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N. 43 • 10 dicembre 2017 • 1,00 Anno LXX • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli Simona Aretano Matilde Azzolini Valeria Bava Caterina Caiazzo Debora Contessi Oreste D’Amore Doriano Vincenzo De Luca Peppe Iannicelli Vincenzo Lionetti Francesco Manca Angelo Mansi Alessandro Mazzoni Pier Paolo Petino Angelo Russo Elena Scarici Ludovico Silvestri Maria Rosaria Soldi Mariangela Tassielli Gianpiero Tavolaro Stefano Wurzburger Gli interventi Le schede dell’Ufficio Famiglia per i tempi forti 4 La festa dell’adesione dell’Azione cattolica 5 Il Convegno ecumenico di Assisi 6 Il nuovo calendario dell’Anef 12 Novità in cartapesta a San Lorenzo Maggiore 14 Premi “Eccellenze campane” al Museo Diocesano 15 Rapporto Censis: il Paese ha paura del futuro 8 e 9 SPECIALE Alla Rai di Napoli la nuova asta di beneficenza 11 PRIMO PIANO CITTÀ Dottrina sociale della Chiesa nella concretezza della vita 2 VITA DIOCESANA Il Cardinale Sepe conferisce la cresima ad un gruppo di disabili 5 VITA DIOCESANA Comunicare il Vangelo con gioia ed entusiasmo @ Crescenzio Card. Sepe Abbracciamo la croce, come diceva San Giovanni Paolo II, perché in questo abbraccio c’è la nostra salvezza. Di fronte alla difficoltà non dobbiamo rinchiuderci, abbiamo una porta aperta, il Crocifisso che apre le sue piaghe alle nostre sofferenze per renderle valorose così co- me sono state valorose le sue sofferenze, perché solo valorizzando il dolore della nostra vita possiamo aprirci alla resurrezione e al Paradiso. a pagina 3

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N. 43 • 10 dicembre 2017 • € 1,00

Anno LXX • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli

Simona Aretano • Matilde AzzoliniValeria Bava • Caterina Caiazzo

Debora Contessi • Oreste D’Amore Doriano Vincenzo De Luca • Peppe Iannicelli

Vincenzo Lionetti • Francesco Manca Angelo Mansi • Alessandro MazzoniPier Paolo Petino • Angelo Russo Elena Scarici • Ludovico Silvestri

Maria Rosaria Soldi • Mariangela Tassielli Gianpiero Tavolaro • Stefano Wurzburger

Gli interventiLe schede dell’Ufficio Famiglia per i tempi forti 4

La festa dell’adesione dell’Azione cattolica 5

Il Convegno ecumenico di Assisi 6

Il nuovo calendario dell’Anef 12

Novità in cartapesta a San Lorenzo Maggiore 14

Premi “Eccellenze campane” al Museo Diocesano 15

Rapporto Censis:il Paese

ha paura del futuro

8 e 9

SPECIALE

Alla Rai di Napolila nuova astadi beneficenza

11

PRIMO PIANO CITTÀ

Dottrina sociale della Chiesa

nella concretezza della vita

2

VITA DIOCESANA

Il Cardinale Sepeconferisce la cresima

ad un gruppo di disabili

5

VITA DIOCESANA

Comunicare il Vangelocon gioia ed entusiasmo@ Crescenzio Card. Sepe

Abbracciamo la croce, come diceva San Giovanni Paolo II, perché in questo abbraccio c’èla nostra salvezza. Di fronte alla difficoltà non dobbiamo rinchiuderci, abbiamo una portaaperta, il Crocifisso che apre le sue piaghe alle nostre sofferenze per renderle valorose così co-me sono state valorose le sue sofferenze, perché solo valorizzando il dolore della nostra vitapossiamo aprirci alla resurrezione e al Paradiso.

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Vita Diocesana Nuova Stagione2 • 10 dicembre 2017

Avviso ai Sacerdoti e ai Religiosidell’Arcidiocesi d Napoli

Assemblea delPresbiterio diocesanoIl Cardinale Arcivescovo convoca l’Assemblea del Presbiterio diocesa-

no per martedì 19 dicembre, presso la sede della Pontificia FacoltàTeologica, in viale Colli Aminei.

L’incontro, che avrà inizio alle ore 10 e terminerà alle ore 13, si svolgeràsecondo il seguente ordine del giorno:

Celebrazione dell’Ora MediaRelazione di Fra Sabino Chialà, monaco di Bose: “Il discernimento do-

no dello Spirito e radice della sinodalità della Chiesa”.Dibattito in sala.Conclusioni.

@ Lucio Lemmo@ Gennaro Acampa

@ Salvatore AngeramiVescovi Ausiliari

Dottrina sociale della Chiesa nella

concretezza della vitaUn percorso per i volontari Caritas nell’ottavo Decanato

«Noi ci siamo allenati moltissimo sulla dimensione del Samaritano dell’ora giusta, siamodegli specialisti… adesso forse dobbiamo sviluppare il versante del Samaritano dell’ora dopo.Non basta cioè il buon cuore, ci vuole il buon cervello. Trovare nelle nostre comunità unasimpatia per l’analisi lucida, scientifica di tutti questi malanni di cui soffre la nostra società.Conoscere i meccanismi perversi che generano la sofferenza e questo è il primo atto di solida-rietà verso i poveri… Che noi continuiamo a fare il servizio dei tamponatori? ... Veniamo fuoricon i nostri cerotti; se ci vogliono vanno bene anche i cerotti, ma capite bene che dobbiamoessere fortemente critici, intelligenti per andare a vedere, scoprire le cause di tante situazionidisumane…».

Sono alcune delle parole che il Vescovo Tonino Bello rivolse agli animatori di carità nel1989, parte di un discorso che approfondisce le azioni del Buon Samaritano e le confrontacon le responsabilità dei volontari Caritas all’interno delle parrocchie, testo approfonditolo scorso anno in uno degli appuntamenti di formazione Caritas nell’ottavo Decanato. Essemotivano con chiarezza il significato della scelta di proporre quest’anno, tra gli appunta-menti di formazione Caritas Decanale, sei incontri che costituiscono il “Breve percorsoformativo di interesse alla politica e all’impegno civile” tenuti dall’èquipe del Laboratorio“Padre Filippo Luciani” coordinata da Mario Di Costanzo.

Infatti, dopo aver realizzato nel corso degli anni, percorsi di formazione mirati a pro-muovere un’autentica mentalità Caritas, nella sua funzione pedagogica, è sembrato op-portuno osare una formazione che ponesse attenzione all’ascolto approfondito e criticodelle problematiche sociali che ci riguardano poiché coinvolgono ineludibilmente le per-sone che si rivolgono alle nostre parrocchie e ai nostri Centri di ascolto parrocchiali e de-canale: la scuola; le politiche sociali; il lavoro; la giustizia, la politica e la partecipazione.Abbiamo ritenuto, inoltre, che una proposta del genere potesse essere in sintonia con le li-nee pastorali del Cardinale che nella lettera “Accogliere i pellegrini” scrive: «si valorizzinogli incontri formativi sulla Dottrina sociale della Chiesa e si promuovano sul territorio ini-ziative culturali allargate…».

Lo scorso 22 novembre l’incontro introduttivo tenuto dal Mario Di Costanzo, sul tema“La dottrina sociale della Chiesa: dalla teoria alla vita”, ci ha confermato nella direzionepresa interpellandoci attraverso esperienze narrate e parole che non possono lasciarci tran-quilli e che ci stimolano a vivere con coerenza il nostro essere buoni cristiani, che coincidecon l’esigenza imprescindibile di essere buoni cittadini. Certamente non saranno sufficien-ti sei incontri per esaudire la necessità di conoscenza e di approfondimento in questa dire-zione, ma riteniamo possa essere un avvio del processo di crescita nella logica delSamaritano dell’ora dopo, che non è altro, secondo le parole di San Giovanni Paolo II, chela logica dell’autentica solidarietà come «determinazione ferma e perseverante ad impe-gnarsi per il bene comune”. Non ci resta che rimboccarci le maniche per affrontare il cam-mino, assumendoci, come Decanato, l’impegno di stimolare sempre più i laici che collabo-rano con noi ad occupare questi spazi, consapevoli del fatto che scegliere queste opportu-nità significa iniziare a “prendere parte viva, consapevole e responsabile nella missione del-la Chiesa” nella società contribuendo, ognuno per la propria parte, a far fronte ai meccani-smi perversi che generano sistemi malati ed a costruire una realtà più giusta e più umana.

Debora Contessi

Un premio per gli studenti degli ultimi treanni degli istituti scolastici superiori

della Città metropolitana di Napoli sullafigura del Beato Giuseppe Toniolo,

promosso dalla Fondazione Nazionale di Studi Tonioliani Campania

Un’economia al servizio

della personaLa Fondazione Nazionale di Studi Tonioliani Campania ha indetto la pri-

ma edizione del Premio “Giuseppe Toniolo” riservato, per l’anno scolastico2017/2018, agli studenti degli ultimi tre anni degli istituti scolastici superioridella Città Metropolitana di Napoli. Finalità del concorso è cercare di stimo-lare, soprattutto nei giovani, l’impegno per lo studio e l’approfondimento delpensiero sociale cattolico e del magistero pontificio e, in particolare, la pro-mozione del pensiero di Giuseppe Toniolo, sposo e padre, professore univer-sitario di economia che «offre l’esempio di come un cristiano è chiamato a vi-vere la propria fede in famiglia, nella professione, nella società civile e a ser-vire l’annuncio del Vangelo nella Chiesa e nel mondo attraverso lo studio el’applicazione della dottrina della Chiesa nella dimensione sociale, economi-ca e politica».

I giovani, a cui fa riferimento il premio sono quelli che hanno maggior-mente subito i profondi processi di cambiamento avvenuti negli ultimi anni,sia sul piano internazionale, (la globalizzazione e la crisi degli Stati naziona-li), sia sul piano nazionale, con la crisi delle tradizionali ideologie (compresequelle più rivoluzionarie ed estremiste rivelatesi incapaci di intercettarne isogni di rinnovamento morale e sociale), sia sul piano interpersonale con ladiffusione dei social e l’abuso delle “protesi telematiche”.

La volontà di riproporre la figura di Giuseppe Toniolo, economista e bea-to, risponde all’esigenza di offrire esempi di esistenze ispirate e funzionali aquell’umanesimo integrale e solidale, da più parti invocato, capace “di inter-pretare la realtà di oggi e di cercare appropriate vie per l’azione, nel rapportocon la natura e la società, per conseguire il bene comune»

Attraverso l’analisi dell’opera di Toniolo si potrà scoprire come, sui temidel principio di solidarietà, del lavoro e della dignità del lavoratore, dell’equaremunerazione e distribuzione del reddito, sul libero mercato, sulle oppor-tunità e i rischi della globalizzazione, sul sistema finanziario internazionale,la dottrina sociale ha posizioni estremamente interessanti e avanzate, tali dastimolare la riflessione di ognuno.

È possibile visionare il bando e avere altre informazioni sul sito www.giu-seppetoniolo.com o alla mail [email protected]. La ceri-monia di premiazione dei vincitori del Premio avverrà a Napoli, presso il sa-lone dell’ipogeo della Basilica “Incoronata Madre del Buon Consiglio”, il gior-no venerdì 27 aprile 2018, in occasione del convegno: “Il Beato GiuseppeToniolo per una visione economica al servizio della persona”.

Francesco Manca

Laboratorio “Padre Filippo Luciani”

Percorso formativo di interessealla politica e di impegno civileQuesti i prossimi incontri mensili, presso il Centro di Ascolto decanale a Scampia, in via

Labriola, lotto G, dalle ore 18.15 alle 20.30.Martedì 12 dicembre: “La scuola comunità educante: aspettative, difficoltà, proposte”.

Stella Di Matteo – Nunzia Favaloro.Mercoledì 24 gennaio: “Quali politiche sociali per Napoli?”.Mercoledì 21 febbraio: “Lavoro: che non c’è e che potrebbe esserci”. Nicola Campanile –

Antonio Capece.Mercoledì 14 marzo: “Quale giustizia per le nostre città?”. Gianluca Guida. Incontro esteso

ai volontari di Pastorale Carceraria.Mercoledì 18 aprile: “La politica obbligo per il cristiano. Giovani, politica, partecipazione”.

Giuseppe Irace.Per ulteriori informazioni: suor Debora Contessi 366.72.80.444 - [email protected] Di Costanzo 335.718.58.55 - [email protected]

Primo Piano ChiesaNuova Stagione 10 dicembre 2017 • 3

Il Cardinale Crescenzio Sepe ad Amalfi per le solenni celebrazioni in onore del Santo Patrono Andrea

Comunicare il Vangelo con gioia ed entusiasmo

@ Crescenzio Card. Sepe *

Permettetemi di esprimere la miagioia per essere qui, tra voi, nelgiorno della festa liturgica di

Sant’Andrea, Santo Protettore diAmalfi e ringraziare l’EccellentissimoArcivescovo Soricelli che mi ha invita-to. Grazie per questo segno di comu-nione e amicizia. Un abbraccio ai sa-cerdoti, ai diaconi, alla Schola canto-rum, al Sindaco, alle autorità militarie civili.

È bello ricordare come Dio, nellasua provvidenza, abbia voluto arric-chire questa Arcidiocesi di un Patronocosì speciale, un Apostolo, che ha vis-suto gli anni di apostolato con Cristofacendosi testimone della sua resurre-zione. Amalfi ha questo privilegio, diavere come Santo Protettore unApostolo, come Salerno e Benevento:tre grandi Diocesi che fanno dellaCampania una terra privilegiata.

Sant’Andrea è totalmente entratonella coscienza degli amalfitani, quasidiventato una sola cosa. Tempo fa, inun’omelia, dicevo che non ci può esse-re Napoli senza San Gennaro, comenon ci può essere San Gennaro senzaNapoli. Da quello che ho potuto intui-re, allo stesso modo Sant’Andrea hasegnato profondamente la cultura, lavita, la religiosità della gente dellaCostiera. E così lo sentiamo veramen-te come un fratello, un familiare, unamico, al quale possiamo rivolgercitutte le volte che sentiamo l’esigenzadi aprire il nostro cuore a Cristo.

Come alcuni andavano dagliApostoli per “avere udienza” da Gesù,così gli amalfitani chiedono udienza aCristo attraverso questo intercessore,nato a Betsaida, vicino al lago diGenezaret, in Galilea, ma vissuto aCafarnao, dove aveva una casa insie-me a Pietro. Il Signore si recava spessoda loro e, come tutti gli Apostoli, han-no accolto Cristo nella loro vita, hannolasciato le reti, hanno abbandonatotutto per seguire Cristo, fino alla co-raggiosa donazione del proprio san-gue, ad imitazione di Lui, che ci hatanto amati da dare la sua vita.Secondo la tradizione sembra che ab-bia patito il martirio a Patrasso, inGrecia, ma poi le spoglie furono porta-te a Costantinopoli, nella Basilica deiSanti Apostoli. Da Costantinopoli futrasportato qui ad Amalfi, con una so-sta a Gaeta, e avete così ripreso questamemoria, approfondendo la devozio-ne del popolo cristiano amalfitano ver-so il Santo Patrono. Ma ciò che mi haimpressionato positivamente è che èstato un amalfitano, Pietro Capuano,

stra fede, Cristo non sarebbe risorto enon ci avrebbe salvato se non fossepassato per la Croce. Avere perProtettore Andrea, che ha fatto dellaCroce il simbolo della sua adesione,della sua fedeltà e del suo martirio aCristo, significa che non dobbiamoavere paura delle croci che caratteriz-zano la nostra vita quotidiana.Conoscete una persona che non hauna croce? I Vescovi la portano ben vi-sibile al petto, ma questa ne nascondeparecchie altre. Non esistono papà emamme che non devono affrontarecroci, giovani chiamati a difendersidal pericolo di essere attratti da orga-nizzazioni malavitose, anziani che altermine della loro vita si sentonoemarginati, malati, carcerati, clo-chard esclusi!

Abbracciamo la croce, come dicevaSan Giovanni Paolo II, perché in questoabbraccio c’è la nostra salvezza. Difronte alla difficoltà non dobbiamo rin-chiuderci, abbiamo una porta aperta, ilCrocifisso che apre le sue piaghe allenostre sofferenze per renderle valorosecosì come sono state valorose le sue sof-ferenze, perché solo valorizzando il do-lore della nostra vita possiamo aprircialla resurrezione e al Paradiso. Nondobbiamo mai scoraggiarci, il pessimi-smo non fa parte del cristianesimo, per-ché Cristo Dio è con noi e in noi, ci ac-compagna in ogni passo della nostra vi-ta e Sant’Andrea, inviato da Gesù adAmalfi, vi accompagnai sempre, nelledifficoltà e nelle tante cose belle.

Allora, il Signore, tramiteSant’Andrea Apostolo, che ci insegna asopportare la Croce e ad aprirci ai valo-ri soprannaturali per incontrare Cristoe per entrare nella sua resurrezione, be-nedica il carissimo Arcivescovo, i sacer-doti, i diaconi, i religiosi, tutti voi, conl’abbondanza delle sue grazie e ‘aMadonna v’accumpagne!

* Arcivescovo Metropolita di Napoli

delegato dal Papa, Innocenzo XIII, che halavorato, impegnando tutto se stesso, af-finché le reliquie del Santo potessero arri-vare qui ai tempi della quarta crociata. Daallora la presenza delle reliquie diSant’Andrea ha influito enormementesulla storia, sulla cultura, sulla crescita ci-vile e sociale di questo straordinario teso-ro di bellezza che Dio ha dato a voi.

Ma, al di là di questi ricordi storici, c’èqualcosa per cui ancora oggi Sant’Andreacontinua ad essere un faro, un riferimentoper tutti. Intanto per la nostra vita sacer-dotale. Tutti gli Apostoli hanno incarnatoil comando forte di Cristo di andare e pre-dicare. Lui è andato, ha lasciato i suoi cari,come tutti. L’Apostolo in uscita dice unaChiesa in uscita, una Chiesa missionariache non ha paura di affrontare il mondo,anche quando è ostile, anche quando, nonsolo fatica a credere nel Vangelo della giu-stizia, della pace, della solidarietà e dellacarità ma, addirittura, si contrappone inmaniera diabolica perché il Vangelo diCristo possa essere fermato. Una Chiesaaperta, dunque, sempre bisognosa di te-stimoni, capace di vivere ciò insegna.

La gente, il popolo vuole vederci santi,

aperti, senza paura e con la ferma volontàdi superare quelle forme di egoismo che ciimpediscono di comunicare con gioia edentusiasmo il Vangelo di cui siamo porta-tori. Questo è Sant’Andrea, che continuaad essere ponte tra Oriente ed Occidente,così come il Papa di Roma e il Patriarca diCostantinopoli, che trovano proprio negliApostoli un motivo di dialogo. Ricordoche quando portai le reliquie di SanGennaro al Patriarca di Mosca, Alessio II,disse che non c’era motivo più bello chesentirsi uniti nel sangue dei Martiri deiprimi secoli, quando le nostre Chiese nonerano divise. E San Gennaro, diceva, è unSanto venerato in Russia al punto chemolti ne portano ancora il nome. Sonostrumenti nelle mani della Provvidenzache ci aiutano a realizzare un camminoecumenico che, nella volontà di Dio, nellasua sapienza e misericordia, un domanipotrebbe portarci all’unità.

Andrea, però, è anche l’Apostolo dellaCroce. Cari fedeli e amici, per vivere confierezza, pienezza, gioia e dinamismo lanostra fede, non dobbiamo privilegiaresolo gli aspetti che ci sembrano più conge-niali, la Croce è parte essenziale della no-

È stato il Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli, a presiedere, il 30Novembre, il pontificale nella Cattedrale di Amalfi in occasione della solennità dell’apo-stolo Sant’Andrea, patrono principale della cittadina costiera, nonché dell’Arcidiocesi diAmalfi – Cava de’ Tirreni. Un anno particolare, questo, per la concomitanza del 300° an-niversario della realizzazione della statua argentea processionale del Santo commissio-nata nel 1717 dall’arcivescovo Mons. Bologna all’argentiere napoletano GiuseppeConfuorto, su disegno e modello dello scultore Matteo Bottigliero.

Nel proferire la sua omelia, Sepe ha voluto esaltare la misericordia di Dio che «nellasua provvidenza ha voluto arricchire questa Arcidiocesi di un patrono che è speciale, unapostolo, uno di quelli, cioè, che hanno vissuto con Cristo e, quindi, i testimoni autenticianche della sua risurrezione».

Il Porporato ha voluto stigmatizzare la profonda devozione che, anche con la presen-za delle sue reliquie in Amalfi fin dal 1208, unisce gli amalfitani al primo apostolo chia-mato alla sequela di Gesù: «Sant’Andrea ancora oggi continua ad essere un faro, un riferi-mento per tutti».

Con afflato paterno si è rivolto, in particolare, ai presbiteri concelebranti richiaman-doli all’insegnamento di Gesù per il quale l’ex pescatore di Galilea ha speso la sua vita:andare, uscire, perseguendo la missionarietà, dimensione specifica del cammino eccle-siale di ogni epoca, non impaurendosi delle sfide del mondo attuale, per consolidare nel-la sua ferialità i valori evangelici che favoriscono la promozione umana dell’uomo, inqualsiasi latitudine si trovi a muovere i suoi passi esistenziali.

La Chiesa deve offrire oggi una evidente e chiara testimonianza di apertura, di acco-glienza, in una crescente capacità di adesione al Vangelo, come Sant’Andrea, anche at-traverso la croce e i momenti di sofferenza.

E, al termine della celebrazione un momento inaspettato: nel prendere la parola, l’ar-civescovo Mons. Orazio Soricelli ha annunciato che Papa Francesco, proprio nel giornovotato al ricordo del dies natalis dell’apostolo, ha nominato don Michele Fusco, presbi-tero dell’arcidiocesi amalfitana-cavense, Vescovo della Diocesi di Sulmona Valva, nelcuore dell’Abruzzo.

Una esultanza dirompente per la notifica pontificia ha siglato la celebrazione, a cui èseguita la processione per le vie principali dell’ex Repubblica Marinara.

Angelo Mansi

Una chiara testimonianza di accoglienzaL’invito a vivere la missionarietà come capacità di apertura al Vangelo

Vita Diocesana Nuova Stagione4 • 10 dicembre 2017

Frati DomenicaniConvento SanDomenico MaggioreSocietà InternazionaleTommaso D’Aquino

Introduzione allo studio delpensiero di San Tommaso D’A-quino. Programma 2017-2018:Biografia e formazione intellet-tuale. Le opere e il metodo. Leprincipali tesi filosofiche. Lelezioni si svolgeranno pressol’aula San Tommaso, in vicoSan Domenico Maggiore 18,Napoli, sempre di lunedì, alleore 15.30. Prossimi incontri: 11dicembre, 15 gennaio.

* * *Seminario permanente di

studio dei testi di San TommasoD’Aquino. Programma 2017-2018. Summa Theologiae. Temiproposti: Cause ed effetti dellafede. Il dono dell’intelletto e del-la scienza. Il problema dell’in-credulità. L’eresia e l’apostasia.Il significato della bestemmia.L’accecamento intellettuale. Lasperanza. Il dono del timore. Lelezioni si svolgeranno pressol’aula San Tommaso, in vicoSan Domenico Maggiore 18,Napoli, sempre di lunedì, alleore 16.30. Prossimi incontri:11dicembre, 15 gennaio, 12 feb-braio, 5 marzo, 16 aprile, 7maggio.

La frequenza è libera. È pos-sibile rilasciare attestato di fre-quenza. Per ulteriori informa-zioni: 339.70.94.661 – [email protected]

Apostolato della Preghiera Rete Mondiale di Preghiera del Papa

Martedì 12 dicembre, Ritirodi Avvento, presso la Basilicadel Buon Consiglio a Capodi-monte. Relatore, don Lello Pon-ticelli. Ore 15.30, accoglienza.Ore 16, Conferenza sul tema: “Isentimenti del Cuore di Cristo”.Seguirà un momento di rifles-sione personale e condivisione.Alle ore 18 la recita del SantoRosario. Conclusione alle ore18.30 con la ConcelebrazioneEucaristica.

Caritas Diocesana di Napoli

Venerdì 15 dicembre, dalleore 9.30 alle ore 13, Ritiro Spiri-tuale di Avvento, presso la sedeCaritas di via Pietro Trinchera7. Don Pasquale Incoronato,Direttore dell’Ufficio di Pastora-le Giovanile dell’Arcidiocesi diNapoli guiderà la meditazionesul tema: “I giovani e la carità inun mondo che cambia alla lucedel Sinodo dei giovani”.

Associazione Figli in Cielo

Le famiglie aderenti all’Asso-ciazione “Figli in Cielo” siincontrano, il terzo sabato delmese, presso la Basilica dell’In-coronata a Capodimonte. Pros-simo appuntamento, sabato 16dicembre, alle ore 17. L’incon-tro sarà guidato da mons. Nico-la Longobardo.

APPUNTAMENTI Famiglie, luogo dell’accoglienza

L’Ufficio Famiglia e Vita propone schede di catechesi e formazione per famiglie,da utilizzare nei tempi forti dell’anno liturgico

Parrocchia Sacro Cuore al Corso Vittorio Emanuele

I giovani e la fededi Pier Paolo Petino

Il percorso di ascolto promosso dalla lettera di Papa Francesco,in vista del Sinodo dei Vescovi durante il quale ci sarà l’incontro coni giovani di tutto il mondo, recepita con grande coinvolgimento dallachiesa di Napoli ha, nell’attività dei Decanati, un momento di grandeinteresse. L’esperienza del Consiglio Pastorale della parrocchia del“Sacro Cuore” al Corso Vittorio Emanuele, è andata anche oltre, inun momento in cui la cronaca racconta di “baby gang” scatenate nel-la zona di Chiaia, a ridosso del quadrilatero della movida.

Nel corso dell’ultima riunione, presieduta da don Mario Cinti ealla quale hanno preso parte anche due giovanissime studentessedella scuola “Carlo Poerio”, suor Michela Martino delle “Figlie dellaCarità” presenti nella struttura all’Arco Mirelli e che da tempo colla-bora nel volontariato e nella catechesi della chiesa a ridosso dei giar-dini “Mercadante”, ha raccontato di aver incontrato il sabato seraprecedente i ragazzi che si attardano in quella zona. Un confrontoche ha suscitato dapprima sorpresa, poi grande interesse e che ha av-viato in maniera consistente e fattiva quel processo di incontro eascolto promosso anche dal documento “I giovani, la fede e un do-cumento vocazionale”, contente il questionario presente anche sulportale del sinodo dei giovani e al quale i ragazzi possono risponderefino al 31 dicembre 2107.

«Un arricchimento per entrambi – ha confermato suor Michela –e anche un modo per ricucire ed entrare in contatto con questi ragazzi.

Ora mi chiamano, mi cercano e ci siamo già dati appuntamento perun prossimo incontro. Questi ragazzi mi hanno rivolto domande, han-no dimostrato grande curiosità e disponibilità».

Il Consiglio, arricchito dalla presenza dei componenti della com-missione giovani presieduta da Marianicole Volpicelli conFrancesca Bruno, Francesco Lamberti e Riccardo Strino, ha ancheascoltato le interessanti riflessioni di Sveva e Martina, due studen-tesse di terza media della scuola “Carlo Poerio” che hanno offertouno spaccato delle aspettative del mondo adolescenziale.

«L’audizione delle due giovani studentesse e dell’esperienza di suorMichela – ha spiegato don Mario Cinti, parroco della parrocchia delSacro Cuore – ha creato in noi il desiderio di essere adulti in ascolto inuna società dove, al contrario, gli adulti vogliono solo dettare le regole.I ragazzi vogliono potersi confrontare, esprimere i loro pensieri e noidobbiamo essere una parrocchia che si pone in ascolto.

Amplieremo questi incontri, nelle prossime riunioni del consiglio,coinvolgendo anche grazie alla pastorale giovani, anche i ragazzi chesono già entrati nel mondo del lavoro, ma anche quelli lontani dallachiesa e dalla fede. Tutto ciò ci servirà per la preparazione al sinodo diottobre».

Il consiglio pastorale, che si riunirà la prossima volta a gennaio,successivamente varerà un serrato calendario mensile per coinvol-gere il maggior numero di giovani possibile negli incontri.

In questi anni il Cardinale Crescenzio Sepeha scelto per la Chiesa di Napoli un camminopastorale fondato sulle sette opere di miseri-cordia corporale; questo itinerario è frutto delGiubileo straordinario per la città di Napoliche ha inteso chiamare a raccolta gli uomini ele donne di buona volontà «per lanciare una sfi-da educativa capace di ripristinare, a ogni livel-lo, una condotta etica e il senso della legalità.Tutti, e non soltanto i fedeli, ma quanti hannovoglia di spalancare le porte alla speranza, devo-no sentirsi provocati e coinvolti» (CardinaleSepe, Lettera Pastorale “Non chiudete le portealla speranza”).

Questa convocazione aveva lo scopo di fa-vorire il dialogo tra le diverse forze culturali,sociali, religiose e politiche allo scopo di inau-gurare nel territorio di rinascita una nuova fa-se di rinascita per «annunciare ai poveri un lie-to messaggio, per proclamare ai prigionieri la li-berazione e ai ciechi la vista; per rimettere in li-bertà gli oppressi, e predicare un anno di graziadel Signore» (Lc 4, 18-19).

Quest’anno la lettera pastorale “Accoglierei pellegrini” ci invita a rileggere la nostra vitacristiana alla luce della quarta opera di miseri-cordia corporale. Nella nostra terra l’ospitalitàè un gesto che appartiene alla tradizione dellenostre case e delle nostre famiglie: esse «cihanno insegnato a riconoscere il valore di ognicomponente della comunità domestica, crean-

do in tal modo un ambiente il più possibile ispi-rato al rispetto e all’accettazione dell’altro. Daquest’antica tradizione ci viene un invito a faredella nostra casa uno spazio di comunione, dicondivisione, di compassione verso chi è senzatetto, povero o straniero» (Cardinale Sepe,Lettera pastorale “Accogliere i pellegrini”).

Raccogliendo l’invito del suo Pastore,l’Ufficio Famiglia e Vita presenta, quest’anno,alcune schede che potranno essere utilizzateper la catechesi delle famiglie in corrisponden-za dei tempi forti (Avvento, Quaresima ePasqua). Ogni scheda è così strutturata: un ri-ferimento introduttivo ad una canzone o a unvideo (facilmente reperibili da internet utiliz-zando il link a Youtube fornito nella scheda; untesto biblico; un ampio commento al testo; unariflessione sull’accoglienza in famiglia; alcunedomande per il confronto di gruppo; una pre-ghiera conclusiva da recitare in gruppo.

Gli animatori potranno gestire i contenutidella scheda secondo la tipologia del gruppo ele sue esigenze; potrebbero decidere di daremaggior spazio al testo evangelico per una ca-techesi biblica, completando l’incontro con ledomande e la preghiera; oppure potrebberovalorizzare maggiormente la catechesi me-diante il confronto. In particolare per questotempo liturgico di Avvento viene proposta lascheda: “Gesù accolto nella famiglia diNazareth rende la famiglia accogliente” che in-

vita alla riflessione sull’accoglienza di Gesùnella sua famiglia; una famiglia storica, reale,quella di Maria e Giuseppe, che nonostante idubbi e le difficoltà, si fida della Parola di Dio,accoglie la Sua Parola e vive un’avventura nuo-va, straordinaria che stravolge la loro stessa vi-ta e li rende capaci di accogliere e donarsi comemai avrebbero potuto immaginare.

In sostanza, le schede proposte avranno ilcompito di stimolare i gruppi a riflettere sul-l’accoglienza nelle proprie famiglie, a prender-si cura dell’altro, nello stile familiare, ciò signi-fica non fermarsi al primo aiuto, significa farsicarico, preoccuparsi, assumere su di sé gioie,problemi e disagi dell’altro. Diceva SanGiovanni Paolo II, grande amante della fami-glia: «Famiglia diventa ciò che sei» (FamiliarisConsortio, 17). Gli fa eco Papa Francescoquando scrive che l’accoglienza familiare vis-suta bene è «un vero cammino di santificazionenella vita ordinaria e di crescita mistica, un mez-zo per l’unione intima con Dio» (AmorisLaetitia, 316).

La prima scheda per l’Avvento sarà inviatavia mail a tutte le comunità e le parrocchie epotrà essere scaricata dal portale della Diocesi:www.chiesadinapoli.it/settorelaicato.

Alessandro Mazzoni, Caterina Caiazzo,

Angelo RussoDirettivo Ufficio Famiglia e Vita

Vita DiocesanaNuova Stagione 10 dicembre 2017 • 5

Custodi di un tesoro da condividereVenerdì 8 dicembre, la Festa dell’Adesione dell’Azione Cattolica

«L’appartenenza all’Azione Cattolica Italiana costituisce una scelta da partedi quanti vi aderiscono per maturare la propria vocazione alla santità, viverlada laici, svolgere il servizio ecclesiale che l’Associazione propone per la crescitadella comunità cristiana, il suo sviluppo pastorale, l’animazione evangelica de-gli ambienti di vita e per partecipare in tal modo al cammino, alle scelte pasto-rali, alla spiritualità propria della comunità diocesana» (Statuto, art. 15.1). Inquesto anno speciale, nel quale facciamo memoria di centocinquant’anni di sto-ria associativa, anche l’Azione Cattolica di Napoli si prepara a celebrare nel gior-no dell’Immacolata Concezione di Maria, la festa dell’Adesione, e a rinnovareinsieme quell’appartenenza ad una associazione che ci aiuta ad essere Chiesa,ad essere comunità viva che cammina insieme.

La festa dell’adesione si colloca quest’anno dentro un tempo ecclesiale ed as-sociativo straordinario, nel quale facciamo memoria di un tesoro prezioso. Untesoro di legami di vita buona, di esperienze vissute, di fedeltà alla chiesa e almondo, che va certamente custodito, ma che va anche e soprattutto raccontatoe testimoniato, perché sempre più persone possano essere contagiate della lucedel Vangelo, quella luce che si fa studio, preghiera, servizio nelle nostre comu-

nità parrocchiali e nella nostra chiesa diocesana. Ecco allora che oggi il nostroaderire assume un significato ancora più grande, perché ricco di senso, ricco diun’esperienza storica di popolo, di comunione ecclesiale e di gioiosa responsa-bilità laicale.

Valori che come Azione Cattolica di Napoli vogliamo continuare ad an-nunciare e promuovere nella nostra diocesi, nelle nostre comunità parroc-chiali, perché l’AC possa essere per ciascun ragazzo, giovane e adulto, quelprogetto di vita bello e pieno che ci aiuta a stare nella complessità della vita,a compierne i passi, perché la stessa sia illuminata ed edificata dalla graziadi Dio.

Che l’8 dicembre sia allora per tutti e per ciascun aderente la “festa del Sì”,del sì alla vita, del sì ad una grande e bella esperienza di fede, di comunione ec-clesiale, di responsabilità e di santità, vissuta nella semplicità del quotidiano.Sia il sì della gioia e della riconoscenza di chi sa di portare nel cuore un donogrande e sa di doverlo condividere con gli altri.

Maria Rosaria SoldiPresidente diocesano Azione cattolica

In occasione della Giornata internazionale delle personecon disabilità e della prima Domenica di Avvento,

il Cardinale Crescenzio Sepe ha conferito in Cattedrale il Sacramento della Confermazione ad un gruppo di disabili

Il volto gioioso di chi ama Dio

Imparare ad accogliere

tuttiNel decimo anniversario della “Giornata diocesana della

Disabilità”, ci siamo incontrati in Cattedrale per celebrare la li-turgia della prima domenica di Avvento che la Chiesa di Napolidedica alle persone con disabilità. In dieci anni l’appuntamentodi questa domenica ha coinvolto tante e diverse realtà, ecclesialie non, e oltre 130 giovani e adulti con disabilità hanno ricevuto ilsacramento della Confermazione e della Prima Comunione.Accompagnati dai rispettivi padrini e madrine, dai catechisti, dal-le famiglie e dagli amici, quest’anno 19 persone hanno chiesto diricevere il dono del sacramento della Confermazione edell’Eucarestia: Giuseppe, Marco, Francesco, Vittorio, Gioele,Francesca, Angela, Nunzia, Vincenzo, Adriano, Cristina, Maria,Joe, Claudia, Lucia, Vincenzo, Maria, Valeria, Pierluigi. Si sonopreparati con la catechesi, la preghiera personale, il sacramentodella riconciliazione, la partecipazione alla Santa liturgia, da tan-ti chiamata la “Festa con Gesù”. Fanno parte dell’Associazione LePerle, dell’Istituto Antoniano, dell’Istituto Don Orione e dellaComunità di Sant’Egidio. Hanno scoperto Gesù come Amico e co-municano a tutti la gioia di essere amati gratuitamente. Hannoscoperto che l’amicizia con Gesù libera dalla solitudine e di que-sto diventano testimoni.

La Giornata diocesana della disabilità, voluta dal CardinaleSepe all’inizio dell’Anno liturgico, con la sua gioia ben rappresen-ta il senso dell’attesa della venuta del Signore Gesù e ci aiuta a sen-tire con più forza il desiderio di percorrere le strade delle nostrecittà per portare il Vangelo.

Nell’Evangelii gaudium, Papa Francesco esorta ad essere unaChiesa in uscita, una chiesa con le porte aperte per giungere alleperiferie umane ed esistenziali, in cui i poveri siano i destinatariprivilegiati del Vangelo. Oggi sappiamo che non siamo soli, nuovifratelli e sorelle hanno ricevuto il dono dello Spirito Santo e insie-me, disabili e non disabili, possiamo aprirci alla missione di co-municare il Vangelo, di costruire un mondo pacificato, di costrui-re una cultura dell’inclusione e combattere quella della paura edei muri di divisione. Quest’anno per la prima volta, un giovane,cresimato durante la liturgia in cattedrale nel 2013, Alessandro,ha fatto da padrino ad uno dei cresimati. Veramente lo Spirito sof-fia dove vuole, non conosce barriere e riempie dei suoi doni chiLo accoglie con fede!

Si è aperto un nuovo anno e vogliamo vivere con gioia il tempodell’Avvento, vogliamo imparare da Gesù i modi per mettere inpratica le opere di Misericordia e quest’anno, in modo particolarecon la lettera Pastorale “Alloggiare i pellegrini”, il Cardinale Sepeha tracciato un cammino importante per la Chiesa di Napoli. Noisiamo una piccola ma significativa tappa di questo cammino e vo-gliamo imparare a vivere l’ospitalità come stile di vita, impararead accogliere tutti, senza escludere nessuno, imparare ad essereattenti e disponibili nei confronti del pellegrino e del forestieroche arriva da lontano, così come di quello della porta accanto, at-tenti e disponibili nei confronti di chi non ha casa, di chi è solo,escluso e senza affetti, di tanti giovani in cerca di amicizia e sensodella vita.

Matilde Azzolini

Giorno di festa, giorno di gioia, per tutti, inparticolare per la nostra Diocesi, festa e gioiache vediamo riflesse nel volto di questi giovani,ragazzi e ragazze, che tra poco riceveranno ilSacramento della Confermazione. Ci siamo in-contrati poco fa e loro scalpitavano perché pre-sto in questa celebrazione riceveranno lo SpiritoSanto e diventeranno membra attive e parteci-pative della vita della Chiesa.

Oggi è la prima domenica di Avvento, tempoche ci prepara all’incontro con il Signore. E qua-le preparazione più bella per questo incontroche ricevere la forza, il fuoco e lo Spirito di Dioche viene ad abitare in noi, che ci fa cristianiadulti! È una vera commozione, il Signore ci in-vita questa domenica ad essere vigili ed attentiperché vuole che, quando lo incontreremo, ilgiorno in cui ricorderemo la nascita aBetlemme, il nostro cuore sia pieno di amoreverso di Lui.

È come quando ci prepariamo per andare atrovare una personalità eccezionale. Gesù ades-so ci invita, ma con una differenza: è Lui a venireincontro a noi, che si mette in cammino per in-contrarci.

Che cosa commovente: Gesù viene a trovar-mi! Così oggi, ha chiamato, tutti, uno ad uno, dalfratello dell’Africa, che riceverà la primaComunione, a quelli che vengono dal “DonOrione”. Gesù ha chiamato tutti voi e vi ha chie-sto se poteva venire a trovarvi. Avete risposto disì e tutto questo è per una gioia grande.

Quando uno va a trovare una persona si è so-liti fare un regalo. Oggi Gesù vi regala lo SpiritoSanto, Dio che verrà ad abitare nei vostri cuori,che diventa il vostro amico, compagno di viag-

gio nelle difficoltà da affrontare, di gioco e di co-munione con gli altri. Lo Spirito Santo diven-terà parte della vostra vita, della vostra famiglia,del vostro essere discepoli e amici di Gesù.

Ecco perché è giorno di festa, di gioia: nellaChiesa Cattedrale riceverete lo Spirito Santotramite il Vescovo, il quale scenderà nel vostrocuore e nella vostra mente.

Tutti noi vogliamo ringraziare Dio per il donoche questi nostri fratelli e sorelle ricevono, e vo-gliamo ricordarci che anche noi siamo stati bat-tezzati e cresimati, rinnovando le promesse diadesione a Cristo. Accompagniamo questi amicicon le nostre preghiere, ringraziando il Signoree tutti coloro che mettono a disposizione la lorovita per assisterli ed essere loro vicini. Essi san-no di possedere Cristo e ci ricompensano con illoro sorriso e con la loro amicizia.

Credo che questa sia la migliore preparazio-ne per il Natale: incontreremo Gesù che verrà in-contro a noi e mostreremo il volto bello e gioiosodi chi ama il Signore, anche se nella sofferenza,diventando testimoni di come è bello, gioioso egrande amare Cristo nei fratelli, soprattuttoquando hanno bisogno di noi, impegnandocitutti affinché possiamo metterci al loro servizioe contribuire, con il nostro buon esempio, a farlivivere in serenità e in amicizia.

Il Signore benedica questi nostri fratelli e so-relle che saranno tra poco cresimati e benedicatutti voi qui presenti e la nostra amata Diocesi diNapoli e, insieme alla benedizione del Signore,ricordiamo insieme la giaculatoria che tutti ab-biamo imparato: ‘a Madonna c’accumpagne!

Crescenzio Card. SepeArcivescovo Metropolita di Napoli

Vita Diocesana Nuova Stagione6 • 10 dicembre 2017

Formazionebiblica al quintoDecanatoHa preso il via, nel quintoDecanato, un nuovo itinerariodi formazione biblica, rivoltoagli operatori pastorali e a tutticoloro che sono interessati adapprofondire la Parola di Dio e ilMistero dell’Incarnazione. Dopol’esperienza vissuta lo scorsoanno insieme a padre AlexZanotelli, e rivolta in particolareai giovani, quest’anno ilpercorso è affidato alla guida diLuigi Santopaolo, docente diSacra Scrittura presso la FacoltàTeologica dell’Italia MeridionaleSan Tommaso d’Aquino e autoredi numerose pubblicazioni. L’itinerario, che si incentra sultema dell’ultima lettera pastoraledel Cardinale Sepe, “Accogliere ipellegrini”, si è svolto presso ilCentro di Pastorale GiovanileShekinà, al Vomero. Per questoevento è stata proposta la direttafacebook, realizzata dai giovanidel Centro. Il primo incontro si èsviluppato attorno al tema“Accogliere la Parola” ed èvisibile online sulle pagineyoutube del quinto Decanato edello Shekinà. Un’ora dicatechesi, un monologosull’approccio alle SacreScritture, un punto di partenzalogico di un itinerario che vuoleesaminare il temadell’accoglienza all’interno dellaBibbia. Santopaolo con le sueparole ha arricchito e svelato laParola di Dio, dando le giustechiavi di lettura per potercomprendere ciò che il Padre havoluto dire all’uomo attraversosuo Figlio e i Profeti. «La Parola di Dio – ha ricordatoSantopaolo – è allo stesso tempoparola dell’uomo, come Gesù,che era vero Dio e vero uomo,con tutti i limiti dell’umanità,tranne il peccato. I testi sacripossono avere dei limiti, legati aidiversi idiomi attraverso i qualisono stati tramandati, allastoria e alle diverse culture, manon contengono errori. Bastipensare che Gesù stesso parlavala sua lingua, l’aramaico, in unterritorio dove si parlaval’ebraico, con conseguentidifficoltà umane nellacomunicazione. La Bibbia èstata invece scritta in greco enon è semplice rendere in altralingua espressioni gergali, modidi dire e di pensare di altreculture». Un’attenta disamina dei contestinei quali le Scritture sono nate èstata effettuata da Santopaolo,che ha così aperto il ciclo diincontri proposti per il quintoDecanato ma aperti a tutti. Ilpercorso si articolerà in cinquemomenti di formazione concadenza mensile, il prossimoappuntamento è previsto pervenerdì 15 dicembre, semprepresso il Centro di Pastoralegiovanile Shekinà, e avrà cometema “Un Dio pellegrino”.

Oreste D’Amore

Ad Assisi l’annuale convegno organizzatodall’Ufficio per l’Ecumenismo della Cei

Tutti in un solo corpo

La figura di Enrichetta Beltrame Quattrocchi

Guardare il mondo dai tetti in suNel corso di un’Udienza Generale, Papa

Francesco ha affermato: «È la preghiera che con-serva la fede, senza di essa la fede vacilla!Chiediamo al Signore una fede che si fa preghieraincessante, perseverante, come quella della vedo-va della parabola, una fede che si nutre del desi-derio della sua venuta. E nella preghiera speri-mentiamo la compassione di Dio, che come unPadre viene incontro ai suoi figli pieno di amoremisericordioso».

Tutti coloro che hanno conosciuto Enri chet -ta Beltrame Quattrocchi, anche chi ha avuto mo-do di incontrarla una sola volta, concordano suun punto: la figlia dei Beati coniugi raccoman-dava la preghiera incessante, la partecipazioneai sacramenti e la recita quotidiana del Santo Rosario. Ogni visitatoreche giungeva a trovarla veniva immediatamente introdotto nella cap-pellina di casa dove, per particolare privilegio concesso alla famigliaBeltrame, era conservata la Divina Eucaristia. Enrichetta presentavasubito il capo di casa, Gesù, un richiamo irresistibile a volgere losguardo al Cielo che non poteva lasciare indifferenti perché assoluta-mente autentico era in lei il desiderio di trascorrere tempo con loSposo Divino. Un desiderio che contagiava tutti, dalle famiglie allegiovani coppie, dai ragazzi ai consacrati e fino ai vescovi ma soprat-tutto a tanti che erano lontani dalla fede o smarriti. La vita diEnrichetta si fondeva con la preghiera che era la fonte di tutta la forza,di tutta pace, di tutta la speranza che ella riusciva a trasmettere nei

cuori di coloro che le si avvicinavano. Tutte lepersone che ebbero la grazia di ricevere frequen-temente e generosamente la sua ospitalità, siapresso l’appartamento di via Depretis a Roma,sia al villino di Serravalle, chiamato non a caso“La Madonnina”, la ricordano china sul brevia-rio fin dal mattino o con la corona del SantoRosario in mano o a rincuorare, consigliare, ani-mare chiunque avesse bisogno.

La figlia dei Beati aveva sperimentato quantola preghiera comune avesse cementificato la vitaconiugale dei suoi genitori, quanto avesse tenu-to unita un’intera famiglia divisa fisicamente danotevoli distanze geografiche dopo che i figliavevano lasciato il tetto natio per seguire ciascu-

no la propria chiamata religiosa. Per questo il suo primo e fonda-mentale consiglio alle numerose famiglie in crisi che a lei si rivolge-vano era quello di ripartire dai Sacramenti, dalla preghiera comune,dal Santo Rosario, insomma, dal rianimare col soffio dello Spiritorelazioni che, fossilizzate in dinamiche meramente umane, avesseroperso il punto di vista soprannaturale, clima “normale” di casaBeltrame. A tanti coniugi Enrichetta ha insegnato ad essere non due“corpi” che vivono insieme ma persone in comunione profonda,fianco a fianco a contemplare lo stesso orizzonte. Enrichetta non ciha ripetuto solo una frase ascoltata in famiglia ma ci ha anche mo-strato cosa significa veramente «guardare il mondo dai tetti in su!».

Simona Aretano

gnate nel nostro tempo dal grido dei poveri edal sangue dei martiri. Valdo Bertalot presi-dente della Società Biblica ha introdotto i lavo-ri con la sua riflessione su Ef 2,16. Oltre alle re-lazioni principali, il programma è stato arric-chito da una serie di brevi presentazioni di te-stimoni della fede dette “medaglioni” apparte-nenti a diverse tradizioni cristiane che hannodato un sapore di novità e di apertura, rispettoa precedenti convocazioni, sul tema della testi-monianza cristiana.

Nella prima serata, i partecipanti hanno po-tuto seguire presso la Basilica Inferiore un per-corso pittorico teologico sulla croce, con la let-tura dei celeberrimi affreschi di Giotto.Bludau, decano delle Fcei ha presentato un di-pinto di Lucas Cranach del cinquecento, rea-lizzato in piena Riforma. L’icona ortodossadella Natività ci è stata presentata da un sacer-dote della Russia. Il cammino di riflessione èproseguito con l’intervento di vard. TovmaKhachatryan della Chiesa Armena Apostolicache ha scandito in due fasi storiche la sua rela-zione. Il primo momento risale agli inizi del Vsecolo quando furono inventate quasi per ispi-razione divina le lettere dell’alfabeto armenocon cui furono tradotte le Scritture; il secondo,l’importante movimento ecclesiale della primametà del XVII secolo che fece risvegliare la vitaspirituale della gente. In entrambi i casi i duemomenti avevano al centro la Sacra Scrittura:nella prima circostanza si trattava della tradu-zione della Bibbia in armeno, nella secondadell’avvicinamento della Parola di Dio al popo-lo per vivere secondo i suoi dettami. Molto in-cisiva è stata la relazione della pastora della

chiesa Battista Lidia Maggi che tra le altre coseha evidenziato la presenza nelle varie chiese di“marcatori identitari” che se troppo declamatipotrebbero addirittura ostacolare una pienacomunione. Ha citato tra gli altri l’episodio diNm36, 10-12 con la vicenda di Zelofcad e le suecinque figlie. La seconda serata è stata arric-chita dalla suggestiva veglia di preghiera nellaBasilica superiore di San Francesco.

Tutte le relazioni sono ruotate, in sintesi, in-torno al seguente interrogativo: come procede-re dalla Riforma storica alle riforme che pureoggi sono necessarie nelle varie comunità ec-clesiali? Tutti i relatori sono convenuti sulla ne-cessità di aprire il cuore alla voce dello Spiritoche resta il principale artigiano della comunio-ne e della testimonianza nella chiesa. Le con-clusioni finali sono state dettate da donCristiano Bettega, direttore dell’Unedi, dal pa-store Luca Negro presidente della Federazionedelle Chiese evangeliche in Italia e da padreEvangelos Yfantidis, vicario della arcidiocesiortodossa di Italia e Malta.

Indubbiamente la strada è segnata e dall’e-cumenismo non è più possibile prescindere perun futuro prossimo, irto di sfide e colpi di scena.Il prossimo appuntamento è per il cinque di-cembre quando ci sarà la prima convocazione dialcuni dei partecipanti ad un tavolo permanentecome già avviene in diversi paesi europei percontinuare a perseguire un cammino di unità edi dialogo come auspicato e desiderato dalla va-sta platea dei partecipanti al convegno.

Vincenzo LionettiCommissione Diocesana Ecumenismo e

Dialogo Interreligioso

Si è svolto dal 20 al 22 novembre 2017 l’an-nuale convegno organizzato dall’Ufficioper l’Ecumenismo della Conferenza

Episcopale Italiana con la collaborazione dinumerose delegazioni giunte dalle chiese orto-dosse e protestanti. La sede scelta per il conve-gno è stata la città di san Francesco. Assisi si èaffermata come luogo preferito per diversi ra-duni storici, come quello del 27 ottobre 1986quando san Giovanni Paolo II volle lì incontra-re tutti i leader mondiali delle religioni per in-vocare il dono della Pace. Il tema del simposioecumenico è stato: “Nel nome di Colui che ciriconcilia tutti in un solo corpo (cfr. Ef 2,16). Ilsaluto introduttivo è stato di Mons. DomenicoSorrentino vescovo di Assisi. Egli ha indicatola Sala della Spogliazione, luogo che in seguitoalla visita di papa Francesco del 4 ottobre 2013è diventato il santuario che ricorda l’episodioin cui il poverello di Assisi abbandonò i suoivecchi abiti e iniziò il cammino che rapida-mente lo portò alla perfezione evangelica. «Ilrichiamo a quel luogo è necessario per andareverso quella spogliazione da tutto ciò che è se-condario, per ritrovare in Cristo l’unico fonda-mento della nostra fede e della nostra speran-za», ha sottolineato l’ordinario diocesano. I sa-luti sono proseguiti con l’intervento autorevo-le di Mons. Ambrogio Spreafico, presidentedella Commissione Cei per l’Ecumenismo e ilDialogo Interreligioso. Più volte è stato citatoil testo di Sant’Agostino di Ippona in cui ilDottore della Chiesa affermava: «Nelle cosenecessarie unità, in quelle dubbie libertà, intutto la carità». Le note caratteristiche del no-stro tempo, ha continuato Spreafico, sono al-meno tre: la novità delle spinte ecumenicheche sono sotto gli occhi di tutti, la globalizza-zione e infine le sfide per una nuova evangeliz-zazione in un contesto di profonda secolariz-zazione e persecuzione.

Non è più possibile differire l’urgenza dellatestimonianza cristiana, enfatizzando ciò cheunisce senza trascurare ciò che nei secoli haprocurato ferite e lacerazioni profonde.L’obiettivo non è un vago unionismo ma uncammino di preghiera e di guarigione attraver-so la cura delle memorie. I documenti più im-portanti che hanno scandito tale cammino so-no stati diversi tra cui: la Dichiarazione con-giunta cattolica e luterana del 1999 sullaDottrina della Giustificazione e la Dichia -razione congiunta del 2017 firmata al Cairo trapapa Francesco e la Chiesa Copta Ortodossanella persona del patriarca d’Egitto TawadrosII. Infine, il celebre documento Dal Conflittoalla comunione che ha portato alla comunecommemorazione del Cinque centenario dellaRiforma protestante che si è concluso il 31 ot-tobre 2017. È stato ripreso il principio lutera-no della “Sola Scriptura” per esortare tutti atornare al testo biblico quale comune patrimo-nio sorgivo, senza trascurare l’altra colonnaportante della vita della chiesa: la Tradizione.Le vie privilegiate per ritrovare l’unità sono se-

Santa Mirabilia di GesùVergine Carmelitana – 11 dicembre

Nacque a Madrid il 4 novembre 1891 da una famiglia profondamente cri-stiana; il padre Luis Pidal, marchese, era ambasciatore di Spagna presso laSanta Sede. Maravillas sentì la chiamata alla vita religiosa sin dalla fanciullez-za, e mise in pratica tutte le virtù cristiane, che coronò con la sua entrata nel1919, nel monastero delle Carmelitane Scalze di Madrid, dove pronunciò i votiil 7 maggio 1921. Si sentì ispirata dal Signore, a fondare un monastero carme-litano a Getafe dove, nel 1919, il re Alfonso XIII aveva inaugurato un monu-mento al Cuore di Gesù e aveva fatto la consacrazione della Spagna al SacroCuore di Gesù. Nel 1926 inaugurò il monastero a Getafe, territorio allora rica-dente nell’Arcidiocesi di Madrid. Nominata prima priora della nuovaComunità seppe animare con fortezza e dolcezza, instaurando una fedeltà te-resiana totale, un grande spirito apostolico, un senso profondo dell’ideale con-templativo. Si interessandosi delle necessità dei bisognosi e grande era il suoamore per la Croce. A causa della rivoluzione spagnola, con la persecuzione el’odio contro chiunque avesse a che fare con la religione, madre MariaMaravillas de Jesus, il 22 luglio 1936, fu costretta a lasciare il monastero contutte le religiose.

Accolte dapprima dalle Orsoline francesi di Getafe, nell’agosto seguente ri-para in una casa di Madrid e poi attraverso Valencia, Barcellona e Lourdes,rientrano dall’altra parte della Spagna, stabilendosi nell’antico eremodell’Ordine Carmelitano a Salamanca. Si ritirò nel 1961 nel convento di LaAldehuela da dove in grande povertà, dirigeva il movimento e la vita regolaredei tanti monasteri, con la sua parola materna ed il suo esempio; nel 1972 laSanta Sede approvò l’Associazione di Santa Teresa, da lei costituita per i suoimonasteri, di cui fu eletta presidente, associazione impegnata in iniziative so-ciali.

Tra il 1972 ed il 1974 aiuta e sostiene la costruzione di un rione di 200 abi-tazioni, con la chiesa e le opere sociali, a Perales del Rio, collaborando con ilparroco locale. Con la bontà di coloro che si fidavano di lei e della sua opera,aiutò la costruzione della nuova clinica per religiose e monache a Pozuelo diAlarcón.

Fu colpita da una polmonite il Venerdì Santo del 1967 e da allora andò sem-pre più indebolendosi, anche se non si risparmiava nella fedeltà alla Regola edalle Costituzioni. Morì santamente dopo breve malattia l’11 dicembre 1974 nelmonastero della Aldehuela (Madrid); donna notissima per le sue virtù e le suecapacità umane, Madre Maravillas lasciò una traccia notevole con il suo spi-rito di orazione contemplativa, con il desiderio di aiutare la Chiesa e con l’a-nelito di salvare gli uomini, che la resero fedelissima alla sua vocazione e au-trice coraggiosa di grandi opere per la gloria di Dio. La sua spiritualità si espri-meva nella preghiera continua, nell’eccezionale povertà sua e dei suoi mona-steri, nella vita austera sostenuta dal lavoro, che permetteva di mantenersi edi aiutare così, anche grandi iniziative ecclesiali, sociali e benefiche, che an-cora parlano di lei. La sua salma riposa nella poverissima cappella del mona-stero di La Aldehuela, la causa canonica fu introdotta il 19 giugno 1980, è statabeatificata da papa Giovanni Paolo II il 10 maggio 1998. Il 4 maggio 2003, lostesso pontefice l’ha canonizzata proclamandola Santa a Madrid.

Pastorale e DomenicaNuova Stagione 10 dicembre 2017 • 7

PrepararsiCome inizia il “Vangelo” di Dioper l’uomo?Come inizia la “notizia buona”che Dio sta donando all’umanitàe che si chiama Gesù?Secondo l’evangelista Marco,l’inizio del Vangelo di Gesù èsegnato da una certezza: Diomanda messaggeri perchépreparino le strade (le vite, icuori, i desideri) per il Signoreche viene (cfr. Mc 1, 1-3). Lo hafatto nei tempi antichi con iprofeti; lo ha fatto in modoradicale mandando suo Figlio.Dio non si scoraggia, non silascia fermare dai deserti, dallestrade divelte, da valli scoscese oda irte salite montuose. No! Nonsi ferma davanti a cuoriibernati, a vite sbarrate dalladisperazione, a desideri spezzatidalla delusione, a speranzedeluse da eterne attese.Dio manda ogni giornomessaggeri che, come Giovanni,non temono di richiamare lanostra attenzione su ciò chedavvero conta; non hannopaura di indicarci vie nuove dapercorrere; non temono di dircicon delicata carità che stiamosbagliando strada, chedovremmo imparare a cambiaredirezione per con-vertirci a Dio.Ma se Dio fa questo per noi,allora l’Avvento è il tempo giustoper prepararsi ad ascoltare quellevoci che lui attiva per noi e adiventare noi stessi voce percoloro che ci pone accanto.A diventare “voce” però nondevono essere le parole né lanostra imperiosa voce. È laparola di Dio a dover diventare“voce” in noi, vera nei gesti checompiamo, visibile nella nostravita semplice e quotidiana,credibile nelle nostre scelte.

La preghiera Tu sei l’atteso, Signore Gesù:colui che può riaccenderel’amore nei cuori;colui che può riaprirciallo stupore della gratuità;colui che può farci risentireil sapore dell’amore vero.Libera il nostro cuoree la nostra vita da tutto ciòche la ingombrae che toglie spazio all’attesa.Insegnaci a voltarci verso di te,a tendere verso il tuo ritorno,ad attendere il compimentodi ogni promessa.Insegnaci, Signore Gesù,la conversione,il cambiamento di direzione,perché, liberi e fiduciosi,possiamo preparare, come Giovanni,la strada per accogliere te,Salvatore dei popoli.Vieni, Signore Gesù; vieni!

Preghiere dei fedeli per i bam-bini, scritte ispirandosi alVangelo ogni domenica, verran-no messe a disposizione sul mioblog www.cantalavita.com.Potranno essere usate anche co-me preghiera di intercessionedurante l’incontro di catechesisettimanale.

Mariangela Tassielli

10 dicembre. Seconda Domenica di Avvento

L’efficacia salvifica dell’interventodi Dio nella storiaIs 40, 1-5. 9-11; Sal 84; 2 Pt 3, 8-14; Mc 1, 1-8

SANTI, BEATI E TESTIMONIRECENSIONI

Cerca & trova nelle storie della Bibbia

In questo libro i bambini trovano e vivono la storia della na-scita di Gesù in un mondo ricco di colori e di dettagli. I testi, difacile comprensione, sono affiancati da grandi tavole con pae-saggi affascinanti che invitano ad andare alla ricerca di perso-naggi, animali e cose. Un libro sulla Natività unico nel suo ge-nere: mentre ascoltano e interagiscono con la storia più bella,i bambini fanno un piccolo, grande passo nella crescita di fede.La narrazione segue i racconti dei Vangeli di Matteo e Luca.Gill Guile Cerca & trova nelle storie della Bibbia. Il NataleEdizioni Elledici - Pagine 16 – euro 15,90

Mille anni di poesia religiosa italiana

Da San Francesco a Jacopone da Todi, da Dante a Petrarca,da Tasso a Campanella, da Clemente Rebora a Ungaretti, daEnrico Pea a David Maria Turoldo. Senza dimenticare poetimeno letti e studiati, spesso donne. Questo viaggio in mille an-ni di poesia religiosa italiana propone un aggiornato sguardod’insieme su testi di grande bellezza.Daniela MarcheschiMille anni di poesia religiosa italianaEdizioni Dehoniane – 2017 - Pagine: 328 – euro 22,50

Da due grani nasceranno quattro spighe

Questa piccola antologia nasce dal desiderio di aiutare co-loro che non hanno il tempo di accostarsi ai numerosissimiscritti di Don Bosco, per valorizzare alcuni frammenti del suoinsegnamento sul tema della preghiera, per constatare che l’e-redità spirituale del Fondatore non si riduce a un apostolatosenz’anima, ma ha radici profonde. I testi riportati non hannobisogno di grandi commenti: la loro forza scaturisce propriodall’accostarli semplicemente l’uno all’altro, alla ricerca diquesta preziosa eredità carismatica.Giuseppe BuccellatoDa due grani nasceranno quattro spighe. Piccola antologiadi insegnamenti di San Giovanni Bosco sulla preghieraEdizioni Elledici – 2017 - Pagine 96 – euro 6,00

La venuta del Signore, benché imprevedi-bile quanto ai modi e ai tempi, non è mai sgan-ciata dalla storia degli uomini: al contrario,essa viene preparata all’interno della vicendaumana dal misterioso agire di Dio, che sem-pre si serve della collaborazione di uomini edonne pronti ad accoglierne la voce, per quan-to scomode e costose possano risultare le suerichieste. È stato così per Abramo, per Mosè eper quanti, nel corso della storia della salvezzanarrata nella Scrittura, hanno “prestato” lapropria voce a un Dio che, a differenza degliidoli fatti dalle mani dell’uomo, non ha labbra,eppure può e desidera parlare.

Se a Giovanni il Battista spetta un postotutto particolare all’interno della folta schieradi precursori del Signore – ai quali la Letteraagli Ebrei non esita a riferirsi, additandoli allacomunità cristiana come modelli di una fedecapace di attendere “operosamente” la venutadel Signore (cfr. Eb 11) –, ciò non è solo a mo-tivo della prossimità cronologica con la vicen-da di Gesù di Nazaret: tra Giovanni e Gesù, in-fatti, è possibile riconoscere un vincolo asso-lutamente unico e particolare, che si fondasulla disponibilità di entrambi a obbedire l’u-no per mezzo dell’altro alla volontà di quelDio, che nella coscienza di Gesù e attraversodi essa per tutti gli uomini, si sarebbe rivelatocon il volto di un Padre: il battesimo di Gesù alGiordano per mano di Giovanni, infatti, mo-

stra che tanto Gesù quanto Giovanni hannoaccettato di non sottrarsi a un’obbedienza aDio tanto assoluta quanto “cieca” («Lascia fa-re per ora, perché conviene che adempiamoogni giustizia», Mt 3,15).

In tal modo, però, Giovanni e Gesù, così di-versi nello stile della loro vita e della loro pre-dicazione, si incontrano in quella tensione alRegno che costituisce il cuore del loro annun-cio («Il regno dei cieli è vicino»,Mt 3, 1 e 4, 17)e sono in pieno accordo nel mostrare che taleannuncio non può rinunciare alle esigenzedella giustizia. La misericordia, che pure co-stituisce uno dei nuclei centrali del messaggiodi Gesù, sarebbe assolutamente svuotata del-la sua portata esistenziale e salvifica se ad ac-compagnarla non vi fosse la giustizia, che im-plica il guardare alla vicenda umana “in ve-rità”, riconoscendola abitata dal peccato e,dunque, bisognosa di conversione (Giovanni«proclamava un battesimo di conversione peril perdono dei peccati… E si facevano battezzareda lui nel fiume Giordano, confessando i loropeccati», Mc 1, 4-5).

È proprio questa “ferita”, da cui è affetta lastoria degli uomini, a far sì che Dio tenti in-stancabilmente di entrare in essa per portarvila sua salvezza. Uno sguardo vero, per quanto“crudo”, sulla realtà umana e sulla “verità”della sua miseria, dunque, aiuta l’uomo a co-gliere in profondità l’efficacia salvifica dell’in-

tervento di Dio nella storia, ricordando cheper godere di quella salvezza nell’oggi è neces-sario riconoscere l’umano bisogno di salvezzae, ancor più, mettere a fuoco ciò da cui concre-tamente essere liberati.

Il peccato non è mai qualcosa di teorico e diastratto: esso, al contrario, è il collocarsi, con-sapevole e concreto, al di fuori della relazionefiliale/fiduciale nei confronti di Dio, per porsial servizio di tutti quegli idoli, che, pur non es-sendo Dio, ricevono da parte dell’uomo la fidu-cia che a Dio solo spetterebbe. È allo smasche-ramento di queste schiavitù che mira la duraessenzialità di Giovanni, che la predicazionedi Gesù non nega, ma compie: se, infatti,Giovanni ha vissuto e annunciato l’essenziale,denunciando tutto ciò che lo contraddice,Gesù lo ha fatto mostrando nella sua umanitàla novità e la pienezza di vita che quell’essen-ziale realizza in quanti lo accolgono.

Ai discepoli del Signore, che ancora vivononella tensione tra ciò che è preparazione (la vi-ta in Christo e in Ecclesia) e ciò che è compi-mento (il Regno), è, dunque, chiesto di arriva-re ancora a Gesù “passando per il Battista”:sottrarsi a questo significa condannarsi a nongustare mai pienamente nel proprio oggi il do-no di una salvezza che raggiunge l’uomo alcuore della sua miseria.

Gianpiero TavolaroMonaco di Ruviano

Speciale Nuova Stagione8 • 10 dicembre 2017

Industria:baricentrodellaripresaTutti gli indicatori confermanoche “la ripresa c’è” e non è unaconseguenza degli investimentipubblici che, anzi, sono l’unicofattore in calo. L’industria è“uno dei baricentri dellaripresa”. “L’incremento del 2,3%della produzione industrialeitaliana nel primo semestre del2017 – rileva il Rapporto – è ilmigliore tra i principali Paesieuropei (Germania e Spagna+2,1%, Regno Unito +1,9%,Francia +1,3%)” e “cresce al+4,1% nel terzo trimestredell’anno”.Il Censis definisce“inarrestabile” la capacità diesportazione delle aziende delmade in Italy: il saldocommerciale nel 2016 è statopari a 99,6 miliardi di euro. Laquota italiana sul totaledell’export manifatturiero nelmondo è del 3,4% “con assolutiprimati in alcuni comparti”: il23,5% nei materiali dacostruzione in terracotta, il13,2% nel cuoio lavorato, il12,2% nei prodotti da forno,l’8,1% nelle calzature, il 6,8%nei mobili. Nel settore dellemacchine utensili – osserva ilCensis – l’Italia ha raggiunto ilquinto posto nel mondo pervalore della produzione (dopoCina, Germania, Giappone eUsa) e addirittura il terzo tra iPaesi esportatori (dopoGermania e Giappone).L’Italia, inoltre, “è sempre piùattrattiva per il turismodomestico e internazionale”. Nel2016 gli arrivi complessivihanno sfiorato i 117 milioni e lepresenze i 403 milioni, con unacomponente di visitatoristranieri pari al 49% del totale.Rispetto al 2008 si registra unincremento degli arrivi del22,4% e nel primo semestre diquest’anno gli arrivi sonocresciuti di un altro 4,8%rispetto allo stesso periododell’anno scorso.“Dopo gli anni del severoscrutinio dei consumi, torna ilprimato dello stile di vita e delbenessere soggettivo, dall’esteticaal tempo libero. La somma dellepiccole cose che contano generafelicità quotidiana: è uncoccolarsi di massa”.Il 78,2%degli italiani si dichiara molto oabbastanza soddisfatto della vitache conduce. Del resto, “negliultimi dieci anni, pur messeduramente alla prova dalla crisi,le famiglie hanno destinato aiservizi culturali e ricreativi unaspesa crescente: in unimmaginario collettivo che “haperso forza propulsiva”, al primoposto si collocano i socialnetwork (32,7%), seguiti dalposto fisso (29,9%) e dallosmartphone (26,9%).

Nel 51° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese e come gli indicatori dell’economia dimostrano, ma che “nel suo comp

L’Italia soffre di servizio a cura di Doria

Gli ultimi anni, segnati da livelli di cre-scita misurata in pochi o nessun punto de-cimale del Pil, hanno cambiato il Paese. Inrisposta alla recessione, la società italianasi è mossa quasi esclusivamente lungo li-nee meridiane, attraverso processi a bassainterferenza reciproca, con l’effetto di di-sarticolare le giunture che uniscono le va-rie componenti sociali. Abbiamo assistitoa processi di progressiva disintermedia-zione, che hanno finito per sottrarre forzaai soggetti e agli strumenti della mediazio-ne; all’affermazione di consumi mediaticie di palinsesti informativi tutti giocati sul-la presenza e sulla rappresentazione indi-viduali, con un linguaggio spesso involga-rito; all’assestamento verso una sobrietàdiffusa nei consumi, aprendo spazi all’e-conomia low cost e alla condivisione dimezzi e patrimoni. La contrazione deiconsumi e degli investimenti ha portato leimprese a concentrarsi sulla ripresa di ca-pacità competitiva. Così, tanti settorinell’anno hanno accelerato in fatturato eproduttività: dall’agroalimentare all’auto-

mazione, dai macchinari alla nautica eall’automobile, dall’ingegneria al design eal lusso.

Si sono però indebolite le funzioni se-lettive esercitate dalla politica industrialee di investimento, con uno spostamentoverso interventi a pioggia con i bonus o icrediti di imposta, e con programmiorientati alla rimodulazione lineare dellaspesa più che al sostegno del tessuto im-prenditoriale. Si sono quasi azzerate lefunzioni di innervamento da parte delleamministrazioni pubbliche dei principaliprocessi di miglioramento tecnologico,con un ritardo nella digitalizzazione dellamacchina burocratica divenuto patologi-co, con una inefficiente dispersione deitanti progetti di informatizzazione, conuna preoccupante incapacità di fermareinvestimenti finiti in un vicolo cieco e conun quadro via via più incerto su come tra-durre in passi concreti il riallineamentoall’agenda europea.

Siamo un Paese invecchiato che faticaad affacciarsi sullo stesso mare di un con-

In crescita gli immigratinelle nostre città

A Napoli i residenti stranieri aumentano del 77 per cento

Nel territorio delle due città metropo-litane di Roma e Milano risiedono circa990.000 stranieri, poco meno di un quin-to del totale nazionale (il 19,7%). Se siconsiderano le prime 6 province per pre-senza straniera (Roma, Milano, Torino,Brescia, Firenze e Napoli) si arriva ad unterzo del totale.

Bologna il numero di residenti stra-nieri tra il 2012 e il 2017 è cresciuto del35%, mentre quello degli italiani dello0,5%.

A Napoli addirittura i residenti italia-ni diminuiscono dell’1,6%, gli stranieriaumentano del 77%.

Negli ultimi cinque anni la presenzadei residenti stranieri è aumentata piùnei capoluoghi che negli hinterland. Conla sola eccezione di Genova e Napoli, ènei primi che si registra una incidenzadella presenza straniera maggiore: aMilano e Brescia siamo al 19%, a Torino,Bologna e Firenze al 15%, a Verona,Venezia e Roma intorno al 13%.

Quello appannaggio degli stranieri èperò ancora un mercato immobiliarepovero, fatto all’inizio di stanze e poi, coltempo, di microcase, dove il fattoreprezzo costituisce l’elemento centrale:300-400 euro per una stanza, 700-900euro per un alloggio sono i parametri ri-correnti a Roma.

Per un altro aspetto vicino al temadell’immigrazione, quello della reloca-tion, i ricercatori del Censis scrivono cheal 18 settembre scorso il bilancio della ri-distribuzione di migranti con evidentebisogno di protezione internazionale tragli Stati membri dell’Ue ha visto 8.598persone riallocate (7.796 adulti e 802 mi-

nori; 21,7% di quelli che sarebbero dovutipartire entro la fine di quest’anno. A questioccorre aggiungere 1.234 richieste appro-vate ed in attesa di trasferimento, 1.126 ri-chieste inviate a uno Stato membro e in at-tesa di approvazione, 1.284 domande istrui-te ma per cui deve ancora essere individuatouno Stato membro destinatario, 3.500 ulte-riori potenziali beneficiari.

Anche se tutti questi migranti dovesseroessere effettivamente accolti entro il 2017,avremmo una chiusura a fine anno di15.742 riallocati (39,8% di quelli previsti).Oltre alla difficoltà delle procedure e allamanifesta indisponibilità di alcuni Paesi,c’è da segnalare come anche i criteri di eleg-gibilità fissati dalla Commissione europea

non abbiano facilitato il trasferimento deiprofughi giunti in Italia.

I migranti appartenenti a quelle naziona-lità a cui è riconosciuto il diritto alla reloca-tion rappresentano una quota residuale de-gli sbarcati nel nostro Paese. In Italia arriva-no migranti solo da tre dei Paesi eleggibili:Eritrea, Siria e Yemen, da cui nel 2016 sonogiunti complessivamente 22.059 migranti,pari al 12,2% degli sbarcati, e nel 2017 7.720profughi (7,3% degli sbarcati in Italia tragennaio e settembre 2017).

Per i ricercatori questo significa che “seanche tutti i profughi giunti dai Paesi eleg-gibili fossero ricollocati, entro fine annonon si arriverebbe comunque alla quota mi-nima prevista di 39.600 migranti”.

SpecialeNuova Stagione 10 dicembre 2017 • 9

I nuovivoltidellapovertàSono oltre 1,6 milioni le famiglieche nel 2016 risultano incondizioni di povertà assoluta,con un aumento del 96,7%rispetto al periodo pre-crisi. Gliindividui in povertà assolutasono 4,7 milioni, con unincremento sul 2007 pari al165%. Una crescita vertiginosache ha coinvolto tutte le areegeografiche, con un’intensitàmaggiore al Centro (+126%) e alSud (+100%).La disoccupazione è laprincipale causa del fenomeno(tra le persone in cerca di lavorocoloro che sono in povertàassoluta sono il 23,2%) mentre èinversa la relazione con l’età: nel2016 si passa dal 12,5% tra iminori (+2,6% negli ultimi treanni) al 10% tra i “millennial”(+1,3%), al 7,3% tra i “babyboomer”, al 3,8% tra gli anziani(-1,3%). La povertà assoluta hal’incidenza più elevata tra lefamiglie con tre o più figliminori (il 26,8%, con unaumento dell’8,5%).I dati – osserva il Censis –mostrano “un altro trend il cuipotenziale sviluppo può averegravi implicazioni nel futuro:l’etnicizzazione della povertàassoluta”. Nel 2016 la quota difamiglie straniere in questacondizione era il 25,7% contro il4,4% delle famiglie italiane,mentre nel 2013 eranorispettivamente il 23,8% e il5,1%.Ma gli immigrati sono statifinora l’unico “antidoto allospopolamento”, a quello che ilRapporto definisce “ilrimpicciolimento del Paese”, chesi scopre sempre più vecchio (gliover 64 sono il 22,3% dellapopolazione). Il loro contributodemografico è stato decisivosoprattutto nei comuni perifericie ultraperiferici, che in molticasi – sottolinea il Censis – sonoriusciti a rimanere in vitaproprio grazie a questo apporto.“I gruppi sociali e i singoliindividui – si legge ancora nelRapporto – hanno bisogno diimmaginare il futuro, diriconoscersi in cammino versoun miglioramento delle propriecondizioni economiche esociali”. A fronte di questaesigenza, invece, la politica “hamostrato il fiato corto,nell’incessante inseguimento diun quotidiano ‘mi piace’, nellapersonale verticalizzazione dellapresenza mediatica”. Per ilCensis “i decisori pubblici sonorimasti intrappolati nelbrevissimo periodo” e questo “haprodotto una società che hamacinato sviluppo, ma che nelsuo complesso è impreparata alfuturo”.

emerge il profilo di una società che “ha macinato sviluppo”, plesso è impreparata al futuro”. Il Mezzogiorno fatica a stare al passo

i “mal di futuro” no Vincenzo De Luca

tinente di giovani; impotente di fronte acambiamenti climatici e a eventi catastro-fici che chiedono grandi risorse e grandeimpegno collettivo; ferito dai crolli discuole, ponti, abitazioni a causa di unascarsa cultura della manutenzione; incer-to sulla concreta possibilità di offrire pariopportunità al lavoro e all’imprenditoriafemminile, immigrata, nelle aree a minoresviluppo; ambiguo nel dilagare di nuovetecnologie che spazzano via lavoro e red-diti; incapace di vedere nel Mezzogiornouna riserva di ricchezza preziosa per tutti.La società appare sconnessa, disinterme-diata, a scarsa capacità di interazione. Laripresa registrata in questi ultimi mesisembra indicare, più che l’avvio di un nuo-vo ciclo di sviluppo, il completamento delprecedente.

Il futuro si è incollato al presente. Maproprio lo spazio che separa il presente dalfuturo è il luogo della crescita. Il prezzoche abbiamo pagato a questo decennio diprogresso sottotraccia è proprio il consu-mo, senza sostituzione, di quella passione

per il futuro che esorta, sospinge, spronaad affrettarsi, senza volgersi indietro. Orail nostro futuro si prepara sul binomio tec-nologia-territorio: sulla preparazione allatecnologia con solidi sistemi di formazio-ne e sulla valorizzazione del territorio conadeguate funzioni di rappresentanza poli-tica ed economica.

La politica ha mostrato il fiato corto,nell’incessante inseguimento di un quoti-diano «mi piace», nella personale vertica-lizzazione della presenza mediatica. I de-cisori pubblici sono rimasti intrappolatinel brevissimo periodo. Il disimpegno dalvaro delle riforme sistemiche, dalla realiz-zazione delle grandi e minute infrastrut-ture, dalla politica industriale, dall’agen-da digitale, dalla riduzione intelligentedella spesa pubblica, dalla ricerca scienti-fica, dalla tutela della reputazione inter-nazionale del Paese, dal dovere di una ri-sposta alla domanda di inclusione sociale,ha prodotto una società che ha macinatosviluppo, ma che nel suo complesso è im-preparata al futuro.

Il Paese del “rancore”che dice sempre noIl blocco della mobilità sociale crea astio e acredine

La ripresa c’è, ma cresce l’Italia del rancore. Secondo l’Istitutodi ricerca, «persistono trascinamenti inerziali da maneggiare concura: il rimpicciolimento demografico del Paese, la povertà del ca-pitale umano immigrato, la polarizzazione dell’occupazione chepenalizza l’ex ceto medio». «Non si è distribuito il dividendo so-ciale della ripresa economica e il blocco della mobilità sociale crearancore».

La paura del declassamento è il nuovo “fantasma sociale”:l’87,3% degli appartenenti al ceto popolare pensa che sia difficilesalire nella scala sociale, così come l’83,5% del ceto medio e il71,4% del ceto benestante. Pensano che al contrario sia facile sci-volare in basso il 71,5% del ceto popolare, il 65,4% del ceto medio,il 62,1% dei più abbienti. Strano paese, tuttavia, il nostro, in cuicirca la stragrande maggioranza dei cittadini è convinto che siadifficile salire nella scala sociale, ma la stessa percentuale si di-chiara soddisfatto o molto soddisfatto della vita che conduce,dunque, dobbiamo pensare, anche della sua condizione sociale.Ci sembra questa la chiave per leggere i dati statistici e sociologicielaborati: individualmente siamo contenti, niente affatto infelici,ma come comunità siamo pervasi da ogni sorta di cattivi pensieri.Insomma, come accade da secoli, vince a mani basse l’arte di ar-rangiarsi e risolvere in qualche modo i problemi soggettivi e fami-

liari, e perde, anzi si disperde la dimensione civica, lo spazio pub-blico, il senso comunitario. Niente di nuovo sotto il sole d’Italia,se non la necessità di pronunciare forte e chiaro una verità sco-moda, sgradita ai più: l’italiano medio, ovvero noi tutti, non è af-fatto migliore delle istituzioni che disprezza e nei confronti dellequali cova rancore.

Sul piano della sicurezza e della sua percezione si registra unandamento più positivo. Infatti, nel 2016 i reati denunciati inItalia sono stati 2.487.389, l’8,2% in meno rispetto al 2008. In cimaalla graduatoria per numero di reati denunciati si trovano Milano,con 237.365 reati (ma in diminuzione del 15,5% rispetto al 2008),Roma, con 228.856 (in diminuzione del 3,3% nel periodo consi-derato), Torino (136.384, -11,7%) e Napoli (136.043, -4%). Se siconsidera il «peso» della criminalità sul territorio, cioè l’inciden-za dei reati sulla popolazione, al primo posto rimane Milano, con7,4 reati ogni 100 abitanti, seguita da Rimini (7,2), Bologna (6,6)e Torino (6,0). Nel breve periodo diminuiscono omicidi, rapine efurti, ma crescono i borseggi, i furti in abitazione, le truffe tradi-zionali e su internet. Nel 2016 sono stati denunciati 162.154 bor-seggi, con un’incidenza media nazionale di 2,7 borseggi ogni1.000 abitanti e un aumento del 31% dal 2008. Dal 2008 al 2016 letruffe sono cresciute del 45,4% (151.464 nell’ultimo anno).

Attualità Nuova Stagione10 • 10 dicembre 2017

Convegno all’Arciconfraternita dei Pellegrini su De Gasperi, Dossetti,La Pira e Moro, protagonisti di ieri e grande luce per l’oggi

Cattolici e politica di Raffaele Cananzi *

Lo scorso 20 novembre, pressol’Arciconfraternita dei Pellegrini, siè svolto il convegno su “Cattolici in

politica. Protagonisti di ieri, luce per l’og-gi.” La proposta di questo incontro è stataben accolta e realizzata dalla Com -missione Cultura dell’Arciconfraternita edalla Presidenza Diocesana dell’AzioneCattolica. Ad un pubblico particolarmen-te qualificato e assai numeroso ilCardinale Crescenzio Sepe ha rivolto ilsuo saluto e ha sottolineato l’opportunitàe l’importanza del convenire di cittadini,ed in particolare di cattolici, per trattare dipolitica, oggi particolarmente povera, conriguardo ad alcune personalità che hannoofferto, da cattolici, esempi alti e lungimi-ranti di carità sociale , ponendo anche lebasi della nostra Repubblica democrati-ca. L’Arcivescovo ha ripetutamente ascrit-to il merito della proposta a chi scrive. Inrealtà tutto è nato da un incontro a viaCaracciolo di tre antichi studenti del col-legio Augustinianum dell’UniversitàCattolica, pur giustamente valorizzatanell’intervento del Cardinale. L’on. FrancoIacono di Ischia, il prof. Enzo Balboni, or-dinario di diritto costituzionale dellaUniversità Cattolica di Milano, autore diun recente volume, edito da Vita ePensiero, su Giuseppe Dossetti (“Non ab-biate paura dello Stato!” testo e contestodella relazione di Dossetti al convegno deiGiuristi Cattolici del 1951) e chi scrive , di-scutendo del libro di Balboni e di altri duevolumi recentemente editi da “Il Mulino”(G. Formigoni : Aldo Moro ; A. Giovagnoli:Il caso Moro), convenivano che in questatemperie socio-politica italiana ed euro-pea un servizio certamente utile da potersirendere alla cittadinanza (in particolaread uomini e donne dai 18 ai 50 anni), po-tesse essere quello di indurre a conoscerele più alte figure della politica nell’Italiarepubblicana in modo da generare menta-lità di autentico respiro democratico e so-lidaristico nonché di serio e fattivo impe-gno personale e collettivo a favore dell’in-tera comunità nazionale in un clima dipiena cooperazione e di pace fra le nazionidel Continente. Questo convincimento èstato fatto proprio da Arciconfraternita edAzione Cattolica napoletana e si è tradottonel convegno del 20 novembre, introdottodal Cardinale, con parole di apprezza-mento e soprattutto di auspicio di nuoviorizzonti di carità sociale, e autorevol-mente moderato da Massimo Milone, di-rettore Rai Vaticano.

Gli appassionati e chiari interventi disaluto dei due responsabili delle As -sociazioni promotrici, Vincenzo Galgano,Primicerio dell’Arciconfraternita deiPellegrini e Maria Rosaria Soldi, Pre -sidente Diocesana dell’Azione Cattolica,hanno sottolineato lo spirito di servizioche ha indotto le due Associazioni a orga-nizzare l’incontro. Il dott. Galgano ne hamesso in luce la valenza culturale e socialein un tempo in cui la memoria sembra es-sere particolarmente obnubilata da unenorme quantità di informazioni, moltedelle quali assolutamente inutili ed altreassolutamente confuse; la dott. Soldi hachiaramente motivata l’inserzione delconvegno nel programma formativodell’Azione Cattolica volto a curare la vitadi laici cristianamente maturi, non soloadulti nella fede ma anche onesti e impe-gnati cittadini, costruttori di bene comu-ne, come è nella storia dell’AzioneCattolica Italiana in una continuità ricca ecoinvolgente che dura ormai da 150 anninel nostro Paese, storia di un’associazionecertamente a servizio della Chiesa e delVangelo ma sempre anche a servizio dellacomunità italiana perché sia più giusta epiù solidale.

Sostanzialmente da questa Asso cia -zione e dai suoi Movimenti culturali(Fuci-Federazione degli universitari cat-tolici e Movimento Laureati) hanno rice-vuto la formazione della loro coscienza re-ligiosa e il fondamento del loro impegnocivile e politico i quattro grandi protago-nisti del cattolicesimo politico, dei qualihanno offerto i tratti essenziali EnzoBalboni e Raffaele Cananzi. Balboni ha

detto di Giorgio La Pira e di GiuseppeDossetti; Cananzi di Alcide De Gasperi e diAldo Moro. I tratti essenziali delineati alconvegno, per l’economia di questo scrit-to, non possono qui che essere ulterior-mente sintetizzati ma l’opera di questiprotagonisti della storia della Repubblicae del Movimento Cattolico nella politicaitaliana è di tale luce per la vicenda attualedella società italiana che l’auspicio di unapprofondimento da parte di ogni lettoreadulto non può qui mancare.

La Pira e Dossetti: due vite parallele, vi-cine e diverse. Vicine certamente per la lo-ro formazione cristiana e per il medesimoanelito di costruire la nuova Italia su soli-de basi di difesa, rispetto e sviluppo diogni persona, di promozione delle forma-zioni sociali volte al medesimo fine e an-che a costituire l’ossatura di un corpo so-ciale realmente rispettoso della creativitàe della libertà delle persone, di principi disolidarietà economica, sociale e politicanonché di reali forme di giustizia sociale.Questo è stato l’anelito di La Pira, uomodel Sud, laureatosi a Messina, docente didiritto romano a Firenze, eletto all’As -semblea Costituente. Questo è stato l’ane-lito di Dossetti, uomo del Nord, laureatosia Bologna, docente di diritto canonicoall’Università Cattolica di Milano, elettoall’Assemblea Costituente. I loro interven-ti in questa storica Assemblea restano co-me mattoni essenziali e robusti per la re-dazione della nostra Carta Costituzionalee, in qualche modo, si possono considera-re complementari perché nati dalla co-mune riflessione, anche con Fanfani eLazzati, nella cosiddetta “comunità delporcellino” da cui trassero vita pure dueriviste di grande interesse culturale e poli-tico, Civitas Humana e Cronache Sociali ela prima corrente organizzata e fortemen-te propositiva del partito della De mo -crazia Cristiana. Di questo partito, appe-na nato, Dossetti fu organizzatore e fuchiamato fin dal 1945 alla vice-segreterianazionale. Dette apporti e contributi in va-ri campi sia al Partito che ai Governi di DeGasperi fino a quando (1951) non risposeall’esigente chiamata di vita monastica.Egli aveva esortato tutti, e in particolare icattolici, a non avere paura dello Stato,uno Stato fortemente riformato, capace diassumere l’orizzonte di giustizia in mododa perseguire una maggiore aequalitas tragli uomini. I cristiani non possono nonavere costantemente “fame e sete di giusti-zia”. Quando negli anni ’90 si vuole svuo-

tare la nostra bella e alta Costituzione deisuoi principi e delle sue forme essenziali,Dossetti ritorna nell’agone civile e, dall’al-tezza del suo pensiero e sentire politico, ri-chiama gli italiani al rispetto e allo svilup-po dei grandi valori nati dalla Resistenzae, perciò, dal sacrificio di non pochi fratel-li. La Pira, oltre che per l’apporto alla co-struzione della Repubblica, si caratterizzaper la sua dedizione alla “povera gente”che pienamente esprime nei due mandatida Sindaco a Firenze (1951-57; 1961-1965) promuovendo concrete politichesociali innovative e salvando fabbriche (ilPignone) nella difesa fattuale del diritto allavoro. Questo credente, che scrive letterealle Claustrali con venature mistiche, haforte nel cuore l’aspirazione alla pace e perperseguirla in tutto il mondo convoca aFirenze i sindaci di molte città e va in mis-sione in Vietnam per propiziare la fine delconflitto. Di La Pira è aperta la causa dibeatificazione.

Chi scrive ha sottolineato anche la for-midabile formazione umana e cristiana diDe Gasperi e Moro. Sono nati a distanza ditempo (1881 e 1916) e di spazio (Trentinoallora austriaco e Maglie nella Puglia) mahanno presieduto i rispettivi gruppi diuniversitari cattolici e Moro dal 1939 al1941 la Fuci nazionale. Nei due anni suc-cessivi Moro ha retto in sede nazionale ilMovimento Laureati. De Gasperi da 24 a44 anni, per volontà del Vescovo CelestinoEnrici, che ha sempre ammirato le doti el’impegno di questo laico, è stato direttoredel giornale diocesano “Il Trentino”.Quella di De Gasperi e Moro è stata fedeconvinta e sempre in ricerca: Una fedeispiratrice della loro concezione della po-litica e del loro agire politico. Per quantola realtà socio-culturale e le forme dellademocrazia consentono i valori delVangelo vanno incarnati; la morale perso-nale e la rettitudine dell’agire del politicosono necessari anzitutto per il rispetto dise stessi prima che degli altri (anni lucedall’attualità); La politica è servizio fonda-to sulla verità, sulla speranza, sulla pa-zienza; «è delicata tessitura di azioni pub-bliche e private per la costruzione del benecomune» (Moro). Due uomini di grandefede ma due limpidi attuatori del princi-pio di laicità (ad esempio De Gasperi con-tro la cosiddetta Operazione Sturzo nel1952 per il governo di Roma; Moro per l’a-pertura ai socialisti nel 1962). Due grandi“statisti”. De Gasperi già nel Trentino au-striaco si forma ad una notevole esperien-

za politica. nella difesa della sua gente edelle minoranze, come consigliere comu-nale a Trento, componente della Dieta diInnsbruk e fino al 1918 come deputato alParlamento di Vienna. Non tra i fondatoridel Partito Popolare Italiano ma già am-piamente conosciuto, De Gasperi assumegià dal 1919 una posizione di particolarerilievo nel Ppi, di cui diventa segretarionazionale nel 1925-1926. Perseguitato dalregime fascista ripara nella Città delVaticano dove lavora come bibliotecario.Dal 1940 si impegna con altri amici alla ri-costruzione di un partito cristianamenteispirato, lo fonda con il nome diDemocrazia cristiana con riguardo alle in-dicazioni di Maritain e ai messaggi nata-lizi (1942 e1944) di Pio XII, dopo averscritto “Le idee ricostruttive dellaDemocrazia Cristiana”.

Di questo partito è Segretario naziona-le e poi Presidente del Consiglio nazionalefino alla morte. È Presidente del Consigliodal 1945 al 1953. Per la capacità di rico-struire il Paese dopo un disastroso conflit-to, di attuare riforme come quella agrariae la Cassa per il Mezzogiorno, di portare laDc alla vittoria delle elezioni del 1948, diaffidare al popolo il referendum per laRepubblica evitando che su questo sicreassero divisioni nell’Assemblea Co -stituente, di convincere le nazioni vincitri-ci dell’affidabilità dell’Italia con uno stori-co intervento alla Conferenza di pace diParigi, De Gasperi ha fatto sì che queglianni in Italia non potessero che connotar-si come “età degasperiana”. Egli è statogiustamente definito “padre della nostraRepubblica e, per il suo apporto alla co-struzione dell’Europa unita. uno dei Padrifondatori della Unione Europea. AncheAldo Moro ha insigni meriti politici. Dopoaver insegnato filosofia del diritto ed esse-re diventato ordinario di diritto penalepresso l’Università di Bari, anche Moroviene eletto alla Costituente dove porta ilsuo contributo di cultura giuridica e disensibilità sociale con poderosi interventisui Principi generali, in particolare il rap-porto Chiesa cattolica e Stato. e su que-stioni importanti e delicate come famigliae scuola.

È Moro che supera la prima fase delcentrismo democristiano convincendotutto il partito ad aprire ai socialisti con unpaziente discorso di sei ore al congresso diNapoli del 1962. È Moro che apre una ter-za fase della politica italiana volendo am-pliare la base democratica ad un PartitoComunista che intende aiutare ad esseresolo Italiano perché l’antica conventio adexcludendum abbia a cessare e possa at-tuarsi una governabilità, ed eventualmen-te un’alternanza, che consenta di rispon-dere alle nuove esigenze sociali di un mon-do che corre e di cui Moro individua i pros-simi percorsi.

Con De Gasperi, Moro è forse il piùgrande statista dell’Italia repubblicana,tanto grande e lungimirante per il bene co-mune del presente ma anche delle genera-zioni future, che le Brigate Rosse, dopo unsequestro di 55 giorni, assassinano il 9maggio del 1978 volendo evitare che la sa-pienza politica di Moro porti il Paese aduna democrazia idonea a chiudere ognispinta rivoluzionaria. La felice conclusio-ne della terza fase avrebbe consentitoall’Italia ulteriori sviluppi già dagli anni‘80 ed il superamento di una lunga transi-zione. La transizione continua e si aspettaancora il risveglio del cattolicesimo demo-cratico, nella luce dei convincimenti e de-gli ideali di De Gasperi, Dossetti, La Pira eMoro. Sarà breve l’attesa?

* già Deputato al Parlamento e Presidente Nazionale di Azione Cattolica

Primo Piano CittàNuova Stagione 10 dicembre 2017 • 11

Si terrà venerdì 15 dicembre alle 19 all’Auditorium della Rai la serata di beneficenza per i bambini ammalati, promossa dal Cardinale Sepe

Una gara di solidarietàQuattro i progetti di quest’anno. All’asta andranno i regali offerti dal Papa,

dal Presidente delle Repubblica, da altre istituzioni nazionali e locali e da tanti privati

di Elena Scarici

Sono quattro i progetti che quest’annola Chiesa di Napoli intende sostenere conl’asta di beneficenza natalizia in pro-gramma il 15 dicembre alle 19 preciseall’Auditorium Rai di Napoli. Un eco-grafo, un’incubatrice e un monitor multi-parametrico per la pediatria del San Pao-lo, un ecografo portatile al Dipartimentodi oncologia del Pausilipon, due incuba-trici neonatali per la Cardiologia pedia-trica del Policlinico Vanvitelli, e l’isoladel sorriso per il Policlinico Federico II,uno spazio multimodale per migliorarel’ospedalizzazione dei bambini autistici.

Per realizzarli bisognerà ricavareintorno ai 180.000 euro ma in genere irisultati dell’asta di beneficenza, giuntaalla dodicesima edizione, superano sem-pre le previsioni. «Sarà così anche que-st’anno – conferma l’arcivescovo – difronte a tanti spettacoli negativi, quest’a-sta scrive la storia della solidarietà aNapoli». Da 11 anni infatti la chiamataalla beneficenza coinvolge gente sempli-

ce che porta anche cose di poco valorema con grande spirito di generosità . È ilcaso di un vecchietto del Vomero che haofferto un telefonino nuovo con scontri-no fiscale del valore di 40 euro.

Numerosi come sempre i regali istitu-zionali, da papa Francesco che ha dona-to un particolare sombrero messicano,con iscrizioni dorate, su cui c’è il suonome, una riproduzione in legno di SanPietro e due anfore provenienti dai suoiviaggi. Il presidente della RepubblicaMattarella ha fatto arrivare una decina didoni, tra cui una particolare carta geo-grafica del Mediterraneo. Dal presidentedel Consiglio Gentiloni, quattro prezioseserigrafie, dalla prefetta Pagano una cro-molitografia raffigurante una Madonnacon bambino, dall’editore Rosario Bian-co un prezioso presepe in ceramica diCaltagirone e dall’Istituto di culturameridionale di Famiglietti un autoritrat-to dell’arcivescovo, eseguito con tecnicaparticolare. In arrivo anche i regali di

sindaco e governatore. Anche quest’annol’iniziativa si avvale del sostegno dellaRai di Napoli: «Viviamo un tempo digrandi eventi - ha detto Francesco Pinto,direttore del Centro di produzione – l’a-sta di beneficenza invece è un esempio diimpegno costante di generosità». Laserata sarà condotta da Veronica Mayacon la presenza di Peppe Iodice comebattitore d’eccezione. Ci sarà poi una esi-bizione dei comici di Made in Sud e lecanzoni di Andrea Sannino ed AnnaCapasso. «Aiutare i bambini ammalati èun dovere morale» ha detto Nando Mor-mone, produttore di Made in Sud. Pre-sente alla conferenza stampa di presen-tazione anche Emilio Fede che metteràall’asta una collezione di monete d’oro,mentre sua moglie, la senatrice De Feo,sosterrà interamente l’acquisto di un’in-cubatrice. I biglietti, acquistabili a 10euro, sono disponibili presso la redazio-ne del settimanale diocesano Nuova Sta-gione, in largo Donnaregina, 22.

I progetti realizzati2006 – Ospedale Pausilipon. – Ristrutturazione, con dotazioni di lettini speciali. Reparto pressuriz-zato per bambini leucemici.

2007 – Casa di Tonia. – Casa famiglia per accogliere giovani donne rimaste sole per aver scel-to la gravidanza e la maternità. Struttura che opera sotto il controllodei competenti Uffici della Magistratura, dell’Asl Napoli 1, delComune.

2008 – Asilo multietnico– Presso Casa di Tonia aperto al territorio.2009 – Adozioni di vicinanza– Per accompagnamento scolastico di bambini napoletani in difficoltà.Ogni anno viene donato un kit scolastico a circa quattrocento bambi-ni.

2010 – Ospedale Santobono. – Strumentazione diagnostica per il risveglio dei bambini in coma.2011 – Ospedale Annunziata. – Strumentazione diagnostica per neonati affetti da encefalopatie cau-sa di possibile paralisi cerebrale infantile.

2012 – Ospedale Fatebenefratelli. – Banca del latte materno. Ospedale Monaldi. – Lettini attrezzati per il monitoraggio cerebrale di neonati a rischio.2013 – Ospedale Santobono. – Telecontrollo a distanza attraverso l’utilizzo di tablet per bambini incoma o ammalati cronici che vivono nelle loro famiglie.

2014 – Ospedale Annunziata. – Banco farmaceutico (“Un farmaco per tutti”) per persone indigenti(ad oggi concorrono 138 farmacie, raccolti oltre quarantamila pro-dotti e assegnati per diverse centinaia di migliaia di euro; assistite par-rocchie e organizzazioni umanitarie, qualcuna anche all’estero;

Ospedale Annunziata – Attrezzatura “Vibraplus” per il trattamento delle sindromi spastichein neonati a rischio.

2015 – Azienda Policlinico Federico II, Reparto Terapia IntensivaNeonatale. – Modernissima ambulanza attrezzata per trasporto in emergenza dibambini nati precocemente e con gravi disturbi.

Azienda Cardarelli, Reparto Terapia Intensiva Neonatale. – Ecografo di alta fascia per diagnosi gravi patologie neonati o nati pre-cocemente.

Centro di accoglienza “La Tenda”– Servizio farmaceutico della solidarietà.2016 – Azienda Policlinico Vanvitelli (ex Sun), Reparto di TerapiaIntensiva Neonatale. – Modernissima ambulanza attrezzata per trasporto in emergenza dibambini nati precocemente e con gravi disturbi.

Azienda Policlinico Federico II.– Nuovo Reparto per la cura dentaria di disabili non collaboranti, daospedalizzare.

Servizio fotografico diStefano Wurzburger

Città Nuova Stagione12 • 10 dicembre 2017

* * *Basilicadel Buon Consiglioa Capodimonte

MostraInternazionaled’ArteContemporanea Inaugurata a Napoli, presso laBasilica del Buonconsiglio aCapodimonte, la MostraInternazionale d’ArteContemporanea a curadell’Associazione “Arteuropa”di Avellino- Servizi per l’Arte“Tessere di Pace – Omaggio adon Tonino Bello”. L’evento, che si avvale, tra glialtri, del patrocinio della CuriaArcivescovile di Napoli-Vicariato della Cultura,rappresenta uno straordinarioappuntamento artistico dirilievo internazionale conopere di pittura, scultura,fotografia, design di sessantaartisti, ideato e curato daGiuseppe Alessio, EnzoAngiuoni e Luciana Mascia.E proprio nella Basilica diCapodimonte, Napoli ospitaquesta iniziativa dedicata adon Tonino Bello, Vescovo diMolfetta e Presidente di PaxChristi Italia. La Mostra, adingresso gratuito, saràvisitabile fino a lunedì 18dicembre, tutti i giorni, dalleore 10 alle ore 17. Per ulterioriinformazioni: 333.258.95.39 –338.59.52.356 –[email protected]

Presentato il calendario dell’Anef che promuove progetti per i bambini disabili.Tra le nuove iniziative un programma di sostegno psicologico per i genitori,

sedute di ippoterapia e prestazioni sanitarie gratuite

Dodici scatti contro l’indifferenza

Anno nuovo, vita nuova. L’associazioneonlus Anef (Accà nisciuno è fesso) si pone peril 2018 nuovi obiettivi.

Nel presentare la settima edizione del ca-lendario “Dodici scatti contro l’indifferen-za”, l’Anef lancia nuovi progetti che affianca-no quelli già esistenti.

Oltre ai trattamenti terapeutici domicilia-ri a bambini disabili, intende offrire, semprenella gratuità, sostegno psicologico ai fami-liari dei bambini, sedute di ippoterapia e pre-stazioni sanitarie.

Un aiuto necessario in tanti casi in cui lefamiglie sono sole e disperate di fronte allagestione non facile di un ragazzo con disabi-lità. Per farlo, c’è bisogno di risorse economi-che. Per sostenere le attività, anche quest’an-no l’Anef augura un sereno 2018 attraversoun calendario che è ormai diventato un pun-to fermo.

I testimonial per questa edizione sono at-tori e conduttori bravi e generosi che hannodetto il loro sì senza esitazione. LuisaAmatucci, Germano Bellavia, MarzioHonorato, Peppe Iodice e Claudia Mercuriohanno regalato un po’ del proprio tempo a chivive in difficoltà. Ed eccoli sul calendario sor-ridere, scherzare ed abbracciare bambini.

La loro allegria e voglia di vivere costitui-sce per loro un vero toccasana. Paralle -lamente alla presentazione del calendariol’associazione ha organizzato una cena-spet-tacolo di beneficenza con i protagonisti delcalendario che si terrà giovedì 14 dicembrealle 20,00 a Villa Domi, in Salita Scudillo, 7.

I proventi della serata, insieme alla vendi-ta dei calendari, saranno devoluti a sostegnodi progetti di fisioterapia, psicomotricità, lo-gopedia e sostegno psicologico per i bambiniche l’associazione aiuta.

Elena Scarici

A Napoli la campagna nazionale contro il fumo in gravidanza

Speriamo che sia “l’ultima”Rischi mortali per la donna ed il bambino

Stop alle sigarette in gravidanza. L’Ospedale dei Colli di Napoliaderisce alla campagna nazionale “Speriamo che sia… l’ultima”promossa da Walce Onlus (Women Against Lung Cancer in Europe),associazione europea dedita ai pazienti affetti da tumori toracici,con il patrocinio della Fondazione Onlus “Medicina a misura di don-na” e della “Fondazione “Insieme contro il cancro”.

È la prima campagna antifumo interamente rivolta alle donne ingravidanza e alle neo-mamme. A coordinare l’iniziativa partenopeasono gli oncologi polmonari Danilo Rocco e Ciro Battiloro.«L’Ospedale dei Colli – spiega Danilo Rocco - è attivo da anni nellaprevenzione, i danni prodotti dal fumo in gravidanza sono notevolie molteplici, per il feto e per la gestante. Parliamo di possibilità diaborto spontaneo, parto prematuro, aumento della mortalità peri-natale e infantile, basso peso alla nascita e ritardi nella crescita co-gnitiva».

Una vera e propria emergenza sociale e sanitarie con le donne in-cinte spesso lasciate da sole a fronteggiare la dipendenza da fumodurante un periodo così delicato della propria vita e della vita na-scente del loro bambino. C’è ancora troppa ignoranza sui reali peri-coli del fumo attivo o passivo durante la gravidanza. Un’ignoranzache in alcuni casi può esser fatale con conseguenze drammatiche.

«Durante i primissimi anni di vita - afferma la professoressaSilvia Novello Presidente di Walce, docente del dipartimento diOncologia Polmonare all’Università di Torino - il fumo passivo puòportare a morte improvvisa del lattante in culla, infezione delle vierespiratorie, asma bronchiale, sintomi respiratori cronici e otiteacuta. E inoltre aumenta il rischio di diverse malattie oncologiche».

Le attività di sensibilizzazione e prevenzione si svolgono nell’am-bulatorio di ecocardiografia fetale diretto da Maria GiovannaRusso, dove vengono diagnosticati eventuali problemi cardiaci neibambini prima della nascita. Nel corso della campagna viene distri-buito anche un simpatico strumento dedicato al nascituro: l’orsetto

di peluche “Ector the Protector Bear” che tossisce se esposto al fumodi sigaretta o di altri prodotti a base di tabacco.

Nel nostro Paese negli ultimi anni sono state introdotte normesempre più restrittive sul fumo. Tuttavia il 26% delle fumatrici, cheha avuto un figlio, continua ad accendere sigarette anche dopo il par-to. E il 24% dei tabagisti ammette ancora di fumare in presenza dibambini e sette su dieci lo fanno regolarmente in luoghi chiusi.Secondo gli ultimi dati in Italia i fumatori sono 11,7 milioni e rap-presentano il 22% della popolazione, ma cala il numero di uominitabagisti che in un anno sono passati da 6,9 a 6 milioni. Però cresco-no le fumatrici che da 4,6 milioni del 2016 salgono a 5,7 milioni.Questo cambiamento si riflette anche nel tumore del polmone. Perquesta neoplasia i nuovi casi tra le donne sono in aumento del 3%ogni anno.

Peppe Iannicelli

Il Cardinale Sepeall’Ospedale

Fatebenefratelli di Napoli per

benedire e inaugurareil nuovo reparto

di Terapia IntensivaNeonatale.

L’Arcivescovo è stato accolto

dal Padre Superioredell’OspedaleFra’ AlbertoAngeletti,

da Primari, medici e personaleparamedico

della struttura

Nuova Stagione 10 dicembre 2017 • 13

Provincia Nuova Stagione14 • 10 dicembre 2017

Parrocchia Mater Dei

In ricordodi donFrancescoSpadaLunedì 18 dicembre, alle ore18, la comunità parrocchialedi Mater Dei, ricorderà, adun anno dalla scomparsa,don Francesco Spada,missionario napoletano inMadagascar. Celebrazione eucaristicapresieduta dal Direttore delCentro Missionario, donModesto Bravaccino, a cuiseguirà la presentazione deltesto “Una vita per i poveri”,curato dallo stesso donModesto.Si tratta di unapubblicazione che raccogliealcuni scritti di padre Spadae il pensiero di quanti hannoavuto la gioia di conoscerlo efrequentarlo.

* * *

PremioSanGaetanoErricoI Missionari dei Sacri Cuorie l’associazione PadreGaetano Errico onlus, hannolanciato il bando della XVIedizione del Premionazionale di poesia PadreGaetano Errico, che avràcome tema: “La donna èuscita dalla costoladell’uomo, per essere amata”.Un tema di grandissimaattualità che intendesensibilizzare i poeti ditutt’Italia e i ragazzisull’odioso fenomeno delfemminicidio e della violenzacontro le donne, sempre piùdilagante. Un modo perricordare, anche attraverso lapoesia, le donne vittime diviolenza e più in generale ilprezioso ruolo delle donnenella società attuale.È possibile consultare ilbando sul sitomissionarisacricuori.it. Ilpremio si articola in duesezioni: una riservata agliadulti, l’altra ai giovanissimi.La premiazione avverrà il 12maggio 2018.

Il valore della solidarietà oggiGli studenti dell’Istituto “Brando” di Casoria si interrogano sulle povertà di oggi

Tutti gli studenti della scuola secondaria disecondo grado dell’Istituto “Maria CristinaBrando” di Casoria, si sono riuniti nel teatrodella scuola per partecipare al seminario: “Ilvalore della solidarietà oggi”. L’occasione, alta-mente formativa per i giovani, prontamentecolta dalla preside Suor Giocondina Ciervo eda tutto il Collegio dei docenti, è stata offertada Papa Francesco con l’istituzione della“Giornata mondiale dei poveri”. A introdurre ilavori sono stati don Modesto e padre Giu -seppe impegnati nella Pastorale Missionariadella diocesi di Napoli.

Dal confronto è emerso che la povertà è in-tesa dai giovani non semplicemente comemancanza di qualcosa, indicando nella crisieconomica la radice della miseria; oggi povertàè vista invece come miseria morale indicandonell’egoismo la radice di ogni povertà spiritua-le. L’egoismo, è stato sottolineato, ci porta a gi-rare le spalle di fronte ai grandi bisogni e allegrandi emergenze del mondo; ad accendere le“luci della festa” per non vedere la piaga dellasolitudine. Una solitudine che c’è e rimane, cono senza lo scintillio delle luminarie natalizie.

Partendo da questo dato di fatto si è passati

ad analizzare il vero significato di economiache non consiste nel parlare subito di soldi, marifacendosi al significato greco di bene di fami-glia, occorre, in primo luogo, cercare nella con-divisione il bene di tutti, grande famiglia delmondo. Oggi invece siamo di fronte ad un’eco-nomia autoreferenziale e, come suggerisce ilCardinale Sepe nella sua lettera pastorale“Accogliere i pellegrini”, l’altro è visto come uninvasore e il povero come colui che da fastidio.

Ascoltare le esperienze dei due sacerdoti te-stimoni delle grandi povertà conosciute duran-te i loro viaggi ha fatto nascere negli studenti al-cuni interrogativi circa una società sempre piùconsumistica fatta di spreco che si vive nelle ca-se e il forte disagio di chi non ha un dignitosomezzo di sostentamento. I sacerdoti hanno rac-contato di bambini che non hanno possibilità distudiare per ragioni sociali ed economiche,possibilità che spesso i giovani ignorano.

Spesso le istituzioni non riescono a rispon-dere in maniera sufficiente alla crescente ri-chiesta di aiuti, le Caritas e i tanti volontari cer-cano di fare il loro meglio ma non basta.Seguire l’esempio di Gesù, di cui Santa MariaCristina fu imitatrice, significa amare innanzi-

tutto il prossimo: in sostanza tendere la manoal vicino, essere disponibile con il compagno dibanco, aiutare l’anziano in difficoltà, com-prendere le ragioni della famiglia e non portareostinatamente avanti i propri interessi.Certamente i temi trattati hanno suggerito unserio impegno: diffondere la cultura della soli-darietà fra i giovani che rappresentano il futu-ro. Tendere la mano ad ogni uomo che chiedeaiuto deve essere un dovere oltre che una gioia,un atto di umanità che può portare solo bene-fici a tutti.

Convinti dell’importanza di questi percorsiformativi per una educazione integrale,l’Istituto “Maria Cristina Brando” ha avviatouna serie di incontri che seguiranno nei pros-simi mesi affinché le giovani generazioni pren-dano sempre più coscienza dell’impegno che liattende come cittadini del domani. La giornataè terminata con un gesto di solidarietà. Nellesettimane precedenti tutti gli studenti eranostati impegnati nella raccolta di generi di pri-ma necessità che sono stati consegnati ai sacer-doti intervenuti quali testimonianza di vici-nanza a chi vive una situazione difficile.

Ludovico Silvestri

Nasce nel cuore del Centro Antico di Napoli, Sito Unesco, nel con-testo più famoso al mondo per la produzione Artistica Presepiale,una innovativa e pregiata opera d’Arte che riesce a coniugare l’anticatradizione della cartapesta nolana con lo stile presepiale settecente-sco napoletano.

In occasione del possesso canonico di San Lorenzo Maggiore daparte del nuovo parroco padre Domenico Sportiello, con la Messacelebrata lo scorso 2 dicembre, dal Cardinale Crescenzio Sepe, gli ar-tigiani Leopoldo Santaniello, storico maestro nolano della cartape-sta, ed Aldo Vucai, noto presepista di San Gregorio Armeno, hannorealizzato e donato alla Basilica francescana, una originale Nativitàdi grandi dimensioni, dove le figure della Sacra Famiglia, intera-mente realizzate in cartapesta policroma, sono incorniciate dai clas-sici elementi architettonici cari allo stile presepiale settecentesco na-poletano.

La suggestiva scena della Natività è stata collocata in una dellecappelle della grande chiesa angioina che vide raccolti in preghieraal suo interno tutti i grandi re del Regno di Napoli ed ospitò artistidello spessore di Petrarca o vide nascere l’Amore tra Boccaccio eFiammetta, e già tantissimi, napoletani e turisti, ne stanno apprez-zando il grande valore artistico rimanendo colpiti dallo spirito devo-zionale che ha mosso i due valenti artigiani.

«Il connubio tra l’arte della cartapesta nolana che affonda le sueradici storiche e culturali nella tradizione raffigurativa di molti ter-ritori meridionali e l’arte presepiale tradizionale tipicamente napo-letana - spiega Giuseppe Serroni, Presidente dell’Associazione “ISedili di Napoli” - riannoda un legame identitario mai spezzato trala Città universalmente riconosciuta come patria del Natale e l’en-troterra metropolitano».

L’arte e la devozione popolare, ancora oggi non conoscono infattiné barriere né distanze ed il messaggio di Pace e di Speranza che simanifestano in questa opera nata dall’intuizione di due grandi arti-giani, apprezzati anche a livello internazionale, farà anche da ulte-riore attrattore turistico oltre a raccontare ai milioni di visitatori cheraggiungeranno il Centro Antico durante il “Natale LungoPartenopeo” lo spirito di accoglienza ed il calore di umanità e di so-lidarietà che alberga sempre nei cuori del popolo napoletano.

Per saperne di più: 366.10.31.409 – www.sedilidinapoli.com - viaSedile di Porto, 33.

Associazione “I Sedili di Napoli”

Natività in cartapestaper San Lorenzo Maggiore

CulturaNuova Stagione 10 dicembre 2017 • 15

Dialoghi con la Città 2017

Ospitare i pellegriniUna missione di drammatica attualità

Giovedì 14 dicembre, alle ore18, nella Chiesa Santa Mariadi Costantinopoli, ultimoappuntamento con i“Dialoghi con la Città 2017”.Tema dell’incontro: “I coloridell’umanità, la festa dellediversità: incontro con lecomunità dei migranti”.Saluti del responsabilediocesano migranti, donPasquale Langella. Cinquebrevi testimonianze alternateda cinque momenti musicalie folkloristici a cura dellevarie comunità presenti inDiocesi.Padre Tariku rivolge gliauguri al Cardinale Sepe anome di tutti. Suggerimentied esortazionidell’Arcivescovo.

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La Campania che vinceNel complesso monumentale Donnaregina premiate le eccellenze campane di moda,

arte e cultura nel segno della solidarietà

Apertura sulle note della hit “Abbrac-ciame” cantata da Andrea Sannino per laserata di gala del Premio “Donna è Regi-na”, che ha unito sul palcoscenico delMuseo Diocesano alcuni dei maggioriprotagonisti della Campania nel segnodella solidarietà.

Una kermesse presentata da RaffaellaFico, con le interviste di Gianfranco Cop-pola, che ha assegnato un riconoscimen-to a coloro che nell’anno che volge al ter-mine hanno promosso l’eccellenza regio-nale nel mondo della moda, dello spetta-colo, dell’imprenditoria e della cultura.

All’interno del complesso monumen-tale per la prima volta hanno sfilato lecollezioni interpretate da NinoLettieri, Agostino Benci ven ga, NicolaD’Errico, Salvatore Pappacena e “Giuda”di Gino Serrao.

Nutrito anche il gruppo di artisti chesi sono alternati sul palco con perfor-mance che hanno strappato applausi ascena aperta ai circa cinquecento invita-ti: Gino Rivieccio, Rosalia Porcaro, Mar-zio Honorato, Fabrizio Fierro, Enzo Gra-gnaniello, Alessandro Bolide, MarianoBruno e Bruno Lanza.

Tutti premiati con una scultura operadel maestro Marco Ferrigno, così comegli “eccellenti” nei campi dell’imprendi-

toria e della cultura: Massimo Milo ne(direttore di Rai Vaticano) e Angelo Scel-zo (vicedirettore della sala stampa delVaticano), sempre per il giornalismo, igiovani Lorenzo Crea e Katia Vitale; perl’imprenditoria il medico Silvio Smera-glia e il manager Amedeo Manzo. Per lacultura il premio, assegnato dalla giuriapresieduta da Maria Teresa Ferrari èandato al rettore della Federico II Gaeta-no Manfredi.

Premianti d’eccezione: il Cardi naleCrescenzio Sepe, il sindaco Luigi deMagistris, l’assessore regionale ChiaraMarciani, i sottosegretari Enzo Amendo-la e Gennaro Migliore, il presidente deigiornalisti campani Ottavio Lucarelli, ladirigente regionale dei settori Turismo eCultura Rosanna Romano, il senior advi-sor di Alma, Luigi Scavone e il districtmanager di Banca Generali Rosario diSomma. L’evento, organizzato dal formatideato da Enzo e Luisa Citarella dellaMediasar, da oltre dieci anni valorizzaquei settori dell’economia campana chehanno notevoli capacità di penetrazionenei mercati internazionali.

L’essenza stessa di questo Premio èquello che i protagonisti hanno conse-guito obiettivi e successi basandosi sualcuni aspetti che condividono con il ter-

ritorio dove sono nati, nel quale sonoradicati e da cui traggono forza ed ispira-zione per comunicare in Italia e nel Mon-do l’eccellenza della nostra regione.

La manifestazione, organizzata in col-laborazione con la Curia di Napoli, hasostenuto alcune realtà locali che fannocapo alla Caritas come la casa famiglia“Cardinale Riario Sforza”, cui è statoconsegnato nei giorni scorsi un fornoindustriale per la mensa e il reparto diPediatria e Neuropsichiatria Infantiledell’Università degli Studi di NapoliFederico II.

La collaborazione di questo formatcon la Curia di Napoli, che negli ultiminove anni ha accompagnato circa cin-quecento aziende all’estero con il coin-volgimento di oltre diecimila acquirenti,va a sintetizzarsi nell’appello per il lavoroai giovani che il Cardinale Sepe ha lan-ciato dal palco del Museo diocesano.

Un monito per affrontare e risolvere ildramma del nostro territorio ancheattraverso una più incisiva valorizzazio-ne e promozione delle tante eccellenzeche la Campania vanta nei settori pro-duttivi, nell’ambito di una maggiore cul-tura della legalità, del profitto lecito edella solidarietà, valori imprescindibilida un vero sviluppo economico e sociale.

Il Sabato delle Idee

Parte l’abbattimento delle “Vele”«Entro marzo 2018 partiranno i lavori per l’abbattimento delle

tre vele di Scampia. Entro il 31 dicembre 2017 ci sarà il bando delComune di Napoli per la riqualificazione e la nuova destinazioned’uso pubblico e sociale della quarta vela». Si chiude con uncronoprogramma preciso dettato dall’assessore comunaleall’Urbanistica, Carmine Piscopo, “Il Sabato delle Idee” dedicato ai“Progetti di sviluppo e riqualificazione per il dopo vele a Scampia,nell’auditorium “Giuseppe Esposito” dell’Istituto Tecnico IndustrialeGalileo Ferraris, proprio nel cuore delle Vele.

Protagonisti dell’incontro, una sorta di assemblea pubblica diconfronto tra docenti ed esperti, le associazioni e i comitati delquartiere, sono stati soprattutto gli studenti che hanno presentatole loro idee per il futuro di Scampia raccolte in oltre cento temirealizzati dopo aver studiato il progetto del Comune di Napoli“Restart Scampia: da margine urbano a nuovo centro dell’areametropolitana”.

“Il Sabato delle Idee” a Scampia, coordinato dal responsabiledella redazione di Napoli del quotidiano “La Repubblica”, OttavioRagone, è stata soprattutto la giornata delle proposte. Per ilpresidente della Municipalità, Apostolos Paipais, un grande motoreper lo sviluppo di Scampia potrebbe essere il verde, visto che il 60

per cento del verde pubblico di tutta la città di Napoli si trova aScampia e il compimento del progetto del grande Parco delle Collinepotrebbe dare lavoro ad oltre 400 persone unendo insieme i diversiquartieri della città.

C’è anche l’Università pronta ad arrivare a Scampia con le primelezioni che dovrebbero partire nel 2019, come hanno ricordato ilRettore del Suor Orsola, Lucio d’Alessandro e il Rettore emeritodella Federico II, Guido Trombetti, il primo a lanciare il progetto dialcuni corsi di laurea a Scampia.

Sul versante delle idee le proposte più concrete sono arrivatedagli studenti. C’è un coro unanime per far vivere fino a tarda serail quartiere come vero antidoto al sereno svolgimento delle attivitàcriminali.

Infine l’impegno del “Sabato delle Idee” per un osservatoriopermanente sui progetti per Scampia. «A maggio prima della finedell’anno scolastico torniamo al Ferraris - promette il fondatore del“Sabato delle Idee” Marco Salvatore - e sarà un appuntamentocostante quello di monitorare lo stato dei progetti per Scampia epungolare le istituzioni a mantenere le promesse e a rispettare itempi degli impegni presi».

Valeria Bava

Nuova Stagione16 • 10 dicembre 2017

NuovaStagione NuovaS

tagioneAnno LXXI • Numero 43 • 10 dicembre 2017

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