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QUALITA’ NELL’OBBLIGO FORMATIVO A PISTOIA
Progetto RICERCA – AZIONE per il sostegno ai comitati di progetto costituiti in attuazione della deliberazione G.R. n.687 del 14 luglio 2003 e dell’accordo Stato – Regioni del 19 giugno 2003 per la progressiva costruzione nell’ambito della Regione Toscana di un sistema unitario ed integrato di istruzione e formazione professionale
Dipartimento Istruzione Formazione Cultura Lavoro e Politiche Sociali Servizio Istruzione, Formazione e Cultura
Pubblica Istruzione
Provincia di Pistoia - Servizio Istruzione, Formazione e Cultura Pagina 1 di 61
La presente pubblicazione è stata realizzata dalla Provincia di Pistoia nell’ ambito del Progetto RICERCA – AZIONE per
il sostegno ai comitati di progetto costituiti in attuazione della deliberazione G.R. n.687 del 14 luglio 2003 e
dell’accordo Stato – Regioni del 19 giugno 2003 per la progressiva costruzione nell’ambito della Regione Toscana di un
sistema unitario ed integrato di istruzione e formazione professionale coordinato da Riccardo Romiti.
I responsabili organizzativi della Provincia di Pistoia sono stati:
Enza Traverso, Funzionario Responsabile Pubblica Istruzione
Ombretta Valori, Referente Formazione Professionale
Francesca Beatrice Colli, Coordinatrice Attività Obbligo Formativo
I componenti del Comitato di progetto I.F.I. sono stati:
Siriana Becattini, Rita Maria Federici, Elisabetta Gallacci, Annalisa Primavera; Simona Gori, Massimo Civilini, Riccardo
Niccolai, Beatrice Bettini, Ombretta Valori
I componenti del Comitato di progetto Scuola Integra sono stati: Pier Angiolo Mazzei, Donella Meucci, Giuliano Nanini, Lidia Fabbri, Beatrice Bettini, Federica Cipriani, Ombretta Valori
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INDICE Obbligo formativo a Pistoia Pagina 3
Diversi attori territoriali Pagina 7
I progetti realizzati Pagina 8
L’impianto della ricerca azione Pagina 22
I lavori della Commissione A: Promozione e diffusione, gestione
risorse documentali e monitoraggio.
Pagina 34
I lavori della Commissione B: Analisi fabbisogni, tutoraggio,
monitoraggio
Pagina 45
I lavori della Commissione C: Gestione risorse umane. Sostegno
professionale al ruolo
Pagina 51
Scenari di sviluppo Pagina 56
Allegati: documentazione tecnica del sistema di gestione Pagina 60
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OBBLIGO FORMATIVO A PISTOIA
PREMESSA
In seguito ai processi di trasformazione del sistema formativo italiano e all’esigenza di mettere
in atto la legislazione e le norme applicative relative al “sistema educativo d’istruzione e
formazione”, (L.196 del 24 giugno 1997 sulla formazione continua, L.9 del 20 gennaio 1999 sul
prolungamento dell’obbligo scolastico, L.144 del 17 maggio 1999 relativa all’istituzione
dell’obbligo formativo fino al compimento del 18° anno d’età e norme relative all’istruzione e
formazione tecnica superiore) fu stipulata, nel settembre 2000, una convenzione biennale tra
l’Amministrazione Provinciale di Pistoia e il Dipartimento di Scienze dell’Educazione
dell’Università di Firenze. Allo staff universitario, coordinato dal prof. Attilio Monasta, fu
affidata l’implementazione e la gestione, di comune accordo e in collaborazione con i soggetti
istituzionali preposti, di un sistema integrato d’istruzione e formazione di base nella provincia
di Pistoia. Tale sistema si è sviluppato all’interno di un progetto denominato SOFOS (Sintesi fra
Obbligo Formativo e Obbligo Scolastico).
Le attività previste dalla convenzione riguardarono essenzialmente:
l’assistenza alle scuole per la fase terminale dell’obbligo scolastico,
il coordinamento d’attività d’orientamento per i giovani che avevano assolto l’obbligo
scolastico e non intendevano proseguire nel sistema scolastico,
la predisposizione di un modello di formazione professionale iniziale nell’ambito
dell’obbligo formativo.
L’attuazione dell’Obbligo Formativo nella Provincia di Pistoia
L'Amministrazione Provinciale di Pistoia si pose subito, al termine degli anni ’90, nella direzione
di attuare le nuove normative sull'integrazione tra obbligo scolastico e obbligo formativo, in
una realtà, come quella toscana, dove da qualche tempo si erano fatte scelte diverse da quelle
di molte Regioni, soprattutto in ordine al canale della formazione professionale.
Fin dalla metà degli anni Ottanta tali scelte avevano portato in molte Province a smantellare i
corsi di FP iniziale, di durata biennale (2.400 ore), finalizzati all'acquisizione di qualifiche
professionali. In relazione ai ricorrenti tentativi di riforma della scuola secondaria superiore si
voleva anticipare un sistema nel quale fosse la scuola a farsi carico della formazione di base,
riservando gli interventi di Formazione Professionale ad un pubblico più adulto, con sicuro
ingresso nel mercato del lavoro, attraverso percorsi più brevi e concordati con i datori di
lavoro.
A Pistoia, come in altre Province, l'attuazione delle nuove norme sull'obbligo formativo non
trovava, all'inizio dell'anno scolastico 2000, nessun’offerta specifica al di fuori della scuola e di
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un debole e difficile canale d’apprendistato. Per questo motivo la Provincia si mosse nella
direzione di implementare azioni innovative, in grado di colmare il gap venutosi a creare in
seguito all’approvazione di norme nazionali di così rilevante portata.
Per rispondere alle esigenze dei giovani in obbligo formativo la Provincia di Pistoia concentrò i
propri sforzi nei seguenti ambiti d’intervento:
la costituzione dell’Osservatorio Scolastico Provinciale (OSP), con particolare riferimento
all’anagrafe dell’Obbligo Formativo,
la costruzione di una Banca dati dell’Offerta Formativa, quale supporto per la gestione
dell’attività d’informazione e orientamento nei confronti dei giovani soggetti all’Obbligo
Formativo ed in uscita dal percorso scolastico,
azioni d’orientamento e tutoraggio personalizzato dei soggetti in Obbligo Formativo per
creare, a livello territoriale, le condizioni più favorevoli per un efficace ed efficiente
attuazione dell’Obbligo Formativo,
i servizi d’accesso ai percorsi dell’offerta formativa e contributi finanziari individuali per
l’effettiva generalizzazione del diritto allo studio,
progettazione ed erogazione di percorsi integrati istruzione/formazione (Progetto
S.O.F.O.S.).
Nel momento in cui fu pensato quest’ultimo punto, s’impose prioritariamente un ripensamento
generale sulle modalità d’approccio didattico che un intervento di questo tipo imponeva in
relazione a particolari tipologie d’utenza. Pertanto l’impostazione progettuale contemplò
interventi congiunti nei settori dell'istruzione scolastica in collaborazione con tre istituti
d’istruzione superiore, dell'orientamento scolastico e professionale e della formazione
professionale iniziale.
Gli elementi significativi di questo percorso erano costituiti da:
Didattica innovativa anche attraverso esperienze di conoscenza del territorio realizzate
in convenzione con soggetti esterni alla scuola e in particolare con Enti Locali e Centri o
Agenzie di formazione professionale;
Elaborazione di un prototipo di Certificazione finale delle competenze;
Organizzazione d’attività di orientamento per i ragazzi usciti dal percorso scolastico, ma
ancora in Obbligo Formativo, con l’obiettivo di fornire un rinforzo delle competenze di
base;
Formazione dei formatori (insegnanti e coordinatori didattici) al fine di fornire loro
elementi per un’impostazione didattica individualizzata, secondo modalità pedagogiche
che facciano perno sull’applicabilità pratica delle nozioni (learning by doing).
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Sulla base di questi presupposti, fu sviluppato un percorso di 1200 ore che fu messo a bando
l’anno successivo. L’agenzia formativa Centro Studi Cultura e Sviluppo vinse il bando con il
progetto O.F.FI.C.IN.A. GIOVANI (Obbligo Formativo Finalizzato alla Crescita In Apprendimento
per Giovani).
La parte iniziale di orientamento era ancora affidata all’Università degli Studi di Firenze ed
aveva l’obiettivo di introdurre all’intero percorso e di procedere alla stesura di un patto
formativo tra l’allievo e l’agenzia.
Il progetto, articolato in due annualità, si preannunciava molto stimolante per i ragazzi poiché
flessibile e improntato sull’orientamento e sullo sviluppo delle attitudini personali. Inoltre, la
possibilità di effettuare periodi di tirocinio accoglieva l’esigenza di “mettere in pratica” che
troppo spesso era stata carente nel percorso scolastico.
Anche per quanto riguardava il contesto di riferimento, furono privilegiati approcci didattici non
di tipo frontale ed anche l’aula nella quale si svolgevano le lezioni non ricordava in alcun modo
l’ambiente scolastico.
Fu lasciata grande autonomia ai docenti e agli allievi nella scelta di tempi e strumenti in modo
che sentissero proprio questo percorso e, per esteso, l’esperienza formativa.
Gli elementi di forza di questo progetto possono essere rintracciati nell’accoglienza iniziale,
nell’accompagnamento e nell’orientamento individualizzato durante tutto il percorso,
nell’alternanza e nella modalità di certificazione finale delle competenze.
Tali elementi infatti sono stati importanti anche per la messa a bando di interventi formativi
successivi.
La valutazione effettuata al termine del progetto mise in evidenza infatti che, nonostante gli
sforzi operati in termini di flessibilità, i ragazzi dimostrarono di non essere in grado di gestire
tutta l’autonomia concessa, rendendo molto complesse la gestione dell’aula e la realizzazione
finale del percorso.
Era forse necessario un ritorno al sistema “aula”? Mancavano tempi e luoghi della scuola? Era
però necessario fare tesoro degli elementi di forza del progetto e riutilizzarli in un nuovo
contenitore.
Per questo nell’anno 2002 fu programmato un percorso pluriqualifica, affidato in seguito a
bando provinciale all’agenzia formativa SE.A.F. che manteneva fermi gli elementi di approccio
individualizzato e di orientamento.
Fu dato così vita ad un intervento, sempre biennale, articolato in tre qualifiche (Parrucchiere
Unisex, Operatore Informatico, Operatore alle Macchine Utensili), che valorizzò la parte iniziale
di accoglienza e l’accompagnamento di tipo psicologico lungo tutto l’arco della formazione.
Sebbene non sia stata una esperienza priva di difficoltà, i risultati in termini di acquisizione di
competenze e di ricaduta occupazionale sono stati molto buoni.
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Tale percorso ha avuto come vantaggio il conseguimento di una qualifica, ma, d’altro lato, la
difficoltà di una lunga durata.
Per questa ragione l’ufficio Istruzione della Provincia ha provveduto, nell’anno 2003, a stipulare
un’intesa con due istituti superiori, l’Istituto Pacinotti di Pistoia e l’Istituto Sismondi di Pescia,
per la realizzazione di percorsi modulari. Ogni modulo prevedeva la durata di circa 105 ore,
vincolando le scuole a realizzare accordi di rete ai sensi dell’art. 7 del DPR 275/99 con agenzie
formative e associazioni di categoria.
Prescindendo dall'ordine in cui più moduli potevano essere combinati per costruire un percorso
formativo, le finalità principali di ogni modulo, strettamente connesse, erano:
• l'orientamento e il ri-orientamento dei giovani alle scelte dei percorsi formativi più
confacenti alle loro potenzialità ed ai loro reali interessi,
• la verifica, il consolidamento ed il potenziamento delle competenze di base.
La scelta delle tematiche e degli argomenti era quindi relativa agli interessi dell'allievo, senza
dar luogo ad una valutazione della padronanza delle conoscenze ad essi relative, anche in
considerazione del fatto che i contenuti offerti, in relazione alle dimensioni potenziali della
tematica scelta, erano assolutamente minimali e strumentali alle finalità suddette.
La valutazione del risultato si è basata sulle reali competenze dell'allievo, sia quelle acquisite
nel modulo, sia quelle comunque dimostrate.
Il monitoraggio di tali attività è ampiamente documentato ed i risultati sono stati
complessivamente positivi, anche grazie al notevole impegno e allo spirito di collaborazione
dimostrato da tutti i componenti dello staff di progetto, che in tempi assai brevi hanno
realizzato un’articolazione modulare centrata non sull’aspetto strettamente professionalizzante,
ma su quello orientativo e legato all’accertamento e alla certificazione delle competenze.
Quest’ultimo risulta tuttavia essere ancora oggi un ambito da sviluppare, caratterizzato da
approcci “spontanei”.
Da questo excursus si comprende come il territorio abbia già operato interventi al suo interno,
ancora prima che la sperimentazione di un'offerta integrata di attività di istruzione e
formazione professionale fosse attuata in ottemperanza all’Accordo Quadro Nazionale.
Queste esperienze sono state quindi fondamentali, non solo per le azioni che poi saranno
definite PF, ma per tutto il corpus della sperimentazione, visto che questa ha come attori
privilegiati scuole, agenzie formative ed associazioni di categoria1.
1 Siglato in data 19 Giugno 2003, tra MIUR, MLPS, Regioni, Province autonome di Trento e Bolzano, le Province, i Comuni e le Comunità montane.
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DIVERSI ATTORI TERRITORIALI
Il progetto di sperimentazione ha previsto la costituzione di una Associazione Temporanea di
Scopo tra Istituti Superiori ed Agenzie formative2.
Le scuole hanno aperto così le porte al territorio e le agenzie formative hanno cercato di
finalizzare i propri interventi ai bisogni dei giovani in obbligo formativo.
Per la verità questo incontro, sebbene non ricondotto a “sistema” come in questo caso, era già
stato sperimentato nel corso di altre esperienze di formazione svolte in parternariato tra scuola
e formazione professionale. Ad esempio gli interventi afferenti alle misure C/2 ed A/2 del
Fondo Sociale Europeo realizzati all’interno delle istituzioni scolastiche negli anni precedenti
all’avvio della sperimentazione, avevano permesso agli allievi degli istituti superiori di acquisire
competenze integrative rispetto al proprio curriculum di studi ordinario.
Contestualmente le scuole, con i corsi per gli adulti, avevano aperto le porte alle agenzie
formative, mettendo a disposizione le proprie competenze specifiche.
Queste modalità di collaborazione fino allora sporadiche sono divenute sistema all’interno della
sperimentazione ed hanno permesso lo sviluppo di procedure condivise. Ogni partner di questo
percorso ha portato la propria competenza e la propria professionalità.
Il fatto di porre diversi sistemi a confronto (scuola, privato, cooperative del sociale, pubblica
amministrazione) ha costituito una grande sfida, anche in considerazione del difficile momento
di transizione al quale la scuola sta assistendo.
La sperimentazione per la Provincia di Pistoia, ha visto il realizzarsi di due progetti: uno
nell’area della Valdinievole ed uno nell’area pistoiese.
Il bando prevedeva la costituzione di un Comitato di Progetto al cui interno vi erano un
rappresentante per ogni agenzia formativa ed istituzione scolastica ed un rappresentante
dell’Amministrazione Provinciale di Pistoia.
Questa sinergia, che è stata fondamentale nella realizzazione delle attività afferenti alla
sperimentazione, ha permesso anche il successivo lavoro di Ricerca Azione, che senza
l’impegno delle scuole e delle agenzie formative non sarebbe stato possibile.
In particolare sono stati proprio gli operatori coinvolti a vario titolo in questi interventi a
proseguire le attività di Ricerca Azione, trovando al proprio interno ulteriore forza ed
entusiasmo per realizzare a nuove iniziative sempre ad alto livello.
2 Bando con scadenza 28.08.2003
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I PROGETTI REALIZZATI
La Legge 53/2003, in particolare il comma tredicesimo dell’Art.7, ha abrogato la Legge 9/1999
determinando, per effetto della suddetta abrogazione, in via di fatto e di diritto, una riduzione
dell’obbligo scolastico a soli otto anni.
Per porre rimedio a questo stato di cose, in sede di Conferenza unificata Stato – Regioni, in
data 19 Giugno 2003, è stato sancito un accordo tra MIUR, MLPS, Regioni, Province autonome
di Trento e Bolzano, le Province, i Comuni e le Comunità Montane e siglato un Protocollo
d’intesa tra Regione Toscana, MIUR, MLPS in data 24 Luglio 2003 affinché, nelle more
dell’emanazione dei decreti legislativi, fosse predisposta, in via sperimentale, dall’anno
scolastico 2003/2004, un’offerta formativa in grado di soddisfare le esigenze delle ragazze e
dei ragazzi in possesso del diploma di licenza di scuola media.
Per attuare il suddetto accordo, la Regione Toscana ha emanato un bando per la presentazione
di progetti finalizzati alla realizzazione di un’offerta formativa sperimentale integrata di
istruzione e formazione professionale, con scadenza 28 Agosto 2003.
I progetti presentati nella Provincia di Pistoia sono stati due: I.F.I. e Scuola Integra, che sono
stati attuati in due aree territoriali diverse: il progetto I.F.I si è realizzato nell’area pistoiese
mentre il progetto Scuola Integra si è realizzato nell’area Valdinievole. I due progetti, pur
rispettando le linee progettuali indicate dalla Regione nel bando sopra descritto, si sono
differenziati nell’attuazione, ciascuno cercando di valorizzare le competenze specifiche presenti
sul territorio.
Il progetto I.F.I.
Il progetto I.F.I., realizzato nell’area pistoiese (Comuni di Pistoia, Agliana, Montale, Quarrata,
Serravalle Pistoiese e Montagna Pistoiese) è stato rivolto a giovani con età compresa fra 14 e
18 anni.
Il progetto ha previsto interventi rivolti a giovani inseriti nel canale scolastico di Istruzione
Professionale e a giovani al di sotto dei 18 anni che avevano abbandonato il ciclo di istruzione
secondaria e che comunque avevano conseguito la licenza di scuola media inferiore.
In seguito all’approvazione del progetto, è stata costituita una Associazione Temporanea di
Scopo costituita dai seguenti soggetti: Istituto Professionale Pacinotti, Istituto Professionale
Einaudi, CE.S.A.T. Scrl; Consorzio Platform, Servindustria Pistoia SrL, ASCOM servizi SrL, Ente
Camposampiero ONLUS. Il soggetto capofila del progetto è stato l’Istituto Pacinotti.
Ogni partner ha avuto ruoli e funzioni diverse durante la fase attuativa, in particolare:
I.P.S.I.A. Pacinotti ha svolto attività di progettazione e realizzazione dell’attività
formativa;
I.P.C. Einaudi ha svolto attività di progettazione e realizzazione dell’attività formativa;
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CE.S.A.T: Scrl ha svolto attività di progettazione stage e visite guidate;
Consorzio Platform ha seguito l’attività relativa alla progettazione ed attuazione delle
UFC di informatica;
Servindustria Pistoia Srl attività di progettazione e realizzazione dell’attività formativa;
ASCOM Servizi Srl ha svolto attività di progettazione e realizzazione dell’attività
formativa;
Ente Camposampiero ONLUS ha svolto attività di progettazione e realizzazione
dell’attività formativa (in particolare l’attività SI).
Il progetto ha previsto la realizzazione di diversi percorsi formativi secondo le tipologie previste
dal bando.
Il percorso IF, avente durata annuale, è stato rivolto a tre prime classi dell’IPIA Pacinotti
appartenenti al settore meccanico, elettrico ed elettronico. Il percorso ha avuto valenza
prevalentemente orientativa e di avvicinamento al mondo del lavoro ed ha previsto attività di
accoglienza, potenziamento delle abilità trasversali ed un percorso integrato tra scuola e
ambienti lavorativi con visite guidate in realtà aziendali e produttive.
Il percorso PF, di durata biennale, ha previsto la realizzazione di un percorso formativo volto al
conseguimento della qualifica regionale di MONTATORE MANUTENTORE DI SISTEMI
MECCANICI .
Il percorso è stato rivolto a coloro che hanno scelto il canale della Formazione Professionale, ai
giovani che hanno partecipato agli Interventi Modulari per l’Obbligo Formativo, ai giovani con
meno di 18 anni che hanno abbandonato il ciclo dell’istruzione secondaria superiore.
Il percorso è stato articolato in moduli ed ha previsto stage aziendali. Al termine di ciascun
modulo è stata rilasciata una certificazione di competenze.
Alla conclusione del percorso formativo i partecipanti hanno sostenuto un esame per il
conseguimento della qualifica professionale di secondo livello europeo.
Il percorso IP è stato rivolto ad una sola classe del corso di qualifica del settore meccanico. La
durata è stata biennale ed è stata articolata in moduli professionalizzanti, inseriti all’interno del
normale orario di lezione e sfruttando le possibilità consentite dall’autonomia scolastica. Al
termine dei moduli sono state certificate le competenze acquisite.
Nel primo e secondo anno di attività è stata prevista la realizzazione di uno stage.
Trasversalmente a tutti questi percorsi, sono stati attivati servizi di supporto all’utenza
denominati SI, con attività individuali e di gruppo dedicate all’orientamento, al Bilancio di
Competenze e alla documentazione sugli sbocchi occupazionali, nonché all’attività di
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mentoring. E’ stato attivato anche uno sportello di Supporto Motivazionale a disposizione di
tutti gli utenti dei vari percorsi formativi.
A conclusione dei percorsi attivati possiamo riportare le seguenti considerazioni:
Percorso IF
Problemi
Scarso coinvolgimento dell’intero Consiglio di classe
Scarso coordinamento di tempi e contenuti della programmazione della classe prima
Mancata diversificazione delle attività per piccoli gruppi di alunni che necessitavano di
percorsi individuali più vicini ai loro interessi
Scarsa coerenza tra il momento dell’effettuazione delle visite e la fase di
programmazione
Scarso coinvolgimento degli alunni nelle attività effettuate in classe dalle
psicopedagogiste
Scarsa conoscenza e consapevolezza del percorso da parte dei genitori.
Proposte
Progettazione di attività per piccoli gruppi
Valutazione delle competenze secondo standard riconosciuti a livello territoriale
Necessità di valutare i crediti derivanti da attività particolari inserite nel progetto al
termine dell’anno scolastico
Coinvolgimento delle famiglie.
Punti di forza
Analisi iniziale dei bisogni e delle aspettative degli alunni
Sportello motivazionale
Incontro con ex alunni dell’istituto
Visite guidate ad aziende e ad aree museali
Rapporti con il gruppo di progetto.
Azioni di miglioramento concordate
Programmazione comune da parte del Consiglio di Classe
Potenziamento dello sportello motivazionale
Presenza in classe delle psicopedagogiste nella fase iniziale relativa alla diagnostica
(alunni problematici, difficoltà di attenzione…)
Maggiore coordinamento fra insegnati di lettere ed insegnati di esercitazioni pratiche
per valorizzare l’approccio funzionale all’insegnamento della lingua.
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Percorso IP
Problemi
Scarsa consapevolezza degli alunni rispetto al percorso formativo attivato
Difficoltoso raccordo fra lavoro dei docenti e attività di formazione
Lezioni eccessivamente teoriche
Sottrazione oraria alle materie pratiche professionalizzanti.
Proposte
Le attività di formazione potrebbero essere inserite nella programmazione del Consiglio
di Classe con una revisione effettiva degli obiettivi e dei contenuti tradizionali ed essere,
quindi, svolte dai docenti della classe
La valutazione delle competenze acquisite dovrebbe rientrare a pieno titolo nella
valutazione finale dell’alunno
Valutazione delle competenze secondo standard riconosciuti a livello territoriale.
Punti di forza
Acquisizione da parte degli allievi di competenze trasversali
Visite aziendali
Stage.
Percorso PF
Problemi
Il gruppo in formazione è risultato composto di allievi poco scolarizzati, con una forte
resistenza alle regole e oppositivi ad ogni percorso tendente a riproporre schemi
scolastici. La possibilità, prevista nel progetto, di rientrare nel canale dell’istruzione non
trova riscontro nelle esigenze dei corsisti in quanto prevale in essi la necessità di
sperimentare situazioni formative diverse da ciò che è stato vissuto negativamente. Si è
riscontrato inoltre che la motivazione degli allievi diminuisce con evidenza nei periodi in
cui sono loro proposte attività teoriche
Il gruppo è risultato numeroso e le esigenze manifestate sono risultate notevolmente
diversificate
Scarsa possibilità di rendere flessibile il percorso
Raccordo con gli standard formativi minimi.
Proposte
Necessità di rendere il percorso realmente flessibile e consentire lo svolgimento dei
singoli moduli quando l’allievo è veramente pronto e motivato ad affrontare la
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situazione: dovrebbe essere presente sul territorio un’offerta permanente di moduli
formativi
Il percorso deve essere realmente alternativo e deve intervenire prima che ci sia stato il
rifiuto totale di qualunque esperienza che sia anche lontanamente riconducibile alla
situazione scolastica
Il percorso deve essere supportato ed affiancato da un servizio permanente di
orientamento
È necessario predisporre una codifica delle competenze tecnico-professionali
effettivamente legate alla realtà territoriale regionale.
Percorso SI
Problemi
Scarsa consapevolezza rispetto al percorso scelto riconducibile ad una serie di
atteggiamenti, luoghi comuni e consuetudini radicatesi nel percorso scolastico
precedente.
Proposte
Intervenire sugli insegnati responsabili dell’orientamento nella scuola media inferiore
Progettare percorsi di riorientamento per piccoli gruppi
Necessità di disporre di un servizio permanente di orientamento per l’effettiva crescita
nel senso della consapevolezza, motivazione ed impegno.
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(istitu
seP
(istituti
(ist
Provincia d
SPERIMENTAZIONE REGIONALE DI UN PERCORSO DI INTEGRAZIONE ISTRUZIONE-FORMAZIONE PRESSO IPSIA PACINOTTI - PISTOIA
Progetto “Integrazione Formazione Istruzione”
Istruzione quarto anno
Istruzione terzo anno Percorso IP ti dell’autonomia)
Istruzione condo anno ercorso IP dell’autonomia)
Istruzione primo anno Percorso IF
ituti dell’autonomia)
Percorso PF primo anno
percorso modulare di 600 ore
Percorso PF secondo anno
percorso modulare di 600
Terza area
Qualifica di “Montatore,
manutentore di sistemi meccanici”
Interventi modulari per l’obbligo
formativo
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Il Progetto SCUOLA INTEGRA
Il progetto Scuola Integra, si è realizzato nell’area Valdinievole e si è rivolto a giovani,
dell’intera Provincia di Pistoia e delle aree territoriali marginali delle province limitrofe, con età
compresa fra 14 e 18 anni.
Il progetto ha previsto interventi rivolti a giovani inseriti nel canale scolastico di Istruzione
Professionale e a giovani al di sotto dei 18 anni che avevano abbandonato il ciclo di istruzione
secondaria e che comunque avevano conseguito la licenza di scuola media inferiore.
In seguito all’approvazione del progetto è stata costituita una Associazione Temporanea di
Scopo costituita dai seguenti soggetti: Istituto Professionale Martini, Istituto Professionale
Sismondi - Pacinotti, ASCOM servizi SrL. Il soggetto capofila del progetto è stato l’Istituto
Martini.
Il progetto ha previsto la realizzazione di diversi percorsi formativi secondo le tipologie previste
dal bando.
Il percorso IF, avente durata annuale, si è rivolto a tutte le prime classi dell’Istituto
Professionale Martini e dell’Istituto Sismondi - Pacinotti. Il percorso ha avuto valenza
prevalentemente orientativa e di avvicinamento al mondo del lavoro ed ha previsto attività di
accoglienza, potenziamento delle abilità trasversali ed un percorso integrato tra scuola e
ambienti lavorativi con visite guidate in realtà aziendali e produttive.
I percorsi PF, di durata biennale hanno previsto la realizzazione dei seguenti percorsi formativi
volti al conseguimento della qualifica regionale di:
COMMIS DI SALA
COMMIS DI CUCINA
MONTATORE , MANUTENTORE DI SISTEMI MECCANICI.
I percorsi si sono rivolti ai giovani con meno di 18 anni che avevano abbandonato il ciclo
dell’istruzione secondaria superiore.
Il percorso si è articolato in moduli ed ha previsto periodi di stage aziendali. Al termine di
ciascun modulo è stata rilasciata una certificazione di competenze.
I percorsi PF sono stati realizzati in rete dai vari soggetti proponenti ed hanno previsto una
area comune relativa alle competenze di base ed una parte professionalizzante specifica
relativa alle diverse qualifiche.
Alla conclusione del percorso formativo i partecipanti hanno sostenuto un esame per il
conseguimento della qualifica professionale di secondo livello europeo.
Attualmente l’Istituto Professionale Martini e l’Istituto Professionale Sismondi – Pacinotti
stanno lavorando per predisporre una Commissione per il riconoscimento dei crediti per coloro
che volessero rientrare nel sistema scolastico secondo quanto previsto dal bando ma anche
dall’Ordinanza Ministeriale 87/2004.
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Il percorso IP si è rivolto a due gruppi di studenti provenienti dalle classi quarte dei due
Istituti. I percorsi IP progettati e realizzati sono stati finalizzati a potenziare e migliore la
specifica preparazione professionale e a far acquisire crediti validi per il conseguimento della
qualifica di OPERATORE INFORMATICO e della patente europea di Guida del Computer. È stata
prevista la realizzazione di uno stage.
Trasversalmente a tutti questi percorsi sono stati attivati servizi di supporto all’utenza
denominati SI. La struttura generale del presente percorso è stata progettata in relazione a
due considerazioni:
1. la necessità di fornire agli studenti strumenti di analisi e conoscenza di se stessi e della
realtà che consentano loro di pervenire a scelte consapevoli ed autonome
2. la necessità di porre attenzione non solo alla didattica in quanto scienza dell’insegnare, ma
anche alla matetica, ovvero la scienza dell’apprendere e la didattica vista dalla parte dello
studente.
Il percorso di Servizio di Supporto Individuale è stato costituito dalle seguenti fasi (diversificate
in relazione ai diversi percorsi previsti dal progetto e specificate in dettaglio nelle sezioni
dedicate alle singole azioni del percorso SI):
1.accoglienza
2.tutoring
3.servizio di consulenza
4.bilancio di competenze
5.orientamento.
La struttura modulare ha offerto buoni margini di flessibilità rispetto alle modalità di
intervento e di sostegno delle esigenze e dei bisogni del singolo allievo, garantendo un
supporto individualizzato che si articola lungo l’intero anno formativo. Tutto il percorso SI, è
infatti stato studiato, in modo da offrire una struttura che permettesse ai soggetti di esprimere
i propri bisogni, difficoltà e richieste in ogni fase del ciclo di studio, formulando il tutto in
termini di esigenze connesse alla successiva e diretta assunzione di responsabilità rispetto alle
scelte formative e lavorative.
Il percorso SI è stato fondato su un modello di tipo progressivo, ovvero basato su:
una progressiva crescita anno dopo anno
un progressivo aumento del livello di analisi e di riflessione delle tematiche e delle variabili
con cui i ragazzi sono chiamati a lavorare nelle diverse fasi.
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I seguenti flussogrammi illustrano l’articolazione del progetto
DETTAGLIO PERCORSI FORMATIVI IPSSAAR “F.MARTINI
CF crediti scolatici e/o formativi
CF- crediti scolastici e formativi
(UFC)
CF crediti scolastici e/o formativi
CF crediti scolastici e/o formativi
CF crediti scolastici e/ o formativi
Istruzione 2° anno
Istruzione4° anno
Istruzione3° anno
Istruzione 5° anno
Istruzione1° anno
I/F Laboratorio
esperienziale di Cucina e
Sala/bar
P/F1° anno(500 ore)
P/F2° anno(500 ore)
Qualifica scolastica
ModuliI/P
(150 ore)
Moduli I/P
(150 ore)
Commis di Cucina
DIPLOMA
GIOVANI 16° anno di età
GIOVANI 17° anno di età
S/I
S/I
S/I
S/I
S/I
Commis di Sala
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DETTAGLIO PERCORSI FORMATIVI
ISTITUTO PROFESSIONALE “SISMONDI”
CF crediti scolatici e/o formativi
CF- crediti scolastici e formativi
(UFC)
CF crediti scolastici e/o formativi
CF crediti scolastici e/o formativi
CF crediti scolastici e/ o formativi
Istruzione 2° anno
Istruzione4° anno
Istruzione3° anno
Istruzione 5° anno
Istruzione1° anno
P/F1° anno(550 ore)
P/F2° anno(550 ore)
Qualifica scolastica
ModuliI/P
(150 ore)
Moduli I/P
(150 ore)
Montatore Manutentore Meccanico
DIPLOMA
GIOVANI 16° anno di età
GIOVANI 17° anno di età
S/I
S/I
S/I
S/I
I/F Eco Azi e Tur Graf Pubblic Mecc Termic Elett Elettr
S/I
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IL PROGETTO I.F.I. 2
Il progetto I.F.I.2, è in fase di realizzazione nell’area pistoiese in particolare nei comuni di
Pistoia, Quarrata, Agliana, Montale, Serravalle Pistoiese e Montagna Pistoiese e si rivolge a
giovani con età compresa fra 14 e 18 anni.
Il progetto ha previsto interventi rivolti a giovani inseriti nel canale scolastico di Istruzione
Professionale e a giovani al di sotto dei 18 anni che avevano abbandonato il ciclo di istruzione
secondaria e che comunque avevano conseguito la licenza di scuola media inferiore.
In seguito all’approvazione del progetto è stata costituita una Associazione Temporanea di
Scopo costituita dai seguenti soggetti: Istituto Professionale Pacinotti, Istituto Professionale
Einaudi, CE.S.A.T. Scrl; Consorzio Platform, Servindustria Pistoia SrL, ASCOM Servizi SrL, Ente
Camposampiero ONLUS. Il soggetto capofila del progetto è l’IPSIA Pacinotti.
Ogni partner ha avuto ed ha ruoli e funzioni diverse durante la fase attuativa in particolare:
I.P.S.I.A. Pacinotti ha svolto attività di progettazione e realizzazione dell’attività
formativa;
I.P. Einaudi ha svolto attività di progettazione e realizzazione dell’attività formativa;
CE.S.A.T: Scrl ha svolto attività di progettazione stage e visite guidate;
Consorzio Platform ha seguito l’attività relativa all’attuazione delle UFC di informatica ed
inoltre sta seguendo la realizzazione dell’attività formativa della seconda annualità del
percorso PF “Addetto Assemblaggio PC”;
Servindustria Pistoia Srl attività di progettazione e realizzazione dell’attività formativa;
ASCOM Servizi Srl ha svolto attività di progettazione e realizzazione dell’attività
formativa;
Ente Camposampiero ONLUS ha svolto attività di progettazione e realizzazione
dell’attività formativa in particolare per quanto riguarda l’attività SI.
Il progetto ha previsto la realizzazione di diversi percorsi formativi secondo le tipologie previste
dal bando.
Il percorso IF, avente durata annuale, si è rivolto a tre prime classi dell’IPSIA Pacinotti ognuna
delle quali appartenenti al settore meccanico, elettrico ed elettronico. Il percorso ha avuto
valenza prevalentemente orientativa e di avvicinamento al mondo del lavoro ed ha previsto
attività di accoglienza, potenziamento delle abilità trasversali ed un percorso integrato tra
scuola e ambienti lavorativi con visite guidate in realtà aziendali e produttive.
I percorsi PF, di durata biennale attualmente in fase di realizzazione hanno previsto la
realizzazione di un percorso formativo volto al conseguimento della qualifica regionale di
ADDETTO ALL’ASSEMBLAGGIO PC (nuova qualifica validata dalla Regione Toscana) e di
ADDETTO AGLI UFFICI TURISTICI.
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I percorsi PF si sono rivolti a coloro che al termine del percorso IF hanno scelto il canale della
Formazione Professionale, ai giovani che hanno partecipato agli Interventi Modulari per
l’Obbligo Formativo, ai giovani con meno di 18 anni che avevano abbandonato il ciclo
dell’istruzione secondaria superiore.
Il percorso si è articolato in moduli ed ha previsto periodi di stage aziendali. Al termine di
ciascun modulo è stata rilasciata una certificazione di competenze.
Alla conclusione del percorso formativo i partecipanti sosterranno un esame per il
conseguimento della qualifica professionale di secondo livello europeo.
Il percorso IP rivolge alle tre classi che hanno frequentato il percorso IF nell’ambito del primo
anno di sperimentazione. La durata è biennale e si è articola in moduli professionalizzanti,
inseriti all’interno del normale orario di lezione sfruttando le possibilità consentite
dall’autonomia didattica. Al termine dei moduli verranno certificate le competenze acquisite.
Trasversalmente a tutti questi percorsi sono stati attivati servizi di supporto all’utenza
denominati SI nella forma di attività individuali e di gruppo dedicate all’orientamento al
Bilancio di Competenze e documentazione sugli sbocchi occupazionali nonché attività do
mentoring nei percorsi di alternanza formazione/lavoro. E’ stato attivato anche uno sportello di
Supporto Motivazionale a disposizione di tutti gli utenti dei vari percorsi formativi.
A conclusione della prima annualità dei percorsi attivati possiamo rilevare che al fine di
migliorare la qualità dei progetti sia necessario un più ampio coinvolgimento del corpo docente
in modo che ci sia un maggiore raccordo tra tempi della programmazione curricolare e i tempi
delle attività previste (migliorerebbe così l’integrazione curricolare); inoltre appare
fondamentale anche migliorare la comunicazione con le famiglie al fine di renderle
maggiormente consapevoli rispetto ai percorsi sperimentali in atto.
Punti di forza del progetto da mettere in evidenza sono l’alternanza scuola-lavoro, le attività
individualizzate, la rete territoriale sviluppata che vede coinvolti diversi attori locali.
Permangono comunque alcune difficoltà di tipo strutturale ed organizzativo quali
l’individuazione delle Risorse Umane da impegnare nelle attività, la ricettività del territorio
riguardo alle attività di alternanza scuola-lavoro, la scarsa consapevolezza dei docenti e degli
alunni riguardo al sistema dei crediti per le competenze acquisite, il limitato grado
d’individualizzazione degli interventi rispetto ai reali bisogni rilevati in fase di attuazione.
Per cercare di risolvere questi problemi si ritiene necessario potenziare le seguenti fasi:
l’accoglienza prevedendo un maggiore coinvolgimento dei giovani e delle loro famiglie nonché
delle Risorse Umane impegnate nelle attività formative, l’orientamento (attraverso la
realizzazione di un modulo di orientamento propedeutico nella nuova sperimentazione), la
formazione formatori ed il monitoraggio in itinere ed ex post.
Inoltre appaiono fondamentali altri due elementi: l’ampliamento dell’offerta formativa extra
sperimentazione, l’adozione di metodologie attive ed il potenziamento della rete territoriale.
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IL PROGETTO SCUOLA INTEGRA II
Il progetto Scuola Integra II, è in fase di realizzazione nell’area Valdinievole e si rivolge a
giovani, dell’intera Provincia di Pistoia e delle aree territoriali delle province limitrofe, con età
compresa fra 14 e 18 anni.
Il progetto ha previsto interventi rivolti a giovani inseriti nel canale scolastico di Istruzione
Professionale e a giovani al di sotto dei 18 anni che avevano abbandonato il ciclo di istruzione
secondaria e che comunque avevano conseguito la licenza di scuola media inferiore.
In seguito all’approvazione del progetto è stata costituita una Associazione Temporanea di
Scopo costituita dai seguenti soggetti: Istituto Professionale Martini, Istituto Professionale
Sismondi - Pacinotti, ASCOM Servizi SrL. Il soggetto capofila del progetto è l’Istituto Martini.
Il progetto prevede la realizzazione di diversi percorsi formativi secondo le tipologie previste
dal bando.
Il percorso IF, avente durata annuale, si è rivolto a tutte le prime classi dell’Istituto
Professionale Martini e dell’Istituto Sismondi - Pacinotti. Il percorso ha avuto valenza
prevalentemente orientativa e di avvicinamento al mondo del lavoro ed ha previsto attività di
accoglienza, potenziamento delle abilità trasversali ed un percorso integrato tra scuola e
ambienti lavorativi con visite guidate in realtà aziendali e produttive.
I percorsi PF, di durata biennale, al momento in attuazione, prevedono la realizzazione dei
seguenti percorsi formativi volti al conseguimento della qualifica professionale (di secondo
livello europeo) di:
COMMIS DI SALA
COMMIS DI CUCINA
MONTATORE , MANUTENTORE DI SISTEMI MECCANICI
PARRUCCHIERE UNISEX.
I percorsi si sono rivolti a coloro che al termine del percorso I/F hanno scelto il canale della
Formazione Professionale, ai giovani con meno di 18 anni che avevano abbandonato il ciclo
dell’istruzione secondaria superiore.
Il percorso si articola in moduli e prevede periodi di stage aziendali. Al termine di ciascun
modulo viene rilasciata una certificazione di competenze.
I percorsi PF si realizzano in rete fra i vari soggetti proponenti e prevedono una area comune
relativa alle competenze di base ed una parte professionalizzante specifica relativa alle diverse
qualifiche.
Alla conclusione del percorso formativo i partecipanti sosterranno un esame per il
conseguimento della qualifica di secondo livello europeo.
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Il percorso IP si rivolge a due gruppi di studenti provenienti dalle classi seconde e terze dei due
Istituti. I percorsi IP progettati e realizzati sono finalizzati a potenziare e migliore la specifica
preparazione professionale e a far acquisire crediti validi per la patente europea di Guida del
Computer. È stata prevista la realizzazione di uno stage.
Trasversalmente a tutti questi percorsi sono stati attivati servizi di supporto all’utenza
denominati SI costituiti dalle seguenti fasi:
1.accoglienza
2.tutoring
3.servizio di consulenza
4.bilancio di competenze
5.orientamento
La progettazione di queste attività è stata per lo più calcata da quella realizzata nel primo
progetto realizzato negli anni scolastici 2003/2004 e 2004/2005.
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L’IMPIANTO DELLA RICERCA AZIONE
Premessa
Nella Provincia di Pistoia le azioni legate alla sperimentazione dell’obbligo formativo sono state
progettate e gestite da due Comitati di Progetto, uno nell’area Pistoiese ed uno nell’area
Valdinievole, con un coordinamento garantito a livello di amministrazione provinciale, ma non
formalizzato in termini di composizione del gruppo e di modalità operative.
La Provincia di Pistoia ha ritenuto di perfezionare e formalizzare il coordinamento dei due
Comitati di Progetto con la nomina di un coordinatore interno e mediante l’utilizzo delle risorse
previste dal progetto di Ricerca Azione per il sostegno alla sperimentazione, con l’intento di
rendere omogenee lo modalità di gestione delle azioni dell’obbligo formativo e di condividere i
criteri per il loro monitoraggio.
La Ricerca Azione ha dunque affrontato il problema del coordinamento e della uniformità e
della coerenza delle azioni dell’obbligo formativo sul territorio della Provincia pensando alla
sperimentazione come ad un qualsiasi sistema di gestione di un’offerta formativa e iniziando a
definirne i contorni come indicato dalle norme sui sistemi di gestione per la qualità, in questo
caso con riferimento alla più diffusa norma ISO 9001/2000.
La scelta di questa cornice di riferimento è stata anche sostenuta dal fatto che i diversi soggetti
attuatori conoscevano questa norma avendola applicata nei rispettivi sistemi di gestione delle
attività formative finanziate, in virtù dei requisiti imposti dal dispositivo regionale di
accreditamento delle sedi formative.
Questa scelta ha permesso di costituire un primo livello di concetti e metodi già noti e condivisi
tra soggetti diversi chiamati ad operare sugli stessi fenomeni. Una grammatica comune per
una progettazione integrata. L’approccio per processi.
Naturalmente, questa impostazione dell’impianto della ricerca azione non intendeva sviluppare
un completo sistema di gestione conforme alla norma ISO; puntava piuttosto a definire, grazie
ad una cornice di riferimento condivisa, modalità di gestione e controllo in grado di affrontare
in modo omogeneo i processi di fatto comunque gestiti; di evidenziarne le criticità, di
pianificare le azioni necessarie per la loro attuazione e di tenerli sotto controllo con modalità e
strumenti condivisi.
Per maggiore chiarezza si può descrivere la serie di processi che caratterizzano le attività di
formazione e che sono stati considerati all’interno dell’impianto della Ricerca Azione secondo lo
schema che segue.
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PLANDO
DO
CHECKPLAN
CHECK
ACT
ACT
ACT
PLAN
ACT
Processi di Direzioneprocessi relativi agli utenti
processi relativi agli utenti
analisi dei fabbisogni
analisi della soddisfazione
pianificazione e coordinamentogestione amministrativa
processi realizzativi
promozione e diffusioneerogazionetutoraggio
gestione delle risorse misurazioni
selezione e formazione
docenti
gestione della documentazione
monitoraggiovalutazione
L’approccio per processi attuato nella ricerca azione
La visione sistemica
Come si evidenzia nella sintesi grafica qui sopra l’articolazione delle attività di un qualsiasi
sistema organizzato può essere vista come una serie di processi fra loro integrati.
I processi sono sequenze logiche e reali di attività collegate tra loro da flussi di informazioni. Le
attività sono svolte da operatori che utilizzano risorse vincolate da controlli di vario tipo
(norme, regolamenti, vincoli organizzativi e logistici ed altri).
Nel caso specifico di sistemi organizzativi che si occupano di percorsi di formazione, si tratta di
insiemi di attività che trasformano informazioni in ingresso (ad esempio un profilo di utente) in
informazioni o servizi in uscita (ad esempio un progetto di percorso individualizzato). Le
informazioni in uscita hanno valore per chi sta a valle del processo stesso (ad esempio, un
soggetto che può assumere l’utente o un Istituto Scolastico che lo riprende in carico).
I diversi processi che definiscono un sistema organizzativo sono collegati tra loro in maniera
tale che il risultato in uscita da un processo (output) può costituire l’informazione in ingresso
(input) del processo successivo.
I processi sono quindi strumenti di lettura organizzativa, di autodiagnosi, di pianificazione e di
gestione dei comportamenti organizzativi, guidati da una logica di creazione di valore.
Provincia di Pistoia - Servizio Istruzione, Formazione e Cultura Pagina 24 di 61
Ci sono alcuni vantaggi nel gestire l’offerta di un servizio come quello dell’obbligo formativo,
ovvero dell’integrazione tra istruzione e formazione professionale, pensandolo per processi.
Si supera la logica della gerarchia e della funzione specifica, per ridurre l’impermeabilità
tra diversi settori o attori del contesto.
È possibile identificare meglio e quindi condividere le fasi attraverso cui si sviluppano i
diversi comportamenti organizzativi.
Sono identificati i responsabili e i diversi collaboratori di una serie di comportamenti
organizzativi.
È possibile definire a priori l’esito atteso dei diversi processi (ciò che talora prende il
nome di requisito del servizio).
È possibile prevedere l’interazione con altri processi e con i diversi interlocutori interni
ed esterni, anticipando e prevenendo eventuali problemi di interazione e
comunicazione.
Permette di controllare con maggiore precisione gli stati di avanzamento.
Permette di aumentare la conoscenza e la condivisione del sistema e dei percorsi sia da
parte dei membri dell’organizzazione (clienti interni) che dei clienti/utenti.
Consente infine di predisporre le opportune azioni di miglioramento.
La squadra di processo
Per garantire la gestione e il controllo dei processi si costituisce una cosiddetta squadra di
processo (nella ricerca azione è stato il gruppo di coordinamento provinciale) e si assegna
successivamente ogni processo ad un “proprietario”, ossia a qualcuno che ha la responsabilità
di tutto il processo e una definita autorità decisionale; nella ricerca azione questa funzione è
stata svolta dalle commissioni tecniche il cui compito era di sviluppare i processi e di riportare
gli avanzamenti al coordinamento provinciale.
L’effetto principale che si ottiene con la nomina dei proprietari dei processi è quello di
semplificare verticalmente l’organizzazione, riunendo insieme le funzioni decisionali e le
mansioni operative. Altro vantaggio è la possibilità di ridurre il numero dei controlli anche in
seguito alla diminuzione dei flussi informativi verticali.
La squadra di processo è opportunamente addestrata ai concetti dell’approccio per processi e
all’utilizzo degli strumenti per il controllo, in particolare la documentazione descrittiva dei
processi. Le cosiddette procedure. Nel caso della ricerca azione questa fase è stata molto
veloce data la relativa confidenza dei diversi membri del gruppo di coordinamento provinciale
con questo approccio.
La mappatura, la scelta dei processi critici e la definizione
Il passo successivo nell’attuare un approccio per processi in un sistema organizzativo consiste
nell’identificazione di tutti i processi, di solito chiamata “mappatura”.
Provincia di Pistoia - Servizio Istruzione, Formazione e Cultura Pagina 25 di 61
La mappatura dei processi è un’azione per certi versi suggestiva perchè richiede una rassegna
delle attività che l’organizzazione svolge e l’identificazione dei collegamenti tra di esse.
Attraverso la mappatura le persone scoprono spesso cose interessanti e, per lo più, date per
scontate. Emergono infatti esplicitamente, e sono definite con precisione maggiore, sequenze
di attività che, di norma, sono implicite e anche poco note e condivise. (“Gli altri non capiscono
che lavoro sto facendo e quanto mi costa”). Nel caso della ricerca azione la mappatura è stata
condotta naturalmente dal coordinamento provinciale, sulla base dell’esperienza acquisita nel
corso della sperimentazione.
Una volta effettuata la mappatura e distinti i processi si passa alla scelta dei processi critici per
i quali si dovrà successivamente predisporre una descrizione. Questa azione è chiamata
definizione del processo.
Definire un processo significa identificare nel dettaglio la sequenza di attività che lo
costituiscono, precisando per ciascuna di esse: la responsabilità (chi fa quell’attività), l’input,
le attività costitutive, l’output, il destinatario, o cliente, i criteri che guidano le attività, le
risorse impiegate e i vincoli.
In pratica per prima cosa conviene elencare le attività; in ordine cronologico se possibile. In
seguito si riporta le altre informazioni in una tabella in cui l’output dell’attività precedente è
l’input di quella successiva.
Di nuovo si scoprono cose interessanti. La prima è che le persone che da anni svolgono un
certo numero di attività, e lo fanno con consapevolezza e competenza, possono trovare
difficoltà nel rendere esplicito questo loro lavoro. Il che suggerisce che è probabile che altri
membri del sistema, specialmente se appartenenti ad organizzazioni diverse o con diverse
competenze, facciano fatica a vederlo e a riconoscerlo quel lavoro.
Come risultato si producono così informazioni che riguardano:
prodotti o informazioni che il processo dovrà elaborare;
obiettivi e relativi indicatori da monitorare;
istruzioni che indicano cosa fare e quali informazioni elaborare;
attività da svolgere e indicazioni sul chi fa che cosa;
interfacce con altri processi a monte o a valle;
controlli da effettuare per verificare la conformità dei risultati del processo alle
specifiche previste;
risorse utilizzate e loro caratteristiche;
competenze necessarie per lo svolgimento del processo;
responsabilità delle attività del processo;
vincoli che intervengono sullo svolgimento del processo;
documenti necessari per il controllo del processo
Da quali processi iniziare.
Provincia di Pistoia - Servizio Istruzione, Formazione e Cultura Pagina 26 di 61
Gestire per processi un sistema integrato come quello che si occupa dell’obbligo formativo
richiede un investimento importante nella fase iniziale, al quale corrisponde tuttavia una
successiva economia.
E’ improbabile che si possa lavorare contemporaneamente sulla definizione di tutti i processi.
In pratica si tratta di scegliere con quali partire. La scelta può essere condotta in funzione di
variabili diverse.
Si può partire da quei processi che, già di per sé, sono ben definiti e con i quali si può ottenere
buoni risultati visibili subito. Questa scelta può aiutare il coinvolgimento delle persone e far
crescere la motivazione.
Si può scegliere invece di definire i processi più critici perché si sono rilevate disfunzioni
nell’erogazione di parti del servizio, o perché si fatica a definire delle responsabilità.
Si può scegliere di definire i processi centrali perché si considera che l’attività caratteristica
debba essere la prima a garantire la qualità.
Insomma, la scelta dei processi con i quali iniziare il lavoro di definizione è nelle mani di chi
interpreta la Direzione Strategica (nella ricerca azione il coordinamento provinciale) e non
esiste scelta migliore o peggiore (anche se esistono scelte più facili e più difficili ed esistono
scelte più o meno coerenti). Se un sistema è gestito in riferimento a documenti o norme che
ne descrivono gli obiettivi strategici, o le finalità generali, le scelte in ordine all’importanza
sono già riportate lì e possono essere accompagnate da scelte di natura organizzativa o legate
a competenze specifiche.
Nella pratica della ricerca azione la mappatura e la selezione dei processi da tenere sotto
controllo è stata effettuata dal gruppo di coordinamento provinciale esaminando le criticità
della sperimentazione attuata fino ad allora e i processi sono stati assegnati ad alcune
commissioni tecniche per la loro definizione e per l’attuazione.
Il percorso della Ricerca Azione
Tenendo conto delle premesse descritte nei paragrafi precedenti, nell’ambito della ricerca
azione sono stati dunque costituiti:
a) un gruppo di coordinamento provinciale, composto dai rappresentanti dei due Istituti
capofila, dal rappresentante della Provincia e da un rappresentante di agenzie o altri enti
per ciascun comitato locale, con il compito di pianificare gli stati di avanzamento della
ricerca azione, controllarne l’attuazione e rispondere nei confronti della Provincia;
b) tre commissioni tecniche, composte dai soggetti appartenenti a scuole o agenzie, in
rappresentanza di entrambi i Comitati Locali, con il compito di definire azioni di
miglioramento rispetto alle criticità emerse.
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La prima azione concreta del coordinamento provinciale è stata dunque il monitoraggio delle
attività compiute nel corso del primo anno di sperimentazione dell’obbligo formativo, dal quale
sono emerse alcune criticità:
1. il disegno organizzativo e le diverse responsabilità attuative: benchè il sistema integrato
Provincia, Istituzioni scolastiche, Agenzie formative avesse di fatto gestito le azioni della
sperimentazione, non erano formalizzati responsabilità, competenze, livelli di decisionalità
e modalità di comunicazione.
2. la pianificazione, il monitoraggio ed il controllo dei processi: non essendo attuato un
approccio per processi, la sperimentazione aveva prodotto momenti di monitoraggio
episodici e non sistematici, con un coinvolgimento variabile dei diversi attori.
3. la gestione documentale: non erano stati definiti a priori i documenti necessari per la
gestione della sperimentazione, per quanto numerosi documenti fossero di fatto utilizzati
dai diversi operatori nelle diverse fasi. Non erano inoltre specificate le modalità di
gestione, di archiviazione e di reperimento delle documentazioni prodotte.
4. la promozione e la diffusione delle azioni: le attività di promozione e diffusione realizzate
non erano state pianificate a livello provinciale e avevano visto una partecipazione
variegata degli attori della sperimentazione. In particolare si riteneva che tali attività
dovessero puntare ad un maggiore coinvolgimento delle famiglie e dei ragazzi stessi.
5. l’analisi dei fabbisogni ed il processo di tutoraggio: erano emerse difficoltà nella
condivisione delle informazioni relative agli utenti nei passaggi tra Centro per l’Impiego
con i tutor dell’Obbligo Formativo e docenti e professionisti impegnati nell’erogazione
delle attività.
6. la valutazione degli esiti e la certificazione delle competenze: questa criticità era emersa
con particolare enfasi, richiamando soprattutto l’assenza di indicazioni definite a livello
regionale che potessero equiparare percorsi diversi realizzati in territori diversi, o presso
organizzazioni diverse. Pur sottolineando l’estrema criticità di questa assenza, è stata
proprio essa la ragione per la quale il coordinamento provinciale ha stabilito di non
dedicarsi a questo processo (al quale aveva peraltro già dedicato attenzione e studio
all’inizio della sperimentazione); per non contribuire alla proliferazione di modelli privi di
ratifica formale e valore almeno orientativo.
7. la selezione e la formazione dei docenti: è stata la criticità più sentita, in particolare dagli
operatori di prima linea (docenti e esperti intervenuti nei percorsi).
Come si nota, le criticità riflettono quattro dei 5 punti elencati nell’allegato A del Decreto
Regionale n. 828 del 23.12.03 come attività previste dalla Ricerca Azione: segnatamente, i
punti
1) crediti formativi
2) promozione
4) strumenti di valutazione
5) attività formative
Provincia di Pistoia - Servizio Istruzione, Formazione e Cultura Pagina 28 di 61
Criticità 1) e 2) Il disegno organizzativo, la pianificazione ed il monitoraggio.
Per rispondere a queste criticità è stata definita la struttura organizzativa descritta nel disegno
sottostante.
GRUPPO DI
COORDINAMENTO PROVINCIALE
COMITATO DI
PROGETTO PISTOIA
COMITATO DI PROGETTO
VALDINIEVOLE
PROMOZIONE ANALISI DEI FABBISOGNI E TUTORAGGIO
GESTIONE RISORSE
DOCUMENTALIVALUTAZIONE
GESTIONE RISORSE UMANE
livello di pianificazione
e controllo
livello di progettazione
livello di attuazione
COMMISSIONI TECNICHE
L’attività di coordinamento è stata assistita dalla coordinatrice interna nominata dalla Provincia
che ha svolto una funzione costante e preziosa di segreteria organizzativa e di
documentazione, con il compito di controllare la calendarizzazione degli eventi, inviare le
comunicazioni per la partecipazione ed assicurare le informazioni necessarie per la
rendicontazione economica della ricerca azione, la quale è stata affidata alla Direzione
Amministrativa di uno degli Istituti.
A questo scopo, per una condivisione più efficiente delle informazioni e per una
documentazione più accurata del lavoro svolto, è stato attivato un sito WEB di servizio per la
ricerca azione, dotato di un forum nel quale sono confluiti i documenti tecnici prodotti, insieme
al calendario degli eventi e ad altri contenuti a carattere tecnico in un’area riservata agli
operatori. Un’area pubblica del sito è stata invece destinata alla comunicazione esterna ed alla
promozione e diffusione.
Le commissioni tecniche si sono dedicate ai diversi processi organizzativi utilizzando lo schema
qui riportato che era di volta in volta compilato ed aggiornato per pianificare e documentare lo
stato di avanzamento dei lavori:
Provincia di Pistoia - Servizio Istruzione, Formazione e Cultura Pagina 29 di 61
RICERCA-AZIONE “PROGETTO DI SOSTEGNO AI COMITATI DI PROGETTO”
Schema sinottico per la pianificazione ed il controllo delle attività GRUPPO COMPONENTI COMISSIONE
TECNICA FINALITA’ OBIETTIVI AZIONI TEMPI
PROMOZIONE E DIFFUSIONE
A
PLATFORM ASCOM ENTE
CAMPOSAMPIERO PACINOTTI
SERVINDUSTRIA PROVINCIA DI
PISTOIA
GESTIONE RISORSE DOCUMENTALI E MONITORAGGIO
TUTORAGGIO E ANALISI DEI BISOGNI
B
SERVINDUSTRIA
PACINOTTI ASCOM
PLATFORM Tutor/Centro
Impiego PROVINCIA DI
PISTOIA
VALUTAZIONE ESITI E CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE
C
ENTE CAMPOSAMPIERO
Rappresentante dei docenti ASCOM
PROVINCIA DI PISTOIA
SOSTEGNO PROFESSIONALE FORMAZIONE DOCENTI
Nell’ottica della ricerca azione, una volta definite le finalità generali da parte del coordinamento
provinciale sono state le commissioni stesse ad identificare obiettivi specifici, azioni e tempi,
riportando mensilmente gli esiti del lavoro al gruppo di coordinamento per la loro diffusione.
Criticità 3) Gestione documentale
Anche la gestione della documentazione è risultata un’area critica. Non erano stati identificati
documenti di sistema pianificati e condivisi (per documento di sistema si intende
genericamente un documento che attesta l’attuazione di un qualcosa e che è approvato prima
del suo utilizzo). Esistevano naturalmente nella precedente esperienza dei documenti destinati
a registrare attività, i quali tuttavia, non sono stati usati in maniera uniforme, o anche solo
esplicitamente condivisa (ad esempio i registri delle presenze).
La commissione tecnica ha lavorato dunque per garantire la disponibilità di documentazione
tecnica uniforme ed approvata per tutti i soggetti partecipanti, a partire dai documenti esistenti
(Esempio: strumenti di rilevazione dati, schede profilo, strumenti di misurazione e verifica).
La commissione si è dedicata ad un’analisi documentale ed alla revisione ed approvazione della
documentazione esistente. Ha prodotto infine nuova documentazione di sistema rendendola
disponibile per gli utilizzatori mediante il forum del sito di servizio. La commissione ha anche
Provincia di Pistoia - Servizio Istruzione, Formazione e Cultura Pagina 30 di 61
predisposto una procedura per la gestione della documentazione prodotta nell’ambito della
sperimentazione dell’obbligo formativo.
Criticità 4) Promozione e diffusione
Analogamente, è apparso necessario predisporre una serie di iniziative di promozione destinate
a render nota la sperimentazione presso altri Istituti e nella prospettiva della successiva
attuazione per gli istituti tecnici ed i licei.
Per questo processo si è inteso assicurare l’attuazione di una serie di eventi a carattere
informativo destinati ad enti ed istituzioni ed al loro personale per diffondere la conoscenza
della sperimentazione.
Contemporaneamente si è agito per migliorare la diffusione dell’informazione circa la
sperimentazione anche nell’ambito delle famiglie e dei luoghi di aggregazione non formale.
Esempi di alcune di queste attività si trovano altrove in questo report, nei paragrafi che
descrivono il lavoro delle commissioni tecniche.
Criticità 5) Analisi dei fabbisogni e tutoraggio
Una criticità molto sentita della prima annualità era riferita all’analisi dei fabbisogni e dei
requisiti degli allievi, la quale non sembrava aver prodotto una selezione coerente con le
caratteristiche dell’offerta formativa definite a priori dalle normative.
La commissione ha dunque lavorato per definire in modo condiviso tra i diversi soggetti
attuatori le caratteristiche degli allievi che possono accedere alla sperimentazione (profilo di
ingresso, requisiti minimi di competenza, motivazione) identificando anche tempi e modalità
per affiancare gli allievi durante il percorso formativo con un’efficace azione di tutoraggio.
Anche per queste attività, e per alcuni esempi di documentazione prodotta, si rimanda al
paragrafo curato dalla commissione tecnica.
Criticità 6) Valutazione degli esiti e certificazione delle competenze
Questa parte della sperimentazione, identificabile in termini di qualità come area delle
misurazioni è risultata, come accennato sopra, particolarmente critica per l’assenza di
indicatori, criteri e valori soglia definiti e condivisi.
Naturalmente questo aveva comportato già in precedenza difficoltà nella comparazione tra esiti
di percorsi formativi diversi e, conseguentemente, ha reso critici e, comunque, non controllati,
i passaggi tra di essi che la normativa prevede.
Considerando che altre Province erano impegnato su questo punto e che non si avevano
indicazioni di scelte regionali in ordine a quale modello di certificazione adottare, il
coordinamento ha stabilito di soprassedere a questa criticità per non aggiungere complessità e
Provincia di Pistoia - Servizio Istruzione, Formazione e Cultura Pagina 31 di 61
materiali alla pletora di produzioni che nel tempo si sono avvicendate, in attesa di indicazioni
sulla scelta di un modello che abbia almeno valore regionale.
Criticità 7) La selezione e la formazione dei docenti
La selezione e formazione delle risorse umane impegnate nella sperimentazione è stata la
criticità più sentita e descritta dai soggetti partecipanti al monitoraggio della prima annualità.
La cosa non sorprende, se si tiene conto del fatto che gli allievi della sperimentazione
presentano caratteristiche, aspettative, competenze in ingresso, e motivazioni probabilmente
in parte diverse dagli allievi di un corso di istruzione scolastico e che i “fornitori” di docenza
sono forse più attrezzati per i secondi, quando lo siano, che per i primi.
La commissione ha quindi lavorato per garantire al personale docente impegnato nella
sperimentazione un sostegno costante per svilupparne la capacità di gestire la relazione
educativa anche a fronte di situazioni critiche, conflittuali e non fronteggiabili con i consueti
strumenti normativi scolastici.
I dettagli dell’attività svolta sono descritti nel paragrafo curato dalla commissione tecnica.
Occorre segnalare che la partecipazione alle attività di formazione da parte degli insegnanti è
stata scarsa in numero ed episodica come frequenza. La cosa può apparire strana, se si
considera che gli insegnanti stessi hanno per primi richiesto un sostegno di questo genere,
trovandosi a sperimentare difficoltà inconsuete nella gestione delle classi o anche difficoltà
maggiori di quelle consuete.
La cosa si può spiegare in diversi modi.
Un primo motivo di questa scarsa presenza è forse legato alla situazione generale
dell’Istituzione scuola che, specialmente negli ultimi due anni, non ha saputo mostrare una
direzione precisa alle sue componenti e sembra aver rinunciato all’idea di una maggiore
professionalizzazione in cambio di una progressiva riduzione di costi.
Un secondo motivo risiede forse nella necessità di individuare criteri per la selezione del
personale docente sulla base di requisiti professionali definiti considerate le caratteristiche
degli allievi in formazione che hanno per lo più maturato esperienze negative .
Supervisione e consulenza metodologica
Infine, per garantire la continuità dell’azione di coordinamento e di sostegno ai gruppi di
progetto, è stata prevista un’attività di supervisione e consulenza che ha accompagnato sia il
gruppo di coordinamento che le commissioni tecniche per l’elaborazione della documentazione
necessaria e per il rispetto dei tempi e delle sequenze di attività previste dalla pianificazione
riportata sotto. Nella tabella che segue sono indicati i processi gestiti, gli attuatori e la
tempistica della pianificazione.
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PIANIFICAZIONE
Processi da tenere sotto controllo TEMPI
sett ott nov dic gen feb mar apr mag
pianificazione x x
analisi dei fabbisogni e dei requisiti x x x
Gestione documentale e tutoraggio x x x x x
Coordinamento e monitoraggio x x x x x x x x x
valutazione esiti, certificazione competenze,
analisi della soddisfazione x x
promozione x x x
formazione docenti, tutor, altre azioni x x x x x x
documentazione e diffusione x x x x x
gruppo di coordinamento commissione tecnica agenzia o ente centri per l'impiego
Conclusioni
La scelta di identificare come cornice di riferimento condivisa la norma sui sistemi di gestione
per la qualità e di pianificare l’attività secondo un approccio per processi sembra aver pagato in
termini sia d’efficacia (documentazione prodotta e controllo effettivo sugli stati d’avanzamento)
che d’efficienza (riduzione dei tempi di coordinamento, ottimizzazione delle risorse attraverso
le commissioni, disponibilità costante della documentazione via Web, flussi di comunicazione
migliorati).
Le impressioni riportate dai partecipanti alla ricerca azione parlano di maggiore condivisione e
di maggiore controllo.
Provincia di Pistoia - Servizio Istruzione, Formazione e Cultura Pagina 33 di 61
Un aspetto cruciale di quest’impostazione, voluto dalla Provincia e tendente a valorizzare la
partecipazione dei singoli, la quale, ricordiamolo, è pur sempre su base volontaria, è stato
senz’altro la decisione di assegnare una parte delle risorse economiche per ricompensare
quest’impegno. La scelta aveva un carattere simbolico, vista l’esiguità delle risorse rispetto alla
mole di lavoro, ma si è rivelata un importante fattore per il coinvolgimento.
La professionalità degli addetti è stata invece riconosciuta e valorizzata e anche questo ha
contribuito a rendere il gruppo più coeso, rimarcando peraltro la necessità di disporre di un
gruppo di direzione competente e motivato, oltre che unito da metodologie di lavoro condivise,
quando si abbia a che fare con la gestione di progetti ad elevata complessità.
I dettagli del lavoro che qui è stato descritto in sintesi si trovano nei resoconti dei lavori delle
commissioni e alcuni dei risultati, specialmente in termini di documentazione prodotta, sono
riportati negli allegati.
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I LAVORI DELLA COMMISSIONE TECNICA A: PROMOZIONE E
DIFFUSIONE, GESTIONE RISORSE DOCUMENTALI E MONITORAGGIO
Il monitoraggio effettuato sulle attività svolte durante la prima annualità della sperimentazione
ha mostrato alcune criticità del sistema integrato nel suo complesso e dei processi di
erogazione e di monitoraggio e valutazione nel dettaglio.
La commissione Promozione e Diffusione (CPD) ha inteso, tra il processo generale di
risoluzione delle criticità emerse, sensibilizzare il territorio rispetto all’attuazione del diritto
dovere all’istruzione e formazione e al contempo migliorare la conoscenza dell’attuazione
dell’obbligo formativo presso le scuole e le imprese del territorio.
In prima istanza si era ritenuto opportuno attribuire alla commissione CPD anche il compito di
garantire al sistema uniformità di strumenti e procedure attraverso la predisposizione di
documentazione tecnica omogenea ed approvata per tutti i soggetti partecipanti a partire dai
documenti esistenti (Esempio: strumenti di rilevazione dati, schede profilo, strumenti di
misurazione e verifica) e se necessario produrne di nuova ad hoc per la gestione integrata.
Durante la fase attuativa, vista la pluralità e la complessità delle azioni da realizzare nonché le
competenze tecniche dei professionisti afferenti alla commissione Tutoraggio e analisi dei
bisogni - Processo di valutazione e certificazione delle competenze la gestione del processo di
monitoraggio è stata demandata alla commissione sopra citata.
Obiettivo principale della CPD è stato informare e sensibilizzare i docenti dell'istruzione e della
formazione professionale per l'inserimento dei percorsi integrati nei piani dell’offerta formativa
(POF) delle scuole interessate e favorire lo scambio di esperienze fra gli operatori impegnati
nei percorsi integrati di istruzione e formazione.
Ciò, infatti, ha reso possibile avviare uno scambio di esperienze tra sistemi per l'orientamento
dei giovani e delle loro famiglie, come previsto al punto 5 dell'accordo quadro nazionale per la
sperimentazione di un'offerta integrata di attività di istruzione e formazione professionale.
Destinatari degli eventi a carattere informativo, per diffondere la conoscenza della
sperimentazione sono stati in primo luogo enti ed istituzioni e loro personale ma anche i
giovani e le loro famiglie.
Attori coinvolti
I componenti della Commissione Promozione e Diffusione, nominati dai partner facenti parte
dei Comitati di Progetto dei percorsi I.F.I. e Scuola Integra sono:
Riccardo Niccolai Consorzio PLATFORM - coordinatore
Beatrice Bettini ASCOM Servizi SRL
Simona Gori CESAT SCARL
Noela Gori SERVINDUSTRIA Pistoia SRL
Clementina Savino IPSSAR F. MARTINI
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Carla Chiacchetta IPSIA A. PACINOTTI
Luisa Evangelista IPC EINAUDI
Chiara Biemmi IPC SISMONDI – PACINOTTI
Francesca Beatrice Colli – PROVINCIA DI PISTOIA
Azioni pianificate e realizzate
I lavori della CPD hanno avuto inizio nel mese di agosto 2004 e le azioni pianificate e realizzate
di concerto con il Gruppo di Coordinamento sono state:
Giornata seminariale riguardante diritto dovere all’istruzione e formazione
Sensibilizzazione insegnanti scuole medie inferiori
Orientagiovani 2004
Realizzazione web site Obbligo Formativo
Ricerca sulle modalità di orientamento presso le scuole della Provincia
Elaborazione statistica dei dati relativi alla rilevazione effettuata
Elaborazione della procedura per la gestione dei documenti
Ogni attività realizzata è stata concordata con il Gruppo di Coordinamento che più di una volta
ha fornito indicazioni per migliorare le azioni pianificate, rendendo possibile ottimizzare
continuamente la gestione del sistema; la metodologia utilizzata nella realizzazione delle
attività è stata quella della progettazione partecipata in cui ogni partner ha messo a
disposizione le proprie competenze e saperi senza che nessuno prevaricasse quello degli altri
ed attuando così uno dei main streaming della UE ovvero il principio della sussidiarietà.
Giornata seminariale: Le prospettive nella scuola che cambia…IL DIRITTO - DOVERE
ALL’ISTRUZIONE E FORMAZIONE. Il modello toscano nell’esperienza pistoiese.
Si è trattato della prima azione pianificata dal coordinamento provinciale ed è stata anche la
prima azione realizzata dalla CPD. Si è tenuta il 29 Settembre 2004 presso la Sala Sinodale
dell’Antico Palazzo dei Vescovi di Pistoia. È stata pianificata in seguito alla rilevazione della
necessità di informare i soggetti istituzionali e non rispetto ai cambiamenti in atto nel sistema
scolastico ed aveva inoltre l’obiettivo di divulgare l’esperienza relativa alla prima annualità
della sperimentazione evidenziandone criticità, punti di forza e aree di miglioramento, nonchè
di costituire il trampolino di lancio della ricerca azione.
La giornata seminariale è stata inoltre un importante momento per confrontarsi con il
panorama istituzionale regionale e nazionale rispetto all’attuazione del diritto dovere.
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Sensibilizzazione degli insegnanti delle scuole medie inferiori rispetto all’attuazione
del diritto dovere
Questa azione è stata realizzata durante la presentazione dei Percorsi Modulari di
Orientamento e Riorientamento tenutasi presso l’Istituto Pacinotti di Pistoia e l’Istituto
Sismondi di Pescia nel mese di Novembre 2004.
Obiettivo di questa azione è stato quello di informare gli insegnati delle Scuole Medie Inferiori
rispetto alla sperimentazione in atto e ai relativi cambiamenti attivi presso gli Istituti
Professionali, in modo che essi potessero divenire efficaci veicolatori di informazioni per gli
studenti al momento della scelta dopo la terza media, aiutando i giovani ad operare una scelta
consapevole del loro percorso formativo/lavorativo.
Ricerca sulle modalità di orientamento presso le scuole della Provincia
Per sviluppare una maggiore consapevolezza rispetto all’attuazione del Diritto Dovere
all’istruzione e formazione e migliorare la diffusione delle informazioni la CPD ha proposto al
Gruppo di Coordinamento di effettuare un’indagine su come le scuole medie e gli Istituti
superiori avevano realizzato nel tempo attività di orientamento. Nel mese di Aprile 2005 ai
Dirigenti Scolastici delle Scuole della Provincia di Pistoia è stato somministrato un questionario
semistrutturato costituito da quaranta domande suddivise in sette sezioni. Il questionario è
stato somministrato in forma di intervista da due insegnanti membri della commissione e del
gruppo di coordinamento provinciale.
La CPD ha poi incaricato due tecnici, il Dott. Luca Zini e la Dott.ssa Camilla Solari per la
rielaborazione statistica dei questionari.
I risultati di questa indagine sono riportati nell’Allegato 3.
Orientagiovani 2004
La giornata dedicata all’orientamento dei giovani, all’interno dell’iniziativa nazionale di
Confindustria che localmente l’Associazione degli Industriali della Provincia di Pistoia ha
organizzato per gli studenti delle quinte classi degli istituti superiori (che si erano prenotati per
l’iniziativa), si è svolta quest’anno al Centro Risorse Educative e Didattiche della Provincia di
Pistoia – Pistoiaform il 1° dicembre. La giornata si è sviluppata in due parti. La mattina è stata
dedicata al confronto tra addetti ai lavori sui temi dell’Istruzione, dell’Integrazione tra mondo
dello studio e del lavoro, la formazione. Il pomeriggio invece ha visto la realizzazione di
incontri direttamente con i giovani interessati. Si è trattato di incontri “operativi” in cui, i
ragazzi che si sono prenotati, hanno potuto informarsi con gli addetti dei Centri Impiego sulle
varie possibilità dell’Obbligo Formativo. Il tema del diritto – dovere all’istruzione fino ai 18
anni, per chi non segue il classico percorso della frequenza scolastica, assolvibile con percorsi
Provincia di Pistoia - Servizio Istruzione, Formazione e Cultura Pagina 37 di 61
di formazione, percorsi che poi permettono anche il rientro a scuola, è stato affrontato con il
contributo dei Tutor del Centro per l’Impiego, incaricati nell’ambito del progetto di Ricerca
Azione, che supporta la Sperimentazione per l’Obbligo Formativo. In pratica, gli operatori del
Centro per l'Impiego hanno provveduto a fornire ai partecipanti proposte operative per
individuare le competenze mancanti e gli strumenti per l'inserimento nel mondo del lavoro,
potendo anche farsi fare un bilancio delle proprie competenze. Oltre a questo, alcuni
imprenditori/dirigenti di realtà industriali significative, aderenti all’Associazione Industriali di
Pistoia, hanno informato i giovani sulle tipologie di figure professionali occupabili nelle loro
aziende in termini di competenze richieste, fornendo altresì un quadro generale dei diversi cicli
produttivi. Successivamente, si sono svolti, su prenotazione, incontri personalizzati per
confrontare il proprio curriculum studiorum con le competenze richieste nel settore industriale.
Tutto questo usufruendo di colloqui individuali e personalizzati. L’obiettivo principale della
giornata è stato quello di rendere più stretto il collegamento tra mondo dello studio e mondo
del lavoro, partendo direttamente dall’età scolastica, per creare con lo studente un suo
percorso di apprendimento collegato al mondo occupazionale.
Realizzazione web site OF: www.obbligoformativo.pt.it
Con l’introduzione e l’applicazione della normativa vigente in materia di obbligo formativo
anche gli strumenti di comunicazione hanno subito una nuova progettazione.
Oggi si parla di DIRITTO DOVERE ALL’ISTRUZIONE E ALLA FORMAZIONE, come “il nuovo
obbligo formativo”.
In questa ottica sono stati contestualizzati e legati allo sviluppo del territorio pistoiese tutti gli
strumenti di comunicazione a disposizione dell’amministrazione provinciale, al fine di
promuovere e sensibilizzare al meglio i cittadini e gli operatori rispetto al nuovo obbligo
formativo.
Il portale web del nuovo obbligo formativo è stato progettato nell’ambito del progetto Ricerca
Azione e costituisce un punto di informazione e di raccolta di tutta la documentazione in
materia oltre che degli stati di avanzamento delle azioni progettuali; nel corso della Ricerca
Azione è stato utilizzato anche come strumento di lavoro da parte degli operatori che hanno
potuto ottimizzare grazie ad esso tempi e risorse.
La necessità di elaborare un progetto complessivo di promozione e diffusione del nuovo obbligo
formativo è nata proprio all’interno del progetto Ricerca Azione e il progetto è stato sostenuto
da tutti i soggetti interessati.
L’obiettivo era creare un “ambiente”favorevole allo sviluppo organizzativo attraverso la
costituzione di una sede “virtuale” permanente di confronto tra operatori e destinatari.
Preliminare alla progettazione del portale web è stato il lavoro di analisi dei processi del
sistema di gestione dell’obbligo formativo condotto dal gruppo di coordinamento provinciale del
progetto Ricerca Azione che ha prodotto alcune procedure e una parte della modulistica
Provincia di Pistoia - Servizio Istruzione, Formazione e Cultura Pagina 38 di 61
necessaria per la documentazione delle azioni svolte. Alcuni processi sono stati così definiti e
alcuni altri sono in fase di analisi.
Sulla base di queste premesse nasce il portale web.
Per meglio facilitare la divulgazione e la consultazione del materiale finora prodotto, nel portale
è presente un’area riservata, nella quale gli operatori possono pubblicare informazioni e
deciderne di volta in volta il grado di visibilità.
Il portale, realizzato con tecnologie Intranet-Extranet, permette a tutti gli utenti di trovare
direttamente le informazioni all’interno del materiale pubblicato, oppure di individuare il centro
di consulenza più vicino visualizzando una mappa e le modalità di contatto.
Provincia di Pistoia - Servizio Istruzione, Formazione e Cultura Pagina 39 di 61
La schermata seguente rappresenta la prima versione della bozza di progettazione del portale.
ad oggi, il portale si presenta nel seguente modo
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Funzionalità del portale
Il portale web nasce come strumento di comunicazione per la disseminazione di tutte le
informazioni utili agli utenti ed agli operatori del sistema.
Al fine di renderlo anche un punto di raccolta documentale delle procedure, delle istruzioni di
lavoro e della modulistica utilizzata nell’ambito della gestione dei progetti relativi all’obbligo
formativo, il portale è stato progettato per consentire agli operatori e a tutti gli utenti aventi a
che fare con il sistema dell’obbligo (stakeholders) di interagire fra loro utilizzando un “luogo
virtuale” per scambiare, condividere, produrre, proporre, validare e pubblicare tutto quanto
ritenuto utile per il sistema dell’obbligo.
Per consentire le funzionalità interattive, il portale dispone di una sezione “DINAMICA”
utilizzabile sia dagli operatori per la pubblicazione che dagli utenti per la visualizzazione.
Attraverso la tecnica delle sezioni dinamiche, è consentito agli utenti “operatori” che ne hanno
il permesso, di pubblicare la documentazione prodotta che viene poi validata e resa “visibile al
pubblico” dal referente della Provincia di Pistoia.
Tutte le operazioni di interazione avvengono on line (ognuno lavora dal proprio computer)
riducendo così i momenti di incontro che possono essere utilizzati per visionare e validare i
nuovi documenti proposti.
Le sezioni del menu di sinistra sono sezioni “STATICHE”, nel senso che le informazioni
contenute nelle relative sottopagine sono state inserite al momento della pubblicazione del sito
e, per essere aggiornate, devono essere modificate e ripubblicate dall’amministratore del
sistema informatico.
Le sezioni del menu in alto sono sezioni “DINAMICHE”, nel senso che le informazioni contenute
nelle relative sottopagine sono aggiornate dinamicamente dagli utenti aventi il permesso. Tutto
ciò che è aggiornato dinamicamente, è poi validato ed eventualmente reso visibile per il
pubblico.
SEZIONI DINAMICHE (menu in alto)
FAQ Links Normativa Modulistica News
La sezione “MODULISTICA” ha delle sottosezioni realizzate con una serie di “cartelle”
selezionabili attraverso un menu a tendina (listbox): in questo modo i documenti sono raccolti
in modo omogeneo.
Provincia di Pistoia - Servizio Istruzione, Formazione e Cultura Pagina 41 di 61
Tipologia degli utenti
Tutte le sezioni “STATICHE” sono visualizzabili da chiunque naviga il portale web; per le sezioni
“DINAMICHE” invece valgono le seguenti regole.
Dall’utente con più restrizioni (quello che vede meno) all’utente senza restrizioni (quello che
può tutto).
UTENTE WEB (è l’utente che naviga nel portale = chiunque). L’utente web vede tutto ciò che è
presente nella parte “dinamica” che è stato contrassegnato con la spunta “pubblicare web”.
UTENTE SCUOLA: è assegnata una username ed una password ad ogni istituto che lavora ad
un progetto per l’obbligo formativo; ne consegue che l’utente scuola è un operatore della
scuola (DS, DSGA, DOCENTE, ATA) che ha diritto a vedere tutti i documenti per prenderne
semplicemente visione o per scaricare/stampare i documenti per utilizzarli nell’erogazione del
servizio. Nella categoria UTENTE SCUOLA rientrano anche gli operatori “generici” delle Agenzie
Formative e gli operatori “generici” della Provincia (per “generici” si intendono gli operatori che
non fanno parte del gruppo Ricerca Azione o del Comitato di progetto, ma che hanno diritto a
visionare i documenti).
UTENTE R.A. L’utente R.A. (RICERCA AZIONE) è l’utente che fa parte del gruppo di
coordinamento provinciale dell’attuale progetto Ricerca Azione o di un Comitato di Progetto.
Questo utente ha il permesso di pubblicare informazioni, notizie, links e modulistica nelle
sezioni relative al menù di collegamento per le sezioni dinamiche:
FAQ Links Normativa Modulistica News
Tutte le informazioni pubblicate dall’utente R.A. sono visibili a tutti gli utenti di pari livello con
la segnalazione (a fianco di ogni documento) sullo stato del documento che può essere
riassunto nei seguenti campi:
pubblicato da COGNOME e NOME, data, ora (di upload)
validato da COGNOME e NOME, data, ora (di validazione) a cura del validatore
da rendere pubblico web (SI/NO) a cura del validatore
L’operazione di pubblicazione è disponibile per tutti gli utenti R.A., le altre due operazioni sono
consentite solo per l’utente VALIDATORE.
UTENTE VALIDATORE. L’utente VALIDATORE è colui che entra nel portale web, prende visione
di quanto pubblicato e mette le spunte sui documenti validati e/o sulle notizie da rendere
pubbliche agli utenti WEB. Questa operazione è (di norma) riservata ad una sola persona fisica
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in modo da avere la certezza di chi è abilitato a validare. In ogni caso è possibile creare più
utenti validatori, visto che a fianco di ogni documento compare “validato da COGNOME e
NOME” con la data e l’ora di validazione.
UTENTE AMMINISTRATORE DEL SITO. L’utente amministratore del sito è colui che può
aggiungere, modificare, cancellare UTENTI, CATEGORIE (CARTELLE), DOCUMENTI/NOTIZIE.
Procedura di gestione dei documenti di sistema
La carta intestata è definita attraverso il modello di documento predefinito denominato
“RA_CARTA_INTESTATA_1_15032005.DOT”.
Ogni documento è generato a partire dal modello di documento della carta intestata.
Per rendere automatica la procedura di generazione del file, il modello (file).DOT, così come
tutti gli altri file “modelli di documento” relativi all’obbligo formativo, è copiato nella cartella
“Modelli” del proprio computer.
Solitamente la cartella MODELLI si trova in
“C: \Documenti and Settings\nome utente\Dati Applicazioni\Microsoft\Modelli”.
E’ possibile indicare al programma Word una posizione (cartella) diversa attraverso le
impostazioni di Strumenti Opzioni Directory Predefinite.
La procedura è valida per sistemi operativi e programmi proprietari (windows).
Nel caso di utilizzo di sistemi operativi opensource (linux) la procedura dovrà essere riscritta.
Il nome del file è un acronimo che riporta titolo, versione e data del documento.
Esempio:
Data: 15 marzo 2005
Oggetto: L’operatore scrive, per la prima volta, il questionario di rilevazione delle attività di
promozione svolte e decide (in autonomia) che il titolo del documento sia “rilevazione attività
promozionali”, al fine di assegnare il nome del file prende i primi tre caratteri di ogni parola
“significativa” del titolo del documento.
Nome del file: Al nome del documento sono aggiunti i due caratteri RA per RICERCA AZIONE.
Gli spazi sono codificati con il carattere _ (underscore).
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RILevazione ATTività PROmozionali diventa RILATTPRO_1_15032005.DOC
R
A
_
R
I
L
A
T
T
P
R
O
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1
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1
5
0
3
2
0
0
5
.
D
O
C
Ricerca Azione
RILevazione ATTività PROmozionali Versione Giorno Mese Anno Estensione del file
Documentazione prodotta
• Depliant Seminario Diritto Dovere
Il Depliant, elaborato in due formati, uno da affiggere negli Istituti Scolastici e nelle
Istituzioni del territorio ed un altro di formato più piccolo, era destinato a divulgare
l’iniziativa seminariale ai diversi soggetti impegnati nell’attuazione del diritto dovere
all’istruzione e formazione e promuovere la loro partecipazione.
• Layout presentazioni Seminario Diritto Dovere
Il Layout progettato per le presentazioni ha voluto uniformare le modalità di presentazione
e cercare di creare una vesta grafica condivisa e riconoscibile per tutte le azioni promosse
dal progetto di Ricerca Azione al fine di rendere più riconoscibili i prodotti di tale progetto ai
diversi destinatari e fruitori finali.
• Scheda progettuale web site Obbligo Formativo
L’elaborazione della scheda progettuale relativa al Web site dell’Obbligo Formativo è stata
necessaria per iniziare una riflessione iniziale sui contenuti da inserire nel sito ed è
diventata successivamente il “canovaccio” di lavoro per l’intera progettazione e successiva
realizzazione dello stesso.
• Scheda descrizione processo promozione e diffusione
Obiettivo della scheda di descrizione del processo (procedura) è stato quello di individuare
gli attori coinvolti e definirne le modalità di gestione ed erogazione di tale processo in modo
che si possa interrelare in maniera efficace con gli altri processi individuati all’interno del
sistema integrato. (Allegato 1)
• Questionario rilevazione modalità orientamento
L’elaborazione del questionario è avvenuta secondo precise indicazioni fornite dal Gruppo di
Coordinamento (il Gruppo di Coordinamento ha elaborato una Check List contenente gli
indicatori da inserire nel questionario); lo strumento (Allegato 2), costituito da quaranta
domande di cui alcune aperte e altre chiuse, è stato suddiviso in sette sezioni riguardanti:
Sezione A - Risorse impiegate
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Sezione B - Modalità di orientamento effettuate dalle SCUOLE MEDIE INFERIORI
Sezione C - Modalità di orientamento effettuate dagli Istituti Superiori nelle Scuole
Medie Inferiori
Sezione D - Raccordo tra scuole
Sezione E - Conoscenza normative
Sezione F - Conoscenza azioni sul territorio
Sezione G - Agenzie formative
• Verbali CPD
Ogni riunione della CPD è stata verbalizzata registrando i partecipanti e descrivendo
sinteticamente gli argomenti di discussione all’ordine del giorno, le proposte da presentare
al Gruppo di Coordinamento e le azioni che si è inteso realizzare.
Ciò ha reso possibile tenere sotto controllo le attività pianificate e svolte e di migliorare la
comunicazione interna della CPD.
Ogni verbale è stato inviato alla segreteria organizzativa e pubblicato nel forum del sito.
Risultati raggiunti
Uno dei principali risultati raggiunti, grazie alle azioni svolte dalla CPD è stato quello di
sensibilizzare il territorio provinciale di riferimento in relazione all’attuazione del diritto-dovere
all’istruzione e formazione.
Le attività programmate e realizzate hanno migliorato la consapevolezza dell’esistenza del
diritto dovere attraverso il miglioramento della comunicazione nei confronti dei ragazzi di età
compresa fra i 14 e 18 anni sui percorsi integrati di istruzione e formazione.
Inoltre si è sviluppata una mentalità di autovalutazione sistemica che ha permesso e
permetterà di gestire le diverse fasi di sviluppo del progetto integrato in un’ottica di costante
miglioramento attraverso il continuo sviluppo della rete territoriale e della progettazione
partecipata.
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I LAVORI DELLA COMMISSIONE TECNICA B: ANALISI DEI
FABBISOGNI, TUTORAGGIO, MONITORAGGIO, VALUTAZIONE,
CERTIFICAZIONE
La programmazione e la gestione della prima annualità della sperimentazione nelle due realtà
territoriali, piana pistoiese e area valdinievole, ha visto partecipare attori provenienti da realtà
diverse e che parlavano ed operavano con strumenti diversi.
Tuttavia, il lavoro si è dovuto sviluppare facendo uno sforzo anche di soluzione dei problemi,
visti i tempi ristretti con i quali è stata pianificata e posta in essere tutta l’attività.
Il primo problema è stato uniformare il linguaggio e, procedendo con la strategia dei piccoli
passi, avanzare per definizioni successive.
Dobbiamo pur tuttavia tener presente che al tavolo del comitato di progetto sedevano tutte
scuole ed agenzie formative accreditate e questo, se da un lato costituiva un vantaggio poiché
ci si muoveva nel rispetto di regole condivise, dall’altro era una limitazione nella possibilità di
apportare modifiche.
Inoltre, anche sul piano operativo, la necessità di gestire gli interventi con le modalità imposte
della delibera della G.R.T. 870/2003, limitava la richiesta di flessibilità proveniente dalle
scuole.
In questo contesto le agenzie formative, che già operavano gioco forza con questi criteri,
hanno dato un grosso contributo in termini di mediazione tra la rigidità della norma e le
necessità di adattamento al difficile contesto di riferimento.
In questo contesto, una metodologia come quella della Ricerca Azione giungeva quanto mai
opportuna, poiché permetteva tempi e modi per ripensare e documentare quanto già
realizzato, con l’intento di predisporre una documentazione condivisa che costituisse l’ossatura
procedurale sulla base della quale creare il sistema e che, una volta validata, fosse utilizzabile
nelle future sperimentazioni.
Questa è stato il compito che si è assunto questa commissione, definita Commissione B.
La stesura di procedure aveva lo scopo di garantire precisi risultati delle diverse attività e di
individuare le responsabilità di ogni interlocutore relativamente ad ogni segmento del percorso.
All’interno di procedure via via codificate, la commissione ha predisposto la modulistica
necessaria per documentare gli interventi dei singoli operatori coinvolti.
Tutta la modulistica acquisita come già esistente o predisposta ad hoc, è stata poi codificata
come documento di sistema della sperimentazione.
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Ovviamente il percorso formativo per il quale tale sforzo risultava più importante, era quello
dei percorsi PF. In questo caso, infatti, non essendo gli allievi all’interno del percorso scolastico
ordinario, era necessario predisporre per loro una documentazione specifica dal momento del
primo contatto con il Centro per l’Impiego, e poi lungo tutto l’arco dell’attività didattica e fino
all’uscita del percorso dopo il conseguimento della qualifica. Questo anche per definire
l’autorità che in un determinato momento del percorso aveva in carico questi soggetti e le
informazioni relative.
Il lavoro di acquisizione della documentazione già in essere presso le agenzie formative e le
scuole, o comunque la predisposizione di materiale creato ex novo, ha posto la commissione di
fronte ad una ulteriore difficoltà determinata dal rispetto dei sistemi di gestione per la qualità
esistenti in ogni ente.
Il criterio seguito per affrontare il problema è stato il seguente: laddove la documentazione già
esistente era sufficiente, si è mantenuta ed utilizzata anche per la sperimentazione, giudicando
ininfluenti le piccole differenze di tipo solo formale; laddove, invece, questa non era presente,
sono stati creati nuovi documenti, i quali, rispetto ai sistemi di gestione esistenti, sono stati
configurati come “documenti di provenienza esterna”.
Per quanto attiene alle modalità di gestione dei lavori della commissione, a fronte di incontri in
plenaria, vi sono stati dei sottogruppi di lavoro che hanno predisposto i singoli materiali da
sottoporre poi alla commissione al completo. La commissione riportava poi, per il tramite del
coordinatori, gli stati di avanzamento al gruppo di coordinamento provinciale. I documenti
sono stati scambiati utilizzando il forum presente come strumento di comunicazione nel sito
dell’Obbligo formativo.
Attori coinvolti
Ogni ente coinvolto nella sperimentazione ha inviato uno o più rappresentanti, facendo
attenzione a privilegiare nella scelta coloro che si erano occupati della gestione dell’attività
didattica.
Hanno fatto parte della commissione anche i tutor dell’obbligo formativo dell’Amministrazione
Provinciale, coloro che si erano occupati di tutoraggio di aula e di stage in rappresentanza delle
agenzie formative e i coordinatori delle scuole.
I componenti della Commissione sono:
Annalisa Primavera SERVINDUSTRIA Pistoia Srl Coordinatore Ombretta Valori PROVINCIA DI PISTOIA Rita Maria Federici IPSIA A. PACINOTTI
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Elisabetta Gallacci ISTITUTO professionale EINAUDI Massimo Frangioni ENTE CAMPOSAMPIERO ONLUS Francesca Morandi ASCOM Servizi SrL Riccardo Niccolai Consorzio PLATFORM Enrica Pucci, Manuela Benesperi, Tania Ferri, Ylenia Malavolta Tutor dei Centri Impiego
Relativamente alla predisposizione dei singoli materiali ogni membro della commissione ha
operato secondo la propria competenza, in altre parole: le tutor del Centro per l’Impiego hanno
redatto la documentazione relativa alla prima accoglienza, i tutor di aula quella relativa alle
verifiche in itinere del percorso, i tutor di stage quella per la predisposizione, verifica in itinere
e finale, del percorso di tirocinio.
Come era ovvio attendersi, in questa, come in altre commissioni, l’impegno dei vari Enti, è
stato proporzionale alla percezione dell’importanza di questa opportunità a supporto della
sperimentazione.
Per questo alcuni enti sono risultati sottorappresentati, mentre altri hanno profuso tempo e
risorse in questa operazione.
Qui di seguito sono riportate alcune osservazioni dei sottogruppi che hanno seguito i processi
di tutoraggio di stage e di certificazione delle competenze
Tutor di stage
Premessa
Il lavoro della commissione, come già detto, è partito dalla presa di coscienza della criticità
della gestione documentale e della necessità di creare documenti condivisi. Esistevano già,
naturalmente, documenti destinati a registrazioni, i quali tuttavia, non erano usati in maniera
uniforme, o anche solo esplicitamente condivisa. Da qui l’esigenza di garantire la disponibilità
di documentazione tecnica uniforme e approvata da tutti i partecipanti alla sperimentazione, a
partire dall’acquisizione dei documenti esistenti. L’attività del sottogruppo di lavoro, pertanto,
si è mossa innanzi tutto in direzione di un’analisi documentale, con revisione ed approvazione
della documentazione esistente, per proseguire con la costruzione di una nuova
documentazione di sistema condivisa. Per la certificazione delle competenze, stabilite in altra
sede le competenze trasversali minime, relativamente all’attività di stage si è cercato di
costruire un modello fondato su criteri oggettivi, al fine di monitorare il processo formativo
nella sua interezza, a partire dall’acquisizione dei dati in entrata inerenti sia agli allievi
frequentanti al percorso che alle aziende ospitanti, per concludere con la valutazione finale
dell’attività di stage. Tale modo di operare si è reso necessario a causa della consapevolezza di
un forte scollamento tra analisi dei fabbisogni e requisiti degli allievi, che ha portato a dover
identificare con chiarezza tempi e modalità di intervento, per garantire agli allievi un’efficace e
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continua azione di tutoraggio, a partire da una codifica condivisa del processo di tutoraggio
stage.
La commissione ha dunque lavorato per individuare le funzioni svolte dal tutor di stage, attività
che ha successivamente richiesto la costruzione di uno strumento quale la “scheda di colloquio
orientativo” (Allegato 18).
La scheda documenta un agire complesso che tiene conto del percorso che un soggetto deve
compiere nella definizione della propria personalità e delle proprie mete personali e lavorative.
La scuola, insieme alla famiglia, è il nucleo centrale dal quale prende avvio il processo di
formazione che ha nella componente orientativa un pilastro fondamentale della crescita di un
ragazzo o di una ragazza.
Le fasi di lavoro sono state:
Descrizione e successiva condivisione con gli altri membri del gruppo di lavoro del
processo di tutor di stage.
Predisposizione di una scheda di orientamento da utilizzare prima dell’inizio dell’attività
di stage, al fine di confrontare gli obiettivi dello stesso con le aspettative e le
prerogative dei singoli stagisti.
Valutazione delle competenze acquisite in fase di stage: acquisizione della scheda finale
di valutazione sul periodo di stage predisposta dalla Provincia di Pistoia.
Il formato della documentazione è pensato affinché l’utilizzatore possa avere una sintesi snella,
comprensibile e riconoscibile del percorso formativo del soggetto intervistato. Le aree di
valutazione prese in considerazione sono essenzialmente tre: interessi personali, personalità,
capacità ed attitudini. Il colloquio è finalizzato a far emergere e quindi rilevare il potenziale
individuale nel suo complesso. Il valutatore, dal canto suo, punta ad analizzare questo
potenziale attraverso la formazione acquisita fino a quel momento dall’utente e attraverso
l’osservazione delle diverse componenti della personalità.
Il colloquio orientativo volge in generale a delineare le attitudini e le capacità di ogni singolo
utente e a verificarne le scelte formative e personali. In particolare, la scheda orientativa
predisposta dalla commissione ha inteso fornire indicazioni sia al soggetto interessato sia alla
scuola riguardo a possibili interventi successivi; ad esempio, alla possibilità di suggerire
percorsi alternativi a quello scelto inizialmente, alle indicazioni sulle prospettive d’inserimento
da confermare o da correggere. Si tratta dunque di uno strumento di prima consulenza basata
sulla conoscenza del passato formativo dell’utente e finalizzato a migliorare la conoscenza di sé
e delle proprie risorse per una definizione coerente e soddisfacente del proprio progetto
individuale.
Valutazione e certificazione delle competenze.
Prima di affrontare la discussione tecnica, che ha costituito l’essenza del lavoro di questo
sottogruppo, nell’ambito della commissione B, ci pare necessario fare il punto sulla struttura
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della scuola attuale, quella con cui ci troviamo a fare i conti ogni giorno; proprio dal suo esame
è partito il ragionamento comune sulla validità e sull’applicabilità del cambiamento.
Oggi la scuola, tranne qualche caso che rimane a livello di sperimentazione, è organizzata con
programmi che vedono ancora una netta scansione in discipline; ogni materia è legata ad un
certo numero di ore di docenza, tendenzialmente fisso, secondo una struttura che da sempre è
stata centrata più sulla figura dell’insegnante che non su quella dell’allievo. Tale impostazione
costituisce un grosso ostacolo alla personalizzazione e determina uno scollamento tra il mondo
della scuola e quello del lavoro, abituato da sempre a ragionare in termini di competenze (il
“saper fare” al di là della pura nozione, della teoria, del titolo di studio).
Con l’estensione del diritto dovere a 18 anni si è creato almeno il presupposto di una
comunicazione più stretta tra scuola e lavoro, tra formazione e azienda. Affinchè questa
possibilità offerta allo studente sia davvero reale e non solo intravista e mai applicabile, è
necessario che:
la scuola inizi a rivedere il proprio concetto di “contenuto”, traducendolo in quello di
competenza, intesa come capacità di “fare” qualcosa, da costruirsi attraverso le
conoscenze che diventano così mezzo e non più fine;
si costruiscano forme di valutazione e certificazione che diventino il centro del sistema
di offerta stabilito a livello nazionale;
tali forme di certificazione siano capaci di tradurre i percorsi formativi in insiemi di
crediti spendibili dovunque.
Non è un compito facile; per il mondo dell’istruzione significa rinnovare il proprio modo di
insegnare andando incontro ai bisogni di chi, per esempio, compiuta una tappa del proprio
percorso di formazione, voglia cambiare “agenzia”, ma non ricominciare tutto da capo; le
competenze acquisite fino a quel momento debbono poter essere verificate e certificate in
modo definitivo per costituire un credito formativo valido e riconosciuto dovunque si decida di
continuare. E’ a questo punto che si innesta il compito di questo gruppo di lavoro: stabilite in
altra sede le competenze trasversali minime, si è tentato di costruire un modello di
certificazione (valido nell’ambito dell’obbligo formativo a 18 anni) fondato su criteri oggettivi e
prove ripetibili, con termini chiari ed evidenti.
La commissione ha inteso dunque definire in modo condiviso una strategia di valutazione dei
requisiti di competenza dei profili in entrata ed in uscita e produrre la documentazione
necessaria per la conduzione delle verifiche e della valutazione in itinere del percorso
formativo. Ha tentato inoltre di tenere sotto controllo il monitoraggio dell’attività formativa,
producendo strumenti e definendo indicatori di valutazione del processo formativo e delle
risorse coinvolte.
Queste le attività svolte e i processi analizzati:
valutazione e monitoraggio dell’attività formativa: il percorso formativo è stato
monitorato e valutato attraverso la produzione di schede di valutazione del percorso
formativo;
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valutazione e monitoraggio delle risorse umane: le risorse coinvolte nel percorso
formativo sono state valutate dagli utenti attraverso delle schede di valutazione del
personale docente e dei contenuti didattici affrontati;
valutazione e monitoraggio delle competenze acquisite: le competenze in entrata ed in
uscita degli utenti della sperimentazione sono state valutate e monitorate attraverso la
somministrazione di prove scritte, simulazioni e colloqui.
Per quanto riguarda la certificazione delle competenze, la commissione tecnica ha preso atto
delle competenze trasversali minime definite dall’Isfol ed ha certificato le competenze acquisite
durante il percorso formativo. Tali competenze sono state certificate sulla base delle
valutazioni prodotte in itinere.
Come descritto altrove, la documentazione prodotta e utilizzata per il processo di valutazione e
per la certificazione delle competenze è stata considerata di origine esterna per i sistemi di
gestione delle diverse agenzie. Le verifiche in itinere sono state prodotte allo scopo di
certificare le competenze raggiunte dall’utente durante il percorso formativo. La produzione di
tali prove è stata gestita interamente dal personale docente coinvolto nella sperimentazione.
Il percorso formativo è stato monitorato attraverso la somministrazione di due schede di
valutazione:
scheda valutazione docente modulo: l’utente valuta il docente ed i contenuti del modulo
(Allegato 19)
scheda di valutazione corso: scheda elaborata dalla Provincia di Pistoia per valutare
globalmente il percorso formativo (Allegato 11).
La commissione ha ipotizzato, per la sperimentazione dell’anno 2005/2006, l’utilizzo di una
modulistica di certificazione delle competenze condivisa. È emersa la necessità di creare una
scheda per il riconoscimento dei crediti in ingresso che permetta all’utente di inserirsi in nuovi
percorsi formativi grazie al riconoscimento delle competenze acquisite e possedute. La commissione B ha orientato gran parte delle proprie energie nella definizione di una
modulistica condivisa da erogare alle agenzie e alle scuole coinvolte nella sperimentazione. Gli
obiettivi prefissati sono stati in parte raggiunti: il gruppo deve definire una strategia
maggiormente consolidata per quanto riguarda la certificazione delle competenze ed il
riconoscimento dei crediti in entrata ed in uscita dei percorsi sperimentali. Il raggiungimento di
tale obiettivo sarà garantito dalla ampia rete di rapporti che si è instaurata tra i componenti
della Provincia di Pistoia e quelli delle agenzie e delle scuole.
Documentazione tecnica
Negli allegati (dall’Allegato 4 all'Allegato 20) sono riportati i documenti elaborati dalla
commissione.
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I LAVORI DELLA COMMISSIONE TECNICA C: GESTIONE RISORSE UMANE. SOSTEGNO PROFESSIONALE E AL RUOLO
Obiettivi della commissione
La selezione e formazione delle risorse umane impegnate nella sperimentazione è stata una
delle criticità più sentite e descritte dai soggetti partecipanti al monitoraggio della prima
annualità.
La cosa non sorprende se si tiene conto del fatto che gli allievi della sperimentazione
presentano caratteristiche, aspettative, competenze in ingresso, e motivazioni probabilmente
in parte diverse dagli allievi di un corso di istruzione scolastico e che i “fornitori” di docenza
sono forse più attrezzati per i primi che per i secondi.
La finalità che l’intervento si è proposto è stata quella di garantire al personale docente
impegnato nella sperimentazione un sostegno costante ed un’adeguata cura delle motivazioni
e di competenze definite, per svilupparne la capacità di gestire la relazione educativa anche a
fronte di situazioni critiche, conflittuali e non fronteggiabili con i consueti strumenti normativi
scolastici.
Gli obiettivi che la Commissione Sostegno Professionale e al Ruolo si è proposta sono i
seguenti:
Definire le aree di criticità nella gestione della relazione educativa.
Identificare i bisogni degli insegnanti impegnati nell’obbligo in ordine alla gestione
consapevole del ruolo ed al fronteggiamento delle criticità nella gestione della relazione
educativa.
Identificare percorsi formativi pertinenti per fronteggiare le criticità.
Coprogettare moduli di formazione specifici e tipologie di intervento consulenziale ad
hoc per i diversi contesti
Garantire un accompagnamento costante degli operatori impegnati nella
sperimentazione, sia a livello gestionale (docenti e tutor) che di coordinamento,
mediante azioni destinate a rafforzare le competenze trasversali e metodologico –
didattiche, nonchè le capacità di progettazione integrata e le conoscenze e le abilità
legate alla gestione di un sistema organizzativo.
Attori coinvolti
I componenti della Commissione, nominati dai partner facenti parte dei Comitati di Progetto
dei percorsi I.F.I. e Scuola Integra sono:
Massimo Civilini ENTE CAMPOSAMPIERO ONLUS
Francesca Morandi ASCOM Servizi SRL
Katia Telleschi IPSSAR F. MARTINI
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Luca Traversari IPSIA PACINOTTI
Tiziana Spanò IPC SISMONDI - PACINOTTI
Giuseppe Gabrielli IPC EINAUDI
Francesca Beatrice Colli PROVINCIA PISTOIA
Azioni pianificate e realizzate
I lavori della Commissione hanno avuto inizio nel mese di novembre 2004 e le azioni
pianificate e realizzate di concerto con il Gruppo di Coordinamento sono state:
Analisi dei bisogni
Formazione per gli insegnanti impegnati nei percorsi integrati:
Counselling individuale
Counselling di gruppo
Formazione in outdoor del gruppo di coordinamento
Analisi dei bisogni L’analisi dei bisogni è stata effettuata attraverso la somministrazione della Scheda di
Monitoraggio elaborata dal Coordinamento Provinciale per identificare i punti di forza ed i punti
di debolezza nonché le aree di miglioramento nell’esercizio del ruolo di formatore (Allegato
21).
La rilevazione dei fabbisogni formativi è avvenuta durante il primo incontro della formazione
formatori prevista che si è tenuto nel mese di Dicembre 2004.
Le schede somministrate sono state rielaborate ed hanno messo in evidenza le seguenti
criticità:
Cogliere attenzione e interesse dei ragazzi
Controllare/gestire il gruppo classe
Scarsa concentrazione del gruppo classe
Difficoltà di comunicazione
Gruppi troppo numerosi
Disinteresse/Scarsa motivazione
I dati completi sono riportati nel Riepilogo dei Bisogni Formatori (Allegato 22).
Formazione per gli insegnanti impegnati nei percorsi integrati
In seguito alla rilevazione dei fabbisogni formativi è stata pianificata una serie di incontri con i
formatori impegnati nei progetti Scuola Integra e IFI per migliorare la comunicazione
interpersonale nella relazione allievo – docente –tutor.
Quest’occasione di formazione ha inteso offrire agli operatori, in questo caso docenti,
orientatori e tutor, un’opportunità e uno stimolo di riflessione sull’importanza della relazione
d’aiuto prima che con gli altri con se stessi, individuando i propri stereotipi e le proprie
modalità d’interazione spontanea in modo da poterle gestire e modulare con maggiore
Provincia di Pistoia - Servizio Istruzione, Formazione e Cultura Pagina 53 di 61
consapevolezza, allenandosi all’ascolto empatico e alla competenza relazionale per dare un
contributo attivo alla creazione di un clima costruttivo e utile alla crescita cognitiva, affettiva e
sociale.
La formazione formatori ha avuto dunque i seguenti obiettivi:
saper individuare alcuni atteggiamenti spontanei correlati con i propri stereotipi che
interferiscono in una relazione d’aiuto efficace;
saper riconoscere ed acquisire competenze di ascolto empatico;
saper trasferire le competenze acquisite nel gruppo-famiglia, nel gruppo-classe, nel
gruppo consiglio-docenti al fine di migliorare il percorso educativo e il processo di
insegnamento-apprendimento.
Sono stati realizzati tre incontri che hanno coinvolto una parte dei docenti, dei tutor e degli
orientatori che stanno realizzando le attività previste dai diversi percorsi (PF, IF, IP, SI). Gli
incontri sono stati dedicati rispettivamente all’ASCOLTO ATTIVO, alle COMPETENZE EMPATICHE
e agli ATTEGGIAMENTI SPONTANEI.
La metodologia utilizzata è stata di tipo interattivo, con proposta di esercitazioni pratiche
aventi lo scopo di promuovere e mantenere un clima attivo e partecipativo, in grado di favorire
la relazione e orientato a criteri di significatività, efficacia e congruenza comunicativa.
La cornice di riferimento teorica è stata quella della psicologia umanistica e del counselling non
direttivo che fa capo a Carl R. Rogers.
Punto di forza del lavoro realizzato è stata la possibilità di sperimentare la metodologia del
GRUPPO D’INCONTRO, dove gli insegnanti hanno trovato opportunità di ascolto reciproco, di
scambio e di confronto in un clima collaborativo che favorisce l’aumento di consapevolezza
rispetto al proprio modo di essere nella relazione con i ragazzi e che riconosce il ruolo
dell’educatore nel facilitare o ostacolare il benessere in quanto parte integrante nel gruppo
classe.
Sono stati altresì offerti degli stimoli di riflessione che mirano a promuovere la conoscenza del
sé, le competenze comunicative e relazionali necessarie a instaurare con gli allievi rapporti che
offrano loro maggior sostegno ed empatia.
Le criticità del lavoro effettuato riguardano soprattutto la brevità dell’intervento che non ha
permesso la creazione di un vero e proprio GRUPPO D’INCONTRO fondato sulla presenza
stabile dei suoi componenti.
Counselling individuale
Per quanto riguarda l’attività di counselling individuale sono stati realizzati degli incontri fra
counsellor e alcuni docenti che necessitavano di un supporto. Lo scopo di questa attività è di
garantire uno spazio più personale, rispetto al gruppo di formazione o al gruppo di incontro,
Provincia di Pistoia - Servizio Istruzione, Formazione e Cultura Pagina 54 di 61
per affrontare problematiche specifiche della gestione del proprio ruolo e degli stili di
conduzione della relazione educativa.
Monitoraggio della formazione
Nel mese di Maggio 2005 è stata effettuata una ulteriore rilevazione dei bisogni su due aree
territoriali distinte (area pistoiese ed area Valdinievole) coinvolgendo i formatori impegnati nei
progetti IFI II e Scuola Integra 2 per rispondere in maniera più diretta ai bisogni e per venire
incontro alle difficoltà relative alla diversa dislocazione geografica.
Il monitoraggio ha fatto emergere la necessità di focalizzare gli interventi non solo sulla
relazione educativa e gli stili comunicativi, ma anche su metodologie e strumenti propri di una
didattica partecipativa fondata su metodologie attive, destinata ad attivare percorsi formativi
alternativi a quelli tradizionali per migliorare le condizioni di partecipazione attiva dei ragazzi.
Formazione del gruppo di coordinamento
Il gruppo di coordinamento provinciale è stato coinvolto interamente dalle attività previste
dalla ricerca azione e, secondo i criteri stessi di questa metodologia, si è trovato in una
condizione di formazione costante, in particolare sulle tematiche della qualità, dell’approccio
per processi, della conduzione dei gruppi di lavoro e della documentazione.
Il gruppo si è riunito mensilmente, coordinato dal consulente incaricato a questo scopo
dall’Amministrazione Provinciale. I membri del gruppo erano anche componenti delle
commissioni tecniche e quindi si sono incontrati regolarmente per sviluppare il lavoro
assegnato e comunicando costantemente gli stati di avanzamento mediante gli incontri di
coordinamento e il sito web appositamente predisposto.
Anche tutta questa attività è configurabile come una formazione sul campo, che chiedeva di
realizzare concretamente, attraverso le attività di gestione dei percorsi formativi, le
conoscenze e le competenze acquisite sui temi sopra descritti.
I membri del gruppo potevano contare su una conoscenza reciproca già acquisita grazie al
tempo trascorso insieme nella gestione delle attività della sperimentazione. Tuttavia è venuta
maturando nel tempo, e fin da molto presto, un’esigenza di condividere un’esperienza
formativa comune la quale si è potuta realizzare al termine del percorso di ricerca azione e si è
configurata quindi come un’attività celebrativa di un percorso lungo un anno e
contemporaneamente di rilancio dell’attività per i futuri progetti.
Si è trattato di un’esperienza di formazione residenziale, del tipo definito in gergo outdoor
training, destinata ad un obiettivo cosiddetto di team building, o in questo caso, di team
reinforcement. L’idea sottostante all’intero impianto della Ricerca Azione, come si ricorderà,
era quella di definire un impianto organizzativo stabile e costante, in grado di mantenere
capacità di progettazione integrata territoriale e di gestione delle attività inerenti il Diritto
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Dovere all’istruzione, indipendentemente da occasioni di finanziamento episodiche e da
estemporanee sperimentazioni.
Si è trattato dunque non solo di definire prassi, procedure e documenti condivisi, ma di
permettere ai membri del coordinamento provinciale di riconoscersi reciprocamente come
attori di un sistema integrato e di aumentare la motivazione intrinseca e personale grazie alla
condivisione di un’appartenenza.
L’intervento è stato realizzato utilizzando una struttura montana che ha accolto il gruppo in
autogestione. Le attività di gestione della struttura si sono mescolate ad attività strutturate di
formazione che hanno utilizzato il contesto ambientale e contenuti cosiddetti analogici (non
legati al contesto specifico di lavoro) per permettere ai partecipanti di focalizzarsi sui processi
di gestione delle attività da una parte e sui processi interni personali di partecipazione. I temi
affrontati sono stati:
il ruolo del coordinatore: attese, autonarrazioni e competenze;
i processi nella cooprogettazione: il miglioramento nel ciclo di Deming;
la funzione di guida: fiducia, incertezza e visione;
la gestione dei momenti operativi: dal gruppo di lavoro al lavoro di gruppo
L’attività, della durata di due giorni e una notte, è stata la conclusione formale del percorso di
Ricerca Azione. Al termine, il gruppo ha tuttavia deciso di riprendere le attività con un incontro
di rilancio in vista della gestione dei nuovi progetti. Questo rilancio, oltre che in linea con
quanto ipotizzato all’avvio del progetto Ricerca Azione, può essere considerato come un
indicatore dell’esito dell’esperienza complessiva.
Risultati raggiunti
Uno dei risultati raggiunti è stato quello di sviluppare una rete territoriale fra formatori
provenienti da esperienze diverse e da percorsi formativi differenziati cercando di elaborare un approccio comune e condiviso rispetto alle diverse problematiche. La documentazione prodotta
dalla commissione è descritta negli allegati.
I membri della Commissione, in parte docenti delle scuole impegnate nei progetti IFI e Scuola
Integra, hanno potuto constatare e condividere la necessità di una formazione a 360° gradi,
che coinvolga professionalità provenienti da ambiti diversi da quello scolastico, per apportare
delle innovazioni dal punto di vista metodologico e didattico che superano gli standard e gli
approcci scolastici.
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SCENARI DI SVILUPPO
L’introduzione del diritto dovere all’istruzione e formazione è sicuramente una tappa
significativa nella prospettiva della costruzione di un sistema formativo integrato, ma ha
trovato alcune difficoltà nella fase di realizzazione e ancor oggi si rileva una informazione
incompleta e talora non corretta rispetto a queste problematiche.
Da sottolineare inoltre che la questione obbligo formativo si è posta in un contesto economico
molto disponibile al lavoro precoce dei ragazzi ed alla loro uscita dal sistema dell’istruzione
appena assolto l’obbligo scolastico; ciò è dovuto prevelantemente alla dimensione medio-
piccola delle imprese per lo più a carattere familiare.
L’Amministrazione Provinciale di Pistoia, all’interno della sperimentazione del sistema integrato
di istruzione e formazione delineato dall’Accordo Quadro tra Ministero del Lavoro, MIUR e
Regioni del 18 giugno 2003 e attuato dalla Regione Toscana con la Delibera 687 del 14 luglio
2003 si propone di proseguire e rafforzare l’esperienza relativa alla sperimentazione dei
percorsi integrati attraverso la realizzazione del progetto SPRINT e il progetto Campagna di
Comunicazione.
Progetto SP.R.INT.
Il progetto SP.R.INT., si realizzerà nell’area pistoiese (comuni di Pistoia, Quarrata, Agliana,
Montale, Serravalle Pistoiese e Montagna Pistoiese) e della Valdinievole rivolgendosi a giovani
con età compresa fra 14 e 18 anni.
Il progetto prevede interventi rivolti a giovani inseriti nel canale scolastico di Istruzione
Professionale e a giovani al di sotto dei 18 anni che hanno abbandonato il ciclo di istruzione
secondaria e che comunque hanno conseguito la licenza di scuola media inferiore.
In seguito all’approvazione del progetto è stata costituita una Associazione Temporanea di
Scopo costituita dai seguenti soggetti: Istituto Professionale Sismondi-Pacinotti, Istituto
Martini, l’Istituto Marchi, Istituto Professionale Pacinotti, Istituto Professionale Einaudi,
CE.S.A.T. Scrl; Consorzio Platform, Servindustria Pistoia SrL, ASCOM servizi SrL, Ente
Camposampiero ONLUS. Il soggetto capofila del progetto è l’Istituto Sismondi - Pacinotti.
Ogni partner ha ruoli e funzioni diverse durante la fase attuativa. Nel dettaglio:
Istituto Professionale Sismondi – Pacinotti: progettazione e realizzazione dell’attività
formativa;I.P.S.I.A. Pacinotti: progettazione e realizzazione dell’attività formativa;
I.P. Einaudi: progettazione e realizzazione dell’attività formativa;
Istituto Professionale Martini: progettazione e realizzazione dell’attività formativa;
ITC Marchi: progettazione e realizzazione dell’attività formativa (in particolare LIF e LIP);
CE.S.A.T Scrl: progettazione stage e visite guidate;
Consorzio Platform: attuazione delle UFC di informatica;
Servindustria Pistoia Srl: progettazione e realizzazione dell’attività formativa;
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ASCOM Servizi Srl: progettazione e realizzazione dell’attività formativa;
Ente Camposampiero ONLUS: progettazione e realizzazione dell’attività formativa.
Il progetto prevede la realizzazione di diversi percorsi formativi secondo le tipologie previste
dal bando ed intende rafforzare soprattutto l’azione di Supporto Individuale e di
personalizzazione dei percorsi attraverso un’azione integrata di monitoraggio del progetto
In particolare il monitoraggio si svilupperà attraverso un’analisi dell’andamento delle singole
fasi da parte dei diversi responsabili di processo: a partire dal Comitato di Progetto, ai
coordinatori, ai tutors d’aula e aziendali per arrivare agli stessi docenti che attueranno le
verifiche intermedie. Il monitoraggio non sarà riferito solo all’andamento didattico, ma
riguarderà anche gli aspetti organizzativi, quindi le modalità di articolazione del calendario
formativo, le fasi specifiche impostate su Unità Formative Capitalizzabili, lo svolgimento dello
stage aziendale e, in modo particolare, la corrispondenza tra le aspettative dei singoli allievi ed
i problemi legati al loro inserimento in azienda.
Il monitoraggio riguarderà anche gli ambiti finanziari e contabili per i quali sono previste
apposite procedure da parte degli organi di controllo provinciali. Lo strumento per testimoniare
l’attività di monitoraggio sarà il report, in altre parole uno strumento di sintesi efficace, capace
di dare conto della situazione a tutti i soggetti interessati al buon andamento del progetto nelle
sue specifiche articolazioni e fasi.
Tutti i partner saranno coinvolti nel monitoraggio dei percorsi formativi, in particolare l’Agenzia
formativa fornirà supporto sulle attività che rilasceranno crediti formativi mentre gli Istituti
scolastici sulle attività che rilasceranno crediti scolastici (istruzione) e crediti professionali.
Il Comitato di Progetto individuerà, tra il personale degli Istituti scolastici oppure delle agenzie
formative private coinvolte nel progetto, un coordinatore didattico, per ciascun Istituto
coinvolto nel progetto.
I coordinatori didattici del progetto cureranno il monitoraggio degli allievi iscritti ai vari percorsi
durante tutta la durata del progetto, con la collaborazione dei tutors dei percorsi PF e dei
coordinatori scolastici delle classi coinvolte per i percorsi IF, LIF, IP e LIP.
Il monitoraggio consisterà nella rilevazione di
numero degli utenti in ingresso per ciascun percorso
numero di utenti che completano regolarmente il percorso iniziato
numero di utenti che da un percorso passano ad un altro
numero degli utenti che escono dal progetto senza aver completato il percorso iniziato
numero di utenti che, terminato positivamente il percorso PF, decidono di iscriversi ad
un Istituto di istruzione secondaria
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numero di utenti che, terminato positivamente il percorso PF, decidono di iscriversi ad
ulteriori corsi di qualifica professionale
numero di utenti che, terminato positivamente il percorso PF, entrano nel mondo del
lavoro.
La rilevazione sarà effettuata ad inizio e fine di ciascuna annualità per ogni percorso attivato e
condurrà alla elaborazione di un report per ciascun percorso attivato in ciascuno degli istituti
coinvolti nel progetto.
Progetto campagna di comunicazione La Ricerca Azione ha fatto emergere ulteriori criticità, quali quelle relative alla promozione e
diffusione. Per questo è apparso necessario predisporre una serie di iniziative di promozione
destinate a render nota la sperimentazione presso altri Istituti e nella prospettiva della
successiva attuazione per gli istituti tecnici ed i licei.
Altra criticità rilevata nel sistema di gestione delle attività di Obbligo Formativo è stata quella
relativa alla personalizzazione dei percorsi e passaggio fra sistemi soprattutto per quanto
riguarda l’organizzazione dei Servizi di Supporto Individuale, i quali devono prevedere una
valutazione formativa delle competenze, problematica ancor più attuale alla luce della nuova
normativa regionale riguardante l’apprendistato per l’espletamento del diritto dovere
all’istruzione e formazione (D.Lgs.276/2003) e il sistema regionale delle competenze.
Obiettivo principale del progetto Campagna di Comunicazione è informare e sensibilizzare i
docenti dell'istruzione e della formazione professionale per l'inserimento dei percorsi integrati
nei piani di azione formativa (POF) delle scuole interessate e favorire lo scambio di esperienze
fra gli operatori impegnati nei percorsi integrati di istruzione e formazione.
Ciò renderà possibile avviare uno scambio di esperienze tra sistemi per l'orientamento dei
giovani e delle loro famiglie, come previsto al punto 5 dell'accordo quadro nazionale per la
sperimentazione di un'offerta integrata di attività di istruzione e formazione professionale.
Per concretizzare gli obiettivi sopra esposti è prevista la realizzazione delle seguenti attività,
alcune delle quali sono già state in parte attuate dalla Commissione Promozione e Diffusione
della Ricerca Azione. In particolare:
• Analisi dei primi risultati dell'indagine regionale sulla sperimentazione nelle prime classi
degli istituti professionali.
• Analisi dei risultati delle attività di ricerca-azione dei comitati di progetto sulla
personalizzazione dei percorsi e passaggio fra sistemi.
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• Incontri interprovinciali fra i diversi operatori impegnati nella realizzazione dei percorsi
integrati di istruzione e formazione per favorire lo scambio di esperienze e definire
prassi condivise rispetto alla gestione degli interventi riguardanti la personalizzazione
dei percorsi e passaggi fra sistemi con particolare riferimento all’organizzazione dei
Servizi di Supporto Individuale (SI)
I dettagli della campagna di comunicazione sono descritti nel documento tecnico redatto dal
gruppo di riferimento regionale, di cui la Provincia di Pistoia è membro partecipante per le
tematiche: a) Sistema di Gestione del Diritto Dovere e 2) Percorsi Individualizzati.
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ALLEGATI 1. Scheda descrizione processo promozione e diffusione
2. Questionario rilevazione modalità orientamento
3. Risultati Ricerca sulle modalità di orientamento presso le scuole della Provincia
4. Processo di tutoraggio - Sottoprocesso Tutoraggio Centro per l’Impiego
5. Scheda del profilo di competenza del tutor Obbligo Formativo presso Centro Impiego
6. Scheda colloquio personale
7. Processo di tutoraggio - Sottoprocesso Tutoraggio d’aula
8. Tutor d’aula - scheda rilevazione colloquio con genitori
9. Tutor d’aula - scheda valutazione allievo
10. Scheda monitoraggio PF
11. Scheda di valutazione del corso da parte degli allievi
12. Processo di tutoraggio - Sottoprocesso Tutoraggio di stage
13. Processo di coordinamento
14. Processo Certificazione delle competenze
15. Processo di Orientamento (SI)
16. Modello certificazione competenze
17. Verbale riconosciento crediti in ingresso
18. Scheda colloquio orientativo stage
19. Questionario di valutazione sul docente da parte dell’allievo
20. Scheda di rilevazione riunioni di coordinamento
21. Scheda di monitoraggio del progetto
22. Riepilogo rilevazione Bisogni Formatori
Provincia di Pistoia - Servizio Istruzione, Formazione e Cultura Pagina 61 di 61