OMNIBUS 08 - acsilivorno.it · della differenza abissale tra stipendi e indennità tra i ruo- ......

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di Fabio Figara Roberto Benigni l’ha definita “La più bella del mon- do”, eppure molti vorrebbero modificarla, ridimensio- nando principi fondamentali che, dal secondo dopo- guerra, hanno permesso di impostare il nostro ordina- mento politico e amministrativo. E di dare voce ai di- ritti del nostro popolo. E la base fondante della nostra società e di questi diritti la troviamo nel primo articolo: il lavoro. Ma oggi proprio questo diritto è minacciato a causa di crisi economica, di speculazioni e di interessi di classi privilegiate a discapito della maggioranza della popolazione. E così troviamo nelle strade giovani precari (sia nel settore pubblico che privato), personale mal pagato, con poche tutele o addirittura “al nero”, a cui vanno aggiunti cassaintegrati e “esodati”; e poi troviamo artigiani e piccoli commercianti, subissati da tasse e imposte, che sempre più spesso si trovano costretti a chiudere o a ridimensionare la propria attività. È un’Italia sofferente, fatta di persone che arrancano, ma che continuano a combattere, per ritrovare la propria dignità e il proprio ruolo. A tutto questo vanno aggiunti sprechi, cattiva amministrazione ed eva- sione fiscale, che vanno a ingrossare il nostro debito pubblico. E i nostri talenti migliori restano senza possibilità di esprimere le proprie poten- zialità o fuggono all’Estero. A tal proposito abbiamo chiesto di fare un punto della situazione a Mar- cello Mastrocola, segretario provinciale della CISL nel settore “Funzione Pubblica”, Comparto Ministeri e Agenzie Fiscali, un passato nel Ministero della Salute Pubblica e Dirigente Provinciale Organizzato- re del nostro Ente. Continua a pag. 2 Prima pagina *** Visita il nostro sito www.livorno.acsi.it *** OMNIBUS Rivista dell’ A.C.S.I. provinciale di Livorno - Trimestrale ISSN 2037-1276 (online) ISSN 2035-9527 (stampato) Iscrizione n° 09 dell’11 luglio 2011 presso il Tribunale di Livorno Direttore responsabile: Fabio Figara Sede e redazione a Livorno, in Via dei Pelaghi 150\152 Telefono: 0586 85 99 32 Cel: 347 768 77 77 [email protected] - [email protected] - [email protected] Sito www.livorno.acsi.it 08 Luglio 2013 Anno III acsilivorno © stillkost - Fotolia.com Storia e Letteratura: Giovanni Boccaccio 03 Attività istituzionale: Anita e Caterina 06 Amico cavallo, questo (s)conosciuto 07 Le attività convenzionate 10 Psicologia: i bambini e lo sport 11 Viaggi: alla scoperta della Birmania 14 I tornei di calcetto ACSI 16 In evidenza Fondata sul lavoro Il primo articolo della nostra Costituzione sancisce l’importanza e la dignità del lavoro. Ma è ancora così?

Transcript of OMNIBUS 08 - acsilivorno.it · della differenza abissale tra stipendi e indennità tra i ruo- ......

di Fabio Figara

Roberto Benigni l’ha definita “La più bella del mon-

do”, eppure molti vorrebbero modificarla, ridimensio-

nando principi fondamentali che, dal secondo dopo-

guerra, hanno permesso di impostare il nostro ordina-

mento politico e amministrativo. E di dare voce ai di-

ritti del nostro popolo. E la base fondante della nostra

società e di questi diritti la troviamo nel primo articolo:

il lavoro. Ma oggi proprio questo diritto è minacciato a

causa di crisi economica, di speculazioni e di interessi

di classi privilegiate a discapito della maggioranza

della popolazione. E così troviamo nelle strade giovani

precari (sia nel settore pubblico che privato), personale

mal pagato, con poche tutele o addirittura “al nero”, a

cui vanno aggiunti cassaintegrati e “esodati”; e poi

troviamo artigiani e piccoli commercianti, subissati da

tasse e imposte, che sempre più spesso si trovano costretti a chiudere o a

ridimensionare la propria attività. È un’Italia sofferente, fatta di persone

che arrancano, ma che continuano a combattere, per ritrovare la propria

dignità e il proprio ruolo.

A tutto questo vanno aggiunti sprechi, cattiva amministrazione ed eva-

sione fiscale, che vanno a ingrossare il nostro debito pubblico. E i nostri

talenti migliori restano senza possibilità di esprimere le proprie poten-

zialità o fuggono all’Estero.

A tal proposito abbiamo chiesto di fare un punto della situazione a Mar-

cello Mastrocola, segretario provinciale della CISL nel settore

“Funzione Pubblica”, Comparto Ministeri e Agenzie Fiscali, un passato

nel Ministero della Salute Pubblica e Dirigente Provinciale Organizzato-

re del nostro Ente.

Continua a pag. 2

Prima pagina

*** Visita il nostro sito www.livorno.acsi.it ***

OMNIBUS Rivista dell’ A.C.S.I. provinciale di Livorno - Trimestrale

ISSN 2037-1276 (online) ISSN 2035-9527 (stampato)

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Direttore responsabile: Fabio Figara

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Sito www.livorno.acsi.it

08

Luglio 2013

Anno III

acsilivorno

© stillkost - Fotolia.com

Storia e Letteratura: Giovanni Boccaccio 03

Attività istituzionale: Anita e Caterina 06

Amico cavallo, questo (s)conosciuto 07

Le attività convenzionate 10

Psicologia: i bambini e lo sport 11

Viaggi: alla scoperta della Birmania 14

I tornei di calcetto ACSI 16

In evidenza

Fondata sul lavoro Il primo articolo della nostra Costituzione sancisce

l’importanza e la dignità del lavoro. Ma è ancora così?

Pagina 2 OMNIBUS

lavoro e crescita economi-

ca, se ben gestite e poste

sotto i dovuti controlli,

avrebbero potuto traghet-

tare il Paese verso una

nuova fase economica. Ma

i controlli si fanno con

ispettori e personale di

ruolo - dice sorridendo - e

non con pochi dipendenti

o con altri precari.»

Alla mancanza di control-

lo statale, vanno aggiunti

i problemi dell’Impresa

italiana…

«L’imprenditoria italiana

non investe abbastanza

nella ricerca e sposta sem-

pre più capitali e sedi ope-

rative all’estero, evitando

così pressione fiscale, bu-

rocrazia e incertezza

dell’applicazione del dirit-

to in tempi brevi, fattori che

distruggono la nostra tradi-

zione manifatturiera e allon-

tano investitori stranieri.»

In questa situazione il ruolo

del Sindacato può essere

ancora determinante?

«Oggi i Sindacati dovrebbero

essere anzitutto “liberi”, non

dovrebbero cioè mescolarsi

con i partiti. E invece oggi

vediamo molte scelte “di

movimento”: ma quando si

ha sulle spalle la responsabi-

lità di parlare a nome di lavo-

ratori in difficoltà, di disoc-

cupati, di pensionati e di nu-

Marcello, oggi la situazione

è difficile in tutti i settori…

«Oggi crisi economica e la-

vorativa interessano sia il

settore pubblico che privato,

e le motivazioni, spesso, so-

no simili. La differenza sta

nel fatto che, per ragioni

“culturali” e anche di un cer-

to tipo di diffusione mass

mediatica, si è sempre deni-

grata la figura del dipendente

della Pubblica Amministra-

zione, senza però considerare

che il 50% dell’economia

italiana gravita intorno ad

essa, nonostante la privatiz-

zazione in atto di molti uffi-

ci. Ma l’ “Azienda Italia”

funziona anche per merito

loro.»

Quindi settore Pubblico e

Privato, se in equilibrio,

riescono a creare i legami

giusti per formare l’Econo-

mia del Paese.

«Se guardiamo alla Pubblica

Amministrazione, sprechi e

spending review sono

senz’altro da attribuirsi alla

dirigenza, non solo periferi-

ca. Non si può certo control-

lare “dall’alto” ogni singolo

ufficio, ma spesso molti diri-

genti sono sopravvalutati.

Poi ci vorrebbero maggiore

trasparenza e la diminuzione

della differenza abissale tra

stipendi e indennità tra i ruo-

li.»

Sono problemi che risaltano

anche nel settore Privato,

soprattutto quando si tocca-

no aziende di una certa rile-

vanza, creando una discre-

panza che nuoce alla mag-

gior parte dei lavoratori. E a

questo vanno aggiunti di-

soccupazione e precariato.

«Purtroppo in Italia abbiamo

una serie di normative giuste

solo nella teoria, ma che non

hanno sviluppo positivo nella

pratica. Buona flessibilità del

merose famiglie monoreddi-

to, non è pensabile fare

“lotte politiche”, ma bisogna

concentrarsi sulla tutela di

queste persone.»

Ma l’Italia può ancora rial-

zare la testa...

«Lotta agli sprechi, alla cor-

ruzione e alla criminalità

organizzata, investimenti in

ricerca e infrastrutture, e

riforma dei processi, per

riportare gli investimenti nel

nostro Paese, e creare occu-

pazione: un governo

“buono” è quello che riesce

a creare posti di lavoro.»

Due parole sull’associazio-

nismo e sull’ACSI.

«Sono veramente felice di

aver preso parte alle iniziati-

ve di questo Ente. Conosco

il nostro poliedrico e dina-

mico presidente Sergio or-

mai da anni, ma solo recen-

temente, e proprio grazie

all’ACSI, ho potuto scoprire

il ruolo importante che rico-

pre il Terzo settore nel no-

stro Paese, che mi ha spinto

a progettare di aprire a mia

volta, in un prossimo futuro,

un’associazione sportiva

dilettantistica di stampo cul-

turale. In Italia abbiamo una

ricchezza di talenti enorme,

ma che non può esprimersi

come si deve se non tramite

lo sport e la cultura. E queste

meravigliose potenzialità

contribuiranno a farci rina-

scere.»

Il Presidente comunica

Aumento dell’imposta di bollo Con Legge n° 71 del 24 giugno 2013 sono stati fissati i nuovi

importi relativi all’imposta di bollo che, a partire dal 26 giu-

gno 2013, quella da € 1,81 passa ad € 2,00 e quella da €

14,62 passa ad € 16,00.

Sergio Di Ninno

Nella foto in alto, Marcello Mastrocola (a sinistra) con il presidente ACSI provinciale Sergio Di Ninno

Pagina 3 OMNIBUS

Giovanni Boccaccio

partenopea Boccaccio viene

a contatto con i dotti della

Corte di re Roberto d’Angiò

e nasce in lui prepotente la

vocazione poetica ispirata

dall’amore per Maria d’A-

quino che soprannominò

Fiammetta. Forse figlia ille-

gittima del re Roberto, questa

donna riamò Giovanni ma

anche lo dimenticò, procu-

randogli grandi gioie ma

anche forti dispiaceri. Fu per

lei che Boccaccio scrisse

quello che è il primo roman-

zo in prosa della nostra lette-

ratura: “Filocolo” che, con

errata derivazione dal greco,

vorrebbe dire “fatica d’amo-

re” e narra della leggenda di

Florio e Biancofiore che ven-

gono crudelmente separati e

che, dopo molte avventure,

riescono infine a ricongiun-

gersi ed a sposarsi. Sempre

per compiacere la bella

Fiammetta, scrisse un poema

in ottave (era il metro dei

cantari popolari):

“Filostrato” (che significa

“abbattuto dall’amore”) nel

quale esprime tutto il suo

dolore per la lontananza della

donna amata. A questo seguì

un altro poema in ottava rima

intitolato “Teseida”, con cui

Boccaccio intese instaurare

nella lingua volgare la tradi-

zione del poema epico; è

l’ultima opera del periodo

napoletano che Boccaccio

non dimenticò mai perché fu

a Napoli che acquistò un

bagaglio di esperienze, cono-

scendo uomini, costumi, sce-

di Myriam Di Ninno

Di questo grande letterato

trecentesco si conosce per

certo soltanto l’anno di na-

scita, il 1313, e la data esatta

della sua morte avvenuta a

Certaldo nella notte del 21

dicembre 1375, subito dopo

il nefasto evento di un’epide-

mia di peste. E’ dunque que-

sto l’anno del settimo cente-

nario della sua nascita che a

Certaldo, dove visse gli ulti-

mi dieci anni della sua vita,

viene celebrato con ogni

onore e con varie manifesta-

zioni artistiche. Del resto la

piccola città toscana, incu-

neata nella campagna fioren-

tina, da sempre si fregia di

aver dato i natali a questo

letterato che ha dato dignità

letteraria alla prosa del vol-

gare italiano, così come Dan-

te Alighieri e Francesco Pe-

trarca hanno fatto per la poe-

sia. Per gli studiosi della no-

stra lingua, la nascita ufficia-

le della nostra letteratura in

lingua volgare (dal latino

vulgus, cioè popolo) viene

datata nel 1224, anno in cui

San Francesco d’Assisi scris-

se il “Cantico di Frate Sole”,

anche se abbiamo già docu-

menti precedenti - di poesia,

di liturgia ma anche di conta-

bilità - che riportano come la

nostra prosa volgare nacque

grazie ai volgarizzamenti e ai

rifacimenti di testi latini o

francesi: poeti, traduttori e

compilatori duecenteschi,

infatti, nello sforzo di diffon-

dere tra il popolo incolto (che

di latino poco o niente cono-

sceva) il sapere, i racconti, le

storie, le memorie e gli avve-

nimenti anche contempora-

nei, introducevano nelle loro

traduzioni espressioni e for-

me sintattiche e lessicali co-

nosciute e parlate dal popolo.

Nel corso del Trecento la

lingua latina continuò ad

essere la lingua dell’alta cul-

tura, nonostante l’espansione

interrotta e fortunata del vol-

gare al cui successo contri-

buirono particolarmente i

capolavori dei tre grandi del

secolo: la “Divina Comme-

dia” di Dante Alighieri, il

“Canzoniere” di Francesco

Petrarca e il “Decameron” di

Giovanni Boccaccio, opere

tutte che concorsero anche

alla affermazione ed al pri-

mato del volgare toscano su

tutti gli altri volgari della

penisola. Giovanni Boccac-

cio nasce dunque nel giugno

o luglio del 1313 a Firenze o

forse a Certaldo oppure a

Parigi, dove si era trasferito

il padre naturale Boccaccio o

Boccaccino di Chelino, mer-

cante certaldese, dipendente

della banca dei Bardi, che

desiderava avviare il figlio

alla sua stessa professione.

Fanciullo fu condotto a Fi-

renze e poi a Napoli dove

c’era una succursale dei Bar-

di e dove, oltre agli impegni

mercantili, si dedica senza

interesse agli studi di diritto

canonico. Nello splendido

scenario naturale della città

Letteratura

Una serie di eventi ricorda i 700 anni dalla nascita dell’autore

del Decamerone. Sulle pagine di Omnibus ripercorriamo la sua storia

nari e ambienti splendidi e

pittoreschi che successiva-

mente sarebbero comparsi

nelle sue opere; fu in quegli

anni che strinse amicizia con

giovani nobili con i quali

partecipava alla lieta e spen-

sierata vita di corte, nello

splendido e indimenticabile

scenario del golfo, delle cam-

pagne e delle marine della

città. Nel 1340 la banca dei

Bardi subisce un crollo fi-

nanziario che provoca un

grave dissesto economico del

padre del Boccaccio che per-

ciò dovette lasciare Napoli

per trasferirsi a Firenze e

adattarsi alle ristrettezze del-

la casa paterna. Autodidatta,

la sua formazione letteraria

cui attese nel periodo napole-

tano fu varia e disordinata:

dai poeti stilnovisti e Dante

ai volgarizzamenti dei ro-

manzi francesi, ai cantari,

alle ballate popolari, ai poeti

latini. Nel mentre cercava di

trovarsi una sistemazione

indipendente presso il signo-

re di Ravenna prima e presso

quello di Forlì poi, Boccac-

cio continua la sua fervida

attività letteraria con altre

opere: “Ninfale d’Ameto”,

“Amorosa visione”, “Elegia

di Madonna Fiammetta”,

“Ninfale fiesolano”. Tale

attività culminerà tra il 1348

e il 1351 con la composizio-

ne del “Decameron”.

Nel 1350 Boccaccio conobbe

Francesco Petrarca che gli

riaccese l’amore per gli studi

classici e con cui strinse,

In alto, a destra: Andrea del Castagno, Giovanni Boccaccio, particolare del volto, Galleria degli Uffizi (FI). L’immagine è tratta dal sito ufficiale del Museo www.casaboccaccio.it

Pagina 4 OMNIBUS

nosce le debolezze parteci-

pando di esse e sorridendone,

pur apprezzando le qualità di

un animo nobile; ma mentre

Dante attende solo alla vita

spirituale e ci indica come

giungere a Dio, Boccaccio si

occupa esclusivamente della

vita terrena, di cui coglie

magistralmente tutti gli

aspetti, dai più comici ai più

drammatici, dai più bassi ai

più nobili. Fu per questo che

il “Decameron” fu definito

“’umana commedia” per

contrapporlo a quella

“divina” dell’Alighieri. Il

“Decameron” è una raccolta

di cento novelle scritte in

prosa in volgare italiano tra il

1349 e il 1351. Il titolo le

viene proprio perché dieci

sono i giorni in cui vengono

raccontate dieci novelle da

ciascuno dei dieci giovani

(sette donne e tre uomini)

che si erano rifugiati fuori

Firenze per scampare alla

peste (dal greco antico déka,

cioè dieci, ed heméra, cioè

giorno, “decameron” signifi-

ca, perciò, “di dieci giorna-

te”, ossia “novelle di dieci

giornate”). Molte novelle,

spesso umoristiche e con lati

erotici, dimostrano come

l’intelligenza o la furbizia

permettono a chi ne fa uso di

potersi salvare in ogni amba-

scia, facendosi beffe dei cru-

deli o degli schiocchi. In

molte altre Boccaccio pre-

senta l’amore come una forza

irresistibile, motrice di ogni

avvenimento umano, passan-

do da novelle decisamente

oscene dove esso non è che

istinto a quelle in cui l’amore

diventa sentimento struggen-

te, amore devoto, eroico e

assoluto. Altrettanto impor-

tante è il posto occupato in

queste novelle dalla fortuna,

un’entità misteriosa che può

l’anno successivo, un’amici-

zia che durò per tutta la vita.

Sotto l’influsso del Petrarca,

rivedeva i propri ideali e

interessi culturali alla luce di

una responsabilità educativa

delle lettere e della loro es-

senziale funzione di civiliz-

zazione dell’umanità. Sono

di questo periodo le opere

latine quali: “La genealogia

degli dei”, “La vita di donne

famose” e “Biografie di uo-

mini illustri”. Dopo la com-

posizione del “Decameron”,

Boccaccio deve affrontare

una crisi morale e religiosa

che raggiunge negli anni

1362-1364 il punto più dram-

matico: era nato in lui il pen-

timento per i trascorsi giova-

nili e il conseguente accen-

dersi di una fervida religiosi-

tà. Scriverà ancora in volgare

intorno al 1364 un romanzo:

“Corbaccio”, una violenta

invettiva contro le donne.

Sempre in volgare compose

le “Rime” che scrisse nel

corso della vita. Un’opera

dottrinaria in quindici libri, la

“Genealogia deorum genti-

lium” (“Genealogia degli dei

pagani”), ripercorre e illustra

i miti degli antichi, spiegan-

done i significati morali ed

allegorici. Negli ultimi due

libri di quest’opera espone la

propria concezione della

poesia che, per lui, è simile

alla teologia, perché, attra-

verso le sue favole, rivela

verità universali che spingo-

no l’uomo a riconoscere i

valori morali e lo elevano

verso l’eterno e Dio. Questa

nozione della poesia-teologia

e del poeta teologo ebbe

enorme fortuna nella cultura

europea fino alla seconda

metà del secolo XV. Questa

stessa nozione della poesia-

teologia Boccaccio la svolge-

va nel “Trattatello in laude di

Dante”, scritto in volgare,

forse tra il 1357 e il 1362: è

il primo scritto biografico-

critico su Dante; con esso

Boccaccio iniziava la tradi-

zione della critica dantesca.

Quando Boccaccio nac-

que, Dante aveva quarantotto

anni. Quando Boc-

caccio intraprese la

composizione del

“Decameron”,

Dante era morto da

un quarto di secolo.

Tuttavia, la

“Divina Comme-

dia” e il

“Decameron” sem-

brano essere stati

scritti in epoche

lontanissime l’una

dall’altro, non ri-

scontrando in que-

st’ultimo l’alta

religiosità dell’al-

tra: Dante ha verso

la vita uno sguardo

severo, il Boccac-

cio mostra invece

indulgenza verso

l’uomo di cui co-

capovolgere situazioni, offri-

re o togliere beni e amori. La

società rappresentata è quella

della storia italiana ed euro-

pea fra l’XI e il XIV secolo

e, prevalentemente, quella

dell’età comunale caratteriz-

zata dalle crociate, dalle lotte

dei Comuni contro l’impero,

dall’ascesa e dall’affermazio-

ne della potenza mercantile

fiorentina facendo da sfondo

o da protagonisti, sovrani,

pontefici, principi e signori;

troviamo anche filosofi, arti-

sti e poeti. Nella realtà rap-

presentata da Boccaccio ap-

pare inoltre una varia folla di

mercanti, contadini, frati,

monache, artigiani, donne di

ogni livello sociale e di ogni

condizione. Raramente Boc-

caccio inventa i fatti narrati.

La grandezza del Boccaccio,

come è stato detto dai critici,

non sta nei fatti narrati, ma

nella sua attitudine a reinven-

tarli, ad interpretare in essi

ed a rappresentare concrete

esperienze umane, ricono-

scendo dentro ogni storia i

caratteri interni delle creature

e proponendo in ogni vicen-

da il concreto rapporto tra

individuo e società, fra istinti

e costume, fra condiziona-

mento della natura di ognuno

e condizionamento ambienta-

le, il significato e la misura

di ogni esperienza. Salvatore

Battaglia definì il

“Decameron” il romanzo

della società, perché ogni

novella non è un frammento

di vita, ma una esperienza

esemplare, una prova della

straordinaria varietà e com-

plessità del vivere. Boccac-

cio ha creato con il

“Decameron” una prova de-

corosa dal punto di vista let-

terario, divenuta modello

autorevole nella nostra tradi-

zione letteraria.

La più antica immagine di Giovanni Boccaccio (sec. XIV).

L’originale, proveniente dalla Casa di Boccaccio

(Certaldo), è conservato nel Palazzo dei Giudici e dei Notai

di Firenze. L’immagine è tratta dal sito ufficiale del Museo

www.casaboccaccio.it

Pagina 5 OMNIBUS

Lupin Art Design:

creatività, fantasia

e grande passione!

metto. Ogni pezzo creato è

unico, e spesso, su richiesta,

vengono utilizzati e adattati i

ritagli di vecchi fumetti, an-

che di collezioni degli anni

‘60… Così, il mobiletto or-

mai inutilizzato, diventa an-

che prezioso. Luana predilige

i fumetti di Diabolik, mentre

Andrea, diplomato in un isti-

tuto d’arte, è appassionato di

Lupin, da cui prende il nome

l’associazione. «Calcolare

l’impegno, in termini di ore,

per decorare un mobile è

impossibile - spiega Luana -

dipende molto dalle condi-

zioni del materiale e dalla

conformazione.» Infatti, mol-

to spesso, i vecchi mobili in

legno devono essere prima

trattati per poter procedere

alla decorazione.

di Martina Corradi Se vi capita di possedere dei

vecchi mobili che non hanno

seguito l’evoluzione dei vo-

stri gusti, oppure non sono

più trendy, non buttateli

via… Andrea Del Seppia e

Luana Poli da qualche anno

portano avanti una passione,

quella dei fumetti, e tramite

l’Associazione “Lupin Art

Design” sono riusciti a pilo-

tare questo amore per le vi-

gnette.

Tornati da un viaggio

a New York, dove

avevano notato il ban-

cone di un negozio di

giocattoli rivestito di

alcune strisce di fumetti,

è nata l’idea di recupera-

re vecchi mobili, creando

una nuova tendenza. E

così, armati di buona vo-

lontà, ritagli di fumetti,

carta, colla, resine e

quant’altro, hanno ridato

vita ad un vecchio baule

che possedevano da anni.

L’idea ha avuto così tanto

successo che non hanno po-

tuto più smettere: infatti sono

molti i soci che affidano nel-

le loro mani mobili ormai in

disuso, e Andrea e Luana,

con la loro creatività, fanno

“rivivere” qualsiasi arreda-

mento, scegliendo accurata-

mente il tipo di fu-

Scelta minuziosa dei decori e

creatività hanno dato i loro

frutti: infatti lo scorso anno

sono stati chiamati dal Mu-

seo del Fumetto di Milano

per la rassegna del 50° anni-

versario dell’Uomo Ragno

per esporre una loro creazio-

ne (abbiamo parlato dell’an-

niversario di Spider-Man nel

numero 5 Omnibus, ndr).

Sono molte le soddisfazioni

così come numerose le affi-

liazioni di nuovi soci. Il loro

progetto futuro è quello di

poter mettere in mostra un

giorno le loro creazioni, e noi

attenderemo l’evento per

poter vedere tutte insieme le

loro opere nate da questa

meravigliosa attività ricreati-

va.

Attività ricreative

Andrea e Luana, con la loro creatività, fanno

“rivivere” qualsiasi arredamento. Con i fumetti.

Alcune delle opere realizzate dai soci dell’A.s.d. Lupin Art Design

“lupin.artdesign”

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Pagina 6 OMNIBUS

serietà e competenza con cui

viene erogato.»

Caterina: «Visti gli ultimi

sviluppi, siamo certe che

l'attenzione con cui tutto lo

staff segue la vita delle asso-

ciazioni porterà sempre mag-

giori successi.»

Due parole sul Presidente

Di Ninno...

Anita: «Il Presidente Sergio

Di Ninno E'... l'ACSI. La sua

In questo numero di Omni-

bus abbiamo intervistato

Anita e Caterina, volontarie

all’interno del nostro Comi-

tato provinciale a fianco del

Presidente Di Ninno.

Come avete conosciuto

l'ACSI? Da quanto tempo

ne fate parte?

Anita: «Abbiamo conosciuto

l'ACSI vedendo in giro per la

città numerosi circoli affiliati

a questa sigla, ma soprattutto

sentendone parlare dal suo

Presidente che abbiamo co-

nosciuto tanti anni fa.»

Caterina: «Ne facciamo parte

attiva come dirigenti provin-

ciali organizzatori dal 2010,

anno dell’inaugurazione del-

la nuova sede».

Di cosa vi occupate?

Anita: «Dell'accoglienza di

chi si rivolge a noi per la

costituzione di un’associa-

zione, seguendone le proce-

dure per l'affiliazione, sup-

portando le associazioni già

affiliate, il tesseramento e i

dirigenti provinciali organiz-

zatori nelle loro necessità...»

Caterina: «… E abbiamo così

l'opportunità di seguire la

vita associazionistica nel

momento di maggior afflusso

nella sede provinciale dove è

sempre presente il Presiden-

te.»

Se doveste fare un bilancio

dell'anno appena trascorso,

nonostante la crisi, come lo

definireste? E come vedete,

quindi, il nuovo anno sporti-

vo?

Anita: «Nonostante la crisi lo

possiamo definire più che

positivo per l'ACSI anche per

le tante e nuove affiliazioni

che ci sono state, frutto spes-

so del passaparola, per la

qualità del servizio e della

passione e la sua competenza

in materia circolistica, conso-

lidata negli anni di attività ,è

innegabile!»

Caterina: «Chi assiste alle

sue “lezioni” rimane sempre

coinvolto e soddisfatto di

tutte le spiegazioni che ven-

gono fornite e che supporta-

no in tutte le esigenze speci-

fiche ogni associazione!»

Intervista a cura di

Fabio Figara

L’attività istituzionale

Madre e figlia si occupano dell’accoglienza e del tesseramento delle associazioni nel nostro Ente

Le procedure di affiliazione: intervista “doppia”a

Anita Vierucci e Caterina Sardelli

Associazionismo

Gira una spot video con RadioLivorno.tv A tutte le Associazioni ACSI che si iscriveranno o rinnoveranno l' iscrizione per la nuova stagione sportiva 2013-2014, diamo

la possibilità di poter essere inseriti con uno spot video del proprio circolo all' interno della programmazione giornaliera dell'e-

mittente radiolivorno.tv (emittente web legata all' ACSI), inclusa la realizzazione video con foto oppure con riprese video se

già in possesso dal circolo interessato, e il tutto con minimo contributo associativo. Lo spot avrà una frequenza giornaliera di 4

passaggi giornalieri e il logo del circolo sarà inserito come main partner all'interno del sito www.radiolivorno.tv per tutta la

durata della stagione sportiva. Per informazioni segreteria ACSI Livorno oppure www.radiolivorno.tv

Piero Ciantelli - Radiolivorno.tv

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to”, a base di cereali), che a

sua volta genera un aumento

dell'acidità del sangue perché

non adeguatamente smaltito

con l'attività fisica); 3) il

cavallo si annoia, diventando

sempre più nervoso e intrat-

tabile o inizia a manifestare

stereotipie, ossia comporta-

menti anomali di tipo osses-

sivo-compulsivo, nel tentati-

vo di ovviare a tutto quel

tempo che in natura avrebbe

trascorso mangiando e spo-

standosi. Queste manifesta-

zioni di stress e disagio, pos-

sono a loro volta provocare

ulteriori problemi fisici (vedi

il ticchio d'appoggio, patolo-

gia equina famosa per i più

navigati). Non ultimo, la

segregazione in box (che io

considero al pari di una pri-

gione), impedisce al cavallo

l'interazione con i suoi simili,

con ulteriore carico di stress

e frustrazione per un animale

sociale che in natura vive in

branco.

Quindi, come si può capire,

bisognerebbe iniziare a scon-

volgere dalla base i tradizio-

nali sistemi di detenzione e

gastrico, ossia

dotato di un solo

stomaco, possie-

de però un com-

plesso sistema

intestinale, popo-

lato fra l'altro da

batteri e protozoi

che “digeriscono

per lui” certe

sostanze. Questo

complesso siste-

ma in natura

funziona ininter-

rottamente, in

quanto il cavallo

pascola la mag-

gior parte del

giorno mentre si

muove, cammi-

nando lentamen-

te e scegliendo i vegetali più

adatti alle sue esigenze. La

vita in cattività ha portato

delle alterazioni dei normali

ritmi di alimentazione del

cavallo, nonché della qualità

del cibo a sua disposizione:

in pratica per comodità degli

uomini, i cavalli vengono

stabulati in box per numerose

ore (quando va bene) o 24

ore addirittura, e gli vengono

somministrati 2-3 pasti al

giorno. Si può facilmente

intuire come una drastica

diminuzione delle ore impie-

gate a masticare, porti a tre

principali conseguenze: 1)

nel tempo che intercorre fra

un pasto e l'altro lo stomaco

continua a produrre gli acidi

che servono a digerire l'erba

(e se non trovano cibo nello

stomaco, iniziano a provoca-

re lesioni fino all'ulcera); 2)

molto spesso l'alimentazione

è basata su “standard” che

non riflettono l'attività del

cavallo, per cui vengono

somministrate erbe troppo

energetiche (es: erba medica)

o viene aggiunto del mangi-

me (detto anche concentra-

management del cavallo, se

vogliamo garantirgli una vita

degna per la sua natura. Co-

me? Semplice: lasciando a

disposizione per ogni anima-

le un “tot” di metri quadri

per muoversi, magari su un

terreno erboso che funga

anche da pascolo… E avere

la possibilità di interagire

con i suoi conspecifici.

Purtroppo per fattori quali lo

spazio, il numero di operatori

a disposizione, i rischi di

incidenti fra cavalli o altri

problemi, in molti preferisco-

no rinchiudere in box e quin-

di “maltrattare” (anche se per

la sottoscritta tale termine

non dovrebbe essere messo

fra virgolette) questi splendi-

di animali trincerandosi die-

tro la scusa “i cavalli si son

sempre tenuti così”... E infat-

ti “son sempre più richiesti

gli interventi veterinari, e

quindi finisce che per rispar-

miare prima pagate poi”,

aggiungerei io, a scapito dei

miei personali interessi eco-

nomici.

Altro mito da sfatare: i ca-

valli che dormono in pie-

Cavalli

Amico cavallo, questo (s)conosciuto Vivere con i cavalli: consigli e accorgimenti per vivere in armonia con questi bellissimi animali

Purtroppo essere veterinario

a volte si scontra con il senti-

re frasi del tipo: “ Ho sempre

avuto cavalli e so io cosa fa

bene o male a loro”, “Mio

zio che alleva cavalli mi ha

detto che per le coliche serve

il salasso”, e quando va peg-

gio: “La mia famiglia ha

cavalli da generazioni, che ne

volete sapere voi veterinari

di come si tengono i caval-

li...”, per non parlare di tradi-

zioni che si perpetuano da

secoli nella gestione di questi

animali, troppo spesso vitti-

me di ignoranza e pressappo-

chismo.

Nel mio piccolo, anche se

con difficoltà, non riesco a

trattenermi nel cercare di

educare i proprietari, vecchi

o giovani, alle prime armi o

“esperti” che siano, alla ge-

stione e convivenza con que-

sto splendido animale.

Allora mi piacerebbe appro-

fittare di questo spazio per

sfatare alcuni miti e introdur-

re alcune conoscenze, per lo

più di base, sui cavalli, visto

che mi è capitato purtroppo

di leggere “maccheroniche”

inesattezze anche su siti in-

ternet che sarebbero dedicati

al cavallo, ma che peccano di

lacune e erronee “certezze”,

dovute a dicerie, o tramanda-

te di scuderia in scuderia,

tipico problema cui si trova a

far fronte un veterinario mo-

derno.

Cercherò di essere schemati-

ca e semplice, senza abusare

di termini tecnici proprio

perchè l'intento è quello di

farmi capire da tutti: non me

ne vogliano gli addetti ai

lavori.

Cominciamo dall'alimenta-

zione, ma anche da alcuni

concetti circa il normale rit-

mo di vita di un cavallo allo

stato libero: erbivoro mono-

I cavalli, co

me i ca

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le!

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ha la possibilità di vedervi

bene, ossia di girare la testa e

tranquillizzarsi vedendo che

“siete solo voi” e non un

pericolo. Qualunque cosa

dobbiate fare intorno a un

cavallo, è farvi notare da lui

continuamente, ad esempio

“parlandogli” con calma e

con toni bassi e comunque

MAI facendo movimenti e

rumori improvvisi. Come per

il cane, anche nel cavallo il

principale metodo per cono-

scere l’ambiente e chi gli sta

intorno è odorarlo: fatevi

quindi annusare anche se lì

per lì la vicinanza col suo

enorme naso può intimorirvi.

Se provate lentamente a al-

lungare una mano e accarez-

zarlo sul naso, proverete una

sensazione piacevolissima

dovuta alla sua pelle morbida

e calda… E sarà più facile

fare amicizia. Sempre rispet-

tando i suoi tempi, però: se

allungando la mano verso di

lui vedete che si ritrae, non

insistete… Magari provate ad

avvicinarvi, sempre con len-

tezza, al suo collo: ricordate

che i cavalli adorano le grat-

tatine sotto la criniera!!

Isabella Cerchiai Medico Veterinario

Specialista in Medicina e

Chirurgia del cavallo [email protected]

di… NON E' VERO: o me-

glio, non è corretto. Infatti

possono raggiungere uno stato

di profondo rilassamento stan-

do in piedi, alternando l’ap-

poggio in modo da scaricare

alcune gambe. Ma per dormi-

re come lo si intende in senso

proprio, ossia comprendendo

la fase REM, si sdraiano.

Idem per partorire. C'è poi la

questione meteorologica.

Spesso fatico a convincere i

proprietari a tenere all'aperto i

loro animali quando fa freddo,

piove o nevica. In realtà spes-

so “umanizziamo” gli animali,

attribuendo loro “gioie e dolo-

ri” tipici della nostra specie

senza considerare le reali ne-

cessità di QUELLA specie di

cui ci occupiamo. Molti ani-

mali infatti, se sani, lasciati

liberi di infoltire e allungare

naturalmente il pelo, soffrono

molto poco il freddo e le in-

temperie. Piuttosto hanno

meno difese nei confronti del

calore e dell'irraggiamento

solare. Infatti è più facile rice-

vere notizie di cani morti in

auto parcheggiate sotto il sole

o di cavalli esausti a fine cor-

sa d'estate (altra cosa che li

obblighiamo a fare, se fosse

per loro correrebbero in altri

momenti) piuttosto che morti

di freddo, come invece accade

a noi umani.

Consigli per un approccio

con i cavalli. Per quanto

riguarda chi teme il cavallo,

poiché lo vede grosso, lo

voglio tranquillizzare: se

avesse cognizione della sua

potenza non si farebbe sotto-

mettere come invece acca-

de…Purtroppo per lui e per

fortuna per noi, questo ani-

male in natura è una preda,

per cui è molto timoroso. In

presenza di un pericolo, vale

la regola delle “tre effe”:

dall’inglese, Flight, Freeze

or Fight. Perciò la prima

reazione che può avere un

cavallo che si trova di fronte

a un potenziale “nemico” è

di scappare (flight), immobi-

lizzarsi (freeze) e solo se

non ha vie di scampo e mes-

so alle strette, attaccare

(fight). C’è anche da dire

che non tutti i cavalli, come

per gli esseri umani, hanno

lo stesso carattere. Ci potrà

essere quello più coraggioso,

quello più scontroso… Ma

nessuno sarà mai un vigliac-

co: gli animali reagiscono

alle offese, non offendono

gratuitamente. Né si vendi-

cano a posteriori del male

ricevuto. Per quanto riguar-

da il “pericolo” di stare die-

tro al loro posteriore, lo è

solo se il cavallo vi percepi-

sce come minaccia, quindi:

se fate gesti o rumori im-

provvisi, e comunque se non

Cinofilia

Cani da Soccorso al La-

ghetto La Bua

Non solo pesca sportiva

presso la struttura di Via

dell’Uliveta ma, soprattut-

to, amore per gli animali

Domenica 30 giugno, l´asd

Laghetto La Bua e l´asd Il

Rifugio del Pescatore, in

collaborazione con Centro

Cinofilo "Gli amici di

Afef”, hanno organizzato

una grande manifestazione

che ha visto impegnati i

cani da soccorso della Po-

lizia di Stato e della Prote-

zione Civile. Il programma

è stato il seguente: alle ore

11 prove di salvataggio in

Acqua, con Ass. nazionale

Polizia di Stato e Nucleo

protezione civile di Pisa;

alle ore 15 illustrazione

delle modalità d’impiego

dei cani da soccorso; ore

16.30 prove di Agility.

A seguire rinfresco e festa

nello splendido scenario

del Laghetto La Bua di

Livorno.

Lo staff del Laghetto

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to

Arti marziali

Allenamenti estivi

di Kung Fu Continuano i corsi di arti marziali della Gong Fu

Traditional Institute per tutta l´estate, sul lungo-

mare di Antignano, dalle 19.30 alle 21.30, ogni

martedì e giovedì. Si ricorda che l’insegnante

della Scuola è disponibile anche a corsi di

“apprendimento a distanza”, con lezioni indivi-

duali e/o di gruppo, effettuate presso una delle

nostre sedi o in una località da concordare, che vi

guideranno dal livello Principiante al livello

Avanzato del nostro programma. Per info:

[email protected]; tel.: 348-3763514 Sifu Michele Montelatici

Pagina 9 OMNIBUS

L’Associazione “Aquila Nera”

va vivere e

relazionar-

si con la

natura del

cavallo in

completa armonia. Oggi sulle

colline Livornesi del Gabbro

spesso si vedono galoppare

cavalli liberi assieme a me e

ai miei allievi che hanno

imparato tale tecnica. Infatti

Monica Citti, nel 2006, ab-

biamo costituito l'associazio-

ne Aquila Nera che ha lo

scopo di divulgare la Monta

Indiana. "la tecnica del cuo-

re", tramite lezioni e corsi

per tutti coloro che si voglio-

no approcciare ad una tecni-

ca completamente diversa

dalle monte tradizionali. Le

lezioni per i principianti sono

singole in modo da appren-

dere sia il linguaggio del

cavallo che la tecnica, e per

imparare anche le varie re-

spirazioni meditative che

servono per creare tale ap-

proccio. In oltre per coloro

che volessero entrare in ma-

niera più profonda alla cono-

scenza di tale filosofia di

vita, è stata riconosciuta e

costituita una scuola di for-

mazione di 3 anni suddivisa

in 7 fine settimane, ed uno

stage di una settimana, dove

verrà appreso tutto quello

che l'anziano Dakota mi tra-

smise. Lo scopo è divulgare

un'equitazione fuori dai ca-

noni tradizionali, dove tutti

possano apprendere e divul-

gare tale insegnamento. Inol-

tre l'associazione ha lo scopo

di salvare i cavalli che sa-

Di certo se uno pensa ai mi-

gliori cavalieri che siano mai

esistiti al mondo subito la

memoria corre agli Indiani

d'America conosciuti nei

numerosi film (tra cui “Balla

con i lupi”) dove si vedevano

galoppare a pelo senza morso

né redini né sella, a caccia di

bisonti o in battaglia contro

le giacche blu. In tutta la

Storia, tra l'evoluzione

dell'uomo dal Neolitico ad

oggi, l'Uomo si è sempre

relazionato con la violenza e

la costrizione con il cavallo,

e soltanto in un breve perio-

do questo rapporto distorto si

è interrotto, ovvero quando

gli Indiani delle grandi pia-

nure incontrarono il cavallo,

animale che non era presente

nel loro territorio ma era

stato introdotto dai Conqui-

statori. Grandi conoscitori

della natura circostante in cui

vivevano, da cui traevano la

loro sussistenza e da cui di-

pendeva la loro sopravviven-

za, avevano codificato il lin-

guaggio di tutti gli esseri con

cui erano in relazione, en-

trandoci in contatto anche

spirituale. Perciò nel momen-

to in cui il cavallo entrò nella

loro vita anche di lui fu estra-

polato il suo codice di lin-

guaggio facendo un percorso

completamente diverso ri-

spetto a quello che avveniva

prima, cioè di “umanizzare”

l'animale e di costringerlo

con la coercizione ai coman-

di. Ovvero un processo di

“animalizzazione” dove con

l'animale cavallo si compor-

tavano da suo pari sino a

divenirne il loro capobranco,

creando un rapporto simbio-

tico che perdurava per tutta

la vita; come nel film

“Avatar” il drago sceglieva

l'essere per sempre, anche il

cavallo in questo caso accet-

tava di vivere con l'indiano

affidandosi completamente a

lui, dove solo il respiro era il

mezzo di partenza e di fer-

mata. All'età di 17 anni,

quando ero in Australia per

motivi di studio, incontrai un

anziano Dakota (Siux) che

per tutto il tempo in cui rima-

se in quella terra selvaggia

mi trasmise quella conoscen-

za ancestrale di come si pote-

rebbero abbattuti per pro-

blemi caratteriali ed una vol-

ta comprati a peso di carne

vengono recuperati con tale

tecnica ed inseriti in un con-

testo di stato semi-brado do-

ve poi verranno usati per le

lezioni ed anche per percorsi

di Ippoterapia. Per coloro

che hanno poi imparato a

cavalcare Aquila Nera offre

la possibilità di avere un ca-

vallo dei loro “in fida” al

prezzo di costo del manteni-

mento (compreso cibo, vete-

rinario, pareggiatura degli

zoccoli, dentista ecc.). Una

volta che un allievo prende

un cavallo in fida o entra nel

programma di adozione a

distanza, per coloro che vo-

lessero sostenere l'associa-

zione, si può salvare un altro

cavallo dalla morte certa. Per

tutto ciò che viene fatto sia-

mo stati spesso invitati ai

programmi della Rai “La vita

in diretta” o di Canale 5

“L'arca di Noè”, e molti quo-

tidiani nazionali hanno parla-

to delle nostre attività.

Davide Bassi

Presidente Aquila Nera

Info e contatti:

Podere Savalano, 55 57016 Loc.

Gabbro - Rosignano Marittimo (LI)

Tel. +39 349 5037091 Monica Citti

Tel. +39 338 4580758 David Bassi

Email: [email protected]

Equitazione

www.aquilanerahorses.com

Nata nel 2006, l’Associazione di Davide Bassi e Monica

Citti ha lo scopo di divulgare la tecnica della Monta Indiana

“aquilanerahorses”

Pagina 10 OMNIBUS

Attività convenzionata ACSI

Il negozio Yachting

Navigatori, bussole, boe,

catene, ancore, fornelli, cor-

de e molto altro: nel negozio

Yachting di Andrea Tortora, sugli Scali Novi Lena 31/33,

si possono trovare accessori

e oggettistica di ogni tipo

per imbarcazioni di piccole e

medie dimensioni, in vendita

al banco e on-line dal sito

www.yachtinglivorno.com.

Andrea inizia la sua espe-

rienza nel mondo della nau-

tica lavorando nella ditta del

padre, la M.T.F. Italia di via

Verga, che si occupa di rac-

corderia idraulica di primo

impianto per i cantieri nauti-

ci da più di trent’anni.

Dopo cinque anni di duro

lavoro, nel gennaio 2010

decide di aprire in proprio

questa attività. Recentemen-

te ha deciso di continuare ad

investire in questo progetto,

trasferendosi di fronte al

cantiere Azimut Benetti.

Una scelta coraggiosa in un

momento non certo facile

per tutta l’economia. In par-ticolare, negli ultimi anni, il

mondo della cantieristica ha

visto una flessione di circa

l’80%: ciò è dovuto in parte

alla crisi, ma anche a norma-

tive che non hanno di certo

aiutato il settore. «Livorno è

una buona piazza - spiega

Andrea - ma è composta, per

la maggior parte, da proprie-

tari di piccole imbarcazioni, che hanno il rimessaggio e il

posto barca soprattutto lun-

go i fossi e fanno parte di

realtà associative locali, qua-

li il Circolo della Pesca o il

circolo del moletto “Nazario

Sauro”. Molti di loro, tra cui

alcuni miei clienti abituali, a

causa della crisi hanno perso

il lavoro e hanno dovuto,

ovviamente, vendere la bar-

ca e rinunciare a molte altre

passioni. A questi vanno

aggiunti i membri degli

equipaggi degli yacht di

medie e grandi dimensioni,

in netto calo se non quasi

“scomparsi”.»

Infatti, in tutta Italia, i porti

turistici risentono dell’appli-

cazione della cosiddetta

“tassa di stazionamento” (in

seguito corretta con “tassa di

possesso”), in vigore dal 1°

maggio 2012 con il decreto

“Salva Italia”, con la quale è

stata tassata la proprietà di

imbarcazioni, auto di lusso e

aerei.

«Una volta applicata da noi,

la Corsica ha subito abolito

la tassazione sulle imbarca-

zioni, e i suoi moli si sono

letteralmente riempiti.

Quando uno yacht attracca,

resta alcuni giorni nel porto

per il rimessaggio. In quel

seppur breve periodo, gli

equipaggi acquistano mate-

rie prime, accessori e fre-

quentano bar, ristoranti e

negozi. Questo, ad oggi,

manca, e grava enormemen-

te sul settore. Un esempio

per tutti è la situazione del

nuovo porto turistico di Ro-

signano: un’ottima struttura,

ma svuotata. Inoltre questo

tipo di tassazione ha finito

per interessare solo una mi-

nima parte di tutti i posses-

sori d’imbarcazioni, poten-

dosi applicare soltanto alle

barche immatricolate, ovve-

ro a quelle con lunghezza

superiore ai 10 metri: in pra-

tica, gli introiti per lo Stato

si sono rivelati molto esi-

gui.» Oltre a questo si ag-

giungono i problemi legati a

studi di settore, a politiche

fiscali e a burocrazia locale

che spesso mettono in diffi-

coltà i piccoli imprenditori:

tassazione in base a previ-

sioni di vendita «impossibili

da valutare a priori», tasse

sulle giacenze di magazzino invendute (in particolare per

il settore nautico) e difficoltà

burocratiche legate ad ogni

tipo di pratica amministrati-

va. «Quando decisi di aprire

l’attività ci vollero quattro o

cinque mesi per avere auto-

rizzazioni e allacciamenti -

continua Andrea – senza

parlare dei costi che com-

porta l’espletamento di que-ste pratiche; a questi vanno

aggiunte spese varie, come

la fiscalizzazione del regi-

stratore di cassa. Una volta

aperta l’attività, ci vuole un

po’ di tempo per

“ingranare”, e nel frattempo

si sostengono spese di affitto

Cambio di sede per il già noto negozio di articoli per

imbarcazioni, all’insegna di esperienza e intraprendenza. A

dispetto di crisi economica, normative e tassazione esasperanti.

e di fornitori. E poi ancora

tasse, come la TOSAP, che

chiamo la “tassa sull’ombra”

della tenda, e le spese per la

tenuta di conti bancari, per il

POS e molte altre. E quando

ho deciso di trasferirmi in

questa nuova struttura, ho

dovuto praticamente rifare

tutto dall’inizio. Purtroppo

tutte queste difficoltà grava-

no sulle attività dedite al

piccolo commercio. E in un

momento come questo, è difficile a volte riuscire a

ritrovarsi uno stipendio a

fine mese. Speriamo viva-

mente che le amministrazio-

ni pubbliche, a cominciare

dall’alto, facciano un passo

indietro e rivalutino norme e

regole per far ripartire l’eco-

nomia. Nel frattempo, noi

artigiani, commercianti e

piccoli imprenditori stiamo

già operando attivamente

per vincere questa sfida».

Intervista a cura di

Fabio Figara

ATTIVITA’ CONVENZIONATA A.C.S.I. LIVORNO

L’in

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ità co

nven

zion

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Pagina 11 OMNIBUS

rare delle strategie, nuove e

anche diverse da quelle uti-

lizzate in famiglia, per af-

frontare le diverse situazioni.

Osservando i bambini che

fanno sport, si ha modo inol-

tre di valutare dai loro atteg-

giamenti, dalle dinamiche

interpersonali che stabilisco-

no e dal modo in cui comuni-

cano, gli eventuali problemi

di socializzazione ed i modi

in cui gestiscono situazioni

ansiogene o frustranti, come

ad esempio l’ansia prima

della gara. Lo sport diventa

quindi un ambiente di rilievo

per l’osservazione e la segna-

lazione alle famiglie di even-

tuali problematiche relazio-

nali e di sviluppo dei loro

bambini.

La collaborazione da parte

delle famiglie è altrettanto

indispensabile. I genitori

Si sa, lo sport ha un ruolo

cruciale nello sviluppo psico-

logico dei bambini, al pari di

tutte le esperienze in cui i

piccoli umani vengono coin-

volti durante i primi anni di

vita. Può divenire un mo-

mento di grande libertà, in

cui i bambini possono ricari-

carsi, canalizzare la propria

vitalità, godere del piacere di

mettersi in gioco, ed anche

sfidare i propri limiti ed im-

parare a non demordere di

fronte alle difficoltà. In tutto

questo, allenatori e istruttori

hanno l’opportunità di diven-

tare un valido supporto anche

educativo nell’affiancare i

bambini nel loro delicato

percorso di crescita. Come?

Adottando un approccio psi-

cologico alle attività sportive

ed affiancandolo a quello più

tecnico, specifico di ogni

disciplina. Lo sport

per i bambini deve

necessariamente

diventare uno spa-

zio per crescere, per

conoscere se stessi

e per imparare a

stare insieme agli

altri, ed ogni disci-

plina sportiva è

ricca di spunti edu-

cativi e di strategie

che possono risulta-

re utili nella vita di

tutti i giorni. Gli

adulti di riferimento

possono contribuire

cercando di cogliere

le esigenze dei

bambini, piuttosto

che spingerli a sod-

disfare i bisogni

propri del mondo adulto,

facendo attenzione a non

farsi condizionare dalle pres-

sioni dell’ambiente sociale,

che impongono di ottenere

risultati a tutti i costi, di

emergere e primeggiare. Bi-

sogna poi tener presente che

il bambino che fa sport mette

in campo gli stessi comporta-

menti con cui affronta le

situazioni della vita, le delu-

sioni, le sconfitte, i momenti

di gioia. L’intervento dell’al-

lenatore assume importanza

perché ha il potere, in questa

fase di vita di maggior

“plasticità”, di modellare

queste strategie, offrendo

esempi di comportamenti da

cui i bambini possono pren-

dere spunto. In particolare,

osservando le reazioni

dell’allenatore i bambini

hanno l’opportunità di impa-

devono essere consapevoli

che l’allenatore diventa gioco

forza per i loro figli un punto

di riferimento educativo im-

portante. Pertanto dovrebbe-

ro facilitare questo rapporto,

ad esempio stando attenti ai

giudizi che esprimono, non

ponendosi in competizione,

non sostituendosi a lui, fa-

cendo in generale attenzione

alle proprie reazioni prima

durante e dopo l’attività

sportiva, lasciando che il

bambino crei le sue relazioni

di fiducia con gli altri adulti

e bambini presenti nel conte-

sto sportivo di cui fa parte.

La qualità dell’ambiente che

si viene a creare intorno

all’attività sportiva è impor-

tante al pari della stessa. Un

ambiente sereno, accogliente,

dove predomini la chiarezza,

dove fra gli adulti di riferi-

mento non ci siano

fraintendimenti,

critiche, tensioni

eccessive, dove le

dinamiche negative

fra l’allenatore ed i

genitori siano op-

portunamente con-

trollate, è fonda-

mentale perché il

momento dello

sport diventi per i

bambini un momen-

to positivo di svi-

luppo del proprio

potenziale.

Fabio Franciosi Psicologo e

Psicoterapeuta [email protected]

Psicologia dello sport

Bambini, crescete con lo sport Allenatori e istruttori come valido supporto educativo nel percorso di crescita dei bambini

CONVENZIONE RISERVATA AI SOCI A.C.S.I.

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Pagina 12 OMNIBUS

Benvenuti a “L’Acchiappasogni”

quali siamo sicuri di poter

avere del materiale a nor-

ma.» Ma non è stato certo

facile poter aprire una ludo-

teca di questo tipo in un

periodo di crisi come quello

attuale, in cui la base della

nostra società, la famiglia, è

in gravi difficoltà. «Qui ci

confrontiamo con famiglie

livornesi e non, ma ci tro-

viamo molto bene con tutti.

Purtroppo scorgiamo anche

molti problemi all’interno

delle coppie: genitori divor-

ziati, ragazze-madri abban-

donate, padri separati e per-

sone disoccupate o afflitte

da vari problemi privati

portano i propri figli qui; i

bambini con genitori divisi

presentano spesso notevoli

carenze affettive, che si

ripercuotono nel rapporto

con i coetanei. Fortunata-

È ormai da un anno un pun-

to di ritrovo importante per

molte famiglie dei quartieri

nord livornesi, un posto

sicuro dove far divertire i

propri figli in totale sicurez-

za: è l’Associazione ACSI

“L’Acchiappasogni”! Mol-

tissime sono le attività che

gli animatori organizzano

ogni giorno per i loro pic-

coli associati: giochi di

gruppo, feste di complean-

no, attività fisica, musica,

canto e animazione.

«Da molto tempo progetta-

vamo di aprire e gestire un

luogo rivolto ai bambini -

racconta Alessandra Colla-

veri, responsabile dell’As-

sociazione - l’idea ci venne

durante una festa di com-

pleanno di un bambino a

cui fummo invitati. L’amo-

re per i piccoli ha poi fatto

il resto. In seguito decidem-

mo di affiliarci all’ACSI

dopo aver sentito alcuni

amici già affiliati, e ci sia-

mo trovati benissimo. Il

parco giochi lo abbiamo

chiamato

“L’acchiappasogni” perché

riteniamo che questa realtà

debba rappresentare un so-

gno, sia per noi operatori

che per tutti i nostri piccoli

associati. È bellissimo lavo-

rare con loro, e scorgere

come, nell’era tecnologica e

di internet, sappiano ancora

divertirsi con semplicità.»

Nella struttura sono presen-

ti gonfiabili, playground

colorati, tappeti, saltarelli e

molte altre attrazioni, anche

per i ragazzi più “grandi. Le

attività vengono divise per

tipo e per età dei parteci-

panti, anche grazie all’aiuto

dell’animatrice Alice Del

Greco. «Abbiamo puntato

tutto su qualità, pulizia e

sicurezza - spiega Davide

Liut, socio di Alessandra -

perché i bambini devono

giocare in un am-

biente adatto a

loro e alle proprie

esigenze, in tutta

tranquillità. Pro-

prio per questo

stiamo molto at-

tenti anche al re-

perimento dei gon-

fiabili e degli altri

giochi, evitando

gli acquisti su in-

ternet e affidando-

ci piuttosto a for-

nitori conosciuti

ed esperti, con i

mente, essendo pur sempre

dei bambini, l’innocenza e

la voglia di giocare prendo-

no poi il sopravvento. Sia-

mo felici di poter offrire

loro degli attimi di sereni-

tà.» Approfittando della

stagione estiva, Alessandra

e David hanno avviato tutta

una serie di nuove attività,

quali laboratori di disegno,

di decoupage, giochi di

gruppo e molte altre. Ap-

profittando dell’ampio piaz-

zale di cui dispongono,

stanno progettando di orga-

nizzare delle feste dedicate

ai bambini affetti da disabi-

lità, perché «ogni bambino

ha il diritto di divertirsi e di

sognare».

Fabio Figara

Attività per bambini

Il parco giochi di via Pera è un luogo in cui si divertono ben 400 bambini

“L’acchiappasogni” Alessandra Collaveri e Davide Liut

Il logo d

ell’A

ssocia

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Du

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bin

i gio

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fiab

ili

Informazioni:

Alessandra 329.2562929 Davide 328.0507356

e-mail: [email protected]

Pagina 13 OMNIBUS

«La musica è un patrimonio dell’umanità»

coro “Dreams” e il coro “ I

ragazzi dell’arcobaleno“ del

centro “La Provvidenza”

prodursi in uno spettacolo

serale (il 25 maggio) presso

il Rivellino di Piombino.

Subito dopo ho iniziato una

tournée in Grecia.

Che messaggio avete per

coloro che decidono di vive-

re per la musica?

La musica è un patrimonio

dell’umanità e come tale

dovrebbe essere vissuta,

ascoltandola o producendola,

e da parte di tutti, al di là di

ogni aspetto commerciale ed

Com’è cominciata la passio-

ne per la musica?

La mia formazione è classi-

ca, ho iniziato a studiare

quando ancora ero una bam-

bina, affascinata dalla chitar-

ra e dal pianoforte.

Quali sono i tuoi settori di

specializzazione?

Successivamente ho studiato

organo con il maestro Boc-

caccio, flauto traverso con il

maestro Rossi dell’Istituto

Mascagni di Livorno, canto

con il maestro Sebastian

Korn, mi sono perfezionata

in didattica della musica e

musicoterapia seguendo corsi

e specializzazioni in varie

città italiane e straniere. Ho

completato il mio percorso di

studi conseguendo il titolo di

Master Teacher in tecnica

vocale presso Estill voice

International a Pittsbourgh

U.S.A.

Qual è il tuo rapporto con la

musica?

La musica non è solo un la-

voro, ma è un aspetto indi-

spensabile della vita, un mo-

do di vedere la realtà con

occhi diversi, di rapportarsi

con gli altri e con il mondo.

Quali sono i riconoscimenti

più importanti che hai avu-

to?

Ho vinto concorsi e borse di

studio, ma i veri riconosci-

menti che sento tali sono stati

per la fondazione e direzione

per trent’ anni del Centro

Studi Musicali di Piombino,

che ancora oggi esiste, otte-

nendo riconoscimenti per il

mio operato e la bravura de-

gli studenti, da Istituzioni

locali nazionali e radiotelevi-

sive. Da qualche anno con

assiduità è in atto una siner-

gia con l’Istituto

Mascagni ed in par-

ticolare con la classe

di strumenti a per-

cussione del maestro

Jonathan Faralli, uno

dei più ricercati di-

datti e solisti italiani.

In quali campi del

sociale avete avuto

modo di operare?

Insegnare musica è

operare nel sociale,

anche se parliamo di

normo dotati; imma-

giniamo allora quan-

to sia importante e

necessario farlo con

i diversamente abili, come

nell’occasione del concerto

del 11 maggio al Mascagni.

Un evento che ha riscosso

entusiasmo e creato emozioni

indelebili. Tengo corsi per

diversamente abili e corsi di

formazione per gli operatori,

in associazioni sovvenziona-

te e riconosciute da enti loca-

li.

Quali sono i prossimi impe-

gni dei soci del Centro?

Nelle prossime settimane

continuerà la carrellata di

Saggi e concerti con la mia

scuola, che ha già visto il

economico, quindi posso

solo dire che è indispensabile

per un corretto ed armonico

sviluppo del genere umano.

Bisognerebbe lottare di più

perché questo si avverasse.

Intervista a cura di

Fabio Figara

Musica e canto

L’intervista a Edy Bodecchi, insegnante dell’Associazione “Centro Studi musicali” di Piombino

Una piccola

grande stella Matilda Canessa, di 7

anni, allieva di Edy,

ha superato le selezio-

ni per accedere allo

Zecchino d'Oro, che

si terrà a Bologna nel

mese di settembre, è

stata chiamata inoltre

a partecipare allo

spettacolo, organizza-

to sempre dallo Zec-

chino, lo scorso 05

maggio a Collodi, do-

ve ha cantato "Un

punto di vista stram-

bo".

Una bella foto durante il concerto dell’11 Maggio

Edy B

odec

chi, (la p

rima in

seconda fila, d

a sinistra), co

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“Centro-Studi-Musicali”

Pagina 14 OMNIBUS

Il mio Myanmar, un paese da scoprire

Viaggi

sto di fotografarci. Molto

probabilmente vedere indivi-

dui dalla carnagione chiara,

diversa da loro è una cosa

molto rara. Nonostante que-

ste diversità ci siamo sentiti

sempre i benvenuti in ogni

luogo del Paese. I Birmani

sono delle persone molto

accoglienti e sorridenti, forse

ancora non comprendono

tutte le cosiddette necessità

occidentali e credo che que-

sto, da una parte, sia un bene:

sono ancora pochi i posti nel

mondo dove non sono arriva-

di Martina Corradi

“… E alla fine capisci che un

viaggio ha un senso solo se,

una volta finito, ti senti più

“pesante”; pesante perché ti

manca quel qualcosa che hai

lasciato lì dove sei stato…”

Per questo ho deciso di scri-

vere la mia esperienza in

Myanmar, in Birmania, un

Paese a me sconosciuto come

a molti altri… Il “Paese delle

mille pagode”. In queste ri-

ghe cercherò di raccontarvi

del mio viaggio, cercando di

farvi percepire ciò che i miei

sensi hanno catturato. Il pri-

mo impatto che ho avuto con

la Birmania è stato nella città

di Yangon. Avevo letto che

la città era molto caotica, ma

la cosa non mi preoccupava

più di tanto, dato che ero già

stata a Bangkok, in Thailan-

dia, una delle città più dina-

miche del sud-est asiatico.

Non avevo calcolato che, a

differenza della Thailandia,

la Birmania è notevolmente

meno sviluppata a livello

industriale ed economico. La

maggior parte dei mezzi di

trasporto non è moderna e

tantomeno la viabilità è ben

gestita, sembra tutto casuale.

E attraversare la strada a

Yangon è una delle cose più

pericolose che abbia mai

fatto!! Per strada circolano

molti mezzi fatiscenti, mezzi

in cui viaggia una mole com-

pressa di persone. Le vie

principali sono occupate da

taxi, macchine private e mez-

zi pubblici che sfrecciano da

ogni angolo della stra-

da, il clacson è utilizza-

to a dismisura e le stri-

sce pedonali sono quasi

inesistenti. In mezzo a

tutto questo traffico e il

susseguirsi di edifici

moderni, palazzi deca-

denti, case coloniali,

baracche e punti di ri-

storo improvvisati, pri-

meggiano pagode dora-

te, una su tutte la

“Shwedago n Zed i

Daw”, uno stupa di 98

metri che domina la

città sopra una collina,

contornato da altri pic-

coli stupa e templi vari.

Questo è un vero spet-

tacolo, soprattutto

quando la luce elettrica scar-

seggia e la pagoda illuminata

s’impone sul paesaggio.

Questo Paese è ancora poco

battuto dal turismo e ti senti

veramente straniero. Infatti,

in visita alla “Golden

Rock” (che è una meta di

pellegrinaggio quasi total-

mente birmano), abbiamo

attirato l’attenzione di tutte le

persone locali: i bambini ci

scrutavano con gli occhi spa-

lancati e curiosi, alcune per-

sone hanno addirittura chie-

te del tutto la tecnologia e la

mentalità moderna. Con que-

sto non intendo dire che sia

inutile o ingiusta, ma tali

differenze ci dovrebbero far

comprendere quanto poco in

realtà basti per avere una vita

“normale” ed essere appaga-

ti.

Ma la città che più mi è rima-

sta impressa è BAGAN, una

città formidabile, viene addi-

rittura paragonata ad Angkor,

in Cambogia, e posso assicu-

rare, dato che ho avuto la

Un viaggio affascinante alla scoperta della Birmania, il “Paese delle mille pagode”

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Una bella foto della Shwedagon

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Pagina 15 OMNIBUS

ricercare le immagini di que-

sti luoghi che in poche righe

non posso descrivervi. Con-

cludo scrivendo che la Bir-

possibilità di visitarla, che è

una meravigliosa costellazio-

ne di templi sparsi in una

stupenda campagna dove la

terra è rossa. Uno spettacolo

unico e affascinante. Al tra-

monto il sole infiamma dol-

cemente tutta la valle: com-

mossa ho respirato quell’aria

piena di storia, che mi ha

riempito il cuore.

Sulla guida della “Lonely

Planet” troviamo scritto a

riguardo: “immaginate tutte

le cattedrali medievali euro-

pee concentrate in un’area

come l’isola di Manhattan:

comincerete a farvi un’idea

delle ambizioni dei re di Ba-

gan”.

Niente da togliere ad altre

località nei dintorni di Man-

dalay, tipo Mingun e Amara-

pura, alla magica atmosfera

del lago Inle con i suoi

“pescatori senza tempo” o

camminare da soli in mezzo

al migliaio di stupa di Shew

Inn Thein Paya. Vi invito a

mania è ancora un Paese

incontaminato da supermer-

cati, da grandi catene multi-

nazionali e da bancomat, che

è un posto tranquillo

dove la gente si prende

il suo tempo, ricco di

tradizioni e dove ci si

può sentire fortunati ad

avere una bicicletta e

sentirsi eleganti indos-

sando un Longyi, una

tipica gonna birmana

ma, soprattutto, dove

camminando in mezzo

ai templi ci si può per-

dere, ma anche ritrova-

re.

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Vista

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Libri

Mazzarino, il “padrino” del Re Sole Martedì 18 giugno, a Castiglioncello (LI), presso la saletta dei Pungenti su Lungomare Colombo

12, "J Libri Café" e "I Pungenti", in collaborazione con ACSI provinciale, si è tenuta la presenta-

zione del libro "Il mistero Mazzarino" di Giuseppe Ferreri.

"Il mistero Mazzarino" di Giuseppe Ferreri, è uno studio che ripercorre la storia del paese di Maz-

zarino, in Sicilia, un paese da cui scaturiscono le nobili origini siculo-normanne-sveve del Card.

Giulio Mazzarino. L’idea di scrivere questo libro nasce da una “curiosità”, ovvero da un articolo,

pubblicato sul quotidiano “La Sicilia” di Catania, con il quale veniva presentato un libro di mada-

me Mazarine Pingeot Mitterand, figlia del ben noto statista francese. Un nome inusuale, quello di

Mazarine, ma anche un possibile indizio che, insieme a un po’ di curiosità, hanno dato vita a questa

ricerca di Giuseppe Ferreri, insegnante di materie tecnico-scientifiche e grande appassionato di

Storia, con la quale ha voluto portare alla luce i possibili legami tra il cardinale Giulio Raimondo Mazzarino, che resse il desti-

no di Francia durante l’infanzia di Luigi XIV, e il suo paese. Un viaggio lungo, che risale dalle origini dei popoli siculi, passan-

do per la nascita della romana Macarina, per affondare le radici dell’origine della famiglia Mazzarino negli anni dei Vespri

siciliani, con interessanti retroscena legati ad avvenimenti storici di rilevanza nazionale e internazionale, curiosità riguardanti

personaggi di rilievo come Federico II di Svevia, e specifici intrecci di temi culturali locali, come nel caso dell’antichissima

devozione per Maria SS. del Mazzaro.

Pagina 16 OMNIBUS

Chebbi. Presenti per l’oc-

casione Paola Bachini e

Franco Marrucci, rispetti-

vamente presidentessa e

responsabile delle attività

sportive del comitato provin-

ciale dell’Unicef, l’Assessore

allo sport Maurizio Bettini e

il presidente dell’ACSI pro-

vinciale Sergio Di Ninno.

L’iniziativa si è svolta

nell’ambito del progetto na-

zionale “Vogliamo Zero”,

una campagna promossa

dall’Unicef per ridurre drasti-

camente la mortalità infanti-

le. «Ogni giorno, nelle zone

più povere del mondo,

muoiono 19mila bambini -

spiega Marrucci - per malat-

tie come diarrea, polmonite,

malnutrizione, morbillo, raf-

freddore, malaria e AIDS.

Non possiamo più permetter-

ci di “stare a guardare”: pur

sapendo di avere delle solu-

zioni concrete per risolvere

questi problemi, il nostro

mondo occidentale sembra

ignorare il problema. Il pro-

getto “Vogliamo Zero” è

Oltre ai tornei organizzati nel

corso dell’anno con l’MSP di

Dario Ghiselli, responsabile

provinciale per conto di vari

Enti (tra cui ricordiamo il

torneo completamente gratui-

to “La Domenica con l’AC-

SI, di cui abbiamo parlato nel

precedente numero di Omni-

bus), molte altre competizio-

ni arricchiscono l’estate li-

vornese. Cominciamo con la

conclusione delle coppe e dei

tornei di lega dell’ACSI di

Rosignano, che ha visto la

squadra G'old 5 Strade vin-

cere il Campionato Rosigna-

no Cup e la Coppa di Le-

ga; la Super Coppa di Lega è

stata invece vinta

dal Ristorante In Gargotta,

mentre la squadra Garibardi

si è aggiudicata la Coppa

Disciplina. Il Capo-

Cannoniere della Rosignano

Cup è stato Clausi Stefano

(Ristorante In Gargotta),

della Coppa di Lega: Bienti-

nesi Francesco del Rossopul-

cino.it, mentre si è aggiudi-

cato il titolo di miglior Por-

tiere Moro Alessandro del

GamePeople Rosignano, e

Miglior Giocatore Marchetti

Giacomo (G'old 5 Strade).

Ma le attività continuano con

il XX trofeo "Citta´ di Rosi-

gnano" 15° Memorial

"Matteo Creatini", organizza-

to in collaborazione con AC-

SI provinciale di Livorno,

nella splendida struttura con

nuova erba sintetica de Le

Pescine, per il calcio maschi-

le e femminile. Eccezional-

mente, per i venti anni di

vita dell´ ACSI a Rosigna-

no, il Comitato ha dato in

OMAGGIO, ad ogni squadra

partecipante alla manifesta-

zione sportiva, l´ ISCRIZIO-

NE GRATUITA al prossimo

campionato ufficiale

2013/2014. Invece, giovedì

11 luglio, presso il comples-

so “A. Picchi” di Banditella,

a Livorno, si sono svolte le

finali di calcetto del

“Mundialito” e del “Torneo

dei Mille per Unicef”, orga-

nizzato dall’associazione

“Palla al Centro” di Hassen

partito da un paio d’anni, e

con esso l’Unicef ha già con-

tributo a diminuire il numero

delle morti, ma ciò non è

sufficiente. Ringraziamo tutti

gli enti e gli organizzatori di

manifestazioni come questa

che ogni anno ci coinvolgono

in queste iniziative, permet-

tendoci di raccogliere fondi

per la nostra campagna.» Per

ogni gara del torneo sono

stati infatti devoluti 3 euro al

comitato Unicef di Livorno.

«Siamo orgogliosi di dare il

patrocinio del Comune di

Livorno per manifestazioni

di alto contenuto sociale co-

me questa - spiega l’assesso-

re allo sport Maurizio Bettini

- nonostante le difficoltà di

questo periodo, ci sono anco-

ra molte attività sportive e

culturali che funzionano,

come un “anticorpo” all’in-

terno di questo male generale

che è la crisi economica.»

Calcio

I tornei di calcetto dell’A.C.S.I. Continuano per tutta l’estate le gare di calcio a 5, a 7 e a 8, con competizioni di alto livello su tutto il territorio

La locandina dell’evento di Rosignano

Il logo

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Segui il calcetto A.C.S.I.

Pagina 17 OMNIBUS

Cultura e Società

La Difesa Civica a Livorno, un’esperienza... Al femminile

ne hanno disciplinato l’istitu-

to esaltandone il ruolo di

garanzia della legalità sostan-

ziale e di tutela non giurisdi-

zionale. Ed è in quanto ga-

rante supremo per l’Ammini-

strazione della legalità che al

Difensore Civico è stata affi-

data la Presidenza del Colle-

gio di Garanzia, organismo

di verifica referendaria, di

conciliazione e di giustizia.

Ma nel corso degli anni que-

sto istituto si è sviluppato

anche sul piano dei “diritti

umani”, con obiettivi orienta-

ti al benessere delle persone

intese nella loro concretezza

ed individualità o in quanto

appartenenti a particolari

categorie e gruppi sociali

(bambini, anziani, rom, …).

Il ruolo del Difensore Civico

Sono intervenute le Difensore

Civiche che hanno svolto

l’importante ruolo nel Comu-

ne di Livorno: Maria Pia Les-

si e Gisella Seghettini, il Di-

fensore Civico della Regione

Toscana Lucia Franchini,

l’Assessore del Comune di

Livorno allo Sviluppo alla

persona Carla Roncaglia, che

ha coordinato i lavori dell’in-

contro, la Dirigente del Dipar-

timento Affari Generali del

Comune di Livorno Graziella

Launaro all’interno della cui

area ha operato la segreteria

della difesa civica.

Il Difensore Civico nel Comu-

ne di Livorno è stato operati-

vo dal 1998 al 2011, anno in

cui è stato soppresso per di-

sposizione di legge, in un’otti-

ca di risparmio e razionalizza-

zione della spesa e degli inter-

venti sul territorio, preveden-

do al suo posto il Difensore

Civico Provinciale (o territo-

riale), che però non è mai

decollato, probabilmente in

considerazione dell’estrema

criticità dello stesso istituto

provinciale. Contraddistingue

l’esperienza livornese l’esser-

si trattato di una conduzione

interamente al femminile sia

nella carica sia nel supporto

tecnico. Credo che questo le

abbia conferito una sua speci-

ficità, una ricchezza e un con-

tributo affettivo ed emoziona-

le che ha valorizzato le rela-

zioni, oltrepassando il cliché

di un ruolo amministrativo

impersonale; prestando parti-

colare attenzione al delicato

momento dell’ascolto del cit-

tadino, fondamentale e pro-

pedeutico al successivo iter

burocratico di trattazione

dell’istanza. Il libro traccia

la storia della difesa civica a

Livorno documentandone

l’attività, fornendo un’anali-

si degli interventi proposti e

realizzati in vari settori

dell’Amministrazione con

dati di sintesi che rendono

l’idea della capillare rete di

rapporti intessuti al servizio

del cittadino.

Le testimo-

nianze di

Maria Pia

Lessi e Gisel-

la Seghettini,

nonché delle

collaboratrici,

forniscono

altresì il qua-

dro emozio-

nale comples-

sivo nel quale

si è calato il

processo am-

ministrativo.

Il legislatore

ha attribuito

al Difensore

Civico la

funzione di

garanzia,

controllo e

verifica del corretto anda-

mento dell’attività ammini-

strativa, per assicurare al

cittadino il rispetto dei suoi

diritti, con l’obiettivo di

contribuire a rendere la Pub-

blica Amministrazione sem-

pre più aperta e trasparente.

Così, ugualmente lo Statuto

e il Regolamento del Comu-

è stato quindi quello “di esse-

re peso sul piatto della bilan-

cia di chi non conta, di dare

voce anche agli esclu-

si” (Maria Grazia Vacchina,

Difensore Civico Regione

Autonoma Valle d’Aosta,

“Relazione 2006”), e la se-

greteria del Difensore Civico

è diventata nei fatti uno spor-

tello unico e polivalente per

il disagio. Chi, come me, ne

ha curato la segreteria (dal

2005 al 2011), ha avuto

l’opportunità di lavorare a

fianco del Difensore Civi-

co, ha ricevuto un effetti-

vo arricchimento sul piano

professionale e umano.

Per il futuro, l’auspicio

che il progetto della Re-

gione, accennato da Lucia

Franchini, di istituzione di

sportelli di difesa civica

sul territorio dei Comuni,

retti e guidati dalla Difesa

Civica Regionale, possa

realizzarsi, in modo da

dare continuità ad un ser-

vizio al cittadino che ha

ben operato in questi anni.

Paola Ceccotti

All’interno del libro trovere-

te i due saggi di Paola Cec-

cotti: capitolo 2.4 “Supporto

alla Difensora Civica (anni

2005-2011), pagina 37; capi-

tolo 3.3, “Le attività della

Difesa Civica nei mandati

dell’Avv. Gisella Seghettini

da marzo 2005 ad agosto

2011”, pagina 73.

Venerdì 19 aprile 2013 nella sala degli Specchi di Villa Mimbelli si è tenuta la presentazione del libro “Le

donne della Difesa Civica”- “un’esperienza al femminile”. Presenti varie autorità del Comune di Livorno

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Pagina 18 OMNIBUS

Il Festival della Carità

Livorno si è presentato lo

stand dell’Associazione La

Funicolare di Francesco

Lamacchia,

insieme al

Gruppo di

Monteroso per

le disabilità e il

Gruppo 3° età

di don Fedele,

tutte di Monte-

nero.

«Abbiamo par-

tecipato molto

volentieri a

questo Festival

della Carità, che

mostra la “Livorno solidale”

- commenta Francesco La-

macchia - con il nostro

stand abbiamo mostrato

tutte le attività, culturali e di

solidarietà, che portiamo

avanti anche in collabora-

zione con il Santuario, e con

la Caritas diocesana stiamo

collaborando attivamente

per il sostegno alle ragazze

madri di Villa Benedetta. È

molto importante mostrare

ai cittadini quante forme di

volontariato esistano in que-

sta città: carità non significa

dare due spiccioli al mendi-

cante che si trova all’angolo

della strada, ma incontrare e

condividere la realtà di un

disagio, di una persona biso-

gnosa, e compiere un cam-

mino di ascolto e di recupe-

ro, insieme.»

FF

“ColoriAmo la Carità” è

stato il titolo di questa se-

conda edizione del Festival

promosso dalla

Caritas diocesa-

na con varie

associazioni di

volontariato, e

con la collabo-

razione della

Diocesi di Li-

vorno, della

Fondazione

Livorno, della

Parrocchia di S.

Jacopo in Ac-

quaviva e

dell’Accademia Navale, e

con il patrocinio del Comu-

ne e della Provincia di Li-

vorno. Un’edizione dedicata

alle famiglie e ai bambini, in

cui non sono mancati, nono-

stante il tempo non sempre

favorevole, numerosi mo-

menti d’intrattenimento per i

più piccoli. Novità di que-

st’anno il concorso omonimo

rivolto alle Scuole livornesi

per disegni e spot video sul

tema della solidarietà e della

carità, che ha visto un’ampia

partecipazione da parte degli

studenti. Per l’A.C.S.I. di

Terzo settore

Sabato 18 e domenica 19 maggio, in Piazza S. Jacopo in Acquaviva si è tenuta la seconda

edizione del Festival della Carità livornese, con varie associazioni del Terzo settore.

Danza

A “todo sabor”, una ker-

messe di balletti per tutti i

gusti

Sabato 29 Teatro Salesiani ore

21, l´a.s.d Meridiani ACSI

Pattydance Livorno e La Nue-

va Luz scuola Flamenco Li-

vorno hanno festeggiato i 25

anni di attività e i 5 anni

dall´apertura della sede di Via

D. Cimarosa 95, con lo Spet-

tacolo dal titolo "A TODO

SABOR" una kermesse di

balletti per tutti i gusti, classi-

co, moderno, tango e flamen-

co, funky e latin. Spettacolo a

cura della maestra e direttrice

artistica Patrizia Vennero, con

la partecipazione di Danza

orientale Karaba´ e Fly Dan-

ceSchool di Pietrasanta.

Patrizia Vennero

Insegnante

I costu

mi d

i scen

a

ACSI Formazione

Il nuovo corso di Pe-

diatric Life Support Il 30 e il 31 Maggio si è tenu-

to a Livorno il nuovo corso di

Primo Soccorso Pediatrico,

organizzato dall’Associazione

europea TEM e Paramedici. Il

corso ha avuto una durata

complessiva di 6 ore. Il PLS è

una procedura di soccorso che

ha come scopo il manteni-

mento in vita di pazienti in età

pediatrica (1-8 anni) e neona-

tale (0-1 anno). Varie le emer-

genze trattate: dall’attacco

epilettico allo shock anafilatti-

co, e molte altre.

Un augurio

da parte di

tutto lo staff

ACSI Livorno a Daniela Di Luigi

per il suo matrimo-

nio!! Daniela, una

delle assistenti di

direzione dell’ACSI

provinciale

(l’abbiamo intervi-

stata su Omnibus n°

6) si è sposata con

Daniele Campi il 20

maggio 2013 alle

Seychelles, esatta-

mente nell’isola di

Mahé!!

Il Comitato

provinciale

Pagina 19 OMNIBUS

Danza

La vittoria della luce e della pace: il balletto “EXCELSIOR”

L’idea. Creato nel 1881 dal

coreografo Luigi Manzotti,

questo è uno storico balletto

italiano ispirato ai principi del

progresso e della pace fra i

popoli. Il balletto ha come filo

conduttore la lotta della Civil-

tà e della Luce contro l’Oscu-

rantismo. Questa forza ostile

che cerca di opporsi con ogni

mezzo alle innovazioni della

scienza e al progresso dell’u-

manità verrà sconfitta. I per-

sonaggi. La Luce: Denise Del

Duchetto; La Civiltà: Sara

Fioretto; L’Oscurantismo:

Lorella Benassi, Elettra Baldi;

La Folgore: Elettra Baldi;

Volta: Anna Anichini, Silvia

Caciagli; Civiltà antiche: allie-

vi corsi avanzati classico e

moderno; Abatjour: allievi

corsi classico 1° e intermedio;

Elettricità: allievi corsi hip

hop intermedio, avanzato e

moderno; Schiavi: allievi

corsi avanzati classico, mo-

derno, hip hop; Deserto:

allievi corsi avanzati classi-

co e moderno; Spagna e

Arabia: allievi corso Classi-

co avanzato; Africa: allievi

corso moderno; Apertura

Cenisio: allievi corso Hip

hop avanzato. La storia.

Siamo a Como nel 1799. Il

genio del male si introduce

nel laboratorio di Alessan-

dro Volta. Lo scienziato

appare deluso, sta conducen-

do i suoi esperimenti sulla

pila senza successo. L’oscu-

rantismo pregusta già la vit-

toria, ma la Luce interviene

ancora una volta in aiuto del

progresso. La pila ora fun-

ziona e

può dare

inizio

all’era

dell’elet-

tricità e

quindi alla

Folgore

nel suo

splendore,

alle ele-

ganti abat-

jour, alle

scintille in

un trionfo

Il 31 maggio e il 1° giugno, nelle sale del Teatro dei Concordi di Campiglia M.ma (LI), il gruppo di

Artedanza si è esibito nel balletto italiano ispirato ai principi del progresso e della pace fra i popoli

di luci e

colori. I

popoli sono

trafitti dalla

schiavitù,

dalla dispe-

razione e

dalla tragi-

ca cattive-

ria dei loro

simili. Ma

interviene

la luce che

con la sua

dolcezza finalmente libera

dalle catene e dalla prigionia

tutti gli schiavi, donando loro

la tanto sognata libertà. Nelle

scene che si susseguono ap-

paiono uomini e donne impe-

gnati nella difficile traversata

del deserto egiziano. La caro-

vana, tormentata dal vento e

dalla sete, è allo stremo delle

forze. L’oscurantismo esulta,

ma la luce fa presagire una

soluzione per gli sventurati

viaggiatori sulla via di Suez.

Ora un ampio canale scorre

fra le dune sabbiose. Si sta

inaugurando una delle più

spettacolari opere ingegneri-

stiche della storia. In scena

rappresentanti da tutto il mon-

do: Spagna, Oriente, Africa,

Francia. La luce con la civiltà

trionfa di nuovo vittoriosa.

L’oscurantismo manifesta

tutta la sua rabbia; giocherà

la sua ultima carta intromet-

tendosi nelle fasi finali del

complesso traforo del Ceni-

sio. Operai e tecnici italiani

stanno ultimando il loro fati-

coso lavoro, ma l’ultima

parete che li divide dai loro

colleghi francesi non crolla.

Dopo lunghi momenti di

sconforto si sente un’esplo-

sione. Finalmente francesi e

italiani possono abbracciarsi

soddisfatti. Luce e Oscuran-

tismo combattono per l’ulti-

ma volta e finalmente il

trionfo della Luce è definiti-

vo. Si festeggia la fratellanza

e la solidarietà tra i popoli in

una coloratissima parata

finale.

Alessandra Ghiandi

Insegnante

I costu

mi d

i scen

a

I costu

mi d

i scen

a

Cinema e Musica

Mare, musica e cinema: al via l’evento “Helix on the Beach” L’Helix Pictures Acsi Club, associazione no profit che produce cinema indipendente, in collaborazione con la gelateria Blue

Ice, giovedì 25 luglio 2013, a Cecina Mare, in via della Vittoria 147, ha organizzato la serata "Helix on the Beach".

Musica Live e proiezioni cinematografiche: l'obiettivo della Helix è quello di promuovere l'attività culturale che svolge nel

campo del Cinema, avvalendosi anche di espressioni culturali diverse come la Musica. Per l'occasione ha proposto, oltre alla

proiezione dei film, dei video prodotti e dei Back-stage, due momenti musicali di primordine: il primo con il gruppo "Lp

Sound of Monday" formazione Cover che nasce dalla voglia di fare FUNKY, ma si espande con piacere anche nel campo

ROCK-SOUL; il secondo momento Musicale è con il gruppo "GARY BALDI BROS" Disco Dance Pure 90', La Cover Band

più acclamata dell'estate 2013, per rivivere i momenti trascorsi nelle discoteche degli anni 90' riproponendo, RIGOROSAMEN-

TE LIVE, i motivi più famosi della Dance dell'epoca in chiave Disco, come venivano proposti nei locali.

Lo staff dell’A.s.d Helix Pictures

Pagina 20 OMNIBUS

OMNIBUS

Rivista dell’ A.C.S.I. di Livorno

Anno III, numero 8, Luglio 2013

Trimestrale

ISSN 2037-1276 (online)

ISSN 2035-9527 (ver. cartacea)

Iscrizione n° 09 dell’11 luglio 2011 al

Tribunale di Livorno

Direttore responsabile

Fabio Figara

In redazione

Sergio Di Ninno, presidente provin-

ciale; Martina Corradi, assistente di

direzione; Fabio Bolognesi, consulente

Sicurezza e Qualità; Myriam Di

Ninno, scrittrice; Daniela Di Luigi,

assistente di direzione; Fabio Franci-

osi, Psicologo e Psicoterapeuta; Anita

Vierucci, assistente di direzione.

Via dei Pelaghi 150, Livorno

Tel: 0586 85 99 32

Cel: 347 768 77 77

Presidenza: [email protected]

Redazione: [email protected]

Sito internet: www.livorno.acsi.it

La presente pubblicazione del Comita-

to provinciale di Livorno dell’A.C.S.I. (Associazione Centri Sportivi Italiani),

ceduta prevalentemente ai propri asso-

ciati, non ha scopo commerciale; suo

unico intento è favorire la conoscenza

della cultura sportiva e non, delle

attività dell’Ente e delle associazioni affiliate A.C.S.I. Livorno, delle comu-

nicazioni del Comitato provinciale e

delle convenzioni per i soci. Tutte le

immagini e le citazioni inserite, quando

non di proprietà dei singoli autori degli

articoli, sono utilizzate per semplice

scopo illustrativo, come da normative vigenti. Hanno contribuito volontaria-

mente alla realizzazione di questo

numero: Marcello Mastrocola, segre-

tario provinciale della CISL, Emiliano

Gronchi, preparatore dei portieri e

organizzatore ACSI; Andrea Del

Seppia e Luana Poli (Lupin Art De-

sign); Isabella Cerchiai, Medico

Veterinario; Michele Montelatici, Sifu

Kung Fu tradizionale; Paola Ceccotti,

scrittrice; lo staff dell’Associazione

Laghetto La Bua e Rifugio del Pe-

scatore; Davide Bassi e Monica Citti

(Aquila Nera); Francesco Lamacchia

(La Funicolare); Andrea Tortora

(negozio Yachting); Alessandra Col-

l a v e r i e D a v i d e L i u t

(L’Acchiappasogni); lo staff dell’Asso-

ciazione Meridiani Pattydance; Edy

Bodecchi (Centro Studi musicali);

Giuseppe Ferreri, scrittore; Hassen

Chebbi (Palla al Centro); Patrizia

Vennero (Meridiani Pattydance);

Alessandra Ghiandi (Artedanza); lo

staff della Helix Pictures; lo staff

dell’Associazione Battlefield City. La versione cartacea è stampata presso il

Centro Tipografico Livornese, Borgo

San Jacopo 63, 57126 Livorno

[email protected]

Giochi di ruolo

Vivere un

videogioco Come vivere un videoga-

me: entrare nel gioco non

è mai stato così facile

È il primo URBAN

WAR GAME per LA-

SERTAG e SOFTAIR

nel quale è possibile gio-

care sia in esterno che in

interno e su due livelli,

su una superficie di 1400

Mq: i soci dell’Associa-

zione affiliata ACSI or-

ganizzano gare e tornei

nel corso di tutto l’anno.

Per il prossimo Ferrago-

sto, è previsto il primo

torneo con i FUCILI AD

ACQUA. Chi volesse

partecipare deve inviare

un sms di adesione al

numero di Battlefield. A

seconda del numero di

partecipanti verranno

stabilite le regole e gli orari di gioco. Per ogni informazione ci

si può rivolgere all’ACSI provinciale di Livorno oppure seguire

il gruppo su Facebook alla pagina “Battlefield City”.

Lo staff di Battlefield City

ATTIVITA’ CONVENZIONATA A.C.S.I. LIVORNO