Orchestra del Teatro Regio · L’estro armonico e l’estro melodico Accoppiare Antonio Vivaldi e...

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I C O N C E R T I A P E R I T I V O 2 0 1 1 - 2 0 1 2 Orchestra del Teatro Regio DOMENICA 20 NOVEMBRE 2011 ORE 11 TEATRO REGIO

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I C O N C E R T I A P E R I T I V O 2 0 1 1 - 2 0 1 2

Orchestra del Teatro RegioDOMENICA 20 NOVEMBRE 2011 ORE 11

TEATRO REGIO

Orchestra del Teatro RegioSerguei Galaktionov direttore e violino

Marina Bertolo, Cecilia Bacci, Marco Polidori violini

Relja Lukic violoncello

I Concerti Aperitivo sono realizzati con il sostegno di una Fondazione privata.

Antonio Vivaldi (1675-1741)

Concerto in si minore per 4 violini, violoncello, archi e cembalo rv 580(L’estro armonico op. 3, n. 10)

AllegroLargo - Larghetto - LargoAllegro

Astor Piazzolla (1921-1992)

Las cuatro estaciones porteñas

Verano porteñoAllegro - Lento - Allegro

Otoño porteñoAllegro - Lento - Tempo I

Invierno porteñoAndante moderato - Allegro

Primavera porteñaAllegro - Lento - Allegro

È possibile esprimere la propria opinione sul concertocollegandosi al calendario presente sul sito www.teatroregio.torino.it

Al termine del concerto, aperitivo off erto da

L’estro armonico e l’estro melodico

Accoppiare Antonio Vivaldi e Astor Piazzolla, eterogenei per epoca, linguaggio e cul-tura, è una fantasia ricorrente quando si intende aff rontare l’annosa querelle sulla sta-gnazione dei programmi proposti nelle stagioni di concerti, operando qualche strappo ai copioni che si ripetono sin troppo mimetici. Lo spunto che legittima questa scelta è sempre fatalmente ricaduto sull’abbinamento di due spettacolari scrigni magici, nei quali luccicano le pagine che i due autori hanno dedicato alle quattro stagioni. Nella circostanza di questo concerto si va con curiosità oltre questa nuance dejà vu, met-tendone in rilievo un’altra, questa volta complementare e più intrinseca alla materia musicale e all’estro col quale i due autori l’hanno approfondita. Mentre Vivaldi esalta con una brillantezza fertile e visionaria l’aspetto dell’estro ar-monico, esplorando con inesausto piacere combinatorio la sovrapposizione delle parti strumentali per manipolarle in un sottile gioco di torsioni, Piazzolla recupera, attraver-so la tradizione del tango fortemente legata al lirismo del bel canto, quell’estro melodi-co che il secolo breve sembrava aver smarrito o relegato ai fragili bozzetti della forma canzone. L’estro armonico e l’estro melodico quindi. Il primo coniugato con l’impeto gioioso del virtuosismo barocco, in cui si percepiscono i primi sintomi di un esprit romantique che era ancora lontano a venire; il secondo declinato con il linguaggio del “nuevo tango”, dove Piazzolla si era volontariamente esiliato per riformulare il genius loci della musica rioplatense con infl uenze classiche, jazzistiche e persino ebraiche. Tra i dodici concerti che fi gurano nell’op. 3 di Vivaldi, battezzata con orgoglio L’estro armonico, questo programma prevede il n. 10, in cui la tessitura orchestrale è assi-stita da una scrittura che muove tutte le parti autonomamente, come in un prisma; qui la rete armonica e il suo contrappunto di suoni contrari dispongono di un cata-logo con molteplici soluzioni: fugati, scambi di parti in relazione motivica, elabora-zione di nuclei tematici e variazioni. Il caso fu così eclatante da impressionare Johann Sebastian Bach, al punto da spingerlo a trascrivere il concerto nel 1735 (bwv 1065), assegnando le parti dei quattro violini protagonisti nell’originale ad altrettanti cembali e abbassando la tonalità dal si minore al la minore. Secondo la consuetudine delle composizioni del Prete Rosso, anche questo concerto è suddiviso in tre tempi in cui il primo e il terzo si sviluppano grandiosamente su una trama di eff ervescente vitalità ritmica, con tanto di acrobazie violinistiche, mentre quello centrale custodisce nel suo tempo largo la sorprendente immobilità di una miracolosa materia sonora che molti-plica le sue traiettorie armoniche attraverso la preziosa geometria delle articolazioni cui sono chiamati i solisti. Se è ancora innegabile un vocabolario che rivela trasparenti reminiscenze corelliane, in questo lavoro, per certi versi ancora ibrido, Vivaldi svela che la sua creatività si sta liberando, iniettando nell’opera quella visione personale che segnerà l’avvenire della forma concertante.

Se L’estro armonico è stato progettato a priori con una architettura simmetrica secondo gruppi ognuno di tre concerti con organici diversi ma ripetuti nelle quattro sezioni, la raccolta delle Cuatro estaciones porteñas (ossia di Buenos Aires) è stata invece imma-ginata da Piazzolla solo dopo aver scritto nel 1964 Verano porteño per la pièce teatrale Melenita de oro di Alberto Rodríguez Muñoz; a completare il quadro arrivarono Otoño porteño (1969), Primavera porteña (1970) e Invierno porteño (1970). Ognuna di queste pagine originariamente pensate per il quintetto nel quale Piazzolla stesso suonava il bandoneón, è stata sottoposta a svariati arrangiamenti con i più diversi organici per essere diff usa in tutto il mondo, seguendo il desiderio del musicista di Mar del Plata di essere eseguito al di fuori del suo Paese. Desiderio condiviso con Vivaldi, che proprio attraverso L’estro armonico (1711) si aff acciò sulla scena internazionale, facendo pub-blicare ad Amsterdam l’intero libro dalla “famosa mano” del tipografo Estienne Roger, assicurandosi così la diff usione e la fama internazionale presso i compositori ma, so-prattutto, presso i numerosi “dilettanti” avidi di nuova musica da eseguire.Proseguendo il lavoro iniziato nel 1964 per completare un progetto che sicuramente si ispirava a quello delle stagioni vivaldiane, Piazzolla utilizza con squisita sapienza alcuni frammenti ricavati dall’insigne veneziano, trasfi gurandoli e immergendoli in una sostanza melodica che resta assolutamente immutata anche nella versione per violino e orchestra d’archi. Ognuno di questi brani è una sorta di sintetico concerto, dove alle parti cadenzate da cellule ritmiche strettamente derivate dal tango tradizionale – con un fraseggio dalla veemente tensione che ripudia i colori pastello – si alternano paren-tesi in cui il ritmo si fa largo se non evanescente ed è ingemmato dai rapinosi, palpitanti e felicissimi doni dell’estro melodico piazzolliano. Estro che, anche nel lasso di poche battute, riesce a raggiungere la sfera più profonda e sensibile di chi ascolta.Per tutti questi motivi, un viaggio nel tempo e nello spazio tra l’estro armonico di Vivaldi e quello melodico di Piazzolla, con i suoi momenti leggeri o densi, estroversi o intimi, spavaldi o sentimentali, promette l’incantesimo di conquistare anche i cuori meno disposti all’abbandono.

Franco Finocchiaro

Violini primiSerguei Galaktionov •

Marina BertoloMonica TasinatoClaudia ZanzottoMiriam MaltagliatiKim SoyeonGrazyna Teodorek

Violini secondiMarco Polidori •

Cecilia Bacci •

Bartolomeo AngelilloPaola BettellaSilvio GasparellaRoberto LirelliIvana Nicoletta

VioleArmando Barilli •

Alessandro CipollettaAlma MandolesiGiuseppe Zoppi

VioloncelliRelja Lukic •

Giulio ArpinatiLuisa Miroglio

Orchestra del Teatro RegioWalter Vergnano, Sovrintendente

Gianandrea Noseda, Direttore musicale

• Prime parti

ContrabbassoDavide Ghio •

ClavicembaloLuca Brancaleon

Il professore Serguei Galaktionov suona un violino Giorgio Serafi no Venezia 1748 della Fondazione Pro Canale di Milano.

© Copyright, Fondazione Teatro Regio di Torino Prezzo: € 0,50 (iva inclusa)

I Concerti Aperitivoprossimi appuntamenti

Domenica 11 Dicembre 2011 ore 11Piccolo Regio Puccini

C’era una volta… il CinemaGruppo da camera del Teatro Regio

Alessio Murgia violino, Enrico Luxardo violino, Alessandro Cipolletta viola, Relja Lukic violoncello,Atos Canestrelli contrabbasso, Luigi Finetto oboe, Luigi Picatto clarinetto, Fabrizio Dindo corno,

Evandro Merisio corno, Ranieri Paluselli percussioni

Musiche di Nino Rota, John Williams, Ennio Morricone,Fiorenzo Carpi, John Barry, Nicola Piovani, Bruce Broughton

Domenica 18 Dicembre 2011 ore 11Teatro Regio

Coro di voci bianche del Teatro Regio e del Conservatorio “G. Verdi”Orchestra del Teatro Regio

Claudio Fenoglio direttore

Jehan Alain: Messe modaleDarius Milhaud: Un petit peu de musique

Jean Absil: L’Album à colorierCanti della tradizione natalizia

Al Regio in famiglia

Venerdì 25 novembre 2011 ore 20

Piccolo Regio Puccini

Viaggio fantastico nella vita del grande compositore

Nuova produzione

Testo e regia di Alessandra Premoli

da un’idea di Susanna Franchi

Musiche di Ludwig van Beethoven

Bob Marchese attoreFederico Tibone pianoforte

BIGLIETTI

Intero € 10 – Under 16 € 8

in vendita alla Biglietteria del Teatro Regio

Posti limitati a ingresso gratuito per ogni giovane fi no a 16 anniaccompagnato da uno o due adulti in possesso del biglietto intero