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Boom corruzione, se la riforma non basta RUO RESEARCH UNIT ONE - Via Cavour 106 - 90131 Palermo - Tel. 091 5085037 - www. ruo.it SPECIALE ECCELLENZE IN SICILIA Al Paese costa 60 miliardi di euro l’anno, i termini della prescrizione restano il nodo principale sul quale agire di Daniela Mainenti, direttore scientifico RUO Research Unit One L a giustizia rimane un tema scottante, bloccato dalla logica delle contrapposizioni che ha dominato gli ultimi venti anni della scena politica italiana. Il nodo principale è rappresentato dalla prescri- zione del reato sul quale è ne- cessario un intervento ben più approfondito da parte del legislatore. Nel frattempo, la corruzione dilaga con la ve- locità del vento. Ma che cos’è dunque l’onestà politica? L’onestà politica non è altro che la capacità politica. Siamo nel 1930 quando Be- nedetto Croce avverte, alla luce di una corruzione sempre più dilagante nel Paese, il bi- sogno di analizzare il concet- to di ‘onestà politica’. Oggi, forse più di allora, il con- cetto di ‘onestà politica’ ci rimanda, a quello di cor- ruzione. Secondo la Corte dei Conti, essa è come una tassa occulta di 60 miliardi di euro all’an- no per il Paese. La leg- ge ‘anti-corruzione’, di recen- te approvata, non sembra sia riuscita a centrare il proclamato obiettivo. Il problema principale Segue a pagina 2 per la corruzione in Italia è la prescrizione di reato. La maggior parte dei processi per corruzione si prescrive per decorrenza dei termini. Dopo la riforma introdotta dalla leg- ge numero 251 del 2005, che ha comportato importanti mo- difiche al Codice penale, la du- rata della prescrizione è ugua- le al massimo della pena pre- vista per il reato, aumentato di un quarto nel caso in cui so- pravvenga un ‘evento inter- ruttivo’, o a sei anni per i delitti e quattro per le contravvenzioni. Tra i due criteri prevale quel- lo che dà un termine più lungo. Certamente un aumento delle pene previste dal Ddl anti-cor- ruzione avrebbe anche un ef- fetto sui tempi della prescri- zione, ma, sfortunatamente, poco sensibile. In tale Ddl , la prescrizione per il reato di corruzione propria, invece di intervenire dopo 7 anni e mez- zo (sei anni più un quarto, es- sendo un delitto punito con una pena a cinque anni di re- clusione), arriverebbe dopo 8 anni e nove mesi (la pena in- fatti viene aumentata a 7 anni, quindi la prescrizione decor- re dopo 7 anni più un quarto). Tenuto conto che un processo penale in Italia dura media- mente 4 anni dalla sua aper- tura, a cui occorre aggiunge- re il tempo delle indagini pre- Più che l’aspetto punitivo, è proprio la prevenzione a gio- care un ruolo fondamentale per affrontare il grave pro- blema sociale del femmini- cidio. Emergono sempre più, ormai, la necessità della ra- tifica della Convenzione Eu- ropea di Istanbul da parte dell’Italia e l’op- portunità di politiche dirette a un contrasto reale alla violenza sulle donne. Visti i dati al- larmanti del solo anno 2012 sulle vittime di femminicidio in Italia, nessuno può più ne- gare che l’uccisione delle donne configuri una fattispecie specifica. In questo ambito non vi è ancora un’adeguata chiarezza del- la gravità della violenza domestica in Italia. La parola ‘femminicidio’ deve essere, per- tanto, riempita di contenuti e non usata come un semplice slogan dai media. Un esempio tra tutti, è la sentenza del Tribunale di Bel- luno dell’anno scorso in cui un uomo, che ha stuprato una donna minacciandola con l’accetta, ha usufruito di at- tenuanti in quanto la donna avrebbe dovuto sapere a cosa sarebbe andata incontro per- ché conosceva il debole che l’uomo nutriva nei suoi confronti. È chiaro che la legislazione penale non può che ri- vestire un ruolo sussidiario, ma va anche sot- tolineata l’importanza dell’adeguamento di un linguaggio differente per quanto riguar- da le sentenze che molte volte entrano nel merito delle violenze di genere. La violen- za contro le donne non deve essere mai mi- nimizzata, e l’approccio investigativo, di tu- tela, e di prevenzione deve prevedere una for- mazione specialistica che abbia un quadro in- tero ed esaustivo sul fenomeno stesso. (D.M.) Femminicidio, un dramma da fermare Daniela Mainenti I.P.

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Ruo 24 l'inserto del Sole 24 ORE sulle tematiche di eccellenza

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Boom corruzione, se la riforma non bastaRUO RESEARCH UNIT ONE - Via Cavour 106 - 90131 Palermo - Tel. 091 5085037 - www. ruo.it

SPECIALE ECCELLENZE IN SICILIA

Al Paese costa 60 miliardi di euro l’anno, i termini della prescrizione restano il nodo principale sul quale agire

di Daniela Mainenti,direttore scientificoRUO Research Unit One

La giustizia rimane un temascottante, bloccato dallalogica delle contrapposizioniche ha dominato gli ultimiventi anni della scena politicaitaliana. Il nodo principale èrappresentato dalla prescri-zione del reato sul quale è ne-cessario un intervento benpiù approfondito da parte dellegislatore. Nel frattempo, lacorruzione dilaga con la ve-locità del vento. Ma che cos’è dunque l’onestà

politica? L’onestà politica nonè altro che la capacità politica. Siamo nel 1930 quando Be-nedetto Croce avverte, allaluce di una corruzione semprepiù dilagante nel Paese, il bi-sogno di analizzare il concet-to di ‘onestà politica’. Oggi, forse più di allora, il con-cetto di ‘onestà politica’ cirimanda, a quello di cor-ruzione. Secondo laCorte dei Conti, essaè come una tassaocculta di 60miliardi dieuro all’an-no per ilPaese. La leg-

ge ‘anti-corruzione’, di recen-te approvata, non sembra siariuscita a centrare il proclamato

obiettivo. Ilproblemaprincipale

Segue a pagina 2

per la corruzione in Italia è laprescrizione di reato.La maggior parte dei processiper corruzione si prescrive perdecorrenza dei termini. Dopola riforma introdotta dalla leg-ge numero 251 del 2005, cheha comportato importanti mo-difiche al Codice penale, la du-rata della prescrizione è ugua-le al massimo della pena pre-vista per il reato, aumentato diun quarto nel caso in cui so-pravvenga un ‘evento inter-ruttivo’, o a sei anni per idelitti e quattro per lecontravvenzioni. Tra idue criteri prevale quel-

lo che dà un termine piùlungo.

Certamente un aumento dellepene previste dal Ddl anti-cor-ruzione avrebbe anche un ef-fetto sui tempi della prescri-zione, ma, sfortunatamente,poco sensibile. In tale Ddl , laprescrizione per il reato dicorruzione propria, invece diintervenire dopo 7 anni e mez-zo (sei anni più un quarto, es-sendo un delitto punito conuna pena a cinque anni di re-clusione), arriverebbe dopo8 anni e nove mesi (la pena in-fatti viene aumentata a 7 anni,quindi la prescrizione decor-re dopo 7 anni più un quarto). Tenuto conto che un processopenale in Italia dura media-mente 4 anni dalla sua aper-tura, a cui occorre aggiunge-re il tempo delle indagini pre-

Più che l’aspetto punitivo, èproprio la prevenzione a gio-care un ruolo fondamentaleper affrontare il grave pro-blema sociale del femmini-cidio. Emergono sempre più,ormai, la necessità della ra-tifica della Convenzione Eu-ropea di Istanbul da parte dell’Italia e l’op-portunità di politiche dirette a un contrastoreale alla violenza sulle donne. Visti i dati al-larmanti del solo anno 2012 sulle vittime difemminicidio in Italia, nessuno può più ne-gare che l’uccisione delle donne configuriuna fattispecie specifica. In questo ambitonon vi è ancora un’adeguata chiarezza del-la gravità della violenza domestica in Italia.La parola ‘femminicidio’ deve essere, per-tanto, riempita di contenuti e non usata comeun semplice slogan dai media. Un esempiotra tutti, è la sentenza del Tribunale di Bel-

luno dell’anno scorso in cuiun uomo, che ha stupratouna donna minacciandola conl’accetta, ha usufruito di at-tenuanti in quanto la donnaavrebbe dovuto sapere a cosasarebbe andata incontro per-ché conosceva il debole che

l’uomo nutriva nei suoi confronti. È chiaroche la legislazione penale non può che ri-vestire un ruolo sussidiario, ma va anche sot-tolineata l’importanza dell’adeguamento diun linguaggio differente per quanto riguar-da le sentenze che molte volte entrano nelmerito delle violenze di genere. La violen-za contro le donne non deve essere mai mi-nimizzata, e l’approccio investigativo, di tu-tela, e di prevenzione deve prevedere una for-mazione specialistica che abbia un quadro in-tero ed esaustivo sul fenomeno stesso.(D.M.)

Femminicidio, un dramma da fermare

DanielaMainenti

I.P.

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capillare sul territorio gli spa-zi di protezione del cittadino.Nel modello europeo di am-ministrazione preventiva del-la giustizia si presuppone cheil costo del controllo di lega-lità ex ante sia minore dellaspesa che, ex post, si deve af-frontare per ricostruire la cer-tezza del diritto. Il suddettomodello comporta quindi lacreazione di una struttura diprofessionisti di alta specia-lizzazione che si mantengono‘terzi’ rispetto agli interessi del-le parti. Le garanzie offerte dalnotaio legittimano l'atto nota-rile anche quale titolo esecu-tivo, evitando al creditore di ri-correre al giudice se il debito-re non esegue la prestazione escaricando così la magistratu-ra di una potenziale massa diricorsi. Le due condizioni, altaspecializzazione e terzietà,fanno sì che la certificazionedel test di legalità non possaessere affidata ad operatorinon specializzati o a portato-ri di interessi di parte, struttu-ralmente in conflitto di inte-ressi permanente. Questa ten-denza si scontra con quella cheipotizza una riduzione del co-sto della pubblica ammini-strazione ottenuto attraversoforme spinte di deregulation.In sintesi l'abolizione dellagaranzia notarile sulle tran-sazioni potrebbe portare per ilcittadino incrementi rilevan-tissimi negli oneri assicura-tivi e nelle spese legate ai

contenziosi.

Letizia Russo,Notaio a Palermo

interpreta la funzione notarilenon solo all’insegna dei suoicontenuti più rigorosi ma ri-volge la sua attenzione anchea un approccio più articolato emoderno mediante l’uso del-le alte tecnologie. Come si sa il notaio è un pub-blico ufficiale, vale a dire un‘pezzo’, una parte dello Stato.Un soggetto al quale lo Statodelega l'esercizio di alcune suefunzioni e che egli esercita ap-punto in nome dello Stato.Inoltre il notaio svolge unafunzione essenziale di difensoredella pubblica fiducia. Il nota-riato rappresenta infatti unainfrastruttura pubblica con il

compito di riempi-re con la pro-pria compe-tenza econ lapresenza

L etizia Russo, notaio in Pa-lermo, è uno dei notai chemaggiormente rappresentanoquella ampia categoria di pro-fessionisti di altissima qualitàche hanno il pregio di mette-re al centro e al servizio delcliente modelli elevati di qua-lità professionale. Lo studio di-retto dal notaio Russo ha ri-pensato in chiave moderna lafunzione notarile adattandolaalle esigenze più pressanti delmondo economico offrendoin tal modo, anche ad unaclientela internazionale, in-formazioni e assistenza stra-tegici per investimenti in Si-cilia.Il notariato nel corso deglianni, ha saputo farsi portatoree promotore delle principaliinnovazioni tecnologiche:dall'utilizzo massiccio del-la rete internet, con lacreazione nel lontano1997 di una rete dedica-ta intranet che collegatutti gli studi, alla fir-ma digitale. Allaluce di tali temi, lostudio del no-taio Russo

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Segue dalla prima

Il notaio hi-tech al servizio del clienteCon la garanzia notarile sulle transazioni meno oneri assicurativi e spese per i contenziosi

Come è cambiata la professioneliminari, (da 6 mesi a 2 anni),e che la prescrizione inizia adecorrere dalla commissionedel reato, questo comportache attualmente vanno pre-scritti i casi di corruzione sco-perti a distanza di 2 o 3 annidalla loro commissione. Conla nuova legge si arriverebbe,pertanto, a 3 o 4 anni circadalla loro commissione. Insomma, sulla prescrizione ènecessario un intervento quan-to mai approfondito da partedel legislatore. Certo inaspri-re le pene nel reato di corru-zione è importante ma nonsufficiente se non viene ga-rantita la certezza della pena.La modifica della prescrizio-ne è sollecitata, peraltro, anchein sede internazionale. Purtroppo la volontà politicaper una riforma complessivadell’istituto appare assai im-probabile. Infatti, oltre a un aumento deitempi di prescrizione, si po-trebbe prevedere una nuovadisciplina dell’interruzionedel termine di prescrizione.Per esempio si potrebbe ri-solvere una delle distorsionievidenti del sistema attuale,cioè le tattiche dilatorie degliavvocati che mirano a farscadere il termine. Questenon avrebbero più senso in unsistema che sospende la pre-scrizione con l’incriminazio-ne, o al compimento di unqualsiasi atto processuale.Anche il carico dei procedi-menti sui tribunali risulte-rebbe alleggerito. Grazie aduna prescrizione meglio re-golata sarebbe possibile ve-locizzare i tempi della giusti-zia nel nostro Paese, spessocondannato in Europa per ladurata eccessiva dei processi.

LetiziaRusso

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L’anno cruciale per la storia delle tre Repubbliche baltichee la loro integrazione in Europa è il 1991: nell’agosto di quel-l’anno la Lituania, Lettonia ed Estonia proclamarono la loroindipendenza dall'Unione Sovietica. Prima dell’ingresso nel-la UE (facevano parte del gruppo dei dieci nuovi Membriche hanno aderito all’UE il primo maggio 2004) le tre Re-pubbliche erano legate tra di loro da un Free Tra-de Agreement, il BAFTA, in vigore dal 1994 e dis-soltosi con l’ingresso nell’UE. Sono molteplici leragioni che hanno spinto questi Paesi a unirsi al-l’Occidente. Prima di tutto si respirava nell’ariail desiderio di ristabilire la giustizia storica, ma sipercepiva anche la voglia di cancellare le conse-guenze dell’occupazione sovietica. Il distacco dal-l’Europa della regione baltica iniziato nel 1940 siè concluso dopo 50 anni. Per ora i tre Paesi han-no mantenuto le proprie monete, in quanto l’eu-ro entrerà in vigore nei prossimi anni. Tuttavia, duedecenni dopo il 1991, nonostante alcuni proble-mi restino, la loro transizione verso l'occidente puòconsiderarsi conclusa.

Estonia sono ancora alla peri-feria dell’Europa occidentale,piccoli e senza influenza. Il loroimpegno in politica estera mira,tra gli altri obietti-vi, a perse-guire il raf-

Le ‘Tigri baltiche’, porta per il mercato russoCon la politica liberale adottata da Estonia, Lituania e Lettonia buone le opportunità di investire

Venti anni dopo l’indipendenza

Le Repubbliche baltiche, laLituania, la Lettonia el’Estonia, fanno parte di unadelle aree più interessanti dalpunto di vista geopolitico egeo-economico e, forse perchétroppo lontane geografica-mente dall’Italia e non ade-guatamente ‘pubblicizzate’,sono considerate solo in via re-siduale dalle imprese italianenei loro progetti di espansio-ne, pur presentando tutti otti-me prospettive di insedia-mento per le nostre imprese edessendo la porta privilegiataper l’ingresso dei nostri pro-dotti e delle nostre attivitànello sconfinato mondo dellaRussia. A seguito della pro-clamazione della loro indi-pendenza dall’Unione Sovie-tica nel 1991 (v. box) i tre Pae-si hanno dovuto riorganizza-re le loro economie e creare unsistema giuridico che disci-plinasse la vita politica comepure quella dello Stato e del-le rispettive società. I Paesi baltici hanno adottatouna politica socioeconomicaparticolarmente liberale e ca-pitalistica, contrassegnata dalritmo sfrenato delle privatiz-zazioni. Perfino i governi di si-nistra, quasi a giustificarsi,hanno affermato di essere sta-ti costretti a realizzare l’eco-nomia di mercato. Per i loroimpressionanti exploit eco-nomici, Lituania, Lettonia edEstonia sono state sopranno-minate ‘le tigri baltiche’. Ilpassaggio alla democrazia èavvenuto di pari passo con letrasformazioni economiche. Oggi Lituania, Lettonia ed

forzamento dei rapporti tran-satlantici, la partnership orien-tale dell’Ue, la ricerca della si-curezza energetica, il riavvici-namento con i Paesi nordici.Gli ultimi vent'anni posso-no essere considerati unvero successo per gli Sta-ti baltici. Le attività eco-nomiche tendono sem-pre più ad aprirsi almercato globale, nellaricerca di partner com-merciali in circoli semprepiù ampi. Contempora-neamente i soggetti eco-nomici cercano di inse-rirsi in ambienti più pret-tamente ‘locali’, cherendano possibili con-

tatti face-to-face e la crea-zione di un clima di fiducia,cosicché le imprese possanoscambiarsi i vantaggi delleeconomie esterne. Queste ul-time dipendono dalle relazio-ni sociali di produzione che sicostituiscono all’interno delterritorio che le comprende, etrovano la loro efficacia nelgrado di coesione socio-cul-turale e soprattutto nella con-sapevolezza presente nel si-stema locale. La logica del-l’organizzazione spaziale cosìdiventa uno strumento crucialeper la formazione di un milieuinnovativo e dinamico, in cuisi possano combinare siner-gicamente varie attività e com-petenze. Per ottenere un altolivello di interazione è ne-cessario un altrettanto alto li-vello di sviluppo economicoche metta in evidenza a tutti ipartner vantaggi reciproci.

Tiberio Vincenzo Mantia,Dottore commercialistaRUO RESEARCH UNIT ONE

Storia delle Repubbliche baltiche

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TiberioVincenzoMantia

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dedicare da una parte al co-stante aggiornamento profes-sionale, dall’altra alla cono-scenza di quelle competenzeche storicamente e struttural-mente non fanno parte del suobagaglio professionale, ma sisono rese necessarie con l’in-troduzione di recenti e futuriservizi. Auto analisi del sangue,servizi di prenotazione di visi-

La farmacia cambia volto, più servizi e competenzeNella nuova offerta auto-analisi del sangue, misurazione della pressione e assistenza domiciliare integrata

Dopo le riforme come si trasformano le strutture

L a farmacia, oggi è chiama-ta a svolgere un ruolo sem-pre più cruciale nella tutela del-la salute pubblica, essendo di-ventata, alla luce delle recen-ti riforme, “un presidio socio-sanitario centro di servizi sa-nitari". Da sempre, il farmaci-sta, in farmacia non dispensasolo farmaci ma fornisce in-formazioni, consulenze, sape-re e conoscenza. In ogni caso ilfarmacista in farmacia è garantecon la propria professionalità,costantemente aggiornata e ri-gorosamente sottoposta a vin-coli e controlli, del più alto ri-spetto e della massima cura del-la salute collettiva, tutelatasempre e ovunque, senza limi-ti di orario, con la presenza del-le strutture di turno di giorno edi notte. Il farmacista svolge unruolo sociale sia nei grandicentri urbani così come neipiù remoti centri rurali dove lafarmacia rappresenta, in mol-ti casi, l’unico presidio sanita-rio presente.Questi elementi rappresentanonel loro insieme, e in misuraimprescindibile, il vero valoreaggiunto della farmacia. Gra-zie alla figura del farmacista ilpaziente che entra in una del-le 18.000 Farmacie distribuitesul territorio italiano, può otte-nere un consiglio e le più am-pie informazioni utili alla tute-la della sua salute. Perseguiretale obiettivo e mantenere que-sto ruolo, prima sociale e poiprofessionale, non è certamentesemplice, perché è costante-mente richiesto al farmacistapresente in farmacia un severoimpegno extra-lavorativo da

te presso le strutture pubblicheed ospedaliere, misurazionedella pressione sanguigna, ser-vizi di telemedicina (ECG,holter pressorio ect.) assisten-za domiciliare integrata, pre-senza di personale infermieri-stico in farmacia sono i servi-zi che già si svolgono o chepossono essere svolti presso lenostre farmacie alla luce delle

recenti disposizioni legislativeche vedono nella farmacia delfuturo il presidio sanitario diprimo accesso al mondo dellasalute e del benessere. Si rivela quindi assolutamen-te indispensabile oggi, per il far-macista, un’evoluzione nelmodo di svolgere la propriaprofessione, partendo dalla co-municazione, ambito spessosottovalutato, relegato in unangolo della gestione della pro-pria attività, che rappresenta in-vece un aspetto da prendereestremamente sul serio. Edu-care alla salute, sensibilizzareattraverso campagne di pre-venzione in collaborazione congli altri operatori sanitari, pri-mi fra tutti i medici e con le isti-tuzioni comunali, informaresu temi di carattere sanitario inmodo puntuale e aggiornato: lafarmacia non è solo un postodove si vendono farmaci ma unpunto di riferimento profes-sionale per i cittadini. Dottor Roberto Tobia,Farmacia BonsignoreV.le Regione Siciliana NordOvest, 2322 - 90135 Palermo091 402353 www.farmaciabonsignore.it

Possiamo definirla la porta d’ingresso al mondo della salute. Unluogo al quale accedere per stare bene, per migliorare il propriostato di benessere, e per trovare nelle professionalità presentiil miglior supporto per questi obiettivi. Profonde trasformazionihanno investito, a partire dal decreto Storace sino alla recenteSpending review, il settore farmaceutico in Italia, coinvolgen-do la farmacia e gli altri attori della filiera del farmaco. È sta-ta adottata dal 2005 a oggi una serie innumerevole di provve-dimenti che hanno colpito la spesa farmaceutica, l’unica dellaquale si conoscono i dati, l’unica sottoposta al giusto control-lo, l’unica in progressiva diminuzione, dimenticando sprechidi un sistema sanitario ospedaliero che, pur tra i migliori al mon-do dal punto di vista assistenziale, non possiamo annoverare trai più virtuosi. Al sistema farmacia si chiede sempre di più. Cre-do che il nostro Governo debba guardare al meglio della far-macia europea, a una farmacia in grado di offrire servizi, con-sulenze, assistenza in un sistema economicamente sostenibile,nell’interesse della difesa della salute pubblica.

Che cos’è oggi la farmacia?

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Liberalizzazione: le regole per sopravvivereIl farmacista vede delegittimata la propria figura. Offerta di prodotti per il benessere e nuovi servizi le possibili soluzioni

La rivoluzione arriva nelle farmacie con il decreto legge del 24 gennaio 2012, convertito il 24 marzo

C on le nuove regole intro-dotte dal decreto Libera-

lizzazioni i farmacisti ten-dono a vedere delegittimata lapropria figura, ma il segretoè fare ‘di necessità virtù’.Le farmacie e parafarmacieche hanno deciso di offrireprodotti da banco e di be-nessere hanno ottenuto oltreil 30% in più del fatturato pre-cedente. Una buona idea persuperare la crisi è pure di-ventare presidi di primo soc-corso o Cup (Centri unifica-ti prenotazione). La farmaciaè un’azienda privata aperta alpubblico in cui attraversouna convenzione con il Si-stema Sanitario Nazionale,si possono dispensare inesclusiva i medicinali a cari-co della comunità, finanzia-ti dal SSN. Questa esclusivasi basa su un ‘patto’ tra Sta-to e imprenditore privato chesi articola in precise regole:pianta organica, requisiti or-ganico-strutturali, remunera-

Con il decreto Liberalizzazioni (numero 1 del 24 gennaio2012, convertito con la legge numero 27 del 24 marzo 2012)si stabilisce un quorum di 3.300 abitanti per aprire una far-macia: con un’eccedenza del 50% rispetto a questo para-metro sarà possibile aprire un’ulteriore sede. A godere deinuovi provvedimenti sono in larga parte i parafarmacisti che,nei bandi di concorso per l’apertura di nuovi sedi, potran-no anche ottenere punteggi aggiuntivi e avranno il poteredi vendere sin da subito farmaci veterinari con ricetta e pro-dotti galenici. Secondo le prime analisi, la nuova pianta or-ganica predisposta alla distribuzione del farmaco compor-terà l’apertura di settemila nuove farmacie e parafarmacie:una rivoluzione da 30.000 nuovi posti di lavoro.

Le nuove regole per le farmacie

chiaro, quindi, che al farma-cista non resta che ripensarealla sua attività in chiave piùsquisitamente imprenditoria-le, sviluppando, a proprio ri-schio, la vendita di tutti queiprodotti non coperti dallaconvenzione con il SSN . Laposizione pericolosamenteborder line tra la figura di far-macista ‘commerciante’ e far-macista ‘professionista dellasalute’ diventa però gioco-forza marcata. Non si posso-no in conclusione imporrescelte così dolorose in termi-ni di identità professionaleperché il farmacista deve po-ter vivere serenamente nelsuo habitat normale e svolgerela sua vera attività professio-nale, ovvero quello della curadella salute e attenzione delpaziente.

Dottor Orazio Listro,Farmacia Listro, Via San Filippo, 8 90125 Palermo Tel. 091 441141, www.farmacialistro.it

questo caso sono la sua ca-pacità manageriale e il flus-so economico generato daglialtri medicinali a garantire ilservizio. Se questi prodottiche vanno a costituire il cashflow dell’azienda-farmaciavengono spostati su altri ca-nali, quale imprenditore si as-sumerebbe il rischio dellasua attività? La risposta è“nessuno” e i primi a ri-schiare sono i cittadini deicentri piccoli e medio-picco-li che vedranno scomparirefarmacie in crisi finanziaria.In alcuni casi, soprattutto alSud, alcune farmacie falli-scono per eccesso di crediti inquanto non riescono a paga-re grossisti e aziende farma-ceutiche. A ciò si aggiunge il problemadella notevole imposizionefiscale che riduce in mododrammaticamente sensibilela gestione delle entrate del-la farmacia soprattutto allaluce della salvaguardia dei po-sti di lavoro del personaleoperante al suo interno. È

Il dottor Orazio Listro, secondo da destra, circondato dai suoi collaboratori

zione dal prezzo dei farmaci.Il farmacista anticipa i soldi,dispensando un farmaco il cuiprezzo è stato stabilito dalloStato. Se il farmacista si tro-va in una Regione con i con-ti in ordine, egli viene paga-to con regolarità per le som-me anticipate; se malaugura-tamente si trova in Campania,Calabria, Puglia, Sicilia, La-zio, viene pagato anche conritardi superiori all’anno. In

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Con il contratto di rete l’azienda si rilanciaPiù possibilità per crescita e innovazione. Si aprono opportunità di agevolazioni amministrative e finanziarie

L’aggregazione che aiuta le pmi

I l contratto di rete di impre-se è, nell’attuale congiuntu-ra economica, uno strumentodi rilancio per le imprese, percontemperare da un lato lanecessità di lavorare in siner-gia e collaborazione visti glielevati standard qualitativi ri-chiesti dal mercato e l’eleva-to costo dell’innovazione tec-nologica e, dall’altro, lo spic-cato individualismo degli ope-ratori economici del nostroPaese.Lo scopo del contratto di reteè quello di accrescere e mi-gliorare, sia a livello di singoloimprenditore che di collettivi-tà intesa quali soggetti facen-ti parte della rete, la capacitàinnovativa e la competitivitàsul mercato.Il contratto di rete è stato in-trodotto nell'ordinamento ita-liano nel 2009, commi 4-ter e4-quater dell'articolo 3 del de-creto legislativo 10 febbraio2009 numero 5, convertitocon modifiche dalla legge nu-mero 33 del 9 aprile 2009.Successivamente sono stateapportate significative novitàalla disciplina civilistica del-l'istituto.Il contratto di rete genera unfenomeno di aggregazione traimprese al fine di instaurareuna reciproca collaborazioneper “accrescere, individual-mente e collettivamente, lapropria capacità innovativa ecompetitiva sul mercato”. Ele-mento essenziale del contrat-to di rete è il programma co-mune sulla base del quale gliimprenditori si obbligano “acollaborare in forme e in am-

blici e organismi di ricerca,.Un ulteriore vantaggio dellacostruzione di una rete, ri-guarda le strategie di interna-zionalizzazione. Far parte di unnetwork può essere una spin-ta determinante per il succes-so del processo di crescita in-ternazionale, per le esternali-tà positive che si possono ge-nerare.Pertanto, l’organizzazione arete può favorire il supera-mento dei tipici ostacoli che sifrappongono ad un processo diinternazionalizzazione, comequando, ad esempio, la picco-la impresa riesce a partecipa-re ad uno specifico progetto diespansione estera(i vantaggi offerti alle impre-se dal contratto di rete sono in-dicati nel box qui a lato).La forte pressione competiti-va sul sistema imprenditoria-le accentuata dalla crisi pos-sono essere affrontate propriocon le reti di imprese, la cui co-stituzione risulta fondamenta-le per le imprese di minore di-mensione che hanno difficol-tà strutturali legate a deficit digestione e di capacità tecnicheoltre agli ostacoli rappresentatida carenze di mercato in set-tori quali la ricerca, il credito,l’innovazione, l’ambiente.Le politiche agevolative fi-scali previste dalla legislazio-ne vigente nel caso di stipula-zione di contratti di rete, po-tranno essere utili a ridurre, al-meno in parte, il gap esisten-te tra le piccole imprese ita-liane e le imprese, per lo piùmultinazionali, operanti nelmercato globale.

In conclusione, non può che ri-conoscersi al contratto di retela capacità di incidere positi-vamente alla crescita e svi-luppo delle piccole-medie im-prese, ma per raggiungere taleobiettivo è necessario che lepiccole medie imprese deci-dano subito.Avvocato Giovanni BabinoRUO RESEARCH UNIT ONE

Giovanni Babino

• un valido supporto dicrescita e di innovazioneper le piccole e medieimprese; • la possibilità della crea-zione di un fondo co-mune (separato ed auto-nomo), il quale rispondein via esclusiva delle ob-bligazioni contratte versoterzi;• apre scenari nuovi versoalleanze e cooperazioniinteraziendali; • possibilità di creare fi-liere di subfornitura, lun-ghe e spesso collocate indiversi Paesi; • fare ciò che da sole nonsarebbero in grado difare (ad esempio parte-cipazione a commesseed appalti); • duttilità e flessibilità; • agevolazioni ammini-strative previste per i di-stretti;• agevolazioni finanziarie-creditizie, come la possi-bilità di ottenere fondiregionali, statali e comu-nitari, nonché l’accessofacilitato.

Vantaggi per le imprese: biti predeterminati attinentiall'esercizio delle proprie im-prese, oppure scambiarsi in-formazioni o prestazioni dinatura industriale o commer-ciale, tecnica o tecnologicaovvero ancora ad esercitare incomune una o più attività rien-tranti nell'oggetto della propriaimpresa”.Con il contratto di rete, le im-prese possono liberamente co-stituire aggregazioni con altreimprese, mantenendo invaria-ta la propria autonomia, per or-ganizzare ed aumentare la pro-pria presenza competitiva sulmercato.Il contratto può prevederel'istituzione di un fondo patri-moniale comune e la nominadi un organo comune incari-cato di “gestire, in nome e perconto dei partecipanti, l'ese-cuzione del contratto o di sin-gole parti o fasi dello stesso”.Con la legge di Stabilità 2013è stato introdotto un creditod’imposta per le imprese e lereti d’impresa che investonodirettamente in ricerca e svi-luppo o affidano attività di taleambito a Università, Enti pub-

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Con l’odontoiatra low cost rischi per la qualitàOra la battaglia per i professionisti italiani è offrire le migliore prestazioni ai costi migliori, tenendo alti gli standard

Spunto da un servizio di Striscia la notizia

Vorrei prendere spunto daun recente servizio televi-

sivo presentato con grandeclamore a Striscia la Notiziariguardo gli standard del-l’odontoiatria italiana.Si è sottolineato che le pre-stazioni offerte in Croazia,Romania o Ungheria sonopiù economiche rispetto aquelle proposte dai profes-sionisti odontoiatri italiani,ma si è anche ribadito che il ti-ming dei trattamenti in Italiaè spesso esagerato, con diversesedute cliniche ingiustificateche non sono motivate da al-cuna esigenza se non quella diun conseguente aumento deicosti pagati dai pazienti.La risposta delle massime au-torità odontoiatriche, nellapersona del presidente nazio-nale ANDI, Gianfranco Prada,non è mancata. Striscia laNotizia ha mandato in ondauna intervista, in cui Prada hafortemente ribadito che gliodontoiatri italiani lavoranoseguendo le linee guida, vali-date dalla letteratura scienti-fica che prevede il pedissequorispetto dei tempi biologici,presupposto di una correttapratica clinica.Detto ciò è evidente da un latola comprensibile richiesta deipazienti di accedere alle cureodontoiatriche a prezzi consoniall’attuale condizione di diffi-coltà economica non solo a li-vello nazionale, ma europeo emondiale, dall’altro la ‘natu-rale difesa’ degli interessi del-la categoria. Bisogna ricorda-re che in Italia circa l’87% deipazienti odontoiatrici si rivol-

ge a strutture libero profes-sionali e solo il 13% a strutturepubbliche, a conferma dellapercezione media dell’utenteche ritiene che i liberi profes-sionisti odontoiatri abbianonon solo strutture più effi-cienti e qualificate, ma ancheprofessionalità superiori ri-spetto all’offerta pubblica.Vorrei sottolineare a riguardoche uno studio o ambulatorioodontoiatrico necessita di at-trezzature di alta specializza-zione, con costi ragguarde-voli. Inoltre è corretto ricordareche l’imposizione fiscale èormai intollerabile: non solo èlegata direttamente al redditopercepito, ma a un’ulteriore se-rie di costi quotidiani legati agarantire ‘l’adeguamento anorma delle strutture’ e la for-mazione continua non solodei medici dentisti, ma anchedegli operatori sanitari checollaborano all’interno dellestrutture. Pertanto non vorreirimarcare più di tanto checonfrontare servizi erogati inPaesi dove i costi di gestionesono di gran lunga inferiori,

dove l’imposizione fiscale èmodesta, è di fatto come ‘spa-rare sulla Croce Rossa’ . Vor-rei invece superare questa po-lemica sterile, anche perché èopportuno ricordare che leprestazioni odontoiatriche ne-cessitano di controlli periodi-ci al fine di monitorare il pa-ziente e questo servizio nonpuò essere in nessun modo ga-rantito rivolgendosi a struttu-re all’estero.È chiaro che oggi, davanti aduna società cambiata, rinno-vata e forse consentitemi an-che peggiorata, soprattuttonelle modalità di rapportarsi,la professione odontoiatricasta mutando e deve adattarsi aqueste nuove realtà.Bisogna aver chiaro chel’utenza è certamente più ma-tura, più critica ed anche piùincline al contenzioso, po-nendo ulteriormente il clinicodavanti alle proprie respon-sabilità: non si può più pre-scindere dal rilascio ‘di un am-pio e documentato consensoinformato’, prima di iniziare leprestazioni. Bisogna inoltre

accettare che la giurispruden-za corrente è sempre più ‘al-lineata’ alle esigenze del pa-ziente e quindi sempre più at-tenta a garantirgli un’obbli-gazione non solo di mezzi , maanche di risultati.Quindi la vera battaglia per ilfuturo si vincerà non pole-mizzando sterilmente con chicontesta la categoria, non di-sperandosi per il calo dei fat-turati o per le persecuzionidei mass-media e del fisco, maimpegnandosi a 360° per of-frire ai pazienti le miglioriprestazioni ai migliori costi.Non si tratta, si badi bene, diprestazioni low cost, che è untermine diverso e che richiamauno svilimento della qualità edell’offerta terapeutica. Lo slo-gan low cost è solo ‘uno spec-chietto per allodole’, un falsorichiamo per erogare presta-zioni che a quelle tariffe e conquei tempi di lavoro non pos-sono assolutamente essere nécorrette tecnicamente, né vali-de biologicamente!!!D’altronde non si può chiede-re a professionisti seri, con unospecchiato curriculum forma-tivo e clinico di modificare inpeggio il proprio standard ope-rativo per cavalcare l’ondatanto decantata del low cost.Bisogna mantenere la propriaidentità culturale e professio-nale ed offrire il livello quali-tativo che fa oggi dell’odon-toiatria italiana una realtà am-piamente riconosciuta ed ap-prezzata nel mondo.

Dottor Rosario Di Raimondoodontoiatra in Palermo

Un moderno studio odontoiatrico dotato di nuove attrezzature

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Privilegiare il rapporto tramedico e paziente, puntan-do sulla relazione umana esul dialogo. È l' obiettivo diStefania Pernisco, dotto-ressa specializzata in gi-necologia ed ostetricia all'Università Cattolica diRoma, che esercita pressola Casa di Cure Demma.Romana, trapiantata a Pa-lermo dopo il matrimonio,sta svolgendo un ruolo de-terminante in città' sul per-corso di recupero del con-cetto di natalità naturale ed attenzione al mon-do donna a 360 gradi cercando di creare un' armonia tra i tre elementi dell'individuo: cor-po, mente e spirito. La sua assistenza viene

esercitata in tutti i momen-ti della vita di una donnacurando ambiti particolaricome l'adescenza, la ses-sualità e la gravidanza. Inmerito al parto l'assistenzaè personalizzata ed è un ac-compagnamento per un cor-retto approccio a questomomento fondamentaledella vita. Parallelamentealla sua professione, Ste-fania Pernisco è riuscita aportare avanti l'impegnosociale. Ogni settimana, in-

fatti, riunisce un gruppo di donne per intra-prendere, attraverso il confronto propositi-vo delle reciproche esperienze, iniziative disensibilizzazione sociale.

Una cura completa per la donna

Centro biomedico, più qualità e offerta per le analisiCreato tra il 2009 e il 2010, comprende un servizio di endocrinologia convenzionato diretto dal dottor Vincenzo Bronte

Nasce dal consorzio di 7 laboratori

U n consorzio di sette la-boratori di analisi per

migliorare l’offerta di servi-zi e l’assistenza alla popola-zione. È nato così, a cavallotra il 2009 e il 2010, il Cen-tro biomedico di Palermo dicui è amministratore unico ladottoressa Giuseppa Pico-ne. “Seguendo l’indirizzodella Regione Sicilia che havoluto l’accorpamento deilaboratori – racconta Picone– abbiamo realizzato questainiziativa per dare una mi-gliore qualità al pubblico.Essendo in tanti – aggiunge– è possibile gestire unamole di analisi maggiore”. IlCentro biomedico, sito invia Alcide de Gasperi, è con-venzionato con il Serviziosanitario regionale ed è ingrado di effettuare tutte leprestazioni di chimica clini-ca, tossicologia, microbio-logia e immunologia, biolo-gia molecolare, ematologiaed emocoagulazione. La di-rezione Picone ha puntatoalla qualità del servizio do-tandosi di strumenti orga-nizzativi e gestionali fina-lizzati al continuo migliora-mento e alla soddisfazionedei requisiti imposti per ilsettore. L’intero processoanalitico del laboratorio è in-formatizzato con l’obietti-vo di eseguire rapidamentegli esami. Inoltre il Centrobiomedico vanta un serviziodi endocrinologia conven-zionato che è diretto dal dot-tor Vincenzo Bronte e ga-rantisce risultati di alto li-vello professionale. Fanno

parte del consorzio il Centroanalisi Partinico, il Centroindagini biologiche, il labo-ratorio Anzelmo a Montele-pre gestiti dal dottor Fran-cesco Anzelmo, il laborato-rio Abbate Fresta gestito daldottor Gianlivio Provenzano,Centro analisi di AltavillaMilicia, Palermo e Prizzigestito dalla dottoressa Giu-seppa Picone. Nel coordina-mento dei sette laboratoriper la creazione del consor-zio non sono mancate, rac-conta Picone, le difficoltà. Ilbilancio è tuttavia netta-mente positivo: “Ritengoche sia una bella esperienza,mi sembra di servire me-glio il pubblico”, conclude ladottoressa.

Due immaginidei laboratoridi analisi: su in alto un interno, a destra un ingresso