiche tipo diffi coltà nel prendere decisioni, pia-nifi cazioni delle azioni, scelta delle priorità, iper- attività, controllo emotivo e controllo dei movimenti. L’abilità d’ascolto e di lettu-ra può essere ridotta anche se normalmen-te questi bambini esibiscono ottime capa-cità verbali e di memoria. Purtroppo dal 50 al 60% di questi sintomi verranno riportati nell’età adulta. (1)

ATTIVITÀ NEUROLOGICA IN AD/HDE SINDROMI ASSOCIATINonostante il cervello di un bambino af-fl itto da AD/HD non sia malato, in alcune parti dello stesso mostra segni di problemi di sviluppo e conseguenti diffi coltà di in-terconnessione. Il risultato è che tali bam-bini spesso hanno diffi coltà nell’elaborare le informazioni ricevute.Il cervello è una sfera composta da quat-tro lobi, due situati nell’emisfero destro e

due in quello sinistro. Ogni emisfero è l’im-magine speculare dell’altra. I due emisferi sono interconnessi da una banda fi brosa (il corpo calloso), che mantiene un conti-nuo dialogho tra i due lobi e che permette lo scambio immediato delle informazioni tra le due parti. Quando l’interconessione neurologica tra gli emisferi e i lobi del cer-vello si sviluppa in modo inadeguato e ne risulta uno squilibrio, esiste una maggiore possibilità che possano apparire defi cit motori, cognitivi, di comportamento e di apprendimento.

I LOBI DEL CERVELLOIMPLICATI IN AD/HDLa parte piu recente del cervello , la zona neocorticale, ricopre la superfi ce del cer-vello ed è composta da centinaia di pic-colo solchi. All’interno di questi solchi ci sono i neuroni del cervello, che sono circa 25 miliardi, tutti interconnessi in un siste-ma neurologico elettrico che diventa più effi cace ad ogni esperienza provata. Que-sto network neurale presiede e coordina le funzioni del pensiero, del movimento, della cognizione e del comportamento tra queste parti del cervello:• Il lobo frontale, responsabile per la pia-

nifi cazione, organizzazione, risoluzione dei problemi, attenzione selettiva, per-sonalità e una varietà di altre funzioni cognitive complesse che comprendono emozioni e comportamento. La ricerca ha dimostrato che nei bambini con disor-dini dello sviluppo esiste un’attività del lobo frontale meno pronunciata.

• Il ganglio basale, la parte del sistema nervoso che inibisce o previene scari-che dai neuroni della zona neocorticale frontale. Quando il ganglio basale non funziona perfettamente appaiono iperat-tività e scatti emotivi.

• Il cerveletto, sembra essere la compo-nente principale nel AD/HD e sindromi associate. Le ricerche hanno dimostra-to che il cervelletto dei bambini affl itti

da AD/HD è fi no all’11% più piccolo di coloro non colpiti da queste sindromi. Fondamentale inoltre il cervelletto è re-sponsabile per la crescita e lo sviluppo della neocorteccia e controlla inoltre la coordinazione muscolare, specifi cata-mente quella degli occhi e della colon-na (che fornisce il senso dell’equilibrio). Senza stimolazioni cerebellari appropria-te un bambino non può sviluppare un equilibrio e una coordinazione corretta e può essere aff etto da problemi secondari come una riduzione delle funzioni cogni-tive e comportamentali.

L’IMPORTANZA DELLA DOPAMINALa dopamina è un elemento chimico natu-rale che si trova nel cervello e che permet-te ai neuroni di comunicare effi cacemente. Permette di recepire le sensazioni di grati-

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ficazione, auto stima e l’abilità nel concen-trarsi. Quando il cervello non è stimolato abbastanza c’è una riduzione di produzio-ne di dopamina.Fino a poco tempo fa i medicinali come il Ritalin, (metilfenicato choloride), e l’Adder-ral, (amphetamine-dextroamphetamine) sono stati prescritti perché permettevano a ridotte quantità di Dopamina di funzio-nare più a lungo nel cervello.Tuttavia nei manuali di riferimento dei medici queste medicine vengono descrit-te non solo che: “producono assuefazione, creano dipendenza fisica e psicologica ma anche che possono creare una sindrome da bruscha interruzione se interrotte al-l’improvviso.” Inoltre possono produrre effetti secondari indesiderati. Il Ritalin può causare tachicardia, aumento della pres-sione sanguigna, dolori al petto, febbre, dolori articolari e tics. Effetti rari ma non sconosciuti includono sangue nelle urine o feci, visione offuscata, urla o gemiti non controllati e in casi estremi morte. Usi pro-lungati del Ritalin ad alti dosaggi possono produrre cambiamenti di umore, confu-sione, delusioni e perdita della personali-

tà (impressione di non relatà di sè stesso e degli altri). L’Adderal, dal canto suo, può produrre reazioni allergiche come difficol-tà nel respirare, costrizione alla gola, gon-fiore delle labbra, lingua o faccia. Gi effetti avversi più comuni includono perdita di appetito, battito cardiaco più veloce, pres-sione alta, allucinazioni, confusione e com-portamenti anormali. Effetti meno seri ma spesso presenti includono irrequietezza, tremori, ansietà, nervosismo, mal di testa, vertigini e insonnia, impotenza e cambia-menti dei gusti sessuali.Cosa importante da notare è il fatto che gli effetti a lungo termine di questi stimolanti non sono stati ben documentati nei bam-bini e se i sintomi riappaiono dopo l’inter-ruzione del trattamento. In conclusione questi medicinali nascondono i sintomi ma non trattano le cause del disordine.

IL CERVELLO PUÒ ESSERE TRATTATO SENZA RICORRERE A STIMOLANTI?Sicuramente ed ecco il perchè. Quando camminiamo la corteccia frontale coor-dina miliardi di impulsi nervosi che per-mettono un movimento armonico e a sua volta, il camminare facilita lo sviluppo del lobo frontale aumentando così la nostra abilità a pensare e a percepire le emozioni. Ne consegue che, quando i muscoli che supportano la colonna vertebrale sono indeboliti, diminuisce la quantità di stimo-lazione nervosa derivante dalle articola-zioni e dai muscoli della colonna verso il cervelletto diminuisce. Se l’attività del cer-velletto diminuisce, così dicasi per quella dei lobi frontali. I neuroni della neocor-teccia forniscono le informazioni in modo meno efficiente con il risultato di produrre goffaggine e insufficiente attività cogni-tiva. Gli studi condotti hanno dimostrato che i bambini che non gattonano e quelli che hanno difficoltà a camminare diritto soffrono comunemente di attività vocale ritardata e di ritardi nell’apprendimento cognitivo. Questo sembra dimostrare che

le attività cognitive e motrici non sono se-parate ma sono le stesse; si sviluppano a seguito dei sofisticati movimenti fisici.Queste sindromi sono anche influenzate da stimuli sia ambientali sia sociali. In par-ticolar modo attività sedentarie, televisio-ne, videogames, computer che riducono il tempo passato a giocare all’aperto, pri-vano i bambini di quella attività fisica così fondamentale per lo sviluppo corretto del cervello. Questa mancanza di movimen-to ai bambini può produrre problemi di sviluppo a causa del ridotto stimolo dei muscoli e delle articolazioni. Altri fattori ambientali importanti sono denutrizione, obesità, stress prenatale, inquinamento, vaccini e precoce perdita sensoriale pre-coce.AD/HD, ADD, syndrome di Tourettes e autismo sono prodotti da deficit del-l’emisfero destro.Tutte le funzioni umane sono distribuite tra i due emisferi del cervello. Ogni squi-librio tra gli emisferi porterà il cervello a ignorare il lato sotto stimolato. Quando le funzioni del lato destro del cervello si svi-luppano in modo ridotto appaiono sinto-mi come perdita di attenzione, riduzione dell’attenzione non verbale e possono ap-parire comportamenti sociali non corretti. (2). Dal momento che nei maschi il lato destro del cervello è generalmente domi-nante, i maschi sono di conseguenza mag-giormente afflitti delle femmine da stress

Nuove frontiere della chiropratica

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NUOVO ORIZZONTE DELLA SALUTE

22 Nuove frontiere della chiropratica

prenatale che porta a un ridotto sviluppo del loro emisfero dominante.

LA CHIROPRATICAED I TRATTAMENTI COMPLEMENTARILe sublussazioni e gli squilibri muscolo scheletrici della colonna che hanno come origine traumi alla nascita, cadute,squilibri chimici, stress, denutrizione e stili di vita sedentari, infl uiscono negativamente sul-lo sviluppo normale del cervello. Ne con-segue che il trattamento chiropratico nello stabilizzare i muscoli posturali della colon-na e il rinforzo di tali muscoli con l’esercizio fi sico aumenta la stimolazione nervosa ai lobi frontali, aumentando così l’abilità del cervello ad elaborare le informazioni rea-lizzando un processo cognitivo migliore e a maggiore coordinazione. La valutazione chiropratica è fondamen-tale non solo nell’identifi care squilibri bio meccanici e posturali ma anche nel trat-

tamento delle cause che producono tali squilibri, siano essi di origine bio meccani-ca, fi siologica, sociale o biologica.Oltre alle cure chiropratiche, l’evidenza clinica dimostra che trattamenti specifi ci per un emisfero (esercizi vestibolo oculari, musico terapia, terapia dei colori e stimo-lazione olfattoriale) sono molto benefi ci nelriequilibarre tali problemi. Possono dimostrarsi utili la nutrizione e la dieta, il biofeedback e le terapie occupazionali e fi siche.

LA SITUAZIONE IN ITALIAAD/HD è una nuova realtà in Italia. Secon-do studi condotti dal Ministero per la Sa-lute (2004) 2% dei bambini italiani in età scolastica sono affl itti da tali sindromi. Gli psichiatri infantili italiani sono preoccupa-ti che, seguendo il trend americano, anche in Italia le sindromi di cui abbiamo parlato possano esplodere e raggiungano propor-zione epidemiche come negli Stati Uniti.Questo non signifi ca che una nuova ma-lattia è meno pericolosa perché è di moda ma vuole essere un nota ammonitiva af-fi nché non si prescrivano troppi medici-nali potenzialmente molto pericolosi ma vengano considerati anche trattamenti alternativi.Il Ritalin è stato approvato anche in Italia passando dalla fascia delle sostanze clas-sifi cate come stupefacenti (nella stessa ta-bella della cocaina, anfetamina, oppiacei e barbiturici) a quella degli psicofarmaci

prescrivibili dal medico. Rimane di fatto, però, che il metilfenidato, di cui è com-posto il Ritalin, è uno stimolante centrale e come tale appartiene ai farmaci di cui evitare l’abuso ed è incluso nella Tabella I degli stupefacenti.Essendo genitori e cittadini responsabili dobbiamo essesre pienamente informa-ti ed al corrente circa la natura di queste malattie e dei pro e contro dei trattamenti disponibili. Lo dobbiamo sia ai nostri fi gli sia alla società.

1. Neurobehavioral Disorders of Childhood: An Evolutionary Perspective. Robert Melillo and Gerry Leisman, 2004

2. Journal of Child Neurology Scott R. Miller, PhD; Carlin J., Miller, PhD; Juliana S. Bloom, MEd; George W. Hynd, EdD; Jason G. Crag-gs, April 2006

3. Journal of Manipulative Physiological The-rapeutics: Cervical kyphosis is possible link to attention-defi cit/hyperactivity disorder. Bastecki AV, Harrison DE, Hass JW. Oct;27(8):e14

4. Journal of Manipulative Physiological The-rapeutics: An evaluation of chiropractic manipulation as a treatment of hyperactivi-ty in children. Geisen JM, Center DB, Leach RA. 1989 Oct; 12(5): 353-63

5. Progetto di Screening “Prisma” 2004 (fonte: Ministero per la Salute)

La Dottoressa Cristine Del Bene è nata a San Francisco, USA. Ha studiato Chimica e fi siologia all’università sta-tale di San Francisco e si è laureata ( Magna cum Laude) in Chiropratica presso il Life Chiropractic College West nel 1997. In seguito si specializza in neurologia (corso

di tre anni) presso il Logan Chiropractic College e passa gli esami di stato per iscriversi all’ “American Chiroprac-tic Neurology Board.”. La dottoressa Del Bene è membra dell’Associazione Americana dei Chiropratici, dell’Asso-ciazione Italiana e di quella Europea dei Chiropratici.

Breve Curriculum vitae

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23Chiropratica - N. 10 - Febbraio 2007Nuove frontiere della chiropratica

D I S S O L V E T E N S I O N E M U S C O L A R E E S T A N C H E Z Z A • R I L A S S A E R I N V I -G O R I S C E • A I U T A A L E N I R E I L M A L D I S C H I E N A E L E C E F A L E E D O V U -T E A I P R O B L E M I C E R V I C A L I • P A R A G O N A B I L E A L L A S E N S A Z I O N E D IB E N E S S E R E D I U N M A S S A G G I O P R O F E S S I O N A L E

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25Chiropratica - N. 10 - Febbraio 2007

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Psicologia

Genitori realie genitori introiettatiRoberto VincenziPsicologo

Per introdurre il concetto di genitori “reali” e genitori “introiettati”, in genere racconto due episodi tratti dalla mia esperienza di psicoterapeuta:- Il primo caso riguarda una signora sulla cinquantina, titolare e direttrice di una se-rie di negozi di successo; una “donna ma-nager” capace e preparata nella gestione dei suoi negozi, per i quali effettuava gli acquisti, sceglieva e gestiva il personale, curava la vendita ed impostava la gestione amministrativa e tributaria; una persona che, anche dalla voce, trasmetteva un sen-so di sicurezza e maturità. Questa signora, un giorno, mentre si accomiatava dal mio studio, ed aveva appena riacceso il cellula-re, fu raggiunta da una telefonata del pa-dre, che sapevo essere un signore di oltre ottant’anni, con problemi di salute. Mentre la signora rispondeva, improvvisamente la sua voce divenne molto acuta e sottile, mentre lei balbettava “oh papi” con un ac-cento da bambina che mantenne per tutta la telefonata. Finito di parlare col padre, si rivolse a me per salutarmi, con la sua solita voce bassa e sicura.Il secondo caso riguarda un uomo di qua-rantacinque anni, esperto in una difficile materia tecnica, che parlava perfettamen-te tre lingue , proprietario di una piccola e ben avviata azienda, per la quale effettua-va lunghi viaggi in macchina, in tutta Eu-ropa, per affrontare, spesso con successo, complesse trattative commerciali. Un gior-no, in seduta, questo signore mostrava un gran nervosismo, e, alla mia domanda sul perché si sentisse così agitato, rispose che quella sera stessa doveva andare a trovare suo padre e temeva che il padre lo criticas-se perché si era comprato una macchina nuova, un macchinone di lusso da oltre

cinquantamila euro. I soldi coi quali si era acquistato la macchina, provenivano dai guadagni della sua azienda, dal suo lavo-ro insomma. Eppure eppure quest’uomo era nervoso perché temeva che il padre, un tipo all’antica, dalla mentalità chiusa, risparmiatore, se non proprio avaro, lo cri-ticasse per aver scelto quella automobile così costosa.In entrambi i racconti, c’era come una sto-natura tra il modo di agire nei confronti del mondo del lavoro, e quello nei confronti dei genitori. I protagonisti delle due sto-rie mostravano infatti maturità, sicurezza e competenza nell’affrontare i complessi problemi della loro attività lavorativa.Mentre, di fronte a genitori anziani e ap-parentemente “inoffensivi”, tutta la loro sicurezza crollava e ritornavano ad essere quei bambini che una volta erano stati, pieni di paura e soggezione davanti ai loro “papi” e “mami”.

Cos’era successo? era successo semplice-mente che, mentre gran parte della loro personalità era diventata adulta e matura, alcuni nuclei del loro io, marcati e segnati da certi comportamenti dei genitori, non erano cresciuti insieme al resto, ma erano rimasti bambini, pronti a riemergere al ri-chiamo di mamma e papà.E’ come se un cuoco, che prepara la crema per un dolce, non mescolasse bene i vari componenti, e così, alla fine, dentro l’impa-sto si trovano dei grumi di crema che non si è sciolta, non è andata avanti nella cottu-ra, ma è rimasta più o meno quello che era all’inizio, un grumo di farina cruda.Così, nella nostra personalità, certe pato-logie psicologiche possono essere para-gonate a dei “grumi di farina”, qualcosa, dentro la nostra mente, che non è cre-sciuto e non si armonizza col resto della nostra personalità. Questo spiega la differenza di comporta-

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mento dei protagonisti delle due storie; ma spiega anche molti altri casi di personalità che non sono cresciute in modo unifor-me; ci permette, ad esempio, di capire da dove viene la paura che certi cinquantenni esprimono di fronte al fatto che, per legge di natura, è probabile che i loro genitori di oltre ottant’anni, muoiano prima di loro.“Mi immagino quel momento come se la mia vita finisse”; “Non so proprio come farò ad affrontare la morte dei miei”; que-ste e frasi simili manifestano la paura di quegli adulti restati bambini di fronte ai loro genitori.A questo punto, sarà forse più semplice comprendere il concetto di genitori “reali” e genitori “introiettati”.Genitori “reali” sono i nostri genitori, così come sono in questo momento; per un cinquantenne, quindi, i genitori saranno probabilmente una coppia di persone sulla ottantina, in pensione da anni, che conducono una vita più o meno attiva, a seconda delle condizioni di salute.In molti casi, purtroppo, genitori anzia-ni significa anche genitori ammalati, che necessitano di assistenza e cure mediche; molti vivono ancora nella loro casa da soli o aiutati, altri vivono con parenti, alcu-ni fanno lunghi ricoveri in ospedale, altri sono ospiti di istituti per anziani. Per la maggior parte dei casi, quindi, pos-siamo affermare che si tratta di persone fi-sicamente deboli, che sembra improbabile possano spaventare gli altri. Tantomeno i figli, che hanno vissuto da vicino il decadimento fisico dei loro geni-tori, dovrebbero essere spaventati da loro; anzi, la consapevolezza che i genitori sono ormai anziani, dovrebbe muovere nei figli, adulti e realizzati, sentimenti di protezione e disponibilità alla loro assistenza.Ma questo non sempre succede; certe volte i figli, anche adulti, sposati e con figli a loro volta, non riescono a raggiungere questa consapevolezza di se stessi come persone mature, indipendenti dai loro genitori.

Così capita che per certi figli maschi, l’uni-ca donna che veramente conti nella vita, sia la madre; mentre con le altre donne hanno quasi sempre solo avventure. Lo stereotipo del maschio italiano, del latin lover o del playboy, nasconde spesso un uomo immaturo e mammone. In modo analogo certe figlie (magari anche sposate da anni) continuano ad appog-giarsi al padre, e non al marito, quando de-vono prendere delle decisioni importanti.Capita ancora che, quando questi figli im-maturi si sposano, vadano ad abitare nel-lo stesso palazzo dove abitano i genitori, magari anche muro a muro, sullo stesso pianerottolo. Il fatto è che, quando questi figli pensano o hanno a che fare coi geni-tori, nella loro mente non si rapportano coi genitori come sono in quel momento, ma fanno sempre riferimento a un’immagine passata e mai aggiornata, quella del cosid-detto “genitore introiettato”.Genitori “introiettati” sono persone che non esistono più, ma sono esistite una

volta, quando noi eravamo bambini sotto ai dieci anni, e loro erano adulti, probabil-mente sulla trentina, al pieno delle loro forze vitali. Anche noi bambini, abbon-davamo di forza vitale; forse ne avevamo anche più dei genitori, ma a noi mancava, essendo bambini, la completezza del no-stro io e di un carattere formato, la forza fisica e la fine armonia dei movimenti, la maturità intellettuale, la capacità di me-diazione tra noi e il mondo, un bagaglio di esperienza e istruzione che ci aiutasse a valutare le cose.Non era quindi un confronto alla pari. Inoltre, a rendere più vulnerabile la posi-zione del bambino, non dobbiamo dimen-ticare che, gli avvenimenti che ci capitano nell’infanzia, restano fissati nella nostra memoria, con una forza che, avvenimenti successivi, anche molto più gravi, non rie-scono ad avereE questo avviene perché, nei primi anni di vita, il nostro io ancora non ben formato e difeso, è molto più esposto al contatto

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col mondo; ed ancora, l’atmosfera un po’ “magica”, nella quale vivono i bambini, che più degli adulti sono a contatto con l’inconscio, fa’ sì che certi fatti acquistino fortissime valenze emotive e sentimentali. Consideriamo inoltre, che per un bambino i genitori rappresentano le persone più importanti del mondo; ed ancora, che ai bambini mancano le capacità di distacco e di rifl essione che permetterebbero loro di poter valutare i genitori per quello che sono e per quello che fanno veramente.Il che spiega perché, ad esempio, certi episodi che i genitori tendono a sottova-lutare o addirittura “non ricordano” co-scientemente, abbiano potuto innestarsi indelebilmente nella personalità dei fi gli, creando un ricordo traumatico (un “gru-mo di farina” secondo l’esempio), che sembra non possa essere cancellato e che crea dolore ogni volta che viene richiama-to alla mente.Certi modi di agire dei genitori, che com-mentano con sarcasmo e ironia le azioni dei fi gli piccoli, certe battute “umoristi-che” nei confronti dei fi gli, volutamente dirette verso argomenti che producano per loro imbarazzo e disagio, certe scene di freddezza e mancanza di aff etto, pro-prio quando i bambini ne avrebbero più bisogno, per non parlare della violenza, delle atmosfere di tristezza e terrore che esistono in certe famiglie, delle punizioni fi siche, delle molestie e dell’abuso sessua-le da parte dei genitori, tutto questo resta profondamente impresso nella mente del fi glio e, se non curato, continuerà a dan-

neggiarlo per tutta la vita.Danni altrettan-to gravi sono prodotti da azioni apparen-temente opposte: l’eccesso di aff etto e di protezione, che leva sicurezza al bambino e gli impedisce di crescere. Il messaggio che viene recepito dal bambino è compo-sto da due parti: nella prima si dice “io ti proteggo, perché ti voglio bene”; nella se-conda si lascia capire “forse perché tu non sei capace a fare le cose”. Oppure quei genitori che, per compensare le loro mancanze di aff etto e di sicurezza, stabiliscono coi fi gli dei legami morbosa-mente forti che, in certi casi, rendono im-possibile la crescita e l’indipendenza del fi glio, in altri casi, ne compromettono le capacità di ragionare in modo autonomo.Ci sono, inoltre, situazioni di genitori che da anni “fi ngono” di andare d’accordo e non hanno il coraggio di separarsi; in que-ste condizioni, vivere sotto lo stesso tetto, può portare a livelli di tensione molto alti; tensione che viene quasi sempre scaricata sugli elementi più deboli del sistema: i fi -gli, che, non vengono amati e rispettati per quello che sono, ma vengono puniti per colpe che a loro non appartengono, o con in quali vengono stabiliti rapporti di mor-bosa alleanza, contro l’altro partner.Nella storia personale della maggior parte di coloro che si rivolgono alla psicoterapia, si riscontrano situazioni infantili simili a quelle descritte; si rileva cioè, che mentre molte idee sono cambiate e si sono evolu-te nella mente della persona, certi episo-di, accaduti nell’infanzia, continuano ad essere “vivi” e non integrati nella mente

dell’adulto; continuano a produrre emo-zione e dolore, oppure rabbia mai sfogata, tristezza e pessimismo.Tutto questo altera, in certi settori, il nor-male funzionamento della psiche, produce soff erenza e sensi di morte, alimenta pato-logie psicologiche che si manifestano in forme molto diverse tra loro.Per ritornare al tema di questo scritto (ge-nitori reali e genitori introiettati), possiamo quindi mettere in evidenza come, nella cre-scita della persona psicologicamente sana, il rapporto coi genitori è impostato sui ge-nitori reali, quelli che sono in quel momen-to; mentre il genitore introiettato, il fanta-sma o il dio dell’infanzia, è stato pian piano assorbito dalla psiche dell’adulto, che ha saputo aggiornare i registri della mente, e rivedere con occhio maturo, quello che è capitato in passato.Per molte persone, che abbiano avuto dei genitori suffi cientemente sani, e non siano state troppo provate dai fatti della vita, questa maturazione avviene in proprio, man mano che essi crescono.Altri, invece, vivono questo confl itto non risolto attraverso le soff erenze della nevro-si. La malattia psicologica, in questo conte-sto, rappresenta un segnale disperato che il nostro inconscio produce, per invitarci a prenderci cura di noi stessi.La psicoterapia, affi ancata, quando occor-re, ad una farmacoterapia, aiuta, in questi casi, a ritrovare il senso della nostra storia personale mentre favorisce la nostra cre-scita psicologica e lo sviluppo della nostra indipendenza.

Psicologia

Sono nato a Genova nel 1949, la psicologia mi interessava fi n da ragazzo, ed ho percorso una lunga serie di esperienze, che mi hanno portato a diventare Psicologo Psicoterapeuta, iscritto al-l’Ordine degli Psicologi della Liguria.Dal 2004 sono associato al CIRS (Centro Inter-disciplinare per Ricerca e la Formazione in Ses-

suologia) diretto da Jole Baldaro Verde; assieme agli altri soci (psicologi, psichiatri, ginecologi, neurologi, medici) abbiamo elaborato uno stu-dio sulla coppia oggi.Dall’aprile 2006 sono iscritto all’Albo dei Consu-lenti Tecnici (CTU) del Tribunale di Genova.Dal maggio 2006 sono docente presso la “Scuo-

la di Psicoterapia Istituzionale” di Genova, dove svolgo lezioni sulla psicoterapia.Attualmente la mia principale attività è costitui-ta dal lavoro in studio privato, rivolto a pazienti adulti aff etti da nevrosi; in collaborazione con psichiatri e neurologi, mi occupo anche di pa-zienti borderline o psicotici.

Breve Curriculum vitae

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29Chiropratica - N. 10 - Febbraio 2007Chiropratica e postura

Podocibernetica:ortesi a concezione triplanareProf. Dr. Avagnina LucaPodoiatra, podologo, posturologo

PERCHÉ CIBERNETICA?Cibernetica dal greco “Kibertes” vuole dire “arte del timoniere”. Il temine stava ad indi-care per Platone l’arte di pilotare gli uomini e pur avendo un significato inizialmente politico, nel 1953 viene usato da uno scien-ziato americano di nome Wiener nel suo significato attuale di:”scienza dell’assimila-zione, della elaborazione e dell’utilizzazio-ne delle informazioni”.

PERCHÉ PODOCIBERNETICA?Perché l’essere umano funziona come un computer, è cioè dotato di un sistema in cui informazioni esterne ed informazioni inter-ne devono essere assimilate e integrate per ottenere delle risposte di adattamento con il mondo che ci sta attorno, risposte di tipo motorio, psicologico, sociale e via dicendo.Ecco perché il termine Podocibernetica si può correttamente applicare all’utilizzo biologico delle informazioni che arrivano dai piedi, per l’elaborazione di risposte posturali e deambu-lative motorie adeguate in funzione del gesto o del movimento che dobbiamo fare.

PERCHÉ NON POSTUROLOGIA?Il termine Posturologia, molto usato in Francia, sta invece ad indicare solo lo studio dei meccanismi che regolano le nostre po-sture, ma tale definizione, a mio parere, non è esaustiva in quanto basata soprattutto su presupposti di tipo statico e di studio del sistema posturale fine.Il termine “posturale” che io adotto è invece un concetto biodinamico che ha a che fare con l’equilibrio e con il movimento.

PERCHÉ TRIPLANARE?Triplanare sta ad indicare qualche cosa che lavora su tre piani. L’essere umano è un es-

sere triplanare sul piano generale e anche il piede lavora su piani e assi triplanari.Ecco perché il nostro di tipo di concepire sopratutto le ortesi, oggetto di questo ar-ticolo, deve essere finalizzato ad una riposi-zione e/o ad una ristimolazione triplanare. Il concetto di Triplanarità può essere visto:1) in chiave biomeccanica e allora dob-

biamo parlare di piani saggitali, frontali, orizzontali con i loro relativi assi.

2) in chiave triplanare posturale, e allora parliamo di statica, di deambulazione e di movimenti.

3) in chiave triplanare umana esistenziale che include allora una parte fisica, una parte mentale e una parte energetica.

Chiaramente questi tre concetti: “ciberneti-ca, posturale, triplanari” ci devono stimola-re a cambiare la nostra visione delle cose. Sino ad oggi la visione che avevamo era una visione strettamente ortopedica; ricor-diamo che “Orthos” in greco vuole dire drit-to e l’ortopedia cerca attraverso uno studio esclusivamente della forma e dell’anatomia delle cose, di ripristinare delle correzioni per mettere tutto in maniera “dritta”. Ma se noi applichiamo questi concetti all’essere umano ci rendiamo conto che questi non è fatto solo di ossa, articolazioni, e muscoli as-semblati insieme in maniera esclusivamen-te matematica – geometrica! No. Il modo in cui si muove, il modo in cui reagisce agli ambienti, ai gesti e agli stimoli, ha a che fare con ciò che ha nella testa, con l’educazione che ha ricevuto con la sua psicologia di vita con i traumi subiti, nonché alla somatizza-zione di alcuni conflitti interiori.

PERCHÉ ALLORA PODOLISTICA?Ecco perché pur essendo podologi, se te-niamo ad una visione globale olistica nel

nostro paziente, da cui ho coniato il termi-ne podolistica, dobbiamo tenere conto di studiare si la biomeccanica, si la postura, si il movimento, ma il tutto integrato in un es-sere umano che è unico ed irriproducibile e indivisibile e che va dunque analizzato nel suo insieme.Olistica, infatti deriva dal greco “Holos”, ha significato di globalità, di completezza.Il problema nel nostro mondo professiona-le è che finora, leggendo vari libri o articoli su riviste dei vari “guru” della podologia si trovano sempre e solo enunciazioni di ve-rità assolute, descrizioni di schemi precisi di patologie, conclusioni terapeutiche assolu-tamente logiche.Ma quando ci ritroviamo nei nostri studi privati, tutte queste belle teorie si scontra-no con le molteplici realtà rappresentate dai pazienti e dalle loro peculiari malattie, ognuna diversa dall’altra!Tutte le teorie biomeccaniche da Lelievee, a Lavigne, a Root, a quelle posturali da Bourdiol, a Villeneuve, a Bricot etc, sono in realtà teorie soggettive dotate ognuna di un buon senso, ma in effetti la realtà è che ognuno ha trovato una buona soluzione per risolvere a modo suo, i vari problemi riscontrati .Il problema di voler tutto sintetizzare in “ri-

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cette” “pret à porter” è che:1°) La natura non ha la nostra stessa logica,

né solo quella di qualunque di questi “guru”.

2°) La salute, e quindi la medicina, non è matematica.

La nostra mente ha sì bisogno di semplifica-re le cose per catalogarle e questo va bene in un quadro di formazione scolastica, ma quando passiamo dalla teoria alla pratica, abbiamo visto test eseguiti accuratamente dal punto di vista scientifico, (ad esempio in psicologia) dopo di ché, persone conside-rate normali effettuare delle cose al di fuori della logica! Abbiamo visto classificare piedi come pa-tologici, piatti, etc. e persone con tali tipi di piedi vincere delle medaglie d’oro alle olim-piadi! O viceversa abbiamo trovato altri con piedi assolutamente normali dal punto di vista morfologico e con dati parametrizza-ti nella norma presentare delle patologie complesse e difficili da risolvere.La mia idea è che la nostra chiave di lettura sta nelle relazioni tra uomo e piede e nel concetto di equilibrio. Per questo dobbia-mo comprendere bene la differenza tra po-stura ed equilibrio.

CHE DIFFERENZA VI È QUINDITRA POSTURA ED EQUILIBRIO?La postura ha a che fare con la posizione: è lo stato nel quale si trova un corpo in re-lazione ad un altro punto di riferimento. E’ un concetto fondamentalmente statico. La maggior parte della postura viene studiata infatti in condizioni non naturali bensì in condizioni cosiddette di referenza per capi-re come funziona il sistema posturale fine che ne è considerata la base, ma abbiamo già visto che la postura è molto di più.Il concetto di equilibrio invece è dinamico visto che rappresenta istante per istante lo stato di riposo di un corpo stimolato da mol-teplici forze diverse che si annullano. Quin-di considerato che queste forze si muovono in continuazione vi è la ricerca costante di

un equilibrio nuovo ogni istante.Equilibrio è dunque un concetto più dina-mico, più moderno, che tiene conto dei vari fattori in gioco: schema corporale, recettori labirintici, informazioni visuali, sistemi pro-piocettivi, captori esterocettivi, psichismo personale, morfologia osteo-articolare, re-spirazione, problemi occlusali dentali, gesti ripetitivi nel lavoro, cicatrici e antecedenti dolorosi:tutto ciò modifica e condiziona il nostro equilibrio e le nostre posture.Per arrivare alla concezione della terapia, soprattutto ortesica, abbiamo visto quindi la necessità di:1) esaminare le cose da un punto di vista

posturale triplanare, prima globalmente e poi localmente nel piede,

2) esaminare le cose da un punto di vista biomeccanico per vedere come è fatta la persona da un punto di vista osteo-arti-colare e muscolare, prima dal piede e poi globalmente specie negli arti inferiori.

TERAPIA ORTESICA:QUALE E PERCHE’?Per ciò che concerne le ortesi,non parliamo più di correzione o di cunei con plantari or-topedici ma di ortesi intese come interfacce riarmonizzanti e riequilibranti.Introduciamo dunque i termini: riposizio-

namento e riequilibrio.“Riposizionamento” quando s’inserisce in un insieme un elemento necessario al suo funzionamento affinché l’intero sistema as-suma una determinata posizione statica o dinamica.“Riequilibrio” quando progettiamo un di-spositivo capace di controbilanciare auto-maticamente le azioni delle varie forze ap-plicate mediante opportune modificazioni della distribuzione delle stesse.Gli studi podologici veramente moderni e innovativi del 2000 devono adeguarsi alle nuove visioni dell’uomo.I principi della Cibernetica, in una visione di-namica ed integrata dell’essere umano, per-metteranno un eccellente passo in avanti della nostra professione, permettendoci di passare da una visione esclusivamente or-topedica basata solo sulle forme e sull’ana-tomia ad una visione olistica, funzionale.Grazie alle diverse visioni d’esame del pa-ziente, interrelazionando tutti i dati ricer-cati, potremo arrivare ad una revisione cibernetica del soggetto, ad una diagnosi globale e ad una concezione ortesica “tri-planare olistica”.Perché: “La coreografia dei mostri mo-vimenti è l’espressione di ciò che siamo internamente!!”

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