UUNNIITTII - Giornale Astrolabio...Personalmente con grande entusiasmo,un entusiasmo che può avere...

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( A11. N11.2016) Interno carcere Uniti contro lo spreco Guardarsi dentro EL'esperienza permesso premio Frasi di Impatto Attività Angolo di riflessione Attualità Una serata all'insegna della solidarietà Al mio amico Tonino Autobiografico Caro papà, le cose che non ti ho detto Autobiografico e poesia C'è sempre una mamma La Rima Autobiografico IIl mio pensiero Una giornata speciale Religione La questione curda: il sogno di un popolo (italiano) La questione curda: il sogno di un popolo (arabo) Eventi Tornano i Buskers Il liceo Ariosto incontra il Tasso all'Arginone Attualità INTERNAZIONALE Teatro Torquato Tasso Prigioniero di Ferrara Sport360° Giovan Battista GIBI Fabbri, Ferrara non ti dimenticherà Varie dal carcere Barzellette Viverci Per un carcere migliore Varie e poesia Lo sai che? Aspettare Khalil Gibran Istituzionale BLA BLA Salute e benessere No stress no party continua in seconda pagina 2 3 5 6 8 13 17 10 15 14 16 anno 11 - numero 11 - 2016 ASTROLABIO IL GIORNALE DEL CARCERE DI FERRARA testata iscritta al n.9/07 del Registro dei Giornali e dei Periodici tenuto dal Tribunale di Ferrara con decreto del Presidente del 26/07/2007 Proprietario: Casa Circondariale di Ferrara Editore: Casa Circondariale di Ferrara Direttore responsabile: Vito Martiello Stampa: Coop Matteo25 Periodicità: bimestrale Curatori: Mauro Presini e Iosto Chinelli Web: www.giornaleastrolabio.it Realizzato con sistemi liberi OpenSource: Kubuntu e software Scribus-ng, GIMP e Inkscape Sono tante le organizzazioni – anche nella nostra città – che si spendono in favore delle persone più indigenti; tra volontari e associazioni anche “Noi per Loro” da anni accompagna e sostiene la vita dei detenuti del carcere dell'”Arginone”. Anche Expò 2015 ha aperto i propri battenti, a maggio è stato inaugurato a Milano la faraonica kermesse, dedicata interamente al tema “Nutrire il Pianeta”, una globale riflessione su disequilibri, sprechi ed ingiustizie che affliggono milioni di persone; sono circa 842 milioni coloro che soffrono la fame, mentre si stima che dai 7 miliardi attuali passeremo – nel 2050 – a più di 9 miliardi, attualmente una persona su nove nel mondo, soffre la fame. L'intenzione primaria è quella d'invertire la tendenza e dimezzare la denutrizione entro il 2015; l'operazione “SFIDA FAME ZERO” è il messaggio-slogan lanciato dalle Nazioni Unite all'Expò di Milano. Mentre ci sarebbe cibo a sufficienza per nutrire ogni abitante, ci si divide tra due poli opposti: da una parte, tanti che non hanno cibo a sufficienza, dall'altra più di 1 miliardo di persone affette da problemi di obesità e sovrappeso che a livello di patologie si riversano negativamente come costi, sui bilanci dei vari sistemi sanitari. E se è vero che il diritto al cibo è un diritto di ogni essere umano - uomo, donna, bambino – sancito e riconosciuto dalla “Dichiarazione Universale dei Diritti Umani” del 1948, è nostro dovere mobilitarci e colmare il gap che purtroppo anche la nostra città estense in questi anni di crisi e recessione ha dovuto registrare. Sono quasi il 10% le famiglie ferraresi classificate come “povere”: 5641, pari a circa 13.192 individui, che a mala pena sopravvivono (dati aggiornati a dicembre 2012, a cura dell'Ufficio Statistiche del Comune, ad oggi in continua inarrestabile ascesa), mentre sono diverse le Associazioni ed i movimenti di volontari tra le mura estensi che operano sul fronte della solidarietà e al reperimento di prodotti invenduti, danneggiati e prossimi alla scadenza. CONTRO LO SPRECO 4 7 12 18 19 U U N N I I T T I I

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(A11.N11.2016)

Interno carcereUniti contro lo sprecoGuardarsi dentroEL'esperienza permesso premioFrasi di ImpattoAttivitàAngolo di riflessioneAttualitàUna serata all'insegna dellasolidarietàAl mio amico ToninoAutobiograficoCaro papà, le cose che non ti hodettoAutobiografico e poesiaC'è sempre una mammaLa RimaAutobiograficoIIl mio pensieroUna giornata specialeReligioneLa questione curda: il sogno di unpopolo (italiano)La questione curda: il sogno di unpopolo (arabo)EventiTornano i BuskersIl liceo Ariosto incontra il Tassoall'ArginoneAttualitàINTERNAZIONALETeatroTorquato Tasso Prigioniero di FerraraSport360°Giovan Battista GIBI Fabbri, Ferraranon ti dimenticheràVarie dal carcereBarzelletteViverciPer un carcere miglioreVarie e poesiaLo sai che?AspettareKhalil GibranIstituzionaleBLA BLASalute e benessereNo stress no party continua in seconda pagina

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anno 11 - numero 11 - 2016ASTROLABIOIL GIORNALE DEL CARCERE DI FERRARAtestata iscritta al n.9/07 del Registro dei Giornalie dei Periodici tenuto dal Tribunale di Ferraracon decreto del Presidente del 26/07/2007Proprietario: Casa Circondariale di FerraraEditore: Casa Circondariale di FerraraDirettore responsabile: Vito MartielloStampa: Coop Matteo25Periodicità: bimestraleCuratori: Mauro Presini e Iosto Chinelli

Web: www.giornaleastrolabio.itRealizzato con sistemi liberi OpenSource:Kubuntu e software Scribus-ng, GIMP e Inkscape

Sono tante le organizzazioni – anche nella nostra città – che si spendono in favore dellepersone più indigenti; tra volontari e associazioni anche “Noi per Loro” da anni accompagnae sostiene la vita dei detenuti del carcere dell'”Arginone”.Anche Expò 2015 ha aperto i propri battenti, a maggio è stato inaugurato a Milano lafaraonica kermesse, dedicata interamente al tema “Nutrire il Pianeta”, una globale riflessionesu disequilibri, sprechi ed ingiustizie che affliggono milioni di persone; sono circa 842 milionicoloro che soffrono la fame, mentre si stima che dai 7 miliardi attuali passeremo – nel 2050 –a più di 9 miliardi, attualmente una persona su nove nel mondo, soffre la fame. L'intenzioneprimaria è quella d'invertire la tendenza e dimezzare la denutrizione entro il 2015;l'operazione “SFIDA FAME ZERO” è il messaggio-slogan lanciato dalle Nazioni Unite all'Expò diMilano. Mentre ci sarebbe cibo a sufficienza per nutrire ogni abitante, ci si divide tra duepoli opposti: da una parte, tanti che non hanno cibo a sufficienza, dall'altra più di 1 miliardodi persone affette da problemi di obesità e sovrappeso che a livello di patologie si riversanonegativamente come costi, sui bilanci dei vari sistemi sanitari.

E se è vero che il diritto al cibo è un diritto di ogni essere umano - uomo, donna, bambino –sancito e riconosciuto dalla “Dichiarazione Universale dei Diritti Umani” del 1948, è nostrodovere mobilitarci e colmare il gap che purtroppo anche la nostra città estense in questi annidi crisi e recessione ha dovuto registrare.Sono quasi il 10% le famiglie ferraresi classificate come “povere”: 5641, pari a circa 13.192individui, che a mala pena sopravvivono (dati aggiornati a dicembre 2012, a cura dell'UfficioStatistiche del Comune, ad oggi in continua inarrestabile ascesa), mentre sono diverse leAssociazioni ed i movimenti di volontari tra le mura estensi che operano sul fronte dellasolidarietà e al reperimento di prodotti invenduti, danneggiati e prossimi alla scadenza.

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E' emblematico un articolo pubblicato su“il Resto del Carlino”, dal titolo “loscandalo del pane sprecato”; ogni giorno– ogni forno - ne butta via circa 30 chili,ben il 15% del pane prodotto nella nostracittà estense – da forni, quasi unaquarantina da market, compresa lagrande distribuzione – restano invendutisugli scaffali. I dati parlano chiaro, solonel 2013 sono stati gettati 5.200chilogrammi di pane e 1.300 chili di pizzae sulla scia di questi allarmante econtraddittoria situazione è partito nel2004, il progetto “LAST MINUTE MARKET”,così i panettieri insieme al Comune e alleAssociazioni del Volontariato – Caritas, ilBanco Alimentari, la SAV (ServizioAccoglienza alla Vita) ritirano tre sere allasettimana dai punti vendita al dettaglio –botteghe tradizionali, dalle Ipercoop dellacittà, con i progetti “Brutti ma Buoni” e“A Buon Fine” -, l'invenduto e trasformarecosì lo spreco in una risorsa.

Parallelamente si tiene e si dedica unagiornata – come nel giugno 2014 – come “COLLETTA ALIMENTARE STRAORDINARIA “per contrastare la grave emergenzaalimentare che attanaglia il nostro paese;sono circa 4 milioni le persone chesopravvivono grazie ai pacchi alimentari eai pasti gratuiti serviti presso le mense,una vera Task Force che gode anche delpatrocinio dell'EXPO'-Milano 2015, che

puoi anche seguire sui social #stracolletta.

Tra i protagonisti – sempre in prima fila,nella trincea della solidarietà – noidell'”ASTROLABIO” non posiamotrascurare l'impagabile impegno e lacostante ed irriducibile presenzadell'Associazione “Noi per Loro”, all'interno della nostra Casa Circondariale.

Affiancati dal nostro intrepido cappellanodon Antonio Bentivoglio, i volontari daanni distribuiscono generi alimentari,beni di prima necessità e vestiario, unpiccolo ma ben fornito PUNTO-EMPORIO,adiacente la sacrestia della nostracappella interna, stabilendo con gli stessi

detenuti un rapporto che va oltre i confinidella mera carità ed un autentico e verorapporto di stima e d'amicizia che spessospiazza anche gli stessi operatori volontari.Essi organizzano mostre e mercatini neidintorni del campanile della Cattedrale diFerrara per raccogliere fondi e beni per noidetenuti e con i loro tradizionali e ghiottipinzini e salumi rallegrano ed intrattengonogli “spettacolini” organizzati all'interno delcarcere - nelle varie ricorrenze – dalvulcanico don Antonio.

Va da sé, che se pur in minima parte il lorocontributo allevia la sofferenza di unesistenza ristretta e coercitiva, tra questemura essi trovano con i loro operatol'entusiasmo e l'amore per abbattere ognipregiudiziale ed ogni preconcetto popolareper aprire il loro cuore a chi molte volte –causa i proprio errori – ha perso tutto, lapropria dignità, la stima, ma soprattutto gliaffetti,quelli più cari ( figli, mogli, compagnee genitori).

Un grazie di cuore, da parte della nostraRedazione e di tutti i detenutidell'”Arginone”!!!

Alberto Finessi & Culi Lefter

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Questo che sto per raccontare è lamia esperienza personale del mio“permesso premio”Dopo quasi cinque anni didetenzione in carcere sono statoammesso al piano rieducativo deipermessi premio,i permessi premiosono di quarantacinque giorniall'anno e sono concessi dalMagistrato di sorveglianza dopoun'attenta e scrupolosaosservazione da parte del carcerecon la famosa “equipe” dove ivertici dell'istituto si riuniscono perparlare del caso e ovviamentedanno il loro parere al magistrato disorveglianza.Come ho scritto prima io sonoandato per la prima volta inpermesso per cinque giorni,i cinquegiorni più belli della mia vita... poterriabbracciare mia figlia e mia mogliein casa “nostra” non ha unprezzo,davvero;la sensazione dilibertà che si prova una voltasuperata quella porta è un qualcosadi indescrivibile a parole,forse nonesistono ancora aggettivi per farcapire quanto sia bello.Nei primi 2/3 giorni di permessosono stato investito da un caricospettacolare di emozioni,non sodescrivervi cosa ho provato quandoho inserito la mia chiave nella portadi casa mia..sembra quasi dirinascere ed è proprio così che misono sentito nell'entrare a casamia,mi sentivo un uomo diverso,piùcalmo piu voglioso di vivere la“quotidianità”alla quale per colpamia ero stato strappato via.

L'esperienza delpermesso premiol'amore fa promesse che non manterrà, l'amicizia mantiene promesse mai fatte

quando ho attaccato chi era davanti a me non è mai stato per odio nei suoi confrontima per amore di chi era alle mie spallevoi mi guardate e ridete perchè sono diverso,io vi guardo e rido perchè siete tuttiugualinella vita ho perso chiavi di casa cellulare soldi indirizzi numeri di telefono ho persoamori ho perso persone a me care ma mai ho perso il mio onore e resto sempre inpiedicosa vuol dire amare una persona? Amare una persona vuol dire che non è più lagravità a tenerti attaccato al suolo ma è lei a farlo.Io e te non ci lasceremo mai perchè tu sei una forza inamovibile io una forzainarrestabile e ora che ci siamo incontrati nessuno ci dividerà

Luigi Scrima

Personalmente con grande entusiasmo,un entusiasmo che può avere un uomo di 45anni ,mi sono iscritto all'attività del giornalino. Il primo giorno ci siamo riuniti con ungiornalista, le educatrici, l'ispettore ecc. ecc. Con grande orgoglio il giornalista ci parlòdelle possibilità di esprimere una propria opinione e dei passi in avanti che avevanofatto in questi anni. Con promesse di nuovi computer, lui ci avrebbe seguito passopasso e di battaglie che si dovevano vincere. Di concreto che cosa c'è. Una stanzettafredda 3 computer scassati e siamo in 6, il giornalista che viene ogni 3 o 4 mesi,siamochiusi che se uno deve andare al bagno, non può. Mi dispiace caro giornalista,educatrici, ispettore, voi promuovete le vostre attività solo per obbligo, per mascherarequel nulla che fate per noi. Io personalmente non mi presto al vostro gioco ipocrita emi impegno a non seguire più nessuna attività.

L'ANGOLODI

RIFFLESSIONE

SECNODO UN PFROSSEORE DLEL'UNVIESRITÀ DICMABRDIGE,NON IMORPTA IN CHE ORIDNEAPAPAINO LE LETETRE IN UNA PAOLRA, L'UINCACSOA IMNORPTATE È CHE LA PIMRA E LA ULIMTALETETRA SINAO NEL PTOSO GITUSO.IL RIUSTLATO PUÒ SERBMARE MLOTO CNOFSUO ENOONSTATNE TTUTO SI PUÒ LEGERGE SEZNAMLOTI PRLEOBMI.QESUTO SI DVEE AL FTATO CHE LA MTENEUANMA NON LGEGE ONGI LTETERA UNA AD UNA,MA LA PAOLRA NEL SUO ISINEME.

LE NOSTRE ATTIVITÀ

FRASI D'IMPATTO

Meneghini Pier PaoloPubblicate Questo articolo.

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UNA SERATA ALL'INSEGNADELLA SOLIDARIETA'

Alberto Finessi

Sabato 23 maggio, alle ore 21,30, presso il municipio di Masi Torello si èsvolto un incontro pubblico, promosso dall'Assessorato alla Cultura, alloscopo di presentare opere e contributi letterari – poesie, racconti di vita,riflessioni – del loro vissuto, pensati e scritti dai detenuti del nostro carcere.La serata è diventata anche un facile pretesto per rimarcare – dopo undecennio di attività il ruolo e la funzione pedagogico-rieducativa delLaboratorio Teatrale, nonché quella svolta in questi anni dal nostro giornalel'”ASTROLABIO”, vera tela dove tessere storie, poesia, interviste, attuali eremote dei detenuti dell'”Arginone”.Erano presenti, oltre le rappresentanze del Comune di Masi, anche leoperatrici, educatrici dell'Area Pedagogica del nostro Istituto, il regista,coordinatore del Teatro Nucleo di Ferrara e per il nostro periodico, il suocuratore – fin dalla sua fondazione – Chinelli Iosto.Sono state lette poesie, racconti di vita, dediche – di persone dal passatoinquieto e turbolento – a testimonianza della consapevolezza edell'abnegazione con cui essi stanno pagando il dazio dei loro errori.E' significativo ed emblematico questo incontro, questo appuntamento chesottolinea l'interesse e l'empatia della cittadinanza di questo paesinodell'alto ferrarese, che vuole valorizzare concretamente – senza pregiudizi edipocrisia – l'impegno e la volontà di riscatto delle persone ristrette e rilegatetra le mura delle carceridell'”Arginone”.Va da sé, che la nostra redazione ha pensato di pubblicare su questonumero alcune opere e testimonianze presentate e lette in occasionedell'anzidetta serata e ringraziare ancora, sentitamente di cuore, all'unisonotutta l'Amministrazione Comunale di Masi Torello.

il Comune di Masi Torello promuove una serata pro-detenuti della Casa Circondariale di Ferrara

AL MIO AMICO TONINO

Carissimo “Guerriero”,di tante sfide, di tante scommesse, dianni trascorsi a condividere – in pochimetri di vita – gioie, dolori, sogni esperanze, illusioni e progetti, ma sempresotto il segno del rispetto, dell'onestàreciproca che per anni ci ha visti con fedee speranza pagare il prezzo, il dazio dellenostre legittime pene, ci ha vistipossibilisti e lungimiranti assertori delnostro domani, del nostro futuro.Tu mi hai preso per mano, ridandomifiducia e dignità, autostima e carattere,con te ho potuto ricoltivare la miainguaribile passione per la musica,insieme abbiamo perseverato nel crearcispazi e ricavarci una dimensione piùumana – a misura d'uomo – in un reticolodi costrizioni e privazioni, a volteabbiamo osato più del dovuto, ma

sempre entro i confini del lecito, senzatravalicare regole e regolamenti, conumiltà e senso del sacrificio abbiamogiocato, vinto e perso tante partite, tantebattaglie che oggi ricordiamo, che domaniricorderemo, che mai dimenticheremo . ..Oggi so che sei tornato in terra madre – latua Mazara del Vallo – nell'ultimastazione prevista dal nostro O. P.“l'affidamento in prova “ e che hairiabbracciato insieme alla tua bellissimafamiglia, l'antica e primordiale attività difruttivendolo; quell'impegno che il papà tiaveva affidato in giovane età e che oggi –con il supporto dei tuoi figli – hai ripresoper mano e che tu non mancherai diriattivare e sicuramente valorizzare.Il mio augurio va ben oltre uno scontato“in bocca al lupo”, il mio pensiero, il mio

cuore si riempiono di energia e speranza,nel pensarti, nel saperti semprecaparbiamente quel “guerriero” che la vitae le sue strane ed imprevedibilicoincidenze ci ha fatto incontrare.

Alberto Finessi

Al mio amico Tonino, compagno di tante merende

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Luigi Scrima

Caro papà,

quante cose che avevo da dirti, forse tante, e forse a non tutteavevi una risposta.Ugualmente avrei voluto dirtele, e guardarti mentre la tuaespressione da pensatore prendeva forma e quella ruga sifaceva più profonda.

Era bello ascoltarti, se pur sempre non perdevi occasione ainsegnarci, è per questo che di te sono stato sempre fiero, caropapà. Anche i tuoi schiaffi, credimi facevano veramente male,ma mai uno schiaffo senza motivo, senza che me lo meritassi.

Hai dedicato una vita intera a noi figli, a questo figlio . . . io cosìostinato, non credevo che alla fine sarei finito dentro unastanza fredda e buia. Certo la prima cosa che hai detto è stata:lo sapevo che finiva così, o forse lo immaginavi, comunque siaè andata così, come tu avevi preannunciato in cuor tuo. Anchese hai sperato e creduto con tutte le tue forze che non andassecosì: così è andata.

Ricordi, ancora prima nel 2000, un grande dolore ha lacerato inostri cuori, la perdita di un fratello, la perdita di tuo figliomaggiore, è fu proprio lì che ho imparato per la prima voltacosa significa il vero dolore, quel dolore che porterai per tutta lavita, il dolore che non passa mai.

Sono del parere, e della convinzione, che un genitore nondovrebbe mai seppellire un suo figlio; è veramente inaccettabilee contro natura una cosa del genere, mostruosamente sbagliataed ingiusta.

Ecco che ti vedo, dietro quei tuoi grandi occhiali, che adessonon ti danno l'aria da pensatore, ma di chi ha fatto per non fartrasparire la sua tristezza, il suo dolore.

Eri un uomo duro, forte e fermo, che non ha mai fatto mancareniente, a tutti noi, si è dedicato solamente alla famiglia, equando era festa, era festa per tutti, mentre l'abbondanzapadroneggiava a casa nostra . . .

Papà, quando arriva natale, credo che anche un figlio di unosceicco si sarebbe ingolosito per tutto quello che c'era sullenostre tavole, per i regali, per l'amore e l'armonia che regnavadentro la nostra grande ed accogliente casa.

La scelta mia . . . ??? Beh in fondo non l'ho capita neanche io,neppure scappare dalla mia città . . . scappare da qualcosa chenon sapevo neanche cos'era: paura, vigliaccheria, orgoglio, forsemenefreghismo . . . oggi dico solo ingenuità . . .

CARO PAPÀ . . . LE COSE CHE NON TI HO MAI DETTOCosì me ne andai via, lontano, non con la speranza di far fortuna,ma almeno un giorno di farti fierodi me; non sapendo che tu eri già, se solo ti ero vicino.

Poi nel 2002, il mio arresto, ecco che ritorna quella tristezza, queldolore che ancora fresco nel mio cuore continua a pretendereancora di più, ma tanto di più.

Hai provato a tamponare, a reagire a quel contraccolpo, mentresperavi che non fosse così grave come sentivi: un figlio morto euno in galera . . .

Anch'io morto in galera, perché tutto quello che sei riuscito qpercepire è stata solo la parola “ergastolo”, questo è bastato a fartremare il mio cuore, e a sprofondare nel tuo oblio.

Così mi hai lasciato . . .senza neanche un preavviso, e di colpo . . . il contraccolpo l'hopreso io, sapendo che tu te ne rei andato senza di me, mentre io tiavrei accompagnato ovunque, ovunque tu avresti voluto andare:sotto, sopra non avrebbe fatto nessuna differenza per me, per temi sarei buttato anche sotto un treno e non m'importa se questonon è un discorso da persona sana di mente, ma sfiderei chiunquese non avesse fatto la stessa cosa al posto mio, per un suogenitore, be' . . . io si!!! . . .

Adesso . . .adesso non mi rimane altro che parlarti – scrivere di te -, con lasperanza che mi9 ascolti e dedico tutto me stesso a mettere inpratica tutti i tuoi insegnamenti, i tuoi consigli che mi ripetevi tutti isanti giorni, ma credo che la cosa più grande che tu mi dicevi èproprio quella di nonsprecare e di non buttare via la mia vita . . .

Caro papà,non è mai troppo tardi per riprendere per mano la propria vita;forse oggi non posso viverla proprio come vorrei, ma almeno ho lapossibilità di ricominciare a viverla con i tuoi insegnamenti ed i tuoiconsigli, che non mi hanno mai portato fuori strada.

Caro papà,scusa se non posso raggiungerti, ma sono sicuro che tu sarai felicesapendomi vicino alle tue figlie . . . nuora e nipotini . . . ti vogliobene, caro papà . . .

Mio caro papà,un giorno ti racconterò tutto, e capirai come è stato difficile senzadi te, ma grazie a quello che tu mi hai trasmesso, ho potuto dareun senso a questa mia vita, grazie alla bella famiglia che hailasciato . . .

Ti voglio bene, caro papà.

Giovanni Di Bono

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Vita mia, ti cerco nel silenzio e sto male ti cerco e ti pensoogni istante della mia vita perchè tu sei la mia vita.

Ed ora che tu non ci sei più . . . mi manchi un casino: mimanca una parte della mia vita.

Il mondo mi può crollare addosso, ma non riuscirà mai afarmi dimenticare l'amore di mia madre.

Mia madre l'ho persa presto, ma quei venticinque annipassati insieme mi bastano per farne un ritratto.

Si toglieva il pane di bocca e non solo . . . era sempredisponibile verso chiunque le volesse parlare.

In lei ho visto come prima volta l'amore, quell'amorefedele esagerato che non conosce confine, quell'amoreche solo una mamma può darti, sa alzarsi nel cuore dellanotte, non dorme e ti consola.

Mi ha sempre riempito d'affetto, d'amore e d'attenzioni,dandomi dei buoni consigli, semplicemente ha saputoessere presente nella mia vita, ricordo che mi disse:Augusto non ho paura di morire.

Mi faceva capire che mi stava lasciando, ma io non cicredevo o non volevo crederci perchè credevo molto nellasua forza di volontà, essendo sempre stata una donnaforte, pimpante, solare e piena d'energia.

Purtroppo quella maledetta malattia, chiamata “tumore”non guarda in faccia a nessuno e da quel giorno mi sonopromesso di fare qualcosa di buono, di mettere in praticatutti i valori ed i principi che mia mamma ha cercato finda piccolo di trasmettermi.

Nella vita non importo come cadi, l'importante e rialzartipiù forte di prima senza commettere più gli stessi errori.

Oggi posso dire che con dolore sono riuscito a tirare fuoriil buono e a trasformare un incubo in un'occasione diriscatto, di stima in me stesso.

Un amore da difendere con il cuore e con i denti!!!

C'È SEMPREUNA MAMMA

Augusto Soccodato

LA RIMA

OLTRE IL MARE, HO GUARDATO, IN ITALIASONO ARRIVATO . . .

UNA NUOVA VITA HO INCOMINCIATO,

NON HO PERSO TEMPO, DELLA BUONAACCOGLIENZA SUBITO HO ABUSATO

IN BUONA FEDE HO REAGITO,

PER AIUTARE UN AMICO, IN UN MARE DIGUAI SONO FINITO . . .

DA LONTANO SON PARTITO, PER MIGLIORARELA MIA VITA, SUBITO ENTRAI

NELLA PARTITA, DI UNA PICCOLA MALAVITA .. .

ERO GIOVANE, NON CI PENSAVO, IN QUELLUOGO CHE COSA CERCAVO???

A CAMBIARE IL DESTINO NON È STATO BELLO

PER CHI MI HA CRESCIUTO, È BASTATO UNMINUTO

E TUTTO E ANDATO PERDITO . . .

CON L'ARRIVO DEL MANDATO PER UNLUNGO TEMPO SARO' MURATO . . .

DALLA FINESTRA STO GRIDANDO

CARA FAMIGLI E LIBERTA'

STO ARRIVANDO . . .

Culi Lefter

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Il mio pensiero di detenuto mi faapprezzare le piccole cose che da liberonon ritenevo importanti, sto riscoprendo ipunti oscuri del mio vissuto, storiconoscendo il mio errore .

Sto vivendo in un mondo che non miappartiene, sto cercando d'imparare solociò che è giusto, sto passando tra lenuvole per trovare un cielo sereno.E' vero che quando uno viene prelevatodalla libertà per scontare la pena delproprio errore, non vuol dire che vienedimenticato, o che questa persona nonesiste più, bensì si lavora “24 su 24” perrecuperarci , per far capire a chi si trovanella nostra situazione che quello cheabbiamo commesso è veramente moltograve.

Parlo per me!!

Tanti di noi si giustificano che nonavevano altra scelta, o non si potevaevitare: sono stato costretto di uccidere,di spacciare, di rubare, ecc. ecc.Per farci cambiare idea che non c'erasolo questa soluzione di comportarsi o direagire in modo negativo, sono certo cheesistevano sicuramente altre alternativeper superare quelle barriere e quegliostacoli, senza fare danni, senzaripercorrere e ricadere nei nostri passi!!

IL MIO PENSIERO

Allo Stato, o meglio alle tasche dei povericittadini costa lorouna bella “tassa” in più, e come se nonfosse bastato il danno che gli abbiamoprocurato. Ma ci devono anche garantiresicurezza e buona salute, proprio a noiche abbiamo procurato loro del male,proprio loro rappresentanoparadossalmente un buon esempio daseguire, una volta liberi.

Grazie agli eventi rieducativi indetti epresentati presso la nostra CasaCircondariale - che ci fanno sentire utili -come fa Horacio Czertok, coordinatoredel nostro Laboratorio Teatrale all' internodella struttura ci fa sentire artisti che nonsiamo, ma quello che conta di più èmetterci in gioco e metterci la faccia.

Poi c'è Raimondo che con il corso dipittura ogni settimana ci manda in“permesso premio”; nelle due ore diattività ed esercizio, onestamente non misento più carcerato ed e come quandodormi e fai un bel sogni dopo – prima opoi - ti svegli e ti chiedi: perchè non èdurato ancora un'ora in più? Vorrei chedurasse tutta la tua vita quel sogno!!

Qua dentro c'è una nostra secondafamiglia - che per noi sono le personepiù care dopo i nostri parenti - che si Culi Lefter

preoccupa passando anche tre volte algiorno - cella per cella - per garantire etutelare il nostro benessere, la nostrabuona salute.

Senza distinguo, senza pregiudizi glioperatori dell'infermeria si dedicanoprofessionalmente a noi e noi ci sentiamopiù sicuri e rispettati come bambini tra lebraccia della propria madre.

Personalmente non sono sicuro dimeritarmelo, io che ho sempre messo inpratica la vecchia legge del “taglione” e allacomprensione e alla riflessione hocontraccambiato con la stessa moneta: lavendetta!!!

Va da sé, che nel comportamento diHoracio , Raimondo e di tutto l'organicodell' infermeria del carcere, grazie a loro eal loro operato - senza sosta – che hocapito tante cose: ho scoperto i puntioscuri, ho riconosciuto il mio errore, hotrovato il cielo sereno, grazie,grazie, ancoragrazie: oggi da detenuto, domani da uomolibero!!

“Uno spazio, una giornata pensata, pianificata ed organizzata tutta per loro: tutta per i nostri figli" ll nostro Istituto ha sempre avuto unocchio di riguardo ed un'attenzione particolare verso coloro che indirettamente, fuori dalle mura di cinta scontano - molte volteinconsciamente - il dazio degli errori dei propri padri, dei propri genitori, cosi, sabato 19 dicembre 2015, come da copione, si è svolta-in occasione delle festività natalizie e di fine anno - dedicata interamente ai figli dei detenuti, del carcere cittadino dell'”Arginone" diFerrara, alla presenza della nostra comandante dottoressa Brianese Lisa, della sua vice dottoressa Gadaleda Annalisa e di alcuni-volontari esterni la loro festa, una giornata, concepita con tutti i crismi, studiata ad hoc nei minimi dettagli, trascorsa in un ambienteinteramente intonato ed arredato perché potesse il più possibile sfatare il luogo comune e contestualmente creare quell'armonia, quelclima e quella dimensione, che sola la famiglia sa trasformare, sa magicamente creare. Nulla è stato lasciato al caso e i detenutidell'”Arginone”, da tempo impegnati sul versante del "bricolage", del "fai da te”, in una sezione aperta ed attrezzata dalla stessaAmm.ne Penitenziaria, ideata volutamente per valorizzare il talento e la creatività dei singoli ristretti, hanno voluto lasciare il segno, unmessaggio d'amore e d'umanità ai figli di coloro che quotidianamente condividono con loro le proprie pene, ideando e preparando -grazie alla loro arte e alle loro innate attitudini, con materiali prevalentemente di riciclo (legno-rame ecc.) - doni e testimonianze chepotessero allietare e rafforzare la cornice di gioia e spensieratezza con cui si era concepita questa singolare e significativa giornata,dedicata a loro: ai figli dei detenuti!!! La riuscita era quasi inevitabile e si sa le buone intenzioni quasi sempre vanno in porto evengono premiate, e così anche i bambini hanno potuto godere - se pur per poche ore - della compagnia e del calore insostituibile deiloro cari genitori, stemperando e sfatando un luogo comune e sconosciuto come quello del carcere.Crediamo che giornate come queste sia il minimo che si possa chiedere, per i nostri figli!!!

UNA GIORNATA SPECIALE

Alberto Finessi e Giovanni Di Bono

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LA QUESTIONE CURDA: IL SOGNO DI UN POPOLO.

C'è un proverbio tailandese chedice:”quando gli elefanti sono in guerra,leprime vittime sono le formiche”.Con la nuova situazione geopolitica delMedio Oriente, i curdi sono diventati unanotizia principale su i media mondiali. Chisono i curdi? Come vivono la nuova erainfernale? Come vedono il futuro?e perchésono sempre state tra il martello el'incudine della storia?Originari del bacino indo-europeo,i curdisono un popolo che parla una lingua delceppo persiano. Vivono su una superficievasta più dell'Italia, compresa tra Iran,Irak, Siria, Turchia, Armenia e Georgia.Questo popolo ha una lingua con tantidialetti, ha una bandiera, ha un unicosogno ma tanti incubi. La religione è unmosaico come tutto il Medio Oriente.Sono musulmani sunniti, questa è lamaggioranza, con minoranze sciite,yazide, zoroastriane, cristiane - con i suoirami - ed ebraiche. Questo popolo fiero,dasempre, abita la montagna con i suoiambienti isolati ed inospitali per fuggiredal nemico. la montagna è per loro unafortificazione naturale.Questo duro e lungo isolamento hapermesso ai curdi di mantenere intatta,malgrado lo scorrere del tempo e degliinvasori, la loro identita ”nazionale”.Questo popolo non ha un statoriconosciuto dal mondo. Sono dispersi intanti stati del Medio Oriente: in Turchiasono 18 milioni, in Iran sono 6 milioni, inIrak sono 4 milioni, in Siria sono 2 milioni,in Armenia sono mezzo milione .nonpossiamo non citare la diaspora curda inGermania e nell'America del nord, dovesono più di due milioni. non esistonostatistiche affidabili.Ogni stato tende a diminuire il numerodella popolazione curda all'interno del suoterritorio. Grazie alla resistenza agliattacchi dello stato islamico, la cittàsiriana di kobane divento il simbolo dellaresistenza curda con il sopra nome di“Stalingrado dei curdi”. Questo popolo hail suo esercito i peshmerga ,unitadi difesa popolare. Il termine è curdo, esignifica ”lottatori sino alla morte, olottatori di fronte alla morte. I peshmergaerano i guerriglieri curdi cheaffrontavano, all'inizio del secolo scorso,le truppe governative irachene. Comeogni popolo, i curdi hanno il loro eroenazionale, e che eroe! Salah Addin AlAyyubi (saladino). Per i curdi è un eroe,

un esempio ed un'autorità spirituale epolitica. Il sultano Saladino è ilcondottiero musulmano che sconfisse icrociati nella battaglia di Hattin ericonquista Gerusalemme nel 21 ottobre1187. Il sultano sconfigge Guido dilusignano l'usurpatore del trono diGerusalemme alla morte del cognatoBaldovino quarto. La caduta diGerusalemme nelle mani di Saladinoprovoca la terza crociata (1189-1192).L'imperatore Federicoprimo Barbarossa, allatesta di un esercito cheriunisce tutti i principicristiani, è andato aprendersi la terrasanta. San Giovannid'Acri vieneconquistata nel 1191 daRiccardo Cuor di leoneRe d'Inghilterra e daFilippo secondoAugusto re di Francia.Riccardo conclude unatregua con Saladino, edottiene il territoriocostiero fra Tiro eGiaffa, e la promessache i pellegrini nonsaranno ostacolati.Questo eroe curdo nonha mai pensato dicreare un stato curdo.Perché? Saladino era ilsultano d'Egitto edAl Sham (nomegeografico arabo chesignifica e comprende tre stati:Siria,Libano e Palestina), era conosciuto acasa con il nome di: il sultano il re vit-torioso il bene della religione Yussef IbnAyyub. Quando era al potere, la capitaleera il Cairo, aveva diciassette figli maschied una figlia unica. I suoi figli eranoprincipi. Ognuno aveva un principatolegato al centro del potere della dinastiaAyyubita: il Cairo. Saladino con i suoi figlied i loro zii erano i padroni del lorogrande regno. Nessuno aveva pensatodi fondare un principato od un regnocurdo autonomo.Subito dopo la morte diSaladino all'eta di cinquanta sette anni, ilsuo figlio Al Afdhal Nur Addine Ali, cheera il principe di Damasco, fu elettosultano dai principi. Egli sposto lacapitale dal Cairo a Damasco. Neancheun anno dopo, Al Aziz Imad

Addin Abu Al Fath, principe del Cairo efratello del nuovo sultano, dechiaroguerra al sultano. Il potere era nellemani dei Ayyubiti curdi che facevanoguerra tra loro:fratello contro fratello ,ilnipote contro lo zio e lo zio contro ilnipote. Nessuno penso di creare un statocurdo. Tanti pensano che Saladino eraarabo. Egli era curdo e musulmano.

Da sempre i curdi sono un popolo di

guerrieri che lotta per guadagnarsi ladignità, il pane e la terra. Se può dire chedurante la loro storia, questo popolo havisto tutti i colori della persecuzioni. Tuttiparlano del genocidio degli Armenidurante la prima guerra mondiale,ordinato dall'impero Ottomano. Il 24aprile 1915 è un giorno indimenticabileper gli armeni di tutto il mondo. Questonero giorno ha un nome Medes Yeghern”il grande crimine”. Per Yerevan le vittimesono più di un milione e sei cento mila,per Ankara sono meno di tre cento mila.Malgrado le critiche della comunitàinternazionale Ankara non ha l'intenzionedi riconoscere il genocidio perché, perlei,non è stato commesso nessunsterminio pianificato da parte delleautorità Ottomane. Tutto il mondo parladegli armeni, e quasi

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Jendani H.28 maggio 2015

nessuno parla della deportazioneche,durante la prima Guerra Mondiale, fuattuata dai turchi contro 700 mila curdidelle province dell'Anatolia. Un'altrotentativo di genocidio contro i curdi eral'opera di Saddam Hussein nel 1988.L'esercito iracheno bombardò con il gaschimico il curdistan iracheno.L'operazione fu compiuta di nottequando la gente dormiva. La strage fece182 mila civili. Nessun all'epoca parlò digenocidio tranne la diaspora curdaall'estero.Autonomia o indipendenza questo è ildilemma .Meglio l'autonomia all'interno

di un stato o l'indipendenza costa quelloche costa? Tutti i curdi che sognanol'indipendenza ricordano, con granderammarico, il trattato di Seves, il 10agosto 1920. Dopo la prima GuerraMondiale, i curdi ottennero un statoindipendente che però venne cancellatocon il trattato di Losanna, il 24 luglio1923.Dopo la seconda Guerra Mondiale, ilsogno di un stato diventa più forte. gliinsorti curdi hanno manifestato per i lorodiritti civili e nazionali.Il padre della resistenza è stato MustafaAl Barazani,che ha fondato una fugacerepubblica indipendente in Iran .il suoesempio ha animato la guerriglia in Irak.Oggi il figlio Massud Al Barazani è ilpresidente della regione autonoma curdain Irak. Erbil è la capitale del curdistaniracheno. Tutto questo grazie allacaduta del regime di Saddam Hussein. Il

leader del curdista iracheno haapprofitato della fuga dell'esercitoiracheno per impadronirsi di tutti iterritori contesi fra curdi e arabi dal2003, inclusa la città di kirkuk. Ora hauna frontiera di quasi mile kilometricon il califato isil (islamic state of Iraqand the levant). Il Levante è un anticonome per la Siria, il Libano e la Palestina.Con questo nuovo statuto i curdi fannol'arbitro nelle continue guerre tra sciiti esunniti iracheni. L'esempio più notoè il leader curdo Jalal Al Talabani,presidente dell'Iraq dall'aprile 2005 aluglio 2014. In Iraq i curdi pensanoseriamente ad un referendum sullatrasformazione della regione autonomain un stato federale. I grandi progettiiniziano con i grandi sogni. Senza sogninon c'è vita.In Turchia lo storico leader dei curdi èAbdullah Oçalan che dal 1999 è detenutonell'isola prigione di Imrali. Nel marzo2013 è stato aperto un timido dialogo trai curdi ed il governo turco per iniziativadi A. Oçalan che ha chiamato i suoi amicidel partito, fuori legge, PKK a lasciare learmi per il dialogo. In Iran c'è sonotrenta deputati curdi nel parlamento farsiper portare nella aula dell'AssembleaNazionale i problemi dell'etnia curda.In Siria quando scoppiò la protestacontro il regime di Bashar Al Assad, nelmarzo 2011, tutti pensavano ad una altraprimavera araba. Protesta qua e protestala sono diventate proteste sfociatenell'inverno della guerra civile. I gruppi diopposizione sono in lotta contro ilregime di Assad e fra loro. L'obiettivoè cacciare la dinastia Assad dal poteree guadagnare terreno per il futuro,emagari eliminare l'avversario .quandoscoppiò la rivolta contro il regime diAssad i curdi non godevano di nessunriconoscimento. C'era un puro sistemaper cancellare la loro identità. Primadella guerra civile le famiglie curde nonavevano neanche il diritto di dare nomicurdi ai propri figli. Con essa i curdihanno liberato le loro città, conquistatole loro terre e potuto dare nomi curdialla loro prole. Non tutto il male vieneper nuocere. Nei tempi della crisi c'èsempre una speranza. Le loro zoneliberate dal controllo governativo siriano,i curdi hanno creato tre cantoni: Afrin,Jazira e Kobane multietnici doveconvivono curdi, assiri, siriani,turcomanni, arabi ed armeni. Tuttisognano un eventuale nascita diun'autonoma regione curda siriana .Tantihanno paura della creazione di un stato

curdo che metterebbe sottosopral'equilibrio instabile del Medio Oriente.Questa regione, dagli albori della storiaumana, è instabile perché è basata su unantico sistema tribale. come fa questavasta regione che è la culla della civiltàumana a essere cosi maledetta?

Di fronte al nuovo scenario del MedioOriente tante domande si pongono dasole. Come fa l'esercito iracheno a perderedi fronte ad un esercito nuovo e senzastoria? Perché l'Iraq non ha mai usato lasua aviazione contro il nuovo stato? e poila domanda che urla perché non ha sensoper quelli che vedono la realtà sul fronte:perché l'esercito iracheno e con lui ilpotere centrale di Baghdad lasciano i curdisoli di fronte al loro amaro destino? Dopola caduta di Saddam, al potere sonoarrivati i musulmani sciiti. Dopo la lungaesclusione dal potere, durante l'eraSaddam, gli sciiti arrivano al potere. Edifficile da dire ed accettare ma la storiaci insegna un'orrenda storia: ilrivoluzionario che combatte l'ingiustiziasociale, politica e la dittatura della sediaquando arriva al potere fa come ilsuo nemico politico se non peggio.Abbiamo l'esempio di F .Castro contro ilgenerale Battista, il colonello Jamal A.Naser contro l'ultimo re d'Egitto: il reFaruk,e il colonello M.Gheddafi control'ultimo re della libia: il re Idris .Cometutte le vittime una volta arrivati al potere,i sciiti dell'Iraq sono diventati il boia per lealtre etnie e confissioni; soprattutto per isunniti ed i yaziditi che loro definisconocome adoradori del diavolo. E semprefacile di guidicare, è sempre difficile dicapire. Per giudicare male ci vuole nientee un po' di rabbia. Per capire ci vuolel'impegno, il tempo e la testa. Gli sciitiiracheni sono convinti che la disfatta e ladisintegrazione del loro esercito nazionaleè colpa dei curdi e del loro tradimento. Icurdi sono diventati il capro espiatorio cheporta tutte le colpe degli altri. Gli sciitilasciano i curdi da soli di fronte all'esercitodell'Isis (the islamic state of Iraq andSiria). Gli arabi usano l'acronimo araboDaesh (al Dawla al Islamiyya fi al Iraq waal Sham)=lo stato islamico in Iraq e nel Levante. Glisciiti vogliono liberarsi dei curdi. Nessunopuò leggere il futuro.Chi sa cosa nasconde ai sciiti nel suonascondiglio?

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In occasione dell'annuale kermesse ferrarese gli artisti di strada –per la seconda volta-travalicano le mura della nostra Casa Circondariale. Anche quest'anno – in occasione della 27^edizione del Festival Buskers Ferrara – i musicisti di strada hanno iniziato a lastricare con la loromusica popolare ad iniziare da Milano, Lugo e Comacchio ed ora come da calendario anche lanostra città estense. Coordinati da Luigi Russo-direttore organizzativo-ed idealmente dal suopadre-fondatore Stefano Bottoni,dall'Amm.ne Penitenziaria e della sua Area Pedagogica, giovedi27 agosto ,due formazioni,gli italiani “cinque uomini sulla cassa da morto” e i belgi “les busiciens”,i Buskers sono riatterrati sul nostro “pianeta”, accolti da una band di detenuti diretta da HoracioCzertok ,regista e responsabile del nostro Laboratorio Teatrale e da una folta rappresentanza dellapopolazione carceraria dell'”Arginone”.Sulle note esplosive di “all right now” - hit anni '60 - e di una sempre longeva “Rebel Rebel”, di David Bowie, suffragate e scandite dalcopioso e trascinante applauso dei detenuti si sono aperte, alle ore 11.00, circa le porte della sala polivalente del teatro, all,insegnadell,accoglienza , della distrazione ,e della condivisione.

Gli intenti e la prerogative di queste iniziative -all,interno del carcere dell'”Arginone”- prima dello spettacolo sono state rimarcate inprimis dalla Vice-Comissario dott.ssa Lisa Brianese- da Chiara Sapigni, assessore comunale ai Servizi Sociali e da Vito Martiello, direttoredel nostro giornale, che hanno all'unisono sottolineato la presenza dei Buskers o “vagabondi di strada” - come qualcuno li dipinge – ela loro musica come veicolo per unire ed intrecciare sempre più le strade della città, con quella del carcere.I primi ad aprire la kermesse sono stati i trentini “ cinque sulla cassa da morto “ che con brani solari-marinareschi di lorocomposizione, inneggianti alla liberta ed una travolgente e sempre attuale “il Pescatore” di De Andrè, hanno subito conquistato laplatea come un metronomo umano-al battito delle mani scandiva il tempo dei loro brani. In seconda battuta i “les Busiciens”rincaravano la dose di euforia e di partecipazione, con un pot-pourri di ritmi esotici, tribali, valzer e con una stuggente serenata coralead un'avvenente giornalista, presente nel parterre degli ospiti.Ma il tempo è tiranno e anche questa magica e significativa rimpatriatain compagnia dei Buskers arriva suo capolinea, certa di aver lasciato sicuramente in ognuno di noi ancora una volta una tracciaindelebile del loro passaggio, della loro incontenibile voglia di vivere!!! Arrivederci alla prossima edizione.

TORNANO I BUSKERSNEL SEGNO DELL' EMPATIA E DELLA CONDIVISIONE

ACuli LefterAlberto Finessi

Lunedì, 30 novembre u.s. su invitodell'Amministrazione Penitenziaria, dellasua Area Pedagogica e degli stessiresponsabili del laboratorio teatrale,Horacio Czertok e Andrea Amaducci, perla prima volta si sono aperti i cancelli delnostro carcere cittadini, ad una classe delliceo Ariosto di Ferrara, ospite dellanostra compagnia teatrale che perl'occasione ha rimesso in scena la “Gerusalemme liberata”, opera scritta nelcinquecento da Torquato Tasso, valente estimato artista, scrittore della corte diAlfonso II d'Este.Un cantiere, un'opera, supercollaudata inpiù di un'occasione- un progettocondiviso tra più carceri della nostraregione- che i detenuti dell'”Arginone” diFerrara , hanno intenzionalmente usato

IL LICEO ARIOSTO DI FERRARA INCONTRA TASSO ALL'ARGINONE“Una visita pilotata nel nostro Istituto, per conoscere da vicino la qualità, la dedizione el'impegno pluriennale del nostro Laboratorio Teatrale”

come pretesto, come veicolo dicomunicazione, portando volutamentesul palco un messaggio di volontà e dicrescita culturale, coltivato in questi diecianni, in una realtà ristretta e limitata,consapevoli delle proprie pene daespiare, ma anche capaci e desiderosi diriscatto, di risalire la proprio china, diusare l'arte ed il teatro, abbandonandoper alcune ore il ruolo di detenuti- e difronte alla platea dei giovani studenti-vestire abilmente gli abiti del narratore,dell'attore, del musicista, rievocando conqualità e maestria il poema: l'amore, latragedia, il duello tra Tancredi e Clorinda.

Va da sé, che dopo le prime rime l'ariatimida ed impacciata, nell'ambienteaustero e soffuso della nostra sala

polivalente- rassicurati e consapevoli chenessuna pena da scontare li attendeva-improvvisamente evaporava e gli studentidel liceo Ariosto, segnavano incuriositi ilpasso dopo un attento e concentratoascolto, ad uno spontaneo e fragorosoapplauso a Eddy, Federico, Peter, Mario,Sotirios, che sancivano ancora una volta lavalenza ed il ruolo nevralgico e pedagogicoche sa svolgere il teatro nella costrizione,nel quotidiano del carcere.Chissà se anche questa rappresentazione èriuscita a contagiare e ad amalgamare lenostre due realtà, ad assottigliare le nostrecosi diverse condizioni sociali, grazie alteatro, all'arte e a chi naturalmente ci crede.

Alberto Finessi

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A distanza di un anno-in occasione dellasua 9^ edizione-risale il sipario della salapolivalente del teatro della CasaCircondariale di Ferrara,sull'”INTERNAZIONALE”.

Un'edizione-maratona scontatamentericca di spunti, argomenti e proposte cheuna redazione di illustri e titolatigiornalisti-tra i quali Gad Lerner, SerenaDandini, Bianca Berlinguer - nei tre giornidella kermesse Ferrarese ha trattato ediscusso; temi - come quellodell'incontrollata invasione dei migranti edelle sue barriere, ad una più equaridistribuzione del cibo, alle grandi sfide

internazionali e al discutibile ruolodell'Europa – sui quali ci si è confrontati,interrogati e sbilanciati, conappuntamenti e dibattiti dislocati in 23location, per un totale di 250 ore diprogrammazione, mentre sono state ben44 le testate giornalistiche rappresentatein questo significativo festivaldell'informazione.

Erano le 8.30 quando il nostro maestro –regista del Teatro Nucleo di Ferrara ,nonché fondatore insieme all' ecletticoAndrea Amaducci – suo fedelissimodiscepolo, e all'insostituibile vidiomakerMarinella Resigno - varcano le mura delnostro carcere per accendere i riflettori edalzare il sipario su” Me che libero nacqui

al carcer danno” opera liberamente trattadalla Gerusalemme Liberata di TorquatoTasso che che rievoca il cruente estruggente duello tra Tancredi e Clorindae così in una sala gremita di detenuti erapresentanti delle istituzioni esterne edinterne capeggiate dalla nostraCommissaria Lisa Brianese e la suainseparabile spalla dott. Ssa AnalisaGadaleda, come da copione alle 10.00 –minuto più, minuto meno - i detenutidell'” Arginone” si mettono in gioco e sicalano nei loro ruoli, di attori, dimusicanti, con le loro emozioni, con lapaura di chi può sbagliare, maconsapevoli che anche nella vita ristretta

si può osare, si può cambiare la propiaindole,rieducare la propria morale.

E' stato una lavoro duro e minuzioso, uncopione di sedici ottave, che trattal'ssedio storico a Gerusalemme avvenutonel 1099-in occasione della 1^crociata - edei suoi mitici personaggi, puntando lalente e l'intenso impegno, profuso permesi e mesi dai detenuti - attori sulduello cruente e struggente tra lasupremazia fisica di tancredi e l'energicafemminile fierezza di Clorinda, tra uncieco amore cristiano ed un tormentatoed insanguinato amore pagano; unduello, un dramma che titiç con caparbiaed abnegazione mnemonica ha recitatoabilmente nella suggestività delle luci

RIATTERRA SUL NOSTRO MICROCOSMO

Alberto Finessi

volutamente soffuse, della nostra salalaboratorio, insieme alla curata mimicainterpretativa di Kalanis e Peter, sostenuticon talentuosa professionalità da FantoniMario e Federico - alle chitarre- dallepercussioni di Pavani e dal soffio delicato esuadente del flauto di Andrea A. A dareancora più enfasi e smalto all' opera, cipensa Battista con la sua voce, orapossente, ora delicata che il parterre degliinvitati e la stessa platea non può igniorare,lasciandosi coinvolgere emotivamente efisicamente da un sentito ed accoratobattito di mani.

E dulcis in fundo, la ciliegina sulla torta non

si fa attendere e sul palco approdano ancheALBERTO e Desmond che con brani del lororeportorio anni ' 60 e con alcuni inediti benritmati, con una “lo son tasso, io son tasso”- rivisitazione a tema della mitica “je sonpazzo” dell indimenticabile Pino Daniele -chiudono un' altra prova, un'altrascommessa che i detenuti attori e musicidel laboratorio teatrale dell'” Arginone”hanno vinto in occasione di questo annualeappuntamento che proieta Ferrara, comecittà di cultura, di storia ed informazione, econtestualmente afferma e consolidaun'indubbia ed abnegata sete di riscatto , dichi ristretto vuole chiudere - una volta pertutte -una pagina buia della propriaesistenza: il teatro è anche questo!!!

INTERNAZIONALE

Secondo appuntamento con uno degli eventi più “in” nel calendario culturale della nostra città estense”

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IV° SCENA DI CLORINDATasso è sul letto, non dorme... è inquieto ... prende dei fogli ... sparsi un po' per la cella e sulcapezzale del letto,.li ripone.. li riprende è un gesto che ripete tre volte, poi, si addormenta sul tavolo..un fumo bianco invade la cella e compare l'Angelo, ha in mano una spada ed un elmo da guerrierosaraceno, dopo aver fatto qualche giro di danza si posiziona davanti alla finestra (musica), entral'uomo con il Saio si posiziona sotto la finestra a destra guardando la scena, ha il capo chino bracciaconserte. Entra subito dopo una bella donna, è una guerriera saracena ha le insegne di Aladino, siavvicina al Tassso...

Clorinda: Torquato! Sono una guerriera Persiana.. ho aiutato Aladino e ho ricacciato i cristiani favoritadalla tempesta.. anche se mi sono battuta con valore...sono rimasta ferita.. ma ho ferito Goffredo.... eho proposto ad Aladino di dar fuoco alla torre dei cristiani...per vincere la battaglia...Ma (va su e giù, siferma e dice) non ho capito cosa volesse dire il vecchio Arsete.. che mi ha scongiurato di nonbruciare la torre per la natura delle mie origini.. cosa ha voluto dirmi?Tasso: (si è svegliato ascolta Clorinda con attenzione e dice): Tu Clorinda il tuo destino è nellemani del fato! TANCREDI è il giudice..Clorinda: Tancredi?!? Ma egli mi ama!Tasso: Clorinda... l'amore che lui nutre per te.. non è principio un di vita.. L'amore è sofferenza..lascia sempre cicatrici.. Clorinda, mia cara Clorinda, il destino ti aspetta.. forse è anche colpa delle tueorigini..Clorinda: (adombrata) le mie origini? Un amore per Tancredi negato dal fato!?! Ma cosa tu diciTorquato!Tasso: l'amore... tu non ne hai diritto... se una guerriera di Aladino ... non cercare le tue origini noncercare l'amore... perchè non lo troverai.!Clorinda: (punta l'indice contro Tasso con il braccio teso) Tu conosci le mie origini vero?.. conosci il mioFato?!?Tasso: non posso darti risposte!Clorinda: allora è vero quello che mi ha raccontato in il vecchio Arsete!?! Dimmi... qual'è il miodestino? Io non amerò Tancredi?Tasso: Clorinda... non cercare le tue origini... tu sei ancora al servizio di Aladino!Clorinda: non ti capisco..cosa hai voluto dire? Tu conosci le mie origini vero? Quali sono.?. Non tacere...Raccontami Torquato!!!Tasso: ti ho già detto (scuote la testa) non so! Non ho risposte da darti ma.. non cercare l'amore..perché non lo troverai!Clorinda: nello stesso modo è il mio ruolo? Senza amore? Come sarà la mia vita! Se amo implichereila morte!?! (si innervosisce per le mancate risposte) Tu! Conosci le mie origini e non vuoi rivelarmele?Tu hai già previsto la mia morte? Tu hai deciso che non devo amare? Perchè...?Tasso: Clorinda, l'amore assoluto non esiste...e solo il bene che l'individuo vuole dall'altro sesso...ma sconvolto dai sensi... raggiunge il suo scopo.. e viene confuso con l'Amore!Clorinda: (congiunge le m,ami in segno di preghiera si inginocchia) Ti prego..Tasso... modifica l'ordinedel tuo poema..!Tasso: (si alza va su e giù per la cella), Non posso! Lasciami stare! Non posso modificare il fato.. tusei il prologo del poema.. è la forza divina (stringe il pugno) che ha guidato la mia mano.. è Dio chemi ha ispirato... e lui che m'impone il tuo problema, le tue pene d'amore.... non posso eliminarenulla.. Dio stesso... se volesse non può cambiare le sofferenze d'amore... è una condizione della Vita.Clorinda: Non puoi?! (si gira la musica si alza) perché questa sorte?! Il mio nemico s'impadronerà delmio cuore? Ed'io non potrò amare?Tasso: No! S'impadronerà solo del tuo cuore..! Vai! Lo so che la sofferenza non è sempre meritata..Vai!! Clorinda è incontrerai il tuo amore (gesticola stendendo il braccio volta il capo a destra per nonguardarla) Vai!Clorinda abbassa la testa, va al centro del palco, la musica si alza è drammatica... L'angelo gli vaincontro sono di fronte si guardano in silenzio come se parlassero..Clorinda: chi sei?

Angelo: sono Malakhim, messaggero del disegno di Dio...Clorinda: sei un messaggero di Dio??! Qual'è il suo disegno per me?1?Angelo: tu... incontrandomi (gesticola) parlandomi... si compie il disegno salvifico di Yhvèn – inparadisum decucant te angeli...Clorinda: non capisco... ma è importante per le mie origini cristiane... che Dio sa dove vado..!Angelo: tieni..li porge l'elmo e la spada, poi, le prende la mano e la conduce sul fondo del palcodove di trovava prima...si fermano con le spalle verso il pubblico... aspettano.. in silenzio ... entraTRACREDI.....La Commedia, Continua con la scena del drammatico duello: Tancredi-Clorinda...

Sono detenuto nella casa circondariale di Ferrara,ho scoperto che quì tutti gli orologi segnano lastessa ora... quindi, per scacciare l'ozio ho scrittouna commedia, in essa racconto la prigionia diTorquato Tasso detenuto nelle carceri ferraresiove, il potere del Duca Alfondo d'Este lo tieneincarcerato.

Torquato Tasso: nel 1^ si porta in scena la suadetenzione al Sant'Anna nella cella del 1579 sipotrà scoprire che è vittima degli intrighi di corte,delle calunnie ed'è incapace di adattarsi alleregole di una detenzione che ritiene ingiusta.Storia di un uomo vinto, nonostante il clamorososuccesso del poema Gerusalemme Liberata; è unuomo sconfitto, soffocato da una societàdogmatica, ostile e feroce; siamo nel 1579.Mentre, nel II° atto, il protagonista vive la realtàcontemporanea 2014/15, che in parte assomigliaa quella del Tasso, sui piatti della bilancia dellagiustizia la commedia pone la vita di unprigioniero contemporaneo che si intreccia conquella del Tasso, e sono sempre le ingiustizie afarla da padrona nella vita di ogni uomo in ogniepoca... le manifestazione del potere; sono senzatempo nel 2015?Ingiustizia senza tempo??? Si! Lo di ce Quoletnella sacra Bibbia, ed'è sempre secondo Quoèletche introduce questa storia, con la interferenzadell'insegnamento della Bibbia. Questacommedia, appunto con brani biblici innescatinel pensiero del Tasso, vuole affermare che tuttoha un senso nel teatro e quindi, nella vita delprigioniero. La commedia fa rivivere una realtàche appartiene al passato, ma può essere unarealtà del nostro tempo pone interrogativi allospettatore come: l'ingiustizia del 2015 può esseresimilare a quella del Tasso del 1579???Teatro culturale, nel carcere di Ferrara? Si! Ovesono rinchiusi uomini impuri, drogati, ladri,mafiosi, che hanno praticato il male, ma lohanno subito, per affermare che si vive unarealtà innescata nel passato. Si scoprirà scopriràche per il carcerato l'iniquità è sempre lastessa.... la sua esistenza all'interno di uncarcere, scuola di raffinata malvagità, lo porta avendere la sua vita ai carcerieri o malavitosi chelo ricattano in continuazione.

TORQUATO TASSO: IL PRIGIONIERO DI FERRARAdi Giacomo Profilo

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“Ferrara ha perso un pezzo della propriastoria, un irriducibile alfiere del nostrocalcio estense,unrivoluzionario, unpioniere del “calcio moderno”; i figliElena, Giorgio e Giulio ringraziano tuttele numerose persone che contelegrammi ed attraverso i socialnetwork hanno voluto essere vicino allutto, per l'inquantificabile perdita “ delloro caro papà “

Mercoledì 3 giugno u. s.,alla veneranda età di 89anni si è spento GiovanBattista Fabbri, un po'anarchico, un po' profeta,un po' burbero, un po'maestro d'orchestra diuna Spal che nonscorderà mai il suo piùrappresentativoallenatore, colui cheseppe regalare a Ferrarae ai suoi tifosi momenti ecampionati entrati ormainella leggenda del calcioferrarese, le esequie diGibì – nato a Poggetto diS. Pietro in Casale (BO), l'8.3.1926 – sono stateospitate ed espostepresso la chiesetta di donUmberto Poli, a Chiesuol del Fosso (FE).

Facente parte di una famiglia numerosadi otto figli, garzone nella bottegapaterna, ha sempre tirato calci alpallone, lo chiamavano “al Brusaerbadel Poggetto”, prima da giocatore – hadisputato una settantina di partite – perpoi abbandonare il rettangolo di giocoed intraprendere la carriera diallenatore.Negli anni '60 parlava già di “calciototale” e dopo il monopolio del“catenaccio” dei mitici Herrera eTrapattoni, nel 1977 riuscì con la suafilosofia rivoluzionaria, ad esserel'antesignano ed il precursore di quel belcalcio che in quegli anni contribuì aportare ad un passo dallo scudetto ilL.Vicenza: Gibì asseriva che nel suocalcio c'era un po' di Olanda, di Belgio,

GIOVAN BATTISTA "GIBÌ" FABBRI

FERRARA NON TI DIMENTICHERÀ FACILMENTE

d'Italia e di Cecoslovacchia, che undifensore puo'' diventare ancheattaccante e viceversa: un calcio, che oggisi etichetterebbe come un calcio “a tuttotondo”.

Paolo Rossi “Pablito” il goleador deimondiali – vinti dalla nostra nazionale nel1982 -, alla notizia della sua morte hadichiarato: “lo consideravo come unsecondo padre, un tecnico che ha

scoperto di me la vera venadell'attaccante, del centravanti; nelLanerossi Vicenza mi ha insegnatol'umiltà e che se nel tuo mestiere ci mettipassione, si possono raggiungereobbiettivi e traguardi quasi insperati,quasi irraggiungibili”; resta storico, aVicenza il secondo posto, dietro laJuventus.

Sono sicuramente famose le sue grigliatecon i giocatori a fine partita, perstemperare e sdrammatizzare confilosofia anche un sconfitta – come lamancata promozione con il Bologna,nell''87.

Il suo curriculum annovera ben 34panchine differenti ed i giocatori loricordano per la sua umanità, per queineologismi, quegli pseudonimi - che

facevano spanciare dal ridere – masoprattutto per quel suo sorriso con ilquale, sotto la sua direzione – entravano incampo e partendo da questo caratteristicoprofilo che giocatori come Brescia, Torchia eMangoni hanno pensato d'intitolargli ilCentro Sportivo di via Copparo, a colui cheporto' in campo la più bella Spal di tutti itempi.

Come si puo' dimenticare lo spareggio dellaSpal a Verona, conla Solbiatese condiecimila spallini alseguito, che nel1991 gli valse larisalita dalla C2 allaC1, per poi risalireinesorabile nel1992, macinandogrande calcio, congli irriducibiliFabbri, Brescia,Zamuner EParamatti, anche lavetta della serie B.

lo ricordiamoaltresì, per leinnumerevolipartecipazionicome testimonial

del nostro calcio ferrarese in tante occasionied in tante manifestazioni a sfondo umano,a sfondo sociale e noi dell'Astrolabio nonpossiamo scordare quella spiritosa edoriginale intervista – pubblicata sul n.1 /2012, del nostro periodico – che “adistanza” gli proponemmo e alla quale lui,il mitico Gibì rispose puntuale e solerte, congrande sensibilità e paterna empatia.

Nella speranza di essere stati esaustivi nelripercorrere fedelmente i tratti salienti epiù significativi della vita di un uomoesempio per tanti, di rettitudine elungimiranza – specialmente per le nuovegenerazioni – che anche la nostra redazioneha voluto portare il proprio contributo eall'unisono con i detenuti dell'”Arginone”salutarlo: con un ideale ed accorato...“ciao Gibì”. . .

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Vi siete mai sentiti soli, impotenti ,e quante volte in un discorsosi finisce col dire:tanto io non ci posso fare niente, mettermisolo contro il sistema,sarebbe solo peggiorare la mia situazione.Questo è il punto SOLO . Quante volte in quella poca galera cheho fatto “PER FORTUNA NON PER BRAVITU” ,se vado io achiedere chiarimenti all'ispettore mi ride in faccia, o mipotrebbe anche rispondere ma tu chi sei ? O dove pensi diessere?E succede anche, ma perchè devo espormi io, chi me lo fa fare,me ne frego e vado avanti ce ne sono mille di ragioni, i 75giorni,i 45 giorni ,i permessi, il lavoro, l'affidamento,la relazione.

PER UN CARCERE MIGLIORE

P. Menighini

Un uomo dal medico:- Dottore, si ricorda di quando, un annofa, mi ha detto che se volevo guarire dai reumatismi dovevoevitare l'umidità ?si, certo, me lo ricordo benissimo.....bene, adesso sono guarito, pensa che possa ricominciare alavarmi ?

Sai che cosa fa un maiale innamorato ?mha... non saprei.Il prosciutto cotto!

Una zingara, vedendo un tale che cammina pensieroso lungoil marciapiedi: lei ha dei problemi, posso leggerle il futuro?Grazie... come se le cava con il passato? Non riesco più aricordare dove ho parcheggiato l'auto !!

Un tale racconta:Mi sento stressato, cosi ho letto un libero che sostiene che ilmigliore modo per raggiungere la pace interiore è finire ciò chesi è iniziato.e allora cosa hai fatto?Per ora ho finito una barretta di cioccolato, una bottiglia divino, un sacchetto di patatine e sei lattine di birra, e mi sentomeglio....

Due amiche:hai saputo di chiara? Sono tre mesi che segue una dieta abase di banane e noci di cocco.Ed è dimagrita ?Non tanto, in compenso dovresti vedere con quale agilità saltada un albero all'altro !!

BA

R­Z

ELLETTE

VIVERCI

Faccio la galera , ma che cos'è la realtàche mi sento la mancanza , della mia famiglia.La mia moglie che non posso , abbracciare o baciàe per i miei piccoli figli , a cui manca il papà .Gli amici che sono li fuori,sentono la tua mancanzama non gli frega più niente,quando sono in vacanzaallora faccio amicizia , con della gente qui dentroma è come una candela,basta un soffio e dopo è spentoconoscendo tanta gente , che domani non ce née guardando qui intorno , alla fine c'è solo tèavendo tanto tempo , ma il tempo non ferma maiogni mese ogni anno , la tua vita passeraiogni giorno vedo la luce , di ogni nuovo giornoma alla fine è sempre uguale , i quattro muri qui intornooggi faccio qualcosa , che non ho mai fatto primaper cercare qualcosa di nuovo , e sollevare la mia stimama a cosa serve , una laurea o un lavoroche quando sono fuori, chissà che cosa trovoallora prego un po' Dio , chissà se può servirma non essendo credente, non credo che vuol sentirche cosa posso fare, per cambiare la mia routinenon voglio guardare la tv, come un piccolo bambinqualche volta mi sento male, e ho voglia di stare solochiudendo un po' gli occhi, e viaggiare come Marco Polochiedo solo un po' di rispetto, e un po' di dignitàma dentro ogni carcere, neanche questa te la dàla speranza di un permesso, o di un po' di normalitàma quella avrò soltanto, quando mi metti in libertà.

A dimenticavo c'è un'altro fattore molto importante ilMENEFREGHISMO ,fin chè il problema non mi tocca direttamentecosa mi frega.Allora cosa ho fatto? Ho fatto un sogno:Ho sognato una sezione accogliente, persone vere che tichiedevano se avevi bisogno di qualcosa e sentivi che ti eranovicine. Sempre in questo sogno c'erano 5 o 6 persone i più anzianiparlo di periodo carcerario, e ti spiegavano il funzionamento diquesto gruppo di persone chiamata SEZIONE ,e ti dicevano dasubito che bisognava essere uniti perche' proprio nelle avversitàdella vita per avere forza bisogna essere uniti.

DES

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ASPETTARE

NELLA STORIA DEL CALCIO, LEMAGLIE DEI GIOCATORI NON SONOSEMPRE STATE NUMERATE.L'IDEA DI CUCIRE UN NUMEROSULLA DIVISA NACQUE NEL 1928 DAHERBERT CHAPMAN, MANAGER DIUNA SQUADRA INGLESE.I GIOCATORI DELLA SQUADRA DICASA AVEVANO NUMERI DAL 1 AL11,MENTRE GLI OSPITI DAL 12 AL 22.SOLO DAL 1993 OGNI GIOCATOREPUÒ SCEGLIERE A PROPRIOPIACIMENTO UN NUMERO DA 1 A99.

I CARTELLINI ROSSI E GIALLO SONOSTATI INVENTATI DALL'ARBITRO DICALCIO INGLESE KEN ASTON NEL1970.PER OVVIARE AI PROBLEMICOMUNICATIVI TRA ARBITRI EGIOCATORI DI NAZIONALITÀ DIVERSE,DECISE DI CREARE UN METODOUNIVERSALE PER DICHIARAREESPULSI E AMMONITI IN UNPARTITA, COSI, UN GIORNO, DAVANTIA UN SEMAFORO, EBBEL'ILLUMINAZIONE!!

LO SAI CHE ?Aspettare, attendere, pazientare. Parole comuni, no? Chi non ha maiaspettato nella vita? Tutto normale, la coda alle poste, la fila in banca, l'attesaal ristorante, i figli non rincasano, la fidanzata in ritardo, il treno non arriva,l'aereo che non parte, il parcheggio che non trovi, il traffico bloccato, la cenanon è pronta, tutto normale, no...?? A volte penso, che fortuna hanno icarcerati!! Quelli non muoiono certo stressati, saranno chiusi si,ma per loroalmeno tutto è pronto,tutto servito. Che pacchia!! Mangiano, bevono, fumano,dormono, guardano la tv, giocano a carte,vanno all'aria oppure al camposportivo, a scuola o a teatro, in palestra, all'emporio, qualcuno in infermeria,in biblioteca, dal prete, dall'avvocato, a colloquio, in chiesa, in “matricola”, intribunale, che bella giornata! piena, scorrevole, senza problemi. Devono soloscegliere.Sono le ore 6Sono sveglio, ho fame,ma devo aspettare, il caffèlatte passa dopo le otto.Dovrei andare in bagno ma c'è il mio compagno di cella, bisogna attendere.E arrivato il latte, ma devo aspettare l'infermeria (la medicina devo prenderlaprima dei pasti) ho mangiato, stò aspettando che aprano le celle per farmiuna doccia, con il caldo che fa, durante tutta la notte, sudiamo come animali,hanno aperto ma c'è la fila, bisogna attendere. Ora sono pronto per scendereall'aria, ma l'assistente sta parlando, bisogna aspettare. Sono sceso, ma ilcancello in fondo alle scale è chiuso,aspetto il mio turno. All'aria un 'orapassa in fretta e io devo andare all'emporio. Bisogna aspettare che chiamino,hanno chiamato,ora tutti in fila e paziente, finalmente posso salire, ma ilcancello è chiuso. Aspetto che mi vedano. Hanno aperto, salgo ma anche ilcancello delle sezione è chiuso, aspetto che mi aprano. Eccomi di nuovo incella. Vado a lavare i piatti, ma stanno lavando i panni, aspetto. Fatto,oradevo lavare i panni, ma è occupato, stanno lavando i piati, attendo. Eccomiqua, è l'ora del pranzo, ma bisogna aspettare, hanno incominciato dall'altraparte delle sezione, c'è sono ventisei celle, la mia è l'ultima, paziento, ora èchiuso per la conta, aspetto che aprano, mi chiamano: Guerzoni dall'avvocato,mio Dio, no!! Mi preparo e aspetto l'assistente, mi apre,ma ci sono altriquattro cancelli tra me e l'avvocato, tutti chiusi, e per ognuno bisognaaspettare. Sono arrivato, buongiorno Guerzoni, l'avvocato è per strada,siaccomodi attenda. Fatto, posso andare, e già penso ai quattro cancelli chedevo aspettare, pazienza, ora sono in cella e aspetto la cena, poi bisognaattendere il carrello dell'infermeria e infine aspettare la battitura. E finita,posso mettermi a letto,ma ho paura di stendermi, perché so che aspetterò ilmattino,che inizierà, attendendo con pazienza la sera.Ma che bella giornata!!piena,scorrevole che fortuna essere qua, una verapacchia!

G.P. Guerzoni

And a woman who held a babe against her bosom said, speak to us of children.And he said:Your children are not your children.They are the sons and daughters of life's longing for itself.They come through you but not from you,And though they are with you yet they belong not to you.You may give them your love but not your thoughts,For they have their own thoughts.You may house their bodies but not their souls,For their souls dwell in the house of tomorrow,which you can not visit, not even in your dreams.You may strive to be like them,but seek not to make them like.For life goes not backward nor tarries with yesterday.You are the bows from wich your children as living arrows are sent forth.The archer sees the mark upon the pathof the infinite,and He bends you with Hismight that His arrows may go swift and far.Let your bending in the archer' handbe for gladness;For even as He loves the arrow that flies,so He loves also the bow that is stable.

G. KHALIL GIBRANpoet, philosopher, artist and writer.

(1883 - 1931)Lebanon Usa

A poem chosen by Jendari. H.

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a cura di Alberto Finessi

N O S T R E S S , N O P A R T Y !

Siamo schiavi di noi syessi, delle nostre abitudini, delle nostremanie; sempre in competizione, siamo convinti non esisteenergia, senza compromettere il nostro equilibrio, la nostrasalute, il nostro benessere.

Dal significato della parola strees che recita “ qualunquecondizione fisica, psichica che esercitando uno stimolo dannososul nostro organismo, ne provoca la reazione trasformandosispesso in tensione nervosa, emotiva, in logorio”, prendiamospunto per fare quadrato sulle risposte che il nostro organismoe noi stessi possiamo dare a questa alchimistica patologia, cheinesorabilmente miete vittime a tutti i livelli, ad ogni stratosociale, compresa la nostra realtà, che non si sottrae arestrizioni e “mal di pancia”, ad una quotidiana ripetitività, adinevitabili convivenze coatte e ad invivibili condivisioni.

Il nostro organismo si ribella – nella maggioranza dei casi –spianando la strada inizialmente ad un'improvvisa accelerazionedel nostro battito cardiaco, della respirazione, un incrementodella glicemia e della traspirazione, in un rallentamento delladigestione e conseguente dilatazione delle pupille e se ci saràresistenza dopo questa fase potremmo anche entrare nel tunneldell'esaurimento, con conseguente perdita d'energia ed in uninevitabile stato di depressione che in casi estremi può portareanche al decesso.

Tra le malattie da stress più ricorrenti ricordiamo l'asma, leulcere gastriche, l'ipertensione ed il mal di schiena, mentre trale cause e le concause primeggiano le tensioni collegatefortemente ad eventi significativi e traumatizzanti della nostravita, come la perdita del lavoro, la separazione, il divorzio, lamorte del proprio partner, la carcerazione, una malattia, maanche il mutamento delle nostre abitudini, il cambio dioccupazione, l'insufficiente tempo dedicato al sonno ecc. ecc.

COME VINCERE LO STRESS

Intanto identificando le nostre tensioni, le frizioni ed i nostristati d'animo, a volte anche creati da uno scontato, banale, marumoroso sciacquone del nostro vicino, dallo strapotere di unnostro superiore, per non parlare dell'antipatia del nostrocollega di lavoro, tutto cio' può spesso rattristirci e crearci ilclassico “mal di stomaco” o “mal di pancia”, preludio edanticamera di questa diffusa patologia dei nostri tempi moderni.

Conviene fare l'identikid del problema, localizzarlo e focalizzarela nostra condizione – prima di somatizzare i suoi effetticollaterali – come prima importante ed efficace risposta perrisolverlo e metterlo da parte; essere sulla buona stradaaumenta certamente le probabilità per estirpare alla radice unsindrome o la causa di un problema altrimenti – se a stadiavanzati – non più debellabile e di difficile risoluzione.

Nel mirino dello stress, ci sono proprio tutti, da chi dedicatroppo tempo al proprio lavoro, a chi si isola ed annoverasocialmente poche amicizie, ma non vi si sottrae neppurecoloro – addetti ai lavori, chiamati “dell'aiuto” - come psicologi,

medici, preti sociologi: c'è né per tutti!!!!

Non sottostimiamo mai le nostre emozioni, ogni campanellod'allarme può rivelarsi l'inizio di un pericoloso processo che puòriversarsi irremediabilmente nella famosa “sindrome diBurnout”, cioè dell'esaurito che ci costringe “volere o volare” acreare e a razionalizzare in forma di gerarchia il nostro tempo,dedicandone di più al nostro riposo, alla nostra persona. E'difficile pensare ad una scaletta o gerarchia sul nostromicrocosmo – sul “pianeta carcere” - ma se vogliamo dribblarequalsiasi sindrome o “ mal di pancia “, dobbiamo organizzare ilnostro tempo, creare un piano d'impegno e di interessi, capaci dicolmare e sconfiggere l'ozio e l'apatia, vere fonti e cause distress e di depressione – parenti di queste mura – allargare lenostre conoscenze, i nostri orizzonti, con idee e progetti, si può:come diceva il carissimo e volitivo Beppe - amico di merende -“volere è potere”.

Altra con causa di malessere psicofisico è da addebitare allaqualità del sonno e a quella dell' alimentazione; il riposo ed ilcibo sono componenti intrascurabili che possono fare ladifferenza e dare più smalto e vigore al nostro benessere, allanostra vita.

In ultima analisi non dimentichiamo quello che ci consiglia ilCentro RIZA di Medicina Naturale di Milano: “imparare a starecon se stessi, a guardarsi dentro significa attivare le risorseinteriori, le energie primordiali che sono il nostro tesoro piùprezioso” e secondo il pensiero di Famiglia Cristiana “ per amarel'altro, io debbo prima accettare, amare e conoscere e (ritrovare)me stesso, bisogna uscire dalla prigionia invisibile delle nostreansie, delle nostre paure, da una sopravvivenza che non ci fapartecipare alla nostra vita”; dobbiamo usare la consapevolezzanel pensare che la solitudine non è malinconia: un uomo solo èsempre in buona compagnia.

TERAPIA

Possiamo agire sui sintomi – come nel caso dell' ipertensione –con farmaci mirati, mentre invece se vogliamo rimuovere lecause generative è consigliabile affidarci a tecniche come loyoga, la meditazione o il training autogeno che non hannocontroindicazioni sul nostro organismo e possono – integrate adun profondo cambiamento del nostro stile di vita o ad un nettocambiamento d'occupazione – essere di sostegno psicologico ediventare un'efficace e risolutiva terapia.

Con questi consigli e concetti di vita speriamo senza pretese, nefacili decaloghi di comportamento, di aver fatto luce e contribuitoad affrontare meglio un problema che se sottovalutato, puòdiventare il crocevia di tante patologie, di tanti “mal di pancia”,habituè tra queste comuni mura.

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WOLE SOYINKA

Attraverso laletteratura lotto perla democrazia nellamia Nigeria

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