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Occasional Paper
ISSN 2279-7459
Collana Isfol Occasional Paper | numero 9 - febbraio 2013| www.isfol.it
Rapporto dell’indagine pilota PIAAC-OCSE: Programma Internazionale sulle competenze degli adulti
I S F O L
2
La collana Isfol Occasional Paper raccoglie
brevi elaborati a carattere tecnico-scientifico esiti
di studi o work in progress su argomenti di
interesse istituzionale. La collana, funzionale a
lanci anticipatori e promozionali, mira a
promuovere il confronto e il dibattito con la
comunità scientifica di riferimento, attraverso
una rapida divulgazione di dati e contenuti.
L’Isfol, Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori, è un Ente pubblico di ricerca che opera nel campo della formazione, del lavoro e delle politiche sociali. Svolge attività di studio, consulenza ed assistenza tecnica, ponendosi a supporto del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, così come delle altre istituzioni nazionali, regionali e locali che intervengono nei sistemi del mercato del lavoro, dell’apprendimento lungo tutto l’arco della vita e dell’inclusione sociale. L’Istituto collabora con organismi sia pubblici che privati, fa parte del Sistema Statistico Nazionale e svolge il ruolo di assistenza tecnico-scientifica per le azioni di sistema del Fondo sociale europeo. L’Isfol è Agenzia nazionale Lifelong Learning Programme, programma settoriale Leonardo da Vinci. Presidente: Pier Antonio Varesi Riferimenti: Corso d’Italia, 33 00198 Roma Tel. +39.06.85447.1 web: www.isfol.it La Collana Isfol Occasional Paper è curata da Isabella Pitoni Responsabile Servizio Comunicazione e divulgazione scientifica Coordinamento editoriale: Valeria Cioccolo e Daniela Verdino Editing: Daniela Verdino Contatti: [email protected]
Il paper è il risultato dell’Indagine Pilota del Programma
Internazionale PIAAC- OCSE (Programme for the
International Assessment of Adult Competencies”),
realizzata dall’ISFOL, Area “Sistemi e Metodologie per
l’Apprendimento” (Responsabile Gabriella Di Francesco) Il
Progetto è stato finanziato nell’ambito dei Programmi
operativi nazionali a titolarità del Ministero del lavoro e
delle politiche sociali “Azioni di sistema” (Ob.
Competitività) e “Governance e Azioni di Sistema (Ob.
Convergenza) Asse Capitale Umano Obiettivo specifico 3.1,
Progetto “Certificazione delle Competenze: Trasparenza,
Mobilità, Valutazione, Validazione” in attuazione dei Piani
Isfol di competenza della Direzione Generale Politiche
attive e passive del lavoro.
Gruppo di lavoro: Gabriella Di Francesco (Dirigente di ricerca, National Project Manager); Manuela Amendola (National Training Manager, Scoring Process Manager); Michela Bastianelli (National Quality Manager, Ethics and Privacy Manager) Simona Mineo (National Data Manager, IT Coordinator, Vice National Sampling Manager); Fabio Roma (National Project Manager Assistant). Hanno partecipato in qualità di esperti: Stefano Falorsi Vittoria Gallina Sono autori del testo: Gabriella Di Francesco: Introduzione, Executive Summary; Manuela Amendola: parr. 2.2, 2.3, 2.6, 3.1 e 3.2 Michele Bastianelli: parr. 4.3, 4.4 e 4.5 Simona Mineo: Cap 1, parr. 2.1, 2.4, 2.5, 3.3 e 3.4 Fabio Roma: par. 4.1 e 4.2 Sviluppo Database: Simona Mineo (Isfol) Elaborazione Dati: Simona Mineo e Sergio Ferri (Isfol) Giovanni Passarelli (Esperto Università della Calabria) Le opinioni espresse in questo lavoro impegnano la responsabilità degli autori e non necessariamente riflettono la posizione dell’ente. Copyright (C) [2013] [ISFOL] Quest'opera è rilasciata sotto i termini della licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 3.0. Italia License.
(http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/it/)
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA PIAAC-OCSE:PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
ISFOL OCCASIONAL PAPER N. 9/2012 3
ABSTRACT
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA PIAAC-OCSE: PROGRAMMA INTERNAZIONALE
SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
L’occasional paper intende presentare una riflessione preliminare sul potenziale informativo
dell’indagine OCSE “Programme for the International Assessment of Adult Competencies (PIAAC)”, in
corso di realizzazione in Italia, sotto la responsabilità scientifica dell’ISFOL e su mandato del Ministero
del Lavoro e delle Politiche Sociali.
PIAAC è un’indagine destinata alla valutazione delle competenze della popolazione adulta e rappresenta
l’evoluzione delle indagini PISA (The Programme for International Student Assessment), ALL (The Adult Literacy and Lifeskills Survey) e IALS (The International Adult Literacy Survey).
L’indagine PIAAC intende valutare due ampie categorie di competenze degli adulti: da un lato, le
competenze degli adulti utilizzate nei luoghi di lavoro e, dall’altro, le competenze utilizzate nella vita di
tutti i giorni. Mentre per la valutazione delle competenze fondamentali PIAAC utilizza una metodologia
di valutazione diretta (test cognitivi), per le competenze professionali specifiche adotta invece una
metodologia innovativa, denominata Job Requirement Approach (JRA). Questa metodologia consente,
mediante un questionario somministrato in modalità CAPI (Computer Assisted Personal Interview), di
monitorare le competenze effettivamente agite dai lavoratori.
I rispondenti dell’indagine sono adulti residenti in Italia, occupati e non, con età compresa tra i 16 e i
65 anni. Il paper presenta l’intervista tipo e il potenziale analitico dell’indagine PIAAC, a partire dai
risultati più interessanti e salienti dell’indagine pilota. L’indagine pilota ha coinvolto 1125 rispondenti,
individuati all’interno dei membri delle famiglie estratte dalle liste anagrafiche dei Comuni italiani.
L’indagine pilota è stata realizzata in aree territoriali del Nord-Centro-Sud nel periodo Aprile-Giugno
2010.
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA:PIAAC-OCSE. PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
4
ABSTRACT
INTERNATIONAL SURVEY ON ADULT SKILLS OECD-PIAAC
The occasional paper aims to present a preliminary reflection on the information potential for training actions of the OECD Programme for the International Assessment of Adult Competencies (PIAAC), underway in Italy under the scientific responsibility of ISFOL and commissioned by the Ministry of Employment and Social Policies. PIAAC is a study geared to assessing the competencies of the adult population and follows on from the Programme for International Student Assessment (PISA), the Adult Literacy and Lifeskills Survey (ALL), and the International Adult Literacy Survey (IALS). PIAAC aims to evaluate two broad categories of adults’ competencies: those used on the job and those used in everyday life. While PIAAC uses a direct evaluation method in order to assess fundamental competencies, it adopts an innovative method, called Job Requirement Approach (JRA) for assessing specific job skills. This method envisages filling in a questionnaire by means of a Computer Assisted Personal Interview (CAPI) in order to monitor the skills actually enacted by workers. The study respondents are employed and unemployed adults aged 16-65 years residing in Italy. The paper presents a typical interview and the analytical potential of PIAAC, starting from the most interesting results of the pilot study. The pilot study involved 1125 respondents (the number of cases necessary to develop the psychometric analyses in each of the languages spoken by the people in the 25 countries participating in PIAAC), from households taken from Italian municipal registry office lists. It was conducted in areas in the north, centre and south of the country in April-June 2010.
P AR OLE CH I AV E : Piaac-Ocse, competenze,
valutazione delle competenze degli adulti, abilità
lavorative, competenze di base, job requirement
approach, test cognitivi
K E Y W OR DS : Piaac-Ocse, competencies,
assessment of adult competencies, work skills,
foundations skills, job requirement approach,
cognitive test
PER CITARE IL PAPER: Di Francesco G., Amendola M., Bastianelli M., Mineo S. e Roma F., ISFOL, Rapporto
dell’indagine pilota PIAAC-OCSE: Programma internazionale sulle competenze degli adulti, Roma, ISFOL,
2012 (Occasional Paper, 9)
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA PIAAC-OCSE:PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
ISFOL OCCASIONAL PAPER N. 9/2012 5
INDICE
EXECUTIVE SUMMARY ................................................................................................................... 6
INTRODUZIONE ........................................................................................................................... 12
1 L’INDAGINE PILOTA .............................................................................................................. 16
1.1 Gli strumenti di rilevazione e le finalità dell’indagine pilota ................................................................. 16
1.2 Criteri di lettura dei risultati dell’indagine pilota ................................................................................. 17
2 IL CAMPIONE DELL’INDAGINE PILOTA ................................................................................. 18
2.1 La strategia campionaria .................................................................................................................. 18
2.2 Le caratteristiche anagrafiche ........................................................................................................... 18
2.3 I titoli e gli indirizzi di studio ............................................................................................................. 19
2.4 La condizione occupazionale e i settori economici di appartenenza ..................................................... 21
2.5 Il background famigliare .................................................................................................................. 26
2.6 La partecipazione ad attività formative .............................................................................................. 27
3 I RISULTATI DELL’INDAGINE PILOTA: LE COMPETENZE COGNITIVE DI BASE RILEVATE TRAMITE TEST ....................................................................................................................... 30
3.1 La somministrazione delle prove ....................................................................................................... 30
3.2 I risultati del Test ICT ...................................................................................................................... 31
3.3 Le competenze cognitive di base degli intervistati .............................................................................. 34
3.4 L’impatto delle competenze cognitive ................................................................................................ 43
4 I RISULTATI DELL’INDAGINE PILOTA: LE COMPETENZE AGITE NEL LAVORO; IL TITOLO DI STUDIO, L’ESPERIENZA E LA FORMAZIONE DEI LAVORATORI ............................................ 53
4.1 Il Job Requirement Approach ........................................................................................................... 53
4.2 Le competenze cognitive di base (rilevate tramite domanda diretta) e le competenze agite dai lavoratori ..... 55
4.3 Il legame tra le competenze agite e la formazione e l’apprendimento dei lavoratori ............................. 62
4.4 Il titolo di studio e l’esperienza richiesti ai lavoratori .......................................................................... 65
4.5 L’over e l’under- education tra i lavoratori intervistati ......................................................................... 66
BIBLIOGRAFIA ............................................................................................................................. 67
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA:PIAAC-OCSE. PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
6
EXECUTIVE SUMMARY
Nel corso del 2008 l’Italia ha aderito, insieme ad altri 24 Paesi, all’indagine internazionale dell’OCSE
“PIAAC - Programme for the International Assessment of Adult Competencies”. I Paesi che partecipano
al Programma sono: Australia, Austria, Belgio, Canada, Cipro, Corea del Sud, Danimarca, Estonia,
Federazione Russa, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Irlanda, Italia, Norvegia, Paesi Bassi,
Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Slovacchia, Spagna, Stati Uniti, Svezia.
L’indagine PIAAC è finalizzata alla valutazione delle competenze della popolazione adulta (16-65 anni).
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali è responsabile dell’attuazione e del coordinamento della
partecipazione italiana a PIAAC.
L’ISFOL ha l’incarico di progettare e realizzare l’indagine per quanto concerne il territorio nazionale
italiano. Il Programma PIAAC è stato lanciato nel 2008; nel 2010 si è svolta l’indagine pilota; nel
settembre 2011 è stata avviata l’Indagine Principale, conclusasi nel mese di Marzo 2012. La
pubblicazione del rapporto internazionale da parte dell’OCSE è prevista per il mese di Ottobre 2013.
Subito a seguire l’ISFOL elaborerà il rapporto nazionale relativo all’Indagine Principale (main study).
Questo rapporto presenta un’analisi dell’indagine pilota svolta nel periodo 2010-2011 e dei principali
risultati che, è bene sottolineare, non hanno rappresentatività statistica a livello nazionale, ma che
consentono di mettere in luce evidenze che saranno approfondite nell’indagine principale. L’accento è
posto su alcune osservazioni derivanti dall’indagine pilota, con l’obiettivo di evidenziare le potenzialità di
PIAAC.
E’ necessario pertanto sottolineare che i risultati devono essere utilizzati con cautela, poiché obiettivo di ogni indagine pilota è quello di testare gli strumenti, i test e le procedure sul campo (il field), piuttosto che fornire un quadro rappresentativo della realtà.
L’importanza di PIAAC per le politiche del lavoro, dell’istruzione e della formazione
PIAAC si focalizza sulle competenze necessarie ad assicurare un’attiva partecipazione all’economia e alla
società del XXI Secolo. PIAAC raccoglie dati sulle competenze cognitive di base (literacy e numeracy),
nonché sulle competenze utilizzate nel lavoro (con il Job Requirement Approach-JRA), indagate assieme
a tutte le altre informazioni di background familiare e di contesto socio-economico e professionale dei
partecipanti all’indagine. La valorizzazione dell’approccio JRA si ricollega ad alcune esperienze similari
svolte in diversi Paesi, tra cui proprio l’Italia, ove l’ISFOL ha già effettuato due indagini sulle
competenze utilizzate nel lavoro nel settore manifatturiero e nei servizi. L’Italia partecipa anche ad un
modulo opzionale progettato per l’analisi delle difficoltà linguistiche di chi abbia bassi livelli di
competenze (reading components). I dati che verranno forniti da PIAAC consentiranno di analizzare i legami tra le competenze e un vasto
spettro di variabili demografiche ed economico-sociali e di evidenziare i fattori che ne influenzano lo
sviluppo o il declino. Rispetto alle precedenti indagini internazionali sullo sviluppo delle competenze,
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA PIAAC-OCSE:PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
ISFOL OCCASIONAL PAPER N. 9/2012 7
l’ampia base di informazioni del Programma PIAAC fornirà ulteriori importanti input per le policy del
lavoro e della formazione.
L’Indagine pilota
L’indagine pilota ha coinvolto 1125 rispondenti (il numero di casi minimo necessario per sviluppare le
analisi psicometriche in ciascuna delle lingue parlate dalle popolazioni nei 25 Paesi partecipanti a
PIAAC).
Il target di riferimento dell’Indagine PIAAC sono stati gli adulti (16-65 anni), individuati all’interno dei
membri delle famiglie estratte dalle liste anagrafiche dei Comuni italiani. L’indagine pilota è stata
realizzata in aree territoriali del Nord-Centro-Sud. La scelta di tali aree è stata realizzata sulla base dei
tassi di risposta ottenuti in precedenti indagini, con lo scopo di formulare una previsione il più precisa
possibile del tasso di risposta atteso per l’indagine principale PIAAC, svoltasi tra Settembre 2011 e
Marzo 2012. La definizione delle modalità di campionamento ha previsto l’utilizzo delle liste anagrafiche
dei Comuni per l’individuazione dei rispondenti, sperimentando in questo modo forme di collaborazione
e di coinvolgimento interistituzionali (ISTAT, uffici anagrafe dei comuni, ecc.).
Le competenze di PIAAC e l’assessment diretto (i test) e indiretto (questionario socio-
anagrafico e sulle competenze utilizzate sul lavoro)
L’indagine PIAAC intende valutare due ampie categorie di competenze degli adulti: da un lato, le
competenze degli adulti utilizzate nei luoghi di lavoro e, dall’altro, le competenze utilizzate nella vita di
tutti i giorni. Mentre per la valutazione delle competenze fondamentali (le Foundation Skill) PIAAC
utilizza una metodologia di valutazione diretta, per le competenze professionali specifiche adotta invece
una metodologia innovativa, denominata Job Requirement Approach (JRA). Questa metodologia
consente, mediante un questionario somministrato in modalità CAPI (Computer Assisted Personal Interview), di monitorare le competenze effettivamente agite dai lavoratori. Basandosi su modelli
consolidati di precedenti indagini OCSE (ALL, IALS, PISA)1
1 OCSE-PISA (The Programme for International Student Assessment), OCSE-ALL (The Adult Literacy and Lifeskills Survey) e OCSE-IALS (The
International Adult Literacy Survey).
PIAAC estende, ben oltre i metodi
tradizionali, la valutazione delle competenze a nuovi domini (per esempio, alle competenze connesse
all’uso delle tecnologie) ed introduce una valutazione delle competenze utilizzate sul lavoro. Il
concetto di competenza che PIAAC assume riguarda l’abilità di comprendere ed utilizzare l’informazione
in qualunque forma ed in una varietà di contesti di vita e di lavoro, allo scopo di raggiungere obiettivi
individuali, economici e sociali, sviluppare ulteriormente la conoscenza (individuale, organizzativa,
sociale) e le potenzialità personali.
Gli studi dimostrano che tali competenze sono strettamente collegate a risultati positivi sul lavoro,
alla partecipazione alla vita sociale e per l’apprendimento nell’arco di tutta la vita.
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA:PIAAC-OCSE. PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
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Inoltre, PIAAC indaga altre aree relative alle competenze intra-personali, alle relazioni inter-personali
(comunicazione, team-working) ed alle competenze di problem solving.
Il questionario di PIAAC consente, infine, di raccogliere informazioni sulle caratteristiche demografiche
(età, genere, etc.), sulla storia formativa e professionale, sull’utilizzo di queste competenze nella vita
quotidiana e sul lavoro.
I risultati più interessanti dell’indagine pilota PIAAC
Quello che qui viene presentato come risultato della indagine pilota deve essere utilizzato con cautela; non deve quindi essere interpretato come insieme di dati rappresentativi delle caratteristiche culturali e professionali della popolazione italiana, ma come messa in evidenza di situazioni che sono emerse nel corso della rilevazione.
Alta diffusione delle competenze informatiche di base La quasi totalità del campione osservato (84,9%, pari a 955 individui su 1125) ha superato il test sulle
competenze ICT, ovvero ha dimostrato di possedere competenze informatiche di base: utilizzare un
mouse, digitare testi; trascinare oggetti e parti di testo da un punto all’altro dello schermo, selezionare
da un menù a tendina, utilizzare la barra di scorrimento; evidenziare parti di testi.
Chi supera il test ICT possiede competenze cognitive di base più elevate Gli intervistati che hanno superato il test sulle competenze informatiche hanno in seguito ottenuto dei
punteggi più alti nelle altre prove e si collocano prevalentemente nelle classi di punteggio con
competenze più elevate.
Solo il 22,2% di coloro che hanno superato il Test ICT si colloca nella classe di punteggio con
competenze cognitive molto limitate.
Coloro che non hanno superato il Test ICT ricadono per il 64,6% nella classe di punteggio con
competenze cognitive molto limitate.
Competenze e transizioni scuola - lavoro: un passaggio delicato Gli intervistati con età compresa tra i 26 e i 35 anni hanno evidenziato, in molti casi, una caduta dei
livelli di competenze, dovuta probabilmente al fatto di non partecipare più ad un percorso scolastico e
al non essere nel contempo lavorativamente attivi. Presumibilmente finita la scuola le competenze
tendono a diminuire, specie laddove non vengono avviati processi di apprendimento nuovi, quali ad
esempio quelli avviati nei luoghi di lavoro.
Le performance degli individui decrescono al decrescere dell’età: i giovani 16-25enni hanno ottenuto
dei punteggi al di sopra della media, mentre gli over 45 hanno ottenuto dei punteggi ben al di sotto
della media.
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Forte correlazione tra status occupazionale e competenze
Nelle prove cognitive (test) di lettura, scrittura e calcolo, gli occupati hanno ottenuto punteggi più
elevati rispetto ai non occupati, mantenendo livelli di competenza più o meno costanti in funzione
dell’età. Chi non lavora non solo dimostra di possedere competenze meno elevate, ottenendo dei
punteggi in alcuni casi ben al di sotto della media, ma anche di essere soggetto ad un declino più
rapido dei livelli competenza.
Studenti e lavoratori hanno ottenuto le migliori performance nei test cognitivi Nella maggioranza dei casi gli occupati full time e part time si collocano nelle classi di punteggio con
competenze medio-alte. I disoccupati, invece, si collocano nelle classi di punteggio con competenze
medio-basse. Gli studenti hanno ottenuto le performance migliori: il 58,4% si colloca nella classe con
competenze elevate, il 33,7 % nella classe di punteggio con competenze di livello medio.
Sebbene pensionati e casalinghe si collochino prevalentemente nella classe di punteggio con
competenze basse (rispettivamente 47,7% e 57,8%), i primi sono più presenti rispetto alle seconde
nella classe di punteggio con competenze alte. E’ possibile ipotizzare che i pensionati beneficino ancora
dalle competenze acquisite al lavoro.
Pianificazione, Problem Solving e Cooperazione le competenze agite con maggior frequenza dai lavoratori
I lavoratori utilizzano meno competenze di Scrittura (6,1%), Lettura (7,9%) e Interazione Sociale
(12,4%) e maggiormente competenze relative alla Pianificazione (71%), alla Risoluzione dei problemi
(49,1%) e alla Cooperazione e Lavoro di gruppo (55,5%).
La percentuale dei lavoratori che utilizza le tecnologie ICT nell’attività lavorativa con frequenza medio-
alta è oltre il 60% del totale dei lavoratori intervistati.
Le competenze informatiche non sono una prerogativa delle posizioni occupazionali medio alte Le competenze informatiche, un tempo prerogativa delle posizioni occupazionali medio–alte (posizioni
“dirigenziali, intellettuali e impiegatizie”) vengono utilizzate, con livelli di frequenza non troppo dissimili,
anche da artigiani e operai specializzati.
Per le competenze di lettura, scrittura e calcolo lo scarto tra posizioni “dirigenziali, intellettuali e
impiegatizie” e quelle “manuali” (dalle professioni nelle attività commerciali ai conduttori di sistemi) è
ancora rilevante.
Le posizioni occupazionali tecniche intermedie dimostrano indici di competenza abbastanza alti per tutte
le competenze analizzate mantenendo livelli sempre molto vicini alle posizioni dirigenziali, con
particolare riferimento alle competenze matematiche e ICT.
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA:PIAAC-OCSE. PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
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Leve organizzative per lo sviluppo delle competenze Alcune delle “leve” organizzative (compensi, valutazione delle prestazioni, feedback dei capi, etc.) prese
in considerazione nell’indagine dimostrano di avere una correlazione positiva con le competenze
lavorative agite dai lavoratori. Nei contesti lavorativi in cui tali leve non sono presenti è stata invece
rilevata una correlazione negativa con lo sviluppo delle competenze delle persone che vi lavorano.
Educational mismatch Meno di un quinto dei lavoratori intervistati risulta essere over-educated. Il 24,8% dei lavoratori
intervistati sono risultati essere under-educated, ovvero possiedono un titolo di studio inferiore rispetto
a quello necessario per svolgere il proprio lavoro.
Legame tra le competenze cognitive e la disoccupazione, l’invalidità e la malattia. Il rischio di essere disoccupati aumenta costantemente al diminuire del livello delle competenze.
Gli adulti con un basso livello di competenze sono fortemente legati alla probabilità di ricevere
assistenza sociale: esiste una differenza significativa fra individui con un livello 1 e quello con livello 4/5
di competenza.
Legame tra competenze cognitive e svantaggi sociali La comprensione delle questioni politiche e la fiducia negli altri hanno una più alta probabilità di essere
sentite dagli adulti con alto livello di competenze: le persone con un basso livello di competenze hanno
un’altissima probabilità di sentire scarsa fiducia negli altri con bassa propensione a ricambiare.
Adulti con basso livello di performance hanno un aumento della probabilità di percepire lo stato di
salute come discreto o mediocre.
Un confronto internazionale relativo all’indagine pilota
L’indagine pilota PIAAC aveva lo scopo precipuo di validare gli strumenti di rilevazione: il questionario
e i test. Per questo motivo i Paesi partecipanti sono stati autorizzati ad utilizzare campioni non
rappresentativi e non necessariamente confrontabili tra loro. Di conseguenza l’OCSE non ha realizzato
comparazione tra i risultati dei test o tra i dati raccolti con il questionario. E’ tuttavia possibile fare
alcuni confronti generali e, in particolare, sui dati relativi al funzionamento degli strumenti:
• in linea con i risultati degli altri Paesi, solo una minoranza di intervistati (circa il 15%) ha fallito il
test ICT. Di questi, sia in Italia, sia negli altri Paesi, la maggioranza ha poi scelto di svolgere i
propri test su computer (99% in Italia, 97% a livello internazionale). Questo dato è
particolarmente importante perché lascia prevedere la possibilità nel futuro prossimo di svolgere le
rilevazioni sostanzialmente solo su computer, con il relativo abbattimento dei costi (dovuto alla
stampa di fascicoli cartacei), con una più celere azione di codifica delle risposte (perché
automatica e computerizzata) e, infine, con un minor rischio di perdita di dati;
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA PIAAC-OCSE:PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
ISFOL OCCASIONAL PAPER N. 9/2012 11
• in Italia, esattamente come negli altri Paesi, le persone intervistate che hanno fallito il test ICT
sono state prevalentemente quelle più anziane e con livelli di istruzione più bassi. Degli intervistati
con età compresa tra i 56 e 65 anni, ad esempio, solo il 64% ha superato il test. Tra i giovani (16-
25 anni) a superarlo sono stati il 98%;
• in Italia, infine, si è registrata una differenza di genere nel superamento dei test ICT non rilevata
in altri Paesi: in Italia l’88% degli uomini ha superato il test, contro l’82% delle donne. A livello
internazionale, invece, le percentuali di uomini e donne sono pressoché identiche: 86% e 85%;
• la quota di individui disoccupati sale al diminuire del livello di competenza.
La partecipazione al volontariato, la comprensione delle questioni politiche, la fiducia negli altri sono
associate al livello di competenze possedute dalle persone: più le competenze sono alte, maggiore è la
probabilità che le persone si interessino di politica, partecipino al volontariato e abbiano fiducia negli
altri.
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA:PIAAC-OCSE. PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
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INTRODUZIONE
Nel corso del 2008 l’Italia ha aderito, insieme ad altri 242
• identificare e misurare le differenze tra gli individui e tra i diversi Paesi relativamente alle
competenze principali e ad altre variabili economiche e sociali ritenute fondamentali per il
successo individuale e del sistema economico-sociale;
Paesi, all’indagine internazionale dell’OCSE
“PIAAC - Programme for the International Assessment of Adult Competencies”. L’indagine PIAAC è
finalizzata alla valutazione delle competenze della popolazione adulta (16-65 anni). Il Ministero del
Lavoro e delle Politiche Sociali è responsabile dell’attuazione e del coordinamento della partecipazione
italiana a PIAAC.
L’ISFOL ha l’incarico di progettare e realizzare l’indagine nel territorio nazionale italiano.
L’indagine PIAAC, avviata nel 2008, si concluderà nel 2013; in questo rapporto sono presentati i risultati
dell’indagine pilota che si è svolta nel periodo 2010-2011.
Cos’è PIAAC Negli ultimi venti anni si è sviluppato un interesse crescente da parte dei governi nazionali e di altri
soggetti interessati a valutare a livello internazionale le competenze degli adulti, per verificare fino a
che punto le popolazioni sono preparate ad affrontare le sfide presentate da una società basata sulla
conoscenza. Informazioni comparative di alta qualità sulle competenze della popolazione adulta,
distribuzione di tali competenze tra la popolazione, vantaggi che derivano dal possesso di competenze,
inclinazioni dei singoli individui rispetto alla loro formazione; tutti questi elementi possono fornire dati
certi in grado di supportare i governi nel loro compito di valutare le politiche da adottare e progettare
interventi più efficaci.
In particolare i risultati di PIAAC potranno supportare il processo decisionale dei policy makers al fine
di:
• valutare l'impatto delle competenze sui risultati economici e sociali, inclusi i risultati dei singoli
individui (per esempio, l'integrazione nel mercato del lavoro, lo status occupazionale, il profitto)
e i risultati della società nel suo complesso (per esempio, la partecipazione ad attività di
formazione e apprendimento durante l'intero arco della vita, la crescita economica, le condizioni
di equità sociale, il mercato del lavoro e la partecipazione alla vita sociale);
• valutare le prestazioni dei sistemi di istruzione e formazione nel generare le competenze
richieste dalle esigenze della società e dell’economia;
• valutare le differenze che esistono tra i vari Paesi nel livello e nella distribuzione delle
competenze; mettendo in relazione questi elementi con le condizioni economiche, sociali,
2 Australia, Austria, Belgio, Canada, Cipro, Corea del Sud, Danimarca, Estonia, Federazione Russa, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Irlanda,
Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Slovacchia, Spagna, Stati Uniti, Svezia.
Vi sono già diversi Paesi che hanno in programma di aderire a PIAAC e di svolgere una tornata della stessa indagine: si tratta di Argentina, Grecia,
India, Indonesia, Israele, Lituania, Messico, Nuova Zelanda, Cina, Singapore e Turchia.
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA PIAAC-OCSE:PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
ISFOL OCCASIONAL PAPER N. 9/2012 13
politiche e contestuali i policy maker potranno identificare i punti di forza e le lacune esistenti e
i loro sistemi di sviluppo delle abilità;
• monitorare l'andamento degli indicatori del lifelong learning per raggiungere gli obiettivi
nazionali ed internazionali prefissati.
Le competenze cognitive possedute e le competenze agite sul luogo di lavoro Il Programma PIAAC fa da pendant all’indagine PISA-OCSE rivolta agli studenti. PIAAC è considerata
dall’OCSE “the most comprehensive international survey of adult skills ever undertaken”. PIAAC si focalizza sulle competenze cognitive e lavorative necessarie ad assicurare un’attiva
partecipazione all’economia e alla società del XXI secolo; in particolare, l’indagine prende in
considerazione le competenze di literacy, numeracy, problem-solving ed ICT, considerate competenze
fondamentali (definite da OCSE come cognitive foundation skill) per affrontare le esigenze attuali e
future. Tuttavia, la vera sfida di PIAAC è l’uso di un approccio nuovo per l’analisi delle “competenze
richieste dal lavoro” con la metodologia del Job Requirement Approach (JRA), utilizzato per la prima
volta in un’indagine comparativa internazionale.
Cosa si intende per competenze di literacy in PIAAC? "Literacy" è la competenza relativa all’interesse, attitudine e abilità degli individui nell’utilizzare in modo
appropriato strumenti socio-culturali, incluse le tecnologie digitali e gli strumenti della comunicazione
per accedere, gestire, integrare e valutare informazioni, costruire nuova conoscenza, e comunicare con
gli altri, per partecipare efficacemente alla vita sociale e sviluppare ulteriormente le conoscenze e il
potenziale.
Questo è un requisito essenziale per lo sviluppo di abilità avanzate e per ottenere risultati economici e
sociali positivi. Studi precedenti hanno dimostrato che le competenze alfabetiche di lettura sono
strettamente connesse a risultati positivi raggiunti dalla forza lavoro, nella partecipazione alla vita
sociale e nell’apprendimento permanente.
Per poter leggere in modo efficace, bisogna avere alcune abilità di base, tra cui la capacità di riconoscere le
parole, abilità di decodifica, conoscenza del vocabolario e fluidità: questi sono i blocchi fondamentali di literacy e le abilità di base di reading component. Le indagini precedenti sulle competenze di literacy avevano rilevato
che parti consistenti della popolazione adulta non erano in grado di dimostrare livelli adeguati di abilità
necessarie per recuperare e comprendere informazioni scritte e applicarle alle situazioni della vita reale.
Cosa si intende per competenze di numeracy in PIAAC? "Numeracy” è la competenza relativa all’accesso, all’utilizzo, applicazione, interpretazione e
comunicazione di informazioni e idee matematiche. Si tratta di abilità essenziali in un’era in cui, durante
la vita quotidiana, le persone devono confrontarsi con una quantità crescente e una gamma sempre più
ampia di informazioni matematiche e quantitative.
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA:PIAAC-OCSE. PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
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Come si analizzano le competenze utilizzate sul posto di lavoro? Questo è uno degli aspetti innovativi di PIAAC. Poiché l'indagine si rivolge agli adulti che lavorano, viene
utilizzata la metodologia JRA per chiedere agli adulti il tipo e i livelli di un certo numero di abilità utilizzate
durante il lavoro. Queste includono l'uso di abilità di lettura e abilità matematiche sul posto di lavoro e abilità
inerenti le tecnologie informatiche, la comunicazione e la capacità di lavorare in team. L'indagine pone
domande sulle abilità necessarie per svolgere il lavoro principale dell’intervistato in termini di intensità e
frequenza con cui queste vengono utilizzate.
Le informazioni relative alla situazione socio-economica raccolte nel contesto dell'indagine PIAAC verranno
utilizzate per rispondere a importanti questioni politiche sulle relazioni tra istruzione/formazione e sviluppo di
abilità, sulle modalità con cui tali relazioni variano a seconda dei diversi sottogruppi della popolazione e su
alcuni dei fattori che potrebbero contribuire all'acquisizione e alla perdita delle abilità nelle diverse età.
L'indagine PIAAC offrirà ai Paesi partecipanti un potente strumento per misurare e analizzare le competenze
tra le popolazioni adulte; questa, infatti, è stata progettata appositamente per fornire una base di conoscenze
comprovate a fronte delle quali costruire analisi di natura politica.
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ISFOL OCCASIONAL PAPER N. 9/2012 15
“Le competenze in PIAAC” e gli strumenti di valutazione
Competenze cognitive di base rilevate tramite test. I test di PIAAC somministrati in forma cartacea o
computerizzata permettono di rilevare le competenze richieste per operare nell’era dell’informazione e
nella società della conoscenza.
Le prove di literacy testano diverse strategie cognitive, utili per raccogliere, produrre, integrare
informazioni e produrre risposte contenute in testi quali editoriali di giornali, notizie, brochure, manuali
di istruzioni ed anche per localizzare ed usare le informazioni contenute in vari formati quali schemi,
grafici, tabelle, ecc.
Le prove di numeracy testano diverse strategie cognitive utili per rilevare capacità aritmetiche o di
calcolo ma anche la capacità di operare stime, misure, calcoli statistici interpretando messaggi che
contengono simbologie e formalizzazioni ed esprimendo processi di ragionamento in questo ambito.
Le competenze informatiche (Information and Communication Technologies, ICTs), intese come livello
di abilità possedute nell’uso del personal computer vengono rilevate tramite prove che misurano le
capacità di cliccare, digitare, selezionare da un menù a tendina, scorrere e fare clic, trascinare il testo
selezionato da un punto all’altro dello schermo, ed evidenziare parti di testo.
I risultati delle competenze cognitive di base rilevate tramite test verranno presentati nel cap. 3.
Competenze cognitive di base rilevate tramite domande dirette. Gli ambiti di accertamento sono il
contesto lavorativo e la vita quotidiana.
Le domande poste in maniera diretta sono atte a rilevare non tanto il possesso di una data competenza
quanto una misura delle competenze cognitive espressa come intensità d’uso delle competenze di
scrittura, lettura, calcolo e ICT nell’ambito lavorativo e nella vita quotidiana.
I risultati delle competenze cognitive di base rilevate tramite domande dirette verranno presentati nel
cap. 4.
Competenze/abilità specifiche agite nei contesti lavorativi: tramite domande dirette sulle abilità
usate/agite nei contesti lavorativi, la metodologia JRA (Job Requirement Approach) permette di definire
per i lavoratori, oggetto di indagine, le competenze intra-personali, inter-personali (comunicazione, team-working) e di problem-solving e professionali specifiche.
I risultati delle competenze agite nei contesti lavorativi verranno presentati nel cap. 4.
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA:PIAAC-OCSE. PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
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1 L’INDAGINE PILOTA
1.1 Gli strumenti di rilevazione e le finalità dell’indagine pilota
Nel 2010 è stata realizzata l’indagine pilota (field test). I rispondenti (con età compresa tra i 16 e i 65
anni) dell’indagine PIAAC sono stati individuati all’interno dei membri delle famiglie estratte dalle liste
anagrafiche dei Comuni italiani.
L’indagine pilota – come l’indagine principale – ha avuto come strumenti di rilevazione un questionario
e una serie di test cognitivi.
Il questionario dell’indagine (Background Questionnaire) è stato somministrato a tutti i rispondenti in
modalità CAPI (Computer Aided Personal Interviewing) e conteneva: una sezione ad hoc per rilevare
quali competenze vengono richieste abitualmente nei luoghi di lavoro, secondo il “Job Requirement Approach” (JRA); una sezione di domande atte a raccogliere informazioni sulle determinanti delle
competenze necessarie al funzionamento e al miglioramento della società e dell’economia, oltre che sui
titoli di studio e le qualifiche possedute, la carriera scolastica realizzata, informazioni di carattere
anagrafico.
I test sono stati utilizzati da PIAAC per rilevare il livello di alfabetizzazione, capacità di calcolo, capacità
di lettura e riguardavano, nel loro complesso, la rilevazione delle competenze richieste per operare
nell’era dell’informazione e nella società della conoscenza. I test miravano a rilevare, differenziandosi in
questo da altre esperienze internazionali, anche le competenze degli individui a bassa qualificazione. I
test sono stati somministrati in parte in modalità carta e matita, in parte in forma computerizzata, a
seconda delle competenze ICT dei rispondenti. PIAAC è la prima indagine internazionale a
somministrare test di alfabetizzazione e capacità di calcolo computerizzati.
Sia il questionario, sia i test computerizzati sono stati installati dai Paesi partecipanti all’interno di una
“macchina virtuale” (Virtual Machine - VM), ovvero un ambiente di simulazione, pre-installata sui
computer portatili utilizzati dagli intervistatori. Il ricorso ad una VM ha garantito la perfetta congruenza
grafica e funzionale tra i test somministrati nei vari Paesi e ha consentito la salvaguardia dei dati
raccolti, anche in caso di disfunzioni dei sistemi operativi dei computer.
Le finalità di un’indagine pilota sono molto specifiche e riguardano soprattutto la necessità di “testare
gli strumenti e le procedure sul campo” (il field). In particolare, nel corso della pilota tutti i Paesi
partecipanti a PIAAC hanno verificato:
- la praticabilità dell’uso del computer per svolgere task di literacy e numeracy;
- il funzionamento della virtual machine;
- la comparabilità delle prove su carta e di quelle computerizzate;
- la consistenza degli item costruiti ex novo per PIAAC;
- l’utilità delle prove di reading component; - la consistenza delle domande contenute nel Background Questionnaire come segnali e indicatori
di variabili correlate con le competenze degli adulti.
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ISFOL OCCASIONAL PAPER N. 9/2012 17
1.2 Criteri di lettura dei risultati dell’indagine pilota
La lettura dei dati della pilota necessita di una premessa. Se in astratto sarebbe possibile pesare il
campione estratto in relazione alle aree territoriali prescelte per la pilota, nella realtà questo non è
possibile perché solo alcune parti del Questionario (sesso, età, titolo di studio e la condizione lavorativa
- etc.) sono state rivolte a tutto il campione. Infatti il disegno della ricerca adottato dall’OCSE per
l’indagine pilota ha previsto che, al fine di testare il maggior numero di domande possibili che
riguardano l’utilizzo di competenze sul lavoro e nella vita privata, fossero rivolti solo ad una parte dei
rispondenti in base ad un criterio di assegnazione casuale.
La logica seguita nella stesura di questo rapporto è la seguente:
- presentare in modo articolato le “potenzialità dell’indagine” nel fornire informazioni sulla
popolazione di riferimento, utilizzando le evidenze emerse come esemplificazione di analisi che sarà
possibile condurre in relazione al data base della main survey;
- avviare una riflessione su queste evidenze soprattutto in relazione alla necessità di individuare
variabili correlate con le competenze nel corso della vita della popolazione adulta;
- avere elementi di valutazione in fase di definizione degli strumenti da utilizzare nell’indagine
principale, nella discussione con tutti i Paesi partecipanti.
Quello che qui viene presentato come risultato dell’indagine pilota non deve quindi essere interpretato come insieme di dati rappresentativi delle caratteristiche culturali e professionali della popolazione nelle aree territoriali prescelte e tanto meno della popolazione italiana, ma come messa in evidenza di situazioni che sono emerse nel corso della rilevazione.
I dati vengono presentati quindi come valori osservati e sarà sempre chiarito se il numero
di osservazioni riguarda tutto il campione o singoli sotto gruppi, che, in questo caso, vengono
indicati e descritti.
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18
2 IL CAMPIONE DELL’INDAGINE PILOTA
2.1 La strategia campionaria
Uno dei problemi endemici delle survey realizzate in Italia è il basso tasso di risposta. Per questa
ragione nel corso dell’indagine pilota di PIAAC, l’ISFOL ha testato un modello di approccio ai rispondenti
potenzialmente atto a far raggiungere un tasso di risposta sufficientemente alto. L’indagine pilota è
stato inoltre utilizzata per testare, su un numero limitato di regioni italiane, il piano di campionamento
da implementare nell’’indagine principale. La definizione delle modalità di campionamento ha previsto i
seguenti passaggi:
• individuazione di quattro Regioni (Veneto, Emilia Romagna Lazio e Puglia) sulla base dei tassi di
mancata risposta ottenuti in Italia nelle precedenti indagini internazionali dell’OCSE;
• stratificazione dei Comuni di interesse;
• richiesta agli uffici anagrafici dei Comuni dell’estrazione dalle liste anagrafiche di un numero di
‘stati famiglia’ proporzionale alla popolosità del Comune;
• selezione degli individui da intervistare (16-65 anni) all’interno delle famiglie estratte dalle liste
comunali senza possibilità di sostituzione;
• contatto con il campione di individui selezionato effettuato attraverso gli indirizzi che risultano
all’anagrafe (l’Italia non ha la copertura telefonica sufficiente per utilizzare i numeri di telefono).
2.2 Le caratteristiche anagrafiche
L’indagine ha coinvolto 1125 rispondenti (il numero di casi necessario per sviluppare le analisi
psicometriche in ciascuna delle lingue parlate dalle popolazioni nei vari Paesi partecipanti a PIAAC). La
tabella seguente riporta le principali caratteristiche anagrafiche dei rispondenti.
• stratificazione dei Comuni di interesse
• richiesta agli uffici anagrafici dei Comuni dell’estrazione dalle liste anagrafiche di un numero di
‘stati famiglia’ proporzionale alla popolosità del Comune;
;
• selezione degli individui da intervistare (16-65 anni) all’interno delle famiglie estratte dalle liste
comunali senza possibilità di sostituzione;
• contatto con il campione di individui selezionato effettuato attraverso gli indirizzi che risultano
all’anagrafe (l’Italia non ha la copertura telefonica sufficiente per utilizzare i numeri di telefono).
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Tabella 1. Genere, fasce d’età e tipologia del luogo di residenza degli intervistati (v.a.)
Sesso Osservazioni
Maschi 588
Femmine 537
Fasce d’età
16-25 148
26-35 212
36-45 279
46-55 261
56-65 225
Interviste Osservazioni
Comuni Aree urbane3379
Comuni Aree non urbane 746
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
2.3 I titoli e gli indirizzi di studio
Il questionario PIAAC rileva informazioni sui livelli di istruzione e formazione posseduti dai rispondenti,
distinguendo, tramite l’utilizzo di domande filtro, i percorsi di apprendimento formali dai percorsi di
apprendimento non formale.
Il percorso di apprendimento formale definisce una fotografia del campione selezionato grazie al titolo
di studio più alto posseduto ed alle ‘caratteristiche’ del percorso educativo intrapreso dal rispondente.
Infatti, se da una parte il titolo di studio posseduto rappresenta il concetto base per definire il livello di
competenze possedute, dall’altra seguire lo stesso tipo di percorso di studi non implica necessariamente
che tutti gli individui acquisiscono sempre lo stesso tipo di competenze. Pertanto in PIAAC vengono
definiti una serie di indicatori a partire dall’ambito di studi e dall’eventuale percorso formativo
interrotto, rilevando così come diverse caratteristiche del percorso formativo possano influenzare
l’acquisizione diretta delle competenze o come alcune competenze siano state acquisite nonostante
l’abbandono degli studi. In particolare tali informazioni consentiranno nella main study, un confronto
significativo degli ambiti di studio con le competenze cognitive rilevate tramite i test (i risultati delle
prove di literacy e numeracy). Inoltre il questionario contiene domande sulla tipologia di titolo di studio conseguito all’estero. In caso
di migranti, le informazioni legate al titolo di studio conseguito possono poi essere legate con la data di
immigrazione in Italia per avere un’indicazione della durata del percorso formativo in un altro Paese.
I titoli di studio vengono sempre ricondotti ad una codifica ISCED al fine di garantire la comparabilità
tra i Paesi. La codifica (coding) dei titoli di studio è un’operazione che viene fatta ex post dai Paesi dopo
la rilevazione sulla base di un accordo di conversione delle variabili da nazionali ad internazionali. 3 La distinzione dei comuni in Aree urbane e Aree non urbane è stata fatta secondo la metodologia OCSE; in particolare il numero di comuni estratti
appartenenti alle aree urbane è 20 mentre il numero di comuni estratti appartenenti alle aree non urbane è 41.
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA:PIAAC-OCSE. PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
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Il grafico 1 riporta la distribuzione percentuale dei titoli di studio rilevati fra i rispondenti raggruppati in
tre categorie4
Inferiore al diploma45%
Diploma36%
Pos t diploma19%
. Grafico 1. Titolo di studio degli intervistati (rip. %)
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
Appare utile evidenziare la condizione della popolazione con titolo di studio inferiore al diploma che
rappresenta il 45% del campione, di cui l’1% non ha nessun titolo, il 13% ha la licenza elementare,
61,7% ha licenza media, e il 24,3% una qualifica professionale.
Gli individui che risultano in possesso di nessun titolo studio e quelli che hanno solo la licenza
elementare sono in prevalenza donne. In riferimento alle fasce d’età, coloro che hanno un titolo al di
sotto della licenza media hanno un’età superiore ai 35 anni.
La percentuale di donne in possesso di titolo di studio post diploma è di circa quattro punti percentuali
superiore alla percentuale di uomini che possiedono lo stesso titolo, mentre gli uomini sono più presenti
nel gruppo dei diplomati e soprattutto tra quelli che hanno una qualifica professionale, anche se con
scarti non molto evidenti.
PIAAC permette di esplorare l’indirizzo di studi dei diplomati e di persone con titolo di studio post
diploma (grafico 2).
In particolare le donne risultano maggiormente presenti negli ambiti di studio: “scienza della
formazione” e “formazione insegnanti” e “studi umanistici linguistici e artistici”. Mentre gli uomini
risultano nettamente più presenti negli ambiti: scienze matematiche ed informatiche, ingegneria,
4 Inferiore al diploma include: nessun titolo, il titolo di istruzione elementare (ISCED1), titolo di istruzione secondaria inferiore (ISCED2) e i titoli di
istruzione secondaria superiore - scolastica ed extrascolastica - che non permettono l'accesso all'università (ISCED3B/3C); Diploma: include il
diploma di istruzione secondaria superiore che permette l'accesso all'università (ISCED3A); Post-diploma: include i titoli di istruzione terziaria
(ISCED 5A, ISCED 5B e ISCED 6).
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA PIAAC-OCSE:PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
ISFOL OCCASIONAL PAPER N. 9/2012 21
agricoltura e veterinaria. Nell’indagine principale sarà possibile analizzare in maniera puntuale il
rapporto tra titoli di studio e settore di occupazione, nonché l’area di studi seguita da occupati e non
occupati. Grafico 2. L’ambito di studio degli intervistati 5
Programmi generali7,6%
Formazione degli insegnanti e scienze della formazione
2,8%
Studi umanistici, linguistici e artistici17,5%
Scienze sociali, economia e diritto22,2%
Scienze, matematica e informatica
20,5%
Ingegneria, produzione e costruzione
17,3%
Agricoltura e veterinaria1,5%
Salute e benessere5,9%
Servizi4,7%
(rip. %)
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
2.4 La condizione occupazionale e i settori economici di appartenenza
In PIAAC la condizione occupazionale dei rispondenti viene indagata attraverso tre differenti approcci:
- variabile derivata dall’incrocio delle risposte date dal soggetto a differenti domande che
permettono di suddividere i rispondenti in ‘forze di lavoro’ e ‘non forze di lavoro’. La prima
categoria include le persone occupate e quelle non occupate (disoccupati in senso stretto e
persone alla ricerca di prima occupazione). In particolare, vengono considerate come occupate
le persone che nella settimana a cui si riferisce l’intervista hanno svolto almeno un’ora di lavoro
retribuito ma anche chi ha lavorato almeno per un'ora presso la ditta di un familiare senza
essere retribuito. La condizione di non occupato comprende tutte le persone che durante il
periodo di riferimento (quattro settimane) sono state senza lavoro ma si dichiarano disponibili a
5 Questo dato sarà raccolto in modo più preciso nell’indagine Principale per correggere un bias relativo alla classificazione di studi utilizzata in
questa fase dell’indagine legato, in particolare, alla categoria ‘Programmi educativi generali’, una formulazione che non trova riscontro nel sistema
educativo italiano.
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA:PIAAC-OCSE. PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
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lavorare nel giro di due settimane e che hanno svolto delle azioni ben precise per la ricerca di
un lavoro. In questo modo è possibile classificare a posteriori i rispondenti nelle tre macro
categorie: ‘occupati’, ‘non occupati’, ‘non forze lavoro’6
- domanda diretta che chiede alla persona intervistata di esprimere tramite autodichiarazione la
propria condizione occupazionale scegliendola tra diverse opzioni predefinite. In tal modo, la
condizione di occupato risulta svincolata dall’opinione che il soggetto intervistato ha del proprio
status poiché un individuo può non rientrare nei criteri per essere classificato come occupato
nonostante possa ritenersi tale.
.
- variabile derivata dall’incrocio delle risposte date dal soggetto a differenti domande che
permettono di suddividere i rispondenti in 1) chi lavora attualmente (retribuito o meno), 2) chi
ha avuto una recente esperienza lavorativa (meno di 12 mesi prima dell’intervista), 3) chi ha
avuto un’esperienza di lavoro che risale a più di 12 mesi fa e 4) chi non ha avuto alcuna
esperienza lavorativa.
Il campione dei rispondenti risulta costituito da occupati per il 69,8%, seguono gli appartenenti alle
‘non forze lavoro’ (24,7%) e i non occupati (5,5%)7
6 Le definizioni di condizione occupazionale (occupato, persone in cerca di occupazione e non forza lavoro) riproduce quella utilizzata dall’ILO
(International Labour Office) e dall’Istat. 7 Dato l’esiguo numero di non occupati tra i rispondenti, il dato verrà sempre presentato nella sua interezza senza distinzione fra disoccupati in
senso stretto e persone alla ricerca di una nuova occupazione. A conclusione dell’indagine Principale, in presenza di un campione rappresentativo,
l’analisi dei non occupati potrà essere affrontata tenendo conto della predetta distinzione.
(tabella 2).
Un maggiore livello di dettaglio, utile a una più chiara identificazione della struttura della condizione
occupazionale dei rispondenti, può inoltre ottenersi introducendo due ulteriori fattori distintivi:
la composizione per genere e la composizione per età.
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA PIAAC-OCSE:PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
ISFOL OCCASIONAL PAPER N. 9/2012 23
Tabella 2. Status occupazionale per genere e classe d’età (rip% per status occ. e composizione % per classe d’età;
composizione % per genere e composizione % per classe d’età)
Status occupazionale
classe d’età Totale
Status occupazionale
classe d’età Maschi Femmine
Occupati, di cui: 69,8% Occupati, di cui: 58,3% 41,7%
16-25 7,6% 16-25 7,4% 8,0%
26-35 21,1% 26-35 19,4% 23,5%
36-45 31,3% 36-45 33,0% 29,1%
46-55 28,0% 46-55 28,8% 26,9%
56-65 11,8% 56-65 11,4% 12,5%
Non occupati, di cui: 5,5% Non occupati, di cui: 41,9% 58,1%
16-25 27,4% 16-25 26,9% 27,8%
26-35 29,0% 26-35 26,9% 30,6%
36-45 21,0% 36-45 26,9% 16,7%
46-55 16,1% 46-55 7,7% 22,2%
56-65 6,5% 56-65 11,5% 2,8%
Non forze lavoro, di cui: 24,7% Non forze lavoro, di cui: 37,4% 62,6%
16-25 25,5% 16-25 34,6% 20,5%
26-35 10,1% 26-35 5,8% 12,9%
36-45 7,2% 36-45 3,8% 9,4%
46-55 11,2% 46-55 4,8% 15,2%
56-65 46,0% 56-65 51,0% 43,9%
TOTALE 100% TOTALE 52,3% 47,5%
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
Il 58,3% dei rispondenti occupati è di genere maschile. Le donne sono invece in maggioranza nella
categoria dei non occupati (58,1%) e in quella degli appartenenti alle non forze lavoro (62,6%),
categoria a cui afferiscono, ad esempio, le casalinghe.
Per quanto riguarda le fasce di età i non occupati si trovano maggiormente nelle fasce giovanili, fino a
35 anni (56%), mentre la gran parte degli occupati si colloca nella fascia d’età 26-55 (80%); la non
forza lavoro racchiude in sé per lo più la fascia 16-25 anni (rappresentata dagli studenti) e quella 56-65
anni (per lo più pensionati).
Il rapporto tra titoli di studio degli occupati e status occupazionale non sembra evidenziare una
correlazione significativa (grafico 3); i dati della main study, con una maggiore numerosità, potranno
esplicitare meglio tali relazioni8
8 Viene presentato solo il legame degli occupati con il titolo di studio posseduto dato il basso numero di rispondenti appartenenti alla categoria non
occupati e dato l’alto numero di pensionati e casalinghe nella categoria non forza lavoro.
.
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Grafico 3. Titolo studio degli occupati (rip. %)
Inferiore a l diploma 37,4%
Diploma38,7%
Post-diploma23,9%
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
Analizzando nello specifico le caratteristiche degli occupati, le donne rappresentano il 36% degli
occupati a tempo pieno, mentre sono il 70% degli occupati a tempo parziale; il 77% dei lavoratori
intervistati dichiara di essere lavoratore dipendente, mentre il 23% dichiara di essere lavoratore
autonomo. La distribuzione degli occupati per settore economico è riportata nel grafico seguente:
Grafico 4: Occupati per settore economico (rip%)
Fonte: Elaborazione ISFOL su dati ISFOL-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA PIAAC-OCSE:PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
ISFOL OCCASIONAL PAPER N. 9/2012 25
La tipologia di contratto degli occupati e dipendenti all’interno del campione, è la seguente:
Tabella 3. La tipologia di contratto degli intervistati occupati e dipendenti (v.a. e rip %)
Tipologia di contratto Osservazioni Percentuali (%)
Un contratto a tempo indeterminato 473 80,4%
Un contratto a tempo determinato 65 11,1%
Un contratto di lavoro interinale 7 1,2%
Un apprendistato o un altro programma di
formazione 14 2,4%
Nessun contratto 12 2,0%
Altro 17 2,9%
Totale 588 100,0%
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
I lavoratori dipendenti che lavorano in aziende con più di mille persone sono il 7%, mentre l’aggregato
più consistente - pari al 34% - si trova in aziende di piccole dimensioni (da 1 a 10 dipendenti).
La quasi totalità dei lavoratori autonomi possiede aziende di piccole dimensioni (da 1 a 10 dipendenti).
Dal confronto dei titoli di studio posseduti dai lavoratori autonomi e dai lavoratori dipendenti emergono
dati che permetteranno, a conclusione dell’indagine principale, in presenza di un campione
rappresentativo, di interpretare la stratificazione dei titoli di studio per aggregati di professioni.
Sulla base delle risposte legate all’autodichiarazione della propria condizione occupazionale il campione
risulta così distribuito: Grafico 5. Autodichiarazione della condizione occupazionale dei rispondenti (rip. %)
Occupato/a a tempo pieno (lavoratore
autonomo, dipendente); 55%
Occupato a tempo parziale; 10,6%
Disoccupato; 6,5%
Studente; 8,0%
Apprendista, stagista; 0,7%
In pensione; 8,1%
Invalido permanente; 0,4%
Lavori domestici/impegno con figli o famiglia;
8,2% Altro; 2,5%
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
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La collocazione della domanda sulla condizione occupazionale auto percepita dopo le domande utili a
classificare la posizione lavorativa dell’intervistato consente di non dover fare i conti con atteggiamenti
soggettivi che possono scaturire dal porre la domanda ad avvio di sezione. L’uso di questa domanda
consente di confrontare i risultati ottenuti con la variabile derivata che definisce la condizione
occupazionale in coerenza con la classificazione utilizzata dall’ILO (International Labour Office ) e
dall’Istat (‘occupati’, ‘non occupati’, ‘non forze lavoro’) con quelli correlati alle valutazioni soggettive
sulla partecipazione al mercato del lavoro. Nell’indagine pilota non sono state rilevate difformità tra lo
status occupazionale derivato dalle domande dirette e le risposte date in merito all’auto percezione che
ognuno ha di sé, a parte una minoranza di occupati (1 su 5) tra i 16 e i 25 anni che alla domanda
“Osservi questa scheda e mi dica, tra le seguenti affermazioni, quale descrive meglio la sua situazione
attuale”, si riconosce principalmente come studente piuttosto che come occupato.
La terza variabile derivata all’interno del questionario che permette di suddividere i rispondenti in 1) chi
lavora attualmente (retribuito o meno), 2) chi ha avuto una recente esperienza lavorativa (meno di 12
mesi prima dell’intervista), 3) chi ha avuto un’esperienza di lavoro che risale a più di 12 mesi fa e 4),
chi non ha avuto alcuna esperienza lavorativa, consente di delineare un quadro ancora più netto dei
profili degli intervistati e quindi la somministrazione delle domande successive dove si dettaglia ancor di
più il quadro dell’attività lavorativa dell’intervistato e si investigano le competenze possedute e agite sul
lavoro. I dati derivanti dall’analisi di questa variabile saranno oggetto delle elaborazioni trattate nel
capitolo 4.
2.5 Il background famigliare
Il questionario dell’indagine PIAAC consente di analizzare il background famigliare dell’intervistato,
rilevando in particolare lo status occupazionale e il titolo di studio dei genitori. Per quanto concerne la
situazione occupazionale dei genitori quando i rispondenti avevano 16 anni, i dati mostrano che la
percentuale delle madri lavoratrici era il 44%, contro il 92% dei padri.
Nell’indagine principale si potrà investigare meglio il legame tra occupazione dei genitori e occupazione
dei figli (nel nostro caso i rispondenti) e il processo evolutivo della scolarità all’interno delle famiglie.
Con i dati dell’indagine pilota l’analisi dei titoli di studio posseduti dai rispondenti e quelli dei genitori, è
stata effettuata creando un indice parent education che definisce il livello scolastico posseduto dai
genitori del rispondente come il massimo tra il titolo di studio del padre e il titolo di studio della madre.
Al fine di rilevare la correlazione fra titolo di studio posseduto dal rispondente e titolo di studio
posseduto dai genitori, dopo aver escluso i rispondenti che attualmente stanno studiando per
conseguire un titolo di studio superiore rispetto a quello attualmente posseduto, è stato calcolato
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA PIAAC-OCSE:PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
ISFOL OCCASIONAL PAPER N. 9/2012 27
l’indice di correlazione di Pearson9. Le due variabili risultano correlate positivamente, anche se si può
parlare di correlazione moderata, dato il valore di ρxy
Titolo studio rispondente
=0,395.
Infatti, se da un lato si riscontra un’altissima correlazione tra figli (nel nostro caso i rispondenti) con
titolo di studio inferiore al diploma e genitori con lo stesso titolo, non si evidenzia lo stesso legame tra
genitori e figli diplomati e in possesso di un post diploma. Questo dato in realtà evidenzia un
incremento della scolarità da parte dei rispondenti rispetto al background familiare: i rispondenti
diplomati discendono principalmente da genitori che posseggono un titolo di studio inferiore al diploma,
mentre i rispondenti con titolo di studio post-diploma presentano un più alto numero di genitori con
titolo di studio inferiore o pari al diploma piuttosto che genitori in possesso di un post diploma.
Tabella 4. I titoli di studio posseduti dai rispondenti e il massimo titolo di studio dei genitori (rip. %)
Titolo di studio massimo dei genitori
Inferiore al
diploma Diploma Post diploma Totale
Inferiore al diploma 90,6% 8,5% 0,9% 100,0%
Diploma 66,2% 30,3% 3,5% 100,0%
Post diploma 46,2% 39,2% 14,6% 100,0%
Totale 72,7% 22,7% 4,6% 100,0%
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
Se il capitale culturale della famiglia (Bourdieu, 1984) è un potente predittore del rendimento
scolastico, è anche vero che a parità di rendimento scolastico, gli studenti provenienti da background
familiari diversi operano sistematicamente scelte diverse in relazione all’istruzione (effetti secondari
della stratificazione sociale) e, considerato il numero di scelte che è necessario fare nel corso della
carriera educativa, l’effetto cumulativo di tali scelte potrebbe anche prevalere sugli effetti primari.
Queste differenze nelle scelte sono correlate alle differenze nelle analisi dei costi-benefici sociali: i costi
e i benefici sociali nel conseguimento di un’istruzione sono diversi per gli studenti provenienti da
background sociali differenti.
L’indagine principale permetterà di esplorare ancor meglio i legami socioculturali dei rispondenti con il
proprio background familiare.
2.6 La partecipazione ad attività formative
Il 10,5% del nostro campione ha dichiarato, nel corso dell’intervista, di stare studiando per conseguire
un titolo di studio. Escludendo gli studenti - che rappresentano l’8% - questa percentuale si riduce al
2,5%. Si tratta in maggioranza di lavoratori dipendenti. Due terzi di questi ritengono, inoltre, che la
9 Date due variabili statistiche X e Y, l’indice di correlazione di Pearson ρxy è definito come la loro covarianza divisa per il prodotto delle deviazioni
standard delle due variabili. Il coefficiente assume sempre valori compresi tra -1 e 1. Se ρxy >0 le variabili si dicono direttamente correlate; se ρxy
=0le variabili si dicono incorrelate; se ρxy <0 le variabili si dicono inversamente correlate.
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA:PIAAC-OCSE. PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
28
formazione che stanno svolgendo sia utile per il loro lavoro attuale, mentre un terzo non la ritiene
affatto utile. Visto il numero ristretto di casi osservati non si approfondisce l’analisi in questa sede ma si
rimanda all’indagine Principale in cui la maggiore numerosità campionaria renderà possibile un
approfondimento, legandolo anche al settore di occupazione.
Per quanto concerne l’istruzione non formale il 36% del nostro campione ha dichiarato di aver svolto
attività di apprendimento non formale (corsi e lezioni private negli ultimi dodici mesi).
Di questi il 2% è rappresentato da studenti.
Tabella 5. L’istruzione non formale dei rispondenti (v.a. e rip %)
Osservazioni Percentuali (%)
Corsi o Lezioni Private 119 29%
Corsi a distanza 29 7%
Apprendimento on the job 205 50%
Seminari o laboratori 59 14%
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
Oltre il 90% di coloro che dichiarano di aver svolto tali attività formative risulta occupato, solo il 3%
risulta non occupato, mentre la restante parte dei rispondenti appartiene alle non forze lavoro.
Analizzando i titoli di studio degli intervistati che dichiarano di aver partecipato ad attività di formazione
non formale, il campione conferma la tendenza già riscontrata per cui la maggioranza delle persone che
svolge attività di apprendimento non formale possiede un titolo di studio diploma o post diploma:
Tabella 6. Il titolo di studio e l’istruzione non formale dei rispondenti (rip %)
Scuola
obbligo
Corsi regionali
e qualifiche
professionali
Diploma Post
diploma Totale
Corsi o lezioni private 16,8% 13,4% 31,9% 37,8% 100,0%
Corsi a distanza - 3,4% 31,0% 65,5% 100,0%
Apprendimento on the job 16,6% 12,2% 35,6% 35,6% 100,0%
Seminari o laboratori 11,9% 8,5% 27,1% 52,5% 100,0%
Totale 14,8% 11,4% 33,0% 40,8% 100,0%
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
L’attività formativa viene svolta principalmente durante le ore di lavoro, e la maggioranza dei
rispondenti ritiene che tale attività sia utile al proprio sviluppo di carriera.
L’attività di apprendimento non formale è svolta principalmente dai lavoratori dipendenti (il 78,8%)
piuttosto che dagli autonomi (il 21,2%) (grafico 6). Per le due tipologie, inoltre, si evidenzia una diversa
distribuzione della tipologia di apprendimento non formale: i lavoratori autonomi partecipano a corsi o
lezioni private in misura maggiore rispetto ai dipendenti, i quali a loro volta si avvantaggiano
maggiormente dell’apprendimento on the job messo a disposizione dai loro datori di lavoro.
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA PIAAC-OCSE:PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
ISFOL OCCASIONAL PAPER N. 9/2012 29
Grafico 6. L’apprendimento non formale dei rispondenti per posizione professionale (rip. %)
25,9%
6,2%
55,2%
12,8%
30,8%
9,0%
46,2%
14,1%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Corsi o lezioni private Corsi a distanza Apprendimento on thejob
Seminari o laboratori
Dipendenti Autonomi
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
Distinguendo la partecipazione non formale dei lavoratori per appartenenza alle aree urbane e non, si
evidenzia che tra tutti i lavoratori appartenenti alle aree urbane si ha una maggiore adesione alle
attività non formali rispetto ai lavoratori non appartenenti alle aree urbane.
Tabella 7. L’istruzione non formale per tipologia di area di residenza (incidenza %)
Tipologia di istruzione non formale Area urbana Area non urbana
Corsi o lezioni private 12,9% 8,6%
Corsi a distanza 5,2% 1,6%
Apprendimento on the job 20,9% 19,0%
Seminari o laboratori 5,7% 4,6%
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA:PIAAC-OCSE. PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
30
3 I RISULTATI DELL’INDAGINE PILOTA: LE COMPETENZE COGNITIVE DI BASE RILEVATE TRAMITE TEST
3.1 La somministrazione delle prove
L’indagine PIAAC permette di rilevare le competenze cognitive di base dei rispondenti (la cui definizione
è riportata nel box ‘Le competenze in PIAAC’ dell’Introduzione) tramite una serie di test o prove
somministrate in forma cartacea o computerizzata a seconda del superamento o meno del test
informatico. L’indagine pilota, però, al fine di testare gli strumenti per l’indagine principale e in
particolare per misurare la comparabilità delle prove su carta o computerizzate ha visto una
distribuzione casuale delle prove indipendente dal superamento del test informatico.
Misurazione delle competenze cognitive di base rilevate tramite test
Le competenze cognitive di base possedute dai rispondenti italiani nascono da un’elaborazione dei risultati dei test cognitivi al fine di dare una proxy delle competenze possedute dai rispondenti. Tramite l’ausilio di una funzione logit10
In taluni casi per illustrare l’andamento delle performance ottenute viene usato il valore medio del punteggio standardizzato test ottenuto dalla categoria di rispondenti analizzati, in altri risulterà più efficace mostrare un andamento delle performance dipendente dal raggruppamento dei punteggi ottenuti in tre classi di competenza, denominati: Classe A, Classe B e Classe C
, per ogni rispondente è stato associato un punteggio basato sul numero di risposte corrette ai test cognitivi e al tipo di assessment (carta o computer) a cui è stato sottoposto. Per creare un indicatore delle competenze cognitive possedute dai rispondenti si è tenuto conto anche dell’andamento del test ICT a cui l’intervistato è stato sottoposto. Il risultato del processo di apprendimento rilevato tramite i test viene espresso tramite un indicatore Zlogit che standardizza il punteggio logit ottenuto e pertanto parleremo di punteggio standardizzato test. L’indicatore misura i diversi livelli di competenza ed assume valori che vanno da un minimo di -3,88757 ad un massimo di 3,01528, con valore medio µ pari a -0,1723438 e deviazione standard σ pari a 1,12549204.
11
Infine, per mostrare un quadro delle potenzialità dell’indagine PIAAC e dei dati ottenuti dalla misurazione diretta delle competenze, verranno mostrate alcune analisi delle competenze cognitive possedute dai rispondenti italiani, viste come potenziale fondamentale per favorire lo sviluppo e la crescita del capitale umano. In particolare, in funzione degli andamenti delle competenze - raggruppati in 5 Livelli (Livello 1, Livello 2, Livello 3, Livello 4 e Livello 5) per seguire la stessa logica di presentazione dei dati delle precedenti indagini promosse dall’OCSE sul tema delle competenze possedute dagli adulti
.
12
10 Il logit è una funzione che si applica a valori compresi nell'intervallo (0,1), tipicamente valori rappresentanti
- si evidenzierà come lo sviluppo efficace delle competenze possa accrescere la probabilità di garantire la crescita economica, il benessere e il progresso sociale di chi le possiede.
probabilità 11 A: La classe alla quale appartengono tutti i rispondenti che hanno un punteggio inferiore a (µ - σ/2)
B: La classe alla quale appartengono tutti i rispondenti che hanno un punteggio compreso tra (µ - σ/2) e (µ + σ/2)
C: La classe alla quale appartengono tutti i rispondenti che hanno un punteggio superiore a (µ + σ/2) 12 L’International Adult Literacy Survey, condotta tra il 1994 e il 1998 in 18 Paesi OECD, e l’Adult Literacy and Lifeskills Survey, condotta nel periodo
2003-2007 in 9 Paesi OECD, contengono informazioni comparabili sulle competenze degli
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA PIAAC-OCSE:PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
ISFOL OCCASIONAL PAPER N. 9/2012 31
3.2 I risultati del Test ICT
Nell’indagine PIAAC il Test ICT è visto principalmente come uno strumento che permette di stabilire se
gli individui, dimostrando familiarità con le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT),
risultano idonei allo svolgimento delle prove di literacy e numeracy al computer anziché su carta.
La rilevazione delle competenze degli individui per accedere, gestire, integrare, valutare e costruire
informazioni, utilizzando le tecnologie disponibili nell'era dell'informazione, permette di delineare quanto
e se la popolazione è in grado di partecipare più efficacemente alla vita sociale.
I risultati del Test ICT, nell’indagine pilota, (vd. Box Approfondimento ICT) ci permettono di tracciare
un quadro delle ‘reali’ abilità informatiche possedute dai rispondenti grazie ad una misurazione diretta
delle capacità piuttosto che semplicemente tramite delle domande del questionario.
Infatti, avvalendosi solo delle domande dirette presenti nel questionario “Utilizza il computer durante il
suo lavoro attuale/nella vita quotidiana?” e “Ha mai usato un computer?” non avrebbero affrontato le
prove al computer il 19% di quelli che poi hanno effettivamente superato il test.
Questo dato è indicativo di come, in taluni casi, le domande dirette non permettono l’emersione di un
reale quadro delle informazioni rilevate, specie quando si investiga il settore delle competenze
possedute tramite un processo di autovalutazione.
Approfondimento ICT
Il Test ICT (Information and Communication Technologies) viene utilizzato per valutare se gli
intervistati possono svolgere le prove di literacy o numeracy al computer.
Il Test ICT nell’indagine pilota di PIAAC era composto di tre sezioni:
- ICT screener: tramite domande dirette veniva rilevata la capacità d’uso del mouse da parte degli
intervistati. Se l’intervistato dichiarava di non sapere usare il mouse veniva proposta la seconda
sezione.
- Tutorial ICT: in auto-somministrazione l’intervistato poteva seguire semplici istruzioni per imparare le
funzioni di base del mouse ed eseguire semplici esercizi di pratica.
- ICT Core: in auto-sommnistrazione l’intervistato poteva dimostrare le abilità informatiche tramite delle
prove che misurano le capacità di cliccare, digitare, selezionare da un menù a tendina, scorrere e fare
clic, trascinare il testo selezionato da un punto all’altro dello schermo, ed evidenziare parti di testo.Per
superare l'ICT Core l'intervistato deve eseguire correttamente almeno quattro dei sei compiti e deve
necessariamente saper evidenziare il testo. È necessario saper evidenziare il testo perché si tratta di
una funzione utilizzata spesso per svolgere i compiti delle Prove su computer.
La quasi totalità del nostro campione mostra familiarità con l’uso del PC: la percentuale di superamento
risulta, infatti, molto alta (84,9%), mentre solo il 15,1% dei soggetti intervistati risulta non superare
questo test.
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA:PIAAC-OCSE. PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
32
Tabella 8. Il risultato finale del Test Ict per tutti i rispondenti (v.a. e rip %)
Esito del test ICT Osservazioni Percentuali (%)
Ha passato il test ICT 955 84,9
Non ha passato il test ICT 170 15,1
Totale 1125 100,0
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
La tabella di seguito riporta le percentuali, suddivise per genere e classi di età, di quanti tra i
rispondenti non hanno superato il test sulle competenze informatiche o ICT.
Tabella 9. Rispondenti che non hanno superato il test ICT per classe di età e genere (incidenza %)
Età maschi femmine totale
16-25 2,6% 1,4% 2,0%
26-35 3,9% 6,4% 5,2%
36-45 9,3% 14,5% 11,5%
46-55 11,5% 20,5% 15,7%
56-65 30,6% 42,7% 36,9%
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
Come è evidente, le difficoltà di superamento del test crescono al crescere dell’età dell’intervistato:
infatti, quasi tutti i partecipanti di 16-25 anni hanno superato il test, mentre tra il gruppo di età più
avanzata (56-65 anni) solo il 63,1% ha superato il test. Nelle fasce d’età dai 26 in su è evidente una
differenza di genere nel superamento dei test: gli uomini hanno superato il test ICT significativamente
più spesso rispetto alle donne (88,1 % rispetto all’81,4%)13
13 A livello internazionale non è stata osservata alcuna differenza di genere (superamento uomini 86% rispetto alle donne: 85%).
; in particolare le donne intervistate nella
fascia d’età 61-65 non superano il test nel 54,7% dei casi.
Il possesso di un titolo di studio più basso comporta una maggiore difficoltà di superamento del test:
più di uno su quattro (32,5%) degli intervistati con un basso livello di istruzione e il 18,5% di quelli con
un livello medio di istruzione non hanno superato il test ICT, rispetto a solo il 3,2% degli intervistati con
un alto livello di istruzione.
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA PIAAC-OCSE:PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
ISFOL OCCASIONAL PAPER N. 9/2012 33
Se si incrociano i risultati di quanti hanno o non hanno superato il test ICT core con le diverse classi di
punteggio ottenuto complessivamente nei test si ottengono i risultati riportati nella tabella seguente.
Tabella 10. Risultati nei test ICT per classi di competenze cognitive di base rilevate tramite i test (v.a. e rip %)
Esito del test ICT Classe A14 Classe B Classe C Totale
Test ICT superato 209 382 349 940
22,2% 40,6% 37,1% 100.0%
Test ICT non superato 102 39 17 158
64,6% 24,7% 10,8% 100,0%
. Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
Il superamento delle prove ICT raffigura chiaramente un settore di popolazione più competente. Solo il
22,2% di coloro i quali superano il test ICT si colloca nella classe A (competenze molto limitate),
mentre nella stessa classe coloro che non superano l’ICT sono il 64,6%. Tuttavia tra quanti non
superano l’ICT vi sono persone che ottengono buoni risultati nelle prove (10,8% nella categoria C).
Analizzando i risultati secondo lo status occupazionale dei rispondenti è evidente come all’interno di
ogni classe di età il superamento del Test ICT dipende fortemente dalla situazione lavorativa; i
lavoratori hanno delle performance migliori rispetto ai non lavoratori (in tale categoria sono inclusi i non
occupati, gli appartenenti alla non forza lavoro ma sono stati esclusi gli studenti) in qualunque fascia
d’età; la forbice si amplia ancor di più al crescere dell’età. Grafico 7. Superamento del test ICT per classi di età e status occupazionale (inc. %)
95,8%90,2% 88,2%
76,3%
97,9%
53,8%
63,4%
75,8%
88,2% 89,7%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
16-25 26-35 36-45 46-55 56-65
Lavoratori Non lavoratori
Fasce età
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
14 Classe A: punteggio basso; Classe B: punteggio intermedio; Classe C: punteggio alto.
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA:PIAAC-OCSE. PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
34
3.3 Le competenze cognitive di base degli intervistati
Le competenze nel corso della vita possono essere acquisite, sviluppate e perse, questo rende il
rapporto tra età e competenze complesso. In realtà, oltre all’invecchiamento, le competenze possono
essere influenzate dalle esperienze e dallo stile di vita. Il rapporto tra età e competenze diventa
particolarmente interessante nel momento in cui uno degli aspetti rilevanti della società
dell’informazione è il lifelong learning, cioè la necessità per gli individui di apprendere per tutto il corso
della vita cose sempre nuove, ponendo l’attenzione non solo sul fatto che gli individui acquisiscono
competenze per tutto il corso della vita, ma anche sull’obsolescenza delle competenze ed il generale
declino della capacità ad acquisirne delle nuove e a mantenerle nel corso della vita.
D’altra parte, il declino delle abilità cognitive all’aumentare dell’età non è un processo ineluttabile.
Alcuni studi hanno evidenziato come un’attività intellettuale complessa aumenta le abilità cognitive nei
lavoratori più anziani (Schooler et al. 1999). Gli investimenti fatti nella formazione possono migliorare le
capacità di continuare ad apprendere e ad adattarsi a nuovi ambienti anche in età avanzata. Altri
fattori, oltre all’investimento in formazione, possono rallentare il declino delle abilità cognitive in età
avanzata, il tipo di occupazione, il tempo libero, lo stile di vita e l’interazione sociale, le condizioni di
lavoro. In base al punteggio standardizzato dei test ottenuto dai rispondenti, si evidenzia come le competenze più elevate si ritrovano tra i giovani con età compresa tra i 21 e i 25 anni, ovvero nella
fascia di età in cui si concentrano per lo più occupati e studenti, che come vedremo presentano delle
performance migliori rispetto ai rispondenti che vivono una condizione occupazionale diversa. Grafico 8. Competenze cognitive di base ed età (punteggio medio per età)
-1,4
-1,2
-1,0
-0,8
-0,6
-0,4
-0,2
0,0
0,2
0,4
0,6
0,8
16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65
Punt
eggi
o st
anda
rdiz
zato
tes
t
Valore Medio
Età
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA PIAAC-OCSE:PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
ISFOL OCCASIONAL PAPER N. 9/2012 35
L’effetto dell’età sulle competenze, senza considerare altri fattori, è evidentemente negativo: le
performance degli individui decrescono al decrescere dell’età15: i giovani 16-25enni hanno ottenuto dei
punteggi16
-0,79
0,07
0,45
-0,20
-1
-0,8
-0,6
-0,4
-0,2
0
0,2
0,4
0,6
Scuola obbligo Corsi regionali /Qualifiche professionali
Diploma Post diploma
Titolo di studio
Punt
eggi
o st
anda
rdiz
zato
test
Valore Medio
al di sopra della media, mentre gli over 45 hanno ottenuto dei punteggi ben al di sotto della
media.
L’analisi per titolo di studio posseduto dai rispondenti rileva competenze più solide per chi è in possesso
di un diploma o di un post diploma: il punteggio medio ottenuto dai rispondenti di queste categorie si
pone ben al di sopra del valore medio (grafico 9). Anche in questo caso a migliorare le performance di
ogni singola categoria sono i soggetti che dichiarano che stanno attualmente studiando.
Grafico 9. Le competenze cognitive di base e il titolo di studio (punteggio medio per titolo di studio)
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
L’analisi relativa alla situazione occupazionale dei rispondenti viene rilevata dal questionario tramite
diversi approcci.
Una prima presentazione dei risultati viene data mostrando l’andamento delle competenze per i
rispondenti classificati come ‘occupati’, ‘non occupati’ e ‘non forze lavoro’ (grafico 10) da cui risulta che
le performance degli occupati (-0,06) sono ben al di sopra della media (-0,17) mentre le categorie dei
non occupati e la categoria non forza lavoro stanno al di sotto del valore medio. E’ evidente, quindi,
come lo status occupazionale influenzi notevolmente l’andamento delle performance, così come la
15 Questo risultato è coerente con le precedenti ricerche sulle competenze degli adulti: IALS e ALL. 16 La linea tratteggiata rappresenta il valore medio ottenuto nei test cognitivi (carta o computer) dai rispondenti
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA:PIAAC-OCSE. PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
36
partecipazione ai percorsi scolastici; infatti, se nella categoria ‘non forza lavoro’ escludiamo gli studenti
la media di questa categoria scenderebbe ancor di più assumendo il valore medio di -0,78.
Grafico 10. Le competenze cognitive di base e lo status occupazionale
(punteggio medio per status occ.)
-0,06
-0,24
-0,47
-0,5
-0,4
-0,3
-0,2
-0,1
0
Occupato Non occupato Non forza lavoro
Status occupazionale
Punt
eggi
o st
anda
rdiz
zato
tes
t
Valore Medio
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
Dato il basso numero di rispondenti inseriti nella categoria non occupato e la presenza degli studenti
nella categoria ‘non forza lavoro’ che come detto alzano la media, l’analisi dello status occupazionale è
stata esplorata ulteriormente distinguendo i lavoratori dai ‘non lavoratori’, includendo in questo gruppo
i non occupati e la categoria ‘non forza lavoro’ ma non gli studenti per i quali verrà affrontata un’analisi
separata.
Il grafico 11 mostra, infatti, l’andamento delle performance dei lavoratori rispetto a quello dei non lavoratori secondo delle medie mobili delle fasce d’età che evidenzia come lo status occupazionale
mantiene un andamento delle competenze al di sopra della media per i lavoratori fino a 50 anni circa,
quando invece inizia un declino delle competenze; per chi non lavora, invece, dopo una fase crescente
fino ai 27-28 anni inizia un declino successivo fino ai 37-38 anni per poi mantenersi più o meno stabile
ma sempre al di sotto del valore medio raggiunto da tutti i rispondenti.
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA PIAAC-OCSE:PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
ISFOL OCCASIONAL PAPER N. 9/2012 37
Grafico 11. Andamento delle competenze cognitive di base dei lavoratori e dei non lavoratori17
-2,0
-1,5
-1,0
-0,5
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
16-2
017
-21
18-2
219
-23
20-2
421
-25
22-2
623
-27
24-2
825
-29
26-3
027
-31
28-3
229
-33
30-3
431
-35
32-3
633
-37
34-3
835
-39
36-4
037
-41
38-4
239
-43
40-4
441
-45
42-4
643
-47
44-4
845
-49
46-5
047
-51
48-5
249
-53
50-5
451
-55
52-5
653
-57
54-5
855
-59
56-6
057
-61
58-6
259
-63
60-6
461
-65
Classi di età quinquennali
Punt
eggi
o st
anda
rdiz
zato
tes
t
Lavoratori Non lavoratori Valore medio punteggio standardizzato test
per età
(medie mobili quinquennali)
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
Il fatto che lo status occupazionale sia comunque la variabile maggiormente correlata con il possesso di
competenze è avvalorata anche dal confronto del possesso dei titoli di studio per le due categorie
(lavoratori e non lavoratori): in ogni caso, a parità di titolo di studio posseduto, i lavoratori raggiungono un valore medio di competenze più alto rispetto ai non lavoratori (grafico 12).
17 La categoria non lavoratori include i non occupati e la categoria non forza lavoro ma esclude gli studenti.
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA:PIAAC-OCSE. PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
38
Grafico 12. Le competenze cognitive di base dei lavoratori e dei non lavoratori18
-0,71
-0,20
0,04
0,45
-1,26
-0,57
-0,22
0,39
-1,4
-1,2
-1
-0,8
-0,6
-0,4
-0,2
0
0,2
0,4
0,6
Scuola obbligo Corsi regionali / Qualificheprofessionali
Diploma Post diploma
Titolo di studio
Punt
eggi
o st
anda
rdiz
zato
test
Lavoratori Non lavoratori
(punteggio medio per status occ. e titolo di studio)
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
Per quanto concerne il legame tra le competenze e il genere, è possibile evidenziare che gli uomini
raggiungono un punteggio medio più alto rispetto alle donne. Le donne presentano un range di
variabilità minore tra il punteggio minimo e il punteggio massimo raggiunto.
Tabella 11. Le competenze cognitive di base per genere (statistiche descrittive)
Genere Numerosità Media
Deviazione
standard Minimo Massimo
Femmine 522 -0,28843 1,12411 -3,88757 3,01528
Maschi 576 -0,06714 1,117332 -3,88757 2,75713
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
Se si incrociano le diverse classi di punteggio ottenuto complessivamente nei test con il genere, è
possibile rilevare che le donne hanno una maggior frequenza nelle performance basse (Classe A) e che
lo scarto grosso tra i generi è nelle performance alte (Classe C): solo il 28,2% delle donne ottiene
performance alte.
18 La categoria non lavoratori include i non occupati e la categoria non forza lavoro ma esclude gli studenti.
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA PIAAC-OCSE:PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
ISFOL OCCASIONAL PAPER N. 9/2012 39
Grafico 13. Le classi di punteggio delle competenze cognitive di base (rip % per genere)
25,3%31,6%
36,6%40,2%38,0%
28,2%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Uomini Donne
Class e A Class e B Class e C
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
Una possibile spiegazione di queste risultanze è che l’andamento delle performance, più che correlato
direttamente con il sesso, è correlato con lo status occupazionale o altre variabili di struttura. Le
performance degli occupati, infatti, non rilevano grosse differenze di genere (grafico 14). Sia gli uomini
occupati che le donne occupate hanno andamenti al di sopra del valore medio raggiunto dal
corrispondente genere. Grafico 14. Competenze cognitive di base tra gli occupati per genere (punteggio medio per classe di età)
-1,4
-1,2
-1
-0,8
-0,6
-0,4
-0,2
0
0,2
0,4
0,6
16-20 21-25 26-30 31-35 36-40 41-45 46-50 51-55 56-60 61-65Fasce età
Punt
eggi
o st
anda
rdiz
zato
tes
t
Uomini occupati Donne occupate Valore medio uomini Valore medio donne
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA:PIAAC-OCSE. PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
40
Il fatto che sia lo status occupazionale ad influenzare l’andamento delle performance è dimostrato
anche dall’andamento delle performance dei rispondenti appartenenti alla non-forza-lavoro. Tra di essi
le donne, oltre ad essere sempre presenti - al contrario degli uomini - in tutte le fasce d’età, presentano
delle performance peggiori.
Una seconda modalità di analisi dello status occupazionale viene realizzata sulla base delle risposte
legate all’auto-dichiarazione della propria condizione occupazionale (grafico 15) con cui riusciamo a
distinguere ancor di più le performance dei rispondenti, in particolare della categoria ‘non forza lavoro’:
i pensionati sono più presenti nella classe C (punteggio alto) che non le casalinghe; è possibile
ipotizzare che questi soggetti beneficino ancora dalle esperienze acquisite nel corso delle attività
professionali.
Non si evidenziano invece differenze particolari tra occupati part time e occupati full time.
Gli studenti sono presenti in maggior numero nella Classe C: come già detto sembra che la
partecipazione ai percorsi scolastici, così come la situazione lavorativa, funga da discrimine
nell’andamento delle performance.
Grafico 15. Le classi di punteggio delle competenze cognitive di base per autodichiarazione della condizione occupazionale (%)
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA PIAAC-OCSE:PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
ISFOL OCCASIONAL PAPER N. 9/2012 41
L’analisi dello status occupazionale (grafico 10 e grafico 15) insieme con l’analisi fatta per fasce d’età
(grafico 8) ci portano a evidenziare i seguenti dati:
- gli intervistati con età compresa tra i 26 e i 35 anni evidenziano una caduta delle competenze.
Si formula l’ipotesi - che sarà verificata nell’indagine principale - che finita la scuola le competenze
tendono a diminuire, specie laddove non vengono avviati processi di apprendimento nuovi, quali ad
esempio quelli connessi al lavoro. Per gli intervistati non lavoratori il declino delle competenze è,
infatti, più evidente.
- la variabile che appare più significativa in relazione al possesso di competenze è la situazione occupazionale.
Un elemento interessante che potrà essere approfondito nell’indagine principale riguarda il legame tra competenze e gli stili di vita.
Dai risultati della pilota emerge che uno stile di vita culturalmente più impegnato, rappresentato per
esempio dalla lettura abituale di libri, porta ad una performance migliore nelle competenze.
In particolare nel grafico 16 vediamo come la presenza di libri non scolastici in casa influenzi in modo
abbastanza significativo le performance nelle competenze: gli intervistati che dichiarano di avere più di
200 libri hanno delle competenze (espresse come punteggio medio) sensibilmente più elevate rispetto a
coloro che dichiarano di averne meno di 200.
La differenza riguarda tutte le classi di età, anche se in modo meno evidente nella classe di età più
elevata (56-65), evidenziando come l’impegno nella lettura aiuti a mantenere una mente più attiva e
rallenti il declino delle competenze. Grafico 16. Competenze cognitive di base e numero di libri presenti in casa (punteggio medio per classe di età)
0,15
-0,15-0,07
-0,30
-0,76
-0,26
0,79
0,420,50
0,39
-0,51
0,43
-1,0
-0,8
-0,6
-0,4
-0,2
0,0
0,2
0,4
0,6
0,8
1,0
16-25 26-35 36-45 46-55 56-65 Totale
Punt
eggi
o st
anda
rdiz
zato
tes
t
Meno di 200 libri Più di 200 libri
Fasce età
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA:PIAAC-OCSE. PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
42
Nel grafico 17 abbiamo un indicatore ancora più stringente del numero di libri posseduti, la lettura di
libri, in quanto avere libri in casa non sempre significa leggerli. Gli intervistati che dichiarano di leggere
libri nella vita quotidiana hanno una performance media sensibilmente più elevata rispetto a coloro che
dichiarano di non leggerne mai. La differenza, anche in questo caso, riguarda tutte le classi di età.
Grafico 17. Competenze cognitive di base e impegno nella lettura nella vita quotidiana (punteggio medio per classi di età)
-0,46
-0,27
-0,52-0,46
0,30 0,320,37
0,07 0,090,06
-0,90
-0,59
-1,0
-0,8
-0,6
-0,4
-0,2
0,0
0,2
0,4
0,6
0,8
1,0
16-25 26-35 36-45 46-55 56-65 Totale
Punt
eggi
o st
anda
rdiz
zato
test
Non leggono libri nella vita quotidiana Leggono libri nella vita quotidiana
Fasce età
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
L’apprendimento continuo per tutto il corso della vita lavorativa è una delle principali caratteristiche
delle società dell’informazione, dove le innovazioni si susseguono ad un ritmo velocissimo.
È importante, quindi, per la produttività sul lavoro che il lavoratore anche in età più avanzata mantenga
una vivacità intellettuale, che gli permetta di continuare ad apprendere senza eccessivo sforzo mentale.
Nel grafico 18 è evidente che un lavoro più stimolante intellettualmente, rappresentato dai libri letti per
lavoro, aiuta a mantenere un più elevato livello di competenze. Gli intervistati che per lavoro leggono
libri, in media, hanno una performance migliore nelle competenze rispetto a quelli che non li leggono. È
interessante osservare, inoltre, che questa differenza è rilevante anche tra i lavoratori in età più
avanzata(46-65).
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA PIAAC-OCSE:PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
ISFOL OCCASIONAL PAPER N. 9/2012 43
Grafico 18. Competenze cognitive di base e impegno nella lettura per lavoro (punteggio medio per classi di età)
-0,07 -0,13
-0,49-0,38
-1,37
-0,41
0,15 0,16
0,42
0,20
-0,02
0,22
-1,6
-1,4
-1,2
-1,0
-0,8
-0,6
-0,4
-0,2
0,0
0,2
0,4
0,6
0,8
1,0
1,2
16-25 26-35 36-45 46-55 56-65 Totale
Punt
eggi
o st
anda
rdiz
zato
test
Non leggono libri per lavoro Leggono libri per lavoro
Fasce età
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
3.4 L’impatto delle competenze cognitive
In questo paragrafo, a partire dai dati dell’indagine pilota, si presenterà il potenziale dell’indagine
PIAAC, evidenziando la relazione tra istruzione formale e informale e livello di competenze cognitive, tra
possesso delle competenze cognitive e potenziali prospettive delle persone sul mercato del lavoro e nel
contesto economico e sociale. I
a) i rispondenti non sono necessariamente un target rappresentativo della popolazione
(vd par. 1.1.);
nfine, verrà illustrata l’importanza del possesso di competenze di base
per vivere nella società dell’informazione (ICTs).
L’indagine principale consentirà, inoltre, di approfondire i legami tra le competenze cognitive e un vasto
spettro di variabili demografiche ed economico-sociali e di evidenziare i fattori che ne influenzano lo
sviluppo o il declino, aiutando così i governi a progettare e implementare politiche che favoriscano al
tempo stesso lo sviluppo di competenze e l'uso ottimale delle capacità esistenti.
Naturalmente, per via della natura dei dati rilevati con l’indagine pilota di PIAAC i dati vanno interpretati
con attenzione poiché:
b) lo scopo primario dell’indagine pilota di PIAAC è stato un test delle procedure e delle
funzionalità della piattaforma informatica oltreché un test sulla comparabilità degli strumenti di
rilevazione e non l’elaborazione dei dati al fine di comprendere quali strategie adottare in
futuro;
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA:PIAAC-OCSE. PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
44
c) la misura delle competenze è solo una proxy basata sulla percentuale delle risposte corrette per
ogni rispondente.
Per interpretare e comprendere quali siano le competenze di una popolazione, i punteggi corrispondenti
alle performance, che per ogni tipologia di prova sono stati conseguiti dai singoli rispondenti, sono
collocati su una scala che va da 0 a 500 punti, e raggruppati in 5 gruppi, che corrispondono alle diverse
difficoltà delle prove e quindi alle diverse competenze di chi riesce o non riesce a risolverle. Ognuno dei 5 gruppi di punteggi corrisponde a intervalli successivi di risultati, denominati livelli, in relazione a un aumento di difficoltà dei compiti svolti. Gli esperti considerano che la popolazione adulta, che raggiunge
almeno il livello 3 di competenza, misurata sui cinque livelli che vanno dal livello 1, possesso di
limitatissime abilità/competenze, ai livelli 4/5, padronanza sicura, sia quella capace di rispondere
efficacemente alle esigenze di vita e di lavoro del mondo attuale.
Una delle prime analisi illustrate evidenzia il legame tra titoli di studio conseguiti tramite percorso formale e distribuzione delle competenze nella scala dei punteggi.
In passato, le competenze possedute sono sempre state legate al percorso d’istruzione formale seguito
ed al titolo di studio conseguito; con PIAAC le competenze delle persone sono misurate in modo
diverso. La misurazione diretta di quello che le persone sono in grado di fare aiuta a spiegare
l’acquisizione e la perdita delle competenze che si possono verificare in fasi diverse da quelle in cui gli
individui hanno conseguito il proprio titolo di studio. In altre parole, PIAAC tiene conto di ciò che gli
individui imparano sul posto di lavoro e informalmente nel corso della propria vita e si tiene anche
conto di ciò che gli individui possono dimenticare al crescere dell’età. Non da ultimo, una misura diretta
delle competenze consente di tener conto delle differenze nella qualità dell'istruzione e della formazione
ricevuta dagli adulti sia all'interno di uno stesso Paese che tra Paesi diversi.
In particolare, verranno messi a confronto i risultati italiani con i risultati ottenuti in ambito
internazionale nella precedente indagine OCSE – ALL (2003-2007) promossa dall’OCSE sul tema delle
competenze possedute dagli adulti19
Nel Grafico 19, che confronta i risultati conseguiti da alcuni Paesi nell’indagine ALL, è evidente come i titoli di studio conseguiti riflettono solo parzialmente le reali competenze acquisite dagli individui. Osservando la distribuzione delle competenze per livello di qualifica (ogni barra del grafico) in alcuni
Paesi selezionati che hanno condotto l’indagine, si può evidenziare che non tutti quelli che non hanno
conseguito un diploma secondario possiedono bassi livelli di competenze di base e, viceversa, non tutti
quelli in possesso di una qualifica d'istruzione secondaria superiore o un titolo post-diploma dimostrano
di avere alti livelli di competenze di base. La sovrapposizione è significativa. Inoltre, la distribuzione
.
Nei Grafici 19 e 20 l’effetto dei diversi titoli di studio posseduti dai rispondenti viene rappresentato con
la variabilità dei punteggi medi conseguiti dalla popolazione appartenente alle tre categorie (titolo di
studio inferiore al diploma, diploma e post-diploma) al 25°e 75° percentile.
19 L’Adult Literacy and Lifeskills (ALL) Survey è stata condotta nel periodo 2003-2007 in 9 Paesi OECD
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA PIAAC-OCSE:PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
ISFOL OCCASIONAL PAPER N. 9/2012 45
delle competenze e l'entità della sovrapposizione per livello di qualifica posseduta variano
significativamente da paese a paese. Per esempio, nel Paese A, vi è una netta distinzione nella
distribuzione delle competenze tra coloro che hanno un diploma universitario. Allo stesso modo, i
diplomati nel Paese B dimostrano di possedere delle competenze di poco più elevate rispetto ai laureati
del Paese C. Questo grafico mostra quanto può essere importante avere una misurazione diretta delle
competenze di base associata alle informazioni relative ai titoli posseduti al fine di poter valutare lo
stock di capitale umano delle nazioni.
Grafico 19. Punteggio competenze al 25°e al 75° percentile su scala PIAAC 0-500 per titolo di studio
Fonte: OCSE, Adult Literacy and Lifeskills survey, 2003-2007
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA:PIAAC-OCSE. PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
46
Il Grafico 20 mostra la distribuzione delle competenze per livello di qualifica rilevata in Italia durante
l’indagine pilota di PIAAC: al crescere del titolo di studio cresce il punteggio medio conseguito con un
evidente scarto tra chi è in possesso di un diploma e chi non lo possiede mentre lo scarto risulta meno
netto tra i diplomati e chi è in possesso di un post-diploma.
Grafico 20. Punteggio competenze al 25°e al 75° percentile su scala PIAAC 0-500 per titolo di studio
Fonte: OCSE, PIAAC Field Trial 2010
L'istruzione è comunque un fattore chiave che può aggiungere valore alla competenze cognitive: il
rapporto è interattivo e si rafforzano a vicenda. Le competenze cognitive sono una componente fondamentale del capitale umano e possono essere sviluppate attraverso l'istruzione o la formazione.
Esse facilitano l’apprendimento e lo sviluppo di nuove competenze. Allo stesso modo, avere un basso
livello di competenze cognitive può agire come una barriera per favorire l'apprendimento, sia in termini
di disponibilità degli individui a partecipare che in termini di disponibilità dei datori di lavoro di
estendere il loro sostegno e investire nei loro dipendenti. PIAAC fornirà una base di informazioni che
aiuterà a comprendere meglio i complessi processi coinvolti nello sviluppo e nel mantenimento delle
competenze.
I risultati della pilota di PIAAC rivelano un forte legame tra competenze di base e l'istruzione e la
formazione.
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA PIAAC-OCSE:PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
ISFOL OCCASIONAL PAPER N. 9/2012 47
Il grafico 21 mette in evidenza tre osservazioni
:
Gli adulti che non hanno completato la scuola secondaria superiore hanno una maggiore
probabilità di possedere un basso livello di competenze di base
.
Allo stesso modo, gli adulti che non hanno mai partecipato ad una forma di istruzione post-
secondaria hanno una altissima probabilità di dimostrare un basso livello di competenze di base
.
Gli adulti che hanno bassi livelli di competenze di base sono meno propensi a partecipare alla
formazione da adulti, come la
Grafico 21. Le competenze cognitive di base e il conseguimento di titoli di studio/la partecipazione alla formazione
formazione on the job. Si evidenzia che gli intervistati che non
hanno partecipato a questo tipo di corsi hanno maggiori probabilità di avere una performance
nelle competenze cognitive di basso livello, sebbene più attenuata rispetto a coloro che hanno
abbandonato la scuola media superiore e alla non iscrizione ad un corso universitario.
20
Fonte: OCSE, PIAAC Field Trial 2010
Essere qualificati è un vantaggio: i lavoratori con competenze di alto livello sono più produttivi e, di
conseguenza, tendono a guadagnare di più e avere migliori prospettive occupazionali. Una maggiore
produttività, a sua volta, è il fondamento per un buon tenore di vita. Tuttavia, i dati di PIAAC aiutano
20 Gli Odds ratio riflettono la probabilità che un dato evento si verifichi per un gruppo particolare rispetto ad un gruppo di riferimento. Un odds
ratio pari a 1 significa che non vi è variazione per un gruppo particolare nei confronti del gruppo di riferimento. Coefficienti con un valore
inferiore a 1 indicano che ci sono meno possibilità che il dato evento si manifesti per un gruppo particolare rispetto al gruppo di riferimento, e
coefficienti superiori a 1 rappresentano alta probabilità che un dato evento si verifichi per il gruppo particolare rispetto ad un gruppo di
riferimento. Gli odds ratio sono controllati per genere, età, titolo di studio dei genitori stato di immigrazione. Nello specifico del grafico 21 gli
odds ratio esprimono il rischio di andare incontro ad uno svantaggio nell’acquisizione del capitale umano, analizzando i percorsi di formazione,
per livelli di competenza.
a
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA:PIAAC-OCSE. PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
48
rivelare che le abilità non si traducono automaticamente in redditi più elevati e maggiore produttività.
Una serie di fattori influenzano la misura in cui le competenze sono effettivamente utilizzate, ad
esempio, la capacità di assegnare i lavori alle persone più idonee, l’organizzazione delle mansioni e dei
luoghi di lavoro. L’incapacità di assegnare i lavori alle persone più idonee ha conseguenze a breve
termine, come l’evidenza di carenza di competenze, e nel lungo termine diventa un ostacolo alla
crescita. I risultati emersi da un certo numero di studi rivelano che le competenze di base sono una
determinante chiave del progredire degli individui nelle diverse sfere della vita: istruzione, occupazione,
contesto familiare e società21. Al centro di queste competenze di base ci sono le competenze cognitive
di base misurate in PIAAC: literacy e numeracy. Le persone con bassi livelli di competenze di base
hanno un elevato rischio di essere esposti a svantaggi economici e sociali, caratterizzati da bassi
stipendi e occupazione precaria, maggiore probabilità di disoccupazione e problemi di salute.
Oltre al vantaggio individuale, le competenze cognitive di base sono una risorsa fondamentale anche
per le nazioni, in termini di sviluppo sia sociale che economico, pertanto non è sorprendente che siano
fortemente associate con gli indicatori di successo economico. Diverse evidenze empiriche suggeriscono
una relazione tra livello di competenze cognitive e risultati nel mercato del lavoro: a livelli più levati di
competenze corrispondono risultati sul mercato del lavoro migliori (Heckman et al., 2006). PIAAC
permette di verificare in maniera approfondita questa relazione. La figura successiva mostra la
relazione osservata tra il livello di competenze cognitive degli intervistati e due indicatori di risultati economici: la disoccupazione e il beneficio di assistenza finanziaria.
Grafico 22. Le competenze cognitive di base e lo svantaggio economico
22
Fonte: OCSE, PIAAC Field Trial 2010
21 British Birth Cohort Studies, American Longitudinal Study if Adult Learning e Canadian Youth in Transition Survey 22Gli odds ratio esprimono il rischio di subire svantaggio economico, per livelli di competenza
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA PIAAC-OCSE:PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
ISFOL OCCASIONAL PAPER N. 9/2012 49
I dati dell’indagine pilota di PIAAC in Italia mostrano com’è possibile correlare le competenze cognitive con gli esiti del mercato economico e del lavoro
, evidenziando questi andamenti:
Adulti con basso livello di competenze di base sono fortemente legati alla probabilità di ricevere
assistenza sociale.
Il rischio di essere disoccupati aumenta costantemente al diminuire del livello di
In particolare per
competenze di
base.
la categoria che riceve assistenza finanziaria (per disabilità o malattia), si evidenzia
una differenza significativa tra gli individui con un livello 1 e quelli con un livello 4 di competenza. Per
quanto riguarda la probabilità di essere disoccupato, l’andamento diventa meno ripido ma si evidenzia
comunque una maggiore appartenenza di questa categoria nei livelli più bassi di competenze. Sebbene,
notiamo una leggera diminuzione tra il livello 3 e il 2 (differenza non significativa) quello che possiamo
certamente rilevare è una differenza significativa tra gli intervistati con un livello di competenza 5/4 e 3
e quelli con un livello 2 e 1.
Abbiamo visto come dal livello di competenze cognitive dipendano i risultati economici degli individui, è
altrettanto importante però esaminare come queste influenzino gli aspetti sociali della vita di un individuo. Per esempio, i benefici delle competenze sulla salute sono potenzialmente elevati, così come
le competenze influenzano i comportamenti civili e sociali con modalità che presentano impatti notevoli
sull’andamento della democrazia e dell’impegno civico. Nel background questionnaire di PIAAC sono
presenti delle domande che ci consentono di prendere in esame alcuni aspetti sociali della vita di un
individuo, in particolare la percezione della salute, la partecipazione civica, la coesione sociale.
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA:PIAAC-OCSE. PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
50
Grafico 23. Le competenze cognitive di base e lo svantaggio sociale23
Fonte: OCSE, PIAAC Field Trial 2010
Il grafico che mostra la relazione tra livello di competenze cognitive e risultati sociali ( grafico 23)
evidenzia un modello simile a quello visto in precedenza per gli aspetti economici.
In particolare, si rileva che:
la probabilità di percepire cattive condizioni di salute è comune in tutti i livelli di competenza
La comprensione delle questioni politiche è un elemento fondamentale per una partecipazione
attiva alla società. Anche in questo caso, si evince come l’idea di poter contribuire o poter avere
un’influenza sulla politica è bassa per i rispondenti di qualunque livello (addirittura più alta per i
rispondenti di livello 4 e 3). Invece, il dato legato alla correlazione tra livelli di competenze di base e
. I dati
dell’indagine principale consentiranno di rilevare eventuali differenze tra livelli di competenze
mettendo in luce un elemento chiave degli aspetti sociali di un individuo; infatti, la percezione di un
cattivo stato di salute può essere sintomo di esclusione sociale, scarse chance di vita ed
opportunità, le quali possono generare un circolo vizioso che conduce a peggiori risultati economici.
comprensione delle questioni politiche di attualità mostra un andamento diverso in funzione dei
livelli di competenza:
23 Gli odds ratio esprimono il rischio di andare incontro ad uno svantaggio sociale, per livelli di competenza
al livello 3 la probabilità raddoppia rispetto al livello 4 e al livello 1 la
probabilità si triplica rispetto al livello 2. Questo dato forse è sintomatico del particolare momento
che si vive in Italia: gli adulti con alti livelli di competenza pur comprendendo meglio le questioni
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA PIAAC-OCSE:PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
ISFOL OCCASIONAL PAPER N. 9/2012 51
politiche sentono di non poter influire sulle politiche alla stessa stregua di chi possiede bassi livelli di
competenze.
Per quanto concerne la coesione sociale, misurata da fattori quali la propensione a credere che le
persone cercano di approfittarsi dell’altro così come la propensione a ricambiare o la propensione a
fidarsi degli altri, possiamo dire che tali fattori declinano costantemente con le performance. In
Italia il legame tra basso livello di competenze cognitive e poca propensione a ricambiare subisce
un’impennata: le persone con basso livello di competenze presentano una scarsissima fiducia negli
altri con bassissima propensione a ricambiare.
Il ruolo delle competenze cognitive di base nel garantire buoni risultati economici e sociali è destinato
ad assumere un’importanza sempre maggiore man mano che si intensifica la trasformazione verso
società basate sulla conoscenza. Le competenze di base assumeranno in futuro un significato sempre
più importante come risorse necessarie per migliorare la produttività, ottenere un lavoro, esercitare i
propri diritti e doveri come cittadini e, più in generale, per garantire il benessere economico, sociale e
personale; in tal senso, risulta evidente la correlazione con la capacità di utilizzo delle tecnologie
informatiche. Infatti, l’evoluzione dell’ICT continua a trasformare il modo di lavorare, i mezzi di accesso
e servizi pubblici, l’interazione con amici e familiari, e il modo di cercare e ottenere informazioni per
risolvere i problemi, sia a lavoro che a casa. L’utilizzo delle tecnologie informatiche sono considerate importanti per l’apprendimento continuo e per lo sviluppo del capitale umano.
Nell’analisi dei dati di PIAAC troviamo conferma di questo legame: le competenze cognitive sono
risultate fortemente correlate con l’accesso e l'utilizzo dei computer e di internet - che, a loro volta,
sono fortemente collegati ai guadagni e al successo nella ricerca di un lavoro.
Il grafico 24 mette in evidenza due risultati
:
Gli adulti che non hanno mai usato internet o un computer presentano maggiore probabilità di
avere bassi livelli di competenze di base
.
Tra gli adulti che hanno una certa familiarità con le tecnologie informatiche, quelli con bassi
livelli di competenze di base usano internet e i computer con minore frequenza rispetto a quelli
con livelli più elevati di competenze di base.
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA:PIAAC-OCSE. PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
52
Grafico 24. Le competenze cognitive di base e l’utilizzo delle tecnologie informatiche24
Fonte: OCSE, PIAAC Field Trial 2010
L’indagine principale offrirà l’opportunità di esplorare in maniera più approfondita i temi qui affrontati;
consentendo soprattutto di fare un’analisi dell’uso delle competenze sul lavoro e sulla mancata
corrispondenza tra le competenze possedute e quelle richieste. In tal modo PIAAC consentirà di
generare una base di informazioni a supporto dei governi nel valutare e monitorare: la situazione
attuale in termini di livello e distribuzione delle competenze possedute dagli adulti, in che misura queste
competenze vengono utilizzate e i punti in cui si deve concentrare l’attenzione per migliorare le
competenze accrescendole e ottimizzando l’uso delle competenze acquisite.
24 Gli odds ratio esprimono il rischio di andare incontro ad uno svantaggio nell’acquisizione del capitale umano, analizzando l’utilizzo delle
tecnologie informatiche, per livelli di competenza.
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA PIAAC-OCSE:PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
ISFOL OCCASIONAL PAPER N. 9/2012 53
4 I RISULTATI DELL’INDAGINE PILOTA: LE COMPETENZE AGITE NEL LAVORO; IL TITOLO DI STUDIO, L’ESPERIENZA E LA FORMAZIONE DEI LAVORATORI
4.1 I l Job Requirement Approach
L’aspetto più innovativo di PIAAC, rispetto alle precedenti indagini IALS e ALL, è il modulo Job Requirement Approach (JRA), mirato alla valutazione delle competenze utilizzate nel lavoro. Il JRA è un
adattamento dei principi della psicologia del lavoro, la quale si occupa del comportamento delle persone
nel contesto lavorativo e nello svolgimento della loro attività professionale, all’analisi delle posizioni
lavorative. Nel JRA sostanzialmente è chiesto al lavoratore, attraverso alcune domande, di descrivere la
sua attività lavorativa, allo scopo di tracciare un quadro delle competenze richieste da quella posizione
lavorativa. Il punto fondamentale, che rende il JRA interessante, è che generalmente le competenze
vengono valutate attraverso dei test, come per esempio nel caso di ALL e IALS e per una parte in
PIAAC, o utilizzando proxy come i titoli di studio e le qualifiche professionali; misure queste, che
permettono di accertare le competenze possedute dai lavoratori, ma non se queste competenze siano
quelle domandate dalla posizione lavorativa o se il loro livello è sotto o sopra quello necessario per
ricoprire con efficacia la posizione lavorativa. Il JRA, invece, fornisce informazioni sulle competenze
utilizzate nel lavoro, spostando il focus dall’individuo all’attività svolta. L’assunzione di base è che le
attività svolte dal lavoratore sono una misura molto più attendibile delle competenze possedute dal
lavoratore.
I principali vantaggi di questo approccio possono essere così riassunti:
• viene analizzata una più vasta gamma di competenze;
• le competenze vengono analizzate nel contesto;
• le competenze vengono analizzate sulla base di un report del lavoratore, che si suppone sia ben
informato sulle attività richieste per quel lavoro e sia in grado di fare una descrizione più
accurata di queste attività;
• l'approccio è efficace dal punto di vista dei costi.
In generale, le competenze da valutare sono state definite seguendo i seguenti principi (Green, 2007):
• Possibilità di cogliere la competenza attraverso dei comportamenti organizzativi chiari e
traducibili senza ambiguità nelle diverse lingue;
• possibilità di individuare il legame tra le politiche di intervento, l’offerta o la domanda della
competenza;
• sensibilità della competenza rispetto all’istruzione e alla formazione;
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA:PIAAC-OCSE. PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
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• la competenza individuata deve essere “generica”, nel senso di comune a più occupazioni e non
specifica di una o poche occupazioni.
In funzione di ciò, tramite il questionario PIAAC le competenze agite sul lavoro sono distinte:
• Literacy
• Numeracy
• Tecnologie della comunicazione e dell’informazione
• Comunicazione
• Forza fisica
• Pianificazione del proprio tempo e delle attività
• Interazione sociale
• Cooperazione (interazione orizzontale)
• Problem solving
All’interno del questionario le domande che permettono di rilevare le competenze agite sul lavoro sono
state formulate secondo scale di misurazione costruite in modo da evitare approssimazioni verbali come
“spesso” o “molto importante”che avrebbero creato problemi nella comparabilità. Nello specifico, nel
questionario PIAAC, per la maggior parte delle domande sono state usate delle scale di frequenza
formulate con categorie meno soggette a variazioni culturali: ‘mai’, ‘meno di una volta al mese’, ‘meno
di una volta a settimana ma almeno una volta al mese’, ‘almeno una volta a settimana ma non tutti i
giorni’ e ‘mai’; in alcuni casi, invece, sono state proposte come risposta le scale dicotomiche si/no.
PIAAC, oltre all’informazione sulle competenze utilizzate nel lavoro, attraverso il questionario raccoglie
informazione sul background socio-economico dell’intervistato, fondamentali per rispondere a domande
rilevanti, come la distribuzione delle competenze nei diversi sottogruppi, i fattori legati all’acquisizione e
al declino delle competenze, l’influenza sui risultati nel mercato del lavoro e nella società, tutti aspetti
rilevanti per le scelte dei policy makers.
Le principali informazioni raccolte con il questionario di background sinteticamente sono:
• Istruzione e formazione
• Status lavorativo attuale e passato
• Condizioni di lavoro
• Tratti personali: attitudini, motivazione, impegni civici e culturali.
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ISFOL OCCASIONAL PAPER N. 9/2012 55
4.2 Le competenze cognitive di base (rilevate tramite domanda diretta) e le competenze
agite dai lavoratori
Nel presente paragrafo verranno presentate le principali evidenze emerse in riferimento alle
competenze cognitive di base ed ICT oltre che le competenze agite maggiormente da parte dei
lavoratori intervistati25
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Scrittura Lettura Interazionesociale
Matematica ICT Forza Fisica InterazioneCliente
Cooperazione ProblemSolving
Pianificazione
Basso Medio Alto
.
Grafico 25. Le competenze richieste ai lavoratori (rip %)
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
Come mostra il Grafico 25, è evidente che i lavoratori utilizzano meno la Scrittura (6,1%), la Lettura
(7,9%) e l’Interazione Sociale (12,4%) e maggiormente competenze quali la Pianificazione (71%) e il
Problem Solving (49,1%). Il grafico evidenzia inoltre come la percentuale dei lavoratori che utilizza le
tecnologie ICT26
25 Le competenze sono individuate sulla base di indici di competenza, costruiti a partire da due serie di domande. Alcune riguardanti le competenze
cognitive di base (scrittura, lettura, calcolo) e le competenze ICT ed altre riguardanti le competenze specifiche utilizzate nei contesti lavorativi
(problem solving, lavoro di gruppo, pianificazione, interazione con il cliente, etc.). Le domande erano formulate nel modo seguente: “Durante il
suo lavoro attuale, di solito con quale frequenza si dedica ad esempio: alla scrittura di lettere? Alla lettura di libri? All'uso di fogli elettronici?
Svolgere trattative con persone interne o esterne all'azienda o all'organizzazione? [Mai; Meno di una volta al mese; Meno di una volta a
settimana ma almeno una volta al mese; Almeno una volta a settimana ma non tutti i giorni; Tutti i giorni]. Agli intervistati è stato chiesto di
esprimere con che frequenza nel loro lavoro svolgono/si dedicano a determinati comportamenti. Tali comportamenti sono stati aggregati –
tramite l’analisi delle componenti principali (ACP) – nelle seguenti competenze: Lettura, Scrittura, Matematica, ICT, Interazione Clienti, Forza
Fisica, Interazione Sociale, Pianificazione, Cooperazione, Problem Solving. 26 Per ICT si intende, in questo caso, l’utilizzo del computer per svolgere compiti quali la consultazione della posta elettronica, l’utilizzo di
programmi di scrittura quali Word, la ricerca di informazioni tramite Internet, la programmazione in diversi linguaggi, ecc.
nella loro attività lavorativa con frequenza medio-alta sia oltre il 60% dei lavoratori
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intervistati. E’ interessante notare come queste stesse competenze si distribuiscono per sesso, età,
settore economico e posizioni occupazionali. Dai dati (grafico 26) emerge un differente utilizzo delle competenze cognitive di base ed ICT rispetto al genere. Grafico 26. Le frequenze di utilizzo delle competenze da parte dei lavoratori per genere e tempi di lavoro (valori medi, scala 1-5)
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
Per quel che riguarda le competenze di lettura, scrittura ed ICT la differenza tra gli uomini e le donne
risulta essere attenuata. Una maggiore differenza si registra invece per le competenze matematiche, a
vantaggio degli uomini. Questo potrebbe comunque essere ascrivibile alle diverse posizioni
occupazionali, generalmente ricoperte da uomini e donne. I primi, infatti, presumibilmente utilizzano
con maggiore frequenza le competenze matematiche, ricoprendo spesso ruoli occupazionali del settore
scientifico/ingegneristico connotato da una forza lavoro prevalentemente maschile. Tuttavia, se
consideriamo le donne con contratto di lavoro full-time, le differenze di genere diminuiscono per tutte
le competenze prese in considerazione. Infine, delle quattro competenze cognitive di base analizzate
finora, quelle ICT risultano essere le competenze maggiormente utilizzate nei contesti lavorativi a
prescindere dal genere e dalla tipologia di contratto.
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Grafico 27. Le competenze cognitive di base e ICT dei lavoratori per classe di età (valori medi, scala 1-5)
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
Il grafico 27 mostra la distribuzione delle competenze cognitive e ICT per classi di età. La competenza
di lettura presenta un andamento crescente al crescere dell’età, con una moderata flessione per la
fascia di età 46-55 anni. La classe di età 56-65 anni presenta una frequenza nell’utilizzo della
competenza di lettura maggiore rispetto alle altre classi di età. Ciò probabilmente è dovuto alle
posizioni occupazionali ricoperte dagli intervistati appartenenti a questa classe di età. Al contrario, i
giovani occupati utilizzano mediamente molto meno le competenze di lettura. Lo stesso schema vale
per la scrittura, i giovani svolgono lavori in cui questa competenza è scarsamente richiesta. Per le altre
competenze, matematica e ICT, abbiamo un andamento a parabola. Matematica e ICT sono, infatti, le
competenze maggiormente utilizzate dai lavoratori delle classi di età centrali 26-35 anni, 36-45 anni e
46-55 anni.
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Grafico 28. Le competenze cognitive di base e ICT dei lavoratori per qualifica occupazionale (val. medi, scala 1-5)27
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
Il grafico 28 presenta la distribuzione delle competenze tra le diverse qualifiche occupazionali. Come è
evidente dal grafico lo scarto maggiore nell’utilizzo delle competenze è tra le qualifiche “dirigenziali,
intellettuali e impiegatizie” e quelle “manuali” (dalle professioni nelle attività commerciali ai conduttori
di sistemi). Le posizioni occupazionali tecniche intermedie dimostrano indici di competenza abbastanza
alti per tutte e quattro le competenze analizzate mantenendo livelli sempre molto vicini alle posizioni
dirigenziali, con particolare riferimento alle competenze matematiche e ICT. Particolarmente
interessante è notare come le competenze informatiche, un tempo prerogativa delle sole posizioni
occupazionali medio – alte, siano ora utilizzate anche dagli artigiani e dagli operai specializzati con livelli
di frequenza non troppo dissimili. Per quanto riguarda, infine, il legame tra competenze e settore economico, nei servizi avanzati l’utilizzo delle competenze di lettura, scrittura, matematica e ICT è il più
alto rispetto a tutti gli altri settori presi in considerazione (grafico 29). Le competenze informatiche si
confermano essere le competenze utilizzate con frequenze al di sopra della media in tutti i settori.
27 Le Forze armate e il personale specializzato addetto all’agricoltura, alle foreste, presentano un numero esiguo di casi e quindi non sono
rappresentati nel grafico.
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ISFOL OCCASIONAL PAPER N. 9/2012 59
Grafico 29. Le competenze cognitive di base e ICT dei lavoratori per settore economico
(valori medi, scala 1-5)
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
Per quanto riguarda le competenze agite nei contesti lavorativi, il Grafico 30 mostra come la
competenza maggiormente utilizzata, senza grandi distinzioni tra uomini e donne, è la Pianificazione,
seguita dal Problem solving e dalla Cooperazione. Le differenze di genere evidenziate nel grafico
sembrano riconducibili a posizioni occupazionali meno qualificate e a forme contrattuali a tempo ridotto,
generalmente ricoperte dalle donne. Va tuttavia ricordato che in questo caso vengono prese in
considerazione le competenze “agite” e non le competenze possedute dai lavoratori.
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA:PIAAC-OCSE. PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
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Grafico 30. Le competenze agite dei lavoratori per genere (valori medi, scala 1-5)
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
Se si guarda poi alla distribuzione delle competenze agite sul lavoro per fasce di età (grafico 31) è
possibile evidenziare che le classi di età estreme (inferiori ai 25 anni e oltre i 56) sono quelle che
presentano un livello medio di competenza inferiore. Grafico 31. Le competenze agite dei lavoratori per fasce di età (valori medi, scala 1-5)
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
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ISFOL OCCASIONAL PAPER N. 9/2012 61
Per i più giovani emerge una buona capacità di lavorare in gruppo o di cooperare con i colleghi di
lavoro, oltre che la forza fisica, quest’ultima probabilmente dovuta al tipo di lavoro affidato ai più
giovani. Per i più anziani invece tutte le competenze sono al di sotto della media, tranne l’interazione
sociale. In questo tipo di attività l’esperienza lavorativa sembra giocare un ruolo importante. E’ da
segnalare come nella fascia di età tra i 26-35 anni, competenze come pianificazione, cooperazione e
problem solving sono, sebbene di poco, al di sotto della media.
Relativamente al livello di istruzione tutte le competenze (grafico 32), ad eccezione della forza fisica,
hanno un’evoluzione crescente, cioè il livello cresce al crescere dell’istruzione. In particolare questo
andamento è evidente per la pianificazione e l’interazione sociale. La cooperazione tende a diminuire
tra gli intervistati con livelli di istruzione più elevati, questo probabilmente è dovuto al tipo di lavoro
svolto e alle qualifiche più elevate, le quali richiedono un maggior lavoro individuale.
Grafico 32. Le competenze agite dei lavoratori per livello di istruzione (valori medi, scala 1-5)
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
Per le qualifiche (grafico 33), come per l’istruzione, l’andamento del livello delle competenze cresce al
crescere del livello di qualifica professionale. Fanno eccezione forza fisica con un andamento opposto e
cooperazione, la quale presenta un valore medio più o meno simile per tutte le qualifiche, ad esclusione
delle professioni non qualificate. Inoltre, alcune competenze più specifiche, come comunicazione clienti
e forza fisica, hanno valori elevati rispettivamente nelle posizioni commerciali e gli artigiani e operai
specializzati.
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA:PIAAC-OCSE. PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
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Grafico 33. Le competenze agite dei lavoratori per qualifica professionale (valori medi, scala 1-5)28
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
4.3 Il legame tra le competenze agite e la formazione e l’apprendimento dei lavoratori
Analizzando i risultati degli investimenti in formazione ed apprendimento negli ultimi 12 mesi rispetto al
momento dell’intervista risulta evidente come l’apprendimento on the job sia la pratica di
apprendimento più diffusa tra i lavoratori intervistati (51,3%).
Nell’indagine principale sarà possibile approfondire il legame tra forme di apprendimento formale e non
formale da parte dei lavoratori e le competenze cognitive di base rilevate tramite i test.
28 Le Forze armate e il personale specializzato addetto all’agricoltura, alle foreste, presentano un numero esiguo di casi e quindi non sono
rappresentati nel grafico.
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ISFOL OCCASIONAL PAPER N. 9/2012 63
Grafico 34. Le pratiche di apprendimento formale e non formale dei lavoratori negli ultimi 12 mesi (incidenza %)
2,6%
26,6%
6,5%
51,3%
13,0%
0%
20%
40%
60%
80%
100%
apprendimentoformale
lezioni private istruzione aperta oa distanza
apprendimento onthe job
seminari
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
Analizzando la correlazione esistente tra le diverse pratiche di formazione e apprendimento adottate dai lavoratori e gli indici competenza (tabella 12)29
29 La scala di riferimento va da 1 a 5. Frequenza bassa: 1=Mai 2=Meno di una volta al mese; Frequenza media: 3=Meno di una volta a settimana ma
almeno una volta al mese; Frequenza alta: 4=Almeno una volta a settimana ma non tutti i giorni 5=Tutti i giorni
è possibile delineare alcune evidenze.
Come mostra la tabella gli indici di competenza dei lavoratori che hanno partecipato ad attività di
formazione è mediamente quasi sempre più alto (superiore a 3) di coloro che non vi hanno partecipato.
Ad esempio per tutti coloro che dichiarano di aver partecipato alle lezioni private negli ultimi 12 mesi, i
rispettivi indici di competenza assumono punteggi superiori alla media (ad es. l’indice 4,61 relativo alla
Pianificazione evidenzia che l’intervistato ha utilizzato quella competenza con frequenza alta, “almeno
una volta a settimana ma non tutti i giorni”).
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA:PIAAC-OCSE. PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
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Tabella 12. Le competenze agite dai lavoratori e le attività di formazione (valori medi, scala 1-5)
Comunicazione
Clienti
Forza
Fisica
Pianificazione Interazione
sociale
Cooperazione Problem
Solving
Lezioni Private
Sì 3,42 2,16 4,61 3,17 3,58 3,64
No 2,84 2,40 3,99 2,39 3,29 3,52
Corsi aperti o a
distanza
Sì 3,75 1,70 5,00 3,50 3,83 4,10
No 1,29 1,57 1,31 1,11 1,03 1,17
Formazione "on
the job"
Sì 3,38 2,06 4,52 2,86 3,60 4,12
No 2,76 2,47 3,91 2,35 3,24 3,35
Seminari o
laboratori
Sì 3,18 1,42 4,08 3,35 2,95 3,92
No 2,89 2,43 4,06 2,42 3,35 3,51
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
Sebbene questo lavoro non permetta una visione dinamica, in quanto non abbiamo altri periodi di
rilevazione e non possiamo dunque elaborare dei trend, la tabella 13 mostra in modo chiaro che, oltre
alla formazione “formale”, svolgono un ruolo importante nello sviluppo delle competenze, alcune
leve organizzative quali: compensi supplementari, pianificazione carriera, valutazione prestazione,
feedback dai superiori. La presenza di tali leve organizzative dimostra degli indici di competenza
superiori alla media per la maggior parte delle competenze lavorative esaminate, ad eccezione della
forza fisica.
Tabella 13. La gestione delle risorse umane e le competenze agite dai lavoratori (valori medi, scala 1-5)
Comunicazione
Clienti
Forza
Fisica Pianificazione Interazione
sociale Cooperazione Problem
Solving
Compensi
Sì 3,03 2,08 4,24 2,78 3,43 3,89
No 2,62 2,23 3,95 2,35 3,30 3,48
Pianificazione carriera
Sì 3,11 1,89 4,43 2,84 3,48 4,09
No 2,60 2,29 3,89 2,35 3,28 3,42
Valutazione
Sì 3,23 2,10 4,39 2,82 3,58 3,96
No 2,52 2,22 3,88 2,32 3,23 3,44
Feedback superiori
Sì 3,16 2,07 4,21 2,67 3,40 3,86
No 2,74 2,19 4,03 2,48 3,34 3,60
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
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ISFOL OCCASIONAL PAPER N. 9/2012 65
4.4 Il titolo di studio e l’esperienza richiesti ai lavoratori
Due sono le domande che cercano di cogliere la qualificazione richiesta dal lavoro svolto. La prima
domanda riguarda il titolo di studio richiesto ad un nuovo assunto per ricoprire la mansione svolta. Con
questa domanda si cerca di cogliere con una certa precisione la qualificazione scolastica richiesta in
quel momento dal mercato del lavoro, misurata in base ai livelli scolastici previsti dal nostro
ordinamento, dalla scuola dell’obbligo al dottorato di ricerca.
La seconda domanda, invece, riguarda l’esperienza professionale necessaria ad un nuovo assunto per
ottenere quel lavoro.
Tabella 14. Il titolo di studio richiesto ai lavoratori per genere (rip %)
Titolo di studio Totale Maschi Femmine
Post –Diploma e Conservatorio 29,9% 22,9% 38,6%
Diploma (5 anni) 34,5% 38,5% 29,4%
Corsi regionali 11,1% 13,2% 8,5%
Nessuna qualificazione e Scuola dell'obbligo 24,5% 25,3% 23,5%
Totale 100,0% 100,0% 100,0%
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
Dalla tabella 14 emerge che le donne in media svolgono lavori che richiedono un livello di istruzione più
elevato rispetto agli uomini. Nella tabella, infatti, alle donne viene richiesto un titolo di studio per quasi
il 70% dei lavoratori intervistati pari al diploma o superiore. Questa differenza riguarda principalmente i
lavori che richiedono un titolo post-diploma.
Tabella 15. L’esperienza lavorativa richiesta ai lavoratori per genere (rip. %)
Esperienza lavorativa Totale Maschi Femmine
3 anni di esperienza o più 27,3% 33,2% 19,9%
Tra 1 e 2 anni di esperienza 25,5% 27,6% 22,8%
Tra 7 e 11 mesi di esperienza 12,1% 11,5% 12,9%
Tra 1 e 6 mesi di esperienza 20,4% 16,8% 25,0%
Meno di 1 mese di esperienza 5,1% 3,2% 7,4%
Nessuna esperienza 9,6% 7,6% 12,1%
Totale 100,0% 100,0% 100,0%
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
La tabella 15 evidenzia l’esperienza richiesta per ottenere un lavoro per genere. Oltre un quarto delle
attività lavorative richiedono un’esperienza di 3 anni o più.
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA:PIAAC-OCSE. PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
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4.5 L’over e l’under- education tra i lavoratori intervistati
L’over-education si manifesta quando il capitale umano di un lavoratore è superiore rispetto alle
mansioni che egli effettivamente svolge. Un fenomeno di questo tipo segnala una forma di “spreco” che
non sembra compatibile con l’efficienza. Il titolo di studio richiesto (TR), analizzato in precedenza,
messo a confronto con il titolo posseduto dal lavoratore (TP), ci dà la possibilità di fare una valutazione
del livello di over-education. In particolare il lavoratore risulta essere overeducated quando il titolo di
studio posseduto (TP) è superiore a quello ritenuto necessario (TR) per svolgere la propria attività,
ossia quando le competenze possedute sono apparentemente sottoutilizzate, ed essere under-educated
nel caso contrario.
Grafico 35. L’educational mismatch tra i lavoratori intervistati (rip. %)
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Indagine OCSE-PIAAC Italia, Fase Pilota 2010
Come evidenzia il grafico, meno di un quinto dei lavoratori intervistati risulta essere over-educated. La
percentuale complessiva di under-educated è quasi pari al 25%.
RAPPORTO DELL’INDAGINE PILOTA PIAAC-OCSE:PROGRAMMA INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE DEGLI ADULTI
ISFOL OCCASIONAL PAPER N. 9/2012 67
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