Oma36Bassa

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manifestazioniiniziativelibrimanualiattivitàuominicittà Anno 7/2012 di “OmA” periodico dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze - Spedizione in abb. post. comma 27 Art. 2 Legge 662 - Reg. Trib. Fi. n° 5728 del 3/06/09 Direttore Responsabile: Maria Pilar Lebole Lucca Il Carnevale di Viareggio Siena Le pittosculture di Enrico Paolucci Firenze La maschera teatrale nelle scenografie e nei costumi del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino 5 - 2012 - 36 OSSERVATORIO DEI MESTIERI D’ARTE CARTAPESTA e MASCHERE

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Oma n.36

Transcript of Oma36Bassa

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LuccaIl Carnevale di Viareggio

SienaLe pittosculturedi Enrico Paolucci

FirenzeLa maschera teatrale

nelle scenografie e nei costumidel Teatro del MaggioMusicale Fiorentino

5 - 2012 - N°36OSSERVATORIODEI MESTIERID’ARTE

CCAARRTTAAPPEESSTTAAe MMAASSCCHHEERREE

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In copertina:

Maschere, Elena Bianchini.

Foto: Federica Faraone

2PAGINA

editorialeL'arte della cartapesta, arte povera per eccellenza, utilizza materiali di

scarto per dar vita a vere e proprie opere d'arte. A Viareggio questa

tecnica di lavorazione ha trovato la sua espressione massima, tanto

da essere questa città divenuta la capitale della cartapesta. È attra-

verso quest’antica arte che vengono raccontate le vicende salienti

della vita del Paese, in un linguaggio unico, colorato e diretto, quello

del Carnevale, che affascina il pubblico dal 1873, quando un gruppo

di esponenti della borghesia cittadina inscenò una protesta in ma-

schera contro l’aumento delle tasse con uno sbeffeggio verso le am-

ministrazioni, che si rinnova ancora oggi. La tradizione ultracentena-

ria dei carri mascherati viene portata avanti dalla passione di artisti,

artigiani e carpentieri che lavorano per mesi, giorno e notte, contri-

buendo con il loro lavoro ad arricchire l’economia del territorio realiz-

zando opere che esprimono il genuino spirito popolare della nostra

terra. Oggi la sfilata continua a divertire e a far riflettere sui temi più

scottanti del momento, dando vita a vere e proprie pagine di satira po-

litica in cartapesta. Proprio come la carta, la satira è leggera e ta-

gliente. E così, ancora una volta, l’arte diventa contestazione dei ma-

li della società e impulso al cambiamento.

ALBERTO DEL CARLO

PRESIDENTE FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI LUCCA

Editoriale art of papier-mâché, a humble art above all others, uses scrap materialto create veritable works of art. In Viareggio this technique has found its ut-most expression, so much so that this town has become the capital of papier-mâché. It is through this ancient art that the main events of our country’slife are told in the unique, colourful and direct language of Carnival which

has fascinated the public since 1873 when a group of middle-class menstaged a masked protest against a rise in taxes mocking the authori-

ties, a tradition which continues still today. For more than one hun-dred years, this tradition of carnival floats has been carried for-

ward by the passion of artists, artisans and carpenters who workfor months round the clock. eir labours have contributed tothe enrichment of the local economy, craing works that ex-press the true popular spirit of our country. Today the paradestill entertains and makes us ponder on the hottest issues ofour time, creating real political satire in papier-mâché. Sati-re, like paper, is both light and cutting. And so, once again,art becomes a protest against the evils of society and a stimu-lus for change.

Alberto Del CarloPresident of Banca del Monte di Lucca Foundation

2012N°36CARTAPESTAEMASCHERE

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OSSERVATORIOMESTIERID’ARTE

INTOSCANA

Ponte Vecchio;particolare di

un'opera realizzatada Papier Mâché

Firenze

di LAURA ANTONINI Firenze of Papier Mâché

FIRENZE OF PAPIER MÂCHÉVia Pananti, 36 - 50032 Borgo San Lorenzo (FI)

Tel. 055.8455378info@firenzeofpapiermache.itwww.firenzeofpapiermache.it

Dagli anni Settanta, quando sonogiunti a Firenze per studiare ar-chitettura, gli iraniani Mah-

moud Gookizadeh in arte Bijan e AhmadJafari, parlano il linguaggio universale del-l'arte creando con le propriemani opere incartapesta. Non a caso hanno scelto per illoro laboratorio-studio a Borgo San Lo-renzo il nome di Firenze of Papier Mâchéche, come spiegano i due artisti - significaFirenze in carta pesta: un nome dove ogniparola è volutamente espressa in una di-versa lingua.Unpo' come adire che le ope-re di cartapesta realizzate qui secondo lelavorazioni tradizionali, hanno poi licenzadi piacere in tutto il mondo. «Il nostrostrumento di lavoro - confermano Bijan eAhmad Jafari - sono e rimangono le nostremani. In tutti questi anni lamente e la fan-tasia hanno viaggiato molto, ma i materia-li, le tecniche, la fedeltà a una tradizioneartigianale secolare sono rimasti immutati.Tutte le nostre creazioni (dalle mascheretradizionali della commedia dell'arte ad

originali invenzioni) sono costruite a Fi-renze nei nostri laboratori (nessun manu-fatto è importato), nel rispetto delle tecni-che, della storia e dei materiali». Questo èil biglietto da visita di qualità per i loroclienti che ricorrono spesso alla loro arteper manufatti capaci di riprodurre anchearchitetture simbolo di Firenze, come unPonte Vecchio in scala, voluto da un risto-ratore di New York per abbellire il suo lo-cale. «Vivere e lavorare a Firenze, ti conta-

gia, come provare a studiare e conoscereLeonardo e Michelangelo ti arricchisce, tiincoraggia e ti apre l'orizzonte». Un’ispi-razione profonda quella degli artigiani diFirenze of Papier Mâché, un impulso dive-nuto – durante l'ultima edizione del Ma-cef (6-9 Settembre, Milano) anche temadell'esposizione dove hanno presentato«la cartapesta come verbo e mezzo di

espressione artistica in un percorso dovepercepire l’ispirazione dei maestri del ri-nascimento fiorentino».

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mici, ilari, malinconici. L’abnorme di-mensione della bocca, che fungeva da cas-sa di risonanza, rendeva ancora più visto-sa e evidente la maschera, mezzo di im-mediata comunicazione scenografica.Sensani scelse con meticolosa cura i costu-mi dei personaggi, vestiti con abiti libera-mente ispirati alla moda rinascimentale,

Firenze

La maschera teatrale nellescenografie e nei costumidel Teatro del MaggioMusicale Fiorentino

di SILVIA CIAPPI

Nel 1937 il Teatro delMaggio Fio-rentino, inaugurato appenaquattro anni prima, allestì l’ope-

ra L’incoronazione di Poppea, su musica diClaudio Monteverdi, e affidò l’incaricoper realizzare i bozzetti all’architettoGio-vanni Michelucci e l’ideazione dei figuri-ni a Gino Carlo Sensani, artista e sceno-grafo noto per la profonda cultura figura-tiva e la brillante inventiva.L’opera lirica, ambientata nella Romaimperiale, racconta le vicende del con-trastato amore tra Nerone e Poppea sulquale si intromettono gli dei che, con leloro virtù e i loro vizi, erano soliti condi-zionare ed interferire sugli avvenimentinella vita terrena. Ed è a causa della vi-cenda mitologica che Gino Carlo Sensa-ni disegnò per gli attori la maschera tea-trale del mondo greco e romano, di gran-di proporzioni, che accentua e dilata itratti somatici, fermati in un’espressionefissa e grottesca sino a divenire immagi-ne stereotipa di sentimenti: tragici, co-

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dai colori sgargianti e contrastanti, curatineiminimi dettagli, con l’intento, coeren-te con le scelte figurative dell’epoca, di ri-volgere un omaggio alla cultura fiorentinadelXV-XVI secolo ritenutamodello insu-perato del locale genius loci e emblema di“patrio orgoglio”. La fantasia di Sensaniprevedeva anche maschere fantasiose, iro-

niche nel loro immaginario travestimen-to, come il Tritone che mostra le tornitegambe rivestite di squame e di pinne,identiche a quelle applicate al ridotto gon-nellino, mentre la testa è coperta da unturbante composto di conchiglie e di piu-me. Il pittore Alberto Savinio, che spessosi cimentò nell’ideazione di coreografie ecostumi teatrali, nel 1952 progettò le sce-ne e i figurini per la rappresentazione del-l’Armida di Gioacchino Rossini, al XVMaggio Musicale Fiorentino. Tra i boz-zetti più suggestivi spicca il carro, sul qua-le è salvato Rinaldo, che è trainato da undrago alato munito di vistosi artigli, diuna coda nodosa e squamata, di orecchidritti e appuntiti, di fauci pericolosamen-te spalancate e pronte a lanciare fiamme.Dietro le sinistre sembianze, la sagoma dicartone nascondeva una macchina sceno-grafica che permetteva al carro di alzarsi,rendendo la scena ancora più spettacolaree coinvolgente, non diversamente dai car-ri fantastici ideati nel Rinascimento ai

quali Savinio faceva specifico riferimento.Per la maschera del diavolo Astarotte,guardiano del palazzo incantato della ma-ga Armida, Savinio optò per una figuradal corpo ossuto, lemani deformate emu-nite di artigli, che indossa una minacciosae lugubre maschera formata dal teschio diun bue (bucranio), sovrastato da cornaaguzze. Anche il diavolo traeva ispirazio-ne dalle sembianze di celebri demoni de-scritti dalla letteratura e dall’iconografiamedievale e rinascimentale, con caratteri-stiche fisiche o elementi ornamentali cheli rendono immediatamente riconoscibili.

Si ringrazia per la concessione delleimmagini la Soprintendente della

Fondazione Teatro del Maggio MusicaleFiorentino, ing. Francesca Colombo e il

curatore dell’Archivio Storico prof. MorenoBucci. Le foto, eseguite da Nicolò Orsi

Battaglini, fanno parte dell’archiviofotografico della Fondazione Teatro del

Maggio Musicale Fiorentino

A sinistra, Alberto Savinio, Astarotte, 1952

(inv. 3867); al centro, Gino Carlo Sensani,

Maschere per L’incoronazione di

Poppea,1937 (inv. 4397); Gino Carlo

Sensani, Tritone per L’incoronazione di

Poppea, 1937 (inv. 645); a destra, Alberto

Savinio, Carro di Armida, per Armida, 1952

(inv. 252). Firenze, Fondazione Teatro del

Maggio Musicale Fiorentino, Archivio Storico

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Nel quartiere fiorentino di SanLorenzo da trent'anni la carta-pesta prende la forma di ma-

schere, spille, pinocchi e oggetti imma-ginifici. A plasmare le loro fogge è ilmaestro Agostino Dessì, che presa confi-denza con la materia studiando le operedei grandi della storia dell'arte (da San-sovino a Donatello a Bernini) ha fatto diquesta Arte una passione e una profes-sione oggi portata avanti anche dalla fi-glia Alice. «Ho iniziato intuendo l'im-portanza delle maschere per il Carneva-le di Venezia – racconta Agostino Dessì– agli inizi degli anni Ottanta, quandol'evento dopo due secoli di pausa stavatornando in auge.Studiai e riportai alla luce, grazie ai dise-gni di Pietro Longhi, volti e fisionomie

Firenzedi LAURA ANTONINI

Alice's Masks

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OSSERVATORIOMESTIERID’ARTE

PAGINA7

Nella pagina a fianco, l’insegna della

bottega e maschere. Sopra,

Alice e Agostino Dessì in bottega in via

Faenza; studenti a lezione per imparare a

fare le maschere

ALICE’S MASKS STUDIOVia Faenza, 72r50123 Firenze

Tel. 055.287370www.alicemasks.com

di maschere non più conosciute. La con-correnza era inesistente e iniziai a pro-muovermi». Da allora le sue maschere,dalla semplice “Larva” a Pulcinella, han-no fatto il giro del mondo come anche ilPinocchio, personaggio di cui è grandeappassionato.La clientela della bottega Alice's Masksdi Via Faenza è eterogenea e compostada appassionati, cultori del genere famo-si (dall'attrice inglese Helena BonhamCarter alla cantante italiana Milva),compagnie teatrali e costumisti di filminternazionali. «Abbiamo lavorato allarealizzazione di una serie di maschereper la fortunata pellicola Hannibal diRidley Scott – conferma Agostino – esono di nostra produzione alcune visibi-li in Eyes Wide Shut di Kubrick».

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re l’origine temporale dei miei manufattimi aiuta nella lavorazione».Così Elena in-troduce i segreti del mestiere, svelando ipassaggi del suo lavoro: «Partendo da unbozzetto, comincio con il plasmare il pro-totipo in creta, ne scelgo la forma e le fat-tezze; quello iniziale è il momento di idea-zione, quello propriamente creativo. Suc-cessivamente all’essicazione del modello increta, avviene la stesura della carta lana,una carta speciale composta da fibre tessiliche richiama l’antico utilizzo di stoffe estracci che originariamente si usavano perla realizzazionedella cartapesta.La carta la-na si plasma sul modello, ne prende le for-me anche grazie alla colla di cui è intrisa,collante che, una volta essiccato, darà du-rezza all’oggetto. Ecco infine la fase di rifi-nitura, si eliminano le abbondanze, si sten-de una base su cui poter lavorare agevol-mente alla decorazione».Elena coltiva la sua passione, lavora alacre-mente curiosa e capace, continua a formar-si sul lavoro tramite l’esperienza diretta:«Grande scuola per me è poter affiancare,come assistente, il Maestro Giacomo An-drico, scenografo progettista anche inse-gnante al NABA (Nuova Accademia diBelle Arti) di Milano. Ricordo inoltre co-me preziosa l’occasione che ho avuto nel2006 di fare uno stage al Teatro dell’Operadi Roma con ilMaestro Franco Zeffirelli eil suocollaboratore,MaestroCarlo Cento-lavigna. Sempre di più ritengo che il miosia un lavoro che ha del magico, che tra-sforma la materia dando vita a nuovi mon-di, che interpreta e ripropone attraversomaestria e creatività».

ELENA BIANCHINITel. 329.0963230

[email protected]

Giovane scenografa fiorentina,Elena Bianchini si può definireuna vera e propria specialista

nell’arte della maschera. La sua formazio-ne, nella bottega fiorentina di un artigiana-to veneziano, l’ha portata alla sperimenta-zione di varie tipologie di tecniche e carteantiche.Attraverso la laurea in Storia dell’Arte, lostudio approfondito dell’anatomia umanae della plastica scultorea, ha arricchito lasua produzione, che oggi spazia dalla ma-schera tradizionale agli accessori; realizzacopricapi, busti-armatura, abiti in carta, al-tri oggetti scenografici e decorazioni appli-cando tecniche tradizionali e sperimentan-do su materiali naturali e sintetici.«Amo lemaschere, la loro storia, conosce-

di FEDERICA FARAONE Firenze

L'arte della mascheradi Elena Bianchini

Elena Bianchini, maschere e copricapi

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Livornodi STEFANIA FRADDANNI

OSSERVATORIOMESTIERID’ARTE

Bambole di cartapesta alMuseo artistico di SuveretoCartapesta , ma anche legno,

porcellana, biscuit e panno.Dal la passione di

una collezionista, la signoraMaria Micaelli, è sorto a Suve-reto il Museo artistico dellaBambola. Ospitato nei localidi un edificio medievale nelcentro storico dell’antico bor-go in provincia di Livorno, ilmuseo, meta anche l’estatescorsa di numerosi visitatori,raccoglie esemplari di diversetipologie provenienti dallepiù importanti manifattureitaliane.La campionatura proposta èparticolarmente completa e in-dicativa dei mutamenti di stileche si sono verificati nei secoliin questo settore caratterizzatoda una continua ricerca di ma-teriali e tecniche costruttive.Rappresentativi della sezionepiù antica sono i bamboli sardi, coppiadi bambolotti con la testa di cartapestadipinta e il corpo di panno imbottito,costruiti verso la fine del XIX secolo. In-teressante anche la sezione dedicata allebambole della Casa Lenci, fondata a To-rino nel 1919, con il personaggio ver-diano di Violetta, 1921, esemplare piùdatato. Una sezione è dedicata alle bam-bole degli anni Cinquanta, in plastica ri-gida con occhi mobili e marchingegni“parlanti”. Mentre tra le bambole realiz-zate da artisti contemporanei, spiccanoquelle dipinte da Eugen pseudonimo diun noto pittore livornese.

Alcuni modelli di bambole in panno;

al centro, bamboli sardi con testa in

cartapesta, Suvereto, Museo artistico

della Bambola

MUSEO ARTISTICO DELLA BAMBOLAVia Magenta, 14 - 57028 Suvereto (LI)

Tel. 0565.829923

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mettendo a nudo ed esorcizzando conuna risata, i problemi della società. Edi-zione storica è stata quella del 1973,quando il Carnevale compiva cento an-ni, e, per l’occasione, il geniale ArnaldoGalli costruì il più bel carro di tutti i

tempi. Una bomba di carta pesta esplo-se nel mezzo del corso mascherato men-tre dalla riva destra del canale Burla-macca attraccava la nave “Maestrale”con a bordo la reginetta del centenario,Loretta Goggi.

Viareggio, capitale della carta pe-sta . Era il febbraio del 1873quando, tra i giovani bene della

città, nacque l'idea di mascherarsi perprotestare contro le tasse in una paratadi carrozze. Nacque così il Carnevale diViareggio, che da allora richiama ognianno nella città della Versilia migliaia diappassionati da tutta Italia. Protagoni-sti indiscussi i carri allegorici di carta-pesta creati dalle sapienti mani dei mae-stri viareggini: sono i più grandi delmondo, si muovono grazie a ingegnosimeccanismi e sono animati dalla musicae dai balli di centinaia di figuranti inmaschera.Con satira e ironia, raffigurano in ma-niera caricaturale i personaggi della po-litica, della cultura e dello spettacolo,

Luccadi CHIARA PARENTIe ANNA BENEDETTO

Il Carnevale di Viareggio

Sopra, il manifesto della prossima

edizione del Carnevale di Viareggio.

Al centro, il Carro con la fenice.

Nella pagina a fianco, dall’alto, un

momento della lavorazione; l’Idra; il Carro

del Centenario della manifestazione

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OSSERVATORIOMESTIERID’ARTE

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Fu un corso trionfale che costrinse gli or-ganizzatori ad aprire i cancelli a causa del-l’esaurimento dei biglietti. Un appunta-mento imperdibile, quello col Carnevale,a Viareggio, che si rinnova di anno in an-no, fino ad oggi. Vincitore dell’edizione

2012 è stato “Santo subito”, il carro deifrancesi Roger e Lebigre, che è anche ilprotagonista del manifesto 2013 del car-nevale viareggino, che annuncia le datedei grandi corsi mascherati del prossimoanno: 27 gennaio, 3, 10, 12 e 17 febbraio.

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raggiungere la Sacra Reliquia nella Cat-tedrale. Per la prima volta, il corteggio haaccolto le statue de “I giganti” prove-nienti dalla Calabria; questi ultimi, ditradizione assai antica, sono figure rea-lizzate in cartapesta portate in corteo du-rante le feste paesane; i due fantocci ve-stiti di colori sgargianti, sono portati aspalla e accompagnati nei movimenti. Iloro balli seguono il suono ritmato dellagrancassa e del tamburo sfilando per lestrade durante le cerimonie religiose estoriche e tracciando, nel loro percorso,un itinerario magico simbolico. La festaè il loro mondo, il ritmo la loro vita, lastrada e la piazza il loro preordinato e ri-tualizzato movimento.

Nel precedente numero di questarivista dedicato al Vetro (29) siraccontava della leggenda del

ciclo di affreschi su disegno di Fra Filip-po Lippi conservati nel Duomo di Pratoe tornati alla luce con recenti restauridella Leggenda della Cintola attraverso lapolicromia della pittura su vetro. In que-sto numero, immediatamente successivoall’annuale ricorrenza della rappresenta-zione storica pratese della Sacra Reli-quia, torna nuovamente all’attenzione laSacra Cintola. Per l’edizione appena tra-scorsa, in occasione della Festa dell’8 set-tembre (Natività della Beata Vergine) unimponente corteggio storico con miglia-ia di figuranti arrivati da tutta Italia e dal-l’estero ha percorso le strade della cittàinsieme agli amministratori cittadini per

Gigantiin cartapesta

di DANIELA TOCCAFONDI Prato

Corteggio storico, Prato,

8 settembre 2012. Foto: Mauro Casi

La Sacra CintolaSi tratta di una cintola in stoffa e pelodi cammello color verde, intessuta di fi-li d'oro, con delle piccole nappe termi-nali. La tradizione risalente al IV seco-lo riporta le prime notizie di una sacracintura conservata a Bisanzio che avevaavvolto il ventre della Madre di Dio.Chiamata anche Sacro Cingolo, rap-presenta il fulcro della religiosità citta-dina ed è custodita nell'omonima cap-pella del Duomo di Prato affrescata in-teramente da Agnolo Gaddi con leStoria di Maria Vergine. Sopra l'altaresettecentesco dove è conservata la reli-quia, è collocata la statua della Madon-na col Bambino, opera di Giovanni Pi-sano (1301). Annunciata dal suonodelle chiarine del Corpo dei VallettiComunali, viene mostrata in pubblicosoltanto cinque volte l'anno.

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OSSERVATORIOMESTIERID’ARTE

San Miniatodi FRANCESCA ALDERIGHI

Momenti del Carnevale

di Santa Croce sull’Arno

COMITATO COMUNALE FESTEGGIAMENTICARNEVALESCHIPiazza Matteotti, 42

Santa Croce sull’Arno (Pisa)Tel. 0571.34473

[email protected]@carnevalesantacrocese.itwww.carnevalesantacrocese.it

Il Carnevale d’Autore diSanta Croce sull’Arno

Per trovare la prima sfilata del Car-nevale di Santa Croce sull’Arnodobbiamo risalire indietro nel

tempo fino al 1928, quando alcuni paesanidecisero di mascherarsi e di far scendere inpiazza carri allegorici, che allora venivanotrainati da coppie di buoi, per ravvivare legrigie giornate invernali.Con il passare degli anni, questa festa creb-be e già ametà degli anniTrenta ebbero ori-gine iprimigruppicarnevaleschi collegati aivari bardel centro storico cittadino: "IlGat-to", "Il Saladino", "LaLuna", "IlNuovoAstro".Dopo una sospensione nel periodo bellico,il carnevale santacrocese riprese nuovosmalto,madal 1953, a seguitodi scioperi edincidenti che ne seguirono, quasi scompar-ve, fino a quando a metà degli anni Settan-ta, un gruppo di carnevalai riaccese la fiam-mella.Risorsero i vecchi gruppi del “NuovoAstro” e della “Luna” che prese il nome di“Nuova Luna” e nacquero quelli de “La Lu-pa” e de “Gli Spensierati”. Da allora in poiper il carnevale santacrocese è stato un cre-scendo di affermazioni, tanto che per i suoicostumi, realizzati ogni anno, su un temaprescelto, inmanieramolto ricercata e cura-ta fin neiminimi particolari, si è conquista-to l’appellativo di carnevale d’autore.

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«Nella mia ricerca artisticanon seguo un percorso de-finito; mantengo piuttosto

un approccio istintivo».Né scultura, né pittura, ma le due arti in-sieme sono il risultato delle particolari pit-tosculture o sculture dipinte, le creazionidell’autodidatta Enrico Paolucci che,messa da parte la laurea in giurisprudenza,ha preferito seguire la propria vocazioneartistica e realizzare, dopo un primo ap-proccio con la lavorazione della creta,sculture e pannelli in bassorilievo in car-tapesta, nel laboratorio del suo podereBeccacervello in Val d’Orcia (SI).«Lavoro un impasto ricavato da carta po-vera, quella dei quotidiani o del cartone,facile da macerare», spiega l’artista, elen-cando, poi, minuziosamente, quelle chesono le procedure necessarie per ottenerela giusta consistenza del materiale. Nasco-no così A tutto tondo, le creazioni di gran-di pesci, cinghiali, civette e vasi di ogni ge-nere, supportate da uno scheletro realiz-zato con fil di ferro e rete metallica; e iBassorilievi su pannello di legno, dove per-sone stilizzate, astratti o paesaggi della Vald'Orcia vengono modellati direttamente

sulla superficie di legno, ripetutamente li-sciata e portata ad essiccazione, fino al-l’adeguato assorbimento delle peculiarisfumature della colorazione. Ed è propriola singolare e personale celebrazione diquesto suggestivo territorio da cui l’artistatrae ispirazione, riconosciuto, tra l’altro,Patrimonio Mondiale dell’Umanità, chefa di Enrico Paolucci «[…] l’artista idealeper celebrare questi paesaggi, queste terre,queste atmosfere, queste luminosità […]»(Mario Luzi).Enrico Paolucci espone dal 1996, soprat-tutto sul territorio toscano, ma anche na-zionale, oltre ad esperienze all’estero, conmostre in Danimarca e Germania, a Pari-gi e Chicago.

Sienadi SAMANTA BORA

Le pittosculturedi Enrico Paolucci

ENRICO PAOLUCCIPod. Beccacervello - 53026 Pienza (SI)

Tel. 0578.748640 - [email protected]

www.enricopaolucci.it

Enrico Paolucci, in alto a sinistra,

Pesce; sopra, Al bancone; in basso,

Sensuale Val d'Orcia

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OSSERVATORIOMESTIERID’ARTE

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GIANNI GRONCHITel. 349.7754664

[email protected]

«Con le bugie dei giornali e laverità della farina, si fa lacartapesta» recita un anti-

co motto degli addetti ai lavori, e que-st’arte magica con le sue mille sfaccettatu-re incanta ormai da secoli, regalando ope-re di un’effimera e popolare bellezza.Lontana dalle tradizioni più famose an-che Volterra ha il suo “maestro della car-tapesta” l’insegnante e artista GianniGronchi, che da anni si dedica ai bambi-ni e alla loro formazione culturale. «Lacartapesta è un’arte versatile in numerosicampi di applicazione» afferma Gron-chi, che ha acquisito i segreti della tecni-ca durante il servizio civile svolto a Foia-no della Chiana, una delle città storichedel carnevale, «ed è un’attività educativaper i bambini, che possono associare unfatto emotivo come mettere le mani den-tro la pasta e poi dar vita a qualsiasi for-ma dettata dalla fantasia». Gianni neglianni Novanta lavora presso un’associa-zione di Poggibonsi portando avanti unpercorso sperimentale, sempre con ibimbi. Sostituisce i giornali che conten-gono piombo con la carta igienica, di-mostrando le infinite possibilità di un’ar-

te tra l’altro decisamente economica.«L’infanzia è il target di umanità che miinteressa, quello in fase di crescita, è lìche mi riconosco - spiega - per me è unamissione stare con i piccoli, insegnare lo-ro un modo sempre diverso di leggere unmateriale». E Gianni fa tesoro della suaesperienza, la porta a Volterra nelle scuo-le materne, elementari e all’Istituto d’Ar-te. «Nella didattica mi piace associarematerie diverse, per esempio una “pove-ra” come la cartapesta, con una “nobile”come l’alabastro. Oppure utilizzare lacartapesta per realizzare prototipi e mo-dellini - conclude Gronchi - a scuola, ateatro, nell’arte, l’intento è far dialogareculture diverse e apparentemente lonta-ne. Anche nella mia ricerca artistica im-piego i metodi artigianali per poi “tradir-li” e reinventarli».

di CRISTINA GINESI Volterra

La cartapesta & l’arte del gioco

I laboratori sperimentali

per bambini di Gianni Gronchi

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UUNNAA SSTTAAGGIIOONNEE DDEEDDIICCAATTAA AALLLLAA TTOOSSCCAANNAA DDEELL PPAAEESSAAGGGGIIOO EE DDEELLLL’’AARRTTIIGGIIAANNAATTOODal 20 al 23 settembre, presso il parco delle Cascine di

Firenze, si è svolto EXPO Rurale, il grande appunta-

mento dedicato alla ruralità toscana, organizzato dalla

Regione Toscana con il supporto tecnico di Artex. Un

affresco di ruralità dentro le mura urbane e una fattoria

allargata fitta di attività, con oltre 6 ettari di esposizione

e 5500 mq di spazi coperti tra mostre e dibattiti, incon-

tri, racconti ed esperienze, laboratori, animazioni e aree

per bambini. Le filiere della ruralità toscana sono state

presenti con decine di appuntamenti accanto a percor-

si tematici dedicati a scuole, famiglie, esperti e curiosi.

(www.exporurale.it)

Prosegue il viaggio di Artour - il bello in piazza, il mer-

cato itinerante dell’artigianato artistico, che porta i sa-

peri artigiani nei più bei centri della Toscana con un nuo-

vo appuntamento autunnale, il 6-7 ottobre, in piazza

delle Erbe, a San Gimignano (SI).

Tra le novità, infine, il corso di aggiornamento DESIGN

and CRAFT organizzato dall’Area Design dell’Univer-

sità degli Studi di Firenze ed Artex. Un nuovo percor-

so formativo con tirocini presso le botteghe e le azien-

de dell’area fiorentina che unisce la trasmissione del sa-

pere con metodi universitari al “saper fare” degli artigia-

ni. (www.artex.firenze.it)

Centro per l’ArtigianatoArtistico e Tradizionaledella Toscana

2012N°36CARTAPESTAEMASCHERE

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OSSERVATORIOMESTIERID’ARTE

Bielladi PATRIZIA MAGGIA

Monica Mauro, a sinistra,

Lampadada tavolo, 2006; in alto,

Maschera, 2008; sotto, Ciotole, 2006

L’artigiana della cartapesta

«Ho iniziato la mia attività diartigiana della cartapestaspinta da due profonde

esigenze, il desiderio di intraprendereun lavoro manuale e quella di utilizzareun materiale di riciclo, mossa da una au-tentica cultura ecologica che da sempreaccompagna il mio lavoro». Così mi racconta Monica Mauro duranteil nostro incontro. Al rientro da un lungoperiodo passato a Fano ad apprendere latecnica della cartapesta, vince il concorsoper l’assegnazione di uno spazio commer-ciale, “Le Botteghe di Via Scaglia”, bandi-to dall’Assessorato alle Politiche Giovani-li del Comune di Biella. Nel febbraio del 2004 apre “La locomoti-va”, laboratorio artigianale dove Monica

duce da sé anche la materia prima.I manufatti realizzati sono molti: lampa-de, coppe, vasi, accessori, burattini, ma-schere. Diventano frequenti i lavori sucommissione e alla produzione in botte-ga affianca una intensa attività didattica,con laboratori all’interno delle scuole ecorsi per adulti.La maternità le impone una temporaneachiusura del laboratorio, che trasferiscepresso la sua abitazione, dove Monicacontinua a produrre, anche se le nuoveesigenze familiari la spingono ad accet-tare il lavoro di postina.«È sempre carta che mi passa tra le ma-ni, ma dentro di me è molto forte il de-siderio di riaprire la bottega, di poternuovamente creare…»Spesso noi ci troviamo intorno a tavoli aparlare di artigianato ma, oggi più chemai, sono importanti anche azioni con-crete per aiutare i giovani artieri a viveredel loro mestiere.

progetta, realizza, promuove e vende le sueopere, un completo ciclo di autoproduzio-ne creativa, con un tassello in più, lei pro-

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di SILVIA VALENTINI Viterbo

Il Carnevale di Ronciglione:una tradizione popolare tra le più antiche dell’Italia centraleINCONTRO CON IL SINDACODI RONCIGLIONE ALESSANDROGIOVAGNOLI

«Una tradizione antichissimaquella di costruire carri alle-gorici, tramandata di padre

in figlio, che si è interrotta senza particolarimotivazioni alla fine degli anni Sessanta.Fino ad allora diverse famiglie della città,nelle lunghe sere autunnali ed invernali, do-po una dura giornata di lavoro, si riunivanoo nei garage o nelle cantine per costruire ipupazzi ed i pezzi dei carri, che sarebberopoi sfilati per il carnevale. I bozzetti dei carri erano realizzati gratis davalenti artisti quali Publio Muratore, Anto-nio Cerica ed altri.Nel 1973 fu invitato in città, per uno scam-bio di esperienze e per ridare slancio al Car-nevale, il maestro carrista Valerio Ferretti daFano. L’intenzione era quella di cercare unasoluzione duratura atta a formare e coin-volgere i giovani artisti locali provenientidall’Istituto d’Arte di Civita Castellana. Da quell’esperienza incominciò una nuo-va stagione. Per anni è poi proseguita conorgoglio e passione la lavorazione della car-

tapesta per la realizzazione dei carri allego-rici, accompagnando il carnevale di Ronci-glione tra i primi posti in Italia».

In alto, particolare del carro Nettuno

realizzato dallo scenografo Luca Cristofori; a

sinistra, L'Ultima Cena ambulante realizzata da

Luca Verduchi & c. Foto: AFR Ronciglione

2012N°36CARTAPESTAEMASCHERE

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OSSERVATORIOMESTIERID’ARTE

Il Carnevale di Ronciglione:una tradizione popolare tra le più antiche dell’Italia centrale

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Dopo il premio EccellenzeArtigiane conferito a103 botteghe in oc-

casione di Florens 2010,l’Osservatorio dei Mestierid’Arte stringe il focus su Firenzeselezionando circa 150 artigiani a cuiconferisce nel Sala dei Dugento a PalazzoVecchio, la targa in ceramica “Artigiano OmA” asimbolo di qualità, cura e ricerca del prodotto fatto a mano,utilizzo di tecniche tradizionali e innovazione nei processiproduttivi. I nuovi premiati andranno ad inserirsi nel secondo volume ag-giornato della guida Enjoy Handicraft in Florence - Mestierid'arte di Firenze, insieme alle cento botteghe artigianali giàpresenti nel primo volume a cui sarà conferito un riconosci-mento speciale. �

ENJOY HANDICRAFT IN FLORENCE Premio Eccellenze Mestieri d'Arte OmA 2012Sala dei Dugento, Palazzo Vecchio, FirenzeGiovedì 8 novembre 2012dalle 17.00 alle 19.00 (Ore 19.00 Cocktail nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio per tutti gli artigiani intervenuti )

OMAINCORSOD’OPERA ENJOY HANDICRAFT

IN FLORENCEOmA a Florens 2012

NUOVI CORSI ALL’ATELIER DEGLI ARTIGIANELLI

All’Atelier degli Artigianelli, il 18 ottobre prenderà av-vio il nuovo percorso formativo di approccio al re-stauro conservativo delle opere d’arte su carta, stam-

pe, disegni, libri antichi e d’epoca. Rivolto a studenti delle fa-coltà universitarie, accademie d’arte e istituti tecnici e amatori,il corso vuole avvicinare il pubblico al mondo della carta e del-la sua conservazione tramite la guida di insegnanti esperti. Ilprogramma, suddiviso in 12 lezioni di 3 ore ciascuna, tocca eapprofondisce tutti gli aspetti essenziali per affrontare corret-tamente il ripristino di un’opera d’arte su carta: partendo dallaschedatura di una stampa antica lo studente potrà eseguire il ri-pristino di uno strappo, la pulizia a secco oltre a studiare alcu-ni esempi di tecniche d’incisione e di ritocco cromatico ad ac-querello. In programma anche l’esecuzione di un passe-partoute la realizzazione della legatura, eseguita con cucitura a mano,di un piccolo volume.Al termine del percorso didattico verrà rilasciato un attestatodi frequenza. �

INFO

Atelier degli ArtigianelliVia dei Serragli, 104 - FirenzeTel. 055.0124551 [email protected] www.atelierartigianelli.it

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Dopo il “tutto esaurito” di settembre e ottobre, altri duelaboratori “LET'S WORK ARTISANS! Junior” sisvolgeranno ad Arezzo, nell'ambito dell'edizione

2012 del progetto Piccoli Grandi Musei. Potranno partecipare bambini dagli 8 ai 12 anni, cimentandosi,attraverso l'utilizzo della lingua inglese, nella lavorazione arti-gianale di manufatti artistici in carta e cartapesta. �

Sabato 3 novembre, 2012 ore 16.00-18.00BEST WISHES I colori e le decorazioni della tradizionale carta fiorentina si tra-sformano e assumono mille forme.Realizzazione di un biglietto di auguripersonalizzato e della busta attraversovarie tecniche tradizionali di lavorazio-ne della carta.

Domenica 4 novembre 2012 ore 10.00-12.00OUR LONELY FIREFLY! Cartapesta

Museo Statale d'Arte Medievale e Moderna di Arezzo. Via San Lorentino, 8 - Arezzo

INFO E PRENOTAZIONI

Tel. 055.5384964 - [email protected]

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA

Ogni laboratorio ospita un massimodi 15 partecipanti I manufatti realizzati saranno conse-gnati a fine laboratoriowww.osservatoriomestieridarte.it/lets-work-artisanswww.letsworkartisans.itinfo@letsworkartisans.it

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INCORSOD’OPERA

LET’S WORK ARTISANS! JUNIOR AD AREZZO

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La mostra, a cura di Franziska Nori

(direttore CCC Strozzina, Palazzo

Strozzi, Firenze) e Barbara Dawson

(direttore Dublin City Gallery The

Hugh Lane, Dublino), propone il

lavoro di artisti contemporanei

che investigano il tema

dell’esistenza nel rapporto tra

individuo e collettività. Le loro

opere danno forma a stati d’animo

e interrogativi che l’essere umano

si pone nel rapporto con la sfera

personale, il corpo e il mondo.

INFO

Tel. 055.2645155

[email protected]

www.strozzina.org

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OSSERVATORIOMESTIERID’ARTE

FIRENZE

ANNI TRENTA. ARTI IN ITALIAOLTRE IL FASCISMODal 22 settembre 2012 al 27

gennaio 2013

Palazzo Strozzi, Firenze

Nell’Italia degli anni Trenta, durante

il fascismo, si combatte una

battaglia artistica di grande vivacità,

che vedeva schierati tutti gli stili e

tutte le tendenze. La mostra

rappresenta quel decennio

attraverso i capolavori (99 dipinti,

17 sculture, 20 oggetti di design) di

oltre quaranta dei più importanti

artisti dell’epoca.

INFO

Tel. 055.2645155

www.palazzostrozzi.org

FRANCIS BACON E LACONDIZIONE ESISTENZIALENELL’ARTE CONTEMPORANEADal 5 ottobre 2012

al 27 gennaio 2013

CCC Strozzina

Palazzo Strozzi, Firenze

FLORENS 2012Dal 3 all’11 novembre 2012

Seconda edizione di Florens 2012;

Dal Grand Tour al Global Tour è il

tema proposto. La finalità primaria

sarà sostenere e promuovere

un’economia diversa, basata sulle

risorse culturali e ambientali e

atta a creare un’economia

sostenibile. Il Forum

Internazionale vedrà nelle

giornate previste un ampio

parterre di illustri relatori; molti

saranno gli eventi satellite

legati all’iniziativa.

INFO

Tel. 055.2645155

www.fondazioneflorens.it

INPRIMOPIANO

BIELLA

PROGETTO MUSE ALLA LAVAGNALa Fondazione Cassa di Risparmio di Biella a sostegno dell'istruzionePer l'anno scolastico 2012/2013

viene riproposto dalla Fondazione

Cassa di Risparmio di Biella il

progetto formativo rivolto alle scuole

dal titolo Muse alla lavagna che

prevede laboratori di cinema, teatro,

artigianato artistico, archeologia e

laboratori interculturali e sul tema

della natura. Tutti i laboratori sono

gratuiti. Le iscrizioni sono aperte, fino

ad esaurimento posti, dal 1 al 31

ottobre 2012.

INFO

Tel. 015.0991868

[email protected]

spazio.cultura@fondazionecr

biella.it

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2012N°36CARTAPESTAEMASCHERE

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ANNO 7 N° 36OMA - OSSERVATORIO DEI MESTIERI D’ARTE IN TOSCANAPeriodico dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze

DIRETTORE EDITORIALEUgo Bargagli Stoffi

DIRETTORE RESPONSABILE E REDAZIONEMaria Pilar Lebole

COLLABORATORI DI REDAZIONE: Laura Antonini, FrancescaAlderighi, Anna Benedetto,Samanta Bora, Silvia Ciappi,Federica Faraone, StefaniaFraddanni, Beniamino Gemignani,Cristina Ginesi, Patrizia Maggia,Chiara Parenti, Daniela Toccafondi,Silvia Valentini

Ente Cassa di Risparmio di Firenzevia Bufalini, 6 - 50122 FirenzeTel. 055.5384951redazione@osservatoriomestieridarte.itwww.osservatoriomestieridarte.it

PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE Giorgia Monni

EDITINGEdifir-Edizioni Firenze Srl (FI)

STAMPAPacini Editore Industrie GraficheOspedaletto (Pisa)

Spedizione in abb. post. comma 27 Art. 2 Legge 662 Reg. Trib. Fi. N.5728 3/06/09

L’editore resta a disposizione degliaventi diritto con i quali non è statopossibile comunicare.

LUCCA

NATURA VIVALA NATURA È VIVA NELLETELE DI DANIELAGIOVANNETTIDal 6 al 21 ottobre 2012

Sale della Fondazione Banca del

Monte di Lucca

Via San Martino, 7 - Lucca

Dopo le grandi mostre di Ugo

Nespolo e Luca Alinari e la

retrospettiva su Francesco Fanelli,

le sale espositive della Fondazione

Banca del Monte di Lucca, tornano

ad ospitare un nuovo

appuntamento con l’arte. Con una

personale dal titolo “Natura viva”,

in aperto contrasto con il termine

“natura morta”, la pittrice Daniela

Giovannetti, lucchese di nascita e

milanese di adozione, presenta

alcuni lavori degli ultimi 5 anni,

dipinti con una tecnica attualissima

per la sua versatilità e capacità di

rappresentazione del reale.

INFO

[email protected]

www.fondazionebmluccaeventi.it

LUCCA JAZZ DONNA 2012LA MENTE E IL CUORE DELLE DONNE. IN JAZZ Dall’11 al 18 ottobre 2012

La mente e il cuore delle donne a

Lucca Jazz Donna 2012. Sono i

progetti originali delle jazzwomen

ospiti della VIII edizione del Festival, i

protagonisti del Festival di jazz al

femminile che si terrà in 5 date, tra

l’11 e il 18 ottobre, a Lucca,

organizzato dal Circolo Lucca Jazz,

dal Comune di Lucca e dalla

Provincia di Lucca, con il patrocinio

della Regione Toscana ed il sostegno

della Fondazione Cassa di Risparmio

di Lucca e della Fondazione Banca

del Monte di Lucca.

INFO

www.luccajazzdonna.it

PRATO

MASSIMO BARZAGLIGRANDEZZA NATURALE Dal 29 settembre

al 2 dicembre 2012

Centro per l’arte contemporanea

Luigi Pecci

Viale della Repubblica, 277 - Prato

UFO STORYDALL’ARCHITETTURARADICALE AL DESIGN GLOBALEDal 29 settembre 2012 al 3

febbraio 2013

Spazio Progetti

Centro per l’arte contemporanea

Luigi Pecci

Viale della Repubblica, 277

Prato

COVERI STORY. DA PRATO AL MADE IN ITALYDal 24 Ottobre 2012

al 18 Gennaio 2013

Prato, Auditorium Camera

di Commercio

La mostra, curata da Ugo Volli,

Martina Corgnati e Luigi Salvioli,

presenta abiti originali, bozzetti,

storyboard delle sfilate

(questo un assoluto inedito

per il pubblico), fotografie, video

delle sfilate, fino alle

numerosissime copertine che

le riviste hanno dedicato alle sue

creazioni.

Per la foto in alto:

Collezione autunno/inverno ‘88/‘89,

Ph. Bill King, modella: Carré Otis,

©Archivio Coveri

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Ente Cassa di Risparmio di Firenzevia Bufalini 6 - 50122 Firenze

www.osservatoriomestieridarte.itinfo@osservatoriomestieridarte.it

[email protected]

FondazioneCassa di Risparmi

di Livorno