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Quaderni del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino nuova serie 22

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Quaderni del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino

nuova serie

22

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Nella stessa collana:

nuova serie

1. Valori e principii del diritto romano. Atti della Giornata di studi per i100 anni di Silvio Romano Maestro di Istituzioni (Torino, 12 ottobre2007), a cura di Andrea Trisciuoglio, 2009.

2. La dimensione tacita del diritto, a cura di Raffaele Caterina, 2009.3. L’identità plurale della filosofia del diritto. Atti del XXVI Congresso

della Società Italiana di Filosofia del Diritto (Torino, 16-18 settembre2008), a cura di Patrick Nerhot, 2009.

4. Convenzione europea sui diritti dell’uomo: processo penale e garanzie, acura di Rosanna Gambini e Margherita Salvadori, 2009.

5. La funzione giurisprudenziale nell’ordinamento internazionale e nell’or-dinamento comunitario. Atti dell’Incontro di studio tra giovani cultoridelle materie internazionalistiche - VII Edizione, Torino 9-10 ottobre2009, a cura di Alberto Oddenino, Elisa Ruozzi, Annamaria Viterbo,Lorenza Mola, Francesco Costamagna e Ludovica Poli, 2010.

6. Magistratura e democrazia italiana: problemi e prospettive, a cura di Ste-fano Sicardi, 2010.

7. I diritti sociali come diritti della personalità, a cura di Roberto CavalloPerin, Leonardo Lenti, Gabriella M. Racca e Alessandra Rossi, 2010.

8. Gianluca Ruggiero, Gli elementi soggettivi della tipicità. Indagine suglielementi normativi soggettivamente pregnanti della fattispecie penale, 2011.

9. La lezione di Leopoldo Elia, a cura di Mario Dogliani, 2011.10. Sergio Dellavalle, Dalla comunità particolare all’ordine universale,

vol. I, I paradigmi storici, 2011.11. Le autonomie territoriali e funzionali nella provincia di Cuneo in pro-

spettiva transfrontaliera (alla luce del principio di sussidiarietà), in corsodi stampa.

12. Giorgio Lombardi, Scritti scelti, 2011.13. Geo Magri, La circolazione dei beni culturali nel diritto europeo: limiti

e obblighi di restituzione, 2011.14. Ludovica Poli, La responsabilità di proteggere e il ruolo delle orga-

nizzazioni internazionali regionali. Nuove prospettive dal continente afri-cano, 2011.

15. Partecipazione, accesso e giustizia nel diritto ambientale, a cura di AdolfoAngeletti, 2011.

16. Francesco Costamagna, I servizi socio-sanitari nel mercato interno eu-ropeo. L’applicazione delle norme dell’Unione europea in materia di con-correnza, aiuti di Stato e libera circolazione dei servizi, 2011.

17. Mara Borrello, Sul giudizio. Verità storica e verità giudiziaria, 2011.18. Simona Novaretti, Le ragioni del pubblico: le azioni nel pubblico in-

teresse in Cina, 2011.19. Nadia Coggiola, Alla ricerca delle cause. Uno studio sulla responsa-

bilità per i danni da amianto, 2011.20. Mario Deganello, Contributo allo studio dei termini processuali pe-

nali, 2012.

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Problemi e prospettivedelle corti supreme:esperienze a confronto

a cura diChiara Besso e Sergio Chiarloni

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BESSO, Chiara e CHIARLONI, Sergio (a cura di)Problemi e prospettive delle corti supreme: esperienze a confrontoQuaderni del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torinonuova serie, 22Napoli: Edizioni Scientifiche Italiane, 2012pp. 256; 24 cmISBN 978-88-495-2580-9

© 2012 by Edizioni Scientifiche Italiane s.p.a.80121 Napoli, via Chiatamone 700185 Roma, via dei Taurini 27

Internet: www.edizioniesi.itE-mail: [email protected]

I diritti di traduzione, riproduzione e adattamento totale o parziale e con qualsiasi mezzo(compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi.

Fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di cia-scun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla siae del compenso previsto dal-l’art. 68, comma 4 della legge 22 aprile 1941, n. 633 ovvero dall’accordo stipulato tra siae,aie, sns e cna, confartigianato, casa, claai, confcommercio, confesercenti il 18 di-cembre 2000.

Associazione Italiana per i Diritti di Riproduzione delle Opere dell’ingegno (aidro)Via delle Erbe, 2 - 20121 Milano - tel. e fax 02-809506; e-mail: [email protected]

Il presente volume è stato pubblicato con il contributo del Dipartimento di Giurisprudenzadell'Università di Torino

Il presente volume è stato sottoposto ad un Comitato scientifico nominato dalla Giunta delDipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Torino e formato da qualificati rappre-sentanti delle discipline corrispondenti o affini a quelle oggetto del lavoro. Il Comitato neha approvato la pubblicazione all'interno della presente collana all’esito di una proceduratale da garantire trasparenza di criteri e autonomia di giudizio.

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Indice

Premessa p. 9

1. IntroduzioneERNESTO LUPO » 11FEDERICO CARPI » 17

2. SERGIO CHIARLONIUn ossimoro occulto: nomofilachia e garanzia costituzionale dell’accesso in cassazione » 19

3. VLADIMIRO ZAGREBELSKYLe corti supreme nazionali nella giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo » 26

4. EDUARDO OTEIZA

La doctrina de la Corte Interamericana referida al control difuso de convencionalidad ex officio » 33

5. LOÏC CADIETProblèmes et perspectives de la Cour de cassation française » 55

6. ANDRÉS DE LA OLIVA SANTOSUn nuovo modello di Cassazione civile per il Tribunale Supremo spagnolo » 71

7. PETER GOTTWALDThe German Federal Court of Justice:A Supreme Court between General Principlesand Individual Justice » 89

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8. NEIL ANDREWSThe United Kingdom Supreme Court:A Final Appellate Court Created in Haste and Without Manifest Need » 107

9. MICHELE TARUFFOL’incerta trasformazione della Corte di cassazione italiana » 123

10. CHIARA BESSOCorti supreme a confronto:analogie e differenze » 139

APPENDICE NORMATIVA

collazionata da MATTEO LUPANO

A. Corti sovranazionali:1. Corte europea dei diritti dell’uomo » 159

– Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, titolo II, artt. 19-46

2. Corte Interamericana de Derechos Humanos » 165– Convención Americana Sobre Derechos Humanos,

capitulo VIII, artt. 52-69

B. Corti nazionali:1. Corte di cassazione italiana » 169– Codice di procedura civile, libro II, artt. 360-391 ter– Regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12 (ordinamentogiudiziario), art. 65

– Regio decreto legge 27 novembre 1933, n. 1578 (or-dinamento delle professioni di avvocato e procura-tore), art. 33

2. Cour de cassation francese » 179– Code de procédure civile, titre VII, artt. 973-995,1009-1031/7

– Code de l’organisation judiciaire, livre IV, artt.411/1-441/4

– Décret n° 91-1125, 28.10.1991 (Conditions d’accès àla profession d’avocat au Conseil d’Etat et à la Courde cassation), artt. 1-18

6 Indice

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Indice 7

3. Tribunal Supremo spagnolo » 196– Ley de Enjuiciamiento Civil, 7.1.2000, n. 1, Libro II, Titulo IV, Capitulo V-VI, artt. 477-493 e disposiciónfinal XVI

4. Bundesgerichtshof tedesco » 211– Zivilprozessordnung [ZPO], Buch III, Abschnitt 2-3, §§ 542-577

– Gerichtsverfassungsgesetz [GVG], Neunter Titel, § 132– Bundesrechtsanwaltsordnung [BRAO], Achter Teil, Zweiter Abschnitt, §§ 162-174

5. Supreme Court del Regno Unito » 243– Constitutional Reform Act, part 3, §§ 23-46

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Premessa

Con il presente volume vengono pubblicati gli atti del convegno“Problemi e prospettive delle corti supreme: esperienze a con-fronto” che si è tenuto a Torino il 29 aprile 2011, presso l’Aula Ma-gna del Rettorato dell’Università di Torino.Il convegno, incentrato sul confronto tra l’attuale situazione del -

la Corte di cassazione italiana e le linee evolutive presenti nelleomologhe corti dei più significativi ordinamenti europei, si è postol’obiettivo di ampliare – grazie alle competenze e all’autorevolezzadei relatori (sicuramente tra i maggiori studiosi, nei propri paesi,del tema) – la conoscenza di un profilo centrale in tutti i sistemicontemporanei di amministrazione della giustizia e che negli ultimidecenni ha conosciuto sviluppi significativi. Le corti supreme na-zionali, che si sono formate con il sorgere e il rafforzarsi degli statinazionali, si trovano infatti oggi a confrontarsi e a dialogare concorti sovranazionali che si pongono a livello regionale e anche mon-diale. E questo quando la complessità che caratterizza le attuali re-lazioni economiche e sociali, rispecchiata da una produzione nor-mativa spesso farraginosa, rende sempre più difficile l’esercizio daparte delle corti superiori nazionali del loro ruolo di garanti del-l’uniformità della giurisprudenza e dell’evoluzione del diritto. La giornata torinese si è articolata in due sessioni, presiedute da

Ernesto Lupo, primo presidente della Corte di cassazione e da Fe-derico Carpi, presidente dell’Associazione italiana tra gli studiosidel processo civile, cui si deve la parte introduttiva del volume. Le relazioni nazionali hanno ad oggetto: la Cour de cassation

francese (Loïc Cadiet, dopo un inquadramento dogmatico, ne illu-stra problemi e possibili evoluzioni future), il Tribunal Supremospagnolo (Andrés de la Oliva Santos si sofferma sul modello adot-tato con la riforma del 2000 e le sue prospettive evolutive), il Bun-desgerichtshof germanico (Peter Gottwald ne evidenzia i profili difunzionalità ed efficienza), la Supreme Court del Regno Unito (Neil

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Andrews analizza criticamente la nuova corte suprema britannica,interrogandosi sulla sua stessa ragion d’essere). La Corte di cassazione italiana, imprescindibile punto di riferi-

mento di tutta la giornata, viene analizzata, oltre che nell’introdu-zione del primo presidente Lupo, nelle relazioni di Michele Taruffo,che ripercorre criticamente l’evoluzione subita dalla nostra corte, edi Sergio Chiarloni, che esamina il rapporto tra la garanzia costitu-zionale del ricorso per cassazione e la funzione di nomofilachia. Accanto alle relazioni nazionali, si sono avute due relazioni de-

dicate a due corti sovranazionali, la Corte europea e la Corte inte-ramericana dei diritti dell’uomo. Vladimiro Zagrebelsky, che è statogiudice della Corte di Strasburgo, riassume la posizione espressadalla Corte europea in ordine al ruolo che deve essere esercitato ealle regole procedimentali che devono osservate dalle corti supreme.Eduardo Oteiza, dopo aver analizzato analogie e differenze tra laCorte americana e quella europea, focalizza la sua attenzione sulcontrollo del rispetto dei diritti fondamentali quale frutto del dia-logo tra la Corte sovranazionale e le corti supreme dei paesi del-l’America Latina. Un breve riassunto di alcuni dei temi emersi nella giornata di

studio è infine stato oggetto dell’ultima relazione, tenuta da ChiaraBesso. Completa il volume una Appendice normativa, ove, per como-

dità del lettore, sono state raccolte le disposizioni più significativeche disciplinano l’attività delle corti oggetto di analisi nelle relazionie quelle che a loro volta regolano la difesa tecnica davanti alle stesse.

***Un ringraziamento, anzitutto, va rivolto ai colleghi e collabora-

tori della cattedra di Diritto processuale civile e al personale del-l’Università di Torino che, con il loro prezioso aiuto, hanno resopossibile lo svolgimento e la buona riuscita del convegno. Si rin-graziano inoltre l’Ordine degli Avvocati di Torino, ed in partico-lare il suo presidente avv. Mario Napoli, e gli editori Zanichelli eGiappichelli, che hanno contribuito all’organizzazione dell’eventoe alla pubblicazione di questo volume.

10 Premessa

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1.Introduzione

ERNESTO LUPO*

Parecchi anni or sono io ed il prof. Sergio Chiarloni lavorammoinsieme al tema della Corte di cassazione nell’ambito di un piutto-sto ampio gruppo di studiosi sia del settore civile che di quello pe-nale, costituito su iniziativa del Centro per la riforma dello Stato.Il gruppo tenne a Roma numerose riunioni, sui cui risultati furonoorganizzati due seminari, i cui atti sono stati raccolti, nel 1992, dallarivista Democrazia e diritto1.Il contenuto di quel volume è ancora attuale. La situazione della

Cassazione civile è ulteriormente peggiorata per quanto attiene al-l’elemento essenziale del numero di ricorsi ad essa proposti. Comerisulta dal mio intervento in quella sede2, nel 1990 furono presen-tati n.13.131 ricorsi civili; attraverso un progressivo e costante au-mento si è pervenuti, nel 2010, a 30.382 ricorsi, con un incremento,rispetto all’anno precedente, del 7 %.Il confronto con la situazione delle corti supreme di altri paesi

mi sembra utilissimo perché fa percepire l’assoluta anomalia dellaCassazione italiana, che rappresenta un unicum nel panorama sicu-ramente dell’Unione europea e forse del mondo. Guardo, perciò,con molto favore ad iniziative di confronto come la presente, chefa seguito alla pubblicazione degli atti di un incontro svoltosi aRoma nel marzo 2010 su iniziativa della Cassazione italiana e delConsiglio nazionale forense, in cui sono state poste a raffronto leregole per l’accesso alle corti supreme in alcuni paesi europei3.Il prof. Chiarloni, che ha tenuto una relazione anche nel citato

incontro del 2010, ha la piena consapevolezza di questa situazione.

* Primo Presidente della Corte di Cassazione 1 Il giudizio di cassazione nel sistema delle impugnazioni, in Democrazia e di-

ritto, 1992, suppl. al n. 1.2 Il giudizio, cit., 206, nota 19.3 ALPA, CARBONE (a cura di), Giurisdizioni di legittimità e regole di accesso.

Esperienze europee a confronto, Bologna, 2010.

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Egli ritiene che essa renda “impossibile” la realizzazione del com-pito che l’ordinamento affida alla Corte di cassazione: l’uniformeinterpretazione ed applicazione della legge. Attenuerei l’afferma-zione del prof. Chiarloni nel senso che questo compito è di diffi-cile realizzazione e riesce perciò ad essere soddisfatto in non molticasi, che coincidono spesso (ma, purtroppo, non sempre) con lepronunzie delle Sezioni unite.Ed invero il grande numero di ricorsi produce un circolo per-

verso. Poiché la decisione di ogni ricorso deve essere motivata (perla prescrizione generale dell’art. 111 Cost.), l’entità dei ricorsi dadecidere impone un numero di giudici elevato: l’organico dellaCorte, non diviso tra il civile ed il penale (ma sono più numerosi imagistrati destinati di fatto al civile), è di 56 presidenti e di 303 con-siglieri, oltre i 37 magistrati di tribunale che, addetti all’ufficio delMassimario, non svolgono funzioni giurisdizionali (l’organico,però, non è mai coperto: la scopertura attuale si aggira attorno al25 %). Ciò fa sì che ogni sezione della Corte giudichi attraversopiù collegi composti da persone diverse, onde è normale che l’uncollegio non conosca le decisioni assunte dall’altro nei giorni pre-cedenti o successivi. Solo una attenta formazione dei ruoli delle di-verse udienze può evitare che la stessa questione sia sottoposta acollegi diversi, ciascuno dei quali la può decidere ignorando la de-cisione assunta dall’altro. Ma l’accresciuto numero dei ricorsi da in-serire nel ruolo di ogni udienza rende estremamente difficile rea-lizzare tale obiettivo idoneo a prevenire i contrasti inconsapevoli diorientamento nell’ambito della stessa sezione.Per migliorare la situazione della Cassazione civile il legislatore,

negli anni recenti, è intervenuto due volte, nel 2006 e nel 2009.Il primo dei due interventi ha perseguito il fine dichiarato di

consentire l’esercizio della funzione “nomofilattica” della Corte dicassazione (e così la “nomofilachia”, che Calamandrei, nella suamonografia del 1920, aveva introdotto nell’ambito degli studiosi epoi dei pratici, è entrata anche nel linguaggio legislativo4). Al finedi elevare il livello qualitativo dei ricorsi per cassazione e di facili-tarne l’esame da parte della Corte, è stato introdotto il “quesito didiritto” da formulare in ogni ricorso, a pena di inammissibilità dellostesso. L’innovazione era senza precedenti nell’ordinamento italianoe quindi l’applicazione iniziale è stata difficile, con punte di esa-sperato formalismo da parte di alcune pronunzie della Cassazione

12 Ernesto Lupo

4 CALAMANDREI, La Cassazione Civile, vol. II - Disegno generale dell’istituto,ora in Opere giuridiche, VII, Napoli, 1976.

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proprio nel primo periodo, quando invece sarebbero stati necessariun minore rigore ed una maggiore elasticità nella sua applicazione.Ma ormai la fase di rodaggio e le disarmonie e difficoltà ad essa

correlate erano in via di superamento quando, nel 2009, il legisla-tore ha eliminato l’innovazione, sostituendola con il c.d. filtro pre-visto dal vigente art. 360 bis c.p.c.Questo articolo, però, ha una formulazione inidonea a realizzare

un filtro, sia pure solo interno alla Corte.L’ipotesi di inammissibilità prevista nel n. 1 di tale articolo è

stata interpretata dalle sezioni unite5, presiedute dal mio predeces-sore, come fattispecie di rigetto del ricorso. Possono esprimersidubbi sulla correttezza di siffatta interpretazione, ma la sede qua-lificata che l’ha espressa, l’ampiezza dell’argomentazione che la sor-regge e soprattutto la necessità che la giurisprudenza in materiaprocessuale non sia soggetta a continui mutamenti impongono ditenerla ferma, anche perché essa è stata accolta in modo molto fa-vorevole dal ceto forense, ovviamente timoroso nei confronti dipronunzie di inammissibilità del ricorso. Ed infatti si erano già pro-spettate questioni di legittimità costituzionale del nuovo “filtro”,per contrasto con il diritto costituzionale alla proposizione del ri-corso per cassazione sancito dall’art. 111 Cost.; tali questioni sonostate superate dal citato orientamento delle sezioni unite.L’altra ipotesi di inammissibilità del ricorso (prevista dal n. 2 del-

l’art. 360 bis c.p.c.) ha un contenuto oscuro perché resta proble-matico il suo rapporto con i motivi di ricorso previsti dal prece-dente art. 360 c.p.c. ed infatti detta ipotesi non sembra che abbiafinora trovato applicazione nella giurisprudenza della Corte.Rimane, quindi, come concreto risultato dell’intervento legisla-

tivo del 2009, la istituzione per legge della nuova sezione Sesta, dallaquale devono passare tutti i ricorsi che non rientrino nelle attribu-zioni delle sezioni unite. Chiaro è il rischio di un appesantimentodella attività della Corte, mentre sicuro è l’effetto immediato dimaggiore complessità dell’organizzazione della Cassazione civile.L’innovazione potrà risultare positiva solo se, come ho già dettonella relazione di inaugurazione dell’anno giudiziario, essa consen-tirà di selezionare e portare a rapida decisione i ricorsi che pongonoquestioni di notevole importanza sociale o economica e, altresì, difavorire l’applicazione costante (da parte della nuova sezione sesta)dei principi giuridici in precedenza enunciati dalla Cassazione.

Introduzione 13

5 Cass., 6 settembre 2010, n. 19051, in Foro it., 2010, I, 3333, con nota di SCAR-SELLI.

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Occorre, ancora, sottolineare un aspetto negativo della riformadel 2009. L’imposizione del quesito aveva determinato una pro-gressiva riduzione dei ricorsi presentati negli anni 2008 e 2009,tanto che, in detti anni, il numero dei ricorsi definiti ha superatoquello dei ricorsi sopravvenuti, capovolgendo il rapporto che, ne-gli anni precedenti, era stato sempre di segno opposto (prevalenzanumerica dei ricorsi sopravvenuti rispetto a quelli definiti, con con-seguente aumento progressivo dei ricorsi pendenti). Tale tendenzapositiva è cessata nel 2010, quando i ricorsi sopravvenuti hanno ri-preso ad aumentare, superando pertanto il numero dei ricorsi defi-niti. Quindi, nel momento in cui la situazione delle pendenze stavasensibilmente migliorando, il legislatore è intervenuto in modo fret-toloso, mentre sarebbe stato utile un lavoro di ricerca sugli aspettiinsoddisfacenti di applicazione del quesito di diritto e sulla possi-bilità di eliminarli, anziché la radicale abolizione della innovazioneancora recente ed in fase sperimentale, che è stata sostituita da un“filtro” meramente apparente.In questa attuale situazione, caratterizzata dal diritto costituzio-

nale al ricorso per cassazione e ad una sua decisione motivata (art.111 Cost.), quale può essere l’azione di un presidente della Corte?L’ambito consentito non può essere che quello organizzativo, alfine di un migliore impiego delle risorse e quindi della intensa at-tività richiesta ai magistrati della Corte, sommersi dalla enormemole delle sopravvenienze e scoraggiati dalle pendenze che riman-gono attorno ai quasi centomila ricorsi, non ostante il grosso im-pegno costituito dai circa 30 mila ricorsi civili definiti dalla Cortein ciascuno degli anni recenti.L’indirizzo principale che ho preso sin dal mio insediamento (il

13 luglio 2010) parte dalla constatazione che il ricorso civile per cas-sazione, per lungo tempo riservato a casi limitati e di particolarecomplessità (tanto che, quando, nel 1986, sono stato assegnato allaCorte, per ogni ricorso i magistrati del massimario redigevano, diregola, il c.d. foglietto sui precedenti), è ormai divenuto una impu-gnazione di massa, alla quale si ricorre in casi che si presentanomolto differenti per la serietà delle questioni poste e per la diffi-coltà di esame, analogamente a quanto è gia da tempo avvenuto inmateria penale, ove il ricorso per cassazione ha la funzione anchedi ritardare il passaggio in giudicato della condanna e l’esecuzionedella pena (quasi il 60 % dei circa 50.000 ricorsi penali annuali vienedichiarato inammissibile, e tale situazione consente alla Cassazionepenale di decidere il merito degli altri ricorsi in tempi medi chesono rispettosi di quelli considerati ragionevoli dalla Corte di Stra-sburgo).

14 Ernesto Lupo

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È necessario, allora, correlare l’impegno della Cassazione civileal tipo di ricorso da decidere. L’art. 111 Cost., se impone la moti-vazione di ogni decisione, non determina il contenuto della moti-vazione, che può e deve essere adeguato alle caratteristiche del ri-corso.Se il ricorso soddisfa soltanto quello che, recependo il linguag-

gio di Calamandrei, possiamo indicare come ius litigatoris (e tale èsempre il ricorso che deduce come motivo un vizio logico di mo-tivazione sull’accertamento di fatto compiuto dal giudice del me-rito), la risposta motivazionale della Cassazione può essere moltostringata, secondo il modello francese, perché o il vizio dedotto sus-siste ed allora esso va indicato nel modo più sintetico e chiaro peril giudice di rinvio, senza altre considerazioni che corrono il rischiodi invadere l’accertamento e la valutazione dei fatti rientranti nelcompito riservato al giudizio di merito; ovvero il vizio non vieneravvisato dalla Corte ed allora è inutile ripercorrere le argomenta-zioni della sentenza impugnata, che il giudice di legittimità ha rite-nuto prive dei vizi logici dedotti nel ricorso.Ben diverso deve essere il contenuto e l’impegno della motiva-

zione a sostegno della decisione dei ricorsi che attengono allo iusconstitutionis, che richiedono cioè l’esercizio della funzione di no-mofilachia affidata istituzionalmente alla Cassazione, in quantopongono questioni di diritto nuove o soggette a riesame o comun-que ad approfondimenti dei precedenti. La decisione di questi ri-corsi, che, per esperienza personale, non sono certo il maggior nu-mero, realizza la funzione essenziale della Cassazione.La scelta tra la prima e la seconda categoria dei ricorsi deve es-

sere affidata non all’estensore della motivazione, bensì al collegioche decide il ricorso e che è in grado, a seguito della discussione incamera di consiglio e del contenuto della pronunzia, di sapere se ladecisione presa implica o meno l’esercizio del compito di nomofi-lachia. La decisione collegiale sul tipo di motivazione deve ancherisultare all’esterno, in guisa da liberare lo stesso estensore dellamotivazione dalla responsabilità individuale sulla scelta effettuata esul correlativo impegno di lavoro impiegato nella attività motiva-zionale.Per una siffatta organizzazione del lavoro relativo alla motiva-

zione delle sentenze e delle ordinanze decisorie civili ho firmato, il22 marzo u.s., un provvedimento6 che ha ricevuto il parere favore-

Introduzione 15

6 Il provvedimento è pubblicato, insieme alla relazione, in Foro it., 2011, V,183.

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vole del Consiglio direttivo della Corte e che mi auguro possa es-sere seguito dai colleghi al fine di utilizzare al meglio il tempo im-piegato nella stesura della motivazione, non potendo certo essereridotto il tempo dedicato allo studio dei ricorsi ed alla decisione de-gli stessi. Esso, inoltre, dovrebbe facilitare anche l’attività della Se-sta sezione, che si sta organizzando e che incontra le difficoltà ini-ziali tipiche di ogni organismo di nuova istituzione.Ma il detto provvedimento non ha soltanto finalità organizza-

tive. Esso ha anche lo scopo di incidere sulla mentalità dei magi-strati di cassazione addetti alle sezioni civili, non pochi dei qualinon gradiscono un lavoro di routine e di massa e quindi sono pro-pensi a rinvenire in ogni ricorso di cui sono relatori l’occasione perdimostrare le loro capacità professionali attraverso impegnate mo-tivazioni.Ulteriore finalità è, infine, quella di isolare i ricorsi che deducono

vizi logici di motivazione sull’accertamento del fatto, ai sensi dell’art.360, n. 5, c.p.c.. Questo motivo di ricorso consente di “aprire unvarco per introdurre la questione di fatto nel giudizio di cassazione”(così, con osservazione ancora attuale, Calamandrei e Furno7); e,purtroppo, il tentativo del ricorrente non sempre ha insuccesso.È essenziale, invece, che il giudizio di cassazione rimanga un giu-

dizio di legittimità, e non si trasformi in un terzo grado di merito.L’art. 111 Cost., se ha previsto un’ampia possibilità di proporre ri-corso per cassazione, unificando, nell’attuale settimo comma, le di-verse concezioni di Calamandrei (che considerava l’interesse gene-rale alla nomofilachia) e di Leone (che voleva tutelare l’habeas cor-pus, e quindi la garanzia individuale del detenuto), ha pur sempre li-mitato l’impugnazione alla violazione di legge, e quindi ad un con-trollo di legittimità, i cui limiti la Corte di cassazione è tenuta adosservare (molto utile è l’esame dei lavori della Costituente sul giu-dice di legittimità, sui quali mi permetto di rinviare al mio scritto suLa Corte di cassazione nella Costituzione8). Il superamento di dettilimiti, che non sempre vengono rispettati, costituisce una della causeprincipali dell’aumento dei ricorsi per cassazione, perché accresce lasperanza dei soccombenti in appello di potere ottenere una nuovavalutazione dei fatti di causa ed un riesame del merito e di effettuareil conseguente tentativo, senza correre il rischio di gravi conse-guenze pecuniarie nel caso in cui il tentativo non abbia successo.

16 Ernesto Lupo

7 CALAMANDREI, FURNO, voce “Cassazione civile”, in Noviss. dig. it., II, Torino,1958, 1080.

8 LUPO, La Corte di cassazione nella Costituzione, in Cass. pen., 2008, 4444 ss.

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Un grande comparatista, Tony Jolowicz, nella bella relazione ge-nerale presentata al colloquio dell’International Association of Pro-cedural Law del 1997 a Thessaloniki (Grecia) sul tema “The Roleof the Supreme Courts at the National and International Level”,inizia con una considerazione che appare quasi di sconsolato pes-simismo.Egli, infatti, nota che le corti esaminate nelle relazioni nazionali

“… have really only two things in common: they are “supreme” inthe sense that no recourse against their decision is available to anyother court and they are, themselves, courts”.In realtà davvero troppo poco! E forse neppure comprensivo di

tutti i modelli: si pensi che ora contro le sentenze della Corte dicassazione italiana è possibile proporre la revocazione per errore difatto.Mi sembra che in molti paesi del mondo, che pure adottano mo-

delli diversi di corti di ultima istanza, si debba aver presente il pen-dolo che oscilla – come quello ben noto di Foucault, che ancor oggi,immenso, ondeggia nella penombra del Panthéon – fra finalità con-trapposte, che influenzano la struttura e la disciplina giuridica.Le finalità sono in sostanza riconducibili a due grandi tipologie:a) finalità pubbliche, consistenti nell’interpretazione uniforme,

armonizzazione e sviluppo del diritto, attraverso la corretta appli-cazione dei giudici;b) finalità private, che sono evidenziate dal fatto che – salvo casi

eccezionalissimi, come in Italia il ricorso in Cassazione del Procu-ratore generale nell’interesse della legge o in Francia la c.d. saisin suravis – il processo avanti la corte suprema si svolge su ricorso del sin-golo e la corte stessa non emette un parere, ma risolve la singolacontroversia con una sentenza, destinata a passare in giudicato.

* Presidente dell’Associazione italiana tra gli studiosi del processo civile.

FEDERICO CARPI*

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Il discorso è evidentemente molto semplificato, ma non mi sem-bra sbagliato osservare che in tutti i modelli riscontrabili, con par-ticolarità proprie, il pendolo oscilli fra questi due estremi, e volta avolta nei singoli paesi e nelle diverse epoche storiche investa a fondol’una o l’altra finalità non solo a seconda delle scelte astratte dellenorme, ma delle conseguenze concrete della struttura organizzativa,dell’attitudine culturale dei giudici e degli avvocati, delle regole perl’accesso alle corti.Un altro elemento che va considerato, di più di quanto non sia

fatto quando si discute di questi temi, è il numero degli avvocatiabilitati a difendere avanti le corti supreme.In Italia sono circa 40.000, anche se in realtà quelli concreta-

mente esercenti in Cassazione sono molti meno, perché normal-mente è l’anzianità di iscrizione all’albo che consente l’iscrizionenell’albo speciale della Cassazione (vi è in verità anche un esame,che però pochi sostengono).Questo sta a significare che la gran parte degli avvocati è abi-

tuata a trattare la causa in fatto e non solamente in diritto, comedovrebbero.Con la conseguenza che la tecnica di redazione del ricorso non

sempre è corretta e che il numero degli avvocati è una concausa delsovraccarico.Altra volta ho notato che per raggiungere sia la Corte di cassa-

zione sia la consorella maggiore francese occorre attraversare unponte, sotto cui scorre un fiume. Già dal punto di vista idrico qual-che differenza vi è: il Tevere, che noi amiamo nella nostra latinità,non ha normalmente una gran portata e non invita alla balneazione;la Senna è percorsa costantemente da bateaux mouche e scorre so-lenne ed accattivante. A noi non interessa tanto questa differenza,quanto piuttosto l’osservazione degli avvocati che possono attra-versare il ponte, vulgo difendere chi chiede giustizia.In Italia la folla è enorme, mentre il Palais de Justice, che si trova

sull’Ile de la Cité a partire dal XII secolo per volere dei Capetingi,può essere raggiunto da un numero di avvocati che si aggira sui no-vanta.Sui numeri ristretti in Germania abbiamo avuto notizia dalla re-

lazione di Peter Gottwald, mentre Neil Andrews affronta la que-stione con riferimento alla Supreme Court of United Kingdom (cheha sostituito la House of Lords).I mondi sono assai diversi, al pari del numero delle sentenze.Ed al proposito ha ragione Michele Taruffo quando dice che il

valore dei precedenti è inversamente proporzionale al loro numero.

18 Federico Carpi

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2.Un ossimoro occulto: nomofilachia e garanzia costituzionale dell’accesso in cassazione

SERGIO CHIARLONI*

Sommario: 1. I valori sottesi all’uniformità della giurisprudenza. – 2. La garan-zia costituzionale dell’accesso in cassazione e il principio di uguaglianza. – 3. L’e-terogenesi dei fini – 4. Nomofilachia solo in senso tendenziale o dialettico? – 5.Le preoccupazioni del legislatore per la nomofilachia in senso tradizionale e laprobabile inefficienza dei rimedi.

1. Una domanda da giurista ingenuo: quali valori ha inteso per-seguire il costituente quando con l’art 111, ora comma 7°, ha vo-luto garantire il ricorso in cassazione contro tutte le sentenze? Tro-viamo la risposta nell’art. 65 dell’o.g. che delinea i compiti dellacorte suprema, enunciando nella sua prima parte, con un po’ di en-fasi retorica, che “la corte suprema di cassazione, quale organo su-premo della giustizia, assicura l’esatta osservanza e l’uniforme in-terpretazione della legge, (e) l’unità del diritto oggettivo nazionale”.Quanto all’esatta osservanza, formula che rimanda a tempi di

giuspositivismo imperante possiamo dire tranquillamente, oggi chela funzione creativa di diritto del giudice è generalmente ricono-sciuta, che essa finisce con il coincidere con l’uniformità dell’inter-pretazione che la corte suprema è chiamata ad assicurare. Special-mente quando si tratta d’interpretazione consolidata.Quattro sono i principali valori sottesi all’uniformità dell’inter-

pretazione che la Corte di cassazione e in generale di tutte le cortisupreme dovrebbero tendere ad assicurare. La parità di trattamentodi fronte alla legge dei cittadini coinvolti in una controversia; la pre-vedibilità delle decisioni ad essa relative per quanto riguarda le que-stioni di diritto coinvolte; l’autorevolezza dell’organo situato al ver-tice dell’organizzazione giudiziaria; l’efficienza, nel senso della pro-duttività e quindi della velocità nel provvedere di fronte all’affol-larsi dei ricorsi.

* Università di Torino

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2. Ora, sembra a me piuttosto chiaro che nel 1948 il costituenterepubblicano decise di prevedere nell’art. 111, norma di esordio dellasezione dedicata alla giurisdizione, la garanzia del ricorso per cassa-zione per violazione di legge nei confronti di tutte le sentenze so-prattutto allo scopo di garantire il rispetto del principio di ugua-glianza nei confronti dei cittadini coinvolti in un processo di qua-lunque tipo. Con riferimento al processo civile se un giudice di me-rito decide una controversia scostandosi dai precedenti uniformidella corte di cassazione, il soccombente vede violata la parità di trat-tamento nell’applicazione della legge con le parti di altri processi chehanno visto altri giudici di merito uniformarsi a quei precedenti. In breve il fondamentale principio sancito dall’art. 3 della Co-

stituzione esige non solo dal legislatore ordinario che non venganointrodotte norme istitutive di privilegi o discriminazioni a favore onei confronti di chiunque, consentendo esclusivamente le disugua-glianza ispirate al principio di ragionevolezza. Esige anche la paritàdi trattamento dei cittadini nell’interpretazione e applicazione dellenorme. Esige insomma l’uguaglianza di fronte alla giurisdizione.Purtroppo le vie dell’inferno sono lastricate di buone intenzioni.

Si è rivelata frutto di un’illusione l’idea di assicurare l’uguaglianzadi trattamento (e insieme la prevedibilità delle decisioni, l’autore-volezza e l’efficienza della giurisdizione) tramite l’assicurazione allaparte soccombente dell’intervento di un organo supremo e centra-lizzato di giustizia, chiamato a comporre eventuali contrasti inter-pretativi tra i giudici di merito decentrati sul territorio.

3. Ci troviamo qui di fronte ad uno dei casi più eminenti di ete-rogenesi dei fini perseguiti da una norma processuale assurta alrango di garanzia costituzionale. Proprio la garanzia del ricorsocontro tutte le sentenze ha determinato l’impossibilità per la Cortedi cassazione di assicurare l’uniforme interpretazione e applicazionedella legge. La ragione è semplice e può venir racchiusa in un dettodella saggezza popolare: tot capita tot sententiae. Da molti annitroppo numerosi e in progressiva via di aumento sono i ricorsi, or-mai quasi decuplicati rispetto agli anni cinquanta del secolo scorso,così che troppo numerosi sono i giudici chiamati a deciderli.La conseguenza è sotto gli occhi di tutti. Aggiungendo disordine

giurisprudenziale al disordine legislativo che caratterizza l’attivitàdei moderni parlamenti, la nostra corte suprema presenta con unacerta frequenza e su questioni importanti un panorama di pronuncecontrastanti tra sezione e sezione, tra sezioni semplici e sezioniunite e spesso addirittura anche all’interno della medesima sezione,ivi comprese le stesse sezioni unite, sul filo di ambiti di (quasi) con-

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temporaneità, che nulla hanno a che vedere con le esigenze di unamaturazione consapevole e di una evoluzione naturale della giuri-sprudenza, anche perché sovente si tratta di contrasti riguardantil’interpretazione e l’applicazione di norme non recenti. Basterà quiricordare la raccolta dei contrasti operata in articoli e anche grossivolumi da un meritevole studioso che ne ha individuati più di 800nel corso di un quinquennio Per quanto riguarda la procedura civile vi sono i casi recenti dei

contrasti in materia di ammissibilità del ricorso incidentale condi-zionato e di clausola abusiva regolante la competenza per territo-rio nei contratti del consumatore. Siamo di fronte ad un circolo vizioso. Quanto più aumentano i

ricorsi, tanto più aumentano i contrasti sia per la difficoltà, per igiudici chiamati a decidere, di venir a conoscenza dei precedenti piùrecenti a causa delle difficoltà organizzative che assillano la corte,sia per le incomprimibili divergenze sui valori sottesi all’interpreta-zione giuridica, che si verificano nelle valutazioni dei differenti col-legi che ruotano entro le sezioni. Ma quanto più la giurisprudenzadella corte assomiglia ad un supermercato dove il soccombente nelgiudizio di merito trova precedenti anche favorevoli, tanto più au-mentano i ricorsi.

4. L’esperienza insegna che è sempre dato di cogliere posizioniculturali indirizzate a razionalizzare e giustificare l’esistente, Se-condo alcuni studiosi della cassazione, che sono anche magistratiaddetti alla corte, il modo tradizionale di descrivere la nomofilachiasarebbe eccessivamente rigido, e i rimedi proposti per recuperarlacomporterebbero il pericolo di esiti di autoritarismo istituzionale alvertice del potere giudiziario.

L’attuazione del compito di nomofilachia, come viene tradizio-nalmente inteso, da un lato oggi non sarebbe possibile e, dall’altro,non sarebbe neppure desiderabile.Sarebbe oggi indispensabile orientarsi verso una nomofilachia in

senso solo tendenziale o dialettico, sottolineando la “libertà” deisingoli giudici di cassazione, soggetti soltanto alla legge, e magaricosì sottintendendo che una società pluralista esigerebbe che anchela Corte di cassazione sia capace di dar prova di “pluralismo”.Sarebbe questa una soluzione obbligata, secondo questi studiosi,

anche di fronte ai i lineamenti più inquietanti che contrassegnanola produzione contemporanea del diritto, dalla pluralità e mobilitàdelle fonti; agli interventi legislativi a getto continuo; alla loro cat-tiva fattura; alle difficoltà connesse all’individuazione della ratio ointentio legis a seguito di compromessi che ne presiedono l’emana-

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zione; alle oscurità, contraddittorietà, obliquità degli scopi perse-guiti; alle incertezze in ordine alla ricostruzione dello stato dellanormativa vigente, dovute al succedersi alluvionale di regole ri-guardanti una medesima materia. E così via elencando. Certo, in questa situazione un contributo prezioso può venire

dall’opera interpretativa dei giudici di merito, primi a subire l’im-patto delle novità, anche se a tal proposito appare fuorviante par-lare di nomofilachia dal basso. Presso questi giudici il pluralismointerpretativo va difeso. Abbiamo visto in passato che alcuni di que-sti giudici, spesso contro orientamenti fino a quel momento con-solidati della cassazione, hanno messo in moto o assecondato il pro-gresso del diritto in settori molto delicati utilizzando gli strumentidella rimessione alla corte costituzionale, ovvero dell’interpreta-zione evolutiva, ovvero ancora applicando correttamente riformeche toccavano in maniera incisiva l’assetto degli interessi stabiliz-zato fino al momento della loro emanazione. Ma una “teoria dei cento fiori”, applicabile ai giudici di merito

in funzione della incoercibile pluralità dei giudizi di valore nell’in-terpretazione, non può venir applicata alla cassazione. Gli organigiurisdizionali di merito sono molti. La Corte di cassazione è una.I giudici di merito dicono molte parole. La Corte di cassazione do-vrebbe dire una sola parola. L’ultima.Ho molto insistito sulla necessità di assicurare un coerente eser-

cizio del compito di nomofilachia della cassazione, perché pensoche questo sia il principale problema che assilla il suo funziona-mento. Più che non il problema, pur connesso, della ragionevoledurata dei suoi processi.Connesso, dico, perché un sistema coerente di precedenti della

corte suprema costituisce certamente un forte incentivo alla durataragionevole dei processi non solo di fronte alla stessa Corte, ma ingenerale. Per più di una ragione. Orientamenti di vertice consoli-dati fanno diminuire il carico di lavoro anche dei giudici di merito.Il contrasto tra le parti sull’interpretazione delle norme applicabiliin un contesto di fatti pacifici non darà facilmente vita ad una lite.Se poi anche i fatti sono controversi è ben probabile che la sentenzadi primo grado definisca il giudizio, viste le restrizioni all’istrutto-ria in appello.Comunque, mi sembra di poter dire che il problema della ra-

gionevole durata del processo di cassazione, già risolto per il pe-nale, è in via di soluzione anche per il civile. Da qualche tempo, in-fatti, grazie ad una produttività dei giudici che è al primo posto inEuropa, come è stato messo in rilievo nella relazione del primo pre-sidente presentata all’inaugurazione dell’anno giudiziario, il numero

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dei procedimenti conclusi supera quello dei ricorsi proposti. È veroche l’arretrato sfiora i 100.000 ricorsi e che il filtro di ammissibilità“nuovo” si dovrebbe applicare solo ai ricorsi proposti dopo l’en-trata in vigore della legge n. 69 del 2009. Ma una rigorosa applica-zione della previgente disciplina della declaratoria in camera di con-siglio dovrebbe consentirne uno smaltimento abbastanza veloce.

5. Il problema più difficile da risolvere rimane quello del pienoassolvimento della funzione nomofilattica, così da superare l’o-dierna frammentazione di tanta giurisprudenza di legittimità se-condo linee interpretative contrapposte. Se ne è preoccupato lostesso legislatore delle ultime riforme. Il capo I del d.lgs. n. 40 del2006 è, infatti, intitolato “Modifiche al codice di procedura civilein materia di processo di cassazione in funzione nomofilattica”.Ma sia gli interventi del 2006 che quelli del 2009 ben difficilmente

riusciranno nell’intento. Di fronte ad alcuni interventi indirizzati adeflazionare il numero dei ricorsi introducendo l’appellabilità disentenze di primo grado prima immediatamente ricorribili in cassa-zione, ne troviamo altri indirizzati ad aumentarli, c’è da prevedere,per cifre superiori. Mi riferisco alla modifica dell’art. 360, n. 3, c.p.c.che ha introdotto la ricorribilità per violazione o falsa applicazionedi tutti i contratti collettivi e all’art. 420 bis c.p.c. che ha introdottola ricorribilità immediata delle sentenze di primo grado che risol-vono questioni pregiudiziali sull’efficacia, validità ed interpretazionedei contratti e accordi collettivi, con sospensione automatica delprocesso a seguito del deposito del ricorso. C’è da aspettarsi un no-tevole aumento dei ricorsi assegnati alla sezione lavoro. Con il comma 3° dell’art. 374 c.p.c. introdotto nel 2006 il legi-

slatore si propone di ottenere l’uniformazione sincronica della giu-risprudenza della corte suprema, indipendentemente dall’apposi-zione di filtri al flusso dei ricorsi. Una norma questa certamente ben accetta dagli avvocati. Un

ceto professionale che a causa della dimensione quantitativa che haassunto (solo i patrocinanti in cassazione sono decine di migliaia)forse non è portata a vedere di buon occhio ipotesi di diminuzionedel contenzioso, ma dovrebbe essere portata a favorirne la razio-nalizzazione. Viene istituito una sorta di vincolo delle sezioni semplici ai pre-

cedenti delle sezioni unite. Qualora la sezione semplice non intendaaderire al precedente delle sezioni unite, deve rimetterle il ricorsocon ordinanza motivata. Autorevoli studiosi della cassazione civilehanno avanzato da tempo suggerimenti in tal senso. Da AndreaProto Pisani, il quale ha addirittura sostenuto che il vincolo era già

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ricavabile ieri dall’interpretazione del diritto positivo, ad un com-pianto e grande giudice della corte suprema, come Giuseppe Borrè.Suggerimenti che d’altra parte, come fautore della nomofilachia insenso tradizionale, avevo condiviso. Devo confessare che riflessioni ulteriori mi fanno oggi esitare.

Ho il timore di un contrasto della nuova norma con l’art. 102 dellaCostituzione che, stabilendo il principio per cui il giudice è sog-getto soltanto alla legge, ha costituzionalizzato, secondo le inter-pretazioni più accreditate, l’indipendenza interna di quella che sipotrebbe chiamare la minima unità giurisdizionale. Certo, bisogna riconoscere che non siamo in presenza di un vero

e proprio vincolo al precedente, perché non siamo in tema di rap-porti tra organi giurisdizionali diversi. Qui siamo in tema d’orga-nizzazione del lavoro all’interno di un medesimo ufficio. Tuttavia mi sembra che la questione dell’indipendenza rimanga

in piedi con qualche serietà. Il problema di assicurare l’uniformitàdella giurisprudenza esiste anche all’interno dei tribunali divisi insezioni, e il legislatore lo ha recentemente affrontato, ma senza in-trodurre vincoli. Ha inserito nella disciplina dell’ordinamento giu-diziario un articolo, il 47 quater, che prevede tra i compiti dei pre-sidenti di sezione quello di “curare lo scambio di informazioni sulleesperienze giurisprudenziali”. Ebbene, credo che sarebbe percepitacome lesiva dell’indipendenza una norma che stabilisse, invece, ildovere dei singoli giudici di uniformarsi ai precedenti di un organoformato dai presidenti o da componenti delle singole sezioni o dirimettergli la decisione se vorrebbero discostarsene. Mi rendo conto che il paragone è un po’ forzato. Comunque potrebbero aprirsi discussioni, in ordine ai rapporti

tra assolvimento del compito nomofilattico e assicurazione dell’in-dipendenza interna dei singoli collegi in cassazione. Non sono suf-ficienti gli argomenti addotti da Francesco Luiso per tranquillizzarei dubbiosi. L’accenno al vincolo del giudice al giudicato non provanulla, è anzi poco più di una battuta, in quanto al giudicato è in li-nea di principio vincolato anche il legislatore. Né va contro il prin-cipio che il giudice è soggetto soltanto alla legge il vincolo del giu-dice di rinvio al principio di diritto. Qui siamo in presenza di unfenomeno di formazione progressiva del giudicato tipico della di-sciplina delle impugnazioni e che si verifica anche in altre ipotesi(basti pensare al vincolo per il giudice di appello a confinare l’areadella propria cognizione entro l’ambito disegnato dai motivi ex art.342 c.p.c. e dalla riproposizione delle domande e delle eccezioninon accolte ex art. 346 c.p.c.). Un fenomeno che non ha nulla a chefare con il ben diverso fenomeno della sottoposizione del giudice

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ad un vincolo derivante da quanto deciso da altri giudici non giànello stesso, bensì in altri processi.Né va dimenticato che la proposta di legare le sezioni semplici

al precedente delle sezioni unite era già contenuta per la cassazionepenale nel progetto definitivo del codice di procedura penale del1988 all’art. 610 bis c.p.p., ma non superò il vaglio della commis-sione parlamentare, tanto che l’attuale art. 618 c.p.p. che lo sostituìprevede ora la facoltà e non l’obbligo della sezione semplice di ri-mettere il ricorso alle sezioni unite, quando rilevi che “la questionedi diritto sottoposta al suo esame ha dato luogo, o può dar luogo,a un contrasto giurisprudenziale”. Chiediamoci poi se l’intervento proposto sarebbe davvero effi-

cace nell’assicurare l’assolvimento del compito di nomofilachia. Di-rei solo parzialmente. Intanto va ricordato che i contrasti tra se-zioni semplici possono rimanere in piedi anche per lungo tempo,prima che intervengano le sezioni unite. E non va neppure passatosotto silenzio il fatto che non sono ignoti i contrasti di giurispru-denza tra le medesime sezioni unite, credo dovuti al variare deimembri del collegio che le compongono. Ancora, teniamo conto che l’aver cercato di trasformare le se-

zioni semplici in organi di bassa cucina, sottoposte alla scomoda al-ternativa tra autoescludersi o rendere ossequio al precedente dellesezioni unite le può facilmente indurre alla ribellione. Potrebberosemplicemente disobbedire all’indicazione del legislatore, visto cheil relativo comando è privo di sanzione. Oppure, più ragionevol-mente, potrebbero cercare di specializzarsi nell’arte del distingui-shing e cioè di quelle inaudite acrobazie di cui sono maestri i giu-dici anglosassoni nell’eludere il vincolo, cercando nel caso sottopo-sto al loro esame differenze rispetto a quello già deciso, contrab-bandate come capaci di influire sulla ratio decidendi. Senza contareil pericolo che nel costruire due corpi di magistrati di cassazioneinvestiti di funzioni diverse, si ottenga la mortificazione professio-nale di molti e un potere eccessivamente concentrato su pochi.Infine, la proposta non soddisfa il principio di economia pro-

cessuale. Perde da una parte ciò che si propone di guadagnare dal-l’altra in termini di ragionevole durata. La sezione semplice, per sta-bilire se rendere ossequio al precedente oppure no dovrà ovvia-mente studiare e discutere approfonditamente il caso sottoposto alsuo esame. Se poi la decisione va nel senso dell’ordinanza motivatadi rimessione alle sezioni unite, analogo impiego di tempo e d’e-nergie intellettuali dovrà essere speso dall’istanza più alta per sce-gliere se attenersi al proprio precedente o discostarsene, accogliendogli argomenti sviluppati nell’ordinanza di rimessione.

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Non mi intrattengo sul filtro introdotto con la legge n. 69 del2009, in quanto potrà forse contribuire allo sveltimento dei giudizi,a patto che l’esperienza applicativa faccia superare i complicati pro-blemi interpretativi cui dà luogo la normativa, ma non credo chesarà utile per garantire il raggiungimento di una pervasiva coerenzaprecedenziale nella giurisprudenza della Corte. In conclusione, sono fermamente convinto che l’unico rimedio

sicuro sarebbe costituito da una riforma costituzionale che togliessedi mezzo la garanzia del ricorso in cassazione per tutte le sentenzedei giudici di merito, così da consentire una fortissima riduzionedel numero dei ricorsi. Sulla linea ad esempio della disciplina tede-sca che ha sostituito l’antico limite di valore dei 60.000 marchi, conuna sorta di leave of appeal ad opera del giudice di secondo grado,con eventuale controllo ad opera del Bundesgerichtshof per il casodi provvedimento negativo.Purtroppo, anche in un periodo in cui molto si parla di impor-

tanti riforme costituzionali ritengo improbabile un intervento delgenere, a causa della potenza degli interessi corporativi che si met-terebbero di traverso. Anche se, nei lavori della commissione bica-merale per le riforme costituzionali del 2002, troviamo, sepolta neltesto base sul sistema delle garanzie, la proposta di una norma cheammette il ricorso in cassazione per le sentenze nei soli casi previ-sti dalla legge.

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3.Le corti supreme nazionali nella giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo

VLADIMIRO ZAGREBELSKY*

Sommario: 1. Premessa. – 2. Le corti supreme nel sistema disegnato dalla Con-venzione europea. – 3. Specificità delle procedure di fronte alle corti supremealla luce del loro ruolo di garanti della nomofilachia. – 4. Deflazione dei ricorsialle corti supreme ed effettività della tutela giurisdizionale.

1. La mia recente esperienza di giudice della Corte europea deidiritti umani mi spinge naturalmente ad affrontare il tema del ruoloe delle prospettive delle corti supreme nel quadro dei principi chesi traggono dalla giurisprudenza della Corte europea e delle esi-genze proprie del sistema della Convenzione.Mi soffermerò così su tre punti:

– il ruolo delle corti supreme nel sistema della Convenzione;– la specificità delle corti supreme e delle loro procedure in vistadel ruolo che svolgono e devono poter svolgere;

– i limiti degli strumenti di deflazione dei ricorsi alle corti supremein relazione all’esaurimento delle vie interne prima del ricorsoalla Corte europea.

2. Il ruolo che la giurisprudenza della Corte europea riconoscealle corti supreme (in ciò in linea con quanto emerge dall’ordina-mento italiano) è legato alla nozione di legge / diritto / legalità cheha sviluppato, ai fini dell’applicazione della Convenzione. La pre-minenza della legge e la necessaria previsione per legge di ogni li-mitazione o interferenza nei diritti e nelle libertà garantiti dallaConvenzione sono pilastri del sistema, a partire da ciò che è enun-ciato nel suo Preambolo. Ma la nozione di legge / diritto / legalità(nelle varie disposizioni convenzionali e nelle due lingue ufficiali)non è dalla Corte ricavata dai sistemi nazionali. Si tratta invece diuna “nozione autonoma” elaborata ai fini dell’applicazione dellaConvenzione e utilizzabile nello stesso modo nei confronti di tutti

* Già Giudice della Corte europea dei diritti dell’uomo

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i quarantasette sistemi giuridici presenti nell’area del Consigliod’Europa. La nozione adottata dalla Corte non rinvia a criteri for-mali procedurali, ma alla qualità delle norme, che per essere assuntecome “legge” ai fini della Convenzione devono essere ragionevol-mente conoscibili e prevedibili nella loro applicazione. Solo se taliqualità sono riscontrabili nelle disposizioni applicate nei confrontidel ricorrente, la Corte assume che l’interferenza statale è “previstaper legge”1. Da una simile nozione deriva la rilevanza che ha la giu-risprudenza, anche nei sistemi continentali di civil law e l’afferma-zione della Corte secondo la quale sotto il profilo qui consideratonon esiste una radicale differenza rispetto alla common law2.È infatti dalla coerenza e stabilità della giurisprudenza che la

Corte europea ricava che le norme scritte hanno un contenuto co-noscibile e prevedibile ed hanno così qualità di legge (incoerenza econtrasti giurisprudenziali dimostrano la non sufficiente conoscibi-lità e prevedibilità della norma applicata e sono fonte di inconosci-bilità e imprevedibilità). Tanto più che la Corte dichiara di doverassicurare “diritti concreti ed effettivi” e non “teorici ed illusori”3.In concreto dunque, con riferimento all’applicazione che vien fattadelle norme, piuttosto che al loro testo letterale. Il ruolo delle cortisupreme di assicurare stabilità interpretativa e generale omogeneaapplicazione delle norme (frutto anche della riconosciuta autoritàdel precedente), è dunque, agli occhi della Corte europea, condi-zione essenziale della “legalità convenzionale” e della stessa rico-noscibilità di uno stato di diritto.In proposito ricordo qui le ripetute sentenze della Corte euro-

pea, pronunciate principalmente nei confronti della Romania (mache ben si adattano alla situazione italiana), che ha negato la legalitàdell’intervento statale che si assumeva previsto dalla legge, in casi incui la giurisprudenza della Corte di cassazione era incoerente e con-trastata all’interno stesso di tale corte e quindi imprevedibile4.Prima di passare al secondo punto della mia esposizione, vorrei

qui far menzione di una prassi instaurata dalla Corte di cassazionefrancese, nel periodo della presidenza di Guy Canivet. All’entratain vigore di una nuova legge suscettibile di provocare discordantiinterpretazioni, le corti di appello erano invitate a rapidamente fis-sare e decidere uno o più casi in modo che la Corte di cassazione

28 Vladimiro Zagrebelsky

1 Giurisprudenza consolidata a partire da Sunday Times c. Regno Unito (1) del26.4.1979.

2 V. Kruslin c. Francia del 24.4.1990.3 Tra le tante v. Partito comunista unificato di Turchia c. Turchia del 30.1.1998.4 Tra le altre v. Beian c. Romania del 6.12.2007.

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con precedenza assoluta si pronunciasse, così fissando la interpre-tazione che tutta la giurisdizione avrebbe poi seguito. In vista evi-dentemente dell’obiettivo di prevenire i contrasti e comunque nonlasciarli vivere a lungo.

3. E vengo al secondo punto. Perché sia assicurata la “premi-nenza del diritto” e l’azione dello Stato sia “prevista per legge”, lecorti supreme devono poter efficacemente svolgere il loro ruolo eassicurare stabilità e uniforme applicazione delle leggi nazionali. Èda tempo evidente che l’enorme numero di ricorsi impedisce a unacorte suprema (e qui il richiamo alla situazione italiana è d’obbligo)di svolgere il suo ruolo. Coerenza di giurisprudenza, meditata evo-luzione e qualità dell’elaborazione giurisprudenziale sono funzionedella quantità di produzione di decisioni (la questione è nota ancheper quanto riguarda la Corte europea dei diritti umani) ed anchedel numero dei magistrati addetti alla corte suprema.Con riferimento alle esigenze funzionali delle corti supreme, in

casi riguardanti la Francia, la Corte europea ha affermato che noncontrasta con le regole dell’equo processo il monopolio della rap-presentanza del ricorrente davanti la Corte di cassazione riservatoad un ristrettissimo numero di avvocati (avocats aux conseils)5. Laquestione era evidentemente delicata (anche per i riflessi sulle aspet-tative degli ordini professionali), ma la Corte ha affermato che laqualità della giurisprudenza della Corte di cassazione e l’autoritàche ne consegue dipendono dal numero dei ricorsi (selezionati amonte dagli stessi avvocati abilitati ad accedere alla Corte di cassa-zione e al Consiglio di Stato) e dalla elevata specifica professiona-lità degli avvocati (e quindi anche al loro numero limitato). Ag-giungo in proposito che la Corte europea ha tenuto conto anchedel fatto che il gratuito patrocinio è assicurato anche nelle proce-dure che richiedono l’assistenza degli avvocati di cui si è detto.Con altra decisione, sempre emessa in un caso introdotto con-

tro la Francia6, la Corte ha affermato che la motivazione di una de-claratoria d’inammissibilità del ricorso alla Corte di cassazione puòridursi alla sola menzione dell’articolo di procedura che la consente.In sostanza, ha ritenuto la Corte, se un ricorso è evidentementeinammissibile è sufficiente dire che è evidentemente inammissibile.Non sfugge che una simile riduzione al minimo della motivazioneè ragionevole solo se si ammette che all’organo giudiziario che

Le corti supreme nazionali 29

5 V. Meftha c. Francia del 26.7.20026 V. la decisione di irricevibilità nella causa Burg c. Francia del 28.1.2003

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adotta il provvedimento sia riconosciuta autorevolezza sufficiente.Si sa a questo proposito che la non ammissione di una impugna-zione, dal giudice a quo come dal giudice ad quem, nel RegnoUnito è comunicata con lettera di cancelleria priva di motivazionealcuna.Ho citato il contenuto di due decisioni della Corte europea,

adottate con riferimento ad un sistema simile a quello italiano. Daesse si ricava l’attenzione che la Corte riserva alle corti supreme na-zionali e la consapevolezza che occorre difendere condizioni checonsentono a tali corti di svolgere efficacemente il ruolo che è lorospecificamente proprio.

4. Non tutti gli strumenti ipotizzabili per “difendere” le cortisupreme dai troppi e ingiustificati ricorsi sono però valutabili soloalla luce della loro efficacia deflattiva. Vengo ora al terzo e ultimopunto che desidero trattare, con considerazioni che in qualche mi-sura possono apparire in controtendenza rispetto a quanto fino adora esposto.Certi “formalismi eccessivi”, come li qualifica la Corte europea,

possono rendere troppo difficilmente accessibile il ricorso7, con laconseguenza che l’obbligo di esaurire le vie interne non opera conriferimento al ricorso interno di cui si tratta. Ma soprattutto intendo far riferimento alle tendenze dirette a re-

stringere i motivi di ricorso alla Corte suprema. La Convenzionenon richiede la previsione di un terzo grado di giurisdizione piena(nemmeno nel campo penale), cosicché la limitazione del ricorsoalla Corte di cassazione ai soli motivi di diritto non pone in sé al-cun problema. A condizione però che ci s’intenda sulla nozione dimotivo di diritto. Come la Corte costituzionale ha chiarito con lesentenze 24 ottobre 2007, n. 348 e 349, e con le successive in ma-teria, l’obbligo internazionale dell’Italia riguarda la Convenzioneeuropea dei diritti umani “come interpretata dalla Corte per ciò isti-tuita”, cioè la Corte europea. Ora tutta la giurisprudenza dellaCorte europea indica che l’attenzione è rivolta alla tutela “concretaed effettiva” dei diritti convenzionali e che canone fondamentale inmateria è la proporzione8 tra le limitazioni imposte ai diritti e gliscopi legittimi che le giustificano. Così ad esempio in tema di du-rata delle misure cautelari personali, non è sufficiente la sola con-

30 Vladimiro Zagrebelsky

7 V. la recente sentenza nella causa Poirot c. Francia del 15.12.2011 e, in unacausa contro l’Italia, Kaufmann c. Italia del 19.5.2005.

8 V. Soering c. Regno Unito del 7.7.1989.

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siderazione aritmetica dei periodi massimi previsti dalla legge perogni fase processuale. Ai fini dell’art. 5/4 della Convenzione, è ne-cessario invece accertare, oltre alla permanenza delle ragioni caute-lari, anche la “speciale diligenza” richiesta alle autorità responsabilidella conduzione della procedura che vede una persona ristrettanella sua libertà personale9. E in altro campo, quello della libertà diespressione, una condanna del giornalista per un articolo ritenutodiffamatorio (sia essa ad un risarcimento del danno non patrimo-niale o ad una sanzione penale) può essere considerata compatibilecon l’art.10 della Convenzione solo se sia mantenuta in una misuraproporzionata tale da escludere un effetto inibitorio rispetto all’e-sercizio del diritto di espressione in generale da parte della stampa10. Tale è il diritto della Convenzione e si tratta, dopo le sentenze

della Corte costituzionale, di diritto interno da tenere in conto nel-l’interpretazione e applicazione della legge nazionale. La conse-guenza è, a mio modo di vedere, che la Corte di cassazione ben po-trebbe valutare, nel primo caso, la diligenza degli organi della in-dagine penale e, nel secondo caso, la proporzionalità della reazionesanzionatoria, nel merito rispetto alle esigenze del diritto dellaConvenzione. Se così non fosse e se la giurisprudenza fosse re-strittivamente limitata al solo calcolo aritmetico dei limiti massimiconsentiti per la misura cautelare, oppure ad un formalistico esamedella compiutezza della motivazione addotta dal giudice del merito,il rischio che potrebbe venire in luce sarebbe quello di vedere laCorte europea dichiarare che il ricorso alla Corte di cassazione nonè ricorso efficace perché non idoneo a riparare la possibile viola-zione della Convenzione. La conseguenza sarebbe che il ricorso percassazione non sarebbe più una via interna da esaurire prima di ri-correre alla Corte europea. L’effetto sarebbe negativo sia sul flussodi ricorsi alla Corte europea, sia sulla posizione centrale della Cortedi cassazione nel sistema italiano.

Le corti supreme nazionali 31

9 V. tra le tante Labita c. Italia del 6.4.2000.10 V. Goodwin c. Regno Unito del 27.3.1996.

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4.La doctrina de la Corte Interamericana referida al control difuso de convencionalidad ex officio

EDUARDO OTEIZA*

Sumario: 1. Introducción. – 2. El control difuso de convencionalidad ex officio.– 3. Breve referencia al control de constitucionalidad. Circunstancias, contexto yderecho. – 4. Las Convenciones de Derechos Humanos en Europa y en AL. –5. Tendencia constitucional de reforzamiento de la protección internacional. – 6.Progresiva aceptación del valor persuasivo de las decisiones de la Corte IDHpara decidir casos futuros. – 7. Aproximación final al control de convencionali-dad como diálogo entre la Corte IDH y las Cortes Superiores.

1. La finalidad del presente trabajo consiste en presentar el con-trol de convencionalidad propuesto por la Corte IDH como líneade interpretación de la CADH desde la óptica del diálogo judicialentre ella y las Cortes Superiores de AL1. La noción diálogo judicial posibilita plantear el grado de efecti-

vidad y trascendencia de una interpretación que abarque el alcancede normas convencionales, constitucionales y de derecho derivadocon una perspectiva que toma en cuenta la progresión y evoluciónde los criterios según las sucesivas resoluciones de los conflictos enlos cuales se los utiliza. Se puntualiza de ese modo el grado de per-suasión más que el de obligatoriedad directa de las decisiones judi-ciales en los planos horizontal y vertical. Ha sido usada para exa-minar la relación entre tribunales internacionales y estaduales desdeuna posición cercana a la de la teoría de la democracia deliberativa,dejando en claro las competencias propias de los ámbitos naciona-les e internacionales y el margen de interpretación nacional2.

* Universidad de La Plata 1 Utilizaré las siguientes abreviaturas: América Latina (AL), Comisión Inter-

americana de Derechos Humanos (Comisión IDH), Convención Americana So-bre Derechos Humanos (CADH), Corte Europea de Derechos Humanos (CorteEuropea), Corte Interamericana de Derechos Humanos (Corte IDH), DeclaraciónAmericana de los Derechos Humanos (DADH), Declaración Universal de Dere-chos Humanos (DUDH) y Organización de Estados Americanos (OEA).

2 Formulan un aporte muy interesante sobre la noción de diálogo referida a lainterpretación en éste campo TORRES PÉREZ, A. Conflicts of Rights in the European

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El clásico interrogante sobre la obligatoriedad del precedente ode la jurisprudencia, entendidas como nociones disímiles no hadado una respuesta nítida y precisa sobre el grado de seguimientohorizontal o vertical por los jueces de las decisiones anteriores ytampoco ha brindado soluciones eficientes para en cuanto a las ne-cesidades de seguridad y de cambio en la aplicación del derecho,entendido éste último en forma amplia comprensiva del fenómenode las fuentes jurídicas múltiples en un escenario caracterizado porla globalización.La idea de diálogo judicial, con su nítida referencia a la dialéc-

tica, o arte del diálogo como búsqueda superadora, asume la exis-tencia de un proceso de deliberación racional e imparcial en el cuallas nociones progresan a medida que son contrastadas con nuevosargumentos y con la aplicación concreta de los contenidos norma-tivos a los hechos de los casos sucesivos. Sin prescindir de deter-minadas relaciones jerárquicas entre los órganos encargados de apli-car la Convención u otra normativa, la referencia al diálogo judi-cial permite observar un determinado eje evolutivo, consolidado osujeto a cambios por ausencia de consenso o de buenas razones quesostengan una interpretación específica. Aludiré a las Cortes Superiores, entendidas estas en un sentido

amplio comprensivo de las Cortes Supremas, Superiores Tribuna-les, Cortes Constitucionales y Cortes de Casación, dado que los or-denamientos jurídicos adoptan distintas formas institucionales y es-tructuras judiciales pero mantienen la idea de vértice en la lecturadel alcance o hermenéutica correcta de los contenidos normativos.Con distintas integraciones, mayor o menor representatividad so-cial, diversidad en los mecanismos de acceso, grados de revisión, di-similitud en la carga de trabajo los Estados de AL depositan en Tri-bunales de última instancia la determinación del alcance de los de-rechos y organizan poderes judiciales en forma jerárquica. La no-ción de Corte Superior identifica el Tribunal que posee la última

34 Eduardo Oteiza

Union. A Theory of Supranational Adjudication, Oxford University Press, 2009 yde VERGOTTINI, G. Oltre il dialogo tra le Corti Giudici, diritto straniero, compa-razione, Il Mulino, 2010. La revista: Diálogo Jurisprudencial. Derecho Internacio-nal de los Derechos Humanos. Tribunales Nacionales. Corte Interamericana de De-rechos Humanos. que editan desde el 2006 la Corte IDH, el Instituto Interameri-cano de Derechos Humanos y el Instituto de Investigaciones Jurídicas de la Uni-versidad Autónoma de México, con el apoyo de la Fundación Konrad Adenauer,como lo destaca su título, es una muestra de la importancia asignada a la interre-lación en la difusión y consolidación de los criterios jurídicos en materia de dere-chos humanos entre la Corte IDH y las Cortes Superiores.

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palabra en materia de interpretación de un determinado tipo de de-recho, constitucional, sustantivo o procesal, que de diversos modosse vincula con el alcance de los derechos contenidos en la CADH.Las Cortes Superiores se encuentran en una particular y complejasituación de verticalidad con respecto a la Corte IDH. A su vez lasCortes Superiores también condicionan de distintos modos las de-cisiones de sus tribunales inferiores. Todos ellos: Corte IDH, Cor-tes Superiores y tribunales inferiores deben aplicar la CADH y ha-cer interpretaciones preceptivas. La doctrina sobre el control deconvencionalidad asigna un papel relevante a la Corte IDH y sub-ordina a las Cortes Superiores a las líneas de interpretación de laCADH definidas en sus fallos. La Corte IDH y las Cortes Supe-riores participan de un diálogo sobre el alcance de los derechos pro-tegidos por la CADH. Las lecturas que se realizan en ambos pla-nos se interrelacionan con los desafíos interpretativos que presen-tan los hechos y las violaciones a los derechos protegidos por laCADH, en el ámbito interno y en el internacional. La protecciónde los derechos humanos es un objetivo común de ambos escena-rios lo cual plantea el problema de desarrollar una interpretaciónarmónica y evolutiva de un mismo texto en su relación con los dosámbitos de actuación. En una serie de sentencias dictadas por la Corte IDH se ha sos-

tenido que todos los jueces deben garantizar la vigencia de los de-rechos previstos en la CADH. En el supuesto que disposiciones in-ternas violen esos derechos deben declarar su invalidez mediante elcontrol de convencionalidad, realizado aún sin pedido de parte. Almaterializar dicho control, los jueces nacionales están obligados nosolamente a aplicar la CADH sino también la jurisprudencia de laCorte IDH. El control de convencionalidad tiene dos consecuencias signifi-

cativas en la lectura de la CADH. La primera es que la Corte IDHdestaca una supremacía implícita de las obligaciones de la CADHsobre el derecho interno y la obligación de todos los niveles de lasjurisdicciones del Estado de aplicarla en forma directa, incluso con-tra legem y sin petición expresa de las partes. La segunda consisteen que la Corte IDH funda su carácter de intérprete final de laCADH lo cual supone cierto grado de vinculación vertical con lasCortes Superiores. La doctrina del control de convencionalidad ha sido desarrollada

al resolver casos en los cuales se examinó la responsabilidad de losEstados por violaciones a los derechos humanos vinculadas al te-rrorismo de Estado y a las leyes de amnistía o perdón. También unade las últimas decisiones de la Corte IDH sobre control de con-

La doctrina de la Corte Interamericana 35

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vencionalidad trata los graves y violentos sucesos que enlutan a Mé-xico. Los hechos a los cuales se aplica la CADH son parte de unpasado cuyas heridas todavía no han cicatrizado y un presente tandramático como complejo. Los hechos han tenido una importancia capital en el desarrollo

de la doctrina sobre el control de convencionalidad. Me propongorecorrer algunas de sus decisiones más significativas y describir lossucesos que determinaron la confirmación del control de conven-cionalidad.

2. La Corte IDH en el caso Almonacid Arellano contra Chile3inaugura la doctrina sobre el control de convencionalidad. Los an-tecedentes de la decisión se vinculan con el homicidio de Almona-cid Arellano por el régimen militar que gobernó Chile desde el 11de septiembre de 1973, ocurrido el 17 de septiembre de 1976 y ladenegación de justicia provocada por la no investigación del refe-rido delito, que fue limitada por el Decreto-Ley 2191 (1978)4 porel cual el gobierno de facto concedió una amnistía general a lasFuerzas Armadas5. Chile al momento del depositar su ratificación de la CADH y

reconocer la competencia de la Corte IDH manifestó que tal reco-nocimiento de competencia se refiere a hechos posteriores al 11 demarzo de 1990. No obstante, en lo que se refiere a la vigencia dela amnistía general de 1978, la Corte IDH entendió al decidir Al-monacid Arellano contra Chile que el incumplimiento del art. 2 dela CADH era posterior a la ratificación ya que consistía en la omi-sión del Estado de adecuar la legislación a la CADH. Entendió quesi bien la Corte IDH no tiene competencia para declarar una vio-lación al art. 2 de la CADH desde la promulgación del Decreto Ley2191ni respecto a su vigencia y aplicación anterior a agosto de 1990,porque hasta ese momento no existía el deber del Estado de ade-cuar su legislación interna a los estándares de la CADH, a partir de

36 Eduardo Oteiza

3 Sentencia del 26.9.2006, en http://www.corteidh.or.cr/docs/casos/articu los/se -riec_154_esp.pdf.

4 En cuanto a la doctrina de la Corte IDH sobre las leyes de auto amnistía yel control de convencionalidad ver el fundado trabajo de BINDER, CH. The Prohi-bition of Amnesties by the Inter�American Court of Human Rights, German LawJournal, Vol. 12 No. 05, pág. 1201 y ss.

5 Los datos varían con respecto al número de desapariciones forzadas ocurridoen Chile durante la dictadura militar. Según la Comisión Nacional de Verdad yReconciliación fueron 957; para la Vicaría de la Solidaridad de la Iglesia Católica984 y para la Agrupación de Familiares de Detenidos-desaparecidos 1.192.

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esa fecha rige para Chile tal obligación y la Corte IDH es compe-tente para declarar si la ha cumplido o no.En cuanto al control de convencionalidad la Corte IDH sostuvo

que el artículo 2 de la CADH: … tiene también la finalidad de fa-cilitar la función del Poder Judicial de tal forma que el aplicador dela ley tenga una opción clara de cómo resolver un caso particular.Sin embargo, cuando el Legislativo falla en su tarea de suprimir y/ono adoptar leyes contrarias a la Convención Americana, el Judicialpermanece vinculado al deber de garantía establecido en el artículo1.1 de la misma y, consecuentemente, debe abstenerse de aplicarcualquier normativa contraria a ella. El cumplimiento por parte deagentes o funcionarios del Estado de una ley violatoria de la Con-vención produce responsabilidad internacional del Estado, y es unprincipio básico del derecho de la responsabilidad internacional delEstado, recogido en el Derecho Internacional de los Derechos Hu-manos, en el sentido de que todo Estado es internacionalmente res-ponsable por actos u omisiones de cualesquiera de sus poderes u ór-ganos en violación de los derechos internacionalmente consagrados,según el artículo 1.1 de la Convención Americana6.

La Corte es consciente que los jueces y tribunales internos estánsujetos al imperio de la ley y, por ello, están obligados a aplicar lasdisposiciones vigentes en el ordenamiento jurídico. Pero cuando unEstado ha ratificado un tratado internacional como la ConvenciónAmericana, sus jueces, como parte del aparato del Estado, tambiénestán sometidos a ella, lo que les obliga a velar porque los efectos delas disposiciones de la Convención no se vean mermadas por la apli-cación de leyes contrarias a su objeto y fin, y que desde un inicio ca-recen de efectos jurídicos. En otras palabras, el Poder Judicial debeejercer una especie de “control de convencionalidad” entre las nor-mas jurídicas internas que aplican en los casos concretos y la Con-vención Americana sobre Derechos Humanos. En esta tarea, el Po-der Judicial debe tener en cuenta no solamente el tratado, sino tam-bién la interpretación que del mismo ha hecho la Corte Interame-ricana, intérprete última de la Convención Americana7. La Corte IDH se pronuncia sobre dos cuestiones trascendentes.

La primera es que los jueces deben aplicar la CADH a los efectosde controlar si las normas internas son compatibles con ella. De-nomina expresamente a esa acción “control de convencionalidad”.La obligación internacional de los Estados de adoptar disposicio-

La doctrina de la Corte Interamericana 37

6 Párr. 123.7 Párr. 124.

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nes de derecho interno para hacer efectivos los derechos humanos(art. 2), íntimamente relacionada con la de respetar los derechos(art. 1.1), debe ser controlada por los jueces por intermedio del con-trol de convencionalidad, con fundamento en el principio de buenafe y la restricción de no invocar el incumplimiento por disposicio-nes de derecho interno (arts. 26 y 17 de la Convención de Vienasobre el derecho de los Tratados de 1969). La segunda es que al ha-cerlo deben seguir tanto la CADH como la interpretación que laCorte IDH realiza de sus disposiciones. Sin mayores desarrollos sepronuncia sobre la obligatoriedad vertical de sus precedentes. Cabe agregar en cuanto a lo decidido con respecto al Decreto

Ley No. 2.191 de auto amnistía que la competencia de la CorteIDH según el art. 62.3 consiste en interpretar y aplicar la CADH.Según el art. 63.1 de la CADH cuando la Corte IDH decida quehubo violación de un derecho o libertad protegidos, dispondrá quese garantice a la víctima en el goce de su derecho o libertad con-culcados8. La derogación de efectos de una norma jurídica internase realiza de acuerdo a una interpretación extensiva de la propiacompetencia de la Corte IDH lo cual puede ser entendido como unexceso de sus atribuciones específicas derivadas de las normas con-vencionales. Sobre el fondo del conflicto la Corte IDH resolvió que Chile

debe asegurarse que el Decreto Ley No. 2.191 no siga represen-tando un obstáculo ni para la continuación de las investigacionesde la ejecución extrajudicial del señor Almonacid Arellano ni deotras de violaciones similares acontecidas en Chile y, en su caso, elcastigo de los responsables. La Corte IDH apoyó su decisión en elart. 2 de la CADH que impone una obligación legislativa de su-primir toda norma violatoria a la Convención. Chile no cumpliócon la condena de la Corte IDH al dejar vigente hasta ahora la leyde auto amnistía. Poco tiempo después, la Corte IDH en el caso Trabajadores Ce-

sados del Congreso (Aguado Alfaro y otros) contra Perú9 profun-diza lo decidido en Almonacid Arellano contra Chile, al agregar queel control de convencionalidad entre las normas internas y laCADH debe ser realizado por todos los órganos del Poder Judi-

38 Eduardo Oteiza

8 Plantea una visión crítica en cuanto a la extensión de competencias de la CorteIDH DRNAS DE CLÉMENT, Z. Claroscuros del aporte de la Corte Interamericana delos Derechos Humanos al desarrollo del derecho internacional de los derechos hu-manos, XIV Encuentro de Latinoamericanistas Españoles, pág. 2190 y ss.

9 Excepciones Preliminares, Fondo, Reparaciones y Costas. Sentencia de 24 deNoviembre de 2006. Serie C No. 158, párr. 128.

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cial ex officio, en el marco de sus respectivas competencias y de lasregulaciones procesales correspondientes. El control de convencionalidad, de acuerdo con Trabajadores

Cesados del Congreso (Aguado Alfaro y otros) contra Perú, imponela obligación de velar por el cumplimiento de la CADH, descritacomo un deber, que corresponde a todos los jueces, lo cual deter-mina que en lugar de estar concentrado en las Cortes Superiores seexpanda a todas las instancias judiciales. Además, el precedenteañade que debe efectuarse de oficio, lo cual significa que no es im-prescindible el pedido de parte, doctrina que según las legislacionesinternas puede afectar el principio del contradictorio y la impar-cialidad del juez al actuar sin petición de parte.El carácter difuso y ex officio del control de convencionalidad

puede encontrar limitaciones de derecho interno. En ese sentido, laCorte IDH añade que el mismo debe ejercerse de conformidad conlas competencias establecidas localmente y según las regulacionesprocesales establecidas por los respectivos ordenamientos. En sucesivas sentencias posteriores10, durante el período 2006-

2010 la Corte IDH ha ratificado la doctrina sobre el control de con-vencionalidad de oficio. Destaco que a fines del año 2010 pronunció dos sentencias de

fuerte impacto debido a los hechos analizados y a la confirmaciónde la Corte IDH como intérprete final de la CADH. En el primercaso, Gomez Lund (2010), se investigaba la detención arbitraria,tortura y desaparición forzada de 70 víctimas, campesinos y miem-

La doctrina de la Corte Interamericana 39

10 Caso La Cantuta vs. Perú. Fondo, Reparaciones y Costas. Sentencia de 29de noviembre de 2006. Serie C No. 162, párr. 173, Caso Boyce y otros vs. Barba-dos. Excepción Preliminar, Fondo, Reparaciones y Costas. Sentencia de 20 de no-viembre de 2007. Serie C No. 169, párr. 79, Caso Heliodoro Portugal vs. Panamá.Excepciones Preliminares, Fondo, Reparaciones y Costas. Sentencia de 12 de agostode 2008. Serie C No. 186, párr. 180, Caso Rosendo Radilla Pacheco vs. EstadosUnidos Mexicanos. Excepciones Preliminares, Fondo, Reparaciones y Costas. Sen-tencia de 23 de noviembre de 2009. Serie C No. 209, párr. 339. Caso Manuel Ce-peda Vargas vs. Colombia. Excepciones Preliminares, Fondo y Reparaciones. Sen-tencia de 26 de mayo de 2010. Serie C No. 213, párr. 208, nota 307, ComunidadIndígena Xákmok Kásek vs. Paraguay. Fondo, Reparaciones y Costas. Sentenciade 24 de agosto de 2010. Serie C No. 214, párr. 311, Caso Fernández Ortega yOtros vs. México. Excepción Preliminar, Fondo, Reparaciones y Costas. Sentenciade 30 de agosto de 2010. Serie C No. 215, párr. 234, Caso Rosendo Cantú y Otravs. México. Excepción Preliminar, Fondo, Reparaciones y Costas. Sentencia de 31de agosto de 2010. Serie C No. 216, párr. 219, Caso Ibsen Cárdenas e Ibsen Peñavs. Bolivia. Fondo, Reparaciones y Costas. Sentencia de 1º de septiembre de 2010.Serie C No. 217, párr. 202, Caso Vélez Loor vs. Panamá. Excepciones prelimina-res, fondo, reparaciones y costas.

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bros del Partido Comunista, con motivo de las operaciones reali-zadas por el Ejército, entre 1972 y 1975, con el objeto de erradicara la Guerrilha do Araguaia, cuando gobernaba Brasil la dictaduramilitar (1964–1985)11. El Supremo Tribunal Federal había declarado improcedente, por

siete votos a dos, la acción de incumplimiento planteada con la fi-nalidad de investigar los hechos al considerar que la Ley de Am-nistía 6683 representó, en su momento, una etapa necesaria en elproceso de reconciliación y redemocratización del país y que no setrató de una autoamnistía. La Corte IDH entendió que era com-petente para realizar el control de convencionalidad entre la ley deamnistía y la CADH, en forma contraria a lo sostenido previamentepor el Supremo Tribunal Federal. Dado que Brasil ha sido renuentea reconocer la fuerza supraconstitucional de la CADH12 y el valorfuertemente persuasivo de la jurisprudencia de la Corte IDH, re-sulta difícil prever qué posición asumirá con respecto a la sustan-cia de lo decidido en Gomez Lund (“Guerrilha do Araguaia”) con-tra Brasil, especialmente si se tiene en cuenta que la Corte IDH(párr. 49) condenó a Brasil a conducir eficazmente ante la jurisdic-ción ordinaria la investigación esclarecer los hechos antes referidosy determinar las correspondientes responsabilidades penales. En noviembre del 2011 Brasil creó por ley una Comisión de la

Verdad encargada de investigar las violaciones a los derechos hu-manos cometidos por durante la dictadura militar (1964-1985) queno cuenta con facultades para aplicar penas, lo cual significa uncumplimiento parcial de la sentencia dictada en Gomez Lund. En el segundo caso, Cabrera García y Montiel Flores contra Mé-

xico (2010)13 la Corte IDH volvió a defender el efecto fuertementepersuasivo de su jurisprudencia sobre el control de convencionali-dad. Los hechos tratados por la Corte IDH tienen relación con lasituación extremadamente delicada de México desde la declaración

40 Eduardo Oteiza

11 Según informaciones de la Iglesia Católica se produjeron en dicho período125 desapariciones forzadas.

12 El 3 de diciembre de 2008 el Superior Tribunal Federal de Brasil dicto la de-cisión HC 87.585/TO y RE 466.343/SP, por la cual reconoció que los tratados dederechos humanos valen más que la ley ordinaria. Sobre el desarrollo de la doc-trina del control de convencionalidad en Brasil ver: MAZZUOLI DE OLIVEIRA, V., OControle Jurisdicional da Convencionalidade das Lei, São Paulo, Editora Revistados Tribunais, 2009, en el cual formula un cuidadoso análisis constitucional sobrelos distintos efectos sobre la legislación interna de los tratados sobre derechos hu-manos y el resto de las convenciones internacionales.

13 La sentencia sobre excepciones preliminares, fondo, reparaciones y costasfue dictada por la Corte IDH el 26 de noviembre de 2010.

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de guerra contra la delincuencia organizada en el año 2007, que se-gún datos del gobierno generó casi 35.000 muertes en los últimoscinco años y la abierta crítica sobre los métodos utilizados por or-ganizaciones de derechos humanos14.Los hechos del caso se produjeron en un contexto de importante

presencia militar en el Estado de Guerrero, como respuesta estatalal narcotráfico y a grupos armados como el Ejército Zapatista deLiberación Nacional y el Ejército Popular Revolucionario. En unaacción del Ejército, que tuvo lugar el 2 de mayo de 1999, CabreraGarcía y Montiel Flores fueron sometidos a torturas mientras seencontraban detenidos y bajo custodia de miembros del Ejército.El proceso penal que se realizó en contra de Cabrera García y Mon-tiel Flores fue irregular y el Estado mexicano no fue diligente ensancionar a los responsables de los hechos por lo cual la Corte IDHlo consideró responsable de violar la CADH. La Corte IDH entendió que si bien el Estado tiene el derecho

y la obligación de garantizar su seguridad y mantener el orden pú-blico, su poder no es ilimitado, pues tiene el deber, en todo mo-mento, de aplicar procedimientos conformes a derecho y respetuo-sos de los derechos fundamentales a todo individuo que se en-cuentre bajo su jurisdicción (párr.87). La Corte IDH ha enfatizadoel extremo cuidado que los Estados deben observar al utilizar lasFuerzas Armadas como elemento de control de la protesta social,disturbios internos, violencia interna, situaciones excepcionales ycriminalidad común15. La Corte IDH volvió a sostener en su decisión en el caso Ca-

brera García y Montiel Flores contra México que los jueces y órga-nos judiciales vinculados a la Administración de Justicia deben te-ner en cuenta no solamente el tratado, sino también la interpreta-ción que del mismo ha hecho la Corte IDH, intérprete última de laCADH. Es preciso recordar que el pleno de la Suprema Corte de Mé-

xico también ha sido reticente en cuanto a la supraconstitucionali-dad de la CADH. Desde el punto de vista normativo, el control de convencionali-

dad tiene sustento en la asunción del compromiso internacional por

La doctrina de la Corte Interamericana 41

14 Ver Human Rights Watch, informe México, Ni seguridad ni derechos. Eje-cuciones, desapariciones y tortura en la “guerra contra el narcotráfico” de México,http://www.hrw.org/sites/default/files/reports/mexico1111spwebwcover.pdf

15 Eduardo Ferrer Mac-Gregor Poisot, al producir su voto razonado como juezad hoc, en Cabrera García y Montiel Flores vs. México, brinda una detallada ex-plicación sobre el control difuso de convencionalidad ex officio.

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los Estados parte de la CADH de cumplir con las decisiones de laCorte IDH (Arts., 68 y 63.1) Además, como la propia jurispru-dencia comentada lo ha subrayado, los Estados se han obligado arespetar los derechos establecidos por la CADH (art. 1) y com-prometido a adoptar, con arreglo a sus procedimientos constitucio-nales, las medidas legislativas o de otro carácter que fueren necesa-rias para hacer efectivos tales derechos y libertades (art. 2).La CADH expresamente establece que el fallo de la Corte IDH

será notificado a las partes y transmitido a los Estados parte, de allíque pueda sostenerse que lo decidido en el caso concreto tiene efec-tos de pauta persuasiva para las Cortes Superiores y para los jue-ces de las diversas instancias nacionales. Lo cual también se sustentaen una interpretación de buena fe, de acuerdo con el pacta sunt ser-vanta del art. 26 de la Convención de Viena sobre el derecho delos Tratados de 1969. Las disposiciones internas según el art. 27 dela citada Convención de Viena no pueden invocarse para incumplirel compromiso internacional. Si bien las razones normativas derivadas de la CADH y el Tra-

tado de Viena sustentan, no sin hacer una interpretación amplia delos arts. 62.3 y 63.1 de la CADH, la posición asumida por la CorteIDH, pueden surgir diversas objeciones tales como el reclamo delibertad interpretativa de las Cortes Superiores, denominado mar-gen de interpretación nacional sobre las normas constitucionalesque entran en tensión con las de la CADH. Se trata de los prime-ros pasos de un camino cuyo desarrollo dependerá en gran medidadel acierto de las decisiones de la Corte IDH y de la aceptación porparte de las Cortes Superiores de las ventajas de la unificación dela lectura sobre el alcance de los derechos humanos en AL.Resulta indispensable para que la doctrina del control de con-

vencionalidad se consolide es necesario que en primer lugar, comoapunta Sagüés16 (2009), que la Corte IDH haga un uso adecuado yponderado de su potestad de control y que las Cortes Superiores,y las estructuras judiciales nacionales, hagan un efectivo segui-miento de la jurisprudencia de la Corte IDH. Asimismo es im-prescindible también que la Corte IDH, como destaca Bazán17,

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16 SAGÜES, N, El “control de convencionalidad”, La Ley 2009-B-761.17 BAZÁN, V., La Corte Interamericana de Derechos Humanos y las Cortes Na-

cionales: acerca del control de convencionalidad y la necesidad de un diálogo in-terjurisdiccional sustentable, VII Congreso Mundial de la Asociación Internacio-nal de Derecho Constitucional, Constituciones y Principios, México 6/10 de di-ciembre de 2010.

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tenga presente los criterios de las Cortes Superiores, fomentandoen ambos planos un diálogo de consolidación y vigencia efectiva dela CADH. El uso prudente por parte de la Corte IDH de la doctrina del

“margen de apreciación nacional”18, desarrollada por la Corte Eu-ropea a partir del caso Handyside contra United Kindom (1976)19,es una de las válvulas de descompresión que permite flexibilizar larelación de la Corte IDH con las Cortes Superiores al reconocerque en los casos en que se encuentre comprometido el interés pú-blico de un Estado y no existan criterios uniformes de interpreta-ción, las jurisdicciones nacionales conservan autoridad para deter-minar el alcance de la protección en materia de derechos humanos.

3. La cultura angloamericana ha sido muy activa en la discusiónsobre el las facultades interpretativas de los jueces. Tribe20 recuerdaque se debate sobre el poder del juez de avanzar sobre el texto dela ley desde que el obispo Benjamín Hoadly le comentó al Rey deInglaterra en 1717 que quienquiera que posea una absoluta autori-dad para interpretar una ley escrita es el verdadero legislador y noquien primero la redactó. En Estados Unidos la Corte Suprema in-auguró en 1803 el control de constitucionalidad en el famoso casoMarbury vs. Madison21. Allí Marshall, ante las difíciles circunstan-cias políticas que enfrentaba, decidió que el último interprete cons-titucional era la Corte Suprema; ella debía analizar la correspon-dencia de los actos de los otros poderes con la Constitución. Losargumentos de Marshall, al justificar las razones que dotaban a laCorte Suprema del poder de fijar la lectura de la Constitución, de-ben ser leídos junto con la aceptación que los actores políticos y lasociedad de los Estados Unidos desarrolló sobre el respeto al pa-pel de la Corte Suprema como máximo intérprete constitucional. El prestigio de la Corte Suprema constituyó el soporte necesa-

rio para la consolidación del judicial review. Holmes22 sostenía que

La doctrina de la Corte Interamericana 43

18 La Corte IDH en la Opinión Consultiva 4/84 Propuesta de Modificación ala Constitución Política de Costa Rica Relacionada con la Naturalización recono-ció el margen de apreciación reservado al Estado (pár. 62).

19 http://www.worldlii.org/eu/cases/ECHR/1976/5.html. 20 TRIBE, L. H., God save this Honorable Court, Cambridge, 1985, pág. 41.21 1 Cranch 137, 2 L. Ed. 60.22 HOLMES, O. W., The common law, [1881], consultada la edición de Littel,

Brown & Company, Boston, 1963, pág. 5. Además de sostener que la vida de laley no ha sido lógica sino experiencia, agrega que: consiste en la necesidades sen-tidas de un tiempo, la moral prevaleciente y las teorías políticas, reconocidas o in-

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la vida de la ley no ha sido lógica sino experiencia… consiste en lanecesidades sentidas de un tiempo, la moral prevaleciente y las teo-rías políticas, reconocidas o inconscientes, así también los prejuiciosque los jueces comparten con otros hombres han tenido mucho másinfluencia que el silogismo en la determinación de las reglas sobrelas cuales los hombres deben ser gobernados. La ley representa eldesarrollo histórico de una Nación por muchos siglos y no puede sertratada sólo como axiomas y corolarios de un libro de matemáticas.Para saber qué es debemos saber qué ha sido y qué intenta ser. Esaposición se inscribe en una cultura jurídica como la angloamericanaque deposita una gran confianza en sus jueces.La referencia al nacimiento del control de convencionalidad per-

mite sostener que además de las lecturas estrictamente normativasdebe examinarse el contexto político y social en el que se desarro-lla, en el cual tiene gran incidencia el grado de confianza deposi-tada en los jueces para acompañar los cambios sociales. La respuestade Marshall desde una posición de debilidad política por la fuerzade sus argumentos al fijar la lectura de la Constitución le permitiófundar la capacidad de la Corte Suprema de los Estados Unidospara dar la última lectura de correspondencia entre la ley y los de-rechos constitucionales. Es posible trazar un paralelo entre aquel delicado momento polí-

tico de los Estados Unidos en el cual Marshall construyó las basespara el control de convencionalidad y las dificultades de AL para lo-grar dotar de efectividad a la CADH. La Corte IDH frente a pro-blemas tan trascendentes como las leyes de auto amnistía o las vio-laciones de los derechos humanos como consecuencia de la guerraplanteada por México contra el narcotráfico se pronuncia en favordel control de convencionalidad; lo cual supone tanto la primacia dela CADH como el efecto directo de sus disposiciones, además de ad-judicarse el papel de interprete final de la CADH. La consolidaciónde esos objetivos dependerá de un gran número de factores que exi-girían un estudio que no puede ser desarrollado en el presente en-sayo. Sin embargo es posible describir algunos factores que diferen-cian al sistema interamericano de protección de derechos humanosdel europeo y dar cuenta de los desarrollos en materia de reforza-

44 Eduardo Oteiza

conscientes, así también los prejuicios que los jueces comparten con otros hombreshan tenido mucho más influencia que el silogismo en la determinación de las re-glas sobre las cuales los hombres deben ser gobernados. La ley representa el des-arrollo histórico de una Nación por muchos siglos y no puede ser tratada sólo comoaxiomas y corolarios de un libro de matemáticas. Para saber qué es debemos saberqué ha sido y qué intenta ser.

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miento constitucional de la protección y de las muestras reconoci-miento de papel de la Corte IDH por las Cortes Superiores de AL.

4. La CADH (1969-1978)23 fue elaborada sobre el modelo delConvenio Europeo para la Protección de los Derechos Humanos yde las Libertades Fundamentales (1950-1953)24. Si bien puede afir-marse que los Estados de AL25 adoptaron un tratado de protecciónde los derechos humanos similar al elaborado por los Estados delConsejo de Europa, la diversidad del contexto político, económico,social y cultural de AL durante los últimos cuarenta años deter-minó que su desarrollo fuera disímil. No intentaré describir en forma exhaustiva la experiencia de Eu-

ropa y de AL en materia de protección de los derechos humanos.Me limitaré a marcar algunos contrastes entre la vida de uno y otrosistema.El primer aspecto que señalo es la diferente evolución institu-

cional, política y económica de Europa con respecto a AL durantela segunda mitad del siglo pasado. Los países de Europa, con difi-cultades y asimetrías, lograron consistencia en la vida institucionaly democrática entre la gran mayoría de los 47 Estados que actual-mente forman el Consejo de Europa26. AL, entre los años cincuenta y ochenta, vivió una etapa de go-

biernos autoritarios, de múltiples efectos negativos para sus socie-dades. Los derechos fundamentales a la vida y la libertad fueronsistemáticamente violados, durante esos años por la práctica estatalde desaparición forzada de personas. Una vez que AL logró iniciarun proceso marcado por el intento de consolidar gobiernos demo-cráticos, enfrentó serios problemas económicos, de desigualdad en-tre su población y debilidad institucional, lo cual incidió negativa-

La doctrina de la Corte Interamericana 45

23 La CADH fue adoptada por la II Conferencia Especializada de la OEA reu-nida en San José de Costa Rica en el año 1969. Recién en julio de 1978 entró envigor con el depósito del undécimo instrumento de ratificación. Actualmente 25Estados son adherentes a la CADH.

24 En mayo de 1949 se firmó en Londres el Estatuto del Consejo de Europa yel 4 de noviembre de 1950 se aprobó en Roma el Convenio Europeo para la pro-tección de los Derechos del Hombre y las Libertades Fundamentales, cuya entradaen vigor se produjo el 3 de setiembre de 1953, tras depositarse los primeros diezinstrumentos de ratificación.

25 Si bien la CADH fue adoptada por los Estados que integran la OEA paracaracterizar el sistema de protección de los derechos humanos entiendo apropiadoreferirme solamente a AL. Una razón determinante consiste en que ni EstadosUnidos ni Canadá han suscripto la CADH.

26 Con incidencia hoy sobre unos 813.000.000 de habitantes.

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mente sobre la consolidación del modelo de protección de los de-rechos humanos.En una Europa entonces dividida por las relaciones Este-Oeste,

el Convenio de Derechos Humanos fue la respuesta ante el horrorpor lo vivido durante la Segunda Guerra Mundial en un contextoque fue evolucionando con Estados que lograban estándares acep-tables de institucionalidad democrática, igualdad y progreso eco-nómico. La Europa unificada realizó significativos esfuerzos porelevar el respeto de los derechos humanos según estándares satis-factorios en comparación con otras latitudes. Los Estados de AL adoptaron la CADH27, en un escenario mar-

cado por las violaciones a los derechos humanos y por los prime-ros atisbos de intentar consolidar gobiernos democráticos. Si bienla CADH demostró ser un instrumento importantísimo de protec-ción, los problemas que padecía AL no se asemejaban a los que en-frentaba Europa. La historia de Europa y AL durante la segunda mitad del siglo

pasado es infinitamente más compleja28. Hablar de Europa y de ALes una forma de simplificación sólo justificada por la necesidad deencontrar parámetros de referencia para explicar fenómenos parti-culares. La diversidad de contextos planteada sólo desde sus rasgosmás evidentes permite ver cómo textos positivos similares se en-cuentran afectados por la evolución en circunstancias sociales, ins-titucionales, culturales, económicas y políticas, nítidamente diver-sas. Esquemas normativos parecidos en sus inicios sufren evolucio-nes diversas, producto del ambiente en el cual se desarrollan. El segundo elemento que debe destacarse es la diversidad de

carga de trabajo entre ambas Cortes Supranacionales. La adopcióndel Protocolo nro. 11, que permitió el acceso directo de los indivi-duos al sistema de protección, determinó que entre 1998 y 2008 sepidiera la intervención de la Corte Europea en aproximadamente280.000 casos, de los cuales cerca de 180.000 lograron superar loscontroles de admisibilidad29. En el sistema interamericano sólo los

46 Eduardo Oteiza

27 21 de los 25 Estados que adhirieron a la CADH reconocieron la competen-cia contenciosa de la Corte IDH. La población actual de esos 21 Estados es deunos 500.000.000 de habitantes.

28 La perspectiva utilizada omite hacer referencia a fenómenos de singular tras-cendencia como la guerra fría que dividió a Europa y tuvo múltiples repercusio-nes en AL, con la finalidad de poner de relieve las notas singulares de cada sis-tema de protección de los derechos humanos y sus proyecciones.

29 Ver la evolución en la carga de trabajo de la Corte Europea luego de la apro-bación del Protocolo nro. 11 en European Court of Human Rights, (2008). Ten

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Estados y la Comisión IDH tienen acceso a la Corte IDH. La Co-misión IDH recibió entre 2000-2010 unas 13.300 denuncias y soli-citó la intervención de la Corte IDH en 116 casos30. Mientras el sistema europeo permite un acceso directo de los in-

dividuos, en AL el filtro de la Comisión lo limita. Superar en ALel actual estadio exigiría dotar a la Corte IDH de una estructuraacorde con el desafío. Mantener la actual organización de la CorteIDH supone una importante restricción en cuanto a la eficiencia delmecanismo de protección.La Corte Europea cuenta con un número de jueces equivalente

al número de Estados que integran el Consejo Europeo. Integranla Corte IDH siete jueces nombrados por la Asamblea de la OEA(Arts. 52 a 56 de la CADH).La tercera distinción que formulo se refiere a la diversidad en la

dinámica de uno y otro sistema. La Corte Europea dictó su pri-mera sentencia en el año 1961 en el caso Lawless contra Irlanda31vinculada con la responsabilidad del Estado al actuar sobre actos deterrorismo. Se examinó allí la detención sin proceso judicial de unmiembro del IRA, problema relevante en Europa en el momentoen que fue decidido. En cambio, la Corte IDH pronunció su primera decisión sobre

el fondo en 1988 en el caso Velásquez Rodríguez contra Hondu-ras32. Velásquez Rodríguez era un estudiante de la Universidad Na-cional Autónoma de Honduras que fue apresado en forma violenta(1981), sin mediar orden judicial de captura, en Tegucigalpa pormiembros de la Dirección Nacional de Investigaciones y de lasFuerzas Armadas. La sentencia de la Corte IDH debió examinar enese caso la política de desaparición forzada de personas, imple-mentada por Honduras. Los casos Lawless y Velásquez Rodríguez tienen en común que

en ellos se decidieron cuestiones sobre derechos humanos crucialesen cada uno de sus respectivos contextos institucionales y políticos.

La doctrina de la Corte Interamericana 47

years of the “new” European Court of Human Rights 1998-2008. Recuperado dehttp://www.echr.coe.int. Son interesantes los comentarios a los controles de admi-sibilidad del sistema europeo formuladas por SAROLÉA, S. A critical look at directaccess to the single court: a practitioner’s perspective, en el citado seminario, pp.23-33.

30 Informe Anual de la Comisión Interamericana de Derechos Humanos 2010,http://www.cidh.oas.org/annualrep/2010sp/indice2010.htm.

31 Ver el comentario a la decisión y su relación con otras decisiones referidasa terrorismo JANIS, M., KAY, R. Y BRADLEY, A.(1995). European Human RightsLaw. (pp. 358-361), Oxford: Oxford University Press.

32 En: www.corteidh.or.cr/docs/casos/articulos/seriec_04_esp.doc.

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La trascendencia de ambos casos puede ser analizada desde la re-percusión para el conjunto del sistema de protección. Los dos tri-bunales supranacionales en sus primeras sentencias abordaron te-mas cruciales que afectaban derechos vinculados a temas claramentesensibles para los Estados. En Lawless como en Velásquez Rodrí-guez las cortes de derechos humanos reafirmaron su autoridad alpronunciarse sobre prácticas de los Estados que despertaban unaprofunda preocupación. Entre 1961 y 1998 la Corte Europea dictó 837 sentencias. El nú-

mero de decisiones creció notablemente luego de la entrada en vi-gencia del Protocolo nro. 11. En el período 1998-2008 la Corte Eu-ropea decidió unos 10.000 casos33. La Corte IDH entre 1989 y 2009 se pronunció en 211 casos.El cuarto factor al que me referiré es el respaldo económico de

uno y otro sistema. El presupuesto de la Corte Europea para el2011 es de € 58.960.100, el cual contrasta con el de la Corte IDH,que para el 2011, es de US$ 2.058.100. El respaldo económico de los Estados por intermedio de la OEA

a la Corte IDH muestra el relativo apoyo a su desarrollo como ór-gano jurisdiccional de control. El éxito de la Corte IDH en la pro-tección de los derechos humanos requiere superar problemas es-tructurales y de recursos. El tema del presupuesto de la Corte IDHdebería ser analizado con atención, debido a la particular relevan-cia del sistema de protección en AL.El texto de ambas convenciones es muy similar. Desde el punto

de vista normativo las semejanzas entre el Convenio Europeo parala Protección de los Derechos Humanos y la CADH son muy fuer-tes. No obstante la dinámica de uno y otro presenta diferencias no-torias producto de los ambientes culturales, políticos, sociales y cul-turales en que cada uno se ha desarrollado. Cada uno responde a lascaracterísticas particulares de cada momento histórico. El balancesobre los sistemas debe hacerse de acuerdo con la propia dinámicade su evolución. La AL de hoy es muy distinta de aquella de losaños setenta y ochenta. El contexto de la primer década del nuevosiglo presenta una AL con problemas institucionales en un buen nú-mero de sus Estados pero con democracias representativas consoli-dadas además de con un progreso destacable en el campo econó-mico. La doctrina del control de convencionalidad se produce en unescenario difícil pero que muestra algunas señales positivas. Me re-

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33 Las estadísticas de la Corte Europea pueden consultarse en The European Courtof Human rights in facts and figures 2010. Recuperado de http://www.echr.coe.int.

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feriré a dos de ellas. La primera es el progresivo remozamiento delas cartas constitucionales y el segundo la paulatina recepción porparte de las Cortes Superiores de la doctrina de la Corte IDH.

5. Algunos países de AL incorporaron reformas a sus Constitu-ciones que fortalecieron el deber de los Estados de respetar los de-rechos humanos y resolvieron la prelación normativa a favor de losinstrumentos supranacionales de protección. A principios de los años noventa las reformas a las Constitu-

ciones de Colombia (Constitución de 1991, Art. 94) y Perú (Cons-titución de 1993, disposición final y transitoria cuarta) establecie-ron que la interpretación del alcance de los derechos debe tener encuenta las convenciones internacionales firmadas por los Estados yparticularmente la DUDH. La reforma a la Constitución Argentinade 1994 le otorgó a través del Art. 75 inc. 22 jerarquía constitucio-nal a la DADH, la DUDH y la CADH, entre otros tratados de de-rechos humanos. La Constitución de Venezuela de 1999, mediantelos Arts. 23 y 256, estableció que los pactos y convenciones sobrederechos humanos tienen jerarquía constitucional y prevalecen enel orden interno, en la medida que contengan normas sobre su gocey ejercicio más favorables. La enmienda constitucional 45 de 2004en Brasil (Art. 5º, § 3º) dispuso que los tratados y convenciones so-bre derechos humanos son considerados equivalentes a las reformasconstitucionales. La Constitución de Ecuador de 2008 consagró enel Art. 417 el principio pro homine (Carpizo, 2009) y la aplicacióndirecta e inmediata de los instrumentos internacionales de derechoshumanos. El referido principio puede ser entendido como el crite-rio de interpretación consistente en acudir a la norma más ampliade interpretación con la finalidad de reconocer los derechos prote-gidos. El principio favor livertatis supone entender la norma en elsentido más favorable a la libertad en juego. La Constitución deBolivia de 2009 reconoció (Art. 13, IV) la prevalencia de los trata-dos y convenios internacionales sobre derechos humanos.Las reformas constitucionales reseñadas indican una línea pro-

gresiva de tendencia de los Estados de AL que reconoce la impor-tancia de adecuar el orden interno a los compromisos internacio-nales en materia de derechos humanos. La influencia de los tribunales de derechos humanos fue destacada

por Fix Zamudio (1998)34 al comentar que si bien tienen carácter in-

La doctrina de la Corte Interamericana 49

34 FIX ZAMUDIO, HÉCTOR (1998). Trans-National Aspects of Procedural Law. Ac-tas del Congreso Mundial de Taormina de 1995 (p. 185). Milán: Giuffrè Editore.

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ternacional y sus decisiones, aun cuando obligatorias no son ejecutivasen forma directa en el ámbito interno, asumen una considerable in-fluencia, en virtud de que son cada vez más numerosos los ordena-mientos nacionales que no sólo otorgan jerarquía superior a los trata-dos ratificados por los Estados respectivos, sino inclusive brindan na-turaleza constitucional o equivalente, por lo que los jueces y tribuna-les internos aplican cada vez con más frecuencia, algunos incluso pormandato constitucional, tanto los derechos consagrados en dichos ins-trumentos supranacionales como la interpretación que de los preceptosde dichos tratados realizan los citados tribunales de derechos humanos.

6. Las Cortes superiores de AL35 paulatinamente han ido reco-nociendo tanto la jerarquía normativa de la CADH como el valorde la jurisprudencia de la Corte IDH.En ese sentido, la Corte Suprema de Justicia de Costa Rica (Voto

2313-1995, Considerando VII) sostuvo que la jurisprudencia de laCorte IDH al interpretar la CADH tiene – en principio – el mismovalor de la norma interpretada. La Corte Constitucional de Colombia (Sentencia C-010/2000,

párr. 6ha.) adoptó una posición similar al entender que debido aque la Constitución señala que los derechos y deberes constitucio-nales deben interpretarse de conformidad con los tratados interna-cionales sobre derechos humanos ratificados por Colombia la ju-risprudencia de las instancias internacionales, encargadas de inter-pretar esos tratados, constituye un criterio hermenéutico relevantepara establecer el sentido de las normas constitucionales sobre de-rechos fundamentales.La Suprema Corte de Justicia de República Dominicana (Reso-

lución 1920-2003) formuló una adhesión a los precedentes de laCorte IDH sin reservas. Sostuvo que es de carácter vinculante parael Estado dominicano, y, por ende, para el Poder Judicial, no sólola normativa de la CADH sino las interpretaciones dadas por losórganos jurisdiccionales, creados como medios de protección. El Tribunal Constitucional del Perú (21.07.2006, fundamento 12)

siguió un criterio similar al de la Suprema Corte de Justicia de Re-

50 Eduardo Oteiza

35 Han establecido Cortes Constitucionales que integran el Poder Judicial, enColombia y Bolivia. Chile, Ecuador, Guatemala y Perú las han creado fuera delPoder Judicial. Las Cortes Supremas de Costa Rica, Honduras, El Salvador, Ni-caragua, Paraguay y Venezuela adoptaron salas constitucionales. Argentina, Bra-sil, México, Panamá, República Dominicana y Uruguay han mantenido Cortes Su-premas o Tribunales Supremos que priorizan la defensa del orden constitucional.

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pública Dominicana al concluir que la vinculatoriedad de las sen-tencias de la Corte IDH no se agota en su parte resolutiva, la cualalcanza sólo al Estado que es parte en el proceso, sino que se ex-tiende a su fundamentación o ratio decidendi incluso en aquelloscasos en los que el Estado peruano no haya sido parte. En efecto,la capacidad interpretativa y aplicativa de la CADH que tiene laCorte IDH, reconocida en el Art. 62.3 de dicho tratado, sumada almandato constitucional de la Cuarta Disposición Final Transitoria,hace que la interpretación de la normativa de la CADH que se re-aliza en todo proceso, sea vinculante para todos los poderes públi-cos internos, incluyendo, desde luego, al Tribunal Constitucional.El mismo Tribunal Constitucional en el caso Colegio de Aboga-

dos del Callao contra Congreso de la República (2007) ratificó laanterior decisión al entender que hay una vinculación directa entrela Corte IDH y el Tribunal Constitucional; … vinculación que tieneuna doble vertiente: por un lado, reparadora, pues interpretado elderecho fundamental vulnerado a la luz de las decisiones de laCorte, queda optimizada la posibilidad de dispensársele una ade-cuada y eficaz protección; y, por otro, preventiva, pues mediante suobservancia se evitan las nefastas consecuencias institucionales queacarrean las sentencias condenatorias de la Corte Interamericana deDerechos Humanos para la seguridad jurídica del Estado peruano(Fundamento 26).La Corte Suprema de Justicia de Argentina, con líneas de inter-

pretación no siempre uniformes, cuyas variaciones y contradiccio-nes aquí no puedo desarrollar, ha reiterado en diversas sentenciasque la interpretación de la CADH debe guiarse por la jurispru-dencia de la Corte IDH (Caso Ekmekdjian, 1992) y recientementeen el caso Mazzeo (2007)36, adhirió a la jurisprudencia de la CorteIDH sobre el control de convencionalidad desarrollado en el casoAlmonacid Arellano contra Chile (2006).

La doctrina de la Corte Interamericana 51

36 Los antecedentes del caso Mazzeo se vinculan con el debate sobre la cons-titucionalidad del Decreto N° 1002/89 mediante el cual el Presidente Menem in-dultó a Riveros, quien junto con a otras personas se encontraba sometido a unproceso penal acusado de homicidios, privaciones de la libertad, tortura y otrosdelitos cuya comisión se habría producido durante el gobierno militar (1976-1983)como parte del plan sistemático de desaparición forzada de personas. La Corte Su-prema de Argentina al decidir el caso, aplicó la doctrina de la Corte IDH en elcaso Barrios Altos, que sostiene que son inadmisibles las disposiciones de pres-cripción o cualquier obstáculo de derecho interno mediante el cual se pretenda im-pedir la investigación y sanción de los responsables de las violaciones de derechoshumanos

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Sostuvo allí la Corte Suprema argentina que la Corte IDH ha se-ñalado que:… es consciente que los jueces y tribunales internos estánsujetos al imperio ley y, por ello, están obligados a aplicar las dispo-siciones vigentes en el ordenamiento jurídico. Pero cuando un Estadoha ratificado un tratado internacional como la Convención Ameri-cana, sus jueces, como parte del aparato del Estado, también están so-metidos a ella, lo que les obliga a velar por que los efectos de las dis-posiciones de la Convención no se vean mermados por la aplicaciónde leyes contrarias a su objeto y fin, y que desde un inicio carecen deefectos jurídicos”. En otras palabras, el Poder Judicial debe ejerceruna especie de “control de convencionalidad” entre las normas jurí-dicas internas que aplican en los casos concretos y la ConvenciónAmericana sobre Derechos Humanos. En esta tarea, el Poder Judi-cial debe tener en cuenta no solamente el tratado, sino también la in-terpretación que del mismo ha hecho la Corte Interamericana, intér-prete última de la Convención América (Considerando 22).El Tribunal Constitucional de Bolivia (10.05.2010, apartado

III.3), con similar orientación que los precedentes antes citados, en-tendió que la jurisprudencia de la Corte IDH integra el bloque deconstitucionalidad y debe ser respetada en razón de la competen-cia que le asignó la CADH y la doctrina del efecto útil de las sen-tencias sobre derechos humanos.Los fallos citados muestran sólo una cierta tendencia de algunas

Cortes Superiores sobre la jerarquía de la CADH y el valor al per-suasivo de las sentencias de la Corte IDH. Se trata de una línea deinterpretación en la cual no están ausentes las disidencias. En esesentido, cabe mencionar que el pleno de la Suprema Corte de Jus-ticia de México (Tesis IX/2007) no adhirió a la línea jurispruden-cial que he comentado al interpretar que el art. 133 de la Consti-tución Política impone considerar que los tratados internacionalesse ubican jerárquicamente por debajo del texto constitucional y porencima de las leyes generales.

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37 La Corte IDH, el Instituto de Investigaciones Jurídicas de la UniversidadNacional Autónoma de México –UNAM- y el Instituto Interamericano de Dere-chos Humanos han coincidido sobre la importancia de difundir las sentencias delas Cortes Superiores de AL que siguen la jurisprudencia de la Corte IDH. El tí-tulo de la revista es Diálogo Jurisprudencial (http://www.catalogoderevi -stas.unam.mx/inte rio res/d/d_juris.html) lo cual coloca a la Corte IDH y a las Cor-tes Superiores en una suerte de intercambio de interpretaciones sobre el alcancede los derechos previstos en la CADH. Desde el año 2006 en que salió el primernúmero se han publicado ocho revistas que contienen sentencias de Cortes Supe-riores que citan la jurisprudencia de la Corte IDH.

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7. La tendencia evidenciada por las decisiones citadas permiteobservar que hay una tendencia de las Cortes Superiores a recono-cer cierta relación vertical con respecto a la Corte IDH debido a sucarácter de intérprete final del sentido de la CADH, en el marcode un diálogo entre ellas y la Corte IDH. Desde luego hay dife-rencias entre las Cortes Superiores sobre el alcance de la jurispru-dencia de la Corte IDH. Sin embargo, y más allá de los matices,resulta relevante que tanto la Corte IDH como las Cortes Supe-riores de AL intenten darle cierta homogeneidad a la lectura de laCADH37. Las ideas del dualismo han sido superadas por la visión monista

que integra la interpretación internacional y nacional del derechoen una apertura hacia la diversidad de fuentes y al multinivel deellas. Las decisiones en los distintos grados de las jurisdicciones na-cionales como en las instancias supranacionales tienden a influen-ciarse recíprocamente en una lectura evolutiva del derecho conven-cional y constitucional.

La Corte IDH con su doctrina sobre el control de convencio-nalidad intenta, en palabras de Ferrajoli (1999), “constitucionalizarel derecho internacional” (p. 152), al destacar la relevancia directade la CADH como derecho interno de jerarquía equivalente alconstitucional y llamar la atención de las Cortes Superiores sobresu rol de intérprete final del alcance de los derechos humanos. La doctrina sobre el control de convencionalidad difuso ex offi-

cio se encuentra fundada en un movimiento constitucional que haaceptado la importancia de la CADH en el orden interno y en de-cisiones de las cortes superiores que han seguido las interpretacio-nes de la Corte IDH. Las normas de la CADH y el derecho inter-nacional brindan argumentos que dan sustento a la posición elabo-rada por la Corte IDH.Sin embargo, la Corte IDH no obstante sus más de dos décadas

de funcionamiento efectivo, tratando casos contenciosos, ha dictadosólo unas 200 sentencias debido a los límites previstos en la CADHal acceso a los individuos y a la prudencia de la Comisión IDH endenunciar a los Estados. Una expansión de la Corte IDH requerirárepensar el soporte de presupuestario que los Estados, por inter-medio de la OEA, deben aportar y el número de jueces requeridospara afrontar una tarea mayor. La doctrina del control difuso de convencionalidad coloca a la

Corte IDH en el vértice de interpretación del contenido de los de-rechos humanos en AL. Resta, no obstante, ver la lectura que enparticular las Cortes Superiores y en general los jueces de AL rea-licen del control de convencionalidad en un diálogo con la Corte

La doctrina de la Corte Interamericana 53

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IDH a los efectos de determinar en los casos concretos la efectivavigencia de la CADH. Es también necesario observar si los Esta-dos se allanan a cumplir efectivamente con las obligaciones im-puestas por la CADH.

54 Eduardo Oteiza

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5.Problèmes et perspectives de la Cour de cassation française

LOÏC CADIET*

Sommaire: 1. Introduction. – I. L’évolution des missions de la Cour de cassa-tion: 2. Définition des missions du juge de cassation. – 3. Identification de l’of-fice juridictionnel de la Cour. – II. Le juge de cassation à l’épreuve de ses mé-thodes: 4. Méthodes de fonctionnement. – 4.1. L’accès au juge de cassation. –4.2. Le jugement des pourvois. – 5. Méthodes d’organisation. – 5.1. L’organisa-tion interne. – 5.2. L’organisation externe.

1. Le Code français de l’organisation judiciaire contient un articleaux termes duquel: « Il y a, pour toute la République, une Cour decassation » (art. L. 411-1 du Code de l’organisation judiciaire). Unautre article précise de son côté que: « La Cour de cassation a sonsiège à Paris » (art. L. 411-1 du Code de l’organisation judiciaire)1.Comme beaucoup d’autres systèmes judiciaires, la justice civile

française se présente sous la forme d’une pyramide comportanttrois niveaux: le premier niveau est celui des juridictions de pre-mière instance, qui accueillent l’ensemble des litiges civils n’ayantpas fait l’objet d’un règlement extrajudiciaire; le deuxième niveauest celui des juridictions d’appel, qui peuvent être saisies des juge-ments de première instance prononcés en premier ressort et àcharge d’appel, c’est-à-dire au-delà de 4000 €. Ces juridictions depremière et de deuxième instances sont appelées les juridictions dufond, parce qu’elles connaissent du fond des affaires et tranchentdonc le litige qui leur est soumis2. Le troisième et dernier niveauest celui de la Cour de cassation qui est donc la plus haute juridic-tion en matière civile et en matière pénale3. Sur son site officiel, laCour de cassation se présente d’ailleurs comme « la plus haute ju-ridiction de l’ordre judiciaire français »4.

* Université La Sorbonne – Paris 11 Sur l’île de la Cité, au 5 quai de l’Horloge, dans le 1er arrondissement de Paris. 2 Voir par exemple l’article L. 311-1, alinéa 2 du Code de l’organisation judi-

ciaire: «La cour d’appel statue souverainement sur le fond des affaires».3 Articles L. 411-1 à L. 451-2 du Code de l’organisation judiciaire.4 http://www.courdecassation.fr.

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Traditionnellement, la Cour de cassation n’a, en revanche, au-cune compétence en matière constitutionnelle, qui relève duConseil constitutionnel 5, ni en matière administrative, qui relèvedu Conseil d’Etat 6. N’ayant pas de compétence constitutionnelleet n’étant pas la seule juridiction supérieure de l’ordre juridiction-nel, la Cour de cassation n’est donc pas, à proprement parler, unecour suprême7; ne méritent vraiment cette appellation que les juri-dictions de dernière instance qui, à l’instar de la Cour suprême desEtats-Unis d’Amérique, ont le monopole du pouvoir de juger enqualité de juge ordinaire et de juge constitutionnel; il est donc plusexact de dire que la Cour française de cassation est juridiction su-prême dans son ordre, juridiction judiciaire suprême8. Mais ellen’est pas davantage une juridiction ordinaire puisqu’elle ne tranchepas les litiges et ne connaît pas, en principe, du fond des affairescomme peuvent en connaître les juridictions de première instanceet d’appel. Telle est la singularité historique de la Cour de cassationen France. De nombreux facteurs sont cependant à l’origine, depuis

quelques années, d’une évolution importante dont il est difficile demesurer encore l’exacte ampleur. Ces facteurs, qui ne sont paspropres à la France, sont hétérogènes et complexes. Les uns sontde nature économique, ou quantitative, et résultent, pour l’essen-tiel, du nombre très important de recours en cassation auxquels laCour de cassation doit faire face. L’augmentation des recours for-més devant les juridictions judiciaires suprêmes a engendré la mêmenécessité d’endiguer le flot afin de permettre à la plus haute juri-diction d’accomplir sa mission dans un délai raisonnable de juge-

56 Loïc Cadiet

5 Voir G. CARCASSONNE, V° Conseil constitutionnel, in L. Cadiet (sous la di-rection de), Dictionnaire de la justice, Paris, Presses Universitaires de France, 2004.

6 Voir D. TRUCHET, V° Conseil d’Etat, in L. Cadiet (sous la direction de), Dic-tionnaire de la justice, précité. Par conséquent, la loi a prévu une juridiction adhoc pour trancher les conflits de compétence entre les juridictions judiciaires et lesjuridictions administratives. Cette juridiction est le Tribunal des conflits: voir ar-ticles R. 771-1 et R. 771-2 Code de la justice administrative (CJA) et, sur les pro-blèmes particuliers soulevées par cette juridiction atypique, voir P. GONOD ET L.CADIET (sous la direction de), Le Tribunal des conflits, Paris, Dalloz, 2009.

7 Voir, là-dessus, L. CADIET, J. NORMAND ET S. AMRANI-MEKKI, Théorie géné-rale du procès, Paris, Presses Universitaires de France, 2010, spécialement n° 33:«Théorie politique» et n° 293: «Théorie juridique». – Comp. L. FAVOREU, V° Coursuprême, in L. Cadiet (sous la direction de), Dictionnaire de la justice, précité.

8 Ce que dit expressément le Code de la justice administrative pour le Conseild’Etat, à l’article L. 111-1 du Code de la justice administrative: «Le Conseil d’Etatest la juridiction administrative suprême».

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ment. Les autres facteurs sont de nature plus qualitative, ou poli-tique, au sens de la politique juridique et institutionnelle, et tien-nent principalement au développement de la protection des droitsfondamentaux. Cette protection est assurée au moyen d’un doublecontrôle de conventionalité et de constitutionnalité des lois aux-quels la Cour de cassation est associée dans un jeu complexe d’in-teractions juridictionnelles impliquant d’autres juridictions natio-nales (Conseil constitutionnel, Conseil d’Etat) et européennes(Cour européenne des droits de l’homme, Cour de justice del’Union européenne). D’autres pays, comme l’Allemagne et l’Italie,ont été confrontés à cette situation qu’ils connaissent bien et aux-quels ils ont apporté des réponses que la France a tout intérêt à exa-miner de près. En quelque sorte, la Cour de cassation n’est plusaussi suprême dans son ordre car l’ordre des juridictions judiciairesest inséré dans un espace juridictionnel qui le dépasse.Pour prendre la mesure de ces défis, il n’est pas inutile de savoir

que le personnel ordinaire de la Cour de cassation se compose demagistrats du siège, de magistrats du Parquet, de greffiers et d’au-diteurs. Les magistrats du siège sont le premier président, les pré-sidents de chambre (au nombre de sept), les conseillers (au nombrede 88) et les conseillers référendaires (au nombre de 65), soit 160magistrats du siège exerçant des fonctions juridictionnelles. Cettecomposition est bien sûr à mettre en relation avec le nombre de dé-cisions que rend la Cour de cassation en une année. Il n’est pas pos-sible, autrement, de comprendre la place et le rôle de la Cour decassation dans le système de justice. Ainsi, en 2009, la Cour de cas-sation a prononcé 20.402 décisions en matière civile et 8.192 en ma-tière pénale, soit environ un nombre moyen de 178 décisions paran et par magistrat, ce qui est un chiffre élevé pour une juridictionsituée au sommet de la hiérarchie judiciaire, même si toutes ces dé-cisions n’ont pas la même valeur, ni la même portée. Les problèmes auxquels est confrontée la Cour française de cas-

sation touchent bien sûr d’autres systèmes judiciaires. La questionest d’une grande actualité comme en témoigne la création, en 2004,du Réseau des présidents des cours suprêmes judiciaires de l’Unioneuropéenne. Le mois dernier, à l’occasion du 20ème anniversaire del’Association européenne des barreaux des cours suprêmes, la Courfrançaise de cassation accueillait un colloque sur le juge de cassa-tion en Europe, organisé par l’Ordre des avocats au Conseil d’Etatet à la Cour de cassation, avec le concours de la Société de législa-tion comparée et l’Association Henri Capitant. Et, ici même en Ita-lie, la première livraison de l’Annuario di diritto comparato e distudi legislativi pour l’année 2011 porte, dans une perspective com-

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parative, sur « Le nouveau rôle des cours suprêmes dans leur en-vironnement politique et institutionnel », auquel j’ai contribué avecun article intitulé: « Le rôle institutionnel et politique de la Courde cassation en France: tradition, transition, mutation ? », ce quim’évitera d’avoir à faire certains développements dans mon exposéd’aujourd’hui9.En cette année 2011, le moment est donc bien choisi pour faire

le point sur les missions du juge de cassation et les méthodes qu’ilmet en œuvre pour les accomplir: les missions influencent les mé-thodes; les méthodes peuvent contrarier ou, au contraire, favoriserles missions. Ces jeux de miroir autorisent quelques observationssur ce que disent aujourd’hui de la Cour française de cassationl’évolution de ses missions (I) comme celle de ses méthodes (II).

I – L’évolution des missions de la Cour de cassation

2. Deux questions doivent être abordées ici: d’abord, celle de ladéfinition des missions de la Cour de cassation; ensuite, celle del’identification de son office juridictionnel.L’habitude a été prise de distinguer deux missions différentes du

juge de cassation: une mission dite disciplinaire, qui consiste àveiller au respect de la loi, et une mission dite normative, qui a pourobjet d’assurer l’unité du droit. La loi française met explicitementen avant la première mission à l’article 604 du Code de procédurecivile qui dispose: « Le pourvoi en cassation tend à faire censurerpar la Cour de cassation la non-conformité du jugement qu’il at-taque aux règles de droit ». Mais la Cour française de cassation n’ajamais méconnu la seconde mission qu’implique sa position ausommet de la justice judiciaire, ce qui postule une fonction d’har-monisation de l’application du droit sur l’ensemble du territoire na-tional.

A priori, ces deux missions ne sont pas discutables dans leurprincipe, pas plus la mission d’assurer l’unité du droit que celled’assurer le respect de la loi, même si la Cour de cassation, qui s’ap-pelait alors le Tribunal de cassation, a été instituée, en 1791, pourcensurer la violation des lois. A partir du moment où, en 1804, leCode civil a fait obligation au juge de statuer en toute hypothèse,

58 Loïc Cadiet

9 L. CADIET, Le rôle institutionnel et politique de la Cour de cassation en France:tradition, transition, mutation?, Annuario di diritto comparato e di studi legisla-tivi, 2011, vol. 1.

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y compris dans le silence, l’obscurité ou l’insuffisance de la loi10, ilne pouvait qu’exercer un rôle créateur de droit, d’abord par voied’interprétation, puis par affirmation de principes et il est normalque cette création ait pris en compte les nécessités économiques, so-ciales et techniques du temps présent, ce qui, dans la mission nor-mative, renvoie plus précisément à la fonction de développementou de modernisation du droit. C’est ainsi qu’à la fin du 19ème siècle,la Cour de cassation a pu poser un principe de responsabilité gé-néral du fait des choses, à partir de l’article 1384, al. 1er du Codecivil qui n’avait pas été conçu pour cela. Cette mission est plus oumoins admise dans tous nos pays, avec une mention toute particu-lière pour l’Allemagne; le juge français de cassation s’y est égale-ment engagé. Dans une recommandation du 7 février 1995, leConseil de l’Europe a du reste recommandé qu’en matière civile etcommerciale, les décisions de justice puissent faire l’objet d’un re-cours réservé aux affaires « qui contribueraient au développementdu droit ou à l’uniformisation de l’interprétation de la loi ».Les difficultés sont ailleurs.Une première difficulté tient à la manière dont ces missions ont

été qualifiées, disciplinaire d’un côté et normative de l’autre. Cesqualifications, en effet, ne sont pas aussi fermes et limpides qu’il yparaît de prime abord. La mission disciplinaire est souvent assimi-lée au contrôle de légalité. Mais ce contrôle peut tout aussi bien êtreréféré à la protection de la légalité, qui est tournée vers le passé, qu’àla promotion de la légalité, qui est tournée vers le futur, ce quiévoque déjà la mission normative. C’est du reste les arrêts de cas-sation pour violation de la loi qui sont les supports privilégiés dela mission normative de la Cour de cassation. Quant à cette mis-sion normative, elle vise certes la formulation d’une norme géné-rale et abstraite dans les motifs de la décision du juge de cassation,soit par voie d’interprétation, soit par définition d’un principe: encela, le juge de cassation exerce une fonction jurisprudentielle quien fait une source de droit, mais elle peut tout aussi bien se référerau jugement qui se prononce dans son dispositif sur la pertinencedu pourvoi soumis en l’espèce au juge de cassation: en cela, si safonction n’est que juridictionnelle, le juge de cassation n’en est pasmoins le législateur du cas particulier; il édicte une norme catégo-rique, particulière et concrète, pour le litige qui lui est soumis.

Problèmes et perspectives de la Cour de cassation française 59

10 Art. 4 du Code civil: «Le juge qui refusera de juger, sous prétexte du silence,de l’obscurité ou de l’insuffisance de la loi, pourra être poursuivi comme coupablede déni de justice».

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A quoi s’ajoute une deuxième difficulté, qui tient au principemême de la distinction des deux missions. Cette distinction est uneconstruction doctrinale, à visée didactique. En pratique, ces deuxmissions sont indissociables: c’est en exerçant son rôle de censeurque la Cour de cassation crée du droit; le contrôle passe nécessai-rement avant la régulation. La Cour de cassation doit toujoursprendre appui sur une affaire particulière pour poser une règle àvocation générale; c’est toujours à l’occasion d’un litige en particu-lier que le juge de cassation dit le droit tel qu’il aurait dû être ap-pliqué et, parfois, tel qu’il aurait dû être préalablement interprété;c’est de cette contrainte processuelle que naît l’unité de ses mis-sions, sinon l’unicité de sa mission, rétrospective et réactive quandil s’agit de sanctionner l’application incorrecte du droit (missiondisciplinaire), prospective et proactive quand, au surplus, il s’agit dedire ce droit incorrectement appliqué (mission normative)11.Le lien est donc très étroit entre ces deux facettes de la mission

du juge de cassation, même si leur importance respective peut va-rier: par exemple, la mission disciplinaire est quantitativement plusimportante en France qu’en Allemagne, au moins depuis que le sys-tème allemand a été réformé en 2002. Mais ce lien est plus ou moinsétroit. En France, un relâchement s’observe ainsi lorsque la Courde cassation n’est pas requise de se prononcer sur les mérites d’unpourvoi. Tel est le cas quand elle est incidemment saisie de la trans-mission éventuelle d’une question prioritaire de constitutionnalitéau Conseil constitutionnel12 et, plus encore, quand elle est saisied’une demande d’avis de droit formulée par une juridiction du fonden dehors de tout pourvoi en cassation13. Dans cette dernière hy-

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11 Rapprocher M. TARUFFO, Le funzioni delle corti supreme. Cenni generali,Annuario di diritto comparato e di studi legislativi, 2011, vol. 1.

12 Art. 61-1 de la Constitution française: «Lorsque, à l’occasion d’une instanceen cours devant une juridiction, il est soutenu qu’une disposition législative porteatteinte aux droits et libertés que la Constitution garantit, le Conseil constitution-nel peut être saisi de cette question sur renvoi du Conseil d’État ou de la Cour decassation qui se prononce dans un délai déterminé», mis en œuvre par Art. LO462-1 et LO 461-2 du Code de l’organisation judiciaire et Art. 126-1 à 126 -13 duCode de procédure civile. Voir L. CADIET, Le rôle institutionnel et politique de laCour de cassation en France: tradition, transition, mutation?, précité.

13 Art. L. 441-1 à 441-3 du Code de l’organisation judiciaire, spécialement art.L. 441-1: «Avant de statuer sur une question de droit nouvelle, présentant une dif-ficulté sérieuse et se posant dans de nombreux litiges, les juridictions de l’ordre ju-diciaire peuvent, par une décision non susceptible de recours, solliciter l’avis de laCour de cassation». Voir L. CADIET, Le rôle institutionnel et politique de la Courde cassation en France: tradition, transition, mutation?, précité.

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pothèse, la mission est purement normative; elle l’est même pré-ventivement, afin d’éviter le développement d’un contentieux in-utile d’interprétation du droit, comme une sorte de rescrit juris-prudentiel, qui exprime la conquête de la Cour française de cassa-tion sur le terrain de la création du droit, au rebours du référé lé-gislatif du temps de la Révolution française.Derrière cette distinction de la mission disciplinaire et de la mis-

sion normative se profile la question de l’identification de l’officedu juge de cassation.

3. Le juge de cassation fait-il vraiment office de juridiction? L’of-fice du juge est en effet de trancher les litiges conformément auxrègles de droit qui leur sont applicables, ainsi qu’en dispose l’article12, al. 1 du Code de procédure civile. Or, le juge de cassation netranche pas les litiges, il juge les jugements (art. 604 du Code deprocédure civile). Il n’a du reste pas toujours été une juridiction.Dans sa conception originaire, sous l’ancien Régime, la cassationpar le Roi des arrêts des parlements (qui étaient les ancêtres descours d’appel) était une prérogative royale qui apparaissait comme« le complément naturel de son droit de légiférer »; elle constituait« moins un acte de juridiction que de puissance » et, au 18ème siècleencore, le Parlement de Paris reprochait au Conseil des parties, jugede cassation, de vouloir s’ériger en juridiction. L’opinion n’est plusguère soutenue de nos jours. Le juge de cassation est bien une ju-ridiction, composée de juges, qui prononce des décisions de justiceà l’issue d’une procédure de type juridictionnel. La question estsimplement celle de savoir de quel type de juridiction il s’agit. L’enseignement ordinaire est que la Cour de cassation n’est pas

un troisième degré de juridiction dans la mesure où elle n’a paspour fonction de juger le litige une troisième fois, dans la totalitéde ses éléments de fait et de droit. L’affirmation n’est pas fausse:« La Cour de cassation ne connaît pas du fond des affaires » dis-pose l’article L. 411-2, al. 2 du Code de l’organisation judiciaire14.Elle n’est pas fausse, mais il serait plus exact de dire que « la Courde cassation n’est pas un troisième degré de pleine juridiction ».

Problèmes et perspectives de la Cour de cassation française 61

14 Et, comme lui, la plupart des autres droits nationaux, qui précisent que lejuge de cassation ne procède pas à sa propre constatation des faits, que les faitsconstatés par le juge du fond ne sont plus matière à discussion et que, en consé-quence, s’il censure le jugement querellé, le juge de cassation ne donne pas au li-tige sa solution définitive mais renvoie l’affaire devant un juge inférieur afin quesoient tirées sur le fond du litige les conséquences de la cassation intervenue.

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Le principe connaît d’ailleurs des limites, en France comme àl’étranger. Pour ce qui est de la France, l’instance devant la Courde cassation peut exceptionnellement devenir une voie d’achève-ment du procès « lorsque la cassation n’implique pas qu’il soit ànouveau statué sur le fond » ou « lorsque les faits, tels qu’ils ont étésouverainement constatés et appréciés par les juges du fond, lui per-mettent d’appliquer la règle de droit appropriée » (art. L. 411-3 duCode de l’organisation judiciaire). Or, il semble, en pratique, quela Cour de cassation met de plus en plus souvent un terme au li-tige, totalement ou partiellement, en se comportant alors plus oumoins comme un juge du fond, à ceci près qu’elle ne peut pas dé-battre des faits ni ordonner de mesures d’instruction.Il ne faut donc pas se fier à l’apparence des qualifications officielles

qui sont, en vérité, le siège de paradoxes considérables. Certains re-cours en cassation qualifiés d’extraordinaires sont, en pratique, pluslargement ouverts aux justiciables, que les recours en cassation qua-lifiés d’ordinaires. Ainsi, la Cour française de cassation n’est certespas un troisième degré de pleine juridiction et le pourvoi en cassa-tion est bien défini officiellement comme une voie de recours extra-ordinaire, mais, en pratique, le pourvoi en cassation est vécu par lesjusticiables comme un recours assez naturel qu’ils voudront sponta-nément exercer si les juges du fond ne leur donnent pas gain de cause.A l’inverse, le système allemand voit un recours ordinaire dans le re-cours en révision mais, dans le même temps, il limite substantielle-ment l’accès à la Cour fédérale de justice. Ici, un système de filtragea été organisé pour valoriser la mission normative du juge de cassa-tion au détriment de sa mission disciplinaire. A travers ses missions,le juge de cassation est alors mis à l’épreuve de ses méthodes.

II – Le juge de cassation à l’épreuve de ses méthodes

4. Les méthodes de la Cour de cassation française ont évoluépour lui permettre de faire face efficacement aux défis auxquels elles’est trouvée confrontée. Cette évolution a concerné tant ses mé-thodes de fonctionnement que ses méthodes d’organisation.Les termes du problème posé à la Cour de cassation sont

simples: il lui faut combiner le souci d’asseoir son autorité avec lescontraintes de la gestion des flux et un équilibre doit ainsi êtretrouvé entre ce qu’impose la mission disciplinaire et ce qu’exige lamission normative. Cet équilibre a été recherché aussi bien sur leterrain de l’accès au juge de cassation, que sur celui du jugementdes pourvois en cassation.

62 Loïc Cadiet

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4.1. Il n’y a pas lieu de s’attarder trop longtemps sur la questionde l’accès au juge car la situation en France peut apparaître aujour-d’hui globalement stabilisée grâce à l’introduction d’une procédurede non-admission des pourvois par une loi organique n° 2001-539du 25 juin 2001 du 25 juin 200115. Aux termes de l’article 1014 duCode de procédure civile, la chambre saisie du pourvoi peut, dansune formation restreinte16, déclarer « non admis les pourvois irrece-vables ou non fondés sur un moyen sérieux de cassation ». Cette pro-cédure n’est pas, à proprement parler, une procédure de sélection despourvois. Il s’agit plutôt d’une procédure simplifiée qui se traduit parun allègement de la formation juridictionnelle (trois magistrats aulieu de cinq) et un allègement des formes procédurales: notamment,la décision de non-admission n’est pas motivée, en ce sens qu’elle nerépond pas aux critiques du jugement frappé de pourvoi et n’exposepas les raisons qui justifient la non-admission du pourvoi.Cette mesure est assurément d’une grande efficacité. Au lende-

main de l’introduction de la procédure de filtrage, entre 2002 et2004, le taux moyen de non-admission était de 37 %17; il allait de27 % à 40 %, selon les chambres, en 2007. Depuis lors, la part desdécisions de non-admission a diminué pour se stabiliser à hauteurde 20 % environ des décisions que rend la Cour de cassation. En2009, les décisions de non-admission ne représentaient plus que 19% de la totalité des dossiers jugés (soit 3955 décisions), alors queles arrêts de rejet représentaient 26 % des dossiers jugés (soit 5137décisions) et les arrêts de cassation 21 % (soit 4349) 18.

Problèmes et perspectives de la Cour de cassation française 63

15 Voir L. CADIET, Le rôle institutionnel et politique de la Cour de cassation enFrance: tradition, transition, mutation?, précité et, pour une vue plus approfondie,S. AMRANI-MEKKI ET L. CADIET (sous la direction de), La sélection des pourvois àla Cour de cassation, Paris, Economica, 2005.

16 C’est-à-dire la «la formation restreinte de la chambre à laquelle l’affaire aété distribuée» (article 1013 du Code de procédure civile) qui est une formationde trois magistrats, chargée de statuer «lorsque la solution du pourvoi s’impose»(article L. 431-1 du Code de l’organisation judiciaire, dans sa rédaction issue del’ordonnance n° 2006-673 du 8 juin 2006), la formation ordinaire (audience de lachambre) comprenant au moins cinq magistrats ayant voix délibérative (article R.431-5 du Code de l’organisation judiciaire, dans sa rédaction issue du décret n°2008-522 du 2 juin 2008).

17 Voir S. AMRANI MEKKI ET L. CADIET (sous la direction de), La sélection despourvois à la Cour de cassation, précité, Annexe 5.

18 Les autres décisions correspondent à des désistements (17 %), des dé-chéances (9 %), des irrecevabilités (1%) et des décisions diverses (7%), dont unemajorité de décisions constatant d’office la péremption de l’instance (article 1009-2 du Code de procédure civile).

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Lorsque cette procédure a été introduite, la crainte avait été expri-mée qu’elle ne fasse passer la Cour de cassation d’une conception dé-mocratique à une conception aristocratique de son rôle. A la lumièrede l’expérience, cette crainte n’était pas fondée car, avec l’irrecevabi-lité et le caractère sérieux du moyen de cassation invoqué, le filtragedes pourvois demeure fondé sur un critère de légalité et il est mis enœuvre au terme d’une instruction dont le caractère contradictoire etrespectueux du procès équitable, validé par la Cour européenne desdroits de l’homme, s’est amélioré depuis sa création, ce qui préservela conception démocratique de l’office du juge de cassation.En tout cas, le droit d’accès au juge doit être apprécié, non seu-

lement par rapport à cette mission essentielle de la Cour de cassa-tion, mais également par rapport au droit du justiciable d’être jugédans un délai raisonnable. A bien y regarder, l’évolution contem-poraine du fonctionnement du juge de cassation a justifié unnombre important de réformes qui s’expliquent moins au regarddes missions qui lui incombent que par la nécessité gestionnairetoute pragmatique d’assurer une procédure de jugement plus ra-pide. Il a fallu que la Cour de cassation adapte son mode de fonc-tionnement pour faire face à cette masse d’affaires dans des délaisraisonnables et elle y a globalement réussi. Les pourvois en cassa-tion sont aujourd’hui traités sans délai d’attente. La procédure denon-admission, certes, mais aussi la fixation de délais stricts de pro-cédure19, le retrait du rôle des pourvois en cassation frappant desjugements qui n’ont pas été exécutés20, le recours massif aux nou-velles technologies de l’information et de la communication, avecla dématérialisation, la communication électronique et les bases de

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19 Le demandeur en cassation doit, au plus tard dans le délai de quatre mois àcompter du pourvoi, remettre au greffe de la Cour de cassation un mémoire conte-nant les moyens de droit invoqués contre la décision attaquée (art. 978 du Codede procédure civile) et le défendeur au pourvoi dispose alors d’un délai de deuxmois à compter de la signification du mémoire du demandeur pour remettre augreffe de la Cour de cassation un mémoire en réponse signé d’un avocat au Conseild’Etat et à la Cour de cassation et le notifier à l’avocat du demandeur (art. 982 duCode de procédure civile).

20 Art. 1009-1 à 1009-3 du Code de procédure civile, spécialement art. 1009-1,al. 1er: «Hors les matières où le pourvoi empêche l’exécution de la décision atta-quée, le premier président ou son délégué décide, à la demande du défendeur etaprès avoir recueilli l’avis du procureur général et les observations des parties, laradiation d’une affaire lorsque le demandeur ne justifie pas avoir exécuté la déci-sion frappée de pourvoi, à moins qu’il ne lui apparaisse que l’exécution serait denature à entraîner des conséquences manifestement excessives ou que le demandeurest dans l’impossibilité d’exécuter la décision».

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données21, ont permis à la Cour de cassation d’exercer sa missiondans un délai raisonnable. Pour 2010, ce délai a été de 378 jours enmatière civile. Ce bon résultat doit aussi beaucoup à l’améliorationdes méthodes de fonctionnement de la Cour de cassation sur le ter-rain du jugement des pourvois en cassation.

4.2. Cette question est d’une grande richesse. Il faudrait parlerdes cas d’ouverture du pourvoi en cassation et de la rédaction desmoyens de cassation, des critères et des circuits d’orientation despourvois, de la place de l’oralité dans la procédure de cassation et,à l’évidence, de l’élaboration tant intellectuelle que matérielle de ladécision, de la nature et de l’étendue de sa diffusion ainsi que de seseffets, ce qui couvre tout à la fois son autorité et son éventuelle re-mise en cause. Il y a trop à dire. Je me contenterai donc de faire iciune observation relative à la manière de rédiger les arrêts de la Courde cassation. Cette méthode de rédaction des décisions, qui est is-sue des usages, n’oppose pas seulement tradition anglo-américaineet tradition romano-germanique. En vérité, à l’intérieur même de cequ’on nomme aujourd’hui le droit continental, les styles diffèrentfortement entre, par exemple, la méthode française et la méthode al-lemande. On a beaucoup écrit sur la question. Je n’y reviendrai pas,sauf à me demander si le style concis, qui passe pour être consub-stantiel à la tradition à la technique française de cassation, convientaussi bien à sa mission normative qu’à sa mission disciplinaire.Quand il s’agit de sanctionner l’application incorrecte de la règle

de droit, « sans aucune valeur juridique ajoutée », mission discipli-naire, la sentence du juge de cassation peut bien tomber lapidaire-ment, comme tombe le couperet de la guillotine que n’est pas sansévoquer l’article 12 du Code de procédure civile: « Le juge tranchele litige conformément aux règles de droit qui lui sont applicables ».Quand il s’agit, en revanche, d’éclairer le contenu de la règle, d’eninterpréter le sens, voire d’en combler les lacunes tout en assurantl’unité du droit par l’unité de la jurisprudence, a fortiori de manièreprospective, il faut s’en expliquer clairement et précisément afind’en convaincre les destinataires de la parole jurisprudentielle, avo-cats et justiciables, car la jurisprudence n’est pas une source de droità l’égal de la loi, elle ne s’impose pas par raison d’autorité mais parl’autorité de ses raisons, non ratione auctoritatis, sed auctoritate ra-tionis. C’est « la force conviction de l’arrêt » qui compte.

Problèmes et perspectives de la Cour de cassation française 65

21 http://www.courdecassation.fr/institution_1/dematerialisation_procedu -res_cour_cas sa tion_3368/.

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La technique de cassation porte sans doute trop l’empreinte dela mission disciplinaire de la Cour de cassation; elle n’est pas sansintroduire de la rigidité dans le débat. La connaissance des rapportsdes conseillers rapporteurs, celle des conclusions des avocats géné-raux et le recours aux communiqués officiels ne suffisent pas à at-ténuer les inconvénients de cette technique traditionnelle au regardde la mission normative du juge de cassation. On peut se deman-der si le temps n’est pas venu de réfléchir à la manière dont la ré-daction des arrêts pourrait mieux répondre à ce que requiert l’ac-complissement par le juge de cassation de sa mission normative. LesPays-Bas montrent l’exemple d’une évolution possible de la rédac-tion des décisions du juge de cassation à partir du modèle originairede la cassation française. Mais s’agit-il encore de méthode de fonc-tionnement ? En vérité, les questions d’organisation ne sont pas loincar, de la même manière que la Cour de cassation a diversifié le trai-tement des pourvois en adaptant le périmètre de sa formation juri-dictionnelle à l’objectif normatif ou disciplinaire de sa mission, demême la rédaction des jugements pourrait être l’objet d’une adap-tation similaire. Encore faut-il que les acteurs de la cassation enaient le temps, ce qui est pleinement une question d’organisation.

5. Ce n’est pas seulement son mode de fonctionnement que lejuge de cassation a dû adapter pour faire face au flot montant desaffaires. C’est aussi son organisation. Il faut bien sûr avoir égard,de ce point de vue, à son organisation interne, mais on négligeraitun aspect important de l’évolution contemporaine de la Cour decassation si l’on n’envisageait pas aussi la question de ce que nousappellerons par commodité son organisation externe.

5.1. Les observateurs attentifs de la Cour de cassation n’ont pasmanqué de souligner que le juge de cassation, en France comme àl’étranger, a dû adapter son organisation pour faire face efficace-ment au flot des recours qui lui étaient soumis. L’inventaire a étédressé de ces mesures d’adaptation. Citons ici à titre d’exemples: lamultiplication et la spécialisation des chambres et des juges; la mo-dulation du périmètre de la formation juridictionnelle, depuis laformation restreinte à trois juges jusqu’à l’Assemblée plénière à dix-neuf juges, en passant par la section de chambre, la plénière dechambre et la chambre mixte; l’augmentation du nombre desconseillers à la Cour de cassation, l’introduction de conseillers etd’avocats généraux référendaires, de conseillers et d’avocats géné-raux en service extraordinaire; la création et le renforcement du ser-vice de documentation et d’étude.

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Ces questions d’organisation ont une influence certaine sur l’ac-complissement par le juge de cassation de sa mission, à laquellecontribue aussi, très certainement, l’existence d’un corps limitéd’avocats spécialisés devant la Cour de cassation: 97 pour 52 000avocats. Cette spécialisation, qui a passé le test du droit de l’Unioneuropéenne, est à l’œuvre en France, comme en Allemagne et en Bel-gique, demain peut-être aux Pays-Bas, où elle contribue assurémentà la régulation de l’activité des juges de cassation, grâce au filtre deleur consultations préalables, et à la qualité de leur activité tant ju-ridictionnelle que jurisprudentielle, par leur maîtrise de la techniquede cassation. En France, l’idée est même défendue depuis un certaintemps, déjà, de l’extension en matière pénale de la représentationobligatoire par avocat au Conseil d’Etat et à la Cour de cassation.L’avocat au Conseil d’Etat et à la Cour de cassation a un pied

dedans et un pied dehors la Cour de cassation, ce qui nous conduitpour finir à l’organisation externe de la Cour de cassation.

5.2. La référence à l’organisation externe traduit l’idée qu’instal-lée au sommet de la hiérarchie judiciaire la Cour de cassation n’estpas isolée, tant s’en faut. Elle est un élément du système de justice,elle est un maillon d’une chaîne procédurale qui a commencé avecelle et qui, de moins en moins, est appelée à se terminer avec elle.L’image contemporaine du réseau se substitue à la métaphore tra-ditionnelle de la pyramide kelsénienne.Ce n’est pas lorsque la décision des juges du fond est cassée sans

renvoi ou lorsque le pourvoi est rejeté que cette solidarité de sys-tème s’observe. C’est, traditionnellement, à travers les arrêts de cas-sation, dont l’effet est d’annuler la décision contestée et de renvoyerl’affaire devant le juge du fond (art. 627 du Code de procédure ci-vile) qui, en principe, n’est pas obligé d’appliquer la solution dujuge de cassation, sauf en ce qui concerne les points de droit quandla Cour de cassation s’est prononcée en assemblée plénière 22. Cemécanisme n’est pas le meilleur pour asseoir l’autorité de la Courde cassation et favoriser un règlement rapide du procès. Mais il fa-vorise le dialogue des juges, ce qui peut être fécond pour le déve-loppement du droit23. On pourrait concevoir de développer la cas-

Problèmes et perspectives de la Cour de cassation française 67

22 Art. L. 431-4 du Code de l’organisation judiciaire: «Lorsque le renvoi est or-donné par l’assemblée plénière, la juridiction de renvoi doit se conformer à la dé-cision de cette assemblée sur les points de droit jugés par celle-ci».

23 Dans 42 % des cas, l’assemblée plénière de la Cour de cassation favorise lasolution des juges du fond, au détriment de la position qu’avait pu adopter lachambre de la Cour de cassation saisie du premier pourvoi.

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sation voie d’achèvement du litige, en permettant à la Cour de cas-sation, en cas de cassation du jugement frappé de recours, de réglerdéfinitivement pas le litige, ce que peut faire de son côté le Conseild’Etat en matière administrative24, mais ce serait alors un autre mo-dèle de cassation dans lequel le juge de cassation judiciaire risque-rait de perdre, sinon son âme, du moins ce qui fait sa singularité.On pourrait, au contraire, reconsidérer l’ensemble du processus

judiciaire et revaloriser la fonction disciplinaire des cours d’appel àl’égard de l’ensemble des décisions de première instance afin de ren-forcer la mission normative de la Cour de cassation, qui ne seraitdonc plus saisie que des arrêts des cours d’appel. L’évolution dudroit français de la procédure civile depuis 1998 contient bien deséléments de nature à favoriser, sinon accréditer cette perspective,qu’il s’agisse de la revalorisation du rôle de la première instance oude la rationalisation de la procédure d’appel qui, à bien des égards,s’est inspirée de la procédure devant la Cour de cassation. Il y aquand même quelque chose de curieux à ce que les litiges dont l’en-jeu financier est le plus faible, ceux qui sont inférieurs à 4000 €, sevoient offrir pour seul recours celui du contrôle de la Cour de cas-sation. Si le critère financier ne doit pas être un obstacle au recoursen cassation, il ne saurait être non plus un critère de compétencede la Cour de cassation car il n’a pas plus de pertinence à l’égardde la mission normative qu’à l’égard de la mission disciplinaire dela juridiction suprême.Mais l’organisation externe du juge de cassation ne se limite pas

aux relations du juge de cassation avec les juridictions de son ordre.La protection contemporaine des droits fondamentaux insère lejuge de cassation dans un maillage juridictionnel plus large faisantplace à des juridictions de type constitutionnel ou de type interna-tional. Par des voies variées, l’Allemagne, la Belgique, l’Italie ontaussi été confrontées à cette situation. Sur le terrain de la protec-tion européenne des droits de l’homme, les relations de la Cour decassation avec la Cour européenne des droits de l’homme n’ont pasété un long fleuve tranquille, la Cour européenne des droits del’homme ayant même jugé que, sur certains points, la procédure ap-plicable devant la Cour de cassation n’était pas conforme aux exi-

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24 Art. L. 821-2 du Code de la justice administrative: «S’il prononce l’annula-tion d’une décision d’une juridiction administrative statuant en dernier ressort, leConseil d’Etat peut soit renvoyer l’affaire devant la même juridiction statuant, saufimpossibilité tenant à la nature de la juridiction, dans une autre formation, soit ren-voyer l’affaire devant une autre juridiction de même nature, soit régler l’affaire aufond si l’intérêt d’une bonne administration de la justice le justifie».

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gences du procès équitable, ce à quoi il a bien sûr été remédié25. Surcelui de la protection constitutionnelle des droits fondamentaux,l’introduction récente de la question prioritaire de constitutionna-lité, qui met en œuvre un contrôle de constitutionnalité incident eta posteriori26, est à l’origine d’un climat de très forte tension entrela Cour de cassation et le Conseil constitutionnel, la Cour de cas-sation craignant de passer sous le contrôle du Conseil constitu-tionnel qui a déjà décidé que son contrôle de constitutionnalitépouvait porter sur l’interprétation jurisprudentielle de la loi contes-tée27. Aujourd’hui encore, l’avenir apparaît trouble. Mais il l’a aussiété à l’étranger où les relations semblent avoir fini par se normali-ser dans le cadre d’un dialogue des juges et, en vérité, il n’y a pasd’autre solution viable. Il faut simplement en baliser les contours.A cet égard, mon sentiment est que les juridictions constitution-nelles ou internationales n’ont pas vocation à être au dessus, maisà côté des juridictions judiciaires ou administratives suprêmes.Quand bien même les décisions de ces dernières peuvent être oupourraient être l’objet d’un recours, ce recours doit être limité à laseule question de constitutionnalité ou de conventionalité, c’est-à-dire de conformité aux droits fondamentaux, sans pouvoir portersur l’objet même du litige. L’objet du litige relève en effet de l’of-fice du seul juge de cassation, qui doit rester suprême dans sonordre de juridiction au sein d’un pluralisme juridictionnel ordonné.Il ne doit pas y avoir de « juge plus suprême ». L’article 16 de laDéclaration des droits de l’homme et du citoyen de 1789 disposeque « Toute Société dans laquelle la garantie des Droits n’est pas as-surée, ni la séparation des Pouvoirs déterminée, n’a point de Consti-tution ». Je pense que la séparation des pouvoirs juridictionnels par-ticipe aussi de la garantie des droits.

Problèmes et perspectives de la Cour de cassation française 69

25 Voir L. CADIET, Les conflits de légalité procédurale, inMélanges Jacques Boré,Paris, Dalloz, 2007, pp. 57-78.

26 Voir supra n° 6.27 Cons. const. 6 octobre 2010, décision n° 2010-39 QPC, Gazette du Palais

20-21 octobre 2010, 12, note Rousseau; Dalloz 2010, 2744, note Chénédé, posantque tout justiciable a le droit de contester la constitutionnalité de la portée effec-tive qu’une interprétation jurisprudentielle constante confère à la disposition légi -slative en cause. – Complété par Cons. const. 8 avril 2011, décision QPC n° 2011-120, précisant que seule une interprétation jurisprudentielle tranchée par une juri-diction suprême peut faite l’objet d’une QPC. Voir B. MATHIEU, La question del’interprétation de la loi au cœur de la QPC, Semaine Juridique (JCP) 2010, 1071.

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6.Un nuovo modello di Cassazione civile per il Tribunale Supremo spagnolo

ANDRÉS DE LA OLIVA SANTOS*

Sommario: 1. Una Cassazione ridisegnata: la funzione del Tribunale Supremospagnolo. – 2. Il mantenimento del modello doppia istanza. – 3. Il secondo gradodi giudizio e le esigenze dell’immediatezza. – 4. I due punti principali nel nuovodisegno della Cassazione. – 5. Propedeutica della ripianificazione cassazionale. –6. Abbreviare il percorso della giustizia. – 7. Riduzione dell’ambito oggettivo delgiudizio di cassazione. – 7.1. Segue: Esclusione della revisione dei giudizi sui fatti.– 7.2. Segue: Impiego del giudizio di cassazione per riformare le sentenze viziatenell’applicazione di norme sostanziali. – 7.3. Segue: L’interesse pubblico o gene-rale come filtro di accesso. – 8. Caratteri dell’interesse “cassazionale”. – 8.1. Se-gue: Una proposta per la configurazione oggettiva dell’interesse “cassazionale”.– 9. Conclusioni.

1. Attualmente l’organo situato al vertice della giustizia civilespagnola, la sezione civile del Tribunale Supremo1, svolge la fun-zione di terzo grado di giudizio per le liti civili; più precisamentedecide due tipi di ricorsi contro le sentenze pronunciate in secondaistanza: i ricorsi per cassazione fondati sulla violazione di leggi so-

* Università Complutense di Madrid1 Nonostante qui mi stia occupando del vertice della giustizia civile in Spagna,

la Corte Suprema in Spagna è composta anche da altre sezioni (Salas), come quel -la penale (la numero 2), quella del contenzioso amministrativo (la numero 3) equella che si occupa del diritto del lavoro (numero 4). Vi è, inoltre, una sezionedi giustizia militare che si dedica a integrare la giurisdizione militare, che è chia-ramente una giurisdizione speciale, nella giurisdizione ordinaria. Lasciando daparte la sezione dedicata al diritto militare, voglio sottolineare che tutto quello dame verrà proposto in questo testo sarebbe valido, in linea generale, per le funzionidella sezione penale, per quelle della sezione del diritto del lavoro e anche perquella del contenzioso amministrativo. Nel caso di questa ultima sezione, è abba-stanza ragionevole e per nulla illogico che, oltre alle funzioni di cassazione, si oc-cupi della prima e ultima istanza riguardo a certi temi (atti e disposizioni del Con-siglio dei Ministri e delle Commissioni delegate del Governo, atti e disposizionidel Consiglio superiore della magistratura e degli atti e le disposizioni in materiadi personale, amministrazione e gestione patrimoniale adottati dagli organi com-petenti del Congresso dei Deputati, del Senato, della Corte costituzionale, dellaCorte dei conti e del Difensore civico: art 12 della legge del 13 luglio 1998, n 29,giurisdizione del contenzioso amministrativo).

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stanziali e i ricorsi straordinari per violazione di leggi processuali.Questi ultimi possono essere legati a ricorsi ordinari per cassazione,in questo caso il Tribunale dovrà pronunciarsi sul ricorso straordi-nario preliminarmente rispetto all’esame del ricorso propriamenteper cassazione.Non posso soffermarmi oltre nella spiegazione del regime at-

tuale, che si può trovare descritto in altra sede in lingua italiana2poiché, visto il ragionevole limite di spazio, mi risulterebbe impos-sibile esporre anche la mia proposta per il futuro o lege ferenda.Nel formulare questa proposta farò in modo che si profilino, percontrasto, gli aspetti più importanti delle funzioni che svolge oggi,lege lata, il suddetto Tribunale.Detto questo, ritengo opportuno anticipare, a grandi linee, il mio

pensiero riguardo la funzione più utile che potrebbe svolgere l’or-gano situato al vertice della giustizia civile in Spagna. Questa fun-zione consisterebbe nel risolvere esclusivamente ricorsi per cassa-zione, però in un ambito molto più ridotto e caratterizzato da unchiaro ed intenso interesse pubblico, che verrebbe determinato dallaparticolare necessità di stabilire una dottrina giuridica interpretativaautorevole e stabile.Giudico conveniente mantenere il giudizio di cassazione per due

motivi di natura diversa, sebbene convergenti e molto legati tra loro.Il primo motivo è una considerazione di tipo prudenziale, di po-

litica legislativa. La Cassazione civile possiede una lunga tradizionein Spagna e, pertanto, la scelta di sostituirla con una nuova istitu-zione processuale dovrebbe fondarsi su forti ragioni: per esempio,un indiscutibile fallimento della cassazione e una previsione di suc-cesso, ben fondata, dell’istituzione che la sostituirebbe, l’esistenzadi una istituzione analoga già sperimentata altrove ovvero il fruttodi una genuina invenzione. Contemporaneamente dovrebbero darsicerte condizioni umane nei “prelegislatori” e legislatori che garan-tiscano un certo successo, sostanziale e formale, al loro compito diinnovatori.Ebbene: da un lato, mancano assolutamente queste condizioni

nei nostri legislatori e, dall’altro, anche se l’esperienza spagnoladella Cassazione non è stata esente, nell’ultimo mezzo secolo, dariforme sfortunate, che ho illustrato nel mio scritto appena men-zionato, non è mai esistita una corrente di opinione significativa cheaffermasse o suggerisse il radicale fallimento della Cassazione. Lo-

72 Andrés de la Oliva Santos

2 Si veda il mio articolo L’esperienza spagnola della cassazione civile, in Riv.trim. dir. proc. civ., 2010, 107-125.

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gicamente, non si è neppure mai proposto di assegnare al verticedella nostra giustizia civile funzioni diverse da quelle cassazionali.La prudenza3 non consiglia di sopprimere la Cassazione in Spa-

gna. Di conseguenza è opportuno che la sezione civile del Tribu-nale Supremo continui a svolgere la funzione propria di una corte

Un nuovo modello di Cassazione civile per il Tribunale Supremo spagnolo 73

3 La diretta conoscenza e le intense esperienze personali mi obbligano di nuovoa sottolineare il bisogno di una cautela estrema quando si pongono in essere delleriforme e di seguire il cammino della serietà, della razionalità e della prudenza:tanto della prudentia iuris come della prudenza legislativa.

Sono oltremodo dispiaciuto che, oggi più che mai, la mia opinione sul legisla-tore spagnolo attuale sia negativa a tutti i livelli. L’ho esposto recentemente in al-tri lavori, come per esempio «Il nuovo Codice di procedura civile spagnolo (Ley1/2000), a dieci anni dalla sua approvazione» (lezione svolta presso l’Universitàdegli Studi di Firenze, Scuola di Dottorato in Scienze Giuridiche, venerdì 23 aprile2010), pubblicata nella Rivista di diritto civile, 2011, 437-455. Inoltre, tratto la si-tuazione per nulla incoraggiante delle riforme legislative in Spagna nel mio lavorointitolato Sobre la calidad de la Justicia en España, in International Journal of Pro-cedural Law, 2011, 19-49.

Per quanto riguarda la situazione attuale in Spagna in relazione alle possibiliinnovazioni legislative, mi prendo la libertà di riscrivere qui ciò che, solo quattroanni fa, avevo affermato con la massima decisione di cui ero capace: «Negli ultimi40 anni – dicevo – ho riflettuto e scritto molto sulle numerose riforme del sistemaprocessuale, ma anche su quel fenomeno noioso e antipatico, che (…) è l’inces-sante predica di quell’inutile luogo comune conosciuto come “la riforma dellaGiustizia”, “la riforma del processo penale”, “la riforma del processo civile”, sem-pre con l’immancabile articolo determinativo, sempre con l’enfasi sulla totalità econ un’aria di grandezza, sempre disprezzando i piccoli miglioramenti possibili.Ho visto e subito molte, innumerevoli riforme che avrebbero dovuto essere “lariforma”, ma che alla fine avevano solo fatto qualche ritocco ed avevano messoqualche pezza qua e là, spesso reformationes in peius quindi non miglioramenti,bensì peggioramenti». Ed aggiungevo che: «non mi sorprende che nell’opera diJuan Rico y Amat intitolata “Dizionario dei politici o del senso reale delle voci edelle frasi più usate dai politici”, pubblicato a Madrid nel 1885, la parola “riforma”sia definita così: ‘Riforma: bandiera di ogni colpo di Stato, fantasmagoria per di-strarre e abbindolare i popoli, annuncio di una situazione difficile, cantilena dellapubblica amministrazione, il nostro pane quotidiano, recitato da ogni nuovo mini-stero». Ripeto lo sfogo passato che ho appena trascritto e che si basa sulle ultimeiniziative di riforma. Si è anche detto che: «Quando non si sa come risolvere unproblema, si promuove una riforma legale». Dimenticando Socrate, Platone e Ari-stotele, non poche persone pensano (o agiscono come se lo pensassero) che si puòottenere la felicità di tutti gli uomini e le nazioni semplicemente grazie a nuoveleggi. Grave, gravissimo errore. Povera società, povera nazione quella in cui i di-rigenti soffrono d’incontinenza legislativa, in cui le leggi vengono approvate nonper essere rispettate, bensì per essere riformate! Povero il paese il cui si approvanonuove leggi per segnare un punto in politica dove, quando non si possono inau-gurare porti o autostrade, si inaugurano nuove leggi che a volte, troppe volte sonoleggi affrettate e quindi dannose ed inefficaci! Sulla serietà delle leggi ed il rispettodel legislatore verso il concetto di legge vedi il mio vecchio intervento Respetar laLey, in Revista de derecho procesal iberoamericana, I, 1974.

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di cassazione e tratti cause civili già esaminate in due precedentigradi di giudizio, secondo l’impostazione tradizionale del nostromodello processuale ed in totale coerenza con l’assetto consolidatodell’ordinamento giudiziario.Questo punto di partenza non implica un modello determinato

di secondo grado di giudizio e neanche che, come è stato finora, ilsecondo grado debba svolgersi sempre prima del giudizio di cassa-zione senza eccezioni (o con pochissime eccezioni). Tuttavia esige,a mio avviso, di tenere in considerazione che il modello di Cassa-zione civile è il modello del tetto del sistema processuale civile e ilmodello del tetto deve tenere in considerazione la struttura di ciòche sta sotto il tetto. Per questo dedicherò alcuni momenti all’edi-ficio della giustizia civile in Spagna.

2. Se in una nazione la giustizia civile si è impartita nel tempotramite due gradi di giudizio di merito, questi ultimi potranno es-sere riformati e, in concreto, si potrà migliorare la seconda istanza(come, appunto, è stato fatto in Spagna, con la legge 1/2000 sul pro-cesso civile a cui ci riferiremo d’ora in avanti come LEC4). Il passoda due ad un unico grado di giudizio di merito è invece un passo didimensioni e importanza ancora più grandi rispetto a quello di unanuova Cassazione e sarebbe insensato compierlo alla leggera, senzasoffermarsi a riflettere a lungo sulla tradizione giuridica del paese,sull’atteggiamento delle parti in causa e degli avvocati, sull’esistenzamolto risalente dei giudici di seconda istanza e su altri fattori.Fatta questa riflessione, per parte mia, continuo a supporre che

ciò che conviene al vertice della giustizia civile spagnola, è, di re-gola, una funzione cassazionale successiva ad una tutela giurisdi-zionale strutturata su due gradi di merito.

3. A questo punto mi sembra opportuno fare delle brevi consi-derazioni riguardo alla seconda istanza. È vero che l’immediatezza,intesa come diretto contatto del giudice che pronuncia una sentenzacon gli strumenti probatori, si verifica pienamente solo in primaistanza. Tuttavia ciò non suppone che non sia possibile ed accetta-bile una certa revisione delle quaestiones facti, in modo che la se-conda istanza debba limitarsi a rettificare il giudizio di diritto e,pertanto, si tratti di una sorta di piccola cassazione anticipata5.

74 Andrés de la Oliva Santos

4 LEC è la sigla derivante dal nome originale della legge in spagnolo: Ley deEnjuiciamiento Civil.

5 La revisione nel giudizio d’appello dei processi può e deve essere limitata.Ciononostante, deve permettere di correggere alcuni gravi errori di questi processi.

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Che una seconda istanza sia utile e sia compatibile con le esi-genze dell’oralità, immediatezza e pubblicità, nell’assunzione e nellavalutazione di molte prove, credo di averlo dimostrato sufficiente-mente in altra sede e non mi è possibile tornare ora sulla questione.Permettetemi di insistere su una delle mie più forti convinzioni

riguardo alla Cassazione: l’effettività della giustizia si misura nei di-versi gradi di giudizio e, in maniera particolare, in quello di primaistanza. Sebbene, in teoria, la funzione del vertice della giustizia ci-vile possa delinearsi indipendentemente dal fatto che, prima di ar-

Un nuovo modello di Cassazione civile per il Tribunale Supremo spagnolo 75

In questo modo, il tribunale d’appello può, esaminandole direttamente, valutarediversamente le prove documentali (bisogna ricordare la classica distinzione tra in-terpretazione e valutazione della prova) e gli è ugualmente permesso ascoltare evedere registrazioni di suoni ed immagini come quelle ascoltate e viste dal tribu-nale del giudizio di primo grado, oppure esaminare il contenuto di dati già esa-minati nel giudizio di primo grado. Le opinioni scritte dei consulenti prese in con-siderazione nel giudizio di primo grado possono essere esaminate e valutate nelprocesso d’appello. Tuttavia non sarà esattamente uguale esaminare le registrazionidei testimoni e delle parti, oltre agli eventuali interventi orali dei consulenti, percompletare e giustificare le loro opinioni che, spesso, non sono conformi o addi-rittura sono opposte. Questa mia opinione è tale nonostante il grande entusiasmoper l’utilizzo, ad esempio, delle videoconferenze nel processo. Penso che questistrumenti molto spesso (direi sempre) non abbiano lo stesso impatto della pre-senza fisica e la mia riflessione è applicabile a fortiori alle registrazioni delle di-chiarazioni delle parti, dei testimoni o dei consulenti. Infatti, a differenza delle vi-deoconferenze, in questo caso non è neppure possibile fare domande per chiarifi-care eventuali dubbi.

D’altro canto, il giudice d’appello può rilevare la carenza delle prove sulle qualisi fonda il giudizio di fatto contenuto nella sentenza di primo grado, senza con ciòledere i principi della pubblicità dell’udienza, dell’immediatezza e del contraddit-torio. Inoltre è assolutamente possibile distinguere una violazione delle norme sul-l’onere della prova, così come gli eventuali precetti che assegnano uno specifico va-lore probatorio a certi mezzi o fonti di prova. Per queste possibili operazioni il giu-dice d’appello non deve mutare, senza averla assunta direttamente, la valutazionedella prova formatasi, secondo il principio dell’immediatezza, nel processo di primogrado. In ogni caso, la revisione del giudizio in diritto reso in primo grado è di persé un’attività sufficiente per conferire un grande rilievo al processo d’appello.

A tutto ciò che si è detto fino ad ora bisogna aggiungere che la LEC – chesancisce le funzioni ed i limiti del giudizio d’appello e stabilisce precetti conformicon questa normazione ed ha posto rimedio ad una deplorevole confusione nelladisciplina del processo d’appello causata dalla vecchia legge del 1881 – ha asse-gnato espressamente e chiaramente al processo d’appello la funzione primaria dicontrollo dell’osservanza delle norme processuali. In questo modo l’appello, cheè un giudizio di secondo grado, diviene innanzi tutto uno strumento per denun-ciare la violazione delle norme o delle garanzie processuali avvenute nel processodi primo grado (articolo 459 della LEC) e, nel caso queste ultime siano ravvisate,il giudice di secondo grado può porvi rimedio (articolo 465 della LEC). Credo chesia rilevante menzionare qui questa funzione del processo d’appello, vista la suaimportanza per un’ulteriore proposta nell’ambito di una nuova Cassazione.

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rivare a questo vertice, le dispute passino solo per un’istanza o, alcontrario, siano già state istruite e risolte in due successivi gradi,tale delineazione teorica peccherebbe di scarsa saggezza e prudenzalegislativa.Non ci si aspetta infatti dal legislatore che agisca come seguace

di questa o quella teoria o di questa o quella moda e, di conse-guenza, che detti norme conformi al “modello” che, tra tutti quelliconosciuti, sia più conforme alla sua teoria preferita o di suo gu-sto6. Affrontando un nuovo modello processuale civile, il legisla-tore ha la possibilità (o addirittura si potrebbe affermare che ha ildovere) di decidere con prudenza. Se il vecchio modello presentavadue istanze, e in alcuni casi, la cassazione, il legislatore può optareper un nuovo modello, in quanto consentire o meno l’accesso adun secondo grado di giudizio rientra nell’ambito della sua discre-zionalità ed ancor più discrezionale è la scelta di consentire il rie-same in sede di cassazione. Tuttavia, è opportuno non trascurare latradizione, il senso della storia e le elaborazioni dottrinali7, dal mo-

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6 Nonostante appaia molto democratica nella forma, una decisione legislativacome questa potrebbe sembrare veramente dispotica o arbitraria se fosse basata suuna preferenza svincolata da una analisi razionale della realtà sociale e giuridicadel paese in questione. Questa analisi ci porta necessariamente, a mio avviso, acreare delle leggi che possano migliorare la realtà in un modo effettivo. Le leggiche possono essere rispettate immediatamente da tutti le parti realmente in causa,non da parte di ipotetici e ideali giudici, magistrati, avvocati e cancellieri (del fu-turo). Leggi, quelle processuali, che implicano, tanto per il singolo cittadinoquanto per l’insieme dei cittadini, una migliore tutela giurisdizionale dei loro di-ritti e interessi legittimi. Da questo punto di partenza, così semplice nella sua ra-zionalità quanto inoppugnabile, il ruolo del Tribunale Supremo deve essere stabi-lito senza tralasciare ciò che corrisponde legalmente agli altri tribunali inferiori ealle funzioni che questi realizzano. Nel nostro caso, riaffermiamo la nostra ideadel Tribunale Supremo come vertice del sistema giudiziale di cassazione, con ilpresupposto, che crediamo di aver sufficientemente giustificato, di mantenere,come regola, un sistema processuale con due gradi di giudizio, con l’entrata inscena del Tribunale Supremo.

7 Mentre scrivo questa relazione, è stato presentato in Spagna un disegno dilegge, la «Legge sui provvedimenti per semplificare il sistema giudiziale» (Ley deMedidas de Agilización Procesal, per maggiori informazioni: http://conten cio -so.es/files/2011/01/Anteproyecto-Agilizacion.pdf ). Nonostante l’opposizione degliavvocati, del sindacato dei lavoratori dell’amministrazione della giustizia e dellagrande maggioranza dei professori di diritto processuale, il Governo sembra de-ciso a far approvare il disegno di legge, che eliminerebbe il processo d’appello neiconfronti delle sentenze emesse nei juicios verbales, il cui valore non supera i 6000euro e dei provvedimenti privi dell’efficacia di giudicato (resi nei processi c.d. som-mari). Si tratterebbe di una notevole diminuzione dei processi d’appello, anche senon si arriverebbe ad un processo civile composto solo dal giudizio di primogrado. Non ci sono molte probabilità che il decreto legge possa essere approvato

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mento che la prudenza del legislatore opera in varie direzioni e devefare riferimento alle elaborazioni dottrinali di cui si impregna l’a-nalisi razionale dei problemi ma, allo stesso tempo, rapportarle conun senso storico che si basi non solo sull’analisi del passato, ma an-che del presente e del futuro prevedibile. In questo modo, il legi-slatore avrà a disposizione tutti gli elementi necessari per interve-nire sul presente.In Spagna, prudenza vuole che si mantengano le linee fonda-

mentali del modello di doppia istanza e si ridisegni invece a fondoil giudizio di cassazione.

4. Circa l’opzione di ridisegnare il giudizio di cassazione, ho te-nuto in considerazione questi due punti: 1º) la natura della cassa-zione8; 2º) la classica polemica dello ius constitutionis, o interessegenerale, contrapposto allo ius ligatoris, o interesse individuale deilitiganti.In quanto al primo punto, è impossibile e non è necessario sof-

fermarvisi ora. Sarà sufficiente dire che siamo arrivati a questo mil-

Un nuovo modello di Cassazione civile per il Tribunale Supremo spagnolo 77

prima delle elezioni politiche del 2012, nonostante il fortissimo appoggio di in-fluenti settori del Tribunale Supremo e del Consiglio Superiore della Magistratura.

8 Manca d’originalità, sebbene sia generalmente accettata, l’idea che storica-mente nella Cassazione prevalga decisamente un interesse politico e, quindi, un in-teresse pubblico o generale. Lasciando da parte i controversi sforzi di collegare laCassazione con istituti giuridici di vecchia data, valorizzando la demande en cas-sation che già esisteva in Francia nel Conseil des parties, la vera Cassazione è natain Francia nel 1790 con l’ingenua convinzione rivoluzionaria della pienezza dellalegge positiva e con il proposito risoluto di evitare che i giudici potessero inven-tare, modificare o non applicare le leggi. Perciò essa originariamente era uno stru-mento politico, non giurisdizionale, di certi dogmi politici, tra i quali spiccava, ol-tre alla pienezza e alla perfezione della legge, anche il ruolo legislativo esclusivodell’Assemblea Nazionale come incarnazione della sovranità popolare. Su que-st’origine non dovrebbe esserci nessuna discussione, poiché si basa su fatti storiciche considero assolutamente incontestabili. Non dovrebbe neanche essere messoin discussione, dato che si tratta ugualmente di dati storici verificabili, il fatto chenella stessa Francia il rivoluzionario Tribunale di cassazione tardò poco a fallirenel proprio compito, con la sua funzione e giurisdizione puramente negativa do-vuta al timore che i magistrati andassero oltre il loro ruolo di bouche de la loi. Su-bito quindi si gettarono le basi della Cassazione che ha come scopo la correzionedegli errori di diritto e la creazione di interpretazioni specialmente persuasive delcontenuto e del senso delle norme. In poco tempo si passa dal proibire ai giudicidi allontanarsi anche poco dal testo letterale della legge a proibirgli di astenersi dalpronunciare un verdetto so pretexto de oscuridad, insuficiencia o silencio de la ley(reato presente nell’articolo 448 del codice penale spagnolo, che ha ripreso la for-mula dall’antico articolo 6 del Título Preliminar del codice civile, prima della suariforma nel 1974).

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lennio con un’istituzione, che denominiamo Cassazione in moltipaesi (Revision, in Germania), che presenta certi tratti definitori co-muni: 1º) non costituisce una terza (o una seconda) istanza; 2º) siconfigura processualmente come un ricorso straordinario, cioè fon-dato su motivi tassativamente stabiliti dalla legge e non su una qual-siasi infrazione o errore; 3º) è affidata generalmente alla Corte oTribunale Supremo; 4º) è finalizzata alla revisione e correzione, peri profili di diritto, dei provvedimenti resi dai tribunali inferiori; 5º)costituisce, tramite le sue sentenze, una fonte giurisprudenziale diparticolare autorevolezza.Per quanto riguarda la maggiore o minore influenza dello ius con-

stitutionis, personalmente non ho alcun dubbio sul fatto che un isti-tuto denominato “ricorso” – la cui efficacia concreta dipende, datii presupposti e i requisiti legali, dalla volontà di una parte di pro-porre il gravame – si fondi sullo ius litigatoris. Comunque, ritengoaltrettanto indubbio che, sin dalla sua origine, nella Cassazione siapresente con notevole rilevanza un interesse pubblico o generale,inizialmente unico e, in seguito, coesistente con lo ius litigatoris.Ebbene, a mio avviso deve prevalere in modo decisivo l’interessepubblico nella funzione della Corte o Tribunale Supremo. E que-sto interesse pubblico non è altro che l’esistenza di una dottrina ap-plicativa uniforme delle fonti del diritto9 affermata da un solo or-gano dotato di una speciale autorità. A questo ius constitutionis, ointeresse pubblico o generale, deve subordinarsi chiaramente lo iuslitigatoris, fino al limite per cui quest’ultimo risulti secondario.

5. Do per scontato che l’auspicio di una riforma del giudizio dicassazione si fondi sul mancato o insoddisfacente funzionamento diquello attuale. Se si vuole – e sarebbe la cosa meno difficile – con-tinuare a fare affidamento su di un organo cassazionale preesistente,come la sezione civile del Tribunale Supremo spagnolo, con pochimagistrati, e se oggi questi pochi devono affrontare un carico ec-

78 Andrés de la Oliva Santos

9 Sulla giurisprudenza quale fonte del diritto, si veda l’articolo 1.6 del codicecivile spagnolo, contenuto nel suo titolo preliminare e considerato dalla commu-nis opinio come una legge quasi costituzionale: «La giurisprudenza completa l’or-dinamento giuridico con il proprio insegnamento che, in modo reiterato, è stabi-lita dal Tribunale Supremo quando interpreta e applica la legge, la consuetudineed i principi generali del diritto”. Bisogna evidenziare che nel comma 1 dell’arti-colo 1 si definiscono fonti del diritto la legge, la consuetudine ed i principi gene-rali del diritto. Pertanto in Spagna non si considera l’insegnamento della giuri-sprudenza come fonte autonoma del diritto, nonostante ne sia riconosciuto l’im-portante ruolo complementare dell’interpretazione giurisprudenziale.

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cessivo di lavoro, per cui diventa molto lungo il percorso dalla pre-tesa di tutela giurisdizionale fino alla risposta ultima con la sentenzadi Cassazione, ci sono pochi dubbi sulla necessità di diminuire dra-sticamente il carico di lavoro del Tribunale Supremo.Si dirà che il risultato di una significativa diminuzione del carico

di lavoro del Tribunale Supremo sarà una cassazione ed un Tribu-nale Supremo con meno funzioni, privata di alcune tra quelle at-tualmente esistenti, estremamente interessanti ed importanti di persé stesse. Certamente sarebbe così. Tuttavia, riformare la cassazionecome compito del Tribunale Supremo e lasciarla con le stesse o si-mili funzioni attuali sarebbe incompatibile con l’esigenza che l’o-pera di cassazione sia veramente compiuta con la qualità e nei tempiauspicabili e per il fine di interesse generale già menzionato. O unacassazione ampia, inutile e persino dannosa, o una cassazione diambito molto ridotto. Tertium non datur.

6. Dedichiamo qualche parola alla questione della lunghezza edurata dell’intero percorso giurisdizionale delle controversie civili.Il tempo delle nostre vite in questo secolo XXI dista molto dal

ritmo vitale sottostante le leggi del secolo XIX e anche dell’iniziodel XX, che era un ritmo notevolmente più lento. Questa realtàdeve riflettersi sulla giustizia.Inoltre oggi non accedono alla giustizia solamente alcuni, per lo

più persone altolocate e benestanti. Ora ci sono più cause, non soloperché ci sono più persone fisiche e giuridiche o perché nella so-cietà si stia manifestando un’epidemia di insensata litigiosità. Si in-staurano più cause soprattutto perché è molto superiore il numerodi relazioni e situazioni giuridiche e perché c’è una cultura del ri-corso alla giustizia distinta e migliore di quella esistente in epochepassate10. Stando così le cose, l’intero modello di giustizia civile, al-

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10 Sotto questo profilo, a mio avviso, vi è differenza tra il modo in cui si vedonoi problemi della giustizia in Spagna e negli altri paesi. In Spagna siamo principal-mente interessati (sebbene sia differente il risultato di questo interesse) alla giustiziain relazione ai problemi quotidiani delle persone fisiche e giuridiche. Negli altripaesi, considerati i temi più frequentemente trattati dagli esperti di diritto proces-suale, si può affermare che l’interesse da un lato si è focalizzato sulle istituzioni cherappresentano una alternativa alla giustizia dello Stato (metodi alternativi di risolu-zione delle controversie, arbitrato), come se la giustizia non avesse nulla da offrire;e dall’altro lato l’interesse si è focalizzato sui problemi speciali che riguardano le litidi particolare importanza che, di solito, coinvolgono grandi aziende o grandi gruppiindustriali come attori o come convenuti. Evito in ogni caso di emettere qualsiasigiudizio, giacché i dati sulle cause del fenomeno che osservo, e che è stato studiatoda altri colleghi per coincidenza, non sono completi.

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l’interno del quale risulta imprescindibile situare il modello di cas-sazione, deve fornire un orizzonte temporale di risposta effettivaalle richieste di tutela giurisdizionale molto più breve di quello delsecolo XIX e delle sette prime decadi del secolo XX.Ciò porta a due conclusioni, che presenterò provvisoriamente:

la prima che, come ho già detto, il giudizio di cassazione non puòessere concepito a prescindere da un preciso progetto di giudiziodi prima e seconda istanza. Si deve pensare ad un giudizio di cas-sazione, se mi permettete l’immagine, non che si collochi al verticeper guardarsi intorno, ai confini del vertice stesso, bensì per guar-dare anche – e direi prima e soprattutto – verso il basso. Di conse-guenza, suggerirò che certi problemi o questioni devono essere ri-solti (ben risolti) nelle istanze precedenti, in modo che non sorgal’esigenza di accedere alla cassazione.La seconda conclusione è questa: non è più ragionevole, ai no-

stri tempi, che il sistema di tutela giurisdizionale civile dei diritti,pensato per soddisfare il bisogno di tutela effettiva dei soggetti giu-ridici, un bisogno di massa, comprenda in tutti o in molti casi tregradi distinti di giudizio o revisione giurisdizionale. Per cui si puòdedurre, di conseguenza, che non si deve temere l’introduzione diuna Cassazione notevolmente limitata nelle sue funzioni e nel suoambito applicativo o, in altri termini, una Cassazione eccezionale.Ciò che è da temere è il contrario11.

80 Andrés de la Oliva Santos

11 Se il giudizio di primo grado si realizza in modo che vi siano risultati sod-disfacenti, si raggiunge quello che dovrebbe essere il primo e principale obiettivodi una riforma del processo civile. Quando l’appello ed il conseguente processo disecondo grado sono strutturati in modo adeguato, non solo ne traggono grandebeneficio le parti, bensì si apre un rapido cammino per la creazione di una nuovacassazione, con compiti importanti ma gradualmente ridotti che possono essere af-frontati ed eseguiti con un organico limitato. Sarebbe un errore estremamentegrave, ci tengo a sottolinearlo, considerare la cassazione come il momento chiave,o anche un momento chiave per impartire giustizia alla maggioranza dei soggettigiuridici. Non può né deve esserlo. Sarebbe veramente negativo se, per i difetti delgiudizio in primo grado e del processo d’appello, la principale speranza per i con-tendenti in un paese fosse riposta nella cassazione. Le parti devono sapere (in realtàcredo che in Spagna aumenti la consapevolezza e di conseguenza la mentalità el’attitudine) che la cassazione non è, né in teoria né in pratica, un terzo grado digiudizio, un grado in più di revisione giudiziale, sicuramente speciale, ma in findei conti un ultimo tragitto abituale o comunque frequente per tutelare diritti einteressi legittimi. Devono sapere che ci sono due gradi di giudizio e che solo incasi molto speciali, che difficilmente saranno quelli in cui concretamente si tro-vano le parti, potranno ricorrere in cassazione. Devono sapere che il giudizio dicassazione non è al servizio principale e diretto dei loro interessi.

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7. Il legislatore è libero, all’interno del suo potere di dettare pru-denti norme positive che configurino le istituzioni giuridiche, dicondizionare – come abbiamo già detto – la proponibilità del ri-corso per cassazione alla presenza di un forte interesse generale, at-tribuendo a quest’ultimo (il classico ius constitutionis) una completaprevalenza sullo ius litigatoris, subordinato ed accessorio. Unanuova cassazione condizionata ad un innegabile interesse generalenon smetterà di essere cassazione ogni qualvolta che: 1) ci troviamodi fronte ad un ricorso straordinario (non di fronte ad una terzaistanza); 2) il ricorso venga affidato alla Corte Suprema o al Tribu-nale Supremo; 3) la funzione del ricorso sia riesaminare ed even-tualmente correggere giudizi in diritto di corti inferiori e 4) si pre-tenda di stabilire, quando ce ne sia più bisogno, una interpretazionegiuridica uniforme di speciale autorevolezza.Riprendiamo l’idea di base: se si pensa ad una cassazione civile

nuova è perché si pensa che possa risultare notevolmente miglioredi quella che già esiste. Più concretamente, perché si vogliono eli-minare i più grandi problemi ed i peggiori risultati.Spesso uno dei più grandi problemi del giudizio di cassazione

esistente è che la qualità delle sentenze o delle risoluzioni dellaCorte che chiudono il procedimento non è quella ottimale, bensìuna qualità addirittura inferiore a quella di molte sentenze di primae seconda istanza. L’ingente mole del lavoro cassazionale può es-sere la causa di questa bassa qualità; talvolta però è, piuttosto, unadeplorevole scusa. L’una cosa e l’altra sono tuttavia identiche nel-l’ottica della riforma processuale, perché sarà necessario eliminaretanto la causa quanto la scusante12. È quindi necessario alleggerirel’onus laboris del Tribunale Supremo.

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12 Mi permetto qui di proporre di nuovo ai lettori due «quasi assiomi» (dicoquasi perché non sono assolutamente inesorabili), frutto di una lunga esperienzapropria e altrui. Sono delle caricature ma, come tutte le buone caricature, corri-spondono alla realtà.

Primo «quasi assioma»: maggiore è la protezione che teoricamente offre unalegge poco prudente, minore sarà la protezione che sarà realmente data. Appli-chiamo il concetto alle tematiche che stiamo trattando: maggiore è la generosità diuna legge che regoli il giudizio di cassazione in modo poco avveduto, per quelloche riguarda le sentenze ricorribili ed i motivi o le «causali» del ricorso, minore saràla protezione effettiva del ricorrente. Il giudizio di ammissibilità, con la relativa, di-scutibile, giurisprudenza, con le sue decisioni sommarie che sono deludenti sottoogni punto di vista, restringe nella realtà ciò che in teoria sarebbe molto ampio.

Secondo «quasi assioma»: più è grande la mole di lavoro di un tribunale, menolavora. La quantità di lavoro tende non a stimolare l’impegno dell’ufficio, bensì afomentare la sua pigrizia, che il tribunale crede giustificata grazie alla grande moledi lavoro.

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7.1. Progettando una nuova cassazione in cui il numero dei ri-corsi da decidere sia molto inferiore a quello attuale, dovremmoevitare completamente che la Corte riesamini ed eventualmentecambi il giudizio sui fatti raggiunto nei precedenti gradi di giu -dizio.Elimineremo, anzitutto, una revisione dei fatti in sede di cassa-

zione, non tanto perché questo compito sia poco adatto ad una cas-sazione classica, bensì perché dobbiamo aver ottenuto, già in primaistanza, un buon accertamento dei fatti (Tatsachenfeststellung), conun’accurata applicazione di alcune buone regole sull’onere dellaprova circa i fatti rilevanti la cui esistenza permane incerta13. E, inogni caso, la prospettiva dello ius constitutionis come principale equella dello ius litigatoris, già stabilita come chiaramente seconda-ria, impediscono di gravare il tribunale cassazionale con la funzionedi revisione del giudizio di fatto.

7.2. Tuttavia, è necessario ridurre ulteriormente l’onus laboris. E,in questo senso, si deve pensare, immediatamente, al ruolo dell’or-gano al vertice della giurisdizione civile per quanto concerne le in-frazioni di norme processuali. Dal momento che in Spagna è esi-stito per lunghe decadi un ricorso per cassazione denominato “perviolazione della forma”, per la revisione e correzione di eventualidifetti o errori in procedendo e nello stesso modo si potevano (an-cora si possono) riformare in cassazione le pretese violazioni in iu-dicando di norme processuali, cioè infrazioni commesse nella stessasentenza (per es.: mancanza di esaustività o di congruenza della mo-tivazione ecc.), sono fortemente consapevole delle difficoltà di pen-sare, semplicemente pensare, di eliminare dall’ambito del giudiziodi cassazione le infrazioni processuali, andando contro ciò che èstato concesso per un periodo di tempo così lungo.In Spagna, il bisogno di ridurre il lavoro cassazionale del Tribu-

nale Supremo tramite l’esclusione del giudizio sulla violazione dinorme processuali si può sostenere poiché il Tribunale costituzio-

82 Andrés de la Oliva Santos

13 È il processo di primo grado il momento in cui bisogna riuscire a far sì chesiano ammesse solo le prove utili e rilevanti (che siano ammesse queste e non quelleirrilevanti), che si compia una buona valutazione delle prove, secondo i principidel contraddittorio e di immediatezza, e che si realizzi un giudizio accettabile allaluce dei parametri legali in certi casi, che sia conforme ad una sana critica nellamaggioranza dei casi. Dopo i primi due gradi di giudizio, è poco ragionevole pen-sare che il Tribunale di cassazione, senza poter operare una valutazione immediatadelle prove ed in un momento più lontano nel tempo, raggiungerà un giudizio piùpreciso sui fatti.

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nale è l’ultimo giudice in questa materia14. Tuttavia, anche senzaquesto elemento concreto, escludere gli errores in procedendo dal-l’ambito della cassazione è qualcosa che vale la pena prendere dav-vero in seria considerazione. Due istanze, con i loro rimedi interni,possono facilmente e, anzi, devono bastare alla regolarità proces-suale dei processi.Dal momento che non si può servire l’interesse generale con una

cassazione ampia, nella ponderazione tra l’interesse generale a chesi formi una interpretazione giurisprudenziale autorevole dellenorme processuali e quello a che si formi questa stessa interpreta-zione per le norme sostanziali, propendo decisamente per conside-rare quest’ultima più importante. Se al risultato di questa pondera-zione si aggiunge il dato dell’accesso al Tribunale costituzionale deipiù rilevanti problemi processuali, si rinforza il fondamento dell’e-sclusione delle presunte infrazioni processuali dalla cognizione delTribunale Supremo, in quanto organo cassazionale15.

Un nuovo modello di Cassazione civile per il Tribunale Supremo spagnolo 83

14 Per comprendere il singolare ruolo che in Spagna il Tribunale costituzio-nale svolge rispetto alle decisioni ed alle omissioni della giustizia ordinaria e, piùconcretamente, la relatà circa la costituzionalizzazione d’innumerevoli questioniprocessali in ragione dei vari precetti (specialmente l’articolo 24) dell’attuale co-stituzione spagnola, cfr. il mio lavoro La relation entre le tribunal constitution-nel et le systeme judiciaire ordinaire espagnol, relazione presentata il 3 ottobre2008 presso l’Institut André Tunc e pubblicata nel sito della Société de Législa-tion Comparée, Section Droit processuel (http://www.dike.fr/spip.php?rubrique90)e nella rivista Derecho y Proceso. Rev. Electrónica del Dpto. de Derecho Procesalde la Universidad Complutense, (http://www.ucm.es/info/procesal/revista.htm).Per un’analisi più amplia e completa si può consultare la mia pubblicazione Tri-bunal Constitucional, Jurisdicción ordinaria y derechos fundamentales. Dos ensa-yos (realizzata con Ignacio Díez-Picazo Giménez), Madrid, 1996, 218. Essa in-clude un prologo (pagg. XI-XIV) ed il mio saggio intitolato Tribunal Constitu-cional y Jurisdicción ordinaria: causas, ámbitos y alivios de una tensión (pagg. 1-66). Una recente riforma rende più difficile le richieste di tutela al Tribunale co-stituzionale per violazione dei diritti e delle garanzie processuali. Tuttavia, il ruolodel Tribunale costituzionale nell’ambito processuale non è stato modificato. Hoanalizzato questa riforma nel saggio La perversión jurídica del amparo constitu-cional en España, pubblicato in Justicia y Derecho Tributario. Libro homenaje alProfesor Julio Banacloche Pérez, Madrid, 2008, 377-411. In quest’opera esprimoi miei dubbi sul fatto che le nuove disposizioni che limitano l’ammissibilità dellatutela costituzionale possano essere applicate ad pedem litterae se si vogliono ri-spettare le norme costituzionali dirette.

15 Può sembrare strano che un’affermazione di questo tipo sulle norme vengada un professore di diritto processuale, dato che può sembrare una forma di di-sprezzo o di scarsa considerazione per il tema. Credo invece che dimostri proprioil contrario: come esperto in materia, in primis devo riconoscere l’essenziale stru-mentalità del diritto processuale. È coerente con questa strumentalità aver cura che

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In questo modo, quindi, ribadisco il criterio di riservare il giu-dizio civile di cassazione alla revisione dell’applicazione dellenorme sostanziali, quelle che, come stabilisce l’art. 477, comma 1LEC, “sono applicabili per risolvere le questioni che sono oggettodel processo” per decidere nel merito la causa civile.La violazione di norme sostanziali dovrebbe essere, a mio av-

viso, il motivo unico del ricorso per cassazione. Comunque, anchese si abbandonasse il criterio della summa gravaminis per le ragioniche ora diremo, la cassazione sarebbe ancora eccessivamente ampia,aperta ad un elevatissimo numero di casi, per cui, da un lato, il Tri-bunale Supremo dovrebbe affrontare una mole di lavoro che gli im-pedirebbe di dettare sentenze di grande qualità e compiere la suafunzione di interesse generale, e d’altro canto, non abbrevieremmo,come è auspicabile, il “percorso giurisdizionale” delle liti. Di que-sto complesso problema ci occupiamo nel paragrafo successivo.

7.3. Affinché il giudizio di cassazione possa tutelare prevalente-mente lo ius constitutionis è necessario subordinare e condizionarela proponibilità dei ricorsi alla presenza di un interesse che tra-scende quello dei litiganti. In base alla mia proposta dovrebbequindi essere sempre verificata l’esistenza di ciò che in Spagna ab-biamo chiamato “interesse cassazionale”, ovvero un interesse gene-rale o pubblico. L’interesse cassazionale rappresenta un requisito diammissibilità del ricorso, un filtro per l’accesso alla cassazione.Una volta evidenziata, come giustificazione istituzionale della

cassazione, la necessità che si formi un orientamento giurispruden-

84 Andrés de la Oliva Santos

non si commettano errori nel rito seguito per realizzare la giustizia del caso con-creto, ma la stessa coerenza ci obbliga a far in modo che lo strumentale non pre-valga sul sostanziale, vale a dire che il processuale non diventi, all’interno dellostesso processo, un elemento che intralcia la decisione e nuoce all’efficacia di que-st’ultima. Noi professionisti del diritto processuale, se ci comportassimo come«specialisti» ad oltranza, saremmo, come tutti gli specialisti estremi, un gruppo pe-ricoloso, perché anche se la specializzazione è necessaria, è facile che ci porti adun punto che la rende riduttiva ed impoverente. Lo disse già Pio Baroja: «La spe-cializzazione causa miopia spirituale». Gli specialisti del diritto processuale, comegli altri specialisti, non devono essere né tanto meno agire come una corporazioneespansionista in lotta con altri e con mire di conquista di territori, perdendo di vi-sta e non avendo nessun tipo di sensibilità verso l’unità essenziale del diritto. Dob-biamo conoscere il diritto processuale e metterlo al servizio di tutto l’ordinamentogiuridico. Dobbiamo avere solide conoscenze del diritto sostanziale o, almeno, unaformazione giuridica di base che ci permetta di acquisire o «rinfrescare» questenozioni ogni volta che ci servono, per creare un nuovo diritto processuale atto agarantire l’effettività di qualche branca concreta del diritto sostanziale o per ana-lizzare le esigenze di riforma del diritto processuale già esistente.

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ziale dotato di speciale autorità e, se possibile, uniforme, che inte-gri l’ordinamento giuridico, nel senso di offrire criteri per l’appli-cazione delle norme di diritto sostanziale, ritengo si debba rifiutarein quanto criterio erroneo per l’accesso al giudizio di cassazionequello dell’interesse economico (vale a dire monetario) dei casi.Non si tratta solamente del fatto che il criterio dell’interesse eco-

nomico determina ingiuste disparità di trattamento. Accade infattiche, in aggiunta, con questo criterio possano esserci materie interesu cui, per l’abituale scarsa rilevanza economica delle questioni con-troverse, non interverranno mai sentenze del Tribunale Supremo enon esisterà mai, pertanto, l’auspicabile e necessaria dottrina giuri-sprudenziale. L’ambito materiale di questa dottrina non deve pre-sentare eccezioni che, invece, si produrrebbero se ci lasciassimo gui-dare dal criterio della summa gravaminis. Per giunta il criterio dellarilevanza economica spingerebbe, molte volte, a trascurare quelloistituzionale dell’interesse generale, perché lascerebbe chiusa laporta a ricorsi per cassazione assolutamente giustificati dalla neces-sità di formare una giurisprudenza autorevole.Di conseguenza, non si deve prendere in considerazione l’inte-

resse economico né per dichiarare ricorribili per cassazione le sen-tenze rese in seconda istanza, come si fa ora in Spagna (art. 447.2,2º LEC), né per individuare cosa conferisca interesse cassazionalead un ricorso. Sostengo questo precisamente quando in Spagna sipropone l’approvazione di una legge, erroneamente chiamata di“semplificazione processuale” (che non semplifica nulla), che ele-verebbe la summa gravaminis per poter ricorrere alla cassazione ci-vile, da centocinquantamila euro a ottocentomila euro. Mi sono op-posto pubblicamente a questo cambiamento.

8. Scartato il valore economico della pretesa come fattore deter-minante, dobbiamo trovare un criterio accettabile. Come ho già piùvolte sostenuto, non sono propenso a lasciare al Tribunale Su-premo, in maniera diretta o con formule elastiche, la determina-zione dei casi cassazionalmente interessanti. Rispetto il sistema nor-damericano del certiorari, ma ritengo che non debba essere tra-piantato nel seno di ordinamenti giuridici come quello spagnolo,appartenenti ad un altro sistema giuridico. A causa del tempo limi-tato, non posso ora dilungarmi su questo punto.

8.1. Come si può definire lo speciale interesse cassazionale inbase a dei criteri oggettivi fissati per legge? È fuor di dubbio cheper risolvere questa questione è necessario aver deciso cosa si con-sidera, a grandi linee, interesse cassazionale, ovvero un interesse ge-

Un nuovo modello di Cassazione civile per il Tribunale Supremo spagnolo 85

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nerale o pubblico che giustifichi il riesame da parte del TribunaleSupremo di una sentenza resa in un grado inferiore (normalmentein appello).Nonostante lo abbia già anticipato in termini generali, esplici-

terò qui nuovamente la mia opinione con maggiore chiarezza.Penso che sia di per sé ragionevole e risulti inoltre coerente con lanormale evoluzione della cassazione civile, sostenere che la fun-zione più essenziale di una Corte o Tribunale Supremo sia dettaresentenze che interpretino autorevolmente il contenuto, i limiti e laratio delle norme sostanziali, in modo che queste sentenze, per loroqualità, risultino molto persuasive e indirizzino il comportamentodei soggetti giuridici e degli stessi giudici.In quali casi si può considerare di singolare interesse che la

Corte di cassazione detti queste sentenze o formuli un’autorevoledottrina giurisprudenziale e, pertanto, divenga ammissibile il ri-corso per cassazione? A mio avviso, l’interesse cassazionale è indi-scutibile quando sulla questione esista una giurisprudenza contrad-dittoria dei tribunali inferiori e anche quando, per la novità asso-luta delle norme, ancora non esista un’interpretazione autorevoledelle stesse. È anche accettabile che si rinvenga un interesse cassa-zionale quando l’errore che si considera commesso nella sentenzaimpugnata consiste nell’aver contraddetto l’orientamento giuri-sprudenziale uniforme o chiaramente predominante del TribunaleSupremo, sempre che, ovviamente, esso esista.Mi sembra che ci troviamo di fronte ad un modo concreto,

chiaro e abbastanza sicuro di stabilire, con criteri obiettivi, quandoesiste interesse cassazionale.

9. In sintesi, la mia proposta16 è questa: il Tribunale Supremo sidedichi in Spagna a risolvere ricorsi per Cassazione per violazionedi leggi sostanziali (senza revisione dei fatti né di presunte infra-zioni di leggi processuali), sempre che ci sia un interesse generaledeterminato dal bisogno di stabilire una dottrina interpretativa deldiritto dotata di speciale autorità. Tale interesse generale, che rea-

86 Andrés de la Oliva Santos

16 Questa proposta dell’interesse cassazionale coinciderebbe, quindi, esatta-mente, con quella dell’art. 447 LEC: “si considererà che un ricorso presenti inte-resse cassazionale quando la sentenza impugnata si opponga ad una dottrina giu-risprudenziale del Tribunale Supremo o risolva punti e questioni su cui esista giu-risprudenza contraddittoria delle Udienze Provinciali o applichi norme che nonsiano in vigore da più di cinque anni, sempre che, in quest’ultimo caso, non esi-stesse una dottrina giurisprudenziale del Tribunale Supremo relativa a norme pre-cedenti di uguale o simile contenuto”.

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lizza l’interesse cassazionale, dovrà prevalere sullo ius litigatoris e siconsidererà esistente non per arbitrio dello stesso Tribunale Su-premo, bensì per la contrarietà della sentenza impugnata alla giuri-sprudenza dello stesso Tribunale, per l’esistenza di una giurispru-denza contraddittoria dei tribunali di seconda istanza o per l’inesi-stenza di una interpretazione giurisprudenziale autorevole sunorme e precetti materialmente nuovi, senza che abbia invece ri-lievo il valore economico della lite17.

Un nuovo modello di Cassazione civile per il Tribunale Supremo spagnolo 87

17 Per facilitare il lavoro del Tribunale e conferire serietà alla cassazione, è ra-gionevole esigere che il ricorso non si limiti ad affermare l’interesse cassazionalee ad indicare sentenze contraddittorie (con citazioni e produzione di copie) o tesisostenute nella sentenza impugnata in contrasto con la giurisprudenza uniforme ochiaramente predominante del Tribunale Supremo ma che, in tal caso, venga illu-strata la contraddizione o l’assenza di giurisprudenza autorevole sulle nuove leggi.

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7.The German Federal Court of Justice:A Supreme Court between General Principles and Individual Justice

PETER GOTTWALD*

Summary: I. The Institution: 1. The Court and its judges. – 2. Jurisdiction. – II.Access to the Federal Court of Justice: 3. Historical development. – 4. Right toappeal – 5. Criteria for admitting a final appeal – 6. The Workload. – IV. Pro-ceedings on Final Appeal: 7. Dispositions in the interests of the parties. – 8. Scopeof review. – 9. Conclusion.

I. The Institution

1. The Federal Court of Justice is the supreme civil and crimi-nal court of Germany. It was constituted after the foundation ofthe Federal Republic on 1 October 1950 as a successor of the for-mer Supreme Court of the Reich (Reichsgericht). Its civil divisionis composed of twelve panels. Depending on the typical workload,there are seven to nine judges on each ordinary panel (called Senat).In session, the court sits in varying groups of five judges. The samejudges also sit on the eight additional special panels. At present, atotal number of 91 judges are dealing with civil matters.These judges are supported by about 40 judicial assistants.1

These assistants are highly qualified junior judges in the service ofthe German federal states who are delegated to the Federal Courtof Justice for three years.In civil cases responsibilities are allocated according to the area

of law. Consequently, each panel is highly specialized. By way ofa rough overview, each of the twelve civil panels is allocated one ofthe following areas:2 intellectual property, corporations, servicescontracts, succession law, real property, torts, building law, sales

* University of Regensburg1 50 for the entire court; cf. The Federal Court of Justice, publ. by the Fed-

eral Court, 2010, p. 14 (available on the website of the Court).2 The complete Schedule of Responsibilities is published in the Federal Gazette

and on the website of the Court.

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law, insolvency law, patent law, banking law and finally one forfamily law.There is one special senate for agricultural law (sitting with three

professional judges and two farmers as lay judges).3 There are fivesenates for professional and disciplinary litigation matters concern-ing lawyers, notaries public, patent agents, auditors and tax advis-ers. Moreover, there is a Cartel Panel (presided over by the Presi-dent of the Federal Court of Justice) and a Federal Disciplinary Tri-bunal (for matters relating to federal judges). Panels dealing withprofessional matters are sitting with two assessors from the rele-vant professional group.4In addition to the ordinary panels there is a Grand Civil Panel

to resolve differences between the opinions of ordinary panels onthe same question of law (§ 132 GVG).5The judges of the Federal Court of Justice are career judges. The

office of federal judge typically is the peak of their career. Judgesare chosen by a special election committee and appointed by theFederal President. The election committee consists of 32 members,16 of whom are the Ministers of Justice of the German states whilethe other 16 are elected by the German Parliament (Bundestag).The Federal Minister of Justice presides over the committee butlacks a vote of his own.6Any German lawyer older than 35 years is eligible for appoint-

ment. The great majority of candidates are judges in the service ofthe German states. Occasionally, senior officers of the Ministries ofJustice and, in rare cases, practicing lawyers are elected. Typically,the state ministers propose qualified candidates aged between 45and 50. After the Presidential Council of the Federal Court has ap-proved of the candidates’ qualification, elections are held by thecommittee. Apart from the nominees’ qualification, the committeehas to take into account the equitable representation of the federalstates in proportion to their population. Each newly elected judgeis assigned to a specific panel and often stays there (about 15 years)

90 Peter Gottwald

3 § 2 s. 2 Gesetz über das gerichtliche Verfahren in Landwirtschaftssachen of21 July 1953 (BGBl I 667).

4 Cf. § 106 s. 2 BRAO; § 106 BNotO.5 In practice, judges try to avoid references to the Grand Panel and rely (ac-

cording to § 132 s. 3 Judicature Law – GVG) on informal consultation and com-promise instead; cf. BGH Neue Juristische Wochenschrift 2002, 1207; GROß/PAMP,Die Grundsatzvorlage an die Großen Senate für Zivil- und Strafsachen, Zeitschriftfur Zivilprozess 113 (2000), 467.

6 Law of 25.08.1950 (BGBl. I p. 368).

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till the end of his or her career. As a consequence, most panel mem-bers are highly esteemed experts in their field.To secure a high professional standard in the handling of cases,

the Federal Court of Justice has a special bar. At present, the barassociation consists of 41 lawyers admitted to the Federal Courtonly (§ 172 s. 1 BRAO). As with the judges, these lawyers mustfirst be proposed candidates by one of the German bar associationsand must then be elected by a special committee.7 Candidates mustbe older than 35 years and must have practiced at other courts forno less than five years.

2. The Federal Court of Justice has jurisdiction over:(1) final appeals (Revision, § 543 ff. Code of Civil Procedure,

CCP)(2) complaints against denial of appeal (Nichtzulassungsbeschwerde,

§ 544 CCP)(3) complaints on points of law (Rechtsbeschwerde, § 574 ff. CCP)(4) first appeals in patent revocation proceedings (Berufung in

Patentnichtigkeitssachen, § 110 ff. PatG)(5) collateral proceedings, such as applications for legal aid (§§

117, 119 CCP), conflicting decisions on jurisdiction (§ 36 s. 3 CCP),restoration of position (§§ 233 ff. CCP), complaints against a vio-lation of the right to be heard (§ 321a CCP)8 and similar matters.

II – Access to the Federal Court of Justice

3. The 1877 Code of Civil Procedure provided three instancesto the parties in larger-scale disputes. Of course, the Supreme Courtof the Reich was supposed to maintain the uniformity of law. Butif the value in dispute exceeded RM 1500 (which today equals apurchasing power of about € 15.000), each party could appealagainst the judgment of a High Regional Court (Oberlandes-gericht). Disputes that were initiated at the District Court were notappealable. This system remained in place until the end of WorldWar II; only the minimum value in dispute was raised so as to pre-vent the Supreme Court of the Reich from becoming overburdened.After World War II, the system was slightly modified. For dis-

putes exceeding the value of DM 6.000 (equaling about € 12.000

The German Federal Court of Justice 91

7 Cf. §§ 164 ff. BRAO.8 Cf. BGH (Order of 8.2.2011, VI ZR 323/09).

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when considering inflation), appeals were admissible without re-striction. For lower values and for non-monetary disputes, leave toappeal due to fundamental importance had to be obtained from theHigh Regional Court.9 The Federal Court of Justice at the time hadfive civil panels with 37 judges. The system resulted in the over-burdening of the court. In 1968, it already had ten panels with 69judges. In 1975, the old system was to be replaced by a general sys-tem of leave-based appeal due to fundamental importance. How-ever, objections by the commercial sector prevailed. Leave-basedappeal was introduced only for disputes not exceeding a value ofDM 40.000 (later this increased to DM 60.000, equaling about€ 20.000 and € 30.000 respectively). For higher values in dispute,appeal remained unrestricted. The Supreme Court of Justice couldhowever reject the case (denying a substantive ruling) without giv-ing reasons if a preliminary examination revealed that it had noprospect of success (old version of § 554b ZPO). 10 The number offilings increased further so that the court soon had grown to 12panels with 91 civil judges (as of today).In 2001, following a heated discussion on legal policy, general

leave-based appeal and a corresponding complaint against decisionsat second instance were introduced. This was done to control ac-cess in a self-regulating way and to implement equal access foreveryone. Value in dispute based appeal primarily in the interest ofthe parties had thus become history. Since then, appeal has beenbased solely on leave in the public interest. 11 Nonetheless mostagree that appeal continues to serve the individual parties’ interestsin a correct decision.12

4. a) Admission by the Court of First Appeal. Under § 543 s.1 no. 1 CCP, an appeal against a final judgment by a High RegionalCourt or Regional Court (Landgericht) is held if the court ex-pressly gave leave in the judgment. In 2010, a total number of 819decisions for which leave to appeal was given were in fact appealed.This merely represented less than half of all appealable decisions.

92 Peter Gottwald

9 Cf. H.PRÜTTING, Die Zulassung der Revision, 1977, p. 37 ff.10 Cf. BVerfGE 54, 277 (Plenary decision) = Neue Juristische Wochenschrift

1981, 202.11 Cf. P. GOTTWALD, Review appeal to the German Federal Supreme Court af-

ter the reform of 2001, in M. Ortells Ramos, Los recursos ante los tribunals supre-mos en Europa, Valencia, 2008, p. 87.

12 Cf. KAYSER, in Saenger, ZPO, 4th ed. 2012, § 542 N 1; ACKERMANN, in Prüt-ting/Gehrlein, ZPO, 2010, § 542 N 2.

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Decisions on interim relief are not subject to appeal (§ 542 s. 2CCP).The Supreme Court is bound by leave (§ 543 s. 2, 2nd sentence

CCP). It can however reject the appeal without oral hearing if itconsiders that leave had been given erroneously and that the appealhas no prospect of success (§ 552a CCP). 13

b) Complaint against Refusal of Appeal. Yet generally, it islikely that leave to appeal will be given too rarely rather than toooften. Appeal judges tend to believe their decision is correct and toconsider re-examination expendable. As a corrective measure, thelaw therefore allows a complaint against the refusal of appeal.If the court of first appeal did not permit the final appeal, any

party may appeal to the Federal Court of Justice directly for leave(§ 544 CCP). Until the end of 2011, the value of the appealingparty’s claim must exceed 20.000 € (§ 26 No. 8 Introductory Lawto the CCP). The legislator has hidden this rule in the Introduc-tory Law and fixed a date of expiry, but it is very likely that thisrule will become permanent. Otherwise, the Federal Court of Jus-tice would be flooded with applications for leave to appeal.14However, the court of first appeal can exclude any appeal or

complaint to the Federal Court of Justice if it rejects the appeal un-der § 522 s. 2 CCP unanimously without oral hearing. The lawmakes it a condition for this procedure that the appeal has noprospect of success and that the matter is not of fundamental im-portance (§ 522 s.2 1st sentence CCP). But whether these conditionsare met is for the court of first appeal itself to determine. Its deci-sion is final because under § 522 s. 3 CCP, such a ruling is not ap-pealable, even if the decision of the court of first appeal was arbi-trary.15 Many High Regional Courts resolve considerably morecases in this way than by challengeable judgments on appeal. Thispractice is subject to continuing criticism.16 A draft law by the gov-

The German Federal Court of Justice 93

13 Cf. BGH (18.11.2009, IV ZR 36/09) Versicherungsrecht 2010, 645.14 Cf. H. BÜTTNER, Berufung und Revision, Zivilprozessuale Rechtsmittel im

Wandel, 2010, S. 21 f. To reduce the workload for handling unjustified complaintsagainst refusal of appeal § 544 s. 4 CCP empowers the Federal Court to dismisscomplaints with short reasons only, or even to give no reasons for doing so if thecase does not help in clearing up the criteria for admitting a final appeal; crit. R.ZUCK, Rechtsstaatswidrige Begründungsmängel, Neue Juristische Wochenschrift2008, 479.

15 BGH (30.3.2011, IV ZB 31/09) (Tz 5 f).16 Cf. K.O. KNOPS, Die Verkürzung des Rechtswegs durch § 522 Abs. 2 ZPO,

Zeitschrift fur Zivilprozess 120 (2007), 403; A. BAUMERT, Beschränkung des Zu-

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ernment aimed at meeting this criticism would make the same rem-edy, the complaint against refusal of appeal, available against botha unanimous ruling of rejection and a judgment.

c) Complaints on points of law. Final court orders of secondinstance are subject to complaints on points of law before the Fed-eral Court of Justice. The majority of complaints are lodged againstorders in enforcement17 and insolvency matters. Court orders dis-missing a first appeal are also subject to the complaint on points oflaw (§ 522 s. 1, 4th sentence CCP). And since autumn 2009 therehas been a growing number of complaints on points of law in fam-ily matters and other non-contentious matters (§§ 70 ff FamFG).18The criteria for complaints against court orders are largely the

same as those for appealing judgments. However, there are somedifferences.There are some cases where the law expressly permits com-

plaints on points of law.19 In such cases, the Federal Court of Jus-tice has to examine whether the case is one of general importance(§ 574 s. 2 CCP). If the Federal Court answers this question in thenegative, the complaint must be rejected (§ 577 s. 1 CCP).If the law does not expressly permit them, complaints can be

filed only if the court of first appeal (or first complaint) has in itsruling granted leave to complain (§ 574 s. 1 no. 2 CCP). By con-trast to the law of appeals (against judgments), there is no com-plaint against the refusal of leave to complain.

94 Peter Gottwald

gangs zum Revisionsgericht durch Zurückweisung der Berufung durch Beschluss,Monatsschrift fur Deutsches Recht 2008, 954; KRÜGER, Unanfechtbarkeit desBeschlusses nach § 522 II ZPO, Neue Juristische Wochenschrift 2008, 945; REINELT,Die unendliche Geschichte - § 522 II ZPO, Zeitschrift fur Rechtspolitik 2009, 203;H. BÜTTNER (N 4), p. 23; ST. GÖCKEN, § 522 II ZPO – Nicht geeignet für denRechtsexport, Neue Juristische Wochenschrift aktuell 6/2011, p. 16, B. RIM-MELSPACHER, Bessere Kontrolle zivilprozessualer Berufungsentscheidungen,Zeitschrift fur Rechtspolitik 2010, 217; LEMKE, in Prütting/Gehrlein, ZPO, 2010, §522 N 46.

17 Cf. C. MELLER-HANNICH, Norm und Praxis im Zwangsvollstreckungsrecht –Bestandsaufnahme und Ausblick nach sieben Jahren Rechtsbeschwerde zum Bun-desgerichtshof, Deutsche Gerichtsvollzieher-Zeitung 2009, 69.

18 With regard to contentious family proceedings, final appeal was replaced bythe complaint on points of law, but with respect to non-contentious proceedingsaccess to the Federal Court was provided for the first time.

19 E.g. in insolvency matters (§ 7 Insolvency Code) and court orders to dis-miss an appeal as inadmissible (§ 522 s. 1 sentence 4 CCP) (cf. BGH, 31.3.2011,V ZB 160/10); § 15 s.1 Capital Market Model Case Proceedings Act also permitsthe complaint to the Federal Court and rules in addition that such a complaint isalways of fundamental legal importance.

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Similar rules apply in family matters and non-contentious mat-ters (§ 70 s. 1 FamFG), with one important exception: in cases re-lating to social care, committal orders and other cases of detentionno leave is required for complaints on points of law (§ 70 s. 3FamFG).

d) First appeal in patent revocation proceedings. In thesecases, first appeal to the Federal Court is not subject to restrictions.As in the case of first appeal under the CCP (§ 513) the appellantmay reprimand a violation of federal law or claim that on the rel-evant facts a different decision would have been justified (§§ 111,117 PatG). These first appeals (about 60 to 70 a year) shall not bedealt with in further detail here.20

e) Referral procedures. At present no court of first or secondinstance may in a civil case request a preliminary ruling on a deci-sive question of law from the Federal Court of Justice. The onlyremaining case for which the final decision lies with the FederalCourt rather than the courts of (first) appeal is the case of diver-gence in jurisdiction matters (§ 36 s. 3 CCP).21 The more impor-tant divergence request in § 28 s. 2 FGG (law on non-contentiousproceedings) was abandoned when the law was repealed in 2009.Referral procedures were not popular in Germany as they provedrather ineffective, in particular in respect of the protection of indi-vidual rights.22 Nonetheless, on 25 November 2004 the Ministersof Justice of the German states voted to abolish the final appealcompletely and to replace it with a mere referral procedure in casesof divergence or general importance. This proposal provoked anoutcry by the legal profession23 and the Federal Court and as a re-sult was not pursued further. It would have removed the FederalCourt’s ability to maintain legal uniformity in Germany. Thereforethere has not been any support for replacing final appeal with re-ferral duties of the lower courts.24

f) Appeal in the interest of the law. By contrast to French law,there is no and never has been a final appeal or complaint on points

The German Federal Court of Justice 95

20 For details cf. F.-W. ENGEL, Berufungen an den Bundesgerichtshof, Festschriftfür Achim Krämer, 2009, p. 443.

21 KAPSA, p. 59, 70.22 Cf. A. WILLINGMANN, Rechtsentscheid – Geschichte, Dogmatik und Rechts -

politik eines zivilprozessualen Vorlagemodells, 2000.23 Cf. ST. WETH, Die große Justizreform in Deutschland, Zeitschrift fur Zivil-

prozess 120 (2007), 135.24 Cf. H. ROTH, p. 79, 89.

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of law filed by the Federal Prosecutor-General solely in the publicinterest (he or she does not have a civil branch at all).25Under German law final appeal and complaint on points of law

are means of recourse of individual parties. Therefore, the decisionmust have a negative content for the appellant and he must applyto the Federal Court to cure this negative effect.26

5. Since the reform of 2001, there have been three criteria whichqualify a case for review by the Federal Court of Justice: (1) fun-damental legal importance, (2) a need for development of the law,or (3) ensuring uniform administration of justice (§ 543 s. 2 CCP).If due to one or more of these criteria a decision by the FederalCourt is required, either the court of first appeal or the FederalCourt itself has to grant leave and may not dismiss a complaint onpoints of law (§ 543 s. 1 CCP).A complaint on points of law meeting these requirements must

be admitted by the court deciding the first complaint (§ 574 s. 1no. 2, s. 3 CCP; § 70 s. 1, 2 FamFG). There is no complaint againsta refusal to admit.27 In addition, the law expressly provides for cer-tain cases where no leave is required to file a complaint on pointsof law (e.g. §§ 522 s. 1 s. 4, 1065 s. 1 s. 1 CCP; § 7 Insolvency Code).In these cases, the Federal Court examines whether the complaintmeets the general requirements (§ 574 s. 2 CCP). If this is not thecase, the complaint is dismissed without review of the merits (§ 577s. 1 CCP).28However, final appeal remains a means for the protection of the

interests of the parties to the individual case. Thus, a final appealor complaint, respectively, must be filed by individual appellantsdemanding a just decision of their case. Consequently, appeal andcomplaint are only possible if the alleged mistake affects the cor-rectness of the decision. Because final appeal will be rejected in caseof an irrelevant mistake (§ 561 CCP) the Federal Court will not

96 Peter Gottwald

25 Cf. H. ROTH, Wege zur Sicherung einer einheitlichen Rechtsprechung, 4.Zivilprozessrechts-Symposium, 2008, p. 79, 89.

26 KAYSER, in Saenger, ZPO, § 543 N 3.27 ROSENBERG/SCHWAB/GOTTWALD, § 148 N 5; ZÖLLER/HEßLER, § 574 N 16;

KAYSER, in Saenger, ZPO, § 574 N 15; R. RACKL, Das Rechtsmittelrecht nach demFamFG, 2011, p. 242 ff. A party may however reprimand by constitutional com-plaint when a court of first complaint refuses to admit the complaint on points oflaw if the requirements to do so are met undoubtedly (cf. BVerfG, 1. Chamber of1st. Senate, 8.12.2010, NJW 2011, 1276).

28 ZÖLLER/HEßLER, § 574 N 11; LIPP, in Münchener Kommentar zur ZPO, 3rded. 2007, § 574 N 8.

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admit a case on that basis.29 Likewise, a complaint on points of lawis rejected if based on an irrelevant mistake (§ 577 s. 3 CCP).

a) Fundamental legal importance. A case is of fundamental le-gal importance if (1) there is a disagreement on the correct inter-pretation of a legal matter among lower courts and the questionmoreover is disputed within the judiciary and academia or the af-fected groups, and (2) the case in question is suitable for resolvingthe matter in a way that serves the interest of the general public ina consistent development und application of the law.30 This inter-pretation must be relevant for an indefinite multitude of cases,which is true for a test case.

b) Development of law. Development of the law is regarded asone aspect of the requirement of fundamental importance.31 To ad-vance legal development, the case must provide the opportunity forformulating new guiding principles (Leitsätze) with regard to sub-stantive or procedural law, or for closing loopholes. This only isthe case if there is no – not even partial – guidance regarding thelegal evaluation of typical or generalizable circumstances.32 For thisground as well as for that of fundamental importance, the claimantmust refer to other cases or articles to demonstrate that his casecould help to answer an open legal question.33

c) Need to ensure the uniformity of law. The most importantground for granting admission is the need to ensure the uniformityof law. It applies in cases where there is a strong public interest inthe rectification of an incorrect application of law. This can be thecase in relation to diverging rulings on a point of law,34 but also ifthe relevant mistake may impair confidence in the judiciary as such.35

The German Federal Court of Justice 97

29 Cf. BGH (12.2.2004, V ZR 247/03) Neue Juristische Wochenschrift 2004,1167 (on two errors which neutralized each other); KAYSER, in Saenger, ZPO, 4thed. 2011, § 543 N 41-46.

30 BGH (18.11.09, IV ZR 36/09), Versicherungsrecht, 2010, 645; BGHZ 151,221 = Neue Juristische Wochenschrift 2002, 3029 (Tz 4).

31 BGH (22.10.2009, IX ZB 50/09), Monatsschrift fur Deutsches Recht 2010,229.

32 BGH (18.11.2009, IV ZR 36/09) (Tz 7), Versicherungsrecht 2010, 645 (juris-diction at the place of performance with regard to precontractual breach of duty);BGH (27.3.2003, V ZR 291/02), Neue Juristische Wochenschrift 2003, 1943; BGHZ151, 221 = Neue Juristische Wochenschrift 2002, 3029 (Tz 6).

33 BGH (22.10.2009, IX ZR 50/09), MDR 2010, 645 (Interpretation of § 290s. 2 Insolvency Code); M. GEHRLEIN, Darlegung des Revisionszulassungsgrundesder Rechtsfortbildung, Versicherungsrecht 2008, 1623.

34 BGHZ 151, 221 (Tz 8) = Neue Juristische Wochenschrift 2002, 3029.35 Cf. WENZEL, in Münchener Kommentar zur ZPO, 3rd. ed. 2007, § 543 N 12.

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On the basis of what has been said so far, one might think thataccess to the Federal Court is available in the public interest only.Yet, the widespread academic opinion is that applications to admita final appeal after refusal by the second instance are granted in theinterest of individual justice to rectify incorrect decisions.36 Otherauthors suggest that for the first time the new system has openedaccess to the Federal Court against appellate decisions of the Re-gional Courts, and that this also is primarily in the individual par-ties’ interests.37

d) Severe procedural defects. Whereas all other codes of pro-cedure under certain circumstances – namely relevant severe proce-dural defects at second instance – allow giving leave to appeal tothe Supreme Court in the interest of the parties involved,38 the Ger-man CCP does not. Reform of the system in this respect, as pro-posed by myself, 39 was rejected. At least systematically, this was amistake.40 Only in some special cases of high economic importance,like antitrust matters (§ 74 s. 4 GWB), patent (§ 100 s. 3 PatG) andtrademark matters (§ 83 s. 3 MarkenG), a complaint on questionsof law may be filed without permission if severe procedural defectswhich correspond to the absolute grounds for final appeal are al-leged.41 For the great majority of cases, the legislature underesti-mated the importance of rectifying such defects in the public in-terest in view of the general confidence in the judiciary. It has beencriticized severely for this.In the first years after the reform, the Federal Court followed a

strict interpretation but was eventually corrected by the FederalConstitutional Court. According to German law, all final court de-cisions are subject to constitutional complaint before the FederalConstitutional Court (Art. 93 s. 1 no. 4a Basic Law). In a long se-

98 Peter Gottwald

36 KAYSER, in Saenger, ZPO, 4th ed. 2011, § 542 N 1.37 ACKERMANN, in Prütting/Gehrlein, ZPO, 2010, § 542 N 2.38 Cf. § 72 s. 2 no. 3 ArbGG, § 160 s. 2 no. 3 SGG, § 132 s. 2 no. 3 VwGO

and § 115 s. 2 no. 3 FGO.39 Cf. P. GOTTWALD, Empfehlen sich im Interesse eines effektiven Rechtsschutzes

Maßnahmen zur Vereinfachung, Vereinheitlichung und Beschränkung derRechtsmittel und Rechtsbehelfe des Zivilverfahrensrechts?, Gutachten f. d. 61.Deutschen Juristentag, 1996, A 1, 75 ff.

40 P. GOTTWALD, Systemfehler des neuen deutschen Rechtsmittelrechts,Festschrift für Beys, Athen 2003, S. 447, 452 ff; BÜTTNER (N 14), p. 30 f.

41 Cf. B. KAPSA, p. 59, 66; F. SEILER, Neuere Rechtsprechung zur zulassungs-freien Rechtsbeschwerde in Patentsachen, Gewerblicher Rechtsschutz und Urhe-berrecht 2011, 287.

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ries of decisions, the Constitutional Court held that under the con-stitution there is indeed no right to appeal. But if a procedural codeprovides the right to appeal, that right must be effective. As a con-sequence of the rule of law (Rechtsstaatsprinzip), access to final ap-peal may not be refused arbitrarily, that is without objective rea-sons.42If leave for final appeal were to be granted in the public inter-

est only, an application to admit a final appeal would have to berejected if the relevant legal question has been answered in the timebetween the filing of the application and the decision by the court,even if the case in question was decided in a wrong way and thefinal appeal would have been successful.43 But from the individual’sperspective it would be unjust to lose the case solely because thesame mistake was rectified slightly earlier in another case. The Fed-eral Court now makes an exception because the applicant shouldbe able to rely on the state of the law at the time of filing.44

With regard to these precedents and after a long discussionwithin the court and in public,45 the Federal Court in effect broad-ened the scope of the third ground for granting leave and now isusing it as a kind of general clause. It is accepted in cases of(1) danger that the mistake might be imitated,(2) violation of procedural basic rights,(3) arbitrary decisions in violation of the constitution, and(4) absolute grounds for final appeal (as provided by § 547 no.

1 – 4 CCP).The defects covered by the last point are considered to be a type

of violation of fundamental constitutional rights.46 Frequently, a vi-

The German Federal Court of Justice 99

42 BVerfG Neue Juristische Wochenschrift 2008, 26; BVerfG (1. Senate, 1.Chamber, 4.11.2009), Neue Juristische Wochenschrift 2009, 572; BVerfG FamRZ2010, 1235.

43 BGH (12.3.2003, IV ZR 278/02), Neue Juristische Wochenschrift 2003, 1609;crit. F. SEILER, Neue Juristische Wochenschrift 2003, 2290.

44 BGH (8.9.2004, V ZR 260/03), Neue Juristische Wochenschrift 2005, 154;BGH (29. 6. 2010, X ZR 51/09), Neue Juristische Wochenschrift 2010, 2812;ZÖLLER/HEßLER, ZPO, § 544 N 12a; SCHEUCH/LINDNER Neue Juristische Wochen-schrift 2005, 112.

45 Cf. W. BALL and H. BÜTTNER, Die Reform der ZPO – eine Wirkungskon-trolle, Das neue Revisionsrecht, Verhandlungen des 65. Deutschen Juristentages(German Lawyers‘ Forum) 2004, Vol. 1, A 69 and A 89.

46 BGHZ 172, 250 = Neue Juristische Wochenschrift 2007, 2702; comment byM. GEBAUER, Zeitschrift fur Zivilprozess 120 (2007), 507. (In this case proceedingswere continued despite the fact that the claimant had become insolvent and wasnot represented by the official receiver).

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olation of the right to be heard (Art. 103 s. 1 Basic Law) is allegedand accepted by the Federal Court of Justice.47At first, the new law was criticised because a procedural irreg-

ularity in proceedings before the court of first appeal would notentitle an applicant to obtain leave for a final appeal, but the sameirregularities could be decisive in an appeal already admitted onother grounds (§ 551 s. 3 no. 2b CCP). This problem has been over-come by adopting a broad interpretation of arbitrariness at least incases that have a certain level of importance to the parties. Thus,the term now is interpreted as covering any arbitrariness as well asviolations of the constitutional right of access to justice and theright to be heard.48The same is true for the rectification of obvious procedural or

substantive mistakes in the decision of the court of appeal. TheFederal Court has confirmed many times that an obvious error assuch is no reason to give leave to final appeal.49 Such mistakes arenot likely to be repeated in a multitude of cases. But such decisionsare arbitrary and inconsistent with the rule of law if the court ofappeal has deviated so far from the correct interpretation or appli-cation that the decision is completely indefensible and in this senseis obviously incorrect.50This was the end of the discussion. Since 2007 there has been a

“silence after the storm”.51 The widespread use of cloudy terms suchas “completely”, “obviously”, “arbitrarily” shows that ultimatelythere is plenty of space for giving judgment for or against the ap-plicant. However, members of the Supreme Court Bar claim thatthey must deal with the constitutional dimension of any simple butsevere procedural defect and must argue that it resulted in the vio-lation of constitutionally protected basic rights.52 This result appliesonly to the final appeal against judgments. So far the complaint on

100 Peter Gottwald

47 Cf. BGH (10.2.2011, VII ZR 155/09, Tz 4 ff) Neue Juristische Wochenschrift2011, 526 (preclusion of evidence by expert witness due to the late payment of asurcharge on the already paid security of costs).

48 BGHZ 154, 288 = Neue Juristische Wochenschrift 2003, 1943;ZÖLLER/HEßLER, ZPO, 28th ed. 2010, § 543 N 15c.

49 BGH Neue Juristische Wochenschrift 2003, 754; BGH Neue JuristischeWochenschrift 2003, 831; BGHZ 154, 288 = Neue Juristische Wochenschrift 2003,1943.

50 (N 33).51 J. BORNKAMM, Ruhe nach dem Sturm, Die zivilprozessuale Zulassungsrevi-

sion, Festschrift für Achim Krämer, 2009, S. 425.52 H. BÜTTNER (N 4), p. 30.

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points of law requires leave by the court of first complaint, and thatcourt is rather unlikely to grant leave for the correction of its ownprocedural mistakes.53 So in the end, the complaint on points of lawis less open for individual justice than final appeal.To sum up: Access to the Federal Court of Justice is granted pri-

marily in the public interest. Final appeal as well as complaint onpoints of law may, however, be filed only by an individual partyseeking relief in her own, individual interest. No lower court canrequest the Federal Court to give preliminary rulings nor has theFederal Court itself the power to set up general guidelines inde-pendently of a ruling in a specific case. The citizen appealing to theCourt thus serves as a kind of vehicle for the public interest.54

6. This is however only one side of the coin. Put simply, onecan say that more than 100 judges handle about 5.000 cases at theFederal Court of Justice per year. Yet it is difficult to believe thatthere are so many cases which call for improvement or clarificationof the law. If the work of the Federal Court were to be restrictedto genuine questions in the public interest, the court could be muchsmaller.55 Again, this shows that the final appeal system also servesindividual interests.After the 2001 reform, the number of cases filed with the Fed-

eral Court increased substantially. By now, the number of pendingcases has stabilized and even declined to a level lower than that of1994.In 2010, litigants filed 819 (admitted) final appeals and a further

2.349 complaints against denial of appeal with the Federal Court.This effectively corresponds with the numbers of previous years.56The number of cases that the Court handled increased; the com-

bined number of final appeals and applications against denial of ap-peal that it dealt with was 3392.Out of 2.546 complaints against denial of appeal and leapfrog

appeals, only 303 applications were accepted for final appeal. This

The German Federal Court of Justice 101

53 ALTHAMMER, in Johannsen/Henrich, Familienrecht, 5th ed. 2010, § 70 FamFGN 10; ABRAMENKO, in Prütting/Helms, FamFG, 2009, § 70 N 5, 11.

54 B. KAPSA, Wege zur Sicherung einer einheitlichen Rechtsprechung, in 4. Zivil-prozessrechts-Symposium, Schriftenreihe der Bundesrechtsanwaltskammer, Bd. 16,2008, p. 59, 63.

55 Cf. G. WAGNER, Ökonomische Analyse der Rechtsmittel, in Bork/Eger/Schäfer,Ökonomische Analyse des Verfahrensrechts, 2008, p. 157, 185f.

56 Cf. Statistisches Bundesamt, Fachserie 10 Reihe 2.1 Rechtspflege Zivil-gerichte 2009 (published 6.9.2010).

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corresponds to a success rate of 11,9 %. In 2010, the Federal Courthad to decide upon a total of 819 final appeals admitted by thecourts of appeal and upon a total of 303 final appeals admitted bythe Federal Court itself. Among the cases admitted by the FederalCourt, more than 85 % were decided in favour of the appellant57.The appeals admitted by courts of appeal were less successful.Among them a certain percentage was dismissed without oral hear-ing because the panel was of the opinion that the case should nothave been admitted for final appeal (§ 552a s. 1 CCP). Examiningthe system as a whole, it thus becomes apparent that the decisivepower to select those cases that are apt for substantive review onfinal appeal lies with the Federal Court.58While the number of appeals and complaints against denial of ap-

peal remained relatively constant, the number of complaints onpoints of law increased markedly in 2010. This is largely due to thecoming into force of the new FamFG on 01.09.2009. For family andnon-contentious matters, the only remedy provided by this law isthe complaint on points of law to the Federal Court of Justice un-der §§ 70 ff. FamFG. In 2010, there were 1920 complaints on pointsof law in total; this is a 40 % increase from the preceding year.The total number of new proceedings in 2010 insofar is 608. In

2010, 1.670 complaints on points of law and 204 other complaintswere addressed. However, only in 412 of the cases on complaintson points of law a substantive judgment was handed down. 279complaints on points of law were inadmissible and were dismissed.416 complaints on points of law were withdrawn or resolved them-selves in other ways.As a result of the increased number of complaints on points of

law, a total of 5.707 proceedings were filed at the Federal Court ofJustice in 2010, which amounts to an increase of 10.8 % comparedto the preceding year.

III – Proceedings on final appeal

7. While access to the Federal Court of Justice is restricted bythe public interest, the procedure before the Court itself is mainly

102 Peter Gottwald

57 H. BÜTTNER, Wege zur Sicherung einer einheitlichen Rechtsprechung, 4. Zivil-prozessrechts-Symposium, Schriftenreihe der Bundesrechtsanwaltskammer Bd. 16,2008, p. 95, 98.

58 Cf. G. WAGNER (N 51), p. 157, 184.

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determined by the individual interests of the parties.59 The partiesalone determine whether a final appeal is actually made, what thecontents of the actual motions and arguments in the briefs are andwhether a cross-appeal is made. The appellant can withdraw his fi-nal appeal (§§ 516, 565 CCP) until the final decision has been an-nounced by the Federal Court. The respondent may acknowledgethe claim at this stage, even before the Federal Court has decidedupon the application to grant leave.60 Finally, both parties can set-tle the case (§§ 278, 555 CCP) or declare that the case has been re-solved (§§ 91a, 555 CCP).

8. a) Review of the substance. The ordinary scope of review bythe Federal Court is based not only on the general public interestbut also on the interests of the individual parties.The Federal Court examines whether the court of first appeal

has violated the law by not applying a certain legal rule or by ap-plying it incorrectly (§§ 545 s. 1, 546 CCP). It is however boundby the court of first appeal’s findings of fact (§ 559 CCP). The linebetween questions of law and questions of fact is primarily drawnby the so-called “logical method”. In the interest of the parties, thecourt also examines questions that do not require a further takingof evidence. This is known as the “efficiency method”. This can beobserved when the Federal Court considers facts established bygeneral experience on its own motion.61 The same is true with re-gard to the review of individual contracts or declarations of intent.Here, the interpretation of the inferior court is only subject to lim-ited review regarding the proper application of rules of construc-tion (§§ 133, 157 Civil Code) and the compatibility of the inter-pretation with established facts or general life experience.62 In prac-tice, the line separating review and reinterpretation in the interestof the parties is blurred and hardly identifiable.63 (However, if the

The German Federal Court of Justice 103

59 H. PRÜTTING, in Wieczorek/Schütze, ZPO, 3rd. ed. 2005, § 542 N 12.60 BGH (4.3.2010, XI ZR 228/09), Monatsschrift fur Deutsches Recht 2010, 708.61 Cf. ROSENBERG /SCHWAB/GOTTWALD, Zivilprozessrecht, 17th ed. 2010, § 142

N 12.62 Cf. BGH (13.1.2009, XI ZR 66/08) (Tz 25) Monatsschrift fur Deutsches

Recht 2009, 398 (interpretation of arbitration agreement); BGH (29.3.2000, VIIIZR 297/98) (Tz 22 ff) Neue Juristische Wochenschrift 2000, 2508, 2509 (exchangeof securities); B. SCHÄFER, Die Revisibilität der Vertragsauslegung nach der ZPO-Reform, Neue Juristische Wochenschrift 2007, 3463.

63 Cf. M. UHL, Die Abgrenzung der Rechtsprechungsbefugnisse von Tat-sachengerichten und Revisionsgerichten, 2010, S. 29 ff, 159 ff.

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applicable law refers to equity (Billigkeit), the Federal Court is re-luctant to interfere with the assessment of the inferior court.64)Moreover, as the Federal Court has the power to decide a case

(on final appeal and on complaint on points of law) finally (§§ 563s. 3, 577 s. 5 CCP) it considers new law65 and even new uncon-tested facts66 to avoid a referral back to the court of first appeal.The scope of this review was broadened on 1 September 2009

by the Law on the reform of non-contentious proceedings (FGG-RG). The Federal Court now may examine any violation of na-tional law, including the law of the federal states. The correct ap-plication of foreign law is still not subject of review by the FederalCourt.67Standard terms and conditions are treated like legal rules,68 as

are bye-laws of large companies or associations.69 The interpreta-tion of standard terms also covers supplementary interpretation be-cause this is independent of individual circumstances.70The appellant must justify his final appeal (§ 551 CCP), but the

review of the Court as to the substance of the case is not limitedby the arguments put forward by the parties. Because the FederalCourt knows the law, the parties cannot constrain its power ofcomprehensive substantial review by an application expressly con-fined to certain arguments.71

b) Review of procedural defects. Procedural irregularities infirst appellate proceedings are only reviewed if they are expresslyalleged by the claimant (§ 551 s. 3 no. 2 CCP) or by the respon-

104 Peter Gottwald

64 Cf. BGH (14.10.2009, XII ZR 146/08) (Tz 19), Ehe und Familie im Privatenund Offentlichen Recht 2009, 1990 = Neue Juristische Wochenschrift 2009, 3783.

65 ROSENBERG/SCHWAB/GOTTWALD, § 142 N 9, 10.66 ROSENBERG/SCHWAB/GOTTWALD, § 144 N 7-16.67 ZÖLLER/HEßLER, § 545 N 8; THOMAS/PUTZO/REICHOLD, ZPO, 31st ed. 2010, §

545 N 8/9; BAUMBACH/LAUTERBACH/HARTMANN, ZPO, 69th ed. 2011, § 545 N 5;ACKERMANN, in Prütting/Gehrlein, ZPO, 2010, § 545 N 6; Kayser, in Saenger,ZPO, 4th ed. 2011, § 545 N 10 ff.; STURM JZ 2011, 74; SCHACK, InternationalesZivilverfahrensrecht, 5th ed. 2010, N 724; different opinion by HESS/HÜBNER NeueJuristische Wochenschrift 2009, 3132; EICHEL Praxis des Internationalen Privat- undVerfahrensrechts 2009, 389; GEIMER, Internationales Zivilprozessrecht, 6th ed 2010,N 2601.

68 BGH Neue Juristische Wochenschrift 2005, 2919, 2921; BGHZ 114, 245 =Neue Juristische Wochenschrift 1991, 1886; ZÖLLER/HEßLER, § 546 N 5; ACKER-MANN, in Prütting/Gehrlein, ZPO, 2010, § 545 N 1.

69 BGHZ 113, 237 = Neue Juristische Wochenschrift 1991, 1727;WIECZOREK/SCHÜTZE/PRÜTTING, § 546 N 24.

70 BGHZ 185, 166 (Tz 20) = Neue Juristische Wochenschrift 2010, 1742.71 ROSENBERG/SCHWAB/GOTTWALD, Zivilprozessrecht, 17th ed. 2010, § 142 N 62.

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dent in a final cross-appeal (§ 554 s. 3 CCP). To the extent thatsuch irregularities already had been alleged in the complaint againstthe denial of appeal, it is sufficient for the claimant to refer to hisprevious brief (§ 551 s. 3 s. 2 CCP). Once the time-limit for thejustification of the final appeal has passed, the claimant cannot sub-mit allegations of further procedural irregularities.72 There are onlysome irregularities which are subject to a review on the FederalCourt’s own motion. These relate to the correct application of pro-cedural requirements.73If the examination of the complaint against the denial of appeal

results in a finding that the court of first appeal has violated the ap-plicant’s right to be heard, the Federal Court may quash the judg-ment and refer the case back to the court of first appeal directly (§544 s. 7 CCP).74

c) Review in the interest of the parties. As already mentioned,the Federal Court decides the individual case between the partiesand is not limited to pronouncing general rules for the future in-terpretation of the law (§ 563 s. 3 CCP).The opportunity to file a cross-appeal is only in the interest of

the respondent (§ 554 CCP). A cross-appeal must have some con-nection with the final appeal in a legal or economical way, but itneed not meet any requirement for admission.75If the case has some significance the panel expounds formal

guiding principles (Leitsätze) in the headnote, though there is nolegal basis for this practice. But in addition the judgment ordinar-ily contains a very detailed subsumption of the facts established bythe second instance.76A broad interpretation of procedural rights leads to the estab-

lishment of general guidelines, but at the same time it helps the ap-plicant in the particular case. For instance, the Federal Court hascriticized the tendency of courts of first appeal to merely reviewwhether the findings of the first instance have been defensible(vertretbar) rather than deciding matters of fact.77 It also decided

The German Federal Court of Justice 105

72 KAYSER, in Saenger, ZPO, 4th ed. 2011, § 551 N 11; THOMAS/PUTZO/REI-CHOLD, § 551 N 14.

73 KAYSER, in Saenger, § 551 N 11, § 557 N 12f.74 Cf. BGH (16.10.2007, VI ZR 229/06) Versicherungsrecht 2008, 221 (Tz 5 f).75 BGHZ 174, 244 (Tz 38 f) = Neue Juristische Wochenschrift 2008, 920.76 By way of example cf. BGH (14.3.2007, XII ZR 158/04), Ehe und Familie

im Privaten und Offentlichen Recht 2007, 882 = Neue Juristische Wochenschrift2007, 1969.

77 BGHZ 160, 83 = Neue Juristische Wochenschrift 2004, 2751.

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that courts of first appeal have to consider uncontested new factsin any case.78

9. The Federal Court of Justice decides about 5000 cases peryear. Of these, only about 120 decisions (judgments and court or-ders) are selected for publication in the official series of civil deci-sions (”BGHZ”). Those decisions are of truly fundamental impor-tance. About 500 further decisions of secondary importance areregistered with official headlines in the official “reference book” ofthe Federal Court of Justice and distributed for publication withthese headlines. Finally, there is a large batch of decisions that lackany value for the general public.It is not rare for those reading the Federal Court’s judgments in

journals to be left with a misleading impression. The editors oftenreduce the published version to those parts of the decision that arerelevant to the general public. Yet frequently, the judgment also in-cludes a detailed subsumption of the particular facts or extensiveobiter dicta on the treatment of the case after its referral back tothe deciding court. These are remarks that primarily serve the dis-pensation of justice in the individual case.On the whole, the Federal Court of Justice is the most impor-

tant civil court in Germany and Germans are quite content with itswork. The enormous numbers of cases it decides ensure that thecourt remains in touch with real life. Practically all developmentsof German civil law are influenced by decisions of the FederalCourt of Justice. As the court now has jurisdiction to decide on fi-nal appeals or complaints relating to any field of civil law, legalpractice completely relies on its rulings. In a very laudable way, theFederal Court therefore attempts to perform both tasks: develop-ing the law and maintaining its uniformity as well as dispensing jus-tice in the individual case.

106 Peter Gottwald

78 BGHZ 161, 138 = Neue Juristische Wochenschrift 2005, 291.

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8.The United Kingdom Supreme Court:A Final Appellate Court Created in Haste and Without Manifest Need

NEIL ANDREWS*

Summary: 1. Introduction. – 2. Was it necessary to abolish the House of Lords’Appellate Committee? – 3. Is a second level of appeal necessary? – 4. Con-cluding remarks.

1. My brief discussion will concern two questions arising fromthe constitutional decision to substitute for the Appellate Com-mittee of the House of Lords a new court, the United KingdomSupreme Court1, which first sat on 1 October, 2009: (1) Was there a satisfactory justification for abolishing the judi-

cial capacity of the House of Lords? (2) Is it obvious that there should be a second court of appeal,

one which is superior to the English Court of Appeal?

* University of Cambridge1 L. BLOM-COOPER, B. DICKSON, G. DREWRY (EDS), The Judicial House of Lords:

1876-2009 (Oxford University Press, 2009); A. LE SUEUR (ED), Building the UK’sNew Supreme Court: National and Comparative Perspectives (Oxford UP, 2004);K. MALLESON in A. MCDONALD (ED), Reinventing Britain: Constitutional Changeunder New Labour (London, 2007), ch 6; D. MORGAN (ED), Constitutional Inno-vation: The Creation of a Supreme Court for the United Kingdom (London, 2004);D. OLIVER, Constitutional Reform in the UK (Oxford, 2003), ch 18; A. PATERSON,The Law Lords (London, 1982); ROBERT STEVENS, The English Judges: Their Rolein the Changing Constitution (Hart, Oxford, 2002), ch’s 9, 10; ROBERT STEVENS,Law and Politics: the House of Lords as Judicial Body 1800-1976 (London, 1979);T. BINGHAM, The Old Order Changeth (2006), 122 Law Quarterly Review 211; T.BINGHAM, The Evolving Constitution [2002] 1; B. HALE, ‘A Supreme JudicialLeader’, in M. Andenas and D. Fairgrieve, Tom Bingham and the Transformationof the Law: A Liber Amicorum (Oxford University Press, 2009) 209; B. HALE, ANew Supreme Court for the United Kingdom (2004) 24 Legal Studies 36; R.COOKE, The Law Lords: An Endangered Species (2003) 119 Law Quarterly Re-view 49; J. STEYN, The Case for a Supreme Court (2002) 118 Law Quarterly Re-view 382; D. NEUBERGER, The Supreme Court: Is the House of Lords “Losing Partof Itself” (2 December 2009; available on line: http://www.judiciary.gov.uk/publi-cations_media/speeches/index.htm); SHIMON SHETREET, The Normative Cycle ofShaping Judicial Independence in Domestic and International Law…. (2009) 10Chicago Journal of International Law 275-332.

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Before examining these questions, we must introduce the newcourt.Established by the Constitutional Reform Act 2005, the

Supreme Court is the highest appeal court within the United King-dom, replacing the Appellate Committee of the House of Lords.The Supreme Court sits in the former Middlesex Guildhall, on thewestern side of Parliament Square, facing the Houses of Parliament(the cost of this move was circa £60 M)2. It sat for the first time inOctober 2009. It has twelve Justices, including a President, currently Lord

Neuberger. The first Justices were the Law Lords who made up theAppellate Committee of the House of Lords as at July 2009. Thenew court’s Justices are disqualified from sitting or voting in theParliamentary debates of the House of Lords. Appointment as aJustice of the new court is made by Her Majesty the Queen fol-lowing a series of recommendations. The formal qualifications arethat the appointee should have ‘(at any time) held high judicial of-fice for a period of at least 2 years, or been a qualifying practitionerfor a period of at least 15 years’.3 It is possible, therefore, for a Jus-tice to be selected from the ranks of the Bar or the solicitor pro-fession. Baroness Hale acknowledged in a 2004 journal article thatthere is no reason why a Supreme Court Justice should have spenttime ‘in the trenches’ as a trial judge.4 She advocated selection froma wider base than the Court of Appeal or the High Court. The Supreme Court is the highest appellate court for all civil

cases within the United Kingdom. It is also the final point of ap-peal for criminal cases in England, Wales and Northern Ireland. TheHigh Court of Justiciary in Scotland continues to have jurisdictionover criminal cases North of the Border. The Supreme Court hasalso assumed the devolution jurisdiction of the Judicial Committeeof the Privy Council. The Supreme Court, like its predecessor theHouse of Lords, has power to declare the law authoritatively forthe courts in England and Wales and, in appropriate matters, forother parts of the United Kingdom. The Supreme Court’s decisionswill be binding on all lowers courts. But the court is not intended

108 Neil Andrews

2 A. LE SUEUR, From Appellate Committee to Supreme Court: A Narrative, inL. Blom-Cooper, B. Dickson, G. Drewry (eds), The Judicial House of Lords: 1876-2009 (Oxford University Press, 2009), 89-92.

3 s 25(1), Constitutional Reform Act 2005.4 B. HALE, A New Supreme Court for the United Kingdom (2004) 24 Legal

Studies 36, 41.

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to have any different powers than the House of Lords. As LordNeuberger says, ‘there was plainly no intention to create a Consti-tutional Court; that is to say, one that can carry out constitutionaljudicial review of legislative action, as opposed to executive action.So, it is not intended that the new court should be able to strikedown legislation on the ground of unconstitutionality.’5The Supreme Court will continue to follow decisions of the

House of Lords or its own decisions. But there is the safety-valveof the 1966 Practice Statement,6 which permits the highest court tooverrule itself if there has been a significant change of legal per-ception on a decided point. According to Louis Blom-Cooper’sstudy, between 1966 and 2009 at least 21 House of Lords decisionswere overruled or disregarded in accordance with this exceptionallicence to deviate from precedent.7 The Supreme Court lacks thepower to invalidate an Act of Parliament.8 But the courts can de-clare a statute to be incompatible with the Human Rights Act 1998(and it is then the task of Government to take appropriate steps torectify the provision).9 In A v Secretary of State for the Home De-partment (2005) a nine-judge House of Lords held that the provi-sions of the Anti-terrorism, Crime and Security Act 2001, whichgave the Home Secretary power to detain foreign nationals sus-pected of terrorism without charge or trial, were incompatible withConvention rights.10There is no right of appeal to the Supreme Court. Since 1934,

the House of Lords had employed the salutary self-protection of amoat and portcullis: the requirement of ‘leave to appeal’, nowadaysknown as ‘permission’.11 The practice survives, so that the court

The United Kingdom Supreme Court 109

5 D. NEUBERGER, op cit, at [19].6 L. BLOM-COOPER, 1966 and All That: The Story of the Practice Statement, in L.

Blom-Cooper, B. Dickson, G. Drewry (eds), op cit, 128; see also, ibid, 239, 271-2. 7 L. BLOM-COOPER, ibid, at 143-4; ibid at 271-2; B. HARRIS, Final Appellate

Courts Overruling Their Own “Wrong” Precedents: The Ongoing Search for Prin-ciple (2002) 118 Law Quarterly Review 408; J.W. HARRIS, Towards Principles ofOverruling… (1990) 10 OJLS 135.

8 Jackson v Attorney General [2005] UKHL 56; [2006] 1 AC 262, HL, at [9],per Lord Bingham: ‘the bedrock of the British constitution is…the supremacy ofthe Crown in Parliament [which can]…. make or unmake any law it wished.’

9 s 4, Human Rights Act 1998; on which D. FELDMAN, Human Rights in L.Blom-Cooper, B. Dickson, G. Drewry (eds), op cit, 558-9.

10 [2004] UKHL 56; [2005] 2 AC 68, HL.11 L. BLOM-COOPER, B. DICKSON, G. DREWRY (EDS), The Judicial House of Lords:

1876-2009 (Oxford University Press, 2009), 53 ff; see also 52-3; 235; and on oc-casional ‘leap-frogging’ from High Court to House of Lords, 57 ff.

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will continue to as its own gate-keeper, unless—-and this will re-main very rare— the court below has already granted permission.All applications for permission are first received and considered onpaper. But an oral hearing of the application can be ordered. Per-mission can be confined to specified issues12. If permission is re-fused, the court gives only formulaic13 reasons for this refusal. The Supreme Court, like its predecessor the House of Lords, is

unlikely to hear more than 80 appeals a year. Most of these willconcern non-criminal matters. During the last decade of the Houseof Lords, there was an increase in appeals concerning constitutionalor human rights issues, David Feldman calculating that between2002 and 2008 human rights matter occupied 37.5 per cent of theHouse’s total case load,14 and Drewry and Blom-Cooper suggest-ing a figure for public law cases during 2003-7 of 35 per cent.15 Theera when a third of the House of Lords’ work concerned tax ap-peals has long ago ended.16

2. On 12 June 2003, the Labour Government (led by Prime Min-ister ‘Tony’ Blair) announced its plan to abolish the ancient judi-cial function of the Lord Chancellor, to scrap the judicial House ofLords, and to transfer its function to a new Supreme Court. As iswell-known, this would end the multiple list of offices held by MrBlair’s former pupil-master, now Lord Chancellor, Lord Irvine ofLairg. This Press Release came as a shock, notably to the formerpupil-master, and now Lord Chancellor.17 In 2005 the Constitu-tional Reform18 Act was enacted, leading to the House’s abolition

110 Neil Andrews

12 The Supreme Court Rules 2009 (SI 2009/1603), rule 10.13 JAMES VALLANCE WHITE, ‘in the opinion of the Committee the petition did

not disclose a point of law which merited an appeal to the House’, in L. Blom-Cooper, B. Dickson, G. Drewry (eds), op cit, 44.

14 D. FELDMAN, Human Rights in L. Blom-Cooper, B. Dickson, G. Drewry (eds),The Judicial House of Lords: 1876-2009 (Oxford University Press, 2009), 546.

15 ibid, 5316 1952-68, tax accounted for more than 30 per cent of the House’s appeals: L.

BLOM-COOPER AND G. DREWRY, op cit, Table 11; cited ibid at 52; but in 2001-7,this work had fallen to 7 per cent, ibid (2009), 53.

17 Lord Irvine, LC, had not seen the need (2 April 2003: A. LE SUEUR, FromAppellate Committee to Supreme Court: A Narrative, in L. Blom-Cooper, B.Dickson, G. Drewry (eds), The Judicial House of Lords: 1876-2009 (Oxford Uni-versity Press, 2009), 65 nn 6, 7); although Lord Bingham had advocated such achange: BINGHAM, The Evolving Constitution [2002] European Human Rights LawReview 1; and Lord Steyn had also favoured this change, The Case for a SupremeCourt (2002) 118 Law Quarterly Review 382.

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in 2009. On 28 July 2009, the Lords of Appeal in Ordinary lastgave judgment in the Chamber of the House of Lords (the verylast case concerned the question of assisted suicide).19 On 1 Octo-ber, 2009, the United Kingdom Supreme Court sat for the firsttime. As Lord Neuberger has written: ‘Having been sacrificed onthe altar of change, the Law Lords spring back to life, like so manyphoenixes out of their own ashes, as Supreme Court Justices.’20The main reason for abolition of the Appellate Committee of

the House of Lords was the perceived need to dismantle the three-fold responsibilities of the Lord Chancellor, the so-called ‘univer-sal joint’ of the British Constitution.21 For he combined Cabinetstatus (with Ministerial responsibility for an Executive branch ofgovernment, for a Department of State, then known as the LordChancellor’s Office, now the Ministry of Justice); he was alsoSpeaker of the House of Lords, and so had a legislative capacity;and, thirdly, he was a judge, able to preside in appeals heard by theHouse of Lords or the Privy Council.22The European Court of Human Rights in McGonnell v UK

(2000), in a case concerning legal arrangements on the island ofGuernsey, a ‘mini-legal system’ within the British Isles, had signalledthe need for there to be complete separation of judicial, executive,and legislative functions. In the McGonnell case the European Courtof Human Rights held that the United Kingdom had infringed thisrequirement because the Bailiff of Guernsey (a judge and a memberof the Guernsey legislature) had sat in a civil case concerning plan-ning legislation which had been enacted when he was presiding overthe legislative chamber on the island.23 The Strasbourg Court held

The United Kingdom Supreme Court 111

18 ‘Reform! Reform! Don’t talk to me about reform. Aren’t things bad enoughalready?’, per Astbury J, as noted by D. NEUBERGER, The Supreme Court: Is theHouse of Lords “Losing Part of Itself” (2 December 2009), at [13].

19 D. NEUBERGER, op cit, at [2].20 D. NEUBERGER, ibid.21 A. LE SUEUR, From Appellate Committee to Supreme Court: A Narrative, in

L. Blom-Cooper, B. Dickson, G. Drewry (eds), op cit., 66-70.22 On the Law Lords’ roles, R. CORNES, McGonnel v UK, the Lord Chancel-

lor and the Law Lords (2000) Public Law 166, 174; D. WOODHOUSE, The office ofLord Chancellor: time to abandon the judicial role–the rest will follow (2002) 22Legal Studies 128, 141 ff.

23 (2000) 30 EHRR 289, ECHR; on which, A. LE SUEUR, Access to Justice Rightsin the United Kingdom [2000] 5 European Human Rights Law Review 457, 467,and R. CORNES, McGonnell v UK, the Lord Chancellor and the Law Lords [2000]Pulic Law 166; and D. WOODHOUSE, The Office of Lord Chancellor (1998) PublicLaw 617 and The Office of Lord Chancellor: Time to Abandon the Judicial Role...

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that such a confusion of legislative and judicial roles is ‘incompati-ble with the requisite appearance of independence and impartiality’demanded by Article 6(1) of the European Convention on HumanRights. The Strasbourg court declared: ‘Any direct involvement in the passage of legislation or of exec-

utive rules is likely to be sufficient to cast doubt on the judicial im-partiality of a person subsequently called to determine a dispute overwhether reasons exist to permit a variation from the wording of thelegislation or rules at issue.’24The same court said that once a person has presided over a leg-

islative chamber he should be precluded from adjudicating in anycivil or criminal case which requires interpretation of the relevantenactment.25The McGonnell decision raised doubts concerning the Lord

Chancellor’s capacity to adjudicate in judicial cases (in practice ap-peals) because of his Executive and Legislative functions.26As for the role of the Lord Chancellor, in modern times succes-

sive Lord Chancellors had continued to adjudicate (normally as amember of a five court panel, and thus never adjudicating alone) inthe judicial House of Lords during appeals27 (although Lord Bing-ham’s research reveals that from 1945 until 2003 the Lord Chancel-lor had sat in appeals on average only eight days per year, which wasa fifteenth of a Law Lord’s stint of 120 court days a year).28For a short while a compromise was sought:29 it was accepted

that the Lord Chancellor would not sit in any criminal cases (in

112 Neil Andrews

(2002) 22 Legal Studies 128, 141–3, and, generally, D. WOODHOUSE, The Office ofthe Lord Chancellor (Hart, Oxford, 2001).

24 McGonnell case, (2000) 30 EHRR 289, ECHR, at [55].25 ibid, at [57].26 For a list of the Law Lords’ various roles, R. CORNES, McGonnell v UK, the

Lord Chancellor and the Law Lords (2000) Public Law 166, 174; for comment seealso D. WOODHOUSE, The office of Lord Chancellor: time to abandon the judicialrole—the rest will follow (2002) 22 Legal Studies 128, 141 ff.

27Lord Hailsham sat in House of Lords’ appeals for 81 days during his twoterms in this office; and Lord Mackay for 60 days: HL Deb 17 February 1999,vol 597, col 738; L. BLOM-COOPER, B. DICKSON, G. DREWRY (EDS), The JudicialHouse of Lords: 1876-2009 (Oxford University Press, 2009), 232.

28 T. BINGHAM, The Old Order Changeth (2006) 122 Law Quarterly Review211, 217.

29 Parliamentary debate on separation of powers, HL Deb 17 February 1999,vol 597, cols 710–39; former Lords Chancellors denied that there was a problem:LORD HAILSHAM, The Office of Lord Chancellor and the Separation of Powers(1989) 8 Civil Justice Quarterly 308; LORD MACKAY, The Lord Chancellor in the

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which, necessarily, the State is involved through the prosecution ofan alleged offender), and it was accepted that he would only sit in acivil case if the Government had no interest in the case’s outcome,whether directly or otherwise.30But this was felt to be insufficient. The Constitutional Reform Act 200531 has now stripped out the

judicial role from the ancient office of the Lord Chancellor. He hasceased to be a judge. Instead he is merely a representative of theExecutive, a Minister of the Crown, and a Cabinet member. Fur-thermore, since the 2005 Act, the Lord Chancellor need not belegally qualified. Once the Lord Chancellor had been down-graded to a non-ju-

dicial Minister, the ground was cleared for creating a SupremeCourt. As Lord Bingham explained:32 ‘With the Lord Chancellor ceas-

ing to sit judicially, and his professional centre of gravity shifting tohis departmental headquarters…, there was little…to justify thecontinued presence of the Law Lords in a legislature to which theyhad come, of late, to contribute relatively little.’Change was driven by the constitutional purist’s33 wish to de-

tach the judicial House of Lords from the legislative House ofLords so that (i) the Law Lords would be physically separate fromthe legislature and (ii) they would no longer be allowed to partic-ipate in legislative debates.34 As Lord Neuberger (now the Master

The United Kingdom Supreme Court 113

1990s (1991) 44 Current Legal Problems 241; but for criticism, D. WOODHOUSE

The Office of Lord Chancellor (1998) Public Law 617; D. OLIVER The Lord Chan-cellor, the Judicial Committee of the Privy Council and Devolution (1999) PublicLaw 1; C. MUNRO, Studies in Constitutional Law (2nd ed, 1999), 314–7, 328, 331.

30 Lord Irvine LC in HL Deb 17 February 1999, vol 597, col 736 and HL Deb2 March 2000 vol 610, col 657; B. DICKSON AND P. CARMICHAEL (EDS) The Houseof Lords: Its Parliamentary and Judicial Roles (1998).

31 Anticipating the Constitutional Reform Act 2005, Lord Steyn (now retiredas a Lord of Appeal in Ordinary), in his 2002 All Souls College, Neill Lecture, hadcriticised the multi-faceted role of the Lord Chancellor: STEYN, The Case for aSupreme Court (2002) 118 Law Quarterly Review 382.

32 T. BINGHAM, ‘The Old Order Changeth’ (2006) 122 Law Quarterly Review211, 221-2.

33 Lord Irvine LC in HL Deb 17 February 1999, vol 597, col 736 and HL Deb2 March 2000 vol 610, col 657; B. DICKSON AND P. CARMICHAEL (EDS) The Houseof Lords: Its Parliamentary and Judicial Roles (1998).

34 Non-retired Law Lords had already eschewed participation in Parliamentarydebates concerning party-political matters; some had even vowed individually notto speak at all in the legislative chamber: for details, L. BLOM-COOPER, B. DICKSON,G. DREWRY (EDS), op cit, 269, and ibid, DAVID HOPE, ch 11, especially at 175 ff.

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of the Rolls, in the Court of Appeal, formerly a member of theHouse of Lords in its judicial capacity) has diplomatically put it,with a note of agnosticism: ‘whether one agrees with it or not’, af-ter the Human Rights Act 1998, the fact that this court remainedin form ‘part of the legislature’ was bound to be ‘regarded as a con-stitutional impropriety, at least by the more purist or literalist pub-lic lawyers.’35The ‘jury is still out’ on the wisdom of creating the Supreme

Court and annihilating the judicial House of Lords. The constitu-tional purists have prevailed. Whether or not there was any con-stitutional necessity to disturb the settled traditions of the Houseof Lords, the new court is now manifestly insulated from any ‘leg-islative or executive contamination’: none of its judges is involvedin the legislative process, or in the practice of Government. Thishermetic seal between the legislature and judiciary has cost the na-tion circa $US 100 M.36 Perhaps this was money well spent (butone commentator described it as ‘a costly white elephant’).37

3. 110 members of the House of Lords sat in appeals between1876 to 2009.38 Decisions handed down in the House of Lords haveundoubtedly produced important doctrinal change and cementedfundamental constitutional principles.39 House of Lords judgmentsby Lords Atkin (1922-44, HL),40 Reid (1948-75),41 Wilberforce

114 Neil Andrews

35 D. NEUBERGER, The Supreme Court: Is the House of Lords “Losing Part ofItself” (2 December 2009), at [17].

36 A. LE SUEUR, From Appellate Committee to Supreme Court: A Narrative, inL. Blom-Cooper, B. Dickson, G. Drewry (eds), op cit, 89-92.

37 per Dominic Grieve, MP, shadow Conservative spokesman on legal matters,Hansard HC vol 429, col 587 (17 January 2007); A. LE SUEUR, ibid, 86.

38 For useful sources and discussion, L. BLOM-COOPER, B. DICKSON, G. DREWRY(EDS), The Judicial House of Lords: 1876-2009 (Oxford University Press, 2009),159, 236-7, 258.

39 See the ‘top five’ constitutional judgments suggested by BRIGID HADFIELD,in L. Blom-Cooper, B. Dickson, G. Drewry (eds), op cit, 520 ff.

40 James Atkin: 1867-1944; the legendary father of the modern ‘super tort’ ofnegligence, in Donoghue v Stevenson [1932] AC 562, HL (L. BLOM-COOPER, B.DICKSON, G. DREWRY (EDS), op cit, 152, 201), and he was the magniloquent dis-sentient in Liversidge v Anderson [1942] AC 206, concerning Executive power inwar-time (L. BLOM-COOPER, B. DICKSON, G. DREWRY (EDS), op cit, 203 ff); T. BING-HAM, The Business of Judging (Oxford University Press, 2000), ch 3; GEOFFREYLEWIS, Lord Atkin (Hart, Oxford, 1999).

41 L. BLOM-COOPER AND G. DREWRY, Towards a System of Administrative Law:The Reid and Wilberforce Era, 1945-82 in L. Blom-Cooper, B. Dickson, G.Drewry (eds), op cit., ch 14.

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(1964-82, HL),42 Diplock (1968-85),43 Bingham (1996-2008, LCJand HL),44 and Hoffmann (1995-2009, HL)45 constructed the greatedifices of judicial law during the last century. Fundamentalchanges include expansion of the tort of negligence,46 and the riseof judicial review.47 Amongst public lawyers, in particular, it is nowcommon to elevate (to speak only of the dead) Lords Reid andWilberforce into the Pantheon of leading judges. Innovation wasalso necessary to cope with the judicial crisis which exploded whenLord Hoffmann failed to recuse himself in the Pinochet appeal:48for the House of Lords had to cure its own defective proceeding.49However, one must correct the somewhat misty-eyed view of the

House of Lords. One judge, who himself became a Law Lord in theearly 1990s, described the House of Lords of the 1950s, when he

The United Kingdom Supreme Court 115

42 Richard Orme Wilberforce: 1907-2003; until his retirement in 1982, he sat in465 appeals in the House of Lords. Work of homage: M. BOS AND I. BROWNLIE(EDS), Liber Amicorum for Lord Wilberforce (Oxford University Press, 1987);posthumous autobiography, Reflections on My Life: Richard Orme Wilberforce(edited and published by S Wilberforce [son], Croydon 2003). L. BLOM-COOPERAND G. DREWRY, Towards a System of Administrative Law: The Reid and Wilber-force Era, 1945-82 in L. Blom-Cooper, B. Dickson, G. Drewry (eds), op cit,, ch 14.

43 L. BLOM-COOPER, B. DICKSON, G. DREWRY (EDS), op cit, especially 463-4, 473-4, 531-2, 690-1, 722-3, 725-6.

44 B. DICKSON, A Hard Act to Follow: the Bingham Court, 2000-8, in L. Blom-Cooper, B. Dickson, G. Drewry (eds), op cit, ch 16; Thomas Bingham: 1933-2010;renowned as a magisterial and pellucid judgment writer and as one of the mostdistinguished judges of the modern age. Work of homage: M. ANDENAS AND D.FAIRGRIEVE, Tom Bingham and the Transformation of the Law: A Liber Amicorum(Oxford University Press, 2009). Bingham’s extra-judicial writing included: TheBusiness of Judging (Oxford University Press, 2000).

45 L. BLOM-COOPER, B. DICKSON, G. DREWRY (EDS), op cit, 153, notably; LordHoffmann sat in the House of Lords 1995-2009; he was widely recognised as oneof the intellectually most penetrating judge of his generation.

46 Donoghue v Stevenson [1932] AC 562, HL; L. BLOM-COOPER, B. DICKSON,G. DREWRY (EDS), op cit,, 152, 201, and ch 34 (‘Torts’) by R. Stevens; A. WEIR, TheStaggering March of Negligence in P. Cane and J. Stapleton (eds), The Law of Obligations: Essays in Celebration of John Fleming (Oxford University Press,1998), 97.

47 P. CRAIG, Administrative Law, in L. Blom-Cooper, B. Dickson, G. Drewry(eds), op cit,, ch 29.

48 The Pinochet crisis unfolded and was resolved in these decisions: R v BowStreet Stipendiary Magistrate, ex parte Pinochet Ugarte (No 1) [2000] 1 AC 61,HL; R v Bow Street Stipendiary Magistrate, ex parte Pinochet Ugarte (No 2)[2000] 1 AC 119, HL; R v Bow Street Stipendiary Magistrate, ex parte PinochetUgarte (No 3) [2000] 1 AC 147, HL.

49 T. BINGHAM, The Law Lords: Who Has Served in L. Blom-Cooper, B. Dick-son, G. Drewry (eds), op cit, 122 ff; see also, ibid, 158, 159, 236-7.

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first was called to the Bar, as ‘intellectually moribund’.50 For theHouse of Lords’ performance, even in modern times, has beenpatchy, or at least it has not been universally venerated. Arthur Mar-riott has said that the House of Lords in the 1960s were ‘remote’and ‘rooted in another time’; and he suggested that, even in the 1980sand 90s, they ‘withdrew into themselves’.51 But he describes LordsReid and Wilberforce as ‘judicial colossi of their times’. And Mar-riott excludes from his criticism the performances in recent times ofLords Goff, Browne-Wilkinson, Bingham, Hope, Hoffmann, Steyn,and Lady Hale. It appears that Marriott is awarding these garlandson the basis of his assessment of these particular judges’ measuredcreativity, intellectual openness, and the consistent display of a lib-eral legal philosophy. In Law Reform Now (1963),52 two future LordChancellors,53 Gerald Gardiner QC and Elwyn Jones QC, re-sponding in particular to some poor decisions of the House of Lordsin the field of criminal law,54 proposed the following succinct death-sentence for the House:55 ‘consideration should be given to abolish-ing the appellate jurisdiction of the House of Lords and giving juris-diction to a Court of Appeal of five Lords Justices to reconsider anyprevious decision of the Court of Appeal…One appeal is enough ifthe appellate court is sufficiently strong, as the Court of Appeal wouldbe if it had the present combined strength of both tribunals.’ Lord Radcliffe, a distinguished Law Lord and venerable ‘Estab-

lishment’ figure, endorsed this idea in a 1973 article, although with-out citation of the Gardiner/Elwyn-Jones suggestion, first made in1963.56However, Sir Jack Jacob in 1987 described the Gardiner/Elwyn-

Jones plea (1963) for reform as ‘desultory’57 (in 2009 Lord Bingham

116 Neil Andrews

50 Personal communication.51 L. BLOM-COOPER, B. DICKSON, G. DREWRY (EDS), op cit,, 422.52 G. GARDINER AND A. MARTIN (EDS), Law Reform Now (London, 1963), 16.53 Lord Gardiner, LC 1964-70 (Labour); Lord Elwyn-Jones, LC 1974-9

(Labour).54 Citing DPP v Smith [1961] AC 290, HL and Shaw v DPP [1962] AC 220,

HL.55 N. DUXBURY, Lord Radcliffe Out of Time [2010] Cambridge Law Journal

4159 n 131, noting Radcliffe’s review, (1973) 36 MLR 559, 565, of L. BLOM-COOPERAND G. DREWRY, Final Appeal: A Study of the House of Lords in its Judicial Ca-pacity (Oxford University Press, 1972).

56 N. DUXBURY, Lord Radcliffe Out of Time [2010] Cambridge Law Journal4159 n 131, noting Radcliffe’s review, (1973) 36 MLR 559, 565, of L. BLOM-COOPERAND G. DREWRY, op cit.

57 J.I.H. JACOB, The Fabric of English Civil Justice (London, 1987), 245.

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was kinder, describing these voices from 1963 as ‘authoritative’).58Jacob’s two-fold apologia for the House of Lords was in fact ratherlimp: that it had decided many notable cases and that two levels ofappeal are better than one. He did not elaborate either point. Theanswer to the first point is that a system which allows the best ju-dicial minds to ‘cherry pick’ the juiciest cases for appellate recon-sideration, permitting them to ransack the analysis of judges andcounsel in two lower levels of adjudication, and of counsel and fourother Law Lords during the final appeal, is bound to excite judicialwriting of a very high quality, occasionally of historic brilliance andresonance. However, the second of Jacob’s points, that two levels ofappeal are better than one, cries out for scrutiny. Further thought would have revealed the possible attraction of

a single level of appeal in a court elevated above the first instancetribunal of the High Court. Thus it would have been possible by legislation to have created

flexible practices within the Court of Appeal permitting appeals tobe heard, or even re-heard, by an enlarged panel (of five or seven)59especially in fields of law where the law had become tangled or ob-structed by unconvincing decisions of the Court of Appeal itself orthe House of Lords. This development might have yielded many benefits. First, concentration of appeals within the same appellate tier

would have enabled the Court of Appeal to draw upon the arrayof special talents sitting in that court. By contrast, the thinness ofspecialist talent has been exposed in some areas of the House ofLords’ broad jurisdiction. Thus it has been contended that between1960 and 1990, the House of Lords struggled in the field of crim-inal law, for the obvious reason that nearly all the Law Lords hadnever practised as barristers in this area, nor had they acquired any-thing more than brief exposure to it during their High Court pe-riod as first instance judges.60 John Spencer’s critique of the Houseof Lords in this field concludes with the view that they made a‘mess of it’.61 But, in other knotty fields, including Tax62 and Intel-

The United Kingdom Supreme Court 117

58 T. BINGHAM, The Law Lords: Who Has Served, in L. Blom-Cooper, B. Dick-son, G. Drewry (eds), op cit., 122.

59 A possibility contemplated by Dame Brenda Hale: B. HALE, A New SupremeCourt for the United Kingdom (2004) 24 Legal Studies 36, 39.

60 J.R. SPENCER, Criminal Law, in L. Blom-Cooper, B. Dickson, G. Drewry(eds), op cit., ch 32, at 610.

61 J.R. SPENCER, Criminal Law, ibid, at 609. 62 J. TILEY AND S. OLIVER, Tax Law, ibid, ch 40, at 733.

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lectual Property Law,63 or International Law,64 commentators havegiven the House of Lords two or even three cheers. However, toreturn to the general issue, it must be acknowledged that a panelof 12 Supreme Court Justices might become overstretched, if thewhole gamut of legal issues is to be adjudicated. For the tendencyto lean on one specialist to write the leading speech is fraught withdanger, because non-specialists will necessarily defer to those pos-sessing knowledge, and precious experience, of mysterious and ar-cane branches of the law. This danger would have been avoided byrendering the English Court of Appeal the final appellate level.That court is larger and hence more versatile. Secondly, abolition of the House of Lords and concentration of

appeals in the Court of Appeal would have reduced the delay andexpense generated by successive appeals. This point is ignored, orinadequately considered, by lawyers (but it was a point emphasisedby Lord Radcliffe).65Thirdly, another advantage of the Gardiner/Elwyn-Jones model

of concentrated appeals is that the constitutional confusion of a bi-furcated or constitutionally schizophrenic House of Lords, mostlylegislative, but partly judicial, could have been neatly side-stepped. A fourth advantage is that the Gardiner/Elwyn-Jones model

would have solved the problem of physical space: there would havebeen no need for a new appeal court building (a recurrent problemin the over-crowded Palace of Westminster).66 Instead the augustVictorian premises of the Royal Courts of Justice in the Strandwould have provided satisfactory accommodation. Finally, the self-confidence of the English judiciary might have

been promoted if all its senior members had been accommodated

118 Neil Andrews

63 Robin Jacob, currently a Lord Justice of Appeal, has concluded that theHouse of Lords has served his specialist subject, ‘IP Law’ ‘well’, although he isrightly critical of the procedural faux pas in American Cyanamid v Ethicon [1975]AC 396 concerning interim injunctions: ‘Intellectual Property’, ibid, ch 39, at 718,728.

64 Rosalyn Higgins, has concluded that the House of Lords has served ‘Inter-national Law’ well, ibid, ch 26, at 481-2, noting no fewer than 20 Lords of Ap-peal who have ‘played a very significant role’ in rendering the House of Lords a‘leader in authoritative pronouncements by national courts on matters of interna-tional law’.

65 Lord Radcliffe, (1973) 36 Modern Law Review 559, reviewing L. Blom-Cooper and G. Drewry, op cit.

66 On this long-standing issue, A. LE SUEUR, From Appellate Committee toSupreme Court: A Narrative, in L. Blom-Cooper, B. Dickson, G. Drewry (eds),op cit,, 66-7.

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under the same roof. Such professional proximity, and hence dailycamaraderie, would have amply compensated for any short-termdiminution of authority attributable to loss of Peerages and mem-bership of the House of Lords. However, there was insufficient support for the Gardiner/El-

wyn-Jones (1963) suggested model of a single tier of appeals (al-though Lord Radcliffe in 1973 had supported this idea, without cit-ing the work of Gardiner and Elwyn-Jones).67Three points can be made against their suggestion and thus in

favour of the decision, underpinning the Constitutional ReformAct 2005, to retain a second level of appeal, and to replace theHouse of Lords with the United Kingdom Supreme Court, ratherthan simply abolish the House of Lords. First, roughly fifty five per cent of the decisions appealed to the

House of Lords during 2002-7 were reversed on final appeal.68 Thissuggests that there is scope for legitimate reconsideration of Courtof Appeal decisions on the legal merits, and that over a half of thoseselected for reconsideration are legally erroneous. But a milderpresentation of this point might be simply to observe that there isoften more than one acceptable approach to difficult or intractablelegal problems. Many difficult points are (by definition) highlycontestable. For example, points of contractual interpretation (re-garded in English law as points of ‘law’, and thus open to appeal,rather than questions of fact for first instance ‘autonomous’ judi-cial determination) can divide even the most gifted set of judges:see the Sigma69 case, where one interpretation was supported bySales J, at first instance, and by Lloyd and Rimer LJJ, the majorityof the Court of Appeal, and by Lord Walker, dissenting alone inthe Supreme Court; but the other interpretation, which prevailed,was supported by Lord Neuberger MR, dissenting in the Court ofAppeal, and by Lords Mance, Hope, Scott and Collins in theSupreme Court. Taking the three levels of adjudication together, theoverall tally was four judges to five, and thus a narrow judicial split.Although the Supreme Court’s decision in the Sigma case is per-suasive, one can say generally that the highest chamber merely en-joys the right to have the final say: it has no hot-line to the Ab-solute and Perpetual Truth.

The United Kingdom Supreme Court 119

67 Supra, at 56.68 ibid, at 50.69 In Re Sigma Finance Corporation (in administrative receivership) [2009]

UKSC 2; [2010] 1 All ER 571; [2010] BCC 40.

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Secondly, the Court of Appeal is extremely busy. On the civilside alone, that court in 2004 disposed of 1,059 appeals (in the sameyear the House of Lords heard 77 appeals).70 One might view theCourt of Appeal as a busy airport: whereas the House of Lords(and its successor, the Supreme Court) is a minor airfield reservedfor exclusive travellers. Because of this very low level of traffic, andbecause of the high quality of analytical advocacy displayed in thiscourt by leading barristers, nearly always supported by large lawfirms, the Supreme Court has the time, space, and intellectual stim-ulation to reflect profoundly on those difficult and important caseschosen carefully by this distinguished set of Justices. For judges ofan analytical and versatile nature, delighted to remain far removedfrom the ‘knock about’ practice of cross-examination at first in-stance and inexperienced advocates, the Supreme Court must in-deed be Heaven on Earth.Thirdly, the House of Lords and the new Supreme Court can

conveniently provide a final appellate forum for not just Englishmatters but cases emanating from Scotland and Northern Ireland.By contrast, the Court of Appeal in London has only ever had ju-risdiction to hear English appeals.But, in short, creation of the Supreme Court was an opportu-

nity missed to rationalise the administration of appellate justice. Itis not obvious that English law needs a second court of appeal.Here I would make five points:1. Instead of replacing the House of Lords with the UK SupremeCourt, thus perpetuating two levels of appeal, arrangementscould have been made for the Court of Appeal in London tomake all necessary legal changes to the common law or the bodyof precedents in general, both by reversing its own decisions anddeparting from decisions of the House of Lords. This wouldhave provided a speedier and cheaper appellate structure.

2. Furthermore, specialist legal talent could have been more regu-larly tapped from within the Court of Appeal, which has morethan three times the number (38 plus) of Supreme Court Jus-tices (12).71

120 Neil Andrews

70 ibid.71 The office web-page for the courts service (http://www.justice.gov.uk/guid-

ance/courts-and-tribunals/courts/court-of-appeal/index.htm) states: ‘The Court ofAppeal, which sits in London at the Royal Courts of Justice, consists of two di-visions. The Civil Division, headed by Lord Neuberger of Abbotsbury – Masterof the Rolls and Head of Civil Justice, hears appeals from: The three divisions ofthe High Court (Chancery, Queen’s Bench and Family Division); From the

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3. Having the Court of Appeal as the apex of the English systemwould be better for judicial morale. This is because there areonly slight opportunities for final promotion to the SupremeCourt. Many Lords Justices in the Court of Appeal ‘go off theboil’ once they sense that they have been ‘passed over’, that is,once junior members of the Court of Appeal have been pro-moted to the Supreme Court. It would be psychologically morestimulating for all members of the Court of Appeal to remainin the same race, which would no longer be promotion, butcompetition to become a leading contributor to legal develop-ment from within the Court of Appeal.

4. The problem of appellate over-load within the Court of Appealcould have been tackled so as to create the time and space forconcentration on really important points of general legal signif-icance.

5. Intra-UK constitutional matters could have been adjudicated byretaining the devolution jurisdiction of the Privy Council (whichhas instead been transferred to the UK Supreme Court).

4. My first suggestion is that there was no overwhelming casefor dismantling the judicial function of the House of Lords. Itwould have been enough for the Law Lords to have ceased to par-ticipate in legislative debates and for the Lord Chancellor (as hehad already agreed to do) to sit as a judge only in cases where therewas no governmental interest in the outcome of the appeal. Prob-ably the only real gain achieved by creation of the Supreme Courtis that its judges now enjoy more space than they had formerly hadas Law Lords within the Palace of Westminster.

The United Kingdom Supreme Court 121

County Courts across England and Wales; From certain Tribunals such as the Em-ployment Appeal Tribunal, the Immigration Appeal Tribunal, the Lands Tribunaland the Social Security Commissioners. The Criminal Division, which hears ap-peals from the Crown Court. The Court of Appeal is the highest court within theSenior Courts, which also includes the High Court and Crown Court. The Courtof Appeal normally sits in up to 12 courts in the Royal Courts of Justice. Thereare 37 regular judges of the Court of Appeal whose title is Lord/Lady Justice.Many of them also sit in the Criminal Division of the Court of Appeal and in theDivisional Court of the Queen’s Bench Division. The other Heads of Divisionalso sit occasionally in the Civil Division of the Court of Appeal. They are: TheLord Judge – Lord Chief Justice of England and Wales and Head of Criminal Jus-tice; Sir Anthony Tristram Kenneth May – President of the Queen’s Bench Divi-sion and Judge in Charge of the Administrative Court; Sir Nicholas Peter Rath-bone Wall – President of the Family Division and Head of Family Justice; SirRobert Andrew Morritt CVO – The Chancellor of the High Court.’

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My second suggestion is that the opportunity was missed toscrap a second tier of appeal and instead to re-organise the Courtof Appeal in England and Wales. That court could have been em-powered to make all necessary legal changes to the common lawand to the body of precedents in general, both by reversing its owndecisions and departing from decisions of the House of Lords. Ifappeals stopped at the Court of Appeal, the legal system wouldhave provided a speedier, cheaper, and institutionally more reliablemethod for dealing with vexed points of legal principle. Thus spe-cialist legal talent could have been more regularly tapped fromwithin the Court of Appeal.

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9.L’incerta trasformazione della Corte di cassazione italiana

MICHELE TARUFFO*

Sommario: 1. Introduzione. – 2. La fissazione del modello. – 3. Verso la terzaistanza. – 4. Le “corti del precedente”. – 5. La riforma del 2009. – 6. Segue: unacorte del giusto processo? – 7. Conclusione.

1. Nel corso della sua lunga vita, iniziata con l’unificazione delregno ma anche prima in vari stati preunitari, la Corte di cassa-zione1 non è rimasta sempre uguale a se stessa: al contrario, è pas-sata attraverso varie fasi di trasformazione, lungo un percorso com-plicato e non sempre coerente, che – a quanto si può intuire – nonè ancora terminato. Scopo di queste pagine non è di svolgere unadettagliata analisi storica delle vicende della Corte dalle sue originiai nostri giorni, ma di mettere in evidenza due aspetti rilevanti diqueste vicende: da un lato – appunto – le fasi salienti di questa tra-sformazione; dall’altro il fatto che essa appare – nel momento at-tuale – quanto mai incerta, collocandosi ora la Corte in una sorta

* Università di Pavia1 Su un tema ampio e complesso come quello della Cassazione civile e delle

sue vicende passate e presenti non è evidentemente possibile fornire qui indica-zioni bibliografiche che pretendano di essere complete. Ci si limiterà dunque adindicare le principali fonti a cui si riferiscono le pagine precedenti, e che possonoessere utili per ulteriori riferimenti e approfondimenti. CALAMANDREI, La Cassa-zione civile, vol. I - Storia e legislazioni, ora in Opere giuridiche, VI, Napoli 1976,e vol. II - Disegno generale dell’istituto, ora ibidem, VII, Napoli 1976; OTEIZA (acura di) Cortes supremas. Funciones y recursos extraordinarios, Buenos Aires ed a.,2011; CARPI, El acceso a la Corte de casación, in Cortes supremas cit., 17 ss.; CHIAR-LONI, Función nomofiláctica y valore del precedente, in Cortes supremas cit., 33 ss.;Le corti supreme. Atti del convegno (Perugia, 5-6 maggio 2000), Milano 2001; PAN-ZAROLA, La Cassazione civile giudice del merito, I-II, Torino 2005; YESSIOU - FALTSI(a cura di), The Role of the Supreme Courts at the National and International Le-vel, Thessaloniki, 1998; SILVESTRI, Le novità in tema di giudizio di cassazione, inIl processo civile riformato, a cura di Taruffo, Bologna 2010, 409 ss.; TARUFFO, Ilvertice ambiguo. Saggi sulla Cassazione civile, Bologna, 1991; TARUFFO, Precedentee giurisprudenza, in Riv. trim. dir. proc. civ., 2007, 709 ss.; TARUFFO, Una riformadella Cassazione civile?, in Riv. trim. dir. proc. civ., 2006, 755 ss.

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di terra di nessuno tra due (o più) modelli fondamentali di corti su-preme, senza che si possa intravedere, nella mescolanza di aspettieterogenei ed incoerenti che essa presenta, una direzione abbastanzaunivoca nella quale la prossima e non evitabile fase di trasforma-zione potrà indirizzarsi.

2. Come si è accennato, la Cassazione nasce al momento dell’u-nità d’Italia, in modo faticoso e problematico con la progressiva im-posizione del modello piemontese, a sua volta fedelmente derivatodal modello fondamentale rappresentato dal Tribunal de cassationfrancese. Tuttavia, è solo nella prima metà del ‘900 che – in un pro-cesso durato vari decenni – si consolida quello che potrebbe defi-nirsi come il “modello italiano” di Corte di cassazione.Il primo momento di questo processo può essere individuato nel

1920, con l’apparizione della monumentale opera di Calamandreiche determinerà nei decenni a venire la prospettiva teorica e dog-matica nella quale l’istituto della Cassazione verrà collocato da pro-cessualisti e da legislatori, oltre che – come si dirà- dalla stessa giu-risprudenza della Corte. È con Calamandrei, infatti, che si defini-scono con chiarezza le funzioni della Cassazione, ricondotte ai con-cetti fondamentali della nomofilachia e dell’uniformità della giuri-sprudenza.Il secondo momento è costituito dalla unificazione della Cassa-

zione realizzata nel 1923: solo la Cassazione unica, come scrive nona caso lo stesso Calamandrei, può realizzare in modo coerente edeffettivo queste due funzioni, e soprattutto quella che consiste nel-l’unificazione della giurisprudenza da parte di un solo organo giu-diziario di vertice.Il terzo momento è costituito dal codice processuale del 1940: è

infatti nella elencazione tassativa dei motivi di ricorso contenutanell’art. 360 c.p.c., molto più sintetica e precisa di quella che eracontenuta nell’art. 517 del codice del 1865, che si definisce il ruolodella Corte come giudice di mera legittimità. In questo modo vienecodificata con precisione l’area entro la quale la Corte esercita lasua funzione nomofilattica. Inoltre, nell’art. 374, comma 2°, c.p.c.,si specifica che la funzione di unificazione della giurisprudenzadella stessa Corte viene affidata alle Sezioni Unite.Il medesimo modello di corte viene poi ulteriormente codificato

nell’art. 65 della legge del ’41 sull’ordinamento giudiziario, nelquale la Corte di cassazione viene definita come “organo supremodella giustizia”, la cui funzione consiste essenzialmente nell’assicu-rare “l’esatta osservanza e uniforme interpretazione della legge” ol-tre che la “unità del diritto oggettivo nazionale”. Il riferimento alla

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“esatta osservanza” della legge riflette evidentemente una conce-zione veteropositivista dell’interpretazione, così come il “diritto og-gettivo nazionale”, nel quale viene aggiunto un tocco di nazionali-smo caratteristico dell’epoca. È chiaro tuttavia che la norma fa pro-pria, nella sostanza, la teoria di Calamandrei intorno alle funzioniche spettano alla Corte di cassazione.Infine, il modello italiano si consolida definitivamente, sul piano

normativo, nel 1948 con l’art.111, comma 2° (ora comma 7°) dellaCostituzione, nel quale si prevede la possibilità del ricorso in Cas-sazione “per violazione di legge” contro tutte le sentenze.Attraverso queste vicende si fissa in modo chiaro un modello di

Corte di cassazione che è sostanzialmente quello che Calamandreiaveva individuato nel 1920: una corte suprema unica collocata alvertice del sistema giudiziario, con il compito di assicurare l’osser-vanza della legge intervenendo contro le sue violazioni commessedai giudici inferiori, così realizzando in modo integrale e completola funzione di nomofilachia, ma limitando il proprio controllo aiprofili di legalità sostanziale e processuale, senza incidere sul me-rito delle controversie e soprattutto senza decidere in alcun modosui fatti che a tali controversie avessero dato origine. È utile notareche il n. 5 dell’art. 360 c.p.c., che riguarda il controllo sulla motiva-zione e quindi soprattutto della giustificazione del giudizio di fatto,viene introdotto solo nel 1950, recependo una giurisprudenza dellaCassazione che era iniziata sotto il codice del ’65 e correggendo ladizione contenuta nel codice del ’40, ma comunque con l’intenzionedi limitare il ruolo della corte al controllo sulla correttezza logicadel ragionamento del giudice, e non sul suo contenuto.

3. È noto che l’imposizione in tutto il territorio nazionale unifi-cato del “modello a cassazione” segnò la fine dei sistemi che si ispi-ravano al “modello della terza istanza”. Tuttavia l’idea che la cortesuprema fosse o dovesse essere soprattutto l’organo di una istanzafinale di giustizia sul caso concreto non venne mai meno, ed anzitrovò manifestazioni rilevanti già nella prassi anteriore al codice del’40. Però, e quasi paradossalmente, questa idea emerge nella prassi,e poi a livello normativo, proprio dopo che – come si è dettopoc’anzi – si è fissato il modello della Cassazione come supremoorgano di controllo della legittimità sostanziale e processuale.Questo modello, in realtà, non trova attuazione nella giurispru-

denza della stessa Corte di cassazione. Sotto questo aspetto un mo-mento importante può essere individuato nel 1953, quando la fa-mosa sentenza n. 2593 delle sezioni unite stabilisce – dando originead una giurisprudenza fluviale che applicò in modo sistematico e

L’incerta trasformazione della Corte di cassazione italiana 125

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coerente lo stesso criterio – l’interpretazione del termine “sentenze”contenuto nell’art. 111, comma 2°, della Costituzione affermandoche esso significa “sentenze in senso sostanziale”. Successivamentequesta interpretazione viene confermata da una quantità di decisionidella Corte relative ad un ampio numero di fattispecie particolariche qui non mette conto di elencare: basti dire sintenticamente chela “sentenza in senso sostanziale” è ogni provvedimento, emanatoin qualunque forma, che decida o incida su una situazione di dirittosostanziale. In questo modo si escludono almeno due interpreta-zioni possibili della norma costituzionale: si esclude, da un lato, cheessa si riferisca solo ai provvedimenti pronunciati in forma di sen-tenza, il che avrebbe drasticamente ridotto il suo campo di applica-zione. Dall’altro lato, non si prende neppure in considerazione l’i-potesi che la norma assicuri solo la possibilità del ricorso in cassa-zione (escludendo l’eventualità che esso sia sottoposto – come ac-cade ad esempio in Germania – ad una autorizzazione preventiva):si dà per certo, infatti, che la garanzia costituzionale assicuri il di-ritto di ottenere in ogni caso una decisione sul merito del ricorso.In sostanza, l’interpretazione che la Corte accoglie estende in mi-sura rilevantissima l’ambito del potere di controllo che essa esercita,configurandolo in qualsiasi situazione specifica in cui una pronun-cia investe in qualche modo un diritto, ed implica che in tutte que-ste ipotesi la Corte possa e debba entrare nel merito dei motivi diimpugnazione. Inoltre, si afferma (e questa soluzione sarà codificatadal legislatore nel 2006) che la “violazione di legge” di cui parla lanorma costituzionale include in realtà tutti i motivi di ricorso indi-cati nell’art. 360 c.p.c. Così il controllo che la Corte esercita diventacompleto ed onnicomprensivo: nessuna violazione di legge sfuggealla verifica di legittimità che la Cassazione svolge attraverso il ri-corso ordinario, o attraverso il ricorso “straordinario” che è statocostruito proprio interpretando nella maniera più estensiva possi-bile il comma 2° dell’art. 111 della Costituzione.Parallelo allo svolgersi di questa vicenda interpretativa è l’incli-

narsi della prassi della Cassazione verso quella che è stata definitacome la tutela dello jus litigatoris, a scapito della tutela dello jus con-stitutionis. Questa distinzione, entrata ormai da tempo nella vastaletteratura che si occupa di come la Corte opera in concreto, indicache essa interpreta la propria funzione essenzialmente come ultimaistanza di giustizia del caso particolare, modellando le proprie deci-sioni sulla caratteristiche specifiche della singola controversia, edoperando – di conseguenza – un controllo di merito sulla giustiziadella decisione nel singolo caso, piuttosto che una verifica – in ter-mini generali – della “esatta osservanza della legge”, ossia della cor-

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retta interpretazione della norma applicata dal giudice del merito.Mentre nel modello tradizionale il giudizio di merito veniva riser-vato essenzialmente al giudice di rinvio, dovendo la Corte limitarsia svolgere una funzione rescindente, diventa sempre più evidente cheessa, sotto l’apparenza di un sindacato di mera legittimità, mira inrealtà a decidere nel merito la controversia, e a piegare in questa di-rezione l’interpretazione delle norme a cui fa riferimento.Questa tendenza, che non era nuova nel passato ma che negli ul-

timi decenni si è riscontrata con evidenza sempre maggiore, si è –per così dire – intrecciata con un altro orientamento della giuri-sprudenza della Corte, evidente nel modo in cui essa interpreta eapplica il n. 5 dell’art. 360 c.p.c. relativo al controllo sulla motiva-zione. Approfittando in qualche modo delle incertezze di una partedella dottrina, che addirittura nega la possibilità di un controllo pu-ramente logico sulla motivazione della sentenza, la Cassazione sioccupa in modo tutto sommato superficiale e riduttivo dei vizi lo-gici della motivazione, individuando poche fattispecie (per di piùtalvolta definite in modo logicamente non appropriato), ma in com-penso approfitta della possibilità che il ricorso per vizio di motiva-zione le offre di occuparsi dei fatti, per effettuare non di rado unvero e proprio controllo sul modo in cui il giudice del merito hadeciso sui fatti della causa, pur ribadendo in linea di principio chetale controllo non le è consentito.Emerge dunque in modo abbastanza chiaro una sorta di irresi-

stibile tendenza della Corte ad interpretare il proprio ruolo comeorientato alla finale formulazione di una decisione di merito sul-l’intera controversia, e sulle circostanze specifiche di ogni singolasituazione che viene sottoposta al suo giudizio, piuttosto che limi-tato – per così dire – alla verifica della esatta interpretazione e ap-plicazione della legge.Questa tendenza viene poi sostanzialmente codificata dal legisla-

tore nel 1990, con la modificazione dell’art. 384 c.p.c. intesa a pre-vedere che la Corte, accogliendo il ricorso per violazione o falsa ap-plicazione di norme di diritto (e quindi ora anche per violazione ofalsa applicazione dei contratti e accordi collettivi nazionali di la-voro) possa decidere la causa nel merito se non sono necessari ul-teriori accertamenti di fatto. In proposito sono opportune almenodue osservazioni. La prima è che in questo modo spetta alla stessaCorte la decisione se operare come corte di mera legittimità, il checomporterebbe una pronuncia di cassazione con rinvio, o comecorte di terza istanza, il che le consente di porre fine al processocon una sentenza di merito. Ecco dunque che si ammette la con-versione della Corte di cassazione in un modello di corte suprema

L’incerta trasformazione della Corte di cassazione italiana 127

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sostanzialmente diverso da quello che derivava dalla tradizione sto-rica e dalla fase di fissazione del modello che si è sommariamentedescritta in precedenza. Per così dire, l’ambiguità che da tempo siera rilevata nella interpretazione del proprio ruolo da parte dellaCorte si risolve, ma si risolve in modo curioso, ossia configurandoun organo che è al contempo giudice della mera legalità e giudicedel merito, a seconda delle circostanze. Tuttavia queste circostanze– e questa è la seconda osservazione – non vengono individuate apriori con una norma generale, ma vengono apprezzate di volta involta dalla stessa Corte, che in ogni caso concreto “decide come de-cidere” sul ricorso. Questa decisione, peraltro, viene presa dallastessa Corte prendendo in considerazione i fatti così come sono statiaccertati dal giudice di merito. Vero è che la Corte non ripete e nonpuò modificare direttamente questo accertamento, ma essa deve co-munque valutare se occorre o se non occorre un nuovo accerta-mento, il che implica comunque un giudizio sui fatti della causa.Sotto altro profilo, l’idea che la Corte di cassazione debba ef-

fettuare un controllo analitico e penetrante sull’applicazione dellalegge in ogni questione che in qualunque modo venga sottopostaalla sua attenzione, ha ispirato il legislatore del 2006, in particolarenelle norme che riguardano la pronuncia del “principio di diritto”,ossia della regola che secondo la Corte deve essere applicata in ognisituazione particolare che è stata oggetto di controversia. In passatoil principio di diritto doveva essere enunciato (anche se spesso nonlo era in termini specifici, e quindi doveva essere rinvenuto nel con-testo della sentenza) nell’ipotesi di cassazione con rinvio, dato cheera destinato ad essere la regola vincolante per la decisione del giu-dice di rinvio. Con la riforma del 2006 il principio di diritto deveo può essere pronunciato in una pluralità di casi: a) “nell’interessedella legge”, ossia non su ricorso di una parte ma su richiesta delprocuratore generale presso la Corte di cassazione, e questa voltaanche quando il provvedimento in questione non era ricorribile incassazione (art. 363 c.p.c.); b) anche d’ufficio se il ricorso delle partiè dichiarato inammissibile ma la Corte ritiene che la questione de-cisa è di particolare importanza (art. 363, comma 2°, c.p.c.); c)quando la Corte accoglie il ricorso e cassa con rinvio (art. 384c.p.c.); d) d’ufficio, quando decide su motivi di ricorso diversi dallaviolazione o falsa applicazione di norme di diritto, ma risolve co-munque una questione di particolare importanza (art. 384 c.p.c.). In proposito il legislatore del 2006 ha parlato di nomofilachia,

dato che in tutte queste ipotesi si tratterebbe di assicurare l’esattaapplicazione della legge, ma si tratta di una concezione onniperva-siva – per non dire ossessiva – della funzione nomofilattica che la

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Corte dovrebbe svolgere, enunciando principi di diritto ad ogni pièsospinto, anche senza che le parti lo chiedano, anche quando ilprovvedimento coinvolto non era ricorribile in Cassazione, e co-munque ogni volta che in qualche modo il giudizio della Corte in-contri una questione di “particolare importanza”. L’idea fonda-mentale è – comunque – che il controllo di legittimità deve potereinvestire qualunque situazione nella quale in qualunque modo vienein gioco l’applicazione di una norma, dato che il criterio della “par-ticolare importanza” della questione è del tutto generico e – nel mi-gliore dei casi – esclude la necessità del principio di diritto solo suquestioni del tutto prive di rilievo o di fondamento.

4. Mentre si svolge la fase che si è appena tentato di descrivere,si aggrava sino a raggiungere proporzioni abnormi la crisi di fun-zionalità della Corte di cassazione, crisi che già si manifestava ne-gli anni ’60 ma che aumenta rapidamente nei decenni successivi.Questa crisi si caratterizza per molti fattori, ma due tra essi ap-paiono particolarmente rilevanti. Il primo fattore è l’aumento quan-titativo dei ricorsi che vengono proposti e – di conseguenza – dellesentenze che la Corte pronuncia ogni anno. Quando si superano le30.000 sentenze all’anno è chiaro che ci si trova di fronte ad unasorta di monstrum che non ha paragoni in altri ordinamenti, nelquale la funzione di tutela della legalità sfuma in un pulviscolo didecisioni ad hoc, che nella migliore delle ipotesi, e con tempi lun-ghi, realizzano la tutela dello jus litigatoris nei singoli casi concreti,ma certamente non attuano la funzione consistente nell’assicurarel’esatta interpretazione della legge. Il secondo fattore – che è direttaconseguenza del primo – consiste nella frequente mancanza di coe-renza nella giurisprudenza della stessa Corte (e quindi nell’incapa-cità di rendere uniforme la giurisprudenza dei giudici inferiori).Troppo spesso questa giurisprudenza è contraddittoria, incerta, va-riabile e confusa, sicché anche la funzione consistente nel rendereuniforme l’interpretazione della legge viene sostanzialmente fru-strata, anzitutto per quanto attiene all’interpretazione della legge daparte della stessa Corte.Nella perdurante inerzia del legislatore, questa situazione viene

più volte denunciata dalla dottrina, che non solo analizza i gravi in-convenienti che ne derivano, ma suggerisce riforme radicali che ten-gano conto di un modello alternativo di corte suprema. Questo mo-dello esiste da sempre negli ordinamenti di common law ma si varealizzando – sia pure con modalità diverse – anche in vari ordina-menti di civil law. Il modello si caratterizza in quanto la funzionepreminente delle corti supreme viene individuata nella creazione e

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nel governo di precedenti destinati a stabilire l’interpretazione ap-propriata delle norme di legge e – soprattutto – ad orientare insenso possibilmente uniforme l’applicazione di queste norme daparte dei giudici successivi: si può parlare sinteticamente di “cortidel precedente” per identificare in termini molto generali le cortiche svolgono questa funzione.L’idea che la Corte di cassazione dovesse operare anche come

corte del precedente non era in realtà estranea al “modello italiano”:già Calamandrei aveva chiarito nel 1920 che la nomofilachia avrebbedovuto realizzarsi attraverso decisioni capaci di indirizzare in sensouniforme l’interpretazione della legge nella giurisprudenza succes-siva, e va nella stessa direzione il riferimento alla “uniforme inter-pretazione della legge” contenuto nell’art. 65 della legge sull’ordi-namento giudiziario. Queste indicazioni non possono però essereseguite nella situazione di crisi che si è richiamata poc’anzi: in unagiurisprudenza pletorica e contraddittoria è spesso difficile, e nondi rado impossibile, scoprire decisioni alle quali si possa attribuirela qualità di precedenti. Inoltre, l’uso e l’abuso delle massime, chenon sempre esprimono la vera ratio decidendi del caso, fanno dellagiurisprudenza nostrana – e dell’uso che ne viene fatto nella prassi– qualcosa che non è neppure lontanamente paragonabile a quantoaccade nei sistemi in cui si applica il “vero” precedente, fondato es-senzialmente sull’analogia tra i fatti del caso anteriormente decisoe quelli del caso che dev’essere deciso successivamente.Vi è peraltro un ulteriore elemento che costituisce un carattere

essenziale delle vere corti del precedente, ossia il numero limitatodi casi che queste corti decidono nel merito. Vale per queste cortila regola per cui l’efficacia del precedente come regola destinata adessere applicata nei casi futuri è inversamente proporzionale al nu-mero dei precedenti: migliaia di precedenti possono talvolta costi-tuire una “giurisprudenza”, ma il valore di ognuno di essi è neces-sariamente limitato, e non è neppure determinabile, mentre pochiprecedenti – o addirittura un solo precedente – possono avere unaforza tale da orientare davvero la giurisprudenza successiva.Appare dunque evidente che il modello delle corti del prece-

dente si fonda su meccanismi di selezione dei ricorsi capaci di ri-durre drasticamente – rispetto al modello italiano – il numero delledecisioni che la corte suprema deve rendere ogni anno. Gli esempicanonici sono quelli della Corte Suprema degli Stati Uniti che – es-sendo anche corte costituzionale – pronuncia in tutte le materiemeno di 200 sentenze all’anno, e la corte suprema inglese (prima laHouse of Lords e ora la Supreme Court di recente istituzione) chene pronuncia circa 80. Nell’Europa continentale l’esempio più si-

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gnificativo – e più direttamente riferibile per contrasto alla situa-zione italiana – è quello del Bundesgerichtshof tedesco, che pro-nuncia annualmente poco più di 3.000 sentenze civili. Si tratta diun numero elevato se rapportato a quelli delle corti di common law,ma si tratta di un numero modesto se si considera che esso costi-tuisce poco più del 10% delle sentenze normalmente pronunciatedalla nostra Corte di cassazione.Si intende facilmente che nelle corti del precedente il problema

centrale è quello dei criteri secondo i quali vengono selezionati icasi destinati ad essere decisi. Tali criteri possono essere molto di-versi nei singoli casi. Ad esempio, la Corte Suprema degli StatiUniti dispone di una discrezionalità assoluta – sicché non motivala decisione con cui rifiuta il certiorari – ma l’analisi della sua giu-risprudenza in proposito mostra che la Corte accetta o rifiuta didecidere in funzione dell’opportunità di creare o modificare un pre-cedente, eventualmente risolvendo conflitti emersi nella giurispru-denza delle corti inferiori. Particolarmente interessante è l’esempiotedesco, dove il ricorso alla corte suprema è autorizzato (dalla corted’appello o dalla stessa corte di revisione) solo quando esso sollevauna questione di diritto di fondamentale importanza e la relativadecisione può contribuire alla futura evoluzione del diritto. Anchein questo caso è chiaro che la selezione avviene tenendo presentequello che noi chiameremmo jus constitutionis e considerando l’op-portunità che tali questioni vengano decise in modo tale da costi-tuire precedenti capaci di orientare la giurisprudenza successiva.È anche chiaro, peraltro, che criteri di questo genere non sono

finalizzati soltanto ad una riduzione quantitativa del numero dei ri-corsi che vengono decisi. Poiché la funzione di queste corti è chia-ramente orientata nel senso di partecipare attivamente, con le lorosentenze e con l’influenza che esse possono avere sulle decisioni fu-ture, alla evoluzione del diritto, il criterio di selezione -come è evi-dente nel caso tedesco – è essenzialmente qualitativo, essendo fon-dato sulla natura e l’importanza della questione di diritto che lacorte considera opportuno risolvere con una propria decisione. Ciòche rileva in queste corti, infatti, non è solo la necessità che esse af-frontino un numero limitato di casi, ma soprattutto la possibilitàche esse decidano solo i casi nei quali la loro decisione ha una proie-zione futura sulla soluzione di questioni particolarmente rilevantiin prospettiva generale.

5. L’indifferenza del legislatore verso i gravi problemi che si sonorichiamati più sopra cessa finalmente nel 2009, quando si affrontail problema di come ridurre il carico di lavoro della Corte di cas-

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sazione “filtrando” i ricorsi che ad essa vengono proposti. Dopovarie incertezze, dovute probabilmente alla mancanza di idee chiaresul da farsi, la legge n. 69 introduce un sistema di selezione dei ri-corsi che si articola essenzialmente in due punti: a) l’introduzionedi criteri di “inammissibilità” dei ricorsi che debbono essere appli-cati preliminarmente (art. 360 bis c.p.c.); b) la creazione di una “ap-posita sezione” della Corte (art. 386 c.p.c.), che ha il compito disvolgere la selezione preliminare dei ricorsi in base a questi criteri.Queste norme, e in particolare l’art. 360 bis c.p.c., hanno imme-

diatamente sollevato critiche dovute soprattutto alla loro discutibileformulazione letterale, che ha subito dato luogo ad interpretazionidiverse e contrastanti da parte della dottrina. Non è il caso di ap-profondire qui l’analisi di tutti i problemi che ne sono derivati, maè forse utile indicare le difficoltà più rilevanti che derivano dai cri-teri indicati nell’art. 360 bis c.p.c.Anzitutto, non appare infondato in linea generale il dubbio che

l’introduzione di “filtri” all’ammissibilità dei ricorsi, presumibil-mente finalizzata ad escludere la decisione nel merito in una quan-tità rilevanti di casi, sia in contrasto con la garanzia costituzionaledel ricorso in Cassazione prevista dall’art. 111 comma 7 della Co-stituzione. Certamente, come già si è detto, una drastica riduzionedel numero dei ricorsi che vengono decisi dalla Corte appare indi-spensabile, ma per giungere a questo risultato sarebbe stata oppor-tuna – per non dire necessaria – l’eliminazione di tale garanzia, ondelasciare al legislatore ordinario il compito di modellare i criteri diselezione. Si potrebbe dubitare dell’opportunità di eliminare questagaranzia, ma dev’essere chiaro che essa non viene attuata se vi sonoricorsi che vengono esclusi dall’esame del merito in base ad un “fil-tro” che non riguarda la loro validità formale ma la loro fondatezzanel merito.In proposito si osserva (come fa ad esempio Cass., S.U., 6 set-

tembre 2010, n. 19051, ossia la prima decisione a sezioni unite inargomento) che la valutazione di inammissibilità prevista dall’art.360 bis, n. 1, c.p.c., si fonda in realtà su un giudizio relativo allainfondatezza del ricorso, o – più precisamente – dei motivi di ri-corso. Si rileva infatti che poiché il criterio in questione consiste nelverificare se “il provvedimento impugnato ha deciso le questioni didiritto in modo conforme alla giurisprudenza della Corte e l’esamedei motivi non offre elementi tali da confermare o mutare l’orien-tamento della stessa”, esso non riguarda propriamente una ragionedi inammissibilità in senso tecnico, ma – appunto – una decisionesul merito del ricorso, per quanto attiene in particolare alla capa-

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cità dei motivi in esso contenuti di indurre la Corte a decidere inproposito.Rimane comunque dubbia la natura della selezione che secondo

questo criterio verrebbe effettuata. Se si parla di “filtro” (come faad esempio la Cassazione nella sentenza ora citata), si vuole forsesuggerire che la vera decisione di merito è quella che le sezioni or-dinarie formuleranno sui ricorsi che la sezione speciale ha ammesso,mentre la valutazione di “non inammissibilità” non investirebbedavvero il contenuto della decisione impugnata, ma solo la consi-stenza dei motivi del ricorso. In questo caso, però, diventa difficile– se non impossibile – dimostrare che questo sistema non è in con-flitto con la garanzia costituzionale del ricorso in Cassazione.Se invece si parla di “infondatezza” (come pure fa, con scarsa

coerenza, la stessa sentenza), allora si dice che la decisione della se-zione speciale è in realtà un giudizio sul merito del ricorso. In talcaso si aggira forse l’obiezione di illegittimità costituzionale, ma al-lora si mette tra parentesi la funzione di filtro che il giudizio preli-minare di inammissibilità dovrebbe svolgere. In altri termini: se siammette che si tratti di un vero e proprio giudizio sul merito del ri-corso, il solo effetto della riforma consisterebbe nel fatto che essosarebbe formulato dalla sezione apposita invece che da una sezionesemplice ordinaria, e il procedimento si svolgerebbe secondo quantoprevisto dal nuovo art. 380 bis c.p.c., ossia con modalità sostanzial-mente analoghe a quelle del procedimento ordinario disciplinatodall’art. 379 c.p.c. Nella medesima prospettiva sorge però un ulte-riore problema: se in via preliminare la sezione apposita ritiene chei motivi di ricorso non siano manifestamente infondati, con ciò va-lutandone il merito, e quindi ammette il ricorso, si avrà un nuovoprocedimento assai simile a quello che ha avuto luogo presso la se-zione speciale, e si avrà infine una nuova decisione sul merito del ri-corso (che potrà essere conforme o difforme rispetto a quella giàformulata da questa sezione) da parte della sezione ordinaria allaquale il ricorso viene assegnato.Al di là di problemi come questi, che comunque introducono

complicazioni rilevanti nella stessa definizione della natura del mec-canismo di selezione introdotto con la riforma, si può rilevare cheil criterio di riferimento per la valutazione che la sezione specialedeve effettuare è costituito dalla “giurisprudenza della Corte”. Allabase di una norma come questa si può forse – con una certa dosedi buona volontà – avvertire l’intenzione del legislatore di fare dellaCorte di cassazione una sorta di corte del precedente, in qualchemodo orientandola verso il modello di cui si è fatto cenno più so-pra. Con una interpretazione caritatevole della norma si potrebbe

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anche dire che essa tende a far sì che la Corte tuteli lo jus consti-tutionis nel momento in cui la sezione apposita decide se è il casoo non è il caso che la Corte modifichi o confermi la propria giuri-sprudenza, mentre lo jus litigatoris rimarrebbe irrilevante, potendoessere sacrificato da un giudizio di inammissibilità. Se così fosse, sipotrebbe forse dare della riforma un giudizio positivo, pur con i li-miti derivanti dalla discutibile formulazione della norma, e dal fattoche se la selezione preliminare sacrifica lo jus litigatoris risorge ildubbio circa la legittimità costituzionale della norma stessa.Rimangono tuttavia due osservazioni critiche al riguardo. Da un

lato, la norma presuppone l’esistenza di una giurisprudenza dellaCorte che meriti di essere confermata attraverso un giudizio diinammissibilità del ricorso. Di conseguenza il ricorso sarebbe ne-cessariamente ammissibile tutte le volte in cui la Corte non si siamai pronunciata sulla questione, ma anche tutte le volte in cui lacorte si è pronunciata – magari in un numero rilevante di casi – mala sua giurisprudenza è contraddittoria, confusa o incoerente. Inqueste situazioni, infatti, può essere impossibile stabilire che cosadice davvero la giurisprudenza della Corte (e il ricorso a criteri sta-tistici, suggerito da taluno, è evidentemente inefficace, dato che unasingola decisione difforme dalla maggioranza delle decisioni può es-sere in realtà un leading case o il segno di un revirement della Cortesu quella questione). Poiché però – come tutti sanno – situazionicome queste sono assai frequenti, accadrà spesso che, in mancanzadi una giurisprudenza abbastanza chiara e consolidata alla qualerapportare il provvedimento impugnato e in base alla quale valu-tare i motivi del ricorso, questo non potrà essere dichiarato inam-missibile. Se questo è un filtro, allora è destinato a funzionare poco,ossia a determinare l’ammissibilità di numerosi ricorsi. Va poi ulte-riormente osservato che qui non si parla di “precedente” ma di“giurisprudenza”: la differenza non è irrilevante, poiché il prece-dente è – come già si è accennato – una decisione dotata di parti-colare forza persuasiva in virtù dell’analogia tra i fatti del caso giàdeciso e i fatti del caso da decidere, mentre la giurisprudenza è l’in-sieme delle decisioni su una medesima questione, insieme che –come si è detto – può essere confuso e contraddittorio, e quindipoco persuasivo, soprattutto quanto è costituito da un gruppo piùo meno numeroso di massime prive di riferimento ai fatti dei casidecisi.Dall’altro lato, va sottolineato che l’oggetto della valutazione è

costituito dai motivi di ricorso e dalla conformità del provvedi-mento impugnato alla giurisprudenza – se esiste – della Corte. Ciòsignifica che tale valutazione non verte sulla natura e sull’impor-

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tanza della questione di diritto che viene sollevata con il ricorso, enon verte se non in via indiretta – ossia solo quando i motivi di ri-corso sono così ben formulati da mettere in dubbio la giurispru-denza della Corte – sulla opportunità di stabilire un nuovo prece-dente o di confermare tale giurisprudenza. In ogni caso, il ricorsova dichiarato ammissibile, e quindi viene rimesso ad una sezione or-dinaria, indipendentemente dalla natura e dall’importanza dellaquestione affrontata, tutte le volte in cui il provvedimento impu-gnato sia non conforme alla giurisprudenza della Corte. Si può fon-datamente dubitare se una selezione di questo genere sia una veraselezione qualitativa come quella che viene posta in essere pressole corti del precedente di cui si è parlato più sopra. Ciò che qui simira a realizzare, in effetti, non è un vero e proprio “governo deiprecedenti” quanto la conformità delle decisioni di merito alla giu-risprudenza –se esiste- della Corte di cassazione. Vi è dunque il ri-schio -ma il punto andrà verificato nel prossimo futuro su dati con-creti – che la selezione sia puramente quantitativa, ossia vengaorientata semplicemente alla riduzione del carico di lavoro delle se-zioni ordinarie, ma sulla base di criteri formalistici o addirittura va-riabili e casuali.

6. Il n. 2 dell’art. 360 bis c.p.c. prevede che il ricorso venga di-chiarato inammissibile se risulta “manifestamente infondata la cen-sura relativa ai principi regolatori del giusto processo”. Si tratta diuna norma formulata in maniera singolarmente impropria, e nonsolo perché rinvia ad una nozione – come quella di “giusto pro-cesso” – che malgrado la superflua consacrazione costituzionale e icospicui sforzi definitori di molta dottrina, continua a rimanere am-piamente vaga e indeterminata (oltre che, probabilmente, inutile). Ilvero problema che si è posto è, invero, di stabilire se vi sia e qualesia la coerenza di questa norma con la circostanza che i nn. 1, 2, 4e 5 dell’art. 360 c.p.c. già stabiliscono quali sono i motivi di ricorsoin cassazione per vizi in procedendo. Non è possibile esaminare quinel dettaglio le varie opinioni che sono state espresse in proposito.La tesi che appare maggiormente fondata è comunque quella cheesclude che si sia verificata una sorta di abrogazione implicita diqueste norme, e che quindi il ricorso sia ammissibile nei casi da esseprevisti indipendentemente dal se la norma processuale violataesprima o non esprima un principio del giusto processo. Se, inol-tre, si ammettesse il ricorso solo nei casi di violazione di questiprincipi, si finirebbe per violare l’art. 111, comma 7°, della Costi-tuzione, che ammette in generale il ricorso per “violazione dilegge”. Sembra dunque che la violazione dei principi del giusto pro-

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cesso possa verificarsi come ipotesi autonoma, rispetto ai vizi pro-cessuali di cui parla l’art. 360 c.p.c., solo quando nell’applicazionedi una norma si sia verificata una lesione di tali principi ma il rela-tivo vizio non rientri nell’ampia categoria delle nullità processualipreviste dal n. 4 dell’art. 360 c.p.c. Si potrebbe pensare, ad esem-pio, al caso in cui il giudice abbia usato il potere discrezionale chegli viene riconosciuto dall’art. 209 c.p.c. in modo tale da compri-mere eccessivamente o da elidere il diritto alla prova di una parteo di entrambe le parti.È facile rilevare, tuttavia, che accogliendo questa interpretazione

il campo di applicazione del n. 2 dell’art. 360 bis c.p.c. viene ad es-sere fortemente circoscritto, e limitato a ipotesi non irrilevanti macertamente non frequenti di violazione delle garanzie processuali.

7. Le considerazioni che precedono dovrebbero aver chiarito ilsenso del titolo dato a queste pagine. Nel periodo che si è preso in considerazione, che copre vari de-

cenni e giunge sino ai nostri giorni, la Corte di cassazione ha co-nosciuto vari cambiamenti che permettono di parlare di una vera epropria trasformazione rispetto al modello che si era consolidatonella prima metà del ‘900. Non si è però trattato di una transizionechiara ed univoca da quel modello ad un diverso modello di cortesuprema: la Cassazione continua ad essere la corte del controllo dilegittimità che era nel modello originario, ma ha assunto chiari ca-ratteri di una corte di terza istanza, che decide nel merito e non dirado riesamina – benché ciò non rientri nelle sue funzioni – ancheil giudizio di fatto. La tutela dello jus constitutionis, che avrebbedovuto essere la sua funzione primaria, si converte spesso nella tu-tela dello jus litigatoris, e sulla uniformità della giurisprudenza dellastessa Corte prevale la varietà e l’incoerenza delle decisioni model-late sulle peculiarità dei singoli casi concreti. Anche quando, comeaccade con le riforme recenti, appare all’orizzonte il modello dellecorti del precedente, questo modello non viene recepito con chia-rezza in alternativa al modello originario: se ne deriva l’indicazionerelativa alla necessità di una forte selezione dei ricorsi, ma le normeche dovrebbero realizzarla vengono formulate in modi tecnica-mente infelici, tali da far dubitare della loro efficacia e da non as-sicurare una selezione qualitativa fondata sull’importanza delle que-stioni da decidere e su un effettivo “governo del precedente”.D’altra parte, sembra evidente che la trasformazione della Corte,

quale che sia la direzione che ha preso finora e che prenderà in fu-turo, sia ben lontana dall’essere conclusa. Non solo, infatti, non èpossibile ricondurre la situazione attuale ad un modello coerente,

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ma si può facilmente presumere che le norme introdotte nel 2009non siano affatto in grado di risolvere i problemi che affliggono laCorte, e siano anzi fonte di ulteriori complicazioni e variazioni in-terpretative. Si può dunque prevedere che bisognerà por mano ariforme ulteriori, se si vorrà fare della Cassazione una corte su-prema moderna ed efficiente, capace di svolgere il ruolo che le cortidi vertice hanno assunto negli ordinamenti attuali. È chiaro tutta-via che riforme di questo genere esigeranno proprio quelle scelte“di sistema” chiare e coerenti che finora sono mancate.

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10.Corti supreme a confronto:analogie e differenze

CHIARA BESSO*

Sommario: 1. Premessa: dalla piramide alla rete. – 2. Modelli di corti supremecivili. – 3. Il sistema inglese: dall’Appellate Committee della House of Lords allaSupreme Court. – 4. La francese Cour de cassation. – 5. Il sistema spagnolo delTribunal supremo. – 6. Il sistema tedesco del Bundesgerichtshof. – 7. Due cortisovranazionali: la Corte europea dei diritti dell’uomo e la Corte interamericanadei diritti dell’uomo. – 8. Conclusione: la Corte di cassazione italiana.

1. Le seguenti riflessioni si pongono quale breve sintesi dellagiornata dedicata ai problemi e alle prospettive delle corti supremeche si è svolta a Torino il 29 aprile 2011.Una premessa anzitutto si impone circa l’oggetto stesso della

giornata, ossia le “corti supreme”. La locuzione può rinviare all’im-magine di un ordine lineare, ove gli uffici giudiziari “sono ordinatiin una gerarchia, per cui si procede da una massa di uffici inferioriattraverso gruppi progressivamente minori di uffici intermedi a unsolo ufficio supremo” che si pone così in cima ad una piramide1.La metafora della piramide, però, non rispecchia la realtà degli

ordinamenti giuridici contemporanei. Certamente non rispecchiaquella italiana, ove la Corte di cassazione – “organo supremo dellagiustizia” secondo la definizione dell’art. 65 della legge del 1941 sul-l’ordinamento giudiziario – non ha più, a seguito dell’istituzionedel Consiglio superiore della magistratura, potere gerarchico-disci-plinare nei confronti dei giudici di merito2. Con la creazione della

* Università di Torino1 CARNELUTTI, Istituzioni del processo civile italiano, I, Roma, 1956, 113. Sul

sito della nostra Corte di cassazione – così come in quello della francese Cour decassation, supra CADIET, cap. 5, par. 1 – leggiamo che “in Italia la Corte Supremadi Cassazione è al vertice della giurisdizione ordinaria” (www.cortedicassazione.it).

2 Secondo quello che era l’assetto pre-repubblicano, la Corte di cassazione nonsoltanto rappresentava il punto di arrivo della carriera del magistrato, articolata ingradi differenti sotto il profilo economico, delle funzioni esercitate e del prestigio,ma era anche l’organo di vertice per la sorveglianza e il controllo disciplinare deimagistrati (si veda al riguardo TARUFFO, Il vertice ambiguo, Bologna, 1991, 41).

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Corte costituzionale – ossia dell’organo al quale il nostro Costi-tuente, seguendo l’esempio austriaco, ha scelto di affidare il con-trollo accentrato di costituzionalità delle leggi invece di ricono-scerlo in modo diffuso a tutti i giudici3 – la Corte di cassazione,poi, ha strutturalmente perso il suo carattere di “suprema” inter-prete della legge4. Come sappiamo, i rapporti tra le due corti, nonsempre facili5, si sono nel tempo caratterizzati come quelli tra duedialoganti: da un lato, infatti, la Cassazione si è assunta, attraversolo strumento della c.d. interpretazione conforme6, un ruolo di di-retta responsabilità nell’attuazione della Costituzione7 e dall’altrolato il giudice costituzionale si è attribuito la possibilità di reinter-pretare la legge senza essere vincolato dalla lettura operata dal giu-dice della rimessione8, con il superamento della contrapposizione

140 Chiara Besso

3 Circa il dibattito sulla “natura” della Corte costituzionale, che ha visto con-trapposte la tesi, sostenuta da Calamandrei, della natura para-legislativa e quella,maggioritaria, della sua natura invece giurisdizionale cfr. ROMBOLI, La natura dellaCorte costituzionale alla luce della sua giurisprudenza più recente, in www.archi-vio.rivistaaic.it, il quale sottolinea come oggi, piuttosto, vi sia consapevolezza chesarebbe riduttivo ricondurre l’attività svolta dalla Corte ad attività tipica di un or-gano politico ovvero ad attività giurisdizionale quale esercitata dai giudici comuni.

4 Cfr. CADIET, supra, cap. 5, par. 1.5 Si è infatti talvolta parlato di “guerra” tra le due corti, guerra che sarebbe or-

mai “consegnata al passato” (Ufficio del massimario della Corte di cassazione, Ilruolo della cassazione: tradizione e mutamenti, rel. n. 87, Roma 20 ottobre 2011,11 s., che peraltro ricorda un recente episodio di contrasto tra le due corti, ossiala vicenda relativa alla applicazione della translatio iudicii alle declinatorie di giu-risdizione, applicazione affermata dalle sezioni unite della Cassazione e invece ne-gata dal giudice delle leggi). Un acceso conflitto, invece, contrappone oggi le duecorti in Francia, ove alla Corte costituzionale è stato nel 2010 attribuito un nuovosindacato – analogo a quello esistente in Italia – successivo di legittimità su que-stioni sollevate dai giudici ordinari, subordinato ad un vaglio di ammissibilità daparte della Cour di cassation (e del Consiglio di Stato), vaglio che la Cour eserci-terebbe, secondo il giudice delle leggi, in modo eccessivamente restrittivo (si vedaal riguardo CADIET, Le rôle institutionnel et politique de la Cour de cassation enFrance, in Annuario di diritto comparato e di studi legislativi, 2011, 213 ss.).

6 Sull’interpretazione conforme, circa la quale la letteratura è amplissima, siveda LUCIANI, Le funzioni sistemiche della Corte costituzionale, in Studi in me-moria di Giuseppe Floridia, Napoli, 2009, 418 ss.

7 Il primo atto di questa assunzione di ruolo viene ravvisato nella sentenza dellesezioni unite 30 luglio 1953, n. 2593, con la quale la Corte ha appunto scelto dirapportarsi direttamente con la Costituzione senza attendere l’intermediazione dellegislatore o del giudizio della Corte costituzionale (cfr. BARTOLE, Giudici ed at-tuazione dei valori costituzionali, in Giurisdizione e giudici nella Costituzione.Quaderni del CSM, n. 155, 2009, 29 ss.).

8 Il principio è stato per la prima volta asserito nella sentenza 22 ottobre 1996,n. 356 [relatore Zagrebelsky]: “le leggi non si dichiarano costituzionalmente ille-

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tra il piano della legalità, proprio della Cassazione quale organodella nomofilachia, e quello della costituzionalità, proprio invecedella sola Corte costituzionale.Al dialogo nazionale, interno, con il giudice delle leggi si è poi

affiancato, di necessità, un altro dialogo: quello con le corti sovra-nazionali, anzitutto europee, ossia la Corte europea dei diritti del-l’uomo e la Corte di giustizia dell’unione. Il primato del diritto co-munitario9 e l’obbligo per il giudice italiano di interpretare la Con-venzione europea dei diritti dell’uomo alla luce della giurisprudenzadella Corte di Strasburgo10 impongono infatti alla Corte di cassa-zione di confrontarsi con le due corti sovranazionali11. Ecco allora che la posizione di una corte superiore come la no-

stra Corte di cassazione va collocata, più che all’apice di una pira-mide, all’interno di un sistema reticolare, del quale è parte il nostroordinamento e che si estende oltre i confini nazionali12.

Corti supreme a confronto: analogie e differenze 141

gittime perché è possibile darne interpretazioni incostituzionali (e qualche giudiceritenga di darne), ma perché è impossibile darne interpretazioni costituzionali”.

9 Cfr., in particolare, Corte cost. 8 giugno 1984, n. 170, che ha affermato che,in caso di conflitto tra diritto interno e diritto comunitario, il giudice italiano èautorizzato a disapplicare il primo a vantaggio del secondo, fatta salva la possibi-lità di rinviare alla Corte europea di giustizia la questione della sua interpretazione.

10 Si vedano le sentenze della Corte costituzionale 24 ottobre 2007, n. 348 e n.349.

11 Fondamentale, in particolare nella comunicazione tra la nostra Corte e laCorte di giustizia, è il rinvio interpretativo, strumento volto ad assicurare la cor-retta ed uniforme interpretazione del diritto dell’Unione nello spazio giuridico eu-ropeo che consente di ottenere dalla Corte europea una pronuncia sulla correttainterpretazione della norma comunitaria. Al riguardo la Corte di Strasburgo ha af-fermato che l’art. 6, comma 1, della Convenzione per la tutela dei diritti umani(CEDU) se non garantisce alle parti il “diritto al rinvio pregiudiziale” impone peròalle giurisdizioni supreme nazionali che non intendano procedere al rinvio di espli-citare le ragioni del rifiuto (Corte EDU 20 settembre 2011, caso Ullens de Schoo-ten e Rezabek c. Belgio), così che l’inosservanza dell’obbligo di rinvio pregiudi-ziale rientra tra gli elementi da valutare per verificare se vi è stata quella violazionegrave e manifesta del diritto dell’Unione che determina la responsabilità patrimo-niale dello Stato (cfr. la pronuncia della Corte di giustizia 24 novembre 2011, nellacausa C 379/10, Commissione europea c. Repubblica italiana). Quali esempi re-centi della “criticità” cui dà talvolta luogo il dialogo tra le nostre corti – ed in par-ticolare il giudice delle leggi – e le corti sovranazionali si vedano le due pronun-zie con cui l’Italia è stata condannata per violazione della Convenzione EDU, 31maggio 2011, caso Maggio e altri, e 7 giugno 2011, caso Agrati.

12 Circa l’identificazione nella rete del modello che, in generale, rispecchia l’at-tuale realtà giuridica, sostituendo all’idea della linearità – emblematizzata dalla co-struzione della dottrina pura del diritto di Kelsen – l’idea della complessità che èreticolare e policentrica cfr. LOSANO, Diritto turbolento. Alla ricerca di nuovi pa-radigmi nei rapporti fra diritti nazionali e normative sovrastatali, in Riv. int. fil.

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Della complessità del sistema in cui si collocano oggi le corti su-preme13 ha voluto offrire una testimonianza il convegno torinese,ove le relazioni nazionali sulle più significative corti supreme eu-ropee – oltre la Corte di cassazione italiana, la francese Cour decassation, il germanico Bundesgerichtshof, il Tribunal supremo spa-gnolo e la Supreme Court britannica – sono state precedute da duerelazioni concernenti due corti sovranazionali regionali che presi-diano il rispetto dei diritti fondamentali, la Corte europea di Stra-sburgo e la Corte interamericana dei diritti dell’uomo.

2. Prima di esaminare le esperienze nazionali e sovranazionali,mi pare utile fare qualche considerazione sulla genesi della figura“corte suprema” e sui principali modelli che l’hanno caratterizzata.Lo sviluppo di forme di corti supreme è strettamente legato alla

formazione dello stato moderno14. Sconosciuta al diritto romano, lafigura ha infatti fatto le sue prime apparizioni nelle corti feudali delmedioevo, ed in particolare nella Curia regis della monarchia in-glese e di quella francese. In Inghilterra, il Parlamento si è attribuitonel XV secolo il potere giurisdizionale di riformare le pronunziedelle corti di common law, potere che progressivamente è divenutoesclusivo della House of Lords, che nel 1630 divenne giudice d’ap-pello pure circa le decisioni della Corte di Chancery15. In Francia,nella seconda metà del XIII secolo nacque da uno smembramentodella Curia Regis il Parlamento che, disciplinato con una ordon-nance del marzo 1345, si è riorganizzato alla fine della guerra deicent’anni come Parlamento di Parigi, cui si affiancarono i Parla-menti di provincia (tredici nel 1789), con una giurisdizione gene-rale, perlopiù in grado di appello16.

142 Chiara Besso

dir., 2005, 404 ss., e OST - VAN DE KERCHOVE, Jalons pour une théorie critique dudroit, Bruxelles, 1987, 183 ss.

13 Alle sfide e ai cambiamenti che le corti supreme si trovano a dover affron-tare a seguito della internazionalizzazione del diritto sono stati dedicati due col-loqui organizzati dallo Hague Institute for the Internationalisation of Law i cuiatti sono stati raccolti nel volume Highest Courts and the Internationalisation ofLaw, The Hague, 2009.

14 Per un sintetico ed efficace quadro storico cfr. HALPÉRIN, Cours suprêmes, inDroits, 2001, 51 ss. Fondamentale resta il valore della ricostruzione storica di CA-LAMANDREI, nel primo dei due volumi dedicati alla Cassazione civile (ora in Operegiuridiche, vol. VI, Napoli, 1976).

15 Cfr. BEVAN, The Appellate Jurisdiction of the House of Lords, in 17 LawQuarterly Review, 1901, 155 ss., 357 ss., nonchè, più di recente, LEWIS JONES, TheJudicial Role of the House of Lords before 1870, in The Judicial House of Lords,a cura di Blom Cooper-Dickson-Drewry, Oxford, 2009, 3 ss.

16 HALPÉRIN, op. cit., 52.

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L’istituzione di corti centralizzate si è accompagnata d’altrocanto, nella gran parte dei paesi europei, alla costruzione dello stato,pensiamo al Gran Consiglio dei Paesi Bassi a Malines e al Reichs -kammergericht – fondato nel 1495 – del Sacro Romano Impero.Organi di controllo al servizio del potere reale, queste corti hannoben presto rivendicato una parte di sovranità, finendo così per scon-trarsi con l’assolutismo, come mostrano i conflitti tra i Borboni e iParlamenti in Francia ed il sorgere di organi concorrenti, come, an-cora in Francia, il Consiglio del Re.A partire dal XVIII secolo la storia delle corti supreme si è in-

trecciata con il problema della separazione dei poteri e il sorgeredel costituzionalismo moderno. È stato Montesquieu il primo aparlare del “potere di giudicare”, potere “invisibile e nullo” che, pergarantire la libertà, deve essere separato dal potere legislativo e dal-l’esecutivo17. L’idea di Montesquieu di una istituzione che incarna il potere

giudiziario ha influenzato i costituenti americani e nutrito il dibat-tito che ha accompagnato i primi passi della Corte Suprema degliStati Uniti18, alla quale il Judiciary Act del 1789 ha affidato l’appellocontro le decisioni rese dalle corti superiori dei singoli stati e chesi è auto-attribuita nel 1803 il potere di sindacare la costituziona-lità delle leggi federali19. È così nato il modello di corte supremaquale organo unico all’apice della gerarchia giudiziaria con un ruolodi arbitro in materia costituzionale, modello che è stato adottato inaltri paesi, come il Canada20 e, più di recente, il Giappone 21 e l’Ar-gentina22.Differente è la lettura del pensiero di Montesquieu che è stata

data dall’Assemblea costituente francese nell’istituire nel 1790 il Tri-

Corti supreme a confronto: analogie e differenze 143

17 MONTESQUIEU, L’esprit des lois (1748), libro XI, cap. VI.18 Sul tema cfr., da ultimo, CLARK, The Limits of Judicial Indipendence, Cam-

bridge, 2011.19 Caso Marbury v. Madison (1803). Cfr. al riguardo BREYER, America’s

Supreme Court: Making Democracy Work, Oxford, 2010, 12 ss. La Corte Supremastatunitense, che è composta da nove giudici, nominati a vita dal Presidente su se-gnalazione e consenso del Senato, seleziona in maniera discrezionale i ricorsi cheesamina, decidendone circa 150 all’anno.

20 La Corte Suprema del Canada è stata istituita nel 1875. Sulle prerogativedella Corte ed i suoi rapporti con gli altri poteri dello Stato cfr. CAMERON, Powerwithout Law. The Supreme Court of Canada, Montreal, 2009, e BAKER, Not QuiteSupreme. The Courts and Coordinate Constitutional Interpretation, Montreal,2010.

21 La Corte Suprema giapponese è stata istituita nel 1947.22 Su cui cfr. qualche riferimento infra par. 7.

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bunal de cassation: in reazione al Consiglio del Re, che non solocassava le decisioni dei Parlamenti, ma riesaminava il merito deci-dendo nuovamente la lite, il Tribunal, semplice bouche de la loi,non rappresenta un terzo grado di giurisdizione, ma il controllodella corretta applicazione della legge23. Questo modello di corte suprema – incentrato sulle peculiarità

del ricorso per cassazione – è presto stato esportato grazie alle con-quiste napoleoniche24 e si è affermato in molti paesi europei (pen-siamo al Belgio, al nuovo Regno d’Italia, alla Spagna, al Portogallo,alla Romania e alla Serbia). In altri paesi europei, invece, come laPrussia, l’Olanda25 e l’Austria, si è imposto un modello parzial-mente diverso, ove la corte superiore cumula le funzioni di cassa-zione e revisione, con la possibilità di una nuova decisione nel me-rito26. Del tutto estranea all’idea della separazione dei poteri è in-vece stata – sino alla abolizione delle sue funzioni di giudice27 – laHouse of Lords che ha nei secoli mantenuto il carattere ibrido diorgano giurisdizionale parte del potere legislativo. Le diverse tradizioni hanno pesato sull’evoluzione delle corti su-

preme che tuttora presentano notevoli divergenze – circa il lororuolo, le funzioni che svolgono, la selezione dei ricorsi che ad essesono presentati e il procedimento che di fronte ad esse si svolge28 –,divergenze che però non impediscono alle corti di avere un obiet-tivo comune, ossia assicurare l’uniformità della giurisprudenza e l’e-voluzione del diritto.Grazie alle relazioni svolte al convegno torinese, andiamo a ve-

dere qualche profilo dell’attuale configurazione delle principalicorti supreme europee.

144 Chiara Besso

23 Cfr. TUNC, Synthèse, in BELLET-TUNC-TOUFFAIT, La Cour Judiciaire suprême.Une enquête comparative, Paris, 1978, 8 s. Sulla formazione del Tribunal e l’ere-dità dell’ancien régime si veda HALPÉRIN, Le Tribunal de cassation et les pouvoirssous la révolution, Paris, 1987, 23 ss.

24 Sui limiti della esportazione del sistema della giustizia francese vedi da ul-timo l’ampio lavoro di GRILLI, Il difficile amalgama. Giustizia e codici nell’Europadi Napoleone, Frankfurt am Main, 2012.

25 Per un breve disegno della Corte Suprema olandese cfr. The Supreme Court(Hoge Raad) of the Netherlands, Jacarta, 2010, 35-40.

26 Ancora più orientate verso la decisione del merito della causa sono le cortisuperiori presenti nei paesi scandinavi (in particolare, la Svezia e la Norvegia).

27 Su cui il prossimo paragrafo e supra ANDREWS, cap. 8.28 Per un panorama dei modelli che possono essere impiegati per configurare

le corti superiori nell’ambito del sistema complessivo dell’amministrazione dellagiustizia cfr. TARUFFO, Il vertice ambiguo, Bologna, 1991, 9 ss., Le funzioni dellecorti supreme. Cenni generali, in Annuario di diritto comparato e di studi legisla-tivi, 2011, 11 ss.

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3. Oggi la corte suprema del Regno Unito non è più la Houseof Lords, di recente sostituita dalla Supreme Court29. In passato la House of Lords, in decadenza a partire dal XIX se-

colo a causa della eccessiva durata dei processi e della mancanza diprofessionalità dei suoi giudici30, aveva rischiato di essere abolitaquale organo giurisdizionale31: in occasione delle fondamentaliriforme del sistema giudiziario degli anni 1873-1876 – che hannocreato la Court of Appeal, che con l’High Court formava la Su-preme Court of Judicature 32 –, il diritto d’appello alla House ofLords era inizialmente stato abolito, per poi essere ripristinato sottoil governo Disraeli. Con la trasformazione, quanto a organo giuris -dizionale, in appellate committee formato da giudici togati (retri-buiti e a tempo pieno e col tempo divenuti, dagli iniziali due, do-dici), la House of Lords ha sicuramente recuperato prestigio, anchese il suo effettivo ruolo di guida della evoluzione del diritto ingleseè stato da alcuni posto in dubbio33.Oltre che per la sua collocazione istituzionale, la corte superiore

inglese si è venuta caratterizzando da un lato per il fatto che il ri-corso ad essa proposto è un appello, non differente, se non per l’or-gano cui è indirizzato, dall’appello instaurato alla Court of Appeal34e dall’altro lato per la mancanza di un diritto delle parti a proporrel’impugnazione davanti ad essa. Dal 1934 è infatti necessario chie-dere, e ottenere, il c.d. leave to appeal35, che viene concesso soloqualora ricorrano “points of law of general public importance”36. La

Corti supreme a confronto: analogie e differenze 145

29 Per più ampi riferimenti si vedano GREEN, Accesso alla Corte Suprema delRegno Unito: la prospettiva degli avvocati, in Giurisdizioni di legittimità e regoledi accesso. Esperienze europee a confronto, a cura di Alpa-Carbone, Bologna, 2011,196 ss.; ANDREWS, La Corte suprema del Regno Unito: riflessioni sul ruolo dellapiù elevata corte britannica, in Riv. trim. dir. proc. civ., 2010, 877 ss., The UnitedKingdom’s Supreme Court: Four Hopes, in Annuario di diritto comparato e di studilegislativi, 2011, 129 ss., nonché supra cap. 8.

30 Cfr. al riguardo BINGHAM, Law Lords and Justices, in The Supreme Court ofthe United Kingdom, a cura di Miele, London, 2010, 38 s.

31 Si veda WILBERFORCE, La Chambre des Lords, in La Cour Judiciaire suprême,cit., 85 ss.

32 La Supreme Court of Judicature è oggi chiamata, per evitare confusioni conla nuova Supreme Court del Regno Unito, “Senior Courts” dell’Inghilterra e delGalles.

33 Cfr. HALPÉRIN, Cours suprêmes, cit., 57. 34 TUNC, Synthèse, cit., 8 s.35 Oggi permission, che può essere concesso dalla Corte d’appello o dalla stessa

Supreme Court (cfr. la rule 40, comma 6, del Constitutional Reform Act del 2005,infra Appendice normativa, B, n. 5),

36 Cfr. ZUCKERMAN, Civil procedure. Principles of Practice, London, 2006, 853s.; ANDREWS, Contracts and English Dispute Resolution, Tokyo, 2010, 285 s.

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selezione dei ricorsi è sempre stata severa: il numero dei procedi-menti esaminati ogni anno dalla Corte da tempo si è stabilizzatointorno all’ottantina, la maggioranza dei quali non penali, con unaumento, da ultimo, delle questioni relative ai diritti fondamentali.L’anomalia istituzionale inglese37 – particolarmente evidente nella

figura del Lord Chancellor, che cumulava funzioni giurisdizionali,esecutive e legislative – ha attirato l’attenzione della Corte europeadei diritti dell’uomo che nel caso McGonnell aveva sottolineato lanecessità di una completa separazione tra le funzioni giudiziaria, ese-cutiva e legislativa, sollevando dubbi circa la legittimità dell’eserci-zio del potere giurisdizionale da parte del Lord Chancellor38.È allora intervenuto il Constitutional Reform Act del 2005, da un

lato eliminando il ruolo giurisdizionale del Lord Chancellor e dellaHouse of Lords e dall’altro lato creando la Supreme Court del RegnoUnito. La Corte, competente a decidere l’ultimo grado di appello deicasi civili e di alcuni di quelli penali39, ha iniziato la sua attività nel-l’ottobre del 2009. Composta dallo stesso numero di giudici (dodici,incluso il presidente40), ha i medesimi poteri dell’Appellate Commit-tee: le sue decisioni vincolano le corti inferiori 41, ma non è una cortecostituzionale con il potere di invalidare gli atti del Parlamento42.Era necessario creare la nuova Corte? È questa la domanda che

provocatoriamente ha posto Neil Andrews nella sua relazione43.Perché invece non “approfittare” della riforma costituzionale e –seguendo una proposta formulata negli anni ’60 del secolo scorso– prevedere un unico livello di appello, con la trasformazione del-l’Appellate Committee in una sorta di sezione allargata della Courtof Appeal, con un conseguente rafforzamento di questo giudizio,che presenta il vantaggio di una maggiore specializzazione dei giu-dici (non sempre presente – allora – nella House of Lords e oggi

146 Chiara Besso

37 Parla al riguardo di “attentato radicale alla teoria della separazione dei po-teri” HALPÉRIN, Cours suprêmes, cit., 57.

38 McGonnell v. the United Kingdom, 8 febbraio 2000, in 30 EHRR, 289.39 Dettagliatamente sulle competenze della Corte ANDREWS, supra, cap. 8.40 I primi Justices sono stati i Law Lords della House of Lords. Circa la no-

mina e i requisiti che i Justices devono avere si veda ANDREWS, La Corte supremadel Regno Unito, cit., 890 s.

41 Rule 41 del citato Constitutional Reform Act del 2005. Al riguardo si vedaKAVANAGH, From Appellate Committee to United Kingdom Supreme Court, inFrom House of Lords to Supreme Court, a cura di Lee, Oxford, 2011, 35 ss.

42 ANDREWS, La Corte suprema del Regno Unito, cit., 898, il quale sottolineache la Corte, come già la House of Lords, può però dichiarare una normativa in-compatibile con lo Human Rights Act del 1998.

43 Supra cap. 8.

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nella Supreme Court, considerato il loro numero assai limitato), conuna riduzione dei tempi e dei costi invece generati dalla previsionedella possibilità di un ulteriore grado di appello?Non è stata questa la strada seguita dal legislatore inglese, che ha

preferito mantenere la Corte limitandosi a trasformare i Law Lordsin semplici Judges. Certo, la proposta di Andrews – che vuole l’a-bolizione della Corte Suprema con la creazione, presso la Court ofAppeal, di un organo simile alle sezioni unite della nostra Corte dicassazione – può essere avanzata per l’ordinamento inglese, che co-nosce una sola Corte d’appello (davanti alla quale il ricorso non ècomunque garantito, ma è anch’esso subordinato all’autorizzazionedel giudice a quo o della stessa Corte), che quindi ben potrebbe svol-gere, come in parte già svolge, il ruolo di nomofilachia. Una solu-zione analoga non potrebbe certo essere trasposta nell’ordinamentoitaliano, con un’unica corte unitaria, la Corte di cassazione.

4. Storicamente opposto al modello britannico di corte supremaè quello della francese Cour de cassation, imperniato da un lato sulprincipio della divisione dei poteri e dall’altro lato sulle peculiaritàdel ricorso per cassazione. Come ha sottolineato Cadiet nella sua relazione44, attualmente la

Corte si trova ad affrontare un numero molto alto di procedimenti(nel 2009 sono state pronunciate 20.402 decisioni in materia civilee 8.192 in materia penale). La ragione sta nel fatto che in Francia,come in Italia, il ricorso in cassazione non incontra filtri e costi-tuisce un diritto per le parti. A differenza della nostra Corte (davanti alla quale, comunque, i

ricorsi presentati sono, di circa un terzo, ancora più numerosi45), laCorte francese arriva alla decisione in tempi ragionevoli. Come èpossibile questo? Come ha illustrato Cadiet, i motivi sono molte-plici e vanno dalla diversa struttura della rappresentanza tecnica (gliavvocati abilitati di fronte alla Cour sono un centinaio46 contro i

Corti supreme a confronto: analogie e differenze 147

44 Supra, cap. 5.45 Cfr. supra, cap. 1, i dati illustrati dal primo presidente Lupo.46 Sulle origini storiche e l’evoluzione della figura dell’advocat aux conseils cfr.

CASTELAIN, L’accesso alle corti di legittimità: la prospettiva degli avvocati, in Giu-risdizioni di legittimità, cit., 147 ss. In verità il Rapporto della commissione Attalisulle liberalizzazioni, presentato al Presidente della Repubblica nel 2008, avevaproposto l’abolizione del numero chiuso e l’apertura dell’esame di abilitazione agliavvocati che desiderino specializzarsi nei procedimenti davanti al Consiglio diStato e alla Cour de cassation (cfr. al riguardo WICKERS, L’accesso alle corti di le-gittimità: la prospettiva degli avvocati, in Giurisdizioni di legittimità, cit., 141).

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40.000 italiani) all’istituto delle formations restreintes. Tale istituto,cardine del buon funzionamento della Corte, non costituisce tantoun filtro di inammissibilità dei ricorsi, quanto un diverso percorsodi decisione degli stessi, caratterizzato da una maggiore snellezzagrazie al numero inferiore dei giudici che compongono il collegioe alla mancanza di motivazione del provvedimento47. Le formations restreintes francesi costituiscono da tempo un

punto di riferimento del dibattito italiano e – sin dalla riforma delprocedimento in camera di consiglio operata nel 2001 con la leggen. 89/200148 – si è cercato di introdurre un meccanismo simile, comesi è anche fatto con la novella del 2008 attraverso l’inserimento del-l’art. 360-bis c.p.c., che, con una formulazione non certo felice, do-vrebbe consentire una distinzione all’interno della massa dei ricorsi,con la costruzione di binari differenti di trattazione e decisione49.

5. Di derivazione dal modello francese è la Corte suprema spa-gnola50. Essa, come in genere il processo civile, ha subito mutamentiprofondi all’inizio del nuovo millennio. Nel riconsiderare il ruolodel Tribunal Supremo come organo di vertice della giurisdizione ci-vile, l’obiettivo era quello di circoscriverne le funzioni, in modo darendere sostenibile il suo carico di lavoro e comunque garantire ivalori della certezza giuridica e dell’eguaglianza di trattamento deicittadini. Così, nei motivi della legge n. 1 del 2000 leggiamo che lalinea di riforma prescelta è quella che tende a ridurre i gradi di giu-dizio pieno della lite, circoscrivendo i compiti delle corti superioriin ragione delle questioni giuridiche che richiedano interventi diparticolare qualità e autorità51. La riforma del 2000 ha distinto la violazione della legge sostan-

ziale – oggetto del ricorso per cassazione52 – dalla violazione della

148 Chiara Besso

47 Si veda l’art. L431-1 del Code de l’organisation judiciaire (infra Appendicenormativa, B, n. 2). Sull’istituto cfr. CADIET, Le rôle institutionnel et politique dela Cour de cassation, cit., 203 ss., nonché BESSO, Giudizio di cassazione e rito ca-merale, in Misure acceleratorie e riparatorie contro l’irragionevole durata dei pro-cessi, a cura di Chiarloni, Torino, 2002, 53 ss.

48 Su cui BESSO, op. cit., 1 ss.49 Cfr. supra, cap. 1, le considerazioni svolte dal primo presidente Lupo.50 Sull’evoluzione del Tribunal Supremo dagli anni ’50 del secolo scorso ad oggi

cfr. DE LA OLIVA SANTOS, L’esperienza spagnola della cassazione civile, in Riv. trim.dir. proc. civ., 2010, 107 ss.

51 L’esposizione dei motivi – per quanto concerne il capoverso XIV appuntodedicato al giudizio di cassazione – può essere letta in DE LA OLIVA SANTOS, L’e-sperienza spagnola della cassazione civile, cit., 119 ss.

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legge processuale, creando un nuovo mezzo di impugnazione di-verso dalla cassazione, il ricorso straordinario per violazione pro-cessuale, che doveva essere affidato alle sezioni civili dei Tribunalisuperiori di giustizia, organi giurisdizionali di vertice di ciascunacomunità autonoma, e che transitoriamente – transitorietà che tut-tora permane – è stato affidato, insieme al ricorso per cassazione,al Tribunal Supremo53.Quanto al ricorso in cassazione, è stato introdotto un filtro, in-

dividuando due parametri: il valore della lite e l’ “interesse cassa-zionale” del ricorso, interesse che la Ley del 2000 individua laddovela sentenza impugnata si ponga in contrasto con la giurisprudenzadel Tribunal Supremo ovvero risolva punti o questioni su cui vi siacontrasto tra i giudici d’appello o ancora applichi norme che nonsiano in vigore da più di cinque anni (sempre che, in quest’ultimocaso, non vi sia un orientamento del Tribunal relativo a norme pre-cedenti dal contenuto simile o uguale)54. L’applicazione del filtro è stata estremamente rigorosa da parte

del Tribunal Supremo, che ha considerato ammissibili i soli ricorsiche eccedano un determinato limite di valore e presentino interessecassazionale. L’interpretazione – espressione di una sorta di “auto-difesa” del Tribunal 55 – è stata fortemente criticata in dottrina56 eappare oggi superata dall’ultimo intervento riformatore in materia.Con la legge 10 ottobre 2011, n. 37, il legislatore ha infatti da unlato alzato il limite di valore che comunque legittima la proposi-zione del ricorso in cassazione (da 150.000 a 600.000 euro) e dal-l’altro lato ha chiarito che il ricorso che presenta interesse cassa-zionale è ammissibile indipendentemente dal valore della causa57.

Corti supreme a confronto: analogie e differenze 149

52 Cfr. l’art. 477, comma 1, della Ley de Enjuiciamiento Civil (LEC): « il ri-corso in cassazione si fonda, come unico motivo, sulla violazione delle norme ap-plicabili per la soluzione delle questioni oggetto del processo » (infra, Appendicenormativa, B, n. 3).

53 Cfr. la XVI disposizione finale della LEC, infra, Appendice normativa, B,n. 3.

54 Art. 477, comma 3 della LEC, sopra citato.55 Durante i lavori che hanno preparato la formulazione del nuovo codice di

procedura civile vi era stata la richiesta da parte dei giudici della sezione civile delTribunal Supremo di costruire una corte suprema ispirandosi al modello statuni-tense prevedendo un filtro di accesso analogo al certiorari, con la denuncia dei viziprocessuali più gravi fatta valere di fronte al Tribunale costituzionale (DE LA OLIVA

SANTOS, L’esperienza spagnola della cassazione civile, cit., 118).56 Così NIEVA FENOLL, nell’intervento al convegno torinese.57 Cfr. il nuovo comma 2 dell’art. 477 della LEC (infra, Appendice normativa,

B, n. 3).

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La trasformazione del Tribunal Supremo in una corte supremache svolga in modo efficace il suo ruolo di guida della giurispru-denza non è tuttavia ancora – secondo quanto sostiene de la Oliva58– compiuta: è necessario da un lato che il Tribunal si occupi sol-tanto delle violazioni della legge sostanziale (senza compiere con-trollo alcuno circa l’accertamento dei fatti e le presunte violazionidella legge processuale) e solo qualora, indipendentemente dal va-lore economico della lite, la questione sollevata presenti interessecassacional59.

6. Come ho supra ricordato, il modello tedesco di corte supremastoricamente si differenzia rispetto a quello francese, da cui purederiva, per il fatto che il Bundesgerichtshof (BGH) cumula le fun-zioni di cassazione e di revisione60. L’accesso alla Corte, peraltro – ha illustrato Gottwald nella sua

relazione61 – è sempre stato limitato. Se il codice del 1877 ponevaun limite di valore, nel secondo dopoguerra è stata prevista, per lecause di minore valore, la necessità di ottenere l’autorizzazione aproporre ricorso, autorizzazione che è stata generalizzata una primavolta nel 1975 per divenire definitiva, a seguito di un intenso di-battito, nel 2001. Tre sono i parametri che giustificano, ex § 543ZPO, l’autorizzazione a ricorrere62: la questione giuridica sollevataè di fondamentale importanza63, la decisione della Corte è necessa-

150 Chiara Besso

58 Supra, cap. 6.59 L’autore – supra, cap. 6 – individua tale interesse in modo parzialmente più

restrittivo di quanto fa oggi la LEC, ossia laddove vi sia contrasto all’interno dellostesso Tribunal Supremo ovvero tra i giudici di secondo grado o ancora manchiuna interpretazione autorevole sulle norme di nuova introduzione.

60 Sui rapporti tra i due modelli di corte suprema cfr. il classico lavoro di FER-RAND, Cassation française et Revision allemande, Paris, 1993.

61 Supra, cap. 7. Per una ricostruzione dell’esperienza germanica si veda SONELLI,L’accesso alla Corte Suprema e l’ambito del suo sindacato, Torino, 2001, 69 ss.

62 L’autorizzazione va chiesta al giudice a quo e una volta concessa vincola ilBGH a decidere; unicamente, il ricorso può essere rigettato senza pubblica udienzaorale ove la Corte ritenga che l’autorizzazione sia stata erroneamente concessa eche il ricorso sia privo di prospettive di successo. Se l’autorizzazione a ricorrereviene negata dal giudice a quo, la parte può proporre reclamo contro il provvedi-mento alla Corte (con l’eccezione, provvisoria – sino al 31 dicembre 2014 –, dellecause che non superano i 20.000 euro di soccombenza). Si vedano i §§ 543 e 544della Zivilprozessordung, infra Appendice normativa, B, n. 4, nonché, per la normatransitoria, il § 26, n. 8 delle norme di attuazione della ZPO.

63 Secondo il BGH la questione sollevata è di fondamentale importanza quandoè rilevante per un numero indefinito di casi e vi è disaccordo tra le corti inferioricirca la corretta interpretazione della questione di diritto e il caso in esame è ido-

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ria per garantire l’evoluzione del diritto64 ovvero l’uniformità dellagiurisprudenza. Il carico di lavoro della Corte (formata da un centinaio di giu-

dici65) è di circa 5.000 procedimenti all’anno, la gran parte dei qualisono però costituiti da impugnazioni delle decisioni di rigetto del-l’istanza di autorizzazione a ricorrere66, e il ruolo nomofilatticosvolto dalla Corte è rafforzato dal fatto che solo poco più di centodecisioni all’anno sono selezionate per la pubblicazione nella rivi-sta ufficiale della corte67.Se l’accesso alla Corte è limitato sulla base di criteri di interesse

generale, il procedimento che davanti ad essa si svolge è invece do-minato dall’interesse delle parti, le sole che hanno il potere di ini-ziare ovvero chiudere il giudizio, e l’esame che la Corte effettua haad oggetto la violazione o non corretta applicazione della legge nelcaso concreto.Proprio questo equilibrio tra interesse generale – che corrisponde

alla funzione di nomofilachia – e interesse individuale, che rispec-chia la funzione di assicurare giustizia al singolo cittadino che la-menta la violazione di un suo diritto, costituisce secondo la dottrinatedesca l’aspetto positivo del BGH, in genere percepito come unaistituzione positiva ed efficiente dagli utenti del sistema giustizia68.

7. L’apertura alle corti sovranazionali – effettuata grazie alle re-lazioni di Zagrebelsky e Oteiza – ci permette di trovare confermealle linee di tendenza emerse dalle relazioni nazionali.

Corti supreme a confronto: analogie e differenze 151

neo risolvere la questione in modo da servire l’interesse pubblico generale (cfr.GOTTWALD, supra, cap. 7, par. 5).

64 Il caso portato all’esame della Corte deve dare l’opportunità di formularenuovi principi guida riguardo il diritto sostanziale o processuale o per colmare la-cune (ancora GOTTWALD, supra, cap. 7, par. 5).

65 Circa la composizione del BGH, sono 91 i giudici addetti al settore civile,che si avvalgono di 40 assistenti. Molto basso è il numero – 41 – degli avvocatiammessi al patrocinio davanti alla Corte, che devono essere prima candidati dagliordini associativi e poi eletti da uno speciale comitato (cfr. i §§ 122 ss. della Bun-desrechtsanwaltsordnung, infra Appendice normativa, B, n. 4).

66 Dopo la riforma del 2001, il numero dei giudizi davanti al BGH era au-mentato in modo consistente, per poi stabilizzarsi e anzi diminuire (supraGOTTWALD, cap. 7, par. 6).

67 Entscheidungen des Bundesgerichtshofs in Zivilsachen (BGHZ).68 Estremamente positivo è il giudizio di GOTTWALD (supra, cap. 7). Cfr. pure

STÜRNER, The New Role of Supreme Courts in a Political and Institutional Con-text from the German Point of View, in Annuario di diritto comparato e di studilegislativi, 2011, 353 s.

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Cominciamo dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. Dall’e-same della giurisprudenza della Corte emerge l’importanza dellafunzione di nomofilachia, fondamentale perché possano dirsi ri-spettate le garanzie dettate dalla Convenzione e la legittimità di mec-canismi di selezione dei ricorsi. In particolare, la Corte europea si èespressa in più occasioni a favore della legittimità delle peculiaritàdel sistema francese. Anzitutto si è occupata del numero bassissimodi avvocati ammessi a discutere le cause di fronte alla Cour de cas-sation69: le specificità del ricorso per cassazione giustificano che siriservi a soli avvocati specializzati il monopolio della rappresentanzae della discussione orale davanti alla Cour. In secondo luogo è statodenunciato alla Corte europea il fatto che i provvedimenti di inam-missibilità resi dalle formazioni ristrette siano privi di motivazione:anche questo profilo non viola, proprio per la particolare autorevo-lezza e funzione della Cour de cassation, il diritto all’equo processosancito dall’art. 6 della Convenzione70. Se i sistemi che rendono più efficienti la procedura sono – ad av-

viso della Corte europea – legittimi, sono invece da respingersi po-sizioni formalistiche delle corti supreme che vengano a ledere la ga-ranzia – prescritta dalla Convenzione – dell’effettività del ricorso71.La giornata torinese ha poi consentito di guardare all’esperienza

di una corte sovranazionale che appartiene a un’area geograficamentelontana da noi, ma vicina a noi culturalmente: la Corte interameri-cana dei diritti dell’uomo, che, come la nostra Corte di Strasburgo,ha il compito di vigilare sulla attuazione dei principi fondamentali,sanciti dalla Convenzione interamericana dei diritti dell’uomo72. Dalla relazione di Oteiza73, e dal confronto da lui operato tra la

Corte americana e quella europea74, emerge il ruolo fondamentale

152 Chiara Besso

69 Si vedano le decisioni Voisine c. Francia, 8 febbraio 2000, e Meftah c. Fran-cia, 26 luglio 2002.

70 Cfr. la decisione Burg c. Francia, 28 gennaio 2003.71 ZAGREBELSKY, supra, cap. 3, par. 4.72 La Convenzione interamericana dei diritti dell’uomo, adottata nel 1969, è en-

trata in vigore nel 1978 e sono 25 gli Stati che vi hanno aderito. Per un approfon-dimento circa il ruolo e le funzioni della Corte e un’analisi della sua giurisprudenzacfr. BURBORGUE LARSEN – ÚBEDA DE TORRES, The Inter-American Court of HumanRights. Case Law and Commentary, Oxford, 2011; per maggiori informazioni sipuò comunque visitare il sito web della Corte, http://www.corteidh.or.cr/.

73 Supra, cap. 4.74 Al diverso contesto politico e culturale in cui sono state elaborate e vengono

attuate le due Convenzioni corrispondono differenze tra le due Corti, anzituttoper quanto concerne il diverso carico di lavoro (se davanti alla Corte europea ègarantito l’accesso diretto del singolo cittadino, di fronte a quella americana la le-

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che la Corte interamericana sta svolgendo per il rispetto dei dirittifondamentali. I diritti vengono infatti garantiti non solo dalle pro-nunzie della Corte sovranazionale, ma anche e soprattutto dal con-trollo diffuso effettuato, anche d’ufficio, da parte dei giudici na-zionali, che a loro volta hanno il compito di applicare i principidella Convenzione alla luce dell’interpretazione che di questi dà laCorte e il potere di disapplicare le norme di diritto interno con que-ste contrastantiIl controllo del rispetto della Convenzione è così frutto del dia-

logo tra la Corte interamericana e le corti superiori dell’AmericaLatina75. Il dialogo per essere proficuo, peraltro, necessita che lecorti superiori siano in grado di produrre decisioni che rispettinoil valore verticale e orizzontale dei precedenti. Le corti supreme del-l’America Latina, tuttavia, si trovano a gestire, con organici limi-tati, numeri altissimi di ricorsi così da svolgere con difficoltà la fun-zione nomofilattica. Oteiza ha in particolare ricordato, nella suaesposizione, le corti superiori dell’Argentina e del Brasile. Così laCorte Suprema argentina, modellata sotto il profilo delle funzionisulla Corte Suprema statunitense, si trova a decidere più di venti-mila casi l’anno76; in Brasile, ove il Superior Tribunal de Justiça è ilguardiano della nomofilachia circa le leggi federali e il Supremo Tri-bunal Federal è incaricato della difesa della Costituzione, quest’ul-timo – composto da undici giudici – nel 2004, prima che fosse in-trodotto un filtro di accesso77, aveva reso ben 101.000 decisioni.Nella direzione della diminuzione del carico di lavoro delle corti

supreme si muovono pertanto gli interventi riformatori dei legisla-tori dell’America Latina, con l’obiettivo appunto di garantire lacoerenza e l’uniformità degli orientamenti giurisprudenziali.

Corti supreme a confronto: analogie e differenze 153

gittimazione a proporre ricorso spetta solo agli Stati e alla Commissione intera-mericana dei diritti umani, che funziona da filtro delle domande dei cittadini).

75 Corti superiori che vanno ovviamente intese – cfr. OTEIZA, supra cap. 4, par.1 – in senso ampio, comprensivo, oltre che delle corti di cassazione, delle corti co-stituzionali, ossia gli organi che hanno l’ultima parola in materia di interpretazionedei diritti fondamentali.

76 Un filtro di accesso alla Corte Suprema argentina è stato introdotto nel 1990,riformando l’art. 280 del codice di procedura civile e commerciale e consentendoalla Corte di dichiarare inammissibili i ricorsi per “falta de agravio federal sufi-ciente o cuando las cuestiones planteadas resulten insustanciales o carentes de tra-scendencia”, giudizio di inammissibilità che, a partire dal 2003, non ha bisogno diessere motivato.

77 Affinché il ricorso sia dichiarato ammissibile è necessario dimostrare l’inte-resse generale della questione costituzionale sollevata (è comunque sufficiente, af-finché il ricorso sia ammesso, la decisione positiva di un terzo dei membri del Su-premo Tribunal Federal).

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8. La Corte di cassazione italiana – come con grande chiarezzaha posto in luce Taruffo78 – è oggi lontana dal modello puro di cortesuprema della legittimità delineato e propugnato da Calamandrei.Su di esso hanno certamente inciso le riforme degli ultimi vent’anniche, nel consentire la decisione nel merito, hanno avvicinato la no-stra Corte al modello della revisione.In realtà la contrapposizione tra il sistema della cassazione e

quello della revisione appare oggi scolorato – la stessa Cour de cas-sation francese può oggi decidere nel merito79 – e l’attenzione de-gli operatori, in tutti gli ordinamenti, è piuttosto focalizzata versoil ruolo di nomofilachia esercitato dalle corti supreme e la conse-guente ricerca di strumenti di selezione dei ricorsi o comunque diefficienza dei giudizi che consentano l’esercizio di questo ruolo80. A questo proposito, come tutti sappiamo, l’esperienza italiana è

profondamente segnata dall’affermazione da parte della Carta co-stituzionale della garanzia soggettiva del ricorso per cassazione81 edall’interpretazione estensiva che di questa hanno fornito la Cortedi cassazione82 e il legislatore ordinario83.La conseguenza è evidente ed è ormai da tempo denunciata: la

Corte di cassazione, appesantita da un enorme arretrato, si trova adover decidere ogni anno un numero altissimo di ricorsi e, nono-stante gli sforzi organizzativi, da un lato svolge con difficoltà il suoruolo di garante dell’uniformità dell’interpretazione della legge e

154 Chiara Besso

78 Supra, cap. 9.79 Cfr. l’art. L411-3 del Code de l’organisation judiciaire (infra Appendice nor-

mativa, B, n. 2).80 Per un quadro delle regole di accesso alle corti superiori nei paesi europei si

veda l’indagine svolta dall’ufficio del massimario della Corte: Le corti supreme inEuropa: le regole per l’accesso, Roma, giugno 2008, che può essere letta inwww.cortedicassazione.it (l’indagine è stata realizzata, oltre che grazie a un lavorodi studio dei magistrati dell’ufficio del massimario, attraverso le risposte a un que-stionario date dai magistrati della rete giudiziaria europea di Eurojust), nonché laricerca, che comprende pure alcuni ordinamenti extra europei, Cours Suprêmes:comment le filtrage des recours révèle le pouvoir des juges, sotto la direzione diVogel, Paris, 2005, svolta dall’Institut de droit comparé di Parigi su richiesta delprimo presidente della Cour de cassation.

81 Per una recente riaffermazione del significato costituzionale del diritto afruire del controllo di legittimità riservato alla Corte Suprema cfr. Corte cost., 9luglio 2009, n. 207.

82 Per un approccio critico nei confronti della nozione di sentenza elaboratadalla Corte di cassazione cfr. VERDE, Sul ruolo della cassazione: problemi e pro-spettive, in Riv. dir. proc., 2010, 854.

83 Si consideri il nuovo quarto comma dell’art. 360 (introdotto con il d.lgs. n.40/2006), che estende al ricorso straordinario ex art. 111 Cost. tutti i motivi di im-pugnazione di cui al primo comma dello stesso art. 360.

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dall’altro lato non assicura, soprattutto sotto il profilo della durata,un giudizio efficace ed efficiente84. Cosa fare? È evidente che le riforme messe sinora in campo sono

del tutto insufficienti, pensiamo al c.d. filtro di cui all’art. 360-bisc.p.c.85. Ulteriori modifiche sono anche quest’anno state introdotte,ma pure esse, non incidendo sul diritto a proporre ricorso, ap-paiono ancora una volta inadeguate e destinate all’insuccesso86. Certo, si può affermare che il diritto al giudizio di legittimità è

un diritto irrinunciabile del cittadino che non può essere limitato evi sono altri ordinamenti, come quello francese, in cui esso è pre-sente. Questo è vero, ma è altrettanto vero – come abbiamo appenavisto – che il sistema di cassazione francese presenta elementi difunzionalità e di filtro assenti nel nostro ordinamento e difficil-mente in esso trasponibili (pensiamo al numero degli avvocati abi-litati a patrocinare le cause di fronte alla Corte). L’alternativa sembra ineludibile: o il nostro ordinamento rinuncia

ad avere un organo che a livello centrale tuteli il c.d. ius constitutio-nis e allora, per garantire in modo effettivo lo ius litigatoris87, magaripone in essere un ritorno al sistema delle cassazioni regionali88 ov-vero compie, a livello costituzionale o legislativo o ancora interpre-tativo, una scelta decisa in favore della funzione nomofilattica dellaCorte, limitando il diritto soggettivo di ricorrere in cassazione.

Corti supreme a confronto: analogie e differenze 155

84 Per una analisi dei dati relativi al carico di lavoro della Corte e alla duratadel giudizio che davanti ad essa si svolge cfr. supra le relazioni di LUPO e CHIAR-LONI, nonché LUPO, Relazione sull’amministrazione della giustizia nell’anno 2011,Roma 26 gennaio 2012, che può essere letta in www.cortedicassazione.it.

85 Sulle modifiche introdotte dalla legge n. 69/2009 si vedano per tutti CARPI,L’accesso alla Corte di cassazione ed il nuovo sistema di filtri, in Riv. trim. dir.proc. civ., 2010, 769 ss.; GRAZIOSI, Riflessioni in ordine sparso sulla riforma del giu-dizio in cassazione, ivi, 37 ss.

86 Il d.l. 22 giugno 2012, n. 83 (convertito dalla legge n. 134/2012), all’art. 54,comma 2, lett. b, muta infatti con un ritorno all’originnaria formulazione, l’art.360, n. 5 limitandone pure l’utilizzo (cfr. il nuovo art. 348-ter). Per un commentocritico si veda CAPONI, Contro il nuovo filtro in appello e per un filtro in Cassa-zione nel processo civile, in www.judicium.it.

87 La contrapposizione è presente – cfr. CALAMANDREI, Cassazione civile, I, cit., 52– nel diritto romano: in un passo di Macro (l. 1, § 2 D. XLIX, 8) leggiamo infatti“contra constitutiones autem iudicatur, cum de iure constitutionis, non de iure litiga-toris pronunciatur”, e la regola era la nullità delle sentenze contra ius constitutionis,cioè quelle viziate da un errore relativo all’esistenza di una norma di diritto obiettivo,e invece la validità di quelle contra ius litigatoris, cioè viziate da un errore che riguardisolo l’esistenza del diritto soggettivo delle parti (CALAMANDREI, appena citato).

88 A favore della reintroduzione, con un potenziamento delle attuali sezioni,delle cassazioni regionali SCARSELLI, Note sulla crisi della cassazione (civile) e suipossibili rimedi, in www.judicium.it.

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La prima scelta, in astratto legittima, verrebbe però a scontrarsi,se non con la nostra Carta costituzionale89, con la Convenzione eu-ropea dei diritti dell’uomo. Secondo la lettura della Corte europea,infatti – come ha ricordato Zagrebelsky90 – perché si possa parlaredi “legge” e di stato di diritto, le norme devono avere un conte-nuto conoscibile e prevedibile e questo è possibile solo laddove visia una corte suprema che svolgendo un ruolo di guida della giuri-sprudenza assicuri stabilità interpretativa e una generale ed omoge-nea applicazione delle norme.

156 Chiara Besso

89 Secondo PIZZORUSSO (Corte di cassazione, in Enc. giuridica, IX, Roma, 1988)la funzione nomofilattica della Corte sarebbe infatti stata costituzionalizzata a se-guito della previsione del controllo di legittimità da parte dell’art. 111. Sul colle-gamento tra la garanzia di uniformità della giurisprudenza ed il rispetto del prin-cipio di uguaglianza delle parti si veda PROTO PISANI, Principio d’eguaglianza e ri-corso per cassazione, in Foro it., 2010, V, 65 ss.

90 Supra, cap. 3.

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Appendice normativa

collazionata da MATTEO LUPANO

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A – CORTI SOVRANAZIONALI:

1. Corte europea dei diritti dell’uomo

Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertàfondamentali del 4 novembre 1950, così come modificata dal Protocollon. 14 del 1 giugno 2010 (estratto)

omissis

Titolo II – Corte Europea dei Di-ritti dell’Uomo

Art. 19 - Istituzione della CortePer assicurare il rispetto degli im-pegni derivanti alle Alte Parti con-traenti dalla presente Convenzionee dai suoi Protocolli, è istituita unaCorte europea dei Diritti dell’Uo -mo, di seguito denominata «la Cor -te». Essa funziona in modo perma-nente.

Art. 20 - Numero di giudiciLa Corte si compone di un numerodi giudici pari a quello delle AlteParti contraenti.

Art. 21 - Condizioni per l’eserci-zio delle funzioni1. I giudici devono godere della piùalta considerazione morale e posse-dere i requisiti richiesti per l’eser-cizio delle più alte funzioni giudi-ziarie, o essere dei giureconsulti diriconosciuta competenza.2. I giudici siedono alla Corte a ti-tolo individuale.3. Per tutta la durata del loro man-dato, i giudici non possono eserci-tare alcuna attività incompatibilecon le esigenze di indipendenza, diimparzialità o di disponibilità ri-chieste da una attività esercitata atempo pieno. Ogni questione chesorga in applicazione di questo pa-ragrafo è decisa dalla Corte.

Art. 22 - Elezione dei giudiciI giudici sono eletti dall’Assembleaparlamentare in relazione a cia-scuna Alta Parte contraente, amaggioranza dei voti espressi, suuna lista di tre candidati presentatadall’Alta Parte contraente.

Art. 23 - Durata del mandato erevoca1. I giudici sono eletti per un pe-riodo di nove anni. Essi non sonorieleggibili.2. Il mandato dei giudici termina alraggiungimento dell’età di 70 anni.3. I giudici continuano a restare incarica fino alla loro sostituzione.Tuttavia essi continuano a trattare lecause di cui sono già stati investiti.4. Un giudice non può essere solle-vato dalle sue funzioni a meno chegli altri giudici decidano, a maggio-ranza dei due terzi, che egli nonsoddisfa più i requisiti richiesti.

Art. 24 - Cancelleria e relatori1. La Corte dispone di una cancel-leria i cui compiti e la cui organiz-zazione sono stabiliti dal regola-mento della Corte.2. Quando procede in composi-zione di giudice unico, la Corte èassistita da relatori che esercitanole loro funzioni sotto l’autorità delpresidente della Corte. Essi fannoparte della cancelleria della Corte.

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Art. 25 - Assemblea plenariaLa Corte riunita in Assemblea ple-naria(a) elegge per un periodo di tre anniil suo presidente e uno o due vice-presidenti; essi sono rieleggibili;(b) costituisce Camere per un pe-riodo determinato;(c) elegge i presidenti delle Cameredella Corte che sono rieleggibili;(d) adotta il regolamento dellaCorte;(e) elegge il cancelliere e uno o piùvice-cancellieri;(f ) formula le richieste previste al-l’articolo 26 § 2.

Art. 26 - Composizione di giudiceunico, comitati, Camere eGrande Camera1. Per la trattazione di ogni casoche ad essa viene sottoposto, laCorte procede in composizione digiudice unico, in comitati di tregiudici, in Camere di sette giudicie in una Grande Camera di dicias-sette giudici. Le Camere dellaCorte istituiscono i comitati per unperiodo determinato.2. Su richiesta dell’Assemblea ple-naria della Corte, il Comitato deiMinistri può, con decisione una-nime e per un periodo determi-nato, ridurre a cinque il numero digiudici delle Camere.3. Un giudice che siede quale giu-dice unico non esamina alcun ri-corso introdotto contro l’AltaParte contraente in relazione allaquale quel giudice è stato eletto.4. Il giudice eletto in relazione aun’Alta Parte contraente parte allacontroversia è membro di dirittodella Camera e della Grande Ca-mera. In caso di assenza di tale giu-dice, o se egli non è in grado di

svolgere la sua funzione, siede inqualità di giudice una persona sceltadal presidente della Corte su una li-sta presentata previamente da quellaParte.5. Fanno altresì parte della GrandeCamera il presidente della Corte, ivice-presidenti, i presidenti delleCamere e altri giudici designati incon for mità al regolamento dellaCorte. Se la controversia è deferitaalla Grande Camera ai sensi dell’ar-ticolo 43, nessun giudice della Ca-mera che ha pronunciato la sen-tenza può essere presente nellaGrande Camera, a eccezione delpresidente della Camera e del giu-dice che ha partecipato alla stessaCamera in relazione all’Alta Partecontraente in causa.

Art. 27 - Competenza dei giudiciunici1. Un giudice unico può dichiarareirricevibile o cancellare dal ruolodella Corte un ricorso individualepresentato ai sensi dell’articolo 34quando tale decisione può essereadottata senza ulteriori accerta-menti.2. La decisione è definitiva.3. Se non dichiara il ricorso irrice-vibile o non lo cancella dal ruolo,il giudice unico lo trasmette a uncomitato o a una Camera per l’ul-teriore esame.

Art. 28 - Competenza dei comi-tati1. Un comitato investito di un ri-corso individuale presentato ai sensidell’articolo 34 può, con voto una-nime:(a) dichiararlo irricevibile o cancel-larlo dal ruolo, quando tale deci-sione può essere adottata senza ul-teriore esame; o

160 Appendice normativa

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(b) dichiararlo ricevibile e pronun-ciare congiuntamente sentenza sulmerito quando la questione relativaall’interpretazione o all’applicazio -ne della Convenzione o dei suoiProtocolli all’origine della causa èoggetto di una giurisprudenza con-solidata della Corte.2. Le decisioni e le sentenze di cuial paragrafo 1 sono definitive.3. Se il giudice eletto in relazioneall’Alta Parte contraente parte dellacontroversia non è membro del co-mitato, quest’ultimo può, in qual-siasi momento della procedura, in-vitarlo a farne parte al posto di unodei suoi membri, tenendo conto ditutti i fattori rilevanti, compresal’eventualità che tale Parte abbiacontestato l’applicazione della pro-cedura di cui al paragrafo 1 b.

Art. 29 - Decisioni delle Cameresulla ricevibilità e il merito1. Se nessuna decisione è stataadottata ai sensi degli articoli 27 o28, e nessuna sentenza è stata pro-nunciata ai sensi dell’articolo 28,una delle Camere si pronunciasulla ricevibilità e sul merito dei ri-corsi individuali presentati ai sensidell’articolo 34. La decisione sullaricevibilità può essere adottata se-paratamente.2. Una delle Camere si pronunciasulla ricevibilità e sul merito dei ri-corsi governativi presentati in virtùdell’articolo 33. Salvo diversa deci-sione della Corte in casi eccezio-nali, la decisione sulla ricevibilità èadottata separatamente.

Art. 30 - Rimessione alla GrandeCameraSe la questione oggetto del ricorsoall’esame di una Camera sollevagra vi problemi di interpretazione

Appendice normativa 161

della Convenzione o dei suoi Pro-tocolli, o se la sua soluzione rischiadi dar luogo a un contrasto conuna sentenza pronunciata anterior-mente dalla Corte, la Camera, finoa quan do non abbia pronunciato lasua sentenza, può rimettere il casoalla Grande Camera a meno cheuna delle parti non vi si opponga.

Art. 31 - Competenze dellaGrande CameraLa Grande Camera(a) si pronuncia sui ricorsi presen-tati ai sensi dell’articolo 33 o del-l’articolo 34 quando il caso le siastato deferito dalla Camera ai sensidell’articolo 30 o quando il caso lesia stato deferito ai sensi dell’arti-colo 43;(b) si pronuncia sulle questioni defe-rite alla Corte dal Comitato dei Mi-nistri ai sensi dell’articolo 46 § 4; e(c) esamina le richieste di parericonsultivi presentate ai sensi del-l’articolo 47.

Art. 32 - Competenza della Corte1. La competenza della Corte siestende a tutte le questioni concer-nenti l’interpretazione e l’applica-zione della Convenzione e dei suoiProtocolli che siano sottoposte aessa alle condizioni previste dagliarticoli 33, 34, 46 e 47.2. In caso di contestazione sullacompetenza della Corte, è la Corteche decide.

Art. 33 - Ricorsi interstataliOgni Alta Parte contraente può de-ferire alla Corte qualunque inosser-vanza delle disposizioni della Con-venzione e dei suoi Protocolli cheessa ritenga possa essere imputata aun’altra Alta Parte contraente.

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Art. 34 - Ricorsi individualiLa Corte può essere investita di unricorso da parte di una personafi-sica, un’organizzazione non gover-nativa o un gruppo di privati chesostenga d’essere vittima di unaviolazione da parte di una delleAlte Parti contraenti dei diritti ri-conosciuti nella Convenzione o neisuoi protocolli. Le Alte Parti con-traenti si impegnano a non ostaco-lare con alcuna misura l’esercizioeffettivo di tale diritto.

Art. 35 - Condizioni di ricevibi-lità1. La Corte non può essere adita senon dopo l’esaurimento delle vie diricorso interne, come inteso se-condo i principi di diritto interna-zionale generalmente riconosciutied entro un periodo di sei mesi apartire dalla data della decisione in-terna definitiva.2. La Corte non accoglie alcun ri-corso inoltrato sulla base dell’arti-colo 34, se:(a) è anonimo; oppure(b) è essenzialmente identico a unoprecedentemente esaminato dallaCorte o già sottoposto a un’altraistanza internazionale d’inchiesta odi risoluzione e non contiene fattinuovi.3. La Corte dichiara irricevibileogni ricorso individuale presentatoai sensi dell’articolo 34 se ritieneche:(a) il ricorso è incompatibile con ledisposizioni della Convenzione odei suoi Protocolli, manifestamenteinfondato o abusivo; o(b) il ricorrente non ha subito alcunpregiudizio importante, salvo che ilrispetto dei diritti dell’uomo garan-titi dalla Convenzione e dai suoi

162 Appendice normativa

Protocolli esiga un esame del ricorsonel merito e a condizione di non ri-gettare per questo motivo alcun casoche non sia stato debitamente esa-minato da un tribunale interno.4. La Corte respinge ogni ricorsoche consideri irricevibile in appli-cazione del presente articolo. Essapuò procedere in tal modo in ognistato del procedimento.

Art. 36 - Intervento di terzi1. Per qualsiasi questione all’esamedi una Camera o della Grande Ca-mera, un’Alta Parte contraente ilcui cittadino sia ricorrente ha di-ritto di presentare osservazioni periscritto e di partecipare alleudienze.2. Nell’interesse di una correttaamministrazione della giustizia, ilpresidente della Corte può invitareogni Alta Parte contraente che nonsia parte in causa od ogni personainteressata diversa dal ricorrente, apresentare osservazioni per iscrittoo a partecipare alle udienze.3. Il Commissario per i diritti del-l’uomo del Consiglio d’Europa hadiritto di presentare osservazioniper iscritto e di partecipare alleudienze in tutte le cause all’esamedi una Camera o della Grande Ca-mera.

Art. 37 - Cancellazione1. In ogni momento della proce-dura, la Corte può decidere di can-cellare un ricorso dal ruolo quandole circostanze permettono di con-cludere:(a) che il ricorrrente non intendepiù mantenerlo; oppure(b) che la controversia è stata ri-solta; oppure(c) che per ogni altro motivo di cuila Corte accerta l’esistenza, la pro-

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secuzione dell’esame del ricorsonon sia più giustificata.Tuttavia la Corte prosegue l’esamedel ricorso qualora il rispetto deidiritti dell’uomo garantiti dallaConvenzione e dai suoi Protocollilo imponga.2. La Corte può decidere unanuova iscrizione a ruolo di un ri-corso se ritiene che le circostanzelo giustifichino.

Art. 38 - Esame in contradditto-rio della causaLa Corte esamina la causa in con-traddittorio con i rappresentantidelle parti e, se del caso, procede aun’inchiesta per il cui efficace svol-gimento le Alte Parti contraenti in-teressate forniranno tutte le facili-tazioni necessarie.

Art. 39 - Composizione amiche-vole1. In ogni momento della proce-dura, la Corte si mette a disposi-zione degli interessati al fine dipervenire a una composizione ami-chevole della controversia che sifondi sul rispetto dei diritti del-l’uomo quali sono riconosciutidalla Convenzione e dai suoi Pro-tocolli.2. La procedura descritta al para-grafo 1 non è pubblica.3. In caso di composizione ami-chevole, la Corte cancella il ricorsodal ruolo mediante una decisioneche si limita a una breve esposi-zione dei fatti e della soluzioneadottata.4. Tale decisione è trasmessa al Co-mitato dei Ministri che sorveglial’esecuzione dei termini della com-posizione amichevole quali figu-rano nella decisione.

Appendice normativa 163

Art. 40 - Udienza pubblica e ac-cesso ai documenti1. L’udienza è pubblica a meno chela Corte non decida diversamente acausa di circostanze eccezionali.2. I documenti depositati pressol’ufficio di cancelleria sono accessi-bili al pubblico a meno che il pre-sidente della Corte non decida di-versamente.

Art. 41 - Equa soddisfazioneSe la Corte dichiara che vi è stataviolazione della Convenzione o deisuoi Protocolli e se il diritto in-terno dell’Alta Parte contraentenon permette se non in modo im-perfetto di rimuovere le conse-guenze di tale violazione, la Corteaccorda, se del caso, un’equa sod-disfazione alla parte lesa.

Art. 42 - Sentenze delle CamereLe sentenze delle Camere diven-gono definitive conformemente alledisposizioni dell’articolo 44 § 2.

Art. 43 - Rinvio dinnanzi allaGrande Camera1. Entro un termine di tre mesi adecorrere dalla data della sentenzadi una Camera, ogni parte alla con-troversia può, in situazioni ecce-zionali, chiedere che il caso sia rin-viato dinnanzi alla Grande Ca-mera.2. Un collegio di cinque giudici dellaGrande Camera accoglie la do-manda quando la questione oggettodel ricorso solleva gravi problemi diinterpretazione o di applicazionedella Convenzione o dei suoi Pro-tocolli, o comunque un’im portantequestione di carattere generale.3. Se il collegio accoglie la do-manda, la Grande Camera si pro-nuncia sul caso con sentenza.

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Art. 44 - Sentenze definitive1. La sentenza della Grande Ca-mera è definitiva.2. La sentenza di una Camera di-viene definitiva(a) quando le parti dichiarano chenon richiederanno il rinvio tremesi dopo la data della sentenza, senon è stato richiesto il rinvio delcaso dinnanzi alla Grande Camera;oppure(c) se il collegio della Grande Ca-mera respinge una richiesta di rinvioformulata ai sensi dell’articolo 43.3. La sentenza definitiva è pubbli-cata.

Art. 45 - Motivazione delle sen-tenze e delle decisioni1. Le sentenze e le decisioni che di-chiarano i ricorsi ricevibili o irrice-vibili devono essere motivate.2. Se la sentenza non esprime intutto o in parte l’opinione unanimedei giudici, ogni giudice avrà di-ritto di allegarvi l’esposizione dellasua opinione individuale.

Art. 46 - Forza vincolante ed ese-cuzione delle sentenze1. Le Alte Parti contraenti si impe-gnano a conformarsi alle sentenzedefinitive della Corte sulle contro-versie nelle quali sono parti.2. La sentenza definitiva dellaCorte è trasmessa al Comitato dei

Ministri che ne controlla l’esecu-zione.3. Se il Comitato dei Ministri ritieneche il controllo dell’esecuzione diuna sentenza definitiva sia ostaco-lato da una difficoltà di interpreta-zione di tale sentenza, esso puòadire la Corte affinché questa sipronunci su tale questione di inter-pretazione. La decisione di adire laCorte è presa con un voto a mag-gioranza dei due terzi dei rappre-sentanti che hanno il diritto di avereun seggio in seno al Comitato.4. Se il Comitato dei Ministri ritieneche un’Alta Parte contraente rifiutidi conformarsi a una sentenza defi-nitiva in una controversia cui essa èparte, può, dopo aver messo in moratale Parte e con una decisione adot-tata con voto a maggioranza dei dueterzi dei rappresentanti che hanno ildiritto di avere un seggio in seno alComitato, adire la Corte sulla que-stione dell’adempimento degli ob-blighi assunti dalla Parte ai sensi delparagrafo 1.5. Se la Corte constata una viola-zione del paragrafo 1, rinvia il casoal Comitato dei Ministri affinchéquesto esamini le misure da adot-tare. Se la Corte constata che nonvi è violazione del paragrafo 1, rin-via il caso al Comitato dei Ministriche ne chiude l’esame.

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2. Corte Interamericana de Derechos Humanos

Convención Americana Sobre Derechos Humanos, 7 – 22 noviembre1969 (estratto)

omissis

Capitulo VIII - La Corte Intera-mericana de derechos humanos

Sección 1. Organización

Artículo 521. La Corte se compondrá de sietejueces, nacionales de los Estadosmiembros de la Organización, ele-gidos a título personal entre juri-stas de la más alta autoridad moral,de reconocida competencia en ma-teria de derechos humanos, quereúnan las condiciones requeridaspara el ejercicio de las más elevadasfunciones judiciales conforme a laley del país del cual sean naciona-les o del Estado que los propongacomo candidatos.2. No debe haber dos jueces de lamisma nacionalidad.

Artículo 531. Los jueces de la Corte serán ele-gidos, en votación secreta y pormayoría absoluta de votos de losEstados Partes en la Convención,en la Asamblea General de la Or-ganización, de una lista de candi-datos propuestos por esos mismosEstados.2. Cada uno de los Estados Partespuede proponer hasta tres candida-tos, nacionales del Estado que lospropone o de cualquier otro Estadomiembro de la Organización de losEstados Americanos. Cuando sepro ponga una terna, por lo menos

uno de los candidatos deberá sernacional de un Estado distinto delproponente.Artículo 541. Los jueces de la Corte serán ele-gidos para un período de seis añosy sólo podrán ser reelegidos unavez. El mandato de tres de losjueces designados en la primeraelección, expirará al cabo de tresaños. Inmediatamente después dedicha elección, se determinarán porsorteo en la Asamblea General losnombres de estos tres jueces.2. El juez elegido para reemplazar aotro cuyo mandato no ha expirado,completará el período de éste.3. Los jueces permanecerán en fun-ciones hasta el término de su man-dato. Sin embargo, seguirán cono-ciendo de los casos a que ya se hu-bieran abocado y que se encuen-tren en estado de sentencia, a cuyosefectos no serán sustituidos por losnuevos jueces elegidos.

Artículo 551. El juez que sea nacional de al-guno de los Estados Partes en elcaso sometido a la Corte, conser-vará su derecho a conocer del mi-smo.2. Si uno de los jueces llamados aconocer del caso fuere de la nacio-nalidad de uno de los Estados Par-tes, otro Estado parte en el casopodrá designar a una persona de suelección para que integre la Corteen calidad de juez ad hoc.3. Si entre los jueces llamados a co-

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nocer del caso ninguno fuere de lanacionalidad de los Estados Partes,cada uno de éstos podrá designarun juez ad hoc.4. El juez ad hoc debe reunir las ca-lidades señaladas en el artículo 52.5. Si varios Estados Partes en laConvención tuvieren un mismo in-terés en el caso, se consideraráncomo una sola parte para los finesde las disposiciones precedentes.En caso de duda, la Corte decidirá.

Artículo 56El quórum para las deliberacionesde la Corte es de cinco jueces.

Artículo 57La Comisión comparecerá en to-dos los casos ante la Corte.

Artículo 581. La Corte tendrá su sede en el lu-gar que determinen, en la Asam-blea General de la Organización,los Estados Partes en la Conven-ción, pero podrá celebrar reunio-nes en el territorio de cualquierEstado miembro de la Organiza-ción de los Estados Americanos enque lo considere conveniente pormayoría de sus miembros y previaaquiescencia del Estado respectivo.Los Estados Partes en la Conven-ción pueden, en la Asamblea Ge-neral por dos tercios de sus votos,cambiar la sede de la Corte.2. La Corte designará a su Secreta-rio.3. El Secretario residirá en la sedede la Corte y deberá asistir a lasreuniones que ella celebre fuera dela misma.

Artículo 59La Secretaría de la Corte será esta-blecida por ésta y funcionará bajo

la dirección del Secretario de laCorte, de acuerdo con las normasadministrativas de la Secretaría Ge-neral de la Organización en todo loque no sea incompatible con la in-dependencia de la Corte. Sus fun-cionarios serán nombrados por elSecretario General de la Organiza-ción, en consulta con el Secretariode la Corte.

Artículo 60La Corte preparará su Estatuto ylo someterá a la aprobación de laAsamblea General, y dictará su Re-glamento.

Sección 2.Competencia y Funciones

Artículo 611. Sólo los Estados Partes y la Co-misión tienen derecho a someterun caso a la decisión de la Corte.2. Para que la Corte pueda conocerde cualquier caso, es necesario quesean agotados los procedimientosprevistos en los artículos 48 a 50.Artículo 621. Todo Estado parte puede, en elmomento del depósito de su in-strumento de ratificación o adhe-sión de esta Convención, o encualquier momento posterior, de-clarar que reconoce como obliga-toria de pleno derecho y sin con-vención especial, la competencia dela Corte sobre todos los casos re-lativos a la interpretación o aplica-ción de esta Convención.2. La declaración puede ser hechaincondicionalmente, o bajo condi-ción de reciprocidad, por un plazodeterminado o para casos específi-cos. Deberá ser presentada al Se-cretario General de la Organiza-ción, quien transmitirá copias de la

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misma a los otros Estados miem-bros de la Organización y al Se-cretario de la Corte.3. La Corte tiene competencia paraconocer de cualquier caso relativoa la interpretación y aplicación delas disposiciones de esta Conven-ción que le sea sometido, siempreque los Estados Partes en el casohayan reconocido o reconozcan di-cha competencia, ora por declara-ción especial, como se indica en losincisos anteriores, ora por conven-ción especial.

Artículo 631. Cuando decida que hubo viola-ción de un derecho o libertad pro-tegidos en esta Convención, laCorte dispondrá que se garanticeal lesionado en el goce de su dere-cho o libertad conculcados. Di-spondrá asimismo, si ello fueraprocedente, que se reparen lasconsecuencias de la medida o si-tuación que ha configurado la vul-neración de esos derechos y elpago de una justa indemnización ala parte lesionada.2. En casos de extrema gravedad yurgencia, y cuando se haga necesa-rio evitar daños irreparables a laspersonas, la Corte, en los asuntosque esté conociendo, podrá tomarlas medidas provisionales que con-sidere pertinentes. Si se tratare deasuntos que aún no estén someti-dos a su conocimiento, podrá ac-tuar a solicitud de la Comisión.

Artículo 641. Los Estados miembros de la Or-ganización podrán consultar a laCorte acerca de la interpretaciónde esta Convención o de otros tra-tados concernientes a la protecciónde los derechos humanos en los

Appendice normativa 167

Estados americanos. Asimismo,podrán consultarla, en lo que lescompete, los órganos enumeradosen el capítulo X de la Carta de laOrganización de los Estados Ame-ricanos, reformada por el Proto-colo de Buenos Aires.2. La Corte, a solicitud de un Es-tado miembro de la Organización,podrá darle opiniones acerca de lacompatibilidad entre cualquiera desus leyes internas y los menciona-dos instrumentos internacionales.

Artículo 65La Corte someterá a la considera-ción de la Asamblea General de laOrganización en cada período or-dinario de sesiones un informe so-bre su labor en el año anterior. Demanera especial y con las recomen-daciones pertinentes, señalará loscasos en que un Estado no hayadado cumplimiento a sus fallos.

Sección 3. Procedimiento

Artículo 661. El fallo de la Corte será moti-vado.2. Si el fallo no expresare en todoo en parte la opinión unánime delos jueces, cualquiera de éstos ten-drá derecho a que se agregue alfallo su opinión disidente o indivi-dual.

Artículo 67El fallo de la Corte será definitivoe inapelable. En caso de desa-cuerdo sobre el sentido o alcancedel fallo, la Corte lo interpretará asolicitud de cualquiera de las par-tes, siempre que dicha solicitud sepresente dentro de los noventa díasa partir de la fecha de la notifica-ción del fallo.

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Artículo 681. Los Estados Partes en laConvención se comprometen acumplir la decisión de la Corte entodo caso en que sean partes.2. La parte del fallo que dispongaindemnización compensatoria sepodrá ejecutar en el respectivo paíspor el procedimiento interno vi-

gente para la ejecución de senten-cias contra el Estado.

Artículo 69El fallo de la Corte será notificadoa las partes en el caso y transmitidoa los Estados partes en la Conven-ción.

168 Appendice normativa

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B – CORTI NAZIONALI:

1. Corte di cassazione italiana

Codice di procedura civile (estratto) – testo vigente al 14.9.2012

Appendice normativa 169

Non sono immediatamente impu-gnabili con ricorso per cassazione lesentenze che decidono di questioniinsorte senza definire, neppure par-zialmente, il giudizio. Il ricorso percassazione avverso tali sentenze puòessere proposto, senza necessità diriserva, allorché sia impugnata lasentenza che definisce, anche par-zialmente, il giudizio.Le disposizioni di cui al primocomma e terzo comma si applicanoalle sentenze ed ai provvedimentidiversi dalla sentenza contro i qualiè ammesso il ricorso per cassazioneper violazione di legge.

Art. 360 bis - Inammissibilità delricorsoIl ricorso è inammissibile:1) quando il provvedimento impu-gnato ha deciso le questioni di di-ritto in modo conforme alla giuri-sprudenza della Corte e l’esame deimotivi non offre elementi per con-fermare o mutare l’orientamentodella stessa;2) quando è manifestamente infon-data la censura relativa alla viola-zione dei princìpi regolatori delgiusto processo.

Art. 361 - Riserva facoltativa diricorso contro sentenze non defi-nitiveContro le sentenze previste dall’ar-ticolo 278 e contro quelle che de-cidono una o alcune delle domandesenza definire l’intero giudizio, il

Libro IITitolo III – Delle impugnazioni

omissis

Capo III: Del ricorso per cassazione

Sezione I: Dei provvedimenti im-pugnabili e dei ricorsi

Art. 360 - Sentenze impugnabili emotivi di ricorsoLe sentenze pronunciate in gradod’appello o in unico grado possonoessere impugnate con ricorso percassazione:1) per motivi attinenti alla giurisdi-zione;2) per violazione delle norme sullacompetenza, quando non è pre-scritto il regolamento di compe-tenza;3) per violazione o falsa applica-zione di norme di diritto e dei con-tratti e accordi collettivi nazionalidi lavoro;4) per nullità della sentenza o delprocedimento;5) per omesso esame circa un fattodecisivo per il giudizio che è statooggetto di discussione tra le parti.Può inoltre essere impugnata conricorso per cassazione una sen-tenza appellabile del tribunale, se leparti sono d’accordo per ometterel’appello; ma in tale caso l’impu-gnazione può proporsi soltanto anorma del primo comma, n. 3.

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ricorso per cassazione può esseredifferito, qualora la parte soccom-bente ne faccia riserva, a pena didecadenza, entro il termine per laproposizione del ricorso, e in ognicaso non oltre la prima udienzasuccessiva alla comunicazione dellasentenza stessa.Qualora sia stata fatta la riserva dicui al precedente comma, il ricorsodeve essere proposto unitamente aquello contro la sentenza che defini-sce il giudizio, o con quello chevenga proposto, dalla stessa o da al-tra parte, contro altra sentenza suc-cessiva che non definisca il giudizio.La riserva non può farsi, e se giàfatta rimane priva di effetto,quando contro la stessa sentenzada alcuna delle parti sia propostoimmediatamente ricorso.

Art. 362 - Altri casi di ricorsoPossono essere impugnate con ri-corso per cassazione, nel termine dicui all’articolo 325 secondo comma,le decisioni in grado d’appello o inunico grado di un giudice speciale,per motivi attinenti alla giurisdi-zione del giudice stesso.Possono essere denunciati in ognitempo con ricorso per cassazione:1) i conflitti positivi o negativi digiurisdizione tra giudici speciali, otra questi e i giudici ordinari;2) i conflitti negativi di attribu-zione tra la pubblica amministra-zione e il giudice ordinario.

Art. 363 - Principio di diritto nel-l’interesse della leggeQuando le parti non hanno propo-sto ricorso nei termini di legge o vihanno rinunciato, ovvero quandoil provvedimento non è ricorribilein cassazione e non è altrimenti im-

pugnabile, il Procuratore generalepresso la Corte di cassazione puòchiedere che la Corte enunci nel-l’interesse della legge il principio didiritto al quale il giudice di meritoavrebbe dovuto attenersi.La richiesta del procuratore gene-rale, contenente una sintetica espo-sizione del fatto e delle ragioni didiritto poste a fondamento dell’i-stanza, è rivolta al primo presi-dente, il quale può disporre che laCorte si pronunci a sezioni unite seritiene che la questione è di parti-colare importanza.Il principio di diritto può esserepronunciato dalla Corte anched’ufficio, quando il ricorso propo-sto dalle parti è dichiarato inam-missibile, se la Corte ritiene che laquestione decisa è di particolareimportanza.La pronuncia della Corte non haeffetto sul provvedimento del giu-dice di merito.

Art. 364 - Deposito per il caso disoccombenzaabrogato

Art. 365 - Sottoscrizione del ri-corsoIl ricorso è diretto alla corte e sot-toscritto, a pena d’inammissibilità,da un avvocato iscritto nell’appo-sito albo, munito di procura spe-ciale.

Art. 366 - Contenuto del ricorsoIl ricorso deve contenere, a pena diinammissibilità:1) l’indicazione delle parti;2) l’indicazione della sentenza odecisione impugnata;3) l’esposizione sommaria dei fattidella causa;4) i motivi per i quali si chiede lacassazione, con l’indicazione delle

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norme di diritto su cui si fondano,secondo quanto previsto dall’arti-colo 366 bis;5) l’indicazione della procura, seconferita con atto separato e, nelcaso di ammissione al gratuito pa-trocinio, del relativo decreto;6) la specifica indicazione degli attiprocessuali, dei documenti e deicontratti o accordi collettivi suiquali il ricorso si fonda.Se il ricorrente non ha eletto do-micilio in Roma, ovvero non ha in-dicato l’indirizzo di posta elettro-nica certificata comunicato al pro-prio ordine, le notificazioni glisono fatte presso la cancelleriadella Corte di cassazione.Nel caso previsto nell’articolo 360,secondo comma, l’accordo delleparti deve risultare mediante vistoapposto sul ricorso dalle altre partio dai loro difensori muniti di pro-cura speciale, oppure mediante attoseparato, anche anteriore alla sen-tenza impugnata, da unirsi al ri-corso stesso.Le comunicazioni della cancelleriae le notificazioni tra i difensori dicui agli articoli 372 e 390 sono ef-fettuate ai sensi dell’articolo 136,secondo e terzo comma.

Art. 366 bis - Formulazione deimotiviabrogato

Art. 367 - Sospensione del pro-cesso di meritoUna copia del ricorso per cassa-zione proposto a norma dell’arti-colo 41, primo comma, è depositata,dopo la notificazione alle altre parti,nella cancelleria del giudice davantia cui pende la causa, il quale so-spende il processo se non ritiene l’i-stanza manifestamente inammissi-

Appendice normativa 171

bile o la contestazione della giuri-sdizione manifestamente infondata.Il giudice istruttore o il collegioprovvede con ordinanza.Se la Corte di cassazione dichiarala giurisdizione del giudice ordina-rio, le parti debbono riassumere ilprocesso entro il termine perento-rio di sei mesi dalla comunicazionedella sentenza.

Art. 368 - Questione di giurisdi-zione sollevata dal prefettoNel caso previsto nell’art. 41 se-condo comma, la richiesta per ladecisione della Corte di cassazioneè fatta dal prefetto con decreto mo-tivato.Il decreto è notificato, su richiestadel prefetto, alle parti e al procura-tore della Repubblica presso il tri-bunale, se la causa pende davanti aquesto, oppure al procuratore ge-nerale presso la Corte di appello,se pende davanti alla Corte.Il pubblico ministero comunica ildecreto del prefetto al capo dell’uf-ficio giudiziario davanti al qualepende la causa. Questi sospende ilprocedimento con decreto che ènotificato alle parti a cura del pub-blico ministero entro dieci giornidalla sua pronuncia, sotto pena didecadenza della richiesta.La Corte di cassazione è investitadella questione di giurisdizionecon ricorso a cura della parte piùdiligente, nel termine perentorio ditrenta giorni dalla notificazione deldecreto.Si applica la disposizione dell’ul-timo comma dell’articolo prece-dente.

Art. 369 - Deposito del ricorsoIl ricorso deve essere depositatonella cancelleria della Corte, a pena

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d’improcedibilità, nel termine digiorni venti dall’ultima notifica-zione alle parti contro le quali èproposto.Insieme col ricorso debbono esseredepositati, sempre a pena d’impro-cedibilità:1) il decreto di concessione del gra-tuito patrocinio;2) copia autentica della sentenza odella decisione impugnata con la re-lazione di notificazione, se questa èavvenuta, tranne che nei casi di cuiai due articoli precedenti; oppurecopia autentica dei provvedimentidai quali risulta il conflitto nei casidi cui ai nn. 1 e 2 dell’articolo 362;3) la procura speciale, se questa èconferita con atto separato;4) gli atti processuali, i documenti,i contratti o accordi collettivi suiquali il ricorso si fonda.Il ricorrente deve chiedere alla can-celleria del giudice che ha pronun-ciato la sentenza impugnata o delquale si contesta la giurisdizione latrasmissione alla cancelleria dellaCorte di cassazione del fascicolod’ufficio; tale richiesta è restituitadalla cancelleria al richiedente mu-nita di visto, e deve essere deposi-tata insieme col ricorso.

Art. 370 - ControricorsoLa parte contro la quale il ricorso èdiretto, se intende contraddire, devefarlo mediante controricorso da no-tificarsi al ricorrente nel domicilioeletto entro venti giorni dalla sca-denza del termine stabilito per il de-posito del ricorso. In mancanza ditale notificazione, essa non può pre-sentare memorie, ma soltanto parte-cipare alla discussione orale.Al controricorso si applicano lenorme degli articoli 365 e 366, inquanto è possibile.Il controricorso è depositato nella

cancelleria della Corte entro ventigiorni dalla notificazione, insiemecon gli atti e i documenti e con laprocura speciale, se conferita conatto separato.

Art. 371 - Ricorso incidentaleLa parte di cui all’articolo prece-dente deve proporre con l’attocontenente il controricorso l’even-tuale ricorso incidentale contro lastessa sentenza.La parte alla quale è stato notifi-cato il ricorso per integrazione anorma degli articoli 331 e 332 deveproporre l’eventuale ricorso inci-dentale nel termine di quarantagiorni dalla notificazione, con attonotificato al ricorrente principale ealle altre parti nello stesso mododel ricorso principale.Al ricorso incidentale si applicanole disposizioni degli articoli 365,366 e 369.Per resistere al ricorso incidentalepuò essere notificato un controri-corso a norma dell’articolo prece-dente.Se il ricorrente principale depositala copia della sentenza o della de-cisione impugnata, non è necessa-rio che la depositi anche il ricor-rente per incidente.

Art. 371 bis - Deposito dell’atto diintegrazione del contraddittorioQualora la Corte abbia ordinatol’integrazione del contraddittorio,assegnando alle parti un termine pe-rentorio per provvedervi, il ricorsonotificato, contenente nell’intesta-zione le parole “atto di integrazionedel contraddittorio”, deve esseredepositato nella cancelleria dellaCorte stessa, a pena di improcedibi-lità, entro venti giorni dalla sca-denza del termine assegnato.

172 Appendice normativa

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Art. 372 - Produzione di altri do-cumentiNon è ammesso il deposito di attie documenti non prodotti nei pre-cedenti gradi del processo, trannedi quelli che riguardano la nullitàdella sentenza impugnata e l’am-missibilità del ricorso e del contro-ricorso.Il deposito dei documenti relativiall’ammissibilità può avvenire indi-pendentemente da quello del ri-corso e del controricorso, ma deveessere notificato, mediante elenco,alle altre parti.

Art. 373 - Sospensione dell’esecu-zioneIl ricorso per cassazione non so-spende l’’esecuzione della sentenza.Tuttavia il giudice che ha pronun-ciato la sentenza impugnata può,su istanza di parte e qualora dall’e-secuzione possa derivare grave e ir-reparabile danno, disporre con or-dinanza non impugnabile che laesecuzione sia sospesa o che siaprestata congrua cauzione.L’istanza si propone con ricorso algiudice di pace, al tribunale in com-posizione monocratica o al presi-dente del collegio, il quale, con de-creto in calce al ricorso, ordina lacomparizione delle parti rispettiva-mente d’innanzi a sé o al collegio incamera di consiglio. Copia del ri-corso e del decreto sono notificateal procuratore dell’altra parte, ov-vero alla parte stessa, se questa siastata in giudizio senza ministero didifensore o non si sia costituita nelgiudizio definito con la sentenzaimpugnata. Con lo stesso decreto,in caso di eccezionale urgenza puòessere disposta provvisoriamentel’immediata sospensione dell’esecu-zione.

Appendice normativa 173

Sezione II: Del procedimento edei provvedimenti

Art. 374 - Pronuncia a sezioniuniteLa Corte pronuncia a sezioni unitenei casi previsti nel n. 1) dell’arti-colo 360 e nell’articolo 362. Tutta-via, tranne che nei casi di impu-gnazione delle decisioni del Consi-glio di Stato e della Corte dei conti,il ricorso può essere assegnato allesezioni semplici, se sulla questionedi giurisdizione proposta si sonogià pronunciate le sezioni unite.Inoltre il primo presidente può di-sporre che la Corte pronunci a se-zioni unite sui ricorsi che presen-tano una questione di diritto giàdecisa in senso difforme dalle se-zioni semplici, e su quelli che pre-sentano una questione di massimadi particolare importanza.Se la sezione semplice ritiene dinon condividere il principio di di-ritto enunciato dalle sezioni unite,rimette a queste ultime, con ordi-nanza motivata, la decisione del ri-corso.In tutti gli altri casi la Corte pro-nuncia a sezione semplice.

Art. 375 - Pronuncia in camera diconsiglioLa Corte, sia a sezioni unite che asezione semplice, pronuncia conordinanza in camera di consiglioquando riconosce di dovere:1) dichiarare l’inammissibilità delricorso principale e di quello inci-dentale eventualmente proposto,anche per mancanza dei motiviprevisti dall’articolo 360;2) ordinare l’integrazione del con-traddittorio o disporre che sia ese-guita la notificazione dell’impu-gnazione a norma dell’articolo 332ovvero che sia rinnovata;

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3) provvedere in ordine all’estin-zione del processo in ogni caso di-verso dalla rinuncia;4) pronunciare sulle istanze di re-golamento di competenza e di giu-risdizione;5) accogliere o rigettare il ricorsoprincipale e l’eventuale ricorso in-cidentale per manifesta fondatezzao infondatezza.

Art. 376 - Assegnazione dei ri-corsi alle sezioniIl primo presidente, tranne quandoricorrono le condizioni previstedall’articolo 374, assegna i ricorsiad apposita sezione, che verifica sesussistono i presupposti per la pro-nuncia in camera di consiglio aisensi dell’articolo 375, primocomma, numeri 1) e 5). Se la se-zione non definisce il giudizio, gliatti sono rimessi al primo presi-dente, che procede all’assegnazionealle sezioni semplici.La parte, che ritiene di competenzadelle sezioni unite un ricorso asse-gnato a una sezione semplice, puòproporre al primo presidente istan -za di rimessione alle sezioni unite,fino a dieci giorni prima dell’udien -za di discussione del ricorso.All’udienza della sezione semplice,la rimessione può essere dispostasoltanto su richiesta del pubblicoministero o d’ufficio, con ordi-nanza inserita nel processo verbale.

Art. 377 - Fissazione dell’udienzao dell’adunanza in camera di con-siglioIl primo presidente, su presenta-zione del ricorso a cura del cancel-liere, fissa l’udienza o l’adunanzadella camera di consiglio e nominail relatore per i ricorsi assegnati allesezioni unite. Per i ricorsi assegnatialle sezioni semplici provvede allo

stesso modo il presidente della se-zione.Dell’udienza è data comunicazionedal cancelliere agli avvocati delleparti almeno venti giorni prima.

Art. 378 - Deposito di memorie diparteLe parti possono presentare le loromemorie in cancelleria non oltrecinque giorni prima della udienza.

Art. 379 - DiscussioneAll’udienza il relatore riferisce ifatti rilevanti per la decisione delricorso, il contenuto del provvedi-mento impugnato e, in riassunto,se non vi è discussione delle parti,i motivi del ricorso e del controri-corso.Dopo la relazione il presidente in-vita gli avvocati delle parti a svol-gere le loro difese.Quindi il pubblico ministero espo -ne oralmente le sue conclusionimotivate.Non sono ammesse repliche, magli avvocati delle parti possononella stessa udienza presentare allaCorte brevi osservazioni per iscrit -to sulle conclusioni del pubblicoministero.

Art. 380 - Deliberazione dellasentenzaLa Corte, dopo la discussione dellacausa, delibera, nella stessa seduta,la sentenza in camera di consiglio.Si applica alla deliberazione dellaCorte la disposizione dell’articolo276.

Art. 380 bis - Procedimento per ladecisione sull’inammissibilità delricorso e per la decisione in ca-mera di consiglioIl relatore della sezione di cui al-l’articolo 376, primo comma,

174 Appendice normativa

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primo periodo, se appare possibiledefinire il giudizio ai sensi dell’ar-ticolo 375, primo comma, numeri1) e 5), deposita in cancelleria unarelazione con la concisa esposi-zione delle ragioni che possonogiustificare la relativa pronuncia.Il presidente fissa con decreto l’a-dunanza della Corte. Almeno ventigiorni prima della data stabilita perl’adunanza, il decreto e la relazionesono comunicati al pubblico mini-stero e notificati agli avvocati delleparti, i quali hanno facoltà di pre-sentare, il primo conclusioni scritte,e i secondi memorie, non oltre cin-que giorni prima e di chiedere diessere sentiti, se compaiono.Se il ricorso non è dichiarato inam-missibile, il relatore nominato aisensi dell’articolo 377, primocomma, ultimo periodo, quandoappaiono ricorrere le ipotesi previ-ste dall’articolo 375, primo comma,numeri 2) e 3), deposita in cancel-leria una relazione con la concisaesposizione dei motivi in base aiquali ritiene che il ricorso possa es-sere deciso in camera di consiglio esi applica il secondo comma.Se ritiene che non ricorrono le ipo-tesi previste dall’articolo 375,primo comma, numeri 2) e 3), laCorte rinvia la causa alla pubblicaudienza.

Art. 380 ter - Procedimento per ladecisione sulle istanze di regola-mento di giurisdizione e di com-petenzaNei casi previsti dall’articolo 375,primo comma, numero 4), il presi-dente, se non provvede ai sensi del-l’articolo 380-bis, primo comma,richiede al pubblico ministero lesue conclusioni scritte.Le conclusioni ed il decreto delpresidente che fissa l’adunanza

Appendice normativa 175

sono notificati, almeno venti giorniprima, agli avvocati delle parti, chehanno facoltà di presentare memo-rie non oltre cinque giorni prima edi chiedere di essere sentiti, secompaiono, limitatamente al rego-lamento di giurisdizione.Non si applica la disposizione delquinto comma dell’articolo 380 bis.

Art. 381 - Provvedimento sul de-positoabrogato

Art. 382 - Decisione delle que-stioni di giurisdizione e di com-petenzaLa Corte, quando decide una que-stione di giurisdizione, statuisce suquesta, determinando, quando oc-corre, il giudice competente.Quando cassa per violazione dellenorme sulla competenza, statuiscesu questa.Se riconosce che il giudice delquale si impugna il provvedimentoe ogni altro giudice difettano digiurisdizione, cassa senza rinvio.Egualmente provvede in ogni altrocaso in cui ritiene che la causa nonpoteva essere proposta o il pro-cesso proseguito.

Art. 383 - Cassazione con rinvioLa Corte, quando accoglie il ri-corso per motivi diversi da quellirichiamati nell’articolo precedente,rinvia la causa ad altro giudice digrado pari a quello che ha pronun-ciato la sentenza cassata.Nel caso previsto nell’articolo 360secondo comma, la causa può essererinviata al giudice che avrebbe do-vuto pronunciare sull’appello alquale le parti hanno rinunciato.La Corte, se riscontra una nullitàdel giudizio di primo grado per laquale il giudice d’appello avrebbe

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dovuto rimettere le parti al primogiudice, rinvia la causa a quest’ul-timo.Nelle ipotesi di cui all’articolo 348-ter, commi terzo e quarto, la Corte,se accoglie il ricorso per motivi di-versi da quelli indicati dall’articolo382, rinvia la causa al giudice cheavrebbe dovuto pronunciare sul-l’appello e si applicano le disposi-zioni del libro secondo, titoloterzo, capo terzo, sezione terza.

Art. 384 - Enunciazione del prin-cipio di diritto e decisione dellacausa nel meritoLa Corte enuncia il principio di di-ritto quando decide il ricorso pro-posto a norma dell’articolo 360,primo comma, n. 3), e in ogni al-tro caso in cui, decidendo su altrimotivi del ricorso, risolve una que-stione di diritto di particolare im-portanza.La Corte, quando accoglie il ri-corso, cassa la sentenza rinviando lacausa ad altro giudice, il quale deveuniformarsi al principio di diritto ecomunque a quanto statuito dallaCorte, ovvero decide la causa nelmerito qualora non siano necessariulteriori accertamenti di fatto.Se ritiene di porre a fondamentodella sua decisione una questionerilevata d’ufficio, la Corte riserva ladecisione, assegnando con ordi-nanza al pubblico ministero e alleparti un termine non inferiore aventi e non superiore a sessantagiorni dalla comunicazione per ildeposito in cancelleria di osserva-zioni sulla medesima questione.Non sono soggette a cassazione lesentenze erroneamente motivate indiritto, quando il dispositivo siaconforme al diritto; in tal caso laCorte si limita a correggere la mo-tivazione.

Art. 385 - Provvedimenti sullespeseLa Corte, se rigetta il ricorso, con-danna il ricorrente alle spese.Se cassa senza rinvio o per viola-zione delle norme sulla compe-tenza provvede sulle spese di tuttii precedenti giudizi, liquidandoleessa stessa o rimettendone la liqui-dazione al giudice che ha pronun-ciato la sentenza cassata.Se rinvia la causa ad altro giudice,può provvedere sulle spese del giu-dizio di cassazione o rimetterne lapronuncia al giudice di rinvio.

Art. 386 - Effetti della decisionesulla giurisdizioneLa decisione sulla giurisdizione èdeterminata dall’oggetto della do-manda e, quando prosegue il giu-dizio, non pregiudica le questionisulla pertinenza del diritto e sullaproponibilità della domanda.

Art. 387 - Non riproponibilità delricorso dichiarato inammissibileo improcedibileIl ricorso dichiarato inammissibileo improcedibile, non può essere ri-proposto, anche se non è scaduto iltermine fissato dalla legge.

Art. 388 - Trasmissione di copiadel dispositivo al giudice di me-ritoCopia della sentenza è trasmessadal cancelliere della Corte a quellodel giudice che ha pronunciato lasentenza impugnata, affinché ne siapresa nota in margine all’originaledi quest’ultima.La trasmissione può avvenire an-che in via telematica.

Art. 389 - Domande conseguentialla cassazioneLe domande di restituzione o di ri-

176 Appendice normativa

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duzione in pristino e ogni altraconseguente alla sentenza di cassa-zione si propongono al giudice dirinvio e, in caso di cassazionesenza rinvio, al giudice che ha pro-nunciato la sentenza cassata.

Art. 390 - RinunciaLa parte può rinunciare al ricorsoprincipale o incidentale finché nonsia cominciata la relazione all’u-dienza, o sia notificata la richiestadel pubblico ministero di cui al-l’art. 375.La rinuncia deve farsi con atto sot-toscritto dalla parte e dal suo av-vocato o anche da questo solo se èmunito di mandato speciale a taleeffetto.L’atto di rinuncia è notificato alleparti costituite o comunicato agliavvocati delle stesse, che vi appon-gono il visto.

Art. 391 - Pronuncia sulla rinun-ciaSulla rinuncia e nei casi di estinzionedel processo disposta per legge, laCorte provvede con sentenza quan -do deve decidere altri ricorsi controlo stesso provvedimento, altrimentiprovvede il presidente con decreto.Il decreto o la sentenza che di-chiara l’estinzione può condannarela parte che vi ha dato causa allespese.Il decreto ha efficacia di titolo ese-cutivo se nessuna delle parti chiedela fissazione dell’udienza nel ter-mine di dieci giorni dalla comuni-cazione.La condanna non è pronunciata sealla rinuncia hanno aderito le altreparti personalmente o i loro avvo-cati autorizzati con mandato spe-ciale.

Appendice normativa 177

Art. 391 bis - Correzione degli er-rori materiali e revocazione dellesentenze della Corte di cassazioneSe la sentenza o l’ordinanza pro-nunciata ai sensi dell’articolo 375,primo comma, numeri 4) e 5), pro-nunciata dalla Corte di cassazione èaffetta da errore materiale o di cal-colo ai sensi dell’art. 287 ovvero daerrore di fatto ai sensi dell’art. 395,n. 4), la parte interessata può chie-derne la correzione o la revocazionecon ricorso ai sensi degli artt. 365ss. da notificare entro il termine pe-rentorio di sessanta giorni dalla no-tificazione della sentenza, ovvero diun anno dalla pubblicazione dellasentenza stessa.La Corte decide sul ricorso in ca-mera di consiglio nell’osservanzadelle disposizioni di cui all’articolo380bis.Sul ricorso per correzione dell’er-rore materiale pronuncia con ordi-nanza. Sul ricorso per revocazionepronuncia con ordinanza se lo di-chiara inammissibile, altrimentirinvia alla pubblica udienza.La pendenza del termine per la re-vocazione della sentenza dellaCorte di cassazione non impedisceil passaggio in giudicato della sen-tenza impugnata con ricorso percassazione respinto.In caso di impugnazione per revo-cazione della sentenza della Cortedi cassazione non è ammessa la so-spensione dell’esecuzione dellasentenza passata in giudicato, nè èsospeso il giudizio di rinvio o iltermine per riassumerlo.

Art. 391 ter - Altri casi di revoca-zione ed opposizione di terzoIl provvedimento con il quale laCorte ha deciso la causa nel meritoè, altresì, impugnabile per revoca-zione per i motivi di cui ai numeri

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Regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12 – Ordinamento giudiziario(estratto)

omissis

Art. 65 - Attribuzioni della Corte suprema di cassazioneLa corte suprema di cassazione, quale organo supremo della giustizia, as-sicura l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge, l’unitàdel diritto oggettivo nazionale, il rispetto dei limiti delle diverse giurisdi-zioni; regola i conflitti di competenza e di attribuzioni, ed adempie gli al-tri compiti ad essa conferiti dalla legge.La Corte suprema di cassazione ha sede in Roma ed ha giurisdizione sututto il territorio dello Stato e su ogni altro territorio soggetto alla sua so-vranità.

Regio decreto legge 27 novembre 1933, n. 1578 – Ordinamento delleprofessioni di avvocato e procuratore (estratto)

omissisArt. 33Gli avvocati, per essere ammessi al patrocinio davanti alla Corte di cassa-zione e alle altre giurisdizioni indicate nell’art. 4, secondo comma, deb-bono essere iscritti in un albo speciale, che è tenuto dal Consiglio nazio-nale forense.Gli avvocati che aspirano all’iscrizione nell’albo speciale devono farne do-manda allo stesso Consiglio nazionale forense e dimostrare di avere eser-citato per dodici anni almeno la professione di avvocato davanti alle Cortidi appello e ai Tribunali.Questo termine è ridotto a tre anni per gli ex-Prefetti della Repubblica ead un anno solo per gli ex-Prefetti che abbiano cinque anni di grado.Non può essere iscritto, né rimanere nell’albo speciale chi non è iscrittonell’albo di un Tribunale.Tuttavia, dopo venti anni di contemporanea iscrizione nei due albi, l’av-vocato ha facoltà di rimanere iscritto nel solo albo speciale.Il Consiglio nazionale forense procede annualmente alla revisione ed allapubblicazione dell’albo speciale.

omissis

178 Appendice normativa

1, 2, 3 e 6 del primo comma del-l’articolo 395 e per opposizione diterzo. I relativi ricorsi si propon-gono alla stessa Corte e debbonocontenere gli elementi, rispettiva-mente, degli articoli 398, commisecondo e terzo, e 405, comma se-condo.Quando pronuncia la revocazioneo accoglie l’opposizione di terzo, la

Corte decide la causa nel meritoqualora non siano necessari ulte-riori accertamenti di fatto; altri-menti, pronunciata la revocazioneovvero dichiarata ammissibile l’op-posizione di terzo, rinvia la causaal giudice che ha pronunciato lasentenza cassata.

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omissis

Titre VII: Dispositions particu-lières à la Cour de cassation.

Article 973Les parties sont tenues, sauf dispo-sition contraire, de constituer unavocat au Conseil d’Etat et à laCour de cassation.Cette constitution emporte élec-tion de domicile.

Chapitre Ier: La procédure avecreprésentation obligatoire.

Article 974Le pourvoi en cassation est formépar déclaration au greffe de laCour de cassation.

Article 975La déclaration de pourvoi est faitepar acte contenant, outre les men-tions prescrites par l’article 58:1° La constitution de l’avocat auConseil d’Etat et à la Cour de cas-sation du demandeur;2° L’indication de la décision atta-quée;3° Le cas échéant, les chefs de ladécision auxquels le pourvoi est li-mité;4° L’état de la procédure d’exécu-tion, sauf dans les cas où l’exécu-tion de la décision attaquée est in-terdite par la loi.Elle est signée par l’avocat auConseil d’Etat et à la Cour de cas-sation.

Appendice normativa 179

Article 976La déclaration est remise au greffeen autant d’exemplaires qu’il y a dedéfendeurs, plus deux.La remise est constatée par la men-tion de sa date et le visa du greffiersur chaque exemplaire, dont l’unest immédiatement restitué.

Article 977Le greffier adresse aussitôt au dé-fendeur par lettre simple un exem-plaire de la déclaration avec l’indi-cation qu’il doit, s’il entend dé-fendre au pourvoi, constituer unavocat au Conseil d’Etat et à laCour de cassation.Il demande simultanément au se-crétariat de la juridiction qui arendu la décision attaquée commu-nication du dossier.Au cas où l’exemplaire de la décla-ration lui serait renvoyé par l’admi-nistration des postes, le greffier dela Cour de cassation le transmetaussitôt à l’avocat du demandeur encassation, lequel le signifie au dé-fendeur en lui rappelant qu’il doit,s’il entend défendre au pourvoi,constituer un avocat au Conseild’Etat et à la Cour de cassation.

Article 978A peine de déchéance, le deman-deur en cassation doit, au plus tard,dans le délai de cinq mois à comp-ter du pourvoi, remettre au greffede la Cour de cassation et signifierau défendeur un mémoire conte-nant les moyens de droit invoquéscontre la décision attaquée.A peine d’être déclaré d’office irre-cevable un moyen ou un élément de

2. Cour de cassation francese

Code de procédure civile (estratto)

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moyen ne doit mettre en oeuvrequ’un seul cas d’ouverture. Chaquemoyen ou chaque élément demoyen doit préciser, sous la mêmesanction:- le cas d’ouverture invoqué;- la partie critiquée de la décision;- ce en quoi celle-ci encourt le re-proche allégué.

Article 979A peine d’irrecevabilité du pourvoiprononcée d’office, doivent êtreremises au greffe dans le délai dedépôt du mémoire:- une copie de la décision attaquéeet de ses actes de signification;- une copie de la décision confir-mée ou infirmée par la décision at-taquée;- toute autre décision rendue dansle même litige et à laquelle la déci-sion attaquée fait référence.Le demandeur doit égalementjoindre les pièces invoquées à l’ap-pui du pourvoi.

Article 980Si le défendeur au pourvoi n’a pasconstitué avocat, la signification estfaite à la partie elle-même.L’acte de signification indique audéfendeur qu’il doit, s’il entend dé-fendre au pourvoi, constituer unavocat au Conseil d’Etat et à laCour de cassation et l’informe ques’il ne constitue pas avocat, l’arrêtà intervenir ne pourra pas êtrefrappé d’opposition. Cet acte pré-cise en outre le délai dans lequel ledéfendeur doit remettre au greffeson mémoire en réponse et former,le cas échéant, un pourvoi incident.

Article 981A défaut de remise ou de significa-tion du mémoire dans le délaiprévu à l’alinéa 1er de l’article 978,

la déchéance est constatée par or-donnance du premier président oude son délégué.

Article 982Le défendeur au pourvoi disposed’un délai de trois mois à compterde la signification du mémoire dudemandeur pour remettre au greffede la Cour de cassation un mé-moire en réponse signé d’un avocatau Conseil d’Etat et à la Cour decassation et le notifier à l’avocat dudemandeur dans la forme des noti-fications entre avocats.Le délai prévu à l’alinéa précédentest prescrit à peine d’irrecevabilité,prononcée d’office, du mémoire enréponse.

Chapitre II: La procédure sansreprésentation obligatoire.

Article 983Les dispositions du présent cha-pitre s’appliquent aux pourvois for-més dans les matières pour les-quelles une disposition spéciale dis-pense les parties du ministère d’unavocat au Conseil d’Etat et à laCour de cassation.

Article 984Le pourvoi en cassation est formépar déclaration écrite que la partieou tout mandataire muni d’unpouvoir spécial remet ou adressepar lettre recommandée avec de-mande d’avis de réception au greffede la Cour de cassation.

Article 985Outre les mentions prescrites parl’article 58, la déclaration désigne ladécision attaquée. Elle indique l’étatde la procédure d’exécution, saufdans les cas où l’exécution de la dé-cision attaquée est interdite par la loi.

180 Appendice normativa

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Article 986Le greffier enregistre le pourvoi. Ilmentionne la date à laquelle il estformé et délivre, ou adresse parlettre recommandée avec demanded’avis de réception, récépissé de ladéclaration, lequel reproduit la te-neur des articles 989 et 994.

Article 987Le greffier adresse aussitôt au dé-fendeur copie de la déclaration parlettre recommandée avec demanded’avis de réception.Cette notification reproduit la te-neur des articles 991 et 994.Le greffier demande simultané-ment communication du dossier augreffe de la juridiction qui a rendula décision attaquée.

Article 988Le greffier de la juridiction qui arendu la décision attaquée transmetsans délai au greffe de la Cour decassation le dossier de l’affaire au-quel sont jointes:- une copie de la décision attaquéeet de ses actes de notification;- une copie de la décision confir-mée ou infirmée par la décision at-taquée;- une copie de toute autre décisionrendue dans le même litige et à la-quelle la décision attaquée fait ré-férence;- les conclusions de première ins-tance et d’appel s’il en a été pris.Il transmet immédiatement augreffe de la Cour de cassation toutepièce qui lui parviendrait ultérieu-rement.

Article 989Lorsque la déclaration du pourvoine contient pas l’énoncé, mêmesommaire, des moyens de cassationinvoqués contre la décision atta-

Appendice normativa 181

quée, le demandeur doit, à peine dedéchéance constatée par ordon-nance du premier président ou deson délégué, faire parvenir augreffe de la Cour de cassation, auplus tard dans un délai de troismois à compter de la remise ou dela réception du récépissé de la dé-claration, un mémoire contenantcet énoncé, et, le cas échéant, lespièces invoquées à l’appui dupourvoi.Ce mémoire peut être établi par lemandataire de la partie sans nou-veau pouvoir spécial.

Article 990Lorsqu’un mémoire est produitpar le demandeur, le greffier de laCour de cassation en notifie sansdélai une copie au défendeur parlettre recommandée avec demanded’avis de réception.

Article 991Le défendeur au pourvoi disposed’un délai de deux mois à compterde la notification du mémoire dudemandeur ou de l’expiration dudélai de trois mois prévu à l’article989 pour remettre contre récépissé,ou adresser par lettre recomman-dée, au greffe de la Cour de cassa-tion un mémoire en réponse et for-mer, le cas échéant, un pourvoi in-cident.

Article 992Le greffier de la Cour de cassationnotifie, sans délai, une copie dumémoire en réponse au demandeurpar lettre simple.En cas de pourvoi incident, il no-tifie selon les mêmes formes au dé-fendeur à ce pourvoi une copie dumémoire prévu à l’alinéa 1er del’article 1010.

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Article 993Si un avocat au Conseil d’Etat et àla Cour de cassation a déclaré augreffe qu’il représentait une partie,la notification prévue à l’article 990ou à l’article 992 est remplacée parune notification faite à cet avocat.La remise à l’avocat, contre récé-pissé, d’une copie du mémoire,portant cachet à date du greffe,vaut notification.

Article 994En plus de l’original, il est produitpar le demandeur autant de copiesde son mémoire qu’il y a de défen-deurs et par le défendeur autant decopies du mémoire en réponsequ’il y a de demandeurs.Ces copies sont certifiées conformespar le signataire du mémoire.

Article 995Si le pourvoi a été formé selon lesrègles de la procédure avec repré-sentation obligatoire, il n’en est pasmoins recevable quelle que soit laprocédure ultérieurement suivie.Le défendeur n’est pas tenu de sefaire représenter par un avocat auConseil d’Etat et à la Cour de cas-sation.

Chapitre III: La procédure enmatière électorale.

omissis

Chapitre IV: Dispositions com-munes.

Article 1009Le premier président, ou son délé-gué, à la demande d’une des partiesou d’office, peut réduire les délaisprévus pour le dépôt des mémoireset des pièces.

182 Appendice normativa

A l’expiration de ces délais, le pré-sident de la formation compétentefixe la date de l’audience.

Article 1009-1Hors les matières où le pourvoiempêche l’exécution de la décisionattaquée, le premier président ouson délégué décide, à la demandedu défendeur et après avoir re-cueilli l’avis du procureur généralet les observations des parties, laradiation d’une affaire lorsque ledemandeur ne justifie pas avoirexécuté la décision frappée depourvoi, à moins qu’il ne lui appa-raisse que l’exécution serait de na-ture à entraîner des conséquencesmanifestement excessives ou que ledemandeur est dans l’impossibilitéd’exécuter la décision.La demande du défendeur doit, àpeine d’irrecevabilité prononcéed’office, être présentée avant l’ex-piration des délais prescrits aux ar-ticles 982 et 991.La décision de radiation n’emportepas suspension des délais impartisau demandeur au pourvoi par lesarticles 978 et 989.

Article 1009-2Le délai de péremption court àcompter de la notification de la dé-cision ordonnant la radiation. Il estinterrompu par un acte manifestantsans équivoque la volonté d’exécu-ter.

Article 1009-3Le premier président ou son délé-gué autorise, sauf s’il constate lapéremption, la réinscription del’affaire au rôle de la cour sur jus-tification de l’exécution de la déci-sion attaquée.Les délais impartis au défendeur

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par les articles 982 et 991 courent àcompter de la notification de la ré-inscription de l’affaire au rôle.

Article 1010Le pourvoi incident, même provo-qué, doit, à peine d’irrecevabilitéprononcée d’office, être fait sousforme de mémoire et contenir lesmêmes indications que le mémoiredu demandeur.Le mémoire doit, sous la mêmesanction:- être remis au greffe de la Cour decassation avant l’expiration du dé-lai prévu pour la remise du mé-moire en réponse;- être notifié dans le même délaiaux avocats des autres parties aupourvoi incident. Si, dans les ma-tières où la représentation est obli-gatoire, le défendeur n’a pasconstitué avocat, le mémoire doitlui être signifié au plus tard dans lemois suivant l’expiration de ce dé-lai.Le défendeur à un tel pourvoi dis-pose d’un délai d’un mois à comp-ter de la notification pour remettre,et s’il y a lieu notifier, son mémoireen réponse.

Article 1011Sauf le cas de déchéance prévu àl’article 978, l’affaire est distribuéedès que le demandeur a remis sonmémoire et, au plus tard, à l’expi-ration du délai imparti à cette fin.

Article 1012Le président de la formation à la-quelle l’affaire est distribuée dé-signe un conseiller ou un conseillerréférendaire de cette formation enqualité de rapporteur.Il peut fixer aussitôt la date de l’au-dience.

Appendice normativa 183

Article 1013La formation restreinte de la cham -bre à laquelle l’affaire a été distri-buée statue après un rapport oral.

Article 1015Le président doit avertir les partiesdes moyens de cassation qui pa-raissent pouvoir être relevés d’of-fice et les inviter à présenter leursobservations dans le délai qu’ilfixe.

Article 1015-1La chambre saisie d’un pourvoipeut solliciter l’avis d’une autrechambre saisie sur un point dedroit qui relève de la compétencede celle-ci.Les parties en sont avisées par leprésident de la chambre saisie dupourvoi. Elles peuvent présenterdes observations devant la chambreappelée à donner son avis.

Article 1016Conformément aux articles 11-1 et11-2 de la loi n° 72-626 du 5 juillet1972 modifiée, les débats sont pu-blics. La Cour peut néanmoins dé-cider que les débats auront lieu ouse poursuivront en chambre duconseil s’il doit résulter de leur pu-blicité une atteinte à l’intimité de lavie privée, ou si toutes les parties ledemandent, ou s’il survient desdésordres de nature à troubler lasérénité de la justice.Les arrêts sont prononcés publi-quement.

Article 1017Le rapport est fait à l’audience.

Article 1018Les avocats sont entendus après lerapport s’ils le demandent. Les

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parties peuvent aussi être enten-dues après y avoir été autoriséespar le président.

Article 1019La Cour de cassation statue aprèsavis du ministère public.

Article 1020L’arrêt vise le texte de loi sur lequella cassation est fondée.

Article 1021L’arrêt est signé par le président, lerapporteur et le greffier.

Article 1022Une copie de l’arrêt est adressée àla juridiction dont émane la déci-sion attaquée.

Article 1022-1Dans les affaires pour lesquelles lesparties sont dispensées du minis-tère d’un avocat au Conseil d’Etatet à la Cour de cassation, les déci-sions de cassation sont notifiéespar le greffe de la Cour de cassa-tion par lettre recommandée avecdemande d’avis de réception; lesdécisions de rejet ou de cassationsans renvoi sont portées par lettresimple à la connaissance des partiesqui ne sont pas assistées ou repré-sentées par un avocat au Conseild’Etat ou à la Cour de cassation.

Article 1022-2Le demandeur justifie de l’acquit-tement de la contribution pourl’aide juridique au plus tard au mo-ment de la remise de son mémoire.L’irrecevabilité du pourvoi est pro-noncée soit par ordonnance dupremier président, de son déléguéou du président de la chambre à la-quelle l’affaire a été distribuée, soitpar arrêt.

Chapitre V: Dispositions diverses

Section I: Augmentation des dé-lais.

Article 1023Les délais prévus aux articles 978 et989 sont augmentés:- d’un mois si le demandeur demeu -re dans un département d’ou tre-mer, à Mayotte ou dans un terri-toire d’outre-mer;- de deux mois s’il demeure à l’é -tranger.Les délais prévus aux articles 982,991 et 1010 (dernier alinéa) sont demême augmentés d’un mois ou dedeux mois selon que le défendeurdemeure dans un départementd’outre-mer, à Mayotte, un terri-toire d’outre-mer ou à l’étranger.

Section II: Le désistement.

Article 1024Le désistement du pourvoi doitêtre accepté s’il contient des ré-serves ou si le défendeur a préala-blement formé un pourvoi inci-dent.

Article 1025Les dispositions des articles 396,399, 400 et 403 s’appliquent au dé-sistement du pourvoi.

Article 1026Le désistement est constaté par or-donnance du premier président oudu président de la chambre à la-quelle l’affaire a été distribuée. Lepremier président ou le président dela formation compétente statue, lecas échéant, sur les demandes fon -dées sur l’article 700.Toutefois, le désistement est con -staté par arrêt s’il intervient aprèsle dépôt du rapport ou si l’accep-

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tation du défendeur, lorsqu’elle estnécessaire, n’est donnée qu’aprèsce dépôt. Cet arrêt équivaut à unarrêt de rejet et entraîne l’applica-tion des articles 628 et 630.

Section III: La récusation.

Article 1027La demande de récusation d’unmagistrat de la Cour de cassationest examinée par une chambre au -tre que celle à laquelle l’affaire estdistribuée et qui est désignée par lepremier président.

Section IV: La demande en faux.

Article 1028La demande en faux contre unepièce produite devant la Cour decassation est adressée au premierprésident.Elle est déposée au greffe et signéed’un avocat au Conseil d’Etat et àla Cour de cassation si le ministèreen est obligatoire dans l’affaire àpropos de laquelle la demande estprésentée.

Article 1029Le premier président statue aprèsavis du procureur général.Il rend une ordonnance de rejet ouune ordonnance portant autorisa-tion d’agir en faux.En cas de rejet, le demandeur peutêtre condamné au paiement d’uneamende civile dans les conditionsprévues à l’article 628.

Article 1030L’ordonnance portant autorisationd’agir en faux est signifiée au dé-fendeur dans le délai de quinzejours, avec sommation de déclarers’il entend se servir de la pièce ar-guée de faux.

A cette sommation doit être jointeune copie de la requête et de l’or-donnance du premier président.

Article 1031Le défendeur doit signifier au de-mandeur, dans un délai de quinzejours, s’il entend ou non se servirde la pièce arguée de faux.Dans le premier cas, ou s’il n’estpas répondu dans le délai dequinze jours, le premier présidentrenvoie les parties à se pourvoirdevant la juridiction qu’il désignepour qu’il soit statué sur la de-mande en faux.

Chapitre VI: La saisine pour avisde la Cour de cassation.

Article 1031-1Lorsque le juge envisage de sollici-ter l’avis de la Cour de cassation enapplication de l’article L. 151-1 ducode de l’organisation judiciaire, ilen avise les parties et le ministèrepublic, à peine d’irrecevabilité. Ilrecueille leurs observations écriteséventuelles dans le délai qu’il fixe,à moins qu’ils n’aient déjà conclusur ce point.Dès réception des observations ouà l’expiration du délai, le juge peut,par une décision non susceptiblede recours, solliciter l’avis de laCour de cassation en formulant laquestion de droit qu’il lui soumet.Il surseoit à statuer jusqu’à la ré-ception de l’avis ou jusqu’à l’expi-ration du délai mentionné à l’ar-ticle 1031-3.

Article 10t31-2La décision sollicitant l’avis estadressée, avec les conclusions et lesobservations écrites éventuelles,par le secrétariat de la juridictionau greffe de la Cour de cassation.

Appendice normativa 185

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Elle est notifiée, ainsi que la datede transmission du dossier, auxparties par lettre recommandéeavec demande d’avis de réception.Le ministère public auprès de la ju-ridiction est avisé ainsi que le pre-mier président de la cour d’appel etle procureur général lorsque la de-mande d’avis n’émane pas de lacour.

Article 1031-3La Cour de cassation rend son avisdans les trois mois de la réceptiondu dossier.Article 1031-4Dans les matières où la représenta-tion est obligatoire, les observa-tions éventuelles des parties doi-vent être signées par un avocat auConseil d’Etat et à la Cour de cas-sation.

Article 1031-5L’affaire est communiquée au pro-cureur général près la Cour de cas-sation. Celui-ci est informé de ladate de la séance.

Article 1031-6L’avis peut mentionner qu’il serapublié au Journal officiel de la Ré-publique française.Article 1031-7L’avis est adressé à la juridictionqui l’a demandé, au ministère pu-blic auprès de cette juridiction, aupremier président de la cour d’ap-pel et au procureur général lorsquela demande n’émane pas de la cour.Il est notifié aux parties par legreffe de la Cour de cassation.

Code de l’organisation judiciaire (estratto)

omissis

Livre IV – La Cour de cassation

Titre Ier: Institution et compé-tence

Article L411-1Il y a, pour toute la République,une Cour de cassation.

Article L411-2La Cour de cassation statue sur lespourvois en cassation forméscontre les arrêts et jugements ren-dus en dernier ressort par les juri-dictions de l’ordre judiciaire.La Cour de cassation ne connaîtpas du fond des affaires, sauf dis-position législative contraire.

Article L411-3La Cour de cassation peut cassersans renvoi lorsque la cassationn’implique pas qu’il soit à nouveaustatué sur le fond.Elle peut aussi, en cassant sans ren-voi, mettre fin au litige lorsque lesfaits, tels qu’ils ont été souveraine-ment constatés et appréciés par lesjuges du fond, lui permettent d’ap-pliquer la règle de droit appro-priée.En ces cas, elle se prononce sur lacharge des dépens afférents auxinstances civiles devant les juges dufond.L’arrêt emporte exécution forcée.Les modalités d’application duprésent article sont fixées par dé-cret en Conseil d’Etat.

186 Appendice normativa

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Article L411-4Ainsi qu’il est dit à l’article 11-1 del’ordonnance n° 58-1270 du 22 dé-cembre 1958 portant loi organiquerelative au statut de la magistrature,l’action récursoire contre les magis-trats ayant commis une faute per-sonnelle se rattachant au service pu-blic de la justice est exercée devantune chambre civile de la Cour decassation.

Titre II: Organisation

Article L421-1La Cour de cassation comprenddes chambres civiles et unechambre criminelle.

Article L421-2Les pourvois formés à l’encontredes arrêts et jugements rendus endernier ressort en matière pénalesont portés devant la chambre cri-minelle dans les conditions prévuesau code de procédure pénale.

Article L421-3Les arrêts de la Cour de cassationsont rendus soit par l’une deschambres, soit par une chambremixte, soit par l’assemblée plénière.

Article L421-4Lorsqu’une chambre mixte doitêtre constituée, elle est composéede magistrats appartenant à troischambres au moins de la cour.La chambre mixte est présidée par lepremier président, ou, en cas d’em-pêchement de celui-ci, par le plusancien des présidents de cham bre.Elle comprend, en outre, les prési-dents et doyens des chambres quila composent ainsi que deuxconseillers de chacune de ceschambres.

Article L421-5L’assemblée plénière est présidéepar le premier président, ou, en casd’empêchement de celui-ci, par leplus ancien des présidents dechambre.Elle comprend, en outre, les prési-dents et les doyens des chambresainsi qu’un conseiller de chaquechambre.

Article L421-6Les dispositions de l’article L. 121-2 ne sont pas applicables à la Courde cassation.

Article L421-7Un ou plusieurs avocats générauxà la Cour d’appel de Paris peuvent,par décret, être délégués à la Courde cassation pour exercer les fonc-tions du ministère public près cettejuridiction.

Article L421-8Les modalités d’application duprésent titre sont fixées par décreten Conseil d’Etat.

Titre III: Fonctionnement

Chapitre Ier: Les chambres de lacour

Section 1: Dispositions générales

Article L431-1Les affaires soumises à unechambre civile sont examinées parune formation de trois magistratsappartenant à la chambre à laquelleelles ont été distribuées.Cette formation statue lorsque lasolution du pourvoi s’impose.Dans le cas contraire, elle renvoiel’examen du pourvoi à l’audiencede la chambre.

Appendice normativa 187

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Toutefois, le premier président oule président de la chambre concer-née, ou leurs délégués, d’office ouà la demande du procureur généralou de l’une des parties, peuventrenvoyer directement une affaire àl’audience de la chambre par déci-sion non motivée.

Article L431-2En matière pénale, les dispositionsrelatives à la formation d’admis-sion des pourvois sont fixées par lecode de procédure pénale.

Article L431-3Les conseillers référendaires siè-gent, avec voix consultative, dans lachambre à laquelle ils sont affectés.Ils ont voix délibérative dans le ju-gement des affaires qu’ils sontchargés de rapporter.En outre, des conseillers référen-daires pris par ordre d’anciennetédans leurs fonctions peuvent, avecvoix délibérative, être appelés àcompléter la chambre à laquelle ilsappartiennent.

Article L431-4En cas de cassation, l’affaire est ren-voyée, sous réserve des dispositionsde l’article L. 411-3, devant uneautre juridiction de même natureque celle dont émane l’arrêt ou lejugement cassé ou devant la mêmejuridiction composée d’autres ma-gistrats.Lorsque le renvoi est ordonné parl’assemblée plénière, la juridictionde renvoi doit se conformer à ladécision de cette assemblée sur lespoints de droit jugés par celle-ci.

Section 2: Dispositions particu-lières aux chambres mixtes et àl’assemblée plénièreArticle L431-5Le renvoi devant une chambremixte peut être ordonné lors-qu’une affaire pose une questionrelevant normalement des attribu-tions de plusieurs chambres ou si laquestion a reçu ou est susceptiblede recevoir devant les chambresdes solutions divergentes; il doitl’être en cas de partage égal desvoix.

Article L431-6Le renvoi devant l’assemblée plé-nière peut être ordonné lorsque l’af-faire pose une question de principe,notamment s’il existe des solutionsdivergentes soit entre les juges dufond, soit entre les juges du fond etla Cour de cassation; il doit l’êtrelorsque, après cassation d’un pre-mier arrêt ou jugement, la décisionrendue par la juridiction de renvoiest attaquée par les mêmes moyens.

Article L431-7Le renvoi devant une chambremixte ou devant l’assemblée plé-nière est décidé soit, avant l’ouver-ture des débats, par ordonnancenon motivée du premier président,soit par arrêt non motivé de lachambre saisie.Le renvoi est de droit lorsque leprocureur général le requiert avantl’ouverture des débats.

Article L431-8En cas d’empêchement de l’un desmembres, il est remplacé par unconseiller désigné par le premierprésident ou, à défaut de celui-ci,par le président de chambre qui leremplace.

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Article L431-9La chambre mixte et l’assembléeplénière se prononcent sur le pour-voi même si les conditions de leursaisine n’étaient pas réunies.

Article L431-10Les modalités d’application duprésent chapitre sont fixées par dé-cret en Conseil d’Etat.

Chapitre II: Le parquet général

Article L432-1Le procureur général porte la pa-role aux audiences des chambresmixtes et de l’assemblée plénièreainsi que dans les assemblées géné-rales de la cour.Il peut la porter aux audiences deschambres et devant la formationprévue à l’article L. 441-2.

Article L432-2En cas d’empêchement du procu-reur général, celui-ci est remplacépour les actes de ses fonctions parun premier avocat général désignépar le procureur général ou, à dé-faut, par le plus ancien des pre-miers avocats généraux.Article L432-3Les premiers avocats généraux, lesavocats généraux et les avocats gé-néraux référendaires portent la pa-role, au nom du procureur général,devant les chambres auxquelles ilssont affectés.Ils peuvent être désignés par leprocureur général pour la porterégalement devant les autres forma-tions de la cour.

Article L432-4Lorsque l’empêchement d’un avo-cat général est de longue durée, le

premier président et le procureurgénéral peuvent, par une décisionconjointe, déléguer un conseillerdans les fonctions d’avocat général.Article L432-5Les modalités d’application duprésent chapitre sont fixées par dé-cret en Conseil d’Etat.

Titre IV: Dispositions particu-lières en cas de saisine pour avisde la Cour de cassation

Chapitre unique

Article L441-1Avant de statuer sur une questionde droit nouvelle, présentant unedifficulté sérieuse et se posant dansde nombreux litiges, les juridictionsde l’ordre judiciaire peuvent, parune décision non susceptible de re-cours, solliciter l’avis de la Cour decassation.

Article L441-2La formation de la Cour de cassa-tion qui se prononce sur la de-mande d’avis est présidée par lepremier président ou, en cas d’em-pêchement, par le président dechambre le plus ancien.Article L441-3L’avis rendu ne lie pas la juridic-tion qui a formulé la demande.

Article L441-4Les modalités d’application duprésent titre sont fixées, en ce quiconcerne les juridictions autres quepénales, par décret en Conseild’Etat.

omissis

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Titre Ier: Conditions généralesd’aptitude à la profession d’avo-cat au Conseil d’Etat et à la Courde cassation.

Article 1Nul ne peut accéder à la professiond’avocat au Conseil d’Etat et à laCour de cassation s’il ne remplitles conditions suivantes:1° Etre français ou ressortissantd’un Etat membre de la Commu-nauté européenne ou d’un autreEtat partie à l’accord sur l’Espaceéconomique européen.2° Etre titulaire, sous réserve desdispenses prévues aux articles 2, 3,4 et 5, d’au moins une maîtrise endroit ou de titres ou diplômes re-connus comme équivalents pourl’accès à la profession d’avocat;3° Avoir été inscrit pendant un anau moins sur la liste du stage ou autableau d’un barreau, sous réservedes dispenses prévues aux articles2, 3, 4 et 5;4° Avoir suivi la formation prévueau titre II, sous réserve des dis-penses prévues aux articles 2, 3, 4et 5;5° Avoir subi avec succès l’examend’aptitude à la profession d’avocatau Conseil d’Etat et à la Cour decassation prévu au titre III, sousréserve des dispenses prévues auxarticles 2, 3 et 5;6° N’avoir pas été l’auteur de faitsayant donné lieu à condamnationpénale pour agissements contrairesà l’honneur, à la probité ou auxbonnes moeurs;7° N’avoir pas été l’auteur de faitsde même nature ayant donné lieu àune sanction disciplinaire ou admi-nistrative de destitution, radiation,

révocation, de retrait d’agrémentou d’autorisation;8° N’avoir pas été frappé de faillitepersonnelle ou d’autre sanction enapplication du titre VI de la loi n°85-98 du 25 janvier 1985 relative auredressement et à la liquidation ju-diciaires des entreprises ou, dans lerégime antérieur à cette loi, en ap-plication du titre II de la loi n° 67-563 du 13 juillet 1967 sur le règle-ment judiciaire, la faillite person-nelle et les banqueroutes.

Article 2Sont dispensés des conditions pré-vues aux 2°, 3°, 4° et 5° de l’article1er:1° Les membres et anciens mem -bres du Conseil d’Etat, à l’excep-tion des maîtres des requêtes et desauditeurs;2° Les magistrats et anciens magis-trats à la Cour de cassation, à l’ex-ception des conseillers référendai -res et des auditeurs;3° Les magistrats et anciens magis-trats de la Cour des comptes, àl’exception des conseillers référen-daires et des auditeurs.

Article 3Sont dispensés des conditions pré-vues aux 2°, 3°, 4° et 5° de l’article1er, sous réserve de justifier dequatre années au moins d’exercicedes fonctions et d’avoir effectué unan de pratique professionnelle au-près d’un avocat au Conseil d’Etatet à la Cour de cassation:1° Les professeurs d’université,chargés d’un enseignement juri-dique;2° Les maîtres des requêtes et an-ciens maîtres des requêtes au

190 Appendice normativa

Décret n° 91-1125, 28.10.1991 - Conditions d’accès à la professiond’avocat au Conseil d’Etat et à la Cour de cassation (estratto)

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Conseil d’Etat et les conseillers ré-férendaires et anciens conseillersréférendaires à la Cour de cassationou à la Cour des comptes.

Article 4Sont dispensés des conditions pré-vues aux 2°, 3° et 4° de l’article 1er,sous réserve d’avoir effectué un ande pratique professionnelle auprèsd’un avocat au Conseil d’Etat et àla Cour de cassation, et des dispo-sitions du quatrième alinéa de l’ar-ticle 17:1° Les magistrats et anciens magis-trats de l’ordre judiciaire régis parl’ordonnance n° 58-1270 du 22 dé-cembre 1958, autres que ceux béné-ficiant des dispenses des articles 2 et3, justifiant d’au moins huit annéesd’exercice professionnel dans cecorps;2° Les membres et anciensmembres du Conseil d’Etat et de laCour des comptes, autres que ceuxbénéficiant des dispenses des ar-ticles 2 et 3, les membres et anciensmembres du corps des tribunauxadministratifs et des cours admi-nistratives d’appel et les membreset anciens membres des chambresrégionales des comptes, justifiantd’au moins huit années d’exerciceprofessionnel dans leurs corps;3° Les maîtres de conférences dedroit et les anciens maîtres-assis-tants, titulaires du doctorat endroit, ayant accompli dix années aumoins d’enseignement juridiquedans un établissement d’enseigne-ment supérieur;4° Les avocats et anciens avocatsayant été inscrits pendant dix an-nées au moins au tableau d’un bar-reau français ou d’un Etat membredes communautés européennes;5° Les conseils juridiques et an-ciens conseils juridiques ayant été

inscrits pendant dix années aumoins sur une liste de conseils ju-ridiques;6° Les notaires ayant au moins dixannées de fonction.

Article 5Peuvent être nommées avocats auConseil d’Etat et à la Cour de cas-sation sans remplir les conditionsde diplômes, de formation oud’examens professionnels prévuesà l’article 1er les personnes qui ontsuivi avec succès un cycle d’étudespostsecondaires d’une durée mini-male de trois ans ou d’une duréeéquivalente à temps partiel dansune université ou un établissementd’enseignement supérieur ou dansun autre établissement d’un niveauéquivalent de formation et, le caséchéant, la formation profession-nelle requise en plus de ce cycled’études et qui justifient:1° De diplômes, certificats ouautres titres permettant l’exercicede la même profession dans unEtat membre de la Communautéeuropéenne ou dans un autre Etatpartie à l’acord sur l’Espace écono-mique européen délivrés:a) Soit par l’autorité compétente decet Etat et sanctionnant une for-mation acquise de façon prépondé-rante dans l’Espace économiqueeuropéen;b) Soit par un pays tiers, à condi-tion que soit fournie une attesta-tion émanant de l’autorité compé-tente de l’Etat membre ou partiequi a reconnu les diplômes, certifi-cats ou autres titres certifiant queleur titulaire a une expérience pro-fessionnelle de trois ans au moinsdans cet Etat;2° Ou de l’exercice à plein temps dela même profession pendant deuxans au moins au cours des dix an-

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nées précédentes dans un Etatmembre ou partie qui ne régle-mente pas l’accès ou l’exercice decette profession à condition que cetexercice soit attesté par l’autoritécompétente de cet Etat. Toutefois,la condition d’une expérience pro-fessionnelle de deux ans n’est pasexigée lorsque le ou les titres deformation détenus par le deman-deur sanctionnent une formationréglementée directement orientéevers l’exercice de la profession.Sauf si les connaissances qu’il a ac-quises au cours de son expérienceprofessionnelle sont de nature àrendre cette vérification inutile,l’intéressé doit subir devant le juryprévu à l’article 18 un examend’aptitude dont le programme etles modalités sont fixés par arrêtédu garde des sceaux, ministre de lajustice, après avis du conseil del’ordre des avocats au Conseild’Etat et à la Cour de cassation:1° Lorsque sa formation porte surdes matières substantiellement dif-férentes de celles qui figurent auxprogrammes des diplômes et del’examen d’aptitude mentionnés au5° de l’article 1er;2° Ou lorsqu’une ou plusieurs desactivités professionnelles dontl’exercice est subordonné à la pos-session de ces diplômes et de cetexamen ne sont pas réglementéesdans l’Etat membre d’origine ou deprovenance ou sont réglementéesde manière différente et que cettedifférence est caractérisée par uneformation spécifique requise enFrance portant sur des matièressubstantiellement différentes decelles couvertes par le diplômedont le demandeur fait état.Les intéressés adressent leur dos-sier au garde des sceaux, ministrede la justice. A la réception du dos-

sier complet de l’intéressé, le gardedes sceaux, ministre de la justice,lui délivre un récépissé.La liste des candidats admis à seprésenter à l’examen est, après avisdu conseil de l’ordre des avocats auConseil d’Etat et à la Cour de cas-sation, arrêtée par le garde dessceaux, ministre de la justice. Ladécision du garde des sceaux, mi-nistre de la justice, est motivée etprécise, le cas échéant, les matièressur lesquelles les candidats doiventêtre interrogés compte tenu de leurformation initiale et de leur expé-rience professionnelle. Elle doit in-tervenir dans un délai de quatremois à compter de la date de la dé-livrance du récépissé.Nul ne peut se présenter plus detrois fois à l’examen d’aptitude.

Titre II: La formation.

Article 6Sont admises à suivre la formationà la profession d’avocat au Conseild’Etat et à la Cour de cassation lespersonnes qui satisfont aux condi-tions prévues aux 2° et 3° de l’ar-ticle 1er.

Article 7La formation est dispensée sousl’autorité du conseil de l’ordre desavocats au Conseil d’Etat et à laCour de cassation suivant les mo-dalités fixées par un règlement éta-bli par ses soins et soumis à l’ap-probation du garde des sceaux, mi-nistre de la justice, dans les condi-tions définies aux articles suivants.Les personnes admises à la forma-tion sont inscrites sur le registretenu à cet effet par le conseil del’ordre.

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Article 8La durée de la formation est detrois ans.

Article 9La formation comprend un ensei-gnement théorique la participationaux travaux de la conférence dustage des avocats au Conseil d’Etatet à la Cour de cassation et des tra-vaux de pratique professionnelle.Sont admises en deuxième, puis entroisième année de formation lespersonnes ayant été reconnuesaptes par le jury prévu à l’article 18qui se prononce sur l’ensemble destravaux écrits et oraux qu’elles onteffectués au cour de l’année précé-dente et, éventuellement, après unentretien avec l’intéressé. Chacunedes deux premières années ne peutêtre redoublée qu’une fois.

Article 10Les deuxième et troisième annéesde formation comprennent des tra-vaux de pratique professionnelle,qui sont effectués sous le contrôledu conseil de l’ordre et sous la di-rection et la responsabilité d’unavocat au Conseil d’Etat et à laCour de cassation, maître de stage.Au cours des deuxième et troi-sième années de formation, le sta-giaire doit accomplir un stage au-près du Conseil d’Etat et de laCour de cassation.Les travaux de pratique profes-sionnelle s’effectuent dans le cadred’une collaboration effective et ré-gulière au sein d’un ou plusieurscabinets d’avocat au Conseil d’Etatet à la Cour de cassation. Lorsquele stagiaire n’a pas trouvé de stagedans un cabinet d’avocat auConseil d’Etat et à la Cour de cas-sation, il appartient au président duconseil de l’ordre de désigner, à

cette fin, un avocat. Ce dernier nepeut, sans motif légitime, refuserd’être maître de stage. Les difficul-tés nées de l’application du présentalinéa sont soumises à l’arbitragedu vice-président du Conseild’Etat et du premier président de laCour de cassation.L’affectation du stagiaire peut êtremodifiée en cours de stage par leprésident du conseil de l’ordre desavocats au Conseil d’Etat et à laCour de cassation, soit dans un in-térêt pédagogique, soit si le stagene peut plus être poursuivi dans lesconditions où il était effectué.Cette modification est mentionnéeau registre prévu à l’article 7.

Article 11Le stagiaire ne peut se substituerau maître de stage dans les actes desa fonction. Toutefois, il peut, s’iln’est pas inscrit sur la liste du staged’un barreau, présenter des obser-vations orales devant les tribunauxadministratifs et les cours adminis-tratives d’appel en présence de sonmaître de stage et sous le contrôleet la responsabilité de ce dernier,avec l’autorisation du président dela formation devant laquelle il seprésente.Les travaux de pratique profes-sionnelle doivent correspondre à ladurée normale du travail, tellequ’elle résulte des accords ouusages en vigueur pour la catégorieprofessionnelle considérée. Toute-fois, le maître de stage est tenu delaisser au stagiaire le temps néces-saire pour suivre l’enseignementprévu à l’article 9.La rémunération du stagiaire estfixée à l’amiable ou, à défaut, par leprésident du conseil de l’ordre desavocats au Conseil d’Etat et à laCour de cassation conformément

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aux accords ou usages mentionnésau deuxième alinéa.

Article 12Le maître de stage tient un dossierde stage dans lequel il porte, àl’achèvement du stage et au moinschaque année, ses appréciations surla qualité du travail effectué par lestagiaire.Une copie du dossier de stage estcommuniquée au président duconseil de l’ordre des avocats auConseil d’Etat et à la Cour de cas-sation.

Article 13Le maître de stage ou le stagiaireavise le président du conseil del’ordre des avocats au Conseild’Etat et à la Cour de cassation detous changements dans les condi-tions d’accomplissement du stage.Le conseil de l’ordre porte ces mo-difications sur le registre prévu àl’article 7.

Article 14La personne admise à la formationne peut suspendre celle-ci pendantplus de trois mois sans motif légi-time.

Article 15La personne admise à la formationest radiée du registre prévu à l’ar-ticle 7 par décision du conseil del’ordre des avocats au Conseild’Etat et à la Cour de cassation sielle fait l’objet d’une condamna-tion pénale définitive pour des faitscontraires à l’honneur, à la probitéou aux bonnes moeurs, ou si ellesuspend sa formation sans motiflégitime pendant plus de troismois.Elle peut être radiée si elle mécon-naît gravement les obligations de la

formation ou si elle commet desfaits contraires à l’honneur, à laprobité ou aux bonnes moeurs.Dans tous les cas, la décision nepeut être prise sans que l’intéresséait été entendu ou appelé.En cas de réinscription, l’intéresséconserve le bénéfice des périodesde formation accomplies.Les décisions de radiation ou denon-réintégration, qui doivent êtremotivées, sont notifiées à l’inté-ressé par lettre recommandée avecdemande d’avis de réception. Ellespeuvent faire l’objet d’un recourspour excès de pouvoir devant leConseil d’Etat.

Article 16A l’issue de la formation, un certi-ficat de fin de formation est délivréaux stagiaires qui ont satisfait àl’ensemble de leurs obligations parle conseil de l’ordre des avocats auConseil d’Etat et à la Cour de cas-sation.Le certificat de fin de formationmentionne la durée du service ef-fectué, la nature des fonctions oc-cupées et les observations dumaître de stage sur les conditionsdans lesquelles le stagiaire s’est ac-quitté de sa mission.Si le conseil de l’ordre estime quele stagiaire n’a pas satisfait à sesobligations, il peut, après avoir en-tendu l’intéressé, prolonger le stagepour une période d’une année re-nouvelable une fois. A l’expirationde la prolongation, le certificat estdélivré ou refusé.La décision du conseil de l’ordreest motivée. Elle est notifiée parlettre recommandée avec demanded’avis de réception à l’intéressé etpeut faire l’objet d’un recours pourexcès de pouvoir devant le Conseild’Etat.

194 Appendice normativa

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Titre III: L’examen d’aptitude à laprofession d’avocat au Conseild’Etat et à la Cour de cassation.

Article 17L’examen d’aptitude à la professiond’avocat au Conseil d’Etat et à laCour de cassation a lieu au moinsune fois par an.Le programme et les modalités del’examen sont fixés par arrêté dugarde des sceaux, ministre de lajustice, après avis du conseil del’ordre des avocats au Conseild’Etat et à la Cour de cassation.L’examen comporte des épreuvesécrites, à l’issue desquelles les can-didats peuvent être déclarés admis-sibles aux épreuves orales dontl’une porte sur la réglementationprofessionnelle et la gestion d’unoffice.Les personnes mentionnées à l’ar-ticle 4 subissent deux épreuvesécrites qu’elles choisissent dans lesconditions suivantes: soit la rédac-tion d’un mémoire devant leConseil d’Etat et celle d’un mé-moire devant la Cour de cassation,soit la rédaction d’un de ces deuxmémoires, à leur choix, et celled’une consultation juridique por-tant sur une affaire relevant de lajuridiction supérieure non concer-née par le mémoire. Elles sont dis-pensées des épreuves orales, à l’ex-ception de celle portant sur la ré-glementation professionnelle et lagestion d’un office.Sous réserve des dispenses prévuesà l’article 4, seules peuvent se pré-senter à l’examen d’aptitude lespersonnes titulaires du certificat defin de formation.Nul ne peut se présenter plus detrois fois à l’examen d’aptitude à la

profession d’avocat au Conseild’Etat et à la Cour de cassation.Article 18L’examen d’aptitude à la professiond’avocat au Conseil d’Etat et à laCour de cassation est subi devantun jury qui choisit les sujets desépreuves.Le jury est composé comme suit:- un conseiller d’Etat;- un conseiller à la Cour de cassa-tion;- un professeur d’université, chargéd’un enseignement juridique;- trois avocats au Conseil d’Etat età la Cour de cassation.Le jury est présidé alternativementpar le conseiller d’Etat et par leconseiller à la Cour de cassation.Le jury du premier examen seraprésidé par le conseiller d’Etat. Leprésident et les membres du jurysont désignés pour une durée detrois ans, renouvelable une fois,par arrêté du garde des sceaux, mi-nistre de la justice. Le conseillerd’Etat est désigné sur propositiondu vice-président du Conseild’Etat, le conseiller à la Cour decassation sur proposition du Pre-mier président de la Cour de cas-sation, le professeur d’universitéchargé d’un enseignement juri-dique sur proposition du ministrechargé des universités et les troisavocats au Conseil d’Etat et à laCour de cassation sur propositiondu conseil de l’ordre.Des suppléants sont nommés ennombre égal et dans les mêmesconditions.En cas de partage égal des voix,celle du président est prépondé-rante.

omissis

Appendice normativa 195

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3. Tribunal Supremo spagnolo

Ley de Enjuiciamiento Civil, 7.1.2000, n. 1 (estratto)Il testo è consultabile anche all’indirizzo http://www.mjusticia.gob.es/La Ley 10.10.2011, n. 37, ha modificato, a far data dal 30.10.2011, svariatenorme in materia di giudizio di cassazione. Si riportano pertanto il testoattuale e quello vigente alla data del convegno, sul quale si è incentratol’intervento del relatore.

196 Appendice normativa

Testo previgente(ultima modifica: Ley 3.11.2009, n.

13)

LIBRO II - De los procesos declarativos

omissis

Titulo IV - De los recursos

omissis

Capitulo V - Del recurso de casación

Artículo 477 - Motivo del recursode casación y resoluciones recur-ribles en casación.

1. El recurso de casación habrá defundarse, como motivo único, en lainfracción de normas aplicablespara resolver las cuestiones objetodel proceso.

2. Serán recurribles en casación lassentencias dictadas en segunda ins-tancia por las Audiencias Provin-ciales, en los siguientes casos:(1) Cuando se dictaran para la tutelajudicial civil de derechos fundamen-tales, excepto los que reconoce elartículo 24 de la Constitución.(2) Cuando la cuantía del asuntoexcediere de veinticinco millonesde pesetas [150.253,03 €].

Testo modificato dalla Ley 10.10.2011, n. 37(modifiche sottolineate)

LIBRO II - De los procesos declarativos

omissis

Titulo IV - De los recursos

omissis

Capitulo V - Del recurso de casación

Artículo 477 - Motivo del recursode casación y resoluciones recur-ribles en casación.

1. El recurso de casación habrá defundarse, como motivo único, en lainfracción de normas aplicablespara resolver las cuestiones objetodel proceso.

2. Serán recurribles en casación lassentencias dictadas en segunda ins-tancia por las Audiencias Provin-ciales, en los siguientes casos:(1) Cuando se dictaran para la tutelajudicial civil de derechos fundamen-tales, excepto los que reconoce elartículo 24 de la Constitución.(2) Siempre que la cuantía del pro-ceso excediere de 600.000 euros.(3) Cuando la cuantía del proceso

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Appendice normativa 197

(3) Cuando la resolución del re-curso presente interés casacional.

3. Se considerará que un recursopresenta interés casacional cuandola sentencia recurrida se oponga adoctrina jurisprudencial del Tribu-nal Supremo o resuelva puntos ycuestiones sobre los que exista juri-sprudencia contradictoria de lasAudiencias Provinciales o apliquenormas que no lleven más de cincoaños en vigor, siempre que, en esteúltimo caso, no existiese doctrinajurisprudencial del Tribunal Su-premo relativa a normas anterioresde igual o similar contenido.Cuando se trate de recursos de ca-sación de los que deba conocer unTribunal Superior de Justicia, se en-tenderá que también existe interéscasacional cuando la sentencia re-currida se oponga a doctrina juri-sprudencial o no exista dicha doc-trina del Tribunal Superior sobrenormas de Derecho especial de laComunidad Autónoma correspon-diente.

no excediere de 600.000 euros oeste se haya tramitado por razón dela materia, siempre que, en amboscasos, la resolución del recurso pre-sente interés casacional.

3. Se considerará que un recursopresenta interés casacional cuandola sentencia recurrida se oponga adoctrina jurisprudencial del Tribu-nal Supremo o resuelva puntos ycuestiones sobre los que exista juri-sprudencia contradictoria de lasAudiencias Provinciales o apliquenormas que no lleven más de cincoaños en vigor, siempre que, en esteúltimo caso, no existiese doctrinajurisprudencial del Tribunal Su-premo relativa a normas anterioresde igual o similar contenido.Cuando se trate de recursos de ca-sación de los que deba conocer unTribunal Superior de Justicia, se en-tenderá que también existe interéscasacional cuando la sentencia re-currida se oponga a doctrina juri-sprudencial o no exista dicha doc-trina del Tribunal Superior sobrenormas de Derecho especial de laComunidad Autónoma correspon-diente.

Artículo 478 - Competencia. Si-multaneidad de recursos.

1. El conocimiento del recurso decasación, en materia civil, corre-sponde a la Sala Primera del Tribu-nal Supremo.No obstante, corresponderá a lasSalas de lo Civil y Penal de los Tri-bunales Superiores de Justicia co-nocer de los recursos de casaciónque procedan contra las resolucio-nes de los tribunales civiles consede en la Comunidad Autónoma,siempre que el recurso se funde, ex-

Artículo 478 - Competencia. Si-multaneidad de recursos.

1. El conocimiento del recurso decasación, en materia civil, corre-sponde a la Sala Primera del Tribu-nal Supremo.No obstante, corresponderá a lasSalas de lo Civil y Penal de los Tri-bunales Superiores de Justicia co-nocer de los recursos de casaciónque procedan contra las resolucio-nes de los tribunales civiles consede en la Comunidad Autónoma,siempre que el recurso se funde, ex-

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198 Appendice normativa

clusivamente o junto a otros moti-vos, en infracción de las normas delDerecho civil, foral o especial pro-pio de la Comunidad, y cuando elcorrespondiente Estatuto de Auto-nomía haya previsto esta atribu-ción.

2. Cuando la misma parte prepararerecursos de casación contra una mi-sma sentencia ante el Tribunal Su-premo y ante Tribunal Superior deJusticia, se tendrá, mediante provi-dencia, por no presentado el pri-mero de ellos, en cuanto se acrediteesta circunstancia.

clusivamente o junto a otros moti-vos, en infracción de las normas delDerecho civil, foral o especial pro-pio de la Comunidad, y cuando elcorrespondiente Estatuto de Auto-nomía haya previsto esta atribu-ción.

2. Cuando la misma parte inter-ponga recursos de casación contrauna misma sentencia ante el Tribu-nal Supremo y ante el Tribunal Su-perior de Justicia, se tendrá, me-diante providencia, por no presen-tado el primero de ellos, en cuantose acredite esta circunstancia.

Artículo 479 - Preparación del re-curso.

1. El recurso de casación se prepa-rará mediante escrito presentadoante el tribunal que hubiere dictadola sentencia, dentro de los cincodías siguientes a su notificación.

2. Si se pretendiere recurrir senten-cia de las previstas en el número 1del apartado 2 del artículo 477, elescrito de preparación se limitará aexponer sucintamente la vulnera-ción de derecho fundamental que seconsidere cometida.

3. Cuando se pretenda recurrir unasentencia conforme a lo dispuestoen el número 2 del apartado 2 delartículo 477, el escrito de prepara-ción únicamente deberá indicar lainfracción legal que se consideracometida.

4. Cuando se pretenda recurrir unasentencia al amparo de lo dispuestoen el número 30 del apartado 2 del

Artículo 479 - Interposición delrecurso.

1. El recurso de casación se inter-pondrá ante el tribunal que hayadictado la resolución que se impu-gne dentro del plazo de veinte díascontados desde el día siguiente a lanotificación de aquélla.

2. Si la resolución impugnada fuerasusceptible de recurso y éste se hu-biere formulado dentro de plazo,en el plazo de tres días el Secreta-rio judicial tendrá por interpuestoel recurso. En caso contrario lopondrá en conocimiento del tribu-nal para que se pronuncie sobre laadmisión del recurso.Si el tribunal entendiera que se cum-plen los requisitos de admisión, dic-tará providencia teniendo por inter-puesto el recurso; en caso contrario,dictará auto declarando la inadmi-sión. Contra este auto sólo podráinterponerse recurso de queja.Contra la resolución por la que setenga por interpuesto el recurso nocabrá recurso alguno, pero la parte

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Appendice normativa 199

artículo 477, el escrito de prepara-ción deberá expresar, además de lainfracción legal que se considerecometida, las sentencias que pon-gan de manifiesto la doctrina juri-sprudencial o jurisprudencia con-tradictoria en que se funde el in-terés casacional que se alegue.

recurrida podrá oponerse a la ad-misión al comparecer ante el tribu-nal de casación.

Artículo 480 - Resolución sobre lapreparación del recurso.

1. Si el recurso o recursos de casa-ción que se hubieren preparadocumplieren los requisitos estableci-dos en el artículo anterior, el tribu-nal los tendrá por preparados.Si los requisitos no se cumplieren,dictará auto rechazando el recurso.Contra este auto únicamente podráinterponerse recurso de queja.

2. Contra la providencia en que setenga por preparado el recurso decasación, la parte recurrida no po-drá interponer recurso alguno, peropodrá oponerse a la admisión delrecurso al comparecer ante el tribu-nal de casación.

Artículo 480 - Resolución sobre lapreparación del recurso.

DEROGADO

Artículo 481 - Contenido del escri -to de interposición del recurso.

1. En el plazo de los veinte días si-guientes a aquel en que se tenga porpreparado el recurso de casación, ha-brá de presentarse, ante el tribunalque hubiese dictado la sentencia re-currida, escrito de interposición, enel que se expondrán, con la necesa-ria extensión, sus fundamentos y sepodrá pedir la celebración de vista.

2. Al escrito de interposición seacompañarán certificación de lasentencia impugnada y, cuando seaprocedente, texto de las sentencias

Artículo 481 - Contenido delescrito de interposición del recurso.

1. En el escrito de interposición seexpresará el supuesto, de los previ-stos por el artículo 477.2, conformeal que se pretende recurrir la sen-tencia. Igualmente se expondrán,con la necesaria extensión, los fun-damentos y se podrá pedir la cele-bración de vista.

2. Al escrito de interposición seacompañarán certificación de lasentencia impugnada y, cuando seaprocedente, texto de las sentencias

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200 Appendice normativa

que se aduzcan como fundamentodel interés casacional.

3. En su caso, en el escrito de in-terposición, además de fundamen-tarse el recurso de casación, se ha-brá de manifestar razonadamentecuanto se refiera al tiempo de vi-gencia de la norma y a la inexisten-cia de doctrina jurisprudencial rela-tiva a la norma que se estime in-fringida.

4. Finalizado el plazo para interpo-ner el recurso de casación sin haberpresentado el escrito de interposi-ción, el Secretario judicial declararádesierto el recurso e impondrá alrecurrente las costas causadas, si lashubiere.

que se aduzcan como fundamentodel interés casacional.

3. En su caso, en el escrito de in-terposición, además de fundamen-tarse el recurso de casación, se ha-brá de manifestar razonadamentecuanto se refiera al tiempo de vi-gencia de la norma y a la inexisten-cia de doctrina jurisprudencial rela-tiva a la norma que se estime in-fringida.

4. DEROGADO

Artículo 482 - Remisión de los au-tos. Negativa a expedir certifica-ciones.

1. Presentado el escrito de interpo-sición, dentro de los cinco días si-guientes el Secretario judicial remi-tirá todos los autos originales alTribunal competente para conocerdel recurso de casación, con empla-zamiento de las partes por términode treinta días.Si el recurrente no comparecieredentro del plazo señalado, el Secre-tario judicial declarará desierto elrecurso y quedará firme la resolu-ción recurrida.

2. Si el recurrente no hubiere po-dido obtener la certificación de sen-tencia a que se refiere el artículo481, se efectuará no obstante la re-misión de los autos dispuesta en elapartado anterior. La negativa o re-sistencia a expedir la certificación

Artículo 482 - Remisión de los au-tos. Negativa a expedir certifica-ciones.

1. Presentado el escrito de interpo-sición, dentro de los cinco días si-guientes el Secretario judicial remi-tirá todos los autos originales alTribunal competente para conocerdel recurso de casación, con empla-zamiento de las partes por términode treinta días.Si el recurrente no comparecieredentro del plazo señalado, el Secre-tario judicial declarará desierto elrecurso y quedará firme la resolu-ción recurrida.

2. Si el recurrente no hubiere po-dido obtener la certificación de sen-tencia a que se refiere el artículo481, se efectuará no obstante la re-misión de los autos dispuesta en elapartado anterior. La negativa o re-sistencia a expedir la certificación

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Appendice normativa 201

será corregida disciplinariamente y,si fuere necesario, la Sala de casa-ción las reclamará del Secretario ju-dicial que deba expedirla.

será corregida disciplinariamente y,si fuere necesario, la Sala de casa-ción las reclamará del Secretario ju-dicial que deba expedirla.

Artículo 483 - Decisión sobre laadmisión del recurso.

1. Recibidos los autos en el tribu-nal, se pasarán las actuaciones alMagistrado ponente para que se in-struya y someta a la deliberación dela Sala lo que haya de resolverse so-bre la admisión o inadmisión delrecurso de casación.

2. Procederá la inadmisión del re-curso de casación:1º Si, pese a haberse tenido por pre-parado el recurso, éste fuere impro-cedente, por no ser recurrible lasentencia o por cualquier defecto deforma no subsanable en que se hu-biese incurrido en la preparación.2º Si el escrito de interposición delrecurso no cumpliese los requisitosestablecidos, para los distintos ca-sos, en esta Ley.3º Si el asunto no alcanzase la cuan -tía requerida, o no existiere interéscasacional por inexistencia de oposi-ción a doctrina jurisprudencial, porfalta de jurisprudencia contradicto-ria o si la norma que se pretende in-fringida llevase vigente más de cincoaños o, a juicio de la Sala, existiesedoctrina jurisprudencial del Tribu-nal Supremo sobre dicha norma osobre otra anterior de contenidoigual o similar.Asimismo se inadmitirá el recursoen los casos del segundo párrafo delapartado 3 del art. 477, cuando elTribunal Superior de Justicia corre-spondiente considere que ha senta -do doctrina sobre la norma discu-tida o sobre otra anterior de conte-nido igual o similar.

Artículo 483 - Decisión sobre laadmisión del recurso.

1. Recibidos los autos en el tribu-nal, se pasarán las actuaciones alMagistrado ponente para que se in-struya y someta a la deliberación dela Sala lo que haya de resolverse so-bre la admisión o inadmisión delrecurso de casación.

2. Procederá la inadmisión del re-curso de casación:1º Si el recurso fuera improcedente,por no ser recurrible la sentencia opor cualquier otro defecto de formano subsanable.

2º Si el escrito de interposición delrecurso no cumpliese los requisitosestablecidos, para los distintos ca-sos, en esta Ley.3º Si el asunto no alcanzase la cuan -tía requerida, o no existiere interéscasacional por inexistencia de oposi-ción a doctrina jurisprudencial, porfalta de jurisprudencia contradicto-ria o si la norma que se pretende in-fringida llevase vigente más de cincoaños o, a juicio de la Sala, existiesedoctrina jurisprudencial del Tribu-nal Supremo sobre dicha norma osobre otra anterior de contenidoigual o similar.Asimismo se inadmitirá el recursoen los casos del segundo párrafo delapartado 3 del art. 477, cuando elTribunal Superior de Justicia corre-spondiente considere que ha senta -do doctrina sobre la norma discu-tida o sobre otra anterior de conte-nido igual o similar.

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202 Appendice normativa

3. La Sala, antes de resolver, pondráde manifiesto mediante providenciala posible causa de inadmisión delrecurso de casación a las partes per-sonadas para que, en el plazo dediez días, formulen las alegacionesque estimen procedentes.

4. Si la Sala entendiere que concurrealguna de las causas de inadmisión,dictará auto declarando la inadmi-sión del recurso de casación y la fir-meza de la resolución recurrida. Sila causa de inadmisión no afectaramás que a alguna de las infraccio-nes alegadas, resolverá también me-diante auto la admisión del recursorespecto de las demás que el re-curso denuncie.

5. Contra el auto que resuelva so-bre la admisión del recurso de ca-sación no se dará recurso alguno.

3. La Sala, antes de resolver, pondráde manifiesto mediante providenciala posible causa de inadmisión delrecurso de casación a las partes per-sonadas para que, en el plazo dediez días, formulen las alegacionesque estimen procedentes.

4. Si la Sala entendiere que concurrealguna de las causas de inadmisión,dictará auto declarando la inadmi-sión del recurso de casación y la fir-meza de la resolución recurrida. Sila causa de inadmisión no afectaramás que a alguna de las infraccio-nes alegadas, resolverá también me-diante auto la admisión del recursorespecto de las demás que el re-curso denuncie.

5. Contra el auto que resuelva so-bre la admisión del recurso de ca-sación no se dará recurso alguno.

Artículo 484 - Decisión sobre lacompetencia en trámite de admi-sión.

1. En el trámite de admisión a quese refiere el artículo anterior, la Salaexaminará su competencia para co-nocer del recurso de casación, antesde pronunciarse sobre laadmisibilidad del mismo. Si no seconsiderare competente, acordará,previa audiencia de las partes porplazo de diez días, la remisión delas actuaciones y emplazamiento delas partes para que comparezcanante la Sala que se estime compe-tente en el plazo de diezdías.

2. En el caso a que se refiere elapartado anterior, recibidas las ac-tuaciones y personadas las partesante la Sala que se haya conside-

Artículo 484 - Decisión sobre lacompetencia en trámite de admi-sión.

1. En el trámite de admisión a quese refiere el artículo anterior, la Salaexaminará su competencia para co-nocer del recurso de casación, antesde pronunciarse sobre laadmisibilidad del mismo. Si no seconsiderare competente, acordará,previa audiencia de las partes porplazo de diez días, la remisión delas actuaciones y emplazamiento delas partes para que comparezcanante la Sala que se estime compe-tente en el plazo de diezdías.

2. En el caso a que se refiere elapartado anterior, recibidas las ac-tuaciones y personadas las partesante la Sala que se haya conside-

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Appendice normativa 203

rado competente, continuará la su-stanciación del recurso desde el trá-mite de admisión.

3. Las Salas de los Tribunales Su-periores de Justicia no podrán de-clinar su competencia para conocerde los recursos de casación que leshayan sido remitidos por la SalaPrimera del Tribunal Supremo.

rado competente, continuará la sus-tanciación del recurso desde el trá-mite de admisión.

3. Las Salas de los Tribunales Su-periores de Justicia no podrán de-clinar su competencia para conocerde los recursos de casación que leshayan sido remitidos por la SalaPrimera del Tribunal Supremo.

Artículo 485 - Admisión y tras-lado a las otras partes.

Admitido el recurso de casación, elSecretario judicial dará traslado delescrito de interposición, con susdocumentos adjuntos, a la parte opartes recurridas, para que formali-cen su oposición por escrito en elplazo de veinte días y manifiestensi consideran necesaria la celebra-ción de vista.En el escrito de oposición también sepodrán alegar las causas de inadmi-sibilidad del recurso que se conside-ren existentes y que no hayan sidoya rechazadas por el Tribunal.

Artículo 485 - Admisión y tras-lado a las otras partes.

Admitido el recurso de casación, elSecretario judicial dará traslado delescrito de interposición, con susdocumentos adjuntos, a la parte opartes recurridas, para que formali-cen su oposición por escrito en elplazo de veinte días y manifiestensi consideran necesaria la celebra-ción de vista.En el escrito de oposición también sepodrán alegar las causas de inadmi-sibilidad del recurso que se conside-ren existentes y que no hayan sidoya rechazadas por el Tribunal.

Artículo 486 - Votación y fallo.Eventual vista

1. Transcurrido el plazo a que se re-fiere el artículo anterior, háyansepresentado o no los escritos de opo-sición, si todas las partes hubierensolicitado la celebración de vista elSecretario judicial señalará día yhora para su celebración. De igualmodo se procederá cuando el Tribu-nal hubiera resuelto, mediante pro-videncia, por considerarlo conve-niente para la mejor impartición dejusticia, la celebración de dicho acto.En caso contrario, la Sala señalarádía y hora para la votación y fallodel recurso de casación.

Artículo 486 - Votación y fallo.Eventual vista

1. Transcurrido el plazo a que se re-fiere el artículo anterior, háyansepresentado o no los escritos de opo-sición, si todas las partes hubierensolicitado la celebración de vista elSecretario judicial señalará día yhora para su celebración. De igualmodo se procederá cuando el Tribu-nal hubiera resuelto, mediante pro-videncia, por considerarlo conve-niente para la mejor impartición dejusticia, la celebración de dicho acto.En caso contrario, la Sala señalarádía y hora para la votación y fallodel recurso de casación.

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204 Appendice normativa

2. La vista comenzará con el infor -me de la parte recurrente, para de-spués proceder al de la parte recur-rida. Si fueren varias las partes re-currentes, se estará al orden de in-terposición de los recursos, y siendovarias las partes recurridas, al ordende las comparecencias.

2. La vista comenzará con el infor -me de la parte recurrente, para de-spués proceder al de la parte recur-rida. Si fueren varias las partes re-currentes, se estará al orden de in-terposición de los recursos, y siendovarias las partes recurridas, al ordende las comparecencias.

Artículo 487 - Sentencia. Efectos.

1. La Sala dictará sentencia sobre elrecurso de casación dentro de losveinte días siguientes al de finaliza-ción de la vista, o al señalado parala votación y fallo.

2. Si se tratare de los recursos de ca-sación previstos en los números 1º y2º del apartado 2 del art. 477, la sen-tencia que ponga fin al recurso de ca-sación confirmará o casará, en todoo en parte, la sentencia recurrida.

3. Cuando el recurso de casaciónsea de los previstos en el número 3ºdel apartado 2 del art. 477, si la sen-tencia considerara fundado el re-curso, casará la resolución impu-gnada y resolverá sobre el caso, de-clarando lo que corresponda segúnlos términos en que se hubiere pro-ducido la oposición a la doctrinajurisprudencial o la contradicción odivergencia de jurisprudencia.Los pronunciamientos de la senten-cia que se dicte en casación enningún caso afectarán a las situa-ciones jurídicas creadas por las sen-tencias, distintas de la impugnada,que se hubieren invocado.

Artículo 487 - Sentencia. Efectos.

1. La Sala dictará sentencia sobre elrecurso de casación dentro de losveinte días siguientes al de finaliza-ción de la vista, o al señalado parala votación y fallo.

2. Si se tratare de los recursos de ca-sación previstos en los números 1º y2º del apartado 2 del art. 477, la sen-tencia que ponga fin al recurso de ca-sación confirmará o casará, en todoo en parte, la sentencia recurrida.

3. Cuando el recurso de casaciónsea de los previstos en el número 3ºdel apartado 2 del art. 477, si la sen-tencia considerara fundado el re-curso, casará la resolución impu-gnada y resolverá sobre el caso, de-clarando lo que corresponda segúnlos términos en que se hubiere pro-ducido la oposición a la doctrinajurisprudencial o la contradicción odivergencia de jurisprudencia.Los pronunciamientos de la senten-cia que se dicte en casación enningún caso afectarán a las situa-ciones jurídicas creadas por las sen-tencias, distintas de la impugnada,que se hubieren invocado.

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Appendice normativa 205

Artículo 488 - Sustanciación y de-cisión de los recursos de casacióny extraordinario por infracciónprocesal, cuando litigantes de unmismo pleito opten por distintorecurso extraordinario.

1. Cuando distintos litigantes de unmismo proceso opten, cada uno deellos, por diferente recurso extraor-dinario, el que se funde en infrac-ción procesal se sustanciará por eltribunal competente con preferenciaal de casación, cuya tramitación, sinembargo, será iniciada y continuaráhasta que se decida su admisión,quedando después en suspenso.

2. Si se dictara sentencia totalmentedesestimatoria del recurso por in-fracción procesal, se comunicará deinmediato al tribunal competentepara la casación, se alzará de inme-diato su suspensión y se tramitaráel recurso con arreglo a lo dispue-sto en el presente capítulo.

3. Si se estimare el recurso extraor-dinario por infracción procesal, elre curso de casación presentado que-dará sin efecto, sin perjuicio de loprevisto en el art. 467 de la presenteLey.

Artículo 488 - Sustanciación y de-cisión de los recursos de casacióny extraordinario por infracciónprocesal, cuando litigantes de unmismo pleito opten por distintorecurso extraordinario.

1. Cuando distintos litigantes de unmismo proceso opten, cada uno deellos, por diferente recurso extraor-dinario, el que se funde en infrac-ción procesal se sustanciará por eltribunal competente con preferenciaal de casación, cuya tramitación, sinembargo, será iniciada y continuaráhasta que se decida su admisión,quedando después en suspenso.

2. Si se dictara sentencia totalmentedesestimatoria del recurso por in-fracción procesal, se comunicará deinmediato al tribunal competentepara la casación, se alzará de inme-diato su suspensión y se tramitaráel recurso con arreglo a lo dispue-sto en el presente capítulo.

3. Si se estimare el recurso extraor-dinario por infracción procesal, elrecurso de casación presentado que-dará sin efecto, sin perjuicio de loprevisto en el art. 467 de la presenteLey.

Artículo 489 - Sustanciación y de-cisión de los recursos de casaciónforal y extraordinario por infrac-ción procesal, cuando litigantes deun mismo pleito opten por di-stinto recurso extraordinario.

Cuando distintos litigantes de unmismo proceso opten, cada uno deellos, por diferente recurso extraor-dinario, uno por infracción procesaly otro por vulneración de las nor-mas de Derecho civil foral o especial

Artículo 489 - Sustanciación y de-cisión de los recursos de casaciónforal y extraordinario por infrac-ción procesal, cuando litigantes deun mismo pleito opten por di-stinto recurso extraordinario.

Cuando distintos litigantes de unmismo proceso opten, cada uno deellos, por diferente recurso extraor-dinario, uno por infracción procesaly otro por vulneración de las nor-mas de Derecho civil foral o especial

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206 Appendice normativa

propio de una Comunidad Autó-noma, ambos recursos se sentenciateniendo en cuenta que sólo podrápronunciarse sobre el recurso de ca-sación si no estimare el extraordina-rio por infracción procesal.

propio de una Comunidad Autó-noma, ambos recursos se sentenciateniendo en cuenta que sólo podrápronunciarse sobre el recurso de ca-sación si no estimare el extraordina-rio por infracción procesal.

Capitulo VI - Del recurso en in-terés de la ley

Artículo 490 - Resoluciones re-curribles en interés de la ley.

1. Podrá interponerse recurso eninterés de la ley, para la unidad dedoctrina jurisprudencial, respectode sentencias que resuelvan recur-sos extraordinarios por infracciónde ley procesal cuando las Salas delo Civil y Penal de los TribunalesSuperiores de Justicia sostuvierancriterios discrepantes sobre la inter-pretación de normas procesales.

2. No procederá el recurso en in-terés de la ley contra sentencias que hubiesen sido recur-ridas en amparo ante el TribunalConstitucional.

Capitulo VI - Del recurso en in-terés de la ley

Artículo 490 - Resoluciones re-curribles en interés de la ley.

1. Podrá interponerse recurso eninterés de la ley, para la unidad dedoctrina jurisprudencial, respectode sentencias que resuelvan recur-sos extraordinarios por infracciónde ley procesal cuando las Salas delo Civil y Penal de los TribunalesSuperiores de Justicia sostuvierancriterios discrepantes sobre la inter-pretación de normas procesales.

2. No procederá el recurso en in-terés de la ley contra sentencias que hubiesen sido recur-ridas en amparo ante el TribunalConstitucional.

Artículo 491 - Legitimación pararecurrir en interés de la ley.

Podrán en todo caso recurrir en in-terés de la ley el Ministerio Fiscal yel Defensor del Pueblo. Asimismo,podrán interponer este recurso laspersonas jurídicas de Derecho pú-blico que, por las actividades quedesarrollen y las funciones que ten-gan atribuidas, en relación con lascuestiones procesales sobre las queverse el recurso, acrediten interéslegítimo en la unidad jurispruden-cial sobre esas cuestiones.

Artículo 491 - Legitimación pararecurrir en interés de la ley.

Podrán en todo caso recurrir en in-terés de la ley el Ministerio Fiscal yel Defensor del Pueblo. Asimismo,podrán interponer este recurso laspersonas jurídicas de Derecho pú-blico que, por las actividades quedesarrollen y las funciones que ten-gan atribuidas, en relación con lascuestiones procesales sobre las queverse el recurso, acrediten interéslegítimo en la unidad jurispruden-cial sobre esas cuestiones.

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Appendice normativa 207

Artículo 492 - Interposición y sus-tanciación

1. Los recursos en interés de la leyse interpondrán, en el plazo de unaño desde que se dictó la sentenciamás moderna, directamente ante laSala de lo Civil del Tribunal Su-premo.

2. Al escrito en que se interpongael recurso en interés de la ley seacompañarán los siguientes docu-mentos:1º Copia certificada o testimoniode las resoluciones que pongan demanifiesto la discrepancia que sealegue.2º Certificación expedida por elTribunal Constitucional, que acre-dite que, transcurrido el plazo pararecurrir en amparo, no se ha inter-puesto dicho recurso contra nin-guna de las sentencias alegadas.

3. Del escrito o escritos de interpo-sición, con sus documentos anexos,se dará traslado por el Secretariojudicial a quienes se hubieren per-sonado como partes en los proce-sos en que hubieran recaído las sen-tencias objeto del recurso, para que,en el plazo de veinte días, puedanformular alegaciones expresandolos criterios jurídicos que conside-ren más fundados.

Artículo 492 - Interposición y sus-tanciación.

1. Los recursos en interés de la leyse interpondrán, en el plazo de unaño desde que se dictó la sentenciamás moderna, directamente ante laSala de lo Civil del Tribunal Su-premo.

2. Al escrito en que se interpongael recurso en interés de la ley seacompañarán los siguientes docu-mentos:1º Copia certificada o testimoniode las resoluciones que pongan demanifiesto la discrepancia que sealegue.2º Certificación expedida por elTribunal Constitucional, que acre-dite que, transcurrido el plazo pararecurrir en amparo, no se ha inter-puesto dicho recurso contra nin-guna de las sentencias alegadas.

3. Del escrito o escritos de interpo-sición, con sus documentos anexos,se dará traslado por el Secretariojudicial a quienes se hubieren per-sonado como partes en los proce-sos en que hubieran recaído las sen-tencias objeto del recurso, para que,en el plazo de veinte días, puedanformular alegaciones expresandolos criterios jurídicos que conside-ren más fundados.

Artículo 493 - Sentencia.

La sentencia que se dicte en los re-cursos en interés de la ley respetará,en todo caso, las situaciones jurídi-cas particulares derivadas de las sen-tencias alegadas y, cuando fuere es-timatoria, fijará en el fallo la doc-trina jurisprudencial. En este caso,se publicará en el «Boletín Oficial

Artículo 493 - Sentencia.

La sentencia que se dicte en los re-cursos en interés de la ley respetará,en todo caso, las situaciones jurídi-cas particulares derivadas de las sen-tencias alegadas y, cuando fuere es-timatoria, fijará en el fallo la doc-trina jurisprudencial. En este caso,se publicará en el «Boletín Oficial

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208 Appendice normativa

del Estado» y, a partir de su inser-ción en él, complementará el orde-namiento jurídico, vinculando en talconcepto a todos los Jueces y tribu-nales del orden jurisdiccional civildiferentes al Tribunal Supremo.

del Estado» y, a partir de su inser-ción en él, complementará el orde-namiento jurídico, vinculando en talconcepto a todos los Jueces y tribu-nales del orden jurisdiccional civildiferentes al Tribunal Supremo.

omissis

Disposición final decimosexta -Régimen transitorio en materiade recursos extraordinarios.

1. En tanto no se confiera a los Tri-bunales Superiores de Justicia lacompetencia para conocer del re-curso extraordinario por infracciónprocesal, dicho recurso procederá,por los motivos previstos en el artí-culo 469, respecto de las resolu-ciones que sean susceptibles de re-curso de casación conforme a lodispuesto en el artículo 477.Para la preparación, interposición yresolución del recurso extraordina-rio por infracción procesal se se-guirán las siguientes reglas:Será competente para conocer del re-curso extraordinario por infracciónprocesal la Sala de lo Civil del Tri-bunal Supremo, pero en los casos enque la competencia para el recursode casación corresponde a las Salasde lo Civil y Penal de los TribunalesSuperiores de Justicia, las resolucio-nes recurridas podrán también im-pugnarse por los motivos previstosen el artículo 469 de la presente Ley.Solamente podrá presentarse recursoextraordinario por infracción proce-sal sin formular recurso de casaciónfrente a las resoluciones recurriblesen casación a que se refieren los nú-meros 1 y 2 del apartado segundodel artículo 477 de esta Ley.Cuando un litigante pretenda re-currir una resolución por infrac-

omissis

Disposición final decimosexta -Régimen transitorio en materiade recursos extraordinarios.

1. En tanto no se confiera a los Tri-bunales Superiores de Justicia lacompetencia para conocer del re-curso extraordinario por infracciónprocesal, dicho recurso procederá,por los motivos previstos en el artí-culo 469, respecto de las resolucio-nes que sean susceptibles de re-curso de casación conforme a lo di-spuesto en el artículo 477.Para la interposición y resolucióndel recurso extraordinario por in-fracción procesal se seguirán las si-guientes reglas:1.ª Será competente para conocer delrecurso extraordinario por infracciónprocesal la Sala de lo Civil del Tri-bunal Supremo, pero en los casos enque la competencia para el recurso decasación corresponde a las Salas de loCivil y Penal de los Tribunales Su-periores de Justicia, las resolucionesrecurridas podrán también impu-gnarse por los motivos previstos enel artículo 469 de la presente Ley.2.ª Solamente podrá presentarse re-curso extraordinario por infracciónprocesal sin formular recurso de ca-sación frente a las resoluciones re-curribles en casación a que se refie-ren los números 1.º y 2.º del apartadosegundo del artículo 477 de esta Ley.3.ª Cuando un litigante pretendarecurrir una resolución por infrac-

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Appendice normativa 209

ción procesal y en casación, habráde preparar e interponer ambos re-cursos en un mismo escrito. A lapreparación e interposición de di-chos recursos y a la remisión de losautos, les serán de aplicación losplazos establecidos en los artículos479, 481 y 482, respectivamente.Siempre que se preparen contra unamisma resolución recurso por in-fracción procesal y recurso de casa-ción, se tramitarán ambos en unúnico procedimiento. Cuando setra te de recursos presentados pordistintos litigantes, se procederá asu acumulación.Si se tramitarán conjuntamente re-curso por infracción procesal y re-curso de casación, la Sala exami-nará, en primer lugar, si la resolu-ción recurrida es susceptible de re-curso de casación, y si no fuere así,acordará la inadmisión del recursopor infracción procesal.Cuando el recurso por infracciónprocesal se hubiese formulado fun-dando exclusivamente su proceden-cia en el número 3 del apartado se-gundo del artículo 477, la Sala resol-verá si procede la admisión o inad-misión del recurso de casación, y siacordare la inadmisión, se inadmi-tirá, sin más trámites, el recurso porinfracción procesal. Sólo en el casode que el recurso de casación resul-tare admisible, se procederá a resol-ver sobre la admisión del recurso ex-traordinario por infracción procesal.Admitidos los recursos a que se re-fiere la regla anterior, se resolverásiempre en primer lugar el recursoextraordinario por infracción pro-cesal y, sólo cuando éste se dese-stime, se examinará y resolverá elrecurso de casación. En tal caso, ladesestimación del recurso por in-

ción procesal y en casación, habráde interponer ambos recursos en unmismo escrito. A la interposiciónde dichos recursos y a la remisiónde los autos, les serán de aplicaciónlos plazos establecidos en los artí-culos 479 y 482, respectivamente.

4.ª Siempre que se interpongancontra una misma resolución re-curso por infracción procesal y re-curso de casación, se tramitaránambos en un único procedimiento.Cuando se trate de recursos pre-sentados por distintos litigantes, seprocederá a su acumulación.5.ª Si se tramitaren conjuntamenterecurso por infracción procesal yrecurso de casación, la Sala exami-nará, en primer lugar, si la resolu-ción recurrida es susceptible de re-curso de casación, y si no fuere así,acordará la inadmisión del recursopor infracción procesal.Cuando el recurso por infracciónprocesal se hubiese formulado fun-dando exclusivamente su proceden-cia en el número 3.º del apartado se-gundo del artículo 477, la Sala resol-verá si procede la admisión o inad-misión del recurso de casación, y siacordare la inadmisión, se inadmi-tirá, sin más trámites, el recurso porinfracción procesal. Sólo en el casode que el recurso de casación resul-tare admisible, se procederá a resol-ver sobre la admisión del recurso ex-traordinario por infracción procesal.6.ª Admitidos los recursos a que serefiere la regla anterior, se resolverásiempre en primer lugar el recursoextraordinario por infracción pro-cesal y, sólo cuando éste se dese-stime, se examinará y resolverá elrecurso de casación. En tal caso, ladesestimación del recurso por in-

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210 Appendice normativa

fracción procesal y la decisión so-bre el recurso de casación se con-tendrán en una misma sentencia.Cuando se hubiese recurrido la sen-tencia por infracción procesal alamparo del motivo 2 del apartadoprimero del artículo 469, la Sala, deestimar el recurso por ese motivo,dictará nueva sentencia, teniendo encuenta, en su caso, lo que se hubierealegado como fundamento del re-curso de casación. Del mismo modoresolverá la Sala si se alegare y esti-mare producida una vulneración delartículo 24 de la Constitución quesólo afectase a la sentencia.Contra las sentencias dictadas resol-viendo recursos extraordinarios porinfracción procesal y recursos de ca-sación no cabrá recurso alguno.

2. En tanto las Salas de lo Civil yPenal de los Tribunales Superioresde Justicia carezcan de competenciapara conocer, con carácter general,de los recursos extraordinarios porinfracción procesal, no serán deaplicación los artículos 466, 468,472, así como los artículos 488 a493 y el apartado cuarto del artí-culo 476. Lo dispuesto en el últimopárrafo del apartado segundo delartículo 476 no será de aplicaciónen los casos en que se estime el re-curso extraordinario por infracciónprocesal fundado en el motivo 2 delapartado primero del artículo 469 oen vulneraciones del artículo 24 dela Constitución que únicamenteafectaran a la sentencia recurrida.Las referencias a los Tribunales Su-periores de Justicia, contenidas en elapartado cuarto del artículo 470 y enel artículo 472, se entenderán hechasa la Sala que sea competente paraconocer del recurso de casación.

fracción procesal y la decisión so-bre el recurso de casación se con-tendrán en una misma sentencia.7.ª Cuando se hubiese recurrido lasentencia por infracción procesal alamparo del motivo 2.º del apartadoprimero del artículo 469, la Sala, deestimar el recurso por ese motivo,dictará nueva sentencia, teniendo encuenta, en su caso, lo que se hubierealegado como fundamento del re-curso de casación. Del mismo modoresolverá la Sala si se alegare y esti-mare producida una vulneración delartículo 24 de la Constitución quesólo afectase a la sentencia.8.ª Contra las sentencias dictadas re-solviendo recursos extraordinariospor infracción procesal y recursos decasación no cabrá recurso alguno.

2. En tanto las Salas de lo Civil yPenal de los Tribunales Superioresde Justicia carezcan de competenciapara conocer, con carácter general,de los recursos extraordinarios porinfracción procesal, no serán deaplicación los artículos 466, 468 y472, así como los artículos 488 a 493y el apartado cuarto del artículo476. Lo dispuesto en el último pár-rafo del apartado segundo del artí-culo 476 no será de aplicación en loscasos en que se estime el recurso ex-traordinario por infracción procesalfundado en el motivo 2.º del apar-tado primero del artículo 469 o envulneraciones del artículo 24 de laConstitución que únicamente afec-taran a la sentencia recurrida.Las referencias a los Tribunales Su-periores de Justicia, contenidas en elartículo 472 se entenderán hechas ala Sala que sea competente para co-nocer del recurso de casación.

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4. Bundesgerichtshof tedesco

Zivilprozessordnung [ZPO] (estratto)Traduzione in inglese fornita dal Bundesministerium der Justiz, a curadella Samson Übersetzungen GmbH - Dr. Carmen von Schöning.Il testo è consultabile anche all’indirizzo http://www.gesetze-im-inter-net.de/.

Appendice normativa 211

BUCH 3 - Rechtsmittel

omissis

Abschnitt 2 - Revision

§ 542 - Statthaftigkeit der Revi-sion

(1) Die Revision findet gegen die inder Berufungsinstanz erlassenenEndurteile nach Maßgabe der fol-genden Vorschriften statt.

(2) Gegen Urteile, durch die überdie Anordnung, Abänderung oderAufhebung eines Arrestes oder ei-ner einstweiligen Verfügung ent-schieden worden ist, findet die Re-vision nicht statt. Dasselbe gilt fürUrteile über die vorzeitige Besit-zeinweisung im Enteignungsver-fahren oder im Umlegungsverfah-ren.

BOOK 3 - Appellate remedies

omissis

Chapter 2 - Appeal on points oflaw

§ 542 - Appeal on points of law asan available remedy

(1) Subject to the following provi-sions, an appeal on points of lawmay be filed against the final judg-ments delivered by the appellate in-stance on fact and law.

(2) No appeal on points of law maybe filed against rulings by which adecision was taken on the issuance,modification, or repeal of a seizureor an injunction. The same shall ap-ply to any judgments regarding in-stances in which a party has beenput into possession early in expro-priation proceedings or proceduresfor the reallocation of land.

§ 543 - Zulassungsrevision

(1) Die Revision findet nur statt,wenn sie1. das Berufungsgericht in dem Ur-teil oder2. das Revisionsgericht auf Be-schwerde gegen die Nichtzulassungzugelassen hat.

§ 543 - Admission to appeal

(1) An appeal on points of law maybe lodged only if:1. The court of appeal has admittedits being lodged in the judgment, or2. The court hearing the appeal onpoints of law has admitted its beinglodged based on a complaint againstthe refusal to grant leave to appealon points of law.

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212 Appendice normativa

(2) Die Revision ist zuzulassen,wenn1. die Rechtssache grundsätzlicheBedeutung hat oder2. die Fortbildung des Rechts oderdie Sicherung einer einheitlichenRechtsprechung eine Entscheidungdes Revisionsgerichts erfordert.

Das Revisionsgericht ist an die Zu-lassung durch das Berufungsgerichtgebunden.

(2) An appeal on points of law is tobe admitted if:1. The legal matter is of fundamen-tal significance, or2. The further development of thelaw or the interests in ensuring uni-form adjudication require a deci-sion to be handed down by thecourt hearing the appeal on pointsof law.

The court hearing the appeal onpoints of law is bound to the ad-mission of the appeal by the courtof appeal.

§ 544 - Nichtzulassungsbe-schwerde

(1) Die Nichtzulassung der Revi-sion durch das Berufungsgerichtunterliegt der Beschwerde (Nicht-zulassungsbeschwerde). Die Be-schwerde ist innerhalb einer Not-frist von einem Monat nach Zustel-lung des in vollständiger Form ab-gefassten Urteils, spätestens aberbis zum Ablauf von sechs Monatennach der Verkündung des Urteilsbei dem Revisionsgericht einzule-gen. Mit der Beschwerdeschrift solleine Ausfertigung oder beglaubigteAbschrift des Urteils, gegen das dieRevision eingelegt werden soll,vorgelegt werden.

(2) Die Beschwerde ist innerhalbvon zwei Monaten nach Zustellungdes in vollständiger Form abgefas-sten Urteils, spätestens aber bis zumAblauf von sieben Monaten nachder Verkündung des Urteils zu be-gründen. § 551 Abs. 2 Satz 5 und 6gilt entsprechend. In der Begrün-dung müssen die Zulassungsgründe(§ 543 Abs. 2) dargelegt werden.

§ 544 - Complaint against denialof leave to appeal

(1) Any denial of leave to appeal onpoints of law by the court of appealis subject to the right to file a com-plaint against it (complaint againstdenial of leave to appeal). Such com-plaint is to be lodged with the courthearing the appeal on points of lawwithin a statutory period of one (1)month following service of the fullyworded ruling, at the latest, how-ever, by the expiry of six (6) monthsafter the judgment has been pro-nounced. An execution or certifiedcopy of the ruling against which anappeal on points of law is to belodged shall be submitted to thecourt along with the brief on appeal.

(2) A reasoning for the complaint isto be filed within two (2) monthsfollowing service of the fullyworded ruling, at the latest, how-ever, by the expiry of seven (7)months after the judgment has beenpronounced. § 551 (2) fifth andsixth sentences shall apply mutatismutandis. The reasoning must setout the grounds on which leave to

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Appendice normativa 213

(3) Das Revisionsgericht gibt demGegner des Beschwerdeführers Ge-legenheit zur Stellungnahme.

(4) Das Revisionsgericht entschei-det über die Beschwerde durch Be-schluss. Der Beschluss soll kurz be-gründet werden; von einer Begrün-dung kann abgesehen werden,wenn sie nicht geeignet wäre, zurKlärung der Voraussetzungen bei-zutragen, unter denen eine Revi-sion zuzulassen ist, oder wenn derBeschwerde stattgegeben wird. DieEntscheidung über die Beschwerdeist den Parteien zuzustellen.

(5) Die Einlegung der Beschwerdehemmt die Rechtskraft des Urteils.§ 719 Abs. 2 und 3 ist entsprechendanzuwenden. Mit der Ablehnungder Beschwerde durch das Revi-sionsgericht wird das Urteil rechts-kräftig.

(6) Wird der Beschwerde gegen dieNichtzulassung der Revision statt-gegeben, so wird das Beschwerde-verfahren als Revisionsverfahrenfortgesetzt. In diesem Fall gilt dieform- und fristgerechte Einlegungder Nichtzulassungsbeschwerde alsEinlegung der Revision. Mit der Zu-stellung der Entscheidung beginntdie Revisionsbegründungsfrist.

file an appeal should be granted(§543 (2)).

(3) The court hearing the appeal onpoints of law shall give theclaimant’s opponent in the appealthe opportunity to state his posi-tion.

(4) The court hearing the appeal onpoints of law shall rule on the com-plaint in a corresponding court or-der. The reasons on which the or-der is based shall be summarisedbriefly; such reasoning may be for-gone where it would not contributeto clearing up the prerequisitesbased on which leave for filing anappeal on points of law is to begranted, or where the court findsfor the party filing the complaint.The decision regarding the com-plaint is to be served upon the par-ties.

(5) If a complaint is lodged, thisshall suspend the legal validity ofthe judgment. § 719 sub§s (2) and(3) shall apply mutatis mutandis.Once the court hearing the appealon points of law refuses to complywith the appeal, the judgment willbecome final and binding.

(6) Insofar as the court finds for theparty filing a complaint against therefusal to grant leave to appeal onpoints of law, the complaint proce-dure shall be continued as appellateproceedings on points of law. Insuch event, the complaint filed inproper form and in due timeagainst denial of leave to appealshall count as the filing of the ap-peal on points of law. Upon the de-cision being served on the parties,

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214 Appendice normativa

(7) Hat das Berufungsgericht denAnspruch des Beschwerdeführersauf rechtliches Gehör in entschei-dungserheblicher Weise verletzt, sokann das Revisionsgericht abwei-chend von Absatz 6 in dem der Be-schwerde stattgebenden Beschlussdas angefochtene Urteil aufhebenund den Rechtsstreit zur neuenVerhandlung und Entscheidung andas Berufungsgericht zurückver-weisen.

the period for submitting the rea-soning for the appeal on points oflaw shall commence.

(7) Should the court of appeal haveviolated the claimant’s right to begiven an effective and fair legal hear-ing in a manner relevant to the de-cision, the court hearing the appealon points of law may repeal thejudgment contested, in derogationfrom sub§ (6), in its order comply-ing with the appeal, and may referthe legal dispute back to the courtof appeal, for it to once again hearthe case and to rule on it.

§ 545 - Revisionsgründe

(1) Die Revision kann nur daraufgestützt werden, dass die Entschei-dung auf einer Verletzung desRechts beruht.

(2) Die Revision kann nicht daraufgestützt werden, dass das Gerichtdes ersten Rechtszuges seine Zu-ständigkeit zu Unrecht angenom-men oder verneint hat.

§ 545 - Grounds for an appeal onpoints of law

(1) An appeal on points of law mayonly be based on the reason thatthe contested decision is based on aviolation of the law.

(2) An appeal on points of law maynot be based on the fact that thecourt of first instance was wrong inassuming that it had or did nothave jurisdiction.

§ 546 - Begriff der Rechtsverlet-zung

Das Recht ist verletzt, wenn eineRechtsnorm nicht oder nicht rich-tig angewendet worden ist.

§ 546 - Definition of the term “vi-olation of the law”

The law is violated where a legalnorm has not been applied, or hasnot been applied properly.

§ 547 - Absolute Revisionsgründe

Eine Entscheidung ist stets als aufeiner Verletzung des Rechts beru-hend anzusehen,1. wenn das erkennende Gerichtnicht vorschriftsmäßig besetzt war;

2. wenn bei der Entscheidung ein

§ 547 - Absolute grounds for anappeal on points of law

A decision shall always be regardedto have been based on a violationof the law where:1. The composition of the court ofdecision was not compliant withthe relevant provisions;2. A judge was involved in the de-

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Appendice normativa 215

Richter mitgewirkt hat, der von derAusübung des Richteramts kraftGesetzes ausgeschlossen war, so-fern nicht dieses Hindernis mittelseines Ablehnungsgesuchs ohne Er-folg geltend gemacht ist;3. wenn bei der Entscheidung einRichter mitgewirkt hat, obgleich erwegen Besorgnis der Befangenheitabgelehnt und das Ablehnungsge-such für begründet erklärt war;4. wenn eine Partei in dem Verfah-ren nicht nach Vorschrift der Ge-setze vertreten war, sofern sie nichtdie Prozessführung ausdrücklichoder stillschweigend genehmigt hat;5. wenn die Entscheidung auf Grundeiner mündlichen Verhandlung er-gangen ist, bei der die Vorschriftenüber die Öffentlichkeit des Verfah-rens verletzt sind;6. wenn die Entscheidung entgegenden Bestimmungen dieses Gesetzesnicht mit Gründen versehen ist.

cision who, by law, was prohibitedfrom holding judicial office, unlessthis impediment has been assertedby a motion to recuse a judge with-out meeting with success;

3. A judge was involved in the de-cision although he had been re-cused for fear of bias and the mo-tion to so recuse him had been de-clared justified;4. A party to the proceedings hadnot been represented in accordancewith the stipulations of the law, un-less it had expressly or tacitly ap-proved the litigation;5. The decision has been given basedon a hearing for oral argument inwhich the rules regarding the admis-sion of the public to the proceedingswere violated;6. Contrary to the provisions of thepresent Code, the decision does notset out the reasons for the judgment.

§ 548 - Revisionsfrist

Die Frist für die Einlegung der Re-vision (Revisionsfrist) beträgt einenMonat; sie ist eine Notfrist und be-ginnt mit der Zustellung des invollständiger Form abgefassten Be-rufungsurteils, spätestens aber mitdem Ablauf von fünf Monatennach der Verkündung.

§ 548 - Time limit for filing an ap-peal on points of law

The period for submitting an ap-peal on points of law shall amountto one (1) month; this is a statutoryperiod and shall begin upon thefully worded appellate judgmenthaving been served, at the latest,however, upon the expiry of five(5) months of the judgment havingbeen pronounced.

§ 549 - Revisionseinlegung

(1) Die Revision wird durch Einre-ichung der Revisionsschrift beidem Revisionsgericht eingelegt.Die Revisionsschrift muss enthal-ten:

§ 549 - Filing an appeal on pointsof law

(1) The appeal on points of law isfiled by submitting the notice onappeal on points of law to the courthearing the appeal on points of law.The notice on appeal on points oflaw must include:

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216 Appendice normativa

1. die Bezeichnung des Urteils, gegendas die Revision gerichtet wird;

2. die Erklärung, dass gegen diesesUrteil Revision eingelegt werde.

§ 544 Abs. 6 Satz 2 bleibt un-berührt.

(2) Die allgemeinen Vorschriftenüber die vorbereitenden Schrift-sätze sind auch auf die Revisionss-chrift anzuwenden.

1. The reference number and desi-gnation of the judgment againstwhich the appeal on points of lawis being filed;2. The declaration that an appeal onpoints of law is being filed againstthe said judgment.§ 544 (6) second sentence shall re-main unaffected hereby.

(2) The general regulations regar-ding preparatory written pleadingsare applicable also to notices on ap-peal on points of law.

§ 550 - Zustellung der Revisions-schrift

(1) Mit der Revisionsschrift solleine Ausfertigung oder beglaubigteAbschrift des angefochtenen Ur-teils vorgelegt werden, soweit diesnicht bereits nach § 544 Abs. 1 Satz4 geschehen ist.

(2) Die Revisionsschrift ist derGegenpartei zuzustellen.

§ 550 - Service of the notice onappeal on points of law

(1) An execution or certified copyof the judgment being contested isto be enclosed with the notice onappeal on points of law, unless thishas already been done pursuant to§ 544 (1) fourth sentence.

(2) The notice on appeal on pointsof law is to be served on the oppo-nent party.

§ 551 - Revisionsbegründung

(1) Der Revisionskläger muss dieRevision begründen.

(2) Die Revisionsbegründung ist,sofern sie nicht bereits in der Revi-sionsschrift enthalten ist, in einemSchriftsatz bei dem Revisionsge-richt einzureichen. Die Frist für dieRevisionsbegründung beträgt zweiMonate. Sie beginnt mit der Zu-stellung des in vollständiger Formabgefassten Urteils, spätestens abermit Ablauf von fünf Monaten nachder Verkündung. § 544 Abs. 6 Satz

§ 551 - Reasoning provided forthe appeal on points of law

(1) The appellant must provide rea-soning for filing the appeal onpoints of law.

(2) Unless already set out in thebrief on appeal on points of law,the reasoning for the appeal onpoints of law is to be submitted tothe court hearing the appeal onpoints of law in a written pleading.The period for submitting the rea-soning for the appeal on points oflaw shall amount to two (2)months. It shall commence uponthe fully worded ruling having

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Appendice normativa 217

3 bleibt unberührt. Die Frist kannauf Antrag von dem Vorsitzendenverlängert werden, wenn der Geg-ner einwilligt. Ohne Einwilligungkann die Frist um bis zu zwei Mo-nate verlängert werden, wenn nachfreier Überzeugung des Vorsitzen-den der Rechtsstreit durch die Ver-längerung nicht verzögert wirdoder wenn der Revisionskläger er-hebliche Gründe darlegt; kann demRevisionskläger innerhalb dieserFrist Einsicht in die Prozessaktennicht für einen angemessenen Zei-traum gewährt werden, kann derVorsitzende auf Antrag die Fristum bis zu zwei Monate nach Über-sendung der Prozessakten verlän-gern.

(3) Die Revisionsbegründung mussenthalten:1. die Erklärung, inwieweit das Ur-teil angefochten und dessen Aufhe-bung beantragt werde (Revisions-anträge);

2. die Angabe der Revisionsgründe,und zwar:a) die bestimmte Bezeichnung derUmstände, aus denen sich dieRechtsverletzung ergibt;b) soweit die Revision darauf ge-stützt wird, dass das Gesetz in Be-zug auf das Verfahren verletzt sei,die Bezeichnung der Tatsachen, dieden Mangel ergeben.

been served, at the latest, however,with the expiry of five (5) monthsupon the judgment having beenpronounced. § 544 (6) third sen-tence shall remain unaffectedhereby. Upon a corresponding pe-titition having been filed, the pre-siding judge may extend the period,subject to this being consented toby the opponent. Should the oppo-nent not grant his consent, the pe-riod may be extended by up to two(2) months provided that the pre-siding judge is satisfied, at his dis-cretion and conviction, that this ex-tension will not delay the legal dis-pute, or if the appellant demon-strates substantial grounds; if,within this period, it is not possibleto grant the appellant the opportu-nity to inspect the court records ofthe dispute for a reasonable periodof time, the presiding judge mayextend the period, upon correspon-ding application being made, by upto two (2) months following thecourt records of the dispute havingbeen sent.

(3) The reasoning for the appeal onpoints of law must include:1. The declaration to which extentthe judgment is being contestedand a petition is being made for itsrepeal (petitions made in the appealon points of law);2. The grounds for the appeal onpoints of law, these being:a) The specific designation of thecircumstances from which the vio-lation of the law is apparent;b) Insofar as the appeal on points oflaw is based on the allegation that thelaw has been violated with regard tothe proceedings: the designation ofthe facts that reflect this irregularity.

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218 Appendice normativa

Ist die Revision auf Grund einerNichtzulassungsbeschwerde zuge-lassen worden, kann zur Begrün-dung der Revision auf die Begrün-dung der Nichtzulassungsbe-schwerde Bezug genommen werden.

(4) § 549 Abs. 2 und § 550 Abs. 2sind auf die Revisionsbegründungentsprechend anzuwenden.

If the appeal on points of law hasbeen admitted on the basis of acomplaint against denial of leave toappeal, reference may be made, inproviding the reasoning for the ap-peal on points of law, to the rea-sons cited in the complaint againstdenial of leave to appeal.

(4) § 549 (2) and § 550 (2) shall ap-ply mutatis mutandis to the reason-ing for the appeal on points of law.

§ 552 - Zulässigkeitsprüfung

(1) Das Revisionsgericht hat vonAmts wegen zu prüfen, ob die Re-vision an sich statthaft und ob siein der gesetzlichen Form und Fristeingelegt und begründet ist. Man-gelt es an einem dieser Erforder-nisse, so ist die Revision als unzu-lässig zu verwerfen.

(2) Die Entscheidung kann durchBeschluss ergehen.

§ 552 - Review of admissibility

(1) The court hearing the appeal onpoints of law is to review ex officiowhether the appeal on points of lawas such is an available remedy,whether or not it has been filed inkeeping with statutory requirementsas to form and time, and whether ornot the grounds for it have beenprovided. Should one of these re-quirements not have been met, theappeal on points of law is to beoverruled as inadmissible.

(2) The decision may be given as acourt order.

§ 552a - Zurückweisungsbeschluss

Das Revisionsgericht weist die vondem Berufungsgericht zugelasseneRevision durch einstimmigen Be-schluss zurück, wenn es davonüberzeugt ist, dass die Vorausset-zungen für die Zulassung der Revi-sion nicht vorliegen und die Revi-sion keine Aussicht auf Erfolg hat.§ 522 Abs. 2 Satz 2 und 3 gilt ent-sprechend.

§ 552a - Court order denyingleave to appeal

The court hearing the appeal onpoints of law shall dismiss byunanimous decision the appeal onpoints of law admitted by the courtof appeal if the court hearing theappeal on points of law is con-vinced that the prerequisites for ad-mitting the appeal on points of lawhave not been met and that the ap-peal on points of law has no chanceof success. § 522 (2) second andthird sentences hereof shall applymutatis mutandis.

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Appendice normativa 219

§ 553 - Terminsbestimmung; Ein-lassungsfrist

(1) Wird die Revision nicht durchBeschluss als unzulässig verworfenoder gemäß § 552a zurückgewie-sen, so ist Termin zur mündlichenVerhandlung zu bestimmen undden Parteien bekannt zu machen.

(2) Auf die Frist, die zwischen demZeitpunkt der Bekanntmachungdes Termins und der mündlichenVerhandlung liegen muss, ist § 274Abs. 3 entsprechend anzuwenden.

§ 553 - Hearing date as deter-mined by the court; time for en-tering an appearance

(1) Where the appeal on points oflaw is not overruled as inadmissibleby a court order and where it is notdismissed pursuant to § 552a, ahearing is to be scheduled for oralargument and this date is to bemade known to the parties.

(2) § 274 (3) shall apply mutatismutandis to the period that mustlapse between the time at which thehearing date is made known andthe hearing itself.

§ 554 - Anschlussrevision

(1) Der Revisionsbeklagte kannsich der Revision anschließen. DieAnschließung erfolgt durch Einrei-chung der Revisionsanschluss-schrift bei dem Revisionsgericht.

(2) Die Anschließung ist auch statt-haft, wenn der Revisionsbeklagteauf die Revision verzichtet hat, dieRevisionsfrist verstrichen oder dieRevision nicht zugelassen wordenist. Die Anschließung ist bis zumAblauf eines Monats nach der Zu-stellung der Revisionsbegründungzu erklären.

(3) Die Anschlussrevision muss inder Anschlussschrift begründetwerden. § 549 Abs. 1 Satz 2 undAbs. 2 und die §§ 550 und 551 Abs.3 gelten entsprechend.

§ 554 - Cross appeal on points oflaw

(1) The respondent in the appeal onpoints of law may join the appealon points of law. This shall be ef-fected by filing a notice of cross ap-peal on points of law with the courthearing the appeal on points of law.

(2) A cross appeal on points of lawis an available remedy also if the re-spondent in the appeal on points oflaw has waived an appeal on pointsof law, if the time limit for filing anappeal on points of law has lapsed,or if the appeal on points of law hasbeen dismissed. A cross appeal onpoints of law is to be declared priorto the expiry of one (1) month fol-lowing service of the reasoning forthe appeal on points of law.

(3) The grounds for the cross ap-peal on points of law must be setout in the notice of cross appeal. §549 (1) second sentence and sub§(2) and §s 550 and 551 (3) shall ap-ply mutatis mutandis.

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220 Appendice normativa

(4) Die Anschließung verliert ihreWirkung, wenn die Revision zurük-kgenommen, verworfen oder durchBeschluss zurückgewiesen wird.

(4) The cross appeal on points of lawshall cease to be effective should theappeal on points of law be with-drawn, should it have been over-ruled or dismissed by a court order.

§ 555 - Allgemeine Verfahrens-grundsätze

(1) Auf das weitere Verfahren sind,soweit sich nicht Abweichungen ausden Vorschriften dieses Abschnittsergeben, die im ersten Rechtszugefür das Verfahren vor den Landge-richten geltenden Vorschriften ent-sprechend anzuwenden. Einer Güte-verhandlung bedarf es nicht.

(2) Die Vorschriften der §§ 348 bis350 sind nicht anzuwenden.

§ 555 - General procedural rules

(1) Unless otherwise provided forin the present Chapter, the rulesapplying to the proceedings beforethe regional courts (Landgerichte)as courts of first instance are to beapplied mutatis mutandis to thefurther proceedings. No concilia-tion hearing need be held.

(2) The stipulations of §s 348 to 350are not to be applied.

§ 556 - Verlust des Rügerechts

Die Verletzung einer das Verfahrender Berufungsinstanz betreffendenVorschrift kann in der Revisions-instanz nicht mehr gerügt werden,wenn die Partei das Rügerecht be-reits in der Berufungsinstanz nachder Vorschrift des § 295 verlorenhat.

§ 556 - Loss of the right to file ob-jections

Should a rule concerning the pro-ceedings before the appellate in-stance on fact and law have been vi-olated, this can no longer be ob-jected to before the court hearingthe appeal on points of law wher-ever, pursuant to the stipulations of§ 295, the party has already lost itsright to file objections in the pro-ceedings before the appellate in-stance on fact and law.

§ 557 - Umfang der Revisionsprü-fung

(1) Der Prüfung des Revisionsge-richts unterliegen nur die von denParteien gestellten Anträge.

(2) Der Beurteilung des Revisionsge-richts unterliegen auch diejenigen

§ 557 - Scope of the review per-formed upon an appeal havingbeen filed on points of law

(1) Solely the petitions filed by theparties shall be subject to review bythe court hearing the appeal onpoints of law.

(2) Those decisions shall also besubject to assessment by the court

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Appendice normativa 221

Entscheidungen, die dem Endurteilvorausgegangen sind, sofern sie nichtnach den Vorschriften dieses Geset-zes unanfechtbar sind.

(3) Das Revisionsgericht ist an diegeltend gemachten Revisions-gründe nicht gebunden. Auf Ver-fahrensmängel, die nicht von Amtswegen zu berücksichtigen sind,darf das angefochtene Urteil nurgeprüft werden, wenn die Mängelnach den §§ 551 und 554 Abs. 3 ge-rügt worden sind.

hearing the appeal on points of lawthat preceded the final judgment,unless they are incontestable pur-suant to the stipulations of thepresent Code.

(3) The court hearing the appeal onpoints of law is not bound to thegrounds being asserted in the ap-peal on points of law. The judg-ment contested may only be re-viewed for irregularities in the pro-ceedings that are not to be takeninto account ex officio if such ir-regularities have been objected topursuant to §s 551 and 554 (3).

§ 558 - Vorläufige Vollstreckbar-keit

Ein nicht oder nicht unbedingt fürvorläufig vollstreckbar erklärtes Ur-teil des Berufungsgerichts ist, soweites durch die Revisionsanträge nichtangefochten wird, auf Antrag vondem Revisionsgericht durch Be-schluss für vorläufig vollstreckbar zuerklären. Die Entscheidung ist erstnach Ablauf der Revisionsbegrün-dungsfrist zulässig.

§ 558 - Provisionally enforceablejudgments

A judgment handed down by thecourt of appeal that is not, or notunconditionally, declared provi-sionally enforceable is to be de-clared provisionally enforceable bythe court hearing the appeal onpoints of law delivering a corre-sponding court order upon havingbeen petitioned to do so, unless thejudgment has been contested by thepetitions submitted in the proceed-ings of the appeal on points of law.The decision may permissibly betaken only following expiry of theperiod set for submitting the rea-soning for the appeal on points oflaw.

§ 559 - Beschränkte Nachprüfungtatsächlicher Feststellungen

(1) Der Beurteilung des Revisions-gerichts unterliegt nur dasjenigeParteivorbringen, das aus dem Be-rufungsurteil oder dem Sitzungs-protokoll ersichtlich ist. Außerdem

§ 559 - Limited review of the factsas established by the courts ofprior instance

(1) Only those submissions by theparties in the proceedings shall besubject to assessment by the courthearing the appeal on points of lawthat are apparent from the appellate

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222 Appendice normativa

können nur die in § 551 Abs. 3 Nr.2 Buchstabe b erwähnten Tatsachenberücksichtigt werden.

(2) Hat das Berufungsgericht fest-gestellt, dass eine tatsächliche Be-hauptung wahr oder nicht wahr sei,so ist diese Feststellung für das Re-visionsgericht bindend, es sei denn,dass in Bezug auf die Feststellungein zulässiger und begründeter Re-visionsangriff erhoben ist.

judgment or the record of the ses-sion of the court. Moreover, solelythose facts may be taken into ac-count that have been set out in §551 (3) number 2 lit. b.

(2) If the court of appeal has estab-lished that an allegation as to fact istrue or untrue, this determinationshall be binding upon the courthearing the appeal on points of law,unless it has been challenged by anadmissible and justified petitionthat the court hearing the appeal onpoints of law review such determi-nation.

§ 560 - Nicht revisible Gesetze

Die Entscheidung des Berufungsge-richts über das Bestehen und den In-halt von Gesetzen, auf deren Verlet-zung die Revision nach § 545 nichtgestützt werden kann, ist für die aufdie Revision ergehende Entschei-dung maßgebend.

§ 560 - Acts not open to review

The decision of the court of appealregarding the existence and the con-tent of acts, on the violation of whichthe appeal on points of law pursuantto § 545 cannot be based, shall gov-ern for the decision to be delivered inthe appeal on points of law.

§ 561 - Revisionszurückweisung

Ergibt die Begründung des Beru-fungsurteils zwar eine Rechtsverlet-zung, stellt die Entscheidung selbstaber aus anderen Gründen sich alsrichtig dar, so ist die Revision zu-rückzuweisen.

§ 561 - Denial of leave to appealon points of law

If the reasoning provided for the ap-pellate judgment does indicate thatthe law has been violated, but thedecision itself appears to be correctbased on other grounds, leave to ap-peal on points of law is to be denied.

§ 562 - Aufhebung des angefoch-tenen Urteils

(1) Insoweit die Revision für be-gründet erachtet wird, ist das ange-fochtene Urteil aufzuheben.

(2) Wird das Urteil wegen einesMangels des Verfahrens aufgeho-

§ 562 - Reversal of the contestedjudgment

(1) To the extent the appeal onpoints of law is deemed justified,the contested judgment is to be re-versed.

(2) Where the judgment is reverseddue to irregularities in the proceed-

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Appendice normativa 223

ben, so ist zugleich das Verfahreninsoweit aufzuheben, als es durchden Mangel betroffen wird.

ings, the proceedings are to be re-versed concurrently to the extentthey are affected by such irregular-ities.

§ 563 - Zurückverweisung; eigeneSachentscheidung

(1) Im Falle der Aufhebung des Ur-teils ist die Sache zur neuen Ver-handlung und Entscheidung an dasBerufungsgericht zurückzuverwei-sen. Die Zurückverweisung kannan einen anderen Spruchkörper desBerufungsgerichts erfolgen.

(2) Das Berufungsgericht hat dierechtliche Beurteilung, die der Auf-hebung zugrunde gelegt ist, auchseiner Entscheidung zugrunde zulegen.

(3) Das Revisionsgericht hat jedochin der Sache selbst zu entscheiden,wenn die Aufhebung des Urteilsnur wegen Rechtsverletzung beiAnwendung des Gesetzes auf dasfestgestellte Sachverhältnis erfolgtund nach letzterem die Sache zurEndentscheidung reif ist.

(4) Kommt im Fall des Absatzes 3für die in der Sache selbst zu erlas-sende Entscheidung die Anwend-barkeit von Gesetzen, auf derenVerletzung die Revision nach § 545nicht gestützt werden kann, inFrage, so kann die Sache zur Ver-handlung und Entscheidung an dasBerufungsgericht zurückverwiesenwerden.

§ 563 - Referral to a court of lowerinstance; decision on the merits ofthe case by the court hearing theappeal on points of law

(1) In the event the judgment is re-versed, the matter is to be referredto the court of appeal, which is tohear it once again and is to decideon it. The matter may also be re-ferred to another formation of thecourt of appeal.

(2) The court of appeal is to base itsdecision on the legal assessment onwhich the reversal of the judgmentwas based.

(3) However, the court hearing theappeal on points of law is to decideon the matter as such if the judg-ment is reversed only due to a vio-lation of the law, in application ofthe law to the situation of fact asestablished, and if in light of saidsituation the matter is ready for thefinal decision to be taken.

(4) If it is conceivable, in the caseset out hereinabove in sub§ (3) forthe decision to be delivered on thematter as such, that acts might beapplied on the violation of whichthe appeal on points of law pur-suant to § 545 cannot be based, thematter may be referred to the courtof appeal, which is to hear it onceagain and is to decide on it.

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224 Appendice normativa

§ 564 - Keine Begründung derEntscheidung bei Rügen von Ver-fahrensmängeln

Die Entscheidung braucht nichtbegründet zu werden, soweit dasRevisionsgericht Rügen von Ver-fahrensmängeln nicht für durch-greifend erachtet. Dies gilt nicht fürRügen nach § 547.

§ 564 - No reasoning for the deci-sion in the case of objections due toirregularities in the proceedings

No reasoning need be provided forthe decision insofar as the court hear-ing the appeal on points of law is ofthe opinion that the objections as toirregularities in the proceedings areinconsequential. This shall not applyto objections pursuant to § 547.

§ 565 - Anzuwendende Vorschrif-ten des Berufungsverfahrens

Die für die Berufung geltendenVorschriften über die Anfechtbar-keit der Versäumnisurteile, über dieVerzichtsleistung auf das Rechts-mittel und seine Zurücknahme,über die Rügen der Unzulässigkeitder Klage und über die Einforde-rung, Übersendung und Zurük-ksendung der Prozessakten sindauf die Revision entsprechend an-zuwenden.

§ 565 - Rules of the appeal pro-ceedings to be applied in appealson points of law

The rules applicable to the appeal re-garding the contestability of defaultjudgments, regarding the declarationof waiver of appellate remedies andtheir withdrawal, regarding the ob-jections as to a complaint being in-admissible and regarding the de-mand for, transmission and return ofthe court records of the dispute,shall apply mutatis mutandis to theappeal on points of law.

§ 566 - Sprungrevision

(1) Gegen die im ersten Rechtszugerlassenen Endurteile, die ohne Zu-lassung der Berufung unterliegen,findet auf Antrag unter Überge-hung der Berufungsinstanz un-mittelbar die Revision (Sprungrevi-sion) statt, wenn

1. der Gegner in die Übergehungder Berufungsinstanz einwilligtund2. das Revisionsgericht die Sprun-grevision zulässt.

§ 566 - Immediate appeal onpoints of law in lieu of an appealon facts and law

(1) Upon corresponding applicationbeing made, anappeal on points oflaw may be filed directly with thecompetent court against final judg-ments delivered in proceedings be-fore the court of first instance wherean appeal against such judgments isadmissible, thus passing over the ap-pellate instance on fact and law(leap-frog appeal), if:1. The opponent consents to pass-ing over the appellate instance onfact and law; and2. The court hearing the appeal onpoints of law allows the leap-frogappeal.

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Appendice normativa 225

Der Antrag auf Zulassung derSprungrevision sowie die Erklä-rung der Einwilligung gelten alsVerzicht auf das Rechtsmittel derBerufung.

(2) Die Zulassung ist durch Einrei-chung eines Schriftsatzes (Zulas-sungsschrift) bei dem Revisionsge-richt zu beantragen. Die §§ 548 bis550 gelten entsprechend. In demAntrag müssen die Voraussetzungenfür die Zulassung der Sprungrevision(Absatz 4) dargelegt werden. Dieschriftliche Erklärung der Einwilli-gung des Antragsgegners ist demZulassungsantrag beizufügen; siekann auch von dem Prozessbevoll-mächtigten des ersten Rechtszugesoder, wenn der Rechtsstreit im er-sten Rechtszug nicht als Anwalts-prozess zu führen gewesen ist, zuProtokoll der Geschäftsstelle abge-geben werden.

(3) Der Antrag auf Zulassung derSprungrevision hemmt die Rechts-kraft des Urteils. § 719 Abs. 2 und3 ist entsprechend anzuwenden.Die Geschäftsstelle des Revisions-gerichts hat, nachdem der Antrageingereicht ist, unverzüglich vonder Geschäftsstelle des Gerichts desersten Rechtszuges die Prozessak-ten einzufordern.

(4) Die Sprungrevision ist nur zu-zulassen, wenn1. die Rechtssache grundsätzlicheBedeutung hat oder2. die Fortbildung des Rechts oderdie Sicherung einer einheitlichen

The petition for leave to file a leap-frog appeal as well as the declara-tion of consent shall be deemed tobe a waiver of the appellate reme-dies provided by the appeal.

(2) Leave to appeal is to be peti-tioned by submitting a writtenpleading (brief for leave to appeal)to the court hearing the appeal onpoints of law. §s 548 to 550 shall ap-ply mutatis mutandis. The petitionmust set out the prerequisites forgranting leave to file a leap-frog ap-peal (sub§ (4)). The written declara-tion of consent by the respondent isto be attached to the petition forleave to appeal; it may also be sub-mitted by the attorney of record inthe proceedings of first instance or,if the legal dispute in the proceed-ings before the court of first in-stance was none in which the partieshad to be represented by counsel, itmay be recorded with the registryfor the files of the court.

(3) The petition for leave to file aleap-frog appeal shall suspend thelegal validity of the judgment. § 719sub§s (2) and (3) shall apply mu-tatis mutandis. The court registryof the court hearing the appeal onpoints of law is to demand, andshall do so without undue delayonce the petition has been submit-ted, that the registry of the court offirst instance provide it with thecourt records of the dispute.

(4) Leave to file a leap-frog appealshall be granted only if:1. The legal matter is of fundamen-tal significance; or2. The further development of thelaw or the interests in ensuring uni-

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226 Appendice normativa

Rechtsprechung eine Entscheidungdes Revisionsgerichts erfordert.Die Sprungrevision kann nicht aufeinen Mangel des Verfahrens ge-stützt werden.

(5) Das Revisionsgericht entschei-det über den Antrag auf Zulassungder Sprungrevision durch Be-schluss. Der Beschluss ist den Par-teien zuzustellen.

(6) Wird der Antrag auf Zulassungder Revision abgelehnt, so wird dasUrteil rechtskräftig.

(7) Wird die Revision zugelassen,so wird das Verfahren als Revi-sionsverfahren fortgesetzt. In die-sem Fall gilt der form- und fristge-rechte Antrag auf Zulassung alsEinlegung der Revision. Mit derZustellung der Entscheidung be-ginnt die Revisionsbegründungs-frist.

(8) Das weitere Verfahren bestimmtsich nach den für die Revision gel-tenden Bestimmungen. § 563 istmit der Maßgabe anzuwenden, dassdie Zurückverweisung an das er-stinstanzliche Gericht erfolgt. Wirdgegen die nachfolgende Entschei-dung des erstinstanzlichen GerichtsBerufung eingelegt, so hat das Be-rufungsgericht die rechtliche Beur-teilung, die der Aufhebung durchdas Revisionsgericht zugrunde ge-legt ist, auch seiner Entscheidungzugrunde zu legen.

form adjudication require a deci-sion by the court hearing the ap-peal on points of law.The leap-frog appeal may not bebased on irregularities in the pro-ceedings.

(5) The court hearing the appeal onpoints of law shall decide on thepetition for leave to file a leap-frogappeal by delivering a correspon-ding order. The order is to beserved on the parties.

(6) Should the court refuse to com-ply with the petition for leave to ap-peal on points of law, the judgmentshall become final and binding.

(7) Where leave is granted to file anappeal on points of law, the pro-ceedings shall be continued as ap-pellate proceedings on points oflaw. In this case, the petition forleave to appeal on points of law,submitted in proper form and indue time, shall be deemed to be thefiling of the appeal on points oflaw. Upon the decision beingserved, the period for submissionof the reasoning for the appeal onpoints of law shall commence.

(8) The further procedure is deter-mined by the provisions applyingto the appeal on points of law. §563 is to be applied subject to theproviso that the matter is referredto the court of first instance. If anappeal is filed against the subse-quent decision of the court of firstinstance, the court of appeal is tobase its decision on the legal as-sessment that serves as the basis forthe reversal of the judgment by thecourt hearing the appeal on pointsof law.

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Appendice normativa 227

Abschnitt 3 - Beschwerde

Titel 1 - Sofortige Beschwerde

§ 567 - Sofortige Beschwerde; An-schlussbeschwerde

(1) Die sofortige Beschwerde findetstatt gegen die im ersten Rechtszugergangenen Entscheidungen derAmtsgerichte und Landgerichte,wenn

1. dies im Gesetz ausdrücklich be-stimmt ist oder2. es sich um solche eine mündlicheVerhandlung nicht erforderndeEntscheidungen handelt, durch dieein das Verfahren betreffendes Ge-such zurückgewiesen worden ist.

(2) Gegen Entscheidungen überKosten ist die Beschwerde nur zu-lässig, wenn der Wert des Be-schwerdegegenstands 200 Euroübersteigt.

(3) Der Beschwerdegegner kannsich der Beschwerde anschließen,selbst wenn er auf die Beschwerdeverzichtet hat oder die Beschwer-defrist verstrichen ist. Die An-schließung verliert ihre Wirkung,wenn die Beschwerde zurückge-nommen oder als unzulässig ver-worfen wird.

Chapter 3 - Complaints

Title 1 - Complaints subject to atime limit

§ 567 - Complaints subject to atime limit; cross appeal under acomplaint

(1) A complaint subject to a timelimit may be filed against the deci-sions delivered by the local courts(Amtsgerichte) and regional courts(Landgerichte) in proceedings beforethem as courts of first instance if1. This has been expressly deter-mined by law; or2. The decisions so being chal-lenged did not require a hearing fororal argument and dismissed a pe-tition concerning the proceedings.

(2) A complaint may be filedagainst decisions as to costs only ifthe subject matter of the appeal isin excess of 200 euros.

(3) The respondent in the com-plaint may join the complaint evenin those cases in which he haswaived filing a complaint, or theperiod within which such a com-plaint must be filed has lapsed. Thisjoinder shall cease to be effectiveshould the complaint be retractedor overruled as inadmissible.

§ 568 - Originärer Einzelrichter

Das Beschwerdegericht entscheidetdurch eines seiner Mitglieder alsEinzelrichter, wenn die angefoch-tene Entscheidung von einem Ein-zelrichter oder einem Rechtspfleger

§ 568 - Judge sitting alone as thecourt of decision

The court hearing the complaint shallrule by one of its members acting asa judge sitting alone in cases in whichthe contested decision was deliveredby a judge sitting alone or a senior

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228 Appendice normativa

erlassen wurde. Der Einzelrichterüberträgt das Verfahren dem Be-schwerdegericht zur Entscheidungin der im Gerichtsverfassungsge-setz vorgeschriebenen Besetzung,wenn

1. die Sache besondere Schwierig-keiten tatsächlicher oder rechtlicherArt aufweist oder2. die Rechtssache grundsätzlicheBedeutung hat.Auf eine erfolgte oder unterlasseneÜbertragung kann ein Rechtsmittelnicht gestützt werden.

judicial officer. The judge sittingalone shall transfer the proceedingsto the court hearing the complaintfor it to decide in the compositionrequired by the stipulations of theCourts Constitution Act(Gerichtsverfassungsgesetz, GVG) if:1. The matter is characterised byparticular difficulties in fact or inlaw; or2. The legal matter is of fundamen-tal significance.Appellate remedies may not bebased on a transfer that has beenmade or has been failed to havebeen made.

§ 569 - Frist und Form

(1) Die sofortige Beschwerde ist,soweit keine andere Frist bestimmtist, binnen einer Notfrist von zweiWochen bei dem Gericht, dessenEntscheidung angefochten wird,oder bei dem Beschwerdegerichteinzulegen. Die Notfrist beginnt,soweit nichts anderes bestimmt ist,mit der Zustellung der Entschei-dung, spätestens mit dem Ablaufvon fünf Monaten nach der Ver-kündung des Beschlusses. Liegendie Erfordernisse der Nichtigkeits-oder der Restitutionsklage vor, sokann die Beschwerde auch nachAblauf der Notfrist innerhalb derfür diese Klagen geltenden Notfri-sten erhoben werden.

(2) Die Beschwerde wird durchEinreichung einer Beschwerde-schrift eingelegt. Die Beschwerde-schrift muss die Bezeichnung derangefochtenen Entscheidung sowiedie Erklärung enthalten, dass Be-

§ 569 - Time limit and formal re-quirements

(1) Unless any other period has beendetermined, the complaint subject toa time limit is to be filed within astatutory period of two (2) weekswith the court the decision of whichis being contested, or with the courthearing the complaint. Unless deter-mined otherwise, the statutory pe-riod shall commence running uponservice of the decision, and at the lat-est upon expiry of five (5) months ofthe judgment having been pro-nounced. Should the requirementsbe met for an action for annulmentor for an action for retrial of thecase, the complaint may also be filedfollowing expiry of the statutory pe-riod within the statutory periods ap-plying for these actions.

(2) The complaint is filed by sub-mitting a notice regarding the com-plaint on points of law. The briefregarding the complaint on pointsof law must designate the contesteddecision as well as the declaration

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Appendice normativa 229

schwerde gegen diese Entscheidungeingelegt werde.

(3) Die Beschwerde kann auch durchErklärung zu Protokoll der Ge-schäftsstelle eingelegt werden, wenn1. der Rechtsstreit im erstenRechtszug nicht als Anwaltspro-zess zu führen ist oder war,

2. die Beschwerde die Prozessko-stenhilfe betrifft oder3. sie von einem Zeugen, Sachver-ständigen oder Dritten im Sinneder §§ 142, 144 erhoben wird.

that a complaint is being filedagainst this decision.

(3) The complaint may also be de-clared by recording it with the reg-istry for the files of the court if:1. The legal dispute in the proceed-ings before the court of first in-stance is not, or was not, to be pur-sued as proceedings in which theparties must be represented bycounsel;2. The complaint concerns assis-tance with court costs; or3. The complaint is brought by awitness, an expert or a third partyin the sense as defined by §s 142and 144.

§ 570 - Aufschiebende Wirkung;einstweilige Anordnungen

(1) Die Beschwerde hat nur dannaufschiebende Wirkung, wenn siedie Festsetzung eines Ordnungs-oder Zwangsmittels zum Gegen-stand hat.

(2) Das Gericht oder der Vorsit-zende, dessen Entscheidung ange-fochten wird, kann die Vollziehungder Entscheidung aussetzen.

(3) Das Beschwerdegericht kann vorder Entscheidung eine einstweiligeAnordnung erlassen; es kann insbe-sondere die Vollziehung der ange-fochtenen Entscheidung aussetzen.

§ 570 - Suspensive effect; interimorders

(1) The complaint shall have sus-pensive effect only where it con-cerns an order of means of admin-istrative coercion or other coercivemeasures.

(2) The court or the presiding judgewhose decision is being contestedmay suspend the enforcement ofthe decision.

(3) The court hearing the complaintmay issue an interim order prior todelivering its decision; in particular,it may suspend the enforcement ofthe contested decision.

§ 571 - Begründung, Präklusion,Ausnahmen vom Anwaltszwang

(1) Die Beschwerde soll begründetwerden.

§ 571 - Reasoning; extinction ofthe exercise of a right (preclu-sion); exceptions from the statu-tory requirement to be repre-sented by an attorney

(1) The grounds for filing the com-plaint are to be provided.

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230 Appendice normativa

(2) Die Beschwerde kann auf neueAngriffs- und Verteidigungsmittelgestützt werden. Sie kann nicht dar-auf gestützt werden, dass das Gerichtdes ersten Rechtszuges seine Zustän-digkeit zu Unrecht angenommen hat.

(3) Der Vorsitzende oder das Be-schwerdegericht kann für das Vor-bringen von Angriffs- und Verteidi-gungsmitteln eine Frist setzen. Wer-den Angriffs- und Verteidigungs-mittel nicht innerhalb der Frist vor-gebracht, so sind sie nur zuzulassen,wenn nach der freien Überzeugungdes Gerichts ihre Zulassung die Er-ledigung des Verfahrens nicht ver-zögern würde oder wenn die Parteidie Verspätung genügend entschul-digt. Der Entschuldigungsgrund istauf Verlangen des Gerichts glaub-haft zu machen.

(4) Ordnet das Gericht eine schrift-liche Erklärung an, so kann diesezu Protokoll der Geschäftsstelleabgegeben werden, wenn die Be-schwerde zu Protokoll der Ge-schäftsstelle eingelegt werden darf(§ 569 Abs. 3).

(2) The complaint may be based onnew means of challenge or defence.It may not be based on the fact thatthe court of first instance was wrongin assuming that it had jurisdiction.

(3) The presiding judge or the courthearing the complaint may set a pe-riod within which the means ofchallenge or defence are to be sub-mitted to the court. If the means ofchallenge or defence are not sub-mitted within this period, they areto be admitted only if the courtholds, in its discretion and convic-tion, that admitting them wouldnot delay the proceedings beingdealt with and terminated, or if theparty provides sufficient excuse forsuch delay. Should the court so re-quire, the grounds ruling out cul-pability are to be demonstrated tothe satisfaction of the court.

(4) Should the court order that awritten declaration be made, thismay be recorded with the registryfor the files of the court in all in-stances in which the complaint maybe recorded with the registry forthe files of the court (§ 569 (3)).

§ 572 - Gang des Beschwerdever-fahrens

(1) Erachtet das Gericht oder derVorsitzende, dessen Entscheidungangefochten wird, die Beschwerdefür begründet, so haben sie ihr ab-zuhelfen; andernfalls ist die Be-schwerde unverzüglich dem Be-schwerdegericht vorzulegen. § 318bleibt unberührt.

(2) Das Beschwerdegericht hat vonAmts wegen zu prüfen, ob die Be-

§ 572 - Course of the complaintprocedure

(1) Should the court or the presidingjudge whose decision is being con-tested hold that the complaint is jus-tified, they are to grant redress; in allother cases, the complaint is to bepresented to the court hearing thecomplaint without undue delay. §318 shall remain unaffected hereby.

(2) The court hearing the complaintis to review ex officio whether the

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Appendice normativa 231

schwerde an sich statthaft und obsie in der gesetzlichen Form undFrist eingelegt ist. Mangelt es an ei-nem dieser Erfordernisse, so ist dieBeschwerde als unzulässig zu ver-werfen.

(3) Erachtet das Beschwerdegerichtdie Beschwerde für begründet, sokann es dem Gericht oder Vorsit-zenden, von dem die beschwerendeEntscheidung erlassen war, die er-forderliche Anordnung übertragen.(4) Die Entscheidung über die Be-schwerde ergeht durch Beschluss.

complaint as such is an availableremedy and whether or not it hasbeen filed in keeping with statutoryrequirements as to form and time.Should one of these requirementsnot have been met, the complaint isto be overruled as inadmissible.

(3) Should the court hearing thecomplaint hold that the complaintis justified, it may transfer the re-quired order to the court or pre-siding judge who had delivered thedecision giving rise to the com-plaint.

(4) The decision as to the complaintshall be delivered by court order.

§ 573 - Erinnerung

(1) Gegen die Entscheidungen desbeauftragten oder ersuchten Rich-ters oder des Urkundsbeamten derGeschäftsstelle kann binnen einerNotfrist von zwei Wochen die Ent-scheidung des Gerichts beantragtwerden (Erinnerung). Die Erinne-rung ist schriftlich oder zu Proto-koll der Geschäftsstelle einzulegen.§ 569 Abs. 1 Satz 1 und 2, Abs. 2und die §§ 570 und 572 gelten ent-sprechend.

(2) Gegen die im ersten Rechtszugergangene Entscheidung des Ge-richts über die Erinnerung findetdie sofortige Beschwerde statt.

(3) Die Vorschrift des Absatzes 1gilt auch für die Oberlandesge-richte und den Bundesgerichtshof.

§ 573 - Reminder as a legal remedy

(1) A petition may be filed for a de-cision to be issued by the courtagainst the decisions taken by thejudge correspondingly delegated orrequested, or against those taken bythe records clerk of the court reg-istry, within a statutory period oftwo (2) weeks (reminder). The re-minder is to be filed in writing or isto be recorded with the registry forthe files of the court. § 569 (1) firstand second sentences, sub§ (2) and§s 570 and 572 shall apply mutatismutandis.

(2) A complaint subject to a timelimit may be lodged against the de-cision of the court delivered on thereminder in the proceedings beforethe court of first instance.

(3) The rule set out in sub§ (1) shallalso apply to the higher regionalcourts (Oberlandesgerichte, OLG)and the Federal Court of Justice(Bundesgerichtshof, BGH).

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232 Appendice normativa

Titel 2 - Rechtsbeschwerde

§ 574 - Rechtsbeschwerde; An-schlussrechtsbeschwerde

(1) Gegen einen Beschluss ist dieRechtsbeschwerde statthaft, wenn

1. dies im Gesetz ausdrücklich be-stimmt ist oder2. das Beschwerdegericht, das Be-rufungsgericht oder das Oberlan-desgericht im ersten Rechtszug siein dem Beschluss zugelassen hat.

§ 542 Abs. 2 gilt entsprechend.

(2) In den Fällen des Absatzes 1Nr. 1 ist die Rechtsbeschwerde nurzulässig, wenn

1. die Rechtssache grundsätzlicheBedeutung hat oder2. die Fortbildung des Rechts oderdie Sicherung einer einheitlichenRechtsprechung eine Entscheidungdes Rechtsbeschwerdegerichts er-fordert.

(3) In den Fällen des Absatzes 1Nr. 2 ist die Rechtsbeschwerde zu-zulassen, wenn die Voraussetzun-gen des Absatzes 2 vorliegen. DasRechtsbeschwerdegericht ist an dieZulassung gebunden.

(4) Der Rechtsbeschwerdegegnerkann sich bis zum Ablauf einerNotfrist von einem Monat nach derZustellung der Begründungsschriftder Rechtsbeschwerde durch Ein-

Title 2 - Complaint on points oflaw

§ 574 - Complaint on points oflaw; cross appeal under a com-plaint on points of law

(1) A complaint on points of law isan available remedy against a courtorder if:1. This has been expressly deter-mined in the law; or2. The court hearing the complaint,the court of appeal, or the higherregional court (Oberlandesgericht,OLG) has granted leave to do so inits order in the proceedings beforethe court of first instance.§ 542 (2) shall apply mutatis mu-tandis.

(2) In the cases provided for bysub§ (1) number 1, the complainton points of law shall be admissi-ble only if:1. The legal matter is of fundamen-tal significance; or2. The further development of thelaw or the interests in ensuring uni-form adjudication requires a deci-sion to be taken by the court hear-ing the complaint on points of law.

(3) In the cases provided for by sub§(1) number 2, leave to file a com-plaint on points of law shall begranted where the prerequisites ofsub§ (2) have been met. The courthearing the complaint on points oflaw shall be bound by such leavegranted.

(4) The respondent of the complainton points of law may join the com-plaint on points of law within astatutory period of one (1) monthfollowing service of the brief setting

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Appendice normativa 233

reichen der Rechtsbeschwerdean-schlussschrift beim Rechtsbe-schwerdegericht anschließen, auchwenn er auf die Rechtsbeschwerdeverzichtet hat, die Rechtsbeschwer-defrist verstrichen oder die Rechts-beschwerde nicht zugelassen wor-den ist. Die Anschlussbeschwerdeist in der Anschlussschrift zu be-gründen. Die Anschließung verliertihre Wirkung, wenn die Rechtsbe-schwerde zurückgenommen oderals unzulässig verworfen wird.

out the reasoning for the complainton points of law by submitting thenotice of cross appeal under a com-plaint on points of law with thecourt hearing the complaint onpoints of law, and may do so also inthose cases in which it has waived acomplaint on points of law, inwhich the period within which sucha complaint on points of law mustbe filed has lapsed or in which noleave has been granted to file a com-plaint on points of law. The reason-ing for filing a cross appeal under acomplaint is to be provided in thenotice of cross appeal. The joindershall cease to be effective where thecomplaint on points of law is re-tracted or overruled as inadmissible.

§ 575 - Frist, Form und Begrün-dung der Rechtsbeschwerde

(1) Die Rechtsbeschwerde ist bin-nen einer Notfrist von einem Mo-nat nach Zustellung des Beschlus-ses durch Einreichen einer Be-schwerdeschrift bei dem Rechtsbe-schwerdegericht einzulegen. DieRechtsbeschwerdeschrift muss ent-halten:

1. die Bezeichnung der Entschei-dung, gegen die die Rechtsbe-schwerde gerichtet wird und2. die Erklärung, dass gegen dieseEntscheidung Rechtsbeschwerdeeingelegt werde.Mit der Rechtsbeschwerdeschriftsoll eine Ausfertigung oder beglau-bigte Abschrift der angefochtenenEntscheidung vorgelegt werden.

(2) Die Rechtsbeschwerde ist, so-fern die Beschwerdeschrift keine

§ 575 - Time limit, formal re-quirements, and reasoning of thecomplaint on points of law

(1) The complaint on points of lawis to be filed within a statutory pe-riod of one (1) month followingservice of the order by submittinga notice on appeal under a com-plaint with the court hearing thecomplaint on points of law. Thenotice or brief regarding the com-plaint on points of law must in-clude:1. The designation of the decisionagainst which the complaint onpoints of law is directed, and2. The declaration that a complainton points of law was filed againstthis decision.An execution or certified copy of thecontested decision is to be enclosedwith the notice or brief regarding thecomplaint on points of law.

(2) Unless the notice regarding thecomplaint on points of law sets out

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234 Appendice normativa

Begründung enthält, binnen einerFrist von einem Monat zu begrün-den. Die Frist beginnt mit der Zu-stellung der angefochtenen Ent-scheidung. § 551 Abs. 2 Satz 5 und6 gilt entsprechend.

(3) Die Begründung der Rechtsbe-schwerde muss enthalten:1. die Erklärung, inwieweit dieEntscheidung des Beschwerdege-richts oder des Berufungsgerichtsangefochten und deren Aufhebungbeantragt werde (Rechtsbeschwer-deanträge),

2. in den Fällen des § 574 Abs. 1Nr. 1 eine Darlegung zu den Zu-lässigkeitsvoraussetzungen des §574 Abs. 2,3. die Angabe der Rechtsbeschwer-degründe, und zwara) die bestimmte Bezeichnung derUmstände, aus denen sich dieRechtsverletzung ergibt;b) soweit die Rechtsbeschwerdedarauf gestützt wird, dass das Ge-setz in Bezug auf das Verfahrenverletzt sei, die Bezeichnung derTatsachen, die den Mangel ergeben.

(4) Die allgemeinen Vorschriftenüber die vorbereitenden Schrift-sätze sind auch auf die Be-schwerde- und die Begründungs-schrift anzuwenden. Die Be-schwerde- und die Begründungs-schrift sind der Gegenpartei zuzu-stellen.

(5) Die §§ 541 und 570 Abs. 1, 3gelten entsprechend.

its reasons, the grounds for filingthe complaint on points of law areto be provided within a period ofone (1) month. The period shall be-gin running upon service of thecontested decision. § 551 (2) fifthand sixth sentences hereof shall ap-ply mutatis mutandis.

(3) The reasoning of the complainton points of law must include:1. The declaration as to the extentto which the decision of the courthearing the complaint or of thecourt of appeal is contested and itsreversal is petitioned (petitions un-der the complaint on points oflaw);2. In the cases provided for by §574 (1) number 1, a presentation ofthe prerequisites for leave to begranted as set out in § 574 (2);3. The grounds for the complainton points of law, these being:a) The specific designation of thecircumstances from which the vio-lation of the law is apparent;b) Insofar as the complaint onpoints of law is based on the alle-gation that the law was violatedwith reference to the proceedings:the designation of the facts that re-flect this irregularity.

(4) The general regulations govern-ing preparatory written pleadingsare to be applied also to the noticeregarding the complaint on points oflaw and the brief setting out the rea-soning for the complaint. The noticeregarding the complaint on points oflaw and the brief setting out the rea-soning for the complaint are to beserved on the opponent party.

(5) §s 541 and 570 sub§s (1) and (3)shall apply mutatis mutandis.

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Appendice normativa 235

§ 576 - Gründe der Rechtsbe-schwerde

(1) Die Rechtsbeschwerde kann nurdarauf gestützt werden, dass dieEntscheidung auf der Verletzung desBundesrechts oder einer Vorschriftberuht, deren Geltungsbereich sichüber den Bezirk eines Oberlandes-gerichts hinaus erstreckt.

(2) Die Rechtsbeschwerde kannnicht darauf gestützt werden, dassdas Gericht des ersten Rechtszugesseine Zuständigkeit zu Unrecht an-genommen oder verneint hat.

(3) Die §§ 546, 547, 556 und 560gelten entsprechend.

§ 576 - Grounds for filing thecomplaint on points of law

(1) The complaint on points of lawmay only be based on the fact thatthe decision is based on a violationof federal law or of a rule the ter-ritorial scope of which extends be-yond the judicial district of ahigher regional court (Oberlandes-gericht, OLG).

(2) The complaint on points of lawmay not be based on the fact thatthe court of first instance waswrong in assuming that it had ordid not have jurisdiction.

(3) §s 546, 547, 556 and 560 shallapply mutatis mutandis.

§ 577 - Prüfung und Entschei-dung der Rechtsbeschwerde

(1) Das Rechtsbeschwerdegerichthat von Amts wegen zu prüfen, obdie Rechtsbeschwerde an sich statt-haft und ob sie in der gesetzlichenForm und Frist eingelegt und be-gründet ist. Mangelt es an einemdieser Erfordernisse, so ist dieRechtsbeschwerde als unzulässigzu verwerfen.

(2) Der Prüfung des Rechtsbe-schwerdegerichts unterliegen nurdie von den Parteien gestellten An-träge. Das Rechtsbeschwerdege-richt ist an die geltend gemachtenRechtsbeschwerdegründe nicht ge-bunden. Auf Verfahrensmängel, dienicht von Amts wegen zu berük-ksichtigen sind, darf die angefoch-tene Entscheidung nur geprüft

§ 577 - Review of the complainton points of law and decision

(1) The court hearing the complainton points of law is to review ex of-ficio whether the complaint onpoints of law as such is an availableremedy and whether or not it hasbeen filed in keeping with statutoryrequirements as to form and timeand whether reasoning was pro-vided. Should one of these require-ments not have been met, the com-plaint on points of law is to beoverruled as inadmissible.

(2) Solely the petitions filed by theparties shall be subject to review bythe court hearing the complaint onpoints of law. The court hearing thecomplaint on points of law is notbound to the grounds being as-serted in the complaint on points oflaw. The decision contested in theproceedings may only be reviewedfor irregularities in the proceedings

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236 Appendice normativa

werden, wenn die Mängel nach §575 Abs. 3 und § 574 Abs. 4 Satz 2gerügt worden sind. § 559 gilt ent-sprechend.

(3) Ergibt die Begründung der an-gefochtenen Entscheidung zwareine Rechtsverletzung, stellt dieEntscheidung selbst aber aus ande-ren Gründen sich als richtig dar, soist die Rechtsbeschwerde zurük-kzuweisen.

(4) Wird die Rechtsbeschwerde fürbegründet erachtet, ist die ange-fochtene Entscheidung aufzuhebenund die Sache zur erneuten Ent-scheidung zurückzuverweisen. §562 Abs. 2 gilt entsprechend. DieZurückverweisung kann an einenanderen Spruchkörper des Gerichtserfolgen, das die angefochtene Ent-scheidung erlassen hat. Das Ge-richt, an das die Sache zurückver-wiesen ist, hat die rechtliche Beur-teilung, die der Aufhebung zu-grunde liegt, auch seiner Entschei-dung zugrunde zu legen.

(5) Das Rechtsbeschwerdegerichthat in der Sache selbst zu entschei-den, wenn die Aufhebung der Ent-scheidung nur wegen Rechtsverlet-zung bei Anwendung des Rechtsauf das festgestellte Sachverhältniserfolgt und nach letzterem die Sa-che zur Endentscheidung reif ist. §563 Abs. 4 gilt entsprechend.

(6) Die Entscheidung über dieRechtsbeschwerde ergeht durchBeschluss. § 564 gilt entsprechend.Im Übrigen kann von einer Be-

that are not to be taken into ac-count ex officio wherever such ir-regularities have been objected topursuant to § 575 (3) and § 574 (4)second sentence hereof. § 559 shallapply mutatis mutandis.

(3) In cases in which the reasoningprovided for the contested decisiondoes indicate that the law has beenviolated, but the decision itself ap-pears to be correct based on othergrounds, leave to file a complainton points of law is to be denied.

(4) Where the complaint on pointsof law is deemed justified, the con-tested decision is to be reversed andthe matter is to be referred back fora new decision to be taken. § 562(2) shall apply mutatis mutandis.The matter may be referred to an-other formation of the court thathas delivered the contested deci-sion. The court to which the mat-ter is referred is to base its decisionon the legal assessment on whichthe reversal of the judgment isbased.

(5) The court hearing the complainton points of law is to decide on thematter as such if the decision is re-versed only for a violation of thelaw, in application of the law to thesituation of fact as established, andif in light of said situation the mat-ter is ready for the final decision tobe taken. § 563 (4) shall apply mu-tatis mutandis.

(6) The decision as to the complainton points of law shall be deliveredby court order. § 564 shall applymutatis mutandis. The requirement

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Gerichtsverfassungsgesetz [GVG] (estratto)Traduzione in inglese fornita dal Bundesministerium der Justiz, a cura diKathleen Müller-RostinIl testo è consultabile anche all’indirizzo http://www.gesetze-im-inter-net.de/.

Appendice normativa 237

gründung abgesehen werden, wennsie nicht geeignet wäre, zur Klä-rung von Rechtsfragen grundsätz-licher Bedeutung, zur Fortbildungdes Rechts oder zur Sicherung ei-ner einheitlichen Rechtsprechungbeizutragen.

to provide reasoning may be for-gone in all other regards if thiswould not be suited to contributeto clearing up fundamental legal is-sues, to the further development ofthe law, or to ensuring uniform ad-judication.

Neunter Titel - Bundesgerichtshof

omissis

§ 132

(1) Beim Bundesgerichtshof wer-den ein Großer Senat für Zivilsa-chen und ein Großer Senat fürStrafsachen gebildet. Die GroßenSenate bilden die Vereinigten Gro-ßen Senate.

(2) Will ein Senat in einer Rechts-frage von der Entscheidung einesanderen Senats abweichen, so ent-scheiden der Große Senat für Zivil-sachen, wenn ein Zivilsenat von ei-nem anderen Zivilsenat oder vondem Großen Zivilsenat, der GroßeSenat für Strafsachen, wenn einStrafsenat von einem anderen Straf-senat oder von dem Großen Senatfür Strafsachen, die VereinigtenGroßen Senate, wenn ein Zivilsenatvon einem Strafsenat oder von demGroßen Senat für Strafsachen oderein Strafsenat von einem Zivilsenatoder von dem Großen Senat für Zi-vilsachen oder ein Senat von den

Title IX - Federal Court of Justice

omissis

§ 132

(1) A Grand Panel for Civil Mat-ters and a Grand Panel for Crimi-nal Matters shall be established atthe Federal Court of Justice. TheGrand Panels shall form the UnitedGrand Panels.

(2) In the event that a panel wishesto deviate from the decision of an-other panel on a legal issue, theGrand Panel for Civil Matters shalldecide if a civil panel wishes to de-viate from another civil panel orfrom the Grand Panel for CivilMatters, the Grand Panel for Crim-inal Matters shall decide if a crimi-nal panel wishes to deviate fromanother criminal panel or from theGrand Panel for Criminal Matters,and the United Grand Panels shalldecide if a civil panel wishes to de-viate from a criminal panel or fromthe Grand Panel for Criminal Mat-ters or if a criminal panel wishes to

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238 Appendice normativa

Vereinigten Großen Senaten abwei-chen will.

(3) Eine Vorlage an den Großen Se-nat oder die Vereinigten Großen Se-nate ist nur zulässig, wenn der Se-nat, von dessen Entscheidung abge-wichen werden soll, auf Anfragedes erkennenden Senats erklärt hat,daß er an seiner Rechtsauffassungfesthält. Kann der Senat, von dessenEntscheidung abgewichen werdensoll, wegen einer Änderung des Ge-schäftsverteilungsplanes mit derRechtsfrage nicht mehr befaßt wer-den, tritt der Senat an seine Stelle,der nach dem Geschäftsverteilungs-plan für den Fall, in dem abwei-chend entschieden wurde, zustän-dig wäre. Über die Anfrage und dieAntwort entscheidet der jeweiligeSenat durch Beschluß in der für Ur-teile erforderlichen Besetzung; § 97Abs. 2 Satz 1 des Steuerberatungs-gesetzes und § 74 Abs. 2 Satz 1 derWirtschaftsprüferordnung bleibenunberührt.

(4) Der erkennende Senat kann eineFrage von grundsätzlicher Bedeu-tung dem Großen Senat zur Ent-scheidung vorlegen, wenn das nachseiner Auffassung zur Fortbildungdes Rechts oder zur Sicherung ei-ner einheitlichen Rechtsprechungerforderlich ist.

(5) Der Große Senat für Zivilsa-chen besteht aus dem Präsidentenund je einem Mitglied der Zivilse-nate, der Große Senate für Strafsa-chen aus dem Präsidenten und je

deviate from a civil panel or fromthe Grand Panel for Civil Mattersor if a panel wishes to deviate fromthe United Grand Panels.

(3) A submission to the GrandPanel or to the United Grand Pan-els shall only be admissible if thepanel from whose decision there isto be deviation has declared in re-sponse to an inquiry of the adjudi-cating panel that it stands by its le-gal opinion. If the panel fromwhose decision there is to be devi-ation can no longer be seized of thelegal issue due to a change in theroster allocating court business, itsplace shall be taken by the panelthat would be competent pursuantto the roster allocating court busi-ness for the case in which the di-vergent decision was given. Theruling on the inquiry and the re-sponse shall be given in a ruling bythe respective panel in the compo-sition prescribed for judgments;section 97 subsection (2), first sen-tence, of the Act on Tax Advisorsand section 74 subsection (2), firstsentence, of the Auditors’ Regula-tions shall remain unaffected.

(4) The adjudicating panel maysubmit an issue of fundamental im-portance to the Grand Panel for adecision if it deems this necessaryfor the development of the law orin order to ensure uniform applica-tion of the law.

(5) The Grand Panel for Civil Mat-ters shall be composed of the pres-ident and one member from each ofthe civil panels; the Grand Panelfor Criminal Matters shall be com-

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Bundesrechtsanwaltsordnung [BRAO] (estratto)

Achter Teil - Die Rechtsanwalt-schaft bei dem BundesgerichtshofomissisZweiter Abschnitt - Die Zulas-sung als Rechtsanwalt bei demBundesgerichtshof§ 162 - Entsprechende Anwen-dung von VorschriftenFür die Rechtsanwaltschaft beidem Bundesgerichtshof gelten derErste bis Siebente Teil dieses Ge-setzes, soweit sich nicht aus dennachstehenden Vorschriften etwasBesonderes ergibt.

§ 163 - Sachliche ZuständigkeitVon den Aufgaben, die nach denVorschriften des Ersten bis Sieben-ten Teils dieses Gesetzes der Rechts-anwaltskammer zugewiesen sind,nimmt das Bundesministerium derJustiz die Aufgaben wahr, die dieZulassung zur Rechtsanwaltschaftund ihr Erlöschen, die Kanzlei so-wie die Bestellung eines Vertretersoder Abwicklers betreffen. DasBundesministerium der Justiz ist diezuständige Stelle nach § 51 Abs. 7dieses Gesetzes. Es nimmt auch die

Appendice normativa 239

zwei Mitgliedern der Strafsenate.Legt ein anderer Senat vor oder sollvon dessen Entscheidung abgewi-chen werden, ist auch ein Mitglieddieses Senats im Großen Senat ver-treten. Die Vereinigten Großen Se-nate bestehen aus dem Präsidentenund den Mitgliedern der GroßenSenate.

(6) Die Mitglieder und die Vertre-ter werden durch das Präsidium fürein Geschäftsjahr bestellt. Dies giltauch für das Mitglied eines anderenSenats nach Absatz 5 Satz 2 und fürseinen Vertreter. Den Vorsitz in denGroßen Senaten und den Vereinig-ten Großen Senaten führt der Prä-sident, bei Verhinderung dasdienstälteste Mitglied. Bei Stim-mengleichheit gibt die Stimme desVorsitzenden den Ausschlag.

posed of the president and twomembers from each of the criminalpanels. If submission is by anotherpanel, or if there is to be deviationfrom the decision of another panel,a member of that panel shall also siton the Grand Panel. The UnitedGrand Panels shall be composed ofthe president and the members ofthe Grand Panels.

(6) The members and their deputiesshall be appointed by the presidiumfor one business year. This shallalso apply to the member of an-other panel pursuant to subsection(5), second sentence, and to hisdeputy. The Grand Panels and theUnited Grand Panels shall bepresided over by the president or,in the event that he is unable to bepresent, by the most senior mem-ber. In the case of a tie, the presid-ing judge shall have the castingvote.

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Aufgaben wahr, die der Landesju-stizverwaltung zugewiesen sind. DieWahrnehmung der übrigen Aufga-ben obliegt der Rechtsanwaltskam-mer bei dem Bundesgerichtshof. Andie Stelle des Anwaltsgerichts unddes Anwaltsgerichtshofes tritt inVerfahren zur Ahndung von Pflicht-verletzungen der Bundesgerichtshof.Der Generalbundesanwalt beimBundesgerichtshof nimmt die Auf-gaben der Staatsanwaltschaft wahr.§ 164 - Besondere Voraussetzungfür die ZulassungBei dem Bundesgerichtshof kann alsRechtsanwalt nur zugelassen wer-den, wer durch den Wahlausschußfür Rechtsanwälte bei dem Bundes-gerichtshof benannt wird.§ 165 - Wahlausschuß für Rechts-anwälte bei dem Bundesgerichts-hof(1) Der Wahlausschuß besteht ausdem Präsidenten und den Senatsprä-sidenten der Zivilsenate des Bundes-gerichtshofes sowie aus den Mitglie-dern des Präsidiums der Bundes-rechtsanwaltskammer und des Präsi-diums der Rechtsanwaltskammer beidem Bundesgerichtshof. (2) Den Vorsitz in dem Wahlaus-schuß führt der Präsident desBundesgerichtshofes. Er beruft denWahlausschuß ein.(3) Die Einladung muß die Tages-ordnung für die Sitzung des Wahl-ausschusses enthalten und den Mit-gliedern mindestens eine Woche vorder Sitzung zugehen.(4) Die Sitzungen sind nicht öffent-lich.(5) Über jede Sitzung wird ein Pro-tokoll aufgenommen.§ 166 - Vorschlagslisten für dieWahl(1) Die Wahl findet auf Grund vonVorschlagslisten statt.

(2) Vorschlagslisten können einrei-chen1. die Bundesrechtsanwaltskammerauf Grund von Vorschlägen derRechtsanwaltskammern,2. die Rechtsanwaltskammer beidem Bundesgerichtshof.(3) In die Vorschlagslisten kann nuraufgenommen werden, wer das fün-funddreißigste Lebensjahr vollendethat und den Beruf des Rechtsan-walts seit mindestens fünf Jahrenohne Unterbrechung ausübt.§ 167 - Prüfung des Wahlaus-schusses(1) Der Wahlausschuß prüft, ob derVorgeschlagene die sachlichen undpersönlichen Voraussetzungen fürdie Tätigkeit als Rechtsanwalt beidem Bundesgerichtshof besitzt.(2) Zur Vorbereitung der Wahl be-stellt der Wahlausschuß zwei seinerMitglieder als Berichterstatter.§ 167a - Akteneinsicht(1) Der Rechtsanwalt, der in dieVorschlagsliste aufgenommenwurde, hat das Recht, die Protokolledes Wahlausschusses einzusehen.(2) Die persönlichen, beruflichenund wirtschaftlichen Verhältnissedes Rechtsanwalts werden in einemgesonderten Bericht dargestellt, dender Rechtsanwalt einsehen kann.(3) § 58 Abs. 2 und 3 ist entspre-chend anzuwenden.§ 168 - Entscheidung des Wahl-ausschusses(1) Der Wahlausschuß ist beschluß-fähig, wenn die Mehrzahl sowohl derdem Bundesgerichtshof angehören-den Mitglieder als auch der Mitglie-der der Präsidien der Bundesrechts-anwaltskammer und der Rechtsan-waltskammer bei dem Bundesge-richtshof anwesend ist. Er entschei-det mit einfacher Stimmenmehrheit.Die Abstimmung ist geheim.

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(2) Der Wahlausschuß benennt ausden Vorschlagslisten die doppelteZahl von Rechtsanwälten, die er fürdie Zulassung bei dem Bundesge-richtshof für angemessen hält.(3) Durch die Benennung wird fürden Bewerber ein Anspruch auf Zu-lassung als Rechtsanwalt bei demBundesgerichtshof nicht begründet.§ 169 - Mitteilung des Wahlergeb-nisses(1) Der Vorsitzende des Wahlaus-schusses teilt das Ergebnis der Wah-len dem Bundesministerium der Ju-stiz mit.(2) Die Anträge der vom Wahlaus-schuß benannten Rechtsanwälte, siebeim Bundesgerichtshof zuzulassen,sind der Mitteilung beizufügen.§ 170 - Entscheidung über den An-trag auf Zulassung(1) Über den Antrag auf Zulassungals Rechtsanwalt bei dem Bundesge-richtshof entscheidet das Bundesmi-nisterium der Justiz. Die Zulassungkann aufschiebend befristet werden.Die Frist soll drei Monate nichtüberschreiten.(2) Die Entscheidung über den An-trag auf Zulassung kann ausgesetztwerden, wenn einer der in § 10 Abs.1 bezeichneten Gründe vorliegt.(3) Der Vorstand der Rechtsan-waltskammer bei dem Bundesge-richtshof ist nur dann zu hören,wenn gegen die Zulassung Beden-ken bestehen.(4) Für die Zulassung gilt § 166 Abs.3 entsprechend.§ 171 (weggefallen)Dritter Abschnitt - Die besonde-ren Rechte und Pflichten derRechtsanwälte bei dem Bundesge-richtshof§ 172 - Beschränkung des Auftre-tens vor anderen Gerichten(1) Die bei dem Bundesgerichtshof

zugelassenen Rechtsanwälte dürfennur vor dem Bundesgerichtshof,den anderen obersten Gerichtshöfendes Bundes, dem Gemeinsamen Se-nat der obersten Gerichtshöfe unddem Bundesverfassungsgericht auf-treten. Das Recht, vor internationa-len oder gemeinsamen zwischen-staatlichen Gerichten aufzutreten,wird hierdurch nicht berührt.(2) In dem Verfahren vor dem er-suchten Richter dürfen sie auch voreinem anderen Gericht auftreten,wenn das Ersuchen von einem derin Absatz 1 genannten Gerichte aus-geht.§ 172a - SozietätRechtsanwälte, die beim Bundesge-richtshof zugelassen sind, dürfennur untereinander eine Sozietät ein-gehen. Eine solche Sozietät darf nurzwei Rechtsanwälte umfassen.§ 172b - KanzleiDer beim Bundesgerichtshof zuge-lassene Rechtsanwalt hat seineKanzlei am Sitz des Bundesgerichts-hofes einzurichten und zu unterhal-ten. § 14 Abs. 3 gilt mit der Maß-gabe, dass die Zulassung als Rechts-anwalt bei dem Bundesgerichtshofwiderrufen werden kann.§ 173 - Bestellung eines Vertretersund eines Abwicklers der Kanzlei(1) Das Bundesministerium der Ju-stiz soll zum Vertreter einen beidem Bundesgerichtshof zugelasse-nen Rechtsanwalt bestellen. Es kannauch einen Rechtsanwalt bestellen,der das fünfunddreißigste Lebens-jahr vollendet hat und den Beruf seitmindestens fünf Jahren ohne Unter-brechung ausübt.(2) Absatz 1 gilt entsprechend fürdie Bestellung eines Abwicklers derKanzlei (§ 55). Weist die Rechtsan-waltskammer bei dem Bundesge-richtshof nach, dass für die Erledi-

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§ 174 - Zusammensetzung undVorstand(1) Die Rechtsanwälte, die bei demBundesgerichtshof zugelassen sind,bilden die Rechtsanwaltskammerbei dem Bundesgerichtshof. Für dieDauer der Zulassung bei demBundesgerichtshof ruht die Mit-gliedschaft in der bisherigen Rechts-anwaltskammer.(2) Die Zahl der Mitglieder des Vor-standes wird durch die Geschäfts-ordnung der Kammer festgesetzt. §63 Abs. 2 ist nicht anzuwenden.

gung der laufenden Aufträge in einerWeise gesorgt ist, die den Rechtsu-chenden nicht schlechter stellt als dieAnwendung des § 55, unterbleibt dieBestellung eines Abwicklers.(3) Für die Bestellung eines Vertre-ters (§ 47 Abs. 2, § 53 Abs. 2 Satz 2,Abs. 5, § 161 Abs. 1 Satz 1, § 163)wird eine Gebühr von 25 Euro er-hoben. Die Gebühr wird mit derBeendigung der Amtshandlung fäl-lig. Sie kann schon vorher eingefor-dert werden. § 192 Abs. 2 gilt ent-sprechend.Vierter Abschnitt - Die Rechtsan-waltskammer bei dem Bundesge-richtshof

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omissis

Part 3 - The Supreme Court

The Supreme Court

23 - The Supreme Court(1) There is to be a Supreme Courtof the United Kingdom.(2) The Court consists of 12 judgesappointed by Her Majesty by let-ters patent.(3) Her Majesty may from time totime by Order in Council amendsubsection (2) so as to increase orfurther increase the number ofjudges of the Court.(4) No recommendation may bemade to Her Majesty in Council tomake an Order under subsection(3) unless a draft of the Order hasbeen laid before and approved byresolution of each House of Par-liament.(5) Her Majesty may by letterspatent appoint one of the judges tobe President and one to be DeputyPresident of the Court.(6) The judges other than the Pres-ident and Deputy President are tobe styled “Justices of the SupremeCourt”.(7) The Court is to be taken to beduly constituted despite any va-cancy among the judges of theCourt or in the office of Presidentor Deputy President.

24 - First members of the CourtOn the commencement of section23—(a) the persons who immediately be-

fore that commencement are Lordsof Appeal in Ordinary becomejudges of the Supreme Court,(b) the person who immediatelybefore that commencement is thesenior Lord of Appeal in Ordinarybecomes the President of theCourt, and(c) the person who immediatelybefore that commencement is thesecond senior Lord of Appeal inOrdinary becomes the DeputyPresident of the Court.

Appointment of judges

25 - Qualification for appoint-ment(1) A person is not qualified to beappointed a judge of the SupremeCourt unless he has (at any time)—(a) held high judicial office for aperiod of at least 2 years,(b) been a qualifying practitionerfor a period of at least 15 years.(2) A person is a qualifying practi-tioner for the purposes of this sec-tion at any time when—(a) repealed(b) he is an advocate in Scotland ora solicitor entitled to appear in theCourt of Session and the HighCourt of Justiciary, or(c) he is a member of the Bar ofNorthern Ireland or a solicitor ofthe Court of Judicature of North-ern Ireland.

26 - Selection of members of theCourt(1) This section applies to a rec-ommendation for an appointment

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5. Supreme Court del Regno Unito

Constitutional Reform Act 2005 (estratto)

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to one of the following offices—(a) judge of the Supreme Court;(b) President of the Court;(c) Deputy President of the Court.(2) A recommendation may bemade only by the Prime Minister.(3) The Prime Minister—(a) must recommend any personwhose name is notified to him un-der section 29;(b) may not recommend any otherperson.(4) A person who is not a judge ofthe Court must be recommendedfor appointment as a judge if hisname is notified to the Prime Min-ister for an appointment as Presi-dent or Deputy President.(5) If there is a vacancy in one ofthe offices mentioned in subsection(1), or it appears to him that therewill soon be such a vacancy, theLord Chancellor must convene aselection commission for the selec-tion of a person to be recom-mended.(6) Schedule 8 is about selectioncommissions.(7) Subsection (5) is subject to Part3 of that Schedule.(8) Sections 27 to 31 apply where aselection commission is convenedunder this section.

27 - Selection process(1)The commission must—(a) determine the selection processto be applied,(b) apply the selection process, and(c) make a selection accordingly.(2) As part of the selection processthe commission must consult eachof the following—(a) such of the senior judges as arenot members of the commissionand are not willing to be consid-ered for selection;

(b) the Lord Chancellor;(c) the First Minister in Scotland;(d) the First Minister for Wales;(e) the Secretary of State forNorthern Ireland.(3) If for any part of the UnitedKingdom no judge of the courts ofthat part is to be consulted undersubsection (2)(a), the commissionmust consult as part of the selec-tion process the most senior judgeof the courts of that part who isnot a member of the commissionand is not willing to be consideredfor selection.(4) Subsections (5) to (10) apply toany selection under this section orsection 31.(5) Selection must be on merit.(6) A person may be selected onlyif he meets the requirements ofsection 25.(7) A person may not be selected ifhe is a member of the commission.(8) In making selections for the ap-pointment of judges of the Courtthe commission must ensure thatbetween them the judges will haveknowledge of, and experience ofpractice in, the law of each part ofthe United Kingdom.(9) The commission must have re-gard to any guidance given by theLord Chancellor as to matters tobe taken into account (subject toany other provision of this Act) inmaking a selection.(10) Any selection must be of oneperson only.

28 - Report(1) After complying with section27 the commission must submit areport to the Lord Chancellor.(2) The report must—(a) state who has been selected;(b) state the senior judges consulted

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under section 27(2)(a) and any judgeconsulted under section 27(3);(c) contain any other informationrequired by the Lord Chancellor.(3) The report must be in a formapproved by the Lord Chancellor.(4) After submitting the report thecommission must provide any fur-ther information the Lord Chan-cellor may require.(5) When he receives the report theLord Chancellor must consult eachof the following—(a) the senior judges consulted un-der section 27(2)(a);(b) any judge consulted under sec-tion 27(3);(c) the First Minister in Scotland;(d) the First Minister for Wales;(e) the Secretary of State forNorthern Ireland.

29 - The Lord Chancellor’s op-tions(1) This section refers to the fol-lowing stages—Stage 1: where a person has beenselected under section 27Stage 2: where a person has beenselected following a rejection orreconsideration at stage 1Stage 3: where a person has beenselected following a rejection orreconsideration at stage 2.(2) At stage 1 the Lord Chancellormust do one of the following—(a) notify the selection;(b) reject the selection;(c) require the commission to re-consider the selection.(3) At stage 2 the Lord Chancellormust do one of the following—(a) notify the selection;(b) reject the selection, but only ifit was made following a reconsid-eration at stage 1;(c) require the commission to re-

consider the selection, but only ifit was made following a rejectionat stage 1.(4) At stage 3 the Lord Chancellormust notify the selection, unlesssubsection (5) applies and hemakes a notification under it.(5) If a person whose selection theLord Chancellor required to be re-considered at stage 1 or 2 was notselected again at the next stage, theLord Chancellor may at stage 3notify that person’s name to thePrime Minister.(6) In this Part references to theLord Chancellor notifying a selec-tion are references to his notifyingto the Prime Minister the name ofthe person selected.

30 - Exercise of powers to rejector require reconsideration(1) The power of the Lord Chan-cellor under section 29 to reject aselection at stage 1 or 2 is exercis-able only on the grounds that, inthe Lord Chancellor’s opinion, theperson selected is not suitable forthe office concerned.(2) The power of the Lord Chan-cellor under section 29 to requirethe commission to reconsider a se-lection at stage 1 or 2 is exercisableonly on the grounds that, in theLord Chancellor’s opinion—(a) there is not enough evidencethat the person is suitable for theoffice concerned,(b) there is evidence that the per-son is not the best candidate onmerit, or(c) there is not enough evidencethat if the person were appointedthe judges of the Court would be-tween them have knowledge of,and experience of practice in, thelaw of each part of the UnitedKingdom.

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(3) The Lord Chancellor must givethe commission reasons in writingfor rejecting or requiring reconsid-eration of a selection.

31 - Selection following rejectionor requirement to reconsider(1) If under section 29 the LordChancellor rejects or requires re-consideration of a selection at stage1 or 2, the commission must selecta person in accordance with thissection.(2) If the Lord Chancellor rejects aselection, the commission—(a) may not select the person re-jected, and(b) where the rejection is followingreconsideration of a selection, maynot select the person (if different)whose selection it reconsidered.(3) If the Lord Chancellor requiresa selection to be reconsidered, thecommission—(a) may select the same person or adifferent person, but(b) where the requirement is fol-lowing a rejection, may not selectthe person rejected.(4) The commission must informthe Lord Chancellor of the personselected following a rejection orrequirement to reconsider.

Terms of appointment

32 - Oath of allegiance and judi-cial oath(1) A person who is appointed asPresident of the Court must, assoon as may be after accepting of-fice, take the required oaths in thepresence of—(a) the Deputy President, or(b) if there is no Deputy President,the senior ordinary judge.(2) A person who is appointed as

Deputy President of the SupremeCourt must, as soon as may be af-ter accepting office, take the re-quired oaths in the presence of—(a) the President, or(b) if there is no President, the sen-ior ordinary judge.(3) A person who is appointed as ajudge of the Supreme Court must,as soon as may be after acceptingoffice, take the required oaths inthe presence of—(a) the President, or(b) if there is no President, theDeputy President, or(c) if there is no President and noDeputy President, the senior ordi-nary judge.(4) Subsections (1) and (2) applywhether or not the person ap-pointed as President or DeputyPresident has previously taken therequired oaths in accordance withthis section after accepting anotheroffice.(5) Subsection (3) does not applywhere a person is first appointed asa judge of the Court upon ap-pointment to the office of Presi-dent or Deputy President.(6) In this section “required oaths”means—(a) the oath of allegiance, and(b) the judicial oath,as set out in the Promissory OathsAct 1868 (c. 72).

33 - TenureA judge of the Supreme Courtholds that office during good be-haviour, but may be removed fromit on the address of both Houses ofParliament.

34 - Salaries and allowances(1) A judge of the Supreme Courtis entitled to a salary.

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(2) The amount of the salary is tobe determined by the Lord Chan-cellor with the agreement of theTreasury.(3) Until otherwise determined un-der subsection (2), the amount isthat of the salary of a Lord of Ap-peal in Ordinary immediately be-fore the commencement of section23.(4) A determination under subsec-tion (2) may increase but not re-duce the amount.(5) Salaries payable under this sec-tion are to be charged on and paidout of the Consolidated Fund ofthe United Kingdom.(6) Any allowance determined bythe Lord Chancellor with theagreement of the Treasury may bepaid to a judge of the Court out ofmoney provided by Parliament.

35 - Resignation and retirement(1) A judge of the Supreme Courtmay at any time resign that officeby giving the Lord Chancellor no-tice in writing to that effect.(2) The President or Deputy Pres-ident of the Court may at any timeresign that office (whether or nothe resigns his office as a judge) bygiving the Lord Chancellor noticein writing to that effect.(3) In section 26(4)(a) of andSchedule 5 to the Judicial Pensionsand Retirement Act 1993 (c. 8) (re-tirement), for “Lord of Appeal inOrdinary” substitute “Judge of theSupreme Court”.

36 - Medical retirement(1) This section applies if the LordChancellor is satisfied by means ofa medical certificate that a personholding office as a judge of theSupreme Court—

(a) is disabled by permanent infir-mity from the performance of theduties of his office, and(b) is for the time being incapaci-tated from resigning his office.(2) The Lord Chancellor may byinstrument under his hand declarethe person’s office to have been va-cated.(3) A declaration by instrumentunder subsection (2) has the sameeffect for all purposes as if the per-son had, on the date of the instru-ment, resigned his office.(4) But such a declaration has noeffect unless it is made—(a) in the case of an ordinary judge,with the agreement of the Presi-dent and Deputy President of theCourt;(b) in the case of the President,with the agreement of the DeputyPresident and the senior ordinaryjudge;(c) in the case of the Deputy Pres-ident, with the agreement of thePresident and the senior ordinaryjudge.

37 – Pensions(1) In the tables in sections 1 and16 of the Judicial Pensions Act1981 (c. 20) (application and inter-pretation), for “Lord of Appeal inOrdinary”—(a) in the first column, substitute “Judge of the Supreme Court ”, and(b) in the second column, in eachplace substitute “ judge of theSupreme Court ”.(2) In Part 1 of Schedule 1 to theJudicial Pensions and RetirementAct 1993 (qualifying judicial of-fices: judges), for “Lord of Appealin Ordinary” substitute “Judge ofthe Supreme Court”.(3) The amendments made by this

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section to the 1981 and 1993 Actsdo not affect the operation of anyprovision of or made under thoseActs, or anything done under suchprovision, in relation to the officeof, or service as, Lord of Appeal inOrdinary.

Acting judges

38 - Acting judges(1)At the request of the Presidentof the Supreme Court any of thefollowing may act as a judge of theCourt—(a) a person who holds office as asenior territorial judge;(b) a member of the supplementarypanel under section 39.(2) A request under subsection (1)may be made by the Deputy Pres-ident of the Court if there is noPresident or the President is un-able to make that request.(3) In section 26(7) of the JudicialPensions and Retirement Act 1993(c. 8) (requirement not to act incertain capacities after the age of75) for paragraph (b) substitute—“(b) act as a judge of the SupremeCourt under section 38 of theConstitutional Reform Act 2005;”.(4) Every person while acting un-der this section is, subject to sub-sections (5) and (6), to be treatedfor all purposes as a judge of theSupreme Court (and so may per-form any of the functions of ajudge of the Court).(5) A person is not to be treatedunder subsection (4) as a judge ofthe Court for the purposes of anystatutory provision relating to—(a) the appointment, retirement,removal or disqualification ofjudges of the Court,(b) the tenure of office and oaths to

be taken by judges of the Court, or(c) the remuneration, allowances orpensions of judges of the Court.(6) Subject to section 27 of the Ju-dicial Pensions and Retirement Act1993, a person is not to be treatedunder subsection (4) as havingbeen a judge of the Court if he hasacted in the Court only under thissection.(7) Such remuneration and al-lowances as the Lord Chancellormay with the agreement of theTreasury determine may be paidout of money provided by Parlia-ment to any person who acts as ajudge of the Court under this sec-tion.(8) In this section “office as a sen-ior territorial judge” means officeas any of the following—(a) a judge of the Court of Appealin England and Wales;(b) a judge of the Court of Session,but only if the holder of the officeis a member of the First or SecondDivision of the Inner House ofthat Court;(c) a judge of the Court of Appealin Northern Ireland, unless theholder holds the office only byvirtue of being a puisne judge ofthe High Court.

39 - Supplementary panel(1) There is to be a panel of per-sons known as the supplementarypanel.(2) On the commencement of thissection any member of the Houseof Lords who—(a) meets one of the conditions insubsection (3),(b) does not hold high judicial of-fice,(c) has not attained the age of 75,and

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(d) is not a person who was ap-pointed to the office of LordChancellor on or after 12 June2003,becomes a member of the panel.(3) The conditions are—(a) that he ceased to hold high ju-dicial office less than 5 years beforethe commencement of this section;(b) that he was a member of the Ju-dicial Committee of the PrivyCouncil immediately before thatcommencement;(c) that he ceased to be a memberof that Committee less than 5 yearsbefore that commencement.(4) A person becomes a member ofthe supplementary panel on ceas-ing to hold office as a judge of theSupreme Court or as a senior ter-ritorial judge, but only if, while heholds such office—(a) his membership of the panel isapproved in writing by the Presi-dent of the Supreme Court, and(b) the President of the Court givesthe Lord Chancellor notice inwriting of the approval.(5) Subsection (4) does not applyto a person who ceases to hold of-fice as a judge of the SupremeCourt when he ceases to be Presi-dent of the Court.(6) Such a person becomes a mem-ber of the supplementary panel onceasing to be President of theCourt, unless—(a) while President, he gives theLord Chancellor notice that he isnot to become a member of thepanel,(b) he ceases to be President on be-ing removed from office as a judgeof the Court on the address ofboth Houses of Parliament, or(c) his office is declared vacant un-der section 36.

(7) A person does not become amember of the supplementarypanel under subsection (4) or (6)if—(a) on ceasing to hold office as ajudge of the Supreme Court hetakes office as a senior territorialjudge, or(b) on ceasing to hold office as asenior territorial judge he takes of-fice as a judge of the SupremeCourt.(8) A member of the supplemen-tary panel may resign by notice inwriting to the President of theCourt.(9) Unless he resigns (and subjectto sections 26(7)(b) and 27 of theJudicial Pensions and RetirementAct 1993 (c. 8)), a person ceases tobe a member of the supplementarypanel—(a) at the end of 5 years after thelast day on which he holds hisqualifying office, or(b) if earlier, at the end of the dayon which he attains the age of 75.(10) In this section—(a) “office as a senior territorialjudge” has the same meaning as insection 38;(b) a person’s “qualifying office” isthe office (that is, high judicial of-fice, membership of the JudicialCommittee of the Privy Council,office as a judge of the SupremeCourt or office as a senior territo-rial judge) that he held before be-coming a member of the supple-mentary panel.

Jurisdiction, relation to othercourts etc

40 - Jurisdiction(1) The Supreme Court is a supe-rior court of record.

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(2) An appeal lies to the Courtfrom any order or judgment of theCourt of Appeal in England andWales in civil proceedings.(3) An appeal lies to the Courtfrom any order or judgment of acourt in Scotland if an appeal layfrom that court to the House ofLords at or immediately before thecommencement of this section.(4) Schedule 9—(a) transfers other jurisdictionfrom the House of Lords to theCourt,(b) transfers devolution jurisdic-tion from the Judicial Committeeof the Privy Council to the Court,and(c) makes other amendments relat-ing to jurisdiction.(5) The Court has power to deter-mine any question necessary to bedetermined for the purposes of do-ing justice in an appeal to it underany enactment.(6) An appeal under subsection (2)lies only with the permission of theCourt of Appeal or the SupremeCourt; but this is subject to provi-sion under any other enactment re-stricting such an appeal.

41 - Relation to other courts etc(1) Nothing in this Part is to affectthe distinctions between the sepa-rate legal systems of the parts ofthe United Kingdom.(2) A decision of the SupremeCourt on appeal from a court ofany part of the United Kingdom,other than a decision on a devolu-tion matter, is to be regarded as thedecision of a court of that part ofthe United Kingdom.(3) A decision of the SupremeCourt on a devolution matter—(a) is not binding on that Courtwhen making such a decision;

(b) otherwise, is binding in all le-gal proceedings.(4) In this section “devolutionmatter” means—(a) a question referred to theSupreme Court under section 96,99 or 112 of the Government ofWales Act 2006, section 33 of theScotland Act 1998 (c. 46) or sec-tion 11 of the Northern IrelandAct 1998 (c. 47);(b) a devolution issue as defined inSchedule 9 to the Government ofWales Act 2006 (c. 38), Schedule 6to the Scotland Act 1998 or Sched-ule 10 to the Northern Ireland Act1998.

Composition for proceedings

42 - Composition(1) The Supreme Court is dulyconstituted in any proceedingsonly if all of the following condi-tions are met—(a) the Court consists of an unevennumber of judges;(b) the Court consists of at leastthree judges;(c) more than half of those judgesare permanent judges.(2) Paragraphs and of subsectionare subject to any directions that inspecified proceedings the Court isto consist of a specified number ofjudges that is both uneven andgreater than three.(3) Paragraph of subsection is sub-ject to any directions that in spec-ified descriptions of proceedingsthe Court is to consist of a speci-fied minimum number of judgesthat is greater than three.(4) This section is subject to sec-tion 43.(5) In this section—(a) “directions” means directions

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given by the President of theCourt;(b) “specified”, in relation to di-rections, means specified in thosedirections;(c) references to permanent judgesare references to those judges ofthe Court who are not actingjudges under section 38.(6) This section and section 43 ap-ply to the constitution of theCourt in any proceedings from thetime judges are designated to hearthe proceedings.

43 - Changes in composition(1) This section applies if in anyproceedings the Court ceases to beduly constituted in accordancewith section 42, or in accordancewith a direction under this section,because one or more members ofthe Court are unable to continue.(2) The presiding judge may directthat the Court is still duly consti-tuted in the proceedings.(3) The presiding judge may give adirection under this section onlyif—(a) the parties agree;(b) the Court still consists of atleast three judges (whether thenumber of judges is even or un-even);(c) at least half of those judges arepermanent judges.(4) Subsections (2) and (3) are sub-ject to directions given by thePresident of the Court.(5) If in any proceedings the Courtis duly constituted under this sec-tion with an even number ofjudges, and those judges are evenlydivided, the case is to be re-arguedin a Court which is constituted inaccordance with section 42.(6) In this section—

(a) “presiding judge” means thejudge who is to preside, or is pre-siding, over proceedings;(b) references to permanent judgeshave the same meaning as in sec-tion 42.

Practice and procedure

44 - Specially qualified advisers(1) If the Supreme Court thinks itexpedient in any proceedings, itmay hear and dispose of the pro-ceedings wholly or partly with theassistance of one or more speciallyqualified advisers appointed by it.(2) Any remuneration payable tosuch an adviser is to be determinedby the Court unless agreed be-tween the adviser and the parties tothe proceedings.(3) Any remuneration forms partof the costs of the proceedings.

45 - Making of rules(1) The President of the SupremeCourt may make rules (to beknown as “Supreme Court Rules”)governing the practice and proce-dure to be followed in the Court.(2) The power to make SupremeCourt Rules includes power tomake different provision for differ-ent cases, including different pro-vision—(a) for different descriptions ofproceedings, or(b) for different jurisdiction of theSupreme Court.(3) The President must exercise thepower to make Supreme CourtRules with a view to securingthat—(a) the Court is accessible, fair andefficient, and(b) the rules are both simple andsimply expressed.

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252 Appendice normativa

46 - Procedure after rules made(1) Supreme Court Rules made bythe President of the SupremeCourt must be submitted by himto the Lord Chancellor.(2) Supreme Court Rules submit-ted to the Lord Chancellor—(a) come into force on such day asthe Lord Chancellor directs, and(b) are to be contained in a statu-tory instrument to which theStatutory Instruments Act 1946 (c.36) applies as if the instrumentcontained rules made by a Minis-ter of the Crown.(3) A statutory instrument con-taining Supreme Court Rules issubject to annulment in pursuanceof a resolution of either House ofParliament.

(4) Before making Supreme CourtRules the President must consultall of the following—(a) the Lord Chancellor;(b) the bodies listed in subsection(5);(c) such other bodies that representpersons likely to be affected by theRules as the President considers itappropriate to consult.(5) The bodies referred to in sub-section (4)(b) are—The General Council of the Bar ofEngland and Wales;The Law Society of England andWales;The Faculty of Advocates of Scot-land;The Law Society of Scotland;The General Council of the Bar ofNorthern Ireland;The Law Society of Northern Ire-land.

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Questo volume è stato impressonel mese di dicembre dell’anno 2012presso Effegi s.a.s. – Portici (NA)

per le Edizioni Scientifiche Italiane s.p.a., NapoliStampato in Italia / Printed in Italy

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