NUOVA ECONDARIA ICERCA Il caso della Scuola … scuola primaria, nel senso che spinge perché...

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© Nuova Secondaria - n. 6, febbraio 2015 - Anno XXXII 45 NUOVA SECONDARIA RICERCA 1. Il progetto Sport di classe, infatti, intende proporre a tutte le scuole primarie l’ex progetto di alfabetizzazione motoria, in sperimentazione da cinque anni, ora giunto a regime, grazie agli accordi presi all’interno del protocollo di intesa MIUR – cONI del 4.12. 2013, per il potenziamento dello sport scolastico. L e recenti Linee Guida per La Buona Scuola del Governo Renzi e il Progetto Sport di classe, pro- posto dal MIUR - cONI, col supporto del comi- tato Paralimpico Italiano (cIP), contengono una serie di proposte orientate all’inserimento del docente di edu- cazione fisica nella scuola primaria, per affiancare (ma forse, sarebbe meglio parlare di sostituzione), il docente che si occupa dell’insegnamento dell’educazione fisica, ritenuto non sufficientemente formato per gestire tale in- segnamento. Prevale in questi documenti una visione tradizionale e riduttiva dell’educazione fisica, finalizzata prevalentemente alla prevenzione, salute fisica, sport; scelta che appare in contraddizione rispetto allo spirito delle Indicazioni Nazionali (dpr n. 254/2012), che aus- picano un’educazione integrale della persona, per realiz- zare la quale lo sviluppo di competenze nell’ambito mo- torio sono necessarie e imprescindibili, compito di tutti i docenti, non solo di quello incaricato dell’educazione fisica. In secondo luogo, la proposta di un unico progetto (Sport a scuola), a tutte le scuole primarie su territorio nazionale, va contro l’autonomia delle scuole, che si trovano così a dover scegliere una sola modalità progettuale 1 . Tale ori- entamento, a fronte di un auspicato potenziamento del- l’attività sportiva nella scuola primaria (che dovrebbe poi proseguire nella sec. di 1° e di 2° grado coi gruppi sportivi scolastici extra – curricolari), si rivela, in realtà, in contraddizione con le scelte del Miur, di un drastico taglio dei fondi per l’attività sportiva extra curricolare. da un lato, quindi, si dà avvio ad un processo di incremento delle ore di pratica sportiva nella primaria, dall’altro, si tagliano i fondi nei segmenti di scuola immediatamente Il caso della Scuola primaria e oltre: il conflitto tra sport di Stato e pedagogia della persona Marisa Vicini Le Linee Guida per la Buona scuola del Governo Renzi propongono che un docente di educazione fisica venga inserito nella scuola pri- maria come esperto di questa disciplina, con il compito di sviluppare programmi di prevenzione, salute fisica e lo sport. Questa scelta è in contraddizione con lo spirito delle Indicazioni Nazionali (d.P.R. n. 254/2012), che auspicano invece l’educazione integrale della persona, per realizzare la quale è sufficiente la competenza del docente generalista, adeguatamente formato. alla base di tale scelta vi è una concezione “tradizionale” di educazione fisica, intesa come disciplina del corpo e non della persona. allo stesso modo, il progetto Sport di classe, proponendo un tutor sportivo incaricato di organizzare le manifestazioni sportive della scuola, impone alle Istituzioni Scolastiche una sola modalità di fare educazione fisica. Nell’intento di rispondere ad un bisogno reale, cioè l’incremento qualitativo del- l’attività fisica nella scuola primaria, queste proposte rischiano di dar vita ad uno Sport di Stato. Tutte le scuole che aderiranno a que- sto progetto, infatti, proposto dallo Stato in collaborazione con c.O.N.I. e comitato Paralimpico Italiano (c.I.P.), faranno solo sport, con- tribuendo in tal modo a perpetuare la convinzione che l’educazione fisica sia solo sport e che l’unica modalità per praticarlo (la più facile, perché gratuita), sia quella di aderire a questo progetto. Per realizzare l’educazione integrale della persona umana lo sport è un elemento necessario, ma non l’unico; allo sviluppo degli allievi contribuiscono anche attività come la danza, le attività in ambiente naturale, etc. Tali attività devono essere proposte e seguite da docenti che conoscono il contesto, il grado di sviluppo, le esigenze e le attitudini degli allievi e delle allieve. Recent studies (Renzi’s Linea Guida and the project Sport di classe) have proposed that a physical education teacher in elementary school should act as expert on physical health and sport. This choice contradicts the Italian National Guidelines on the topics (D.P.R. n. 254/2012), which promote a holistic approach to elementary education. This recent proposal is based on a “traditional” conception of physical education, viewed as a discipline “of the body” and not as a discipline “of the person”. Along the same lines, the project Sport di classe, which proposes a sport tutor with the specific job or organizing school sport events, imposes a one-way approach to physi- cal education in school. These initiatives seek to respond to a real need, namely, that of increasing the practice of sports in elementary school; however, in doing so, they risk both promoting state sport and reducing physical education to a mere sport, health and anti-obe- sity discipline, instead of an opportunity for the holistic development of the human person.

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1. il progetto Sport di classe, infatti, intende proporre a tutte le scuole primariel’ex progetto di alfabetizzazione motoria, in sperimentazione da cinque anni, oragiunto a regime, grazie agli accordi presi all’interno del protocollo di intesaMiUR – coNi del 4.12. 2013, per il potenziamento dello sport scolastico.

le recenti linee guida per La Buona Scuola delgoverno Renzi e il Progetto Sport di classe, pro-posto dal MiUR - coNi, col supporto del comi-

tato Paralimpico italiano (ciP), contengono una serie diproposte orientate all’inserimento del docente di edu-cazione fisica nella scuola primaria, per affiancare (maforse, sarebbe meglio parlare di sostituzione), il docenteche si occupa dell’insegnamento dell’educazione fisica,ritenuto non sufficientemente formato per gestire tale in-segnamento. Prevale in questi documenti una visionetradizionale e riduttiva dell’educazione fisica, finalizzataprevalentemente alla prevenzione, salute fisica, sport;scelta che appare in contraddizione rispetto allo spiritodelle indicazioni Nazionali (dpr n. 254/2012), che aus-picano un’educazione integrale della persona, per realiz-zare la quale lo sviluppo di competenze nell’ambito mo-torio sono necessarie e imprescindibili, compito di tutti idocenti, non solo di quello incaricato dell’educazionefisica.

in secondo luogo, la proposta di un unico progetto (Sporta scuola), a tutte le scuole primarie su territorio nazionale,va contro l’autonomia delle scuole, che si trovano così adover scegliere una sola modalità progettuale1. tale ori-entamento, a fronte di un auspicato potenziamento del-l’attività sportiva nella scuola primaria (che dovrebbepoi proseguire nella sec. di 1° e di 2° grado coi gruppisportivi scolastici extra – curricolari), si rivela, in realtà,in contraddizione con le scelte del Miur, di un drasticotaglio dei fondi per l’attività sportiva extra curricolare. daun lato, quindi, si dà avvio ad un processo di incrementodelle ore di pratica sportiva nella primaria, dall’altro, sitagliano i fondi nei segmenti di scuola immediatamente

Il caso della Scuola primaria e oltre: il conflitto tra sport di Stato e pedagogia della personaMarisa Vicini

le linee guida per la Buona scuola del governo Renzi propongono che un docente di educazione fisica venga inserito nella scuola pri-maria come esperto di questa disciplina, con il compito di sviluppare programmi di prevenzione, salute fisica e lo sport. Questa sceltaè in contraddizione con lo spirito delle indicazioni Nazionali (d.P.R. n. 254/2012), che auspicano invece l’educazione integrale dellapersona, per realizzare la quale è sufficiente la competenza del docente generalista, adeguatamente formato. alla base di tale scelta viè una concezione “tradizionale” di educazione fisica, intesa come disciplina del corpo e non della persona. allo stesso modo, il progettoSport di classe, proponendo un tutor sportivo incaricato di organizzare le manifestazioni sportive della scuola, impone alle istituzioniScolastiche una sola modalità di fare educazione fisica. Nell’intento di rispondere ad un bisogno reale, cioè l’incremento qualitativo del-l’attività fisica nella scuola primaria, queste proposte rischiano di dar vita ad uno Sport di Stato. tutte le scuole che aderiranno a que-sto progetto, infatti, proposto dallo Stato in collaborazione con c.o.N.i. e comitato Paralimpico italiano (c.i.P.), faranno solo sport, con-tribuendo in tal modo a perpetuare la convinzione che l’educazione fisica sia solo sport e che l’unica modalità per praticarlo (la più facile,perché gratuita), sia quella di aderire a questo progetto. Per realizzare l’educazione integrale della persona umana lo sport è un elementonecessario, ma non l’unico; allo sviluppo degli allievi contribuiscono anche attività come la danza, le attività in ambiente naturale, etc.tali attività devono essere proposte e seguite da docenti che conoscono il contesto, il grado di sviluppo, le esigenze e le attitudini degliallievi e delle allieve.

Recent studies (Renzi’s Linea Guida and the project Sport di classe) have proposed that a physical education teacher in elementary schoolshould act as expert on physical health and sport. This choice contradicts the Italian National Guidelines on the topics (D.P.R. n.254/2012), which promote a holistic approach to elementary education. This recent proposal is based on a “traditional” conception ofphysical education, viewed as a discipline “of the body” and not as a discipline “of the person”. Along the same lines, the project Sportdi classe, which proposes a sport tutor with the specific job or organizing school sport events, imposes a one-way approach to physi-cal education in school. These initiatives seek to respond to a real need, namely, that of increasing the practice of sports in elementaryschool; however, in doing so, they risk both promoting state sport and reducing physical education to a mere sport, health and anti-obe-sity discipline, instead of an opportunity for the holistic development of the human person.

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successivi, nei quali si dovrebbe proseguire con maggiorspecificità. al fondo di questa vicenda, vi è un grossoproblema di significati: qual è il fine dell’educazionefisica nella primaria? Sport, salute, psicomotricità? l’u-nico modo per realizzare l’educazione fisica è solo me-diante il consulente esterno? È possibile, invece, ripensaread un percorso di formazione universitaria che implementile competenze progettuali dei futuri docenti che sarannoresponsabili dell’insegnamento dell’educazione fisica e/odell’educazione psicomotoria? e’ più utile sostenere lescuole, che in autonomia, scelgono autonomamente di ac-crescere la propria consapevolezza in merito al valoredella dimensione motoria all’interno di ogni insegna-mento? oppure, è più utile affidare questo insegnamentoad esperti che, in un modo o nell’altro, entrano nellascuola primaria come specialisti, col rischio di introdurreuna figura che si colloca a parte rispetto agli altri docenti,la cui funzione, si dice nel progetto Sport di classe, èprevalentemente di tipo organizzativo: preparare i giochiinvernali e di fine anno?

ai due documenti sopra citati, se ne accompagnano altridue che contribuiscono a chiarire il progetto complessivo. il primo documento è la Legge di Stabilità 20152, cheprevede l’eliminazione dei coordinatori di educazionefisica, istituiti con la legge aldo Moro n. 88/1958, per in-centivare e coordinare l’organizzazione dell’attivitàsportiva a livello provinciale, ora non più necessari, sec-ondo la proposta di legge, in quanto, da un lato, non cisono più fondi da dare alle scuole (negli ultimi anni i fondiper l’attività sportiva extra curricolare sono calati inmaniera esponenziale), dall’altro, la figura dei coordina-tori non sarebbe più necessaria in quanto con la nuovafigura del tutor sportivo, formato ad hoc nel contestodella nuova Governance del progetto Sport di classe, sioccuperebbe direttamente dell’organizzazione della prat-ica sportiva all’interno di centri Sportivi Scolastici (cSS),istituiti presso le scuole primarie3. il secondo documento è la proposta di legge dell’on.laura coccia (ddl n. 2067 del 10.02.2014), che, a nostroparere, con la richiesta dell’istituzione della figura pro-fessionale del docente di educazione fisica e sportiva(art. 2.c.1.), che entrerebbe a pieno titolo nella scuola pri-maria, al pari degli altri docenti, ha contribuito a creare lecondizioni per l’inserimento del consulente, sia nellaforma del tutor sportivo (progetto Sport di classe), sia inquella di docente di educazione fisica4 (linee guida perLa Buona Scuola del governo Renzi).Sono molte le problematiche che emergono dalla letturadi questi documenti, se ne analizzeranno alcune nel det-taglio.

“Sport di Classe”Questo progetto intende dare una risposta concreta alproblema della quantità e della qualità dell’attività sportivanella scuola primaria, nel senso che spinge perché l’edu-cazione fisica si faccia davvero, e laddove presente, la sipotenzi, aumentandone il numero delle ore. le modalitàcon cui viene proposta, ripropongono, però, a nostroparere, l’antica logica dell’ancillarità e della secondarietàdell’educazione fisica rispetto, in questo caso, ad un or-ganismo paritetico (coNi - MiUR), il cui scopo è quellodi «pianificare le strategie d’intervento e di promozionedell’educazione fisica e sportiva in ambito scolastico». an-cora una volta, la presenza dell’educazione fisica, non sifonda sulla consapevolezza che essa sia una «componentestrutturale e ineliminabile del più generale processo ed-ucativo della persona umana»5, imprescindibile rispetto al-l’integralità dell’educazione della persona umana, quindi,dovere di tutti i docenti, ma una componente aggiuntiva,che fonda il suo valore principalmente sul fatto di essereinsegnata da personale esperto, specialista, di qualità, es-terno alla scuola. ancora una volta, la scuola ha bisognodi appoggiarsi a qualcun altro per fare quello che dovrebbefare autonomamente per norma6. la concezione della dipendenza dell’educazione fisica daaltri enti e/o soggetti, ha radici antiche. Si pone in lineacon quanto avviò già nel 1874 l’allora Ministro del-l’istruzione Francesco de Sanctis, quando acconsentì chevenisse istituita con Regio decreto, la Scuola Normale diginnastica presso la Società di ginnastica di torino delladurata di cinque anni7, per preparare i docenti per le

2. il testo consultato, disponibile al 16.10.2014/ Uil, non è quello ufficiale:www.orizzontescuola.it/news/legge-stabilità.3. i tutor sportivo verrà formato mediante le iniziative dell’organismo pariteticocoNi – MiUR previsto dal suddetto protocollo, che annovera fra i suoi scopi,anche quello di “intraprendere azioni congiunte di formazione e di aggiorna-mento del personale dirigente e docente della scuola” (art. 2. impegni delle parti).al momento della stesura del presente articolo, il primo incontro nazionale è pre-visto per il giorno 11 novembre 2014 presso il centro di Preparazione olimpicaacquacetodsa “g.onesti” di Roma.4. i 5300 docenti tratti dalle graduatorie ad esaurimento (gae).5. giuseppe Bertagna, Scuola in movimento. La pedagogia e la didattica dellescienze motorie e sportive tra riforma della scuola e dell’università, Franco an-geli, Milano 2004, p.30.6. il protocollo di intesa stipulato il 4.12. 2013, fra MiUR e coNi, con la col-laborazione del comitato Paraolimpico italiano (ciP), prevede un accordo fraquesti soggetti riguardo all’organizzazione dell’educazione fisica e sportivanella scuola primaria, realizzata mediante la figura del tutor sportivo, garante diun insegnamento di qualità. il progetto Sport di classe, infatti, costituisce un’ap-plicazione del protocollo, il quale, inoltre, fissa impegni anche per quantoriguarda la formazione dei docenti. all’interno del progetto Sport di classe, in-fatti, ai tutor sportivi viene affidato l’insegnamento dell’educazione fisica perun’ora al mese sulla classe e il compito di formare i docenti della scuola dovesono insediati;il loro intervento rimane principalmente di tipo organizzativo. 7.Nel 1879, il Ministro coppino, su richiesta e protesta di emilio Baumann, isti-tuisce nove scuole Magistrali di ginnastica, sparse per tutta italia (Bari, Bolo-gna, catania, Firenze, Napoli,Padova, Palermo, Roma e torino), che durano fino

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scuole secondarie normali del Regno (art.1.); a questascuola vennero ammessi i maestri di ginnastica patentatiai corsi magistrali di torino (art.2.)8. il ministro de San-ctis ebbe certamente un ruolo di primo piano nei confrontidella ginnastica, ma col fatto di affidare ad un soggettoesterno (la società di ginnastica di torino), la gestionedella prima scuola governativa per maestri di ginnastica,fece un’azione grave, perché avviò una politica di disim-pegno da parte del governo nei confronti della ginnastica,che non poté decollare come avrebbe potuto, se il governosi fosse assunto in prima persona l’onere di governarla, in-serendola in «un programma di sviluppo organicamenteimpostato a livello centrale»9. la scelta di de Sanctis, si-curamente fondata su una fiducia incondizionata verso ilRicardi di Netro e l’obermann, costituì, invece, un pre-cedente che ebbe ripercussioni rilevanti sul futuro dellaginnastica in italia, almeno fino al 1878, ma, potremmodire, fino ai giorni nostri.il MiUR con questa scelta, conferma, quindi, ancora unavolta, un ruolo ancillare rispetto al coNi, col quale col-labora per compiere un compito che dovrebbe essere pe-culiarmente suo: insegnare l’educazione fisica ai bambinie alle bambine, per sviluppare in loro le competenze at-tese dal profilo (indicazioni Nazionali).

“Sport di classe”, prosecuzione del progetto di alfabet-izzazione motoria. il progetto Sport di classe costituisceil proseguimento del progetto Alfabetizzazione motorianella scuola primaria, messo a punto dal MiUR, dal conie dalla Presidenza del consiglio dei Ministri nel 2009, at-tuato dapprima come esperienza pilota nell’a.s.2009/2010 su un campione di plessi di alcune scuole pri-marie, per la lombardia, 100 plessi nella provincia dilecco (Schema n. 1. Progetto pilota del 2009/2010)10.la strategia proposta nel progetto pilota prevedeva ini-zialmente che l’insegnante titolare fosse affiancato inorario curricolare da un consulente esperto, con fun-zioni di supporto per gli alunni, in vista del raggiungi-mento dei traguardi per lo sviluppo delle competenzemotorie previste dalle indicazioni Nazionali per il curri-colo (Fioroni, 2007). il progetto prevedeva che l’espertofosse presente in classe per due ore settimanali, per un to-tale di 30 ore. Nel progetto pilota (primo anno), tali in-terventi si sono svolti per un tempo di 4 mesi nell’arcodell’intera durata dell’anno scolastico, con un monte orecomplessivo di 50 ore/anno11.

A partire dal 2010/2011, si è avviata una sperimentazionetriennale che ha consentito la rivisitazione del progetto de-nominato Alfabetizzazione Motoria nella scuola primaria12.il 2013/2014 è stato definito anno di transizione, perché ha

sancito il passaggio verso la realizzazione del progettoSport di classe che intende proporre a tutte le scuole pri-marie italiane l’inserimento della figura del tutor sportivo(Schema n. 2. Verso il progetto Sport di classe). Sul sitodedicato al progetto si legge, inoltre, che lo «Sport diClasse rappresenta un’evoluzione dell’esperienza realiz-zata, negli ultimi anni, con il progetto sperimentale di Al-fabetizzazione motoria, e prevede un nuovo modello ope-rativo che consente la partecipazione di tutte le scuoleprimarie d’italia che desiderino aderire all’iniziativa». i punti di contatto fra il progetto Sport di classe e ilprecedente di Alfabetizzazione motoria sono numerosi, sene analizzeranno tre: 1. l’impianto centralistico/piramidale; 2. La presenza dello specialista che si affianca al do-

cente della scuola primaria; 3. Una concezione di educazione fisica che si oppone a

quella di educazione psicomotoria.

1. L’impianto centralistico/piramidale (Schema n. 3. Lanuova Governance per lo sport a scuola)13. l’organi-gramma evidenzia una organizzazione molto centraliz-zata, presente anche nel progetto di Alfabetizzazione mo-toria. Vi è, infatti, un organismo nazionale (centrale),composto dai rappresentanti dei tre soggetti che hanno fir-mato il protocollo, da cui conseguono a cascata, un or-ganismo regionale ed uno provinciale, al cui interno sonopresenti sempre le tre componenti firmatarie del protocollo,per giungere alle singole scuole (centri Sportivi Scolastici). il livello inferiore realizza e coordina le iniziative in basealle direttive provenienti dagli organismi superiori. inparticolare: ● L’Organismo nazionale sport a scuola (MiUR - coNi

-ciP), ha il compito di pianificare le strategie di inter-vento e indica le linee programmatiche e progettuali agliorganismi regionali.

● L’Organismo regionale per lo sport scolastico (USR –Presidente regionale coNi – coordinatore regionale di

al 1993. in Patrizia Ferrara, L’Italia in palestra. Storia, documenti e immaginidella ginnastica dal 1833 al 1973, la Meridiana, Roma 1992, p.104.8. Regio decreto 29 giugno 1874, firmato dal re Vittorio emanuele ii e contro-firmato dal Ministro g. cantelli, riportato in Piero Viotto, Storia antologica del-l’educazione fisica in Italia.Testi Leggi Istituzioni, Vita e Pensiero, Milano1983, p. 171.9. P. Ferrara, L’Italia in palestra. Storia, documenti e immagini della ginnasticadal 1833 al 1973, cit., p. 37.10. www.alfabetizzazionemotoria.it/.11. Per una comprensione più approfondita del documento si rimanda al sito:www.istruzione.it/web/istruzione/prot6077_09, sul quale è possibile leggere lacircolare Progetto pilota nazionale M.I.U.R. – C.O.N.I. – P.C.M. – “Alfabetiz-zazione Educazione motoria scuola primaria” – Adempimenti attuativi.12. www.progettosportdiclasse.it.13. www.progettosportdiclasse.it.

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eF – referente regionale coNi per la scuola – referenteciP), pianifica e realizza le azioni regionali per lo sportscolastico – seleziona su scala regionale i tutor sportiviindividuati mediante candidatura nazionale.

● L’Organismo provinciale (coordinatore di eF per ilMiUR/USt – Referente per la scuola del coNi – ref-erente cip), ha il compito di collaborare con gli organ-ismi superiori nel senso che coordina le attività nel ter-ritorio e nei centri sportivi scolastici.

● infine, i Centri sportivi scolastici (dirigente Scolastico– tutor sportivo qualificato – docenti), pianificano l’at-tività sportiva scolastica e attivano sinergie sul territorio.

il progetto è uguale per tutti: tutti fanno le stesse cose:tempi, organizzazione, contenuti e materiali (kit di mate-riale sportivo), la formazione è capillare. anche il puntodella formazione è in comune col progetto di Alfabetiz-zazione motoria, per la realizzazione del quale i docenticonsulenti avevano a disposizione un Kit di materiali di-dattici uguali per tutti, da utilizzare per le diverse classi.ancora una volta la periferia, i centri Sportivi Scolastici,è chiamata a realizzare quanto viene deciso a livello cen-trale, passando per il livello regionale e provinciale. lastessa struttura centralistica è presente anche per la for-mazione, come si diceva, tale per cui tutti i tutor sportivivengano formati da formatori regionali, a loro volta for-mati a livello centrale.

2. La presenza dello specialista nella scuola primaria.Fino ad ora nella scuola primaria l’educazione fisica è statagestita, per lo più, con il supporto di docenti iSeF/laureatiin scienze motorie, che entravano nelle istituzioni scola-stiche in qualità di consulenti esterni, messi a disposi-zione dagli enti locali (comuni), che finanziavano corsipresportivi (nuoto – minibasket – miniwolley, arti marziali,ecc.), o dalle Federazioni Sportive. il progetto di alfabe-tizzazione motoria nella scuola primaria, ora Sport diclasse, mette a sistema questa modalità, il docente spe-cialista entra in tutte le classi della scuola primaria. la scelta dell’inserimento dello specialista come figurastabile nella scuola primaria, per altro non previsto dalleindicazioni nazionali (d.M. 254/2012), è sempre statamolto dibattuta. a monte di tale scelta, vi è la convinzionedella inadeguatezza dei docenti della scuola primaria digestire l’educazione fisica, e dati gli effetti preoccupantiderivanti dalla mancanza di movimento, si è voluto in-tervenire in maniera forte, inserendo il consulente a so-stegno dei docenti della primaria. così facendo, si di-mentica, però, che l’educazione fisica non è solo sport,sviluppo degli schemi motori di base e delle capacitàmotorie; finalità che appartengono a quella che giuseppeNicolodi chiama educazione fisica tradizionale14, e che si

pone in opposizione all’educazione psicomotoria, il cuifine è quello di «restituire al bambino e all’uso del suocorpo, la naturale valenza emozionale, compensando l’at-tuale tendenza funzionalistica e cognitivistica, che vor-rebbe l’uso del corpo e del movimento sempre chiuso inun’ottica produttiva, di apprendimenti e di risultati»15. Nellinguaggio comune si utilizzano indifferentemente i ter-mini educazione fisica, motoria, psicomotricità, ginna-stica, per indicare la disciplina che si occupa del movi-mento. Ma dietro a ciascun termine, si celano, però,significati diversi che afferiscono a contesti storico/nor-mativi e a quadri concettuali e culturali diversi. Nellascuola primaria, tra l’altro, da anni sono consolidate nu-merose e valide esperienze di educazione psicomotoriache, in forme diverse, contribuiscono ugualmente a rea-lizzare gli scopi legati allo sviluppo della motricità. contaglio diverso, con metodologie differenti, non certo legateprioritariamente al gioco e allo sport come è per l’educa-zione fisica tradizionalmente intesa, ma all’evoluzionedella motricità globale nel contesto di un percorso di«maturazione che aiuta i bambini ad evolvere armonio-samente dal piacere di agire al piacere di pensare»16; il do-cente di classe riveste in tale prospettiva, un ruolo fon-damentale e insostituibile riguardo al compito diintegrazione dei diversi saperi, capacità e competenze. Si pensa, in proposito, che nella scuola primaria, debbanoessere coinvolti in primo luogo i docenti che vi inse-gnano, formandoli adeguatamente sul versante sia del-l’educazione motoria/fisica che della psicomotricità, perla cui realizzazione molte istituzioni scolastiche sono giàattive da anni con progetti gestiti da docenti interni. al ri-guardo, il MiUR ha attivato durante l’a.s. 2013 -2014, suterritorio nazionale, numerosi Master in Educazione psi-comotoria inclusiva per le scuole dell’infanzia e prima-ria, in collaborazione con gli Uffici Scolastici Regionali,con lo scopo di favorire l’acquisizione da parte dei docentiche lavorano nelle scuole dell’infanzia e nella primaria,di competenze professionali funzionali alla progettazione,realizzazione, valutazione di percorsi educativi fondati sulprincipio dell’integralità corporea, affettiva, cognitiva esensoriale di ciascun allievo, con un’attenzione partico-lar per le situazioni in cui si manifestano forme di disa-gio (BeS). ci si chiede, allora, che senso ha formare i do-centi della scuola primaria in psicomotricità, chiamandoli,quindi, ad attivarsi per progettare dei percorsi psicomo-tori, se poi, si propone un consulente che di certo non pro-

14. g. Nicolodi, Maestra …guardami, edizioni scientifiche cSiFRa, Bologna2008, pag. 7.15. Ibi, quarta di copertina.16. Bernard aucouturier, in g. Nicolodi, Maestra …guardami, cit., pag. XVi.

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porrà la psicomotricità. in realtà, il tutor sportivo e lo psi-comotricista, o il docente che intende utilizzare la psico-motricità, non dovrebbero essere in contrasto, ma rap-presentare soltanto due facce della stessa medaglia, cioè,modalità differenti di proporre l’insegnamento dell’atti-vità motoria. le scuole, però dovrebbero poter sceglierein autonomia quale modalità attivare.

3. Una concezione di educazione fisica in contrasto conquella di educazione psicomotoria. l’inserimento del tu-tor sportivo sancisce il predominio di una visione della di-sciplina che concepisce la motricità come educazione fi-sica, quindi settoriale, specifica, rivolta all’educazione delmovimento (abilità e capacità motorie), una disciplina chesi fonda sullo «sviluppo degli apprendimenti delle abilitàmotorie […], che si basa sull’incremento delle capacitàmotorie […] che avvia gli studenti ai giochi sportivi […],che realizza i presupposti cognitivi per un eventuale svi-luppo agonistico»17.la psicomotricità, al contrario, si fonda su una prospettivaolistica, al cui interno l’educazione della persona si realizzaprincipalmente attraverso il movimento, si parla, infatti, dicondotte motorie e non di abilità, intendendo con questotermine le modalità di espressione del soggetto, compresequelle in ambito motorio, sportivo e comunicativo - espres-sivo. l’approccio della psicomotricità è trasversale, nelsenso che utilizza il movimento come strumento di edu-cazione per sua natura integrale della persona. l’introduzione del docente di educazione fisica (o del tu-tor sportivo), sancisce, quindi, la vittoria della prospettivadell’educazione fisica, lasciando in secondo piano quelladell’educazione psicomotoria.

La Buona Scuola del Governo Renzianche la proposta dell’attuale governo Renzi, nella parteche riguarda l’educazione fisica18, intende rafforzare l’e-ducazione motoria e lo sport19 nella scuola primaria, uti-lizzando 5300 docenti di educazione fisica (precari), trattidalla graduatorie ad esaurimento (gae), che insegner-anno un’ora di educazione fisica alla settimana nellascuola primaria, dalla classe seconda alla quinta. al paridel progetto Sport di classe, questa proposta va nella di-rezione di un potenziamento dell’educazione fisica, conscopi prevalentemente di salute e di prevenzione dellemalattie. infatti, si trova scritto «grazie al piano di as-sunzione […], sarà possibile intervenire in modo efficacesulla scuola dell’infanzia e primaria per avere una crescitasana»20. la prospettiva è quindi «cultura in corporesano»21 come risposta al bisogno di «introdurre l’edu-cazione motoria e lo sport a scuola, in particolare nella pri-maria […]». Facendo fare più attività fisica e sport a

scuola si pensa, quindi, di contrastare l’obesità e ilsovrappeso come ci dicono le statistiche dell’oMS ri-portate nel documento22.

Sport di classe come ponte per la Buona Scuola. i duedocumenti La Buona Scuola e Sport di Classe, sono col-legati, sottolineano entrambi la necessità di introdurremaggiore quantità di pratica fisica e sportiva per realizzareobiettivi legati alla salute e alla prevenzione delle malat-tie da ipocinesi, seppur con forme diverse. il progettoSport di classe, dichiara, infatti, di rappresentare un ponteverso l’attuazione delle linee guida per la Buona Scuola,in quanto intende portare un docente di educazione fisicain tutte le classi della scuola primaria. da un lato, abbi-amo quindi, la Nuova Scuola che ci dice che i 5300 do-centi di educazione Fisica assunti dalle graduatorie adesaurimento (gae), andranno a potenziare l’eF nellescuole proponendo almeno un’ora alla settimana, dallaclasse seconda alla classe quinta. dall’altro, abbiamo ilprogetto Sport di Classe che propone l’inserimento del tu-tor sportivo nella scuola primaria che, oltre ad organiz-zare/programmare/realizzare il progetto sulle classi, saràresponsabile anche della formazione dell’insegnante tito-lare di scuola primaria che insegna l’ eF. Non è chiaro,però, il ruolo di questo tutor. chi è il docente tutor al qualevengono affidati compiti di organizzazione/gestione/for-mazione dei docenti della primaria? Un docente laureatoin scienze motorie e sportive? la graduatoria dei tutor se-lezionati a livello regionale, come si pone nei confrontidelle graduatorie gae? Nella scuola primaria potremoavere contemporaneamente due docenti di eF? Unoproveniente dalle gae, e un altro, il tutor, proveniente dagraduatorie regionali gestite dal coNi? Queste ed altredomande aspettano delle risposte.

Legge di stabilità 2015Nel testo si legge che i coordinatori dei progetti di avvia-mento alla pratica sportiva da provinciali diventano re-gionali23. a decorrere dal settembre 2015, infatti, l’art. 307del dlgs 16 aprile 1994, viene sostituito dal seguente art.307: l’organizzazione e il coordinamento periferico del

17.a. carraro - M. Bertollo, Le scienze motorie e sportive nella scuola prima-ria, cleup, Padova 2005, pp. 99-100.18. www.labuonascuola.gov.it , pp. 22, 23, 90/93.19. in base alle indicazioni Nazionali la disciplina si chiama educazione fisica.20. linee guida per la buona scuola, pag. 2321. linee guida La buona scuola, cit., p. 89. gerolamo Mercuriale (1530 –1606), è il medico e filosofo italiano che per primo teorizzò l’utilizzo della gin-nastica per scopi terapeutici. È suo il famoso detto mens sana in corpore sano.22. Ibi, pp. 92-93.23. al momento della stesura di questo articoli si fa riferimento al testo non uf-ficiale disponibile sul sito: www.uil.it/uilscuola/sites/.../scheda_uil_scuola_-_legge_stabilita_2015.p... in data 16.10.2014.

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servizio di educazione fisica è di competenza degli Ufficiscolastici regionali e del dirigente ad essi preposto che puòavvalersi della collaborazione di un dirigente scolastico odi un docente di ruolo di educazione fisica, il quale può es-sere dispensato in tutto o in parte dall’insegnamento. Vengono in tal modo abolite le figure dei coordinatori dieF provinciali, istituite con le legge Moro n. 58 del 1958.Sparisce il coordinamento dell’attività sportiva a livelloprovinciale, assicurata da queste figure incaricate propriodi favorire la diffusione e l’organizzazione di manifes-tazioni sportive scolastiche a livello provinciale. dal-l’analisi dell’organigramma del Progetto Sport di Classe,si intuisce che la funzione ora svolta dai coordinatoripasserebbe in parte ai tutor sportivi ai quali verrebbe af-fidato il compito di attivare sinergie con il territorio24. inparte, in quanto, i tutor sono pensati a livello della singolascuola (centri Sportivi Scolastici), mentre la figura del co-ordinatore di educazione fisica opera a livello provin-ciale. l’abolizione dei coordinatori, a nostro parere, rap-presenta un di meno soprattutto per il territorio, che vieneprivato di una risorsa umana importante e specifica. in-oltre, non è ben chiaro, con quali risorse il MiUR, unavolta istituito il tutor nella primaria, intenda consentire laprosecuzione dell’attività sportiva nella sec. di 1° e di 2°grado, visti i drastici tagli previsti per le attività sportiveextra curricolari degli ultimi tre anni, in cui si è passati da60 milioni di euro a meno di 15, per sostenere le ore digruppo sportivo scolastico. i gruppi sportivi scolasticisono stati istituiti nel 1950, primo tentativo di inserirel’attività sportiva nella scuola. Nel corso degli anni, no-nostante i finanziamenti disponibili, l’attività sportiva sco-lastica non è mai decollata. a questa situazione, si ag-giunge oggi, la progressiva riduzione dei fondi da parte delMiUR. Si calcola che ciascun insegnante abbia a disposi-zione per svolgere l’attività sportiva extra curricolare unbadget di 700 euro lordo all’anno (400 netti), per realiz-zare 15-18 ore di attività sportiva aggiuntiva nei gruppisportivi. Si evidenzia, quindi, una contraddizione sul pro-getto complessivo, nel senso che si potenzia notevolmentel’educazione fisica nel segmento della primaria, ma pa-rallelamente si riducono i fondi nella sec. di 1° e di 2°grado. a meno che, l’idea sia proprio questa: investire sullaprimaria lasciando che l’attività sportiva extra curricolaresparisca progressivamente negli altri gradi di scuola.

in conclusione, la logica di fondo che fonda le propostedei documenti che si sono analizzati, ha le seguenti ca-ratteristiche. È una visione molto centrata sull’aspetto sanitario, che ri-manda ad un’idea di eF come medicina contro le malat-tie (terapia). infatti, all’educazione fisica vengono attri-

buiti scopi prevalentemente di cultura sana, cioè, di sa-lute, forma fisica e prevenzione, per contrastare l’au-mento dell’obesità, sovrappeso e malattie da ipocinesi,con influssi, si pensa, sulla prevenzione da fenomeni dibullismo, o disagi di varia natura. in secondo luogo, emerge un contrasto fra la concezionedi educazione fisica e quella di educazione psicomotoria,che mette in risalto la questione del ruolo e del significatodell’eF nella scuola primaria italiana: insegnamento im-prescindibile? o secondario a…? Se, come recitano le in-dicazioni Nazionali (dpr n. 254/2012), il fine è l’inte-gralità della persona, tutti i docenti della scuola primaria,in particolare quello che si occupa dell’educazione fisica,devono assumersi l’educazione della dimensione cor-porea come parte imprescindibile di ogni insegnamento;non si può delegare questo compito educativo ad un es-perto, per quanto preparato sia! in terzo luogo, imporre un solo progetto (Sport di classe),come unica modalità per fare educazione fisica, appare incontrasto con l’autonomia delle scuole, le quali, devonoessere libere di progettare i percorsi che meglio corri-spondono alle proprie esigenze e caratteristiche. a nostroparere i fondi dovrebbero andare alle progettualità dellescuole, alle reti di scuole, che in libertà scelgono qualeforma dare alle collaborazioni con i soggetti esterni, conio altro. infine, la formazione dei docenti della scuola pri-maria deve essere ripensata a partire dalla formazione uni-versitaria. occorre implementare la formazione dei futuridocenti di scuola primaria a livello universitario, inse-rendo nei piani di studi della formazione primaria, unmaggior numero di percorsi diversificati di educazione fi-sica e di educazione psicomotoria. Nell’immediato, l’in-segnante di eF può essere previsto come consulente, confunzioni di supporto all’autonomia; in possesso, però, dicompetenze specifiche non solo disciplinari, ma ancheprogettuali, organizzative e di conduzione di gruppi. il suodeve essere un ruolo trasversale e a 360 gradi (seppur cen-trato sull’educazione fisica), capace di andare oltre gliaspetti particolari dell’organizzazione delle manifesta-zioni sportive sulla neve o di fine anno, come prevede ilprogetto Sport di classe, e nemmeno limitato al poten-ziamento della salute fisica, come sta scritto nelle lineeguida della Buona Scuola, ma legato alla gestione com-plessiva dell’insegnamento dell’educazione fisica, se-condo le finalità e gli obiettivi di apprendimento delle in-dicazioni Nazionali (d.P.R. n. 254/2012).

Marisa Vicini Università degli Studi di Bergamo

24. www.progettosportdiclasse.it.

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Schema n. 1. Progetto pilota del 2009/2010.

Schema n. 2. Verso il progetto Sport di classe.

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Schema n. 3. La nuova Governance per lo sport a scuola.