Organo ufficiale delle Federazioni ticinesi FTAP e FCTI ... · entusiasmo....

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Organo ufficiale delle Federazioni ticinesi FTAP e FCTI - Spedizione in abbonamento - Segnalare cambiamenti di indirizzo - GAB 6962 Viganello Numero unificato - Agosto 2005 sp & ciale 5 3 Regolamento di applicazione 2005 Le zecche: un tema di stagione Nuova scoperta paleontologica: Felberia excelsa Rinaturazione dei corsi d’acqua importanti passi in Ticino Regolamento di applicazione 2005 Le zecche: un tema di stagione Nuova scoperta paleontologica: Felberia excelsa Rinaturazione dei corsi d’acqua importanti passi in Ticino

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Numero unificato - Agosto 2005

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Regolamento di applicazione 2005

Le zecche:un tema di stagione

Nuova scoperta paleontologica:Felberia excelsa

Rinaturazione dei corsi d’acqua importanti passi in Ticino

Regolamento di applicazione 2005

Le zecche:un tema di stagione

Nuova scoperta paleontologica:Felberia excelsa

Rinaturazione dei corsi d’acqua importanti passi in Ticino

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SommarioL’editoriale di Urs Luechinger

Nuove importanti scopertesul Monte San Giorgio

La voce della Federazione

La pesca agonistica:dal Trofeo 6 nazioniai campioni STPS

A salvaguardiadei nostri fiumi

Io penso che…

Nel guadinodei più fortunati

Sui fornelli

Segnalibro

Ci hanno lasciato

Organo ufficiale dellaFederazione ticinese

per l’acquicoltura e la pesca

Numero 3 - agosto 2005Anno C

Periodico con 4 pubblicazioni annualidi cui 2 abbinate

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La Pesca

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La Federazione ticinese per l’ac-quicoltura e la pesca ha preso co-noscenza dei contenuti del docu-mento posto in consultazione perla revisione del Piano direttorecantonale, esprimendo il proprioparere che qui voglio sintetizzare.Va detto, innanzitutto, che la FTAPda sempre difende con rigore gli in-teressi legati al mantenimento de-gli ecosistemi acquatici in generale(corsi d’acqua, laghetti alpini egrandi laghi). E non potrebbe esse-re diversamente, considerando chela difesa e il mantenimento deicorpi acquatici permettono di ga-rantire l’equilibrio ecologico di unecosistema, che va ben al di là del-l’automatico guadagno ittico chene deriva. In questo senso, al luogocomune secondo cui i pescatori di-fendono le loro catture (tesi chepoteva valere qualche decennio fa)è subentrata una nuova coscienzaambientale, di vedute assai più lar-ghe e complete, riconosciuta pe-raltro ormai da tutti. Come a direche microcentrali, nuovi progettidi captazioni inutili, deflussi mini-mi non ancora concessi, deflussimassimi, inquinamenti, spurghi da-gli effetti difficilmente sostenibilisono soltanto alcuni degli esempidelle minacce e/o problematiche,che affliggono da sempre il nostroCantone e alle quali non sono sem-pre state date risposte affidabili egaranzie appropriate. D’altra par-te, trattando dei mutamenti clima-tici non si fa riferimento al proble-ma della futura diminuzione del-l’affidabilità dell’approvvigiona-mento idrico da parte di molte sor-genti, per cui ad esempio il pianodi approvvigionamento idrico delMalcantone ha dovuto essere rive-duto mentre «stranamente» quellodel Bellinzonese no (così almeno cirisulta)! Da qui il fermo richiamodella FTAP al Governo ad esserecoerente e fedele ai concetti eco-logici espressi nel documento inconsultazione sul PD.La Federazione ticinese di acqui-coltura e pesca, nell’ottica di unapiù attiva e concreta politica di va-lorizzazione e di rispetto per il

paesaggio, ribadisce che «di princi-pio non accetteremo mai progettiche toglieranno altra acqua dai no-stri fiumi e laghetti alpini», mentresi considera positivamente «un ra-zionale e sostenibile sfruttamentoidrico di falde e grandi laghi», co-me d’altra parte «non potremo tol-lerare ed accettare per esempiol’istituzione di parchi che neghinol’esercizio della pesca» (vedi Parcodelle gole della Breggia, laddove ipescatori hanno avuto parte attivain questa lodevole iniziativa).E, ancora, va detto qui a chiare let-tere che i pescatori intendono pro-seguire nella loro pluridecennale ebattagliera attività a favore delladepurazione, per la definizione dimigliori deflussi minimi (settore,peraltro, nel quale siamo comun-que ancora troppo indietro), per ilprogressivo miglioramento delleoperazioni di spurgo e svuotamento(anche se non siamo ancora soddi-sfatti) e per l’adozione di una leg-ge sulla rinaturazione degli ecosi-stemi acquatici «compromessi nelpassato dagli scriteriati interventidell’uomo!».In quest’ottica, pienamente condi-visibile, appare l’intento di attuareuna politica globale dell’acqua co-me bene pubblico, assicurando unapprovvigionamento d’acqua pota-bile razionale, parsimonioso e du-raturo. Il che, però, non si verificaaffatto considerando il progetto dicaptazione di 22 sorgenti lungo ilversante destro della Valle Morob-bia da parte di 3 Comuni, i qualinon vogliono allacciarsi al nuovoacquedotto che preleva acqua difalda da Gnosca. Idem per la do-manda della CEF (Cooperativa elet-trica Faido) che chiede, nell’ambi-to del rinnovo della concessione diprelievo di acqua per sfruttamentoidroelettrico, di mantenere deflus-si minimi pari a zero! Come a direche «ci preoccupa molto la decan-tata sensibilità manifestata da unaparte del mondo economico, che –alla luce dei danni fatti – non haancora capito nulla».Da qui la piena legittimità, anzi lanecessità dell’iniziativa popolare

in atto (attraverso la raccolta difirme) per «Acqua Viva», promossada tutti i pescatori svizzeri a difesadegli ecosistemi acquatici. Con ilrinnovato invito a firmare e far fir-mare perché si tratta di salvare ilnostro ambiente, la vita naturalemedesima del Paese.La FTAP, e concludo, richiedeespressamente di essere maggior-mente coinvolta in un discorso glo-bale sullo sfruttamento dell’acqua,tenendo conto di tutte le esigenze:idroelettriche, ambientali, di de-purazione, di protezione, di ap-provvigionamento, di nuovi proget-ti, di rinaturazione, ecc. Tanto piùperché questa visione politico-pia-nificatoria generale attualmentemanca, «e sarebbe invece impor-tante adottarla al fine di conoscerealmeno nelle linee direttive gene-rali cosa farà il Ticino con questarisorsa ormai forse al limite del suosfruttamento in alcuni settori (ap-provvigionamento da sorgenti esfruttamento idroelettrico, tantoper fare i due esempi più eclatan-ti)». Anche per quanto attiene larinaturazione, Vedeggio, Cassaratee Ticino – nell’ambito di un discor-so riguardante soprattutto la sicu-rezza idraulica – sono interessati daprogetti di importanti riqualificheambientali.Ma che ne è di questi progetti?

L’editorialedi Urs Luechinger

presidente della FTAP

La FTAP richiede espressamente di essere maggiormente coinvoltain un discorso globale sullo sfruttamento dell’acqua

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È stata pubblicata di recente, daparte di un editore scientifico tede-sco, la voluminosa raccolta (ben650 pagine!) riguardante le relazio-ni scientifiche che fanno seguito alsimposio internazionale sui pescifossili, tenuto al Serpiano nel 2001con la partecipazione di quasi uncentinaio di ricercatori di tutto ilmondo. Fra i 30 capitoli del volume,tre contributi riguardano i pesci fos-sili del Monte San Giorgio, a confer-ma dell’importanza scientifica del-la montagna riconosciuta dall’UNE-SCO come Patrimonio mondiale del-l’umanità nel 2003. L’Istituto discienze della terra dell’Università

di Milano, tramite la descrizione diuna nuova scoperta paleontologica,presenta uno studio sul nuovo gene-re e specie di pesce Felberia excel-sa, trovato negli scavi in località ValMara sul Monte San Giorgio condottidall’università milanese con la col-laborazione del Dipartimento delterritorio attraverso il sostegno fi-nanziario del Museo cantonale distoria naturale di Lugano.La nuova scoperta è stata dedicatadagli autori, il prof. Andrea Tintorie la dott. Cristina Lombardo di Mila-no, a Markus Felber «in riconosci-mento alla sua profonda dedizionee ai contributi dati agli studi del

Monte San Giorgio». Markus Felber,negli anni Novanta, aveva coordina-to – per conto del Dipartimento delterritorio – la ripresa degli scaviscientifici sul Monte San Giorgio,privilegiando le ricerche anche instratificazioni meno conosciute chepermettessero fra l’altro sia un con-fronto con gli scavi in corso in terri-torio italiano, sia un’indispensabilecollaborazione scientifica fra i treistituti di ricerca oggi attivi sul mon-te: l’Università di Zurigo, l’Universi-tà di Milano e il Museo di storia na-turale di Milano. Questa non indiffe-rente sinergia e le scoperte che neerano seguite, con l’individuazione

Le notizieottengono riconoscimenti

e confermein campo internazionale

Nuove importanti scopertesul Monte San Giorgio

Pubblicati gli atti del simposio del Serpiano con la descri-zione di un nuovo genere di pesce (Felberia excelsa).Confermate inoltre, sulla prestigiosa rivista Nature, leipotesi dell’Università di Zurigo e di Milano circa la ripro-duzione dei rettili Sauropterigi del Triassico medio di 230milioni di anni fa.

Nuove importanti scopertesul Monte San Giorgio

Immagine del nuovo pesce Felberia excelsa.

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comparative eseguite nell’ambitodella candidatura UNESCO del Mon-te San Giorgio), sono stati in gradodi stabilire il carattere viviparo diquesti rettili, che partorivano i pic-coli vivi e già completi direttamen-te nell’acqua. La scoperta è impor-tante in quanto permette di esten-dere quest’osservazione ad altrigruppi di rettili marini, mettendodefinitivamente da parte le rico-struzioni errate che vedono questianimali di 230 milioni di anni fa de-positare le uova sulla terraferma erimettendo in discussione certiaspetti dell’evoluzione di questirettili che, per tutto il Mesozoico,hanno dominato i mari.

di almeno 5 importanti livelli fossili-feri, avevano contribuito in mododecisivo alla candidatura e poi all’i-scrizione del Monte San Giorgio nelPatrimonio mondiale dell’UNESCO,facendone uno dei siti paleontologi-ci più importanti al mondo.Il prof. Tintori ritiene che il ritrova-mento di questo fossile sia il pescepiù significativo e più bello trovatosul Monte San Giorgio e sottolineal’importanza della scoperta, che«fa parte delle grandi sorprese delMonte San Giorgio. Questa è l’en-nesima prova che qualche volta bi-sogna rischiare, scavando in livellinon ancora indagati: certo nonsempre si è così “fortunati”, tutta-via ritengo che il MSG abbia ancoramolti segreti per tutti noi. Interes-sante è anche il fatto che Felberiaexcelsa abbia una distribuzionetemporale apparentemente moltoben definita e peculiare, essendostata rinvenuta solo in pochissimistrati: il perché è molto difficile dacomprendere (variazioni ambienta-li?), ma ciò rimarca l’importanza diuno scavo di grande dettaglio perricostruire al meglio quello che èsuccesso sull’arco di milioni di anninell’area del Monte San Giorgio».L’istituzione di un nuovo genere difossili non è cosa di tutti i giorni e,sempre secondo Tintori, «Felberiaexcelsa ci ha permesso di aprire unnuovo orizzonte su un gruppo di pe-sci finora poco conosciuto, con restiframmentari provenienti anche daaltri giacimenti alpini e tedeschi,che non si riusciva a collocare ecomprendere mancando esemplaricompleti e ben conservati».Il fossile originale di Felberia excel-sa, studiato dall’Università di Mila-no, è oggi conservato nelle collezio-ni del Museo di storia naturale diLugano.La seconda notizia, invece, giungenientemeno che dalla Cina, dove iricercatori cinesi e canadesi – ri-chiamando le scoperte fatte daHeinz Furrer e Karin Hänni dell’Uni-versità di Zurigo, da Silvio Renestoe da Andrea Tintori di Milano – con-fermano, sull’edizione di novembre2004 della prestigiosa rivista inter-nazionale di scienze Nature, le os-servazioni fatte sui rettili fossili delMonte San Giorgio. Si tratta, in que-sto caso, di studi sui Sauropterigi

(come, ad esempio, il ben noto Ce-resiosauro immortalato sul franco-bollo delle Poste svizzere e espostoanche presso il Museo dei fossili diMeride o nel Museo di storia natura-le di Lugano) a proposito dei quali iricercatori milanesi e zurighesi giàavevano ipotizzato, sulla base del-l’eccezionalità della conservazionedei fossili del Monte San Giorgio,aspetti legati alla riproduzione diquesti rettili marini che difficil-mente potevano spostarsi sulla ter-raferma. I ricercatori cinesi, citan-do le osservazioni del Monte SanGiorgio e paragonandole a scopertenella Provincia di Guizhou (localitàcinese già nota per le valutazioni

Il nuovo pesce Felberia excelsa proviene dalle formazioni TriassicheTra i ritrovamenti più interessanti delle ultime campagne di scavi effet-tuate in Val Mara, vicino a Meride, è da porre sicuramente una nuova spe-cie di pesce, Felberia excelsa, di cui è stata pubblicata recentemente ladescrizione.Alcune particolarissime scaglie isolate, ritrovate nel corso di scavi prece-denti solo in pochi livelli, avevano suscitato l’attenzione e la curiosità – co-me ci conferma il dott. Markus Felber – sia per la loro forma che per l’ele-gante ornamentazione. Molto spesso i resti frammentari od isolati recupe-rati nel corso di uno scavo paleontologico sono destinati a restare tali el’animale cui appartengono non viene ritrovato in modo sufficientementecompleto per darci l’idea del suo aspetto. In questo caso, però, la fortunaè venuta in aiuto: non solo si hanno a disposizione due esemplari comple-ti, ma uno dei due – dopo la lunga fase di preparazione – si è rivelato comeuno dei più bei fossili rinvenuti in questi strati. Felberia presenta un corpoalto, approssimativamente rombico, come quello di molti pesci che, at-tualmente, popolano le barriere coralline; le scaglie sono allungate in sen-so dorso-ventrale e mostrano un’ornamentazione formata da file di picco-le spine allineate lungo il loro margine posteriore, mentre sulle ossa delcranio è visibile una fitta copertura di tubercoli di smalto. Quella che po-trebbe sembrare una pesante «corazzatura» contrasta, tuttavia, con l’e-strema delicatezza delle ossa e delle pinne, formate da raggi lunghi e sot-tili, che nell’insieme danno all’animale un aspetto leggero ed elegante.Tre le caratteristiche più notevoli è sicuramente da sottolineare la bocca,dotata anteriormente di denti lunghi e cilindrici, che terminano con unapice appiattito e leggermente ricurvo «a cucchiaino», ed internamente didenti larghi e tozzi con una cuspide appuntita.La forma del corpo e questa dentatura particolare – soggiunge l’espertodott. Markus Felber – possono dare suggerimenti circa il modo di vita e ladieta di questo animale; nei pesci, generalmente, un corpo alto e com-presso lateralmente e lunghe pinne sul margine dorsale e ventrale sono ca-ratteristiche legate ad un tipo di nuoto lento e di manovra, adatto permuoversi tra spazi ristretti e complessi, come scogli o coralli. Denti ante-riori sporgenti ed interni trituranti sono invece tipici di animali, che si nu-trono di organismi dotati di parti dure, quali molluschi, coralli o crostacei.Tra questi invertebrati, solo questi ultimi sono stati trovati negli stessistrati di Felberia, per cui possiamo immaginare che questi costituissero lasua principale risorsa alimentare; muovendosi lentamente ma con preci-sione, Felberia avrebbe quindi potuto predare i piccoli crostacei, che vi-vevano in prossimità del fondale, afferrandoli con i denti anteriori spor-genti e triturandoli con i robusti denti del palato. •

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Seduta di mercoledì4 maggio 2005Comitato direttivoRiunione dedicata a diversi argo-menti: coordinamento sul temadelle immissioni di materiale itti-co/spurghi; ritiro dell’opposizionesulla domanda di costruzione dellapico-centrale a Osco; esame e ag-giornamento sul ricorso per le sor-genti della Valle Morobbia; serviziogiuridico del DT circa le affiliazio-ni; opposizione alla domanda di co-struzione per l’ampliamento delporto ad Ascona; legge sul finanzia-mento della rinaturazione dei corsid’acqua e rive lacustri; iniziativa«Acqua Viva»; Commissione corsid’acqua (ex Commissione fiumi etemolo).

Seduta di martedì24 maggio 2005Comitato direttivoConsultazione e osservazioni al Pia-no direttore cantonale; progetto dinuovo svincolo autostradale a Men-drisio e rinaturazione del fiume La-veggio; aggiornamento sul temadell’opposizione DC circa il portoad Ascona; aggiornamento sul ri-corso per le sorgenti in Valle Mo-robbia; nuovo membro nella Com-missione laghetti alpini; Regola-mento dilettantistico I/CH; esa-me/preavviso sulle proposte inconsultazione; convocazione delComitato delle società; economia efinanze (affiliazioni); spurgo delladiga Carmena; aggiornamento suicorsi di introduzione alla pesca eperiodico «La Pesca»; preparativiper la riunione della Commissioneconsultiva 2005; aggiornamento sultema del liming al lago Starlaresc;rilascio di licenze alle Cancelleriecomunali; intervento per aggiorna-mento del sito internet dedicatoalla FTAP; azione alborella nel lagoVerbano.

Seduta di mercoledì15 giugno 2005Comitato direttivoRitiro della denuncia per interventi2004 non autorizzati nel fiume La-veggio; intervento per ennesimoinquinamento nel cantiere Genero-so; incarico per aggiornamento delsito internet dedicato alla FTAP;aggiornamento sul tema dello svin-colo autostradale a Mendrisio e ri-naturazione del Laveggio; interven-to per anomalie al cantiere TAT diPollegio; aggiornamento sul ricorsoper le sorgenti della Valle Morob-bia; preavviso circa le proposte inconsultazione; aggiornamento suicorsi di introduzione alla pesca peril 2006; sentenza per rilascio distallatico a Nante; situazione circale affiliazioni al 31.5.2005.

Seduta di mercoledì15 giugno 2005Comitato delle societàOsservazioni al Piano direttorecantonale; nuova Commissione cor-si d’acqua (ex Commissione fiumi etemolo); finanze con riferimentoalla situazione delle affiliazioni al31.5.2005; aggiornamen-to/informazioni su temi ambienta-li: ricorso per le sorgenti della Val-le Morobbia; spurgo della diga diCarmena; microcentrali; pico-cen-trale di Osco; porto di Ascona; can-tiere autostradale Generoso; svin-colo autostradale di Mendrisio e ri-naturazione del fiume Laveggio;cantiere TAT a Pollegio; legge sulfinanziamento della rinaturazione

dei corsi d’acqua e rive lacustri;deflussi minimi e iniziativa «AcquaViva»; ritiro della denuncia per in-terventi 2004 non autorizzati nelfiume Laveggio; canalizzazione acielo aperto a Campo Blenio; sen-tenza per rilascio di stallatico aNante; preavviso sulle proposte inconsultazione; preparativi in vistadella riunione della Commissioneconsultiva 2005; Cancellerie comu-nali e rilascio delle licenze.

Cari soci e amici pescatori, sinteti-camente questi sono i principali ar-gomenti trattati dalla FTAP. Perovvii motivi di spazio, non mi è pos-sibile riportare tutto quello che«corre» sui nostri tavoli. Il Comita-to direttivo rimane comunque a di-sposizione per eventuali informa-zioni che vi necessitassero. •

Le riunioni della FTAP

di Gianfranco Campanasegretario

La vocedella Federazione

Consegna dei testientro il 15 settembreLa chiusura redazionale del quartonumero de «La pesca» è fissata –per motivi tecnici, non da ultimo ilfatto che il nostro periodico escein contemporanea con quello de«La caccia» – al 15 settembre.Pertanto, ogni comunicazione chedovesse giungere oltre questa da-ta, sarà inevitabilmente cestinata,oppure (nel caso in cui fosse possi-bile) pubblicata soltanto nel primonumero del 2006, la cui apparizio-ne (come noto) è programmataper inizio febbraio.

Niveo Avanzini di Lugano-Cassarate col-tiva la passione della pesca da oltrevent’anni. Nel contempo, però, è anchepittore dilettante e ama, soprattutto,ritrarre i bei paesaggi del nostro Canto-ne. Stavolta, però, si è spinto assai piùlontano, come documenta questo qua-dro. In effetti, in quest’opera – intitola-ta «Lake st. Luis, Canada» – ha saputounire l’utile e il dilettevole, ritraendouno di quei paesaggi incantati. Compli-menti vivissimi!

A pesca di…emozioni artistiche

Chi dorme non piglia pesci

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Venerdì 1° e sabato 2 luglio, lesponde del Ceresio hanno ospitatoil Trofeo dell’amicizia, una gara dipesca internazionale (una sorta ditorneo mini-europeo) alla qualepartecipano ogni anno 6 squadrenazionali: la Svizzera, l’Olanda, l’I-talia, il Lussemburgo, la Germaniae l’Austria. La gara – ottimamenteorganizzata dal presidente dell’As-sociazione svizzera dei pescatorisportivi Antonio Cuomo, con il so-stegno delle società di pesca ValleMorobbia e Chiasso, nonché del-l’Associazione dei pescatori diCampione – si è svolta in due per-corsi distinti: uno lungo la passeg-giata del ponte-diga di Melide (dallato di Bissone) e l’altro sul lungo-lago di Campione davanti al Casinò.Partivano favoriti, per questa com-petizione, gli italiani (già vincitoridi questo trofeo qualche anno faproprio nelle stesse acque del Ce-resio) e i pescatori di casa, ossia ilClub pescatori Lugano. Squadra,quest’ultima, diretta dai capitaniErnesto Wolhgemuth, Maurizio Sa-lemi e Alessandro Bonfatti, e com-posta da Franco Guercio, AndreasForni, Francesco Pervangher, Nata-lino Vit, Roberto Pasini nonché il

giovane Andrea Pasini in qualità diriserva.Ma le previsioni non sono state ri-spettate, anzi si sono avute… brut-te sorprese! A Bissone la pesca èstata impostata all’inglese, con ilgalleggiante scorrevole, da partedi quasi tutti i pescatori nel corsodella prima ora. Quando il pesce,costituito quasi esclusivamente dagardon, si è avvicinato alle spondedella riva, grazie anche al richiamodella pastura, è stato possibilecambiare tattica e pescare con lacanna ad innesti (la roubaisienne) oanche con le canne fisse (in rari ca-si). Nei settori di Campione la pe-sca è risultata un po’ differente,anche a causa della notevole pro-fondità (anche oltre i 15 metri). Inquesto campo, tuttavia le tecnichedominanti nelle due giornate sonostate la roubaisienne e le cannecon pennetta scorrevole. Dal puntodi vista del pescato, il campo garadi Bissone ha reso un po’ di più. Quiil fondo massimo, sulla distanza deiquaranta metri, non sorpassa i 9metri e – pescando a riva – il fondosi aggira sui quattro metri. Il saba-to, inoltre, visto che l’acqua nonera più così limpida come il vener-

dì e i giorni precedenti la gara, eraabbastanza normale prevederel’avvicinamento del pesce sul tirodella canna ad innesti. Cosa, que-sta, che si è concretamente realiz-zata e che ha anche favorito lasquadra olandese, la quale avevaimpostato quasi prevalentementela gara con questa tecnica france-se. Gli olandesi hanno veramentedato una bella dimostrazione di pe-sca, pescando perfettamente e congrande professionalità. Un altro se-greto della loro vittoria è statol’impiego del pane bianco, da loroutilizzato in maniera abbondanteper il richiamo del pesce.Come detto, i pescatori del CP Lu-gano partivano come favoriti in ra-gione della buona conoscenza delCeresio e dei suoi pesci. Ad aver…pesato sul risultato finale dei luga-nesi sono stati i molti punti raccol-ti a Campione, dove i collaudatissi-mi Andreas Forni e Franco Guercionon sono riusciti a trovare il pescein maniera regolare e dove la sfor-tuna ha anche voluto che il sabatoGuercio fosse capitato in uno deipicchetti peggiori (più di quindicimetri di fondo). Una nota estrema-mente positiva riguarda, per con-

La pescaagonistica

Trofeo 6 nazioni al ponte-diga di Melide e a Campione d’ItaliaStravincono i giovani olandesi, delusione per il CP Lugano

La squadra del CP Lugano che ha gareggiato nel Trofeo 6 nazioni.

Eccellente la prestazione individuale diFrancesco Pervangher, terzo assolutofra un cast di pescasportivi internazio-nali di grande levatura tecnica.

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tro, Francesco Pervangher, il quale– con un primo e un secondo di set-tore – è riuscito a raggiungere ilterzo posto assoluto nella classificaindividuale, preceduto da un olan-dese e dal nazionale lussemburghe-se René Stronk. Una bella soddisfa-zione per il giovane e brillante Per-vangher, il quale – va pur detto – èda sempre un convinto sostenitoredella necessità di ritornare a ga-reggiare di più nelle acque del Ce-resio per evitare di perdere il «fee-ling» con i corsi d’acqua naturali econ il pesce nostrano. Per il restodella squadra, Natalino Vit nellaseconda giornata ha ottenuto unbuon terzo di settore e il giovaneAndrea Pasini, che era alla sua pri-ma esperienza in campo interna-zionale sostituendo il papà Robertonella seconda gara, ha ottenuto un

discreto quarto posto. In totale, ipescatori luganesi hanno totalizza-to 37 punti, giungendo al quartoposto. Bisogna dire che i tedeschi,giunti terzi, hanno raccolto 35 pun-ti (quindi solamente due punti dainostri portacolori). Anche gli italia-ni non hanno rispettato i pronosti-ci, ottenendo addirittura l’ultimorango con la bellezza di 47 punti!La squadra dell’Alto Panaro di Mo-dena non è proprio riuscita ad in-granare la pesca. Un fatto, questo,molto strano poiché tra di loro fi-gurano alcuni elementi di spiccodell’agonismo italiano. I loro puntideboli sono stati, probabilmente,l’utilizzo di una pastura non idoneaalla pesca del gardon e un’imposta-zione sbagliata della gara.La classifica finale è risultata la se-guente: 1. Olanda con 15 punti, 2.

Lussemburgo con 32 punti, 3. Ger-mania con 35 punti, 4. Svizzera con37 punti, 5. Austria con 44 punti, 6.Italia con 47 punti.Da ultimo, è doveroso un ringrazia-mento a tutti coloro che hannocontribuito alla buona riuscita diquesta bella gara: segnaliamo l’im-pegno profuso dall’organizzatoredella manifestazione Antonio Cuo-mo, la serietà del direttore di garaAntonio Spinosa, gli sponsor e tuttii pescatori e amici della pesca chehanno lavorato perché questa garainternazionale si svolgesse al me-glio.Un complimento va anche rivolto alnostro bel lago Ceresio, che ha re-galato a tutti i pescatori momentidi intensa e appassionante pesca.

Raimondo Locatelli

Ventisette anni sono certamente untraguardo non indifferente per unpiccolo club di pesca sportiva, spe-cialmente se sono trascorsi all’inse-gna dell’impegno continuo, sia dalpunto di vista organizzativo, sia daquello prettamente sportivo. Oltrecinque lustri ai bordi di fiumi, rialie soprattutto laghetti di pescasportiva vanno ben al di là di unsemplice festeggiamento con di-scorsi e premiazioni e, senza esage-

rare, si può affermare che hannosenza dubbio contribuito a far co-noscere la valle Morobbia, ultima-mente impostasi all’attenzionepubblica in seguito alla discussionesorta attorno al progetto di un ac-quedotto sovracomunale. E ciò ascapito, senza dubbio, dei nostribellissimi riali, che un giorno nonvedranno più neanche una sola goc-cia d’acqua né tutte quelle specieanimali che vivono grazie ad essa.

Come spesso accade, anche per ilClub pescatori Valle Morobbia gliinizi sono stati dettati dal caso edalla frenetica voglia di realizzarequalcosa di concreto per sottrarsialla supremazia dei club sottocene-rini. E così, 27 anni or sono, ungruppo di entusiasti della regioneorganizzò una gara di pesca nel la-ghetto della valle, invitando diver-si pescatori ticinesi in rappresen-tanza delle maggiori società gari-stiche cantonali. L’iniziativa incon-trò un indiscusso successo, tanto èvero che i promotori pensarono ditrasformare quell’incontro estem-poraneo in una gara cantonale,fondando così una società che ri-uscì a conquistarsi un posto nel pa-norama garistico cantonale.Sotto la guida del giubiaschese Gio-vanni Codiroli, che ha ricoperto lacarica di presidente fino al 1987passando poi alla testa della Socie-tà ticinese dei pescatori sportivi, ilprimo comitato si mise al lavoro,facendo affidamento sull’impegnodei suoi membri fondatori, tra iquali citiamo Primo e Tullio Pedrai-ta, Gianni Boggia, Edoardo Colom-bo, Giuseppe Ruggeri, Lino Bruni,Emilio Novaresi e Giovanni Bricalli.Dal 1979 ad oggi diversi soci hannopartecipato alla crescita del sodali-

Club pescatori Valle Morobbia da ben 27 anni in piena forma

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zio, che ora vede alla carica di pre-sidente (dal 1996) Michele Spaggia-ri, seguito da Roberto Spaggiari,Patrizio Pifferini, Claudio Burch eAntonello Barelli. Questi soci por-tano innanzi lo scopo primario cheè quello di far conoscere anche nelBellinzonese la pesca garistica,animati – come sono – da un grandeentusiasmo.Il club è cresciuto e, consapevoledelle proprie responsabilità acqui-site, cerca di mantenere viva lapartecipazione a qualsiasi manife-stazione cantonale, nazionale edestera. Nato come club di pesca al-la trota, con il passare degli anni edella mentalità garistica, i soci sisono indirizzati sempre di più versole gare di pesca al colpo, trala-sciando pertanto quelle alla trota.Il cambiamento ha permesso di por-tare il sodalizio ad un traguardoambito, ossia la vittoria al Campio-nato svizzero per società nel 1995con i soci Michele Spaggiari, Patri-

zio Pifferini, Andrea Forni e FrancoNucci, permettendo altresì di par-tecipare l’anno dopo al Campionatomondiale in Bretagne: quell’avven-tura fu un sogno che, realizzandosi,permise al club di maturare e di af-frontare le gare con uno spirito di-verso, più vincente. Prima di quellastorica vittoria diversi soci si sonoaggiudicati il titolo di campione ti-cinese alla trota, tra i quali Edo Ca-lanchini, Andrea Bariffi e GiorgioPrevitali; per il colpo Gianni Manzo-ni si è imposto sulle rive del Ceresioe Michele Spaggiari ha vinto il tro-feo Ceresio costituito dalle primetre gare del GdP; altre soddisfazio-ni sono arrise ai soci Roberto Spag-giari e Giovanni Bricalli, vincitoridel titolo individuale svizzero. Ilclub dà molta importanza allo svol-gimento del campionato sociale:sovente è la prima competizioneche un garista affronta, e questo loaiuterà poi nella sua attività com-petitiva.

Il sodalizio è però confrontato conil problema dell’acquisizione digiovani leve, poiché è sempre piùdifficile entusiasmare i ragazzi ver-so quest’attività. Non è così evi-dente insegnare con profitto l’artedella pesca, se all’interno del nu-cleo familiare o delle amicizie nonci sono gli stimoli giusti: e così tut-to va perso, compreso il talentonaturale che ognuno di noi ha nelproprio DNA. Il Club pescatori ValleMorobbia intende in ogni modocontinuare nella sua opera di socia-lizzazione e porterà sempre a brac-cetto sportività e amicizia laddovequesta purtroppo manca.Un grazie particolare va a quellepersone che, in questi primi 27 an-ni, hanno voluto sostenerci, spe-rando di vederci sempre uniti inquesta meravigliosa avventura chesi chiama Club pescatori Valle Mo-robbia. Grazie!

Michele Spaggiari

In occasione dell’assemblea dellaSocietà ticinese pescatori sportivi(STPS), si è tenuta la cerimonia dipremiazione delle gare in calenda-rio, prendendo atto a malincuoredello scarso entusiasmo (quanto anumero di concorrenti) alle diversecompetizioni, soprattutto perquanto riguarda la trota. L’assise ècoincisa con le nomine del nuovo co-

mitato, peraltro previste dallo sta-tuto, ma anche perché in presenzadi diverse dimissioni. Dimissionari,Renato Perucchini (segretario-cas-siere del movimento trota e vice-presidente della STPS, per motivifamiliari), Ilvo Maffezzini (presiden-te del movimento trota, per motividi salute), Franco Guercio (colpo)membro, Daniele Bossi (trota) mem-

bro. L’assemblea ha così votato: An-tonio Cuomo del CPS Chiasso (ricon-fermato presidente della STPS), Mi-chele Morandi del CPS Verbano(neo-eletto vice presidente genera-le e presidente del movimento tro-ta), Michele Spaggiari (riconfermatopresidente del movimento colpo esegretario della STPS), ClaudioBurch (riconfermato cassiere STPS),Leila Mazzoleni (neo-eletta segreta-ria-cassiera del movimento trota).Il movimento trota è composto orada Michele Morandi (con le nuovecariche), affiancato dai membri:Ezio Cozzi, Raffaele D’Agostino,Davide Pisanti (neo-eletto) e LeilaMazzoleni. Il movimento colpo èguidato ora da Michele Spaggiari,Claudio Burch e, quali membri, Ro-berto Pasini, Franco Nucci e IvicaJunakovic.La distinzione del «pesciolino d’o-ro» è andata per l’anno 2004 adAlessandro Salemi.

Società ticinese pescatori sportivi, i vincitori nel 2004

Nella foto a sinistra, il nuovo comitato della STPS. Nella foto a destra, i vincitori neivari campionati ticinesi 2004 in seno alla STPS. Da sinistra a destra: Alessandro Bon-fatti (over laghetto), Michele Morandi (spinning), Aldo Cozzi (laghetto e torrente),Antonio Cuomo (colpo).

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Nel mese di maggio, è stata dispu-tata la tradizionale gara di pescasul lago Maggiore, organizzata dal-la Società di pesca del Gambaro-gnese, in una giornata di sole contemperature estive. Due le catego-rie: gara alla trota di lago con tir-lindana o cane e pesca al coregonecon canna. Al termine della com-petizione sono stati registrati 18trote e 42 coregoni. Quarantaduele imbarcazioni (18 alla trota e 24al coregone), con un totale di 74pescatori partecipanti.Dopo la gara pescatori e simpatiz-zanti si sono riuniti presso il risto-rante bar Minigolf di Magadino (270commensali) per gustare una suc-culenta grigliata mista, preparataottimamente dai cuochi della Gam-barognese. Nel corso del pomerig-gio il presidente della società, Vir-gilio Morotti, ha proceduto allapremiazione:– nella gara alla trota, 1° rango perFloriano Conti e Luciano De Bortolicon 4 trote (kg 3,150), 2° rango perRudi Hess con 3 trote (kg 3,030), 3°rango per Claude Hauche e RenzoSalmina con 3 trote (2,550 kg);– nella gara al coregone, 1° posto

per Carlo Morandi e Ivano Laninicon 11 coregoni (kg 2,110), 2° ran-go per Alberto Sargenti e TimmySargenti con 3 coregoni (kg 1,370),3° rango per Renato Nessi e Jenni-

fer Voiglio con 3 coregoni (kg0,650). Il pesce più grosso dellagiornata è risultata una trota delpeso di 1,7 kg, catturata dalla cop-pia Conti-De Bortoli.

Società del Gambarognese: trota e coregone in gara

Gara di pesca ai pesci grossi ai laghetti Audan di Ambrì

Alcuni fra i premiati; mancano Alberto Sargenti e Timmy Sargenti, al secondo ran-go nella pesca del coregone.

Domenica 3 luglio, ai laghetti Au-dan di Ambrì ha avuto luogo la tra-dizionale gara di pesca ai pescigrossi. Questa competizione erastata abbandonata da alcuni anni,ma i signori Juri e Cristina Domeni-coni – che da un anno e mezzo ge-stiscono la pesca sportiva di Audan– hanno avuto la buona idea di ri-pristinarla. L’affluenza è stata di-screta. Hanno gareggiato 26 adultie 6 ragazzi. La gara è stata dispu-tata in dieci turni e i pescatori han-no portato a riva circa un quintaledi pesce. A dire il vero, i pesci gros-si non sono stati fra i più voraci mahanno comunque risposto in manie-

ra positiva alle esche dei concor-renti. Aimoja Pepi nella categoriaadulti ha portato nel guadino unabella iridea di 2,4 kg, mentre nellacategoria ragazzi la miglior catturaè stata quella di Filippo Giudici conun’iridea di 2,1 chili. Per quel checoncerne il pescato complessivo, laclassifica ha visto trionfare per lacategoria adulti Damiano Terranno(11 catture per un totale di punti12.555) davanti a Eros Togni (11catture, 11.165 punti), Fabiano Za-nini (11 catture, 10.515 punti),Alain Rosselli (11 catture, 10.385punti) e Albino Togni (10 catture,10.020 punti). Un premio speciale

è stato attribuito a Gabriele Rossi,un vero specialista nella pesca allatrota in laghetto, il quale – pur nonprendendo parte alla classifica uf-ficiale – è riuscito a catturare labellezza di venti trote per un tota-le di circa 20.000 punti. Tra i ra-gazzi il migliore è risultato FilippoGiudici, seguito da Italo Scarica-mazza, Naomi Domenicani (unicaragazza presente), Marco Scapoz-za, Raffaele Battaglioni e Alex Sca-ricamazza. Il tutto è stato allietatoda un delizioso risotto con lugani-ghe, cucinati in modo eccellenteda Nando e Dante.

Francesco Pervangher

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Tra il 4 e il 5 settembre 1998, comesi ricorderà, sul Malcantone si è ab-battuto un breve ma violento tem-porale, che ha provocato ingentidanni nel tratto finale del fiume Ma-gliasina, tra la Piscicoltura di Pura ela foce. Il totale dei materiali erosidalle acque «impazzite» è stato sti-mato a ben 20.000 metri cubi; que-sti detriti hanno sensibilmente con-tribuito all’espansione del delta delfiume. Da qui la necessità di darcorso sollecitamente ad interventidi risanamento idraulico ed ambien-tale degli argini che lambiscono iComuni di Pura, Neggio, Magliaso eCaslano, secondo i nuovi criteri pro-posti dalla legislazione attuale eche prevedono una corretta ed ade-guata pianificazione, anche nell’ot-tica della tutela dell’ambiente.In concreto, si è voluto restituire lospazio a questo corso d’acqua mal-cantonese, con un investimentoquantificato in 5 milioni di franchi,di cui 4,3 milioni per l’arginatura.Dove le aree a ridosso del fiumenon erano ancora compromesse dacostruzioni o strade, è stato am-pliato l’alveo, sono state abbassatee addolcite le sponde, e create zo-ne di esondazione controllate perriacquisire la dinamica tipica del

fiume. Utilizzando vegetazione au-toctona per stabilizzare le sponde,si ottiene maggiore sicurezza e vie-ne creato un nuovo ed importantecorridoio ecologico, che meglio tu-tela l’ambiente e collega i boschi

del Malcantone con la foce del fiu-me a lago.Anche l’habitat per la fauna itticaè stato migliorato, inserendo deipunti per la strutturazione dell’al-veo di magra formati da grossi mas-si semi-sommersi. La Magliasina of-fre indubbiamente una buona pre-senza di fauna fluviale e – grazie alsuo carattere selvaggio – garantiscespazi vitali ancora poco disturbati.L’assenza di sbarramenti consentela migrazione della fauna almenonelle tratte pianeggianti prive diostacoli naturali insormontabili.Tra la fauna acquatica presente nelfiume si possono osservare la trotadi ruscello, lo scazzone, la trotairidea (esemplari sfuggiti all’im-pianto di piscicoltura a Pura e quin-di non autoctoni), il barbo comune,il barbo canino, lo strigione, il ca-vedano e la trota di lago.

Sopra, il fiume Magliasina nella zonadel Golf (settembre 2003) dopo gli in-terventi di sistemazione idraulica (fotodi Tiziano Putelli).

Un sito con proposte didatticheper la bassa Vallemaggia

Il Centro naturale Vallemaggia propugna un «turismo dolce» per sco-prire la realtà eccezionale del ricchissimo fondovalle tra Ponte Brollae Bignasco, attraverso un’informazione didattica e mirata. E ciò inconsiderazione – come scriveva Guido Cotti nella prefazione ad unostudio naturalistico sul fondovalle – della circostanza che «a livellosvizzero ed europeo è uno dei pochissimi, se non l’unico, tronco val-livo di bassa quota, di grandi dimensioni ed importanza, rimasto am-piamente inalterato nel corso del tempo,… un paesaggio naturale ra-ro, esemplare e grandioso».Ora, si intende sfruttare meglio questa particolarità anche dal profiloturistico. Infatti, si è provveduto a realizzare un sito internet con per-corsi didattici virtuali; in un secondo tempo, valutata la risposta deinavigatori della rete, saranno valutate le proposte pratiche da realiz-zare sul territorio.

Ridato al fiume Magliasina un ambiente rinnovato e aperto

A salvaguardia dei nostri fiumi

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Ci si sta muovendo concretamenteper l’attuazione del Piano di uti-lizzazione cantonale del Parcodella valle della Motta, nell’in-tento di rivalutare un importantepolmone verde nella pianura delMendrisiotto. Il progetto del Go-verno comporta la spesa di 3,8 mi-lioni di franchi; per la prima delledue fasi (dal 2004 al 2007) l’im-porto è di 2,3 milioni (di cui 1,3milioni a carico del Cantone, il re-sto addossato all’Ente smaltimen-to rifiuti e alla Confederazione).Il parco avrà una superficie di 163ettari (in prevalenza boschi, col-ture e pascoli); nella parte set-tentrionale è ubicata la discaricadei rifiuti per il Sottoceneri, in at-tività dal 1992. A mente dellaCommissione parlamentare spe-ciale per la pianificazione del ter-ritorio, «dal punto di vista natu-ralistico la valle della Motta rap-presenta un’area di particolareimportanza, soprattutto grazieall’insieme di ambienti naturalipregiati che accolgono molte spe-cie animali e vegetali rare».Sono previsti tre tipi di interven-to: quelli di «ripristino» per rico-struire nello stesso luogo gli am-bienti di pregio naturalistico di-strutti dalla realizzazione delladiscarica; quelli di «sostituzione»nell’intento di creare nuovi bioto-pi al posto di quelli compromessidalla deponia di immondizie;quelli di «valorizzazione» nell’in-tento di migliorare il valore ecolo-gico e ricreativo degli ambientiesistenti.Il centro del parco sarà situatonell’area del mulino del Daniello aColdrerio, una struttura veramen-te interessante e che funge pureda area di svago. All’interno delParco della Valle della Motta scor-re il torrente Roncaglia, un corsod’acqua molto interessante anchedal punto di vista piscicolo. Dasempre, come osserva Ezio Merlo,la Società pescatori del Mendri-

siotto, in collaborazione con il Pe-sca club Novazzano, rivolge parti-colare attenzione ai problemi eco-logici della zona, tanto è vero chegià nei passati anni – in collabora-zione con i vari uffici cantonali – sisono realizzati importanti lavori diripristino ambientali lungo il corsod’acqua (come la scala di rimontadei pesci e la posa di varie traver-sine, nella foto). Quest'attività, inperfetta sintonia con il Cantone, èrisultata sicuramente determinan-te nell'evitare che – nel regola-mento del Parco della Valle dellaMotta – fosse inserito il divieto di

pesca, come è invece accadutoper la caccia. Importante sarà pu-re la creazione del nuovo sentiero,che costeggerà in futuro il Ronca-glia. «Il sentiero dei pescatori»,struttura che sicuramente sarà ap-prezzata non solo da chi si recheràa pesca sulle rive del torrente, macostituirà pure un significativo,determinante innesto con altrisentieri pedonali esistenti nellazona, il che consentirà di spostarsida Chiasso a Mendrisio, in una zo-na di alto valore naturalistico esenza incontrare o attraversareuna strada trafficata.

Valle della Mottaverso il recupero

Ridare al fiume Ticinomaggior spazio sul Piano?

La Fondazione Bolle di Magadino ha commissionato al Politecnico diZurigo una perizia per dare risposte sulla fattibilità di una rinatura-zione non solo del delta del fiume Ticino, ma anche di altre tratte al-l’interno degli argini insommergibili. Così si legge in un recente rap-porto della Commissione di gestione del Gran Consiglio nel contestodella richiesta di credito per la continuazione della salvaguardia del-le Bolle di Magadino.Se gli esperti di Zurigo segnaleranno una diminuzione della sicurezzaattuale durante le piene, ad esempio di allagamento dei campi colti-vati fuori dagli argini, è chiaro che non ci si potrà muovere. Se invecedovesse risultare che eventuali interventi di rinaturazione del fiumeTicino non diminuiscono la sicurezza sull’intera asta del Piano di Ma-gadino, allora si potrà continuare la discussione con tutte le autoritàcompetenti e le parti interessate. Infatti, la rinaturazione comporta ilritorno di un fiume a curve, con i greti e il tipico mosaico di vegeta-zione ripuale, incrementando notevolmente la biodiversità, conside-rando che attualmente le golene sono utilizzate soprattutto come ter-reno da pascolo e da fieno da parte degli agricoltori.

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In occasione dell’Anno internazio-nale dell’acqua, il WWF Svizzeraitaliana aveva lanciato una campa-gna di educazione ambientale voltaa sensibilizzare le giovani genera-zioni e l’opinione pubblica sull’im-portanza dei corsi d’acqua allo sta-to naturale. Ambasciatore di questaintensa campagna, che ha coinvoltooltre 1.000 alunni delle scuole delCantone, è stato scelto il «Gamberodai piedi bianchi», una specie dellalista Smeraldo minacciata di estin-zione a livello europeo, ma che viveancora in alcuni corsi d'acqua del Ti-cino. Numerose sono state le propo-ste di attività per coinvolgere la po-polazione e diffondere l’importantemessaggio ambientale. Ricordiamola «giornata del gambero» organiz-zata per lanciare la campagna, leescursioni sul Piano di Magadino allaricerca del simpatico quanto minac-ciato crostaceo, i campi natura sultema dell’acqua, l’escursione allagolena rinaturata di Grono, la crea-zione del dossier didattico «Gambe-ro di fiume», il pieghevole informa-tivo «Acque liberate», le diversebancarelle allestite in varie occasio-ni e le sopraccitate lezioni in classe.Il progetto «Gambero di fiume» nonsi esaurisce qui, tutt’altro. A partiredal 2004, infatti, il WWF ha dato av-vio alla fase 2 del progetto, che siprefigge il recupero di canali e rialidegradati mediante progetti con-creti di rinaturazione. Le ragioni perquesto tipo di interventi, che cerca-no di ridare spazio ai corsi d’acquadegradati laddove è ancora possibi-le, sono molteplici.Sinteticamente possono venir rias-sunti in 5 punti: più natura; più si-curezza in caso di piena; più svagovicino a casa; falde più sicure e ac-qua potabile più pulita; minori costidi manutenzione.La seconda fase del progetto «Gam-bero di fiume» è più operativa e mi-ra ad interventi concreti di valoriz-zazione ecologica. Il WWF Svizzeraitaliana ha già maturato quattro

proposte di interventi di rinatura-zione di corsi d’acqua degradati. Sitratta della rimessa a cielo apertodi un riale nel Comune di Genestre-rio e di un canale nel Comune di Ca-morino, nonché di interventi di ri-naturazione e ripristino ambientaledi tratti di canale nei Comuni di Ma-gadino e Agno. Purtroppo, i notiproblemi finanziari cantonali hanno

Ingegneria naturalisticaper ridare vitalità ai nostri corsi d’acqua

Recentemente, per iniziativa del Dipartimento del territorio e nelcontesto dell’assemblea nazionale dell’Associazione per l’ingegnerianaturalistica (AIN) a Ponte Tresa, sono stati presentati i lavori di rina-turazione dei corsi d’acqua in Ticino, parlando di strategie e tecnichedi gestione di fiumi e torrenti. I progetti di sistemazione dei corsid’acqua – ha detto, a questo convegno, il consigliere di Stato avv.Marco Borradori – sono a scopo di recupero ambientale e per ragioni disicurezza, rappresentano sempre più comunque delle importanti oc-casioni di riqualifica del patrimonio naturalistico. Oltre alle esigenzeeconomiche e ai criteri di protezione, sono infatti tenuti in debitaconsiderazione i valori ambientali e le esigenze sociali della popola-zione.Diversamente dalle tecniche tradizionali, l’ingegneria naturalisticaintegra – nella costruzione di opere e manufatti – elementi che assi-curano un miglior inserimento nel paesaggio naturale. Materiali co-struttivi – quali il legno e la pietra – vengono associati all’uso di pian-te e arbusti vivi, scelti accuratamente in funzione del luogo di inter-vento e della loro capacità di rigenerazione. Ai corsi d’acqua viene la-sciato il proprio spazio vitale, contribuendo così in modo determinan-te al recupero e alla valorizzazione delle zone più pregiate.Durante l’assemblea sono state presentate agli ospiti le esperienzepiù significative degli ultimi anni in Ticino: i risanamenti della Maglia-sina e della Tresa, la sistemazione della foce della roggia Scairolo aBarbengo, la rinaturazione della confluenza Morée-Laveggio nel Men-drisiotto.

ritardato in modo importante larealizzazione di questi progetti. Perovviare a questi inconvenienti, ilWWF auspica un celere ancoraggionella legge del principio, votatoquasi all’unanimità dal Gran Consi-glio due anni or sono, di stanziareannualmente dei fondi per le rina-turazioni dei corsi d'acqua, pari al2% degli introiti sui canoni d’acqua.

«Gambero di fiume»progetto del WWF

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Recupero ambientaledel Laveggioa Mendrisio e a Rancate

Il Consiglio di Stato, attraverso ilGruppo per il recupero degli ecosi-stemi acquatici compromessi, pro-muove interventi di rinaturazionedei corsi d’acqua e delle rive lacu-stri. Tra gli interventi promossi re-centemente da enti sensibili allatematica e sostenuti finanziaria-mente anche dal Dipartimento delterritorio, la rinaturazione del fiu-me Laveggio è emblematica per ilcontesto particolare in cui si inse-risce. L’intervento si situa, infatti,a valle della zona industriale ecommerciale di San Martino, traMendrisio e Rancate, in un com-parto dove il fiume percorre untracciato rettilineo e poco dinami-co, confinato in un canale realiz-zato negli anni Sessanta in conco-mitanza con le opere autostradali.L’intervento risponde all’esigenzadi migliorare la qualità ambientalee paesaggistica della pianura, pro-ponendo una sistemazione natura-listica delle sponde e un amplia-mento locale dell’alveo, così da ri-pristinare le premesse per lo svi-luppo di una fauna e di una floratipiche.I benefici di tale operazione sonomolteplici: il progetto intende of-frire una migliore fruibilità del fiu-me e dei suoi ambienti. Ne risultavalorizzato il corridoio biologicoper la fauna locale, tra i comparti

In alto: fiume Laveggio, tratto rettilineoin canale di cemento prima dei lavori.Sotto: fiume Laveggio,particolare dei lavori di rinaturazione(fotografie di Tiziano Putelli).

boschivi del Generoso e del MonteSan Giorgio e il Ceresio. Inoltre,viene ripristinata la libera migra-zione ittica, in special modo quel-la per scopi riproduttivi, della tro-ta di lago e di ruscello. Non da ul-timo, cresce l’interesse sociale eturistico degli abitati di Mendrisio,Rancate, Riva San Vitale e Capola-go per il collegamento pedonale eciclabile.Il recupero di questa tratta del La-veggio permetterà anche il ripri-stino della naturale alimentazionedella falda acquifera, aumentandoil potere autodepurante del fiume.Grazie alla vegetazione di spondavi sarà un maggior contenimentodella temperatura delle acque.Localmente migliorano le premes-se per un aumento della capienzaidraulica del fiume, che attual-mente non dispone di riserva.Il Laveggio è quindi un esempiorappresentativo dell’impegno delConsiglio di Stato per una gestionedel territorio favorevole alla po-polazione e degli ecosistemi ac-quatici e naturali del nostro Can-tone.

Nel lago di Luganosemine di coregone-lavarello

Notevole l’impegno profuso negli ultimitempi dalla Federazione ticinese di ac-quicoltura e pesca (FTAP) nell’incenti-vare le semine di coregone-lavarellonel lago di Lugano, a tutto vantaggio siadella pesca professionale che di quellasportiva, così da assicurare un futuro aquesto delizioso pesce di lago. In que-sto contesto, è da segnalare che a mag-gio – nell’ambito dello scambio di mate-riale ittico fra Svizzera e Italia e per ini-ziativa della Commissione italo-svizzeraper la pesca in acque promiscue – è sta-ta effettuata una vasta azione di ripo-polamento, consistente in una notevoleimmissione di novellame di coregoni-la-varelli nei tre rami del Lario, nel Cere-sio e nel lago di Mezzola. I giovani lava-relli (lunghi tra i 5 e i 7 centimetri e delpeso di circa un grammo ciascuno) sononati nell’incubatoio di Fiumelatte e, inseguito, allevati nelle speciali gabbiegalleggianti nel lago di Oggiono, le cuiacque sono particolarmente ricche disostanze nutrienti. La semina nei tre ra-mi del Lario e nel lago di Mezzola è sta-ta di 400 mila lavarelli, mentre nel Ce-resio ne sono stati immessi 40.000, dicui la metà nel bacino sud e l’altra me-tà in quello nord del lago di Lugano.In questo lago, grazie agli eccellentirapporti di collaborazione che da anni sisono instaurati tra la Provincia di Comoe il Cantone Ticino, i ripopolamenti han-no avuto un carattere «insubrico», con-siderato che 30.000 pesciolini sono statireperiti nelle gabbie flottanti di Oggio-no, mentre 10.000 coregoni-lavarelli(per iniziativa della Sezione pesca golfodi Lugano e della consorella di Agnononché della Mendrisiense) provengonoda una partita di materiale ittico del la-go di Annone e poi svezzato nel lago Al-serio dal noto ittiologo Alberto Negri. Ilripopolamento nel Ceresio è stato effet-tuato grazie all’interessamento dell’Uf-ficio cantonale caccia e pesca e alla de-dizione di Ezio Merlo e dell’ex guarda-pesca cantonale Elio Polli.

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Recuperato il paesaggio fluvialeal Mulino del Ghitello

Le acque del fiume Breggia, a due pas-si dal Mulino del Ghitello, scorrononuovamente nel loro alveo naturale,dando dignità e bellezza al paesaggiofluviale del Parco delle gole dellaBreggia. Alla cerimonia inaugurale ildirettore del Dipartimento del territo-rio, Marco Borradori, ha detto testual-mente: «Abbiamo riparato, in un certosenso, il torto che allora avevamo fat-to al fiume». L’opera di «restauro» delpaesaggio è durata un anno sotto la vi-gile sorveglianza di Tiziano Putelli (Uf-ficio caccia e pesca) e ha interessatoun chilometro e mezzo della Breggia.Grazie al ricongiungimento del percor-so del fiume alla sua ansa naturale, larisalita per la fauna ittica è facilitatae, anzi, incoraggiata, potendo supera-re lo sbarramento del laghetto e rag-giungere così la tratta naturale di ri-produzione, situata nella parte altadel Parco. Un recupero, ha sottolinea-to ancora Marco Borradori, che assumevarie connotazioni: «Quella culturale,ovvero la restituzione al Mulino di uncontesto territoriale più consono allasua storia. Ma anche funzioni naturalie sociali. Le opere idrauliche, in effet-ti, sono state concepite in modo che lafauna ittica possa di nuovo risalire laBreggia. Il sentiero lungo il fiume èstato pensato per permettere anchealle persone motulese di praticare lapesca e beneficiare del benessere chela presenza dell’acqua corrente rega-la». Da segnalare che questo impor-

tante progetto ha vistocollaborare intensamen-te il Cantone, la Fonda-zione Parco delle goledella Breggia, il Gruppocantonale per il recupe-ro degli ecosistemi com-promessi, la Federazioneticinese di acquicolturae pesca, l’Ufficio federa-le dell’ambiente, delleforeste e del paesaggio,il Fondo svizzero per ilpaesaggio e il CasinòKursaal SA di Mendrisio.

La zona risistemataal Mulino del Ghitello.

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All’inizio di giugno, Paolo Stirni-mann ha segnalato a Ezio Merlo lacattura di due trote nel laghettodel Ghitello con la pinna adiposatagliata. La prima cattura è avve-nuta attorno a metà maggio e latrota misurava 29 cm; la secondacattura è stata effettuata nei pri-missimi giorni di giugno e la misuraera di 28 centimetri.Si tratta di un’importante informa-zione per gli addetti ai lavori, se-gnatamente per l’ing. Tiziano Pu-telli, funzionario dell’Ufficio cac-cia e pesca, coordinatore del pro-getto del nuovo meandro e scala dirimonta pesci al Mulino del Ghitel-lo. In effetti, questa segnalazionedelle due trote marcate al laghettodel Ghitello dimostra il buon fun-zionamento di questa struttura,creata per la migrazione dei pesci.Ma Paolo Stirnimann segnala anchealtro. Sempre nei primi giorni digiugno, lungo il nuovo by-pass delGhitello, «ho notato una trota mo-rente che sembrava essere stata inqualche modo colpita da una “sas-sata”, in quanto non presentava fe-rite esternamente, ma era tuttastorta. La trota poteva essere dimisura». L’attento osservatorepuntualizza: «Non so quanto possaessere utile questa mia ultima se-gnalazione, ma comunque di van-dali e di gente non rispettosa dellanatura presenti sulle rive del Breg-gia ce ne sono parecchi e di con-trolli non altrettanti. Bottiglie rot-

te, rifiuti di ogni genere, ecc. ab-bondano certamente di più delletrote in acqua. Se poi si divertonoanche a maltrattare i pesci per pu-ro gusto sadico, mi chiedo che cosasarà del nostro bel torrente fraqualche anno. Credo che invece diattaccare la caccia e la pesca comeattività crudeli, come fanno alcunigruppi ambientalisti (io sono ancheper un certo verso ambientalista,cioè uno che vive la natura e che larispetta, pur essendo un pescato-re), sarebbe meglio che si attivinodi più a monitorare chi veramentedanneggia o sporca o altro… Ma co-storo dovrebbero anche essere pre-senti sul territorio e constatare edeventualmente riprendere chi cau-sa danni».A proposito di vandali, le osserva-zioni di Paolo Stirnimann sono notedolenti purtroppo conosciute sia aidirigenti della pesca che alla dire-zione del parco: basti considerarecome sono ridotti le panche, i tavo-li e il grill che la Mendrisiense ave-va posato per tutti i frequentatoridel laghetto… Comunque, la dire-zione del parco del Ghitello è moltovigile e, pur fra non poche difficol-tà, riesce a contenere certi «imbe-cilli di turno», che si divertono nel-l’effettuare vandalismi di ogni sor-ta. L’importante è essere semprepresenti sul territorio, come fannotanti pescatori: infatti, è solo conla presenza di persone che si riescenon di raro a far desistere dal com-

Le trote del Ghitello e troppi vandalismi

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L’idea di arrivare ad una fusionefra Ceresiana e Mendrisiense non ènuova. L’aveva lanciata, lo scorsomese di gennaio, Ezio Merlo, presi-dente dimissionario della Federpe-sca ticinese e della società mo-mo,in occasione dell’assise dei pesca-tori del Luganese. A suo giudizio,da anni si lavora in stretta collabo-razione, come ad esempio per laproduzione ittica concentrata aMaglio di Colla, oppure per la ge-stione del lago Ceresio, oppure an-cora nel portare avanti varie inizia-tive e proposte a livello cantonale,ecc. D’altra parte, l’intesa è otti-ma pure a livello dirigenziale, percui è necessario sfruttare ancor dipiù le esistenti sinergie a livello dipersonale e di investimenti, ecc. Ivantaggi di una fusione non sonopoca cosa, per cui il discorso va ap-profondito, anche se possono pre-sentarsi alcuni aspetti negativi,primo fra tutti il fatto che – appli-cando l’aggregazione fra questedue grandi famiglie di pescatori – difatto, stando all’attuale statuto, sideterminerebbe una situazioneanomala, per non dire assurda, ov-vero la metà circa dei pescatori(tutti i sottocenerini, per intender-ci) sarebbero rappresentati nel co-

mitato direttivo da una sola perso-na rispetto ai quattro membri inrappresentanza della dozzina di al-tre società, parecchie delle qualicon un numero inferiore di affiliati.Ebbene, la proposta di Ezio Merlo èstata presa subito sul serio e in se-no alla Mendrisiense si è creato ungruppo di lavoro, che ha comincia-to a ragionarci sopra. Di recente, siè compiuto un passo in più in que-sta direzione dell’aggregazione frai pescatori sottocenerini. Infatti, inoccasione dell’assemblea straordi-naria della Ceresiana (inizio giu-gno) per evadere un paio di trat-tande urgenti, anche i pescatori lu-ganesi hanno affrontato per la pri-ma volta ufficialmente il tema del«matrimonio» o, tutt’al più, del«fidanzamento» fra i due sodalizidi pesca. La discussione, pacata maampia, si è svolta – a riprova del-l’ottimo clima che intercorre frapescatori sui due... fronti – in unclima di grande cordialità ma an-che in maniera costruttiva, presen-ti Giorgio Imperiali quale neo-pre-sidente della Mendrisiense, l’expresidente Ezio Merlo (tuttoramembro del comitato direttivo del-la FTAP) e diversi altri dirigenti. Inconcreto, gli uni e gli altri sono

concordi nel ritenere che il matri-monio sia possibile, se non addirit-tura che «s’ha da fare», ovviamen-te senza agire con eccessiva frettae, comunque, valutando tutti i proe i contro. L’ostacolo principale, setale lo si vuol considerare, è pro-prio la questione della giusta rap-presentatività a livello dirigenzia-le, ma appare un inghippo tutt’al-tro che insuperabile modificando lostatuto e dando per acquisito chealtre società del Sopraceneri nonfrappongano difficoltà o atteggia-menti da sterile campanilismo. Inquesto senso, anzi, il comitato di-rettivo della FTAP non è (come ef-fettivamente si ha modo di consta-tare in questi ultimi anni) l’espres-sione di alcune società, ma è orga-no dirigenziale collegiale e cheopera ad unico vantaggio di tutta lapesca ticinese, talché il Ceneri nonrisulta affatto (e tanto più in un do-mani con la fusione fra Mendrisien-se e Ceresiana) una barriera di na-tura ideologica, ma unicamente diaggregazione e di azione unitaria avantaggio esclusivo della pesca. Iprossimi mesi, pertanto, potrebbe-ro essere decisivi, ma l’ultima pa-rola spetta alle rispettive assem-blee delle due società di pesca.

Ceresiana e Mendrisiense a braccetto completamente?

Premio svizzero dei corsi d’acqua assegnato al Comune di Samedan

Alcuni tratti del fiume Flaz prima e dopo l’intervento e, a destra, i mezzi impiegati per i lavori durati dal 2003 al 2005.

Samedan e il Cantone dei Grigionihanno ricevuto il Premio svizzerodei corsi d’acqua 2005. Tale onoreè stato loro attribuito (su iniziativacomune dell’Associazione svizzeradi ingegneria naturalistica, dell’As-sociazione svizzera per la sistema-zione dei corsi d’acqua e dell’Asso-ciazione svizzera dei professionistidella protezione delle acque e di

Pro Natura) in quanto sono stati ingrado di proporre e di portare atermine un buon esempio di costru-zione idraulica moderna: la devia-zione del «Flaz», intervento chenon porta beneficio solo all’Uomo.Lo spostamento del corso d’acquaera necessario, in quanto Samedannon era più sufficientemente pro-tetto contro le piene. Con la devia-

zione del ruscello, il Comune e ilCantone hanno soddisfatto diversiobiettivi: Samedan è protetto con-tro le piene e si può sviluppare eco-nomicamente, la popolazione hauna maggiore sicurezza e la naturasi riappropria nuovamente di su-perfici verdi (prima non più dispo-nibili) a causa dell’incanalamentodel ruscello.

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tunità supplementare ai pescatori dicatturare grossi pesci. Da considera-re, poi, che la scelta della pesca afondo è voluta: in primo luogo, inquanto riconosciuta come valida so-luzione nella cattura di predatori e,in secondo luogo, perché si ritienetrattarsi della tecnica che è all’origi-ne di scarso disturbo per gli altri tipidi pesca. Nell’intento di ottenerecon il principio delle due canne ilmaggior consenso possibile e alloscopo di non urtare la «sensibilità»dei pescatori presenti sui laghetti al-pini nei primi giorni di giugno, ci si èespressi nel senso di sottoporre ai va-ri organi federativi e poi all’assem-blea della FTAP due varianti per l’i-dentica proposta: la prima preve-dendo la sua applicazione già dall’a-pertura della pesca in montagna (il1° giugno), la seconda fissando inve-ce la data del 1° luglio. Se ne ripar-lerà dunque l’anno venturo.

Per la pesca con due canne in alcuni laghetti alpiniNello scorso mese di giugno, presso ilMunicipio di Valcolla alla presenza divari «amici» della Mendrisiense con ilpresidente Giorgio Imperiali e l’expresidente Ezio Merlo che è comun-que «ministro degli esteri» in seno alcomitato direttivo della FTAP, si èsvolta l’assemblea straordinaria del-la società di pesca Ceresiana sotto lapresidenza di Urs Luechinger. È sta-ta approvata la proposta presentatada Raffaele Moretti allo scopo di con-sentire – mediante la modifica delregolamento sulla pesca – l’impiegodi due canne custodite per pescatorein alcuni laghetti alpini, a condizioneche almeno una di esse sia innescatacon il pesciolino morto a fondo. Perla verità, questa richiesta – pur for-mulata in termini un poco diversi –era già stata sottoposta all’assem-blea della Federazione ticinese diacquicoltura e pesca a Riva San Vita-le, ma poi (all’ultimo momento) si

era preferito ritirarla per non creareun’eventuale, dannosa spaccatura inseno alla grande famiglia dei pesca-tori. Adesso, come detto, è riformu-lata, ma nella sostanza ha la stessafinalità, ovvero l’esigenza di incideremaggiormente sulla realtà ittica dialcuni laghetti di montagna attraver-so il prelievo di esemplari di grossataglia (soprattutto trote canadesi),alla luce della campagna da tempo inatto (da parte dell’Ufficio cantonalecaccia e pesca e della Commissionelaghetti alpini della FTAP) per losfoltimento dei grandi predatori me-diante la pesca con le reti. Orbene,offrendo l’opportunità di pescarecon una seconda canna innescatacon il pesciolino morto a fondo (tec-nica abbastanza efficace per la cat-tura di grandi esemplari) si va nelladirezione auspicata dal Cantone edalla citata Commissione federativae, nel contempo, si offre un’oppor-

possibile che, in alcune regioni co-me la Verzasca, ci si trovi nella ne-cessità di abbassare la misura mini-ma per congenite difficoltà del pe-sce nella crescita. D’altra parte,nel dibattito dovrà essere inclusaanche la trota marmorata, che staricominciando a ripopolare i nostrifiumi e che, malauguratamente,può essere catturata a 22 centime-tri, mentre si sa che raggiunge lapiena maturità riproduttiva soltan-to attorno ai 30-35 centimetri.

Da ripensare la misura minima per la trota fario nei fiumi?In occasione dell’assise straordina-ria della Ceresiana, il presidentedella Commissione fiumi Curzio Pe-trini ha riferito in merito alla di-scussione in atto circa la misuraminima della trota fario fissata a24 centimetri, ma che taluni vor-rebbero riportare a 22 cm. La que-stione, per la verità, chiama incausa molti problemi, come gli al-levamenti, le semine, la gestionedegli incubatoi, il numero di cattu-re giornaliere, i deflussi minimi, la

rinaturazione dei fiumi, l’estrazio-ne di inerti, ecc. Una «patata bol-lente» non da poco, anche perchési è convinti che non è riducendo ilnumero di catture al giorno che sirisolvono i problemi. È vero, inve-ce, che – mantenendo la misura mi-nima di 24 centimetri – si consentealla fario di riprodursi in modo na-turale, per cui si prelevano solo gli«interessi» della frega, senza cioèintaccare il capitale e minacciare ipossibili riproduttori. È tuttavia

te» del Gruppo canoisti ticinesi a fir-mare in modo compatto l’iniziativa«Acqua Viva». La collaborazione perla riuscita di questa iniziativa – si leg-ge nel richiamo a firmare – «ci per-mette vicendevolmente di aiutarcinello svolgimento dei nostri passa-tempi preferiti ed aiuta la natura a ri-vitalizzarsi, riprendendosi quelle rivein secca che testimoniano un passatocon acque ben più spumeggianti e tu-multuose». Quindi, aderire e racco-gliere quante più firme possibili.

Il Gruppo canoisti ticinesi e l’iniziativa «Acqua Viva»Durante l’ultima assemblea della Fe-derazione svizzera di canoa, è statapresentata ai delegati di tutte le se-zioni l’iniziativa promossa dalla Fe-derazione svizzera di pesca che vuolelanciare un segnale forte all’indirizzodelle autorità politiche, le quali daanni non rispettano la norma di leggesulla protezione delle acque varatanel lontano 1993! Le nostre acque so-no un bene naturale di tutta la popo-lazione, ma forse solo chi le utilizzaper svago o per diletto ne sa apprez-

zare la bellezza e l’importanza natu-ralistica. I pescatori che si vedono ab-bassare i livelli dell’acqua dei fiumi,sottolineano i canoisti ticinesi, si so-no accorti che i pesci fanno semprepiù fatica a risalire i corsi d’acqua enon trovano spazio a sufficienza pervivere e riprodursi. Anche i canoisti,però, sono sempre più confrontaticon livelli insufficienti per poter navi-gare senza difficoltà sui nostri bei fiu-mi! Da qui l’appello vigoroso conte-nuto nel bimestrale «Contro corren-

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«I polli di Golino»

Il lunedì 11 aprile 2005 resterà, perme, la giornata di ripopolamentopiù triste in 40 anni di volontariatoper la mia società. In effetti, quel-lo che ho vissuto quel giorno nonme lo sarei mai immaginato. In que-sta primavera 2005, il «Consorzioincubatoi del Verbano» è in crisi. Ildialogo non corre più tra Ufficiocaccia e pesca e le tre società chelo compongono. In questa situazio-ne difficile il Cantone prende unasua decisione di chiudere definiti-vamente la piscicoltura di Golino.In effetti, non può mantenere inesercizio due stabilimenti piscicolial 25% della loro attività produttiva(Maggia e Golino).L’ordine viene dato: eliminare im-mediatamente tutto il materiale pi-scicolo (adulte 2+ e 1+) dalle vaschedi allevamento di Golino. Le diretti-ve emanate dal dr. Bruno Polli sonoprecise: le 500 trote lacustri 1+ do-vranno essere immesse nel lago Mag-giore, mentre le 1.000 trote lacustriadulte 2+ (allevate per errore controte fario) dovranno essere com-mercializzate o immesse in baciniartificiali chiusi (Palagnedra o altri).E. Lonni, presidente della societàOnsernone/Melezza, al fine di evi-tare un mercantaggio, propone alproprio comitato di acquistare que-sto materiale per Palagnedra.Il comitato della Onsernone-Melez-za accetta questa proposta, a con-dizione che tale operazione siatrattata «top secret». Per il consor-zio questa vendita risulta la miglio-re soluzione. La data del trasportoviene fissata a lunedì 11 aprile2005. Quel giorno a Golino, appenasi è dato avvio a caricare questi«polli» sul furgone, constatiamoche numerose persone, le quali nonhanno nulla a che vedere con questilavori di cattura, sono presenti. Cisono pure diversi fotografi. EfremLonni è sorpreso e si inquieta per

questa situazione. L’operazioneche doveva essere «top secret» as-somiglia sempre di più ad una festacampestre! Questi «polli» hannouna bella livrea, appaiono moltograssi e hanno un peso medio da500 a 700 grammi. Ci sono pochi«polli lacustri»! A Palagnedra, alprimo viaggio, constatiamo che –dopo il terzo secchiello «di polli» ri-versato – un pescatore è già lì in-tento nel preparare la sua canna.Terminata la semina, Efrem – giàmolto arrabbiato per la pubblicitàfatta dai dirigenti del consorzio –getta qualche pietra nel lago perdiradare l’ammucchiata dei pesciseminati. Gesto inutile, che servesolo a ritardare l’annunciato mas-sacro. Al terzo e ultimo viaggio,constatiamo che sulla strada di Pa-lagnedra, all’altezza della cappel-la, non c’è più un posteggio dispo-nibile! Cosa è successo: «cormoranimotorizzati» sono arrivati? Nellasettimana successiva a questa ope-razione di ripopolamento, pratica-mente tutti i «polli» sono stati cat-turati, con conseguenti critiche edosservazioni. Queste trote eranotroppo grasse ed avevano un gustodi fango! Perché non è stata fattatale semina un mese prima dell’a-pertura della pesca? Perché pro-

grammare questa azione di lunedì,favorendo le persone in A.V.S. equelle con possibilità di prendereliberamente un congedo? Perchénon scaglionare quest’operazionein diversi periodi dell’anno? Quale èil costo di questa operazione?A queste critiche io rispondo. In li-nea di principio, le intenzioni del co-mitato della Onsernone-Melezzaerano buone e, soprattutto, genero-se nei confronti del consorzio. Pur-troppo, il risultato finale per l’eticadella pesca è stato catastrofico. I re-sponsabili, leggendo questo scritto,avranno certamente un gusto amaroin bocca. Gli errori devono e, anzi,possono servire. Di conseguenza, miauguro che la mia società non abbiapiù in futuro ad intraprendere que-sto genere di azioni.Praticamente, tutte le società dipesca del Cantone hanno finanzemolto floride. Con questo denaro adisposizione, occorre finanziare piùmassicciamente i ripopolamenti in-telligenti (scatole Vibert, avannot-ti, preestivali, estivali) e rinunciarea queste distribuzioni di «polli di al-levamento» estremamente costosee che apportano poca soddisfazioneall’azione della pesca.

Jean-Claude Rosenberger, Losone

Le lettere di pescatori e lettori, destinate a questa rubrica, sono prese in considerazione dalla redazione soltanto se accompagna-te da nome, cognome e indirizzo completo dell’estensore. Scritti anonimi o redatti in forma provocatoria o offensiva vengono ce-stinati. La redazione si riserva altresì il diritto di ridurre testi che risultassero troppo lunghi e che, pertanto, creano problemi di spa-zio. Le lettere pubblicate, ad ogni buon conto, non impegnano né la redazione né la Federazione ticinese di acquicoltura e pesca.

Io penso che...

La diga del Lucendro: una suggestiva cornice

Nel maggio di quest’anno, Christian Duerst ci ha inviato questa bella,suggestiva immagine scattata sul Passo del San Gottardo. Più precisa-mente, raffigura la diga del Lucendro. È una meta molto frequentatadai pescatori, per cui volentieri la pubblichiamo, con l’auspicio dimolte soddisfazioni, raccomandando però sempre di usare la massi-ma prudenza nel muoversi in questi ambienti d’alta montagna.

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Giovani leve valmaggesi impe-gnate nella cattura di grosseprede. In questo caso, è raffigu-rato Fausto Zanini di Cavergno,15 anni, con una trota fario difiume, del peso di 750 grammi e43 centimetri di lunghezza.

Nel guadinodei più fortunati

Golfo di Agno, 14 marzo 2005,giornata mite e dunque appa-rentemente senza buon esito,ore 17. Maurizio Lucia di Luganoha pescato questa bella trota la-custre di sette etti, lunga 42centimetri, con canna dalla bar-ca, usando verme a fondo.

Si è trattato davvero di una pesca... miracolosa. Infatti, sabato 21 maggio,Mattia Mikulaj di Savosa, con l’aiuto dei figli Marko e Nikola, ha pescatonel fiume Tresa una splendida carpa del ragguardevole peso di 20 chilo-grammi! Per riuscire a trarre a riva, nel fiume Tresa, questa eccezionalepreda il pescatore ha dovuto dar prova di grande abilità e di una buonamezz’ora di prodezza nel non perdere il... pescione. Complimenti!

Salmerino rosso d’… eccezione. È proprio il caso di affermarlo, considera-ta la «preda» catturata dai luganesi Diego Wohlgemuth (nella foto) e Ste-fano Motta. Il 1° giugno scorso, dalla barca, nel bacino sud del Ceresiohanno catturato – pescando a traino il lucioperca con il «burlon» – unosplendido salmerino rosso: 2,850 chilogrammi. Considerata la mole, è unararità e si sostiene trattarsi del pesce più grosso (per questa specie) negliultimi dieci anni o giù di lì. Ci risulta che, sempre in quella zona di lago ein quegli stessi giorni, un altro pescatore ha preso due salmerini bianchi,ciascuno del peso attorno ai due chili.

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Sempre il 4 giugno, e sempre al lago Ritom, bacino nonnuovo nel riservare particolari soddisfazioni a chi ha pa-zienza e sa pescare bene, Gabriele Spinella ha cattura-to questa trota canadese lunga… addirittura 74 centi-metri e che sulla bilancia segnava esattamente 4 chili.

Gran bei pesci, non c’è che dire! Con tanti compli-menti ai fortunati pescatori.

Giornata di «caccia grossa»,quella di sabato 4 giugno, alTremorgio, allorquando in treore Gregorio Merzaghi di RivaSan Vitale ha avuto la fortunadi cestinare 5,5 kg abbondantidi pesce! La foto mostra unabellissima trota fario di 67 cm,del peso di 3,8 kg, pescata conpesciolino vivo reperito sul po-sto. A questa trota vanno adaggiungersi un’altra fario di 45cm (1,2 kg), un salmerino alpi-no di 38 cm e un’iridea di 26centimetri, pescati a richiamocon verme, seguendo la tecni-ca insegnatagli da suo nonno, il«cieco» di Arogno, famoso pe-scatore a ondulante.

Franco Valsangiacomo di Mendrisio ha la fortuna, es-sendo pensionato, di potersi dedicare… anima e corpoalla pesca. In effetti, praticamente ogni giorno «setac-

cia» il Ceresio, unpo’ qui e un po’là. In questo suogirovagare, il 7giugno scorso, èincappato – a me-tà lago, fra il pon-te-diga di Melide ela «punta» di Po-jana – in questomagnifico salmeri-no del peso di 2,4chili. L’ha cattu-rato con un… ber-nese. Da segnala-re che, l’anno pas-sato, era riuscitoad accalappiareun lucioperca di9,5 chili. Que-st’anno, almenoper intanto, è la«preda» più consi-

Adams De Marchi ha avuto la gradita sorpresa di trarrea riva, pescando il 4 giugno al lago Ritom, una trota ca-nadese della lunghezza di 66 centimetri e del peso rag-guardevole di 3,2 chilogrammi.

Virgilio Morotti, presidente della Società di pesca gambarognese con sede a Magadino, ci ha letteralmente…stupiti, in bene ovviamente. In effetti, ci ha inviato tre meravigliose immagini di altrettanti fortunati pesca-tori di quella regione. Vediamone i dati essenziali.

Ettore Barbieri di Quartino «ostenta», con giustificatoorgoglio, una trota fario lunga la bellezza di 58 centi-metri e del peso di 2,6 chilogrammi. L’ha allamata nelfiume Ticino il 4 giugno.

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Sui fornelliIl pesce in carpione(dosi per 6 personee difficoltà media)

Ingredienti600 gr di alborelle6 agoni1 litro di oliomezzo litro di acetomezzo litro di vino bianco seccouna cipollamezzo gambo di sedanouna piccola carotauno spicchio di aglio6 grani di pepe nero3 chiodi di garofanoun mazzetto di timo selvaticoun pizzico di prezzemolo tritatosale q.b.

La preparazionePulire dalle interiora gli agoni e lealborelle (queste ultime, almenoper quanto riguarda il Ceresio, nonci sono più ma c'è pur sempre ilVerbano), lavarli in acqua corren-te, scolarli e asciugarli in un pannoe poi infarinarli e - con un setaccio- scrollare la farina di troppo. Frig-gerli in olio bollente. Una cotturain olio non caldo, oppure un erratorapporto tra olio-pesce potrebberaffreddare l'olio e compromettereirrimediabilmente la riuscita dellacottura, che deve essere fragrantee consistente e non flaccida e un-tuosa. Meglio friggere, in più volte,poco pesce. Con il mestolo bucatoscolare bene il pesce fritto e met-terlo in un recipiente di terracottaben capace.Contemporaneamente alla friggitu-ra del pesce, rosolare in poco oliole verdure tritate fini o a julienne,in modo da farle imbiondire ed ap-passire, aggiungervi i ramoscelli ditimo, il pepe, i chiodi di garofano,l'aceto e il vino bianco, portando aebollizione. Quindi, versare il tuttosopra il pesce tenuto in caldo nella

Sugo di anguilladel Ceresio(ricetta di Ezio Merlo)

Se vi capita di pescare una bellaanguilla, vi propongo questa ricet-ta davvero gustosa.Come d'abitudine, pulire ben benel'anguilla, togliere la pelle e tran-ciare il pesce a pezzetti. Far roso-lare in una padella alcune cipolle,assieme a carote, sedano e unospicchio di aglio nel burro, conqualche goccia di olio di oliva.Fate soffriggere affinché il tuttodiventi di un bel colore giallo-mar-roncino e un aspetto croccante.Immergere nel composto i pezzettidi anguilla e bagnare con del buonvino bianco, quindi lasciar evapo-rare ed aggiungere del sugo di po-modoro.Fate cuocere lentamente per alme-no tre quarti d'ora; togliere dal te-game l'anguilla, che - una voltaspolpata - rimetterete nel sugo.Fate bollire a parte della pasta: ot-timi, in questo caso, i bucatini.Scolate ed aggiungete il sugo. Pro-vare per credere e buon appetito!

terrina, dove potrà essere conser-vato per alcuni giorni al fresco, do-po averlo cosparso di prezzemolo ecoperto con un piatto. Si può man-giare appena freddo, ma dopo al-cune ore è più appetitoso perchédeve «prendere» la marinatura.

Le variantiSecondo la moda del lago, gli agoni- durante i mesi del fregolo (mag-gio-giugno) - non si aprono per to-gliere le interiora ma si pulisconolevando con un coltellino ricurvo lacosiddetta «curadüra», incidendoun lato del collo ed estraendo lebranchie. La «curadüra» viene frit-ta con cipolla ed altri ingredientiper un antico piatto piccante edacre, ma di sapore interessante. Lealborelle, da aprile a giugno, non sipuliscono perché sono asciutte edolcissime, in quanto le femminecontengono le uova e i maschi il«lacetto».Una interessante variante al «car-pione» esiste in alcuni paesi delBasso Lario (tra cui Brienno e La-glio) e si chiama «cunscia», cioè la«concia» da acconciare, predispor-re a strati e marinare. La base del-le verdure è diversa: si utilizzanole erbette, la menta e l'allium ro-manum (purasc) tritati finissimi e –al posto dell'aceto e del vino – siusano aceto con uova battute den-tro e brodo vegetale aromatizzato:una specie di zabaione all'aceto.

NotizieGià Maestro Martino da Como, nelsuo libro «De arte coquinaria», con-sigliava di conservare i pesci lacustriin una «salamoia di acqua et ace-to», dimostrando come - già fin daallora - la carpionatura, nella prati-ca cucinaria, avesse origine dallanecessità di vincere il facile deperi-mento di alcuni pesci dalla carne«gentile e corruttibile», come lacarpa o il carpione. Elemento indi-spensabile, per una perfetta carpio-natura, è la «segrigiöla» (da ségra,segale), un'erba spontanea, una sor-ta di timo selvatico che cresce so-prattutto negli anfratti rocciosi.

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Trancio di luccioal vaporeÈ un piatto leggero e delicato,naturalissimo. Anche la trota eil persico reale si prestano be-nissimo a questa preparazione.

Ingredientiun luccio di 1 kg circauno scalognoun porrouna cipolla rossadue coste di sedanouna carotaun finocchioun ciuffo di prezzemolosale e pepeolio extravergine di oliva

Tempo di preparazione 10'Tempo di cottura 20'

Pulire il luccio e ridurlo a tranci(uno per porzione). Tagliare leverdure a julienne. Distribuiremetà delle verdure nel cestellodella vaporiera e sopra adagiar-vi i tranci del pesce. Ricoprirepoi con l'altra metà delle ver-dure. Scaldare l'acqua della va-poriera, coprire e cuocere iltempo necessario. Servire itranci accompagnati con le ver-dure, salare, pepare e condirecon un filo di olio extraverginedi oliva.Antonio Prudentino, Maderno

(ricetta tolta da «Il Garda inpentola. La cucina del pesce dilago» di Livio Parisi, Provinciadi Verona, Settore tutela fauni-stico ambientale, Cooperativafra pescatori, Garda, 1996,Grafica 5-Arco).

Su su su col sac in spala, in un’ora sem doma a Cala.Fin al fium l’è una ghignada, riva su al lag l’è una bofada.

Gnanche el temp da ciapa fiad, ghem l’amign l’è già montad,la lus del di lè gnanc rivada, la prima pèsa l’em già ciapada.

Tut gasat in chö fem nèt, un para d’ör e l’è già i set,colaziom a l’em saltada, na al mescdi l’è na tirada.

Scià i quatr’or a fem merenda, per podee monta la tenda,chi su l’erba i la morbidis, e chi sui sas i la preferis.

La sirada l’è già rivada, dai fem mò una pescada,quand sul lag a sved pu nesum, sula griglia comincia el fum.

Da col da ciün, a nem fai una «boitada», per mia parla dela grigliada,anche el vign o manca mia, per diverti la compagnia.

Davanti al fôg coi so sciopet, i manca mia i barzelèt,quando el strac os fa senti, dai su tuc nem a dormii.

El di dopo per mia cambia, sem a mo nai tuc a pescaa.

Lorenzo Bacciarini

La Società verzaschese di pescaci ha inviato questo simpatico ricordodi una bella fine settimana, il 23-24 agosto 2003,trascorsa al lago Chironico, «Laghet di Piatt».

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Di recente, è stato dato alle stam-pe il prezioso volume «Anelli sul-l’acqua» di Renzo Dionigi, pubbli-cato dall’Insubria University Pressper le edizioni Giorgio Salvadè diParma e presentato all’Universitàdell’Insubria. Il professor RenzoDionigi è rettore dell’Universitàdell’Insubria (nonché esimio chi-rurgo con al suo attivo centinaia dipubblicazioni scientifiche e docen-te universitario di chirurgia) e lasua passione per la pesca è nata sullago di Como e si è presto orienta-ta verso la pesca a mosca. Una pas-sione di famiglia: «Fu mio padre,già esperto pescatore di fiume, aconvincermi durante le vacanzeestive o i fine settimana a seguirelui e il Costa nelle uscite in barca,iniziandomi alle tradizionali tecni-

«Anelli sull’acqua»di Renzo Dionigi

Un viaggio nell’artedella pesca a mosca

che di pesca dell’alto Lario».Da quella divagazione personale,legata a ricordi remoti, si diparto-no centinaia di pagine con testi eimmagini relativi a storie di pesca amosca, come sottolinea il sottoti-tolo di copertina. Una grandissimaquantità di materiale, in gran par-te inedito in Italia, è stato raccol-to, sistematizzato e presentato investe grafica di notevolissimo im-patto.L’autore ha effettuato un’indaginesulle origini della pesca, e della pe-sca a mosca in particolare, attra-verso la ricerca sulle fonti origina-li, consultando musei, biblioteche,archivi ed istituti, che hanno forni-to materiale e documenti di valoreinestimabile, tanto che solo i rife-rimenti bibliografici sono raccolti

in quasi cento pagine.Ma la vera grande novitàdel volume sono gli ampie davvero ricchissimi ca-pitoli dedicati alle originidella pesca e della pescaa mosca in particolare, dicui è impossibile proporreuna breve sintesi, ma oc-corre almeno elencarliper avere un’approssima-tiva idea del valore delcontenuto.– Il primo è dedicato al fa-moso «Sulla natura deglianimali» di Claudio Elia-no, nato intorno al 170d.C., e all’introvabile fiu-me Astreus nelle cui ac-que i moschisti Macedonidell’epoca posavano ipropri artificiali.

Segnalibro

– Il secondo capitolo prende in consi-derazione l’antichità e il Medioevo.– Il terzo è dedicato ai pesci e allapesca nelle isole Britanniche.Nei capitoli successivi troviamo:– Le origini in area germanica, dal1200 al Manuale di Tegernsee del1500, trascritto e tradotto.– Pesci e pesca in autori italiani:dal comasco Paolo Giovio in poi.– La Spagna, il dialogo di Basurto,1539: trascrizione e traduzione.– Izaac Walton con «The CompleatAngler», altro punto miliare millevolte citato: il dialogo tra Piscator,Venator ed Auceps viene riportatonei capitoli relativi alla pesca amosca.– Un originalissimo capitolo intera-mente dedicato al diritto di pesca,dovuto alla pregevole collaborazio-ne della prof.ssa Claudia StortiStorchi.– USA: George Washington e altri…,le grandi innovazioni tecnologiche:Leonard e i suoi emuli.– La pesca a mosca in Italia.E, scorrendo le pagine, si incontra-no dettagli di gallerie d’arte, mi-niature, frontespizi, cartoline rare,cartine stradali, incisioni, riprodu-zioni di piatti, vasi, formelle, tavo-le di disegni che accompagnano lalunga carrellata di testi e che sonomanufatti e opere dedicate, neimillenni, alla pesca.Un libro avvincente – grazie ad unascrittura vivace e capace di inchio-dare il lettore alla pagina – che fadella pesca, e della pesca a moscasoprattutto, un irrinunciabile stiledi vita.

Raimondo Locatelli

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«Pescare in Ticino»(volume 2)

Sta registrando un buon successo lalodevole iniziativa editoriale delgiornalista Gianni Rei e dell’ex re-dattore della Federazione ticineseper l’acquicoltura e la pesca CarloBomio-Giovanascini. Infatti, dopola positiva esperienza nel 2001 conla pubblicazione del volume 1 (ol-tre 5.000 copie), di recente hannodato alle stampe un secondo opu-scolo di ben 170 pagine, riccamen-te illustrato grazie a suggestive im-magini degli stessi ideatori del li-bro, come pure di Giovanni Gugliel-metti, Ely Riva e Tiziano Putelli.Questa nuova ed apprezzabile fati-ca, dovuta alla MB Promotion SA(Agno) di Mauro Bernasconi, ricalca(nelle grandi linee) la stessa formu-la dell’iniziativa precedente, ap-portandovi tuttavia consistenti esignificative innovazioni. Lo spiri-to, ieri come oggi, è sempre il me-desimo, ovvero far scoprire l’am-biente per apprezzarlo maggior-mente e, in definitiva, rispettarloin misura appropriata. In definiti-va, come precisano gli stessi auto-ri, «stimolare il pescatore così co-me l’escursionista a scoprire un

ambiente naturale splendido, po-sto davvero a due passi da casa eche, forse proprio per questo, vie-ne troppo poco considerato e, diconseguenza, non rispettato comeinvece merita».L’accattivante guida (per esperti edilettanti) è un vademecum utile,anzi indispensabile per chiunquepratica la pesca, un passatempo di-lettevole e molto variato, a secon-da che si tratti di stazionare in rivaal lago o stando in barca, oppurelungo un fiume, sugli argini di untorrentello o ai margini dei nostriincantevoli laghetti alpini. A diffe-renza del volumetto di tre anni pri-

ma, questo libro considera non sol-tanto i bacini di montagna (natura-li ed artificiali) e vari corsi d’ac-qua, ma anche i due grandi laghiprealpini, ossia il Verbano e il Ce-resio.«Pescare in Ticino» è in vendita a28,50 franchi (idem per il primo vo-lume, reperibile unicamente peròpresso l’editore) nelle librerie enei negozi di pesca; inoltre, è statorecapitato anche ad ogni affiliatoalla FTAP con l’invito all’acquisto(la vendita, anzi, frutterà un con-tributo non indifferente alla Feder-pesca ticinese). E adesso già si pen-sa al terzo volume!

In occasione del bicentenario del-l’entrata del Cantone Ticino nellaConfederazione svizzera e dell’An-no internazionale dell’acqua dolceproclamato dall’ONU nel 2003, laBanca del Gottardo decideva di ag-

«Laghetti alpini della Svizzera italiana»giornare, completare e ristamparela serie di pieghevoli che da ven-t’anni cataloga i laghetti alpini del-la Svizzera italiana. L’istituto dicredito decideva altresì di donarequesta completata collezione alCantone Ticino, intravedendo nelDipartimento dell’educazione, del-la cultura e dello sport il naturale eadeguato custode di un’operascientifica che, invece degli archi-vi, merita ulteriore diffusione nelmondo della cultura e della ricerca.In questi vent’anni la serie di pie-ghevoli è stata ristampata com-plessivamente in circa 4 milioni dicopie, nelle tre lingue ufficiali ed ètuttora a disposizione del pubblicopresso tutte le rappresentanze diBanca del Gottardo, come presso iprincipali enti turistici ticinesi.Inoltre, sul nuovo sito internetwww.laghettialpini.ch è progressi-vamente pubblicata (e perciò sca-ricabile) la serie di 32 opuscoli initaliano, francese e tedesco. II no-tevole lavoro di autori e collabora-tori per realizzare queste pubblica-zioni e il non trascurabile impegnofinanziario non hanno impedito allaBanca del Gottardo, di riproporre –nella rinnovata veste grafica e coni dovuti aggiornamenti e verifichedelle informazioni e dei percorsi –la ristampa della serie completa,

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Medflyfishdi Marco Sammicheli

Nell’introduzione all’attesissimoMedflyfish di Marco Sammicheli, fi-nalmente edito per Amico Libro,l’autore utilizza sei volte – per de-finire il proprio lavoro – la parola«manuale». Ecco, allora, unosplendido «manuale» per iniziare apescare a mosca in mare, o perconvincersi che anche il Mediterra-neo può offrire moltissimo a chiama la pesca a mosca in mare e,magari, la pratica ogni tanto neiblasonati (e ormai carissimi) Carai-bi. Ho conosciuto Marco Sammiche-li grazie ad un suo scritto contenu-to nel libro «Saltwater Flyfishing,Britain & Northern Europe» (PaulMorgan, Coch-y-Bonddu Books) esono rimasto impressionato: anchequel testo era un «manuale», purarticolandosi come serie di raccon-ti. Adesso, siamo di fronte ad un li-bro ricchissimo in cui Marco vuoledare una risposta ad ogni domanda:quella di chi pesca a mosca datrent’anni e fatica a decidersi equella di chi proprio dal mare stapensando di cominciare, dunqueper forza di cose una «summa» diindicazioni ad amplissimo raggio.Viene da pensare a quanto sarebbeutile un indice analitico, ma diamotempo al tempo. Davvero un gran-de bravo a Marco Sammicheli peravere rotto il ghiaccio!Una nota speciale di merito per leparole scritte in difesa del pesce,in favore del C&R: anche in marenon hanno più senso le casse piene

di sgombri dell’Adriatico o i pollackirlandesi da portare nel congelato-re, se il sole non li ha già deterio-rati. Molti «manuali» sono diventa-ti dei punti di riferimento storici,in importanti discipline scientifi-che. Auguri a Marco che sia altret-tanto per l’inizio di questa avven-tura. E, poi, ecco una pesca perl’inverno a tre ore d’auto dal Tici-no, ben più avventurosa di quellain qualsiasi laghetto oltre confine.Una chicca, lo immaginavo ma orane ho la conferma: il migliore (aparere mio personale, condiviso damolti amici dopo anni di prove) esenz’altro uno dei più affermatimulinelli utilizzati nella pesca amosca nel Mediterraneo lo costrui-sce un amico ticinese in un’officinadietro alla stazione di Castione, of-ficina che merita una foto perchésembra quella di un artigiano del-l’800: genio, ricerca e puntigliosaprecisione come solo un moschistapuò coniugare. Parlo del Francio(nella foto sotto), naturalmente,anche se nel mondo della pesca sifa chiamare Monsieur Peux!www.peux.com

Doriano Maglione

ora disponibile. Questo ventennaleimpegno ha permesso di accumula-re un vasto patrimonio di cono-scenze, frutto del lavoro di tantepersone, come l’autore dei testiPlinio Grossi o il fotografo Ely Riva,di molti appassionati collaboratoried ex collaboratori della banca,nonché dell’appoggio degli enti tu-ristici locali per le verifiche deipercorsi.

Ci hannolasciato

Nell’aprile scorso, improvvisamente,ci ha lasciato Carlo Garbani di Locar-no, membro della Società di pescaOnsernone-Melezza. Una personabuona, estremamente socievole e so-prattutto servizievole. Basti conside-rare che, ogni qualvolta vi erano deilavori da fare, egli era sempre dispo-nibile, puntuale e prezioso nella pre-stazione. Per la pesca Carlo Garbaniaveva una passione senza limiti, percui in ogni ritaglio di tempo liberoprendeva la sua canna, frequentandoassiduamente i vari corsi d’acquadella regione. Ed è morto, per un pe-scatore, forse nel modo migliore, va-le a dire mentre era intento a pesca-re in riva al laghetto di Palagnedra,essendo stato colpito da infarto.Ai familiari l’espressione del nostrocordoglio.

Società di pescaOnsernone-Melezza

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