ORDINE PROVINCIALE DEI MEDICI CHIRURGHI E DEGLI … · 2009-08-31 · Pantusa ı Prof F. Rivasi...
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Giuramento professionale
“Errori umani ed errori dei sistemi - le responsabilità del medico”Il documento nazionale FNOMCeO sul rischio clinico
Comitato Etico di Modena: attività 2006
Etica dell’informazione: la carta toscana (S. Reggiani)
Documento ambiente FNOMCeO - ISDE
BOLLETTINOBOLLETTINOORDINE PROVINCIALE DEI MEDICI CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI DI MODENA
N. 6 - MENSILE - Sped. A.P. - ANNO LVI - GIUGNO 2007
ANNO LVI - n. 6 giugno 2007 - Pubbl. mensile e 1,00 - Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - D.l. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) art. 1,comma 1, DCB Modena - Direz. e Amm.: Modena, p.le Boschetti, 8 - Tel. 059/247711 - Fax 059/247719 - E mail: [email protected] www.ordinemedicimodena.it
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BOLLETTINO N. 6 - GIUGNO 2007 3
CONSIGLIO DIRETTIVOPresidente
Dr. Nicolino D’AutiliaVice Presidente
Dr. Beniamino Lo MonacoConsigliere Segretario
Dr. Stefano ReggianiConsigliere Tesoriere
Dr. Antonino AddamoConsiglieri
Dr. Lodovico Arginelli ı Dr. Marco Baraldiı Dr. Luigi Bertani ı Dr. Adriano Dallari ıD.ssa Azzurra Guerra ı Dr. GiacintoLoconte ı Dr. Paolo Martone ı Dr.Michele Pantusa ı Prof. Francesco Rivasiı Dr. Francesco Sala ı D.ssa Laura Scaltriti
Consiglieri OdontoiatriDr. Roberto Gozzi ı Dr. Vincenzo Malara
COLLEGIO REVISORI DEI CONTIPresidente
Dr. Roberto OliviComponenti
Dr. Giovanni BertoldiDr. Carlo Curatola
Revisore dei conti supplenteD.ssa Marisa Zanini
COMMISSIONE ODONTOIATRIPresidente
Dr. Roberto GozziSegretario
Dr. Mario CaliandroComponenti
D.ssa Francesca Braghiroli ı Dr. VincenzoMalara ı Prof. Mario Provvisionato
Direzione e AmministrazioneModena, p.le Boschetti, 8Tel. 059/247711 Fax 059/[email protected]
Direttore ResponsabileDott. Nicolino D’AutiliaIscr. Trib. MO N° 83 del 28/6/52
EditoreOrdine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Modena
Comitato di RedazioneDr L. Arginelli ı Dr L. Bertani ı Dr M.Cinque ı Dr C. Curatola ı Dr A. Dallari ıDr P. Martone ı Dr R. Olivi ı Dr M.Pantusa ı Prof F. Rivasi
Realizzazione EditorialePoligrafico Mucchi Via Emilia Est, 1525 - Modena Tel. 059/374096 - Fax 059/281977
Fotocomposizione & GraficaColorgraf - Via Baracchini, 12 - VignolaTel. 059/776576 - Fax 059/7702525
SOMMARIO
– ATTIVITÀ DELL’ORDINE 5
– DI PARTICOLARE INTERESSE 8
– COMITATO ETICO 14
– MISCELLANEA 22
– FNOMCeO 25
– NORMATIVA 29
– FLASH 29
– NEWS 30
– CORSI CONVEGNI E CONGRESSI 32
– TACCUINO 33
– ARTE E DINTORNI 34
IN COPERTINA: “Paesaggio” ı Mario Vellani Marchi ı olio su legno ı cm 17,5x23
4 BOLLETTINO N. 6 - GIUGNO 2007
GIURAMENTO PROFESSIONALEIL RISPETTO DELLA VITA E DELLA DIGNITÀ DEL MALATO, LA PERIZIA E LA
DILIGENZA NELL'ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE: QUESTI SOLO ALCUNI DEIDOVERI CHE OGNI MEDICO DEVE RISPETTARE
Consapevole dell'importanza e della solennità dell'atto che compio e dell'impegno che assumo, giuro:- di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento rifuggendo da ogni
indebito condizionamento; - di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell'uomo e il sollievo della soffe-
renza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio attoprofessionale;
- di curare ogni paziente con eguale scrupolo e impegno, prescindendo da etnia, religione, nazionalità,condizione sociale e ideologia politica e promuovendo l'eliminazione di ogni forma di discriminazionein campo sanitario;
- di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di una persona; - di astenermi da ogni accanimento diagnostico e terapeutico; - di promuovere l’alleanza terapeutica con il paziente fondata sulla fiducia e sulla reciproca informazione,
nel rispetto e condivisione dei principi a cui si ispira l’arte medica; - di attenermi nella mia attività ai principi etici della solidarietà umana contro i quali, nel rispetto della vi-
ta e della persona, non utilizzerò mai le mie conoscenze; - di mettere le mie conoscenze a disposizione del progresso della medicina; - di affidare la mia reputazione professionale esclusivamente alla mia competenza e alle mie doti morali; - di evitare, anche al di fuori dell'esercizio professionale, ogni atto e comportamento che possano lede-
re il decoro e la dignità della professione; - di rispettare i colleghi anche in caso di contrasto di opinioni; - di rispettare e facilitare il diritto alla libera scelta del medico; - di prestare assistenza d'urgenza a chi ne abbisogni e di mettermi, in caso di pubblica calamità, a dispo-
sizione dell'autorità competente; - di osservare il segreto professionale e di tutelare la riservatezza su tutto ciò che mi è confidato, che ve-
do o che ho veduto, inteso o intuito nell'esercizio della mia professione o in ragione del mio stato; - di prestare, in scienza e coscienza, la mia opera, con diligenza, perizia e prudenza e secondo equità, os-
servando le norme deontologiche che regolano l'esercizio della medicina e quelle giuridiche che non ri-sultino in contrasto con gli scopi della mia professione.
Approvato dal Comitato Centraledella Federazione nazionale, il nuovoGiuramento costituisce un'ulterioreaggiornamento di quei principi e diquelle norme che hanno sempre ispi-rato il medico nell'esercizio profes-sionale. Il processo di revisione com-pleta quello ben più ampio ed approfondito che siè svolto negli ultimi due anni e che ha portato al
varo del nuovo Codice di Deontolo-gia medica fornendo sia ai professio-nisti che ai cittadini una summa delleregole che restano immutate neltempo ma delle quali si avverte pe-riodicamente l'esigenza di un aggior-namento. Un testo quindi pregno di
tensione morale e dal forte valore simbolico.Il presidente
TESTO DEL GIURAMENTO
BOLLETTINO N. 6 - GIUGNO 2007 5
ATTIVITÀ DELL’ORDINE
Il giorno giovedì 12 aprile 2007 - ore 11,15 -presso la Sala delle adunanze dell'Ordine si èriunito il Consiglio Direttivo. Consiglieri: Dott. Antonino Addamo, Dott. Lo-dovico Arginelli, Dott. Nicolino D'Autilia, Dott.Giacinto Loconte, Dott. Beniamino Lo Monaco,Dott. Paolo Martone, Dott. Michele Pantusa,Dott. Francesco Sala.Consiglieri odontoiatri: Dott. Roberto Gozzi,Dott. Vincenzo Malara.
1. Variazioni agli albi professionali;2. Delibere amministrative (Addamo).
ALBO MEDICI CHIRURGHI
Prima iscrizione n. iscrizioneMURANO ROSA 6107
PALOMBA DOMENICO 6108Iscrizione per trasferimentoLABONIA MIRELLA 6109LEONE PATRIZIO 6110SAVIOLA ALESSIA 6111Cancellazione BARIOLA CARLO 0031MARRA ROCCO 4341TRABUCCO LAURA 4375
ALBO ODONTOIATRI
Iscrizione per trasferimentoROSSI MARCO 0699
Iscrizione Albo OdontoiatriROSI ANTONELLA 0700
SEDUTA DEL CONSIGLIO DIRETTIVOGIOVEDÌ 3 MAGGIO 2007
SEDUTA DEL CONSIGLIO DIRETTIVOGIOVEDÌ 12 APRILE 2007
Il giorno giovedì 3 maggio 2007 - ore 21,15 -presso la Sala delle adunanze dell'Ordine si èriunito il Consiglio Direttivo. Consiglieri: Dott. Antonino Addamo, Dott. Lo-dovico Arginelli, Dott. Luigi Bertani, Dott. Nico-lino D'Autilia, Dott. Giacinto Loconte, Dott. Be-niamino Lo Monaco, Dott. Paolo Martone,Dott. Michele Pantusa, Dott. Stefano Reggiani,Dott. Francesco Rivasi, Dott. Francesco Sala.Consiglieri odontoiatri: Dott. Roberto Gozzi.
1. Approvazione verbale seduta di Consigliodel 27 marzo 2007 e del 12 aprile 2007;
2. Variazioni agli albi professionali;3. Comunicazioni del Presidente;4. Iniziative di formazione e aggiornamento nel
II semestre 2007 (Gozzi, Lo Monaco, Sala);5. Modifiche al regolamento di pubblicità sa-
nitaria (Pantusa);6. Quesito del Dr. Cencetti sul conflitto di inte-
ressi (D’Autilia);7. Programma per una corretta abitudine ali-
mentare in età pediatrica coordinata traUniversità, PLS e Ordine (Martone, D’Auti-lia);
8. Esposto dell’Ordine sul raddoppio dell’in-ceneritore (D’Autilia);
9. Sistema di cure primarie e accesso degli im-migrati (D’Autilia);
10. Assemblea della Casa del Professionista edell’Artista del 9.5.2007: delega al Presi-dente;
11. Delibere amministrative (Addamo);12. Delibere di pubblicità sanitaria;13. Varie ed eventuali.
ATTIVITÀ DELL’ORDINE
6 BOLLETTINO N. 6 - GIUGNO 2007
ALBO MEDICI CHIRURGHI
Cancellazione n. iscrizioneBAVUTTI LISA 5614IVAGNES PETRACCA SABINE 5082PASQUINELLI CLAUDIO 3170TEDESCHI MAGDA 2045
ALBO ODONTOIATRI
CancellazioneGIOVETTI EUGENIA 0515SOLI MARCELLO 0554
l presidente dell’Ordine ha incontrato il10 maggio u.s. la D.ssa Patrizia Guerra(Comune di Modena) per affrontare in-
sieme e tentare di risolvere le problematiche cor-relate al rispetto della privacy, da parte delle as-sistenti sociali, in ambito sanitario.Moti medici di famiglia e pediatri di libera sceltainfatti continuano a segnalare all’Ordine che inoccasione di contatti, spesso telefonici vengonoa loro richieste informazioni di natura sanitariache, come noto, attengono al rispetto sia del no-stro Codice Deontologico sia di quello sulla pri-vacy.
La D.ssa Guerra ha convenuto sull’esistenza deiproblemi e si è programmato un tavolo comunedi approfondimento delle normative vigenti co-stituito da medici di famiglia, pediatri di liberascelta, Comune di Modena (assistenza servizi so-ciali) e AUSL.“L’obiettivo del tavolo di confronto” ha dichiara-to il presidente D’Autilia “è quello di fornire siaai medici sia alle assistenti sociali criteri omoge-nei, oggettivi e condivisi in tema di tutela dellaprivacy”.
I
INCONTRO CON LA D.SSA PATRIZIA GUERRAPROBLEMI DI PRIVACY CON LE ASSISTENTI SOCIALI
BOLLETTINO N. 6 - GIUGNO 2007 7
onostante si parlasse di normative l’aulamagna dell’Hesperia Hospital era gremi-ta di colleghi intervenuti per ascoltare le
problematiche legate alla figura del direttore sa-nitario.
Il dr. Gozzi, presidente della commissione alboodontoiatri, nel proporre il corso è riuscito ad in-terpretare le aspettative dei colleghi andando in-contro all’esigenza dei sanitari di avere risposteesaustive in un ambito non sempre ben delimita-to e definito. Tra i relatori c’era il comandante deiNAS, il tenente Simonetti, una occasione ghiottaper ascoltare il suo punto di vista, la d.ssa Gianni-ni, direttore del Dipartimento di Sanità Pubblicae dr. Gozzi presidente Commissione albo odon-toiatri; la sala era veramente piena!Il corso organizzato e voluto dall’Ordine con lacollaborazione determinante della Commissionealbo Odontoiatri, ha affrontato le problematiche,gli obblighi e gli adempimenti legati alla figuradel direttore sanitario; il tutto trattato da varieangolazioni e punti di vista in funzione anche del
ruolo e delle funzioni dei relatori. Il Dr. Reggiani,direttore dell’Hesperia Hospital e il dr.Gennari,direttore di ambulatorio odontoiatrico, hanno re-lazionato sugli aspetti normativi tenendo contodella prospettiva di chi vive ed interpreta quoti-dianamente il ruolo di direttore sanitario, mentreil tenente Simonetti e il dr. Castagnetti hanno af-frontato l’argomento dal punto di vista delle isti-tuzioni preposte alla vigilanza e al controllo delleregole.
Direi che nessuno si è annoiato, considerato chesono rimasti tutti sino alla fine e non è mancatoanche un po’ di pepe, quando la platea ha rumo-reggiato contestando garbatamente un passag-gio affrontato dal Dr. Castagnetti.
In sintesi un buon convegno, i cui atti saranno tra-dotti in un CD per essere messi a disposizione deicolleghi interessati alla problematiche affrontatedal corso.
A. Addamo
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DI PARTICOLARE INTERESSE
8 BOLLETTINO N. 6 - GIUGNO 2007
a sicurezza delle curerappresenta un obietti-vo qualificante ed irri-
nunciabile di ogni moderna po-litica indirizzata al conseguimen-to dell’efficacia delle organizza-zioni sanitarie e alla promozionedella qualità dei servizi resa epercepita dai cittadini. Lo sviluppo della medicina mo-derna come scienza biotecnolo-gica e della sanità come com-plessa rete di servizi alla perso-na e alla collettività, hanno pro-fondamente mutato le caratteri-stiche tecnico-professionali del-l’atto medico, compresa la natu-ra dei possibili errori e dei rela-tivi profili di responsabilità. Inuna medicina povera di tecnolo-gia ed in una sanità a bassacomplessità organizzativa, il col-loquio con il paziente, la seme-iotica fisica, il ragionamento cli-nico, l’esperienza e l’autorevo-lezza del singolo professionista,erano alla base del processodiagnostico terapeutico; l’even-tuale errore era fondamental-mente attribuibile ad un “profi-lo individuale” di responsabilitàper manifesta imperizia, impru-denza e negligenza.Lo sviluppo verticale delle cono-scenze e delle competenze che
si distribuiscono su più profiliprofessionali, il massiccio in-gresso orizzontale nella praticaclinico-assistenziale di sofistica-te tecnologie e presidi, il ruolosempre più attivo dei cittadininel richiedere accessibilità, effi-cacia e sicurezza delle attivitàsanitarie, hanno incrementato inmodo esponenziale la comples-sità delle organizzazioni sanita-rie. Il processo clinico assisten-ziale, anche sotto la spinta diesasperate politiche aziendali-stiche alla ricerca di efficienza, èdiventato simile ad una linea diproduzione di una merce chemantiene però un altissimo con-tenuto etico e civile. In questoprocesso ed intorno ad esso simuovono più attori con i propriambiti di autonomia e di re-sponsabilità ed un universo didomande e di bisogni ai qualinon sempre possono corrispon-dere i medici e la medicina. Tut-to ciò va contestualizzato all’in-terno di un rapporto medico-paziente in continuo cambia-mento, che i medici vedono sin-tetizzato nel concetto di allean-za terapeutica; un contesto incui le aspettative, più o menogiustificate, del paziente hannouna grande rilevanza. La com-
plessità tecnico organizzativadelle attività, la molteplicità del-le relazioni intra ed interprofes-sionali, l’invasività delle nuovetecniche e tecnologie di diagno-si e cura, definiscono un sistemache tende a produrre al suo in-terno condizioni favorenti il ma-nifestarsi di errori. In questosenso, senza nulla voler sottrar-re agli ambiti di responsabilitàindividuale, laddove presenti,l’errore in sanità modifica so-stanzialmente la propria natura.Le azioni rivolte alla sicurezzadelle cure devono, dunque, in-nanzitutto far emergere e cor-reggere i cosiddetti errori laten-ti, quelli cioè che appartengonoall’area organizzativo-gestionaledei processi clinico assistenziali;in questa prospettiva il “fattoreumano” rappresenta quasi sem-pre l’ultimo anello di una catenadi difetti del sistema; in altre pa-role è l’effettore dell’evento in-desiderato.Questa moderna visione dell’er-rore consente di rappresentarein modo più realistico il fenome-no del rischio clinico e soprat-tutto di sviluppare efficaci politi-che della sicurezza e quindi del-la qualità, laddove l’attenzioneviene fortemente indirizzata, ol-
L
DOCUMENTO APPROVATO ALL’UNANIMITÀ DAL CONSIGLIO NAZIONALEDELLA FEDERAZIONE NAZIONALE DEGLI ORDINI DEI MEDICI-CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI
CAGLIARI 21 APRILE 2007
“ERRORI UMANI ED ERRORI DEI SISTEMI: LE RESPONSABILITÀ DEL MEDICO”
BOLLETTINO N. 6 - GIUGNO 2007 9
DI PARTICOLARE INTERESSE
tre che sugli operatori, sulle or-ganizzazioni dei servizi. In que-sta prospettiva gli Ordini deiMedici Chirurghi e degli Odon-toiatri, si sono adoperati affin-ché prevalga una cultura diver-sa, “positiva” dell’errore, affer-mando con chiarezza, all’art. 14del nuovo Codice di Deontolo-gia Medica, che al medico com-pete “la rilevazione, segnalazio-ne e valutazione degli errori alfine del miglioramento dellaqualità delle cure”.Per tale ragione la FNOMCeO,interpretando e facendo pro-prie le legittime esigenze deicittadini e della professione, ri-tiene che la promozione della si-curezza ed una efficace ed effi-ciente prevenzione e gestionedel rischio clinico e degli eventiindesiderati, rappresenti un di-ritto dei pazienti ed un doveredei professionisti quale elemen-to qualificante delle prestazionierogate e, a tale scopo, pongo-no all’attenzione delle Istituzionie di tutti i soggetti coinvolti al-cune proposte concrete.
1) Produrre e trasmettere aiprofessionisti la cultura del-l’errore, del rischio clinico edella sicurezza delle cure
Una efficace ed efficiente azionedi prevenzione e gestione del ri-schio non può prescindere dauna conoscenza dei determi-nanti del fenomeno che va con-siderata una vera e propria ma-lattia del sistema sanitario. Diquesta patologia sono note inletteratura le caratteristiche epi-demiologiche, la tassonomia, glistrumenti di indagine, le proce-
dure di misura e valutazione, in-fine alcune terapie efficaci. Que-ste conoscenze definiscono unnuovo sottosistema cognitivoche deve entrare a pieno titolonel core curriculum formativodei futuri medici (e di tutti i futu-ri professionisti della salute) percui riteniamo indispensabile:
a) introdurre nei Corsi di Laureadelle professioni sanitarie, especificatamente in Medicinae Odontoiatria, la necessitàdi acquisire un congruo nu-mero di Crediti Universitari(almeno 5) sul tema del ri-schio clinico e della sicurez-za delle cure, compresi gliaspetti legati alla comunica-zione e alla deontologia.
b) affrontare, nei corsi di spe-cializzazione post laurea e diformazione in medicina ge-nerale, le tematiche della si-curezza peculiari delle attivi-tà specialistiche in causa conparticolare riguardo alle tec-nologie sanitarie e ai farmaci.
c) prevedere che, nel prossimotriennio, nel programmaECM di ogni professionistasiano previsti un congruonumero di Crediti Formativi(non meno di 25) per le atti-vità di audit o similari in ma-teria di sicurezza delle cure.In particolare nelle attività dielevata complessità tecnico-manuale è sicuramente utilefavorire lo sviluppo di tecni-che e procedure di simulazio-ne, già largamente impegna-te in tutti i sistemi “ad alta af-
fidabilità” ( es. aeronautica)con scopo di insegnamento,di esercizio e di verifica perio-dica sia degli apparati e delleorganizzazioni che delle per-formances umane (ScreenBased Simulators, Task Trai-ners e Simulatori in ScalaReale).
2) Rafforzare ed estendere ladiffusione delle buone prati-che cliniche, la valutazionedelle attività sanitarie e lagestione integrata dellecompetenze.
La sicurezza delle cure si fondaaltresì sulla produzione, diffusio-ne ed utilizzo delle buone prati-che cliniche che contrastino lapervasività della cosiddetta“medicina difensiva” e l’enormerischio connesso al manteni-mento, nella pratica professio-nale, di procedure ed orienta-menti diagnostico-terapeuticinon più validati dall’evidenzascientifica; in questa prospettivala sicurezza delle cure è innanzi-tutto una questione tecnico-professionale. Con tale obietti-vo la FNOMCeO ritiene indi-spensabile che nelle misure legi-slative di ammodernamento delSSN e nella direzione di un go-verno clinico delle attività sani-tarie, fondato su un forte ed au-torevole ruolo di indirizzo e go-verno della qualità delle cureche prevede un ruolo “centrale”del Ministero della Salute e suuna qualificata partecipazione ecooperazione di altri soggettiaventi titolo e competenze isti-tuzionali (Regioni e ProvinceAutonome) tra i quali la FNOM-
10 BOLLETTINO N. 6 - GIUGNO 2007
DI PARTICOLARE INTERESSE
CeO, vengano resi operativi edoperino in rete funzionale cone/o nell’ambito di altri organi-smi e soggetti istituzionali:
a) il Centro Nazionale Linee-Guida con il compito di pro-muovere le attività e le proce-dure preventive, diagnosti-che, terapeutiche e riabilitati-ve con il miglior impatto posi-tivo in termini di salute (e si-curezza) e ottimale utilizzodelle risorse;
b) il Centro Nazionale Techno-logy Assessment con le fun-zioni di promuovere l’intro-duzione di nuove tecnologieed il loro utilizzo secondo cri-teri di efficacia, appropriatez-za e sicurezza sulla base delleevidenze scientifiche e di ot-timale impiego delle risorse.
c) il Centro Nazionale Valuta-zione Servizi Sanitari con lefinalità di valutare i livelli dicoerenza delle prestazioni re-se, agli obiettivi e alle lineestrategiche del SSN e delleinnovazioni apportate daiPiani Sanitari Nazionali. In ta-le contesto la valutazione del-le attività finalizzate alla pre-venzione e gestione del ri-schio clinico, soprattutto semisurate sulla efficacia degliesiti, assume particolare rilie-vo ed appare in grado di con-tribuire fortemente ad unorientamento alla qualità del-l’intero sistema che deve mi-gliorare il rapporto con i citta-dini garantendo loro unamaggiore sicurezza e traspa-
renza delle strutture sanitariespecie su alcuni dei più co-muni eventi avversi (es. infe-zioni ospedaliere, errori di te-rapia, prevenzione delle ca-dute ecc.).
3) Progettare le organizzazionisanitarie ed orientare la lorogestione in funzione della si-curezza delle attività.
Le caratteristiche prevalenti dierrore di sistema attribuibili allastragrande maggioranza deglieventi avversi in sanità, ponga-no una questione centrale a tut-ti coloro che portano la respon-sabilità gestionale dei processidi cura e cioè quella di riproget-tare organizzazioni più sicuresulla base e sulla scorta degli er-rori non evitati ma evitabili, cono senza danni ai pazienti. Que-ste attività sono tipicamente“bottom-up”, fondate, cioè, suuna forte responsabilizzazionedei professionisti, testimoni edattori dei processi clinico-assi-stenziali che mandano segnali almanagement, da cui si aspetta-no risposte pronte, adeguate edefficaci sul rimodellamento del-l’organizzazione. Su tale base la FNOMCeO ritie-ne che, con provvedimento legi-slativo attinente ai principi fon-damentali dell’ordinamento delSSN, debba essere previsto che
a) tutte le aziende sanitariepubbliche e private accredi-tate, siano dotate di una fun-zione e/o struttura operati-va dedicata alla sicurezzadei pazienti e alla gestionedel rischio clinico attraverso
le attività di prevenzionedegli errori (Incident Repor-ting), di valutazione reattivae proattiva degli stessi (Au-dit Clinico, GRC, Rassegna diMortalità e Morbilità, Mappedi Rischio, etc) infine di cor-retta gestione degli eventiavversi che si manifestano nelcorso e a seguito di procedu-re cliniche dalla comunicazio-ne alle procedure di valuta-zione e riconoscimento deldanno ingiusto. Il Diparti-mento ospedaliero ed analo-ghe configurazioni organizza-tive e gestionali delle attivitàterritoriali definiscono l’am-biente fisico mentre tutti iprofessionisti in ragione delleproprie funzioni e responsa-bilità gestionali rappresenta-no i soggetti nei quali e tra iquali far sviluppare le proce-dure, gli strumenti e gli obiet-tivi di sicurezza e la valutazio-ne dei risultati conseguiti.Tutte le U.O. dovrebbero es-sere quindi vincolate all’ob-bligo di report periodici suiquali, tra l’altro, valutare gliobiettivi di risultato del Re-sponsabile e dei professioni-sti afferenti alla U.O. Lo stes-so Direttore Generale an-drebbe valutato in ragionedegli obiettivi di sicurezzadelle cure proposti ed effet-tivamente conseguiti. Tali funzioni e/o strutture de-dicate alla sicurezza vannocoordinate con la DirezioneSanitaria Aziendale ma collo-cate in staff con la DirezioneGenerale al fine di consentireprontezza ed efficacia alle
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DI PARTICOLARE INTERESSE
azioni di prevenzione e corre-zione degli errori di sistema ealle azioni di gestione deglieventi avversi.
b) le attività legate alla segna-lazione volontaria degli er-rori, degli stessi eventi av-versi e all’audit clinico sullasicurezza siano del tutto vo-lontari e confidenziali. Talistrumenti, in quanto funzio-nali all’interesse generale deicittadini e della collettività,dovrebbero essere adoperatisolo dai professionisti conl’impossibilità quindi di unloro utilizzo sia per l’ado-zione di provvedimenti ‘pu-nitivi’, sia per un loro uso incorso di giudizio davanti al-l’Autorità Giudiziaria, fermerestando le responsabilità diognuno in tutti gli ambiti (Ci-vile, Penale, Amministrativo,Deontologico) e quanto altri-menti oggetto di denunciaobbligatoria.
c) le Regioni e le Province auto-nome, nell’ambito dei propripoteri debbano dotarsi diprocedure e sistemi che con-sentano la rilevazione siste-matica e registrazione deglierrori, degli eventi sentinellae degli eventi avversi in ra-gione sia dello sviluppo delleproprie politiche della sicu-rezza sia da trasmettere alCentro Nazionale Sicurezzadelle Cure, operante funzio-nalmente con il network de-gli altri organismi della qua-lità dei servizi sanitari e chepreveda la partecipazione e
cooperazione delle istituzioniprofessionali, con il coordina-mento dell’A.S.S.R. Tale Cen-tro promuove l’aggiornamen-to e la diffusione delle buonepratiche di prevenzione e ge-stione del rischio clinico, af-fianca e sostiene iniziative re-gionali e locali, sviluppa ilconfronto fra esperienze di-verse, progetta obiettivi na-zionali relativi alla sicurezza,avvia e supporta iniziativepubbliche presso i cittadiniper la comunicazione sulle at-tività sanitarie poste in sicu-rezza.
4) Ridurre costi economici esociali del contenzioso ga-rantendo l’accessibilità aprocedure di risarcimentoeque, tempestive e traspa-renti, del danno derivanteda trattamento sanitario.
Questo aspetto è parte costitui-ta della questione prevenzionee gestione del rischio clinico edefinisce il punto di maggiorecriticità nei rapporti tra i profes-sionisti, le istituzioni sanitarie edi cittadini. Il nostro sistema giuridico pre-vede infatti che il danno da trat-tamento sanitario è risarcibilesolo se derivante da una colpa(individuale o di sistema), il checomporta una oggettiva esa-sperazione del procedimentoall’individuazione della colpa ar-rivando al punto di “presumer-la” salvo diversa dimostrazionein capo all’incolpato (inversionedell’onere della prova). Noncompete mettere in discussioneil principio giuridico ma solo ri-
levarne alcune conseguenze de-vastanti nello specifico dei trat-tamenti sanitari, dove il danno sipuò realizzare in ragione dei li-miti stessi della Medicina, ovve-ro rappresentare una compli-canza non evitabile o altrimentinon riducibile. Questa area grigia, questa “aleadella responsabilità” va rapida-mente estendendosi, minac-ciando il rapporto fiduciario traprofessionisti, pazienti ed Istitu-zioni Sanitarie. Il timore di uncontenzioso medico legale inco-raggia tra i professionisti prati-che difensive caratterizzate dal-l’abuso di procedure inutili (emagari dannose!) e dall’elusionedi quelle efficaci ma gravate darischi ritenuti insopportabili.L’obiettivo di un risarcimento in-coraggia invece un complessouniverso di veri o presunti aven-ti diritto (pazienti e/o familiari diquesti, studi legali e peritali) adintraprendere azioni risarcitoriea fronte di qualunque evento oesito delle cure non previsto,magari accedendo a procedurepenali, più rapide e meno costo-se, non pregiudicando l’even-tuale successivo accesso a vie ci-vili. Le Istituzioni sanitarie hanno, fi-no a pochi anni fa, completa-mente delegato alle Compa-gnie Assicurative o ai Brokers,laddove presenti, la gestionedei contenziosi rinunciando difatto ad ogni ruolo in materia,con le drammatiche conseguen-ze di dover ancor oggi, in moltesituazioni, esercitare “in difesa”il ruolo di contraente di polizzesempre meno garantiste, e più
DI PARTICOLARE INTERESSE
12 BOLLETTINO N. 6 - GIUGNO 2007
impegnative dei bilanci. A fron-te di questo scenario così varie-gato ed inquietante, la FNOM-CeO ritiene indispensabile:
a) una specifica disposizione le-gislativa che ponga a caricodelle aziende sanitarie e de-gli Enti pubblici e privati ac-creditati operanti in conto eper conto del SSN, gli obbli-ghi e gli oneri relativi alla tu-tela della responsabilità civi-le per danni alle persone de-rivanti da tutte le prestazionisanitarie, comprese quelleerogate in regime di Con-venzioni Nazionali e di quel-le svolte in libera professio-ne intramuraria. Resta invecein capo ai singoli professioni-sti l’onere della tutela dellaresponsabilità per colpa gra-ve e dolo e l’obbligo dell’inte-ra tutela della responsabilitàcivile se liberi-professionisti.
b) la possibilità di provvedere atali tutele mediante stipula dipolizze assicurative o formealternative o complementariaventi le stesse finalità e li-velli di garanzia. Appare alriguardo utile individuare alivello locale (aziendale)soggetti e procedure di so-luzione stragiudiziale delcontenzioso, mettendo incampo tutte le attività di ge-stione del rischio, in ambitolibero-professionale gli Ordi-ni professionali rivestono in-vece un ruolo fondamentalenella composizione ed opera-tività delle Commissioni Con-ciliative;
c) prevedere tra gli strumentianche la costituzione di unFondo Nazionale Infortunida Trattamento Sanitario at-traverso la riserva di finan-ziamenti alle Regioni da por-tare in sottrazione agli oneridelle polizze assicurative;questo è abilitato ad inden-nizzare i soggetti colpiti dadanni in cui sia dimostrato ilnesso di causalità con unaprestazione sanitaria e nonnecessariamente un profilodi colpa professionale. A tale Fondo potrebbero ac-cedere in forma indistinta leCommissioni di Conciliazio-ne costituite a livello regiona-le secondo modalità e com-posizione che ne garantisco-no la trasparenza, l’autorevo-lezza e la terzietà e supporta-te nelle valutazioni tecniche(sussistenza del nesso di cau-salità, quantificazione deldanno etc.) da Collegi Arbi-trali con esperti certificatidagli Ordini Professionali.Qualora venga accettato l’in-dennizzo, non deve essereconsentito al paziente o i suoifamiliari il ricorso all’ autoritàgiudiziaria. Gli obiettivi sono:
1) ‘calmierare’ il settore assicu-rativo invertendo il trend dicrescita dei premi e dei risar-cimenti,
2) velocizzare i tempi di inden-nizzo col duplice scopo di tu-telare i cittadini danneggiatie recuperare il rapporto di fi-ducia;
3) ridurre il ricorso a cause civilie penali che spesso hannocome movente principale la
legittima esigenza di vedererisarcito il danno;
4)- incentivare le Strutture Sani-tarie a sviluppare tutto il si-stema della sicurezza postoche l’accesso al suddettoFondo è vincolato all’assolvi-mento di tutte le norme e leattività di Prevenzione e Ge-stione del Rischio Clinico.
5) I diversi profili di responsa-bilità del medico: l’illecito,le attività peritali, la qualitàprofessionale, il ruolo degliOrdini
Le iniziative giudiziarie, anchequelle che formalmente eserci-tano una funzione di tutela qua-li gli avvisi di garanzia, spessoenfatizzate dalla cronaca media-tica, impattano in modo deva-stante la percezione che i pro-fessionisti avvertono del lororuolo sociale e professionale. Dapiù parti viene rilevato come laresponsabilità medica e sanita-ria in caso di eventi avversi, sal-vo casi sporadici, largamenteprescinda dalla colpa o quanto-meno ne esasperi la ricerca incorso di procedimento penale ameri fini risarcitori. A tale riguardo la FNOMCeO ri-tiene che:
a) la prospettata riforma del Co-dice Penale o un interventolegislativo specifico debbaprevedere modifiche dell’or-dinamento idonee a circo-scrivere la responsabilitàprofessionale sanitaria inambito esclusivamente in-dennitario, escludendonequindi la configurazione di il-
BOLLETTINO N. 6 - GIUGNO 2007 13
DI PARTICOLARE INTERESSE
lecito nell’ipotesi di colpa,fatta salva quella derivantedalla violazione di norme pe-culiari.
Cresce altresì il disagio per uncontenzioso legale che si fondasu perizie commissionate dalleparti, ovvero atti professionali,che talora non rispettano soddi-sfacenti standars di qualità tec-nico professionale. Questi feno-meni negativi vanno contrastatie la FNOMCeO richiede che:
b) in corso di accertamento pe-ritale da parte delle Autoritàaventi diritto, si faccia ricorsoa professionisti con acclara-ta competenza ed esperien-za professionale (curriculume anzianità professionale) eche questi, laddove la com-plessità della materia lo ri-chiede, debbano comunqueavvalersi di esperti Consulen-ti Clinici competenti per lospecifico settore oggetto diperizia con analoga esperien-za. A tale scopo si ritiene uti-le la istituzione di appositoElenco dei periti certificatidagli Ordini professionali cuidovrebbero afferire coloroche lo richiedono e ne hannotitolo e al quale le Autoritàpotrebbero attingere per leloro esigenze, ovviamentefermo restandoli vincolo co-stituzionale della assoluta di-screzionalità e libertà del Giu-dice
La proposta di sganciare il giu-sto ristoro del danno dalla defi-nizione di una colpa, non inten-
de sollevare i professionisti dalleloro responsabilità ma piuttostosi propone di configurare quegliambiti tecnico-professionali, de-ontologici sui quali è possibileintervenire con azioni di corre-zione e miglioramento dellebasse performances. La FNOM-CeO propone dunque di:
c) progettare ed introdurre insettori specifici progressiva-mente più numerosi, accantoai sistemi vigenti di valutazio-ne delle attività e dei profes-sionisti, meccanismi di valu-tazione della proficiency delpersonale sanitario, preve-dendo percorsi di riqualifica-zione in caso di basse perfor-mances rispetto ad indicatoripredefiniti. In questo conte-sto assume un forte rilievo ilruolo degli Ordini quali tutorie promotori della qualità pro-fessionale prevista dalla De-ontologia; questi potrebberoa pieno titolo sanzionare lebasse performances ancheattivando misure compensa-tive e di recupero (ad esem-pio obbligo di documentareaggiornamenti specifici osvolgere attività con tutorag-gio di esperti).
L’esperienza consolidata ci diceche molto spesso alla base di uncontenzioso o del fallimentodella gestione di un evento av-verso c’è una pessima comuni-cazione del/i professionista/i edella struttura. Per tali ragioni laFNOMCeO ritiene che:
d) vada favorita la formazione
dei professionisti nella comu-nicazione con i pazienti (e iparenti) che hanno subito undanno per mantenere il rap-porto di fiducia tra i cittadinied il servizio sanitario e pertentare di diminuire il conten-zioso o facilitare soluzionistragiudiziali.
Il Consiglio Nazionale dellaFNOMCeO dà quindi mandatoal Comitato Centrale di:
1. attivare in tutte le sedi isti-tuzionali iniziative idonee alconseguimento di tali obiet-tivi,
2. promuovere, su queste pro-poste, un vasto fronte diconsenso nell’ambito dellerappresentanze mediche edodontoiatriche e di tutte leprofessioni sanitarie confi-gurate in Ordini, Collegi edAssociazioni riconosciute,
3. proporre alla FederazioneNazionale della Stampa, unainiziativa pubblica finalizza-ta alla condivisione di rego-le comuni nella informazio-ne e comunicazione deglieventi avversi,
4. Promuovere un Forum Na-zionale permanente di Au-dit Civico con le organizza-zioni di tutela dei pazientisui temi della sicurezza dellecure.
COMITATO ETICO
14 BOLLETTINO N. 6 - GIUGNO 2007
COMITATO ETICO PROVINCIALE DI MODENA RELAZIONE ATTIVITÀ ANNO 2006
l Comitato Etico (CE)di Modena è stato isti-tuito nel gennaio
2001 per volontà congiunta deitre Enti Istitutivi (Azienda Ospe-daliera, Azienda USL e Universi-tà), che hanno deciso di creareun unico Comitato Etico a livel-lo provinciale anche al fine di ar-monizzare le modalità di valuta-zione dei protocolli di ricerca alivello delle Aziende Sanitariedella Provincia di Modena eper evitare la duplicazione di at-tività e la non razionale gestio-ne delle risorse.A seguito dell’emanazione delDM del 12 maggio 2006: “Re-quisiti minimi per l’istituzione,l’organizzazione ed il funziona-mento dei Comitati Etici”, nel
corso dell’anno 2006 sono statemesse in atto le azioni prope-deutiche alla rinomina dei com-ponenti, prevista entro il termi-ne ultimo del mese di marzo2007. Sono stati ricostituiti tuttii CE a livello nazionale. A livellodella regione Emilia-Romagna èstato adottato in massima parteil modello di un unico ComitatoEtico per ogni provincia. È statoquindi riconfermato anche perla provincia di Modena un unicoComitato Etico che è stato rino-minato secondo i requisiti previ-sti da tale decreto, riconferman-do per la massima parte i com-ponenti già presenti ed inte-grando con ulteriori figure pro-fessionali rappresentate dal pe-diatra di libera scelta ed dal-
l’esperta di genetica.Per quanto riguarda le temati-che di bioetica il CE di Modenaprevede nel proprio regola-mento i seguenti campi di atti-vità:• Funzione consultiva in rela-
zione a questioni etiche con-nesse con le attività scientifi-che ed assistenziali, allo sco-po di proteggere e promuo-vere i valori della personaumana;
• Proposta di iniziative di for-mazione/informazione/ag-giornamento di operatori sa-nitari relativamente a temi inmateria di bioetica e promo-zione di iniziative di sensibi-lizzazione su tematiche dibioetica presso i cittadini.
I
1. ATTIVITÀ RELATIVA AI PROTOCOLLI DI RICERCA CLINICA
A partire da Gennaio 2006 fino a Dicembre 2006, il Comitato Etico Provinciale di Modena ha valu-tato 202 sperimentazioni, così ripartite per Enti di appartenenza:
Azienda Ospedaliera 101Università 51Azienda USL 41Ospedale di Sassuolo S.p.A. 3Altre strutture sanitarie private accreditate per cui il CE di Modena rappresenta il Comitato Etico di riferimento 4Ambulatori di MMG 2
INTRODUZIONE
In ottemperanza a D.M n.211 del 24/06/03 sono stati rilasciati 25 Pareri Unici: rispetto ai 129 pro-tocolli sperimentali con farmaci sottoposti al Comitato Etico, Modena è stato Centro Coordinatoreper il 18,9% degli studi.
Gli studi sponsorizzati sono stati 105 (52%) quelli non sponsorizzati 97 (48%).
Fig. 1: Confronto studi SPONSORIZZATI e NON SPONSORIZZATI dal 2001 al 2006
La maggior parte delle sperimentazioni è rappresentata da studi clinici con farmaci che hannocostituito il 63.8% di tutti i protocolli presentati, ma sono stati valutati anche numerosi studi osser-vazionali (27.7%).
Nel 2006 sono stati presentati 3 studi sulle medicine non convenzionali (agopuntura).
TIPOLOGIA PROTOCOLLI PRESENTATI nel 2006 N° %
SPERIMENTALI con farmaci 129 63.8
STUDI OSSERVAZIONALI 56 27.7
STUDI con dispositivi medici 6 2.9
STUDI MEDICINE NON CONVENZIONALI 3 1.4
ACCESSI ALLARGATI 8 3.9
TOTALE 202 100
ANNO SPONSOR NO SPONSOR
2001 66 35
2002 72 49
2003 146 74
2004 128 62
2005 118 85
2006 105 97
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COMITATO ETICO
COMITATO ETICO
16 BOLLETTINO N. 6 - GIUGNO 2007
Fig. 2: Tipologie protocolli esaminati
Come risulta evidente dalla fig. 3, rispetto al 2005, nel 2006 il numero degli studi sperimentali confarmaci e degli studi osservazionali non hanno subito modifiche rilevanti. Sono tuttavia leggermenteaumentati (+ 1%) gli altri tipi di studi (dispositivi medici, medicine non convenzionali e usi allargati).
Fig. 3: Confronto distribuzione studi Sperimentali e Osservazionali 2005/2006
Per quanto riguarda la Fase di sperimentazione dei protocolli valutati dal Comitato Etico, quella cherisulta maggiormente presente è la Fase III (52.5%), seguita dalla Fase II (30.3%) e in ultimo dalla FaseIV (14.7%). Rispetto al 2005 sono stati presentati 3 studi di Fase I (2.5%)
Nelle successive Tabelle e Grafici sono evidenziati i valori in percentuale delle diverse fasi di studinegli ultimi cinque anni di attività del Comitato Etico.
BOLLETTINO N. 6 - GIUGNO 2007 17
COMITATO ETICO
In Figura 5 sono riportate le aree specialistiche che hanno principalmente condotto ricerca nell’ulti-mo anno di attività del Comitato Etico Provinciale di Modena.
ANNO 2006
FASE N° PROTOCOLLI %
I 3 2.5
II 37 30.3
III 64 52.5
IV 18 14.7
TOTALE 122 100
ANNO 2005
FASE N° PROTOCOLLI %
II 36 27
III 72 55
IV 22 18
TOTALE 130 100
ANNO 2004
FASE N° PROTOCOLLI %
I 2 1
II 22 19
III 79 70
IV 16 13
TOTALE 119 100
ANNO 2003
FASE N° PROTOCOLLI %
II 26 20
III 90 70
IV 12 10
TOTALE 128 100
ANNO 2002
FASE N° PROTOCOLLI %
II 26 31
III 57 67
IV 2 2
TOTALE 85 100
COMITATO ETICO
18 BOLLETTINO N. 6 - GIUGNO 2007
Fig. 5: Aree specialistiche di sperimentazione (di tutte le Aziende Sanitarie della Provincia di Modena)
La seguente tabella con grafico mostra la distribuzione delle diverse tipologie di sperimentazionenelle diverse aree specialistiche di tutte le Aziende Sanitarie della Provincia di Modena.
FaseI
FaseII
FaseIII
FaseIV
Osservazionali DispositiviMedicina nonconvenzionale
Usoallargato
Totale
Oncologia 3 26 29 2 14 4 78
Cardiologia 4 2 2 8
NefrologiaDialisi-Urologia
2 8 2 12
Med. eGastroenterologia
1 2 2 6 11
Malattie Infettive 1 6 2 4 1 14
Dermatologia 2 1 1 4
PsichiatriaNeurologia
3 1 8 12
GinecologiaOstetricia
2 7 3 12
Pneumologia 2 7 2 3 4 18AnestesiaRianimazione
4 2 2 8
Altri 3 9 2 9 1 1 25
Totale 3 35 72 18 55 6 3 10 202
BOLLETTINO N. 6 - GIUGNO 2007 19
COMITATO ETICO
La Tabella che segue mette in evidenza il confronto relativo alle decisioni (approvazione, non appro-vazione, approvata a condizione, sospesa in attesa di chiarimenti) del Comitato Etico nell’anno 2006.Tali dati sono stati comparati nel momento in cui è avvenuto il monitoraggio dell’attività, al fine diottenere dati significativi. Il numero totale delle sperimentazioni approvate nel 2006 è di 153 pratiche (pari al 76%). Sono rima-ste non approvate 8 pratiche (4%), approvate a condizione 22 (11%) e sospese in attesa di chiarimen-ti 14 (7%).Rimangono senza valutazione del Comitato Etico 5 protocolli a causa di documentazione incomple-ta o rinuncia da parte dello sperimentatore o dello sponsor prima che fosse espresso un parere.
Per molte sperimentazioni il CE non ha espresso un parere definitivo alla prima valutazione, ed èstato necessario rivalutarle alla luce di chiarimenti richiesti. Nel 2006, a fronte di 194 nuove sperimen-tazioni e 8 richieste di usi allargati sono stati espressi 271 pareri.Le sperimentazioni per cui non si esprime un parere positivo definitivo possono essere sospese,quando necessitano di un ulteriore riesame del Comitato Etico o approvate a condizione, ed in que-sto caso è compito della Segreteria verificare l'aderenza alle condizioni richieste dal Comitato Etico.Delle 8 pratiche non approvate, 4 erano studi sperimentali, 3 studi osservazionali e 1 uso allargato.
Riassumendo:Delle 202 pratiche valutate nel 2006:� 161 pratiche hanno raggiunto un parere definitivo
• 8 non approvate (3%)• 153 approvate (74%)
� 36 pratiche non hanno raggiunto un parere definitivo (sospese in attesa di chiarimenti o appro-vate a condizione) • 14 sospese in attesa di chiarimenti (7%)• 22 approvate a condizione (11%)
� 5 pratiche non valutate dal CE:• 1 in attesa che la documentazione sia completata• 2 sospeso da parte dello Sponsor• 2 sospeso dallo sperimentatore
� per 5 pratiche l’approvazione è stata vincolata alla ricezione di un aggiornamento semestra-le, o trimestrale, per monitorare l’andamento dello studio.
Delle 161 pratiche che hanno raggiunto un parere definitivo:• 79 pratiche hanno ottenuto la definitiva approvazione alla prima seduta;• 3 rimangono non approvate;
DECISIONI PRATICHE 2004 RATICHE 2005 PRATICHE 2006APPROVATE 157 164 153
NON APPROVATE 6 9 8APPROVATE A CONDIZIONE 7 11 22
SOSPESE IN ATTESA DI CHIARIMENTI 7 6 14NON VALUTATE 1 13 5
Tot. 190 203 202
20 BOLLETTINO N. 6 - GIUGNO 2007
COMITATO ETICO
• 2 pratiche sono state non approvate in prima istanza e seconda istanza;• 1 pratica è stata non approvata poi approvata a condizione poi approvata definitivamente;• 52 pratiche sono state approvate a condizione che fossero forniti chiarimenti poi approvate;• 1 pratica è stata approvata a condizione che fossero forniti chiarimenti poi non approvata;• 3 pratiche sono state approvate a condizione che fossero forniti chiarimenti poi approvate con
segnalazione;• 5 pratiche sono state approvate con segnalazione;• 11 pratiche sono state sospese in attesa di chiarimenti poi approvate;• 2 pratiche sono state sospese in attesa di chiarimenti poi approvate con segnalazione;• 1 pratica è stata sospesa in attesa di chiarimenti poi non approvate• 1 pratica è stata sospesa poi approvata a condizione infine approvata
Occorre segnalare che rispetto al 2005 si è osservato un notevole incremento di emendamen-ti: si è passati da circa 79 a 181 nel 2006 (+129%).
MONITORAGGIOSu tutti gli studi presenti in Segreteria dal 1998 al 2006 è stato effettuato un monitoraggio dal qualeè emerso che per 194 pratiche da più di un anno non erano pervenute informazioni di alcun tipo(segnalazione eventi avversi, comunicazioni di avanzamento studio, relazione di fine anno...).Ai responsabili della ricerca di tali studi è stato richiesto di inviare notizie in modo da aggiornare e,laddove possibile, archiviare la pratica. • Tra gli studi presentati alla Segreteria tra il 1998 e il 2000 sono stati chiusi 35 studi per i quali dopo
diversi solleciti non si è riusciti a reperire alcuna informazione sullo stato di avanzamento;• Degli studi del 2001/2002, 14 sono risultati ancora attivi (11%), 59 chiusi (45%), 7 mai avviati (5%)
e per 49 pratiche (38%) non si è ricevuta alcuna risposta alla richiesta di aggiornamento sullo statodi avanzamento pertanto sono stati chiusi (nel tentativo di lasciare più tempo agli sperimentatoriper fornire le informazioni richieste alcuni studi saranno chiusi nei primi mesi del 2007);
• Sono stati monitorati gli studi del 2003/2004 che ancora non avevano ottenuto un’approvazionedefinitiva (sospesi o approvati a condizione) chiedendo se gli sperimentatori avevano intenzione dirinunciare allo studio o di inviare la documentazione richiesta per l’approvazione. Solamente tresperimentatori hanno risposto che gli studi erano effettivamente chiusi (mai avviati), per 12 studinon si è ricevuta alcuna risposta e quindi sono stati chiusi o verranno chiusi nei primi mesi del 2007;
• Gli studi del 2005/2006 approvati a condizione o sospesi (15 protocolli) sono stati monitorati: soloper cinque studi sono stati inviati i chiarimenti per procedere all’approvazione definitiva, i restan-ti sono stati chiusi per rinuncia da parte dello sponsor o dello sperimentatore o per mancata comu-nicazione sullo stato di avanzamento.
* Successivamente chiusi
RISPOSTA al MONITORAGGIO N° STUDI PERCENTUALECHIUSURA 59 30%NESSUNA* 106 55%
MAI INIZIATO 10 5%ANCORA ATTIVO 14 7%
INVIO DOCUMENTAZIONE MANCANTE 5 3%TOTALE 194 100%
BOLLETTINO N. 6 - GIUGNO 2007 21
COMITATO ETICO
Fig. 7: Esito del MONITORAGGIO 1998-2006
2. ATTIVITÀ RELATIVA AI PROTOCOLLI DI RICERCA CLINICA
3. RAPPORTO SULL'ATTIVITÀ INERENTE LE TEMATICHE IN MATERIA DIBIOETICA E DI FORMAZIONE
• Richiesta parere per l’utilizzo di sieri umani proposto dal dott. Rumpianesi responsabileMicrobiologia
• Parere in merito al Consenso Informato da utilizzare nel caso di Exposure in Utero di originepaterna -versione del 19 giugno 2006
• Discussione in merito alle note aggiuntive alla attuale dichiarazione di Helsinky emerse duran-te l'assemblea del WMA a Washington nel 2002 e a Tokyo nel 2004 con particolare riferimen-to all'utilizzo del placebo
• Conclusione e divulgazione indagine conoscitiva “Comunicazione in ambito Ospedaliero nellaProvincia di Modena: informazione ai pazienti, consenso informato, informazione tra gli ope-ratori”
2002 2003 2004 2005 2006
Eventi avversi 105 73 240 156Da febbraio non vengono più proto-collati, ma solamente archiviati.
Prese d’atto 207 362 140 304 377
Chiusure studi 8 13 11 88 128
Protocollo n° 2013 2741 3392 4873 3432
22 BOLLETTINO N. 6 - GIUGNO 2007
MISCELLANEA
NOTA DEL DR. STEFANO REGGIANI SULL’ARTICOLO DEL BOLLETTINO DELL’ORDINE
DEI MEDICI CHIRURGHI E ODONTOIATRI DIMODENA DI MARZO 2007
n riferimento all’arti-colo “Riflessioni sulConvegno Fiorentino:
prima giornata dell’etica dell’in-formazione” a firma del Dr. Ste-fano Reggiani, consigliere se-gretario, pubblicato sul Bollet-tino di marzo n.3/2007 dell’Or-dine dei medici chirurghi eodontoiatri di Modena si preci-sa che per un refuso tipograficoè stato erroneamente riportatonel riquadro a margine, altrodocumento che nulla ha a che
vedere con l’argomento tratta-to. Era invece intenzione del-l’autore portare all’attenzionedei colleghi di Modena “La Car-ta Toscana sull’informazioneBiomedica” sottoscritta dal-l’Ordine regionale dei giornali-sti e dalla FTOM (FederazioneToscana Ordini dei medici) co-me lodevole iniziativa.Nello scusarci per l’involontariorefuso e ringraziando il Dr. An-tonio Panti, Presidente dell’Or-dine dei medici di Firenze per la
puntuale segnalazione (già rile-vata da altri colleghi), provve-diamo alla opportuna rettificasu questo numero del Bolletti-no, con la pubblicazione del do-cumento corrispondente all’ar-ticolo ed alle intenzioni dell’au-tore.
Modena, 26 aprile 2007
Stefano ReggianiConsigliere Segretario
I
Preambolo1. Il progresso tecnico-scientifico in ambito biomedico, che si è intensificato a partire dalla metà del
secolo scorso, ha ampliato lo spettro delle opportunità legate al mondo della salute, nella suaaccezione più vasta. La medicina è diventata sempre più avanzata e sofisticata e la figura del medico pratico è anda-ta progressivamente separandosi da quella del ricercatore. Sono aumentate le promesse di effi-cacia terapeutica, ma è cresciuto anche il tasso di incertezza che inevitabilmente accompagnatutto ciò che è connesso con la salute dell’individuo. Il rapporto fra i soggetti attivi nella relazio-ne clinica è diventato più complesso.Se un tempo l’accesso all’informazione bio-medica era, per più motivi, estremamente limitato elegato al rapporto biunivoco medico-paziente, oggi, invece, intervengono altri interlocutori el’informazione raggiunge ampi strati dell’opinione pubblica, prevalentemente attraverso i mass-media e le nuove tecnologie multimediali che restano al di fuori di contesti normativi precisi.
LA CARTA TOSCANA“LA BUONA PRATICANELL’INFORMAZIONE
BIO-MEDICA”
BOLLETTINO N. 6 - GIUGNO 2007 23
MISCELLANEA
2. La questione di offrire una informazione corretta e trasparente nel settore bio-medico si pone intermini più pregnanti, rispetto ad altri settori dell’informazione, in quanto coinvolge, in modoparticolare, il mondo dei valori.L’esigenza di linee-guida, che siano di riferimento per una “Buona Pratica” nella comunicazionebio-medica, viene sollecitata da più parti, in nome del diritto del cittadino a una informazionecomprensibile, ampia e corretta e non è possibile eludere, da parte dei professionisti, quellecompetenze che possono essere acquisite solo attraverso una alta formazione mirata.Queste esigenze si ripercuotono in numerosi aspetti dell’informazione mediatica, coinvolgendoi rapporti tra strutture, professionisti, personale sanitario, cittadini, soggetti impegnati nella ri-cerca e gestori del mercato, spesso guidati dalla logica dei finanziamenti.Come sottolinea la Carta internazionale della professionalità medica, “il giudizio professionale ri-guardante un interesse primario come la salute dei cittadini può essere influenzato indebitamen-te da un interesse secondario” e per questo esiste un “obbligo per i medici di riconoscere, ren-dere pubblici e affrontare i conflitti di interesse che si presentano nello svolgimento dei lorocompiti e attività professionali”. Parole che possono essere fatte proprie da tutte le professiona-lità coinvolte all’informazione.
3. La figura di un professionista, che sia garante dei principi di qualità nella comunicazione, è per-ciò esigenza irrinunciabile e risponde a quei criteri di etica della informazione che sono alla basedel rapporto tra media e utente. Solo in questo modo potrà essere garantita quella capacità di scelta autonoma e consapevoleche il cittadino può esercitare esclusivamente nel momento in cui sia in possesso di una informa-zione adeguata. In questa prospettiva, ridurre l’asimmetria informativa diventa garanzia essen-ziale di democrazia.L’importanza di un codice deontologico i cui valori siano condivisi da parte degli operatori delsettore biomedico e dagli operatori dell’informazione e della comunicazione è stata più volte ri-badita. Nella convinzione che si dovrebbe avviare su tutto il territorio nazionale un’opera di approfondi-mento di questo aspetto cruciale di una società complessa, cioè del rapporto di fiducia fra ricer-catori, medici, informatori e cittadini, che devono essere messi in grado di fare scelte autonomee consapevoli su tutto quanto riguarda la salute, proponiamo la seguente
Carta Toscana sull’informazione biomedicaDal momento che l’informazione deve rispondere ai più alti standard di qualità propri del processodella ricerca e dell’applicazione dei risultati scientifici e tecnologici, medici e giornalisti si impegna-no - nel rispetto dei distinti ruoli e nell’esercizio dei loro rispettivi diritti e doveri - a garantire ai cit-tadini un’informazione corretta, obiettiva, trasparente e verificata. Essi riconoscono l’importanza che il cittadino – sia esso malato o sano – acquisisca una capacità au-tentica di partecipare con le sue scelte alla promozione e alla tutela della sua salute e di quella del-la collettività. A tali fini gli Ordini dei Medici e dei Giornalisti della Toscana si impegnano a favorire, attuare e so-stenere presso tutte le autorità competenti, in particolare nell’insegnamento universitario, le op-portune e adeguate iniziative formative nei confronti dei propri iscritti e affermano i seguenti prin-cipi che tradurranno in regolamenti nei rispettivi codici deontologici. 1. Comunicazione. I professionisti del settore biomedico, medici e ricercatori, hanno un obbligo di
MISCELLANEA
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comunicazione che non attiene solo alla relazione clinica, che si articola nel complesso dei rap-porti interpersonali professionali. Esiste un obbligo più generale di informare i cittadini su tuttociò che riguarda la tutela della salute e gli strumenti per realizzarla. La relazione clinica è regola-ta dal codice deontologico della professione e dalle leggi vigenti dirette anche a garantire la ri-servatezza dei dati personali. I rapporti fra giornalisti e gli altri soggetti dell’informazione biome-dica sono regolati dal codice deontologico dei giornalisti oltre che dalle leggi vigenti.
2. Responsabilità. Esiste una responsabilità comune dei medici, ricercatori e degli operatori del-l’informazione che riguarda la diffusione di una corretta informazione. Da una parte in funzionedi contribuire alle politiche o ai programmi di prevenzione, dall’altra, più in generale, nel diffon-dere una conoscenza precisa, oggettiva e attenta a indicare limiti e conseguenze di determina-te scoperte o procedure scientifiche così da non estendere in modo illusorio gli scopi e le possi-bilità della medicina, superandone i limiti.
3. Interesse generale. In ambito medico e scientifico-sanitario è prioritaria la valutazione dell’inte-resse generale nel consentire la divulgazione di qualsiasi notizia e informazione.
4. Servizio. Il medico, il ricercatore e il giornalista collaborano affinché l’informazione sanitaria per-metta la distinzione fra notizia di cronaca e quella utile per l’educazione alla salute, nell’interes-se del singolo e della collettività.
5. Trasparenza. Le parti si impegnano a garantire il rigore scientifico delle informazioni, a prescin-dere da qualsiasi intreccio di interessi personali o societari per quanto legittimi essi siano. In ca-so di presenza di questi interessi, essi devono essere dichiarati in base al principio della traspa-renza. L’aspetto commerciale che riguarda farmaci o attrezzature tecnologiche, così come la pro-mozione di marchi individuali o societari devono essere tenuti nettamente separati (o dichiaraticome tali) nella diffusione delle informazioni attraverso un canale mediatico.
6. Qualità. Medici, ricercatori e giornalisti condividono il fine di garantire la qualità dell’informazio-ne impegnandosi a non trasmettere o a non diffondere notizie premature o non verificate. GliOrdini sono disponibili a collaborare alla pratica attuazione di tale impegno.
7. Precauzione. In ogni caso medici, ricercatori e giornalisti si atterranno al principio della precau-zione secondo il quale non verranno indicati in modo apodittico vantaggi e svantaggi di una sco-perta o di una terapia fino a che questa non avrà superato una sperimentazione inoppugnabileper tempi e risultati.
8. Completezza. I professionisti si impegnano a fornire l’informazione più completa possibile. Leinformazioni non verranno abbandonate dopo le prime uscite pubbliche, ma seguite in modo daconfermare o rettificare l’esattezza di quanto comunicato in modo da non suscitare né eccessiveattese, né allarme.
9. Competenza. Medici e giornalisti si impegnano a seguire il principio della competenza. L’infor-mazione verrà resa pubblica quando chi l’ha elaborata è riconosciuta persona competente e chila diffonde ha ragionevolmente acquisito strumenti per misurarne la validità e la portata.
10. Linguaggio. Medici, ricercatori e giornalisti dovranno verificare l’esattezza scientifica dei termi-ni, evitando di usarli al di fuori di qualunque contesto che possa mutarne il senso o fare loro ac-quisire una connotazione emotiva per obiettivi di spettacolarizzazione dell’informazione.
Federazione Regionale degli Ordini dei Medici Ordine dei Giornalisti Chirurghi e Odontoiatri della Toscana della Toscana
Dr .Antonio Panti Dr.Massimo Lucchesi
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FNOMCeO
FNOMCeO – ISDE ITALIA(FEDERAZIONE NAZIONALE DEGLI ORDINI DEI MEDICI CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI) – (INTERNATIONAL SOCIETY OF DOCTORS FOR THE ENVIRONMENT)
TUTELA DEL DIRITTO INDIVIDUALE E COLLETTIVO ALLA SALUTE E AD UN AMBIENTESALUBRE - INQUINAMENTO ATMOSFERICO URBANO, STILI DI VITA E SALUTE
“PER L’AMBIENTE GLI UOMINI SONO RESPONSABILI, I MEDICI DUE VOLTE”
Dal momento che i rischi per lasalute sono largamente legati aldegrado ambientale e ai mo-delli di vita, i medici devonoorientare il loro ruolo professio-nale e civile per promuovere lasalute anche attraverso scelte ditutela ambientale.La dimostrazione che molti pro-cessi patologici trovano una lo-ro eziopatogenesi in cause am-bientali, quali l'accumulo di in-quinanti nell'aria, nell'acqua,nel suolo e nel cibo, e l'esisten-za su scala mondiale di gravi eirreversibili dissesti ambientali,hanno sollecitato una crescenteattenzione verso questi temi.Ambiente degradato, esposi-zioni occupazionali a sostanzenocive e modelli di vita scorret-ti sono responsabili del 75%delle patologie e delle cause dimorte. Da decenni nei convegnimedici si discute di salute, rischida lavoro, ambiente e inquina-mento e i ricercatori si impe-gnano per evidenziarne le cor-relazioni.Queste attività che non vannocertamente sottovalutate, nonci sono comunque sembrateespressione della intera poten-zialità dei medici e degli altriprofessionisti della salute nei
confronti della popolazione edei politici.Agli specialisti che tutti i giorniverificano, per le loro specifichecompetenze, i danni che l'am-biente inquinato determina nel-la popolazione devono affian-carsi i medici del territorio chepossono rappresentare la realecongiunzione tra sistema sani-tario, popolazione e mondoscientifico.Per far ciò è necessario superarele barriere corporative all'inter-no della categoria, collaborarecon le altre figure di tecnici dellasalute e dell’ambiente, raccor-darsi con quei settori professio-nali che più possono influenzaregli amministratori e la popolazio-ne - in particolare i media, lascuola, il mondo giuridico equello economico. È opportunosostenere e consigliare le altrecategorie professionali e le am-ministrazioni affinché promuova-no politiche di prevenzione equindi di salvaguardia ambienta-le, creando consenso intorno ascelte talvolta scomode e impo-polari. È altresì necessario inter-venire nei confronti di soggettiche perseguono iniziative non ri-spettose della salute e dell'am-biente di vita e di lavoro.
La nozione di responsabilitàpersonale su cui la nostra cultu-ra si è basata per millenni sem-bra ormai inadeguata. Sorge lanecessità di elaborare conce-zioni nuove che ampliano talenozione ad una dimensione col-lettiva.Questo allargamento di pro-spettiva coinvolge il mediconella sua funzione sociale: il me-dico nella attuale società nonha più soltanto una veste nelrapporto individualizzato con ilpaziente ma un più ampio man-dato nei confronti della colletti-vità e della organizzazione sani-taria per gli aspetti di assistenzae di tutela della salute umanainserita nell’ecosistema.
DANNO AMBIENTALE, RICADUTE SULLA
SALUTE ED EVIDENZE
L’inquinamento atmosfericorappresenta un grave problemadi sanità pubblica dal momentoche l’aria dei nostri centri urba-ni è resa sempre più irrespirabi-le dalla presenza di moltepliciinquinanti.Anche le emissioni di gas serra,di origine antropica, sono cre-sciute e l’effetto serra è certa-
mente una delle cause del cam-biamento climatico che ha por-tato anche nel nostro Paese adun aumento della temperaturamedia e a eventi climatici estre-mi, con la prospettiva di un pro-fondo dissesto dell’ecosistematerrestre e di un avvenire incer-to per le future generazioni.Per la riduzione delle emissionidi gas serra in atmosfera – re-sponsabili dei cambiamenti cli-matici – l’Italia si è impegnata(insieme ad altri 158 paesi nelmondo) a ridurre entro il 2010l’anidride carbonica in atmosfe-ra del 6.5% mentre in realtà dal1990 al 2004 si è registrato unaumento dell’11,6%.Nell’ultimo secolo la tempera-tura media mondiale è salita di0,6° e l’aumento previsto entrola fine di questo secolo potreb-be essere fra 1,4° e 5,8°. In Ita-lia l’aumento di temperaturanegli ultimi decenni è stato leg-germente superiore alla mediamondiale. Nell’estate 2003, ca-ratterizzata da una forte afa, nelnostro Paese si è osservato ri-spetto al 2002 un aumento di2.222 decessi (da 17.493 a19.715) e nel periodo compresotra il 16 luglio e il 15 agosto l’in-cremento è stato del 36% nellapopolazione in generale e del40% tra le persone di 65 anni eoltre (ISS, 2005).Complessivamente l’inquina-mento ambientale urbano èresponsabile di effetti nocivisull’apparato respiratorio ecardiovascolare, di effetti on-cogeni e dell’aumento dellamortalità generale. I principalistudi condotti in Europa ed
U.S.A. sulla correlazione fra in-quinamento atmosferico ecancro al polmone sono con-cordi nel valutare che per ogni10 µg/m3 di PM 2.5 si registraun incremento tra l'8% ed il14% di neoplasie polmonari. Siricorda che l'OMS ha stimato laquota di decessi attribuibili avalori di PM10 oltre 20µg/m3 in13 città italiane con oltre200.000 abitanti sulla base deivalori di PM10 registrati neglianni 2002-2004.La stima è di 8220 morti/annodi cui 742 morti/anno per can-cro del polmone Da studi re-centi emerge, altresì, che i de-cessi che si misurano o si stima-no come effetto dell’inquina-mento atmosferico non sonouna semplice anticipazione dieventi che sarebbero comun-que accaduti ma rappresentanoun effetto netto di una mortalitàche sarebbe stata evitata se i li-velli di inquinamento fosserostati inferiori.È noto che i principali determi-nanti della qualità dell’aria so-no la mobilità motorizzata, i si-stemi di riscaldamento e le im-missioni in atmosfera di so-stanze chimiche da insedia-menti produttivi e dagli ince-neritori. È dunque su tuttiquesti elementi che si deveagire se si vuole migliorare laqualità dell’aria.Pertanto è solo una scelta con-tingente quella che come medi-ci abbiamo fatto di richiamarel’attenzione del mondo scienti-fico in generale e di quello poli-tico su uno di questi determi-nanti: il traffico veicolare.
Il trasporto motorizzato, comesostiene autorevolmente an-che l’OMS, è indubbiamenteuna delle fonti più importantidi agenti inquinanti pericolosiquali gli ossidi di azoto, il ben-zene, l’ozono e soprattutto ilparticolato fine (PM10 e PM2,5) e ultrafine, ossia di dimen-sioni submicroniche, che pro-ducono situazioni di rischioper la salute umana e in parti-colare per quella dei bambini.Il traffico motorizzato è in au-mento in tutte le città e oltre al-l’inquinamento atmosferico cau-sa anche un aumento degli inci-denti stradali (complessivamen-te in Italia causano circa 8.000morti all’anno!), inquinamentoacustico e, indirettamente, se-dentarietà ed effetti psicosocialiche incidono fortemente sui co-sti della società (Terza Conferen-za Ministeriale dell’OMS, Londra1999- “Carta europea trasporti,salute e ambiente”).
POSSIBILI INIZIATIVE
Ormai esistono, sia a livello in-ternazionale che nazionale, in-dirizzi e strumenti di riferimentoper la definizione di efficacistrategie di riduzione dell’inqui-namento atmosferico da traffi-co e da altre fonti di inquina-mento.Appaiono tuttavia ancora ca-renti, almeno con riferimentoall’ambito nazionale e regiona-le, significative esperienze dielaborazione e attuazione distrategie integrate, accompa-gnate da estese campagne dicomunicazione sul significato
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delle strategie stesse e da siste-matiche attività di monitorag-gio e valutazione dei risultaticonseguiti.Un approccio efficace dovreb-be infatti comprendere:
1. Interventi mirati a garantirela piena integrazione delleconsiderazioni sulla preven-zione e riduzione dell’inqui-namento atmosferico nellepolitiche: Valutazione Am-bientale Strategica (VAS) dipiani e programmi, Valutazio-ne di Impatto Ambientale(VIA), Valutazione di ImpattoSanitario (VIS).
2. Interventi mirati a ridurre lamobilità motorizzata, so-prattutto privata: Pianifica-zione territoriale integratacon la pianificazione dei tra-sporti (aree urbane ad altadensità, a destinazione mistae compatte; rivitalizzazionedei centri urbani), politichedei tempi delle città (Leggen. 53/2000), teleservizi/e-go-vernment, telelavoro, com-mercio elettronico, e-ban-king e servizi on-line.
3. Interventi mirati a modificarela distribuzione modale del-la mobilità: promozione del-la mobilità ciclabile e pedo-nale, potenziamento e mi-glioramento dei servizi di tra-sporto pubblico, potenzia-mento dell’offerta di traspor-to ferroviario e dell’intermo-dalità, valorizzazione del tra-sporto marittimo e fluviale,sviluppo di servizi innovativie complementari al trasportopubblico (mobility manage-
ment, servizi a chiamata e ditaxi collettivo, car pooling ecar sharing), tariffazione del-l’uso delle infrastrutture, fi-scalità dei carburanti, revisio-ne in senso ambientale delbollo auto, interventi di roade area-pricing, istituzione diZone a Traffico Limitato (ZTL)e di aree pedonali, regola-mentazione e riorganizzazio-ne della sosta, tecnologie te-lematiche per la gestione deltraffico, moderazione deltraffico.
4. Interventi mirati a ridurre leemissione in atmosfera: re-gimi di incentivazione alla so-stituzione di determinati vei-coli, sostituzione del parcoautobus o rinnovo delle flot-te veicolari degli Enti pubbli-ci, sistemi periodici di con-trollo tipo “bollino blu”, car-buranti alternativi (es. idro-geno, biocombustibili).
5. Interventi mirati a modificarei modelli di vita: campagneinformative, campagne pro-mozionali sull’uso di trasportisostenibili, organizzazione/partecipazione a concorsi eeventi (es. domeniche ecolo-giche etc.), educazione am-bientale, siti internet o uffici,sportelli, punti informatividedicati.
Andrebbe, inoltre, prevista unapartecipazione allargata aiprocessi decisionali e all’attua-zione degli interventi; la condi-visione delle decisioni è infattiindispensabile per il successo diqualsiasi strategia ed è quindifondamentale la qualità dell’in-formazione, la comunicazione
più ampia e trasparente possi-bile e l’adeguata considerazio-ne della percezione dei rischinella cittadinanza. Risultano an-cora poco valorizzate, in tal sen-so, le potenzialità offerte da al-cuni strumenti innovativi di co-struzione partecipata delle stra-tegie, quali Agenda 21 locale oCittà Sana.Nelle nostre città si stanno giàattuando strategie quali il rin-novo del parco veicolare, l’in-troduzione di filtri per i motoripiù inquinanti ect., tutti provve-dimenti utili ma che non vannonella direzione di una progressi-va riduzione del numero di au-toveicoli e dei Km percorsi, per-petuando comunque il fenome-no del traffico.L’opzione corrente fondamenta-le per poter migliorare la salutepubblica nelle città resta quelladi limitare il traffico motorizzatostradale nelle nostre città e nellearee limitrofe attraverso: l’ado-zione di piani di “Moderazionedel traffico” e la creazione diuna rete realmente percorribilein sicurezza pedonale e ciclabi-le, con particolare riferimento aipercorsi casa-scuola, casa-am-bulatorio, casalavoro.
Proposte operative
Il nuovo codice di deontologiamedica ha dedicato un articolo,il numero 5, alla “Educazionealla salute e rapporti con l’am-biente” che recita “Il medico ètenuto a considerare l’ambientenel quale l’uomo vive e lavoraquale fondamentale determi-nante della salute dei cittadini.
A tal fine il medico è tenuto apromuovere una cultura civiletesa all’utilizzo appropriato del-le risorse naturali, anche alloscopo di garantire alle futuregenerazioni la fruizione di unambiente vivibile. Il medico fa-vorisce e partecipa alle iniziati-ve di prevenzione, di tutela del-la salute nei luoghi di lavoro e dipromozione della salute indivi-duale e collettiva.”Noi medici siamo i primi osser-vatori di questi fenomeni in tut-te le nostre professionalità:• Come operatori delle Azien-
de Sanitarie dei Dipartimentidi prevenzione contribuiamoa rilevare la frequenza e di-stribuzione delle malattie edosserviamo il progressivoconsolidamento dei dati cheindicano un aumento dellepatologie e della mortalità dainquinamento atmosferico.
• Come medici di medicina ge-nerale constatiamo diretta-mente nei nostri ambulatorila diffusione sempre maggio-re di patologie tumorali e so-prattutto l’abbassamentodell’età di incidenza (K mam-mari, Linfomi ecc.)
• Come pediatri vediamo ag-gravarsi nei bambini residen-ti in zone più inquinate o più-trafficate patologie comel’asma, il raffreddore prima-verile, le bronchiti, le bronco-polmoniti e soprattutto i tu-mori (in Europa negli ultimi30 anni si è registrato un in-cremento dell'1,2 % annuodei tumori fra 0 e 14 anni edell'1,4% tra i 14-19 anni)
• Come medici specialisti intutte le branche vediamo ilcostante aumento delle pa-tologie cronico-degenerativetra cui quelle cardiocircolato-rie e respiratorie che rappre-sentano le cause principali dimortalità e di ricovero o didisturbi nello sviluppo del si-stema nervoso centrale lega-ti all’esposizione a un vastospettro di inquinanti chimiciambientali
• Come dirigenti del ServizioSanitario Nazionale vediamole risorse indirizzarsi preva-lentemente verso la cura, lariabilitazione e la diagnosiprecoce piuttosto che versola prevenzione primaria.
• Come medici universitari e ri-cercatori studiamo le correla-zioni tra patologie ed am-biente insalubre e le portiamoa conoscenza degli studenti.
Tutto questo comporta:a) he i medici siano fortemente
impegnati nella programma-zione e nella messa in operadi programmi per la comuni-cazione del rischio, nella pro-mozione di progetti integratidi prevenzione primaria, nel-la formazione, nella valuta-zione d’impatto ambientalee sanitario di piani, program-mi e degli strumenti di piani-ficazione urbanistici, nella ve-rifica di efficacia dei provve-dimenti adottati. A questi finii medici si propongono per ilsupporto tecnico-sanitario aivari livelli di governo (nazio-nale, regionale e locale) cheesercitano competenze poli-
tico-amministrative, normati-ve e regolamentari, nei variprocessi di pianificazione cheincidono sulla salute colletti-va. Per l’esercizio di questefunzioni, cui si aggiungonoquelle prettamente sanitariedi “sorveglianza epidemiolo-gica” e “comunicazione delrischio”, i medici intendonoinstaurare costanti relazionifunzionali con le Agenzie Re-gionali per l’Ambiente, al fi-ne di assicurare l’integrazio-ne tra politiche sanitarie, am-bientali ed energetiche pre-vista dall’art. 7-quinquies delD.Lgs. n. 502/1992.
b) la predisposizione di un pia-no d’azione condiviso daportare avanti in maniera si-stematica su tutto il territo-rio nazionale che comprendaattività di formazione infor-mazione (distribuzione dimateriali informativi neglistudi e nei presidi medici suirischi derivanti dall’inquina-mento atmosferico, interven-ti nelle scuole per sensibiliz-zare insegnanti e genitori),attività di coordinamento ditutte le figure mediche delterritorio (Medici di Medici-na Generale, Pediatri di fami-glia, Medici che lavorano neiDipartimenti di prevenzioneo che comunque nei settoridella sanità pubblica, epide-miologi, ospedalieri ecc.),pressione nei confronti del-le istituzioni locali per unavalutazione dell’impatto sullasalute delle scelte di tipo ur-banistico in senso lato.
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- DOCUMENTO CHE SARÀ SOTTOSCRITTO DAI MEDICI PRESSO GLI ORDINI PROVINCIALI -
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NORMATIVA
FLASH
FARMACI OFF LABELussiste la responsabili-tà per il reato di lesio-ni dolose, nella acce-
zione del dolo eventuale, nelcomportamento del medicoche prescriva un farmaco peruna somministrazione ed utiliz-zazione cosiddetta "fuori indi-cazione" o "off label" per sfrut-tarne alcuni particolari effetticollaterali, allorché dalla utiliz-
zazione e somministrazione delfarmaco medesimo derivi per ilpaziente una malattia rilevanteai sensi dell'art. 582 c.p. e il pa-ziente non abbia rilasciato al sa-nitario il consenso informato adogni possibile conseguenze de-rivante da un siffatto utilizzo.L'imputata, nel caso di specie,era conscia del fatto che quellasomministrazione del farmaco
oltre al probabile e sperato be-neficio avrebbe potuto ancheprodurre (come poi ha prodot-to) ulteriori non necessarie me-nomazioni dell'integrità fisicadella paziente. Così agendo haquindi accettato il rischio del-l'insorgenza di questi ulteriorieffetti collaterali, ponendosinell'alveo del c.d. dolo eventua-le.
S
Tratto da Doctornews del 9 maggio 2007
MEDICI E FARMACISTI ITALIANI BOCCIATI IN INGLESE
quanto emerge daun'indagine telefoni-ca, condotta su un
campione di 1.200 fra medici efarmacisti. Il 61 per cento di es-si non mastica la lingua, nono-stante il 79 per cento la ritengamolto o abbastanza importanteper la professione. E' quantoemerge da un'indagine telefo-nica, condotta su un campionedi 1.200 fra medici e farmacisti,per capire il livello di conoscen-za della lingua inglese nella sa-nità italiana. In particolare, dall'indagine èemerso che il 18 per cento delcampione ignora l'inglese, il 43per cento ha un livello di cono-scenza basso o elementare, il36 per cento 'medio' e solo il 3
per cento dei professionisti'elevato'. E a masticare di più lalingua di Sua Maestà sono imedici rispetto ai farmacisti.Alla domanda "Conoscere l'in-glese tecnico per la sua profes-sione è importante?" il 27 percento degli intervistati dichiarache è “molto importante”,mentre il 52 per cento pensa sia“abbastanza importante”, il 16per cento 'poco' e un 5 percento lo ritiene “senza alcunaimportanza”. Quanto invece aimetodi utilizzati per aggiornar-si, il 41 per cento sceglie l'ac-quisto di riviste, libri e testi inlingua inglese, il 33 per cento lofa attraverso internet, il 25 percento partecipando a congres-si, il 13 per cento con aggiorna-
menti messi a disposizione daaziende farmaceutiche, controun 23 per cento che dichiara dinon utilizzare nessun metodo. Ma quanto tempo dedicanoall'aggiornamento gli intervista-ti? Chi si aggiorna lo fa per l'83per cento con una frequenzache va dalle 4 a oltre 6 voltel'anno, mentre solo il 17 percento si aggiorna 1-2 volte l'an-no. E il 35 per cento ritieneinternet il metodo di aggiorna-mento più efficace. Infine, il 61per cento degli intervistati con-fessa di non leggere mai rivistescientifiche in inglese, il 18 percento di farlo raramente, il 18per cento qualche volta, il 3 percento spesso.
È
NEWS
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Riceviamo dal Dott. Francesco Totaro, responsabile dell’Ufficio Scuole di Specializzazione dell’Universi-tà di Modena e Reggio Emilia, un’informativa inerente il bando di concorso per l’ammissione alle Scuo-le di Specializzazione del settore medico anno accademico 2006/2007. Il testo integrale della comuni-cazione inerente i requisiti per l’ammissione al concorso, il calendario delle prove e le modalità di iscri-zione potrà essere scaricato dal sito www.ordinemedicimodena.it alla sezione ultime notizie.
Elenco scuole di specializzazione del settore medico attivate presso l’Università di Modena e Reggio Emilia suddivise per Area con i nominativi dei relativi direttori, indirizzi mail e numeri di telefono.
AREA CHIRURGICA
Scuola Direttore e-mail telefonoCardiochirurgia Roberto Parravicini [email protected]
Chirurgia generale I Massimo Saviano [email protected] 059/4224364
Chirurgia generale II Giancarlo De Bernardinis [email protected] 059/422 2412
Chirurgia generale III Rossi Aldo [email protected]
Chirurgia toracica Uliano Morandi [email protected] 059/422 2412
Chirurgia vascolare Gioachino Coppi [email protected] 059/4222412
Chirurgia plastica De Santis Giorgio [email protected] 059/4225286
Ginecologia ed ostetricia Annibale Volpe [email protected] 059/4224460
Neurochirurgia Luigi Chiarini [email protected]
Oftalmologia Gian Maria Cavallini [email protected] 059/4222442
Ortopedia e traumatologia Luigi Celli [email protected] 059/4222878
Otorinolaringoiatria Elisabetta Genovese [email protected] 059/4222402
Urologia Giampaolo Bianchi [email protected] 059/4224766
Scuola Direttore e-mail telefonoAllergologia ed Immunologia Alberto Giannetti [email protected] 059/4222464
Cardiologia Maria Grazia Modena [email protected]
Dermatologia e Venereologia Stefania Seidenari [email protected]/4222464 -
4264
Ematologia Giuseppe Torelli [email protected] 059/4224329
Endocrinologia e malattie delricambio
Cesare Carani [email protected]/3961806
Osp. Baggiovara
Gastroenterologia Alberto Giannetti [email protected] 059/4222250
Geriatria Mirco Neri [email protected]/3961455
Osp. BaggiovaraMalattie dell’apparato
respiratorioLuca Richeldi [email protected] 059/4223469
Malattie infettive Roberto Esposito [email protected] 059/4225456
Medicina dello sport Nino Carlo Battistini [email protected] 059/2055456
Medicina interna Nicola Carulli [email protected]/3961806
Osp. Baggiovara
Nefrologia Alberto Albertazzi [email protected]
AREA MEDICA
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NEWS
Neurologia Paolo Frigio Nichelli [email protected]/3961709
Osp. Baggiovara
Neuropsichiatria infantile Ernesto Caffo [email protected] 059/3964294
Oncologia Massimo Federico [email protected] 059/4225515
Pediatria Paolo Paolucci [email protected] 059/4224570
Psichiatria Gian Paolo Guaraldi [email protected] 059/4224300
Reumatologia Clodoveo Ferri [email protected]
Scienza dell’alimentazione Luigi Agnati [email protected]
Tossicologia medica Luigi Alberto Pini [email protected] 059/4224211
Scuola Direttore e-mail telefonoAnatomia patologica Francesco Rivasi [email protected] 059/4224808
Anestesia e rianimazione Alberto Pasetto [email protected] 059/4224364
Biochimica clinica Arnaldo Corti [email protected] 059/2055389
Farmacologia Bertolini Alfio [email protected] 059/2055369
Igiene e medicina preventiva Paola Borella [email protected] 059/2055456
Medicina del lavoro Giuliano Franco [email protected]
Medicina legale Giovanni Beduschi [email protected] 059/4224882
Medicina di comunità Maria Angela Becchi [email protected]
Microbiologia e virologia Chiara Casolari [email protected]
Patologia clinica Aldo Tomasi [email protected]
Radiodiagnostica Pietro Torricelli [email protected] 059/2055369
Radioterapia Bagni Bruno [email protected] 059/2052304
AREA SERVIZI CLINICI
Uffici di riferimento:Scuole di Specializzazione, Lag. Del Pozzo, 71, ingresso 3, II piano, Modena. Indirizzi mail: [email protected] – tel. 059/4224746; [email protected] – tel059/4224997 - [email protected] – tel. 059/4222109.Segreterie Studenti, Via Campi 213/B, Modena; tel. (059) 205 5634 – informazioni telefoniche ore10/11 dal lunedì al venerdì - fax (059) 205 5648Orario di apertura al pubblicoLunedì e Mercoledì: dalle ore 15.00 alle ore 17.00; Martedì, Giovedì, Venerdì: dalle ore 11.00 alle ore13.30.Riferimenti Normativi- D. Lgs 257/91 sulla formazione dei medici specializzandi, abrogato dal D. Lgs 368/99 a partire dal 1
novembre 2007.- D. Lgs. 151/2001 sulla "Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della
maternità e della paternità, a norma dell'articolo 15 della legge 8 marzo 2000, n. 53"- 6 marzo 2006, n. 172 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.109 del 12 maggio 2006) “Regolamento
concernente modalità per l’ammissione dei medici alle scuole di specializzazione in medicina”- Bando di concorso per l'ammissione alla Scuole di Specializzazione del settore medico e dell'area sa-
nitaria, pubblicati al seguente indirizzo: www.unimore.it, sotto il link “Bandi e Concorsi” -> Studenti eLaureati -> Scuole di Specializzazione.
- D. 29 marzo 2006 “Definizione degli standard e dei requisiti minimi delle scuole di specializzazione”(pubblicato nella G.U. n. 105 dell’8 maggio 2006
CORSI, CONVEGNI E CONGRESSI
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Il programma integrale è consultabile sul sitowww.ordinemedicimodena.it
alla sezione aggornamento professionale.
Dall’atto diagnostico, terapeutico, riabilitativoal reinserimento lavorativo
NUOVO OSPEDALE DI SASSUOLO - UNITÀ OPERATIVA MEDICINA DEL LAVOROSALA CONFERENZE
23 Giugno 2007
BOLLETTINO N. 6 - GIUGNO 2007 33
TACCUINO
D’AUTILIA NUOVO PRESIDENTE DELLA CASA DEL PROFESSIONISTA E DELL’ARTISTA
l presidente dell’Ordi-ne dei medici chirur-ghi e degli odontoia-
tri dr. Nicolino D’Autilia è statonominato presidente della Casadel Professionista e dell’Artistadall’assemblea dei soci riunitasia Modena nella sede di P.le Bo-
schetti - 8 il 9 maggio u.s.Alla vice presidenza va l’Ing.Silvestri.“Mi adopererò con tutte le mieforze“ ha dichiarato il neo presi-dente “per restituire agli Ordiniprofessionali di Modena unasede prestigiosa e degna del
decoro di tanti professionisti. Sono consapevole della limita-tezza delle risorse ma cercheròdi coinvolgere tutti gli Ordiniprofessionali in questa scom-messa che è anche una scelta diciviltà”.
I
COMUNICATO STAMPA
Il 28 marzo si sono svolte le elezioni per il rinnovo del consiglio direttivo S.N.A.M.I. per il trien-nio 2007-2009. Sono state attribuite le seguenti cariche: dott. Guido Venturini (presidente),dott. Daniele Giovanardi (vice presidente), dott. Antonio Luciani (segretario), dott. RobertoMantovani (responsabile internet).
Guido Venturini presidente provinciale, addetto alla presidenza nazionale, segretario S.N.A.M.I.nord Italia.
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rispettati i seguenti orari:
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ARTE E DINTORNI
34 BOLLETTINO N. 6 - GIUGNO 2007
È necessaria una buona memoria, dopo avere mentito.
P. Corbeille
Ogni vecchio che muore è una biblioteca che brucia.Proverbio africano
I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei intutto. Gli altri fanno volume. Ennio Flaiano
LE STORIELLEA CURA DI ROBERTO OLIVI
VELLANI MARCHI MARIONacque a Modena nel 1895 emorì a Milano nel 1979.Nacque e visse in via Mascherel-la, figlio di un litografo e con-trabbassista al Teatro Municipaledi Modena e di una maestra di ri-camo alle scuole serali San Pao-lo.Nel 1914 ottenne il secondo pre-mio al Pensionato Poletti; poipartì per la guerra e fu ufficialenel Carso e a Gorizia per quattroanni.Tornato a Modena si riscrissenuovamente all’Accademia, fuallievo di Camillo Verno e amicodi Pio Semeghini e Augusto Zo-boli.Rimase subito affascinato da Ve-nezia nella sua prima visita nel1912, anche se era ancora impe-gnato nella produzione di carica-ture, scenette e cartelloni pub-blicitari; da ricordare l’insegnaper la prima industria di auto-mobili dell’amico Enzo Ferrari.Importante fu l’incontro con ilGraziosi, che Vellani considerò“suo maestro”.Fu in questi anni (1912-1913) cheavvenne il primo accordo conMilano, quando Graziosi gli ce-dette il suo studio in via Vespuc-ci, perché si trasferì a Napoli,quale titolare della Cattedra diScultura all’Accademia.Nel 1924 espose per la primavolta alla Biennale di Venezia ePio Semeghini l’accompagnònella seconda visita a Burano e lo
presentò ad Anna Maggioli, lavedova del pittore trentino Um-berto Maggioli, che aveva aper-to la sua casa a pittori e amici.Vellani Marchi e Pio Semeghinifurono tra i fondatori della“Scuola Buranella”, che prese asupporti ispirativi Burano e Tor-cello e si identificò in un cromati-smo particolarmente dolce, cheanticipò il “chiarismo lombar-do”.Nel 1925 lasciò definitivamenteModena per Milano, dove fu sce-
nografo alla Scala, collaboratorecon “Fiera Letteraria” e “Illustra-zione Italiana”. Partecipò alle piùimportanti selezioni d’arte: allabiennale di Brera, alla perma-nente di Milano, alla prima qua-driennale di Roma e via via aLondra, Pittsburg, Parigi, Tripolied altre importanti città.Figlio dell’impressionismo, pro-iettò nella sua multiforme attivitàdi grafico, scenografo e pittore,una genuinità calibrata dall’entu-siasmo del lavoro.
PITTORI MODENESI DAL ‘500 AD OGGIA CURA DI LODOVICO ARGINELLI
Alcune sue opere:“Paesaggio”, olio su legno, cm 23x17,5 (opera di copertina);“6 tondi di vario argomento” (una fusione di capacità grafiche,umoristiche ed illustrative);“ La Bersagliera”, 1922-1923, olio su tela, cm 33,5x40;“Le sorelle Borsari”, 1925, olio su tela, cm 20x29,5;“Burano”, olio, cm 29x22,5;“La figlia del fattore”, 1934, olio, cm 60x80, esposto alla qua-driennale di Roma nel 1936;“Demolizione di S. Agata a Modena”, 1934, china, cm 33x29;“Costumi di scena”, disegno, cm 68,5x99.
BOLLETTINO N. 6 - GIUGNO 2007 35
Il sito dell’Ordine è consultabile all’indirizzo Internetwww.ordinemedicimodena.it
Federazione Nazionale degli Ordini dei MediciChirurghi e degli Odontoiatri: con acceso alla ri-cerca anagrafica nazionale degli iscritti agliOrdini di Italia. Consultazione dell’Albo degliiscritti all’Ordine di Modena con modalità di ri-cerca per specialità e titoli abilitanti. Raccoltadelle iscrizioni on line alla Newsletter dell’Ordi-ne che sarà attivata a breve.
Orari di apertura al pubblico degli uffici. Oraridi ricevimento dei colleghi. Possibilità di scari-care tutta la modulistica on line di interesse pergli iscritti senza dovere accedere ai nostri uffici.Indirizzi di posta elettronica dei servizi per co-municare rapidamente con l’Ordine.
Testi normativi disponibili on line in tema di:� deontologia professionale� contratti di lavoro e convenzioni� normative amministrative e istituzionaliConsultazione gratuita delle Gazzette Ufficialidello Stato pubblicate negli ultimi 60 giorni.
Consultazione del Bollettino dell’Ordine di
Modena a partire da ottobre 2001, scaricabileintegralmente in formato pdf e in formatohtml per gli articoli di principale interesse.
Pubblicazione degli elenchi aggiornati dei no-minativi e relativo recapito di colleghi disponi-bili per le sostituzioni di medici di base e pedia-tri. Sottoscrizione delle disponibilità medianteadesione interattiva.Principali riferimenti nor-mativi per il conteggio dei compensi per le so-stituzioni.
Raccolta di informazioni, modulistica e norma-tiva utili per l’esercizio della professione medi-ca e odontoiatrica:� Regime di autorizzazione e accreditamento
per l’esercizio dell’attività. � Direzione sanitaria nelle strutture complesse� Linee guida per la professione� Consenso informato� La sicurezza sul lavoro: dl.vo 626/94� Pubblicità sanitaria� Rifiuti sanitari� Privacy negli studi medici e odontoiatrici.
Rubrica aggiornata quotidianamente a cura
della Segreteria dell’Ordine con notizie, sca-denze e comunicazioni di interesse per gliiscritti.
Tutto sul programma nazionale di ECM. Pub-blicazione delle iniziative dell’Ordine di Mode-na in materia di aggiornamento professionale eculturale degli iscritti e altre iniziative esternemeritevoli di attenzione. Modalità e modulistica per la richiesta del pa-trocinio dell’Ordine.
Link con le istituzioni sanitarie, con le associa-zioni sanitarie, accesso ai principali motori diricerca in ambito sanitario, link ai siti di mag-giore interesse suddivisi per specialità medi-ca, collegamento ai siti Internet di tutti gli Or-dini di Italia.
Pubblicazione del calendario di guardia odon-toiatrica festiva organizzato dalla commissioneOdontoiatri dell’Ordine, sedi e recapiti telefoni-ci di guardia medica, link con le aziende sani-tarie, farmacie di turno, principi sul ruolo del-l’Ordine nella tutela dei diritti del cittadino.Consultazione dell’albo iscritti.
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