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SOMMARIO 3 - La scomparsa delle risaie lombarde 6 - Campagna Amica nel cuore di Milano 10 - La zootecnia protagonista a Codogno 11 - Asciutte, il calendario del Villoresi 13 - Nitrati, la verità in una nuova ricerca 14 - Consumatori e cibo, si fa così 16 - Pensioni, bonus per le minime 18 - Europa, via libera al bilancio Poste Italiane SpA Spedizione in abb. postale 70x100 LO/MI NOVEMBRE 2013 l DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE VIA FILZI, 27/A 20124 MILANO TELEFONO 02/5829871 Moncalvo Presidente 10 ANNO XXI

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SOMMARIO 3 - La scomparsa delle risaie lombarde 6 - Campagna Amica nel cuore di Milano 10 - La zootecnia protagonista a Codogno 11 - Asciutte, il calendario del Villoresi

13 - Nitrati, la verità in una nuova ricerca14 - Consumatori e cibo, si fa così16 - Pensioni, bonus per le minime18 - Europa, via libera al bilancio

Poste Italiane SpA Spedizione in abb. postale 70x100 LO/MI NOVEMBRE 2013 l DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE VIA FILZI, 27/A 20124 MILANO TELEFONO 02/5829871

Moncalvo Presidente10AN

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COLDIRETTI INTERPROVINCIALE DI MILANO, LODI, MONZA E BRIANZAIndirizzo: via Fabio Filzi, 27 – Milano - Tel: 02.58.29.871 - Fax: 02.58.30.35.49Presidente: Alessandro Ubiali - Direttore: Giovanni Benedetti

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* L’Ufficio Epaca rimane chiuso il giovedì per tutta la giornata

DIRETTORE RESPONSABILEGiovanni Benedetti

DIREZIONEe AMMINISTRAZIONE

Via F. Filzi, 27/A - MILANO02 5829871 (r.a.)

REDAZIONEDaniela Maggi

REGISTRAZIONE TRIBUNALEdi MILANO

n. 82 dell’8/02/1992

HANNO COLLABORATOA QUESTO NUMERO:

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PROGETTO GRAFICOe IMPAGINAZIONE

PMP - Lodi

FOTOGRAFIEArchivio “il Cittadino”

STAMPALitostampa Istituto Grafico srl

Bergamo

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scrivere una mail all'indirizzo:

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La Coldiretti Interprovincialetra Milano, Lodi, Monza e Brianza

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ONegli ultimi tre anni nelle nostre province spariti centinaia di ettari

Fra Lodi e Milano è fuga dalle risaieIn Lombardia la prima produzione sotto i 5 milioni di quintali

SCENARIBoom importdal mondoIn Italia c’è sempre più riso straniero. Nella campagna 2012/2013 si è raggiunto il livello record di 487.509 ton-nellate, di cui oltre 189 mila provenienti dai Paesi Meno Avanzati (Pma). Lo rivelano i dati della Commissione Euro-pea secondo cui, rispetto alla campagna 2007/2008, si è assistito ad un aumento com-plessivo di volume del 13 per cento. Nei primi otto mesi di quest’anno, secondo l’Associa-zione Nazionale Cerealisti, l’im-port di riso nel suo complesso (riso lavorato, semigreggio e rotture) aumenta di 6.300 tonnellate rispetto allo stesso periodo del 2012. Tra i Paesi Meno Avanzati quello da cui l’Italia acquista più prodotto è la Cambogia che nella campa-gna 2012/2013, con 181.019 tonnellate di riso lavorato, ha coperto la maggior parte delle importazioni. Tra gli altri pae-si partner italiani figurano la Thailandia, l’India, il Pakistan e gli Stati Uniti. Durante l’incon-tro della filiera del riso di inizio novembre, con il sottosegreta-rio al ministero delle Politiche agricole Maurizio Martina, si è deciso di promuovere un’ini-ziativa volta a richiedere l’in-tervento dell’Ue attraverso gli strumenti consentiti dai rego-lamenti. Il suggerimento che proviene dagli ambienti di Re-gione Lombardia, che da sola produce il 42 per cento del riso nazionale, è quello di adotta-re con urgenza l’applicazione della clausola di salvaguardia, prevista dall’articolo 20 del regolamento comunitario 738 del 2008.

Con un’annata del genere c’è poco da stare allegri. Ho fini-to di raccogliere solo intor-

no al 20 di ottobre: sui 140 ettari che coltivo ho avuto un calo me-dio di oltre il 15 per cento: Fabio Camisani, agricoltore milanese tra Gaggiano e Vermezzo, è solo uno dei quasi duemila risicoltori lombar-di che stanno facendo i conti con una stagione da dimenticare. Per la prima volta in Lombardia - sti-ma la Coldiretti regionale - il rac-colto scenderà sotto i 5 milioni di quintali, con una diminuzione nelle rese compresa tra il 15 e il 20 per cento. Sebbene la qualità sia buo-na – spiega la Coldiretti Lombardia - la primavera piovosa ha postici-pato la semina e ostacolato i lavori nei campi. La raccolta è partita in ritardo di quasi tre settimane e in molti casi si è conclusa in questi giorni. Considerando una media di 55 quintali per ettaro – afferma la Coldiretti di Milano, Lodi, Monza e Brianza - in provincia di Milano la produzione finale si attesterà sui 650 mila quintali, nel Lodigiano su 60 mila quintali. “La primavera lun-

ga e piovosa mi ha fatto posticipa-re la semina e costretto a scegliere una varietà tardiva come il Selenio che però ha rese inferiori: 52 quitali per ettaro contro i 60 quintali del mio Volano l’anno scorso” spiega Luigi Lanzi, risicoltore di Caselle Lu-rani, nel Lodigiano. A diminuire non è solo il raccolto finale, ma anche le superfici dedicate. Le previsioni di inizio anno sono state confermate – spiega la Coldiretti regionale – Se nel 2012 la Lombardia poteva con-tare su oltre 98 mila ettari di riso, quest’anno siamo scesi a 87 mila con un calo dell’11 per cento. Tra il 2010 e il 2013, il territorio che ha pagato di più la fuga dalle risaie è stata la provincia di Lodi con un meno 52 per cento di aree. Nello stesso periodo, nel Milanese si reg-istra un calo del 22 per cento. La domanda di prodotto, intanto, è in crescita e anche le quotazioni sono in salita: per il Carnaroli, ad esem-pio, si oscilla tra i 55 e i 60 euro al quintale, per il Vialone Nano tra i 60 e i 62 euro al quintale, mentre per l’Arborio – Volano la forbice va dai 50 ai 55 euro a quintale.

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Ingegnere torinese, 33 anni, è il sesto leader alla guida di Coldiretti

Moncalvo eletto Presidente NazionaleIl più giovane rappresentante di imprese e lavoratori in Italia

Il nuovo leader della Coldiretti è Roberto Moncalvo che con i suoi 33 anni è il più giovane presiden-

te tra tutte le associazioni di impre-sa e dei lavoratori presenti in Italia e rappresentate nel Cnel i cui vertici hanno in media una età quasi dop-pia di 62 anni. Lo ha eletto l’Assem-blea nazionale della Coldiretti con 1,6 milioni di iscritti diffusi su tutto il territorio nazionale. La scelta della principale organizzazione agricola europea è coerente con il processo di rinnovamento della classe diri-gente sul territorio dove l’età media dei presidenti regionali è di 46 anni, ben al di sotto dell’età media della classe dirigente italiana impegnata nelle politica, nell’economia e nella pubblica amministrazione che è di 58 anni, con un punta di 69 anni per i banchieri. La sua storia è rap-presentativa del crescente numero di giovani provenienti da settori di-versi che hanno deciso di investire in agricoltura portando innovazione e creatività. Laureato in Ingegneria dell’Autoveicolo al Politecnico di To-

rino, è titolare dell’azienda agricola “SettimoMiglio”, che gestisce con la sorella Daniela a Settimo Torinese (To) in Piemonte. Con una super-ficie di 15 ettari, storicamente ad indirizzo cerealicolo (grano, mais e orzo), l’azienda nel 2005 ottiene il riconoscimento di “fattoria didatti-ca” e dal 2007 inizia a produrre or-taggi e fragole per la vendita diret-ta con l’apertura di un nuovo punto vendita aziendale. Sono inoltre di prossima apertura un laboratorio per la trasformazione dei prodotti ortofrutticoli e cerealicoli aziendali e una piccola attività agrituristica, a supporto delle attività di fattoria didattica. Nel 2011 promuove la nascita di una piccola cooperativa agricola, “Agricoltori Consapevoli”, con la quale mette in rete alcune aziende agricole del territorio per aumentare la gamma di prodotti of-ferti ai clienti, sia nel punto vendita aziendale sia con consegne a domi-cilio presso luoghi di lavoro o gruppi di famiglie. Nonostante la giovane età, la partecipazione in Coldiretti

di Roberto Moncalvo dura da ben 17 anni quando nel 1996 entra a far parte del Movimento Giovanile; dal 2003 al 2007 è delegato provinciale del Movimento Giovanile Coldiretti Torino; dal 2005 è componente l’E-secutivo nazionale Giovani Impre-sa; dal 2007 al 2011 è vice presi-dente di Coldiretti Torino; dal 2009 al 2011 è delegato regionale Giova-ni Impresa Coldiretti Piemonte. Dal dicembre 2011 Roberto Moncalvo è presidente di Coldiretti Torino. Dal 3 dicembre 2012 è presidente di Coldiretti Piemonte. Dal gennaio 2013 è membro di giunta della Con-federazione nazionale di Coldiretti. Il sesto presidente della storia della Coldiretti avrà il compito di guidare un’organizzazione in crescita che ha esteso la propria rappresentanza dalle imprese singole alle cooperati-ve, dal settore agricolo a quello del-la pesca, dall’agricoltura tradizio-nale alla filiera agroalimentare con le fattorie, i mercati, e le botteghe di Campagna Amica ed il progetto per una Filiera Agricola tutta Italia-

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“Porteremo il nostro modello in Europa”

na. La Coldiretti è una grande forza sociale che rappresenta le imprese e valorizza l’agricoltura e la pesca dal campo alla tavola, come risorsa economica, sociale e ambientale. Costituita nel 1944 la Coldiretti può contare su 1,6 milioni di associati e sulla maggioranza assoluta delle imprese che operano nell’agricol-tura italiana che la rendono la più grande Organizzazione agricola ita-liana ed europea a cui fanno capo circa il 70 per cento degli iscritti alle Camere di Commercio tra le organizzazioni di rappresentanza. La Coldiretti è anche la prima orga-nizzazione agricola datoriale come numero di imprese che assumono manodopera. La diffusione è capil-lare su tutto il territorio nazionale: 20 federazioni regionali, 97 federa-zioni interprovinciali e provinciali, 724 Uffici di Zona e 5.668 sezioni comunali. In pratica, l’organizzazio-ne è presente in quasi ogni comune del nostro Paese. Del sistema Col-diretti fa parte, tra l’altro, Creditagri Italia, la prima “banca” degli agri-coltori italiani che, con delibera del-la Banca d’Italia del 5 giugno 2012, è stata abilitata come ente di ga-ranzia vigilato dalla banca centrale e iscritto nell’elenco speciale degli

intermediari finanziari ex Art. 107 del Testo Unico Bancario (TUB) e la Fondazione Campagna Amica della quale fanno parte 6.566 aziende agricole, 1.179 agriturismi, 330 co-operative, 1.125 mercati, 146 bot-teghe ai quali si aggiungono 254 ristoranti e 128 orti urbani, per un totale di oltre 8.200 punti vendita. Promossa dalla Coldiretti è anche Ue.Coop - Unione Europea delle

Cooperative, l’associazione nazio-nale di promozione, assistenza e tutela del movimento cooperativo, riconosciuta dal Ministro dello svi-luppo economico, alla quale hanno già aderito oltre quattromila coo-perative per un totale di 285.000 associati che operano in tutte le Regioni e in tutti e 14 i settori del-l`albo competente, dal lavoro al so-ciale, dall’edilizia fino all’agricoltura.

Non possiamo perdere terre-no nella corsa del paese: ne conosciamo i mali, ma ne co-

nosciamo anche le potenzialità e la forza. Un tessuto produttivo ricco, capillare, che coinvolge milioni di uomini e che per le sue caratteristi-che rende l’Italia competitiva anche all’interno dei processi di mondializ-zazione dell’economia e delle idee. Uno scudo valoriale apparente-mente sommerso, ma saldamente ancorato a principi di solidarietà e di mutualità. Tutto ciò tenendo ben presente che nell’attuale scenario l’agricoltura è fra i pochi settori in grado di generare lavoro. E’ uno dei passi del discorso del neo Presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, all’Assemblea nazionale della Coldi-retti che lo ha eletto all’unanimità a scrutinio segreto. “Dobbiamo porta-re Coldiretti, l’agricoltura italiana e il suo modello di sostenibilità totale in Europa – ha continuato il trentatre-enne leader -. Abbiamo già comin-ciato a farlo. Dobbiamo proseguire e fare in Europa quello che abbiamo

saputo fare in Italia. E’ necessaria la nostra presenza nelle fasi di genesi dei processi, quando prendono cor-po misure la cui ricaduta nel medio termine investirà le nostre aziende. Ma è necessario anche agire per cancellare i furti d’identità e di valo-re che non permettono ai consuma-tori di acquistare con consapevolez-za e che tolgono reddito alle nostre imprese. Dando corpo al concetto di sussidiarietà possiamo realizzare una rete di servizi di grande impor-tanza per la nostra società e per un nuovo concetto di welfare, senza ri-nunciare alla redditività aziendale. E’

l‘agricoltura che si fa società, che ne assume – ogni qual volta e’ possibile – tutti i potenziali mutualistici sco-perti”. Il giovane presidente ha poi osservato: “noi siamo ciò che faccia-mo, veniamo raccontati e apprezzati per quello che facciamo. Agire collet-tivamente è nello spirito della nostra organizzazione e della nostra storia. Muoviamo dal micro-cosmo delle nostro agire quotidiano per arrivare al macrocosmo rappresentato dal Paese. Come farlo? Con una ricetta antica: mi riferisco a ciò che possia-mo definire una cornice di ‘radicali-tà intelligente’. Agire con ‘radicalità non significa perseguire obiettivi estremi o mostrare scarsa attitudine al dialogo. Significa semplicemente non deflettere dagli obiettivi che ci si pone”. Moncalvo ha poi ricordato come “noi possediamo le mappe del territorio, conosciamo il tipo di tessi-tura che tiene consumatori, aziende e istituzioni, siamo noi l’interfaccia con l’amministrazione e la politica. Noi siamo, viviamo ed esistiamo in funzione del socio, non viceversa”.

COLDIRETTI

Fondazione Campagna Amica1,6 milioni

di associati CreditAgri Italia

97 federazioniprovinciali UeCoop

724 uffici zona20 federazioniregionali

Oltre 5.600 sezioni comunali

IL SISTEMA COLDIRETTI

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ACentomila persone negli stand degli agricoltori sulle vie dello shopping

“Sulla buona strada” a Milano Primo farmers’ in centro città

Sono state centomila le persone che nella sola giornata di do-menica 10 novembre hanno

visitato gli stand degli agricoltori di “Sulla buona strada”, il primo far-mers’ market sulle vie dello shop-ping milanese, organizzato dalla Coldiretti Lombardia. Per la prima volta – spiega la Coldiretti di Mila-no, Lodi, Monza e Brianza – oltre cento agricoltori lombardi e italiani hanno potuto offrire il meglio dei prodotti Made in Italy nel cuore del capoluogo lombardo, in uno spazio dove solitamente è la moda a farla da padrone. Oltre novemila metri quadrati occupati lungo corso Bue-nos Aires, a due passi da piazza del Duomo, dedicati all’agricoltura del Belpaese. Gli stand sono stati lette-ralmente presi d’assalto dai consu-matori provenienti non solo da Mi-lano e dalla Lombardia, ma anche da altri Paesi come gli Stati Uniti e

la Cina. Corso Buenos Aires – spie-gano i responsabili dell’iniziativa – è uno dei centri dello shopping me-neghino, dove ogni giorno transita-no centinaia di persone. Un’oppor-tunità unica per le nostre aziende di fare reddito. Una cornice d’eccezio-ne per far conoscere il meglio del nostro territorio e per ricordare alle istituzioni che l’agricoltura è una delle leve su cui puntare per il rilan-cio dell’economia italiana. Al centro dell’area espositiva, grazie ai due punti di agri-ristoro, i consumato-ri hanno potuto assaporare alcuni piatti tipici come la polenta o i ca-soncelli. Per l’assessore all’Agricol-tura di Regione Lombardia, Gianni Fava, quella di Corso Buenos Aires è stata “una scelta coraggiosa che ha reso protagonista il capoluogo di regione sui temi dell’agroalimenta-re, portando in città le eccellenze delle nostre produzioni”. All’inaugu-

razione del mercato di Campagna Amica, oltre ai vertici della Coldiretti Lombardia e della Coldiretti di Mi-lano, Lodi, Monza e Brianza, han-no presenziato anche l’assessore al Commercio del Comune di Milano, Franco D’Alfonso e l’assessore al Territorio di Regione Lombardia, Vi-viana Beccalossi. “Grazie ai farmer’s market - ha detto Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombar-dia - circa 2.000 imprese hanno potuto continuare a lavorare e far conoscere le nostre eccellenze ali-mentari. Cibo che sarà sempre più elemento centrale delle riflessioni sullo sviluppo della nostra società e di quelle degli altri paesi, come dimostra il tema centrale di Expo 2015; un evento che qualificherà il comparto liberandolo da quella ve-ste di apparente omologazione che nulla ha a che vedere con i prodotti della nostra agricoltura”.

Inaugurazione del primo farmers’ in corso Buenos Aires. Al centro l’assessore regionale Viviana Beccalossi e l’assessore del Comune di Milano, Franco D’Alfonso. A sinistra Giovanni Benedetti direttore Coldiretti Lombardia

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Tra crisi e solidarietà:un baratto per i poveri

Oltre all’agricoltura, al cibo e al territorio, “Sulla buona stra-da” è stata un’occasione per

non dimenticare chi ha bisogno di aiuto. Con il “baratto della solida-rietà”, realizzato da Coldiretti Lom-bardia in collaborazione con la Fon-dazione Banco Farmaceutico Onlus e la Caritas Ambrosiana, sono stati raccolti oltre milleseicento confe-zioni di farmaci integri e non sca-duti e circa quattrocento chili di vestiti e coperte in buono stato per gli indigenti. Le persone che hanno portato abiti e medicinali hanno avuto in omaggio un kit con latte e salsa di pomodoro made in Italy. “Un modo per sensibilizzare le persone in un momento di grave difficoltà per molte famiglie – spie-ga Alessandro Ubiali, Presidente di Coldiretti Milano, Lodi, Monza e Brianza – Basti pensare che il 10% non arriva a fine mese, mentre il 45% non risparmia perché riesce a pagare appena le spese senza per-mettersi ulteriori lussi”. Sarà pure la Baviera d’Italia, ma in Lombar-dia il numero dei poveri continua ad aumentare: dal 2010 a oggi le persone che hanno chiesto assi-stenza alimentare alla Caritas alle mense per poveri o ad altre realtà

che operano sul territorio sono cre-sciute da 261.063 a 329.746, con un aumento di oltre il 26% - spiega la Coldiretti Lombardia sulla base della relazione sul “Piano di distri-buzione degli alimenti agli indigen-ti 2013”, realizzata dall’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea) - E’ il dato peggiore del nord Ita-lia dopo il + 40% dell’Emilia Ro-magna. In Lombardia si contano poi quasi 38 mila bambini indigen-ti sotto i 5 anni, il terzo dato più negativo a livello nazionale, dopo Campania e Sicilia che rappresen-tano però rispettivamente il 20,68 e il 17,35% del totale - aggiunge la Coldiretti - Dal 2007 al 2012 il numero di individui in povertà in Italia è raddoppiato: da 2,4 a 4,8 milioni. C’è comunque - sottolinea la Coldiretti - un 42% degli italiani che riesce, senza affanni, a salvare qualcosa del reddito mensile e ad alimentare il risparmio familiare. Al contrario ben il 37% degli italiani – continua la Coldiretti - è stato co-stretto a chiedere aiuto economico per arrivare alla fine del mese ai genitori, il 14% a parenti e il 4% addirittura ai figli. Solo il 14% si è rivolto a finanziarie o banche men-tre l’8% agli amici.

La rete Faidiventa grande

Diventa sempre più grande la Fi-liera Agricola Italiana. Il proget-to promosso da Coldiretti e da Campagna Amica con il marchio valoriale Fai (Firmato Agricoltori Italiani), per garantire in Italia e all’estero tutti quei prodotti provenienti al cento per cento dai campi e dagli allevamenti italiani che rispettano l’etica dei processi produttivi e assicurano per contratto un’equa riparti-zione del valore tra i vari attori della filiera, continua a crescere. A poco più di un anno dalla co-stituzione, numerose e diversi-ficate sono le filiere produttive che hanno ottenuto il riconosci-mento e possono fregiarsi del marchio, dalla pasta al riso nelle varietà Arborio, Carnaroli e Bal-do, dall’olio Extra Vergine all’or-tofrutta, dal latte UHT ai salumi fino alle carni provenienti da razze autoctone bovine e suine. L’ ultimo progetto in ordine di tempo è stato quello denomina-to VOI – Valori Origine Italiana - di Iper, la Grande i, che nasce in collaborazione con Coldiretti e Fai. Il progetto è stato presenta-to a ottobre a Milano, alla pre-senza del presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni. Pa-sta di semola di grano duro, riso Carnaroli e Arborio, Latte UHT, olio extra vergine e presto una selezione delle migliori mono-cultivar italiane, nel rispetto di valori etici, sociali e ambientali a prezzo giusto per chi compra e per chi produce.

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Il festival del cibo italiano

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nella roccaforte della moda

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La sfilata bovina della 223a Fiera di Codogno. In alto a destra Alessan-dro Ubiali, presidente Coldiretti Milano, Lodi, Monza e Brianza

Fiera di Codogno, la ripresa è possibile:puntiamo sul sistema del Made in Italy

Un’area espositiva di quaran-tacinquemila metri quadrati, uno spazio per la prima volta

dedicato all’ornitologia, 88 produt-tori, per un totale di 276 opera-tori complessivi, di cui 37 qui per la prima volta. Sono i numeri della 223° edizione della Fiera Autunnale di Codogno, che si è svolta il 19 e il 20 novembre scorsi. Di seguito, il messaggio che il presidente di Col-diretti Milano, Lodi, Monza e Brian-za, ha voluto lanciare in occasione di questo importante appuntamento. Giunta alla sua 223° edizione, la Fie-ra Autunnale di Codogno continua a essere un punto di riferimento con-creto per tutta la zootecnia lodigiana e lombarda. Una delle manifestazioni più qualificate dove gli operatori del settore possono confrontarsi sullo stato di salute del settore agricolo, che pur resistendo meglio di altri, ha pagato un prezzo pesante alla crisi che ormai da anni attanaglia il nostro Paese. Le statistiche testimoniano il momento difficile che stanno attra-versando gli allevamenti, a comin-ciare da quelli da latte. Dal 2003 al 2013, il numero delle stalle nel lodi-giano è diminuito del 23 per cento (a fronte del -30 per cento registrato a livello regionale), passando da 408 a 314. In pratica, nella sola provin-cia di Lodi, in media hanno chiuso i battenti oltre 9 aziende ogni anno: una perdita di patrimonio importan-te per un territorio che fornisce circa il 4 per cento dell’intera produzione nazionale di latte e dove almeno il 30 per cento del prodotto è classificabi-le come di alta qualità. Una situazio-ne frutto dei costi sempre più alti a fronte di un valore del prodotto che spesso non ha permesso neppure di coprire le spese. Per questo la Coldi-retti non ha firmato il nuovo prezzo del latte alla stalla imposto dalle in-dustrie che prevede, per il periodo agosto 2013 – gennaio 2014, una retribuzione agli allevatori di 42 cen-tesimi al litro. Si tratta di un prezzo che va adeguato al rialzo, soprattut-to alla luce degli incrementi dei costi di gestione. A soffrire, poi, sono an-che gli allevamenti di suini: tra 2011 e 2012 nel lodigiano i capi sono dimi-

nuiti di oltre l’11 per cento, passando da 358.161 a 317.307, un’emorragia che si riscontra anche a livello re-gionale. Uno scenario a tinte fosche che rischia di essere irrecuperabi-le se non ci si muove in fretta. La via d’uscita però esiste: la tendenza può essere invertita se si punta sulla qualità del prodotto Made in Italy e su una filiera più equilibrata, basata su un corretto rapporto tra produt-tori, industria e distribuzione, fino al consumatore finale. Occorre una for-te azione di promozione dei consumi dei nostri prodotti di qualità, un’e-tichetta chiara e obbligatoria e un controllo sempre più forte contro il falso Made in Italy e le frodi alimen-tari. Nei primi nove mesi del 2013 sono stati sequestrati beni e prodotti per un valore di 335,5 milioni di euro soprattutto con riferimento a prodot-ti base dell’alimentazione come la carne (24 per cento), farine pane e pasta (16 per cento), latte e derivati (9 per cento), vino ed alcolici (8 per cento), ma anche in misura rilevante alla ristorazione (20 per cento) dove per risparmiare si diffonde purtrop-po l’utilizzo di ingredienti low cost. In altre parole, dall’inizio della crisi nel 2007, si è verificato un aumento

del 170 per cento del valore dei cibi e bevande confiscate perché adulte-rate, contraffate o falsificate. Infine deve cambiare l’approccio dei pro-duttori verso il mercato, con forme di aggregazione e strategie tese a recuperare potere contrattuale. L’al-ternativa è lo smantellamento del si-stema zootecnico di carne e da latte, con la conseguente perdita di posti di lavoro, di una tradizione e di una sapienza agricola che ha reso le pro-duzioni agroalimentari lodigiane e lombarde tra le prime in Europa e nel mondo. Expo 2015 sarà una grande occasione per tutta la Lombardia e per l’Italia intera. Il territorio lodigia-no diventerà uno dei luoghi cardine del turismo legato a questo appun-tamento di rilevanza mondiale: dob-biamo essere preparati per cogliere al meglio tutte le opportunità, per evidenziare di nuovo e con più forza l’importanza della nostra agricoltura, per tutelare i nostri territori valo-rizzando sempre più le nostre pro-duzioni che, insieme a tutto il com-parto agricolo, possono diventare il motore della ripresa di tutta l’Italia. Alessandro Ubiali Presidente Coldiretti Milano Lodi e Monza Brianza

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Nuovo termine di validità è il 31 dicembre 2014

Sottoscrizioni irrigue: variazioni entro fine anno

E’ stata prorogata al 31 dicem-bre 2014 la scadenza relativa alla validità delle sottoscrizioni

irrigue. E’ quanto afferma il Consor-zio Est Ticino Villoresi in una nota ufficiale diffusa a inizio novembre. Le variazioni e le nuove sottoscri-zioni dovranno essere effettuate tassativamente entro il 31 dicem-bre 2013 (ai sensi della Delibera di Comitato esecutivo n. 19 del 23 ottobre 2013). Dopo tale data sa-ranno applicate le penali previste dai regolamenti consortili. Le mo-difiche potranno essere effettuate presso i seguenti uffici di zona: a

Parabiago (Mi) in via Buonarroti 2 (tel. 0331/551401); a Caponago (Mb) in via Casello Villoresi (tel. 02/95749089); a Chignolo Po (Pv) in Località Bosco di Alberone presso Edificio della Chiavica del Reale (tel. 0382/76023); a Pavia in via Alzaia 3 (tel. 0382/466032) Le regole di sottoscrizione per le acque con-sortili sono state semplificate. In particolare, se variano le esigenze è sufficiente segnalare al Consorzio le dotazioni d’acqua necessarie. Per tutti gli adempimenti i soci interes-sati possono rivolgersi anche pres-so gli uffici della Coldiretti.

Expo, vie d’acqualavori avanti tuttaSono in corso i lavori funzionali al recupero delle acque finaliz-zate all’adacquamento del sito Expo 2015 nelle tratte di Ca-nale Villoresi Groane e Monza. Gli interventi di riqualificazione, potenziamento e valorizzazione della rete irrigua, in linea con i programmi di sviluppo, imper-meabilizzazione e bacinizzazione del Canale Villoresi, si colloca-no all’interno del progetto delle vie d’acqua di Expo 2015. Per quanto attiene il tratto del Ca-nale Villoresi - Groane, nei Co-muni di Garbagnate Milanese e Senago, i lavori sono stati ag-giudicati nel febbraio 2013 per un importo complessivo pari a € 3.378.035,20. L’effettivo inizio dei lavori è coinciso con l’inizio della stagione di asciutta del Ca-nale Principale Villoresi in data 24 settembre 2013 e con l’avvio delle opere previste di realizza-zione della tura presso il Casello in corrispondenza del derivatore di Garbagnate Milanese, nonché con il taglio della vegetazione in-festante, l’idropulizia delle spon-de ed il ripristino mediante l’uso di spritz beton. Anche per la trat-ta di Monza, aggiudicata nel feb-braio 2013 per un importo com-plessivo pari a € 4.640.178,00, i lavori sono stati consegnati in giugno e sono entrati nel vivo con la stessa asciutta del 24 set-tembre 2013.

Proseguono le operazioni di pu-lizia dei canali e dei Navigli di competenza del Consorzio Est

Ticino Villoresi. Per favorire il com-pletamento dei lavori, l’asciutta del Villoresi è stata prorogata fino alla stagione irrigua 2014. Diversi gli interventi di recupero della fauna ittica effettuati su tutte le aste dei Navigli: dalla Darsena, che dopo decenni di abbandono versa in uno stato d’incuria e di degrado, al Na-viglio Grande fino al Martesana che

Prosegue la pulizia dei canali sul territorio

Asciutte autunnali,nuovo calendario

rimarrà in secca fino al 16 dicembre 2013. Il futuro di quest’ultimo Navi-glio è stato discusso in un recente incontro tra i vertici del Villoresi, il Comune di Milano e i membri del Consiglio di zona 2 della città: l’o-biettivo è riqualificare il tratto com-preso tra via Idro e via Melchior-re Gioia, nel capoluogo milanese. Sebbene qui il Martesana abbia perso la sua funzione irrigua, man-tiene comunque un’importanza pa-esaggistica e storica.

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Aziende agricole sotto quota 49 mila: chiusure raddoppiate rispetto al 2012

Mai così in basso. Le aziende agricole in Lombardia nel 2013 sono diventate meno di

49 mila e rispetto al terzo trimestre del 2012 si sono perse per strada quasi 1.600 attività, passando dalle 50.506 dell’anno scorso alle 48.909 di adesso con una diminuzione del 3,2%. Il calo – spiega la Coldiret-

ti Lombardia su dati Unioncame-re – è peggiorato di trimestre in trimestre: meno 1,6% nel primo, meno 2,6% nel secondo e meno 3,2% nel terzo, mentre l’anno pri-ma si era rimasti con una forbi-ce di riduzione fra l’1,5 e l’1,7%. A pesare sulla mortalità imprendi-toriale è la crisi congiunturale che è ormai arrivata al settimo trime-stre consecutivo: quasi due anni di ciclo negativo hanno ormai for-temente compromesso la reddi-tività delle imprese agricole lom-barde e la loro capacità di tenuta. Da una parte – spiega la Coldiretti Lombardia – c’è stato un processo di accorpamento di alcune realtà per cambi generazionali, dall’altra però l’intero sistema agricolo lom-bardo ha subito e sta continuando a subire gli effetti pesanti della crisi. I prezzi troppo bassi riconosciuti agli agricoltori per le loro produzioni – continua la Coldiretti Lombardia – non hanno compensato l’aumento dei costi, in special modo per forag-gio ed energia, e non hanno per-messo di affrontare in modo ade-guato la generale stretta creditizia che si è verificata negli ultimi anni. Normalmente – spiega l’analisi con-

giunturale di Unioncamere sull’agri-coltura lombarda – la tradizionale stagionalità dei dati su cessazione e creazioni di aziende fa sì che nel terzo trimestre la mortalità non sia così rilevante come nel quarto e nel primo trimestre: nel 2013 invece il numero delle cessazioni ha an-ticipato dinamiche negative che in passato si verificavano a fine anno. Un segnale positivo in tutto que-sto però c’è: sebbene l’andamento dell’agricoltura permane negativo, c’è un leggero miglioramento. ri-spetto ai valori emersi nella rileva-zione dello scorso trimestre. Con la sola esclusione di fatturato e occupazione, tutte le altre varia-bili analizzate fanno registrare va-lori meno negativi rispetto a quelli emersi nell’indagine relativa al se-condo trimestre. Questo migliora-mento potrebbe significare che la crisi ha ormai toccato il suo punto più basso e che finalmente si inco-mincia a registrare qualche timido segnale di inversione di tendenza: probabilmente è ancora presto per dirlo dato che analoghi migliora-menti si erano già verificati in pas-sato, salvo poi essere smentiti dai risultati dei trimestri successivi.

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E’ sul fronte dei costi di produzione che si manifestano i miglioramenti più significativi: la corsa dei prez-zi dei mezzi correnti di produzione segna una battuta di arresto grazie all’andamento riflessivo dei prezzi di mais, soia e orzo, che incidono in misura determinante sui costi di ali-mentazione degli allevamenti, e alla debolezza delle quotazioni dei pro-dotti energetici, dei concimi e dei prodotti fitosanitari, che invece in-teressano tutte le aziende agricole. Per ora però si tratta più di una battuta di arresto della crescita dei costi di produzione che non di una loro diminuzione: le spese per l’acquisto dei mezzi di produzione rimangono comunque molto ele-vate e la debolezza della domanda dei prodotti agricoli non permette di compensare i costi elevati con un aumento dei prezzi di vendita, condannando le imprese agricole ad una redditività negativa. L’altra faccia della crisi è rappresentata dall’andamento negativo dei con-sumi alimentari, che, al contrario dei costi di produzione, non sem-brano mostrare segni di migliora-mento. Tra i settori che mostrano qualche timido accenno di miglio-ramento, oltre al settore suinicolo e a quello del latte, c’e il settore vitivinicolo, che conferma le per-formance relativamente più positi-ve registrate negli scorsi trimestri. Sul fronte opposto fanno regi-strare un andamento più ne-gativo della media i settori del-la carne bovina, dei cereali, del florovivaismo e degli ortaggi. Il maltempo ha continuato a col-

pire l’agricoltura lombarda, risul-tando una componente sicura-mente rilevante nel determinare il permanere dello stato di crisi in cui versa l’agricoltura lombarda. Per la prima volta dall’inizio della crisi si registrano risultati negativi in termini occupazionali: la tradizio-nale tendenza del comparto agrico-lo a non modificare la forza lavoro come conseguenza dell’andamento congiunturale, viene smentita dal prolungarsi eccessivo della crisi. I dati relativi al secondo trimestre 2013 indicano una marcata flessio-ne dell’occupazione agricola rispet-to al 2012: -90.000 unità con un calo del 10,1% in termini tenden-ziali. La diminuzione ha riguardato sia i lavoratori dipendenti (-9,4%) sia gli indipendenti (-10,7%). Sorri-dono i dati delle esportazioni agroa-limentari, che continuano a rappre-sentare il fattore più positivo di un quadro congiunturale molto critico. Anche in agosto le esportazioni di prodotti agricoli sono aumentate del 2,4% su base annua, mentre quelle dei prodotti alimentari dello 0,2%. Fra l’altro va segnalato che in termini di valore il dato mensi-le di agosto segna il sorpasso delle esportazioni agroalimentari rispet-to a quelle dell’insieme dei mezzi di trasporto. In termini cumulati il settore agroalimentare fa registra-re nei primi otto mesi del 2013 un aumento del 6% rispetto al 2012, se la tendenza sarà confermata il comparto nel suo complesso farà segnare il record di 34 miliardi di euro nel valore delle esportazioni nel 2013.

Nitrati, tutta la veritànello studio della StataleLa zootecnia non è la sola fon-te di inquinamento da nitrati. La Coldiretti lo ha sempre sostenuto e ora a fortificare questa tesi arri-va uno studio preliminare dell’u-niversità Statale di Milano, che entro Natale verrà portato a Bru-xelles dagli esponenti di Regione Lombardia. Nella ricerca è evi-denziato, su base scientifica, che la responsabilità degli inquinanti sui nostri territori non è soltanto dell’agricoltura. All’Unione Euro-pea verranno mostrati i valori, in percentuale, dei settori “colpe-voli” della contaminazione di ac-que e terreni. Secondo Regione Lombardia la situazione è meno grave di come è stata dipinta in questi anni, con le province di Mantova, Brescia e Cremona con qualche criticità, e Pavia in misura inferiore. Anche alla luce di queste novità – commenta la Coldiretti di Milano, Lodi, Monza e Brianza – è necessario rivedere la mappa delle zone vulnerabili in Lombardia anche in relazione alla presenza di depuratori e insedia-menti urbani. Anche l’assessore regionale all’Agricoltura di Regio-ne Lombardia, Gianni Fava, ritie-ne che sia ingiusto che a pagare siano solo le imprese agricole. Intanto anche l’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, è al lavoro ma i risultati delle indagini in cor-so d’opera non saranno resi noti prima della prossima primavera.

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ALe istruzioni per le nuove norme sulla somministrazione al pubblico

Vendita diretta, le regole dell’AnciCome servire cibo nei farmers’, in azienda e nelle botteghe

Via libera dell’associazione na-zionale comuni italiani (Anci) alla somministrazione di cibo

nelle aziende, nei mercati e nelle botteghe degli agricoltori di Campa-gna Amica. Dopo che il Decreto del Fare ha introdotto la possibilità per gli imprenditori agricoli di vendere direttamente i loro prodotti e orga-nizzare il consumo sul posto per i clienti, senza ulteriori autorizzazio-ni, utilizzando i propri locali e arredi aziendali, l’Associazione nazionale dei Comuni d’Italia è intervenuta per chiarire gli aspetti pratici, for-nendo agli agricoltori una serie di indicazioni utili. Vediamo quali: a) Il consumo, innanzitutto, deve avve-nire esclusivamente all’interno dei locali e delle aree destinati all’atti-vità di vendita sia su area privata che su area pubblica, della quale area pubblica l’imprenditore abbia la disponibilità. b) Al fine di permet-tere al cliente la migliore fruizione dei prodotti da consumare sul posto è consentito l’utilizzo di piani d’ap-poggio, costituiti da mensole pre-disposte lungo le pareti del locale

e/o da tavoli, oltre che da sedie e sgabelli, panchine, ecc., di dimen-sioni ed in numero congrui rispetto all’ampiezza ed alla capacità ricet-tiva del locale o dell’area su cui si esercita l’attività di vendita. c) Il ritiro da parte del consumatore, di-rettamente al banco di vendita, dei prodotti pronti per il consumo im-mediato deve avvenire al più utiliz-zando contenitori a perdere idonei alla vendita da asporto. d) Posso-no essere fornite posate, tovaglioli e bicchieri a perdere, ossia di tipo monouso. e) E’ consentita la vendi-ta di bevande anche alcoliche per il consumo sul posto purché non con-giuntamente al servizio di mescita. f) Le mensole o gli altri dispositivi di supporto al consumo devono essere costruiti in materiale tale da rende-re minimi i rischi di contaminazione, mantenendoli in buono stato e sot-toposti a regolare manutenzione. g) Le eventuali pareti retrostanti ai dispositivi di supporto al consumo devono essere mantenute in buone condizioni ed essere facili da pulire e, se necessario, da disinfettare. h)

La zona destinata al consumo deve essere mantenuta sgombra, in ido-nee condizioni di pulizia e dotata di contenitori di rifiuti costruiti in modo adeguato. Ecco, invece, cosa non è consentito. Non è ammessa alcuna forma di servizio assistito in quanto si configurerebbe altrimenti un’attività di “somministrazione as-sistita”. Non è consentita la richie-sta di un corrispettivo economico, sotto qualsiasi forma, per il servi-zio di consumo immediato degli alimenti in loco. Non è possibile predisporre ambienti appositamen-te destinati al consumo immediato dei prodotti oggetto di vendita, ar-redati e attrezzati esclusivamente a tale scopo. E’ esclusa la fornitura di piatti, bicchieri e posate non a per-dere. Non è ammesso esporre e/o consegnare all’utenza un “menù” delle consumazioni in quanto indi-catore del servizio assistito tipico degli esercizi di somministrazione. Non possono essere raccolte le “or-dinazioni” degli acquirenti presso i dispositivi di supporto e/o i piani di appoggio.

Oltre 200 agriturismi, quasi 140 mercati, 500 aziende agricole e 12 botteghe. Sono i numeri della rete di Campagna Amica in Lombardia. No-

nostante la crisi, la spesa dagli agricoltori non rallenta e il numero di aziende che decide di accreditarsi alla Fondazione continua a crescere: a settembre erano quasi 900 soggetti in Lombardia che hanno scelto di far parte di questa realtà con caratteristiche e peculiarità uniche nel panorama agroalimentare del nostro Paese. A livello nazionale sono oltre 8.300 i punti accredita-ti. La Lombardia è la seconda regione per numero di aziende associate, preceduta solo dall’Emilia Romagna. Nel Nord Italia si concentrano la metà delle imprese che hanno scelto di impegnarsi in questo percorso mettendoci la faccia. Secondo un’indagine Censis, nel 2012 sono stati 21 milioni gli italiani che hanno fatto la spesa dagli agricoltori. Nei grandi centri urbani lombar-di, come Milano, il consumatore medio che si rivolge ai farmers’ market di Campagna Amica è per il 58% donna, le fasce d’età più rappresentate sono quelle fra i 45 e i 64 anni, anche se esiste un 19% di consumatori

In Lombardia quasi 900 soggetti accreditati a Campagna Amica

La spesa dell’agricoltore resiste alla crisi

fra i 35 e i 44 anni, oltre il 90% ha un titolo di studio medio alto, la spesa media settimanale oscilla fra i 25 e i 30 euro e i prodotti più richiesti sono: ortofrutta, formaggi, salumi e carne. Il livello di soddisfaz<ione manifestato dai cittadini in tutto il Belpaese conferma che la strada intrapresa è quella giusta e soprattutto che i mercati di Campagna Amica sono diventati un luogo dove si possono condividere stili di vita.

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2.179

Rete Campagna Amica

Nord Italia

Centro Italia

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Nella nostra regione le strutture attive nel 2012 erano più di 1.400

L’agriturismo cresce ancoraIl 30% delle richieste online

Quella degli agriturismi è una corsa senza fine. Nonostante la crisi, infatti, il settore con-

tinua a crescere a livello lombardo e nazionale. Nella nostra regione, nel 2012 erano 1.415 le strutture attive, in aumento del 4 per cen-to rispetto all’anno precedente. Un risultato migliore della media nazio-nale, dove l’anno scorso si contava-no oltre 20 mila agriturismi, con un incremento dello 0,3 per cento. Una cifra record, la più alta di sempre. Tra Milano, Lodi, Monza e Brianza nel 2012 le aziende agrituristiche erano 138, con un più 5 per cento sul 2009. Le province lombarde più vocate sono Brescia con 297 azien-de, Mantova (218) e Pavia (212), anche se tra il 2011 e il 2012 la crescita percentuale maggiore nel numero di aziende è stata registra-ta nella provincia di Lecco con un più 14,8 per cento. Dal 2009 a oggi nella nostra regione hanno aper-to i battenti quasi 170 agriturismi, di cui più di un terzo è gestito da donne. Queste strutture – spiega la Coldiretti di Milano, Lodi, Monza e Brianza – oltre alla ristorazione oggi offrono molti altri servizi come l’escursionismo, la mountain bike, i corsi di cucina, orto, cucito, l’equi-tazione, il trekking, le fattorie didat-

tiche e le escursioni naturalistiche. Inoltre sempre più agriturismi si stanno convertendo all’online e i di-spositivi mobili guadagnano sempre più spazio rispetto al classico com-puter. Secondo una rilevazione di Coldiretti Lombardia sugli accessi al sito degli agriturismi di Terranostra Lombardia, quasi il 30 per cento degli utenti si è servito di un tablet o di uno smartphone per cercare informazioni, individuare località, visualizzare menù enogastronomici, camere e costruzioni rurali. Nella quota di internauti mobili il 70 per cento lo ha fatto con un cellulare di

ultima generazione, mentre il resto ha usato una “tavoletta” elettroni-ca. “Dalle nostre rilevazioni sugli accessi al nostro sito www.lombar-dia.terranostra.it – spiega Valeria Sonvico, responsabile organizzativa di Terranostra Lombardia – emerge che l’uso dei dispositivi mobili sia raddoppiato nel giro di un paio di anni e se, il trend verrà conferma-to, per il 2015 quando a Milano si aprirà ufficialmente l’Expo, la metà delle persone che cercano on line una sistemazione agrituristica si servirà di un tablet o di uno smar-tphone”.

L’ANDAMENTO DEGLI AGRITURISMI IN LOMBARDIAProvincia 2009 2010 2011 2012 Bergamo 114 121 128 139 Brescia 250 277 290 297 Como 81 88 96 104

Cremona 65 66 68 71 Lecco 54 58 61 70 Lodi 27 27 27 30

Mantova 199 215 214 218 Milano 85 92 93 97

Monza e Brianza 13 12 11 11 Pavia 199 211 213 212

Sondrio 79 82 87 94 Varese 80 78 72 72

LOMBARDIA 1.246 1.327 1.360 1.415 Elaborazione di Coldiretti Lombardia su dati Dg Agricoltura

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Pensioni minime, bonus in arrivo:155 euro con la rata di dicembre

VERIFICHE E PERIZIE Rilevazioni fonometriche per la sicurezza sul lavoro Valutazioni rischio vibrazioni Pratiche prevenzione incendi Valutazioni stress da lavoro correlato

IGIENE, AMBIENTE E SICUREZZASicurezza sul lavoro D.Lgs 81/08 e s.m.i. Valutazione conformità attrezzature

ARIENTA CONSULTING s.n.c. di Arienta Omar e Spinola Marco

Livraga (LO) Via Fratelli Cairoli, 24 Tel.: 0377 875043 – 87125 / Fax: 0377 875754

Castel San Giovanni (PC) Corso Matteotti, 57 Tel.: 0523 884366 / Fax: 0523 840763

Fiorenzuola DʼArda (PC) Piazza Marsala, 12 Tel. / Fax: 0523 245412

[email protected]

www.studioarienta.it

Sono in arrivo 154,94 euro a di-cembre per coloro che percepi-scono la pensione integrata al

trattamento minimo e hanno redditi bassi. L’Inps ha reso noto che l’au-mento, per l’anno in corso, sarà cor-risposto ai potenziali aventi diritto in via provvisoria per l’anno 2013 in attesa della verifica reddituale defi-nitiva. Ecco tutto quello che c’è da sapere. L’aumento di 154,94 euro, più comunemente conosciuto come importo aggiuntivo sulla pensione, è stato introdotto dalla Finanziaria del 2001 e viene corrisposto, di regola unitamente alla tredicesima mensi-lità, in presenza di particolari condi-zioni reddituali, ai titolari di pensioni il cui importo complessivo annuo non superi il trattamento minimo. L’importo aggiuntivo non costituisce reddito e, pertanto, non è certificato nell’imponibile fiscale della pensione e non deve essere dichiarato per la corresponsione delle prestazioni pre-videnziali e assistenziali. Per ottene-

re il pagamento dell’importo aggiun-tivo le condizioni da rispettare sono due: la prima riguarda l’importo della pensione, l’altra il reddito com-plessivo del pensionato e del coniu-ge. L’importo aggiuntivo è pagato in misura intera se l’importo comples-sivo annuo delle pensioni è minore o uguale all’importo annuo del trat-tamento minimo, che per il 2013 è di 6.440,59 euro. Nel caso in cui l’importo complessivo delle pensioni sia compreso tra i 6.440,59 euro e i 6.595,53 euro annui (comprensivo delle maggiorazioni sociali e dell’in-cremento), l’importo aggiuntivo vie-ne corrisposto in misura proporzio-nalmente ridotta. I limiti di reddito da non superare per ottenere l’au-mento differiscono a seconda che il pensionato sia o meno coniugato. In particolare, l’importo aggiuntivo spetta ai pensionati che non supera-no i seguenti redditi annui: pensio-nato solo 9.660,88 euro, pensionato coniugato19.321,77 euro. L’importo

aggiuntivo non spetta se il pensio-nato coniugato possiede redditi pro-pri superiori al limite previsto per il pensionato solo anche se il reddito, cumulato con quello del coniuge, ri-sulta essere inferiore al limite previ-sto per i soggetti coniugati; devono essere rispettati, in pratica, entram-bi i limiti (personale e coniugale). I redditi da dichiarare sono quelli assoggettabili all’Irpef percepiti dal titolare e dal coniuge per lo stesso anno in cui deve essere erogata la prestazione; pertanto, in attesa del-la successiva verifica a consuntivo, l’importo aggiuntivo viene eroga-to dall’INPS in via provvisoria con la tredicesima mensilità ovvero, in assenza di tredicesima, con l’ultima mensilità corrisposta nell’anno. Per avere maggiori informazioni racco-mandiamo a tutti gli interessati di rivolgersi agli uffici del Patronato Epaca: gli operatori forniranno gra-tuitamente tutta l’assistenza neces-saria.

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Solo nell’ultimo anno sono scom-parsi in Italia 615 mila maiali “sfrattati” dalle importazioni di

carne dall’estero per realizzare falsi salumi italiani di bassa qualità, con il concreto rischio di estinzione per i prelibati prodotti della norcineria nazionale, dal culatello di Zibello alla coppa piacentina, dal prosciutto di San Daniele a quello di Parma, la cui produzione è calata del 10 per cento dall’inizio della crisi nel 2008. E’ la Coldiretti a lanciare l’allarme sul futuro di uno dei settori di pun-ta della produzione agroalimentare nazionale dove trovano occupazione 105 mila persone tra allevamento, trasformazione, trasporto e distribu-zione, ora in pericolo. In Lombardia, tra il 2011 e il 2012, sono scomparsi quasi 150 mila capi: siamo passati da 4.772.670 a 4.624.627 esem-plari. La maglia nera spetta a Lodi dove si registra la perdita maggiore con oltre 40 mila maiali in meno. La chiusura forzata degli allevamen-ti è stata causata dall’impossibilità di coprire i costi di produzione per i bassi prezzi provocati dalle impor-tazioni dall’estero di carne di bassa qualità per ottenere prosciutti da “spacciare” come Made in Italy per la mancanza dell’obbligo di indicare in modo chiaro in etichetta la prove-nienza. In Italia due prosciutti su tre

In un anno persi 600 mila maiali per import e speculazioni

Crolla la produzione suinicola italianaIn Lombardia scomparsi 150 mila capi, maglia nera per Lodi

oggi provengono da maiali allevati in Olanda, Danimarca, Francia, Ger-mania e Spagna senza che questo venga evidenziato chiaramente in etichetta. Un inganno per i consu-matori e un danno per gli allevatori italiani impegnati a rispettare rigidi disciplinari di produzione per realiz-zare carne di altissima qualità che da mesi non viene neanche piu’ quo-tata. I macellatori disertano infatti l’apposita commissione prevista alla “Borsa del maiale” di Mantova dove viene fissato ogni giovedì il prezzo di riferimento nazionale. Il blocco favorisce le speculazioni e mette a rischio il futuro del maiale italiano che ha caratteristiche e soprattutto alimentazione nettamente migliore rispetto ai prodotti che invadono il mercato dall’estero. Senza un prez-zo di riferimento le aziende non san-no come muoversi ed il rischio per gli allevatori è quello di rimanere incastrati nel gioco al ribasso del mediatori che sottopagano il pro-dotto e spingono alla chiusura degli allevamenti. E’ una situazione che ri-schia di compromettere per sempre la potenzialita’ produttiva nazionale con una destrutturazione degli alle-vamenti difficilmente recuperabile che mette a rischio l’essenza stes-sa di molti tesori agroalimentari del Made in Italy per i quali si registra

nonostante la crisi un aumento della domanda interna ed estera. Gli ac-quisti domestici dei salumi Dop/Igp sono aumentati in valore dell’1,9 per cento nei primi nove mesi del 2013 rispetto all’anno precedente ma sono cresciute anche le esportazioni delle carni suine preparate in salumi ed altro. Gli allevatori della Coldiretti mettono sotto accusa anche gli inso-stenibili squilibri nella distribuzione del valore dalla stalla alla tavola: per ogni 100 euro spesi dai cittadini in salumi ben 48 euro restano in tasca alla distribuzione commerciale, 22,5 al trasformatore industriale, 11 al macellatore e solo 18,5 euro all’al-levatore. In altre parole mentre in media all’allevatore i maiali allevati sono pagati circa 1,4 euro al chilo il consumatore spende oltre 23 euro al chilo per il prosciutto Dop. Una forbice troppo larga che danneggia cittadini e allevatori italiani costret-ti a chiudere le stalle. In Italia nel 2013 sono allevati meno di 8,7 mi-lioni di maiali (erano 9,3 milioni nel 2012) destinati per il 70 per cento alla produzione dei 36 salumi che hanno ottenuto dall’Unione Europea il riconoscimento di denominazione di origine (Dop/Igp). Il settore della produzione di salumi e carne di ma-iale in Italia, dalla stalla alla distribu-zione, vale 20 miliardi.

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Ue, accordo sul bilancio:fumata bianca a Bruxelles

Accordo raggiunto tra Parla-mento europeo e Consiglio sulle misure transitorie della

Pac, le regole che verranno appli-cate per il 2014, in attesa dell’en-trata in vigore completa della rifor-ma, che scatterà nel 2015. Si tratta di un passo indispensabile per con-tinuare a garantire la continuità dei pagamenti agli agricoltori. L’intesa prevede che alcuni elementi della riforma riguardante i pagamenti diretti siano applicati a partire dal prossimo anno. Vediamo quali. Per quanto riguarda il pagamento re-distributivo, gli Stati membri pos-sono concederlo, per il 2014, con le modalità previste dalla nuova Pac, ovvero pagamento integrativo del pagamento di base per i primi ettari di ogni azienda con l’utilizzo fino al 30 per cento del massimale nazionale da distribuire sino ai pri-mi 30 ettari, di ogni azienda agri-cola, a scelta dello Stato membro stesso. Sui pagamenti accoppiati, gli Stati membri possono riesami-nare la decisione relativa alle di-sposizioni finanziarie per il soste-gno specifico (previste dall’art.69, par.1). In deroga all’utilizzo fino al 10 per cento, possono decidere di utilizzare fino al 13 per cento del massimale nazionale a certe condi-zioni. Il sostegno specifico attuale autorizzato al 3,5 per cento (tipi specifici agricoltura, miglioramen-to qualità e commercializzazione, benessere animali, settore lattie-ro-caseario e fondi mutualizzazio-ne) è elevabile al 6,5 per cento dei massimali nazionali. Sul fronte

Pac, ok alle regole transitorieSaranno applicate nel 2014

della disciplina finanziaria, lo Stato membro può attuare una riduzione lineare dei pagamenti diretti per l’anno civile 2014 per conformar-si ai massimali nazionali con una franchigia per ogni agricoltore sta-bilita dallo Stato membro, non su-periore a 5.000 euro. Per quanto riguarda lo sviluppo rurale , gli Sta-ti membri potranno finanziare dei programmi del vecchio regolamen-to con i fondi della nuova program-mazione finanziaria. Le misure interessate sono quelle che sono legate alla superficie o agli animali (misure agro-ambiente-clima) e gli investimenti (fra cui l’aiuto all’inse-diamento per i giovani agricoltori). Inoltre, c’ la possibilità di utilizzare le nuove dotazioni finanziarie per nuovi programmi di sviluppo rurale con le attuali regole. Infine, la pub-blicazione dei beneficiari dei paga-menti della Pac per l’esercizio 2013 sarà attuata secondo le vecchie regole di trasparenza (senza divul-gare il nome delle persone fisiche), mentre quelle nuove scatteranno nel 2015, sui pagamenti effettua-ti nel 2014. Le norme transitorie specifiche dovranno essere adotta-te dal Consiglio e dal Parlamento europeo prima della fine dell’anno. Nel corso dell’ultimo Comitato Spe-ciale Agricoltura gli Stati membri hanno nel frattempo avallato l’ac-cordo sulle misure, e la palla passa ora alla Commissione agricoltura del Parlamento che dovrà anch’es-sa confermare l’intesa raggiunta nella riunione del prossimo 4-5 no-vembre.

Fumata bianca dal Parlamento Europeo sul bilancio UE per il periodo 2014-2020 (Quadro finanziario pluriennale - QFP). In seguito all’accordo politico tra il Parlamento, la Presiden-za irlandese e la Commissione, tutte le condizioni poste nella risoluzione del 3 luglio sono state ampiamente rispettate. Il bilancio complessivo per i prossimi sette anni sarà di 960 miliardi di euro in impegni fi-nanziari e 908 miliardi in paga-menti (prezzi del 2011). Per la rubrica 2 (crescita sostenibile: risorse naturali) sono destinati 373,179 miliardi di euro, di cui 277,851 miliardi per il primo pi-lastro (spese di mercato e pa-gamenti diretti). Raggiunto an-che l’accordo sul bilancio 2014. Il compromesso tra le istituzio-ni Ue ha portato alla definizio-ne di un budget di 142,6 miliar-di di impegni e 135,5 miliardi di pagamenti, per il primo anno di programmazione pluriennale. Per quanto riguarda la Pac, è prevista una riduzione del 2,45 per cento dei pagamenti diretti (domande Pac 2013) a titolo di disciplina finanziaria e una ri-duzione del 5,5 per cento per le dotazioni di impegno per lo sviluppo rurale.

19 novem

bre 2013ATTU

ALITÀ

La tradizionale giornata del Rin-graziamento si è tenuta l’11 novembre nel giorno di San

Martino per fare il bilancio di una annata agraria 2013 che non sarà ricordata nelle campagne italiane come particolarmente felice. In questi casi si parla solitamente di bilancio tra luci ed ombre, ma, per diversi motivi, dobbiamo dire che prevalgono le seconde. La prima-vera eccessivamente piovosa ha penalizzato le rese dei cereali au-tunno-vernini e ostacolato, ritar-dandole, le semine primaverili che in certe zone si sono dovute ripete-re. Anche per i cereali estivi le rese non hanno premiato i produttori con raccolti inferiori alle aspettati-ve sia per il mais che per il riso. Il pomodoro da industria ha fatto segnare il raccolto più scarso da dieci anni a questa parte. Il mal-tempo ha poi in parte pregiudicato le produzioni ortofrutticole, messe a rischio anche da problematiche fitosanitarie. In forte crisi il settore florovivaistico che paga più dei set-tori agroalimentari la crisi economi-ca ed il calo dei consumi. In ripresa la produzione vitivinicola (+2% sul 2012) con buone caratteristiche

Giornata del ringraziamento 2013:un’annata agraria in chiaroscuro

qualitative, mentre quella olivico-la viene data in calo, rispetto alle previsioni iniziali. Nel settore zoo-tecnico permane difficile la situa-zione degli allevamenti da carne, con gli allevamenti di bovini, suini e conigli, penalizzati da prezzi poco stabili e su livelli non sufficienti a rendere positivi i bilanci. Situa-zione migliore per gli allevamenti avicoli, penalizzati però dall’insor-gere di focolai di aviaria. Nel set-tore del latte i problemi sono legati alla conflittualità con la parte indu-striale che, a fronte di un mercato dei formaggi che tira, soprattutto all’estero, non corrisponde alla parte agricola un prezzo adeguato a coprire i costi di produzione. In contrazione la produzione di miele. Tiene l’agriturismo che ha risentito meno del complesso del settore tu-ristico della riduzione delle presen-ze determinata dalla crisi economi-ca generale. Elemento positivo del 2013 è la crescita delle esportazio-ni agro-alimentari, che dovrebbero superare i 34 miliardi a fine anno (+7%), crescita che però rimane ancora soffocata dai fenomeni di agropirateria e di imitazione dei prodotti italiani.

Campagna cerealicola

Giù la produzione di mais (-10 per cento), crollano orzo (-27 per cento) e avena (-22 per cento). Bene invece il sorgo e il girasole che fanno registrare rispettivamente un + 47 per cento e un +20 per cento.

Punteruolo acquatico

Il Ministero della Salute ha au-torizzato, a partire dall’8 otto-bre 2013, l’immssione in com-mercio del Chlorantraniliprole per la lotta al punteruolo ac-quatico e dei Chironomidi. Tale prodotto fitosanitario è un in-setticida specifico per la concia industriale del seme del riso.

Niente albo rifiuti per le imprese agricole

La Camera dei deputati ha approvato l’emendamento che prevede l’esclusione dall’obbli-go di iscrizione all’Albo Nazio-nale Gestori Ambientali per gli imprenditori agricoli, produttori iniziali di rifiuti, che effettuano il trasporto dei propri rifiuti all’in-terno del territorio provinciale o all’interno dell’area regionale dove ha sede l’impresa, ai fini del conferimento degli stessi nell’ambito del circuito organiz-zato di raccolta.

Maltempo nemico dell’olio

Cala la produzione di olio in Italia. Secondo le prime stime, la campagna 2013/2014 si do-vrebbe attestare intorno alle 480mila tonnellate, l’8 per cen-to in meno rispetto al 2012.

Gasolio per le serre

Dopo tre mesi dalla pubblica-zione sulla Gazzetta Ufficiale non sono ancora state attivate le disposizioni per l’agevola-zione del gasolio destinato al riscaldamento delle serre. La norma prevede la riduzione dell’accisa a 25 euro per mille litri. Con l’arrivo dell’inverno per Coldiretti diventa vitale il via li-bera al provvedimento in tempi brevi.

NOTIZIE IN BREVE

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2013

dietro ogni grande Agricoltore un grande Consorzio

... noi ci siamoe vi aspettiamo in tutte le nostre sedi per ringraziarvi di essere con noidal 9 al 21 dicembre, dalle ore 10 alle ore 14

lunedì 9 dicembre 2013CONSORZIO C'è BESANA BRIANZAmartedì 10 dicembre 2013CONSORZIO C'è MELZO e FIORENZUOLAmercoledì 11 dicembre 2013CONSORZIO C'è PIANELLOgiovedì 12 dicembre 2013CONSORZIO C'è ROTTOFRENOvenerdì 13 dicembre 2013CONSORZIO C'è MELEGNANO e BACEDASCO

sabato 14 dicembre 2013CONSORZIO C'è VIGOLO MARCHESElunedì 16 dicembre 2013CONSORZIO C'è CERELLOmercoledì 18 dicembre 2013CONSORZIO C'è SAN GIORGIO P.NOvenerdì 20 dicembre 2013CONSORZIO C'è CASALPUSTERLENGOsabato 21 dicembre 2013CONSORZIO C'è BOBBIO

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Consorzio Agrario Provinciale di Piacenza