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Età di Traiano 96 d.C. : a seguito di una congiura di palazzo muore l'imperatore Domiziano, ultimo degli imperatori flavi (15 anni di regno sentiti come una vera e propria tirannide da molti intellettuali ed esponenti dell'aristocrazia senatoria). Il senato riesce a collocare sul trono imperiale un suo esponente : Nerva. Si fece accettare attraverso donazioni ai pretoriani, concedendogli di uccidere gli assassini di Domiziano. E' ormai anziano (scelta di transizione), resta sul trono di Roma dal 96 al 98. In questo periodo compie una scelta decisiva e lungimirante che assicurerà un secolo di pace e benessere : indica come proprio successore non un suo familiare ma un generale di origine spagnola, Traiano (introduce il nuovo criterio adottivo in sostituzione di quello dinastico : Principio della scelta dell'Optimus Princeps, in grado di garantire la scelta dell'uomo migliore). [Marco Aurelio introdurrà nuovamente il principio dinastico lasciando il potere al figlio Commodo: comportamenti dissennati e dissoluti.] Traiano inaugura il secolo d'oro della storia dell'Impero di Roma. L'impero raggiunge la sua massima estensione (conquista della Dacia, Armenia, Mesopotamia, ..). Consolida le strutture istituzionali, grande organismo sovranazionale : popoli appartenenti a 3 continenti diversi cementati da una comune cultura romano-ellenistica e dalla figura dell'imperatore che era garante di un ordine civile sentito come mondiale assicurato dalla diffusione dello ius (diritto romano) e da uno straordinario sistema burocratico- amministrativo. Per gli intellettuali il regno di Traiano era la fine di un incubo, sentimento di sollievo : "Nunc demum redit animus" (Tacito, Agricola : scritto dopo la morte di Domiziano), "Ora finalmente si può tornare a respirare". Traiano allenta il controllo della censura sugli intellettuali, riporta in essere la cosiddetta felicitas temporum (felicità dei tempi), riesce finalmente a conciliare due cose allora inconciliabili : il principato e la libertas (non come quella del periodo repubblicano, ma è il prezzo che Roma ha pagato dopo che la libertas dell'età repubblicana era degenerata in licentia, in una libertà sfrenata ed eccessiva che si era poi espressa nelle guerre civili. Nessuno metteva più in discussione la legittimità del principato, che era considerato l'unico modo per mantenere la pax e la securitas). Due letterati più importanti dell'età di Traiano : Plinio il giovane e Tacito. Due intellettuali molto diversi: Plinio il giovane : della famiglia dei Plinii (da Como), molto benestante e ricca che s trasferì a Roma mantenendo alcune proprietà a Como. Nipote di Plinio il Vecchio. Corposo epistolario (già pensato per la pubblicazione. Lettera a Tacito sul racconto dell'eruzione del Vesuvio in cui lo zio era morto. Lettera a Traiano quando viene nominato proconsole in Bitinia, dove cominciavano ad esserci comunità cristiane.

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  • Et di Traiano

    96 d.C. : a seguito di una congiura di palazzo muore l'imperatore Domiziano, ultimo degli imperatori flavi (15 anni di regno sentiti come una vera e propria tirannide da molti intellettuali ed esponenti dell'aristocrazia senatoria). Il senato riesce a collocare sul trono imperiale un suo esponente : Nerva. Si fece accettare attraverso donazioni ai pretoriani, concedendogli di uccidere gli assassini di Domiziano. E' ormai anziano (scelta di transizione), resta sul trono di Roma dal 96 al 98. In questo periodo compie una scelta decisiva e lungimirante che assicurer un secolo di pace e benessere : indica come proprio successore non un suo familiare ma un generale di origine spagnola, Traiano (introduce il nuovo criterio adottivo in sostituzione di quello dinastico : Principio della scelta dell'Optimus Princeps, in grado di garantire la scelta dell'uomo migliore). [Marco Aurelio introdurr nuovamente il principio dinastico lasciando il potere al figlio Commodo: comportamenti dissennati e dissoluti.] Traiano inaugura il secolo d'oro della storia dell'Impero di Roma. L'impero raggiunge la sua massima estensione (conquista della Dacia, Armenia, Mesopotamia, ..). Consolida le strutture istituzionali, grande organismo sovranazionale : popoli appartenenti a 3 continenti diversi cementati da una comune cultura romano-ellenistica e dalla figura dell'imperatore che era garante di un ordine civile sentito come mondiale assicurato dalla diffusione dello ius (diritto romano) e da uno straordinario sistema burocratico-amministrativo. Per gli intellettuali il regno di Traiano era la fine di un incubo, sentimento di sollievo : "Nunc demum redit animus" (Tacito, Agricola : scritto dopo la morte di Domiziano), "Ora finalmente si pu tornare a respirare". Traiano allenta il controllo della censura sugli intellettuali, riporta in essere la cosiddetta felicitas temporum (felicit dei tempi), riesce finalmente a conciliare due cose allora inconciliabili : il principato e la libertas (non come quella del periodo repubblicano, ma il prezzo che Roma ha pagato dopo che la libertas dell'et repubblicana era degenerata in licentia, in una libert sfrenata ed eccessiva che si era poi espressa nelle guerre civili. Nessuno metteva pi in discussione la legittimit del principato, che era considerato l'unico modo per mantenere la pax e la securitas). Due letterati pi importanti dell'et di Traiano : Plinio il giovane e Tacito. Due intellettuali molto diversi: Plinio il giovane : della famiglia dei Plinii (da Como), molto benestante e ricca che s trasfer a Roma mantenendo alcune propriet a Como. Nipote di Plinio il Vecchio. Corposo epistolario (gi pensato per la pubblicazione. Lettera a Tacito sul racconto dell'eruzione del Vesuvio in cui lo zio era morto. Lettera a Traiano quando viene nominato proconsole in Bitinia, dove cominciavano ad esserci comunit cristiane.

  • Plinio chiede quale sia l'atteggiamento pi corretto da tenere), Panegirico a Traiano (discorso elogiativo scritto quando ottenne il consolato). "Giornalista" di cultura mondana, politica, ..

    Tacito : storico e studioso di politica.

    Tacito 5 opere:

    Dialogo: "Dialogus de oratoribus" --> impianto ciceroniano-platonico, dialogo sul problema della decadenza dell'oratoria.

    2 monografie : "Agricola" (punto di incontro di pi generi letterari : biografia, celebrazione della morte, trattato sulla Britannia e resoconto degli anni di campagna militare di Agricola) e "Germania" (interesse storico-documentario eccezionale, unica monografia etnografica che ci giunta dalla letteratura latina, parla dei popoli della Germania. Usi e costumi, descrizione delle trib, ..).

    2 opere storiografiche : "Historiae" (parte dal discorso di Galba) e "Annales" (iniziano con i funerali di Augusto e le dicerie che lo accompagnano), giunte a noi pesantemente mutile. Attraverso queste opere Tacito scrive la storia di Roma prima a partire dalla morte di Nerone poi dalla morte di Augusto (prima et imperiale).

    Tacito non divent mai un classico, le sue opere non vennero mai introdotte nelle scuole (come era accaduto per Tito Livio). Le sue opere avrebbero potuto diventare dei manuali, ma il suo stile era secco e denso, e ci rese difficile il compito di coloro che riassumevano per uso scolastico. Interdizione del silenzio : stava prendendo piede il cristianesimo, che egli considerava come una rovinosa superstizione. Met del '400 : le opere di Tacito cominciano ad essere conosciute. I codici giunti a noi derivano da un codice in scrittura carolina (riforma grafica in ambiente carolingio) della met del IX secolo. Dialogus de oratoribus Gi nel 500 venne messa in dubbio la paternit di quest'opera. Il dubbio nasce da considerazioni stilistiche : ha uno stile ciceroniano-quintilianeo (classico, armonioso, regolare), troppo lontano dallo stile denso, nervoso, oscuro, spezzato che caratterizza le Historiae, gli Annales e le altre sue opere. Opera giovanile? (prima fase dell'evoluzione stilistica) .. alcuni elementi contraddicono questa ipotesi. Nell'Agricola, Tacito dichiara apertamente di essere rimasto in silenzio per 15 anni (coincidenti con il regno di Domiziano) e che quello il suo primo lavoro. Il dialogo dovrebbe essere stato composto tra il 102 e il 106, quindi non sarebbe un opera giovanile (stessi anni in cui lavora alle Historiae).

  • Il personaggio del Dialogus Curiazio Materno vuole abbandonare la professione di avvocato per dedicarsi alla letteratura (figura simile a quella di Tacito stesso). Ipotesi pi accreditata oggi : Il genere esige il suo stile, chi scrive generi diversi deve avere stili diversi (differenza simile a quella tra il Cicerone dei dialoghi e il suo epistolario privato, tra il Seneca del De Clementia e quello dell'Apokolokynthosis). Lo stile personale di tacito quello che usa nelle monografie e che affina poi nelle opere storiografiche, ma ci non gli impediva di scrivere un dialogo su modello ciceroniano. Il dialogo ambientato in et flavia (et di classicismo, ripresa dello stile neo-ciceroniano). Tacito legge il mondo sempre in prospettiva politica, e le idee espresse dal personaggio dell'opera sembrano proprio quelle di Tacito. Lunghi interventi di personaggi storici dell'et Flavia: Apro : avvocato famoso, difende gli orientamenti dell'eloquenza del suo tempo. Sostiene con un atteggiamento moderno che non si pu parlare di decadenza dell'oratoria, ma di evoluzione di un genere che si adegua alle circostanze. L'oratoria un prodotto umano, ed esprime gusti e tendenze del tempo.

    Messalla : comandante di una legione, un acceso ammiratore dell'eloquenza repubblicana. Analizza le cause dell'attuale crisi dell'oratoria, la sua tesi molto vicina a quella di Quintiliano, parla della decadenza in termini di corruzione. Sottolinea il carattere eccessivamente patetico e il gusto teatrale dello stile moderno, ricco di sentenze (Seneca il bersaglio polemico).Le cause della decadenza sono la pigrizia dei giovani, la negligenza dei genitori, l'ignoranza dei maestri e la dimenticanza dei costumi degli antichi.

    Giulio II (lacuna testuale) Curiazio Materno : "controfigura" di Tacito stesso, avvocato che ha deciso di ritirarsi a vita privata (giudica quel mestiere sporco di sangue) e dedicarsi alla poesia. Accetta l'Impero come una necessit indiscutibile, l'unico strumento indiscutibile per mantenere la pax. Non c'erano altre alternative storiche praticabili. Il principato restringe il campo dell'oratoria : la grande oratoria repubblicana era grande a causa delle condizioni politiche favorevoli (accesa lotta politica, guerre civili). La decadenza dell'oratoria si spiega con la trasformazione delle condizioni politiche, le lotte e gli scontri sono finiti. L'oratoria ha terreno pi fertile in un ambiente scontroso.

    De vita et moribus Iuli Agricolae Genere letterario? Il titolo farebbe pensare a una biografia (Giulio Agricola era il suocero di Tacito), ma il prologo e l'epilogo fanno pensare a una laudatio funebris (elogio retoricamente sostenuto del personaggio, gi defunto quando Tacito scrive).

  • Modello strutturante dell'encomio funebre nei confronti di un uomo grande e virtuoso, ma sono presenti contenuti di altri generi letterari. Tacito era lontano per motivi politici quando il suocero muore, non pot pronunciare un discorso. Scrive quest'opera come "Professio pietatis" (per esplicita professione di amore filiale che deve al suocero). Laudationes custodite con le Imagines (immagini degli avi). Diventa una vera e propria biografia elogiativa : proemio in forma di panegirico, nascita, carattere, educazione, abitudini, imprese. Si chiude con la celebrazione dell'estinto. Exitus virorum illustrium : "Morti degli uomini illustri", letteratura di matrice stoica anti-monarchica, anti-tirannica (censura), si sviluppa nella prima et imperiale. Esempi di vita, suicidi illustri, ... Letteratura che possiede una serie di TOPOI (imperturbabilit nel momento della morte, contegno sprezzante nei confronti del tiranno, ultime parole famose ...). Ma Tacito prende le distanze da questi suicidi illustri ... Tono oratorio, molto sostenuto all'inizio e alla fine dell'operetta (vicini a un modello stilistico ciceroniano). Nell'Agricola presente un lungo excursus geo-etnografico sui popoli della Britannia. Offre notizie storiche sulla progressiva conquista della parte meridionale della Britannia da parte dei romani e analiticamente racconta le imprese militari di Agricola in Britannia che culminano con la Battaglia del Monte Graupio (localit non geograficamente individuata). Discorso fittizio di Agricola e Calgaco, capo dei Caledoni (Scozzesi), ai propri soldati (tipico dell'Opus Oratorium Maxime). Calgaco parlando dice riferito ai domani : "Dove fanno il deserto la chiamano pace". Nella parte finale si parla della misteriosa morte di Agricola (invidia di Domiziano, possibilit che la morte sia avvenuta a seguito di un avvelenamento). TESI FONDAMENTALE (politica) dell'opera : Tacito mette spesso in luce come si possa essere buoni cittadini (servire lo Stato con fedelt, onest e competenza) anche sotto cattivi Principi. Fa del "modus" il principio fondamentale della sua esistenza (nessuna inutile ostentazione, spavalderia, ...). Agricola seppe addirittura morire silenziosamente senza aspirare a una morte ambiziosa. Anche sotto Domiziano si pu percorrere la via intermedia tra un "Deforme Obsequium" (brutto servilismo) e una "Inanis iactatio libertatis" (inutile ostentazione di indipendenza). Discorso apologetico di Tacito : celebrazione di Agricola ma al contempo difende la propria condotta politica. All'inizio Agricola gode dell'appoggio di Domiziano (lo manda in Britannia).

  • Tacito sta percorrendo il suo cursus honorum, durante gli anni della tirannide di Domiziano arriva a importanti incarichi politici. Alla morte di Domiziano, nel nuovo clima instaurato da Nerva e Traiano, la carriera di collaborazionismo gli venne rimproverata. Celebrando il giusto mezzo tra servilismo e spavalderia, difendendo Agricola, Tacito difende anche se stesso e la sua carriera. Dimostra che gesti aperti di ribellione nel regime di Domiziano sarebbero stati inutili e sterili. Capitolo II dell'opera. A partire dagli ultimi anni del regno di Tiberio (e a maggior ragione sotto Nerone) si moltiplicarono i racconti sugli Exitus Virorum Illustrium, racconti biografico - celebrativi (non ci sono giunti), anti-tirannici. Aruleno Rustico ha celebrato la morte di Trasea Peto (opposizione anti-neroniana) e gli costato la condanna a morte sotto Domiziano, costretto a togliersi la vita. Condanne a morte per chi celebrava il "martirio" di alcuni oppositori politici del regime. Rogo di libri "depravati" nella zona del foro o dei comizi (lezione pubblica). Come gli uomini dell'ultima et repubblicana hanno conosciuto il limite estremo della libert, cos sotto Domiziano si conosciuto il limite estremo della servit (se avessero potuto avrebbero soffocato la memoria). Ora finalmente si pu tornare a respirare. Il "fiato che torna" per non sono i maggiori diritti politici, ma una maggiore libert di parola e una collaborazione con lo Stato.

    Tema del barbaro nella letteratura latina (e greca). V secolo a.C. --> atteggiamento duplice e ambivalente, ereditato poi dai romani :

    Profonda curiositas nei confronti di usi e costumi ritenuti diversi e devianti rispetto alla norma rappresentata dai greci stessi. Curiosit antropologica ed etnografica.

    Opposizione tra Greci e Barbari (Persiani) : contrasto tra la libert dei greci e la schiavit dei barbari. Rivendicazione della propria superiorit.

    Per Romani : Occidente (civilizzato dallo IUS) vs mondo barbarico (popoli barbari del nord). Missione di esportare la propria civilt anche a costo si asservire altri popoli. Tanto pi un popolo lontano e sconosciuto (lontano dalla "normalit"), tanto pi gli viene attribuita ferinit, un carattere divergente o forte idealizzazione (stato di natura : popoli incorrotti dalla civilt). Agricola : guida le legioni romane in Britannia (Caledonia). Calgaco, capo dei Caledoni : suasoria (discorso fittizio) costruita da Tacito, psicologia artificiale, finestra aperta sull'imperialismo romano.

  • Imperialismo [fenomeno caratteristico dell'ottocento] romano : dopo le guerre puniche (Cartagine) Roma ha una supremazia sul bacino del Mediterraneo. In rapida successione cadono in mano romana tutti i regni ellenistici (Corinto, Numanzia, .. vengono rase al suolo. Capitali importanti). L'ultimo regno ellenistico che cade l'Egitto (31 a.C). Alcuni preferiscono parlare di Romanizzazione : non fa mai riferimento a un concetto assolutistico. Roma non avrebbe mai potuto mantenere sottomesse cos a lungo tutte le popolazioni vinte se non creando un enorme massa di malcontento che avrebbe rovesciato la sua stessa supremazia. I Romani (anche grazie al loro pragmatismo) riuscirono in un'impresa eccezionale : omogeneizzare i popoli vinti, associarli alle funzioni di governo, cancellare ogni senso di appartenenza etnica o geografica (anche assunzione della lingua del conquistatore). Estensione del diritto di cittadinanza. Queste misure garantirono a durata dell'Impero Romano e lasci un'impronta nel mondo fino ai giorni nostri (processo capillare). Discorso di Calgaco [testo italiano pag. 235]

    Suasoria in cui il capo barbaro deve motivare i suoi soldati allo scontro armato. Lo fa elencando i mali della schiavit e additando le ragioni della debolezza dei britanni (frammentazione). "Ubi solitudinem faciunt pacem appellant" Posizione di Tacito : la missione dell'Impero Romano quella di civilizzare le popolazioni barbare, anche asservendole. E' convinto che le popolazioni sottomesse obbediscano al potere centrale di Roma non per paura, ma per convenienza, per i vantaggi che la buona amministrazione romana porta presso questi popoli. I Britanni sono un popolo destinato allo sfruttamento, alla corruzione imperante in quel periodo nell'Impero Romano. La battaglia del monte Graupio imminente.

    "Tutte le volte che considero le cause della guerra e la nostra situazione di estrema difficolt, ho grande fiducia che la giornata odierna e la vostra concordia saranno l'inizio della libert per tutta la Britannia. Infatti siete venuti qui tutti quanti insieme e siete ignari (inesperti) della schiavit, e non ci sono terre alle nostre spalle e neppure il mare sicuro finch ci minaccia la flotta romana. Cos il combattimento armato* che motivo di gloria (onesto) per i valorosi, questo la difesa pi sicura anche per gli inetti (imbelli). Le precedenti battaglie nelle quali si combattuto contro i romani con sorte alterna avevano una speranza di aiuto* nelle nostre mani, poich (noi), (che siamo) i pi nobili di tutta la Britannia e perci (siamo) situati nelle zone pi remote, e che non scorgiamo nessuna costa di popoli asserviti, noi avevamo anche gli occhi immuni dal contatto con la schiavit.

  • Proprio il nostro isolamento e l'oscurit della nostra fama fino ad oggi hanno difeso noi, che siamo gli estremi (il limite ultimo) della terra e della libert : ora il confine della Britannia aperto e tutto ci che sconosciuto [ai romani] considerato meraviglioso; ma non c' nessun altro popolo alle nostre spalle, (non c') nulla se non flutti e scogli, e ancora pi ostili i romani, la cui prepotenza invano si eviterebbe (tu eviteresti) attraverso l'obbedienza e la sottomissione. [I Romani] predatori del mondo, dopo che a loro che tutto devastano sono venute meno le terre, frugano il mare: se il nemico ricco, sono avidi, se povero sono ambiziosi (desiderosi di potere), (loro) tali che n l'Oriente n l'Occidente potrebbero saziare: soli tra tutti desiderano con uguale intensit (pari avidit) le ricchezze e la povert. Rubare, massacrare, rapinare lo chiamano con falsi nomi "Impero", e dove fanno il deserto lo chiamano "pace". *endiadi. Idea che pi i popoli sono lontani pi sono valorosi. vox media. Ai Romani non interessa se il nemico ricco o povero.

    [leggere i primi capitoli in italiano, testo di Calgaco in latino]

    Germania (De Origine et situ Germanorum) Le popolazioni germaniche tengono i capelli lunghi (particolari acconciature, codino a lato della testa) e si abbelliscono "per l'occhio del nemico", per andare in battaglia e incutere pi timore al nemico. Scritta dopo il 98 d.C. (dopo l'Agricola), una monografia etnografica (unica monografia su un popolo straniero pervenutaci : Seneca aveva scritto una monografia etnografica sull'Egitto ma andata perduta. Cesare fornisce degli excursus geo-etnografici su Galli e Britanni). Composta da 46 agili capitoli. [Questa breve monografia parla degli antenati dei tedeschi : negli anni del nazismo fu sollecitata a dare risposte sul popolo germanico, risposte che spesso non avevano carattere etnologico o scientifico, ma ideologico-politico. Sui passi della Germania si basano alcuni dei miti dell'ideologia nazista (concetto di Fuhrer). Dopo la Seconda guerra mondiale sulla Germania di Tacito cade l'interdizione del silenzio (scuole, universit), libro maledetto.] Tacito ha gi percorso il Cursus Honorum. Nel 97 Traiano era a combattere contro i Germani (frontiere nord est) e torna a Roma nel 99 (nel 98 era stato nominato Imperatore).

  • Motivazione? I. C'era bisogno di notizie sul luogo dove combatteva l'imperatore da parte del

    pubblico colto, dell'ambiente di corte e dell'esercito. II. Alcuni studiosi hanno anche pensato che la Germania potesse essere stata

    progettata come excursus (come quello sugli ebrei) per le Historiae che scriver di l a poco. Poi questo excursus ha assunto valore e dimensioni di un'opera a s stante.

    III. Altri pensano a motivazioni di carattere esclusivamente politico : portare Traiano a risolvere una volta per tutte la minaccia germanica.

    IV. Motivo di ordine morale. Se si occupano di storia (o di etnografia) i romani hanno sempre un taglio di tipo morale. Secondo alcuni studiosi bisogna privilegiare l'aspetto etico (specchio dei tempi e dei costumi), come se Tacito ci dicesse che i Germani sono barbari, dediti all'ubriachezza e all'ozio, ma incorrotti e puri, forti, non conoscono adulterio o spettacoli violenti (tema dello stato di natura come stato di innocenza). I romani invece sono preda della corruzione dei loro antichi mores, monito alla decadenza. I germani rispetto ai romani sono caratterizzati da una grande pulizia morale (spinta idealizzante). Molti dei capitoli si chiudono con una sententia finale.

    La simpatia per questi popoli per non fa dimenticare a Tacito la loro pericolosit, anzi, spesso la voce di Tacito si fa spietata e feroce. [Ricordando il massacro dei Brutteri : "Caddero per il divertimento del nostro sguardo"]. Sovradeterminazione : non c' stata un'unica motivazione a spingere Tacito a scrivere la Germania. Fonti? Bella Germaniae di Plinio il Vecchio (Tacito non era mai stato in Germania).

    Mercanti che percorrevano la Via dell'Ambra e frequentavano le frontiere.

    Eserciti che tornavano a Roma, reduci di guerra. [notizie valide e fondate.] --> Questo materiale documentario viene ingabbiato nelle strutture e nelle convenzioni della letteratura etnografica greco-latina (luoghi comuni, ...): Determinismo ambientale. Teorie secondo cui le condizioni ambientali determinano la forma fisica dell'uomo, le sue forme mentali e le sue istituzioni. Eccellenza dello stato di natura e conseguente tendenza all'idealizzazione dei popoli barbari, vistosissima nella Germania. Problema dell'origine. Lo scrittore etnografico doveva chiedersi se i popoli in un certo luogo sono indigenae (autoctoni), advecti (ci sono arrivati, sono emigrati), mixti (risultato di una fusione). Ai romani della purezza razziale non importava (i romani si vantavano di discendere da un capostipite straniero ed erano un popolo multietnico).

  • Tacito afferma che i Germani sono simili solo a se stessi, la razza ariana una razza pura. Constata un fatto neutro ai suoi occhi.

    I dati archeologici vanno confermando le affermazioni di Tacito (conformazione del territorio, distribuzione delle diverse popolazioni, struttura della societ, aspetto degli individui...). Impianto retorico dell'opera. Molti hanno rimproverato a Tacito l'esagerata enfasi retorica. Per i romani per l'etnografia non un trattato scientifico (nonostante le informazioni siano attendibili), ma le informazioni vengono offerte al lettore attraverso un'opera di letteratura (artificio retorico presente in maniera massiccia - es. sententiae a fine capitolo). ["Roma ha delle buone leggi ma dei cattivi costumi".] Tacito ama le variationes (es. elenco di termini omogenei con l'ultimo eterogeneo). Stile incentrato sulla ricerca dell'effetto. Tacito presta attenzione al determinismo climatico. In un trattato greco si ipotizzava che la barbarie fosse il risultato di alcune condizioni ambientali (forniva prove scientifiche alla superiorit dell'uomo greco rispetto ai barbari d'oriente). Per i romani l'opposizione era tra il mondo mediterraneo (civili) e popoli del nord (incivili). Opera bipartita : Prima parte : usi e costumi dei Germani.

    Seconda parte : passa in rassegna le varie trib (dalle pi vicine alle pi lontane, le cui notizie sono quasi leggendarie).

    Capitolo IV Tratta della purezza della razza della Germania per il fatto che nessuno si avventurerebbe in quella terra selvaggia (no contaminazioni), attesta l'omogeneit dei tratti fisici. Collega cultura e territorio per affermare la differenza tra i popoli del mediterraneo e quelli del nord (determinismo climatico). Per parte mia, accolgo le opinioni di coloro che ritengono che i popoli della Germania, non contaminati da nessun altro contatto (lett. plurale) con altre nazioni, siano rimasti una stirpe a s stante e pura e simile soltanto a s stessa. Da qui anche l'aspetto dei corpi per quanto ( possibile) in un numero cos elevato di uomini lo stesso per tutti quanti : occhi truci e azzurri, chiome rossastre (o bionde; non esisteva il termine per indicare il colore biondo), corporature robuste ma valide soltanto per l'attacco. (Essi non hanno) la stessa capacit di

  • sopportazione della fatica del lavoro (endiadi) , non sono affatto abituati a sopportare la sete e il caldo, mentre sono abituati (a sopportare) il freddo (lett. plurale) e la fame per la natura del clima e per la natura del territorio. Capitolo fortemente strumentalizzabile. "Tamquam in tanto hominum numero" .. hanno un fenotipo molto simile. In epoca nazista "tamquam" ("per quanto possibile") viene sostituito da "quamquam" (che ha valore concessivo : "nonostante siano tanti" sono puri). Ai Romani della purezza razziale non interessava nulla (vantavano origini straniere).

    Opere principali di Tacito : Historiae e Annales, molto lunghe ed entrambe pesantemente mutile. Annales : tradizionalmente raccontavano la storia di Roma anno per anno ab urbe condita.

    Historiae : raccontavano un periodo cronologicamente delimitato. Tacito utilizza questi due termini come sinonimi. Sono opere storiografiche (Opus oratorium maxime): Sono soprattutto opere di eloquenza e oratoria. Ha intenti morali e moralistici molto lontani dalla nostra concezione scientifica della storiografia attuale (ha lo scopo di "insegnare la virt e stornare dal vizio").

    Ci nonostante, sia nelle Historiae che negli Annales Tacito ribadisce la volont di raggiungere un'obiettivit storica, di voler scrivere - come dice nelle Historiae - "neque amore [...] et sine odio" ("senza adulazione e senza odio di parte"), di voler narrare la storia di Roma - come dice negli Annales - "Sine ira et studio" ("senza collera e senza simpatia"). Ricorre ad alcune forme documentarie (novit!) come gli Acta Senatus (verbali redatti dopo le sedute) o a delle testimonianze (fonti attendibili : Plinio per l'eruzione del Vesuvio). Tacito vede la storia come il teatro in cui si scatenano le forze del bene e del male, ed difficile rappresentare questo conflitto con un distacco scientifico! Lui anche un moralista del mondo antico : la sua anima piena delle virt che hanno fatto grande Roma nei secoli, e ora assiste alla scomparsa dei mores e dei viri che hanno fatto la storia di Roma. Vede il principato come un'amara necessit storica, un "monarchico per disperazione". Historiae

  • Raccontano dall'anno dell'anarchia militare alla morte di Domiziano. Tacito annuncia che racconter l'impero di Nerva e Traiano in una successiva opera storiografica ma non mantiene la promessa. Scrive invece gli Annales che non proseguono la narrazione cronologicamente (raccontano dalla morte di Augusto a quella di Nerone, saldandosi alle Historiae). Per Tacito le tre migliori forme di governo conosciute sono la democrazia, l'aristocrazia e la monarchia (che possono degenerare in oclocrazia, oligarchia e tirannide). Roma repubblicana compendiava in s tutti gli aspetti (sintesi delle tre migliori forme). Il governo ideale per avrebbe vita breve. L'Impero perci e un'amara necessit : la libertas repubblicana il prezzo che i romani hanno dovuto pagare per uscire dalle guerre civili. "Omnem potestatem ad unum conferri pacis interfuit" ("che tutto il potere fosse conferito a una sola persona fu nell'interesse della pace"). Storiografia a tinte forti, drammatica. vede la storia come un campo in cui bene e male si combattono, e spesso il male il vincitore. Primo, secondo e terzo capitolo Nel PRIMO CAPITOLO Tacito si stacca dall'impostazione tradizionale (che imponeva una breve trattazione della storia di Roma ab urbe condita), ma parte dal 69 d.C., l'anno drammatico del succedersi violento di quattro imperatori e dell'inizio di un'anarchia militare. Tacito percepisce il principato come una necessit, ma si presenta il problema della successione. La soluzione migliore quella dell'Optimus Princeps (principio adottivo). Il proposito di Tacito quello di raccontare in una futura opera il principato di Nerva e Traiano, ma non lo manterr. Dichiarazione di imparzialit (senza simpatia/antipatia eccessiva, ...). T. pi volte lamenta la mancanza di liber di parola durante il principato. E' finito il tempo del negotium dell'et repubblicana (Modus : via intermedia tra adulazione e inutile ostentazione della libert). Condanna atteggiamenti estremisti. Principato come amara necessit. Dichiarazione di obiettivit. Quadro drammatico di un'epoca "crudele persino nel momento della pace", nella quale la lotta per il potere ha lasciato dietro di s una lunga scia di sangue (guerre, rivolte, catastrofi ... ) in una societ in cui trionfano sospetto, tradimento e terrore.

  • Il TERZO CAPITOLO ribalta la visione tradizionale di Roma (visione provvidenziale). Nella sententia finale Tacito afferma che gli dei hanno voluto castigare Roma. Scelta di un valido successore per il principato quando si era ancora in vita. Galba aveva gi cercato di mettere in atto il principio dell'adozione nel 69, indicando come suo successore uno dei suoi consiglieri. Questo fatto aveva scatenato la reazione violenta di Otone che aveva preso violentemente il potere attraverso un colpo di stato e aveva eliminato Galba e il suo successore designato. Nel primo libro delle Historiae T. mette in bocca a Galba un discorso fittizio che il suo pensiero sul principato : espone l'opinione positiva sul principato adottivo (che Tacito sta sperimentando mentre scrive le Historiae). Galba dice che se l'impero si potesse reggere senza il potere di un solo uomo, sarebbe giusto che dopo di lui rinasca la repubblica, ma il periodo attuale rende necessario che il principe scelga il suo successore (scelta NON attraverso criteri dinastici, ma bisogna scegliere il pi degno). "I romani non sopportano la piena schiavit come la piena libert." Discorso di Galba a Pisone Capitolo 15 delle Historiae [immagine con testo tradotto]. Principato come necessit .. come avere i principi migliori? Tacito da un lato animato da un cupo pessimismo, dall'altro non rinuncia a proporre dei modelli positivi (come Agricola - funzionario esemplare dell'Impero - o celebrazione di valori autentici). Si affaccia la figura di Galba (uno dei quattro imperatori del 69 d.C.) : in questo discorso offre un possibile modello di principato. Galba era stato acclamato imperatore dalle sue truppe mentre era in Spagna, era caro anche alla nobilitas (conservatore). Galba mostra prudenza e designa Pisone (un aristocratico) come proprio successore (primo tentativo di introduzione del principio adottivo come principio di scelta dell'optimus princeps, che verr recuperato successivamente da Nerva). Discorso fittizio retoricamente costruito da Tacito (la storiografia opus oratorium maxime). Exordium - Narratio - Conclusione. Dietro alle parole di Galba si nascondono le opinioni politiche di Tacito stesso in merito alla successione al principato, che fino a quel momento si era trasmesso per via ereditaria, portando al potere principi tiranni e depravati. Nell'exordium Galba rileva l'onore che gli capitato (essere imperatore di Roma), poi illustra i motivi della scelta di Pisone. Nella conclusione esalta i vantaggi del principi adottivi. La dimensione dell'Impero e i tempi impongono il principato come forma di governo. Il criterio dinastico prescindeva dalla valutazione del merito effettivo del successore.

  • Annales Tacito aveva promesso la storia dell'et contemporanea, ma invece di studiare gli eventi di Nerva e Traiano decide di scrivere la storia dell'Impero a ritroso arrivando alla morte di Augusto (l'opera inizia con i suoi funerali) e di narrare le vicende della dinastia Giulio-Claudia fino alla morte di Nerone. Tacito sviluppa e approfondisce la ricerca delle cause della crisi della macchina imperiale romana.

    Primo capitolo

    [immagine con testo tradotto] Tacito affianca la sua riflessione sul principato a quella sulla propria attivit di storico (impossibilit di disgiungere le due questioni). L'opera parte con una brevissima sintesi della storia di Roma ab urbe condita, che si conclude con Augusto che ha ridotto sotto il suo dominio uno stato stanco e disfatto dalle guerre civili (al principato non esistono alternative percorribili). Quando Roma cessa di essere una repubblica, la storiografia, cos fiorente in et repubblicana, perde ogni obiettivit (timore o piaggeria). Dichiara di voler raccontare i fatti "sine ira et studio" (senza avversione n simpatia), tuttavia il moralismo di Tacito e la sua propensione a una drammatizzazione degli eventi non ci consente di affermare che questa promessa sia stata mantenuta. La monarchia finisce a Roma nel 509 a.C., anno in cui Bruto instaura la repubblica (libert e consolato). Riferimento a Cinna e Silla (Mario, guerre civili dell'inizio del I secolo a.C.), al Primo Triumvirato, al Secondo Triumvirato, al principato di Augusto. Tentativo di Tacito di raccontare una storia "selettiva" di Roma (fissa alcuni momenti, snodi critici della sua storia). L'accento va a battere sulle guerre civili, sulla crisi, su situazioni di formale o sostanziale violazione della libertas repubblicana (i triumvirati erano accordi privati tra privati cittadini, non una carica). Il prezzo per la conclusione delle guerre civili stata l'instaurazione del principato. Storiografia fortemente drammatica (Tacito oltre che uno storico un grandissimo scrittore).

    Suicidio di Seneca [immagine con testo tradotto] Si pu essere buoni cittadini anche sotto pessimi principi. Prende le distanze dai plateali suicidi stoici. Appartiene al XV libro degli Annales, in cui sono presenti molte morti. Tacito si scusa con i lettori per la lunghezza dell'elenco dei nomi dei morti (XVI libro).

  • Il suicidio di Seneca il pi famoso, ma Tacito racconta anche quello di Trasea Peto (simbolo della virtus repubblicana) e di Petronio (arbiter elegantiae - il suo suicidio parodia dei suicidi stoici, unico momento quasi lieve della narrazione). Nerone aveva gi cercato di avvelenare Seneca. A seguito della congiura dei Pisoni Nerone lo condanna, anche se non si sa se fosse realmente coinvolto (si era gi ritirato a vita privata).

    Tacito modella il racconto della morte di Seneca sugli "exitus virorum illustrium" (morti di uomini celebri, carattere encomiastico). Di questi uomini venivano raccolte le "ultime parole famose" (passate poi anche alla cultura cristiana).

    Un altro modello a cui guarda il racconto della morte di Socrate preso dal Fedone di Platone. Socrate si circonda di amici, discute con loro di argomenti filosofici. Mentre nel racconto di Platone leggiamo che le donne vengono allontanate, nel racconto di Tacito la presenza femminile importante : la moglie di Seneca, Paolina, vorrebbe morire con il marito, e d anch'essa prova di grande coraggio. In extremis Paolina si salva. Inoltre Seneca appare descritto sotto una luce pi umana : in alcune osservazioni di Tacito emergono anche tratti di debolezza che non c'erano nel racconto platonico. Infine l'atteggiamento di Tacito nei confronti delle morti illustri di rifiuto, prende le distanze dai suicidi libertari, ma quello di Seneca un suicidio coatto! Atteggiamento leggermente polemico (non riporta di Seneca le ultime parole famose - "Sono gi sufficientemente note").

    Seneca non sembrava preoccuparsi delle accuse di coinvolgimento nella congiura, e dunque Nerone decide di fargli arrivare con chiarezza l'ordine di suicidio. Per fare arrivare quest'ordine si serve di Gavio Silvano, un alto ufficiale del pretorio, che era stato prima coinvolto nella congiura dei Pisoni, poi aveva tradito. Silvano piuttosto titubante, chiede consiglio a un altro ex congiurato. Sar un anonimo centurione poi che porter a Seneca la notizia della "Ultimam necessitatem". Chi aveva fatto la congiura voleva porre fine alle stragi di Nerone, ma Silvano in questo modo le rende ancora pi numerose. Silvano un vigliacco, non ha il coraggio di eseguire l'ordine. [Alla fine anche lui si suicider] Nel discorso indiretto riportato da Tacito c' tutto il pensiero di Seneca (imago vitae, firmitudo, ratio, viirtutem). Per la mentalit di Roma antica, morire con il marito o subito dopo costituiva il modello pi alto di vedovanza femminile (anche la moglie di Bruto si era suicidata ingerendo carboni ardenti). Il veleno a cui Tacito fa riferimento la cicuta (riferimento a Socrate scoperto).

  • Il suicidio a Roma Alle origini della storia di Roma il suicidio era una pratica accettata nel tessuto sociale. Non era un delitto se a farlo era un uomo libero e non uno schiavo.

    Il cittadino concepiva se stesso solo come una parte dello stato, e il suicidio veniva ammesso come devozione alla patria --> consacrazione (devotio, oblatio) del proprio corpo agli dei dell'oltretomba affinch fossero propizi a Roma per una guerra, ecc ...

    In seguito il suicidio diventa sempre meno un atto pubblico, diventa un scelta individuale legata alla volont di non vivere pi un'esistenza ritenuta inaccettabile --> suicidio stoico. Il saggio non solo aveva il diritto, ma il dovere di togliersi la vita nel momento in cui la lotta per la virtus fosse divenuta sterile. Atto nobile e virtuoso. Morte teatralizzata, che va letta anche come un gesto estremo di indipendenza. Sia Petronio che Seneca sono i signori della propria vita. Suicidio di Catone l'Uticense : la sua fine corrisponde al modello ideale dello stoicismo (muore leggendo Platone).

    Il suicidio poteva anche essere l'unico modo di non subire lo scempio del cadavere e garantire il passaggio dei beni ai propri figli in caso di accusa di lesa maest. Chi si dava la morte per suicidio coatto invece aveva diritto alla sepoltura e al rispetto delle volont testamentari.