OMNIBUS 08 - acsilivorno.it · della differenza abissale tra stipendi e indennità tra i ruo- ......
Transcript of OMNIBUS 08 - acsilivorno.it · della differenza abissale tra stipendi e indennità tra i ruo- ......
di Fabio Figara
Roberto Benigni l’ha definita “La più bella del mon-
do”, eppure molti vorrebbero modificarla, ridimensio-
nando principi fondamentali che, dal secondo dopo-
guerra, hanno permesso di impostare il nostro ordina-
mento politico e amministrativo. E di dare voce ai di-
ritti del nostro popolo. E la base fondante della nostra
società e di questi diritti la troviamo nel primo articolo:
il lavoro. Ma oggi proprio questo diritto è minacciato a
causa di crisi economica, di speculazioni e di interessi
di classi privilegiate a discapito della maggioranza
della popolazione. E così troviamo nelle strade giovani
precari (sia nel settore pubblico che privato), personale
mal pagato, con poche tutele o addirittura “al nero”, a
cui vanno aggiunti cassaintegrati e “esodati”; e poi
troviamo artigiani e piccoli commercianti, subissati da
tasse e imposte, che sempre più spesso si trovano costretti a chiudere o a
ridimensionare la propria attività. È un’Italia sofferente, fatta di persone
che arrancano, ma che continuano a combattere, per ritrovare la propria
dignità e il proprio ruolo.
A tutto questo vanno aggiunti sprechi, cattiva amministrazione ed eva-
sione fiscale, che vanno a ingrossare il nostro debito pubblico. E i nostri
talenti migliori restano senza possibilità di esprimere le proprie poten-
zialità o fuggono all’Estero.
A tal proposito abbiamo chiesto di fare un punto della situazione a Mar-
cello Mastrocola, segretario provinciale della CISL nel settore
“Funzione Pubblica”, Comparto Ministeri e Agenzie Fiscali, un passato
nel Ministero della Salute Pubblica e Dirigente Provinciale Organizzato-
re del nostro Ente.
Continua a pag. 2
Prima pagina
*** Visita il nostro sito www.livorno.acsi.it ***
OMNIBUS Rivista dell’ A.C.S.I. provinciale di Livorno - Trimestrale
ISSN 2037-1276 (online) ISSN 2035-9527 (stampato)
Iscrizione n° 09 dell’11 luglio 2011 presso il Tribunale di Livorno
Direttore responsabile: Fabio Figara
Sede e redazione a Livorno, in Via dei Pelaghi 150\152
Telefono: 0586 85 99 32 Cel: 347 768 77 77
[email protected] - [email protected] - [email protected]
Sito www.livorno.acsi.it
08
Luglio 2013
Anno III
acsilivorno
© stillkost - Fotolia.com
Storia e Letteratura: Giovanni Boccaccio 03
Attività istituzionale: Anita e Caterina 06
Amico cavallo, questo (s)conosciuto 07
Le attività convenzionate 10
Psicologia: i bambini e lo sport 11
Viaggi: alla scoperta della Birmania 14
I tornei di calcetto ACSI 16
In evidenza
Fondata sul lavoro Il primo articolo della nostra Costituzione sancisce
l’importanza e la dignità del lavoro. Ma è ancora così?
Pagina 2 OMNIBUS
lavoro e crescita economi-
ca, se ben gestite e poste
sotto i dovuti controlli,
avrebbero potuto traghet-
tare il Paese verso una
nuova fase economica. Ma
i controlli si fanno con
ispettori e personale di
ruolo - dice sorridendo - e
non con pochi dipendenti
o con altri precari.»
Alla mancanza di control-
lo statale, vanno aggiunti
i problemi dell’Impresa
italiana…
«L’imprenditoria italiana
non investe abbastanza
nella ricerca e sposta sem-
pre più capitali e sedi ope-
rative all’estero, evitando
così pressione fiscale, bu-
rocrazia e incertezza
dell’applicazione del dirit-
to in tempi brevi, fattori che
distruggono la nostra tradi-
zione manifatturiera e allon-
tano investitori stranieri.»
In questa situazione il ruolo
del Sindacato può essere
ancora determinante?
«Oggi i Sindacati dovrebbero
essere anzitutto “liberi”, non
dovrebbero cioè mescolarsi
con i partiti. E invece oggi
vediamo molte scelte “di
movimento”: ma quando si
ha sulle spalle la responsabi-
lità di parlare a nome di lavo-
ratori in difficoltà, di disoc-
cupati, di pensionati e di nu-
Marcello, oggi la situazione
è difficile in tutti i settori…
«Oggi crisi economica e la-
vorativa interessano sia il
settore pubblico che privato,
e le motivazioni, spesso, so-
no simili. La differenza sta
nel fatto che, per ragioni
“culturali” e anche di un cer-
to tipo di diffusione mass
mediatica, si è sempre deni-
grata la figura del dipendente
della Pubblica Amministra-
zione, senza però considerare
che il 50% dell’economia
italiana gravita intorno ad
essa, nonostante la privatiz-
zazione in atto di molti uffi-
ci. Ma l’ “Azienda Italia”
funziona anche per merito
loro.»
Quindi settore Pubblico e
Privato, se in equilibrio,
riescono a creare i legami
giusti per formare l’Econo-
mia del Paese.
«Se guardiamo alla Pubblica
Amministrazione, sprechi e
spending review sono
senz’altro da attribuirsi alla
dirigenza, non solo periferi-
ca. Non si può certo control-
lare “dall’alto” ogni singolo
ufficio, ma spesso molti diri-
genti sono sopravvalutati.
Poi ci vorrebbero maggiore
trasparenza e la diminuzione
della differenza abissale tra
stipendi e indennità tra i ruo-
li.»
Sono problemi che risaltano
anche nel settore Privato,
soprattutto quando si tocca-
no aziende di una certa rile-
vanza, creando una discre-
panza che nuoce alla mag-
gior parte dei lavoratori. E a
questo vanno aggiunti di-
soccupazione e precariato.
«Purtroppo in Italia abbiamo
una serie di normative giuste
solo nella teoria, ma che non
hanno sviluppo positivo nella
pratica. Buona flessibilità del
merose famiglie monoreddi-
to, non è pensabile fare
“lotte politiche”, ma bisogna
concentrarsi sulla tutela di
queste persone.»
Ma l’Italia può ancora rial-
zare la testa...
«Lotta agli sprechi, alla cor-
ruzione e alla criminalità
organizzata, investimenti in
ricerca e infrastrutture, e
riforma dei processi, per
riportare gli investimenti nel
nostro Paese, e creare occu-
pazione: un governo
“buono” è quello che riesce
a creare posti di lavoro.»
Due parole sull’associazio-
nismo e sull’ACSI.
«Sono veramente felice di
aver preso parte alle iniziati-
ve di questo Ente. Conosco
il nostro poliedrico e dina-
mico presidente Sergio or-
mai da anni, ma solo recen-
temente, e proprio grazie
all’ACSI, ho potuto scoprire
il ruolo importante che rico-
pre il Terzo settore nel no-
stro Paese, che mi ha spinto
a progettare di aprire a mia
volta, in un prossimo futuro,
un’associazione sportiva
dilettantistica di stampo cul-
turale. In Italia abbiamo una
ricchezza di talenti enorme,
ma che non può esprimersi
come si deve se non tramite
lo sport e la cultura. E queste
meravigliose potenzialità
contribuiranno a farci rina-
scere.»
Il Presidente comunica
Aumento dell’imposta di bollo Con Legge n° 71 del 24 giugno 2013 sono stati fissati i nuovi
importi relativi all’imposta di bollo che, a partire dal 26 giu-
gno 2013, quella da € 1,81 passa ad € 2,00 e quella da €
14,62 passa ad € 16,00.
Sergio Di Ninno
Nella foto in alto, Marcello Mastrocola (a sinistra) con il presidente ACSI provinciale Sergio Di Ninno
Pagina 3 OMNIBUS
Giovanni Boccaccio
partenopea Boccaccio viene
a contatto con i dotti della
Corte di re Roberto d’Angiò
e nasce in lui prepotente la
vocazione poetica ispirata
dall’amore per Maria d’A-
quino che soprannominò
Fiammetta. Forse figlia ille-
gittima del re Roberto, questa
donna riamò Giovanni ma
anche lo dimenticò, procu-
randogli grandi gioie ma
anche forti dispiaceri. Fu per
lei che Boccaccio scrisse
quello che è il primo roman-
zo in prosa della nostra lette-
ratura: “Filocolo” che, con
errata derivazione dal greco,
vorrebbe dire “fatica d’amo-
re” e narra della leggenda di
Florio e Biancofiore che ven-
gono crudelmente separati e
che, dopo molte avventure,
riescono infine a ricongiun-
gersi ed a sposarsi. Sempre
per compiacere la bella
Fiammetta, scrisse un poema
in ottave (era il metro dei
cantari popolari):
“Filostrato” (che significa
“abbattuto dall’amore”) nel
quale esprime tutto il suo
dolore per la lontananza della
donna amata. A questo seguì
un altro poema in ottava rima
intitolato “Teseida”, con cui
Boccaccio intese instaurare
nella lingua volgare la tradi-
zione del poema epico; è
l’ultima opera del periodo
napoletano che Boccaccio
non dimenticò mai perché fu
a Napoli che acquistò un
bagaglio di esperienze, cono-
scendo uomini, costumi, sce-
di Myriam Di Ninno
Di questo grande letterato
trecentesco si conosce per
certo soltanto l’anno di na-
scita, il 1313, e la data esatta
della sua morte avvenuta a
Certaldo nella notte del 21
dicembre 1375, subito dopo
il nefasto evento di un’epide-
mia di peste. E’ dunque que-
sto l’anno del settimo cente-
nario della sua nascita che a
Certaldo, dove visse gli ulti-
mi dieci anni della sua vita,
viene celebrato con ogni
onore e con varie manifesta-
zioni artistiche. Del resto la
piccola città toscana, incu-
neata nella campagna fioren-
tina, da sempre si fregia di
aver dato i natali a questo
letterato che ha dato dignità
letteraria alla prosa del vol-
gare italiano, così come Dan-
te Alighieri e Francesco Pe-
trarca hanno fatto per la poe-
sia. Per gli studiosi della no-
stra lingua, la nascita ufficia-
le della nostra letteratura in
lingua volgare (dal latino
vulgus, cioè popolo) viene
datata nel 1224, anno in cui
San Francesco d’Assisi scris-
se il “Cantico di Frate Sole”,
anche se abbiamo già docu-
menti precedenti - di poesia,
di liturgia ma anche di conta-
bilità - che riportano come la
nostra prosa volgare nacque
grazie ai volgarizzamenti e ai
rifacimenti di testi latini o
francesi: poeti, traduttori e
compilatori duecenteschi,
infatti, nello sforzo di diffon-
dere tra il popolo incolto (che
di latino poco o niente cono-
sceva) il sapere, i racconti, le
storie, le memorie e gli avve-
nimenti anche contempora-
nei, introducevano nelle loro
traduzioni espressioni e for-
me sintattiche e lessicali co-
nosciute e parlate dal popolo.
Nel corso del Trecento la
lingua latina continuò ad
essere la lingua dell’alta cul-
tura, nonostante l’espansione
interrotta e fortunata del vol-
gare al cui successo contri-
buirono particolarmente i
capolavori dei tre grandi del
secolo: la “Divina Comme-
dia” di Dante Alighieri, il
“Canzoniere” di Francesco
Petrarca e il “Decameron” di
Giovanni Boccaccio, opere
tutte che concorsero anche
alla affermazione ed al pri-
mato del volgare toscano su
tutti gli altri volgari della
penisola. Giovanni Boccac-
cio nasce dunque nel giugno
o luglio del 1313 a Firenze o
forse a Certaldo oppure a
Parigi, dove si era trasferito
il padre naturale Boccaccio o
Boccaccino di Chelino, mer-
cante certaldese, dipendente
della banca dei Bardi, che
desiderava avviare il figlio
alla sua stessa professione.
Fanciullo fu condotto a Fi-
renze e poi a Napoli dove
c’era una succursale dei Bar-
di e dove, oltre agli impegni
mercantili, si dedica senza
interesse agli studi di diritto
canonico. Nello splendido
scenario naturale della città
Letteratura
Una serie di eventi ricorda i 700 anni dalla nascita dell’autore
del Decamerone. Sulle pagine di Omnibus ripercorriamo la sua storia
nari e ambienti splendidi e
pittoreschi che successiva-
mente sarebbero comparsi
nelle sue opere; fu in quegli
anni che strinse amicizia con
giovani nobili con i quali
partecipava alla lieta e spen-
sierata vita di corte, nello
splendido e indimenticabile
scenario del golfo, delle cam-
pagne e delle marine della
città. Nel 1340 la banca dei
Bardi subisce un crollo fi-
nanziario che provoca un
grave dissesto economico del
padre del Boccaccio che per-
ciò dovette lasciare Napoli
per trasferirsi a Firenze e
adattarsi alle ristrettezze del-
la casa paterna. Autodidatta,
la sua formazione letteraria
cui attese nel periodo napole-
tano fu varia e disordinata:
dai poeti stilnovisti e Dante
ai volgarizzamenti dei ro-
manzi francesi, ai cantari,
alle ballate popolari, ai poeti
latini. Nel mentre cercava di
trovarsi una sistemazione
indipendente presso il signo-
re di Ravenna prima e presso
quello di Forlì poi, Boccac-
cio continua la sua fervida
attività letteraria con altre
opere: “Ninfale d’Ameto”,
“Amorosa visione”, “Elegia
di Madonna Fiammetta”,
“Ninfale fiesolano”. Tale
attività culminerà tra il 1348
e il 1351 con la composizio-
ne del “Decameron”.
Nel 1350 Boccaccio conobbe
Francesco Petrarca che gli
riaccese l’amore per gli studi
classici e con cui strinse,
In alto, a destra: Andrea del Castagno, Giovanni Boccaccio, particolare del volto, Galleria degli Uffizi (FI). L’immagine è tratta dal sito ufficiale del Museo www.casaboccaccio.it
Pagina 4 OMNIBUS
nosce le debolezze parteci-
pando di esse e sorridendone,
pur apprezzando le qualità di
un animo nobile; ma mentre
Dante attende solo alla vita
spirituale e ci indica come
giungere a Dio, Boccaccio si
occupa esclusivamente della
vita terrena, di cui coglie
magistralmente tutti gli
aspetti, dai più comici ai più
drammatici, dai più bassi ai
più nobili. Fu per questo che
il “Decameron” fu definito
“’umana commedia” per
contrapporlo a quella
“divina” dell’Alighieri. Il
“Decameron” è una raccolta
di cento novelle scritte in
prosa in volgare italiano tra il
1349 e il 1351. Il titolo le
viene proprio perché dieci
sono i giorni in cui vengono
raccontate dieci novelle da
ciascuno dei dieci giovani
(sette donne e tre uomini)
che si erano rifugiati fuori
Firenze per scampare alla
peste (dal greco antico déka,
cioè dieci, ed heméra, cioè
giorno, “decameron” signifi-
ca, perciò, “di dieci giorna-
te”, ossia “novelle di dieci
giornate”). Molte novelle,
spesso umoristiche e con lati
erotici, dimostrano come
l’intelligenza o la furbizia
permettono a chi ne fa uso di
potersi salvare in ogni amba-
scia, facendosi beffe dei cru-
deli o degli schiocchi. In
molte altre Boccaccio pre-
senta l’amore come una forza
irresistibile, motrice di ogni
avvenimento umano, passan-
do da novelle decisamente
oscene dove esso non è che
istinto a quelle in cui l’amore
diventa sentimento struggen-
te, amore devoto, eroico e
assoluto. Altrettanto impor-
tante è il posto occupato in
queste novelle dalla fortuna,
un’entità misteriosa che può
l’anno successivo, un’amici-
zia che durò per tutta la vita.
Sotto l’influsso del Petrarca,
rivedeva i propri ideali e
interessi culturali alla luce di
una responsabilità educativa
delle lettere e della loro es-
senziale funzione di civiliz-
zazione dell’umanità. Sono
di questo periodo le opere
latine quali: “La genealogia
degli dei”, “La vita di donne
famose” e “Biografie di uo-
mini illustri”. Dopo la com-
posizione del “Decameron”,
Boccaccio deve affrontare
una crisi morale e religiosa
che raggiunge negli anni
1362-1364 il punto più dram-
matico: era nato in lui il pen-
timento per i trascorsi giova-
nili e il conseguente accen-
dersi di una fervida religiosi-
tà. Scriverà ancora in volgare
intorno al 1364 un romanzo:
“Corbaccio”, una violenta
invettiva contro le donne.
Sempre in volgare compose
le “Rime” che scrisse nel
corso della vita. Un’opera
dottrinaria in quindici libri, la
“Genealogia deorum genti-
lium” (“Genealogia degli dei
pagani”), ripercorre e illustra
i miti degli antichi, spiegan-
done i significati morali ed
allegorici. Negli ultimi due
libri di quest’opera espone la
propria concezione della
poesia che, per lui, è simile
alla teologia, perché, attra-
verso le sue favole, rivela
verità universali che spingo-
no l’uomo a riconoscere i
valori morali e lo elevano
verso l’eterno e Dio. Questa
nozione della poesia-teologia
e del poeta teologo ebbe
enorme fortuna nella cultura
europea fino alla seconda
metà del secolo XV. Questa
stessa nozione della poesia-
teologia Boccaccio la svolge-
va nel “Trattatello in laude di
Dante”, scritto in volgare,
forse tra il 1357 e il 1362: è
il primo scritto biografico-
critico su Dante; con esso
Boccaccio iniziava la tradi-
zione della critica dantesca.
Quando Boccaccio nac-
que, Dante aveva quarantotto
anni. Quando Boc-
caccio intraprese la
composizione del
“Decameron”,
Dante era morto da
un quarto di secolo.
Tuttavia, la
“Divina Comme-
dia” e il
“Decameron” sem-
brano essere stati
scritti in epoche
lontanissime l’una
dall’altro, non ri-
scontrando in que-
st’ultimo l’alta
religiosità dell’al-
tra: Dante ha verso
la vita uno sguardo
severo, il Boccac-
cio mostra invece
indulgenza verso
l’uomo di cui co-
capovolgere situazioni, offri-
re o togliere beni e amori. La
società rappresentata è quella
della storia italiana ed euro-
pea fra l’XI e il XIV secolo
e, prevalentemente, quella
dell’età comunale caratteriz-
zata dalle crociate, dalle lotte
dei Comuni contro l’impero,
dall’ascesa e dall’affermazio-
ne della potenza mercantile
fiorentina facendo da sfondo
o da protagonisti, sovrani,
pontefici, principi e signori;
troviamo anche filosofi, arti-
sti e poeti. Nella realtà rap-
presentata da Boccaccio ap-
pare inoltre una varia folla di
mercanti, contadini, frati,
monache, artigiani, donne di
ogni livello sociale e di ogni
condizione. Raramente Boc-
caccio inventa i fatti narrati.
La grandezza del Boccaccio,
come è stato detto dai critici,
non sta nei fatti narrati, ma
nella sua attitudine a reinven-
tarli, ad interpretare in essi
ed a rappresentare concrete
esperienze umane, ricono-
scendo dentro ogni storia i
caratteri interni delle creature
e proponendo in ogni vicen-
da il concreto rapporto tra
individuo e società, fra istinti
e costume, fra condiziona-
mento della natura di ognuno
e condizionamento ambienta-
le, il significato e la misura
di ogni esperienza. Salvatore
Battaglia definì il
“Decameron” il romanzo
della società, perché ogni
novella non è un frammento
di vita, ma una esperienza
esemplare, una prova della
straordinaria varietà e com-
plessità del vivere. Boccac-
cio ha creato con il
“Decameron” una prova de-
corosa dal punto di vista let-
terario, divenuta modello
autorevole nella nostra tradi-
zione letteraria.
La più antica immagine di Giovanni Boccaccio (sec. XIV).
L’originale, proveniente dalla Casa di Boccaccio
(Certaldo), è conservato nel Palazzo dei Giudici e dei Notai
di Firenze. L’immagine è tratta dal sito ufficiale del Museo
www.casaboccaccio.it
Pagina 5 OMNIBUS
Lupin Art Design:
creatività, fantasia
e grande passione!
metto. Ogni pezzo creato è
unico, e spesso, su richiesta,
vengono utilizzati e adattati i
ritagli di vecchi fumetti, an-
che di collezioni degli anni
‘60… Così, il mobiletto or-
mai inutilizzato, diventa an-
che prezioso. Luana predilige
i fumetti di Diabolik, mentre
Andrea, diplomato in un isti-
tuto d’arte, è appassionato di
Lupin, da cui prende il nome
l’associazione. «Calcolare
l’impegno, in termini di ore,
per decorare un mobile è
impossibile - spiega Luana -
dipende molto dalle condi-
zioni del materiale e dalla
conformazione.» Infatti, mol-
to spesso, i vecchi mobili in
legno devono essere prima
trattati per poter procedere
alla decorazione.
di Martina Corradi Se vi capita di possedere dei
vecchi mobili che non hanno
seguito l’evoluzione dei vo-
stri gusti, oppure non sono
più trendy, non buttateli
via… Andrea Del Seppia e
Luana Poli da qualche anno
portano avanti una passione,
quella dei fumetti, e tramite
l’Associazione “Lupin Art
Design” sono riusciti a pilo-
tare questo amore per le vi-
gnette.
Tornati da un viaggio
a New York, dove
avevano notato il ban-
cone di un negozio di
giocattoli rivestito di
alcune strisce di fumetti,
è nata l’idea di recupera-
re vecchi mobili, creando
una nuova tendenza. E
così, armati di buona vo-
lontà, ritagli di fumetti,
carta, colla, resine e
quant’altro, hanno ridato
vita ad un vecchio baule
che possedevano da anni.
L’idea ha avuto così tanto
successo che non hanno po-
tuto più smettere: infatti sono
molti i soci che affidano nel-
le loro mani mobili ormai in
disuso, e Andrea e Luana,
con la loro creatività, fanno
“rivivere” qualsiasi arreda-
mento, scegliendo accurata-
mente il tipo di fu-
Scelta minuziosa dei decori e
creatività hanno dato i loro
frutti: infatti lo scorso anno
sono stati chiamati dal Mu-
seo del Fumetto di Milano
per la rassegna del 50° anni-
versario dell’Uomo Ragno
per esporre una loro creazio-
ne (abbiamo parlato dell’an-
niversario di Spider-Man nel
numero 5 Omnibus, ndr).
Sono molte le soddisfazioni
così come numerose le affi-
liazioni di nuovi soci. Il loro
progetto futuro è quello di
poter mettere in mostra un
giorno le loro creazioni, e noi
attenderemo l’evento per
poter vedere tutte insieme le
loro opere nate da questa
meravigliosa attività ricreati-
va.
Attività ricreative
Andrea e Luana, con la loro creatività, fanno
“rivivere” qualsiasi arredamento. Con i fumetti.
Alcune delle opere realizzate dai soci dell’A.s.d. Lupin Art Design
“lupin.artdesign”
An
drea
Del S
epp
ia e L
uan
a P
oli
Pagina 6 OMNIBUS
serietà e competenza con cui
viene erogato.»
Caterina: «Visti gli ultimi
sviluppi, siamo certe che
l'attenzione con cui tutto lo
staff segue la vita delle asso-
ciazioni porterà sempre mag-
giori successi.»
Due parole sul Presidente
Di Ninno...
Anita: «Il Presidente Sergio
Di Ninno E'... l'ACSI. La sua
In questo numero di Omni-
bus abbiamo intervistato
Anita e Caterina, volontarie
all’interno del nostro Comi-
tato provinciale a fianco del
Presidente Di Ninno.
Come avete conosciuto
l'ACSI? Da quanto tempo
ne fate parte?
Anita: «Abbiamo conosciuto
l'ACSI vedendo in giro per la
città numerosi circoli affiliati
a questa sigla, ma soprattutto
sentendone parlare dal suo
Presidente che abbiamo co-
nosciuto tanti anni fa.»
Caterina: «Ne facciamo parte
attiva come dirigenti provin-
ciali organizzatori dal 2010,
anno dell’inaugurazione del-
la nuova sede».
Di cosa vi occupate?
Anita: «Dell'accoglienza di
chi si rivolge a noi per la
costituzione di un’associa-
zione, seguendone le proce-
dure per l'affiliazione, sup-
portando le associazioni già
affiliate, il tesseramento e i
dirigenti provinciali organiz-
zatori nelle loro necessità...»
Caterina: «… E abbiamo così
l'opportunità di seguire la
vita associazionistica nel
momento di maggior afflusso
nella sede provinciale dove è
sempre presente il Presiden-
te.»
Se doveste fare un bilancio
dell'anno appena trascorso,
nonostante la crisi, come lo
definireste? E come vedete,
quindi, il nuovo anno sporti-
vo?
Anita: «Nonostante la crisi lo
possiamo definire più che
positivo per l'ACSI anche per
le tante e nuove affiliazioni
che ci sono state, frutto spes-
so del passaparola, per la
qualità del servizio e della
passione e la sua competenza
in materia circolistica, conso-
lidata negli anni di attività ,è
innegabile!»
Caterina: «Chi assiste alle
sue “lezioni” rimane sempre
coinvolto e soddisfatto di
tutte le spiegazioni che ven-
gono fornite e che supporta-
no in tutte le esigenze speci-
fiche ogni associazione!»
Intervista a cura di
Fabio Figara
L’attività istituzionale
Madre e figlia si occupano dell’accoglienza e del tesseramento delle associazioni nel nostro Ente
Le procedure di affiliazione: intervista “doppia”a
Anita Vierucci e Caterina Sardelli
Associazionismo
Gira una spot video con RadioLivorno.tv A tutte le Associazioni ACSI che si iscriveranno o rinnoveranno l' iscrizione per la nuova stagione sportiva 2013-2014, diamo
la possibilità di poter essere inseriti con uno spot video del proprio circolo all' interno della programmazione giornaliera dell'e-
mittente radiolivorno.tv (emittente web legata all' ACSI), inclusa la realizzazione video con foto oppure con riprese video se
già in possesso dal circolo interessato, e il tutto con minimo contributo associativo. Lo spot avrà una frequenza giornaliera di 4
passaggi giornalieri e il logo del circolo sarà inserito come main partner all'interno del sito www.radiolivorno.tv per tutta la
durata della stagione sportiva. Per informazioni segreteria ACSI Livorno oppure www.radiolivorno.tv
Piero Ciantelli - Radiolivorno.tv
Nella
foto
, da sin
istra, S
ergio
Di N
inn
o, A
nita
Vieru
cci e C
aterin
a S
ard
elli
Pagina 7 OMNIBUS
to”, a base di cereali), che a
sua volta genera un aumento
dell'acidità del sangue perché
non adeguatamente smaltito
con l'attività fisica); 3) il
cavallo si annoia, diventando
sempre più nervoso e intrat-
tabile o inizia a manifestare
stereotipie, ossia comporta-
menti anomali di tipo osses-
sivo-compulsivo, nel tentati-
vo di ovviare a tutto quel
tempo che in natura avrebbe
trascorso mangiando e spo-
standosi. Queste manifesta-
zioni di stress e disagio, pos-
sono a loro volta provocare
ulteriori problemi fisici (vedi
il ticchio d'appoggio, patolo-
gia equina famosa per i più
navigati). Non ultimo, la
segregazione in box (che io
considero al pari di una pri-
gione), impedisce al cavallo
l'interazione con i suoi simili,
con ulteriore carico di stress
e frustrazione per un animale
sociale che in natura vive in
branco.
Quindi, come si può capire,
bisognerebbe iniziare a scon-
volgere dalla base i tradizio-
nali sistemi di detenzione e
gastrico, ossia
dotato di un solo
stomaco, possie-
de però un com-
plesso sistema
intestinale, popo-
lato fra l'altro da
batteri e protozoi
che “digeriscono
per lui” certe
sostanze. Questo
complesso siste-
ma in natura
funziona ininter-
rottamente, in
quanto il cavallo
pascola la mag-
gior parte del
giorno mentre si
muove, cammi-
nando lentamen-
te e scegliendo i vegetali più
adatti alle sue esigenze. La
vita in cattività ha portato
delle alterazioni dei normali
ritmi di alimentazione del
cavallo, nonché della qualità
del cibo a sua disposizione:
in pratica per comodità degli
uomini, i cavalli vengono
stabulati in box per numerose
ore (quando va bene) o 24
ore addirittura, e gli vengono
somministrati 2-3 pasti al
giorno. Si può facilmente
intuire come una drastica
diminuzione delle ore impie-
gate a masticare, porti a tre
principali conseguenze: 1)
nel tempo che intercorre fra
un pasto e l'altro lo stomaco
continua a produrre gli acidi
che servono a digerire l'erba
(e se non trovano cibo nello
stomaco, iniziano a provoca-
re lesioni fino all'ulcera); 2)
molto spesso l'alimentazione
è basata su “standard” che
non riflettono l'attività del
cavallo, per cui vengono
somministrate erbe troppo
energetiche (es: erba medica)
o viene aggiunto del mangi-
me (detto anche concentra-
management del cavallo, se
vogliamo garantirgli una vita
degna per la sua natura. Co-
me? Semplice: lasciando a
disposizione per ogni anima-
le un “tot” di metri quadri
per muoversi, magari su un
terreno erboso che funga
anche da pascolo… E avere
la possibilità di interagire
con i suoi conspecifici.
Purtroppo per fattori quali lo
spazio, il numero di operatori
a disposizione, i rischi di
incidenti fra cavalli o altri
problemi, in molti preferisco-
no rinchiudere in box e quin-
di “maltrattare” (anche se per
la sottoscritta tale termine
non dovrebbe essere messo
fra virgolette) questi splendi-
di animali trincerandosi die-
tro la scusa “i cavalli si son
sempre tenuti così”... E infat-
ti “son sempre più richiesti
gli interventi veterinari, e
quindi finisce che per rispar-
miare prima pagate poi”,
aggiungerei io, a scapito dei
miei personali interessi eco-
nomici.
Altro mito da sfatare: i ca-
valli che dormono in pie-
Cavalli
Amico cavallo, questo (s)conosciuto Vivere con i cavalli: consigli e accorgimenti per vivere in armonia con questi bellissimi animali
Purtroppo essere veterinario
a volte si scontra con il senti-
re frasi del tipo: “ Ho sempre
avuto cavalli e so io cosa fa
bene o male a loro”, “Mio
zio che alleva cavalli mi ha
detto che per le coliche serve
il salasso”, e quando va peg-
gio: “La mia famiglia ha
cavalli da generazioni, che ne
volete sapere voi veterinari
di come si tengono i caval-
li...”, per non parlare di tradi-
zioni che si perpetuano da
secoli nella gestione di questi
animali, troppo spesso vitti-
me di ignoranza e pressappo-
chismo.
Nel mio piccolo, anche se
con difficoltà, non riesco a
trattenermi nel cercare di
educare i proprietari, vecchi
o giovani, alle prime armi o
“esperti” che siano, alla ge-
stione e convivenza con que-
sto splendido animale.
Allora mi piacerebbe appro-
fittare di questo spazio per
sfatare alcuni miti e introdur-
re alcune conoscenze, per lo
più di base, sui cavalli, visto
che mi è capitato purtroppo
di leggere “maccheroniche”
inesattezze anche su siti in-
ternet che sarebbero dedicati
al cavallo, ma che peccano di
lacune e erronee “certezze”,
dovute a dicerie, o tramanda-
te di scuderia in scuderia,
tipico problema cui si trova a
far fronte un veterinario mo-
derno.
Cercherò di essere schemati-
ca e semplice, senza abusare
di termini tecnici proprio
perchè l'intento è quello di
farmi capire da tutti: non me
ne vogliano gli addetti ai
lavori.
Cominciamo dall'alimenta-
zione, ma anche da alcuni
concetti circa il normale rit-
mo di vita di un cavallo allo
stato libero: erbivoro mono-
I cavalli, co
me i ca
ni, a
doran
o le c
occo
le!
Nella
foto
, da sin
istra, S
ergio
Di N
inn
o, A
nita
Vieru
cci e C
aterin
a S
ard
elli
Pagina 8 OMNIBUS
ha la possibilità di vedervi
bene, ossia di girare la testa e
tranquillizzarsi vedendo che
“siete solo voi” e non un
pericolo. Qualunque cosa
dobbiate fare intorno a un
cavallo, è farvi notare da lui
continuamente, ad esempio
“parlandogli” con calma e
con toni bassi e comunque
MAI facendo movimenti e
rumori improvvisi. Come per
il cane, anche nel cavallo il
principale metodo per cono-
scere l’ambiente e chi gli sta
intorno è odorarlo: fatevi
quindi annusare anche se lì
per lì la vicinanza col suo
enorme naso può intimorirvi.
Se provate lentamente a al-
lungare una mano e accarez-
zarlo sul naso, proverete una
sensazione piacevolissima
dovuta alla sua pelle morbida
e calda… E sarà più facile
fare amicizia. Sempre rispet-
tando i suoi tempi, però: se
allungando la mano verso di
lui vedete che si ritrae, non
insistete… Magari provate ad
avvicinarvi, sempre con len-
tezza, al suo collo: ricordate
che i cavalli adorano le grat-
tatine sotto la criniera!!
Isabella Cerchiai Medico Veterinario
Specialista in Medicina e
Chirurgia del cavallo [email protected]
di… NON E' VERO: o me-
glio, non è corretto. Infatti
possono raggiungere uno stato
di profondo rilassamento stan-
do in piedi, alternando l’ap-
poggio in modo da scaricare
alcune gambe. Ma per dormi-
re come lo si intende in senso
proprio, ossia comprendendo
la fase REM, si sdraiano.
Idem per partorire. C'è poi la
questione meteorologica.
Spesso fatico a convincere i
proprietari a tenere all'aperto i
loro animali quando fa freddo,
piove o nevica. In realtà spes-
so “umanizziamo” gli animali,
attribuendo loro “gioie e dolo-
ri” tipici della nostra specie
senza considerare le reali ne-
cessità di QUELLA specie di
cui ci occupiamo. Molti ani-
mali infatti, se sani, lasciati
liberi di infoltire e allungare
naturalmente il pelo, soffrono
molto poco il freddo e le in-
temperie. Piuttosto hanno
meno difese nei confronti del
calore e dell'irraggiamento
solare. Infatti è più facile rice-
vere notizie di cani morti in
auto parcheggiate sotto il sole
o di cavalli esausti a fine cor-
sa d'estate (altra cosa che li
obblighiamo a fare, se fosse
per loro correrebbero in altri
momenti) piuttosto che morti
di freddo, come invece accade
a noi umani.
Consigli per un approccio
con i cavalli. Per quanto
riguarda chi teme il cavallo,
poiché lo vede grosso, lo
voglio tranquillizzare: se
avesse cognizione della sua
potenza non si farebbe sotto-
mettere come invece acca-
de…Purtroppo per lui e per
fortuna per noi, questo ani-
male in natura è una preda,
per cui è molto timoroso. In
presenza di un pericolo, vale
la regola delle “tre effe”:
dall’inglese, Flight, Freeze
or Fight. Perciò la prima
reazione che può avere un
cavallo che si trova di fronte
a un potenziale “nemico” è
di scappare (flight), immobi-
lizzarsi (freeze) e solo se
non ha vie di scampo e mes-
so alle strette, attaccare
(fight). C’è anche da dire
che non tutti i cavalli, come
per gli esseri umani, hanno
lo stesso carattere. Ci potrà
essere quello più coraggioso,
quello più scontroso… Ma
nessuno sarà mai un vigliac-
co: gli animali reagiscono
alle offese, non offendono
gratuitamente. Né si vendi-
cano a posteriori del male
ricevuto. Per quanto riguar-
da il “pericolo” di stare die-
tro al loro posteriore, lo è
solo se il cavallo vi percepi-
sce come minaccia, quindi:
se fate gesti o rumori im-
provvisi, e comunque se non
Cinofilia
Cani da Soccorso al La-
ghetto La Bua
Non solo pesca sportiva
presso la struttura di Via
dell’Uliveta ma, soprattut-
to, amore per gli animali
Domenica 30 giugno, l´asd
Laghetto La Bua e l´asd Il
Rifugio del Pescatore, in
collaborazione con Centro
Cinofilo "Gli amici di
Afef”, hanno organizzato
una grande manifestazione
che ha visto impegnati i
cani da soccorso della Po-
lizia di Stato e della Prote-
zione Civile. Il programma
è stato il seguente: alle ore
11 prove di salvataggio in
Acqua, con Ass. nazionale
Polizia di Stato e Nucleo
protezione civile di Pisa;
alle ore 15 illustrazione
delle modalità d’impiego
dei cani da soccorso; ore
16.30 prove di Agility.
A seguire rinfresco e festa
nello splendido scenario
del Laghetto La Bua di
Livorno.
Lo staff del Laghetto
La lo
can
din
a d
ell’even
to
Arti marziali
Allenamenti estivi
di Kung Fu Continuano i corsi di arti marziali della Gong Fu
Traditional Institute per tutta l´estate, sul lungo-
mare di Antignano, dalle 19.30 alle 21.30, ogni
martedì e giovedì. Si ricorda che l’insegnante
della Scuola è disponibile anche a corsi di
“apprendimento a distanza”, con lezioni indivi-
duali e/o di gruppo, effettuate presso una delle
nostre sedi o in una località da concordare, che vi
guideranno dal livello Principiante al livello
Avanzato del nostro programma. Per info:
[email protected]; tel.: 348-3763514 Sifu Michele Montelatici
Pagina 9 OMNIBUS
L’Associazione “Aquila Nera”
va vivere e
relazionar-
si con la
natura del
cavallo in
completa armonia. Oggi sulle
colline Livornesi del Gabbro
spesso si vedono galoppare
cavalli liberi assieme a me e
ai miei allievi che hanno
imparato tale tecnica. Infatti
Monica Citti, nel 2006, ab-
biamo costituito l'associazio-
ne Aquila Nera che ha lo
scopo di divulgare la Monta
Indiana. "la tecnica del cuo-
re", tramite lezioni e corsi
per tutti coloro che si voglio-
no approcciare ad una tecni-
ca completamente diversa
dalle monte tradizionali. Le
lezioni per i principianti sono
singole in modo da appren-
dere sia il linguaggio del
cavallo che la tecnica, e per
imparare anche le varie re-
spirazioni meditative che
servono per creare tale ap-
proccio. In oltre per coloro
che volessero entrare in ma-
niera più profonda alla cono-
scenza di tale filosofia di
vita, è stata riconosciuta e
costituita una scuola di for-
mazione di 3 anni suddivisa
in 7 fine settimane, ed uno
stage di una settimana, dove
verrà appreso tutto quello
che l'anziano Dakota mi tra-
smise. Lo scopo è divulgare
un'equitazione fuori dai ca-
noni tradizionali, dove tutti
possano apprendere e divul-
gare tale insegnamento. Inol-
tre l'associazione ha lo scopo
di salvare i cavalli che sa-
Di certo se uno pensa ai mi-
gliori cavalieri che siano mai
esistiti al mondo subito la
memoria corre agli Indiani
d'America conosciuti nei
numerosi film (tra cui “Balla
con i lupi”) dove si vedevano
galoppare a pelo senza morso
né redini né sella, a caccia di
bisonti o in battaglia contro
le giacche blu. In tutta la
Storia, tra l'evoluzione
dell'uomo dal Neolitico ad
oggi, l'Uomo si è sempre
relazionato con la violenza e
la costrizione con il cavallo,
e soltanto in un breve perio-
do questo rapporto distorto si
è interrotto, ovvero quando
gli Indiani delle grandi pia-
nure incontrarono il cavallo,
animale che non era presente
nel loro territorio ma era
stato introdotto dai Conqui-
statori. Grandi conoscitori
della natura circostante in cui
vivevano, da cui traevano la
loro sussistenza e da cui di-
pendeva la loro sopravviven-
za, avevano codificato il lin-
guaggio di tutti gli esseri con
cui erano in relazione, en-
trandoci in contatto anche
spirituale. Perciò nel momen-
to in cui il cavallo entrò nella
loro vita anche di lui fu estra-
polato il suo codice di lin-
guaggio facendo un percorso
completamente diverso ri-
spetto a quello che avveniva
prima, cioè di “umanizzare”
l'animale e di costringerlo
con la coercizione ai coman-
di. Ovvero un processo di
“animalizzazione” dove con
l'animale cavallo si compor-
tavano da suo pari sino a
divenirne il loro capobranco,
creando un rapporto simbio-
tico che perdurava per tutta
la vita; come nel film
“Avatar” il drago sceglieva
l'essere per sempre, anche il
cavallo in questo caso accet-
tava di vivere con l'indiano
affidandosi completamente a
lui, dove solo il respiro era il
mezzo di partenza e di fer-
mata. All'età di 17 anni,
quando ero in Australia per
motivi di studio, incontrai un
anziano Dakota (Siux) che
per tutto il tempo in cui rima-
se in quella terra selvaggia
mi trasmise quella conoscen-
za ancestrale di come si pote-
rebbero abbattuti per pro-
blemi caratteriali ed una vol-
ta comprati a peso di carne
vengono recuperati con tale
tecnica ed inseriti in un con-
testo di stato semi-brado do-
ve poi verranno usati per le
lezioni ed anche per percorsi
di Ippoterapia. Per coloro
che hanno poi imparato a
cavalcare Aquila Nera offre
la possibilità di avere un ca-
vallo dei loro “in fida” al
prezzo di costo del manteni-
mento (compreso cibo, vete-
rinario, pareggiatura degli
zoccoli, dentista ecc.). Una
volta che un allievo prende
un cavallo in fida o entra nel
programma di adozione a
distanza, per coloro che vo-
lessero sostenere l'associa-
zione, si può salvare un altro
cavallo dalla morte certa. Per
tutto ciò che viene fatto sia-
mo stati spesso invitati ai
programmi della Rai “La vita
in diretta” o di Canale 5
“L'arca di Noè”, e molti quo-
tidiani nazionali hanno parla-
to delle nostre attività.
Davide Bassi
Presidente Aquila Nera
Info e contatti:
Podere Savalano, 55 57016 Loc.
Gabbro - Rosignano Marittimo (LI)
Tel. +39 349 5037091 Monica Citti
Tel. +39 338 4580758 David Bassi
Email: [email protected]
Equitazione
www.aquilanerahorses.com
Nata nel 2006, l’Associazione di Davide Bassi e Monica
Citti ha lo scopo di divulgare la tecnica della Monta Indiana
“aquilanerahorses”
Pagina 10 OMNIBUS
Attività convenzionata ACSI
Il negozio Yachting
Navigatori, bussole, boe,
catene, ancore, fornelli, cor-
de e molto altro: nel negozio
Yachting di Andrea Tortora, sugli Scali Novi Lena 31/33,
si possono trovare accessori
e oggettistica di ogni tipo
per imbarcazioni di piccole e
medie dimensioni, in vendita
al banco e on-line dal sito
www.yachtinglivorno.com.
Andrea inizia la sua espe-
rienza nel mondo della nau-
tica lavorando nella ditta del
padre, la M.T.F. Italia di via
Verga, che si occupa di rac-
corderia idraulica di primo
impianto per i cantieri nauti-
ci da più di trent’anni.
Dopo cinque anni di duro
lavoro, nel gennaio 2010
decide di aprire in proprio
questa attività. Recentemen-
te ha deciso di continuare ad
investire in questo progetto,
trasferendosi di fronte al
cantiere Azimut Benetti.
Una scelta coraggiosa in un
momento non certo facile
per tutta l’economia. In par-ticolare, negli ultimi anni, il
mondo della cantieristica ha
visto una flessione di circa
l’80%: ciò è dovuto in parte
alla crisi, ma anche a norma-
tive che non hanno di certo
aiutato il settore. «Livorno è
una buona piazza - spiega
Andrea - ma è composta, per
la maggior parte, da proprie-
tari di piccole imbarcazioni, che hanno il rimessaggio e il
posto barca soprattutto lun-
go i fossi e fanno parte di
realtà associative locali, qua-
li il Circolo della Pesca o il
circolo del moletto “Nazario
Sauro”. Molti di loro, tra cui
alcuni miei clienti abituali, a
causa della crisi hanno perso
il lavoro e hanno dovuto,
ovviamente, vendere la bar-
ca e rinunciare a molte altre
passioni. A questi vanno
aggiunti i membri degli
equipaggi degli yacht di
medie e grandi dimensioni,
in netto calo se non quasi
“scomparsi”.»
Infatti, in tutta Italia, i porti
turistici risentono dell’appli-
cazione della cosiddetta
“tassa di stazionamento” (in
seguito corretta con “tassa di
possesso”), in vigore dal 1°
maggio 2012 con il decreto
“Salva Italia”, con la quale è
stata tassata la proprietà di
imbarcazioni, auto di lusso e
aerei.
«Una volta applicata da noi,
la Corsica ha subito abolito
la tassazione sulle imbarca-
zioni, e i suoi moli si sono
letteralmente riempiti.
Quando uno yacht attracca,
resta alcuni giorni nel porto
per il rimessaggio. In quel
seppur breve periodo, gli
equipaggi acquistano mate-
rie prime, accessori e fre-
quentano bar, ristoranti e
negozi. Questo, ad oggi,
manca, e grava enormemen-
te sul settore. Un esempio
per tutti è la situazione del
nuovo porto turistico di Ro-
signano: un’ottima struttura,
ma svuotata. Inoltre questo
tipo di tassazione ha finito
per interessare solo una mi-
nima parte di tutti i posses-
sori d’imbarcazioni, poten-
dosi applicare soltanto alle
barche immatricolate, ovve-
ro a quelle con lunghezza
superiore ai 10 metri: in pra-
tica, gli introiti per lo Stato
si sono rivelati molto esi-
gui.» Oltre a questo si ag-
giungono i problemi legati a
studi di settore, a politiche
fiscali e a burocrazia locale
che spesso mettono in diffi-
coltà i piccoli imprenditori:
tassazione in base a previ-
sioni di vendita «impossibili
da valutare a priori», tasse
sulle giacenze di magazzino invendute (in particolare per
il settore nautico) e difficoltà
burocratiche legate ad ogni
tipo di pratica amministrati-
va. «Quando decisi di aprire
l’attività ci vollero quattro o
cinque mesi per avere auto-
rizzazioni e allacciamenti -
continua Andrea – senza
parlare dei costi che com-
porta l’espletamento di que-ste pratiche; a questi vanno
aggiunte spese varie, come
la fiscalizzazione del regi-
stratore di cassa. Una volta
aperta l’attività, ci vuole un
po’ di tempo per
“ingranare”, e nel frattempo
si sostengono spese di affitto
Cambio di sede per il già noto negozio di articoli per
imbarcazioni, all’insegna di esperienza e intraprendenza. A
dispetto di crisi economica, normative e tassazione esasperanti.
e di fornitori. E poi ancora
tasse, come la TOSAP, che
chiamo la “tassa sull’ombra”
della tenda, e le spese per la
tenuta di conti bancari, per il
POS e molte altre. E quando
ho deciso di trasferirmi in
questa nuova struttura, ho
dovuto praticamente rifare
tutto dall’inizio. Purtroppo
tutte queste difficoltà grava-
no sulle attività dedite al
piccolo commercio. E in un
momento come questo, è difficile a volte riuscire a
ritrovarsi uno stipendio a
fine mese. Speriamo viva-
mente che le amministrazio-
ni pubbliche, a cominciare
dall’alto, facciano un passo
indietro e rivalutino norme e
regole per far ripartire l’eco-
nomia. Nel frattempo, noi
artigiani, commercianti e
piccoli imprenditori stiamo
già operando attivamente
per vincere questa sfida».
Intervista a cura di
Fabio Figara
ATTIVITA’ CONVENZIONATA A.C.S.I. LIVORNO
L’in
terno d
ell’attiv
ità co
nven
zion
ata
Pagina 11 OMNIBUS
rare delle strategie, nuove e
anche diverse da quelle uti-
lizzate in famiglia, per af-
frontare le diverse situazioni.
Osservando i bambini che
fanno sport, si ha modo inol-
tre di valutare dai loro atteg-
giamenti, dalle dinamiche
interpersonali che stabilisco-
no e dal modo in cui comuni-
cano, gli eventuali problemi
di socializzazione ed i modi
in cui gestiscono situazioni
ansiogene o frustranti, come
ad esempio l’ansia prima
della gara. Lo sport diventa
quindi un ambiente di rilievo
per l’osservazione e la segna-
lazione alle famiglie di even-
tuali problematiche relazio-
nali e di sviluppo dei loro
bambini.
La collaborazione da parte
delle famiglie è altrettanto
indispensabile. I genitori
Si sa, lo sport ha un ruolo
cruciale nello sviluppo psico-
logico dei bambini, al pari di
tutte le esperienze in cui i
piccoli umani vengono coin-
volti durante i primi anni di
vita. Può divenire un mo-
mento di grande libertà, in
cui i bambini possono ricari-
carsi, canalizzare la propria
vitalità, godere del piacere di
mettersi in gioco, ed anche
sfidare i propri limiti ed im-
parare a non demordere di
fronte alle difficoltà. In tutto
questo, allenatori e istruttori
hanno l’opportunità di diven-
tare un valido supporto anche
educativo nell’affiancare i
bambini nel loro delicato
percorso di crescita. Come?
Adottando un approccio psi-
cologico alle attività sportive
ed affiancandolo a quello più
tecnico, specifico di ogni
disciplina. Lo sport
per i bambini deve
necessariamente
diventare uno spa-
zio per crescere, per
conoscere se stessi
e per imparare a
stare insieme agli
altri, ed ogni disci-
plina sportiva è
ricca di spunti edu-
cativi e di strategie
che possono risulta-
re utili nella vita di
tutti i giorni. Gli
adulti di riferimento
possono contribuire
cercando di cogliere
le esigenze dei
bambini, piuttosto
che spingerli a sod-
disfare i bisogni
propri del mondo adulto,
facendo attenzione a non
farsi condizionare dalle pres-
sioni dell’ambiente sociale,
che impongono di ottenere
risultati a tutti i costi, di
emergere e primeggiare. Bi-
sogna poi tener presente che
il bambino che fa sport mette
in campo gli stessi comporta-
menti con cui affronta le
situazioni della vita, le delu-
sioni, le sconfitte, i momenti
di gioia. L’intervento dell’al-
lenatore assume importanza
perché ha il potere, in questa
fase di vita di maggior
“plasticità”, di modellare
queste strategie, offrendo
esempi di comportamenti da
cui i bambini possono pren-
dere spunto. In particolare,
osservando le reazioni
dell’allenatore i bambini
hanno l’opportunità di impa-
devono essere consapevoli
che l’allenatore diventa gioco
forza per i loro figli un punto
di riferimento educativo im-
portante. Pertanto dovrebbe-
ro facilitare questo rapporto,
ad esempio stando attenti ai
giudizi che esprimono, non
ponendosi in competizione,
non sostituendosi a lui, fa-
cendo in generale attenzione
alle proprie reazioni prima
durante e dopo l’attività
sportiva, lasciando che il
bambino crei le sue relazioni
di fiducia con gli altri adulti
e bambini presenti nel conte-
sto sportivo di cui fa parte.
La qualità dell’ambiente che
si viene a creare intorno
all’attività sportiva è impor-
tante al pari della stessa. Un
ambiente sereno, accogliente,
dove predomini la chiarezza,
dove fra gli adulti di riferi-
mento non ci siano
fraintendimenti,
critiche, tensioni
eccessive, dove le
dinamiche negative
fra l’allenatore ed i
genitori siano op-
portunamente con-
trollate, è fonda-
mentale perché il
momento dello
sport diventi per i
bambini un momen-
to positivo di svi-
luppo del proprio
potenziale.
Fabio Franciosi Psicologo e
Psicoterapeuta [email protected]
Psicologia dello sport
Bambini, crescete con lo sport Allenatori e istruttori come valido supporto educativo nel percorso di crescita dei bambini
CONVENZIONE RISERVATA AI SOCI A.C.S.I.
L’in
terno d
ell’attiv
ità co
nven
zion
ata
Pagina 12 OMNIBUS
Benvenuti a “L’Acchiappasogni”
quali siamo sicuri di poter
avere del materiale a nor-
ma.» Ma non è stato certo
facile poter aprire una ludo-
teca di questo tipo in un
periodo di crisi come quello
attuale, in cui la base della
nostra società, la famiglia, è
in gravi difficoltà. «Qui ci
confrontiamo con famiglie
livornesi e non, ma ci tro-
viamo molto bene con tutti.
Purtroppo scorgiamo anche
molti problemi all’interno
delle coppie: genitori divor-
ziati, ragazze-madri abban-
donate, padri separati e per-
sone disoccupate o afflitte
da vari problemi privati
portano i propri figli qui; i
bambini con genitori divisi
presentano spesso notevoli
carenze affettive, che si
ripercuotono nel rapporto
con i coetanei. Fortunata-
È ormai da un anno un pun-
to di ritrovo importante per
molte famiglie dei quartieri
nord livornesi, un posto
sicuro dove far divertire i
propri figli in totale sicurez-
za: è l’Associazione ACSI
“L’Acchiappasogni”! Mol-
tissime sono le attività che
gli animatori organizzano
ogni giorno per i loro pic-
coli associati: giochi di
gruppo, feste di complean-
no, attività fisica, musica,
canto e animazione.
«Da molto tempo progetta-
vamo di aprire e gestire un
luogo rivolto ai bambini -
racconta Alessandra Colla-
veri, responsabile dell’As-
sociazione - l’idea ci venne
durante una festa di com-
pleanno di un bambino a
cui fummo invitati. L’amo-
re per i piccoli ha poi fatto
il resto. In seguito decidem-
mo di affiliarci all’ACSI
dopo aver sentito alcuni
amici già affiliati, e ci sia-
mo trovati benissimo. Il
parco giochi lo abbiamo
chiamato
“L’acchiappasogni” perché
riteniamo che questa realtà
debba rappresentare un so-
gno, sia per noi operatori
che per tutti i nostri piccoli
associati. È bellissimo lavo-
rare con loro, e scorgere
come, nell’era tecnologica e
di internet, sappiano ancora
divertirsi con semplicità.»
Nella struttura sono presen-
ti gonfiabili, playground
colorati, tappeti, saltarelli e
molte altre attrazioni, anche
per i ragazzi più “grandi. Le
attività vengono divise per
tipo e per età dei parteci-
panti, anche grazie all’aiuto
dell’animatrice Alice Del
Greco. «Abbiamo puntato
tutto su qualità, pulizia e
sicurezza - spiega Davide
Liut, socio di Alessandra -
perché i bambini devono
giocare in un am-
biente adatto a
loro e alle proprie
esigenze, in tutta
tranquillità. Pro-
prio per questo
stiamo molto at-
tenti anche al re-
perimento dei gon-
fiabili e degli altri
giochi, evitando
gli acquisti su in-
ternet e affidando-
ci piuttosto a for-
nitori conosciuti
ed esperti, con i
mente, essendo pur sempre
dei bambini, l’innocenza e
la voglia di giocare prendo-
no poi il sopravvento. Sia-
mo felici di poter offrire
loro degli attimi di sereni-
tà.» Approfittando della
stagione estiva, Alessandra
e David hanno avviato tutta
una serie di nuove attività,
quali laboratori di disegno,
di decoupage, giochi di
gruppo e molte altre. Ap-
profittando dell’ampio piaz-
zale di cui dispongono,
stanno progettando di orga-
nizzare delle feste dedicate
ai bambini affetti da disabi-
lità, perché «ogni bambino
ha il diritto di divertirsi e di
sognare».
Fabio Figara
Attività per bambini
Il parco giochi di via Pera è un luogo in cui si divertono ben 400 bambini
“L’acchiappasogni” Alessandra Collaveri e Davide Liut
Il logo d
ell’A
ssocia
zion
e
Du
e bam
bin
i gio
can
o co
n i g
on
fiab
ili
Informazioni:
Alessandra 329.2562929 Davide 328.0507356
e-mail: [email protected]
Pagina 13 OMNIBUS
«La musica è un patrimonio dell’umanità»
coro “Dreams” e il coro “ I
ragazzi dell’arcobaleno“ del
centro “La Provvidenza”
prodursi in uno spettacolo
serale (il 25 maggio) presso
il Rivellino di Piombino.
Subito dopo ho iniziato una
tournée in Grecia.
Che messaggio avete per
coloro che decidono di vive-
re per la musica?
La musica è un patrimonio
dell’umanità e come tale
dovrebbe essere vissuta,
ascoltandola o producendola,
e da parte di tutti, al di là di
ogni aspetto commerciale ed
Com’è cominciata la passio-
ne per la musica?
La mia formazione è classi-
ca, ho iniziato a studiare
quando ancora ero una bam-
bina, affascinata dalla chitar-
ra e dal pianoforte.
Quali sono i tuoi settori di
specializzazione?
Successivamente ho studiato
organo con il maestro Boc-
caccio, flauto traverso con il
maestro Rossi dell’Istituto
Mascagni di Livorno, canto
con il maestro Sebastian
Korn, mi sono perfezionata
in didattica della musica e
musicoterapia seguendo corsi
e specializzazioni in varie
città italiane e straniere. Ho
completato il mio percorso di
studi conseguendo il titolo di
Master Teacher in tecnica
vocale presso Estill voice
International a Pittsbourgh
U.S.A.
Qual è il tuo rapporto con la
musica?
La musica non è solo un la-
voro, ma è un aspetto indi-
spensabile della vita, un mo-
do di vedere la realtà con
occhi diversi, di rapportarsi
con gli altri e con il mondo.
Quali sono i riconoscimenti
più importanti che hai avu-
to?
Ho vinto concorsi e borse di
studio, ma i veri riconosci-
menti che sento tali sono stati
per la fondazione e direzione
per trent’ anni del Centro
Studi Musicali di Piombino,
che ancora oggi esiste, otte-
nendo riconoscimenti per il
mio operato e la bravura de-
gli studenti, da Istituzioni
locali nazionali e radiotelevi-
sive. Da qualche anno con
assiduità è in atto una siner-
gia con l’Istituto
Mascagni ed in par-
ticolare con la classe
di strumenti a per-
cussione del maestro
Jonathan Faralli, uno
dei più ricercati di-
datti e solisti italiani.
In quali campi del
sociale avete avuto
modo di operare?
Insegnare musica è
operare nel sociale,
anche se parliamo di
normo dotati; imma-
giniamo allora quan-
to sia importante e
necessario farlo con
i diversamente abili, come
nell’occasione del concerto
del 11 maggio al Mascagni.
Un evento che ha riscosso
entusiasmo e creato emozioni
indelebili. Tengo corsi per
diversamente abili e corsi di
formazione per gli operatori,
in associazioni sovvenziona-
te e riconosciute da enti loca-
li.
Quali sono i prossimi impe-
gni dei soci del Centro?
Nelle prossime settimane
continuerà la carrellata di
Saggi e concerti con la mia
scuola, che ha già visto il
economico, quindi posso
solo dire che è indispensabile
per un corretto ed armonico
sviluppo del genere umano.
Bisognerebbe lottare di più
perché questo si avverasse.
Intervista a cura di
Fabio Figara
Musica e canto
L’intervista a Edy Bodecchi, insegnante dell’Associazione “Centro Studi musicali” di Piombino
Una piccola
grande stella Matilda Canessa, di 7
anni, allieva di Edy,
ha superato le selezio-
ni per accedere allo
Zecchino d'Oro, che
si terrà a Bologna nel
mese di settembre, è
stata chiamata inoltre
a partecipare allo
spettacolo, organizza-
to sempre dallo Zec-
chino, lo scorso 05
maggio a Collodi, do-
ve ha cantato "Un
punto di vista stram-
bo".
Una bella foto durante il concerto dell’11 Maggio
Edy B
odec
chi, (la p
rima in
seconda fila, d
a sinistra), co
n i su
oi a
llievi
Du
e bam
bin
i gio
can
o co
n i g
on
fiab
ili
“Centro-Studi-Musicali”
Pagina 14 OMNIBUS
Il mio Myanmar, un paese da scoprire
Viaggi
sto di fotografarci. Molto
probabilmente vedere indivi-
dui dalla carnagione chiara,
diversa da loro è una cosa
molto rara. Nonostante que-
ste diversità ci siamo sentiti
sempre i benvenuti in ogni
luogo del Paese. I Birmani
sono delle persone molto
accoglienti e sorridenti, forse
ancora non comprendono
tutte le cosiddette necessità
occidentali e credo che que-
sto, da una parte, sia un bene:
sono ancora pochi i posti nel
mondo dove non sono arriva-
di Martina Corradi
“… E alla fine capisci che un
viaggio ha un senso solo se,
una volta finito, ti senti più
“pesante”; pesante perché ti
manca quel qualcosa che hai
lasciato lì dove sei stato…”
Per questo ho deciso di scri-
vere la mia esperienza in
Myanmar, in Birmania, un
Paese a me sconosciuto come
a molti altri… Il “Paese delle
mille pagode”. In queste ri-
ghe cercherò di raccontarvi
del mio viaggio, cercando di
farvi percepire ciò che i miei
sensi hanno catturato. Il pri-
mo impatto che ho avuto con
la Birmania è stato nella città
di Yangon. Avevo letto che
la città era molto caotica, ma
la cosa non mi preoccupava
più di tanto, dato che ero già
stata a Bangkok, in Thailan-
dia, una delle città più dina-
miche del sud-est asiatico.
Non avevo calcolato che, a
differenza della Thailandia,
la Birmania è notevolmente
meno sviluppata a livello
industriale ed economico. La
maggior parte dei mezzi di
trasporto non è moderna e
tantomeno la viabilità è ben
gestita, sembra tutto casuale.
E attraversare la strada a
Yangon è una delle cose più
pericolose che abbia mai
fatto!! Per strada circolano
molti mezzi fatiscenti, mezzi
in cui viaggia una mole com-
pressa di persone. Le vie
principali sono occupate da
taxi, macchine private e mez-
zi pubblici che sfrecciano da
ogni angolo della stra-
da, il clacson è utilizza-
to a dismisura e le stri-
sce pedonali sono quasi
inesistenti. In mezzo a
tutto questo traffico e il
susseguirsi di edifici
moderni, palazzi deca-
denti, case coloniali,
baracche e punti di ri-
storo improvvisati, pri-
meggiano pagode dora-
te, una su tutte la
“Shwedago n Zed i
Daw”, uno stupa di 98
metri che domina la
città sopra una collina,
contornato da altri pic-
coli stupa e templi vari.
Questo è un vero spet-
tacolo, soprattutto
quando la luce elettrica scar-
seggia e la pagoda illuminata
s’impone sul paesaggio.
Questo Paese è ancora poco
battuto dal turismo e ti senti
veramente straniero. Infatti,
in visita alla “Golden
Rock” (che è una meta di
pellegrinaggio quasi total-
mente birmano), abbiamo
attirato l’attenzione di tutte le
persone locali: i bambini ci
scrutavano con gli occhi spa-
lancati e curiosi, alcune per-
sone hanno addirittura chie-
te del tutto la tecnologia e la
mentalità moderna. Con que-
sto non intendo dire che sia
inutile o ingiusta, ma tali
differenze ci dovrebbero far
comprendere quanto poco in
realtà basti per avere una vita
“normale” ed essere appaga-
ti.
Ma la città che più mi è rima-
sta impressa è BAGAN, una
città formidabile, viene addi-
rittura paragonata ad Angkor,
in Cambogia, e posso assicu-
rare, dato che ho avuto la
Un viaggio affascinante alla scoperta della Birmania, il “Paese delle mille pagode”
La B
irman
ia v
ista co
n G
oo
gle E
arth
Una bella foto della Shwedagon
La G
old
en R
ock
I Pesca
tori sen
za tem
po
Pagina 15 OMNIBUS
ricercare le immagini di que-
sti luoghi che in poche righe
non posso descrivervi. Con-
cludo scrivendo che la Bir-
possibilità di visitarla, che è
una meravigliosa costellazio-
ne di templi sparsi in una
stupenda campagna dove la
terra è rossa. Uno spettacolo
unico e affascinante. Al tra-
monto il sole infiamma dol-
cemente tutta la valle: com-
mossa ho respirato quell’aria
piena di storia, che mi ha
riempito il cuore.
Sulla guida della “Lonely
Planet” troviamo scritto a
riguardo: “immaginate tutte
le cattedrali medievali euro-
pee concentrate in un’area
come l’isola di Manhattan:
comincerete a farvi un’idea
delle ambizioni dei re di Ba-
gan”.
Niente da togliere ad altre
località nei dintorni di Man-
dalay, tipo Mingun e Amara-
pura, alla magica atmosfera
del lago Inle con i suoi
“pescatori senza tempo” o
camminare da soli in mezzo
al migliaio di stupa di Shew
Inn Thein Paya. Vi invito a
mania è ancora un Paese
incontaminato da supermer-
cati, da grandi catene multi-
nazionali e da bancomat, che
è un posto tranquillo
dove la gente si prende
il suo tempo, ricco di
tradizioni e dove ci si
può sentire fortunati ad
avere una bicicletta e
sentirsi eleganti indos-
sando un Longyi, una
tipica gonna birmana
ma, soprattutto, dove
camminando in mezzo
ai templi ci si può per-
dere, ma anche ritrova-
re.
La B
irman
ia v
ista co
n G
oo
gle E
arth
Vista
di B
agan
I Pesca
tori sen
za tem
po
Libri
Mazzarino, il “padrino” del Re Sole Martedì 18 giugno, a Castiglioncello (LI), presso la saletta dei Pungenti su Lungomare Colombo
12, "J Libri Café" e "I Pungenti", in collaborazione con ACSI provinciale, si è tenuta la presenta-
zione del libro "Il mistero Mazzarino" di Giuseppe Ferreri.
"Il mistero Mazzarino" di Giuseppe Ferreri, è uno studio che ripercorre la storia del paese di Maz-
zarino, in Sicilia, un paese da cui scaturiscono le nobili origini siculo-normanne-sveve del Card.
Giulio Mazzarino. L’idea di scrivere questo libro nasce da una “curiosità”, ovvero da un articolo,
pubblicato sul quotidiano “La Sicilia” di Catania, con il quale veniva presentato un libro di mada-
me Mazarine Pingeot Mitterand, figlia del ben noto statista francese. Un nome inusuale, quello di
Mazarine, ma anche un possibile indizio che, insieme a un po’ di curiosità, hanno dato vita a questa
ricerca di Giuseppe Ferreri, insegnante di materie tecnico-scientifiche e grande appassionato di
Storia, con la quale ha voluto portare alla luce i possibili legami tra il cardinale Giulio Raimondo Mazzarino, che resse il desti-
no di Francia durante l’infanzia di Luigi XIV, e il suo paese. Un viaggio lungo, che risale dalle origini dei popoli siculi, passan-
do per la nascita della romana Macarina, per affondare le radici dell’origine della famiglia Mazzarino negli anni dei Vespri
siciliani, con interessanti retroscena legati ad avvenimenti storici di rilevanza nazionale e internazionale, curiosità riguardanti
personaggi di rilievo come Federico II di Svevia, e specifici intrecci di temi culturali locali, come nel caso dell’antichissima
devozione per Maria SS. del Mazzaro.
Pagina 16 OMNIBUS
Chebbi. Presenti per l’oc-
casione Paola Bachini e
Franco Marrucci, rispetti-
vamente presidentessa e
responsabile delle attività
sportive del comitato provin-
ciale dell’Unicef, l’Assessore
allo sport Maurizio Bettini e
il presidente dell’ACSI pro-
vinciale Sergio Di Ninno.
L’iniziativa si è svolta
nell’ambito del progetto na-
zionale “Vogliamo Zero”,
una campagna promossa
dall’Unicef per ridurre drasti-
camente la mortalità infanti-
le. «Ogni giorno, nelle zone
più povere del mondo,
muoiono 19mila bambini -
spiega Marrucci - per malat-
tie come diarrea, polmonite,
malnutrizione, morbillo, raf-
freddore, malaria e AIDS.
Non possiamo più permetter-
ci di “stare a guardare”: pur
sapendo di avere delle solu-
zioni concrete per risolvere
questi problemi, il nostro
mondo occidentale sembra
ignorare il problema. Il pro-
getto “Vogliamo Zero” è
Oltre ai tornei organizzati nel
corso dell’anno con l’MSP di
Dario Ghiselli, responsabile
provinciale per conto di vari
Enti (tra cui ricordiamo il
torneo completamente gratui-
to “La Domenica con l’AC-
SI, di cui abbiamo parlato nel
precedente numero di Omni-
bus), molte altre competizio-
ni arricchiscono l’estate li-
vornese. Cominciamo con la
conclusione delle coppe e dei
tornei di lega dell’ACSI di
Rosignano, che ha visto la
squadra G'old 5 Strade vin-
cere il Campionato Rosigna-
no Cup e la Coppa di Le-
ga; la Super Coppa di Lega è
stata invece vinta
dal Ristorante In Gargotta,
mentre la squadra Garibardi
si è aggiudicata la Coppa
Disciplina. Il Capo-
Cannoniere della Rosignano
Cup è stato Clausi Stefano
(Ristorante In Gargotta),
della Coppa di Lega: Bienti-
nesi Francesco del Rossopul-
cino.it, mentre si è aggiudi-
cato il titolo di miglior Por-
tiere Moro Alessandro del
GamePeople Rosignano, e
Miglior Giocatore Marchetti
Giacomo (G'old 5 Strade).
Ma le attività continuano con
il XX trofeo "Citta´ di Rosi-
gnano" 15° Memorial
"Matteo Creatini", organizza-
to in collaborazione con AC-
SI provinciale di Livorno,
nella splendida struttura con
nuova erba sintetica de Le
Pescine, per il calcio maschi-
le e femminile. Eccezional-
mente, per i venti anni di
vita dell´ ACSI a Rosigna-
no, il Comitato ha dato in
OMAGGIO, ad ogni squadra
partecipante alla manifesta-
zione sportiva, l´ ISCRIZIO-
NE GRATUITA al prossimo
campionato ufficiale
2013/2014. Invece, giovedì
11 luglio, presso il comples-
so “A. Picchi” di Banditella,
a Livorno, si sono svolte le
finali di calcetto del
“Mundialito” e del “Torneo
dei Mille per Unicef”, orga-
nizzato dall’associazione
“Palla al Centro” di Hassen
partito da un paio d’anni, e
con esso l’Unicef ha già con-
tributo a diminuire il numero
delle morti, ma ciò non è
sufficiente. Ringraziamo tutti
gli enti e gli organizzatori di
manifestazioni come questa
che ogni anno ci coinvolgono
in queste iniziative, permet-
tendoci di raccogliere fondi
per la nostra campagna.» Per
ogni gara del torneo sono
stati infatti devoluti 3 euro al
comitato Unicef di Livorno.
«Siamo orgogliosi di dare il
patrocinio del Comune di
Livorno per manifestazioni
di alto contenuto sociale co-
me questa - spiega l’assesso-
re allo sport Maurizio Bettini
- nonostante le difficoltà di
questo periodo, ci sono anco-
ra molte attività sportive e
culturali che funzionano,
come un “anticorpo” all’in-
terno di questo male generale
che è la crisi economica.»
Calcio
I tornei di calcetto dell’A.C.S.I. Continuano per tutta l’estate le gare di calcio a 5, a 7 e a 8, con competizioni di alto livello su tutto il territorio
La locandina dell’evento di Rosignano
Il logo
Un
icef
Un
mom
ento
delle p
remia
zio
ni co
n il P
residen
te AC
SI D
i Nin
no
Segui il calcetto A.C.S.I.
Pagina 17 OMNIBUS
Cultura e Società
La Difesa Civica a Livorno, un’esperienza... Al femminile
ne hanno disciplinato l’istitu-
to esaltandone il ruolo di
garanzia della legalità sostan-
ziale e di tutela non giurisdi-
zionale. Ed è in quanto ga-
rante supremo per l’Ammini-
strazione della legalità che al
Difensore Civico è stata affi-
data la Presidenza del Colle-
gio di Garanzia, organismo
di verifica referendaria, di
conciliazione e di giustizia.
Ma nel corso degli anni que-
sto istituto si è sviluppato
anche sul piano dei “diritti
umani”, con obiettivi orienta-
ti al benessere delle persone
intese nella loro concretezza
ed individualità o in quanto
appartenenti a particolari
categorie e gruppi sociali
(bambini, anziani, rom, …).
Il ruolo del Difensore Civico
Sono intervenute le Difensore
Civiche che hanno svolto
l’importante ruolo nel Comu-
ne di Livorno: Maria Pia Les-
si e Gisella Seghettini, il Di-
fensore Civico della Regione
Toscana Lucia Franchini,
l’Assessore del Comune di
Livorno allo Sviluppo alla
persona Carla Roncaglia, che
ha coordinato i lavori dell’in-
contro, la Dirigente del Dipar-
timento Affari Generali del
Comune di Livorno Graziella
Launaro all’interno della cui
area ha operato la segreteria
della difesa civica.
Il Difensore Civico nel Comu-
ne di Livorno è stato operati-
vo dal 1998 al 2011, anno in
cui è stato soppresso per di-
sposizione di legge, in un’otti-
ca di risparmio e razionalizza-
zione della spesa e degli inter-
venti sul territorio, preveden-
do al suo posto il Difensore
Civico Provinciale (o territo-
riale), che però non è mai
decollato, probabilmente in
considerazione dell’estrema
criticità dello stesso istituto
provinciale. Contraddistingue
l’esperienza livornese l’esser-
si trattato di una conduzione
interamente al femminile sia
nella carica sia nel supporto
tecnico. Credo che questo le
abbia conferito una sua speci-
ficità, una ricchezza e un con-
tributo affettivo ed emoziona-
le che ha valorizzato le rela-
zioni, oltrepassando il cliché
di un ruolo amministrativo
impersonale; prestando parti-
colare attenzione al delicato
momento dell’ascolto del cit-
tadino, fondamentale e pro-
pedeutico al successivo iter
burocratico di trattazione
dell’istanza. Il libro traccia
la storia della difesa civica a
Livorno documentandone
l’attività, fornendo un’anali-
si degli interventi proposti e
realizzati in vari settori
dell’Amministrazione con
dati di sintesi che rendono
l’idea della capillare rete di
rapporti intessuti al servizio
del cittadino.
Le testimo-
nianze di
Maria Pia
Lessi e Gisel-
la Seghettini,
nonché delle
collaboratrici,
forniscono
altresì il qua-
dro emozio-
nale comples-
sivo nel quale
si è calato il
processo am-
ministrativo.
Il legislatore
ha attribuito
al Difensore
Civico la
funzione di
garanzia,
controllo e
verifica del corretto anda-
mento dell’attività ammini-
strativa, per assicurare al
cittadino il rispetto dei suoi
diritti, con l’obiettivo di
contribuire a rendere la Pub-
blica Amministrazione sem-
pre più aperta e trasparente.
Così, ugualmente lo Statuto
e il Regolamento del Comu-
è stato quindi quello “di esse-
re peso sul piatto della bilan-
cia di chi non conta, di dare
voce anche agli esclu-
si” (Maria Grazia Vacchina,
Difensore Civico Regione
Autonoma Valle d’Aosta,
“Relazione 2006”), e la se-
greteria del Difensore Civico
è diventata nei fatti uno spor-
tello unico e polivalente per
il disagio. Chi, come me, ne
ha curato la segreteria (dal
2005 al 2011), ha avuto
l’opportunità di lavorare a
fianco del Difensore Civi-
co, ha ricevuto un effetti-
vo arricchimento sul piano
professionale e umano.
Per il futuro, l’auspicio
che il progetto della Re-
gione, accennato da Lucia
Franchini, di istituzione di
sportelli di difesa civica
sul territorio dei Comuni,
retti e guidati dalla Difesa
Civica Regionale, possa
realizzarsi, in modo da
dare continuità ad un ser-
vizio al cittadino che ha
ben operato in questi anni.
Paola Ceccotti
All’interno del libro trovere-
te i due saggi di Paola Cec-
cotti: capitolo 2.4 “Supporto
alla Difensora Civica (anni
2005-2011), pagina 37; capi-
tolo 3.3, “Le attività della
Difesa Civica nei mandati
dell’Avv. Gisella Seghettini
da marzo 2005 ad agosto
2011”, pagina 73.
Venerdì 19 aprile 2013 nella sala degli Specchi di Villa Mimbelli si è tenuta la presentazione del libro “Le
donne della Difesa Civica”- “un’esperienza al femminile”. Presenti varie autorità del Comune di Livorno
Il logo
Un
icef
Un
mom
ento
delle p
remia
zio
ni co
n il P
residen
te AC
SI D
i Nin
no
Pagina 18 OMNIBUS
Il Festival della Carità
Livorno si è presentato lo
stand dell’Associazione La
Funicolare di Francesco
Lamacchia,
insieme al
Gruppo di
Monteroso per
le disabilità e il
Gruppo 3° età
di don Fedele,
tutte di Monte-
nero.
«Abbiamo par-
tecipato molto
volentieri a
questo Festival
della Carità, che
mostra la “Livorno solidale”
- commenta Francesco La-
macchia - con il nostro
stand abbiamo mostrato
tutte le attività, culturali e di
solidarietà, che portiamo
avanti anche in collabora-
zione con il Santuario, e con
la Caritas diocesana stiamo
collaborando attivamente
per il sostegno alle ragazze
madri di Villa Benedetta. È
molto importante mostrare
ai cittadini quante forme di
volontariato esistano in que-
sta città: carità non significa
dare due spiccioli al mendi-
cante che si trova all’angolo
della strada, ma incontrare e
condividere la realtà di un
disagio, di una persona biso-
gnosa, e compiere un cam-
mino di ascolto e di recupe-
ro, insieme.»
FF
“ColoriAmo la Carità” è
stato il titolo di questa se-
conda edizione del Festival
promosso dalla
Caritas diocesa-
na con varie
associazioni di
volontariato, e
con la collabo-
razione della
Diocesi di Li-
vorno, della
Fondazione
Livorno, della
Parrocchia di S.
Jacopo in Ac-
quaviva e
dell’Accademia Navale, e
con il patrocinio del Comu-
ne e della Provincia di Li-
vorno. Un’edizione dedicata
alle famiglie e ai bambini, in
cui non sono mancati, nono-
stante il tempo non sempre
favorevole, numerosi mo-
menti d’intrattenimento per i
più piccoli. Novità di que-
st’anno il concorso omonimo
rivolto alle Scuole livornesi
per disegni e spot video sul
tema della solidarietà e della
carità, che ha visto un’ampia
partecipazione da parte degli
studenti. Per l’A.C.S.I. di
Terzo settore
Sabato 18 e domenica 19 maggio, in Piazza S. Jacopo in Acquaviva si è tenuta la seconda
edizione del Festival della Carità livornese, con varie associazioni del Terzo settore.
Danza
A “todo sabor”, una ker-
messe di balletti per tutti i
gusti
Sabato 29 Teatro Salesiani ore
21, l´a.s.d Meridiani ACSI
Pattydance Livorno e La Nue-
va Luz scuola Flamenco Li-
vorno hanno festeggiato i 25
anni di attività e i 5 anni
dall´apertura della sede di Via
D. Cimarosa 95, con lo Spet-
tacolo dal titolo "A TODO
SABOR" una kermesse di
balletti per tutti i gusti, classi-
co, moderno, tango e flamen-
co, funky e latin. Spettacolo a
cura della maestra e direttrice
artistica Patrizia Vennero, con
la partecipazione di Danza
orientale Karaba´ e Fly Dan-
ceSchool di Pietrasanta.
Patrizia Vennero
Insegnante
I costu
mi d
i scen
a
ACSI Formazione
Il nuovo corso di Pe-
diatric Life Support Il 30 e il 31 Maggio si è tenu-
to a Livorno il nuovo corso di
Primo Soccorso Pediatrico,
organizzato dall’Associazione
europea TEM e Paramedici. Il
corso ha avuto una durata
complessiva di 6 ore. Il PLS è
una procedura di soccorso che
ha come scopo il manteni-
mento in vita di pazienti in età
pediatrica (1-8 anni) e neona-
tale (0-1 anno). Varie le emer-
genze trattate: dall’attacco
epilettico allo shock anafilatti-
co, e molte altre.
Un augurio
da parte di
tutto lo staff
ACSI Livorno a Daniela Di Luigi
per il suo matrimo-
nio!! Daniela, una
delle assistenti di
direzione dell’ACSI
provinciale
(l’abbiamo intervi-
stata su Omnibus n°
6) si è sposata con
Daniele Campi il 20
maggio 2013 alle
Seychelles, esatta-
mente nell’isola di
Mahé!!
Il Comitato
provinciale
Pagina 19 OMNIBUS
Danza
La vittoria della luce e della pace: il balletto “EXCELSIOR”
L’idea. Creato nel 1881 dal
coreografo Luigi Manzotti,
questo è uno storico balletto
italiano ispirato ai principi del
progresso e della pace fra i
popoli. Il balletto ha come filo
conduttore la lotta della Civil-
tà e della Luce contro l’Oscu-
rantismo. Questa forza ostile
che cerca di opporsi con ogni
mezzo alle innovazioni della
scienza e al progresso dell’u-
manità verrà sconfitta. I per-
sonaggi. La Luce: Denise Del
Duchetto; La Civiltà: Sara
Fioretto; L’Oscurantismo:
Lorella Benassi, Elettra Baldi;
La Folgore: Elettra Baldi;
Volta: Anna Anichini, Silvia
Caciagli; Civiltà antiche: allie-
vi corsi avanzati classico e
moderno; Abatjour: allievi
corsi classico 1° e intermedio;
Elettricità: allievi corsi hip
hop intermedio, avanzato e
moderno; Schiavi: allievi
corsi avanzati classico, mo-
derno, hip hop; Deserto:
allievi corsi avanzati classi-
co e moderno; Spagna e
Arabia: allievi corso Classi-
co avanzato; Africa: allievi
corso moderno; Apertura
Cenisio: allievi corso Hip
hop avanzato. La storia.
Siamo a Como nel 1799. Il
genio del male si introduce
nel laboratorio di Alessan-
dro Volta. Lo scienziato
appare deluso, sta conducen-
do i suoi esperimenti sulla
pila senza successo. L’oscu-
rantismo pregusta già la vit-
toria, ma la Luce interviene
ancora una volta in aiuto del
progresso. La pila ora fun-
ziona e
può dare
inizio
all’era
dell’elet-
tricità e
quindi alla
Folgore
nel suo
splendore,
alle ele-
ganti abat-
jour, alle
scintille in
un trionfo
Il 31 maggio e il 1° giugno, nelle sale del Teatro dei Concordi di Campiglia M.ma (LI), il gruppo di
Artedanza si è esibito nel balletto italiano ispirato ai principi del progresso e della pace fra i popoli
di luci e
colori. I
popoli sono
trafitti dalla
schiavitù,
dalla dispe-
razione e
dalla tragi-
ca cattive-
ria dei loro
simili. Ma
interviene
la luce che
con la sua
dolcezza finalmente libera
dalle catene e dalla prigionia
tutti gli schiavi, donando loro
la tanto sognata libertà. Nelle
scene che si susseguono ap-
paiono uomini e donne impe-
gnati nella difficile traversata
del deserto egiziano. La caro-
vana, tormentata dal vento e
dalla sete, è allo stremo delle
forze. L’oscurantismo esulta,
ma la luce fa presagire una
soluzione per gli sventurati
viaggiatori sulla via di Suez.
Ora un ampio canale scorre
fra le dune sabbiose. Si sta
inaugurando una delle più
spettacolari opere ingegneri-
stiche della storia. In scena
rappresentanti da tutto il mon-
do: Spagna, Oriente, Africa,
Francia. La luce con la civiltà
trionfa di nuovo vittoriosa.
L’oscurantismo manifesta
tutta la sua rabbia; giocherà
la sua ultima carta intromet-
tendosi nelle fasi finali del
complesso traforo del Ceni-
sio. Operai e tecnici italiani
stanno ultimando il loro fati-
coso lavoro, ma l’ultima
parete che li divide dai loro
colleghi francesi non crolla.
Dopo lunghi momenti di
sconforto si sente un’esplo-
sione. Finalmente francesi e
italiani possono abbracciarsi
soddisfatti. Luce e Oscuran-
tismo combattono per l’ulti-
ma volta e finalmente il
trionfo della Luce è definiti-
vo. Si festeggia la fratellanza
e la solidarietà tra i popoli in
una coloratissima parata
finale.
Alessandra Ghiandi
Insegnante
I costu
mi d
i scen
a
I costu
mi d
i scen
a
Cinema e Musica
Mare, musica e cinema: al via l’evento “Helix on the Beach” L’Helix Pictures Acsi Club, associazione no profit che produce cinema indipendente, in collaborazione con la gelateria Blue
Ice, giovedì 25 luglio 2013, a Cecina Mare, in via della Vittoria 147, ha organizzato la serata "Helix on the Beach".
Musica Live e proiezioni cinematografiche: l'obiettivo della Helix è quello di promuovere l'attività culturale che svolge nel
campo del Cinema, avvalendosi anche di espressioni culturali diverse come la Musica. Per l'occasione ha proposto, oltre alla
proiezione dei film, dei video prodotti e dei Back-stage, due momenti musicali di primordine: il primo con il gruppo "Lp
Sound of Monday" formazione Cover che nasce dalla voglia di fare FUNKY, ma si espande con piacere anche nel campo
ROCK-SOUL; il secondo momento Musicale è con il gruppo "GARY BALDI BROS" Disco Dance Pure 90', La Cover Band
più acclamata dell'estate 2013, per rivivere i momenti trascorsi nelle discoteche degli anni 90' riproponendo, RIGOROSAMEN-
TE LIVE, i motivi più famosi della Dance dell'epoca in chiave Disco, come venivano proposti nei locali.
Lo staff dell’A.s.d Helix Pictures
Pagina 20 OMNIBUS
OMNIBUS
Rivista dell’ A.C.S.I. di Livorno
Anno III, numero 8, Luglio 2013
Trimestrale
ISSN 2037-1276 (online)
ISSN 2035-9527 (ver. cartacea)
Iscrizione n° 09 dell’11 luglio 2011 al
Tribunale di Livorno
Direttore responsabile
Fabio Figara
In redazione
Sergio Di Ninno, presidente provin-
ciale; Martina Corradi, assistente di
direzione; Fabio Bolognesi, consulente
Sicurezza e Qualità; Myriam Di
Ninno, scrittrice; Daniela Di Luigi,
assistente di direzione; Fabio Franci-
osi, Psicologo e Psicoterapeuta; Anita
Vierucci, assistente di direzione.
Via dei Pelaghi 150, Livorno
Tel: 0586 85 99 32
Cel: 347 768 77 77
Presidenza: [email protected]
Redazione: [email protected]
Sito internet: www.livorno.acsi.it
La presente pubblicazione del Comita-
to provinciale di Livorno dell’A.C.S.I. (Associazione Centri Sportivi Italiani),
ceduta prevalentemente ai propri asso-
ciati, non ha scopo commerciale; suo
unico intento è favorire la conoscenza
della cultura sportiva e non, delle
attività dell’Ente e delle associazioni affiliate A.C.S.I. Livorno, delle comu-
nicazioni del Comitato provinciale e
delle convenzioni per i soci. Tutte le
immagini e le citazioni inserite, quando
non di proprietà dei singoli autori degli
articoli, sono utilizzate per semplice
scopo illustrativo, come da normative vigenti. Hanno contribuito volontaria-
mente alla realizzazione di questo
numero: Marcello Mastrocola, segre-
tario provinciale della CISL, Emiliano
Gronchi, preparatore dei portieri e
organizzatore ACSI; Andrea Del
Seppia e Luana Poli (Lupin Art De-
sign); Isabella Cerchiai, Medico
Veterinario; Michele Montelatici, Sifu
Kung Fu tradizionale; Paola Ceccotti,
scrittrice; lo staff dell’Associazione
Laghetto La Bua e Rifugio del Pe-
scatore; Davide Bassi e Monica Citti
(Aquila Nera); Francesco Lamacchia
(La Funicolare); Andrea Tortora
(negozio Yachting); Alessandra Col-
l a v e r i e D a v i d e L i u t
(L’Acchiappasogni); lo staff dell’Asso-
ciazione Meridiani Pattydance; Edy
Bodecchi (Centro Studi musicali);
Giuseppe Ferreri, scrittore; Hassen
Chebbi (Palla al Centro); Patrizia
Vennero (Meridiani Pattydance);
Alessandra Ghiandi (Artedanza); lo
staff della Helix Pictures; lo staff
dell’Associazione Battlefield City. La versione cartacea è stampata presso il
Centro Tipografico Livornese, Borgo
San Jacopo 63, 57126 Livorno
Giochi di ruolo
Vivere un
videogioco Come vivere un videoga-
me: entrare nel gioco non
è mai stato così facile
È il primo URBAN
WAR GAME per LA-
SERTAG e SOFTAIR
nel quale è possibile gio-
care sia in esterno che in
interno e su due livelli,
su una superficie di 1400
Mq: i soci dell’Associa-
zione affiliata ACSI or-
ganizzano gare e tornei
nel corso di tutto l’anno.
Per il prossimo Ferrago-
sto, è previsto il primo
torneo con i FUCILI AD
ACQUA. Chi volesse
partecipare deve inviare
un sms di adesione al
numero di Battlefield. A
seconda del numero di
partecipanti verranno
stabilite le regole e gli orari di gioco. Per ogni informazione ci
si può rivolgere all’ACSI provinciale di Livorno oppure seguire
il gruppo su Facebook alla pagina “Battlefield City”.
Lo staff di Battlefield City
ATTIVITA’ CONVENZIONATA A.C.S.I. LIVORNO