Nido d’infanzia Birillo - BRIC Project · Nido d’infanzia Birillo NOVELLARA (ITALIA) BRIC...

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Nido d’infanzia Birillo NOVELLARA (ITALIA) BRIC childhood • public space • democracy B R i

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Nido d’infanzia BirilloNOVELLARA (ITALIA)

BRIC childhood • public space • democracy

BRi

The ‘Young Children, Public Spaces and Democracy’ project (BRIC) is funded by the European Union under the Erasmus+ programme from September 2014 until August 2017. BRIC involves the democratic engagement of young children (under five years) in public spaces in their communities in England, Italy and Sweden. The rationale for the project is that young children are often excluded from access or participation in public spaces and that their democratic engagement is not only a right, but also an essential aspect of their identity, education and citizenship. We contend that there is a need to reconsider the use of public spaces to promote young children’s citizenship, through a combination of voice with action that can lead to genuine participation, inclusion and belonging. The BRIC project is a partnership between Anglia Ruskin University in Cambridge, UK (ARU), Azienda Speciale Servizi in Bassa Reggiana, Italy (ASBR) and Barnpedagogiskt Forum, Goteborg, Sweden (BPF). The BRIC acronym is derived from the names of the partners. In order to inform the main project plan a pilot project was held in 2013-14 (see the BRIC Website at www.bricproject.org)

For purposes of clarity the BRIC project uses the following generic terms in all documentation.

a. ‘Preschool’ refers to all early childhood education and care institutions involving children under five years and their families.

b. ‘Preschool teacher’ refers to all professionals working in a preschool, including qualified teachers and head teachers.

The objectives of BRIC are to enable:

• an exchange of ‘good practice’ between preschool teachers in three countries;

Introduction• systematic education and training around democratic engagement in public spaces;

• the development of open educational resources and targeted activities to engage preschool teachers, parents, the local community and key stakeholders, including local politicians and representatives from business.

The BRIC project involves a minimum of six preschools in each of the three countries (Italy, Sweden and the UK) where a lead preschool teacher coordinates a systematic and progressive programme of civic engagement, starting from the dialogue between children, preschool teachers and parents. Throughout the BRIC project the ‘voices’, thoughts and impressions of the children, preschool teachers, families and communities involved have helped us build a more profound sense of belonging to the places we live in. A significant part of this process is the ‘traces’ that are left when children and adults visit public spaces. During the BRIC project the preschool teachers defined traces as ‘a gentle mark left either intentionally or unintentionally that can be discerned by others after the event, even temporarily’…and also ‘a memory that someone takes with them from experiences in the public space’. Examples of some of the actions and reflections on experience in public spaces, including the different traces formed in the BRIC project and aspects of community engagement are given in the following Case Study, which is the detailed story of one preschools’ participation in the ‘Young Children, Public Spaces and Democracy’ project.

Tim Waller BRIC coordinator

Il nido d’infanzia si pone l’obiettivo di sostenere i bambini/e nella crescita, cercando di creare un contesto favorevole agli apprendimenti. Il nido è un luogo di educazione dove i bambini/e possono ritrovare ogni giorno occasioni per socializzare, consolidare autonomie e sperimentare attraverso più linguaggi espressivi, mettendosi alla prova, facendo ricerche, dialogando con altri bambini e adulti.Il nido si promuove come agenzia culturale dove si elabora una cultura dell’infanzia; un luogo dove si esercita il diritto dei bambini/e ad una educazione alla cittadinanza.Gli ambienti interni ed esterni del nido sostengono la creazione e la costruzione di relazioni ed apprendimenti ricchi ed articolati. L’ambiente è inteso come presenza vitale che sostiene relazioni, incontri, scambi tra i bambini/e, gli adulti, gli spazi e i materiali. Luogo del possibile e dei possibili, che comunica perché è visibile, che propone perché è ricco, che accoglie perché ascolta. Gli ambienti sono ricchi di contesti e materiali di varia natura che permettono la circolarità delle azioni e delle idee, che sostengono la creatività e l’espressività di ognuno.Il nido Birillo accoglie 52 bambini/e suddivisi in tre sezioni: lattanti-piccoli, medi-grandi, grandi.

Nido Birillo - NovellaraLe educatrici hanno un orario settimanale di 35 ore (31 frontali con i bambini/e e 4 di gestione, dedicate alla formazione, alla partecipazione delle famiglie, alla progettazione, documentazione, progettazione degli spazi); l’orario di compresenza giornaliera del personale educativo va dalle 8,30 alle 13,00 circa.

Oltre al personale educativo è presente il personale ausiliario.E’ presente un’insegnante part-time che si occupa della gestione del tempo lungo e insegnanti in supporto alla sezione quando sono presenti bambini/e diversamente abili.La pedagogista del nido si occupa dell’organizzazione del servizio educativo, della progettazione, della documentazione, della formazione del personale, della relazione con le famiglie, delle relazioni con l’Amministrazione Comunale e con i servizi AUSL. La pedagogista è parte del coordinamento pedagogico dell’Azienda Servizi Bassa Reggiana.Sul territorio del comune di Novellara sono presenti inoltre il nido d’infanzia Aquilone e la scuola dell’infanzia Arcobaleno.

In continuità con il percorso progettuale della sezione che ci ha portato a vivere ed abitare gli spazi pubblici vicini al nido, e come rilancio ad alcune scoperte condotte dal gruppo inerenti all’elemento “salto”, abbiamo deciso di proporre ai bambini e alle bambine la possibilità di fare esperienza delle pozzanghere.

A piccolo gruppo abbiamo quindi iniziato ad esplorare una zona pedonale vicina al nido: si tratta di un area vuota, adiacente alla zona garage di un condominio, spoglia di qualunque arredo urbano, dominata dal cemento.

Preparandoci per la prima uscita abbiamo reso partecipi i bambini e le bambine di quali fossero i nostri intenti e, appena arrivati al luogo designato, l’impatto emotivo è stato forte. Il primo piccolo gruppo infatti, addentrandosi nell’area pedonale, ha dapprima schivato le grandi pozzanghere che la costellavano, per poi timidamente accostarvisi, cercando un’approvazione nell’adulto. Trovandola, i bambini e le bambine hanno iniziato a condurre un’esplorazione essenzialmente fisica del nuovo contesto, traendone il massimo piacere.

Un salto nelle pozzanghereesplorazioni e immaginari attorno a uno specchio d’acqua urbano

Il luogo, ancora sconosciuto, è stato indagato utilizzando il corpo nella sua interezza e tramite tutti i sensi: salti, corse, spruzzi, schiaffi sull’acqua e urla di contentezza sono stati gli elementi ricorsivi da noi osservati. Bambini e bambine inoltre, tendevano ad esplorare l’elemento acqua accostandovi diversi altri materiali, rinvenuti sul luogo: bastoncini, sassi, terra. In seguito alle esperienze condotte nello spazio pubblico a piccolo gruppo, abbiamo proposto ai bambini e alle bambine la possibilità di ri-vedersi, proiettando foto e video a parete. Lo stupore che ha accolto questa visione inedita di sé e del gruppo, è stato grande. I bambini e le bambine si osservavano con occhi sgranati, indicandosi, riconoscendosi, esclamando a voce alta i nomi di chi appariva.

Il pubblico entrava in empatia con chi veniva mostrato, replicandone gesti e posture. Nella stanza oscurata bambini e bambine saltavano, si coricavano, rivivevano col corpo l’esperienza precedentemente vissuta all’esterno o che dovevano ancora vivere.

In un secondo momento, quando il luogo è divenuto a loro famigliare, abbiamo potuto osservare come il gioco di esplorazione abbia lasciato il passo a quello simbolico, permettendo l’apertura di nuovi scenari.

Durante un’uscita infatti, mentre Rebecca e Alessandro correvano ridendo da una pozzanghera all’altra, Marco ha iniziato a domandare sottovoce “Dov’è il pesce?”, scrutando dentro allo specchio d’acqua. L’adulto ha sostenuto l’intuizione del bambino, rilanciandola al gruppo.

Immediatamente la ricerca del pesce ha coinvolto gli altri bambini e bambine che hanno infatti iniziato a chiamarlo a gran voce, urlando verso la strada, come se si trattasse di una persona. L’adulto ha allora riportato l’attenzione sulla pozzanghera, spiegando che era lì che Marco cercava il pesce. Il gruppo in maniera del tutto inaspettata ha iniziato ad adagiare in autonomia sul pelo dell’acqua alcuni fili d’erba come fossero pesciolini, dichiarando ad ogni gesto “eccoli!”, “trovati!”.

Tornati al nido, riuniti in assemblea, abbiamo reso partecipe il grande gruppo di quanto accaduto fuori e il giorno seguente, un piccolo gruppo di bambini e bambine, ha provato a rappresentare graficamente il proprio punto di vista. Per sostenere i grandi immaginari che i bambini e le bambine ogni giorno ci regalano e per ringraziarli di questo, abbiamo voluto far trovar loro in sezione un vero pesce durante l’assemblea del mattino.

L’entusiasmo che ha accolto il nuovo arrivato è stato incontenibile e ha suscitato la nascita di tante teorie da parte dei bambini e delle bambine. Nei giorni successivi, nell’atelier del colore, bambini e bambine hanno avuto l’opportunità di osservare minuziosamente il pesce, cercandone gli occhi e la bocca, e hanno poi allargato la propria ricerca sfogliando un grande libro di animali, contenente anche tante foto di pesci diversi.

La pizza mangiano!

Grafica di pesci

La ciccia...  I panini...

La prima sfida postaci dal progetto Bric era di osservare le modalità con cui bambini e bambine entravano in relazione con uno spazio pubblico a loro sconosciuto.

Le educatrici della sezione grandi del nido Birillo, hanno quindi deciso di proporre ai loro bambini e alle loro bambine per la prima volta, la visita al museo comunale “Tagliavini”, un luogo ricco di elementi architettonici storici e di dettagli decorativi.

L’esperienza ha fatto scaturire nei bambini e nelle bambine grandi emozioni, che hanno espresso attraverso sguardi sgranati dalle balconate, respiri sospesi osservando il soffitto, momenti di silenzio alternati ad altri di grande eccitazione ed entusiasmo.

Durante la visita gli ambienti sono stati interpretati in modo creativo e inusuale dai bambini e dalle bambine, che hanno abitato e agito gli arredi del teatro usando interamente il proprio corpo. Piccoli

Si batte la mani quando è finito lo spettacolo…Stupori, emozioni e sguardi in una visione inedita del teatro Tagliavini

dettagli hanno fatto emergere vissuti, immaginari e linguaggi simbolici: la semplice luce che filtrava sotto una porta, ad esempio, ha sollecitato la nascita di teorie e congetture, aprendo la strada ad immaginari fantastici.

Gli elementi che hanno maggiormente colpito la fantasia di bambini e bambine sono stati molteplici: i grandi lampadari in gocce di cristallo appesi al soffitto, che nei loro racconti sono diventati “I fuochi…” e “le candeline…”, le grandi poltrone di velluto rosso su cui dondolarsi, i grandi affreschi descritti come “gli adesivi… “

Il giorno successivo all’uscita, durante l’assemblea del mattino, bambini e bambine hanno potuto rivedersi nelle foto proiettate a parete.

Ciò ha consentito loro di rivivere l’esperienza fatta e di condividere con i pari gli elementi che maggiormente avevano colpito i loro immaginari.

Nonostante fosse la prima volta in questo nuovo luogo, le insegnanti non hanno riscontrato particolari difficoltà, ma hanno anzi sottolineato come sarebbe interessante rivivere lo stesso luogo in contesti differenti, come ad esempio durante le prove teatrali, durante uno spettacolo o un concerto.

Sono le poltrone per dondolarsi… servono per vedere gli spettatori… quelli che fanno lo spettacolo...Degli adesivi! (affreschi e ai decori)… Ci sono i fuochi! (lampadari di cristallo)… Filippo, sono le candeline!...

Sul balcone c’era il mostro…Anche il lupo!... Si può fare le lucine per fare un quadro bello… Si fa silenzio perché non ci si può alzare perché bisogna vedere quello lì…Ci sono dei signori che fanno le canzoni… E’ bello il teatro perché ci sono i quadri!... ci sediamo sulla poltrona…

Nel corso dell’anno scolastico 2014-2015 la sezione tre anni della scuola dell’Infanzia Arcobaleno, ha abitato la zona delle Valli di Novellara: un’area paludosa, oggi bonificata, destinata alla conservazione della biodiversità e alla tutela di una serie di habitat e di specie animali e vegetali rari e minacciati.

Nelle Valli gli spazi sono infiniti. Non ci sono confini e si cammina per ore senza incontrare automobili. Si percepisce la presenza di piccoli mammiferi e si riconoscono i profumi dei fiori, il volume degli arbusti, gli intrecci dei canneti e le linee dei pioppi. I grandi argini celano spazi meravigliosi di una bellezza segreta, selvaggia, incontaminata.

Passeggiare, camminare è stata la prima indispensabile modalità per vivere questo nuovo territorio. Condividere questa

Il canale è un Po che c’è tanta acqua...immersione nelle Valli alla scoperta di tracce, percorsi e paesaggi

esperienza con il gruppo dei pari ha permesso a bambini/e di vivere emozioni, volgere lo sguardo su particolari mai visti, sentire gli odori, provare sensazioni che creano legami.

I bambini/e hanno avuto la possibilità di esplorare un piccolo fazzoletto di terra testimone di un passato ormai scomparso, scrigno di biodiversità, custode di ricordi. La palude ospita una vegetazione rara e affascinante e accoglie specie animali un tempo piuttosto comuni, ma oggigiorno a rischio di estinzione.

I bambini/e, passeggiando sugli argini hanno calpestato soffici manti erbosi che con il passare delle stagioni si sono trasformati in alti steli di fiori colorati, dove poter sprofondare ed immergersi a tal punto da diventare un tutt’uno con la natura. Hanno osservato il corso dei canali, l’ambiente circostante e il loro sguardo si è posato su piccoli elementi naturali quali frammenti di conchiglie, chele di gamberi di fiume, chiocciole, sassi ed impronte di uccelli e animali.

Dopo ogni uscita, bambini e bambine rivivevano l’esperienza fatta, durante l’assemblea del mattino a scuola, confrontandosi su quanto visto, ponendosi domande e formulando ipotesi.

Tra il dentro e il fuori, tra le Valli e la scuola, ha avuto inizio un rapporto osmotico, di

interdipendenza e contaminazione: bambini e bambine hanno portato fuori strumenti e materiali che normalmente utilizzano all’interno, per indagare nel miglior modo possibile i nuovi scenari, così come hanno scelto di raccogliere e portare in sezione piccoli reperti e dettagli che avevano catturato il loro interesse.

A partire da questi sguardi si sono aperti molteplici percorsi di indagine condotti mediante l’utilizzo di altrettanti linguaggi espressivi: riproduzione grafica dal vero, rappresentazione grafica sul tavolo luminoso, riproduzione delle lumache e degli alberi con la creta, composizioni micro e macro utilizzando i materiali dell’atelier naturale.

La gamba di un pesce… c’è anche un ponte perché quando c’è un canale si mettono i ponti coi mattoni perché serve per passare il canale… Abbiamo sentito il rumore dei gamberetti, il gamberetto si è nascosto, io lo sentivo sopra gli alberi… No, erano le papere!... Nelle pozzanghere abbiamo trovato le lumache, erano nelle pozzanghere grandi… Sono le lumache delle pozzanghere perché vivono nelle pozzanghere…

I canali erano bellissimi… I canali sono fatti con il fango… l’erba poi c’era sul ponte. Ci passa l’acqua e poi noi andiamo sul ponte… Per terra c’erano i gamberi e i pesci…