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Coni Lombardia CONI Lombardia La Casa dello Sport in regione ALL’INTERNO: • Il Governatore Formigoni firma il 150° mattone del muro delle glorie sportive • Il ritiro dall’agonismo di Ivano Brugnetti • Lucia e Caterina Bosetti, sorelle d’Italia del volley • Corsi e Convegni Scuola dello Sport • La scomparsa di Luigi Carpaneda Informa DICEMBRE 2011 NUMERO • 67

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Page 1: NUMERO • 67 DICEMBRE 2011 CONILombardialombardia.coni.it/images/lombardia/rivista-dicembre2011.pdfEntriamo nel 2012 con slancio: è il nostro impegno, è la nostra vocazione. Auguri

ConiLombardia

CONILombardia

La Casa dello Sport in regione

ALL’INTERNO:• IlGovernatoreFormigonifirmail 150°mattonedelmurodelleglorie sportive• Ilritirodall’agonismodiIvanoBrugnetti• LuciaeCaterinaBosetti,sorelle d’Italiadelvolley• CorsieConvegniScuoladelloSport• LascomparsadiLuigiCarpaneda

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DICEMBRE 2011NUMERO • 67

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SOMMARIO3 Editoriale

4 Natale degli Sportivi

5 Il ritiro dall’agonismo di Ivano Brugnetti

6 Federazione Italiana di Atletica Leggera

7 Federazione Italiana Sci Nautico e Wakeboard

8 In ricordo di Luigi Carpaneda

9 Eventi

10 Comitato Italiano Paralimpico

11 Codice di Autoregolamentazione dello Sport

12 Notizie & Risultati

13 Scuola Regionale dello Sport

20 Federazione Italiana Pallavolo

22 Sport Invernali

24 Special Olympics

25 Sport e Teatro

Distribuzione gratuita. Autorizzazione del Tribunaledi Milano N° 690 del 19/10/1998.

Direttore Editoriale: Pier Luigi Marzorati

Hanno collaborato:Fotografie: Nino Monti.Testi: Mariella Caruso, Luca Corsolini; Claudio Arrigoni.Progetto grafico ed impaginazione: Alberto Tieghi.

CR CONI Lombardia Via Piranesi 46 - 20137 Milano Telefono: +39 02 733611 - +39 02 76115239 Fax: +39 02 76003404 e-mail: [email protected] www.conilombardia.it © 2011 CONI Lombardia. Tutti i diritti riservati. La riproduzione parziale o totale è proibita.

Auguri !Auguri e non c’è bisogno di aggiungere altro.Auguri a tutto il mondo dello sport: atleti, tecnici, dirigenti, appassionati.Auguri a tutto quel mondo che siamo noi.Auguri a chi avrà a che fare con noi nel 2012 perchè questi sono i nostri tempi, ma gli anni pari e bisestili, per noi tutt’altro che funesti, sono piuttosto una festa continua.Il tempo di concedere all’Epifania il ruolo antico di sipario sulla pausa natalizia e di capodanno e subito si comincia.Il 9 gennaio mancano 200 giorni ai Giochi di Londra e il 9 gennaio parte da Trento la delegazione italiana impegnata nei Giochi Olimpici Giovanili. I nostri ragazzi sono Veronica Olivieri, Manuel Perotti, Alice Canclini, Micole Cristini, e meritano di essere seguiti con affetto, lo stesso che dedicheremo dopo qualche giorno a Carlotta Ferlito diventata grande ginnasta proprio da noi e salita sulla rampa di lancio a Singapore in occasione della prima edizione degli stessi Yog a Singapore. Londra è vicina e noi siamo i piu’vicini: 20 degli azzurri già qualificati sono lombardi. Non è una rivendicazione localistica, al contrario è uno stimolo per il lavoro di tutti noi, a seguirli nel sogno olimpico: per essere di più, per fare meglio. Chiudiamo il 2011 non per reazione alla crisi, al contrario ricordando con piacere che quest’anno abbiamo aperto la nuova sede del CR Coni della Lombardia. L’abbiamo aperta in tutti i sensi: nessun cancello per entrare, eventi, incontri, un gran fermento di attività ogni giorno.Entriamo nel 2012 con slancio: è il nostro impegno, è la nostra vocazione.Auguri allora, e non c’è bisogno di aggiungere altro.Siamo tra amici, siamo tra sportivi: l’anno che sta arrivando tra un anno passerà, canta un nostro amico; noi ci siamo preparati e non è una novità.Prendiamo insieme la prima medaglia del 2012: siamo una bella squadra, ce la meritiamo.

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Uno dei miei primi atti come presidente CR Coni Lombardia fu, nell’estate 2010, il saluto ai ragazzi che stavano partendo per la prima edizione degli Yog, i Giochi Olimpici Giovanili, il debutto estivo di Singapore.Uno dei primi atti del 2012, anno olimpico, sarà il saluto ai ragazzi che partono per la prima edizione invernale degli stessi Yog, in programma a Innsbruck.Non sto, ovviamente, ancorando il mio ruolo a una manifestazione tanto importante, mi piace semmai ricordare la storia di una di quei ragazzi partiti per Singapore: Carlotta Ferlito, catanese trapiantata da noi, per inseguire il sogno di una carriera che da ginnasta è diventata pure, grazie a Mtv, da star della tv, tornò dall’Asia con tre medaglie e la certezza di essere sulla strada giusta, al punto che comincia il 2012 con discrete speranze di arrivare anche a Londra.Perchè parlo tanto degli Yog ? Perchè l’evento si è affermato subito, dimostrando la validità dell’intuizione del Cio che ha voluto riunire non solo le future stelle dell’Olimpiade ma anche e soprattutto le nuove generazioni di sportivi di tutto il mondo per nominarle ambasciatrici di un nuovo modo di fare sport, in cui gare e allenamenti sono integrate a lezioni, a una formazione continua su temi sociali, siano essi l’integrazione sollecitata con prove a squadre miste, oppure la responsabilità sociale coniugata imparando a ridurre l’impatto ambientale di un evento.Soprattutto, con gli Yog, il Cio ci ha insegnato a vedere quello che non c’è, a riprendere quel coraggio istituzionale che è proprio degli sport.Un coraggio di cui abbiamo bisogno, specie di questi tempi, per non sentire o almeno per non soffrire per i morsi della crisi. Abituati a vedere la società, in tante declinazioni, che ci aiuta, che alimenta il mondo dello sport, dobbiamo adesso vedere quello che ancora non è: lo sport che alimenta la società, che aiuta il risparmio della collettività, possibile e doveroso anzi tutto per quanto riguarda la spesa sanitaria, crescendo cittadini più e meglio in forma; che allena tutti al rispetto delle regole; che comincia a ragionare sulla green economy come risorsa per tutti, e sicuramente dello sport, e non solo per pionieri originali.Oltre tutto, provando a immaginare quello che ancora non c’è, quello che ancora non è, ovvero lo sport che invece di essere alimentato alimenta la società, riusciamo a darci un traguardo.L’alimentazione è il tema dell’Expo del 2015. La sfida non è più, forse non è mai stata, quella di avere risorse grazie al grande evento da investire nello sport. La sfida è quella di presentare, proprio noi, uno sport nuovo, positivo e propositivo, che sa reagire alla crisi, che è capace di trovare, in sé e per sé, ma anche per tutti, nuove risorse.Prima di Singapore non era certo il successo degli Yog, a qualcuno sembravano persino una forzatura. A Singapore nel 2010, a Innsbruck tra qualche settimana, abbiamo visto e vedremo invece lo straordinario spettacolo di uno sport che sa rinnovarsi e che, senza paura, esplora territori nuovi. E’ una bella sfida da cominciare ricordando l’anno che sta finendo: era quello dei 150 anni dell’Unità del Paese, e per colpa di questa ricorrenza ci siamo dimenticati di pescare, pure in questa storia, un dettaglio che ci deve fare forza, nel senso di orgoglio e non di arroganza. Quando fu dichiarata l’Unità d’Italia il 17 marzo del 1861 la prima società sportiva italiana, cioè noi tutti, esisteva già da 17 anni. Significa che c’eravamo prima del Paese, ci siamo, continueremo a esserci se sapremo guardare anche e soprattutto a quello che non abbiamo ancora sperimentato.

Pier Luigi Marzorati

EDITORIALE

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NATALE DEGLI SPORTIVILo Sport dell’Arcidiocesi fa festa a Monza

«Nello sport, come nella vita, bisogna avere una meta, sapere dove si va. È vero che alla fine vince uno solo, ma senza l’insieme, neppure chi vince riesce a emergere. Crescere insieme, da amici, restare fedeli ai vincoli di amicizia che si creano nelle società sportive, negli oratori, nelle parrocchie, nelle Comunità pastorali è il segreto per vincere a cinque anni, come a dieci o a novanta». Così l’arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, si è rivolto agli sportivi al suo debutto nel tradizionale appuntamento con il mondo dello Sport diocesano, professionistico, dilettantistico e amatoriale svoltosi quest’anno al PalaIper di Monza. Oltre cinquemila le persone che hanno occupato gli spalti dell’impianto brianzolo a fare da testimoni di una realtà nella quale lo sport viene vissuto soprattutto come strumento di relazione al servizio della persona e della sua educazione umana e cristiana.

Tra gli intervenuti campioni come il fiorettista Martino Minuto e il ginnasta Matteo Morandi oltre a ragazzi, allenatori, genitori e dirigenti che hanno ascoltato attentamente le parole del cardinale Scola. A fare tesoro delle parole dell’arcivescovo anche il presidente del Comitato Regionale del Coni Lombardia, Pier Luigi Marzorati, che ha ricevuto una targa dall’Arcidiocesi.

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FEDERAZIONE ITALIANA DI ATLETICA LEGGERAIl ritiro di Brugnetti: “Adesso marcio per divertimento. Vorrei allenare”

Medaglia d’oro nella 20 km di marcia maschile ai Giochi olimpici di Atene 2004, milanese, classe 1976, Ivano Brugnetti lo scorso ottobre ha detto addio all’attività agonistica. Una carriera nata emulando il fratello maggiore, costellata di successi, ma anche di difficoltà superate a denti stretti, in cui lo sport è diventato una ‘’sana malattia’’ che, racconta, non lo mollerà neanche adesso.

Come si è avvicinato alla marcia?È iniziato tutto per ‘colpa’ di mio fratello che ha nove anni più di me. Io avrò avuto 7 o 8 anni e lui marciava. Ricordo che sono andato a prenderlo al campo sportivo, a Sesto San Giovanni, insieme a mio padre e l’ho preso in giro perché ‘sculettava’. Allora il suo allenatore mi ha messo alla prova, dicendomi di provarci anch’io. L’ho fatto per gioco e poi marciare è diventata una passione e anche un lavoro.

Qual è stato il momento più bello della sua carriera sportiva?Ce ne sono così tanti... Ma anche se è scontato, inevitabilmente devo citare l’oro di Atene. Salire sul gradino più alto del podio, dopo la beffa di Siviglia (ai Mondiali 1999 Brugnetti, argento dietro il russo German Skurygin, fu dichiarato campione due anni dopo, ratificata la squalifica per doping di Skurygin, ndr) e il magone che mi aveva lasciato è stata una rivalsa.

Cos’era andato storto, prima?Dopo Siviglia ho passato uno dei periodi più difficili. Non riuscivo ad affrontare la 50 km in gara. Facevo le lunghe distanze, ma ero giovane e non abbastanza esperto, quindi saltavano sempre fuori dei piccoli problemi. Passare alla 20 km, come si è visto alle Olimpiadi, è stata la scelta vincente.

E adesso che si è ritirato, ha in mente di allenare?Mi piacerebbe molto, ma devo capire come poterlo fare in Lombardia, dove vivo con la mia famiglia e dove vorrei restare, pur facendo parte delle Fiamme Gialle che dipendono da Roma. Fare avanti e indietro dalla capitale sarebbe complicato. Vedremo se ci sarà una soluzione.

Ci sono dei giovani talenti della marcia che ha notato?Sono ancora un po’ un profano e poco informato sulle nuove leve. Ma ho visto che c’è del fermento in Lombardia, penso ad esempio al Trofeo Frigerio, e so che ci sono dei ragazzini molto validi.

Ritiene che Milano e la Lombardia offrano le strutture adatte per allenarsi?Sul territorio le strutture ci sono, ma talvolta mancano gli istruttori adeguati. A Milano, invece, manca un vero palazzetto, dopo il crollo di quello di San Siro, mentre la pista del XXV Aprile non è omologata: sono cose indecenti, nella Regione motore d’Italia.

Com’è cambiato il modo di fare sport da quando ha iniziato lei?Credo che in questo momento manchi la voglia di faticare nei più giovani. Rispetto ai miei tempi, è come se adesso si volesse schioccare le dita e avere tutto subito. La colpa è dei genitori e di un sistema che ci ha troppo abituati alle comodità. Di sacrificio puro e vero, c’è ormai poco e questo si vede ai Mondiali, così come alle Olimpiadi, ma anche a livello regionale.

Come dovrebbero comportarsi i genitori?È importante educare, spronare, ma non forzare. Lo sport, all’inizio, è un divertimento e per me lo è stato fino a 15 anni. Però serve un lavoro di squadra fra la famiglia, la scuola, l’oratorio, un’unione di queste persone che costruiscano un cammino. Le attività aiutano a socializzare, laddove internet, televisione e cartoni sono un po’ un guaio. Poi la passione vera per lo sport nasce da sé e ci si crede sempre di più.Le piacerebbe che le sue figlie seguissero le sue orme?Sono ancora molto piccole, hanno 3 e 4 anni. Al momento fanno nuoto e musica e indubbiamente mi piacerebbe che diventassero delle sportive. Cercherò di captare le loro propensioni e di spronarle. Ma non sarò io a imporre loro una strada.

Adesso che non ha le pressioni dell’agonismo, continua ad allenarsi?Certo, corro tutti i giorni, per almeno un’ora e mezza o due ore. Prima dovevo farlo solo su asfalto e con il traffico di Milano era un po’ difficile uscire

dalle piste di atletica. Ma adesso mi diverto, vado spesso al parco Monte Stella, a Cusago, nei boschi. La malattia sana dello sport mi è rimasta e credo rimarrà sempre con me.

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FEDERAZIONE ITALIANA DI ATLETICA LEGGERA/2BEFANA CON IL CAMPACCIO CROSS COUNTRY

Si svolgerà venerdì 6 gennaio la 55esima edizione del Campaccio Cross Country, evento da quest’anno inserito nel circuito Iaaf Cross Country Permit Events 2011-2012, il più alto livello mondiale di corsa campestre. Dopo il campione del mondo di Cross 2010 Joseph Ebuya al via nella scorsa edizione, il 6 gennaio nella start list ci saranno i tre atleti saliti sul podio dell’ultimo Campionato Mondiale disputatosi in Spagna a Punta Umbria: l’etiope Imane Merga e i keniani Paul Tanui e Vincent Chepkok. E’ facile, quindi, ipotizzare una sfida Kenia contro Etiopia che avrà tutto il sapore di una rivincita mondiale. Nella gara femminile al via la keniana 27enne Sylvia Kibet, doppia medaglia d’argento ai Mondiali di Daegu 2011 e Berlino 2009 sui 5000 metri. A rendergli la vita difficile la 19enne etiope Birtukan Adamu, bronzo ai mondiali Junior 2010, nonché detentrice del mondiale Junior dei 3000 siepi. Sarà della sfida anche la keniana Mercy Cherono, quinta al mondiale di Daegu sui 5000 metri. Tra gli italiani al nastro di partenza il capitano azzurro Gabriele De Nard (Fiamme Gialle), Stefano La Rosa (Carabinieri) e Yuri Floriani (Fiamme Gialle). A completare l’elenco dei più forti, Gian Marco Buttazzo. In campo femminile da segnalare il ritorno di Elena Romagnolo e la presenza di Federica Dal Ri e Silvia Weissteiner.

FESTA SCUDETTO ALL’ARENA DI MILANO PER L’ATLETICA RICCARDI

L’Atletica Riccardi ha celebrato il suo scudetto, conquistato a fine settembre a Sulmona nella Finale nazionale ‘Oro’ dei campionati di società, nella speciale cerimonia svoltasi martedì 20 dicembre nella Sala Appiani dell’Arena Civica di Milano. L’assessore allo Sport e Tempo libero del Comune di Milano, Chiara Bisconti, ha premiato la squadra milanese per lo scudetto 2011, il secondo conquistato nello spazio di soli tre anni. Nel panorama dello sport milanese solo il Milan nel calcio e la Riccardi nell’atletica si sono fregiati del tricolore 2011. Nello stesso anno, inoltre, la Riccardi ha ottenuto l’argento nelle classifiche della ‘Supercoppa’, trofeo assegnato sulla base dei risultati ottenuti in diciassette diversi Campionati per società (dal giovanile all’assoluto, dall’indoor alla montagna, passando per il cross, la marcia e le prove multiple), totalizzando 102 punti e giungendo alle spalle della Studentesca CaRiRi. Al terzo posto un’altra società lombarda, l’Atletica Bergamo 1959 Creberg (100 punti) davanti all`Atletica Cento Torri Pavia, quarta con 99 punti. Nel femminile al terzo posto la milanese Camelot (122). Il sodalizio di Renato Tammaro ha poi festeggiato importanti traguardi come la partecipazione di Giacomo Tortu agli Europei Juniores di Tallin, nei quali Tortu è entrato nella finale dei 200 metri e nella staffetta 4x100. Tortu è uno dei tanti talenti cresciuti nel vivaio della Riccardi che organizza da 33 anni l’evento studentesco il ‘Ragazzo più Veloce di Milano’ dal quale sono emersi venti giovani capaci di approdare alla maglia azzurra. Tortu vinse il titolo di ‘Ragazzo più Veloce di Milano’ nel 2007, appunto prima di vestire la maglia azzurra. Tanti giovani hanno mosso i primi passi nell’atletica attraverso i corsi organizzati dalla Riccardi. Tra questi va ricordato il nome di Andrea Colombo che ha coronato la sua carriera vincendo il titolo europeo juniores a San Sebastian 1993 sui 200 metri. Ai recenti Mondiali di Daegu in Corea del Sud il velocista azzurro Fabio Cerutti, che ha vestito con successo la maglia verde della Riccardi nel 2007, ha contribuito all’ottimo quinto posto della staffetta 4x100 azzurra. Gli altri momenti significativi della stagione della Riccardi sono stati i successi delle staffette 4x100 ai Campionati Italiani sia a livello assoluto che juniores e il titolo italiano promesse indoor del salto in lungo di Federico Chiusano.

RADUNI REGIONALI Riscontro positivo per i raduni di Saronno che, sabato 10 dicembre, hanno coinvolto nel pomeriggio le categorie Allievi/e e Juniores per la velocità, gli ostacoli, le prove multiple e i salti. Molti gli atleti presenti con i loro tecnici. «Sicuramente – ha commentato il fiduciario tecnico Grazia Vanni - ho visto gli atleti migliori della regione negli ultimi raduni organizzati dal nostro settore tecnico. E’ molto importante che siano sempre presenti anche gli allenatori. Infatti sono momenti fondamentali per crescere tecnicamente grazie al confronto e agli eventuali dibattiti che possono nascere. Mai come in questo momento abbiamo bisogno che i tecnici parlino tra di loro soprattutto se allenano atleti potenzialmente forti! Subito dopo Natale - ha continuato Grazia Vanni – è previsto a Chiari sabato 7 gennaio il miniraduno per il progetto salti. In programma la convocazione degli specialisti del salto con l’asta. L’8 gennaio, invece, a Saronno alle 9.30, appuntamento per i raduni dei settori velocità, ostacoli e prove multiple. Contemporaneamente si svolgerà il terzo incontro del Progetto salti in estensione».

La Riccardi nel momento della conquista dello scudetto

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FEDERAZIONE ITALIANA FISWDIECI MEDAGLIE LOMBARDE NELLO SCI NAUTICO E WAKEBOARD NELLA STAGIONE INTERNAZIONALE 2011

Spiccano i titoli iridati conquistati di Giorgia Gregorio nel Wakeboard e di Daniele Cassioli tra i Disabili

Tempo di bilanci per la Federazione Italiana Sci Nautico e Wakebord che chiude 2011 con risultati davvero molto positivi. Tra le 41 le medaglie conquistate a livello europeo e mondiale dagli “azzurri” della FISW, che permettono allo sci nautico e al wakeboard del nostro Paese di porsi come una delle nazioni di riferimento a livello mondiale, ben dieci sono state conquistate da atleti lombardi.Tra i titoli “lombardi” ci sono da annoverare l’oro mondiale per il wakeboard di Giorgia Gregorio (cat. Girls), al secondo titolo iridato. Straordinarie,

infine, le imprese della squadra azzurra dei Disabili, con il triplo oro di Daniele Cassioli (combinata, salto e figure) e di Tommaso Di Pilato (salto).A livello mondiale sono poi arrivati i podi di Giulia Molinari, argento nel wakeboard (cat. Under 9), il secondo posto tra i Disabili di Uber Riva (figure e slalom) e il bronzo, sempre nel wakebord di Massimiliano Piffaretti (cat. Junior).Anche a livello europeo non sono mancati i titoli, con grandi soddisfazioni soprattutto dalle

categorie più giovani, a conferma dell’ottima “scuola” italiana. Nelle discipline classiche successi per Alice Bagnoli (cat. Under 14) nello slalom; argento per Nicholas Benatti (cat. Under 21) nelle figure e bronzo per Gianmarco Pajni (cat. Under 17) nelle figure e salto.Tra i motivi di orgoglio per l’annata che si sta per concludere la realizzazione della nona edizione dei Campionati Mondiali di Wakeboard. Un evento da record, che ha visto esibirsi per la prima volta nel nostro Paese i più grandi campioni di questa spettacolare disciplina. Sei giorni di gare, spettacoli e animazioni che hanno portato all’Idroscalo di Milano, oltre 250 atleti provenienti da ben 38 nazioni.Da ultima infine, la novità che ha coinvolto la Federazione nella sua struttura: nel mese di marzo l’inaugurazione del nuovo “Palazzo delle Federazioni” di Milano con la conseguente nuova sede FISW al terzo piano del rinnovato edificio.«E’ stato un anno da ricordare. Abbiamo avuto grandi soddisfazioni sia a livello sportivo che organizzativo – le parole del Presidente della FISW, Silvio Falcioni – E’ stato inoltre l’anno in cui la nostra Federazione si è legata ad un prestigioso marchio come Colmar che ha creduto nello Sci Nautico e nel Wakeboard e che accompagnerà anche nelle prossime stagioni tutte le nazionali azzurre».

Massimiliano Piffaretti

Giorgia Gregorio

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IN RICORDO DI....LUIGI CARPANEDAL’OLIMPIONICO DI SCHERMA INVESTITO DA UN PIRATA DELLA STRADA A MILANO

Grave lutto nel mondo della scherma italiana. Mercoledì 14 dicembre è morto a Milano a 86 anni, investito da un auto in piazza Principessa Clotilde mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali, l’olimpionico Luigi Carpaneda. Nato a Milano il 28 novembre 1925, viveva tra la città meneghina e l’isola della Maddalena.

Ai Giochi Olimpici di Melbourne 1956 aveva conquistato la medaglia d’oro a squadre nel fioretto maschile con Edoardo Mangiarotti, Manlio Di Rosa, Giancarlo Bergamini, Antonio Spallino e Vittorio Lucarelli. Quattro anni dopo, nell’edizione di Roma del 1960, conquistò l’argento nella prova di fioretto maschile a squadre. In quell’occasione la formazione azzurra composta oltre che da Carpaneda anche da Edoardo Mangiarotti, Alberto Pellegrino, Mario Curletto e Aldo Aureggi, fu superata dalla Russia. Il suo palmares vanta

anche il titolo mondiale a squadre nel fioretto maschile nell’edizione di Roma del 1955 ed il bronzo a squadre a Parigi nel 1957. E’ stato più volte presidente della società “Il Giardino” di Milano, oltre che consigliere della Federazione Italiana Scherma. Ha condiviso la sua passione per la scherma con quella per la vela. Nell’ambito velistico, ha vinto due titoli mondiali ed è stato per cinque volte capitano della squadra italiana all’Admiral’s Cup. È stato presidente onorario della sfida di Mascalzone Latino sin dal debutto, ad Auckland nel 2002. Era uno degli ultimi reduci alpini tornati dalla Russia.

Tra i riconoscimenti l’Ambrogino d’oro. Lo scorso anno fu invitato a Roma dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano assieme ai medagliati delle Olimpiadi di Roma del 1960.

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EVENTIMURO DELLE GLORIE SPORTIVE: IL GOVERNATORE FORMIGONI FIRMA IL 150° MATTONE

C’è anche la firma del Governatore della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, nel futuro muro delle glorie sportive del Coni Lombardia. Lo scorso 6 dicembre, nella nuova sede della Regione Lombardia, il Governatore Formigoni ha apposto la sua firma sul mattone numero 150, elemento simbolico del muro che sarà inaugurato nel mese di gennaio 2012, e che ricorderà sportivamente il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia. Prima di lui, ad apporre la firma sul mattone numero 149, è stato il presidente del Coni Lombardia, Pier Luigi Marzorati.Gli altri mattoni del muro sono stati firmati dai più importanti atleti lombardi o da sportivi protagonisti di eventi come il Giro d’Italia, che da sempre danno lustro alla Regione Lombardia. Tra questi Ivan Basso, Vincenzo Nibali, Auro Bulbarelli. E poi Antonini e Ariedo Braida del Milan, l’amministratore delegato dell’Inter, Ernesto Paolillo, Gigi Maifredi, Yury Chechi, il direttore della Gazzetta dello Sport, Andrea Monti.L’appuntamento per la firma del mattone numero 150 è stata anche occasione di confronto tra il Governatore Formigoni e la delegazione dei presidenti dei Comitati provinciali lombardi e di alcuni componenti della Giunta Coni regionale guidata dal presidente del Comitato regionale Coni, Pier Luigi Marzorati. Al centro della discussione l’azzeramento dei comitati provinciali e la dismissione delle sedi che è tra gli obiettivi del Coni Nazionale. Azione che penalizzerebbe oltremodo il coordinamento dell’attività sportiva di base in una regione di oltre 10 milioni di abitanti distribuiti in 12 province. «La decisione dell’abolizione dei Comitati Provinciali da parte del Coni Nazionale mi stupisce. Esiste una legittima preoccupazione e la questione è da affrontare perché è dimostrato che la pratica sportiva diffusa è considerata come prevenzione ed ha un effetto benefico sui costi sanitari», ha affermato il

Governatore Formigoni condividendo le preoccupazioni della delegazione e manifestando il proprio impegno sia in termini politici, sia in termini strettamente pratici. «Ho chiesto alla Direzione sport - ha concluso il Governatore - di avviare un monitoraggio per quanto riguarda possibili spazi da mettere a disposizione dei comitati provinciali».

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nuoto, 17 nuovi primati italiani siglati da nuotatori lombardi al meeting di brescia

Grande nuoto, grande Lombardia: a Brescia, in occasione del 2° meeting internazionale di nuoto, i nuotatori lombardi firmano 5 nuovi primati italiani assoluti (su 11 totali) e ben 12 limiti giovanili (sui 17 complessivi). Presente e futuro del nuoto paralimpico sono dunque, anche e soprattutto, sotto il segno della nostra regione.I record assoluti sono stati siglati da Martina Rabbolini, Giuseppe Romele (Pol. Disabili Valcamonica; anche record juniores), Giulia Gadola, Olga Mazzola e Andrea Massussi (tutti della Pol. Bresciana No Frontiere; per Massussi c’è anche il limite juniores); quelli giovanili, oltre a quelli di Rabbolini, Romele e Massussi, sono stati fissati da Ylenia Sola (2), Federico Bicelli (2), Beatrice Longhi (2), Susanna Ferrante (2), tutti della Pol. Bresciana No Frontiere, e da Alice Brolli (Futura Cremona). Da aggiungere il primato poi, sia assoluto sia juniores, stabilito da Giuseppe Romele (1992, Pol. Disabili Valcamonica) nei 100 rana uomini cl. SB06 con 1’45”36.Ma i primati lombardi non devono fare dimenticare il successo di tutto il meeting, organizzato dalla Pol. Bresciana No Frontiere e riconosciuto dall’Ipc, il Comitato internazionale paralimpico; le 53 squadre e i circa 230 atleti partecipanti lo testimoniano.Per verificare il respiro internazionale della riunione basta guardare la classifica finale, vinta dalla Polonia (squadra A), seguita dalla Croazia e da Santa Lucia Roma (squadra A), Pol. Bresciana No Frontiere e Phb Bergamo nell’ordine.

nuoto fisdir, ancora successi per bresciani e Vignando agli europei di coimbra

Ancora bracciate vincenti per Maria Bresciani e Dalila Vignando,

COMITATO ITALIANO PARALIMPICOle due azzurre lombarde che sono state impegnate con la nazionale a Coimbra (Portogallo) negli Europei di nuoto Dsiso, riservati ad atleti con sindrome di Down.La cremonese Maria Bresciani, oltre a vincere in 1’38’’06 i 100 stile libero, i 100 farfalla in 1’43”35, ha vinto un altro oro con record del mondo nei 200 farfalla in 3’44’’69. Da aggiungere l’argento nei 100 misti. Grande dunque l’europeo della giovane atleta della Futura Cremona che, dopo i Mondiali di Taipei 2010, dimostra grandissimi progressi tecnici e nella gestione della gara.La comasca Dalila Vignando (Osha Como), invece, guarda tutti dall’alto sui 200 rana e ferma il cronometro a 3’57’’27.Ma per le due sirenette della Lombardia, gli allori non terminano qui perché, con Pavanetto e Villanova, Dalila e Maria hanno trionfato anche nella 4x50 misti femminile in 3’17’’93.

nuoto cip e fisdir, como e brescia vincono a cantù, bresciani record europeo

L’Osha Como e la Polisportiva Bresciana No Frontiere domenica 27 novembre si sono aggiudicate il “Trofeo Qualità 84” assegnato al termine del meeting di nuoto organizzato da Briantea84 alla piscina comunale di Cantù. Le due società hanno trionfato rispettivamente per la competizione Fisdir (Federazione italiana sport disabilità intellettivo relazionale), valida come seconda prova lombarda Nord Cup, e per la gara del circuito regionale Finp (Federazione italiana nuoto paralimpico). Due ottime medaglie di bronzo, invece, per i padroni di casa

della società canturina, impegnati con le due squadre agonistiche Dir e Hf. Da segnalare, durante le gare della mattinata, la conquista del record europeo nei 200 misti da parte dell’azzurra Maria Bresciani (Fisdir), campionessa plurimedagliata agli Europei in Portogallo una settimana fa. I record, sia assoluti che di categoria, non sono mancati: otto in totale quelli registrati dai cronometri della Finp, appartenenti a 6 atleti tra cui Arianna Talamona della Polha Varese, velocissima nei suoi 50 stile libero nuotati in 40’’56.Molto positivi anche i riscontri avuti dalle gare australiane disputate in coda alla gara regionale Finp: ad avere la meglio nella roulette di batterie dei 25 stile a eliminazione sono stati, per la categoria S1-S7, Susanna Ferrante di Brescia e il canturino Flavio Moltrasio, mentre Arianna Talamona e Federico Morlacchi della Polha Varese hanno dominato nella categoria S7-S13.“E’ stata una giornata di gare molto lunga – ha commentato Alessandro Pezzani, responsabile tecnico del settore nuoto Briantea84 – ma credo che la scommessa di aver puntato su gare di qualità sia stata vincente. Gli atleti hanno potuto misurarsi nelle migliori specialità, facendo emergere prestazioni anche inaspettate. Per quanto riguarda il bilancio dei miei due team, posso dirmi molto soddisfatto: per le prestazioni viste e il periodo in cui ci troviamo, non dobbiamo lamentarci. Doveroso un ringraziamento a tutto lo staff coinvolto: circa 30 persone alternate tra mattina e pomeriggio”. Presenti alla giornata canturina, il presidente del Cip Lombardia Pierangelo Santelli, Linda Casalini, delegato regionale Fisdir, e Roberto Melissano, Vice presidente nazionale Finp, che hanno voluto salutare tutti gli atleti e in particolare consegnare un riconoscimento alle campionesse reduci dagli Europei di nuoto in Portogallo, Maria Bresciani e Dalila Vignando.

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CODICE DI AUTOREGOLAMENTAZIONE DELLO SPORTLa Lombardia ha un ‘Codice di autoregolamentazione dello sport – Per i giovani e con i giovani’. Il documento, «frutto di un lavoro lungo e sentito», come ha spiegato l’assessore allo sport della Regione Lombardia, Monica Rizzi, promotrice dell’iniziativa, è stato sottoscritto e presentato il 13 dicembre 2011 dallo stesso assessore insieme con il presidente del Coni Lombardia, Pier Luigi Marzorati, il presidente del Comitato italiano paralimpico della Lombardia, Pierangelo Santelli, e il presidente dell’Osservatorio sui diritti dei minori, Antonio Marziale. Al ‘Codice di autoregolamentazione dello sport’ ha aderito anche l’Ufficio scolastico regionale.

DIRITTI – La prima parte del Codice è dedicata ai diritti dei giovani. Tra questi, il diritto fondamentale è quello di fare sport, come ha sottolineato Monica Rizzi, “in maniera assolutamente libera”, oltre che in un ambiente sano e in assoluta sicurezza, di partecipare a competizioni adatte all’età e di sviluppare il proprio potenziale nel pieno rispetto dei tempi di maturazione personale. Ogni forma di doping e di alterazione dei risultati viene naturalmente condannata senza appello.

RESPONSABILITÀ – La seconda parte del Codice illustra invece le responsabilità dei genitori e degli accompagnatori (che devono evitare ogni forma di pressione indebita, dando allo sport la sua giusta dimensione), dei professionisti (che devono essere bravi non solo da un punto di vista tecnico ma anche saper valorizzare principi etici relazionali e legati al fair play) e dei ragazzi stessi (che devono impegnarsi a tenere un comportamento esemplare, rifiutando la violenza e rispettando i valori dello sport).

«Da sempre lo sport è uno strumento di aggregazione sociale – ha detto il presidente del Coni Lombardia, Pier Luigi

Marzorati -. Sono milioni gli sportivi che praticano una disciplina per il solo piacere di farlo, senza che dietro ci siano motivazioni agonistiche di sorta. Lo sport, infatti, permette di stare insieme in modo sano, di favorire le relazioni sociali e di crescere nel rispetto delle regole. Proprio del rispetto delle regole, in questo periodo, c’è grande necessità. Lo sport dilettantistico e amatoriale, infatti, è minacciato dal desiderio di vincere ad ogni costo in una società che spinge sempre ad una competitività esasperata. Questo desiderio, che nulla ha a che fare con lo sport che pure nell’agonismo deve essere ispirato dallo spirito olimpico di De Coubertin, spinge gli sportivi a pericolose pratiche di doping ‘fai da te’. Fenomeno, purtroppo, sempre più presente tra i giovani».

«Il Codice Etico, promosso dalla Regione Lombardia, al quale abbiamo dato la nostra doverosa adesione – ha concluso Marzorati -, insieme con quella del Comitato Paralimpico, dell’Ufficio Scolastico Regionale e dell’Osservatorio sui Diritti dei minori vuole essere un consolidamento di un impegno che il Coni Lombardia porta avanti nei confronti dello sport e dei giovani che lo praticano».

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NOTIZIE & RISULTATI

Domenico Giupponi, Monica Rizzi e Pier Luigi Marzorati

avis, lo sport e la scuola: “iX Seminario cristina rossi”

Sabato 3 dicembre 2011 presso il Cosmo Hotel Torri di Vimercate si è tenuta la nona edizione del seminario Cristina Rossi, organizzato da Avis Regionale Lombardia, che quest’anno ha affrontato il tema del rapporto tra volontariato, sport e scuola come esperienze di crescita di solidarietà tra i giovani. Il seminario è stata anche l’occasione per sancire il nuovo accordo tra Avis Regionale, Coni Lombardia e Regione Lombardia per la promozione di sani stili di vita, che è stato siglato con l’intervento dell’assessore allo Sport della Regione Lombardia, Monica Rizzi, del presidente di CONI Lombardia, Pier Luigi Marzorati, e del Presidente di AVIS Lombardia, Domenico Giupponi. La convenzione, è stato ribadito tra i tre promotori dell’intesa, nasce per una naturale sinergia tra le finalità istituzionali e le mission dei tre soggetti ed è il primo importante passo per una serie di azioni e interventi che i partner dovranno avviare sul territorio, iniziando in particolare da una campagna di informazione sui temi oggetto dell’accordo. La giornata si è chiusa con una tavola rotonda sul tema del seminario a cui hanno partecipato per Avis il presidente Giupponi e Melanie dell’Era, responsabile scuola di Avis provinciale Como, per il CONI Gianni Podda, presidente del Comitato Regionale Lombardia della Federazione Pesistica e Cultura Fisica (FIPCF), e due sportivi di grandissimo livello ossia Daniele Gilardoni, canottiere undici volte campione del mondo e Claudio Riva, campione europeo paralimpico di sci nautico.

KarateUndici società e un centinaio di concorrenti in lizza: ecco i titoli provinciali assegnati sui tatami di Romano di Lombardia

Non accadeva da qualche lustro che si svolgesse il campionato bergamasco di karate della federazione Fijlkam, unica riconosciuta dal Coni. In prossimità del Natale é nato anche il 1° campionato provinciale sperimentale. Che ha avuto successo con undici società iscritte e un centinaio di partecipanti fra i quali atleti di prestigio nazionale come la campionessa d’Italia cadette Federica Tralli e il campione d’Italia esordienti Michael Ghislandi. E atleti di interesse nazionale e regionale: Eleonora Galizzi, William Zanni, Daniel Damiani, Stefano Caforio, Erica Motta, Francesca Panzeri. Il delegato provinciale Michele Austoni ha assegnato l’organizzazione del campionato alla società Karate Team Nio di Romano di Lombardia diretto da Oliviero Ratti. Che osserva: «Il karate bergamasco è vivo. Ci sono, ed è inevitabile, piccole ombre tecniche, tattiche, atletiche e organizzative fra i giovani e taluni dirigenti, ma ci sono anche le condizioni per superarle e diventare un gruppo competitivo». Sui tatami di Romano sono stati ricamati mawashi, kizami, chudan, heian shodan, ippon, kata e kumite. Ecco i primi classificati e neocampioni provinciali della federazione Fijlkam. Nella specialità kumite (combattimento) femminile si impongono: Eleonora Galizzi kg +55 (Olimpia Treviolo); Erica Motta kg 55 (K. Albino) prima in classe seniores e prima in classe juniores; Federica Tralli open cadette (Olimpia Treviolo), Dafne Guidone kg +50 (Team Nio Romano di Lombardia), Nicole Motta kg 50 (Treviolo), Beatrice Piana esordienti A (Team Nio), Anna Salvetti esordienti A cinture colorate (Treviolo). Primi classificati maschi senior: Stefano Caforio kg +83 (Yamato Cisano Bergamasco), Damiano Zanchi kg 83 (Treviolo), Jendaoui Mohamed kg 76 (Treviolo), Davide Zicchitella kg 65 (K. Albino); categoria junior: Daniel Damiani kg +65 (Treviolo), Patrik Anbrosioli kg 65 (Treviolo); cadetti: Marco Omacini (K. Valserina); esordienti B: Giulio Paganoni cinture colorate (Treviolo), Mattia Boroni kg +63 (Sportivando), Ilia Ghezzi kg 63 (Polisp. Brembate Sopra), Marco Giudici kg 56, Micheal Ghislandi kg +61 (Team Nio), Edoardo Capelli kg 61 (Brembate Sopra), William Zanni kg 45 (Skc Valcalepio). Primi nella specialità Kata (figure), nelle varie classi di età: Manuel Sampieri (Cisano B.), Carlo Ferretti (K. La Torre), Luca Pirovano (K. New Tigers), Emanuele Dentella (K. Valserina), Elena Usubelli (K. La Torre), Rosa Rienzi (K. Albino); Giulia Monzani (Brembate Sopra).

Federica Tralli in azione: la karateca dell’Olimpia Treviolo si è aggiudicata il titolo open cadette di kumite

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Continua senza sosta l’attività della Scuola Regionale dello Sport del Coni Lombardia. Formare dirigenti competenti, implementare le competenze in materie specifiche, incentivare l’aggiornamento di chi opera quotidianamente nel mondo dello sport per aumentarne la professionalità sono tra gli obiettivi della SRdS.

Tra gli ultimi convegni organizzati hanno ottenuto particolare successo il corso ‘Via con l’evento, programmazione, organizzazione, realizzazione, legacy dell’evento sportivo’ svoltosi a Milano in due giornate e il corso ‘Gli impianti sportivi oggi: progettare, riqualificare, amministrare’.

In particolare tra gli argomenti trattati nel corso sugli impianti sportivi, organizzato con la collaborazione del Coni Servizi Spa «hanno riscosso molto interesse le tematiche riguardanti la sicurezza e le nuove tendenze di gestione degli impianti», annota il curatore Giuseppe De Martino che tra le presenze sottolinea quelle degli amministratori locali, ma anche quelle di ingegneri, architetti e commercialisti.

Importante affluenza anche al corso sugli eventi sportivi che verteva sullo sviluppo delle capacità e delle competenze per progettare e organizzare un evento sportivo, portando a conoscenza di tutti i partecipanti gli strumenti necessari per la buona riuscita di un evento.

E’ stata approfondita l’area organizzativa in tutti i suoi aspetti sostanziali, dalla fase creativa, a quella dell’analisi e del budget, passando per la comunicazione e il marketing. A concludere il corso una tavola rotonda moderata da Luca Corsolini, giornalista SkySport, al quale hanno partecipato Ernesto De Filippis di MCA events srl, già direttore generale di MilanoSport; Mauro Vegni, direttore operativo Giro D’Italia; Enrico Ferrari, direttore Sias Autodromo nazionale di Monza; Andrea Trabuio, direttore della Milano City Marathon e direttore tecnico degli Eventi Running RCS Sport; Giovanni Bruno, direttore Eventi Speciali SKY Sport e Fiorenzo Galli, direttore Generale Museo della Scienza e della Tecnologia.

Molteplici i corsi organizzati sul territorio. Dal convegno giuridico dal titolo ‘Specificità ASD e agevolazioni fiscali condizionate: come avvalersene?’ organizzato in collaborazione con il Comitato provinciale Coni di Bergamo, fino al corso dal titolo “Approfondimenti in ambito giuridico e fiscale delle Asd: dall’atto costituivo ai rapporti di collaborazione e ai controlli fiscali” organizzato in collaborazione con la delegazione provinciale di Monza Brianza.

SCUOLA DELLO SPORT

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Il tavolo dei relatori al Corso “Via con l’Evento”

I partecipanti dimostrano grande attenzione Il tavolo dei relatori con la lezione di Luca Corsolini

La sala A del Palazzo CONI di Via Piranesi a Milano Gli attestati di partecipazione del Corso “Via con l’Evento”

I partecipanti al Corso “Via con l’Evento”

SCUOLA DELLO SPORT/CORSI/2

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Corso sugli Impianti Sportivi.Nell’immagine la lezione svoltasi presso la Regione Lombardia

I partecipanti al Corso sugli Impianti Sportivi. Nell’immagine la lezione svoltasi nella Sala A del Palazzo CONI

In occasione del corso ‘Via con l’evento’, al quale ha partecipato il direttore generale della Fondazione Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia (Must) “Leonardo Da Vinci”, Fiorenzo Galli, è stato firmato il protocollo d’intesa tra il Coni Lombardia e la stessa Fondazione. Soddisfazione è stata espressa in occasione della firma del protocollo dal presidente del Coni Regionale Lombardia, Pier Luigi Marzorati. Oggetto dell’accordo di collaborazione tra i due enti è la diffusione della cultura scientifica e tecnologica nell’ambito dell’alimentazione e dell’energia da sviluppare attraverso la struttura i.Lab Alimentazione, un laboratorio interattivo sui temi alimentari, neonato del Must. La collaborazione è finalizzata alla realizzazione di kit didattici, formativi e educativi, all’organizzazione di incontri dedicati ad attività sportive di educazione alla sana e corretta alimentazione e al rapporto tra alimentazione e attività sportiva. Tutte queste attività saranno rivolte a studenti fino ai 14 anni.

SCUOLA DELLO SPORT/CORSI/3

PARTE LA COLLABORAZIONE CON IL MUSEO DELLA SCIENZA E DELLA TECNICA

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SCUOLA DELLO SPORT/CONVEGNI

L’ex campionessa Manuela Di Centa, oggi deputata del Pdl e promotrice della proposta già approvata alla Camera «Credo che il cambio di Governo non rallenterà l’iter di approvazione. Incontreremo il ministro Gnudi»La presenza delle donne nello sport cresce, andando a insidiare la leadership degli uomini in numerose discipline. Anche la maternità per le atlete non è più un tabù, sebbene la legge che tutelerà questa scelta sia ancora in itinere. Ma nel mondo dello sport c’è ancora la quasi totale assenza di donne a livello manageriale. Sono questi i temi emersi durante il convegno organizzato dal Coni Lombardia “Donna e sport... Mamma e sport”, svoltosi lo scorso 3 dicembre Forum di Assago, a margine de “La grande sfida” fra le sorelle del tennis statunitense, Venus e Serena Williams e le Signore azzurre, Francesca Schiavone e Flavia Pennetta.«I tempi sono cambiati e il sesso femminile è diventato veramente il sesso forte in tante discipline. Riconosciamo di essere di fronte a una realtà dello sport italiano e lombardo, in cui la declinazione donna è importante. E spesso la donna atleta, con soddisfazione, è anche mamma», ha commentato il presidente del CONI Lombardia Pier Luigi Marzorati, facendo gli onori di casa per gli ospiti e per le atlete che componevano il parterre di lusso. A confrontarsi sul tema, infatti, sono intervenute l’on. Manuela Di Centa, membro onorario del CIO e pluricampionessa olimpica dello sci di fondo; Anna Maria Marasi e Diana Bianchedi, componenti rispettivamente della Commissione e della Giunta Nazionale del Coni; le ginnaste Carlotta Ferlito ed Elisabetta Preziosa, le campionesse di canottaggio Sara Bertolasi e Claudia Wurzel, la campionessa italiana di bocce Barbara Guzzetti, l’ex sciatrice Claudia Giordani e Stefania Lella, fondatrice del progetto WILD - Women’s international leadership development, nonché segretario generale del CONI Lazio. «Un’atleta che rimane incinta deve avere la possibilità di una scelta tutelata, ma anche se non ci sono statistiche ufficiali tante atlete scelgono di non avere bambini - ha osservato Manuela Di Centa, deputata del Pdl e membro del CIO che si è fatta promotrice della proposta di legge per prevedere il congedo obbligatorio per maternità per le atlete e la corresponsione di un’indennità -. Credo che il cambio di governo non rallenterà l’iter d’approvazione. La legge è già passata alla Camera con consenso trasversale e ora incontreremo il nuovo ministro dello sport Gnudi. L’approvazione sarebbe una grande conquista per il mondo dello sport». «E’ già evidente che lo sport non ha bisogno di quote per essere rosa - ha detto l’assessore allo sport della Regione Lombardia, Monica Rizzi, nel suo saluto -. Oltre a essere campionesse nello sport o nel lavoro, le donne riescono a esserlo anche in altri ruoli. Essere una mamma non deve precludere nessuna strada, ma bisogna rispettare le giuste regole per una maternità tutelata. Dopo l’approvazione della legge nazionale, sarà più semplice applicarla anche a livello regionale».Il cammino verso la parità nello sport va veloce, tanto che Elio Trifari, presidente della Fondazione Cannavò, ha ricordato che, secondo le previsioni, «nel 2024/2028 la partecipazione femminile alle Olimpiadi supererà quella maschile». Non bisogna però dimenticare le battaglie portate avanti solo pochi anni fa dalle atlete e ricordate oggi, nello stupore delle più giovani, anche da Claudia Giordani, ex sciatrice e oggi presidente del Comitato FISI Alpi Centrali. «Negli anni ‘70, a Milano, ero l’unica che correva al campo XXV Aprile: non c’erano ragazze e gli altri atleti mi guardavano con occhi sbarrati - ha spiegato Giordani -. Ricordo le battaglie per i premi, totalmente discriminanti, che fino agli anni ‘80 erano decurtati del 30% rispetto a quelli maschili. Ma anche oggi lo sport, soprattutto a livello di dirigenza e istituzioni al femminile, ha ancora tanta strada da fare».Anche Stefania Lella ha denunciato come ancora, nella managerialità, le regole sono ben lungi dall’uguaglianza: «Nel mondo dello sport c’è totale assenza di donne nei posti di dirigenza - ha detto -. Nel management e nel percorso personale, abbiamo notato, non si recepisce quella solidarietà femminile che c’è invece nella disciplina sportiva».Perché i temi affrontati non rimangano solo parole, ma si traducano invece in buona pratica, «saremo ben felici se questo convegno avesse un seguito - ha concluso Marzorati - e cercheremo di portarlo avanti come Comitato Regionale Coni della Lombardia».

LA MATERNITA’ NELLO SPORT NON E’ PIU’ UN TABU’. IN ARRIVO LA LEGGE DI TUTELA PER LE ATLETE MAMME

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SCUOLA DELLO SPORT/CONVEGNI/2

Sara Bertolasi e Claudia Wurzel, atlete del Canottaggio Le ginnaste Elisabetta Preziosa e Carlotta Ferlito

Diana Bianchedi e Anna Maria Marasi Pier Luigi Marzorati insieme alla conduttrice Serena Gentile, Anna Maria Marasi e Diana Bianchedi

L’on. Manuela Di Centa, Marzorati e l’Assessore Monica Rizzi Claudia Giordani e Stefania Lella

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LA VOCE DELLE ATLETE AL CONVEGNO ‘DONNA E SPORT… MAMMA E SPORT’Il percorso delle atlete, dunque, è frutto di disciplina e fatica, ma ben prima della maternità, deve coniugare l’impegno sportivo con quello scolastico. È il caso ad esempio di Carlotta Ferlito ed Elisabetta Preziosa, due delle giovanissime ginnaste che si allenano nel Centro Federale di Ginnastica Artistica di Milano, recentemente seguite dalle telecamere di MTV per il reality show ‘Ginnaste – Vite Parallele’. «La passione per quello che fai è l’elemento che ti spinge avanti – ha raccontato Ferlito, vincitrice di tre medaglie ai primi Giochi Olimpici Giovanili di Singapore del 2010 e qualificata per Londra 2012 nella ginnastica artistica -. Ho lasciato la Sicilia a 12 anni per trasferirmi a Milano ad allenarmi e ora vivo in un residence con tutte le mie compagne, dove seguiamo la scuola, oltre che lo sport». Reduci dal successo del reality, le atlete sono ormai considerate delle piccole star, firmano autografi e vengono riconosciute per strada: «All’inizio ci accorgevamo delle telecamere, ma un po’ alla volta ci abbiamo fatto l’abitudine – ha svelato Preziosa, ricordando i mesi passati -. In certi momenti difficili, magari, avremmo preferito non essere filmate, ma siamo anche grate al programma perché ha dato notorietà alla ginnastica e ha spinto tante altre ragazze ad avvicinarsi a questa disciplina».Sara Bertolasi e Claudia Wurzel, campionesse di canottaggio qualificate per Londra 2012 oltre ad allenarsi sono iscritte anche all’Università. «Il segreto è amministrare e sfruttare al massimo in tempo. Impegnarsi il più possibile nei 120 minuti di allenamento in barca e poi studiare nell’ora di pausa dopo pranzo – ha raccontato Bertolasi -. Ma fare l’Università è molto più facile che fare la mamma e mi rendo conto che oggi, da atleta, sto beneficiando di una situazione per cui quelle che sono venute prima di me hanno lottato».«Mi è capitato di vedere atlete di altre nazioni, durante i mondiali, che si portavano dietro i propri figli, nonostante tutta la tensione che circonda le competizioni – le ha fatto eco Wurzel -. Finivano la gara e correvano ad abbracciarli, ancora tutte sudate. Ho chiesto come facessero e mi hanno raccontato che servono genitori o tate che diano una mano. Ci vuole certamente dell’aiuto per gestire una situazione del genere».Anche Anna Maria Marasi, ex capitano della Nazionale Italiana Pallavolo femminile, oggi membro del Consiglio Nazionale del CONI, è riuscita per alcuni anni ad essere una campionessa mamma: «Sono rimasta incinta a 27 anni e il mio bambino è diventato una parte della squadra, uno dei problemi che tutte insieme dovevamo gestire. A 8 mesi lo portavamo in trasferta e ha camminato per la prima volta nel palazzetto di Firenze, mentre noi eravamo nello spogliatoio – ha ricordato -. Le mie compagne di squadra sono state molto collaborative e io ho continuato a giocare, pur con varie difficoltà. Poi, quando il bimbo aveva due anni e mezzo, ho deciso che era ora che mi dedicassi a lui».

Barbara Guzzetti, campionessa italiana in carica di bocce nella specialità della raffa, ha una figlia di 18 mesi, ma allo sport non rinuncia: «La mia bimba già scorrazza nei campi di bocce e penso a quando un giorno anche lei giocherà. D’altra parte, anch’io ho ereditato questa passione dai miei genitori». Una delle soddisfazioni più grandi per le atlete, oltre a premi e medaglie, è proprio quella di trasmettere ai propri figli l’amore per lo sport, ha testimoniato infatti Diana Bianchedi, campionessa di fioretto e componente Giunta CONI nazionale: «Ho avuto tutto dallo sport, ma dopo il quinto campionato del mondo ho detto basta. Ora piango alle gare di mia figlia perché rivedo in lei quella gioia che solo lo sport ti sa dare e non importa se non sono le Olimpiadi».

SCUOLA DELLO SPORT/CONVEGNI/3

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SCUOLA DELLO SPORT/CONVEGNI/4profili fiScali di aSSociazioni SportiVe dilettantiSticHe

Si è parlato anche dei profili fiscali delle associazione sportive dilettantistiche nel corso dell’VIII Convegno annuale del Coordinamento degli Ordini dei Dottori Commercialisti Lombardi e dell’Italia centro settentrionale al quale fa dato la sua adesione il Coni Lombardia.

Dedicato agli aspetti legati al terzo settore, nel corso del convegno sono stati dibattuti temi interessanti in merito all’associazionismo sportivo, sul loro inquadramento civilistico e fiscale, all’analisi delle principali criticità applicative del quadro normativo attuale. Una giornata che ha fornito anche spunti di riflessioni.

Tra gli altri, insieme con il presidente dell’Ordine dei commercialisti e degli esperti contabili di Milano, Alessandro Solidoro, il direttore regionale dell’Agenzia delle entrate della Lombardia, Carlo Palumbo, è intervenuto il presidente del Coni Lombardia, Pier Luigi Marzorati. L’ex campione di basket, oggi alla guida del Comitato regionale del Comitato Olimpico lombardo, ha auspicato maggiori controlli sui requisiti soggettivi delle associazioni sportive non solo dal punto di vista fiscale, ma già in sede di iscrizione.

L’obiettivo dell’Agenzia delle entrate è quello di identificare associazioni sportive e enti no-profit che mascherano attività commerciali. Un’attività che in Lombardia ha permesso nel 2010 di emettere 190 verbali, con 53,3 milioni di euro accertati tra Iva, Irap, ritenute e imposte dirette. Nel 2011, alla data del 30 settembre, le contestazioni erano 165, per un totale di 48 milioni di euro.

In uno dei prossimi numeri di Coninforma, l’intervista di approfondimento con il direttore dell’Agenzia delle Entrate della Lombardia, Carlo Palumbo.

a lecco “laureati” altri dirigenti Sportivi

Il Comitato provinciale del Coni di Lecco e la Scuola dello Sport del Coni Lombardia con il patrocinio della Regione ha organizzato un corso di formazione per Dirigenti di 1° livello. Il Corso si è svolto a Lecco dal 21 novembre al 3 dicembre 2011.All’iniziativa si sono iscritte 24 aspiranti dirigenti e al termine del corso sono stati consegnati 21 attestati a coloro che hanno frequentato assiduamente le lezioni (max 25% di assenza). Il corso è stato molto apprezzato e i partecipanti sono stati coinvolti dai relatori in modo molto efficace. Numerosi sono stati gli interventi dei partecipanti.Molto apprezzati gli interventi sul marketing, la fiscalità, l’aspetto educativo ed etico.

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Questione di famiglia. Per Lucia e Caterina Bosetti, azzurre lombarde del volley e figlie d’arte (papà Giuseppe è stato tecnico azzurro e mamma Francesca Bardelli ha indossato la maglia azzurra) che un anno fa si contendevano lo scudetto l’una con la Foppapedretti Bergamo e l’altra con la Mc-Carnaghi Villa Cortese, adesso è tutto cambiato. Non solo nel club, che adesso condividono indossando entrambe la maglia di Villa Cortese, ma anche in Nazionale con la quale hanno conquistato la World Cup e la qualificazione a Londra 2012. Non per nulla, oggi, sono per tutte le ‘sorelle d’Italia’.

«L’esperienza in Giappone è stata fantastica – confessa la 17enne Caterina -, perché oltre ad esserci qualificate per Londra 2012 abbiamo anche vinto la World Cup. Per me era anche l’esordio con la Nazionale maggiore in una competizione così importante».

«Il nostro obiettivo era qualificarci per l’Olimpiade di Londra e ci siamo riuscite – le fa eco la 22enne Lucia -. Poi tutto quello che è venuto in più è stato magnifico. Sono contenta e soddisfatta di quello che la squadra ha fatto e di quello che ho fatto».

Come avete vissuto l’esperienza insieme in Nazionale?Caterina: «Nel club ci vediamo solo per l’allenamento, in Nazionale è diverso perché si condivide molto. A conti fatti direi che è andata bene, anche se ci sono stati, ogni tanto, quei piccoli litigi tra sorelle. Noi siamo caratterialmente molto diverse e ogni tanto ci becchiamo. Io sono un po’ pazzerella, faccio sempre quello che voglio, anche se non è la cosa giusta. Lei è più riflessiva, più incline alle regole. E quando mi faceva notare queste cose io mi arrabbiavo un po’. E lei si arrabbiava se io le facevo notare che lasciava il dentifricio aperto. Del resto non viviamo insieme da quando io avevo dodici anni e stare insieme nella stessa camera per un mese non è stato semplice. Ma non sarebbe stato semplice nemmeno con un’altra compagna».

Lucia: «Ho vissuto con lei tutta la vita. E’ stata la prima volta che giocavamo insieme in Nazionale. Magari mi aspettavo di doverle stare più vicina, che per lei fosse più difficile integrarsi. Invece a parte

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il momento iniziale di imbarazzo e timidezza, per Caterina è stato tuto semplice. Lei è più estroversa, magari perché è ancora più piccola».

Come t’immagini queste Olimpiadi?

Caterina: «Non so se le farò. Io ci spero, anche se non mi illudo. Le Olimpiadi sono il sogno di ogni atleta. Ma io sono ancora giovane mentre per molte delle ragazze che, per qualche motivo, erano assenti in Giappone potrebbe essere l’ultima. Non penso se la lascino scappare».

Lucia: «Non ci ho ancora pensato. Teoricamente dovrei essere una candidata a far parte della rosa, ma in uno sport come il nostro non sai mai quello che può capitarti e quindi non volgio farmi illusioni. Poi, appena finita la World Cup, mi sono tuffata nel campionato e mi sono subita concentrata per altri due obiettivi fondamentali: campionato e Champions».

Iniziare a giocare a pallavolo in una famiglia come la tua è stato un obbligo o una scelta? Caterina: «E’ stata una cosa naturale. Facevo nuoto ma ho sempre vissuto in palestra, sin da quando andavo all’asilo e raggiungevo i miei genitori in palestra».

Lucia: «Non ci ho mai veramente pensato. Sono cresciuta in palestra con i miei ed è stato un passaggio naturale cominciare a giocare. Sapevo anche che Caterina avrebbe giocato. Magari non avevo mai pensato che avremmo potuto giocare in Nazionale insieme… anche se è una cosa che speravo».

Quando ti sei resa conto che avresti potuto raggiungere un livello da Nazionale?

Caterina: «Veramente non me ne sono ancora accorta. Non lo realizzo ancora… sono ancora qua che aspetto».

lUcia e caterina boSetti, le “Sorelle d’italia” alzano la World cUp e fanno Volare a londra l’italVolleY

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PALLAVOLO/2LUCIA E CATERINA ALLO SPECCHIO

• Due aggettivi per descrivere Lucia: «Riflessiva e timida».• Due aggettivi per descrivere Caterina: «Estroversa e pazza».• Cosa invidi a Lucia? «Quando ero più piccola la invidiavo perché viveva da sola a Sassuolo e perché aveva l’armadio pieno di vestiti. Adesso non più».• Cosa invidi a Caterina?: «Dal punto di vista personale nulla, dal punto di vista pallavolistico la diagonale».• Il tuo sogno pallavolistico? Caterina: «Vincere l’Olimpiade». Lucia: «Andare all’Olimpiade».• Quello personale? Caterina: «E’ lo stesso, perché la pallavolo è la mia vita». Lucia: «Farmi una famiglia».

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Il 14 e 15 gennaio 2012 Milano diventa la capitale degli sport invernali

Sedici anni dopo le tappe di Coppa del Mondo FIS di sci di fondo alla Fiera Campionaria e al Velodromo Vigorelli del 1988 Milano torna ad essere la capitale dello sci di fondo con la Race in the city. Milano ospiterà quattro gare della FIS Cross-Country World Cup in un circuito cittadino assolutamente particolare, a pochissimi minuti a piedi dalla piazza del Duomo, al Parco Sempione, giardino storico nel pieno centro della metropoli lombarda. L’evento costituisce un evento di assoluta novità nel calendario FIS 2011/2012, che comprende diversi appuntamenti in circuiti cittadini come Oslo, Stoccolma, Mosca e Düsseldorf. Dal contesto prettamente “urban” che contraddistingue l’evento è nata l’idea di chiamare “Race in the city” la tappa milanese della FIS Cross-Country World Cup: una gara di sci di fondo che dalla tradizionale cornice montana arriva fin “dentro la

città” dove le montagne si scorgono solo da lontano e nelle giornate di sole.La pista avrà la forma di un anello di 620 metri, con partenza e arrivo in piazza del Cannone, proprio davanti al Castello Sforzesco. Sia per le gare maschili che femminili, il circuito avrà la medesima lunghezza.

il proGramma Il programma preliminare della Race in the city prevede sabato 14 gennaio 2012 alle 12 le

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qualifiche femminili/maschili e alle ore 14.45 le finali femminili/maschili della Coppa del Mondo FIS Sprint Individuale. La gara sarà seguita dalla presentazione dei vincitori nel cross-country stadium in Piazza del Cannone e dalla conferenza stampa presso la sala Viscontea del Castello Sforzesco. Alle ore 18 si terrà la cerimonia di premiazione in piazza del Duomo. Domenica 15 gennaio 2012 alle ore 9.45 si svolgeranno le semifinali femminili, maschili, e alle ore 12.15 le finali femminili e maschili della Coppa del Mondo FIS Sprint a squadre. A seguire la cerimonia di premiazione al cross-country stadium in Piazza del Cannone e la conferenza stampa degli atleti vincenti presso la Sala Viscontea del Castello Sforzesco.

il comitato orGanizzatore Il Comitato Organizzatore della Race in the city si distingue in particolare per la presenza di due presidente è Maurizio Dallocchio, nativo della metropoli lombarda, 53 anni, professore ordinario di Finanza aziendale e titolare della Cattedra Nomura presso l’Università Bocconi; l’amministratore delegato è Maurizio Gandolfi, conosciuto nel mondo dello sci italiano ed internazionale dagli anni ‘80, in qualità di organizzatore dei Mondiali FIS di Sci Alpino di Bormio (edizioni 1985 e 2005), delle Finali di Coppa del Mondo FIS (edizioni 2000 e 2008) e della discesa libera di Coppa del Mondo FIS in programma nella località valtellinese da ben oltre di 19 anni.

la Storia della race in tHe citY e la Scelta di milano

«La Race in the city conferma quanto lo sport possa dare valore ad un territorio e ad una città – è il commento dell’assessore allo Sport e Giovani della Regione Lombardia Monica Rizzi -. Questa è la giusta occasione per valorizzare l’immagine di Milano e con essa di tutta la Lombardia». «Anche la Provincia farà assolutamente la sua parte – ha dichiarato l’assessore allo Sport della Provincia di Milano, Cristina Stancari -. È giusto riportare l’attenzione di Milano e del suo territorio sui grandi eventi sportivi, non solamente calcistici». «Con la Race in the city vogliamo portare il mondo degli sport invernali direttamente nel cuore di Milano – dice il presidente del Comitato Organizzatore Maurizio Dallocchio -. Uno scenario inedito e affascinante che contribuirà ad avvicinare il grande pubblico a questo sport e che costituirà un importante valore aggiunto. Senza dimenticare il fatto che si tratterà di un evento concepito nel pieno rispetto dell’ambiente e con criteri assolutamente ecosostenibili».

race in tHe citY, lo Sci di fondo mondiale nel cUore di milano

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SPORT INVERNALI/2la fiS da’ l’oK per la diSceSa di coppa del mondo di bormio

Good news dalla pista Stelvio di Bormio. Dopo il controllo Fis effettuato dal tecnico Helmuth Schmalzl lo scorso 18 dicembre, è stato confermato lo svolgimento della discesa di Coppa del mondo maschile in programma il 29 dicembre prossimo. Fino all’8 dicembre, sui 3260 metri della Stelvio, solo 1000 erano coperti di neve. Le temperature finalmente invernali dei giorni a ridosso del controllo, hanno permesso di far funzionare i cannoni a pieno regime facendo accendere il semaforo verde. «La situazione è davvero soddisfacente sin dalla partenza alta, quella tradizionale a quota 2255 metri. Ci sono delle parti da completare – ha affermato Helmuth Schmalzl, Race Director della Federazione Internazionale dello Sci – ma combinando le previsioni meteo, che ci garantiscono ancora freddo per qualche giorno, la capacità dell’impianto di innevamento e l’esperienza dello staff bormino si può stare tranquilli». “Siamo contenti che Schmalzl ci abbia dato l’ok», ha affermato il direttore di pista, Tino Pietrogiovanna, nello stesso momento in cui i cannoni della Società Impianti Bormio innevavano le piste. «E’ stato un anno davvero difficile. Non ricordo – riflette l’ingegner Pasquale Canclini di BormioSki - di aver mai penato tanto in passato».

A PREMANA IL CAMPIONATO ITALIANO DI SCI ALPINISMO

Lavora a pieno ritmo la macchina organizzatrice del settore sci dell’As Premana per preparare al meglio la ‘Pizzo Tre Signori, gara che il 15 gennaio 2012 assegnerà il titolo di campione italiano individuale di sci alpinismo. L’obiettivo è quello di superare i 300 atleti al via un anno fa quando la gara era inserita nel circuito di Coppa Italia. A permettere l’assegnazione del campionato italiano individuale e l’omologazione da parte della federazione internazionale ISMF è stato il tracciato tecnico del Monte Cimone e la presenza di un numeroso pubblico ci ha permesso di ottenere l’assegnazione del campionato italiano individuale.

Se a livello nazionale la gara lecchese è nota a tutti gli appassionati di sci alpinismo la presenza della gara di Premana nel calendario ISMF è trampolino di lancio per far conoscere questo evento anche oltre confine.

Da quest’anno la gara assume un significato profondo con l’assegnazione dell’11° trofeo “Banca della Valsassina” dedicato alla memoria di Angelo Fazzini, primo atleta premanese a vincere le ‘Pizzo Tre Signori’, scomparso la scorsa primavera.

Foto: Marco Andreola

SCI ALPINISMO

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SPECIAL OLYMPICS/CHAPEAU 2012CHAPEAU 2012, IL CALENDARIO DI SPECIAL OLYMPICSIl gesto dello “Chapeau”, rappresenta la profonda ammirazione che dodici personaggi noti nutrono nei confronti delle prestazioni degli Atleti Special Olympics. Un atto simbolico, doppiamente significativo per il fatto che i volti raffigurati nel calendario, sono quelli di sportivi che, in ragione dei sacrifici profusi nella loro carriera, sanno apprezzare la tenacia e la determinazione degli Atleti con disabilità intellettiva. Chapeau! è un calendario tutto da scoprire, nato grazie al coinvolgimento di Stefano Baldini, Ettore Bassi, Danilo Gallinari, Alberto Gilardino, Margherita Granbassi, Linus, Maicon, Marco Mordente, Giorgio Rocca, Francesca Schiavone, Simone Venier, Javier

Zanetti. L’idea del progetto Chapeau! nasce dalla volontà di rendere omaggio agli Atleti Special Olympics Italia: togliersi il cappello esprime il rispetto e l’ammirazione che grandi sportivi vogliono manifestare nei confronti dell’impegno profuso dagli Atleti Special Olympics. Quali migliori testimonial per questo gesto se non atleti che credono nei veri valori dello sport? Il risultato è un calendario 2012, con le foto di Graziano Villa, tutto da scoprire che mette insieme il mondo dello sport con quello dell’eleganza e dello stile di Barbisio, partner e promotore dell’iniziativa.Il calendario è in distribuzione con la Gazzetta dello Sport in tutte le edicole.

Convegno di aggiornamento FITRI a Milano 15 gennaio: “L’allenamento del ciclismo nel triathlon moderno”

Il Settore Istruzione Tecnica della Federazione Italiana Triathlon in collaborazione con il Comitato regionale Lombardia, ha il piacere di presentare un incontro didattico valido per l’ aggiornamento SIT 2012 dal titolo: “L’allenamento del ciclismo nel triathlon moderno”,.Relatore del convegno sarà Bruno Sorrentino, docente SIT. L’appuntamento è previsto per Domenica 15 Gennaio 2012 alle ore 9.00 presso il palazzo Coni di Via Piranesi n. 46, Milano.I convegni riservati generalmente ai tecnici FITri in regola con le disposizioni del regolamento SIT, sono aperti a tutti coloro interessati alle tematiche trattate nell’ambito dei programmi didattici anche se non in possesso di qualifiche tecniche federali (atleti, appassionati, tecnici di altre FSN, docenti). Partecipando in qualità di Uditori, gli interessati dovranno comunque attenersi alle disposizioni riportate nel programma organizzativo in merito all’iscrizione e alle quote di partecipazione.Per ulteriori informazioni, visitare il sito internet: www.fitri.it.

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Che cos’hanno in comune il teatro e lo sport? Più di quel che potrebbe sembrare a un primo sguardo. L’attore, come l’atleta, è in continuo allenamento, in modo da poter controllare il corpo e le emozioni. Entrambi hanno un pubblico che li guarda, sia che scendano in campo, sia che salgano sul palcoscenico, e una disciplina da fare propria e da rispettare. Non per niente, il commediografo francese Antonin Artaud affermava che “l’attore è un atleta del cuore”. Ma soprattutto, che si tratti di dinamiche di gruppo o sfide individuali, lo sport è la miglior metafora della vita e come tale rappresenta un ottimo materiale drammaturgico. Lo sa bene Pacifico, il cantautore e paroliere milanese che ultimamente viene scelto da tutti i grandi della musica italiana come autore delle loro canzoni (Gianna Nannini, Adriano Celentano, Malika Ayane o Noemi, solo per citarne alcuni). Nel 2009, infatti, Pacifico ha inciso il singolo ‘Boxe a Milano’, in cui si sente, in sottofondo, la voce narrante di Ottavio Tazzi, allenatore che portò sul ring sette campioni del mondo, nonché il ‘nonno’ della storica palestra Doria di Milano. E a partire da questo brano, Pacifico vi ha sviluppato di recente un progetto di musica-teatro, portando in scena uno spettacolo su un ex boxeur, ambientato nella Milano degli anni ’50 e del boom economico, quando il pugilato era un mezzo di riscatto. ‘Boxe a Milano – Ricostruzione di Agostino Sella, mite e disperato’, racconta la storia di Agostino Sella,

SPORT E TEATROex pugile che perde la memoria dopo un violento pestaggio. Nella lunga convalescenza si ritira a vivere in un magazzino abbandonato e un po’ alla volta, la perdita della memoria lo rende un ascoltatore prezioso e apparentemente acritico. Il suo magazzino diventa una specie di confessionale, un luogo da cui assistere ai quotidiani ed estenuanti round dei suoi vicini, fatti di notti insonni, occhi neri, nemici acquattati dietro l’angolo e piccole rivincite. La boxe, insomma, da sport diventa la metafora del riscatto, dei combattimenti della vita, stretti nella morsa del ring cittadino, e omaggia gli individui più fragili, che rischiano di perdere ogni giorno nella feroce lotta metropolitana. Il tutto è stato raccontato, fra parole e musica, in un reading che è andato in scena al teatro Elfo Puccini. Al CRT (Centro di Ricerca per il Teatro) di Milano, invece, la riflessione si e’ soffermata sulle dinamiche di gruppo, sul concetto di squadra, portato all’estremo, con la prima nazionale di ‘Educazione fisica’. Diretto da Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco, lo spettacolo racconta la storia di un allenatore che vuole trasformare un gruppo di adolescenti nella squadra perfetta. Il valore non è più quello dello stare insieme, ma quello del vincere a tutti i costi. Mettendo in scena una lezione di ginnastica, dunque, si scandagliano tutti i volti della competizione, e il teatro dà lo stimolo a riflettere e a prendere le misure, in una lezione di vita simile a quelle che si imparano in campo.

Il cantautore Pacifico ha portato in teatro ‘Boxe a Milano’

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Via Piranesi 4620137 Milano - ItaliaTelefono: +39 02 733611 - +39 02 76115239 Fax: +39 02 76003404 e-mail: [email protected] www.conilombardia.it

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