Nuove Frontiere della Progettazione Grafica per l'Editoria

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Tesi del Biennio in Grafica Progettuale per l'Editoria, Accademia di Belle Arti di Napoli

Transcript of Nuove Frontiere della Progettazione Grafica per l'Editoria

ACCAdeMIA dI Belle ARTI dI NAPolICoRSo dI ARTI VISIVe (GRAfICA PRoGeTTuAle PeR l’edIToRIA B.S.)

doCeNTe dI CoRSo PRof. feRdINANdo fedele

TeSI SPeCIAlISTICA IN eleMeNTI dI GRAfICA edIToRIAle

“Nuove froNtiere della progettazioNe grafica per l’editoria”

RelatoreProf.ssa Ivana Gaeta

CorrelatoreProf.ssa Maria Teresa Girosi

CandidateClaudia Noli

Simona Pasquariello

sommario

introduzione 5

1. cenni storici 7

2. confronti 21

3. percezione 31

4. sviluppi futuri 39

5. i colpi dei 5en5i 49

bibliografia 53

Quale sarà il destino del libro cartaceo dal momento in cui gli e-book stanno co-

minciando a conquistare una sempre maggiore fetta di lettori? Questo è l’interrogativo

che ha ispirato il nostro lavoro di tesi.

In qualità di figure formate per lavorare nel mondo della grafica editoriale, ci è

sembrato quasi obbligatorio interrogarci riguardo questa problematica. A dare il

via alle nostre riflessioni è stata una recente pubblicazione della casa editirice lon-

dinese Visual editions: Tree of codes di Jonathan Safran foer. Nel dicembre del

2010 abbiamo acquistato una copia di questo libro spinte dalla curiosità e da una

grande stima verso l’autore. Ci siamo trovate di fronte a qualcosa di innovativo: un

libro in cui le pagine sono ritagliate in corrispondenza di alcune frasi, permettendo

in questo modo di vedere attraverso i fori le parole delle pagine successive.

Attraverso i vuoti delle pagine di foer abbiamo intravisto il futuro del libro stampato,

un oggetto che ha ancora moltissime opportunità di espressione. è cominciata

così la nostra ricerca che ci ha portato a scoprire metodi di stampa e di allestimento

innovativi. Tali tecniche possono, infatti, fornire al libro una importantissima

chance per distinguersi dalla sua forma digitale, consentendo ad esso di evolversi

in qualcosa di nuovo e straordinario.

Il nostro lavoro è così articolato: in prima battuta sono illustrati i momenti salienti

della storia del libro, dalla sua nascita come manoscritto, passando per la stampa

a caratteri mobili e tutte le sue evoluzioni, fino ad arrivare al desktop publishing ed

infine all’e-book; in un secondo momento siamo passate all’analisi delle differenze

tra libro ed e-book in particolare riguardo i temi dell’impatto ambientale, della

diffusione dei nuovi supporti e della questione del copyright; vi è poi un capitolo

dedicato alla percezione visiva e a come questa possa cambiare a seconda del

supporto che si utilizza per leggere; il quarto capitolo tratta di una serie di esempi

di particolari libri stampati ed allestiti secondo tecniche innovative; infine troviamo

un capitolo nel quale è illustrata la progettazione dell’impaginato da noi realizzato

che accompagna questo scritto.

è certamente arduo azzardare ipotesi riguardo il destino della carta stampata dal

momento che essa stessa è protagonista di una trasformazione che sta avvenendo

proprio oggi. Tuttavia abbiamo voluto quantomeno ragionare e pensare alla sorte

del libro, poiché ci sembra difficile, se non impossibile, che questo oggetto così

carico di storia e di significato possa scomparire seppur in un lontano futuro.

introduzione

5

Il contenuto viene prima di tutto…

tuttavia un eccellente design può catturare lo sguardo delle persone

e imprimere il contenuto per sempre nella loro memoria.

Hideki Nakajima

l’obiettivo di questo capitolo non è certo quello di esaminare a fondo la storia

del libro, bensì quello di offrire una panoramica, più o meno completa, che

possa far comprendere come dall’invenzione dei caratteri mobili, e quindi del

libro stampato, si sia arrivati oggi alla nascita dell’e-book.

gli albori

Possiamo dividere, in linee generali, la storia della stampa in tre periodi principali:

• il primo periodo va dal 1450 al 1550: nasce la stampa, che dopo svariati

tentativi trova una sua stabilità che rimane invariata fino all’avvento delle

nuove tecniche industriali;

• il secondo periodo va dal 1550 al 1800: in tutta europa e nel Nuovo Mondo

si afferma e si diffonde la stampa;

• il terzo periodo va dal 1800 ai giorni nostri: nascono le più importanti

innovazioni tecniche come l’offset e la fotocomposizione e di conseguenza

cambiano i cicli produttivi e la distribuzione dei prodotti.

Prima della nascita della stampa a caratteri

mobili, il libro era prodotto dagli amanuensi

che trascrivevano tutti i testi a mano e de-

coravano le pagine con elaborate miniature

(elementi grafici che ornavano l’inizio di

ogni capitolo o di ogni pagina). Questa

tecnica non riusciva a soddisfare la grande

richiesta di libri, soprattutto con la nascita

delle università in tutta europa a partire dal

XIII secolo. A causa della sempre più cre-

capitolo 1

cenni storici

7

esempio di pagine miniate della fine del 1400

scente domanda da parte di

studenti, professori e nobili,

si creò l’esigenza di una pro-

duzione più veloce dei testi.

Questa mancanza fu soppe-

rita dall’invenzione della stam-

pa a caratteri mobili, avvenuta

alla fine del Medioevo.

l’inventore della stampa fu Johann gutenberg. “Nato a Magonza nel XIV secolo,

orefice e incisore, fu colui che per primo concretizzò gli studi e le ricerche che

prosperavano in questo ambito nelle officine di tutta europa durante l’epoca rina-

scimentale. l’idea geniale di Gutenberg fu quella di utilizzare singolarmente le

ventisei lettere dell’alfabeto latino per comporre i testi. In questo modo,

cambiando posto e riposizionando le singole lettere, si potevano ottenere ogni

volta testi diversi. Non solo, ma dalla matrice così ottenuta si potevano imprimere

innumerevoli pagine tutte uguali, ottenendo un prodotto seriale. Gutenberg non

va considerato semplicemente l’inventore della tecnica di stampa: è colui che

inventò anche un vero e proprio processo industriale”1.

I caratteri mobili erano realizzati incidendo in rilievo ogni singola lettera

dell’alfabeto ed ogni simbolo su un punzone di metallo, che veniva battuto su

una matrice di metallo morbido. All’interno del segno ottenuto in incavo veniva

colato del materiale fusibile (ad es. piombo) ottenendo così i caratteri di

stampa. I caratteri tipografici così ottenuti venivano inseriti in una cassa

tipografica, che consisteva in una scatola divisa in scompartimenti, in cui ogni

spazio era riservato ad un certo numero di caratteri tipografici divisi per lettere

e simboli. Il compositore prelevava i singoli caratteri dalla cassa e li posizionava

uno accanto all’altro nel compositoio, fino a comporre un’intera pagina. è im-

8

1/2 Manuale di redazione,tecniche e regole editoriali,grafiche e tipografiche perpubblicare sulla carta, suInternet e altri media -Mariuccia Teroni, Apogeo,2007

un ritratto di Gutenberg;caratteri mobili in metallo;cassa tipografica

portante precisare che la pagina per risultare leggibile dopo la stampa doveva

essere composta al contrario rispetto al senso di lettura. ogni pagina veniva

inserita in una forma chiamata telaio; le pagine nel telaio erano disposte in

modo da corrispondere al giusto ordine per la successiva piegatura. Il telaio

così composto era poi inchiostrato e posizionato sul piano del torchio, pronto

per essere stampato grazie alla pressione di questa macchina. la stampa

veniva effettuata prima da un lato del foglio, detto bianca, dopodiché seguiva

una prima asciugatura del foglio e poi veniva stampato l’altro lato, chiamato

volta. una volta stampati, i fogli erano messi ad asciugare per una seconda

volta e successivamente piegati e rilegati.

I libri prodotti dal Medioevo fino al Cinquecento venivano chiamati incunaboli

“dalla parola latina incunabola che indica le fasce che avvolgevano il nenonato

e che, sta a indicare la culla della stampa”2. Il più antico incunabolo è la

Bibbia in latino B42, prodotta da Gutenberg a Magonza tra il 1453 e il 1455.

essa è da tutti considerato il libro che diede il via alla stampa tipografica.

9

una pagina della Bibbiastampata da Gutemberg,la celeberrima B42

In Italia la stampa si diffuse grazie a due tedeschi, scappati al sacco di

Magonza, corrado Schweinheim e arnoldo pannartz. Il primo libro stampato

in Italia con i caratteri mobili fu il de oratore di cicerone, prodotto nel 1465.

Proprio il sacco di Magonza è stato la causa della diffusione della stampa, in

quanto costrinse molti allievi di Gutenberg e Shoffer a scappare, prima in

Germania e successivamente in tutta europa. e dalla metà del Quattrocento i

tedeschi arrivarono anche a Venezia, dove spiccò aldo Manuzio, colui che di-

venterà il più famoso stampatore del Rinascimento. Manuzio è stato uno dei

più proliferi tipografi in Italia, pubblicando circa 150 opere in vent’anni di

carriera, opere che venivano chiamate ‘Aldine’; inventò il carattere italico, o

corsivo, che consentì la pubblicazione di libri più piccoli (il formato ridotto),

che ridusse di molto i costi di produzione e i prezzi dei libri, assicurandone la

diffusione in europa.

Grazie al lavoro di questi grandi tipografi, intorno alla metà del Cinquecento, i

libri ebbero una fortissima espansione in europa, in particolare in Germania,

dove nel 1546 nacque a lipsia la prima fiera del libro. In seguito, tra il

Seicento e il Settecento, nacquero numerose case editrici e biblioteche

nazionali, rendendo così i libri alla portata di tutti.

dalla carta ai Bit

“Per secoli la carta è stata l’unico medium per la comunicazione di massa. At-

traverso i secoli il testo, inteso come libro, abbandona il suo significato di

unicità per assumere quello di prodotto industriale, realizzato in serie e

distribuito con forme sempre più innovative”3.

Il XVII secolo vede la nascita dei quotidiani e, successivamente, delle riviste,

che richiesero una nuova figura professionale: il grafico impaginatore. In par-

10

3 Manuale di redazione,tecniche e regole editoriali,grafiche e tipografiche perpubblicare sulla carta, suInternet e altri media -Mariuccia Teroni, Apogeo,2007

frontespizi di libri stampatida Aldo Manuzio, uno deiquali è del De Oratore

di Cicerone

ticolare il XIX secolo è l’epoca delle grandi invenzioni: il torchio viene sostituito

dalla macchina piano-cilindrica, poi dalle rotative e infine dall’offset. Anche la

composizione cambia, si passa dalla composizione manuale alla linotype (co-

struita dal tedesco ottmar Mergenthaler nel 1885): questa macchina è

costituita da una tastiera che permette di comporre meccanicamente le righe

di testo e fondendole in un unico blocco di dimensioni prefissate (da qui il

nome line-of-type= linea di caratteri). Successivamente nacque un nuovo

metodo di composizione, la fotocomposizione, dove non viene più utilizzato il

piombo, ma si cominciano ad utilizzare dei computer dedicati a questo

specifico settore e, soprattutto, non c’è più l’esigenza di creare i caratteri e i

simboli tipografici della misura necessaria, in quanto è possibile generare di-

rettamente caratteri della dimensione desiderata. Con questa tecnica si

ottengono i testi direttamente su materiali fotografici dai quali vengono create

le matrici per la stampa. Inoltre, grazie alla litografia, si fa un ulteriore passo

avanti per quanto riguarda le illustrazioni, più facilmente ottenibili grazie a

queste matrici piane. ovviamente anche la legatura ha il suo passaggio dalle

tecniche manuali a quelle meccaniche.

Negli anni ottanta si ha uno dei più significativi cambiamenti tecnologici nel

campo editoriale: nasce il dtp (desktop publishing). Il dTP è un sistema

costituito da tre elementi di base: un computer, programmi per la scrittura,

l’impaginazione e il disegno e una stampante.

Il computer utilizzato si chiama Machintosh e nasce nel 1984 grazie a Steve

Jobs, fondatore della apple computers. Questo computer non richiede

11

Steve Jobs nel 1984 coni primi modelli di computerMacintosh

conoscenze informatiche approfondite, come invece servivano per l’utilizzo

dei calcolatori. l’innovazione consiste nell’interfaccia grafica molto semplice

ed intuitiva e nel sistema operativo rivoluzionario.

un altro elemento del successo del dTP è stato l’utilizzo di uno dei primi

software ideati proprio a questo scopo, l’aldus pagemaker. esso ha permesso

di comporre la pagina con testi e disegni, assemblandola attraverso il computer,

senza passaggi intermedi. Inoltre, con l’avvento degli scanner per il dTP, fu poi

possibile inserire direttamente nella pagina anche le fotografie. Ma forse l’ele-

mento più importante che ha permesso la nascita del dTP è stato lo sviluppo

del PostScript. esso è un linguaggio macchina che controlla la stampante

collegata al computer (realizzato da Adobe System nel 1982) sia essa una

laser dal 300 ppi o una fotounità ad alta risoluzione. Ciò ha consentito di

ottenere su carta o su pellicola esattamente ciò che si vede sul monitor.

Queste nuove tecnologie hanno portato inevitabilmente alla nascita di nuovi

prodotti editoriali, strettamente legati al mondo digitale, come i Cd e i siti

internet. In Italia i primi prodotti di editoria elettronica nacquero alla fine degli

anni ottanta e si trattava principalmente di opere esclusivamente testuali.

Praticamente erano “trasposizioni di testi stampati dove l’utente ha la possibilità

di indagare il contenuto in modo ipertestuale, potendo cioè ‘navigare’ nel

testo con le modalità oggi consuete a chi ‘viaggia’ su Internet”4.

I prodotti che hanno ricavato maggiori vantaggi da questo tipo di tecnologia

sono state le enciclopedie e le raccolte di dati, in quanto alcune delle funzioni

principali come, ad esempio, la ricerca e l’evidenziazione di parole in un testo,

hanno reso più semplice la consultazione. I primi media digitali testuali sono

stati i Cd, successivamente utilizzati anche per creare dei veri e propri prodotti

multimediali, in quanto si prestano in maniera ottimale all’inserimento di

suoni, fotografie, animazioni, filmati e, ovviamente, testo.

la caratteristica principale di questa editoria ‘multimediale’ (cioè che racchiude

in sé più media) è l’interattività che si sviluppa con il lettore. A differenza dei

precedenti prodotti che potevano avere solo una lettura sequenziale, questi

possono essere utilizzati ‘navigando’ all’interno delle pagine secondo le proprie

esigenze.

Il digitale ha portato molti vantaggi come, ad esempio, la ‘riutilizzazione dei

semilavorati’, la facilità di modifica, spesso anche su lavori definitivi, la con-

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4 Manuale di redazione,tecniche e regole editoriali,grafiche e tipografiche perpubblicare sulla carta, suInternet e altri media -Mariuccia Teroni, Apogeo,2007

Schermata di avvio del pro-gramma di impaginazioneAldus Pagemaker

servazione di molte copie dei propri lavori; infine, una delle maggiori comodità

è la possibilità di poter effettuare ricerche e navigare all’interno del testo.

e-book

le prime aziende a mettere a punto e a commercializzare un libro elettronico,

verso la fine degli anni Novanta, furono la Xerox e il Massachussets institut of

technology. I primi modelli erano a forma di schermo o di libro ed erano

limitati ad offrire solo testi che potevano essere utilizzati attraverso lo

‘scorrimento’ sullo schermo; oggi invece le pagine possono essere girate

proprio come in un classico libro cartaceo e posso contenere immagini in

bianco e nero o a colori (oltre alle classiche opzioni di variazione della

grandezza del corpo, di consultazione del dizionario, della possibilità di scrivere

appunti, di ricercare parole nel testo ecc.).

le prime funzionalità più avanzate nei reader includevano la possibilità di

poter caricare moltissimi libri su un unico dispositivo mobile, la semplicità di

manipolazione del testo, la creazione di citazioni o addirittura di archivi perso-

nalizzati di libri con brani tratti dai testi letti (o anche con un proprio testo). In

seguito ulteriori sviluppi hanno offerto la possibilità di visualizzare, oltre a

testo ed immagini, anche suoni e addirittura video. Ma i primi dispositivi

essendo prototipi di reader, non eccellevano però in portabilità e leggibilità.

Nel 2006 furono messi a punto due dispositivi, il Sony Reader e l’iRex iliad,

che risolvevano i problemi dei primi esemplari. Questi dispositivi erano infatti

di gran lunga più leggeri e maneggevoli, avevano una batteria che durava

13

uno degli ultimi modellidi e-book reader Kindle diAmazon

molto più a lungo e soprattutto introducevano una nuova tecnologia: l’ e-ink (o

inchiostro elettronico). esso è costituito da “minuscole sfere o capsule, corri-

spondenti ciascuna a un pixel: nel procedimento della Xerox, le sfere sono

bicolori e girano per effetto di un campo magnetico, dispiegando a seconda

della loro posizione il lato bianco oppure quello nero. Nel procedimento del

M.I.T., le sfere contengono particelle di due colori, nero (carbonio) o bianco

(diossido di titanio). Il passaggio della corrente elettrica permette di commutare

il colore delle capsule, a seconda della disposizione sul lato superiore del

bianco o del nero, ottenendo così una configurazione stabile. la leggibilità si

basa sul riflesso della luce, limitando notevolmente il consumo d’energia.

Quest’ultimo procedimento, che non ha bisogno dell’utilizzo di capsule assolu-

tamente sferiche (dato che non girano su se stesse), ha il vantaggio di offrire

una migliore risoluzione e permette l’utilizzo di più colori. Il risultato di questa

tecnica ricorda il libro classico: lo spessore delle pagine può essere ridotto sino

a 80 micron, il peso è analogo a quello della carta, la risoluzione ottima”5.

oggi si è arrivati a modelli avanzatissimi che permettono di scaricare

direttamente dalla rete i titoli che si desiderano (ad esempio il Kindle della

Amazon e l’Ipad della Apple).

Tuttavia, se da una parte è vero che sono molti i vantaggi derivanti dagli e-

book, è anche vero che non tutti i libri sono adatti ad un’eventuale trascrizione

elettronica.

Molto spesso vengono definiti e-book tutti i testi sufficientemente lunghi

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5 Storia del libro, dall’an-tichità al XX secolo –fré-déric Barbier, edizioni de-dalo, 2004

esempio di reader chesupporta la tecnologia e-ink

disponibili in formato elettronico, che possano essere distribuiti in rete e letti

attraverso dispositivi hardware, dedicati oppure no. Ma quasi sempre i testi di-

sponibili in formato e-book sono libri pubblicati anche su carta. “un libro non

corrisponde solo a un particolare modello di organizzazione testuale ma

anche allo strumento fisico che ne consente la fruizione: un oggetto che ha

determinate dimensioni, una certa forma, un certo peso, un certo numero di

pagine, usa un certo tipo di carta e un certo tipo di caratteri tipografici, ha una

particolare rilegatura”6.

Per poter definire un testo un e-book esso deve poter essere fruito tramite

mezzi appositi, cioè strumenti portatili, leggeri, poco stancanti per la vista,

senza fili, poco costosi e non troppo fragili; praticamente un prodotto elettronico

molto simile ai libri tradizionali, quelli con cui siamo abituati ad interagire.

essendo possibile associare a testi ed immagini anche suoni e filmati proba-

bilmente, in futuro, autori ed editori potrebbero decidere di usufruire di tale

tecnologia per i loro lavori. Ciò farà sì che vengano creati prodotti innovativi

che conservino alcune caratteristiche dei libri affiancandovene di nuove. Ma,

sicuramente continueremo a scrivere e a leggere opere ‘classiche’ senza

opzioni multimediali, in quanto alcuni di questi materiali visivi e sonori, se da

una parte potrebbero essere un vantaggio per i libri, dall’altro potrebbero

costituire un fastidio o una distrazione per il lettore.

“Nel parlare di libri elettronici occorre distinguere almeno tre elementi, fra loro

ovviamente interrelati:

• i formati di codifica utilizzati per rappresentare il testo ed associarvi metain-

formazione descrittiva. All’ambito della codifica del testo può essere collegata

anche la sua eventuale protezione con lo scopo di garantire la gestione dei

relativi diritti (è questa la funzione delle tecnologie di digital Rights Management,

o drM, basate di norma su complessi meccanismi di cifratura);

• i programmi di lettura utilizzati per accedere al testo codificato e permettere

all’utente di compiere su di esso le operazioni desiderate (lettura, ricerche, an-

notazioni ecc.);

• i dispositivi hardware utilizzati come interfaccia fisica per acquisire,

conservare e leggere l’e-book.

ogni programma di lettura potrà essere impiegato su determinati dispositivi

hardware (anche in funzione del sistema operativo da essi adottato), e sarà in

grado di interpretare determinati formati di codifica del testo”7.

i formati di codifica

l’unico formato di codifica con standard aperto e non proprietario è l’oeB, svi-

luppato dall’open e-book forum. l’open e-book forum (oeBf) è un’organizzazione

internazionale senza scopo di lucro che riunisce società produttrici di hardware

e software, organizzazioni, utenti ed autori tutti accomunati dall’interesse per

il settore degli e-book. l’obiettivo di questa organizzazione è lo sviluppo e la

diffusione di standard per il settore dei libri elettronici. l’oefB conta numerosi

membri fra cui “la library of Congress, l’American library Association, lo uS

National Institute of Standard and Techonology, l’Association of American Pu-

15

6/7 libri elettronici: proble-mi e prospettive, Gino Ron-caglia, 2001

blishers. oltre a Mondadori, sono membri italiani dell’oeBf il gruppo IPM e,

come membro associato, la Somedia”8.

l’oeB ha particolari soluzioni di dRM: un e-book codificato utilizzando il

formato oeB non ha protezioni contro le copie non autorizzate; si tratta,

quindi, di un testo libero che può essere copiato e distribuito senza ostacoli.

la protezione del testo è affidata ad altri formati proprietari. Ciò significa che

l’oeB viene utilizzato da autori ed editori come formato intermedio per poi

essere ‘compilato’ per il lettore specifico che si intende utilizzare. Inoltre, il

formato oeB può contenere contenuti multimediali anche complessi (come

video e animazioni) a condizione di destinare tali contenuti ad un programma

di lettura che supporti tali funzionalità.

dal punto di vista pratico, il formato oeB è costituito da un pacchetto di file

contenti il testo e le componenti grafiche o multimediali, l’indice, eventuali

dati di copyright o ulteriori informazioni. Questi pacchetti sono chiamati

‘package file’ ed hanno un’estensione .opf.

Il motivo per cui l’e-book non viene compilato direttamente nel formato finale

prescelto è che non si può essere sicuri di voler realizzare l’e-book in un solo

formato finale, quindi per un unico software. Proprio uno dei vantaggi dell’oeB

è la sua portabilità e la sua versatilità su più sistemi, evitando così di dover

creare il libro solo in un formato o solo per una casa editrice. ovviamente

niente vieta di utilizzare oeB come formato finale, soprattutto se non si

considera necessario applicare dei meccanismi di protezione.

Quindi gli e-book che sono messi in rete dagli editori non sono ‘in chiaro’ ma

hanno bisogno di una chiave di decifrazione. In questo modo non sono leggibili

da chiunque possieda un reader e/o un software dedicati alla lettura degli e-

book, ma per accedervi c’è bisogno, appunto, di un codice di cifratura. Questo

permette di impedire lo scambio di file tra più persone, dal momento in cui, ov-

viamente, non esiste una sola chiave di decifrazione ma tante quante sono le

persone che acquistano i libri elettronici. “Il ‘trucco’ sta nel cifrare il file in

modo diverso ogni volta, e assegnare a ogni utente una chiave di decifrazione

diversa, per di più legata, nella sua costruzione, a qualche elemento distintivo

che non possa essere trasferito ad altri, o che ciascuno abbia interesse a non

divulgare: il numero di serie univoco del dispositivo fisico che si userà per

leggere il file, per esempio, o magari il numero della carta di credito con cui si

paga il libro elettronico”9.

Infatti, nella maggior parte dei casi proprio il numero di serie dei componenti

16

8 libri elettronici: problemie prospettive, Gino Ron-caglia, 2001

9 Virginio B. Sala, e-Book:qualche riflessione sulla(futura?) editoria digitale;Mondo digitale n.1, marzo2003

hardware permette l’identificazione di un dispositivo, permettendogli la visione

esclusiva del file cifrato. Questo sistema è ovviamente del tutto automatico.

Il consumatore non si accorgerà di nulla se non nel momento in cui cercherà

di passare il suo libro elettronico ad un amico in possesso di un proprio rader:

su questo dispositivo, infatti, non sarà possibile leggerlo.

Tra i primi formati proprietari basati su oeB c’è quello Microsoft, che può

essere letto su PC con sistema operativo Windows e su tablet con sistema

operativo pochetpc. Il software per la lettura è Microsoft reader e fra le sue

caratteristiche principali c’è la possibilità di organizzare i libri in una ‘biblioteca’

e di appuntare sui testi annotazioni; inoltre, offre un’ottima leggibilità del

testo. Microsoft Reader offre cinque livelli di protezione (drM), partendo dal

livello 1 si ha totale libertà di distribuzione e di copia, fino ad arrivare al livello

5 (normalmente adottato da case editrici e librerie on line) che ha restrizioni

molto pesanti.

Il dRM5 della Microsoft “richiede che il programma di lettura sia ‘attivato‘ (un

procedimento che lo personalizza per il singolo utente) e permette la lettura

dell’e-book solo e unicamente sulla versione di Microsoft reader attivata dal

suo acquirente”10.

Il problema è che Microsoft reader può essere attivato fino ad un massimo di

quattro volte con la stessa chiave, ciò significa che gli e-book con dRM5

diventano inutilizzabili quando l’utente abbia cambiato per quattro volte

hardware o semplicemente abbia formattato quattro volte il PC o cambiato

software per quattro volte: un problema importante per chi voglia crearsi una

libreria permanente o voglia conservare all’infinito i propri testi! Inoltre, il

lettore viene limitato anche nello spostamento del libro da un dispositivo

all’altro, in quanto per attivare Microsoft Reader su un altro tablet si dovrà

‘sprecare’ una delle quattro chiavi di attivazione. Questo tipo di dRM sicuramente

orienta il lettore più verso i libri cartacei che verso gli e-book.

Infine, segnaliamo l’accordo fra la Microsoft e la pulse data per l’inserimento

di una versione particolare di Microsoft Reader destinata ad un dispositivo di

lettura per non vedenti, chiamato Braille Note.

Il maggior concorrente del formato oeB è sicuramente il formato pdf. esso è

un formato proprietario creato dalla adobe e divenuto uno degli strumenti più

diffusi per la produzione, distribuzione e stampa dei documenti elettronici.

l’Adobe ha sviluppato anche un proprio software per la lettura, l’adobe e-book

reader. Questo programma è dotato di particolari opzioni come la cooltype,

una tecnologia che migliora la leggibilità del testo; oltre alle funzioni di ricerca

nel testo e alle annotazioni, consente di cliccare ai link diretti verso le pagine

Web esterne all’e-book; un’altra innovazione è la lettura automatica del testo

attraverso un sistema di sintesi vocale; permette l’inserimento di suoni e ani-

mazioni. Ma forse la caratteristica più importante dell’Adobe e-book Reader è

che il suo dRM consente di ‘prestare’ o ‘regalare’ a terzi i propri e-book e ne

consente anche la stampa.

Attualmente il formato oeB è stato sostituito dal più recente formato ePub, lo

standard aperto ufficiale dell’International digital Publishing forum (IdPf)

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10 libri elettronici: problemie prospettive, Gino Ron-caglia, 2001

un’organizzazione no-profit simile all’ open e-book forum (oeBf). Il formato

ePub, benché ancora giovane, si sta affermando come standard più apprezzato

e diffuso nei moderni lettori di e-book e nel mondo dell’editoria digitale.

i dispositivi di lettura

[…] “la disponibilità di un dispositivo di lettura comodo e portatile costituisce una

condizione necessaria (anche se non sufficiente) per un’esperienza di lettura in

qualche misura paragonabile a quella dei normali libri su carta”11 […]

esistono tre tipologie di dispositivi di lettura, e tutti hanno in comune alcune

caratteristiche: sono dispositivi portatili particolarmente leggeri e che non ne-

cessitano di un piano d’appoggio; sono dotati di schermi touch screen; sono

dotati di un’interfaccia hardware molto più semplice ed intuitiva rispetto ai PC.

• lettori rigidi dedicati (reader): sono prodotti nati con la specifica funzione

di leggere gli e-book, e spesso sono simili ad un libro cartaceo per quanto

riguarda forma e dimensioni. I monitor supportano la tecnologia e-ink simulando

in tutto e per tutto un libro tradizionale (es. Kindle).

• computer palmari: sono dispositivi piuttosto piccoli la cui funzione di lettore

per e-book è solo una delle opzioni possibili, non la caratteristica primaria.

• tablet pc: sono dei veri e propri PC in miniatura, dotati di un sistema

operativo proprietario, per palmari o una versione adattata di un sistema

operativo ‘normale’ (es. iPad).

gli e-book e le biblioteche

Per quanto riguarda il mondo degli e-book e le biblioteche sono sorti non pochi

problemi. uno di questi riguarda la conservazione dei libri elettronici, che

come abbiamo visto non si limita solo alla conservazione degli e-book, ma

anche ai relativi strumenti di codifica e di lettura. un secondo problema è l’ac-

cessibilità a tali testi, la loro catalogazione, alla dotazione hardware e software

necessari per la consultazione e i problemi relativi alla gestione dei diritti.

“Per quanto riguarda la conservazione, occorrerà prevedere disposizioni

specifiche relative al deposito dei testi: compito più facile nel caso degli e-book

realizzati da grandi case editrici, ma assai più complesso se si considera che

una delle potenzialità specifiche dei formati elettronici è quella di permettere

con relativa facilità forme di self-publishing, per di più relative a materiali che

hanno la caratteristica, tipica dei media digitali, di poter essere frequentemente

modificati, dando vita a una successione di ‘edizioni’ diverse”12.

Il problema non è la conservazione del singolo file, ma riuscire a garantire la

disponibilità degli strumenti per poter accedere a tali file (programmi e

dispositivi per la lettura), in quanto queste strumentazioni hanno la peculiarità,

come tutti gli strumenti elettronici, di andare incontro ad una rapida obsolescenza

e, quindi, sarebbe opportuno creare un sistema di conservazione centralizzato

che consenta l’utilizzo dei file più vecchi anche sui supporti successivi, senza

andare incontro a problemi di lettura.

un altro problema riguardante la catalogazione è cosa si debba catalogare:

l’e-book installato su un dispositivo di lettura, solo l’e-book o sia il libro

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11/12 libri elettronici: pro-blemi e prospettive, GinoRoncaglia, 2001

elettronico che il dispositivo? Nulla vieta però che testo e dispositivo possano

essere separati. I testi acquistati dalle biblioteche dovrebbero essere poter

letti su diversi dispositivi e su uno stesso strumento possono essere installati

più e-book. la migliore soluzione, quindi, pare essere “quella di provvedere

alla catalogazione – attraverso l’individuazione di griglie pertinenti di metadati

– sia dei dispositivi hardware di lettura, sia dei programmi ai quali è affidata

l’interfaccia software, sia dei testi elettronici, prevedendo la possibilità di

associare in maniera temporanea, semi permanente o permanente i relativi

dati, ad esempio attraverso il ricorso a database relazionali”13.

un’ultima considerazione deve essere fatta per la questione della consultazione

degli e-book da parte degli utenti. Se si consultano e-book senza diritti la

questione è semplice: le biblioteche possono mettere a disposizione del

pubblico le opere attraverso delle postazioni multimediali o dispositivi specifici,

che potrebbero essere utilizzati sia all’interno della biblioteca, sia essere dati

in prestito (in questo caso bisognerà provvedere ad una polizza assicurativa

specifica per il caso). Ma potrebbe essere possibile per gli utenti accedere a

tali testi da casa, utilizzando i propri dispositivi di lettura.

la questione si complica se si intende usufruire di testi sotto diritti. Come

abbiamo visto i dRM adottati finora sono poco compatibili con l’idea del

prestito gratuito da parte delle biblioteche. Tecnicamente, la soluzione più

semplice, sarebbe quella di dare in prestito il dispositivo di lettura con il libro

già installato all’interno (sempre tenendo conto che il prestito non violi le

clausole di distribuzione previste dalla casa editrice).

Perché invece sia possibile il prestito dell’e-book vero e proprio occorrerà che

il software di lettura ne preveda la possibilità e che le clausole dell’editore lo

consentano. In questi casi il prestito può avvenire solo con un singolo file alla

volta, proprio come se fosse un libro fisico. Purtroppo, pare che le case editrici

non siano disponibili a tali eventualità, se non pagando un prezzo consistente

e dando la possibilità di consultare i testi per un periodo limitato di tempo.

Questo sistema potrebbe andare bene per li testi universitari e per l’editoria di

settore, mentre gli editori potrebbero opporsi per quanto riguarda le opere ad

alta diffusione. Per queste è più probabile che si creino delle forme di ‘noleggio’

a pagamenti degli e-book o di un’intera collezione di testi, direttamente dalla

casa editrice o tramite agenzie terze.

Ma è evidente che queste prospettive, se adottate, potrebbero cambiare note-

volmente le modalità d’uso dei libri. Potremmo correre il rischio che gli editori

creino delle protezioni sempre più blindate, e ciò metterebbe a dura prova il

ruolo delle biblioteche, nate come luogo di accesso pubblico alla cultura.

Bisognerà tutelare il lettore “sia per motivi etici e di principio (la possibilità di

leggere deve essere garantita a tutti, non solo a chi si può permettere di

acquistare i libri appena usciti e i dispositivi di lettura più sofisticati), sia per il

bene stesso del mercato editoriale, che ha bisogno per svilupparsi di un

contesto nel quale la lettura sia una pratica diffusa e incoraggiata, e non una

corsa a ostacoli fra formati, dispositivi e programmi di lettura reciprocamente

incompatibili e complesse di acquisto e ‘attivazione’ dei libri”14.

19

13/14 libri elettronici: pro-blemi e prospettive, GinoRoncaglia, 2001

dal momento in cui l’e-book è nato, sino ad arrivare ad oggi, si è sempre più

avvicinato alla forma del libro tradizionale cartaceo.

oggi tutti gli e-book altro non sono che la visualizzazione digitale di un vero e

proprio libro. Ne ripropongono infatti l’impaginazione e la forma. Non solo, gli e-

book reader oggi permettono la quasi totalità delle azioni che un normale libro ci

ha abituati a fare: sfogliare (alcuni reader emettono addirittura il rumore delle

pagine), sottolineare, prendere appunti, inserire segnalibri, e altro ancora.

A questo punto ci si chiederà qual è la sostanziale differenza tra un reader di file

digitali e il suo corrispettivo cartaceo. Malgrado l’inevitabile emulazione dei

reader, vi sono notevoli differenze fra i due ‘oggetti’, che devono essere prese ne-

cessariamente in considerazione se si vuole affrontare un’analisi della rivoluzione

digitale alla quale si sta assistendo: a parer nostro sono queste le prerogative per

una specializzazione dei due supporti in diversi campi di applicazione.

A differenza di ciò che è stato affermato da altri, crediamo che il passaggio dal

libro cartaceo all’e-book non sia un semplice ‘cambio di formato’. Sono due

capitolo 2

confronti

21

supporti troppo diversi perché succeda che l’uno escluda l’altro: un e-book

può collegarsi ad internet, può interrompere la lettura con un video per poi

farla riprendere, può scaricarsi e spegnersi proprio mentre stiamo per leggere

le ultime righe di un romanzo; un libro ci offre del testo e/o delle immagini ina-

nimate, ci propone un’esperienza di lettura molto intima. un libro non deciderà

mai al posto nostro di chiudersi nel momento meno opportuno.

le prime divergenze che saltano all’occhio sono di sicuro strutturali: l’uno è un

supporto digitale simile allo schermo di un piccolo computer, l’altro un insieme

di pagine di carta. un’ovvietà, si potrebbe obiettare. Ma questo è il maggiore

‘ostacolo’ culturale che impedisce all’e-book di godere oggi di una considerazione

totalmente positiva. Bisogna considerare che per secoli l’intera umanità si è

abituata, ha familiarizzato e si è in qualche modo affezionata alla ‘forma libro’

facendone spesso oggetto di culto e di collezione. Non è facile abbandonare

l’idea di fare uso di un oggetto così pregno di significati culturali in favore di

quello che potrebbe sembrare soltanto l’ultima trovata tecnologica del momento.

eppure, come accade con ogni cambiamento epocale, non bisogna fermarsi

alle prime sensazioni.

impatto ambientale

l’e-book è una tecnologia con enormi potenzialità. Si pensi solamente

all’enormità di dati che può contenere (è possibile caricare 3.500 libri su

Kindle, il lettore di Amazon) e al risparmio di carta che questo comporta. le

sue applicazioni migliori potrebbero essere quelle in campo scolastico,

riuscendo così a far risparmiare peso negli zaini degli studenti e denaro per le

famiglie di questi. In effetti, la questione ecologica e quella economica sono

due argomentazioni che sembrerebbero a favore dei lettori digitali. una famosa

società americana che si interessa alle ricerche sulla green economy, la

Cleantech Group, ha svolto un’indagine: The environmental impact of Amazon’s

Kindle. da questo documento si viene a conoscenza che gli e-book sarebbero

più ecologici rispetto ai libri cartacei. Tuttavia, questo studio si sofferma

solamente sull’impatto ambientale del Kindle di Amazon negli Stati uniti, dove

è lo strumento leader nel settore dei reader.

da questo confronto tra l’impatto ambientale del cartaceo e quello dell’elettronico

è venuto fuori che l’industria dell’editoria ‘classica’, a causa del grande

dispendio di energie e materie prime, sarebbe tra i settori che producono

maggiore inquinamento.

Riportiamo alcuni dati della ricerca per quantizzare quanto affermato prece-

dentemente: solo nel 2008, la carta utilizzata per la produzione di libri, riviste

e quotidiani avrebbe causato l’abbattimento di 125 milioni di alberi.

Ci sono due aspetti che però sembrano non essere stati presi in considera-

zione: uno riguarda il campo dei reader ed è l’obsolescenza programmata,

fenomeno che riguarda maggiormente i beni di consumo elettronici, e

l’altro e la gestione responsabile delle foreste, attraverso due enti internazionali

che regolano l’abbattimento e la riforestazione.

esaminando il primo aspetto bisogna considerare che i reader sono oggetti

22

elettronici, soggetti quasi sempre ad una vita relativamente breve. Chiunque

nell’arco della sua vita ha dovuto riacquistare un cellulare o un computer

perché danneggiati in parte o del tutto. Si tratta sia del normale degrado delle

componenti hardware, sia di quel fenomeno che prende il nome di “obsolescenza

programmata”: un bene di consumo, viene progettato sin dall’inizio della sua

vita per durare un tot di tempo, in modo da provocare un nuovo acquisto una

volta danneggiato. Questo è uno dei fenomeni che maggiormente alimenta il

mercato dei beni di consumo ed è difficile pensare che la categoria dei reader

non verrà mai coinvolta in questa logica. Nel momento in cui si vogliano con-

frontare i dati riguardanti l’inquinamento dei reader e della stampa, bisognerà

considerare, a nostro avviso, anche questo aspetto che include la produzione

e lo smaltimento delle componenti elettroniche. Ciò non toglie che attualmente

un lettore di e-book sembra essere a tutti gli effetti più ecosostenibile del suo

corrispettivo cartaceo. Sono dati da tenere in alta considerazione, soprattutto

quando si parla dell’inquinamento atmosferico e del futuro della Terra.

Proprio per la fondamentale importanza che attualmente ha la tutela dell’am-

biente, l’industria dell’editoria cartacea deve porre molta attenzione alla pro-

duzione della materia prima di cui necessita: la carta.

Per ciò che riguarda l’altro aspetto, ovvero la gestione responsabile delle

foreste, possiamo dire che oggi un numero crescente di segmenti dell’industria

della carta sta cercando di venire incontro il più possibile ai propri obblighi

ambientali, sia per quanto riguarda i requisiti appropriati di natura legale sia la

necessità di attuare buone pratiche ambientali.

“Sostituire gli alberi usati per la produzione della carta è nell’interesse sia del-

l’ambiente che delle stesse cartiere. Infatti, in molte foreste oramai mature

per l’industria cartaria, per ogni albero abbattuto ne vengono piantati altri due

o tre. Non si deve confondere la pratica di tagliare gli alberi per fabbricare la

carta con la distruzione delle foreste pluviali tropicali, in cui gli alberi non

vengono rimpiazzati; oppure con le devastazioni causate dai tagli a raso, in cui

viene abbattuta tutta la vegetazione, con conseguente distruzione dell’habitat

selvatico, erosione del suolo e interrimento di torrenti e fiumi. Gli alberi usati

per fabbricare la carta sono più simili ad un raccolto, proprio come il grano

che viene ripiantato dopo la mietitura. Inoltre, una gran parte del legname

usato per la carta, proviene da parti degli alberi avanzate dal legname usato

per i mobili e l’edilizia.

Negli ultimi anni, sono state fondate due organizzazioni per promuovere la

gestione responsabile delle foreste della Terra: il forest Stewardship council

(fSc) ed il programme for endorsement of forest certification schemes

(pefc). entrambe accreditano terze parti in grado di certificare che i propri

prodotti sono il risultato di una gestione responsabile e sostenibile delle

foreste. Ciò significa anche che non sono state tagliate piante secolari nel

corso dell’abbattimento degli alberi. Questo certificato viene ottenuto

riconoscendo una ‘catena di custodia’, in cui tutte le parti coinvolte nella pro-

duzione vengono accreditate (il proprietario/gestore della foresta, la fabbrica

della pasta di legno, la cartiera, la stamperia e l’editore). Così l’utente finale è

23

informato che tutte le parti coinvolte possono dimostrare che la fonte del

legno utilizzato proviene da una foresta sostenibile e ben gestita. I criteri

stabiliti dal fSC sono più severi di quelli del PefC, quindi le foreste ceritifcate

fSC sono in numero minore rispetto a quelle PefC, sebbene tendano ad au-

mentare. Inoltre, l’utilizzo di carte fSC è considerato una ‘best practice’, ma

per ogni lavoro assegnato potrebbe non essere ancora la disponibilità di una

carta fSC che sia all’altezza della qualità del lavoro o delle esigenze di prezzo;

in questo caso sarà comunque possibile trovare una carta ceritifcata PefC.

l’uso di carte fSC è incentivato da organizzazioni come friends of the earth,

Green Press Initiative negli uSA e in Canada, e ancora Rainforest Alliance,

Sierra Club, Greenpeace e il World Wildlife found. I prodotti stampati possono

utilizzare il logo fSC o PefC.

24

Sempre più spesso grandi aziende e pubbliche amministrazioni richiedono

l’utilizzo di carta ricavata da foreste sostenibili.

Il riciclaggio ha discretamente ridotto l’utilizzo di pasta di legno vergine e ha

permesso anche un uso proficuo di carta da macero, altrimenti destinata allo

smaltimento nelle discariche e all’incenerimento.

le cartiere utilizzano enormi quantità d’energia e compiono sforzi concordati

per ridurne l’uso, al fine sia di tutelare l’ambiente sia di abbattere uno dei

costi principali. Tra i metodi di produzione di energia alternativa oggi in uso

figurano il biogas e l’energia eolica.

In modo analogo, il processo di fabbricazione della carta si basa sull’utilizzo

di grandi quantità di acqua. oggi numerose cartiere riciclano la loro acqua

con sistemi a circuito chiuso.

Nel passato, il processo di fabbricazione della carta poteva condurre alla

creazione di sottoprodotti tossici, come quelli ottenuti da alcune sostanze

chimiche da sbianca; uno dei più nocivi, sia per l’uomo sia per l’ambiente, è la

diossina. Se rilasciata anche in piccoli quantitativi nell’aria o nelle acqua sot-

terranee, la diossina può creare gravi danni ambientali o alla salute, compreso

il cancro; oggi la maggior parte della pasta di legno, viene prodotta tramite

processi di sbianca senza o con piccole dosi di cloro. Tra i metodi alternativi si

segnalano la sbianca con perossido di idrogeno od ozono al posto del cloro. I

due principali processi si chiamano TCf (Totally Chlorine free) per la pasta

vergine ed eCf (elementally Chlorine free), in cui si utilizza una combinazione

di fibre vergini e riciclate”15.

copyright

Nella maggior parte dei Paesi, per le pubblicazioni cartacee un editore ha il

diritto esclusivo di pubblicare e vendere copie della sua opera ed è tutelato

nell’esclusività acquisita. Ciò che rende efficace questo meccanismo risiede

direttamente nella fisicità dell’oggetto libro e nella relativa difficoltà di produrre

copie di analogo valore commerciale. Per molto tempo il copyright (letteralmente

‘diritto di copia’) ha funzionato abbastanza bene: per i libri solo le fotocopie

hanno messo un po’ in crisi questo sistema. Nel mondo digitale, la possibilità

di produrre la copia di un’opera è semplicissima e non richiede nessuna

specifica conoscenza nè mezzi specializzati. Copiare un file è un’operazione

banalissima e per di più, a differenza di una fotocopia, non toglie nulla alla

qualità del prodotto: il risultato è praticamente identico al file originale. la

copia di un file digitale è indistinguibile dall’originale, quali che siano i

‘contenuti’ del file – indipendentemente dal fatto che rappresenti un testo,

un’immagine, video, audio o programma.

dunque, le regole del copyright si sono dovute evolvere di pari passo alle

tecnologie di copia. Per diversi motivi per un editore risulta allettante l’idea di

fermarsi allo stadio digitale di un’opera: innanzitutto i costi industriali della

carta, della stampa, della rilegatura sarebbero eliminati in un sol colpo, senza

contare i problemi di magazzino e di distribuzione.

“Sfruttando Internet per la distribuzione, basta conservare su un server in rete

25

15 la stampa oggi. Tecni-che, materiali, processi.david Bann, logos, 2010

l’originale di un libro digitale, poi se ne genera una copia, sempre digitale,

quando qualcuno la richiede e la si invia a destinazione tramite la rete stessa.

Non ci sono più problemi di copie invendute ferme nel magazzino, né di resi

dalle librerie. e non ci sono più neanche i problemi dei libri che escono da

catalogo perché le possibilità stimate di vendita non giustificano una tiratura

con i processi convenzionali di stampa e tutti i costi di magazzino e distribuzione.

una copia digitale di un libro, invece, può rimanere, anche, indefinitamente su

un server con un costo marginale”16.

la creazione di un e-book in formato pdf segue la normale progettazione di un

qualsiasi prodotto editoriale cartaceo. Infatti oramai il pdf è il passo che sta

nel mezzo tra la progettazione e la realizzazione a stampa di un impaginato.

Per rendere un file un e-book a tutti gli effetti, una volta ottenuto il pdf questo

deve passare per un sistema dRM Adobe (attualmente denominato Content

Server), che provvede alla protezione attraverso cifratura e ne gestisce, quindi,

la distribuzione con la cessione delle chiavi di decifrazione, gli eventuali

pagamenti e così via (cfr. cap. 1).

i nuovi media

fino ad una ventina di anni fa i maggiori media di informazione erano

sicuramente la radio, la televisione e la carta stampata. Con l’avvento di

internet e delle tecnologie mobili, tutti questi settori hanno risentito di un

grande contraccolpo. la stampa, in particolare, ha dovuto lottare per continuare

ad occupare la sua fetta di mercato: un esempio su tutti è caratterizzato dalle

pubblicità che dai quotidiani si sono sempre più spostate verso la rete.

Gli e-book fanno parte, in qualche modo, di questa trasformazione.

oltre al modo in cui i dispositivi sono accolti dal pubblico, il successo degli e-

book dipende anche dalla volontà degli editori di produrre i propri titoli in questo

formato; alcuni segnali confermano il loro crescente interesse, dato che i

principali editori forniscono già una larga parte di cataloghi in forma digitale.

I libri elettronici sono tendenzialmente più economici rispetto alle copie

stampate, per cui se i prezzi dei reader diminuiranno, come è successo già per

i lettori musicali, gli e-book potrebbero affermarsi sempre più nel campo del-

l’editoria. un testo potrebbe essere pubblicato contemporaneamente nella

versione stampata e come e-book oppure, se l’editore non vuole investire

nella stampa, solo come e-book, con la possibilità comunque di pubblicare in

seguito la versione cartacea se il titolo ha richiamato un certo interesse.

diffusione dei libri elettronici

le vendite degli e-book sul mercato americano a gennaio 2010 hanno registrato

un aumento del 370% rispetto allo stesso mese del 2009, sfiorando i 32

milioni di dollari contro gli 8,8 milioni di dollari del gennaio 2009. Il dato

assume ancora più importanza se si pensa che negli ultimi 4 mesi del 2009 le

vendite sono state pari a circa 56 milioni di dollari.

(fonte: IdPf, International digital Publishing forum)

entro il 2020 si stima che il 58% degli introiti delle riviste statunitensi deriverà

26

16 Virginio B. Sala, e-Book:qualche riflessione sulla(futura?) editoria digitale;Mondo digitale n.1, marzo2003

da attività legate al settore digitale. Nel 2009 il giro d’affari derivato dalle

attività legate al settore elettronico è stato pari al 10% del fatturato delle riviste,

percentuale destinata a salire al 28% nel 2014 e addirittura al 58% nel 2020.

un contributo decisivo a questa escalation sarebbe dato dalla commercializzazione

dei dispositivi hi-tech come l’iPad e dalla loro crescente diffusione.

(fonte: media IdeAS, società americana specializzata in analisi di mercato in

ambito editoriale)

Nel panorama italiano dell’editoria digitale, spicca un progetto chiamato

edigita che coinvolge i maggiori editori del nostro paese (feltrinelli, Messaggerie

italiane con GeMS e Rcs libri). Questo progetto “ha lo scopo di realizzare

un’unica infrastruttura comune per la distribuzione online dei testi digitali con-

dividendo gli ingenti investimenti richiesti e offrendo nel contempo l’opportunità

a tutti gli altri editori di accedere alla più ampia repository di titoli italiani”17.

In questo modo si garantisce, inoltre, a chi si occupa da sempre di contenuti,

di mantenerne il controllo anche nelle modalità distributive e di vendita

digitali restando protagonista di questa evoluzione. la piattaforma edIGITA,

mette a disposizione attualmente 4500 libri in formato digitale.

Viste le premesse ed il crescente interesse del grande pubblico, dei produttori

di hardware e delle case editrici verso questa nuova tecnologia, è verosimile

pensare che assisteremo ad una sempre maggiore diffusione degli e-book.

Tuttavia, non si può parlare di un prodotto sostituto al classico libro cartaceo o

alla classica rivista, ma piuttosto di un prodotto complementare, che potrebbe

affermarsi maggiormente, ad esempio, nel settore dell’educazione.

la stampa gode, oggi, ancora di buona salute. perché?

I motivi per cui oggi ci troviamo ancora ad acquistare libri, riviste e giornali

cartacei sono molti. Innanzitutto, sono oggetti che non hanno mai perso la

loro efficacia, che ‘funzionano’ ancora benissimo. In secondo luogo, non

hanno bisogno di alimentazione elettrica e non sono soggetti ad alcun tipo di

crash informatico dato che non c’è bisogno di alcun software per poterli usare.

Inoltre, non bisogna pensare che le tecnologie digitali ostacolino la stampa a

prescindere. è un dato di fatto che con la digitalizzazione di contenuti il settore

cartaceo deve stare all’erta se vuole continuare ad essere in gioco, ma molto

spesso si dimentica, o semplicemente non si tiene in considerazione, che la

diffusione di internet ha anche ampliato il mercato di libri cartacei permettendone

27

17 Il futuro del mondo del-l’editoria. Il futuro dell’e-book, i nuovi device e la ri-vincita dei Magazine, filippoongaro, università degli stu-di di Trento, tesi di laureain “strategia: ITC e nuovimodelli di business”

l’acquisto online: “a volte, l’affermarsi di settori generalmente considerati

nocivi per la stampa finiscono invece per alimentarla”18.

è significativo poi analizzare come in alcuni specifici campi il digitale abbia

quasi del tutto sostituito il cartaceo.

l’esempio più eclatante è quello delle enciclopedie che prima in cd rom,

adesso online (anche la celeberrima Treccani ha trasferito i suoi contenuti sul

web, liberamente consultabili da chiunque) sono quasi scomparse dal settore

cartaceo. la motivazione che crediamo essere alla base di questo fenomeno

è forse banale, ma pensiamo veritiera: il digitale permette una velocissima

funzione di ricerca nonché di copia. Nel portare avanti una ricerca su un argo-

mento, queste sono azioni che facilitano e velocizzano notevolmente il lavoro

del ricercatore. Inoltre nelle versioni on line delle enciclopedie è possibile ag-

giornarle in tempo reale.

Ciononostante, la stampa mantiene una posizione predominante in settori in

cui gli altri media non riescono a raggiungere pari efficacia.

Non vogliamo dimostrare che un libro cartaceo sia ‘migliore’ di un e-book o vi-

ceversa. Non è, come qualcuno ha detto, una ‘guerra’ tra questi due supporti

della conoscenza. Noi crediamo che siano due strade che correranno in

parallelo, due mezzi destinati sempre più a distinguersi ed avere funzioni e

funzionalità diverse e specifiche. Quando nascono nuove tecnologie si

sperimenta sempre un periodo in cui vi è forte disorientamento da parte degli

spettatori di questo cambiamento. e spesso si tirano conclusioni affrettate.

un esempio su tutti: la nascita della fotografia. oggi la fotografia è a tutti gli

effetti considerata un’arte degna di questo nome (ma qualcuno nutre ancora

dei dubbi!). Nel momento della sua nascita, e per molti decenni successivi, è

però sempre stata considerata come una tecnica di riproduzione senz’anima,

a differenza della pittura. Il punto della questione non era affatto ‘l’anima’ del-

l’opera, ma la messa in discussione, per la prima volta nella storia, delle

capacità riproduttive della pittura e degli artisti. Se una macchina era stata in

grado di riprodurre la realtà senza dover ‘imparare’ la tecnica come un uomo,

28

18 la stampa oggi. Tecni-che, materiali, processi.david Bann, logos, 2010

Il sito web dell’enciclopediaTreccani

ma solo per mezzo di reazioni chimico - fisiche, a cosa sarebbero serviti gli

artisti? e l’arte? Si tentava, dunque, di screditare la fotografia perché tecnica

non manuale, senza alcuna dignità artistica al confronto della pittura. Non si

capì invece che la fotografia stava finalmente liberando la pittura e l’arte tutta

da quello che era sempre stato un suo fardello: il dovere della riproduzione

della realtà. dall’invenzione della fotografia gli artisti si sono sentiti liberi di

abbandonare la riproduzione della realtà oggettiva e di esplorare tutto quanto

esiste di intangibile, come le sensazioni, le emozioni, gli stati d’animo. Tutto

ciò è per dire che anche la pittura e la fotografia sono state ingiustamente

pensate in guerra per la conquista del titolo di ‘arte’ ma la storia ha dato torto

a chi la pensava in questo modo.

oggi ci troviamo di fronte ad una situazione del genere. e sarebbe facile

pensare ‘il libro cartaceo prevarrà sull’e-book perché costa meno’ oppure ‘l’e-

book prevarrà sul libro perché è più ecologico e non abbiamo alberi sufficienti

per la carta’. la nostra opinione è differente. Tutto ci fa supporre ad un risvolto

simile a quello che ha avuto l’invenzione della fotografia, ovvero ad una

distinzione dei due oggetti che quindi escluderà un ‘combattimento’ per lo

stesso scopo (farsi leggere), perché diversi saranno gli obiettivi dei due

supporti. l’idea è che anche il libro, come la pittura a suo tempo, potrà sentirsi

liberato dal dovere di veicolare semplicemente l’informazione per potersi tra-

sformare in qualcosa di più.29

A questo punto affrontiamo una breve panoramica sul tema della percezione

e di come essa si differenzi a seconda dei mezzi che utilizziamo. la fruizione

di un libro cartaceo è molto diversa rispetto a quella di un e-book o di un

qualsiasi altro mezzo multimediale. Si pensi al solo fenomeno della rifrazione

luminosa che coinvolge chi legge un libro cartaceo o un mezzo che si supporta

di video e quindi luminoso.

Nel cartaceo un’immagine è esplorata

con molta più attenzione perché l’occhio

non si stanca, mentre sullo schermo

si è molto più superficiali nell’esplora-

zione dell’immagine, il che significa

che bisogna creare l’immagine con

molti più particolari e, sopratutto, molto

più vicina alla realtà tridimensionale.

Nei mezzi multimediali ci sono diversi fattori e componenti che attivano gli

organi della percezione, come l’udito e il movimento, e in parte anche il tatto

(ad esempio con i comandi dei videogiochi). è per questo motivo che mezzi

come i videogiochi, i cd interattivi, le videoproiezioni, le pagine web e gli e-

book (ma ce ne sono molti altri ancora) vengono definiti mezzi multimediali:

essi utilizzano più media. Inoltre, si parla di interattività in quanto l’utente che

usufruisce di tali mezzi può interagire e agire in relazione al mezzo che

utilizza. esistono due grandi famiglie di mezzi: monomediali e multimediali.

I mezzi monomediali contengono, in linea di massima, solo testo e immagini

(e-book, siti statici ecc.)

I mezzi multimediali, invece, oltre a testo e immagini, contengono anche suoni

e filmati (videogame, siti dinamici, ecc.)

capitolo 3

percezione

31

Riflessione diffusa su unasuperficie porosa come la carta

Il tipo di progettazione è differente per i due mezzi e deve adattarsi e cambiare

in relazione ad essi. A differenza della progettazione per i mezzi tradizionali,

con i mezzi multimediali si deve tener conto di alcuni fattori fondamentali:

fluidità del contenitore, possibilità di fruizione e differente campo visivo.

Per quanto riguarda la fluidità del contenitore è fondamentale ricordare che

ogni utente possiede ed utilizza monitor diversificati per grandezza, risoluzione

ecc. e che, quindi, i contenuti devono adattarsi perfettamente ad ogni schermo,

senza inficiarne l’utilizzo. ovviamente, un altro fattore chiave è che l’usabilità:

la ricezione e la comprensione dei contenuti devono essere alla portata di

tutti, senza, quindi, risultare ostici o di difficile ricezione. Infine, ricordiamo

che ogni mezzo ha un differente campo visivo, come, ad esempio, lo scroll

verticale delle pagine o la lettura non lineare (ipertestuale) dei contenuti. A dif-

ferenza di un libro tradizionale nel quale la lettura avviene quasi sempre

(tranne qualche caso particolare) dall’alto verso il basso e da sinistra verso

destra, pagina dopo pagina, nei mezzi multimediali questa imposizione fissa

non sempre c’è, anzi molto spesso i canoni sono del tutto sovvertiti.

Principalmente è importante decidere a chi è rivolto il contenuto, come lo si vuol

far fruire e qual è il messaggio che deve veicolare. Creare una gerarchia dei

contenuti significa stabilire una priorità delle informazioni a seconda delle infor-

mazione da trasmettere. Ad esempio il 1° livello di fruizione deve avere per

argomento le informazioni più importanti e generali sull’argomento trattato (la

società, i prodotti o i servizi). Queste informazioni devono essere sempre accessibili

tramite dei menu e attraverso ogni pagina del sito o del mezzo multimediale.

un fattore fondamentale della progettazione di mezzi monomediali o multimediali

è la scelta del font da utilizzare. occorre tenere a mente più fattori, dalla

leggibilità alla capacità evocativa. Innanzitutto, bisogna considerare il mezzo

che verrà utilizzato; i monitor dei Pc, ad esempio, consentono una leggibilità

completamente diversa dalla carta, soprattutto per quanto riguarda la capacità

di concentrazione del lettore e la nitidezza delle parole scritte. Alcuni effetti

grafici come gli effetti di sfumatura (che creano sfocature, effetto antialising a

basse dimensioni), irregolarità dei caratteri, problemi di spaziature tra le

lettere, crenatura ecc. sono tutti elementi che possono minare la fruizione del

contenuto da parte del navigatore.

In vista di queste problematiche sono state trovate delle soluzioni ottimali per

i monitor. Non sono più utilizzati i font tradizionali, come il Times New Roman,

utilizzati principalmente in tipografia, e sono stati progettati nuovi set di

caratteri (per la Apple, font Chicago). A metà anni Novanta furono progettati il

Verdana e il Georgia. Tutt’ora sono tra i font più usati per il Web. Vari test sono

stati effettuati per testare la capacità di lettura degli utenti a video a seconda

32

esempio di leggibilità deltesto a seconda dei coloriutilizzati;I font più utilizzati e conla migliore leggibilità per imezzi monomediali o mul-timediali

delle categorie di font. è dimostrato che esiste un certo legame tra dimensione

del font e velocità di lettura (il corpo 12 è quello che ottiene i migliori risultati),

mentre sul tipo di font ancora non ci sono risultati certi. Sicuramente, però,

possiamo affermare che tra i font più leggibili ci sono Arial, Courier e Verdana.

Altri invece sono percepiti come più attraenti (Times New Roman e Georgia). è

certo però che il carattere che garantisce una velocità di lettura maggiore e

una migliore accuratezza è il Verdana con corpo 12.

Prima ancora dei contenuti, il carattere di un prodotto multimediale o

monomediale si evince da svariate caratteristiche grafico-visive, ma, soprattutto,

l’elemento fondamentale che caratterizza l’utenza e il tono che si vuole

conferire al contenuto è il font utilizzato per l’interfaccia.

I font sono il biglietto da visita di un prodotto; rappresentano il primo contatto

di tipo emotivo con il lettore, prima ancora della comprensione del contenuto.

Inoltre, contribuiscono in maniera decisiva a formare l’aspetto visivo complessivo

della pagina, creando un legame, attraverso svariati input, di emozioni e

sensazioni con il lettore.

la scelta del font deve rispecchiare sia il proprio gusto che quello del

committente, rispettare le esigenze della comunicazione e, soprattutto, ottenere

l’immediata chiarezza e leggibilità della pagina. Il linea di massima non

dovrebbero esserci troppi font. A livello di lettura, il cambio di stile di carattere

viene percepito come una rottura nell’armonia compositiva della pagina. la

migliore scelta è quella di utilizzare sempre font che hanno in comune una vi-

cinanza stilistica ed emotiva.

Il secondo fattore chiave della percezione comunicativa è dato dall’utilizzo dei

colori. le varie combinazioni cromatiche possono aumentare la leggibilità, evi-

denziare, uniformare, cercare associazioni emotive. la migliore leggibilità si

ha con testi scuri (in genere neri) su sfondi chiari (in genere bianchi). di fonda-

mentale importanza evitare l’uso di font colorati su sfondi anch’essi colorati, a

meno che non ci sia un contrasto molto elevato. In particolare, ci sono delle

combinazioni cromatiche che affaticano molto la lettura: ad esempio, un testo

rosso su sfondo nero è poco visibile; oppure rosso su arancio o l’inverso sono

altre combinazioni difficilissime da leggere.

elemento chiave per una buona lettura di un e-book è l’utilizzo di un reader

che faccia uso dell’e-ink.

è comunque buona norma non eccedere mai con le varianti cromatiche in un do-

cumento, per non creare disorientamento del lettore e rischiare di non riuscire a

far comprendere più le differenze tra un elemento e un altro. la miglior scelta è

quella di delimitare l’utilizzo dei colori solo in determinate aree, magari delimitate

fisicamente da elementi grafici come filetti o trame separatrici, mantenendo il

resto il più neutro possibile (nero, bianco e sfumature di grigio).

esistono alcuni canoni di base da seguire: il blu, generalmente, è il colore che

differenzia i link al altri elementi dalle altre parole, è quindi meglio evitare di

usarlo per evidenziare parole singole. I colori molto forti (ad esempio giallo su

nero) devono essere usati con parsimonia, in quanto il lettore verrà attratto in

quel punto più facilmente. oltretutto, questi colori hanno una valenza di

33

pericolo o attenzione e, quindi, catalizzano ancora di più l’attenzione del

lettore. Potrebbero essere usati per evidenziare un’area particolarmente im-

portane, sempre senza eccessi.

I colori caldi e luminosi (fig .a) riflettono un senso di amichevolezza e

confidenza verso l’utente. Anche per questi colori però si deve cercare di non

eccedere, in quanto appaiono abbastanza vivaci e chiassosi, e utilizzati in

grandi dosi sono in grado di catalizzare l’attenzione in maniera decisa. Preferi-

bilmente possono essere utilizzati per comunicare con un pubblico giovane o

che cerca di essere tale. Tra questi colori ci sono il giallo brillante, il rosa

chiaro, il rosso brillante, l’arancione. A livello percettivo trasmettono amore,

gioia, energia, entusiasmo, calore, ottimismo.

A differenza dei precedenti, i colori caldi e scuri (fig .b) conferiscono un

aspetto classico, elegante e tradizionale; la pagina composta con questi colori

risulta rilassante e seria, soprattutto se i colori sono sapientemente bilanciati

con il bianco. Accostati a colori freddi e luminosi possono rendere il tutto

raffinato e di tendenza. Nella gamma cromatica dei colori caldi e scuri

rientrano il rosso scuro, il mattone, il terra cotta, l’ocra. Trasmettono calore,

ricchezza, maturità, tradizione, solidità.

i colori freddi e luminosi (fig .c) danno un aspetto fresco e gradevole. Accostati

al bianco danno un senso di pulizia e linearità notevole alla pagina; sono colori

professionali e raffinati. Rientrano tra questi colori il lavanda, il giallo limone,

l’azzurro e trasmettono pulizia, quiete, purezza, freschezza, serenità.

i colori freddi e scuri (fig .d) sono simbolo di stabilità, calma e sicurezza; ottimi

come sfondi in quanto aiutano i colori vivaci a risaltare. Tra questi colori ci

sono il blu, il viola, il verde scuro. Trasmettono sicurezza, rispetto, spiritualità,

calma, lealtà.

Infine, ci sono i colori neutri (fig .e) che non hanno un valore emotivo prepon-

derante, ma sono utilissimi per esaltare o mitigare altri colori a loro accostati.

Il grigio, il beige, il marrone rientrano in questa gamma; trasmettono semplicità,

stabilità, affidabilità, quiete.

Per quanto riguarda la percezione della proprietà e del valore derivanti da un

e-book, può risultare molto interessante un post del blog di Joseph andrew

Konrath, scrittore americano, autore di thriller e polizieschi, che pubblica sia

libri cartacei (in Italia il suo editore è Alàcran) sia e-book (acquistabili su

Amazon).

la traduzione del post è stata effettuata da www.goodthing.it.

“la digitalizzazione ha davvero confuso le cose.

Poi rimane da stabilire se confondere le cose sia bene o male. Però i recenti

discorsi su e-book e pirateria meritano un approfondimento (forse polemico).

1. la percezione della proprietà.

2. la percezione del valore.

la proprietà è sempre stato un concetto facile da afferrare. Se qualcosa

esiste tangibilmente (lo puoi vedere, ascoltare, assaggiare, annusare o toccare)

ed è in tuo possesso (lo hai comprato, scambiato, trovato, creato, o te lo

hanno dato), allora è di tua proprietà. […]

34

a)

b)

c)

d)

e)

Ma se includiamo nel ritratto anche il concetto di multimedia, le cose

cominciano ad ingarbugliarsi. Se acquisti un cd possiedi un oggetto di plastica

(il disco) e hai anche il diritto di ascoltare la musica che contiene. Puoi

vendere legalmente il cd, sebbene sia considerato illegale crearne una copia

per proprio uso personale prima di venderlo, perché per legge ti sarebbe

permesso di ascoltare il contenuto del cd solo se lo possiedi.

Se compri una canzone su iTunes, non possiedi nulla di fisico. Possiedi solo un

mucchietto di codice che, se “interpretato” dal tuo iPod o dal tuo computer,

può essere ascoltato quasi nello stesso modo di un cd. Ti vengono concessi i

diritti per ascoltare quella musica, compatibilmente ai  termini di vendita. Al

momento iTunes limita il numero di computer sui quali è possibile avere un

account iTunes a cinque. Qualora tentassi di trasferire le canzoni acquistate

su un sesto computer, risulterebbe impossibile tramite iTunes.

Se ascolti una canzone alla radio, hai il diritto di ascoltarla perché la stazione

emittente e gli inserzionisti l’hanno pagata. Rientra nei tuoi diritti registrare

dalla radio quella canzone e ascoltarla quanto vuoi.

Non rientra nei tuoi diritti prendere in prestito un cd da un’audioteca, farne una

copia e ascoltare da lì le canzoni a piacimento. è considerato un furto. […]

Allora qual è il significato di proprietà in ambito digitale ? […]

la digitalizzazione ha cambiato la percezione di proprietà in un mondo

digitalizzato. Chi crea prodotti digitali sa benissimo che questi prodotti sono

facilissimi da copiare e da condividere. Anche con le restrizioni che hanno

applicato ai loro prodotti (Macrovision, dRM, formattazione proprietaria)

ognuno, con un pizzico di ingegno, può trovare il modo di aggirare queste

protezioni alla copia.

d’altra parte alcuni sono convinti del fatto che non dovrebbe esistere proprio

nessuna protezione alla copia. Se acquisti legalmente un cd, è tuo e ci fai ciò

che ritieni più opportuno. lo puoi vendere o prestare a tua madre, o, legalmente,

farne una copia di sicurezza.

Qualcuno si chiede il motivo per cui non si potrebbe fare la stessa cosa con un

“inconsistente” media digitale. Si chiede perché i suoi diritti siano minori. […]

Il concetto di proprietà nell’era digitale è confuso.

Sono certo che esistono leggi che mostrano qual è la linea di confine. Ma sono

altrettanto sicuro che la maggior parte delle persone non conosce o, effettiva-

mente, non è interessata a conoscere queste leggi. un film è un film. una

pezzo di musica è una pezzo di musica. Puoi ottenerli pagandoli oppure gratis,

attraverso mezzi legali o illegali.

Nel mondo digitale, senza un oggetto fisico (il disco di plastica che costituisce

un cd o un dvd) la percezione della proprietà ha confini incerti.

Ma la percezione del valore non ha confini incerti. […]

Adesso parliamo di libri, dal momento che già sapevate che sarei andato a

parare lì. un libro ha un suo valore percepito. Questo valore è estremamente

variabile. Ci si può comprare un libro nuovo per $24.95 oppure acquistare lo

stesso libro usato ma intonso e in perfette condizioni per $3 in una libreria di

usati. Qual è il valore autentico del libro?

35

e che dire se si prende il libro dalla biblioteca? Il valore percepito del libro sta

nella proprietà del prodotto fisico oppure nell’esperienza di lettura della storia?

Se un libro viene letto una sola volta, il lettore che lo ha pagato $24.95 e

quello che lo ha pagato $3 e quello che lo ha preso in prestito dalla biblioteca

hanno avuto tutti e tre la medesima esperienza.

In un normale sistema di offerta e domanda, i beni assumono il valore che i con-

sumatori sono nella disponibilità di pagare per ottenerli, e tutto dipende dal

numero di beni e dal numero di consumatori. Quelli che vogliono un libro subito

sono disposti a pagare un prezzo più alto. Altri sono disposti ad aspettare che sia

disponibile in un negoozio di libri usati, o per la più economica edizione paperback,

oppure si mettono in lista in biblioteca. Benchè l’esperienza di lettura sia la

stessa, e i prezzi siano variabili, persiste la percezione di valore perché il libro è

un oggetto fisico. I libri sono amati, riveriti, mostrati con rispetto. I libri sono nostri

amici. li esponiamo orgogliosamente nelle nostre case.

Nel frattempo sono arrivati gli e-book.

la percezione di proprietà è più complicata da definire su qualcosa che esiste

in modo digitale, cioè nella veste di una stringa di uno e zero in codice binario.

Ma cosa è davvero più complicato da definire è il concetto di valore.

un libro stampato esiste come oggetto fisico ed ha un valore percepito basato

su domanda e offerta.

Con gli e-book l’offerta è illimitata. Possono essere riprodotti e distribuiti gratis

(o per pochi centesimi).

Benché l’esperienza di leggere un e-book sia esattamente la stessa esperienza

di leggere lo stesso libro in copertina rigida per $24.95 o la copia della

biblioteca (e per esperienza intendo l’atto di assumere le parole nella propria

mente), c’è un valore percepito molto minore negli e-book.

Perché gli e-book non sono oggetti fisici. Tutti credono che costi meno crearli e

distribuirli rispetto alla loro controparte fisica. e hanno ragione. Costano meno

e non sono oggetti fisici.

e la loro inconsistenza rende il loro valore approssimato. Se compri un e-book

lo possiedi? o possiedi solo il diritto di poterne fruire su un particolare

dispositivo tecnologico? Questa è vera proprietà?

e’ facile determinare il prezzo di un libro con copertina rigida a $24.95 perché

è il mercato a decidere se può essere venduto a quella cifra. Ne esistono de-

terminate copie. domanda e offerta.

Ma io sono convinto che le case editrici stiano facendo un errore assumendo

il modello domanda e offerta per la politica del prezzo degli e-book.

Perché la percezione della proprietà di un e-book è problematica. Perché la

percezione del valore di un e-book è più approssimativa del libro stampato.

e perché gli e-book, come tutti i media digitali, sono dannatamente facili da

copiare. Non esistono molte copie pirata dei libri a stampa. Costa troppo

stamparli e rilegarli e non ci sono posti dove poterli vendere.

Ci sono però molti dVd copiati, costa meno produrli e c’è mercato per questi

oggetti.Ma ci sono molti più download di copie digitali di dVd che dVd copiati

su supporto fisico. […]

36

dunque, gli editori di e-book sono intenzionati a tenere alto il prezzo degli e-

book per alcune ovvie ragioni.

1. Non intendono far cannibalizzare i libri a stampa dagli e-book.

2. Perché ricavano molti più soldi da e-book costosi.

3. Perché qualora gli e-book prendessero davvero il sopravvento, il ruolo

degli editori nel processo di pubblicazione potrebbe diventare significativamente

inferiore.

Ma gli e-book non sono soggetti alle regole di domanda e offerta, perché

possono essere copiati e distribuiti semplicemente premendo un tasto. e

poichè i consumatori hanno una percezione inferiore del valore di un e-book,

eppure allo stesso tempo ne vogliono fare esperienza, posso prevedere che

non pagheranno quanto viene loro chiesto dagli editori.

I consumatori si rivolgeranno altrove.

Il candidato numero uno è la pirateria.

Per scaricare un film che pesa 4.7 gigabyte a 1 megabyte al secondo ci vuole

poco più di un’ora.

Per scaricare 30 e-book nel formato .txt ci vogliono 8 secondi.

Per scaricare 1300 e-book nei formati più diversi (epub, mobi, pdf, doc) ci

vogliono 13 minuti.

Quale può essere l’interesse per un editore nell’imporre un prezzo per un e-

book a $14.99?

e’ nell’interesse dell’autore?

e’ nell’interesse del lettore? […]

Siete liberi di trarre le vostre conclusioni. Io ne ho tratto le mie. Credo che la

gente non sarà disposta a pagare $14.99 per un e-book. Il che ci condurrà a

vendite minori e più pirateria. Credo che l’unico modo per combattere la

pirateria sia attraverso la politica dei prezzi e la convenienza. Credo che un

modello di business basato sugli e-book a prezzo economico o addirittura

gratis sia il futuro, a prescindere da quanto l’industria editoriale sembri

confidare nell’opposto.

Ma del resto, chi sono io per dirlo?

Sono uno scrittore.

Cioè la ragione per la quale esiste l’industria editoriale.

Siamo noi a creare i contenuti. e, nella maggior parte dei casi, veniamo pagati

molto poco per farlo.

Adesso Amazon e Apple offrono agli scrittori la possibilità di ricevere il 70%

delle royalty sugli e-book, e la possibilità di stabilire il prezzo autonomamente.

“una notizia fantastica”?

Potrebbe esserlo davvero. Per gli scrittori.

Non per le case editrici e per gli agenti.”

JA Konrath

37

Il concetto che è alla base di questa tesi, lo ricordiamo, è che l’oggetto - libro è

qualcosa che ha ancora molto da offrire; una miniera di potenzialità che non

morirà con l’avvento dell’e-book, ma piuttosto subirà una serie di cambiamenti

che lo porteranno ad una sorta di evoluzione.

Quale strada deve percorrere il libro cartaceo, assieme a tutte le figure profes-

sionali che ad esso sono legate, per raggiungere il prossimo stadio della sua

metamorfosi?

ll mondo della carta stampata si trova, oggi più che mai, a raccogliere una

grande sfida: di fronte alla rapida proliferazione di mezzi di comunicazione in-

formatizzati e nella lotta incessante per conquistare l’attenzione del pubblico

è necessario trovare quegli elementi che, donando ‘valore aggiunto’, fanno la

differenza nell’ottica del consumatore. In questa prospettiva, i nuovi formati e

i metodi alternativi stampa, piegatura e rilegatura, diventano fattori chiave per

il successo di qualunque prodotto editoriale.

Non sempre è necessario avere a disposizione un budget strepitoso per

ottenere una soluzione di successo; a volte i vincoli finanziari possono indurre

a prendere in considerazione metodi di stampa o di rilegatura alternativi

oppure a optare per formati diversi. una tiratura di stampa limitata può offrire

maggiori opportunità di raffinate tirature a mano, laddove le tirature superiori

a diecimila copie limitano questa libertà e spesso soffocano numerose

possibilità creative prima ancora di formulare il preventivo di stampa.

In questo capitolo cercheremo di presentare alcuni esempi di libri che sono

stati progettati e prodotti proprio percorrendo la strada dell’innovazione e

della sperimentazione, avendo come scopo quello di dare nuova linfa vitale al

settore dell’editoria cartacea.

capitolo 4

sviluppi

futuri

39

Il primo esempio di editoria sperimentale che vogliamo prendere in esame

riguarda l’ambito della letteratura ed è anche il libro che ha dato il via alle

nostre riflessioni in merito. Si tratta di tree of codes di Jonathan Safran foer.

è un libro unico nel suo genere. Si tratta di una reinterpretazione molto

particolare di un racconto di Bruno Schulz La via dei coccodrilli. Il racconto,

infatti, è stato modificato tagliando parti di frasi in modo che le pagine, e

dunque i significati delle parole e delle frasi, possano interagire le une con le

altre, creando così una nuova storia rispetto all’originale. Riportiamo di seguito

quanto dichiarato dall’autore circa il libro:

Da anni volevo creare un libro intagliato tramite cancellatura, un libro il cui si-

gnificato potesse essere assunto da un altro libro. Avevo pensato di provare

questa tecnica col dizionario, con l’enciclopedia o con l’elenco del telefono,

con diverse opere di narrativa o di saggistica, e poi con i miei stessi romanzi.

Ma tutte queste opzioni sarebbero state semplicemente fini a sè stesse. Il

libro non sarebbe stato nient’altro che un esercizio. Ero in cerca di un libro la

cui cancellatura avrebbe potuto essere il continuo della sua creazione. Street

of crocodiles è spesso la mia risposta alle domande impossibili da rispondere:

qual è il tuo libro preferito? Ci è voluto un anno per capire che quello era il

libro che stavo cercando. Perché? Perché ho amato troppo questo libro per

pensare di cambiarlo, per di più cancellandolo? Perché la risonanza storica

era troppo potente? Lavorare a questo libro è stato straordinariamente difficile.

40

Troppe delle frasi di Schulz sembrano elementari, inscindibili. E la sua scrittura

è così incredibilmente buona, molto di più di qualsiasi cosa possa si possa

concepire di fare con essa, il mio istinto era quello di lasciarla in pace.

Ma foer sentiva di voler portare avanti questo lavoro, seppur difficile, per

avviare quella che egli stesso definisce una riflessione necessaria rispetto al

futuro dei libri:

Ci sono cose per cui hai un amore passivo, altre che ami attivamente. In

questo caso, sentivo il bisogno di fare qualcosa con The Street of Crocodiles.

Poi ho cominciato a riflettere su come sono fatti i libri, come saranno in futuro,

come la loro forma stia cambiando molto velocemente. Se non ci dedichiamo

una riflessione approfondita, non andrà a finire bene. C’è un’alternativa agli

e-book. E io amo la fisicità dei libri.

la casa editrice che ha pubblicato Tree of codes è la Visual edition, casa

editrice di londra con solo due titoli in catalogo e il cui obiettivo è quello di eli-

minare la distinzione tra romanzo e libro di design. da ciò che possiamo

leggere navigando sul loro sito riusciamo a comprendere la filosofia che li ha

portati a rendere concreta l’idea che foer aveva del libro che voleva realizzare:

L’idea di creare VE viene dall’incontro tra il nostro amore per i libri e

l’impertinente desiderio di fare le cose diversamente, in modo che ogni nostro

lavoro si traduca in un’esperienza per il lettore e per tutti gli autori e designer

con cui lavoriamo. Ciò che facciamo è assicurarci che tutto questo amore e

questa impertinenza si traduca in libri scritti e costruiti meravigliosamente. Ci

chiediamo perché debba esserci una distinzione così netta tra libri di narrativa,

prevalentemente o totalmente testuali, e libri di arte e design caratterizzati

dalla quantità di immagini. [...] Crediamo che la capacità di assorbire

informazioni visive modifichi il modo in cui leggiamo, si sommi all’esperienza

che ricaviamo dalla lettura e al modo in cui assimiliamo e comprendiamo ciò

che le storie ci raccontano: attraverso parole e immagini.

Questa potrebbe essere una validissima opportunità di reinventare il cartaceo.

l’idea di fondere forma e contenuto, riuscendo a donare al lettore/spettatore

un’esperienza totale non è nuova. Si pensi ad esempio ai libri d’artista che tra-

sformano la loro fisicità in concetti e viceversa. l’unica differenza che troviamo

tra un libro d’artista e Tree of codes è nel numero di copie realizzate: il primo ha

una tiratura limitatissima di copie, quando non è addirittura realizzato come

unico esemplare, il secondo ha una tiratura pari a un qualsiasi romanzo che

troviamo oggi nelle grandi catene di distribuzione. è qui che troviamo l’innovazione:

rendere fruibile al grande pubblico – attraverso prezzi contenuti e un grande

numero di copie disponibili – una vera e propria opera d’arte, acquistabile e col-

lezionabile. è ciò che un e-book non potrà mai offrire: avere la sensazione di pos-

sedere una vera opera d’arte nella propria libreria, in carta e colla!

41

un altro libro che prenderemo in considerazione è di origine giapponese ed è

del 1999. Il suo titolo è riuchi Sakamoto: Sampled life, progettato da Hideki

Nakajima. Il prodotto è presentato in una scatola che ne costituisce la

copertina. All’interno troviamo quattro libri: Score and Interwiew, diary,

Pictures e Text differenti per contenuti e soluzioni grafiche oltre ad una serie

di elementi mobili come fogli sciolti. Il tono minimalista dell’opera è già

intuibile dal metodo di stampa utilizzato per il titolo sulla copertina: bianco su

bianco. dei quattro libri, quello più ricco di informazioni è Text. All’interno,

oltre al testo vi sono elementi goffrati che si ripropongono in tutte le pagine. Il

dorso del libro è stampato con un particolare inchiostro fluorescente che al

buio irradia una luce verde. Nel testo troviamo alcune parole chiave che iden-

tifichiamo immediatamente perché evidenziate con una lucidatura uV. la se-

conda parte del volume presenta una serie di immagini, in altrettante pagine

ripiegate, che rappresentano l’ambiente di lavoro del compositore. la

particolarità di queste pagine è che non sono immadiatamente accessibili al

lettore perché cosparse di una sostanza leggermente adesiva. Per sfogliarle

bisognerà quindi forzarne l’apertura. è come se l’autore decidesse di far

entrare nel suo ambiente più intimo solo le persone che lo desiderano

realmente, che sono disposte a fare uno sforzo.

42

43

la terza pubblicazione è statunitense, edita nel 2004. Si tratta di un volume

pubblicato da Progect M Team, uno studio di design che comprende vari

graphic designers sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo. All’apparenza

think wrong potrebbe sembrare un normalissimo catalogo di fotografie, per di

più cromaticamente monotono poiché gli scatti sono tutti in bianco e nero. Ma

sfogliando le pagine ci si accorgerà che su ogni fotografia sono stampate in

cavo delle piccole strisce bianche, poste a 45° rispetto alle pagine. Solo dopo

aver piegato tutte le pagine del libro in corrispondenza di queste stringhe

bianche, si capirà che questi piccoli elementi ‘di disturbo’ delle pagine, altro

non sono che frammenti di lettere dell’alfabeto. In questa forma il libro diventa

un oggetto in tre dimensioni che rifiuta di essere chiuso. Guardando le lettere

già riconosciute singolarmente in precedenza, ci si accorgerà che queste

formano una frase: think wrong (alla lettera pensa sbagliato) un imperativo

che sembra far parte della filosofia di Progect M Team. dal loro sito:

Il cervello umano tende a pensare secondo percorsi predeterminati attraverso

un pensiero lineare. Tale pensiero lineare è in grado di inibire la vera

innovazione e l’esplorazione creativa. Progect M incoraggerà e fornirà le

tecniche per ‘pensare male’ per generare nuove idee e direzioni di progettazione

e lanciare una sfida allo status-quo.

44

un altro volume degno di nota è un libro di

fotografia a dir poco particolare, progettato

nel 2001 da david James Associates,

agenzia di creativi londinese.

In questo oggetto la comune nozione di

libro viene sovvertita : il libro the order

of things non ha né un inizio né una fine,

non ha visibile il dorso e la copertina è

assente: è un oggetto del tutto autonomo.

Si presenta in una confezione cilindrica di

plastica trasparente che ne rivela subito il

formato. Su di essa è applicata un’etichetta

contenente tutte le informazioni che nor-

malmente sarebbero proposte in un colophon.

Il dorso non è mai del tutto visibile, soprattutto

quando il volume è collocato in alto su scaffali di una

libreria. Tuttavia è possibile scorgere, se lo si guarda dall’alto,

il titolo e il logo dell’editore in modo da restituirgli una parvenza di tradizionalità.

45

Ancora, a titolo esemplificativo prendiamo in esame un rapporto sul recupero

delle aree degradate in Inghilterra, Wasted Space?. Il progetto, del 2002, è di

Made Thought, un’agenzia di design londinese. Questo impaginato si compone

di una sezione colorata di otto pagine avvolta intorno ad una brochure più

grande: questo tipo di progettazione crea un riferimento visivo allo spazio inu-

tilizzato, riferimento che si estende in tutto il documento. le pagine interne

della brochure contengono del testo che ha un ingombro pari alle pagine di

minor grandezza che si trovano all’esterno. lo spazio circostante della pagina

è occupato da immagini di aree degradate. l’intento comunicativo sembra

essere quello di evidenziare l’abbandono di queste zone rendendo consapevole

il lettore che al contrario, proprio quegli spazi possono essere utilizzati in

modo diverso e così recuperati.

46

Il percorso della nostra tesi, cominciato con la ricerca, si conclude con la prog-

ettazione e la realizzazione di un libro illustrato.

l’intento di questo elaborato vuole essere quello di esprimere alcune delle

enormi potenzialità che ancora oggi possiede un libro realizzato con la carta.

Potenzialità che, come sappiamo, sono legate maggiormente alla sfera

sensoriale della percezione.

Tutta la progettazione è, quindi pensata per esaltare l’esperienza che deriva

dalla fruizione dell’oggetto - libro.

la scelta dei contenuti da illustrare è ricaduta su una serie di cinque racconti

di erri de luca intitolata “I colpi dei sensi”. In questa raccolta, ogni scritto è

dedicato a uno dei cinque sensi; ad evocarli, altrettanti eventi della vita dello

scrittore napoletano. Il tema dei cinque sensi ci è subito sembrato più che

adatto al nostro lavoro. Ma ancora di più ci ha enormemente ispirato la

modalità e la scrittura con cui vengono narrati gli episodi.

una volta stabiliti il contenuto e le tecniche con cui esso sarebbe stato

trattato, siamo passate alla progettazione vera e propria durante la quale

sono state decise le specifiche tecniche del volume:

formato: 290 x 290 mm

rilegatura: cartonato

carte utilizzate: xxx xxx gr/mq, acetato xxx gr/mq

Con questi dati è stato possibile progettare le illustrazioni nonché il layout per

la loro impaginazione e per quella dei racconti.

capitolo 5

i colpi

dei 5en5i

49

Per la realizzazione del libro ci siamo avvalse della stampa digitale e di

molteplici interventi manuali. Questi ultimi si sono resi necessari per simulare

alcune tecniche di stampa che si possono ottenere soltanto con un’alta

tiratura di copie.

In questo capitolo analizzeremo gli interventi manuali e le corrispettive tecniche

tipografiche per comprendere in che modo un progetto come il nostro potrebbe

essere realizzato in serie e su larga scala.

Stencil e vernice spray trasparente lucida – verniciatura uv

la verniciatura uV è una tecnica tipografica che permette di ottenere un

effetto lucido sulla parte trattata. Il sistema di stampa uV, cioè a raggi

ultravioletti, si basa sul fatto che i raggi uV asciugano completamente e quasi

istantaneamente l’inchiostro, permettendo una stampa più pulita e di migliore

resa dei colori. Per effettuare questo tipo di stampa si utilizzano particolari tipi

di vernici ed inchiostri che permettono ai raggi ultravioletti di innescare la

reazione indurente, grazie alla loro specifica composizione. Infatti tali inchiostri

e vernici contengono dei componenti chiamati ‘fotoionizzatori’ che sono i re-

sponsabili dell’efficacia e della perfezione della stampa uV.

Per ottenere un effetto che si avvicinasse maggiormente a questa tecnica ti-

pografica, abbiamo realizzato degli stencil con fogli di acetato, applicati poi

sulla superficie da trattare con una vernice spray trasparente lucida.

Stampa a secco – goffratura

la goffratura è un’impressione sulla carta di un disegno decorativo in rilievo.

Viene realizzata facendo passare il foglio o il nastro continuo attraverso la luce

di appositi cilindri in una calandra goffratrice. Il cilindro superiore è di acciaio

inciso con il disegno desiderato, mentre il cilindro contrapposto è costituito da

materiale fibroso comprimibile. l’operazione è realizzata a secco, una volta

che la carta è già stata prodotta e si possono ottenere carte monogoffrate su

un solo lato, o goffrate da entrambi i lati.

Nel nostro caso abbiamo ottenuto l’effetto della goffratura con una stampa a

secco eseguita attraverso un torchio calcografico. Abbiamo realizzato una

matrice di legno su cui siamo intervenute con della pittura a rilievo per

comporre l’illustrazione.

ritaglio – fustella

la fustella consiste in un piano di multistrato che regge una lama sagomata

esattamente sul tracciato del foglio. la lama d’acciaio ha il bordo tagliente

laddove deve incidere la carta, oppure arrotondato dove il cartone va solo

segnato e in seguito verrà piegato. Spessori di gomma ai lati della lama

servono ad espellere gli sfridi del cartone tranciato.

Abbiamo simulato questa tecnica utilizzando un bisturi usa e getta per tagliare

la carta in eccesso.

50

pop-up

la tecnica del pop-up consiste nel creare una figura di carta tridimensionale tra

due pagine di un libro. Viene spesso usata nell’editoria per l’infanzia, ma non è

la sua unica applicazione. In realtà, esistono prodotti editoriali di pregio che

illustrano i classici della letteratura mondiale e si rivolgono a un pubblico adulto.

Abbiamo realizzato un semplice esempio di questa tecnica ritagliando la

sagoma di un’illustrazione raffigurante una nave ed incollando la base alle

due pagine che la ospitano.

finiture a mano

Infine, sono presenti all’interno del libro alcuni interventi manuali che non

hanno corrispettive tecniche tipografiche specifiche.

In alcuni punti dell’impaginato troviamo applicazioni con colla vinilica di vario ma-

teriale: carta trasparente accartocciata, per evocare la lucentezza della superficie

del mare, carta vetrata ritagliata come la sagoma dell’isola di Procida, terra di

origine vulcanica, brodo granulare all’interno dell’illustrazione di una ciotola.

Abbiamo poi un’unica pagina totalmente fatta di tessuto inamidato a

simboleggiare una zanzariera da letto.

51

Manuale di redazione, tecniche e regole editoriali, grafiche e tipografiche per pubblicare sulla

carta, su Internet e altri media. Mariuccia Teroni, Apogeo, 2007

Storia del libro, dall’antichità al XX secolo. frédéric Barbier, edizioni dedalo, 2004

libri elettronici: problemi e prospettive. Gino Roncaglia, 2001

e-Book: qualche riflessione sulla (futura?) editoria digitale. Virginio B. Sala, Mondo

digitale n.1, 2003

la stampa oggi. Tecniche, materiali, processi. david Bann, logos, 2010

Il futuro del mondo dell’editoria. Il futuro dell’e-book, i nuovi device e la rivincita dei

Magazine. filippo ongaro, università degli studi di Trento, tesi di laurea in “Strategia: ITC e

nuovi modelli di business”

formati sperimentali. Roger fawcett-Tang, logos, 2005

The environmental impact of the Amazon Kindle, emma Ritch, Cleantech Group, 2009

bibliografia

53

finito di stampare nel mese di ottobre 2011

presso fotometamorfosi, napoli