Nutrizione e Demenza - univacalabria.it · Alzheimer e di lesioni ischemiche: questa condizione si...
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Nutrizione e DemenzaDott. Raffaele Maletta
Patologo Clinico
Master in Nutrizione Clinica e Dietologia
Dirigente Medico
Centro Regionale di Neurogenetica
T-Hotel - Loc. Le Carrube, Feroleto Antico
29. ottobre. 2013
Alois Alzheimer, 1906.
Ludwig Feuerbach, a una sua famosa opera
del 1862, aveva dato il titolo Il mistero del
sacrificio o l’uomo è ciò che mangia.
«Col termine di demenza s’intende un deterioramento dellamemoria e di almeno un’altra delle funzioni mentalisuperiori ad andamento progressivamente peggiorativo e taleda interferire con la capacità di assolvere alle mansioni dellavita quotidiana» …una condizione, nella quale «non solo lamemoria è compromessa»…..
M. Trabucchi
Le demenze e la Malattia di Alzheimer
«Nel 50% circa dei casi la causa della
demenza è la malattia di Alzheimer.
Nel 10% dei casi la demenza è dovuta
all'arteriosclerosi cerebrale ed, in
particolare, a lesioni cerebrali multiple
(lesioni ischemiche) provocate
dall'interruzione del flusso di sangue; è
la demenza vascolare ischemica.»
In un altro 10% di casi è dovuta alla
contemporanea presenza di malattia di
Alzheimer e di lesioni ischemiche:
questa condizione si indica con il
termine di demenza mista.
Vi sono poi altre malattie degenerative
cerebrali che possono causare demenza,
la malattia di Pick e le demenze fronto-
tempotrali, la malattia a corpi di Lewy,
la degenerazione cortico-basale.
A.Bianchetti, C. Scarcella, M.Trabucchi, O.Zanetti
La malattia di Alzheimer (AD) è una
malattia neurodegenerativa ad eziologia
non nota e la per la quale ad oggi non vi
sono terapie sufficienti.
La manifestazione clinica evidente è
rappresentata dal deterioramento
cognitivo, che viene trattato inibitori
della colinesterasi.
Caratteristiche anatomopatologiche note
della malattia sono le placche di
amiloide, dovute ad un erroneo
funzionamento della APP, proteina
precursore dell’amiloide, e la formazione
di grovigli neurofibrillari dovuti ad una
iperfosforilazione della proteina tau.
la Malattia di Alzheimer
Si stima che in Italia vivano circa
600.000 soggetti affetti da AD e I dati
epidemiologici suggeriscono che nei
prossimi 50 anni anni alla luce del
continuo aumento dell'aspettativa di
vita è possibile che questo numero
triplichi Ferri CP et al- Lancet 2005
Alzheimer and other dementias by country (per 100,000 inhabitants).
Numerosi studi hanno confermato, in
un'ampia sottopopolazione di pazienti
affetti da demenza uno stato di
malnutrizione, con conseguente
modificazione della composizione
corporea. Gli aspetti della
malnutrizione sono di grande
implicazione clinica; il paziente
malnutrito sarà più avvezzo a
sviluppare patologie intercorrenti.
Demenza e nutrizione
Questi presentavano un maggiore rischio di sviluppare demenza associato
a :
- Assunzione di grassi totali con la dieta (RR = 2.4)
- Assunzione di grassi saturi (RR = 1.9)
- Assunzione di cibi ad alto contenuto di colesterolo (RR = 1.7)
Lo Studio Rotterdam (1990-2008) ha evidenziato che al follow up, condotto su
circa 5400 soggetti non dementi di età maggiore ai 55 anni:
• Le dimostrazioni di legame fra stili di vita e rischio di malattie neurodegenerative (fra cui l’Alzheimer) sono confermate anche da studi recenti.
• L. Fratiglioni - Lancet Neurol. Giu 2004, 3 (6) :343-53. (“uno stile di vita
attivo e socialmente integrato protegge dalla demenza”)
• G. Sorrentino - Cell Mol Neurobiol. 2010 May;30(4):493-503.
• I COSTITUENTI IMPRESCINDIBILI:• CARBOIDRATI
• PROTEINE
• LIPIDI
• ACQUA e Sali minerali
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Il consumo eccessivo di calorie giornaliere può accelerare la progressione della
demenza senile (Association of Higher Levels of High-Density Lipoprotein Cholesterol in Elderly Individuals and Lower
Risk of Late-Onset Alzheimer Disease C.Reitz, et al Arch Neurol. 2010;67(12):1491-1497. )
Il termine malnutrizione percepito «sensu latu» comprende una
condizione patologica derivante da scarsa o eccessiva nutrizione o
da alimentazione poco equilibrata:
Rischi nutrizionali nelle demenze
1. DENUTRIZIONE
2. OBESITA’
3. CARENZA DI SINGOLI
FATTORI NUTRIZIONALI
La persona a rischio denutrizione: se manifesta almeno uno di questi segni clinici:Calo ponderale > 10% del peso corporeo abituale Peso corporeo < 90% del peso «ideale» per l’altezzaIndice di massa corporea calcolata < 18,5
IMC=BMI= kg/h2
1. DENUTRIZIONE
• I soggetti affetti da demenza hanno difficoltà ad alimentarsi e possono avere uno scarso intake
• Diversi fattori possono inluenzare sial’introito di alimenti che di liquidi:
– perdita di interesse per il cibo
– ridotto appetito
– ambiente che non supportal’assunzione di cibo
È necessario, perciò, un approccio olistico per promuovere l'assunzione di cibo in soggetti che vivono con demenza, considerando:
- Preferenze alimentari
- supporti per mantenere l’ indipendenza alimentare
ambienti psicosociali adeguati
“….progressive decrease in body weight…“ (A. Alzheimer)
Malnutrizione
Apatia,
depressione
attenzione
ridotta
Appetito
ridotto
Perdita di
massa
muscolare
Ridotta
capacità
di
alimentarsi
Ridotta
mobilità
Malnutrizione e FR per demenza:
Guerin O Am.J Clin Nutr 2005;
Sotome JAD 2012
AD condizione di rischio per
malnutrizione: Age and Aging 2007
Un circolo vizioso…..
…prima l’uovo… o la gallina ?
La Denutrizione evento causale o conseguenza
della AD???
causa: i deficit di micro-macronutrienti sono
dimostrati associati ad un peggioramento della
performance cognitiva.
conseguenza: il processo neuro-degenerativo
può essere di per se una causa primaria della
perdita di peso.
→ il progressivo declino cognitivo, la degenerazione cerebrale,
l'atrofia della corteccia temporo-mesiale, l'inadeguato apporto
calorico e l'aumentato dispendio energetico, i disturbi metabolici e
del comportamento alimentare sarebbero in parte associati allo
stato di denutrizione osservato in questi pazienti .
→Infatti alcune aree cerebrali quali ipotalamo, talamo, tronco
cerebrale, sistema limbico e diverse aree della corteccia sono
coinvolte nella regolazione centrale del comportamento
alimentare.
→Ulteriori studi hanno suggerito che il sistema nervoso
autonomo, alcuni ormoni peptidici e sistemi implicati nella neuro-
trasmissione sarebbero coinvolti nel mantenimento dell'equilibrio
energetico dell'organismo
La denutrizione si accompagna
ad atrofia della massa
muscolare, accelerata perdita
dell'indipendenza funzionale e
rischio aumentato di infezioni e
mortalità .
perdita di peso= un indicatore di
malnutrizione proteica ed
energetica, rappresenta un
fattore predittivo di mortalità.
2.OBESITA’
Il paziente con demenza e la nutrizione:
• Obesità:
Kivipelto et al Arch Neurol 62: 1556-60, 2005
Rosengren et al 2005
Whitmer et al 2005
Cournout et al Neurol 2006
Eskelinen MH et al Int J Geriartr Psychiatr 2008; 23: 741-7
Diabete e demenza
Evidenze cliniche nelle persone con glicemia alta aumenta il
rischio di demenza. La correlazione è talmente forte da indurre
gli scienziati della Brown Medical School a definire l’Alzheimer
come diabete di tipo 3 .
Numerosi studi hanno mostrato che le persone con diabete di
tipo 2 hanno un’incidenza circa doppia di Alzheimer. Una
ricerca del Karolinska Institute svedese ha scoperto che anche le
persone con diabete borderline, hanno un rischio maggiore del
70% di sviluppare l’Alzheimer. L’ipotesi è che la causa primaria
sia l’inadeguata circolazione cerebrale indotta dal diabete.
Uno studio durato otto anni condotto dal Kaiser Permanente ha
esaminato 22.582 pazienti di 50 e più anni con diabete di tipo 2 e
ha constatato che gli individui con glicemia alta avevano un
rischio maggiore di demenza e di Alzheimer rispetto ai soggetti
con livelli normali di emoglobina glicosilata (HgbA1c minore di
6), coloro che avevano livelli maggiori di 12 avevano il 22% di
possibilità in più di sviluppare demenza e per chi aveva i livelli
maggiori di 15 le possibilità erano del 78% in più.
3. CARENZA DI SINGOLI FATTORI
NUTRIZIONALI
• Acqua – disidratazione;
• Oligoelementi- Iposodiemia/ipopotassiemia/
ipocalcemia
Interventi utili:
• definire il quantitativo giornaliero di liquidi da
assumere;
• documentare quantità di liquidi introdotti
quotidianamente;
• attuare strategie incentivanti l’idratazione;
• valutare stato di idratazione mediante il rilievo
dei segni clinici e di laboratorio;
Disidratazione: lieve= (perdita del peso corporeo abituale del 3-5%),
moderata= (il 10% )
grave >15%.
La diagnosi di disidratazione con le alterazioni di laboratorio.
Il rapporto azotemia/creatininemia è l’indicatore laboratoristico più sensibile e
specifico per la diagnosi di disidratazione.
Metodi teorici di calcolo del quantitativo raccomandato quotidiano (QRQ) di liquidi
• 30 ml/kg peso corporeo (Am J Nurs 2006, 106: 40-49)
La disidratazione è un deficit di acqua responsabile di una perdita di peso corporeo superiore per
convenzione al 3% del peso abituale e si distingue in isotonica, ipotonica e ipertonica, in rapporto
all’osmolarità extracellulare correlata alle concentrazioni di sodio sierico
ALIMENTO PERCENTUALE
Frutta 95-90%
Latte 90-80%
Verdura 90-80%
Pesci 75-50%
Patate 75-65%
Uova 74%
Carni crude 70-65%
Pane 40-35%
Emmental, parmigiano
35-30%
Burro 17-15%
Pasta, riso, fagioli secchi
12-10%
Zucchero e olio 0%
Come aumentare il
WATER INTAKE
nel paziente demente
Un aiuto dalla Fitoterapiale tisane: preparati fondamentali della fitoterapia, contengono oli
essenziali, alcaloidi, vitamine, minerali, oligoelementi.
favoriscono la reidratazione e un’efficace depurazione renale
Esempi Utili: Una tisana depurativa: 30 g di cardo mariano , 30 g di
bardana , 20 g di anice 10 g di menta, 10 g di liquirizia
una miscela con tutte le erbe. macerare 1 cucchiaio di miscela in
una tazza d’acqua per due ore; portare a ebollizione e lasciare in
infusione per mezz’ora.
Una tisana antimeteorismo: 1/2 cucchiaio di semi di cumino,1/2
cucchiaio semi di finocchio 1/2 cucchiaio di semi d’anice 1
cucchiaio di menta secca . Tutte le erbe in infusione per 10’
Una tisana rilassante: - passiflora – tiglio – biancospino – lavanda
.
Tisane diuretiche: tarassaco, achillea millefoglie, tè verde, fucus e
betulla, malva.
Tisane calmanti: camomilla fiore
Carenze vitaminiche: Quelle che ricorrono più frequentemente negli anziani riguardano
le vit. A e C, D, l’acido folico, il ferro e il calcio.
Quale potrebbe essere nel paziente con demenza una dieta utile
a limitare gli effetti di una cattiva alimentazione
(Malnutrizione) ?
• Paziente affetto da demenza, allettato, notevolmente dimagrito, a volte con quadro conclamato di cachessia, in trattamento con sedativi…..
• La gestione alimentare, affidata molto spesso a «badanti» senza specifica formazione professionale, si basa su:
• Colazione con latte e biscotti in quantità imprecisata….
• Pranzo con pappone di pastina/semolino misti ad un vasetto di omogeneizzato di carne - seguiti da 1 vasetto di frutta anche essa omogeneizzata.
• Cena: molto spesso….. ancora con latte….
• Introduzione di acqua ridotta al minimo perché non richiesta dal paziente…. o/e perché familiari o caregivers ritengono che sia sufficiente quella introdotta con gli alimenti…
– Apporto nutrizionale in Kcal circa 850-900. Difforme dalle linee guida INRAN e difforme dai LARN
Un caso tipico
Il quadro chimico clinico che si instaura:
anemia da carenza marziale
ipoproteinemia
ipoalbuminemia
iperglicemia / ipoglicemia
Clinicamente e per effetto della disidratazione:
obnubilamento del sensorio e letargia
ecchimosi diffuse
lingua impaniata
piaghe da decubito
Come intervenire anche con l’alimentazione su
questo quadro clinico….
O meglio…come prevenirlo….???
New BMI = 1,3 x p / h2,5
Età Uomo Donna
60-74 1900-2250 1600-1900
>75 1700-1950 1500-1750
Quadro clinico Alimento fonte
sideropenia Ferro Legumi-verdure- cacao
ipoproteinemia aminoacidi Legumi secchi –uova-latte-carne-pesce
ipoalbuminemia Albumina Latte, albume, esogena
Iperglicemia <glucosio
disidratazione acqua Acqua-verdure-frutta
Apporto giornaliero medio di Kcal.
E allora: quale dieta nel paziente con demenza??
no cambiamenti rivoluzionari dello stile alimentare
rispetto ai soggetti sani…
supportare le carenze alimentari (specie vitaminiche e
minerali) e correggere le tecniche di cottura e di
conservazione dei cibi.
Frequente il riscontro di carenze da errori alimentari
da mancanza di varietà nella scelta dei cibi, da limitazioni
dovute a protesi dentarie inadatte, da tecniche di cottura
incongrue (cottura prolungata in molta acqua,
riscaldamenti
ripetuti delle porzioni avanzate..)…
Quale alimentazione nel paziente con demenza lieve-moderata
• alimenti ipocalorici*
• dieta mediterranea (Carboidrati – FRUTTA – VERDURE –
LEGUMI - Pesce)
• esercizio fisico (ove possibile) (fisioterapia)
Proteine: 1gr/pc; Lipidi: 25% cal.tot.; Carboidrati: 55%. Fibra: 30g/die Ca: 1000mg/die; Fe: 10mg/die.
Fabbisogno energetico (MB) : U = 8.4xPcx819; LAF: 1.33; TEE: LAFxMB; introito idrico: 30ml/kg
Amer. Acad. of Neurology (AAN) 64th Annual Meeting: Ab. 3431. April 2012;
*Lipschitz DA. Nutrition Geriatric Medicine. An Evidence-Based Approach – 4° ed.
Cassel CK et al, Springer 2003, pag. 1009-1021)
• Il fabbisogno calorico giornaliero nell'anziano (sia maschio, sia femmina) è
mediamente di 700 calorie inferiore rispetto a quello del giovane: fra i 60 e i 74
anni, 1900-2300 calorie per gli uomini e 1600-1900 per le donne;
• oltre i 75 anni, 1700-1900 calorie per gli uomini e 1450-1750 per le donne.
• Nella dieta dell'anziano la composizione dei nutrienti non è diversa da quella per il
giovane:
• proteine 20%
• grassi 25%
• carboidrati 55%
Quale alimentazione nel paziente con demenza lieve-moderata
Quale alimentazione nel paziente con demenza
grave
• Nel paziente in fase avanzata e con disfagia (impossibilitato ad alimentarsi con cibi solidi o semisolidi) alimenti semiliquidi o in gel che garantiscano un apporto nutrizionale adeguato per l’età e commisurato all’attività fisica (pressoché inesistente).
PEG - SNG
Quando non esistono le condizioni, per
attenersi ad una alimentazione naturale, si può
intervenire con una alimentazione enterale. che
si avvale, per la somministrazione delle
sostanze nutrienti, di sonde:
• 1. alimentazione per sonda naso gastrica
(SNG)
• 2. alimentazione per sonda naso-duodenale
• 3. introduzione di sonda per via chirurgica
• 4. gastrostomia endoscopica percutanea
(PEG) (Percutaneous Endoscopic
Gastrostomy)
L’alimentazione per mezzo di sonde
prolungata oltre un mese può creare
inconvenienti che impongono il
frequente cambio della sonda,
causando spesso lesioni esofagee o
gastriche da traumatismo. Le
complicazioni della somministrazione
enterale possono essere le seguenti:
1. ostruzione della sonda
2. irritazione faringea ed erosioni
esogene
3. fistole tracheo – esofagee
4. aspirazione in trachea
La nutrizione enterale è indicata
nell’anziano fragile?
Gli integratori orali possono
migliorare o mantenere
lo stato nutrizionale dell’anziano
fragile. La nutrizione enterale può
essere utile se le condizioni generali
sono stabili, ma deve essere
iniziata precocemente in caso di
rischio nutrizionale.
La nutrizione enterale non è utile se
l’anziano si trova in uno stadio
terminale irreversibile (totalmente
inabile, incapace di comunicare, ad
elevato rischio di morte imminente).
TUTTAVIA……
La nutrizione enterale è indicata nella
demenza?
Nelle forme lievi e moderate di demenza gli
integratori orali e la nutrizione con sonda
possono migliorare o mantenere lo stato
nutrizionale.
Nella demenza terminale la nutrizione enterale
è controindicata.
Vi sono problemi etici a trattare pazienti dementi in fase terminale con la nutrizione
artificiale o l’idratazione?
Il loro uso è giustificato solo se ci sono realistiche
possibilità di migliorare le condizioni generali.
7 studi osservazionali confrontano gruppi di pazienti con
demenza grave sottoposti a NA con altri gruppi nutriti manualmente
Campione:
1821 soggetti, tra 63 e 107 anni, di cui 409 con NA
Motivazioni per inizio NA: •inadeguata assunzione di cibo
•rifiuto ad alimentarsi
•disturbi della deglutizione
Enteral tube feeding for
older people with advanced
Dementia Sampson et al.
Cochrane Database of Systematic
Reviews, 2009
Nessuno studio ha evidenziato una associazione significativa tra NA e
miglioramento nutrizionale, riduzione della incidenza di ulcere da
Pressione, aumento della sopravvivenza
Uno studio evidenzia: •aumentato rischio di polmonite ab ingestis
•aumentato utilizzo di mezzi di contenzione
Inoltre si riduce il contatto con il caregiver e il piacere del gusto del cibo
Le certezze !!!
la prevenzione della malnutrizione nel paziente con
demenza è possibile attuando norme comportamentali
nell’alimentazione e seguendo criteri che non nascano dal
sentire comune. - calcolo dell’apporto calorico
- suddivisione % delle calorie
globali fra i vari principi nutritivi energetici
(grassi, proteine, carboidrati)
- presenza di quantità adeguate di vitamine,
minerali, fibre e micronutrienti.
- frazionamento in più pasti
-mantenere il peso corporeo ideale o un peso
accettabile e soddisfacente dal punto di vista
medico
- consentire la migliore regolazione delle varie
costanti metaboliche e/o ematochimiche
(glicemia, uricemia, colesterolemia,
trigliceridemia, ecc.) mantenendole e
riportandole, se alterate, il più vicino possibile
ai valori normali
- rendere la prescrizione dietetica il più
possibile attraente e realizzabile.
Alcuni consigli pratici
Il momento dei pasti può diventare sempre più difficile:
• il malato si sporca mentre mangia,
• deve essere aiutato con forchetta e coltello
• si dimentica di mangiare o mangia più volte al giorno
aiutare il malato a mantenere una dieta equilibrata.
luogo dove vengono consumati i pasti confortevole.
Utilizzare stoviglie speciali (piatti infrangibili e sotto bicchieri antiscivolo, ecc).
Utilizzare colori con contrasti semplici e netti, diversificare i piatti e la tovaglia.
Cucinare cibo diluito, meglio che proporre un omogeneizzato, se il malato non può
mangiare cibi solidi.
Utilizzare cibi del territorio, appartenenti al vissuto gastronomico locale.
Impiegare tecniche culinarie che esaltino le caratteristiche nutrizionali e
organolettiche.
Organizzare i pasti in base alle particolari esigenze del malato.
Assicurare un’adeguata idratazione
Immagini da Disturbi Comportamentali nelle demenze. Gallina-Corti
Alcuni consigli pratici
monitorare il
peso corporeo
almeno una
volta a mese,
meglio una volta
ogni 15 giorni
La nutrizione della persona
affetta da Demenza è un
problema complesso, che può
essere affrontato solo
all’interno di un progetto
unitario di cure che
comprenda l’attività di un pool
si specialisti, medici e
operatori sanitari.
CONCLUSIONI
E’ un intervento multifattoriale:
-sui disturbi comportamentali
-sulla attività fisica e/o riabilitativa
-sulla preparazione e somministrazione
del cibo (caregiver)
Intervento cognitivo:
-attenzione allo stato dentale
-attenzione alle malattie somatiche
-dieta per disfagia (fase avanzata di
malattia)
Conclusioni
un intervento precoce influenza lo
stato nutrizionale e modifica la
sopravvivenza del paziente con
demenza.