O RAPPORTO SULL’INNOVAZIONE NELLE REGIONI D’ITALIA...

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TERZO RAPPORTO SULL’INNOVAZIONE NELLE REGIONI D’ITALIA 2005 C e n t r i R e g i o n a l i d i C o m p e t e n z a p e r l ' e - g o v e r n m e n t e l a s o c i e t à d e ll 'i n f o r m a z i o n e

Transcript of O RAPPORTO SULL’INNOVAZIONE NELLE REGIONI D’ITALIA...

  • TERZO RAPPORTOSULL’INNOVAZIONE NELLEREGIONI D’ITALIA2005

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  • II

    Questa iniziativa editoriale è stata realizzata nell’ambito del Progetto CRC (Centri Regionali di Competenza per l’e-government e la società dell’informazione), promosso e fi nanziato dal Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie (MIT).

    Il Comitato di Direzione del Progetto CRC, presieduto da Giulio De Petra del CNIPA, è composto come segue: Carlo Buttari, Marco Cinquegrani, Carlo Durante, Stefano Kluzer, Sandra Lotti, Lucia Pasetti, Anna Picot, Luca Rigoni, Elena Tabet.

    Il Formez, su incarico del MIT, è il soggetto attuatore del Progetto CRC. Responsabile dell’attuazione è Carlo Buttari.

    Il Terzo Rapporto sull’innovazione nelle regioni d’Italia si compone di 20 rapporti regionali contenuti nel cd-rom allegato, realizzati a cura dei CRC, e del presente rapporto nazionale di sintesi strutturato in tre parti.

    Le Parti I e II del rapporto nazionale sono state prodotte in collaborazione tra l’Area innovazione per le Regioni e gli Enti locali, AIREL del CNIPA e lo staff centrale Formez del Progetto CRC, con contributi e supporto alla revisione da parte del Comitato Tecnico della Commissione permanente per l’innovazione e le tecnologie. La Parte III è stata realizzata dal gruppo di lavoro sull’e-learning del Progetto CRC. Gli autori dei diversi capitoli sono citati all’inizio di ciascuno di essi.Il coordinamento della realizzazione dei rapporti regionali e del rapporto nazionale è stato curato da Giada Maio dell’Osservatorio CRC e da Stefano Kluzer, coordinatore scientifi co del Progetto CRC.

    Coordinamento editoriale a cura di Maria Beatrice De Camillis e Mauro Savini (staff centrale Progetto CRC)

    Impaginazione e stampa a cura di Legoprint - Lavis (TN)

    Finito di stampare nel mese di giugno 2005.

  • III

    Indice

    INTRODUZIONE XIII

    Premessa XIII La struttura del Rapporto 2005 XVI

    PARTE I QUADRO GENERALE E LETTURA TRASVERSALEDEI RAPPORTI REGIONALI 1

    1. L’INNOVAZIONE NELLE REGIONI: NOVITÀ E SVILUPPI RECENTI 3

    1.1 Politiche regionali e attori per l’e-government e la SI 31.2 I progetti di innovazione e i loro risultati 9

    2. GLI ACCORDI DI PROGRAMMA QUADRO PER LA SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONE 23

    2.1 L’Intesa Istituzionale di Programma e gli APQ 232.2 Gli APQ per la società dell’informazione 242.3 Le risorse finanziarie per gli APQ SI 252.4 La stipula e attuazione degli APQ SI 282.5 Gli APQ SI stipulati ad aprile 2005 31

    3. LA REVISIONE DI MEDIO PERIODO DEL QCS OB. 1 E LA SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONE 39

    3.1 Il Quadro Comunitario di Sostegno Obiettivo 1 393.2 La SI nel QCS Ob. 1 pre-revisione 413.3 La revisione del QCS sui temi della SI 503.4 La revisione dei Programmi Operativi e la SI 60

    4. AVANZAMENTO DEI PROGETTI 1° AVVISO 69

    4.1 I progetti 1° Avviso e il loro monitoraggio 694.2 Stato di attuazione dei progetti 1° Avviso 724.3 I risultati conseguiti 774.4 Alcune considerazioni a un anno dall’avvio

    del monitoraggio 82

  • IV

    5. L’AVVIO DELLA FASE 2 DELL’E-GOVERNMENT 85

    5.1 L’avviso sui servizi infrastrutturali SPC 865.2 L’avviso CNIPA sul T-government 895.3 Il riuso per diffondere l’e-government 935.4 L’avvio della linea “promozione servizi” 98

    6. I PROGETTI PER LA CITTADINANZA ELETTRONICA 99

    6.1 L’avviso per i progetti di e-democracy 996.2 Analisi dei progetti 1036.3 Conclusioni 115

    7. SVILUPPI DEL SISTEMA PUBBLICO DI CONNETTIVITÀ E COOPERAZIONE 117

    7.1 Il nuovo modello per l’interoperabilità e la cooperazione applicativa 117

    7.2 Il Progetto ICAR 128

    8. LA DIFFUSIONE DELLE CARTE PER L’ACCESSO AI SERVIZI 141

    8.1 La Carta Nazionale dei Servizi 1418.2 La CNS nel mondo camerale: diffusione e servizi 1488.3 La Carta Regionale dei Servizi in Lombardia 152

    9. I SERVIZI ON LINE PER CITTADINI E IMPRESE: UNA ANALISI QUANTITATIVA SUI COMUNI 157

    9.1 Introduzione e note metodologiche 1579.2 I risultati: servizi on line dei Comuni sopra

    i 10.000 abitanti 1629.3 Conclusioni 185

    10. L’EVOLUZIONE DELLA RETE DEI CENTRI REGIONALI DI COMPETENZA PER L’E-GOVERNMENT E LA SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONE 187

    10.1 Introduzione 18710.2 Governance e organizzazione della Rete:

    livello “di sistema” e livello locale 18810.3 Le Azioni di Sistema: linee di attività

    e risultati raggiunti 19110.4 Il Piano delle Azioni di sistema per il 2005 19710.5 Specializzazione della rete CRC su alcuni temi

    dell’e-government 198

  • V

    PARTE II SCHEDE REGIONALI DI SINTESI 205

    PREMESSA ALLE SCHEDE DI SINTESI REGIONALI 207

    REGIONE ABRUZZO 208

    REGIONE BASILICATA 213

    REGIONE CALABRIA 218

    REGIONE CAMPANIA 223

    REGIONE EMILIA-ROMAGNA 227

    REGIONE FRIULI-VENEZIA GIULIA 232

    REGIONE LAZIO 237

    REGIONE LIGURIA 242

    REGIONE LOMBARDIA 246

    REGIONE MARCHE 252

    REGIONE PIEMONTE 257

    REGIONE PUGLIA 263

    REGIONE SARDEGNA 267

    REGIONE SICILIA 272

    REGIONE TOSCANA 277

    REGIONE UMBRIA 283

    REGIONE VALLE D’AOSTA 287

    REGIONE VENETO 291

    PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO 295

    PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO 300

    PARTE III 307

    INDAGINE SULLE POLICY DI E-LEARNING NELLE REGIONI E PROVINCE AUTONOME 309

    I RISULTATI DELL'INDAGINE: L’E-LEARNING NELLE REGIONI 312

    La produzione documentale negli anni 312 Il numero e la tipologia di documenti per regione 314 Gli ambiti di impatto e i beneficiari delle iniziative

    di e-learning 321 Progettazione e gestione del processo di e-learning 324

  • VI

    L’accreditamento di strutture formative e la certificazione di materiali didattici 332

  • VII

    INDICE DELLE TABELLE

    PARTE I

    Tabella 1 – Iniziative sulla banda larga segnalate nei Report regionali CRC 6Tabella 2 – Finanziamenti per la società dell’informazione, FAS 2003-2005 e 2004-2007 27Tabella 3 – APQ società dell’informazione stipulati al 30.04.2005 32Tabella 4 – Fonti di finanziamento degli APQ SI stipulati al 30.04.2005 33Tabella 5 – Composizione per macro-finalità degli APQ SI stipulati al 30.04.2005 34Tabella 6 – Quadro dei progetti MIT per il Mezzogiorno finanziati dal CIPE sul FAS 2003-2005 e 2004-2007 37Tabella 7 – Le strategie per la SI nelle regioni Ob.1 (prime versioni) 44Tabella 8 – Misure e risorse dedicate alla SI nei POR Ob.1 pre-revisione fine 2003 (valori in €) 47Tabella 9 – Contributo comunitario nei POR per la SI (tutte le misure) e destinazione per obiettivi (gen. 2004) 48Tabella 10 – Contributo comunitario nei PON per azioni sulla SI e destinazione per obiettivi (gen. 2004) 49Tabella 11 – Peso azioni SI su contributo CE totale dei singoli PO, milioni di euro e percentuali (gen. 2004) 50Tabella 12 – Le tappe nella revisione di medio periodo dei POR e CdP delle regioni Ob.1 61Tabella 13 – Variazioni nelle misure e risorse dedicate alla SI nei POR delle regioni Ob.1 (valori in €) 64Tabella 14 – Riferimenti dei CdP regioni Ob.1 ai programmi nazionali per la SI nel Mezzogiorno e non solo 66Tabella 15 – Fascia di eccellenza: progetti con SAL verificato superiore a 70% 75Tabella 16 – Progetti che hanno rilasciato servizi ai cittadini 79Tabella 17 – Progetti che hanno rilasciato servizi alle imprese 80Tabella 18 – Stato di rilascio dei servizi infrastrutturali 81Tabella 19 – Quadro sinottico delle ricadute previste da 106 progetti 81Tabella 20 – Progetti co-finanziati per i servizi infrastrutturali e SPC 88

  • VIII

    Tabella 21 – Progetti co-finanziati dal MIT per il T-government 92Tabella 22 – Progetti 1° Avviso e offerte di riuso 94Tabella 23 – Soluzioni delle offerte di riuso per ambito tematico/settoriale 95Tabella 24 – Soluzioni delle offerte di riuso per tipologia di servizi 95Tabella 25 – Criteri di valutazione 103Tabella 26 – Partecipazione degli Enti territoriali ai 129 progetti presentati 104Tabella 27 – Dimensioni economiche dei progetti presentati (valori in migliaia di €) 105Tabella 28 – Distribuzione territoriale e ruoli dei 129 progetti presentati 105Tabella 29 – Enti partecipanti suddivisi per regione e tipologia di ente 106Tabella 30 – Interventi progettuali di ICAR 136Tabella 31 – Adesione agli interventi ICAR 137Tabella 32 – Esperienze e progetti presenti nei Rapporti Regionali 147Tabella 33 – Prime 12 camere di commercio per numero di smart card distribuite alle imprese 150Tabella 34 – I Comuni > 10.000 ab. e relativa popolazione 158Tabella 35 – Prestazioni analizzate 160Tabella 36 – I servizi più diffusi tra i Comuni > 10.000 ab. Offerti dai siti web istituzionali 164Tabella 37 – I servizi interattivi più diffusi tra i Comuni > 10.000 ab. Offerti dai siti web istituzionali 169Tabella 38 – Copertura del servizio “pagamento ICI” nei siti web istituzionali dei Comuni > 10.000 ab. 171Tabella 39 – Supporto dei CRC ai tavoli di coordinamento e concertazione con gli EELL 192Tabella 40 – La collana editoriale 197

    PARTE II

    Tabella 1 – Quadro delle principali politiche regionali per la SI in Abruzzo 208Tabella 2 – Gli interventi dell’APQ SI Regione Abruzzo del 2002 209Tabella 3 – Gli interventi dell’Integrativo APQ SI Regione Abruzzo del 2004 210

  • IX

    Tabella 4 – Progetti cofinanziati alla Regione Abruzzo sui bandi della II fase 210Tabella 5 – Le novità nel quadro delle politiche regionali per la SI 213Tabella 6 – I progetti cofinanziati alla Regione Basilicata sui bandi della II fase 215Tabella 7 – Gli interventi dell’APQ SI Regione Basilicata del 2004 215Tabella 8 – Gli interventi dell’Integrativo APQ SI Regione Basilicata del 2005 215Tabella 9 – Le novità nel quadro delle politiche regionali per la SI 219Tabella 10 – I progetti cofinanziati alla Regione Calabria sui bandi della II fase 219Tabella 11 – Elenco degli interventi e costi dell’APQ SI 2005 220Tabella 12 – Le novità nel quadro delle politiche regionali per la SI 224Tabella 13 – I progetti cofinanziati alla Regione Campania sui bandi della II fase 224Tabella 14 – Elenco degli interventi e costi dell’APQ SI 2004 225Tabella 15 – Le novità nel quadro delle politiche regionali per la SI 228Tabella 16 – I progetti cofinanziati alla Regione Emilia-Romagna sui bandi della II fase 228Tabella 17 – Elenco degli interventi e costi dell’APQ SI 2004 229Tabella 18 – Il quadro delle politiche regionali per la SI 233Tabella 19 – I progetti cofinanziati alla Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia sui bandi della II fase 233Tabella 20 – Interventi e costi dell’Accordo di Programma Quadro SI 234Tabella 21 – I progetti cofinanziati alla Regione Lazio sui bandi della II fase 239Tabella 22 – I progetti cofinanziati alla Regione Liguria sui bandi della II fase 242Tabella 23 – Elenco degli interventi e costi dell’APQ SI Integrativo II 2005 244Tabella 24 – Il quadro delle politiche regionali per la SI 246Tabella 25 – I progetti cofinanziati alla Regione Lombardia sui bandi della II fase 248Tabella 26 – Elenco degli interventi e costi degli APQ SI 2003 e APQ Integrativo 2005 249

  • X

    Tabella 27 – Le novità nel quadro delle politiche regionali per la SI 253Tabella 28 – Elenco degli interventi e costi dell’APQ SI 2004 253Tabella 29 – I progetti cofinanziati alla Regione Marche §sui bandi della II fase 254Tabella 30 – Le novità nel quadro delle politiche regionali per la SI 258Tabella 31 – I progetti cofinanziati alla Regione Piemonte sui bandi della II fase 259Tabella 32 – Elenco degli interventi e costi dell’APQ SI 2004 260Tabella 33 – Le novità nel quadro delle politiche regionali per la SI 263Tabella 34 – I progetti cofinanziati alla Regione Puglia sui bandi della II fase 264Tabella 35 – Elenco degli interventi e costi dell’APQ SI 2004 265Tabella 36 – Il quadro delle politiche regionali per la SI 268Tabella 37 – I progetti cofinanziati alla regione Sardegna sui bandi della II fase 268Tabella 38 – Elenco degli interventi e costi degli APQ SI e Integrativo 269Tabella 39 – Le novità nel quadro delle politiche regionali per la SI 273Tabella 40 – I progetti cofinanziati alla Regione Sicilia sui bandi della II fase 274Tabella 41 – Elenco degli interventi e costi dell’APQ SI 2005 274Tabella 42 – Le novità nel quadro delle politiche regionali per la SI 278Tabella 43 – I progetti cofinanziati alla Toscana sui bandi della II fase 279Tabella 44 – Elenco degli interventi e costi dell’APQ SI 2004 280Tabella 45 – Elenco degli interventi e costi dell’APQ SI Integrativo I 2005 280Tabella 46 – Le novità nel quadro delle politiche regionali per la SI 284Tabella 47 – Gli interventi dell’APQ SI Regione Umbria 284Tabella 48 – Progetti cofinanziati alla Regione Umbria sui bandi della II fase 285Tabella 49 – Le novità di policy regionali per la SI 288Tabella 50 – Elenco degli interventi e costi dell’APQ SI 2005 288

  • XI

    Tabella 51 – I progetti cofinanziati alla Regione Veneto sui bandi della II fase 292Tabella 52 – Elenco degli interventi e costi dell’APQ SI 2004 293Tabella 53 – Quadro delle principali politiche nella Pv. Autonoma di Bolzano 295Tabella 54 – I progetti cofinanziati alla Pv. Aut. di Bolzano sui bandi della II fase 296Tabella 55 – Progetti finanziati dal POR Ob. 3 in ambito SI 298Tabella 56 – Le novità nel quadro delle politiche per la SI 301Tabella 57 – I progetti cofinanziati alla Provincia Autonoma di Trento sui bandi della II fase 302

    PARTE III

    Tabella 1 – Variabili/caratteristiche del processo di e-learning 324

    INDICE DELLE FIGURE

    PARTE I

    Figura 1 – Dimensioni economiche dei progetti 1° Avviso 70Figura 2 – Distribuzione dei progetti per tipologia di servizi previsti 71Figura 3 – Confronto tra avanzamento previsto e avanzamento effettivo aggregato relativi ai 130 progetti attivi 73Figura 4 – Distribuzione dei progetti per ritardo, avanzamento, dimensioni economiche 74Figura 5 – Diagramma a rete che descrive il grado di rilascio dei servizi infrastrutturali, alla imprese e ai cittadini 78Figura 6 – I piccoli Comuni: le dimensioni della partecipazione 108Figura 7 – I finanziamenti per Ente Coordinatore suddivisi per Regione 109Figura 8 – La distribuzione dei progetti sulle politiche 111Figura 9 – Le tecnologie per la partecipazione 114Figura 10 – ICAR - Architettura logica 133Figura 11 – Interventi progettuali di ICAR 136Figura 12 – Numero di smart card Infocamere distribuite dalla rete camerale a imprese e intermediari 149Figura 13 – Andamento delle tipologie di pratiche ricevute e gestite dalle CCIAA (2000-2004, in %) 152

  • XII

    Figura 14 – Presenza di sito web istituzionale, di almeno un servizio e di almeno un servizio interattivo nei siti web istituzionali dei Comuni > 10.000 ab. 163Figura 15 – Servizi offerti dai siti istituzionali dei Comuni > 10.000 ab, classificati per area tematica 165Figura 16 – Servizi offerti dai siti istituzionali dei Comuni > 10.000 ab, classificati per tipologia di servizio 167Figura 17 – Diffusione del servizio “pagamento ICI” in almeno un sito web istituzionale di un Comune della provincia e livello massimo di interattività 170Figura 18 – Numero medio di servizi on line per Comune offerti dai siti web istituzionali 172Figura 19 – Numero di siti web istituzionali che offrono un dato numero di servizi on line (in %) 174Figura 20 – Numero medio di servizi per Comune offerti dai siti web istituzionali, divisi secondo il più alto livello di interattività raggiunto (scala eEurope) e raggruppati per classe dimensionale 175Figura 21 – Correlazione tra numero di servizi on line offerti dai siti web istituzionali dei Comuni > 10.000 ab. e dimensione dell’ente 176Figura 22 – Distribuzione dei servizi per livello di interattività 178Figura 23 – Modulistica: destinatari e caratteristiche del modulo 179Figura 24 – Servizi interattivi: destinatari, autenticazione e pagamento 180Figura 25 – Correlazione tra numero di servizi offerti dai Comuni > 10.000 ab. Sui siti istituzionali e numero di aree tematiche coperte 182Figura 26 – Numero di Comuni > 10.000 ab. In grado di coprire un dato numero di aree tematiche e di tipologie di servizio 183

    PARTE III

    Figura 1 – produzione documentale per anno 312Figura 2. Tipologie di documenti e produzione annuale 313Figura 3 – Distribuzione geografica 315Figura 4 – Le tipologie di documenti 316Figura 5 – Gli ambiti di impatto 311Figura 6 – I beneficiari delle azioni di e-learning 312

  • XIII

    Introduzionedi Giulio De Petra

    Responsabile Area Innovazione per le Regioni e gli Enti Locali del CNIPA

    Premessa

    Lo sviluppo dei processi innovativi prodotti dall’uso delle tecnologie dell’informazione e

    della comunicazione, e in particolare quelli relativi alle pubbliche amministrazioni, presenta

    indicatori particolarmente positivi a livello locale. La più recente indagine Assinform, a

    fronte di una moderata crescita del mercato ICT nel 2004 (+1,5%, rispetto allo +0,1% del

    2003) segnala infatti la performance particolarmente positiva del segmento della Pubblica

    Amministrazione Locale (+2,7%), seconda soltanto al settore consumer (+3,6%). Il

    mercato della PA centrale registra invece un calo di -1,2%.

    Al dato quantitativo corrisponde la ricchezza e la varietà delle iniziative e dei risultati che

    abbiamo descritto in questo rapporto ma, soprattutto, dal punto di vista della interpretazione

    dei fenomeni, il manifestarsi, a metà del 2005, di una evidente discontinuità.

    Questa discontinuità è resa tanto più significativa dall’essere il prodotto dell’intreccio

    delle discontinuità relative a due diversi dimensioni dell’innovazione delle pubbliche

    amministrazioni: quella della “governance” dei processi innovativi e quella della

    realizzazione dell’e-government, entrambe descritte puntualmente nei capitoli di questo

    rapporto.

    Negli ultimi anni, a partire dalla definizione e dalla prima attuazione dei piani

    nazionali di e-government, si è posto il problema di come garantire che i processi

    innovativi potessero coinvolgere le diverse amministrazioni e tipologie di enti locali che

    caratterizzano l’amministrazione pubblica italiana. Questa necessità non è derivata da

    pratiche concertative tipiche di altri e più tradizionali settori, ma è stata richiesta dalla

    natura stessa delle tecnologie per l’e-government. Essa ha assunto inoltre particolare

    rilievo nel momento in cui l’architettura istituzionale del paese si è orientata fortemente

    verso modelli di tipo federale ridisegnando, nei fatti prima e più che nelle norme, la

    mappa dei processi e delle competenze delle pubbliche amministrazioni.

    L’obiettivo di una “governance” federata dei processi di e-government è stato, fin

    dall’inizio, una sfida e una condizione di successo a tutti i livelli in cui è stato posto.

    Lo è stato per i rapporti tra amministrazioni statali, spesso faticosamente costrette a

    parziali cessioni di sovranità, per cercare di garantire economie di scala e integrazione dei

    processi.

  • XIV

    Lo è stato per i rapporti tra amministrazioni statali e regioni, laddove emergeva la

    necessità di un quadro di riferimento che evitasse il rischio di segmentare “verticalmente”

    i diversi settori, riproducendo a livello locale la stessa frammentazione del livello statale,

    e dove si è sperimentato per la prima volta, in questo settore, lo strumento delle

    programmazione negoziata (gli Accordi di Programma Quadro).

    Lo è stato per i rapporti tra le amministrazioni regionali e gli enti locali, che ha

    rappresentato l’ambito di più forte sviluppo di una consapevole capacità di governo

    a livello territoriale, costruita a partire da una effettiva ed efficace capacità di

    pianificazione, di servizio a livello infrastrutturale, di sostegno a livello locale (sono

    questi i fenomeni ai quali il rapporto dedica le indagini più complete).

    Lo è stato per una inedita e promettente cooperazione a livello interregionale sui temi

    dell’e-government.

    Questo complesso e articolato processo di governance si è basato su un insieme di tavoli,

    commissioni, gruppi di lavoro che, nonostante le difficoltà prodotte dalla numerosità, è

    riuscito a imporre un metodo di lavoro coronato dalla definizione di piani e strumenti

    di attuazione che sono stati periodicamente condivisi dalla Conferenza Unificata e che

    hanno garantito la possibilità di uno sviluppo coerente ai diversi livelli istituzionali e

    amministrativi. Fattore di coesione e di promozione della governance, come abbiamo

    sottolineato nei precedenti rapporti, è stata la comunità professionale che si è formata

    nel lavoro comune sui diversi tavoli di confronto e che è l’autore collettivo di questo

    rapporto.

    Ma questo metodo di lavoro reclama oggi un salto di qualità. Il ciclo della governance

    avviato e sperimentato in questi anni giunge alla sua conclusione. La complessità e

    la rilevanza dei fenomeni da governare non può più essere affrontata da una pluralità

    di istituti di concertazione, che tendono oltretutto a moltiplicarsi. Occorre valorizzare

    il metodo sin qui seguito e progettare una nuova architettura organizzativa e nuovi

    strumenti, sia a livello nazionale che a livello territoriale, capaci di garantire il governo

    dei futuri sviluppi dell’e-government.

    La necessità di un salto qualitativo negli strumenti di governo dell’innovazione è resa

    ancora più evidente, e viene riempita di contenuti, dalla parallela discontinuità che

    si manifesta nel ciclo di sviluppo stesso dell’e-government, cioè proprio del processo

    innovativo che deve essere governato.

    E’ utile richiamare brevemente i diversi passaggi di questo processo, così come sono

    avvenuti negli anni più recenti, e in particolare a partire dai primi utilizzi delle risorse

    destinate all’e-government locale provenienti dalle vendita delle licenze UMTS.

  • XV

    Abbiamo assistito, durante una prima fase dell’e-government, all’avvio di una molteplicità

    di progetti a livello locale caratterizzati da un quadro comune di riferimento capace di

    garantire coerenza di obiettivi e di strumenti tecnologici di riferimento, ma ancora troppo

    generale per garantire l’eliminazione di ogni incoerenza e sovrapposizione.

    Obiettivo di questa prima fase è stato consentire alla capacità innovativa che si era

    accumulata a livello locale di confrontarsi con impegni realizzativi su larga scala, e con

    modelli avanzati di gestione e di monitoraggio dei progetti. Parallelamente, è stata

    promossa la realizzazione delle infrastrutture a livello territoriale, che in alcune regioni si

    è sviluppata con grande rapidità.

    Ne è derivato, come documenta il rapporto, un patrimonio di realizzazioni in corso di

    sviluppo, un numero significativo delle quali è destinato a concludersi positivamente

    entro il 2005. Ne è derivato, soprattutto, un insieme comune di riferimenti professionali,

    una “cultura” dell’e-government capace di produrre innovazione nelle pubbliche

    amministrazioni locali ben oltre i risultati attesi dai progetti in corso.

    Ma anche questa dimensione del processo innovativo non è più sufficiente. Non è utile

    e non è necessario promuovere nuovi progetti di innovazione con le stesse modalità

    utilizzate nella fase di avvio, se non per ambiti tematici limitati e fortemente innovativi

    (come è stato ad esempio nel caso della e-democracy e del t-government).

    Diversi sono le priorità e gli obiettivi da perseguire oggi.

    Occorre coinvolgere e includere nelle iniziative di innovazione tutte le amministrazioni e

    gli enti locali, superando il digital divide territoriale. Questo richiede politiche nazionali

    che incentivino il riuso delle soluzioni e la diffusione della banda larga, ma, soprattutto,

    una capacità di governo e di supporto a livello regionale.

    Occorre completare l’innovazione dei servizi mediante la riorganizzazione e l’integrazione

    dei back office. Questo richiede che le infrastrutture regionali aggiungano ai servizi di

    connettività i servizi di cooperazione applicativa. In tal modo, il territorio si candida ad

    essere un soggetto che promuove e sostiene la cooperazione tra le amministrazioni e non

    un’appendice di processi di cooperazione settoriali.

    Occorre passare dalla realizzazione dei progetti all’esercizio e alla gestione delle soluzioni,

    promuovendo condizioni organizzative ed economiche che consentano di recuperare i

    benefici degli investimenti fatti nell’innovazione dei servizi. Le iniziative che le regioni

    stanno definendo per la costituzione di centri di servizio territoriali gestiti dai comuni e

    con particolare attenzione ai piccoli comuni, vanno in questo senso.

    Proprio queste priorità e questi obiettivi reclamano una diversa e più solida capacità di

    governo, sia a livello regionale che a livello nazionale.

  • XVI

    All’inizio del 2005, il ciclo di sviluppo dell’e-government e il ciclo della governance

    raggiungono insieme un punto di discontinuità, insieme segnalano la necessità di un

    salto di qualità negli strumenti di governo e di attuazione dell’e-government.

    Il recente avvio di una nuova legislatura nel governo di quindici regioni italiane su 19,

    e la promulgazione in alcune regioni di prime leggi relative alla società dell’informazione

    rappresentano un contesto favorevole a decisioni di lungo respiro su questo tema che

    appare decisivo per consolidare e sviluppare il percorso avviato.

    Struttura del Rapporto 2005

    Come d’abitudine, anche il Rapporto 2005 è composto dal presente Report nazionale

    –diviso in tre parti- e dai Report regionali.

    I Report regionali sono inclusi in versione completa nel CD allegato e sul sito www.

    crcitalia.it, mentre sono riassunti nelle schede di sintesi della Parte II del rapporto. Le

    Regioni Emilia-Romagna, Lazio, Piemonte, Sardegna e Veneto hanno anche pubblicato

    una versione cartacea dei rispettivi Report regionali 2005, ottenibile direttamente dai

    singoli CRC.

    La Parte III del Report nazionale contiene quest’anno la sintesi della ricerca realizzata

    da un gruppo di lavoro della rete CRC sulle politiche per l’e-learning a livello regionale.

    Nel CD allegato si trovano anche il rapporto completo della ricerca e l’archivio di tutta

    la documentazione analizzata e opportunamente codificata (attraverso un apposito

    collegamento su Internet, si può navigare la documentazione sfruttando tali codifiche).

    Riguardo alla Parte I del Report nazionale, il capitolo 1 fornisce una lettura trasversale

    dei Report regionali, evidenziando come le politiche e iniziative in atto nelle regioni

    diano sempre più importanza all’obiettivo di portare l’accesso a banda larga nei piccoli

    Comuni e alla maggiore inclusione e partecipazione della cittadinanza nei processi di

    innovazione.

    Il capitolo 2 presenta l’impostazione e l’avanzamento degli Accordi di Programma Quadro

    per la società dell’informazione (APQ SI), emersi nell’ultimo anno come strumento

    principale per l’attuazione delle politiche di innovazione in vari ambiti, nel Mezzogiorno

    e non solo. Al 30 aprile 2005 erano stati stipulati 17 APQ con altrettante Regioni e 7

    integrativi per un valore di quasi 500 milioni di euro.

    Il capitolo 3 illustra come la revisione di medio periodo del Quadro Comunitario di

    Sostegno e dei programmi operativi regionali Obiettivo 1, che ha interessato nel 2004

    tutte le Regioni del Mezzogiorno, abbia prodotto un sostanziale riallineamento della

  • XVII

    programmazione 2000-2006 con gli orientamenti e le priorità recenti maturati a livello

    europeo e nazionale.

    Spostando l’attenzione dalle politiche alla progettualità, il capitolo 4 propone una

    fotografia sull’avanzamento dei progetti del 1° Avviso di e-government, alla data di fine

    febbraio 2005, mentre il capitolo 5 tratta l’avvio operativo della fase 2 dell’e-government,

    con gli avvisi per il Sistema pubblico di connettività (SPC), il cosiddetto T-government,

    le offerte di riuso e la promozione dei servizi. Il capitolo 6, a sua volta, è interamente

    dedicato all’avviso per i progetti sulla cittadinanza elettronica.

    Gli sviluppi negli strumenti e servizi abilitanti l’e-government sono trattati nel capitolo 7

    – che presenta il nuovo modello per l’interoperabilità e la cooperazione applicativa del

    SPC e il progetto interregionale ICAR che lo sperimenterà in vari campi – e nel capitolo

    8, dedicato alle iniziative sempre più numerose per la diffusione delle carte di accesso ai

    servizi secondo lo standard della Carta Nazionale dei Servizi (CNS).

    Il capitolo 9 presenta i risultati della prima rilevazione dell’Osservatorio sui servizi on

    line (SOL) attivato dalla rete CRC a fine 2004. Si segnala l’ampiezza della ricognizione

    – che ha coperto tutti i Comuni con più di 10.000 abitanti - e la specifica metodologia

    utilizzata, basata su una lista normalizzata di circa 450 servizi a cittadini e imprese.

    Il capitolo 10, infine, propone come di consueto il quadro dell’avanzamento del progetto

    CRC, evidenziando in particolare le “specializzazioni” e iniziative maturate nell’ultimo

    anno nella rete CRC su temi quali: l’accessibilità ai servizi di e-government; l’e-democracy;

    le soluzioni alternative per la banda larga in aree periferiche; l’innovazione dei piccoli

    Comuni; la misurazione della società dell’informazione e il riuso delle soluzioni di e-

    government.

  • XVIII

  • 1

    QUADRO GENERALE E LETTURATRASVERSALE DEI RAPPORTIREGIONALI

    Parte I.

  • RAPPORTO NAZIONALE 2005

    2

  • 3

    Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

    1. L’innovazione nelle regioni: novità e sviluppi recenti1

    In questo capitolo introduttivo, si presentano in sintesi gli elementi principali

    che emergono dai Report regionali curati dai singoli CRC, rimandando agli stessi report o

    ad altri capitoli del presente rapporto per gli approfondimenti del caso.

    1.1 Politiche regionali e attori per l’e-government e la SI

    L’ultimo anno - 2004, inizio del 2005 - è stato caratterizzato rispetto alle attività

    di politica e programmazione regionale per l’innovazione da due processi significativi che

    hanno investito tutte le regioni italiane, in quanto di matrice nazionale e comunitaria:

    la stipula generalizzata degli Accordi di programma quadro per la società

    dell’informazione (APQ SI) e dei primi integrativi, legata all’impiego delle risorse

    stanziate dal CIPE nel 2003 e 2004, ma anche di una parte delle risorse UMTS della

    fase 2 del piano di e-government e ovviamente di risorse regionali e comunitarie.

    L’APQ, in pratica, è diventato la modalità prevalente per l’attuazione degli interventi

    condivisi tra Governo nazionale e Regioni sulla società dell’informazione;

    il completamento del processo di revisione di medio periodo del Quadro Comunitario di

    Sostegno e dei relativi POR e PON per le regioni Obiettivo 1 (ma anche ovviamente per

    l’Obiettivo 2 e 3). Rispetto all’avvio dell’attuale ciclo di programmazione dei fondi di

    coesione 2000-2006, le priorità e le strategie per la società dell’informazione sono state

    rivisitate in modo signifi cativo, alla luce degli sviluppi comunitari (piano di Lisbona,

    programmi e-Europe ecc.) e nazionali (Linee guida per la SI, piano di e-government

    ecc.), con ripercussioni sul quadro di riferimento e sui programmi operativi.

    I due processi vengono illustrati in dettaglio nei successivi capitoli 2 e 3, ai

    quali si rimanda di conseguenza il lettore. È opportuno comunque segnalare che tali

    sviluppi mostrano una significativa convergenza di finalità generali e un’evidente com-

    plementarietà negli interventi promossi e sostenuti. Ciò conferma la maturazione di

    una “visione comune”, presente ai diversi livelli di governo, che riguarda certamente la

    costruzione dell’e-government, ma anche altre priorità – come si dirà più avanti - delle

    politiche per la società dell’informazione. Prima fra tutte, vi è la lotta al digital divide

    1 Il presente capitolo è

    stato redatto da Stefano

    Kluzer e Giada Maio dello

    Staff Centrale progetto CRC.

  • RAPPORTO NAZIONALE 2005

    4

    territoriale nell’accesso ai servizi di comunicazione a banda larga, riconosciuto come cru-

    ciale per lo sviluppo socio-economico nel presente e futuro prossimo da eEurope 2005,

    fino al Piano per la banda larga promosso nel 2003 dal Ministro per l’Innovazione e le

    Tecnologie (MIT) e dal Ministro delle comunicazioni, e ai sempre più numerosi piani e

    iniziative regionali sul tema (si veda più avanti).

    L’altro aspetto da evidenziare, che accomuna e in parte “salda” i processi in

    questione, è il consolidarsi di un sistema di governance condivisa dei processi di innova-

    zione, forse fin troppo articolato almeno al livello nazionale2 (diversi tavoli, commissioni,

    gruppi di lavoro), ma in grado di garantire una buona circolazione di informazioni tra gli

    attori chiave coinvolti: MIT, Ministero per l’economia e le finanze, Regioni e organismi di

    rappresentanza degli Enti locali.

    A livello regionale, in particolare, si segnala come effetto diffuso della stipula

    degli APQ SI, e dei meccanismi di concertazione preliminare e di gestione che li carat-

    terizzano, il rafforzamento dei sistemi di coordinamento e concertazione sulle iniziative

    per la SI tra le stesse strutture interne alle Amministrazioni regionali (ad es. tra area

    programmazione, area sistemi informativi e altre aree specifiche, quali la sanità) e con il

    mondo degli Enti locali (si veda anche la Tabella 1 nel cap. 10). Organismi e processi a ciò

    dedicati, avviati in molti casi per l’attuazione della prima fase del piano di e-government,

    hanno assunto oggi carattere più continuativo e strutturato.

    1.1.1 Il consolidamento della programmazione per la SI a livello regionale

    Il passaggio a una fase di “maturità”, di regime più “ordinario”, nell’affrontare

    la società dell’informazione da parte delle politiche regionali – in termini di attenzione

    politico-programmatica, di risorse e strumenti attuativi - è documentato in molti Report

    regionali.

    L’obiettivo di sviluppo della SI è presente, con articolazione sempre maggiore,

    in molti piani di sviluppo regionale (tra le novità, il Piano strategico regionale previsto

    dal Regolamento di organizzazione dell’Amministrazione della Regione Autonoma Friuli

    Venezia-Giulia), viene quindi ripreso negli aggiornamenti annuali nei DPEFR (ad es. quel-

    lo 2005-2007 del Piemonte), nei piani e strategie per la SI (tra le novità, il Programma

    RUPAR2 del Piemonte; il Piano d’Azione per lo sviluppo della SI “eSudtirol 2004-08” della

    Prov. Aut. di Bolzano; il progetto “La Società dell’Informazione (e-society) della Prov. Aut.

    di Trento”) e nei programmi di attuazione degli stessi, aggiornati oramai anch’essi su base

    annuale da diverse Regioni, ad es. Lombardia, Emilia-Romagna, Prov. Aut. di Trento.

    2 Si veda al riguardo il

    Rapporto innovazione 2004,

    pp. 8-10.

  • 5

    Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

    La trasversalità del tema SI nelle politiche settoriali delle Amministrazioni

    regionali è un altro segnale di tale “maturità” (che solleva peraltro problemi non sem-

    pre risolti di coordinamento interno). I Report regionali di Piemonte, Emilia-Romagna,

    Toscana e Campania documentano in modo particolarmente ricco le iniziative per la SI dei

    diversi settori regionali. Il Report regionale Marche, a sua volta, illustra nel dettaglio il

    complesso modello di governance che è stato predisposto per il Piano d’azione regionale

    per l’e-Health. La sanità è certamente il settore trattato più frequentemente nei Report

    regionali, e per questo ci si tornerà sopra più avanti.

    Già citate lo scorso anno, si segnalano infine le prime leggi regionali per la

    SI. Dopo Toscana ed Emilia-Romagna, che hanno approvato la loro legge per la SI nel

    corso del 2004, nella Prov. Aut. di Bolzano è stata avviata la preparazione di una legge

    quadro in materia di SI, con l’istituzione del Comitato Guida “e-government – offensiva

    2004-2008” che dovrebbe predisporre il disegno di legge, a valle di un ampio processo di

    consultazione con gli attori del territorio.

    1.2.2 Le nuove politiche regionali per la banda larga

    La moltiplicazione di strategie e piani regionali per garantire la massima coper-

    tura territoriale di infrastrutture e servizi di accesso a banda larga è uno dei tratti salienti

    che emergono dall’analisi delle politiche per la SI dell’ultimo anno. In particolare, oltre

    al piano Lepida dell’Emilia-Romagna, già in corso di attuazione, si segnalano la recente

    definizione e/o l’avvio di piani regionali su larga scala in Piemonte, Lombardia, le due

    Province Autonome di Bolzano e Trento, Friuli Venezia-Giulia, Toscana, Puglia, Basilicata

    e Sardegna.

    La seguente tabella riporta, oltre a tali iniziative, interventi in genere di carat-

    tere più localizzato segnalate dai CRC nei rispettivi Report regionali (la rassegna è quindi

    ampia, ma non esaustiva).

    Molti di questi interventi sono legati ai finanziamenti della linea 1 della secon-

    da fase del piano di e-government (cosiddetto “avviso SPC”, si veda il cap. 5) e a quelli

    del programma MIT per il Mezzogiorno “Sviluppo dei servizi a larga banda”, che prevedono

    entrambi il potenziamento degli accessi al Sistema Pubblico di Connettività (SPC). Alcuni

    interventi nel Mezzogiorno sono legati anche ai finanziamenti assegnati dalla delibera

    Cipe n. 17/2003 al Ministero delle Comunicazioni3 e gestiti dalla società Infratel, per la

    creazione di MAN e reti di accesso sul territorio.

    3 Si tratta di 150 milioni

    di euro, complementari a

    quelli assegnati al MIT per

    lo sviluppo dei servizi a

    banda larga.

  • RAPPORTO NAZIONALE 2005

    6

    Tabella 1 – Iniziative sulla banda larga segnalate nei Report regionali CRC

    Regione Iniziativa

    Abruzzo “Estensione della COMNET-RA per la copertura di siti svantaggiati”, intervento APQ SI (Integrativo 2004).

    Basilicata “Piano di sviluppo per la realizzazione della Infrastruttura a Banda Larga sul territorio della regione Basilicata” – Aprile 2005.

    Calabria “Ampliamento dei servizi regionali a larga banda del Sistema pubblico di connettività” intervento del Programma MIT banda larga per rete di accesso sia cablata che wireless.

    Campania L’aggiornamento del “Piano strategico per la società dell’informazione della Regione Campania” prevede interventi sulla banda larga legati alla realizzazione del SPC.

    Emilia Romagna

    “Piano telematico regionale 2002-2005 - Piano operativo Lepida e rete radiomobile R3 (per la protezione civile)” 2005 (luglio 2004).“Rete privata a banda larga per la PA e attivazione di relativi servizi infrastrutturali nel basso ferrarese” intervento APQ SI.Piani telematici provinciali.

    Friuli Venezia Giulia

    Progetto BroadBand Regionale – non ancora approvato. “Studio sulle infrastrutture di rete a larga banda nella regione Friuli Venezia-Giulia” (Univ.di Udine) elaborato nel 2004.

    Lazio Progetti Megalab e Picolab presentati sull’avviso SPC.“Linee guida del Piano d’Innovazione Digitale” della Provincia di Roma (aprile 2004).

    Lombardia “Piano per la banda larga in Lombardia” - Protocollo d’intesa siglato il 29 marzo 2005 tra la Regione Lombardia e i principali operatori di telecomunicazione (Albacom, Colt, Fastweb, Telecom Italia, Wind), aperto anche ad altri operatori.Interventi APQ SI: Siscotel - “attivazione dei sistemi informativi di comunicazione telematica degli enti locali e creazione di reti locali a banda larga” e “Rete wireless Comunità Montane Arco Alpino”.

    Marche Progetto “Marche-Way” - intervento APQ SI di infrastrutturazione a banda larga nelle aree Obiettivo 2. Due bandi in attuazione: Rete a Ponti Radio MarcheWay e progetti fi nalizzati alla realizzazione di reti Wireless di Zona.Progetto “Tac-Line (Trans Adriatic Communication Line)” sul programma PIC Interreg III A 2004-2007 - sperimentazione di un sistema a banda larga per l’interconnessione della rete telematica Marche con le infrastrutture telematiche territoriali delle zone transfrontaliere (Croazia).

    Piemonte “Programma pluriennale RUPAR2 “ con attivazione di sette “progetti integrati”, per dotare entro il 2007 il territorio di una nuova infrastruttura di connettività.Decreto di rimodulazione Patti Territoriali: “Piano di Intervento per lo sviluppo della Società dell’Informazione nelle aree dei Patti territoriali” della provincia di Torino.Iniziative legate al Programma Azioni Innovative - PRAI “Dai distretti industriali ai distretti digitali”, per sviluppare infrastrutture a banda larga da rendere disponibili a soggetti pubblici (e genericamente enti no-profi t), e fi nanziare la creazione di hot spot Wi-Fi.

    Puglia Interventi sulla Misura 6.3 del POR Puglia 2000-2006.Potenziamento delle infrastrutture telematiche regionali (RUPAR2/SPC) con progetti infrastrutturali in specifi che aree svantaggiate secondo due fi loni:- infrastrutture di comunicazione (wireless e satellitari) per la protezione civile e rete del 118- reti fi sse e mobili per servizi a banda larga per amministrazioni locali, cittadini e imprese.

    Sardegna Interventi inseriti nella “Strategia e Piano d’Azione per la realizzazione delle Rete Telematica Regionale (RUPAR) nell’ambito dello sviluppo della SI secondo il modello del SPC” approvato il 23.03.2005sviluppo della SI secondo il modello del SPC” approvato il 23.03.20054.

    Regione Iniziativa

    4 Essendo successiva al completamento del

    Report regionale Sardegna, questa iniziativa

    non vi è riportata. In breve è prevista la messa

    a disposizione dell’Amministrazione regionale,

    per un periodo di almeno 15 anni, di una dorsa-

    le in fibra ottica, connessa alle MAN nelle città

    capoluogo, complementare, al fine di dare con-

    nettività diffusa al territorio, ai servizi del pro-

    getto Connettività Regionale (inserito in APQ

    SI) di estensione e completamento del progetto

    MARTE (nato per il mondo scolastico).

  • 7

    Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

    Tabella 1 – Iniziative sulla banda larga segnalate nei Report regionali CRC

    Regione Iniziativa

    Regione Iniziativa

    Sicilia “Infrastruttura a banda larga” - intervento 9 dell’APQ SI Sicilia. La Strategia regionale per la SI prevede la copertura completa del territorio con una infrastruttura di rete a banda larga che colleghi tutti i Comuni e gli enti regionali.

    Toscana Legge Regionale n. 1 del 2004, “Promozione dell’amministrazione elettronica e della società dell’informazione e della conoscenza disciplina organizzativa della RTRT nel sistema regionale. Disciplina della Rete telematica regionale toscana”. Riprende gli obiettivi sulla RTRT e la politica telematica toscana già sanciti dal “Piano per la società dell’informazione e-Toscana”, approvato nel 2002)“Accesso alla banda larga per gli enti attualmente non coperti da tale servizio” c.d. Intervento S1003 dell’APQ SI

    Valle D’Aosta Nel “Piano triennale settore informatica di Aosta” è previsto il cablaggio dell’intero Comune Capoluogo.

    Pv. Aut. Bolzano

    “Piano d’azione per lo sviluppo della società dell’informazione - eSüdtirol 2004 – 08” prevede:- accesso a Internet su tutto il territorio provinciale, mediante la messa a disposizione delle necessarie infrastrutture di base (con

    tecnologie a banda larga - punto 3.3) e contenimento e superamento del “digital divide” (punto 3.7);- avanzamento iniziative di cablaggio di Brennercom SpA, previste dall’Accordo quadro sulle TLC fi rmato con il Ministero delle

    Comunicazioni nel 2002.

    Pv. Aut. Trento

    Progetto “La società dell’informazione (e–society)”, approvato ottobre 2004, azione “realizzazione su tutto il territorio provinciale di un’infrastruttura di rete a banda larga che supporti l’accesso a servizi altamente interattivi”, attuata anche attraverso il Progetto CABLA (avviso SPC).“Linee guida per la realizzazione della rete urbana per la banda larga” approvate agosto 2003. Delinea la topologia della rete e di tracciati di massima dei cavidotti. Nel 2004 si è proceduto con la redazione di parte del progetto defi nitivo “infrastrutturazione della rete provinciale per la larga banda - dorsale”, individuando i tracciati fi nali per i cavidotti e le aree per la realizzazione dei nodi di rete.

    Fonte: elaborazione Osservatorio CRC

    1.1.3 Novità rispetto agli attori e alla governance

    Il periodo di fine legislatura per molte Regioni ha comportato una situazione

    di sostanziale continuità negli assetti politici e organizzativi relativi ai temi dell’inno-

    vazione, almeno a livello di Amministrazioni regionali. L’anno trascorso è quindi segnato

    per gran parte delle Regioni, come già accennato, dal consolidamento delle strutture

    esistenti, soprattutto per quanto riguarda i processi di concertazione con gli Enti locali,

    stimolati dalla stipula degli APQ SI, dall’esigenza di coordinare le proposte del territorio

    in risposta ai primi avvisi della fase 2 dell’e-government (si veda il cap. 5) e di preparare

    gli altri interventi - sul riuso e sui centri servizi territoriali - che richiedono un’azione

    ben calibrata a livello di sistema regionale.

    In questo quadro generale, si segnalano comunque alcune novità, che hanno

    interessato, salvo eccezioni, realtà non coinvolte dalla fine di legislatura.

    In Toscana (un’eccezione), a seguito della L.R. 01/2004 sono stati rinnovati e/o

    ampliati gli strumenti di governance: Comitati della Rete Telematica Regionale Toscana,

    Intesa con ANCI, URPT e UNCEM e relativo Comitato dell’Accordo di Programma Regionale

    (maturato anche in funzione dell’APQ SI).

    Tabella 1 – Iniziative sulla banda larga segnalate nei Report regionali CRC (segue)

  • RAPPORTO NAZIONALE 2005

    8

    In Sardegna, è stata istituita una “cabina di regia” regionale per la definizione

    e attuazione della nuova strategia per la SI ed è prevista l’apertura del CRC alle rappre-

    sentanze economiche e sociali.

    In Puglia, il rapporto della Regione con Tecnopolis Csata S.c.r.l., già soggetto

    gestore del Centro Tecnico della Rupar, si è ulteriormente rafforzato nella preparazione

    dell’APQ SI e in diversi processi a valle di esso (che hanno visto anche una partecipazione

    significativa del CRC). È anche stato istituito ad hoc un Tavolo di Consultazione delle

    Autonomie Locali, con la partecipazione di ANCI, UPI, UNCEM regionali.

    Nella Provincia Autonoma di Bolzano, è stato istituito il già citato Comitato

    Guida “e-government – offensiva 2004-2008” per la preparazione del disegno di legge

    sulla SI.

    Nella Provincia Autonoma di Trento, il Comitato Tecnico di esperti per l’E–

    society, già operante dal maggio del 2003, è passato dai 9 membri precedenti ai 19

    attuali, comprendendo personalità politiche, del mondo della ricerca e dell’università, del

    mondo imprenditoriale e dirigenti provinciali. Per garantire un’azione efficace, il Comitato

    attiverà appositi tavoli tecnici dedicati a (ipotesi attuali): formazione per la e–society;

    interoperabilità e open source; concertazione fra Provincia ed enti locali per la gestione

    delle reti di accesso locali; sostegno alla nuova imprenditorialità.

    Sviluppi a livello provinciale nei Report regionali, in particolare di Emilia-

    Romagna e Toscana, si illustrano in modo esteso gli sviluppi dell’innovazione anche a

    livello delle singole province, evidenziando in alcuni casi l’esistenza di piani locali e

    strumenti di coordinamento e attuazione con gli enti locali.

    In Emilia-Romagna, ad esempio, si segnalano i tavoli di concertazione pro-

    vinciali di Piacenza (Nucleo strategico per l’innovazione e Forum degli innovatori) e

    di Bologna, dove l’Accordo territoriale per l’innovazione dei servizi attraverso l’ICT e il

    Tavolo di lavoro permanente con gli enti del territorio stanno portando all’istituzione di

    un Ufficio comune per l’e-government.

    Nel Report ragionale Lazio si segnalano due sviluppi importanti a questo livel-

    lo. Il primo è la decisione della Provincia di Roma di lanciare un Piano dell’Innovazione

    Digitale che prevede l’attivazione di un Comitato tecnico-scientifico, un Comitato degli

    Assessori, un Tavolo Provincia-Comuni sull’ICT (per l’aggregazione della domanda e per il

    supporto operativo) e un Tavolo delle forze sociali ed economiche.

    Il secondo è la stipula in ottobre 2004 del Protocollo di intesa tra la Regione

    Lazio e le cinque Province del territorio (Roma, Viterbo, Rieti, Latina, Frosinone), che

    prevede a sua volta due strumenti operativi:

  • 9

    Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

    un tavolo strategico, che cura tutti gli aspetti generali dell’accordo, elaborando

    indirizzi, strategie di intervento, e realizzando una rappresentanza unitaria nei

    confronti di tutti gli altri soggetti istituzionali nazionali e regionali;

    un tavolo tecnico, che segue la realizzazione di ogni iniziativa individuata dal tavolo

    strategico, tenendo presenti le necessità territoriali, ottimizzando quanto già realizzato

    individualmente, privilegiando il riuso delle buone pratiche, anche a livello nazionale,

    favorendo la crescita dell’imprenditorialità regionale.

    1.2 I progetti di innovazione e i loro risultati

    Riassumere la gamma ampia di iniziative già in atto e di quelle in partenza nelle

    realtà regionali è un compito estremamente difficile, data la particolare ricchezza di espe-

    rienze e progetti documentati quest’anno nei Report regionali. Di seguito, si evidenziano

    quindi soltanto i temi principali che risaltano dalla lettura dei Report, con riferimenti

    e citazioni puntuali agli stessi, che vengono proposti a titolo esemplificativo, senza la

    pretesa di richiamare tutti i casi che sarebbero di volta in volta pertinenti. Di ciò ci si

    scusa con il lettore e con gli autori dei Report regionali.

    1.2.1 Reti regionali e nuovo SPC

    I Report regionali evidenziano uno stato di avanzamento complessivamente

    buono del processo di costruzione delle infrastrutture e dei servizi abilitanti dell’e-gover-

    nment, a partire dalle reti regionali che dovranno confluire nel nascente Sistema Pubblico

    di Connettività e Cooperazione (SPC).

    In molte regioni, la creazione delle infrastrutture e dei servizi di base delle reti

    regionali può considerarsi completata o in avanzato stato di realizzazione, con tassi di

    adesione degli enti locali molto elevati, ciò vale per: Basilicata, Emilia-Romagna, Friuli

    Venezia-Giulia, Lazio, Liguria, , Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria,

    Veneto e le due Province Autonome.

    Gli sviluppi ulteriori, in questi casi, riguardano il potenziamento della capacità

    trasmissiva di dorsale e di accesso (si veda la sezione precedente sulla banda larga); dei

    servizi di gestione tecnica e della sicurezza; l’adeguamento o la creazione dei servizi per

    l’interoperabilità e la cooperazione applicativa, secondo il nuovo modello definito per il

  • RAPPORTO NAZIONALE 2005

    10

    SPC (si veda il cap. 7); i servizi per la gestione delle carte di accesso ecc. Questi inter-

    venti ricadono in gran parte nella linea 1 della seconda fase del piano di e-government e

    sono inseriti negli APQ SI, rispetto ai quali assorbono attualmente il 25% dei circa 500

    milioni di euro impegnati (si veda il cap. 2).

    Nell’ottica del nuovo SPC, ad esempio, si sono creati o si stanno creando vari

    nodi di gestione-ottimizzazione del traffico dati detti NAP (Neutral Access Point) - Topix

    in Piemonte, TIX in Toscana, VSIX in Veneto, BIX in Puglia - presentati nei rispettivi

    Report regionali.

    Sempre nell’ottica del SPC si muovono anche le iniziative, inserite negli APQ o

    finanziate interamente con fondi POR, intraprese dalle Regioni che stanno avviando ora la

    costruzione dei SPC regionali. Vanno in questa direzione, ad esempio, l’intervento di ini-

    ziativa regionale “e-government Regionale” inserito nell’APQ SI Sardegna e la “Strategia

    e Piano d’Azione per la realizzazione delle Rete Telematica Regionale (RUPAR) nell’ambito

    dello sviluppo della SI secondo il modello del SPC”, approvata il 23 marzo 2005 (di cui

    alla precedente nota 4).

    Le infrastrutture e i servizi per la gestione dei flussi documentali e aspetti

    connessi (protocollo, carte e firma digitale) sono in fase avanzata di realizzazione in

    molte regioni. La Regione Marche, in particolare, ha proposto sviluppi interessanti con

    il progetto PADOC (linea 1 della seconda fase del piano di e-government), relativo alla

    gestione e conservazione a lungo termine del patrimonio documentale (archivi di proto-

    collo e archivi documentali). Questa iniziativa è collegata anche all’istituzione del Centro

    interdisciplinare per la trasparenza amministrativa e i flussi documentali.

    1.2.2 L’inclusione dei piccoli Comuni

    L’obiettivo di garantire un accesso alle reti regionali sufficientemente veloce

    anche ai piccoli Comuni delle aree periferiche e di attrezzare tutti i Comuni con le stru-

    mentazioni e le competenze necessarie per sfruttarne i servizi è l’altra finalità prevalente

    di molti progetti e, forse, costituisce la sfida più grande – in tutte le regioni - per la

    costruzione del nuovo SPC.

    Tra le esperienze volte a mettere i piccoli Comuni nelle condizioni, in primis

    tecnologiche, per potersi connettere (sempre più a banda larga) e fruire dei servizi a

    loro rivolti si possono citare dai Report regionali le seguenti (l’elenco è esemplificativo

    e non esaustivo; altri interventi specificamente dedicati alla banda larga si trovano nella

    Tabella 1):

  • 11

    Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

    il progetto “Entiloc@li in rete” della Basilicata (5 M€), che ha consentito ai Comuni

    la realizzazione o adeguamento della rete LAN interna, integrata con la rete telematica

    regionale (RUPAR), dei servizi di base per l’interoperabilità dei servizi anagrafi ci e

    tributari, del sito web dell’Ente e di un piano di formazione per l’alfabetizzazione

    informatica del personale;

    il progetto PiCoLaB (APQ SI Lazio) che nell’ambito dell’evoluzione della RUPAR intende

    dotare le sedi di 210 Comuni (sotto ai 5.000 abitanti) sui 378 del Lazio con un

    accesso a banda larga, sfruttando soluzioni tecnologiche alternative per le località

    non raggiunte da fi bra ottica o servizi x-DSL;

    il bando rivolto in ottobre 2004 dalla Regione Marche ai piccoli Comuni per la

    distribuzione di scanner, penne stampanti e altri accessori per poter fruire fi no in

    fondo dei servizi per la gestione documentale sviluppate dal progetto di e-government

    1° Avviso FDRM;

    numerose iniziative della Regione Piemonte per contrastare con soluzioni wireless

    l’isolamento dei Comuni montani (si veda lo specifi co focus del Report regionale,

    dedicato alle diverse dimensione del digital divide);

    la Misura 6.3 POR Puglia “Sostegno all’innovazione degli Enti Locali”, che prevede

    il sostegno agli EELL per garantirne l’integrazione in RUPAR2/SPC, relativamente

    all’accesso a banda larga, all’integrazione delle anagrafi comunali nel sistema di

    cooperazione applicativa, alla realizzazione di sistemi di workfl ow documentale

    e integrazione con i servizi RUPAR di posta elettronica certifi cata e di protocollo

    informatico;

    l’intervento dell’APQ SI Sicilia “Promozione della S.I. e dell'e-government negli EE.LL”,

    che prevede un capillare programma di informatizzazione degli EELL siciliani, che

    saranno dotati di protocollo informatico e soluzioni Intranet, anche per avviare servizi

    di e-government ai cittadini ed imprese;

    diverse iniziative delle Regione Toscana rivolte ai piccoli Comuni e alle aree periferiche

    (tramite le Comunità Montane), per il potenziamento degli accessi alla RTRT e delle

    dotazioni tecnologiche necessarie per i servizi regionali, ad esempio quelli legati al

    sistema di cooperazione applicativa CART;

  • RAPPORTO NAZIONALE 2005

    12

    il progetto INA/SAIA dell’Umbria ha coinvolto la totalità dei Comuni nel popolamento

    e aggiornamento dell’Indice Nazionale delle Anagrafi (INA), creando le condizioni

    per la prossima attivazione della Carta d’Identità Elettronica e altri servizi basati

    sull’INA;

    gli interventi inseriti nell’APQ SI Veneto per sostenere l’informatizzazione dei piccoli

    comuni, soprattutto nelle zone obiettivo 2. Il monitoraggio delle applicazioni effettuato

    dal CRC tramite l’osservatorio Reseau Veneto (si veda il Report Regionale, cap. 7)

    ha mostrato infatti che, mentre l’informatizzazione delle funzioni amministrative -

    anagrafe, personale, tributi ecc. - è alquanto avanzata, nell’area tecnica – licenze

    commerciali, pratiche edilizie, opere pubbliche, cartografi a, sportello unico, polizia

    municipale, biblioteche, gestione cimiteri - è tuttora decisamente più arretrata.

    Un altro approccio rispetto allo stesso obiettivo è quello che vede alcune

    Regioni, Province e in prospettiva veri e propri centri servizi mettere a disposizione dei

    piccoli Comuni piattaforme e servizi ad essi dedicati (l’elenco seguente è esemplificativo

    e non esaustivo):

    sul portale Basilicatanet i Comuni possono gestire i servizi della polizia locale, servizi

    di pagamento e altri;

    con il progetto E-GOV PLAT (APQ SI), la Regione Lazio si propone di realizzare una

    piattaforma tecnologica infrastrutturale di interoperabilità e cooperazione applicativa

    per realizzare un “Centro Servizi Regionale”, tra l’altro anche per offrire servizi sussidiari

    ai piccoli Comuni che non sono in grado di attivare autonomamente i servizi per gli

    utenti fi nali;

    in Emilia-Romagna – ma casi analoghi sono segnalati anche in altre regioni - sono

    numerose le esperienze di Sportello Unico per le attività produttive (SUAP) con soluzioni

    unifi cate gestite a livello provinciale con apposite piattaforme tecnologiche;

    sempre in ambito servizi SUAP, il Friuli Venezia-Giulia conosce l’importante esperienza

    cresciuta inizialmente attorno alla Camera di Commercio di Pordenone del sistema

    Enterprise, poi estesa a livello regionale con il progetto ImpresaFuturo;

    in Lombardia, il progetto ITP (APQ SI) prevede lo sviluppo di una infrastruttura

    tecnologica provinciale di Mantova che comprende anche l’erogazione di servizi in

    modalità ASP;

  • 13

    Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

    in Piemonte, è stato messo a disposizione di tutti gli utenti della RUPAR uno specifi co

    portale, Ruparpiemonte, per la fruizione dei servizi rivolti agli enti stessi, che

    comprendono applicazioni cooperative (SUAP, Anagrafe delle Attività Economiche e

    Produttive, Servizio Riscontro Autocertifi cazioni e altri), nonché applicazioni gestionali

    in rete (modalità ASP) per la gestione del personale, servizi di protocollo, gestione

    delle diverse tipologie di atti, gestione pratiche ecc.;

    in Provincia Aut. di Trento, il progetto PI-TRE (Protocollo informatico Trentino) prevede

    lo sviluppo di una soluzione comune che coinvolgerà 200 Aree Organizzative Omogenee

    (su 223 Comuni), circa 2000 persone e un carico di 2,5 milioni di documenti su base

    annua. A sua volta, il Consorzio dei comuni trentini sta predisponendo un nuovo

    portale per gli enti locali che metterà a disposizione di tutti funzionalità semplici, ma

    avanzate, per poter gestire anche autonomamente un proprio sito (il 50% dei Comuni

    risulta non disporre ancora di un sito, ma si ricorda che i Comuni trentini sono quasi

    tutti molto piccoli);

    la Provincia di Ragusa con il progetto HYBLAE (avviso “reti civiche” del POR Sicilia)

    sta predisponendo servizi anche applicativi per i Comuni del territorio;

    in Umbria, il progetto PITS “Portale regionale dei servizi” conterrà il “Sito dei servizi

    dell’ente”, integrato con quello istituzionale di ciascun ente, eventualmente ospitato

    sullo stesso sito. Il progetto InterPA punta invece ad offrire in modalità remota (ASP)

    servizi applicativi a norma per il protocollo informatico, la gestione documentale e la

    fi rma elettronica certifi cata;

    il WP6 dell’APQ SI Veneto prevede di mettere a disposizione degli EELL in modalità

    ASP soluzioni informatiche per: demografi a e stato civile; contabilità fi nanziaria

    ed economico patrimoniale; personale; tributi e ICI; attività produttive e gestione

    pratiche edilizie (soluzione sviluppata nell’ambito del progetto 1° Avviso SUAPED).

    Il WP11 a sua volta metterà a disposizione in modalità ASP il portale per gli EELL MY

    Portal.

    Infine, con una logica che spesso incrocia quelle precedenti, il sostegno ai pic-

    coli Comuni passa e passerà sempre di più attraverso la promozione e il sostegno di forme

    aggregate, associative, che garantiscano il raggiungimento di soglie minime di scala per

    la gestione dei servizi. Al di là delle numerose esperienze di sviluppo di servizi di e-

  • RAPPORTO NAZIONALE 2005

    14

    government in forma aggregata nell’ambito del 1° Avviso di e-government, si riportano

    dai Report regionali altri casi (l’elenco seguente è esemplificativo e non esaustivo):

    in Basilicata, i “multiprogetto” di “Entiloc@li in rete”, proposti dai Comuni in forma

    aggregata, hanno benefi ciato di un fi nanziamento aggiuntivo del 30%;

    in Campania l’iniziativa del POR “Cluster - Progetti idea Pubblica Amministrazione” ha

    fi nanziato iniziative che coinvolgono quasi tutti i Comuni e le loro forme associative,

    raggruppate per temi affi ni: accessi per soggetti svantaggiati e disabili, anagrafe

    integrata, gestione del territorio, riorganizzazione dei processi interni ecc.;

    in Emilia-Romagna, le esperienze di gestione associata a Parma (polo catastale Terre

    Verdiane), Reggio Emilia (sperimentazione di VPN per condividere risorse informative

    e altre risorse), Modena, Bologna e Ferrara;

    in Lombardia, forse l’iniziativa più importante al momento a livello nazionale, vi è il

    programma Siscotel per la creazione di reti e la gestione associata di archivi informativi

    e servizi tra piccoli Comuni e il collegamento in banda larga alla rete regionale. Sui

    bandi dal 2001 al 2003 sono stati fi nanziati i progetti di 52 aggregazioni con ben 518

    Comuni coinvolti, per un valore di quasi 40 M€(5);

    in Piemonte, i progetti afferenti alle Iniziative a Supporto dell’Associazionismo e della

    Cooperazione tra Comuni – progetto ISACCO, tendenzialmente centrate su soluzioni

    wireless e il progetto SiFa (Sperimentazione dell’Innovazione nelle Forme Associative),

    volto a promuovere l’innovazione tecnologica e la cultura del lavoro in rete nelle forme

    associative di Comuni (nato nel 2003, coinvolte circa 50 Comuni);

    in Puglia, molti dei 18 progetti fi nanziati sulla Mis. 6.2 del POR azione c) bando

    “Iniziative a sostegno del sistema delle Autonomie Locali” prevedono iniziative

    congiunte tra enti per lo sviluppo di portali territoriali, sportelli unici ecc.;

    in Sicilia, sull’avviso “reti civiche” sono stati fi nanziati 46 progetti che coinvolgono

    360 Comuni (il 92% del totale regionale) per un valore di 33 M€;

    in Veneto, il Docup obiettivo 2 comprende due progetti di centri tecnici e di servizi

    per il territorio che coinvolgono 60 Comuni nel bellunese e altrettanti nel basso

    veronese.

    5 Di particolare interesse

    sono i dati, riportati nel

    cap. 10 del Report Regionale

    Lombardia, sui costi annua-

    li di gestione dei Siscotel

    (totale e per abitante),

    nonché i costi per i servi-

    zi più comuni (demografi-

    ci, territoriali e gestione

    entrate/uscite comunali).

    Importanti, anche se non

    troppo incoraggianti, sono

    le considerazioni sulle dif-

    ficoltà realizzative e gestio-

    nali dei Centri Servizi.

  • 15

    Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

    1.2.3 La sfida dell’erogazione dei nuovi servizi e del loro utilizzo

    La ricognizione svolta sinora ci permette di dire che, dall’attenzione prevalente

    sino a qualche anno fa all’innovazione interna dei sistemi informativi di ciascun ente,

    in particolare delle Regioni e degli Enti locali di medio-grandi dimensioni, si è passati

    – è sicuramente questo l’elemento caratterizzante della fase attuale - all’innovazione di

    sistema, che punta a coinvolgere l’insieme degli enti territoriali nella costruzione appunto

    di un sistema a rete di servizi per i cittadini e le imprese.

    La sfida attuale verso l’interno della PA è quindi, come abbiamo visto, la costru-

    zione del nuovo sistema di connettività e cooperazione, garantendo in questo l’inclusio-

    ne dei piccoli Comuni e, a breve, sarà quella della riorganizzazione e integrazione del

    back-office della PA (sfruttando anche le potenzialità della banda larga) e dell’adozione

    di modelli gestionali sostenibili, che diano evidenza di una maggiore efficienza, possibil-

    mente generando risparmi da reinvestire nell’innovazione.

    La sfida principale verso l’esterno – con ripercussioni in ultima istanza anche

    sulle precedenti - è chiaramente quella della rapida messa a disposizione dei nuovi servizi

    – sempre più in ottica multicanale, compreso l’utilizzo della televisione digitale terrestre-

    e della loro promozione, affinché gli utenti ne facciano quanto prima un utilizzo intensi-

    vo, con i benefici attesi che dovrebbero derivarne per gli utenti stessi e per la PA.

    Una fotografia dello stato attuale dei servizi disponibili online, in particolare

    sui siti dei Comuni con più di 10.000 abitanti, è fornita nel capitolo 9 del presente rap-

    porto e, con maggiori dettagli per le singole realtà territoriali, in un’apposita sezione di

    ciascun Report regionale. La situazione che emerge da un’analisi sistematica e così su

    larga scala – quindi non dalla considerazione di singoli casi eccellenti - non è partico-

    larmente positiva, dato che solo il 25% dei siti analizzati presentava almeno un servizio

    interattivo e su circa 15.000 servizi censiti, solo 620 (il 4%) erano di tipo interattivo

    (possibilità di inoltro on line di dati/pratica ed eventualmente di completamento della

    transazione, senza lo spostamento fisico dell’utente).

    Nel capitolo 4 del rapporto, l’analisi dello stato di avanzamento dei progetti 1°

    Avviso – che comunque coprono solo una parte dei processi di innovazione in atto sul

    territorio - fornisce una parziale spiegazione della situazione sopra evidenziata, mostran-

    do come i progetti di tipo infrastrutturale siano mediamente in una fase più avanzata

  • RAPPORTO NAZIONALE 2005

    16

    di realizzazione rispetto ai progetti che dovranno erogare i servizi agli utenti finali. Le

    infrastrutture sono in genere appunto abilitanti per la gestione ed erogazione dei servizi,

    quindi è corretto e opportuno che siano pronte per prime. I progetti per i servizi finali,

    d’altro canto, sono spesso molto complessi e articolati da gestire e scontano quindi anche

    ritardi sulla tabella di marcia prevista inizialmente. Molti di essi, inoltre, prevedono il

    rilascio dei servizi tutti assieme alla fine del progetto.

    Un aspetto che attiene sempre al tema delle soluzioni abilitanti – la diffusio-

    ne delle smart card per l’accesso sicuro ai servizi on line (e per la firma digitale), oggi

    standardizzate e “normate” come Carta Nazionale (o Regionale) dei Servizi (CNS/CRS)

    - sta conoscendo un’importante accelerazione nell’ultimo periodo, descritta in sintesi nel

    capitolo 8 del presente rapporto e documentata meglio in numerosi Report regionali.

    Mentre i vari tasselli stanno componendo il quadro delle condizioni ottimali per

    il pieno dispiegamento dei servizi di e-government, le esperienze sul territorio stanno

    comunque moltiplicandosi, raggiungendo in alcuni casi una scala di utenza significativa.

    Sanità

    Il settore della sanità emerge certamente in gran parte delle regioni come

    oggetto di importanti investimenti, culla di sviluppi innovativi e prime esperienze di

    utenza su larga scala.

    Nell’ambito degli APQ SI, la sanità appare come settore destinatario diretto del

    12% degli investimenti previsti – in gran parte, in questo caso, per gli interventi dei

    programmi del MIT per il Mezzogiorno (e nel Lazio) - ma la numerosità delle iniziative in

    tutte le regioni riflette chiaramente investimenti significativi con fondi propri regionali.

    Rispetto ai finanziamenti CIPE-MIT, di particolare interesse risulta la strategia

    definita dalla Regione Sardegna sulla sanità, che vede l’integrazione dei tre progetti dei

    programmi MIT per il Mezzogiorno – Rete dei Medici di Medicina Generale, telemedicina

    specializzata e tele-formazione con servizi a banda larga - in un’unica iniziativa per la

    “Sanità elettronica” e azioni ad essa complementari nell’intervento APQ SI “e-Government

    Regionale”, in particolare, sottointervento sui servizi ai cittadini, centrato sulla creazione

    dell’anagrafe degli Assistiti (che sarà aggiornata tramite i servizi INA-SAIA, portati a tutti

    i Comuni anche a questo fine).

    La sanità è il settore nel quale è stato definito lo stesso standard della CNS e, in

    generale, per i cui servizi è previsto l’utilizzo su larga scala delle carte a microprocessore.

    In attesa che vengano utilizzati tutti i 9 milioni di carte distribuite ai cittadini lombardi,

    le transazioni sul SISS - Sistema di comunicazione e cooperazione per strutture e ope-

  • 17

    Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

    ratori socio-sanitari e cittadini, rappresentate soprattutto da prescrizioni farmaceutiche

    o ambulatoriali, sono già aumentate da 1,9 milioni nel 2003, a 5,4 milioni nel 2004 e,

    proiettando i dati di inizio 2005, potrebbero raggiungere i 10 milioni entro fine anno.

    Anche Friuli Venezia-Giulia (progetto SMART), Liguria, Toscana e Veneto preve-

    dono la distribuzione di CRS per l’accesso a servizi della sanità. L’Abruzzo è la regione che

    ha sperimentato per prima su larga scala la Tessera Sanitaria (con sola banda magnetica)

    e l’esperienza dovrebbe essere estesa all’Umbria.

    Sempre in tema di innovazione, la migliore gestione della spesa sanitaria è la

    prima finalità per la quale sono stati attivati mercati digitali e sistemi di e-procurement

    a livello regionale in Emilia-Romagna (progetto Intercent), Lombardia (progetto SInTel),

    Marche (progetto e-Market) e Provincia Autonoma di Trento (progetto Centrale acquisti/e-

    procurement).

    Nel campo della sanità si registrano già esperienze interessanti di collaborazio-

    ne e riuso delle soluzioni (ad es. il progetto ASSIST vede Umbria e Veneto collaborare sul

    sistema di gestione delle prescrizioni) e le compensazioni sanitarie sono uno dei temi

    prescelti per lo sviluppo di soluzioni di cooperazione applicativa interregionale nell’am-

    bito del progetto ICAR (si veda il cap. 7.2).

    Anche sotto il profilo dell’innovazione organizzativa e “culturale”, il Report

    regionale Marche documenta l’ampio processo di cambiamento della sanità regionale,

    fortemente basato sulle ICT, ma anche sulla riorganizzazione profonda del comparto

    (con l’istituzione dell’Azienda Sanitaria Unica Regionale, ASUR), avviato nelle Marche nel

    2004 con il Piano Regionale di Azione per l’e-health. La migliore gestione delle risorse e

    dell’accesso alle prestazioni dei cittadini sono i due obiettivi principali, ma si segnalano

    anche la volontà di dare massima trasparenza all’azione amministrativa (tutti gli atti

    sono pubblicati su web), di creare un “magazzino della conoscenza” del sistema sanitario

    regionale e di migliorare la comunicazione istituzionale sia verso gli operatori sanitari,

    sia verso il cittadino.

    Altre esperienze di servizi diffusi

    Al di fuori del settore sanitario, alcune esperienze di servizi già utilizzati su

    larga scala citate nei Report regionali sono:

    in Lombardia, la gestione delle pratiche agricole sul sistema SIARL con 280.000

    transazioni nel 2003 e circa il doppio nel 2004; diversi servizi già attivi del progetto

    PolisComuneamico.net (Bergamo);

  • RAPPORTO NAZIONALE 2005

    18

    in provincia di Bolzano, i servizi dedicati al mondo del lavoro. Borsa Lavoro è attivo

    dal 2000, ha attualmente circa 40.000 visitatori mensili e oramai il 50% delle offerte

    di lavoro e il 30% delle domande passano online. Il servizio Notel/ProNotel, per la

    notifi ca di assunzione/cessazione online dei rapporti di lavoro riguarda oggi il 16%

    delle notifi che, con l’obiettivo del 50% entro il 2008;

    in provincia di Trento, il portale vivoscuola con servizi di informazione, community, ma

    anche interattivi (es. prenotazione incontri con docenti) registra una media giornaliera

    di oltre 10.000 accessi (3 milioni nel 2004). Il sito gestito dall'Uffi cio del F.S.E. della

    Provincia offre alle imprese e agli enti di formazione professionale diverse funzionalità:

    registrazione utente; accreditamento (strutture formative); presentazione proposte

    progettuali; gestione dei progetti e svariate funzioni amministrative connesse. In

    totale, sono stati presentati on line 2.148 progetti formativi (437 aziendali e 1.711

    attività corsuali), dei quali fi nanziati e in gestiti on line 1.168;

    in Toscana, il sistema di servizi IDOL per il lavoro e il sistema per la formazione a

    distanza realizzato dal progetto TRIO, già in uso per la formazione professionale e in

    estensione al mondo scolastico.

    In generale, i dati sui nuovi servizi di e-government sono in rapida evoluzione;

    la curva di rilascio dei servizi ha infatti avuto nella prima metà del 2005 una significativa

    impennata.

    Multicanalità e intermediari

    Lo sviluppo di un’offerta multicanale appare chiaramente sempre più importante

    nella prospettiva di ampliare l’utenza dei nuovi servizi, raggiungendo in particolare le

    fasce di popolazioni che non utilizzano il computer.

    La televisione digitale interattiva (TDT) rappresenta un’opportunità importante

    in tale direzione e, oltre alla breve sintesi nel capitolo 5 sugli avvisi nazionali del 2004

    per il cosiddetto T-government, i Report regionali documentano ampiamente le proposte

    avanzate dalle Regioni ed Enti locali su tali avvisi.

    Esperienze che riguardano invece lo sviluppo di centri servizi al cittadino con call

    center, sistemi di messaggistica sms e simili sono descritte in particolare nei Report di:

    Basilicata, dove il Centro Servizi della Regione svolge funzioni di Call Center Sanitario6,

    di Contact Center, di Supporto all’Innovazione Dipartimentale e Servizi Informativi e

    di Animazione Multimediale per il portale Basilicanet.it,

    6 Entro i primi 6 mesi di fun-

    zionamento, il canale CUP è

    arrivato a coprire quasi il

    16% delle 80.000 richieste

    di prenotazione registrate

    nel mese di dicembre 2004.

  • 19

    Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

    Lazio, che segnala tra gli altri il servizio Viterbo SMS, che consente, ad utenti iscritti,

    di ricevere notizie (all’inizio solo informative) su eventi e news pubblicati sul sito

    comunale e, in prospettiva, scadenze o esiti di procedimenti che interessano il singolo

    cittadino;

    Umbria, con riferimento ai progetti SAC (Servizi al Cittadino) e Contact Center CC-

    Umbria.

    In un’accezione diversa, il problema dell’articolazione dei canali di erogazione

    dei nuovi servizi funzionale alle diverse categorie di utenza richiama la questione fon-

    damentale del coinvolgimento dei cosiddetti intermediari – associazioni di categoria e

    ordini professionali - in particolare per quanto riguarda i servizi alle imprese, ma anche

    per i servizi al cittadino: si pensi al ruolo di commercialisti, geometri ecc. ma anche delle

    associazioni di volontariato in campo socio-assistenziale. Le esperienze in questa direzio-

    ne non sono ancora moltissime, ma iniziano ad essere significative:

    in Basilicata, il progetto Internet Social Point ISP, prevede l’attivazione presso

    associazioni no-profi t di punti di accesso assistito ai servizi della PA;

    nel Lazio, il progetto eGov_Plat prevede servizi specifi camente rivolti a professionisti

    e associazioni di categoria, in quanto utilizzatori intensivi ed evoluti dei servizi e-

    government per cittadini e imprese;

    in Puglia, la Misura 6.2 area 1 del POR è specifi camente orientata al terzo settore

    e all’economia sociale, mentre nella stessa Misura, l’azione c) bando “Iniziative a

    sostegno del sistema delle imprese e professioni” ha fi nanziato 29 progetti proposti

    dalle rispettive associazioni di rappresentanza, con oltre 30 M€ di contributi per

    50 M€ di costo degli interventi. È molto interessante l’analisi proposta nel Report

    regionale sui servizi previsti dai progetti, che danno un’idea della gamma ampia di

    innovazioni (più o meno “innovative”) che potrebbero intraprendere le associazioni e

    gli ordini professionali a benefi cio dei propri associati;

    in Toscana, nella direzione che pervade in modo molto marcato le nuove politiche

    della Regione per la SI di sempre maggiore coinvolgimento della società regionale nei

    processi di innovazione, è previsto lo sviluppo di un rapporto sistematico e capillare

    con le associazioni di categoria, gli ordini professionali e altre realtà associative

    nei progetti co-fi nanziati dalla Regione, in particolare tramite i bandi linea 2 di

    e.Toscana.

  • RAPPORTO NAZIONALE 2005

    20

    1.2.4 Azioni per diffondere le conoscenze e l’accesso alle nuove ICT

    Per quanto si possa intervenire sulla progettazione dei servizi e sui loro canali

    di erogazione per facilitarne l’utilizzo da parte dei cittadini, è evidente che esistono

    numerosi ostacoli da superare anche dal lato degli utenti stessi, in termini soprattutto

    di conoscenze e capacità di utilizzo dei nuovi dispositivi di erogazione/accesso, in par-

    ticolare di tipo informatico, e di disponibilità degli stessi. Si ritiene inoltre giustamente

    che, al di là dell’accesso ai servizi di e-government, l’utilizzo delle nuove tecnologie sia

    funzionale oramai a sfruttare innumerevoli altre opportunità che incidono sulla vita per-

    sonale, famigliare e professionale.

    Per queste ragioni, diverse amministrazioni hanno avviato iniziative rivolte ad

    affrontare direttamente questi problemi, nei confronti della popolazione in generale o di

    categorie specifiche (anziani, disabili, genitori ecc.):

    la Regione Basilicata ha portato avanti negli anni scorsi il progetto “Un computer

    in ogni casa” (40.000 PC distribuiti) e ne ha rinnovato le fi nalità con svariate nuove

    iniziative del programma “Cittadinanza elettronica” (sostenuto anche dall’iniziativa

    SAX promossa dal MIT per il Mezzogiorno), tra cui l’assegnazione di contributi

    all’acquisto di PC, all’ottenimento della patente ECDL e alla dotazione di CNS a circa

    50.000 cittadini che hanno presentato domanda;

    le altre Regioni del Mezzogiorno che hanno aderito ai progetti CAPSDA e SAX vedranno

    anch’esse interventi per agevolare le dotazioni tecnologiche, per la creazione di centri

    di accesso pubblico a Internet più o meno presidiati ecc.;

    in Calabria, il Progetto CISD (APQ SI) prevede che i Comuni organizzino iniziative

    informative sulle opportunità della SI rivolte a specifi che categorie della società

    civile;

    in Campania, l’iniziativa del POR “Cluster - Progetti idea Pubblica Amministrazione”

    vede nel cluster “Accessi semplifi cati” tre progetti rivolti specifi camente a soggetti

    svantaggiati e disabili. Inoltre, la riprogettazione del portale della Regione Campania

    è stata tutta improntata a garantire la massima accessibilità e usabilità del sito;

    in Emilia-Romagna, le esperienze di promozione e di monitoraggio dei Punti di accesso

    pubblico a Internet nelle province di Parma e di Modena;

  • 21

    Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

    in Liguria, le due integrazioni dell’APQ “Liguria in rete” hanno riguardato la “Terza

    età e Welfare nella Società dell’Informazione” e poi la “Carta Regionale dei Servizi

    per la Terza età”. Il Report regionale illustra in dettaglio i risultati ottenuti, tra i

    quali: 4090 anziani che hanno partecipati al progetto, 45.000 cittadini che si sono

    rivolti agli sportelli Liguria informa e due Call Center aperti (uno con un numero verde

    informativo e uno per assistenza alla formazione) che rispondono rispettivamente a

    circa 700 e 100 chiamate al giorno;

    nel Lazio, il progetto CADIT (APQ SI) renderà disponibili sul territorio 70 “Centri di

    accesso e diffusione dell’innovazione tecnologica”, con connessioni a banda larga

    e accesso ai servizi a costi molto contenuti, fornendo nel contempo opportunità

    di acquisire le conoscenze di base e avanzate sia della tecnologia che dei servizi

    disponibili;

    in Piemonte, la Provincia di Torino e l’Associazione Torino-Internazionale, insieme a

    20 Comuni e a 7 Comunità Montane, hanno realizzato una rete di centri sul modello

    degli Internet-Café destinati ai giovani e gestiti da giovani, per favorire la creatività

    culturale e artistica, utilizzando le nuove ICT;

    in Puglia, i 18 progetti fi nanziati sulla Mis. 6.2 azione c) bando “Iniziative a sostegno

    del sistema delle Autonomie Locali” propongono diverse combinazioni di attività per

    i cittadini di formazione, semplifi cazione, stimolo alla partecipazione ecc. dotazioni

    tecnologiche nelle famiglie e punti di accesso pubblici ai servizi in rete;

    sempre in Puglia, si segnala la particolare attenzione della politica regionale per la SI

    ai disabili (oggetto di specifi co focus nel Report regionale). Tra l’altro, le prime 25.000

    CNS previste per l'introduzione sperimentale presso un gruppo di utenti selezionati

    riguarderanno proprio i disabili, nell'ambito di una strategia più articolata mirata

    proprio a sfruttare al massimo le opportunità delle ICT a loro benefi cio;

    nella provincia di Bolzano, il progetto KidsNet (linea 1 della seconda fase di e-

    government) svilupperà infrastrutture e servizi per dare ai genitori e altre fi gure di

    riferimento per i giovani (comprese scuole e centri giovanili) un aiuto pratico per

    l’utilizzo di Internet in modo regolamentato e sicuro;

  • RAPPORTO NAZIONALE 2005

    22

    in Toscana è prevista la creazione della rete di Punti di accesso assistito ai servizi

    (PAAS), con 250 punti già proposti a marzo 2005 su un obiettivo di circa 380 in tutto

    il territorio regionale.

    Al di là delle iniziative segnalate, si possono certamente considerare parte di

    un’azione volta ad aumentare la conoscenza e il coinvolgimento dei cittadini nella SI

    tutte le iniziative che ricadono nel programma di sviluppo dell’e-democracy lanciato dalla

    linea 4 del piano di e-government fase 2. Dei progetti presentati e approvati sul relativo

    avviso si parla in modo aggregato nel capitolo 6 del presente Rapporto, ma anche in modo

    alquanto dettagliato in quasi tutti i Report regionali.

    Nella Provincia di Trento, il progetto ProVotE ha realizzato un interessante pro-

    cesso di preparazione e analisi sociale sulle propensioni all’utilizzo del sistema di voto

    elettronico e altre problematiche inerenti il coinvolgimento della popolazione nell'uso

    delle nuove tecnologie, sviluppate in collaborazione con l’Università di Trento.

  • 23

    Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

    2. Gli accordi di programma quadro per la Società dell’Informazione7

    2.1 L’Intesa Istituzionale di Programma e gli APQ

    Da qualche anno, la cornice dei rapporti tra Stato e Regioni finalizzati a favori-

    re lo sviluppo socio-economico, nella prospettiva di trasformazione dello