Odierne Tendeze Letterarie e Politiche in Turchia-E.rossi-1929

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7/23/2019 Odierne Tendeze Letterarie e Politiche in Turchia-E.rossi-1929 http://slidepdf.com/reader/full/odierne-tendeze-letterarie-e-politiche-in-turchia-erossi-1929 1/12  Istituto per l'Oriente C. A. Nallino is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Oriente Moderno. http://www.jstor.org ODIERNE TENDENZE LETTERARIE E POLITICHE IN TURCHIA Author(s): Ettore Rossi Source: Oriente Moderno, Anno 9, Nr. 12 (Dicembre 1929), pp. 580-590 Published by: Istituto per l'Oriente C. A. Nallino Stable URL: http://www.jstor.org/stable/25808316 Accessed: 02-01-2016 07:57 UTC Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at http://www.jstor.org/page/  info/about/policies/terms.jsp JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. This content downloaded from 169.229.32.36 on Sat, 02 Jan 2016 07:57:24 UTC All use subject to JSTOR Terms and Conditions

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 Istituto per l'Oriente C. A. Nallino is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Oriente Moderno.

http://www.jstor.org

ODIERNE TENDENZE LETTERARIE E POLITICHE IN TURCHIAAuthor(s): Ettore RossiSource: Oriente Moderno, Anno 9, Nr. 12 (Dicembre 1929), pp. 580-590Published by: Istituto per l'Oriente C. A. NallinoStable URL: http://www.jstor.org/stable/25808316Accessed: 02-01-2016 07:57 UTC

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SEZIONE

CULTURALE

ODIERNE

TENDENZE

LETTERARIE

E

POLITICHE

IN

TURCHIA

(,)

i.

Recenti

pubblicazioni

del

poeta

Mehmed

Emln.

?

2.

Polemiche letterarie

e

politiche.

Nazionalismo

turco e

comunismo

bolscevico.?

3.

II

rinnovamento

letterario,

1'interesse

per

le

tradizioni

popo

lari.

?

4.

Crisi libraria

e

crisi

di

scrittori.

i.

-

Recenti

pubblicazioni

del

poeta

Mehmed

Emln.

Mehmed

Emln,

nato

a

Costantinopoli

nel

1869,

tiene da

un

trentennio

un

posto

premmente

nella letteratura

turca

(2).

La

sua

fama

poetica

?

legata

ad

una

serie

di

pubblicazioni

iniziata nel

1897,

a^

tempo

della

guerra

greco-turca,

con

la

raccolta

Ttirkge

shirler,

che

contiene,

tra

le

altre,

la

poesia

intitolata

?

Una

voce

deH'Anatolia

ovvero

Andando

alia

guerra

?,

molto

nota

e

spesso

ripetuta

tra

i

Turchi,

la

quale

in

comincia

con

la

quartina:

Ben bir

tiirkiim,

dinim,

ginsim

uludur,

Sinem

bjjim

atesh

He

doludur,

Insan

olan

vataninin

kuludur;

Turk

evl&di

evde

durmai,

giderim.

10

sono

un

Turco;

la

mia

religione,

la mia

stirpe

e

grande;

11

mio

petto,

il mio io

e

pieno

d'ardore;

Chi

e

(veramente)

uomo

e

schiavo

della

sua

patria;

I

figli

dei Turchi

non

restano

a

casa;

io vado

(alia

guerra).

(1)

I

vocaboli

turchi

sono

riferiti

nella

trascrizione

scientifica;

si

noti

per6

che

g

senza

segno

si

legge

come

in

italiano

davanti

a

i

ed

e;

quando

i

vocaboli

si

riportano

nel

nuovo

alfabeto

(turco)

latino, se ne fa

espressa

menzione.

(2)

Su di lui

si

vedano

specialmente:

Fr.

Giese,

Neues

von

Mehmed

Emin,

in

Zeit. der

Deutscben

Morg.

Gesellschaft,

LVIIl,

1904,

pp.

117-146;

id.,

Neue

Gedichte

von

Mehmed

Emin

Bly,

in

Mitteil. des

Semin.

f.

orientalische

Sprachen,

1910,

Abt.

II,

pp.

1

-51;

P.

Horn,

Geschichte

der

tiirkischen

Moderne,

Leipzig,

1902,

pp.

58-59;

M.

Hartmann,

Unpolitische

Briefe

aus

der

Turkei,

Leipzig,

1910,

passim;

O.

Hacht

mann,

Die

ttlrkische

Literatur des

iwaniigsten

fahrhunderts,

Leipzig, 1916,

pp. 46-51;

L.

Bonelli,

Del

poeta

naxionalista

turco

Mehmed

Emin,

in

Annuario

R.

1st.

Orientate,

Napoli,

1920,

pp.

39-45;

Isma'il

IJabib,

Tiirk

Tegeddfid

Edebiyyati,

Stanbul,

1924,

pp.

569-573.

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-

58i

-

Nella

stessa

raccolta

Mehmed Emln

precisava

il

suo

ideale

poetico

con

i

versi

Bi%

0

shiri

isteri^

ki

cifte

gideii

bdbalar

Ekin

bicen

geng.

qiylarla

odun kesen

malar

Yan'iq

sessin

dinlerken gd% yashlar'in silsinler.

Noi

vogliamo

una

poesia

tale

che

i

padri

recantisi

al

lavoro dei

campi,

le

madri

che

tagliano

la

legna

e

le

giovani

che

nrietono le messi

s'asciughino

le

lacrime

ascoltandone

la

voce

accorata.

Piu tardi

(1914)

un

altro canzoniere

intitolato

Turk

Sa%t

?

La

cetra turca

?

con

fermo

i

pregi

del

suo

stile

e

della

sua

materia

poetica,

cioe

la

semplicita,

Tavvicina

mento

al sentimento

popolare,

la

simpatia

per

gli

infelici

e

gli

umili,

il

vivo

amor

di

patria,

la-fierezz^^^

che

raramente

s'ittcontravano

nei

poeti

pre

cedenti,

fatte

poche

eccezioni: Mehmed Emin contribui

anche

a

nazionalizzare la

poesia,

abbandonando

la

prosodia

arabo-persiana

estranea

ai

Turchi

e

seguendo

il ritmo

sii

labico.

Le altre

sue

poesie

pubblicate

in

seguito

in

riviste

o

giornali

e

raccolte

in

opu

scoli

(Turk

Yurduna,

1914;

Tan

Sessleri, 1915;

Urdunun

desitan'i,

1915;

Zafar

Yolunda,

1918;

Turana

Doghru,

1918;

'OsyUn

ve-dua,

1918)

conservarono

a

Mehmed

Emin

la

palma

di

?

poeta

nazionale

?

(millt

shtfir)

in

un

periodo

che fu

per

la

Turchia

assai

agitato

e

gravido

di

conseguenze.

Dopo

l'armistizio M. E.

non

cesso

di

adoprarsi

con

la

penna

per

difendere

il

suo

paese;

b

del

1919

un

volumetto

Turkiin

huqUqu

? I diritti dei Turchi ?, che contiene una specie di rivendicazione dei diritti della sua

patria

di fronte

alia

Conferenza

per

la

pace.

Anche

durante

la

guerra

per

T

indipendenza

combattuta

in

Anatolia da

Mustafe

Kernel

nel

1919-1922,

M. E.

sostenne

il movimento

nazionale ed

esalt6

Mustafa

Kenlal

salvatore

della

Turchia;

entro

quindi

nella

Grande

Assemblea

Nazionale,

della

quale

e

tuttora

membro.

La

sua

attivita

letteraria

negli

ultimi

tempi

non e

stata

molto

feconda;

solo

nello

scorso anno

uscirono

due

sue

pubblicazioni

(ancora

in

caratteri

arabi);

Tuna,

intitolata

Danteye

?

A

Dante

?

(Tip. Ahmed Ihsan, in-8?,

12

pp.),

e una

concitata orazione rivolta

a

Dante;

le sorti

recenti

della

Turchia, passata

attraverso

all5inferno delle

guerre,

sono

paragonate

a

quelle

del mondo

descritto

dai

Poeta,

il

cui

spirito

di

giustizia

e

invitato

a

giudicare

le

iniquita

presenti.

II

volumetto

e

dedicato

a

Gabriele

D'Annunzio.

L'altra

opera

intitolata

Mustafa

Kemal

(in-8?,

82

pp.)

contiene

diversi

brani

in

poesia

e

prosa;

una

lunga

poesia

in

lode

di Mustafa

Kemal,

a

parte

il

tono

eccessi

vamente

enfatico di

alcune

strofe,

e

spesso pervasa

da

sincero

afflato

poetico.

Essa

termina

con

i

seguenti

versi:

Ecco

la

bandiera di

fiamma che

tu

hai

spiegato

e

una

fiaccola

del

(nuovo)

mondo che

incomincia.

Questa

nuova

aurora

che

arrossa

i

quattro

orizzonti

e

il

piu

bello colore di

porpora.

Ogni goccia

di

quel

(colore)

e

un

faro,

la cui luce

rossa

e

(luce)

di

tutta

l'umanita;

e

1'astro

a

cui mirano coloro

che

si

tfascinano

con

i

piedi sanguinanti

per

le

vie

spinose.

A

quest'astro

che

sorge

mandano

il

saluto dai

loro esilii

paria

e

fellah;

bianchi

e

neri

lo

salutano

dalle

isole

d'lrlanda

e

di

Zanzibar.

Questa

poesia

era

gia

stata

pubblicata

con

il titolo

Zafar

?

Vittoria

?

in

un

nu

mero

del

giornale Iqdam

all'inizio del

1923;

la

poesia

constava

di sole

17

quartine,

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?

582

?

mentre

l'edizione

ultima

ne

contiene 68.

Un

confront?

tra

le

due versioni

rivela alcuni

mutamenti

che

si

spiegano

con

gli

avvenimenti

iiitercorsi

tra

il

1923

ed

il

1928:

la

laicizzazione dello

Stato

e

la cancellazione

di

ogni

ricordo

della decaduta

dinastia

otto

mana.

Cosi

alcune

espressioni

relative

al

sentimento

religioso

sono

state

modificate;

la

frase

?

scudo

santo

della fede

?

e

stata

mutata

in

?

scudo

dell'onore

?;

i

due

primi

versi

di

una

quartina:

?II

platano

secolare

(1)/che

'Osman

aveva

piantato,

e

diventato

l'al

bero

di

una

nuova

visione...?,

sono

stati

cambiati

nei

seguenti:

?

II

platano

secolare,

che

la

tua

stirpe

aveva

piantato,

e

diventato

l'albero

di

una nuova

visione?.

Queste

ultime

pubblicazioni

di Mehmed

Emln

sono

state

poco

notate

dalla

critica

turca;

qualcuno

ne

ha tuttavia lodato

la

chiarezza

e

la

semplicita.

Va

osservato

che

Parte di

Mehmed

Emln,

come

di altri

della

sua

generazione

(ad

es.

Tewfiq

Fikret

morto

nel

191s),

non

e

piu

apprezzata

oggi,

anche

sc

si

continua

a

riconoscere

Pim

portanza

del

rinnovamento

portato

da

lui e da altri nella letteratura moderna.

Recentemente

(7

giugno 1929),

per

festeggiare

il sessantesimo

compleanno

di

Mehmed

Emln,

il

Ministro

della

Giustizia Mahmud

Es'ad

Bey

diede

ad

Angora

un

ricevimento,

nel

quale parlarono

vari oratori

esaltando

il

merito

del

?

poeta

nazionale

?

e

citando

i versi

piu

famosi della

sua

opera

poetica.

II

Ministro della

Giustizia

colse

Poccasione

per

riaffermare

l'indirizzo nazionalista delPattuale

regime

turco,

che

vuol

dare

al

popolo

liberta,

ma

educandola

alia

disciplina

ed evitando

gli

errori

ed

i

pericoli

delle moderne

democrazie

europee.

II

Ministro

dell'Istruzione

pubblica,

Gemal

Husnl

Bey, ricordo insieme con Mehmed Emln, gli altri sostenitori del nazionalismo turco,

i

defunti Isma'll

Gasprinski

e

Ziya

Gok

Alp

ed

i

viventi

Aq?ura

Oghlu

Yusuf,

Agha

Oghlu

Ahmed

e

Hamdullah

Subhl

Bey.

2.

-

Polemiche

letterarie

e

politiche.

?

Nazionalismo

turco

e

comunismo holscevico.

Contemporaneamente

alle

onoranze

tributate

a

Mehmed Emin

si

affacciavano

in

alcuni

giornali

turchi

le

tendenze

ribelli

di

un

non

ben

precisato

gruppo

di

?

moderni

?,

i

quali

attaccavano

in

termini

offensivi

scrittori

e

poeti

rispettati

come

Mehmed

Emln,

Ya'qub

Qadri

(2)

ed altri.

(1)

Allusione

al

?

sogno

di

'Osman?

(Osman

ruyasi).

Un

giorno

'Osman,

il

fondatore

della

dinastia

ottomana,

mentre era

ospite

nella

casa

di

un

pio

sheikh Edebali

(<J>^0>1)>

presso

il

quale

inutilmente

insisteva

per

avere

in

isposa

la

figlia

Mat

KhatOn,

ebbe

un

sogno:

gli

parve

che

una

falce

di luna

uscita

dal

petto

dello

sheikh

Edebali

e

poi

cresciuta

in

luna

piena

penetrasse

nel

petto

suo e

dai

suoi

lombi

uscisse

un

albero

che,

giganteggiando,

copriva

le

terre

e i

mari;

i

monti

del

Caucaso,

del

Tauro,

dell'Atlante

e

dei

Balcani

stavano

sotto

il

grande

albero

e

alia

sua

ombra

scorrevano

il

Tigri,

TEufrate,

il

Nilo

ed il

Danubio;

sorgevano

dalla

terra

citta

e

castella

sormontate

dalla

mezzaluna;

improvvisa

mente

si

levo

un

forte

vento

che

agitava

le

foglie

e

infine le

piegava

verso

Costantinopoli,

la

quale

brillava

fra

due

terre

e

due

mari

come

un

diamante

tra

due zaffiri

e

due smeraldi

ed

era

come

la

pietra

preziosa

deiranello

dell'Impero

che

abbracciava

il

mondo;

'Osman

gia

stendeva la

mano

per

prendere

l'anello,

quando

si

sveglio.

Raccontato

il

sogno,

lo sheikh Edebali

si

decise

a

dargli

in

isposa

la

figlia,

dalla

quale

nacquero

fAla' ud-Dln

Pascia

e

Orkhan

(secondo

Sultano

ottomano).

(2)

Piu

volte ricordato

in

Oriente

Moderno;

e

uscita

quest'anno

a

Costantinopoli

una

raccolta

(vol.

I,

in

8?,

165

pp.)

di

articoli

da lui

scritti nel

giornale

Iqdam

durante

l'occupazione

interalleata;

il

libro

e

intitolato

Ergenehon

(cosi

nel

nuovo

alf.)

dal

nome

di

una

localita, dove,

secondo antiche

tradizioni,

i

Turchi subirono il

servaggio.

Cfr.

O/iente

Modenio,

IV,

1924.

p.

582,

nota 1.

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-

583

-

Rispondendo

in

un'

intervista

alle

offese

di

costoro,

Ya'qub

Qadri

(Iqdam,

27

giu

gno

1929)

usava

parole

assai

risentite

e

li

definiva

gente

senza

coscienza

e senza

patria^

strumento

della

propaganda

bolscevica,

avanzi

di

galera.

Essi

non

desistettero

dai

loro

attacchi,

anzi

spiegarono

anche

meglio

il

loro

programma, che

era

di abbattere gli

?

idoli

?

(putlar)

letterari

ed

i

tiranni

politici.

Questo

tentativo

rivoluzionario

fu

denunziato

con

parole

gravi

da

Hamdullah

Subhi

(uno

dei

piu

attivi

organizzatori

dell'Associazione

.nazionalista

Turk

Ogiaghi,

deputato

di

Costantinopoli,

scrittore

(1)

ed

oratore

stimato)

in

un

articolo

(Iqdam,

7

luglio)

riportato

da

quasi

tutta

la

stampa

turca

e

intitolato

?

Come

si

spezzano

gli

idoli

?.

?

Profittando della

sosta

delle

correnti

di

sano.

pensiero

nel

paese

e

della crisi

degli

scrittori

-

diceva Hamdullah

Subhi

-

le forze

straniere

lavoranti neli'ombra hanno

preso

ardire

e

speranza.

?

A

Smirne

si

processano

persone

per

avere

fatto

propaganda

eccitatrice

tra

le

classi

operaie;

ed

ecco

che

parlano

di

processo

ai

bolscevichi.

?

A

Qoniyah

si

stampa

una

rivista

intitolata

Halka

dogru

(2)

"

Verso

il

popolo

nella

quale

e

uscita

una

poesia

che invita

i

contadini ad

assalire

coloro che

vestono

il

fraky

fatto

con

la

pelle

del

contadino,

e

dice

a

questo:

"

Alza

bene

i

tuoi

pugni,

raccogli

tutte

le

tue

forze,

frantuma

la

testa

del

tiranno

"

?

L'uomo

al

quale

si

vorrebbe frantumare

la

testa

e

al

di

sopra

della

patria

turca,

un

uomo

sacro

quanto

la

patria.

?A Costantinopoli si stampa un giornale intitolato Hareket (3) " Movimento ";

esso

riproduce

a

grandi

caratteri la

poesia

pubblicata

a

Qoniyah,

che

s'intitola

Alev

yagmuru

"

Pioggia

di

fiamma

"

?.

?

Nella

rivista

Resimli

Ay

?II

mese

illustrato

?

leggiamo

una

poesia

di

Nazim

Hikmet,

stampata

in

vistosi

caratteri,

dove

k

fatta

l'apologia

delle

manette

e

della

forca.

?

L'altro

giorno

volevano

spezzare

l'idolo di 'Abd

ul-Haqq

Hamid.

Perche?

Perchfe

e

un

poeta

che

insieme

con

Namuq

Kemal,

ShinasI

e

Seza'i

ha

insegnato

ai

Turchi

l'amor

di

patria.

?

Ieri cercavano di abbattere Mehmed Emln; nelle pagine della Resimli Ay ho

veduto

il

volto

del

poeta

del

nazionalismo bollato con.inchiostro

rosso.

Perche?

Perche

e

un

poeta

che

ha

dato

ai

Turchi il

sentimento

nazionale

?.

Dopo

aver

difeso

Ya'qub

Qadri

da

analoghi

attacchi,

Hamdullah Subhi

afferma

che

i

responsabili

di

questa

campagna

sovvertitrice

sono

strumenti

della

propaganda

russa

bolscevica

e

cita

discorsi di

capi

e

scritti di

giornali

dei

Soviet,

nei

quali

si

ac

cusa

il

regime

turco

d'essere

un

regime

liberale,

borghese

niente

affatto

democratico,

che

opprime

i

contadini

e

gli operai.

I

bolscevichi

usano

in

Turchia

gli

stessi

sistemi

di

propaganda

che

usano

nei

paesi

capitalisti

d'Europa;

essi

vogliono

mandare

in rovina

la

Turchia

perchfe

il loro

sogno

e ancora

quello

degli

Tsar:

giungere

al Mediterraneo.

I

bolscevichi

svolgono

un

piano

di

disgregazione

di

tutto

il

mondo

turco,

a

cominciare

(1)

Una raccolta

di suoi

discorsi,

con

il

titolo

Dagh

Yolu,

e

stata

pubblicata

a

Costantinopoli

nel

1928.

(2)

Cost

nei

nuovo

alfabeto.

(3)

Cosi

nel

nuovo

alfabeto

anche

il

titolo

della

poesia

e

della

rivista che

seguono.

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-

584

-

dai

Turchi della

Russia,

che

hanno

suddiviso in

tante

piccole

repubbliche

e

che

op

primono

in tutti

i

modi,

avviando correnti

migratorie

di Russi

ad

usurpare

le

loro

case

e

i

loro

campi.

Recentemente

si

uccise

a

Mosca

un

tale

Khizr

'AlTyef,

comunista

del Turkestan; fu trovato presso di lui un foglio, dove diceva di togliersi la vita per

disgusto

della

politica

di

oppressione

dei Soviet

nel

suo

paese;

egli

affermava

che in

una

nuova

guerra

i

Turchi

del Turkestan

non

combatteranno

piu

con

i

Russi,

anzi

prenderanno

le armi

contro

di

loro.

AlPindomani

della

vibrata

denuncia di

Hamdullah

Subhi,

P8

luglio,

molti

giovani

universitari

si

raccolsero nella

sede

del Turk

Ogidgh'i

a

Costantinopoli

per protestare

contro

la

.manovra

dei

comunisti.

Parlo

ad

essi

ancora

Hamdullah

Subhi

confermando

che

gli

autori

degli

attacchi

contro

scrittori

e

poeti

turchi

rispettati

e

venerati

dovevano

essere

gente

assoldata

dai

Russi;

insistette

sulla differenza

che

passa

fra le

teorie

dei

Bolscevichi

e

il

nazionalismo

quale

e

inteso

in

Turchia

e

sulle

conseguenze

che

por

terebbe alia Turchia

l'applicazione

delle

idee

bolsceviche;

ricordo

a

proposito

l'esempio

delPAzerbaigian

e

di altri

popoli,

che

hanno

accettato

il

comunismo

e

termino

gridando:

?Siate

vigili gPinvasori

sono

alle

porte

?.

Gli

studenti

votarono

un

ordine

del

giorno

di

protesta

contro

i

denigratori

delle

glorie

letterarie

turche,

che

terminava

con

questa

raccomandazione:

?

Gente

senza

patria

Non

ardite

piu

attaccare

persone

che noi

amiamo;

se

sara

necessario,

vi mostreremo

in modo

piu

efficace

che

gli

uomini

che

la

Turchia

ama

non

sono

lasciati

soli

contro

gli

attacchi dei

senza

patria ?.

Anche fra

gli

studenti v'era

pero

qualche

voce

discorde;

lo stesso Presidente del

l'Associazione

degli

studenti,

Farrukh

Bey,

in

dichiarazioni

fatte

ai

giornalisti,

defini

puerili

le

dimostrazioni

dei

suoi

colleghi.

Gli studenti

si

raccolsero

nuovamente

nella

sede

del

Turk

OgiUghi

il

15

luglio,

ribadirono le

proteste

precedenti

e

destituirono

il

Presidente.

L'

incidente ebbe

un

seguito giudiziario;

il

redattore

responsabile

del

Hareket,

Fa

khri

Kemal,

comparve

il

29

luglio

davanti al

Tribunale;

interrogato

sul

significato

delle

minacce

espresse

contro

i

tiranni

della

liberta,

dichiaro

trattarsi

di

espressioni

figurate senza individuazioni personali. II processo subi di versi rinvii e termino il 20 ot

tobre

a

Costantinopoli;

furono

condannati

Fakhri

Kernel,

Su'ad

Tahsin,

redattore

respon

sabile

del

giornale

Hareket

e

Riza

Pulat,

direttore del

giornale

Halka

dogru,

a

cinque

mesi

e

Na'il

Bey,

autore

della

poesia

incriminata,

a

quattro

mesi

e

cinque

giorni

di

car

cere,

con

il

beneficio

della

sospensione

della

pena.

A

dare

maggiore

colore

politico

alia

polemica

letteraria

contribuirono

altri

fatti,

la

cui

coincidenza

?

facilmente

spiegabile.

In

aprile

e

in

maggio

furono arrestati

a

Co

stantinopoli

ed

a

Smirne

alcune decine

di

comunisti;

essi

agivano specialmente

tra

gli

operai

addetti

alia

manifattura dei

tabacchi;

alia

vigilia

del

i?

maggio

alcuni

erano stat

sorpresi

a

distribuire

manifesti in caratteri

arabi

contenenti

appelli

ai

lavoratori

e

por

tanti

il

motto

?

Proletari

di

tutti i

paesi

unitevi

(1)

?.

II

processo

si

svolse

a

Smirne

in

luglio

e

si

chiuse

con

la

condanna

di

26

impu

tati

a

pene

variabili

da

cinque

a

due anni

e con

l'assoluzione

di

dieci;

pero

un

terzo

dei

condannati

erano

latitanti.

(i)

Cfr.

Oriente

Moderno,

IX,

1929, pp.

170,

205.

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-

585

-

Nell'attesa del

processo

di

Smirne

i

giornali

bolscevichi

avevano

iniziato

una

cam

pagna

ostile

al

regime

turco

accusato

di

tiranneggiare

il

popolo.

II

giornale

Pravda

di

Mosca

ai

primi

di

aprile,

commentando

telegrammi

dell'Agenzia

Tass

da Costanti

nopoli, esaltava il diffondersi del comunismo in Turchia, diceva che gran malcontento

regnava

nella

popolazione, esagerando

la

gravita

della

situazione economica.

Gli

attacchi

della Pravda furono

rintuzzati

dai

giornale

Hakimiyyet-i MUliyyeh

(e

dai

Milliyyet

di

Costantinopoli),

il

quale

contesto

ai

comunisti russi il

diritto

d'im

mischiarsi

nelle

faccende

interne

della

Turchia.

?

La

Pravda

-

concludeva il

giornale

turco

-

puo

considerare

il

comunismo

come

una

causa

sacra.

Ma

nessuna

ragione

al

mondo

potrebbe

essere

addotta

come

motivo

plausibile

per

considerare

il

nazionalismo

turco

come

una

causa

meno sacra

?.

(Statnboul, 6-7-1929)

(i).

Cosi

la

polemica politico-letteraria

si

chiudeva

con

una

nuova

affermazione

del

Pintransigenza

del

nazionalismo

turco.

Pero

il dibattito

svoltosi

sulla

stampa

poteva

essere

interpretato

come

segno

di

una

crisi che

risehiava

di

turbare le relazioni

turco-russe;

contemporaneamente

cre

scevano

le

lamentele

dei

commercianti

turchi

per

le

arbitrarie

imposizioni

delle

auto

rita

sovietiche

e

si

parlava

di

un nuovo

Trattato di

commercio da

concludere

tra

i

due

paesi.

Ai

primi

di

agosto

nuovi

articoli

delle

I^vestia

e

della

Hakimiyyet-i

MUliyyeh

tendevano

a

svalutare

gli

attacchi

della

stampa

e

a

far

rilevare

la

sempre

viva realta

degli

interessi comuni tra la Turchia ed i Soviet.

(Stamboul,

6-8-1929).

Lo

stato

d'animo

predominante

nella

generazione

che

e

uscita dalla

rivoluzione

kemalista

dopo

aver

sperimentato

gli

ultimi

anni del

regime

ottomano

e

che

si

crede

in

diritto

di

dar

consigli

alia

generazione

crescente

e

espresso

in

articoli

che

Ya'qub

Qadrl

ha

pubblicato

nel

giornale

Iqdam

durante

i

mesi

di

luglio

e

di

agosto

del

1929.

Merita

d'essere

tradotto

qualche

brano d'un

suo

?

appello

alia

gioventu?

:

?

Le

generazioni

che

vi

precedettero,

sovrattutto

quella

di

chi

vi

parla,

nacquero

e

crebbero

in

un

profondo

carcere.

NelPantica

Roma

v'era

gente

che

abitava

sotterra,

nelle catacombe, senza aria ne luce, ignorata, priva d'ogni diritto, solo confortata da

un

segreto

amore,

da

una

speranza.

Noi

eravamo

nelle

stesse

condizioni;

la

nostra

unica

speranza

era

la

speranza

della

liberta,

il

nostro

unico

amore

era

l'amore

della

liberta

...

Noi

aspiravamo

non

solo

alia

liberta

politica,

ma

a

tutte

le

liberta

sociali.

La

donna

era

per

noi

un'immagine

santa

lontana

quanto

la liberta.

Non

potevamo

vestirci,

ne

pettinarci

o

lasciar

crescere

o

tagliare

i

baffi

a

nostro

piacimento.

Alle

volte,

quando

sentivamo

il

bisogno

di

gridare

per

ribellione,

la

prima

mano

che

si

portava

alia

nostra

bocca

era

la

mano tremante

di

nostro

padre.

Era

quello

il

tempo

che

le

madri

ogni

mattina,

salutando

i

loro

figli,

o

alia

sera,

aspettandoli

alia

pallida

luce della

lampada,

temevano

qualche

triste notizia.

?Voi

non

avete

veduto

neppure

Tultimo atto di

questa

tragedia;

invece

noi

abbiamo

ancora

nelle

orecchie

lo

stridere

delle

porte

del

carcere

che

abbiamo

lasciato

alle

nostre

spalle.

Percio

vi

dico che

in

questo

paese

altra

gente potra

tradire

la

liberta,

noi

no

..

.

(i)

Cfr.

Oriente

Moderno,

IX,

1929, p.

304.

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?

586

?

?

Ora,

dopo

questa

lotta silenziosa

e

soffoc&ta,

ritenete

forse

di

aver

raggiunto

la liberta ideale

?

Non

oserei

affermare

questo.

Tuttavia,

quante

volte,

dopo

aver

visto

sui

nostro

cammino

attorcersi

il

drago

dalle

mille

e una testa

detto

"

anarchia

", dopo

aver visto la prepotenza straniera rovesciarsi come nera nube sulP indipendenza nazio

nale,

ho

pensato

che

per

una

nazione

vi

sono

ideali

assai

piu

cari

di

questa

liberta.

<(

l

di

sopnr

della

nostra

liberta

v't

l'indipendenza

della

patria;

e

questa

indi

pendenza

non

puo

venire

che

da

una stretta

disciplina

(i).

Ogni

nazione

moderna

lavora

anzitutto

per

assicurare

questa

disciplina; ogni

nazione

e

giunta

a

comprendere

questa

verita

dopo

lunghe

e

dolorose

esperienze

.

.

.

?

La

liberta

non

e

uno

scopo,

ma

un

mezzo;

vi

deve

essere

la

liberta di

dire

il

vero,

di

fare

il bene

...

La liberta

b

un sacro

deposito

affidato

alia

coscienza del

go

vernante

che

porta

la bilancia della

giustizia.

?

Le altre

liberta

non sono

che

uno

strumento

pericoloso

in

mano

di

demagoghi,

di

politicanti

di

piazza,

di

persone

animate da

cattive

ambizioni?.

(Iqdam,

30-7-1929).

3.

-

77

rinnovamento

letterario.

Interesse

per

le

tradiijoni

popolari.

Le

polemiche

sopra

riferite

potrebbero

far

credere

al

prevalere

di

correnti

con

servatrici.

Esiste

realmente

un

desiderio

di

disciplina

nazionale

giustificato

dal timore

che

un

abuso

di liberta

apra

la

porta

a

nuovi interventi

stranieri

e

consumi

le

scarse

energie

di cui la Turchia deve far tesoro

per

assestarsi civilmente ed

economicamente;

ma

continua

a

svolgersi,

secondo

le direttive

del

Governo,

il

programma

rivoluzionario

di

rinnovamento

nel

campo

delle abitudini

e

delle tradizioni. II

distacco

dal

passato

deve

essere

assoluto;

deve

formarsi

una

Turchia

nuova,

deve

crescere

l'?

uomo

nuovo

?

(yent

insan),

per

usare

un'espressione

dello

stesso

Ya'qub

Qadri,

il

quale

scrive

(Iqdam,

18-9-1929):

?

II

mondo della

nuova

Turchia,

la

Repubblica

di Turchia

odierna,

e

abitato

dagli

antichi

Turchi,

dal

popolo

dell'antico

Impero

ottomano.

Sebbene

il

regime

si

sia

cam

biato, sebbene il sistema governativo ed amministrativo sia stato da cima a fondo rin

novato

e

gli

uomini

che

stanno

a

capo

di

questa

amministrazione

siano diversissimi

da

quelli

delPantico

Stato

(ottomano),

tuttavia

resecuzione

degli

ordini dei

capi

b

affidata

a

gente

antiquata

che

rispecchia

nella

mentalita,

nello

spirito

e

nel

carattere

la

vita

di

ieri.

?Ne

potrebbe

essere

altrimenti. Noi

non

crediamo

che

le

cose

possano,

come

nelle

favole,

mutarsi

totalmente

al

tocco

della

bacchetta di

una

fata.

Supponiamo

che

la

Rivoluzione

sia

ancora

sulla

carta;

il

Ministero della

Pubblica

Istruzione

deve

tra

sportarla

dalla

carta

alia vita.

?

Questa

grande

impresa

tocca

al

Ministero

della

Pubblica

Istruzione;

ad

esso

affidiamo

le

fresche menti

e

gli

animi

(dei giovani),

che

non

hanno

alcun

legame

con

il

passato.

?

Occorre

che

davanti

a

loro

non

si

trovi traccia

nb

ombra

di

cio

che

ci

puo

ricordare TAsia

arida

e

tenebrosa.

(1)

ln%xbd{

nel

nuovo

alfabeto

in%ibat).

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-

587

-

?Uno

dei

mezzi

per

conseguire

tale

scopo

&

di

cancellare

dai

programmi

d' in

segnamento

Tantica

e

abolita

letteratura

ottomana.

Questa letteratura,

che

insinua nel

nostro

carattere

la

tendenza

alia

vita

oziosa,

dissipata

e

molle

(kalenderlik,

kharabafil'iq,

cwiqliq), che discorre di

"

vino" (mey)

e

di

<c

amato" (tnahbub), b pornografica al

punto

da

non

poter

essere ammessa

nelle

scuole

di

qualsiasi

nazione

virtuosa.

?

Uno

dei

piu grandi

errori

in cui

siamo

caduti nel

campo

deiristrtrzione

e

stato

di considerare

come

nostra

"

letteratura classica

"

e

di

insegnare

per

anni ed

anni

ai

nostri

giovani

poesie

che

furono

elaborate

per

divertire ebbri Padiscia

e

stolti

e

bar

bari Vezlr

?.

Percio

Ya'qub

Qadri

si

compiace

che il

Ministero

della Pubblica

Istruzione abbia

escluso

dai

programmi

scolastici

la

letteratura

anteriore al

periodo

del

TanXymtii

(inizio

sec.

xix).

In

compenso

gli

studi

letterari

avranno

ancora

un

campo

vastissimo

nelle

ma

nifestazioni culturali

propriamente

turche

che

vanno

dalle

iscrizioni

deH'Orkhon

(sec.

viii

d.

C.)

ai

canti

popolari

antichi

e

nuovi.

L'affermazione

paradossale

di

Ya'qub

Qadri,

che

rinnega

tutta

l'attivita letteraria

ottomana

dei

secoli

xiv-xvin

e

mette

nell'ombra

figure

di scrittori

e

di

poeti

dei

quali

i

Turchi

si

gloriarono

fino

a

ieri,

risponde

a

una

tendenza

non

nuovissima

dei

nazio

nalisti

turchi.

Invece

1'

nteresse

per

i

canti

popolari

e

piii

recente;

da

circa

un

decennio

i

Turchi

si

sono

dati

a

raccogliere

le

tradizioni,

i

proverbi,

i

racconti,

i

canti

del

popolo i).

Queste

ricerche

si

sono

fatte

piii

attive

negli

ultimi anni

e

non

v'?

rivista im

portante

(Turk

Yurdu,

Hayat)

che

non

ospiti

nelle

sue

pagine

la

rubrica

Khalqiyyat

(nel

nuovo

alfabeto

HalHyat),

con

esempi

di

canti

popolari

e

di

poesie

popolareggianti

di

poeti

contemporanei

o

dei secoli

scorsi. Molte

raccolte,

se

anche

non

sono

stam

pate,

vengonb

conservate attentamente

nelle

nuove

biblioteche,

specialmente

ad

Angora.

Fino

a

tutto

il

1928

si

impiegarono

i

caratteri

arabi;

ora

i'uso

del

nuovo

alfabeto

per

mettera

anche

una

trascrizione

piu

esatta.

Tra le pubblicazioni uscite sono da ricordare:

Mehmed Ferld

e

Sa'd

ud?Din

Niizhet

(insegnanti

nella Scuola

Nor

male

maschile

di

Qoniyah),

Qoniyah

Vilayeti

khalqiyyat

ve?harthiyyati, Qoniyah,

1926,

in-8?, 347

+

4

pp.

Ahmed Tal'at

(deputato

di

Canqiri),

Khalq

shirlerinin

shekil

ve-nevi,-

Stan

bul,

1928,

166

pp.

[Rif'at

Efendi],

Maniler,

Stanbul,

1928,

270

pp.

?

il

primo

volume

di

una

raccolta

intitolata Anadolu Tiirklerinin

khalq

edebiyyat'i:

contiene circa

2000

mani

(quar

tine

popolari)

e

un

glossario

di

44

pagine.

(i)

I

Turchi

sono

stati

preceduti

in

queste

ricerche

da

studiosi

europei,

tra i

quali

s'e

distinto

il

prof.

I.

Kunos,

deH'Accademia

ungherese;

nel

1887

ega

pubblico

la

prima

raccolta

di

eanti

popolari

turchi

e

nel

1908

diede

alia

stampa

la

trattazione Das tiirkische

Volksschauspiel

?

Orta

Ojnu?;

turcologhi

tedeschi

(come

G.

Jacob)

hanno

piu

recentemente

studiato

altre

forme della

tradizione

popolare

turca.

II Kunos

fu nel

1925

ad

Angora

ed

a

Costantinopoli

per

invito del Governo

turco

e

vi tenne

confe

renze,

pubblicate

a

Costantinopoli

in

turco

con

il

titolo

Turk

khalq

edebiyyafi,

1925,

in-8?,

206

pp.

Cfr. la

recensione

di

L.

Bonelli,

in i7

Folklore

Italiano,

III

(1928),

pp.

318-319.

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588

?

Ad

Angora

e

stato

istituito da alcuni anni

un

Museo

Etnografico;

nella

stessa

citta

si costitui

nel

1927

una

?Associazione

per

lo studio

delle

tradizioni

popolari?

(khalq

bilgisi

derneyi),

che

pubblica

una

propria

rivista. L'associazione

ha

a

Costanti

nopoli una sezione, il cui presidente YOsuf Ziya Bey, direttore del Conservatorio di

quella

citta

(1),

ando

con una

missione

nella

scorsa

estate

nei

wilayet

orientali del

PAnatolia

per

raccogliere

canti

popolari.

II

viaggio

della

missione

iniziato da

Sinope

si

svolse

lungo

le

coste

del

Mar

Nero

(Trebisonda,

Rize)

e

nei

territori

di

Gumushkhaneh,

Erzingian,

Erzerum;

i canti

furono

raccolti

con

le

rispettive

notazioni

musicali;

alcuni

giochi

(oyun),

ai

quali

presero

parte

anche

le

donne,

furono

cinematografati (Iqdam,

18-9-1929).

L'interesse

per

lo

studio

delle

tradizioni

popolari

sembra

aver

fatto lasciare

in

disparte

le ricerche

storiche

che

da

venti

anni

in

qua

erano

molto

seguite

in

Turchia

e

negli

ultimi

anni si

erano

rivolte

anche

alia raccolta di iscrizioni

e

documenti

(2).

Lo

studio

del

passato

in

quanto

coincide

con

l'Ottomanesimo

non

e

piu

favorito

in

Turchia;

il

passato

storico

e

letterario

trova

cultori in cio che

rispecchia

aspirazioni

nazionalistiche

o

porta

il

segno

d'una

originalita

turca.

Cos

si

spiegano gli

omaggi

tributati

in

questi

ultimi

tempi

al

poeta

mistico Yunus Emre

(sec.

xiv),

che

e

considerato

come

Pinizia

tore

della

poesia

turca

in

Anatolia

(3);

il

15

aprile

di

quest'anno

egli

fu

comme

morato

in

tutta

la Turchia

con

manifestazioni,

alle

quali parteciparono specialmente

i

giovani.

Continua

anche

Pattivita

di

studi di

turcologia

in

generate,

che

fanno

capo

al

Tiirkiyyat

Enstitiisii di

Costantinopoli.

II

turcologo

russo Barthold tenne nel

1926

nel

TUniversita

di

Costantinopoli

una

serie

di

conferenze

sulla

storia

dei

Turchi

dell'Asia

Centrale,

raccolte

poi

in

un

volume

(Orta

Asya

tiirk

ta'rtkhi

haqq'inda dersler)

pubbli

cato

a

Costantinopoli

nel

1927

(4).

Va

segnalato

qui

anche

un

importante

?

Annuario

turco

?

(Tiirk

Y'il'i)

pubblicato

a

Costantinopoli

nel

1928

(in-8?,

650

pp.)

dai

Comitato Centrale

dell'associazione

Tiirk

Ogiaght

e

curato

specialmente

da

Aq?ura Oghlu

Yusuf.

Esso contiene

notizie

d'infor

mazione

generale

sull'organizzazione

amministrativa

della

Repubblica

di

Turchia,

un

capitolo assai ampio (pp. 289-455) ed importante sulle origini e lo sviluppo del Tur

chismo

(turkgiiliik),

ossia

del

nazionalismo

turco,

in Turchia

e

negli

altri

paesi

turchi

dell'Asia,

infine

cinque

brevi

monografie

di autori

diversi

sui

Turchi

che

si

trovano

fuori

della

Repubblica

di Turchia

(Turchi

della

Tracia

occidentale,

Turchi

del

Caucaso,

Turchi

della

Crimea,

Qaraiti

della

Crimea,

Turchi del

Volga).

Per

1'Annuario

del

1929

sono

promesse

anche

monografie

sui

Turchi

della

Persia,

del

Turkestan,

della

Siberia

e

della

Cina.

(1)

Cfr.

Oriente

Modemo, IX,

1929,

p. 143.

(2)

Le

pubblicazioni

scientifiche

apparse

in

Turchia

negli

ultimi

anni

sono

state

annunziate da

P. Wittek

nella

Orientalische

Literatur^eitung,

1928,

nn.

3

e

7;

1929,

nn.

2

e

4.

(3)

Cfr.

Herbert

W.

Duda,

Junus

Emre.

Estratto

dalla

Turkische

Post,

1929,

in-120,

22

pp.

(4)

II

volume

rielabora

con

una

trattazione

ampliata

la

comunicazione fatta

dal Barthold al

i?

Congresso

di

Turcologia

a

Baku

nel

1926

e

tradotta

recentemente

da P.

Wittek

(Der

-heutige

Stand

und

die

nachsten

Aufgaben

der

geschichtlichen

Erforschung

der

Turkvolker)

in

ZDMG,

N.

F.,

Band

8,

pp.

121-142.

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5%

-

4.

-

Crisi

libraria

e

crisi

di

scrittori.

Nei

giornali

turchi

si

leggono

spesso

da

un

anno

in

qua

lagnanze

per

la scarsita

di nuove pubblicazioni (i). Si muovono accuse ai librai che mancherebbero di inizia

tiva

e

di

gusto;

e

i

librai

si

giustificano

con

le

difficolti

economiche

causate

special

mente

dairintroduzione

del

nuovo

alfabeto.

Le

opere

nuove

uscite nel

corso

di

quest'anno,

osservava

il

giornale

Milliyyet

di

Costantinopoli

verso

la

meti di

settembre,

non

superano

il

numero

di

due

dozzine

e,

mentre

nelle vetrine

delle

librerie

straniere

appaiono

ogni giorno

libri nuovi

ad

attirare

l'attenzione

del

pubblico,

le

botteghe

di

Bsb-i

f

Ali,

principale

centro

librario

di

Stanbul,

espongono

soltanto

libri

scolastici;

mancano

altre

pubblicazioni

che

appaghino

il

desi

derio di

leggere

e

di istruirsi.

La

crisi libraria

b

tanto

sentita

che

gli

editori

turchi

hanno

dovuto

ricorrere al

Ministero

della

Pubblica

Istruzione

per

ottenere

un

prestito.

La

Tipografia

dello

Stato

di

Costantinopoli,

che

s'e

provveduta

di

macchinario

nuovo

e

dispone

di

fondi

consL

derevoli,

b

assorbita

dai lavori

di

carattere

ufficiale

e

dalla

preparazione

dei

testi

scolastici.

In

reaiti,

oltre

le difficolti

economiche

aggravate

dairintroduzione

del

nuovo

alfabeto,

v'e

in

Turchia

una

crisi

di

scrittori;

e

forse

b

anche

giusto

pensare

che

i

due

fatti siano

in

relazione

tra

di

loro.

Mentre

gli

scrittori

gia

conosciuti

alia critica

ed

al

pubblico

danno

ancora

scarsi

contributi

all'attivita

letteraria

(2),

b manifesto nei

piu

giovani

lo sforzo

per

trovare

nuove

vie.

Un

gruppo

di

sette

si

raccolse

lo

scorso

anno

a

collaborare

in

una

rivista

Mesh*ah

?

La

Fiaccola

?,

il

cui

primo

numero

usci

il

i?

luglio

1928.

Uno

dei

prin

cipali

collaborator ,

Yashar

Nabl,

rispondendo (nel

fascicolo

del

15

ottobre

1928)

a

un

giudizio

troppo

pessimistico

di Yusuf

Ziya

sulla

odierna

letteratura

turca,

scriveva:

?

La

nostra

letteratura

sta

attraversando

un

nuovo

periodo

rivoluzionario;

non

e

giusto

incolpare,tutta

la

nuova

generazione

per

gli

scritti

privi

di

senso

artistico

di

alcuni

giovani,

i

quali

hanno

perduto

la

via

confusi

tra

le idee letterarie

di

ieri

e

quelle

di oggi.

?

I

giovani

d'oggi

hanno lavorato

in

un

ambiente

sordo

ed

ostile,

disprezzati

in

vece

che

incoraggiati

e,

nonostante le

difficolta,

non

hanno

indietreggiato.

?Coloro che

accusano

di

monotonia

gli

scritti

dei

giovani,

sono

quelli

che

chiudono

deliberatamente

gli

occhi

per

non

vedere

il

passato;

come

si

puo

dire

che

la

poesia

di

oggi

sia

piu

uniforme di

quella

passata,

nella

quale

non

si

parlava

che

di

u

tristezza

"

e

di

"occhi

lagrimanti"?

?

II

passato

suole

apparir

bello

per

il

solo fatto

d'esser

lontano;

ogni

generazione

si

e

sempre

lamentata

della

produzione

letteraria

che

le

succede;

e

questa

una

legge

immutabile

della

letteratura;

il

nuovo

incontra

ognora

ostilita.

(1)

Cfr. Oriente

Moderno,

IX,

1929,

pp.

205-206,

261-262;

Der Nabe

Osten

(cosi

s'intitoia,

dal

l'aprile

del

1929,

l'organo

dell'Associazione

tedesco-turca

di

Berlino,

gia

Milteilungen

der

Deutsch

Turkischen

Vereinigung),

giugno

1929,

pp.

106-107.

(2)

I

pochi

libri

usciti

nei

primi

mesi

del

1929

nei

nuovo

alfabeto

sono

ricordati

a

H.

v.

Duda

in

Orientalische Liter

aiur\eitung,

1929,

colL

449-450,

nota

i.

39

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?

590

?

?

Tuttavia

la

generazione

nuova

possiede

un

principio,

sa

dove

arrivare,

procede

con

passo

fernio

e

sa

che,

se

anche

non avesse

fatto

altro,

ha salvato

la

poesia

dalla

decadenza

e

dagli

"

occhi

lagrimanti

"

?.

I

"

sette

(scrittori)

della

Fiaccola

"

(yedi mesh*alegiler)

sono

innovator

in

quanto

cercano nuove

fonti

d'ispirazione

artistica,

ma

rimangono

fedeli

alia

forma

poetica

della

classica letteratura

turca;

sospesa

la

pubblicazione

della

"

Fiaccola

essi

si

sono

uniti

recentemente

a

collaborare

nella

rivista letteraria

Igtihad

?

Lo

sforzo?.

II

movimento di

questi

giovani

b

stato

lodato

da Ahmed

Has

him

(nato

a

Baghdad

verso

il

1885),

?ggi

considerato

come

uno

dei

piu

originali

poeti

turchi

e

come

il

migliore

rappresentante

della scuola

letteraria

formatasi

tra

la rivoluzione

del

1908

e

la rivoluzione

kemalista.

Ahmed

Hashim

e

un

seguace

del

simbolismo;

i

suoi

scritti,

contraddistinti

da

musicalita

di

stile

e

ricchezza

d'immagini,

costituiscono

una

reazione

al razionalismo

che

domino nella letteratura

turca

di

qualche

decennio

fa.

Le

migliori

sue

poesie

sono

raccolte

nel volumetto

PiyUk

?

La

Coppa

?

(ia

edizione

1926,

2a

edizione

1928)

insieme

con

una

prefazione,

nella

quale

sono

esposti

i

suoi

criteri estetici

(1).

Ettore

Rossi.

(i)

Su di lui cfr.

il

bel lavoro

di

Herbert

v.

Dupa,

Ahmed

Haschim.

Ein

turkischer

ichter

der

Gegenwarl

in

Die

Welt

des

Islams,

1929,

pp.

200-244.

RECENSIONI

Henri

Lammens,

S.

J.

-

Li

Mm.

Manuale

delle

cre

dence

ed

istitu%ioni

musulmane.

Traduzione

e

ap

pendice

di

Ruggiero

Ruggieri.

Bari,

Gius.

La

terza

&

figli,

1929. In-8?,

xxiv

-f-

278

-f-

[1]

pp.

L.

20.

Quando

il

signor Ruggieri

chiese

al

Padre

Lammens

il

permesso

di tradurre

in

italiano il

suo

bel

manuale

(1)

evidentemente

non

aveva

un'idea

molto

chiara dei

doveri

che

incombono

a un

tradut

tore.

Percio

gli

avrei

risparmiato

la

presente

critica,

se non

fosse

che la

sua

traduzione

-

purtroppo

-

e

uscita

in

una

bella

veste

tipografica,

edita

da

librai

che

sanno

Parte

di

diffondere

le

loro

stampe;

peggio

ancora:

e

apparsa

in

una

Collezione

che,

per

la

se

rieta

degli

altri libri

pubblicativi,

si

e

fatta

apprez

zare

dalla

gente

che

legge.

D'altra

parte

Oriente

(1)

Recensito

da

C.

A.

Nallino

in

Oriente

Moderno,

VII,

1927,

45-46.

Delle

osservazioni

fatte

dai

Nallino

il

traduttore

ha tenuto conto

solo

in

parte.

Moiierno,

vedendo

apparire

sui

mercato

librario

d'Italia,

rara

avis,

un

manuale

che

tanto

da

vi

cino

riguarda

i

suo

campo

di

lavoro,

potrebbe

tacere?

II

signor

Ruggieri

non

traduce,

manomette,

Anche

quando

le

parole

francesi

hanno

in

ita

liano

un

cosi

perfetto equivalente

che

il

purista

piu cruscheggiante

nulla

troverebbe

a

ridirvi,

egli

a

questo

equivalente

spesso

crede

necessario

sosti

tuire

un

sinonimo,

se non un

vocabolo di

signifi

cato

del

tutto

diverso;

a

tempi

e

modi di

verbi

da

un

valore

assai

relativo

e

con

la

massima

disin

voltura

non

di

rado li

muta,

trasformando talvolta

in

pure

affermazioni

quelle

che

nel

testo

del

Lam

mens

sono

dubitazioni, concessioni,

litoti;

nutre

evidente

disprezzo

per

gli

avverbi,

ai

suoi

occhi

trascurabili

parti

del

discorso,

si

da

esserne

indotto

a

cambiarli,

a

sopprimerli,

ad

aggiungerli;

il

pe

riodare

del

Lammens,

la

specialmente

dove

si

pre

senta

spezzato

secondo

il

gusto

francese,

non

gli

piace

e,

anche

senza

bisogno,

i

ritiene

in

obbligo