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IL PUNTO COLDIRETTI SETTIMANALE DI INFORMAZIONE PER LE IMPRESE DEL SISTEMA AGROALIMENTARE Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni TUTTI GLI APPROFONDIMENTI SUL SITO WWW.ILPUNTOCOLDIRETTI.IT N. 14 22 - 28 APRILE 2017 COLDIRETTI IL PUNTO COLDIRETTI 22 - 28 APRILE 2017 TUTTI GLI APPROFONDIMENTI SUL SITO WWW.ILPUNTOCOLDIRETTI.IT 4 ECONOMIA Gravissimi danni alle coltivazioni, dai vigneti agli ortaggi fino agli alberi da frutto Maltempo e gelate, aprile “nero” nei campi L’ondata di maltempo anomala con l’improvviso abbassamento delle temperature di molti gradi sotto lo zero ha provocato gelate estese nei campi coltivati con ef- fetti devastanti su vigneti, frutteti e ortaggi lungo tutta la Penisola, dalla Val D’Aosta alla Campania. E’ quanto emerge da un monito- raggio della Coldiretti con il primo drammatico bilancio dei danni provocati alle più importanti pro- duzioni agroalimentari nazionali da nubifragi, vento forte, grandine e gelo che hanno sferzato l’Italia dopo che il clima primaverile aveva risvegliato le piante renden- dole più vulnerabili. Il gelo ha col- pito l’agricoltura proprio mentre in molti territori si stanno facendo i conti della grandine che ha di- strutto interi raccolti dopo un anno di lavoro. A pagare un conto salato sono i più grandi vini della Val d’Aosta dove il gelo ha decimato le vigne più alte d’Italia nella zona del vino Blanc de Morgex e de La Salle, della Lombardia, con danni ai vigneti della Valtellina e a quelli di Grumello, Franconia e Marze- mino, del Piemonte, con problemi a grandi vini come il Gattinara e il Ghemme, del Veneto con 70-80% di perdita del raccolto di Merlot, Cabernet, con devastazioni delle viti di Pinot grigio e bianco, Pro- secco e Chardonnay a Vicenza e prevedibili cali di produzione di Glera, Moscato giallo e Raboso sui Colli Euganei, dell’Emilia-Ro- magna, della Toscana, della Cam- pania e della Sardegna dove migliaia di ettari vitati sono stati “bruciati” dal gelo nel Sassarese. Colpiti anche i frutteti di pere mantovane, di mele annurche campane, albicocche pavesi, cilie- gie di Vignola (Modena), nonché le acacie in Piemonte. In ginoc- chio sono anche le coltivazioni or- ticole all’aperto in molte regioni in quanto erano già state tolti i tes- suti da serra. Ne hanno fatto la spesa insalate, fagioli, fagiolini, pomodori, zucchine ed anche le patate. Preoccupazioni si regi- strano anche per gli olivi che ve- drebbero la futura produzione di olio compromessa dal persistere di condizioni di freddo intenso in Campania. Una evidente anoma- lia che conferma i cambiamenti climatici in atto che in Italia si ma- nifestano con ripetuti sfasamenti stagionali ed eventi estremi anche con il rapido passaggio dalla sic- cità all’alluvione, precipitazioni brevi e violente accompagnate anche da grandine con pesanti ef- fetti sull’agricoltura italiana che negli ultimi dieci anni ha subito danni per 14 miliardi di euro a causa delle bizzarrie del tempo. Da qui la necessità di lavorare anche sul versante delle assicura- zioni, con formule capaci di sal- vaguardare il reddito delle aziende agricole. Il Ministero della Salute ha autorizzato in via definitiva l’uso del thiacloprid, già au- torizzato su pero e ciliego, anche su melo, pesco e nettarine per combattere Halyo- morpha halis, la cimice asiatica che sta de- vastando i frutteti italiani. La presenza della Halyomorpha Halys sta diventando una vera e propria emergenza fitosanitaria, anche in conseguenza dei cambiamenti climatici come evidenzia un recente stu- dio, in particolare, per pero, melo e pesco. Halyomorpha halys (Heteroptera, Penta- tomidae), è stata rilevata per la prima volta, in Italia, in provincia di Modena, a settembre 2012, grazie ad una raccolta di insetti a scopo didattico e nel 2014 un’ in- dagine ha dimostrato la sua presenza nelle regioni Emilia Romagna, Lombardia, Pie- monte, Friuli e Veneto, ma il rischio è che si espanda anche in altre Regioni. Per que- sto motivo è fondamentale essere tempe- stivi nell'individuazione dei nuovi focolai d'infestazione. Nativa dell’Asia orientale, questa cimice è nella lista d’allerta dell’ European and Mediterranean Plant Protec- tion Organization (EPPO), data l’estrema polifagia e l’elevatissimo potenziale inva- sivo come agente di danno di moltissime piante da frutto, ortive ed ornamentali. Questa cimice si nutre, infatti, di una vasta gamma di vegetali comprendente piante spontanee e coltivate, in particolare tutte le piante da frutto, vite, quasi tutti gli or- taggi, leguminose, cereali (mais, fru- mento) ma anche numerose piante ornamentali.La cimice asiatica è un orga- nismo esotico nuovo che, in ambiente ita- liano, non ha limitatori naturali. Le popolazioni tendono, quindi, a crescere in modo esponenziale, non trovando ostacoli. Dal 2013, per affrontare i problemi emer- genti causati da H. halys in Emilia Roma- gna, sono stati istituiti progetti coordinati dall'Università di Modena-Reggio Emilia, dai Consorzi Fitosanitari di Modena e di Reggio Emilia e dal Servizio Fitosanitario dell’Emilia Romagna. AMBIENTE Nuovi prodotti contro la cimice asiatica In vigore l’etichetta salva stalle italiane Dal 19 aprile è scattato l’obbligo dell’indicazione dell’origine in latte, formaggi e derivati E’ il risultato della battaglia della Coldiretti contro importazioni e speculatori Moncalvo: “Uno stop agli inganni del falso Made in Italy” ECONOMIA Dal 19 aprile è in vigore l'ob- bligo dell'etichetta d'origine per latte, formaggi, yogurt e altri derivati, prevista dal de- creto firmato dai mi- nistri delle Politiche Agricole Maurizio Martina e dello Svi- luppo Economico Carlo Calenda e pub- blicato nella Gaz- zetta Ufficiale n.15 del 19 gennaio 2017. Il provvedimento è scaturito dalla guerra del latte scatenata lo scorso anno dalla Coldiretti contro le speculazioni insostenibili sui prezzi alla stalla e sta por- tando ad un sostanziale au- mento dei compensi riconosciuti agli allevatori senza oneri per i consuma- tori. Due confezioni di latte a lunga conservazione su tre sono già in regola, mentre la situazione è più variegata per yogurt e formaggi anche per- ché il provvedimento prevede che sarà possibile, per un pe- riodo non superiore a 180 giorni, smaltire le scorte con il sistema di etichettatura pre- cedente anche per tenere conto della stagionatura. Gli 1,7 milioni di mucche da latte presenti in Italia ma anche pecore e capre possono così finalmente mettere la firma sulla propria produzione di latte, burro, formaggi e yo- gurt che è garantita da livelli di sicurezza e qualità supe- riore grazie al sistema di con- trolli realizzato dalla rete di veterinari più estesa d’Europa, ma anche ai primati conquistati a livello comunitario con la leadership eu- ropea con 49 formaggi a denominazione di origine realizzati sulla base di specifici disci- plinari di produzione. L’obbligo di indicare l’origine in etichetta salva dall’omologa- zione l’identità di ben 487 diversi tipi di formaggi tradizionali censiti a livello regionale territoriale e tutelati perché realizzati secondo re- gole tramandate da genera- zioni che permettono anche di sostenere la straordinaria biodiversità delle razza bo- vine allevate a livello nazio- nale. ECONOMIA Come funziona il nuovo sistema per i prodotti lattiero-caseari Tutto ok se c’è scritto “Origine:Italia” Il provvedimento riguarda l'indicazione di ori- gine del latte o del latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari, si applica al latte vaccino, ovicaprino, bufalino e di altra origine animale e prevede l'utilizzo in etichetta delle se- guenti diciture: a) “Paese di mungitura”: nome del Paese nel quale è stato munto il latte; b) “Paese di confezionamento e trasforma- zione”: nome del Paese nel quale il latte è stato condizionato o trasformato. Qualora il latte o il latte usato come ingrediente nei prodotti lat- tiero-caseari sia stato munto, condizionato o tra- sformato, nello stesso Paese, l'indicazione di origine può essere assolta con l'utilizzo della se- guente dicitura: “origine del latte”: nome del Paese. Se invece le operazioni indicate avven- gono nel territorio di più Paesi membri del- l'Unione europea, per indicare il luogo in cui ciascuna singola operazione è stata effettuata, possono essere utilizzate le seguenti diciture: “latte di Paesi UE” per l'operazione di mungi- tura, “latte condizionato o trasformato in Paesi UE” per l'operazione di condizionamento o di trasformazione. Infine qualora le operazioni av- vengano nel territorio di più Paesi situati al di fuori dell'Unione europea, per indicare il luogo in cui ciascuna singola operazione è stata effet- tuata, possono essere utilizzate le seguenti dici- ture: «latte di Paesi non UE» per l'operazione di mungitura, «latte condizionato o trasformato in Paesi non UE» per l'operazione di condiziona- mento o di trasformazione. Per le violazioni si applicano le sanzioni di cui all'art. 4, comma 10, della legge 3/2/2011, n. 4. Bando Pei al via pure in Basilicata In questi giorni anche la Regione Basilicata ha aperto il Bando PEI per l'attuazione della sotto- misura 16.1 Fase 1 e 2 "Sostegno per la costitu- zione e gestione dei gruppi operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell'agri- coltura". La scadenza per la presentazione della domanda è del 30 maggio 2017. Il bando in- tende promuovere l’innovazione (tecnologica, organizzativa o sociale) nel settore agricolo, fo - restale e dei territori rurali incoraggiando siner- gie tra diversi attori per lo sviluppo di progetti concreti. Il beneficiario dell’intervento è il Gruppo di cooperazione, e la cooperazione deve interessare almeno sei soggetti di cui almeno uno appartenente al mondo della ricerca ed al- meno altri cinque, anche in forma associata, al mondo imprenditoriale agricolo e/o forestale con sede operativa in Basilicata. Ok della Ue all’Igp Vitellone Piemontese Da Bruxelles il via ufficiale all'Igp del Vitel- lone Piemontese. Sono, infatti, trascorsi i 90 giorni dalla pubblicazione della domanda di re- gistrazione nella Gazzetta Ufficiale UE serie C del 23 dicembre 2016 e l'Unione Europea ha, quindi, adottato il regolamento registrando la denominazione "Vitelloni Piemontesi della co- scia". "Si è concluso un iter burocratico partito nel 2009 e fortemente sostenuto dalla nostra Organizzazione che ha portato avanti un lavoro di squadra sinergico – spiega Delia Revelli pre- sidente di Coldiretti Piemonte - L’Igp va a tu- telare finalmente la qualità di altissimo livello di questa carne, prodotta dai nostri allevatori e conosciuta in tutto il mondo". "In Piemonte si contano 6 mila aziende che allevano la razza bovina Piemontese con quasi 300 mila capi e 15 mila addetti - sottolinea Bruno Rivarossa Delegato Confederale – . Ora ci prepariamo alla fase operativa che prevede, sull'etichetta della carne, la denominazione "Vitellone Pie- montese della coscia", il logo della denomina- zione, la dicitura "Indicazione Geografica Protetta" e il simbolo dell'Unione europea". “Con l’etichetta- tura di origine si dice finalmente basta all’in- ganno del falso Made in Italy con tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro ven- duti in Italia che sono stranieri, cosi come la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall'estero, senza che questo sia stato ob- bligatorio fino ad ora riportarlo in eti- chetta”. E’il commento del presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo in oc- casione dell’entrata in vigore dell’ob- bligo di indicazione dell’origine per il latte, i formaggi e gli altri serivati. “Si tratta - ha sottolineato Moncalvo - anche di un importante segnale di cambiamento anche a livello comunitario dove occorre proseguire nella l’impegno per la traspa- renza. Si conclude così positivamente una lunga battaglia della Coldiretti che risponde alle esigenze di trasparenza degli italiani che secondo la consulta- zione pubblica online del Ministero delle politiche agricole, in più di 9 casi su 10, considerano molto importante che l’eti- chetta riporti il Paese d’origine del latte fresco (95%) e dei prodotti lattiero-ca- seari quali yogurt e formaggi (90,84%), mentre per oltre il 76% lo è per il latte a lunga conservazione”.

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IL PUNTO COLDIRETTISETTIMANALE DI INFORMAZIONE PER LE IMPRESE DEL SISTEMA AGROALIMENTARE

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni

TUTTI GLI APPROFONDIMENTI SUL SITO WWW.ILPUNTOCOLDIRETTI.IT

N. 14

22 - 28

APRILE

2017

COLDIRETTI

IL PUNTO COLDIRETTI 22 - 28 APRILE 2017

TUTTI GLI APPROFONDIMENTI SUL SITO WWW.ILPUNTOCOLDIRETTI.IT

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ECONOMIA Gravissimi danni alle coltivazioni, dai vigneti agli ortaggi fino agli alberi da frutto

Maltempo e gelate, aprile “nero” nei campiL’ondata di maltempo anomalacon l’improvviso abbassamentodelle temperature di molti gradisotto lo zero ha provocato gelateestese nei campi coltivati con ef-fetti devastanti su vigneti, fruttetie ortaggi lungo tutta la Penisola,dalla Val D’Aosta alla Campania.E’ quanto emerge da un monito-raggio della Coldiretti con il primodrammatico bilancio dei danniprovocati alle più importanti pro-duzioni agroalimentari nazionalida nubifragi, vento forte, grandinee gelo che hanno sferzato l’Italiadopo che il clima primaverileaveva risvegliato le piante renden-dole più vulnerabili. Il gelo ha col-pito l’agricoltura proprio mentrein molti territori si stanno facendoi conti della grandine che ha di-strutto interi raccolti dopo un annodi lavoro. A pagare un conto salatosono i più grandi vini della Vald’Aosta dove il gelo ha decimatole vigne più alte d’Italia nella zonadel vino Blanc de Morgex e de LaSalle, della Lombardia, con danniai vigneti della Valtellina e a quellidi Grumello, Franconia e Marze-

mino, del Piemonte, con problemia grandi vini come il Gattinara e ilGhemme, del Veneto con 70-80%di perdita del raccolto di Merlot,Cabernet, con devastazioni delleviti di Pinot grigio e bianco, Pro-secco e Chardonnay a Vicenza e

prevedibili cali di produzione diGlera, Moscato giallo e Rabososui Colli Euganei, dell’Emilia-Ro-magna, della Toscana, della Cam-pania e della Sardegna dovemigliaia di ettari vitati sono stati“bruciati” dal gelo nel Sassarese.Colpiti anche i frutteti di peremantovane, di mele annurchecampane, albicocche pavesi, cilie-gie di Vignola (Modena), nonché

le acacie in Piemonte. In ginoc-chio sono anche le coltivazioni or-ticole all’aperto in molte regioniin quanto erano già state tolti i tes-suti da serra. Ne hanno fatto laspesa insalate, fagioli, fagiolini,pomodori, zucchine ed anche lepatate. Preoccupazioni si regi-strano anche per gli olivi che ve-drebbero la futura produzione diolio compromessa dal persisteredi condizioni di freddo intenso inCampania. Una evidente anoma-lia che conferma i cambiamenticlimatici in atto che in Italia si ma-nifestano con ripetuti sfasamentistagionali ed eventi estremi anchecon il rapido passaggio dalla sic-cità all’alluvione, precipitazionibrevi e violente accompagnateanche da grandine con pesanti ef-fetti sull’agricoltura italiana chenegli ultimi dieci anni ha subitodanni per 14 miliardi di euro acausa delle bizzarrie del tempo.Da qui la necessità di lavorareanche sul versante delle assicura-zioni, con formule capaci di sal-vaguardare il reddito delle aziendeagricole.

Il Ministero della Salute ha autorizzato invia definitiva l’uso del thiacloprid, già au-torizzato su pero e ciliego, anche su melo,pesco e nettarine per combattere Halyo-morpha halis, la cimice asiatica che sta de-vastando i frutteti italiani. La presenzadella Halyomorpha Halys sta diventandouna vera e propria emergenza fitosanitaria,anche in conseguenza dei cambiamenticlimatici come evidenzia un recente stu-dio, in particolare, per pero, melo e pesco. Halyomorpha halys (Heteroptera, Penta-tomidae), è stata rilevata per la primavolta, in Italia, in provincia di Modena, asettembre 2012, grazie ad una raccolta diinsetti a scopo didattico e nel 2014 un’ in-dagine ha dimostrato la sua presenza nelleregioni Emilia Romagna, Lombardia, Pie-monte, Friuli e Veneto, ma il rischio è chesi espanda anche in altre Regioni. Per que-sto motivo è fondamentale essere tempe-stivi nell'individuazione dei nuovi focolaid'infestazione. Nativa dell’Asia orientale,questa cimice è nella lista d’allerta dell’European and Mediterranean Plant Protec-tion Organization (EPPO), data l’estremapolifagia e l’elevatissimo potenziale inva-sivo come agente di danno di moltissimepiante da frutto, ortive ed ornamentali.Questa cimice si nutre, infatti, di una vastagamma di vegetali comprendente piantespontanee e coltivate, in particolare tuttele piante da frutto, vite, quasi tutti gli or-taggi, leguminose, cereali (mais, fru-mento) ma anche numerose pianteornamentali.La cimice asiatica è un orga-nismo esotico nuovo che, in ambiente ita-liano, non ha limitatori naturali. Lepopolazioni tendono, quindi, a crescere inmodo esponenziale, non trovando ostacoli.Dal 2013, per affrontare i problemi emer-genti causati da H. halys in Emilia Roma-gna, sono stati istituiti progetti coordinatidall'Università di Modena-Reggio Emilia,dai Consorzi Fitosanitari di Modena e diReggio Emilia e dal Servizio Fitosanitariodell’Emilia Romagna.

AMBIENTE

Nuovi prodotti

contro

la cimice

asiatica

In vigore l’etichetta salva stalle italianeDal 19 aprile è scattato l’obbligo dell’indicazione dell’origine in latte, formaggi e derivati

E’ il risultato della battaglia della Coldiretti contro importazioni e speculatori

Moncalvo:

“Uno stop

agli inganni

del falso Made

in Italy”

ECONOMIADal 19 aprile è in vigore l'ob-bligo dell'etichetta d'origineper latte, formaggi, yogurt ealtri derivati, prevista dal de-creto firmato dai mi-nistri delle PoliticheAgricole MaurizioMartina e dello Svi-luppo EconomicoCarlo Calenda e pub-blicato nella Gaz-zetta Ufficiale n.15del 19 gennaio 2017.Il provvedimento èscaturito dalla guerradel latte scatenata loscorso anno dallaColdiretti contro lespeculazioni insostenibili suiprezzi alla stalla e sta por-tando ad un sostanziale au-mento dei compensiriconosciuti agli allevatorisenza oneri per i consuma-tori. Due confezioni di latte alunga conservazione su tresono già in regola, mentre lasituazione è più variegata per

yogurt e formaggi anche per-ché il provvedimento prevedeche sarà possibile, per un pe-riodo non superiore a 180

giorni, smaltire le scorte conil sistema di etichettatura pre-cedente anche per tenereconto della stagionatura. Gli1,7 milioni di mucche da lattepresenti in Italia ma anchepecore e capre possono cosìfinalmente mettere la firmasulla propria produzione dilatte, burro, formaggi e yo-

gurt che è garantita da livellidi sicurezza e qualità supe-riore grazie al sistema di con-trolli realizzato dalla rete di

veterinari più estesad’Europa, ma anche aiprimati conquistati alivello comunitariocon la leadership eu-ropea con 49 formaggia denominazione diorigine realizzati sullabase di specifici disci-plinari di produzione.L’obbligo di indicarel’origine in etichettasalva dall’omologa-zione l’identità di ben

487 diversi tipi di formaggitradizionali censiti a livelloregionale territoriale e tutelatiperché realizzati secondo re-gole tramandate da genera-zioni che permettono anchedi sostenere la straordinariabiodiversità delle razza bo-vine allevate a livello nazio-nale.

ECONOMIA Come funziona il nuovo sistema per i prodotti lattiero-caseari

Tutto ok se c’è scritto “Origine:Italia”Il provvedimento riguarda l'indicazione di ori-gine del latte o del latte usato come ingredientenei prodotti lattiero-caseari, si applica al lattevaccino, ovicaprino, bufalino e di altra origineanimale e prevede l'utilizzo in etichetta delle se-guenti diciture:a) “Paese di mungitura”: nome del Paese nelquale è stato munto il latte;b) “Paese di confezionamento e trasforma-zione”: nome del Paese nel quale il latte è statocondizionato o trasformato. Qualora il latte o illatte usato come ingrediente nei prodotti lat-tiero-caseari sia stato munto, condizionato o tra-sformato, nello stesso Paese, l'indicazione diorigine può essere assolta con l'utilizzo della se-guente dicitura: “origine del latte”: nome delPaese. Se invece le operazioni indicate avven-gono nel territorio di più Paesi membri del-

l'Unione europea, per indicare il luogo in cuiciascuna singola operazione è stata effettuata,possono essere utilizzate le seguenti diciture:“latte di Paesi UE” per l'operazione di mungi-tura, “latte condizionato o trasformato in PaesiUE” per l'operazione di condizionamento o ditrasformazione. Infine qualora le operazioni av-vengano nel territorio di più Paesi situati al difuori dell'Unione europea, per indicare il luogoin cui ciascuna singola operazione è stata effet-tuata, possono essere utilizzate le seguenti dici-ture: «latte di Paesi non UE» per l'operazione dimungitura, «latte condizionato o trasformato inPaesi non UE» per l'operazione di condiziona-mento o di trasformazione. Per le violazioni siapplicano le sanzioni di cui all'art. 4, comma 10,della legge 3/2/2011, n. 4.

Bando Pei al via pure in BasilicataIn questi giorni anche la Regione Basilicata haaperto il Bando PEI per l'attuazione della sotto-misura 16.1 Fase 1 e 2 "Sostegno per la costitu-zione e gestione dei gruppi operativi del PEI inmateria di produttività e sostenibilità dell'agri-coltura". La scadenza per la presentazione delladomanda è del 30 maggio 2017. Il bando in-tende promuovere l’innovazione (tecnologica,organizzativa o sociale) nel settore agricolo, fo-

restale e dei territori rurali incoraggiando siner-gie tra diversi attori per lo sviluppo di progetticoncreti. Il beneficiario dell’intervento è ilGruppo di cooperazione, e la cooperazione deveinteressare almeno sei soggetti di cui almenouno appartenente al mondo della ricerca ed al-meno altri cinque, anche in forma associata, almondo imprenditoriale agricolo e/o forestalecon sede operativa in Basilicata.

Ok della Ue all’Igp Vitellone PiemonteseDa Bruxelles il via ufficiale all'Igp del Vitel-lone Piemontese. Sono, infatti, trascorsi i 90giorni dalla pubblicazione della domanda di re-gistrazione nella Gazzetta Ufficiale UE serie Cdel 23 dicembre 2016 e l'Unione Europea ha,quindi, adottato il regolamento registrando ladenominazione "Vitelloni Piemontesi della co-scia". "Si è concluso un iter burocratico partitonel 2009 e fortemente sostenuto dalla nostraOrganizzazione che ha portato avanti un lavorodi squadra sinergico – spiega Delia Revelli pre-sidente di Coldiretti Piemonte - L’Igp va a tu-

telare finalmente la qualità di altissimo livellodi questa carne, prodotta dai nostri allevatori econosciuta in tutto il mondo". "In Piemonte sicontano 6 mila aziende che allevano la razzabovina Piemontese con quasi 300 mila capi e15 mila addetti - sottolinea Bruno RivarossaDelegato Confederale – . Ora ci prepariamoalla fase operativa che prevede, sull'etichettadella carne, la denominazione "Vitellone Pie-montese della coscia", il logo della denomina-zione, la dicitura "Indicazione GeograficaProtetta" e il simbolo dell'Unione europea".

“Con l’etichetta-tura di origine sidice finalmentebasta all’in-ganno del falsoMade in Italycon tre cartonidi latte a lungaconservazionesu quattro ven-duti in Italia che sono stranieri, cosi comela metà delle mozzarelle sono fatte conlatte o addirittura cagliate provenientidall'estero, senza che questo sia stato ob-bligatorio fino ad ora riportarlo in eti-chetta”. E’il commento del presidentedella Coldiretti Roberto Moncalvo in oc-casione dell’entrata in vigore dell’ob-bligo di indicazione dell’origine per illatte, i formaggi e gli altri serivati. “Sitratta - ha sottolineato Moncalvo - anchedi un importante segnale di cambiamentoanche a livello comunitario dove occorreproseguire nella l’impegno per la traspa-renza. Si conclude così positivamenteuna lunga battaglia della Coldiretti cherisponde alle esigenze di trasparenzadegli italiani che secondo la consulta-zione pubblica online del Ministero dellepolitiche agricole, in più di 9 casi su 10,considerano molto importante che l’eti-chetta riporti il Paese d’origine del lattefresco (95%) e dei prodotti lattiero-ca-seari quali yogurt e formaggi (90,84%),mentre per oltre il 76% lo è per il latte alunga conservazione”.

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IL PUNTO COLDIRETTI22 - 28 APRILE 2017

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ECONOMIA Si concluderà il 2 maggio la consultazione sulla nuova Politica agricola comune

Futuro della Pac, ultimi giorni per le proposteLo scorso 2 febbraio la Commis-sione europea ha avviato la Con-sultazione pubblica sul futurodella Politica agricola comuna(Pac). La chiusura della Consulta-zione è prevista per il 2 maggio2017 e consentirà agli agricoltori,ai cittadini, alle organizzazioni ealle altre parti interessate di espri-mersi sul futuro della politica agri-cola comune. Sulla base deicontributi forniti alla consulta-zione, la Commissione europeaprocederà ad effettuare una valu-tazione di impatto e una succes-siva comunicazione, cheorienteranno le future proposte diriforma della Pac e che sarannopredisposte da parte della Com-missione stessa. Già al momentodell’apertura della consultazione,Coldiretti ha elaborato una base dipartenza e di discussione sull’at-tuale Pac per approfondire alcunitemi e rivedere alcuni strumentiche nel tempo si sono rilevati pocoefficienti e/o di difficile applica-zione. Da tale bisogno nasce laPubblicazione “Dove sta andando

la Pac. Mercato, Semplificazione,Sviluppo rurale e Brexit”, scarica-bile dal sito http://www.terrain-nova.it/. La riforma della PoliticaAgricola Comune deve risponderealle nuove sfide che deve affron-tare l’Unione Europea con misureche sappiano valorizzare la distin-tività territoriale delle produzionipremiare, premiare l’occupazionenelle campagne ed escludere inso-stenibili rendite. Nella futura Pac,quindi, occorre rafforzare tutte lemisure che escludono la “rendita”dai benefici Pac, premiando prio-ritariamente chi vive di agricol-tura. In secondo luogo, è

necessario puntare su un’assegna-zione degli aiuti che considerianche il contributo del lavoro ge-nerato dal settore: sono 44 milionile persone occupate nell’agroali-mentare europeo di cui 22 milioniin agricoltura, tra imprenditori edipendenti. In terzo luogo, è ne-cessario fare propria l’esperienzaitaliana di “distintività” – di cuitracciatura dell’origine ed etichet-tatura sono i principali strumenti –per alzare gli standards qualitatividelle produzioni europee. Il tutto,ovviamente, riaffermando i prin-cipi di “semplicità” e “sburocratiz-zazione” con particolareriferimento alla componente“greening” e alle difficoltà di ve-rifica degli obblighi previsti ri-spetto alla portata degli effettiambientali prodotti. E’ necessarioche la Pac preveda nei confrontidel doppio rischio legato all’anda-mento dei mercati e del clima,strumenti di intervento “preven-tivi” che agiscano come fattori“calmieranti” prima che i produt-tori subiscano elevate perdite di

reddito. La crisi del latte ha inse-gnato molto e le misure introdottea livello nazionale nel collegatoagricolo per consentire alle rappre-sentanze agricole di denunciare leinadempienze da parte industrialee di rappresentare le imprese nellastipula di accordi quadro, andreb-bero estese a livello Ue in sensoorizzontale. In buona sostanza, leturbolenze e le distorsioni di mer-cato non si superano lasciando almercato stesso la potestà di riequi-librio, né affidandosi ad automati-smi di carattere assistenziale, masecondo la Coldiretti ridando “le-gittimazione” ai soggetti che fannoil mercato, cioè i produttori. Inol-tre, non va trascurato il tema delricambio generazionale: alle mi-sure per il primo insediamentopreviste dai Piani di sviluppo ru-rale, vanno affiancate misure diaccompagnamento delle giovaniimprese, con precise garanzie diaccesso al credito ma anche stru-menti di agevolazioni fiscali sullavoro. Consulta il sitohttp://www.terrainnova.it/.

Giornata della terra, appello a Juncker per salvare il suolo L'appello, indirizzato a Claude Junckere inviato in vista del 22 Aprile – Gior-nata Mondiale della Terra, fa riferi-mento all’obiettivo delle Nazioni Unite‘fermare il degrado di suolo a livelloglobale entro il 2030’ ed è rivolto allaCommissione Europea affinché facciala sua parte, con la consapevolezza chele politiche europee hanno un’improntamolto profonda sui suoli e i territori delresto del mondo. A lanciarlo sono i pro-motori dell’Iniziativa dei Cittadini Eu-ropei “People4Soil”, a nome delle 500organizzazioni che hanno aderito al net-work europeo (http://www.salvail-suolo.it/). Al presidente della CE sichiede di fermare il consumo di suolosviluppando un quadro legislativo vin-colante per gli Stati Membri, che rico-nosca al suolo lo status di “benecomune” proprio come l'aria e l'acqua.La superficie agricola europea, pari a170 milioni di ettari, benché ragguar-devole, non è in grado di rifornire ilmercato europeo delle materie prime,che dipende in larga misura dalle im-portazioni. Se abbiamo un così forte bi-

sogno di terre coltivate, la priorità do-vrebbe essere proprio quella di proteg-gere il nostro suolo! E invece ognigiorno vengono urbanizzati o degradati500 ettari di suolo europeo, e in molticasi il degrado corrisponde a una per-

dita definitiva della risorsa, ad esempioin seguito a urbanizzazioni.“Il suolo è la risorsa naturale più pre-ziosa e scarsa in Europa, ma non la pro-teggiamo! Negli ultimi 50 anni, inEuropa la superficie coperta di cementoe asfalto è raddoppiata, arrivando a 20milioni di ettari: due volte la superficieagricola italiana. Senza contare tutte le

altre minacce a carico dei suoli: 3 mi-lioni di siti contaminati, 10 milioni diettari gravemente danneggiati dall’ero-sione e 14 milioni a rischio desertifica-zione sono alcune cifre di danni giàregistrati. Se vogliamo che la comunità

internazionalearresti il de-grado di suolo,dobbiamo ini-ziare dalla no-stra casacomune: è ur-gente una diret-tiva europeaper la tutela deisuoli!”. In Italiala task force

formata da ACLI, Coldiretti, FAI, INU,Legambiente, LIPU, Slow Food eWWF punta il dito anche sulla graveempasse del progetto di legge nazionalecontro il consumo di suolo, da tre annirimpallato dalle commissioni delle dueCamere e, da 11 mesi, impantanato alSenato: “L’Italia per una volta potevaessere capofila europea, come primo

Paese a darsi regole per il contenimentodel consumo di suolo, ed invece quelprovvedimento, che pareva sospinto daconsenso unanime, sembra essersi in-filato in un tunnel di cui ancora non sivede la fine”. Eppure una politica attivaa difesa del suolo è anche una politicadi sicurezza e sviluppo economico:suoli sani e ricchi di sostanza organicaconsentono produzioni agricole dimaggior qualità e più resistenti ai rischiclimatici; allo stesso tempo fermare lacementificazione di suoli agricoli èl’unico modo per concentrare gli inve-stimenti edilizi nei luoghi che hannodavvero bisogno di rigenerazione: lecittà. Si tratta di una politica di sviluppodi lungo termine, che salvaguarda le ri-sorse e il patrimonio europeo, ma èanche il caposaldo delle strategie di mi-tigazione e adattamento climatico. Perquesto nella Giornata Mondiale dellaTerra le 500 associazioni che hanno sot-toscritto la lettera a Juncker chiamanoa raccolta tutti i cittadini, invitandoli asottoscrivere l'Iniziativa dei CittadiniEuropei su http://www.salvailsuolo.it/ .

Voucher addio, ora serve un nuovo sistemaAddio definitivo ai vou-cher. Il decreto che aboli-sce i buoni lavoro, giàapprovato dalla Camera,ha incassato anche il sìdecisivo del Senato. Adieci anni dalla loro in-troduzione, proprio nelsettore agricolo per lavendemmia, l’abroga-zione fa così perdere op-portunità di lavoro a50mila giovani studenti,pensionati e cassa inte-grati impiegati nelle atti-vità stagionali incampagna dove con l’ar-rivo della primavera sonoiniziati i lavori. Nel corsodegli anni successivil’agricoltura è statal’unico settore che è ri-masto praticamente “in-catenato” all’originariadisciplina “sperimentale”con tutte le iniziali limi-tazioni (solo lavoro sta-

gionale e solo pensionati,studenti e percettori diintegrazioni al reddito)che gli altri settori nonhanno mai più conosciutofino alla sua abrogazione.Non è un caso che il nu-mero di voucher impie-gati in agricoltura siapraticamente rimasto sta-bile dal 2011. Nelle cam-

pagne sono stati vendutinell’ultimo anno circa 2milioni di voucher, più omeno gli stessi di 5 annifa, per un totale di350mila giornate di la-voro che hanno aiutatoad avvicinare al mondodell’agricoltura giovanistudenti e a mantenere at-tivi molti anziani pensio-

nati nelle campagnesenza gli abusi che sisono verificati in altrisettori. “Occorre oraindividuare una va-lida alternativa per-ché, conl’abrogazione delladisciplina del vou-cher, il sistema agri-colo è statodoppiamente penaliz-zato in quanto, se dauna parte non si ri-scontravano nel set-tore indizi di abnorme

e fraudolento utilizzo dadover correggere, dall’al-tra certamente l’interopercorso di emersione in-trapreso dal 2008 ad oggirischia, in assenza di in-terventi adeguati, di an-dare perduto”, haaffermato il presidentedella Coldiretti RobertoMoncalvo nel sottoli-

neare che “pertanto afronte dell’abrogazionedel voucher diviene indi-spensabile, per evitare unarretramento che danneg-gerebbe sia imprese chelavoratori, costruire ex-novo uno strumento chepossa rispondere allestesse esigenze delle im-prese e dei lavoratori.Strumento che – ha con-cluso Moncalvo - al paridel voucher, semplifichila burocrazia per l’im-presa, sia agile e flessi-bile rispondendosoprattutto ad un criteriodi tempestiva disponibi-lità all’impiego e dall’al-tra generi opportunità diintegrazione al redditoper giovani studenti, pen-sionati e cassa integratiin quadro compiuto digaranzie soprattutto assi-curative”.

LAVORO Con l’approvazione del decreto al Senato è ufficiale la cancellazione dei buoni lavoro

App “TerraInnova”, ecco tutti i servizi per le aziende agricoleLa nuova App TerraInnova (cliccaqui per scaricarla sul tuo telefoninoo tablet) di Coldiretti sullo Svilupporurale, oltre alla sezione sulle oppor-tunità dei programmi di sviluppo ru-rale regionali, all’aggiornamento emonitoraggio delle quotazioni deiprodotti agricoli di interesse ed almodello semplificato di Businessplan, prevede altri servizi di utilitàper il comparto agricolo. In partico-lare è prevista una specifica sezione

con notizie in tempo reale sul set-tore agricolo con l’obiettivo di ga-rantire aggiornamenti quotidianisulle principali notizie del settore.Le notizie riguardano, in partico-lare, tutto ciò che ruota intorno allaPolitica agricola comune (Pac), dalPrimo al secondo Pilastro, oltre adaltre notizie di interesse per il com-parto, tra cui ad esempio: agricol-tura di precisione, innovazione edaltro. L’applicazione prevede, inol-

tre, un calendario eventi con gli ap-puntamenti in agenda riferiti al set-tore attraverso il quale gli utentipotranno essere sempre aggiornatisugli eventi in programma su tuttoil territorio nazionale. Le utilitàdell’App TerraInnova comprendonoanche con un meteo giornaliero lo-calizzato e specifico sulla zona diprofilazione dell’utente e una se-zione con Faq sull’App e sulla Po-litica agricola comune in generale.

È prevista inoltre una casella diposta elettronica di ausilio all’uti-lizzo dell’APP (Supporto APP @)al fine di supportare l’utente nel-l’utilizzo della stessa e per recepireconsiderazioni per gli sviluppi futuridell’App. Infine, per un approfon-dimento specifico con i tecnici delterritorio su questioni di particolareinteresse, l’applicazione prevedeuna mappa puntuale dei Centri Col-diretti vicini all’azienda.

Ortofrutta, Italia prima per fondi Ue ma non sulle OP L’Italia è risultata comples-sivamente il primo paesebeneficiario dei fondi Uedestinati al settore ortofrut-ticolo con 262,5 milioni dieuro (22,4%) su un totaledi 1.172,7. Nell’esercizio2016, la spesa complessivacomunitaria per il finanzia-mento dei programmi ope-rativi delle OP

ortofrutticole è stata di862,4 milioni di euro.L’Italia con 241,7 milioni(28,% della spesa comples-siva) scende al secondoposto (1° la Spagna con252,7 milioni di euro, parial 29,3% del totale e 3° laFrancia con il 14,0%).Nelle Regioni Valle d’Ao-sta, Liguria, Toscana e Sar-

degna, nell’anno solare2016 si aggiunge l’aiuto fi-nanziario nazionale auto-rizzato dalla Commissioneper 2,76 milioni di euro. LeOP che in Italia hanno pre-sentato il programma ope-rativo nel 2016 sono state288. Di queste 28 hanno ri-chiesto di usufruire anchedell’aiuto supplementare

nazionale. L’Italia è poi re-trocessa al 2° posto comepaese beneficiario anchenel programma Frutta nellescuole, con 20,5 milioni dieuro di spesa (18,6% deltotale), preceduta dallaGermania con 24 milionidi euro (21,8% della spesacomplessiva). Complessi-vamente i numeri riman-

gono importanti, ma la per-dita del primato di spesanei programmi operativifotografa una maggiore di-namicità del sistema spa-gnolo, evidente anche neirisultati di mercato. E’ per-tanto necessario un cambiodi passo nell’operativitàdelle OP ortofrutticole ita-liane.