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MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA IPPICA N ei momenti di crisi, si pensa subito a ridurre quelle spese che sono ritenute superflue e che possono essere risparmiate. Il nostro giornale, di fronte a quello che si prospetta nei prossimi mesi, poteva rientrare in questa lista e, pertanto, il numero doppio di agosto – settembre è stato messo nel cassetto in attesa degli eventi. Eventi che, poi, hanno mantenuto tutte le più negative attese, con la riduzione del numero delle giornate in relazione al montepremi residuo per questo 2008. A questo punto ci siamo detti che la città e la comunità ippica doveva conoscere esattamente la realtà dei fatti che riguardano l’ippodromo di San Rossore e, quindi, quel cassetto è stato riaperto e il nostro giornale è di nuovo qui. Questo è il quadro ef- fettivo e reale della situa- zione. Anno 2007. In base alle disposizioni del- l’UNIRE, l’Alfea decide di diminuire il numero delle sue giornate per affrontare il calo del 9,23% del montepremi rispetto all’anno prece- dente, lasciando inaltera- ti i livelli dei premi delle singole corse. Una scelta che punta alla qualità più che alla quantità. Questo ingenera un equivoco perché l’UNIRE taglia a Pisa giornate e premi e lo stanziamento 2007 viene indicato in 3.338.700 Euro. A seguito delle proteste da parte del- l'Alfea, avviene la cor- rezione che, però, in un (mal)costume che spesso l’Ente adotta, non vie- ne notificata per iscritto alla società di corse. Tale adeguamento viene ef- fettuato realmente, tanto che a rendiconto, i premi liquidati per l’anno 2008 sono 3.597.200 Euro. Ricordate bene questa cifra, poiché è questa at- torno alla quale ruota il resto della vicenda. Anno 2008. Il Pre- sidente e il Segretario Generale dell’UNIRE al- l’inizio dell’anno hanno sempre ripetuto, pur non mettendolo mai nero su bianco, che il montepre- mi sarebbe rimasto sul li- vello del 2007. Pur atte- nendosi a questa “voce”, l'Alfea ha usato molta prudenza e ha effettuato una riduzione del mon- tepremi per la riunione invernale - primaverile pari al 6,24%. Partendo dalla cifra liquidata dal- l’UNIRE per il 2007, si è programmato l’anno prevedendo 50 giornate di corse (38 delle quali in inverno – primavera) e suddividendo l’ipote- tico montepremi in due tranche, la più consisten- te delle quali è stata già spesa. L’estate ha portato le cattive notizie. Dopo le inaspettate dimissioni di Guido Melzi da Segreta- rio Generale, l’UNIRE il 31 luglio ha deliberato la riduzione dell’11% del montepremi. Al danno si è aggiunta la beffa, per- ché per San Rossore la riduzione è stata calcola- ta sulla cifra sbagliata. A causa di tutte questi ritar- di, inesattezze e omissio- ni ci troviamo oggi con una manciata di Euro per gli ultimi mesi dell’anno, insufficienti per allestire la stagione autunnale de- corosamente. E pensare che sarebbe stato suffi- ciente che il calcolo fos- se stato giusto, e quindi effettuato basandosi sul- la cifra vera, quella liqui- data, per poter allestire almeno nove giornate di corse decorose. La situazione attua- le. E’ il Presidente del- l’Alfea, Stefano Meli, a descriverla con esattez- za. “Stiamo percorrendo tutte le vie, anche lega- li, per far riconoscere definitivamente l'errore di calcolo da parte del- l'UNIRE. Con il monte- premi residuo è attual- mente possibile allestire solo un programma ri- dotto, nel quale abbiamo lasciato le due listed e l’handicap principale, come al solito, non re- stiamo con le mani in mano. Ci stiamo, infatti, adoperando per trovare risorse alternative che siano disposte a sponso- rizzare almeno una - due giornate in più rispetto a quelle previste”. Il futuro. Mentre an- diamo in stampa, l'ippica è ferma a causa di uno sciopero generale indet- to da tutte le categorie del settore e il futuro è tutt'altro che roseo, ma l’Alfea si è già rimboc- cata le maniche. EQ www.sanrossore.it AUTUNNO 2008 I CONTI NON TORNANO ED E' CRISI UNIRE NEL CAOS E SAN ROSSORE PENALIZZATO DALLE CIRCOSTANZE ANNO 2 - NUMERO 8 / 9 / 10 NONOSTANTE TUTTO, PERO' ... ... noi continuiamo a guardare avanti. Certo, la speranza di avere un’ippica forte e con nuove frecce al suo arco si è un po’ affievolita ma è proprio nei mo- menti difficili che si riconoscono gli imprenditori veri. E, nonostante tutto, noi stiamo investendo sul futuro e se l’UNIRE non è in grado di finanziare le nostre iniziative, lo facciamo ugualmente seguendo altre vie. D opo un iter lunghissimo, proprio nel momento di massima crisi del settore, è giunto il via libera degli enti competenti per la realizzazione della nuova pista e alla fine di luglio sono iniziati i lavori che stanno procedendo al galoppo spedito. Di questa importantissima novità vi diamo conto a pagina 2. G li ultimi due anni hanno visto il blocco dell’attività formativa e, in Italia, non c’è stato il necessario ricambio tra i fantini. Dai programmi di corse degli ippodromi sono dovute sparire le corse riservate alle giovani fruste, perché ormai si contano sulla punta delle dita di una mano gli allievi che potrebbero parteciparvi. Per fortuna la Provincia di Pisa ha da sempre creduto nei nostri progetti e ha investito, molto, nella formazione professionale legata all’ippica e lo ha fatto anche per gli anni a venire, garantendo anche altri due corsi (2009 e 2010). Il settimo corso per addetto artiere - allievo fantino è iniziato in settembre e, sempre in seconda pagina, trovate le notizie sui ragazzi che stanno frequentando il corso. L ’UNIRE, ente tecnico che guida l’ippica sta naufragando? Manca un assetto manageriale dell’ente e dell’ippica in generale? Ecco allora nascere, grazie all’intenzione dei più intraprendenti, “Ippica Impresa”, un movimento di imprenditori ippici che crede ancora in questo settore e nelle sue potenzialità e che si è dato il compito di provare a ripartire con un progetto ad ampio respiro del quale si parla in ultima pagina. Sono tante le nubi che oscurano la situazione attuale, ma il vento delle buone notizie serve, se non a far splendere il sole, a darci un po’ di sereno. gli allievi del corso in fila verso le piste d'allenamento (Querci) l'inizio della nuova grande curva che ha un raggio di 120 metri (Querci)

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MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA IPPICA

Nei momenti di crisi, si pensa subito a ridurre

quelle spese che sono ritenute superflue e che possono essere risparmiate. Il nostro giornale, di fronte a quello che si prospetta nei prossimi mesi, poteva rientrare in questa lista e, pertanto, il numero doppio di agosto – settembre è stato messo nel cassetto in attesa degli eventi. Eventi che, poi, hanno mantenuto tutte le più negative attese, con la riduzione del numero delle giornate in relazione al montepremi residuo per questo 2008. A questo punto ci siamo detti che la città e la comunità ippica doveva conoscere esattamente la realtà dei fatti che riguardano l’ippodromo di San Rossore e, quindi, quel cassetto è stato riaperto e il nostro giornale è di nuovo qui.

Questo è il quadro ef-fettivo e reale della situa-zione.

Anno 2007. In base alle disposizioni del-

l’UNIRE, l’Alfea decide di diminuire il numero delle sue giornate per affrontare il calo del 9,23% del montepremi rispetto all’anno prece-dente, lasciando inaltera-ti i livelli dei premi delle singole corse. Una scelta che punta alla qualità più che alla quantità. Questo ingenera un equivoco perché l’UNIRE taglia a Pisa giornate e premi e lo stanziamento 2007 viene indicato in 3.338.700

Euro. A seguito delle proteste da parte del-l'Alfea, avviene la cor-rezione che, però, in un (mal)costume che spesso l’Ente adotta, non vie-ne notificata per iscritto alla società di corse. Tale adeguamento viene ef-fettuato realmente, tanto che a rendiconto, i premi liquidati per l’anno 2008 sono 3.597.200 Euro. Ricordate bene questa cifra, poiché è questa at-torno alla quale ruota il

resto della vicenda.

Anno 2008. Il Pre-sidente e il Segretario Generale dell’UNIRE al-l’inizio dell’anno hanno sempre ripetuto, pur non mettendolo mai nero su bianco, che il montepre-mi sarebbe rimasto sul li-vello del 2007. Pur atte-nendosi a questa “voce”, l'Alfea ha usato molta prudenza e ha effettuato una riduzione del mon-tepremi per la riunione

invernale - primaverile pari al 6,24%. Partendo dalla cifra liquidata dal-l’UNIRE per il 2007, si è programmato l’anno prevedendo 50 giornate di corse (38 delle quali in inverno – primavera) e suddividendo l’ipote-tico montepremi in due tranche, la più consisten-te delle quali è stata già spesa.

L’estate ha portato le cattive notizie. Dopo le inaspettate dimissioni di Guido Melzi da Segreta-rio Generale, l’UNIRE il 31 luglio ha deliberato la riduzione dell’11% del montepremi. Al danno si è aggiunta la beffa, per-ché per San Rossore la riduzione è stata calcola-ta sulla cifra sbagliata. A causa di tutte questi ritar-di, inesattezze e omissio-ni ci troviamo oggi con una manciata di Euro per gli ultimi mesi dell’anno, insufficienti per allestire la stagione autunnale de-corosamente. E pensare che sarebbe stato suffi-ciente che il calcolo fos-se stato giusto, e quindi effettuato basandosi sul-la cifra vera, quella liqui-

data, per poter allestire almeno nove giornate di corse decorose.

La situazione attua-le. E’ il Presidente del-l’Alfea, Stefano Meli, a descriverla con esattez-za. “Stiamo percorrendo tutte le vie, anche lega-li, per far riconoscere definitivamente l'errore di calcolo da parte del-l'UNIRE. Con il monte-premi residuo è attual-mente possibile allestire solo un programma ri-dotto, nel quale abbiamo lasciato le due listed e l’handicap principale, come al solito, non re-stiamo con le mani in mano. Ci stiamo, infatti, adoperando per trovare risorse alternative che siano disposte a sponso-rizzare almeno una - due giornate in più rispetto a quelle previste”.

Il futuro. Mentre an-diamo in stampa, l'ippica è ferma a causa di uno sciopero generale indet-to da tutte le categorie del settore e il futuro è tutt'altro che roseo, ma l’Alfea si è già rimboc-cata le maniche. EQ

www.sanrossore.it AUTUNNO 2008

I CONTI NON TORNANO ED E' CRISIUNIRE NEL CAOS E SAN ROSSORE PENALIZZATO DALLE CIRCOSTANZE

ANNO 2 - NUMERO 8 / 9 / 10

NONOSTANTE TUTTO, PERO' ...... noi continuiamo a guardare avanti. Certo, la speranza di avere un’ippica

forte e con nuove frecce al suo arco si è un po’ affievolita ma è proprio nei mo-menti difficili che si riconoscono gli imprenditori veri. E, nonostante tutto, noi stiamo investendo sul futuro e se l’UNIRE non è in grado di finanziare le nostre iniziative, lo facciamo ugualmente seguendo altre vie.

Dopo un iter lunghissimo, proprio nel momento di massima crisi del settore, è giunto il via libera degli enti competenti per la realizzazione della nuova pista e alla fine di luglio sono iniziati i lavori che stanno

procedendo al galoppo spedito. Di questa importantissima novità vi diamo conto a pagina 2.

Gli ultimi due anni hanno visto il blocco

dell’attività formativa e, in Italia, non c’è stato il necessario ricambio tra i fantini. Dai programmi di corse degli ippodromi sono dovute sparire le corse riservate alle giovani fruste, perché ormai si contano sulla punta delle dita di una mano gli allievi che potrebbero parteciparvi.

Per fortuna la Provincia di Pisa ha da sempre creduto nei nostri progetti e ha investito, molto, nella formazione professionale legata all’ippica e lo ha fatto anche per gli anni a venire, garantendo anche altri due corsi (2009 e 2010). Il settimo corso per addetto artiere - allievo fantino è iniziato in settembre e, sempre in seconda pagina, trovate le notizie sui ragazzi che stanno frequentando il corso.

L’UNIRE, ente tecnico che guida l’ippica sta naufragando? Manca un assetto manageriale dell’ente e dell’ippica in generale? Ecco allora nascere, grazie all’intenzione dei più intraprendenti, “Ippica Impresa”, un

movimento di imprenditori ippici che crede ancora in questo settore e nelle sue potenzialità e che si è dato il compito di provare a ripartire con un progetto ad ampio respiro del quale si parla in ultima pagina.

Sono tante le nubi che oscurano la situazione attuale, ma il vento delle buone notizie serve, se non a far splendere il sole, a darci un po’ di sereno.

gli allievi del corso in fila verso le piste d'allenamento (Querci)

l'inizio della nuova grande curva che ha un raggio di 120 metri (Querci)

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ANNO 2 - NUMERO 8 - 9 - 10 - PAG.2 - IL PAESE DEI CAVALLI - AUTUNNO 2008

Più che le parole, sono le immagini a descrivere

quello che per oltre un decennio è stato il sogno degli ippici pisani e non solo: la nuova pista dell’ippodromo di San Rossore. Ebbene, dopo un iter lungo, estenuante, difficile, con mille ostacoli e cavilli da superare, con un progetto che è stato approvato solo in parte (niente racchetta per le corse in pista dritta), i lavori sono iniziati e stanno procedendo a gonfie vele.

Dopo che sul terreno è stata tracciata la nuova pista, la sabbia è stata ri-mossa, pulita, e rimessa in loco creando così il substrato che costituirà il letto di semina. Una sab-bia eccellente, a detta de-

gli esperti agronomi che seguono i lavori, e che dalla prossima primave-ra inizierà a tingersi di verde. L’inverno, invece,

servirà per l’assestamen-to del terreno e per la stesura dell’impianto ir-riguo. Quando sarà pos-sibile disputare la prima corsa su questa nuova pista? Saranno gli esperti a dirlo, ma certo non pri-ma dell’autunno 2010 o la primavera successiva. Abbiamo aspettato così tanto che, adesso, questo lasso di tempo ci sembra poco o nulla.

La nuova pista ades-so c’è, si vede e se per

ora è un nastro di sabbia che dall’uscita della cur-va di sinistra si srotola sul prato dei Mori.

Se fino a oggi a Pisa non sono state assegnate corse importanti perché la pista non era ritenu-ta selettiva, adesso che stiamo preparando una pista con due curve dal raggio molto ampio qua-le pretesto si troverà tra pochi mesi per non dare al nostro ippodromo ciò che merita? EQ

INVESTIRE PER IL FUTURO

IL PROGETTOREALIZZATO

I MOMENTI DIFFICILI NON POSSONO FERMARE I PROGETTI IN CANTIERE DA ANNI E IL TURN OVER DEI FANTINI

UN SOGNO CHE SI AVVERA

La notizia deL mese

Questa è la p l a n i m e t r i a della nuova

pista che è già in corso di realizzazione. Si distingue in giallo il nuovo tracciato, un rettilineo che partendo dall’uscita della curva di sinistra, quella della segreteria, si allontana sul prato dei Mori dalla retta esistente per dare poi vita a una piegata ad ampio raggio che si innesta all’ingresso del rettilineo d’arrivo. Su questa nuova pista, si potranno disputare corse fino a 1.800 metri con una curva sola. Tra le nuove distanze, per San Rossore, avremo anche competizioni

sul classico miglio e più distanze per i velocisti, compresi i 1.000 metri. L’ingresso in retta d’arrivo del nuovo tracciato sarà caratterizzato da una leggera salita.

Per quanto riguarda le misure, il nuovo trat-to di pista è lungo circa 1.100 metri e largo 32 come la pista esistente, le cui curve hanno un raggio di curvatura di 82 metri. Le nuove cur-ve sono molto più am-pie:150 metri per quella di destra, 120 metri per quella di sinistra che immetterà sulla pista nuova. Tra le nuove distanze, anche i 2.400 metri con due curve.

la sabbia al vaglio prima di essere rimessa sulla pista (Querci)

il nuovo rettilineo visto dall'imbocco della piegata (Querci)

LE NUOVE LEVE STUDIANO IPPICA A PISA

Alle prove di selezione, che si sono tenute dal 15 al 17 settembre, si sono presentati 33 candidati provenienti da tutta Italia, con età compresa tra i 16 e i 20 anni, solo tre di loro erano ragazze.

Le prove sono state impegnative per tutti, commissione compresa (della quale faceva parte anche una persona di indiscutibile competenza e serietà quale Sandro Parravani). I primi 15 della graduatoria finale, determinata da una serie di punteggi e parametri legati alle prove sostenute dai ragazzi e che teneva conto anche del peso corporeo e dell’altezza, sono entrati nella scuola.

Così, dopo due anni di assenza, riprende l’attività formativa a Pisa, ma è questa un’attività utile per tutta l’ippica italiana: sei sardi, quattro siciliani e poi dalla Lombardia, dal Lazio e fin dalla Romania, questa la composizione della classe del settimo corso, stavolta finanziato interamente dal Fondo Socia-le Europeo attraverso la Provincia di Pisa, realizzato grazie al supporto della società Alfea, progettato e condotto dall’agenzia formativa Percorsi di Livor-no. L’UNIRE ha dato il suo patrocinio (a titolo gratuito).

Il corso è iniziato il 22 settembre e si concluderà il 10 aprile del 2009, pas-sando anche attraverso tre mesi di stage invernale presso alcune delle migliori scuderie italiane e due esami finali, uno per il patentino europeo di lad-jockey e l’altro di qualifica per il successivo ed eventuale rilascio della licenza di al-lievo fantino in piano. Lezioni di grooming, scuderizzazione, tecnica di corsa per quanto riguarda il mattino. Regolamento, inglese, cultura ippica, pronto soccorso e dietetica, sicurezza sul posto di lavoro, nozioni di veterinaria e mascalcia, invece, il pomeriggio in aula. Inoltre, per molte ore a settimana, prepara-zione atletica e cavallo meccanico. Niente viene trascurato nella preparazione di questi ragazzi che devono impegnarsi al massimo per raggiungere l’obiettivo che si sono prefissi, quello di entrare ufficialmente nel mondo ippico. Auguriamo a loro, e ci auguriamo, che alla fne del corso ci siano ancora corse in Italia nelle quali svolgere la professione di allievo fantino, quella nella quale loro sperano di trovare il loro futuro professionale.

la classe del corso 2008 - 2009 sulla pista dell’ippodromo (Querci)

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ANNO 2 - NUMERO 8 - 9 - 10 - PAG.� - IL PAESE DEI CAVALLI - AUTUNNO 2008

Lo chiamavano ‘Briglia d’oro’ e per Barbaricina,

paese di fantini, era un gran complimento, un omaggio a un re della cravache. Certo, c’era l’aspra rivalità con Federico Regoli, ma entrambi in fondo si avvantaggiavano di questa contesa. Stiamo palando di Polifemo Orsini, uno dei più grandi fantini che l’Italia abbia avuto, uno stile inimitabile, imbattibile – così raccontano – negli arrivi in fotografia dove lui, con grandissima maestria, riusciva con la punta della frusta a toccare il mento del cavallo costringendolo ad alzare il muso. Spesso, un ‘corto muso’ lo divise così dagli avversari. A 19 anni Polifemo vinse con grande clamore il premio ‘Pisa’ in sella ad Angelica Kaufman: era il primo fantino italiano che riusciva nell’impresa. Nel 1915, con la giubba rossocrociata, in sella a Van Dyck fu il primo fantino italiano a vincere il Derby reale.

Tesio lo aveva messo

sotto contratto e da lui ricavò grandi soddisfa-zioni prima che comin-ciasse a brillare la stella Regoli.

‘Briglia d’Oro’ aveva un grandissimo cruccio. Ce ne parlò, un giorno di tanti anni fa (era il 1972) la moglie Jole. "In inverno Polifemo saliva di peso fino a 65 chili. La primavera purtroppo era sempre troppo vicina e già da gennaio doveva

cominciare a calare per poter montare a dieci chili meno. Così, dopo aver lavorato i cavalli, tutti i giorni partiva a piedi dalla nostra casa di via delle Lenze coperto da pesanti maglioni e da incerati perché il sudore facesse il massimo ef-fetto. Ogni giorno erano venti chilometri di corsa. Quando tornava a casa si metteva sotto le coperte che io avevo provvedu-to a scaldare e sudava

ancora per un’ora. Era un supplizio. Mentre lui riposava, io pesavo gli indumenti che si era ap-pena tolto e consideravo quanto avesse perso quel giorno. E’ stato così per tutta la vita".

La vita di Polifemo Orsini fu intensa ma bre-ve. Vinse quattro volte il Derby (l’ultima nel ’32, in sella a Jacopa del Sel-laio), vivendo sempre più la rivalità con Federico

Regoli con il quale ave-va però in comune una cosa: la lotta quotidiana per restare nel peso. In-fine Regoli, più giovane di nove anni, lo sostituì come fantino nella scu-deria di Tesio e Polifemo se ne andò a montare per altre importanti scude-rie.

Cominciò l’attività di fantino-allenatore, per prepararsi a un futuro professionale diverso. Fu l’uomo di fiducia del principe Caracciolo che aveva la scuderia lungo l’Arno. Polifemo portava i suoi cavalli ad allenarsi su una pista che era (figu-rarsi!) dov’è oggi il Cep. Una breve parentesi va aperta per ricordare cosa fosse Barbaricina fino alla guerra. L’area ippica si estendeva dall’argine dell’Arno (scuderia Ca-racciolo, appunto) fino all’attuale Cep dove vi erano varie scuderie (la più importante, quella dei fratelli Smith). A ri-

dosso del Cep, lungo via Due Arni, si apriva anche una pista di allenamento che sviluppava 1200 me-tri. Chiusa parentesi.

Quando a 45 anni ap-pese il frustino al chio-do divenne trainer della nascente Razza del Sol-do, ma dopo un anno di successi fu sostituito, a seguito di un litigio con i Crespi, da Federico Re-goli (ancora lui, il grande rivale). Per Polifemo fu un colpo dal quale non si sarebbe più riavuto. An-che perché si annunciò la grave malattia che ormai covava sotto la cenere: la tubercolosi. Era il feb-braio del 1937. La peni-cillina non faceva ancora parte dell’armamentario del medico e ogni cura fu vana. Ricoverato nel-la clinica ‘Quisisana‘ di Roma specialista in questo tipo di malattie, il 21 maggio 1937 ‘Briglia d’Oro’ cessò di vivere. Aveva soltanto 47 anni. RC

Nel 1981 la c i rcosc r iz ione di Barbaricina

organizzò all’arsenale mediceo una mostra sulla storia dell’ippica pisana. Fu un evento bellissimo che ebbe oltre 5 mila visitatori. Fu quella l’occasione per rispolverare vecchie

giubbe ‘nascoste’ in tante case di Barbaricina. Fra quanti misero a disposizione alcune loro cose ci fu Marino Orsini, figlio del grande Polifemo. Orsini donò alla mostra la sella minuscola con la quale, a causa del peso, il padre era costretto a montare, e

un frustino fine fine che il grande fantino aveva la delicatezza di usare con le femmine.

I due oggetti, finita la mostra, rimasero all’Al-fea dove sono conservati in un armadio in attesa che prima o poi nasca il museo dell’ippica. Morto Marino Orsini, morta la

sorella, venduta la casa di via Rook, gli eredi do-narono all’Alfea una bel-lissima coppa e di recente anche la valigetta che Po-lifemo Orsini usava nelle sue trasferte.

Di cuoio robustissi-mo, la valigetta contiene gli effetti più personali di Polifemo. Nella valigia c’era anche la sua ultima patente di fantino datata 1935. Guardare questi oggetti provoca un’emo-zione fortissima, tanto più in noi che conoscia-mo la vicenda sportiva e umana di Polifemo Or-sini. Benché fosse ormai benestante, Orsini non amava l’auto. Non ci è difficile perciò immagi-narlo con la sua robusta valigetta viaggiare in tre-no verso Roma o Milano e poi, rientrato a Pisa e sceso alla stazione, salire sul calesse con il quale il figlio Marino andava ad attenderlo per riportalo a casa, a Barbaricina e ascoltare i suoi racconti.

iPPiCa e CULtURa

Dossa Dossi, una delle campionesse montate in corsa da Polifemo Orsini

ORSINI, LA GLORIA E IL DRAMMAIL GRANDE FANTINO DI BARBARICINA MORI' DI TISI NEL 1937 A SOLI 47 ANNI

LA VALIGIA DI POLIFEMOIL FANTINO LA USAVA PER LE SUE TRASFERTE, 70 ANNI FA

Nella patente di allora, anche un estratto del rego-lamento del Jockey Club. L'articolo 301 diceva che... "....il fantino deve assoluta obbidien-za al proprietario e all'allenatore e ricevere ordini da essi solamente"

un reperto ippico storico: la valigia di Polifemo Orsini completa ancora di tutti gli accessori

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ANNO 2 - NUMERO 8 - 9 - 10 - PAG.� - IL PAESE DEI CAVALLI - AUTUNNO 2008

Un nuovo movimento di imprenditori ha visto la luce nelle settimane passate. Si tratta di 'Ippica Impresa' che ha l’intento di riunire proprietari, allevatori, allenatori, società di corse e concessionari di raccolta di scommesse per cercare di rilanciare l’ippica italiana. L’ottica è quella di cercare di riportare l’ippica ai livelli di eccellenza che in passato le sono appartenuti e che ancora oggi sono visibili ma solo in maniera sporadica o attraverso casi eclatanti. La burocrazia e la politica hanno preso il sopravvento nei palazzi dell’ippica, mettendo da una parte il fattore tecnico, così determinate per il nostro comparto. I “movimenti collettivi” come questo rappresentano un fattore innovativo nell’evoluzione di un fenomeno sociale ed economico; e “Ippica impresa” è proprio questo che vuole essere. Il Movimento “Ippica Impresa” ha definito le proprie linee guida strategiche nei seguenti punti:

A. Ridare economicità al mondo dell’ippicaB. Sviluppare una logica di programmazioneC. Correttezza nell’applicazione delle regoleD. Ridare dignità sociale al mondo del

cavalloE. Approccio olistico al mondo del cavalloF. Stimolare le istituzioni del comparto verso

l’efficienza, l’efficacia, l’innovazione, la qualità

G. Maggiori ricavi per il compartoH. Miglioramento dello spettacolo negli

ippodromiI. Coinvolgimento dei giovaniJ. Ricreare interesse per la scommessa

ippica

Armando Branchini, presidente di InterCorporate, esperto di sviluppo settoriale e docente universitario di strategia d’impresa e consulenza professionale, è il coordinatore di questa iniziativa che ha individuato in Mauro Biasuzzi, Nicolò Incisa della Rocchetta ed Enzo Mei i suoi Leader e in Stefano Meli, Elio Pautasso e Francesco Ruffo della Scaletta, i componenti dello Staff Operativo. Inoltre, Mario Turner definirà il Piano Strategico e il Piano di Relazioni Istituzionali mentre Gianluca Guccinelli si occuperà della Comunicazione e dello sviluppo del movimento, nonché della definizione del piano per la Spettacolarizzazione delle Corse.

Di questo movimento ci parla il presidente dell’Alfea, Stefano Meli. “Un'ippica che funziona deve lavorare per obiettivi. Fino a oggi abbiamo soltanto speso, mentre adesso dobbiamo cambiare rotta e investire per ricostruire. E se la qualità degli attori delle nostre corse è di buon livello, dobbiamo far crescere quello dello spettacolo ippico e promuoverlo attraverso quel sistema di comunicazione che non è mai esistito. Un’efficace promozione è indispensabile. In tale contesto, è essenziale che gli ippodromi trovino un loro specifico ruolo, che abbiano determinati obiettivi da raggiungere in funzione dei quali siano premiati. 'Ippica Impresa' è un movimento aperto a tutti coloro che hanno voglia di lavorare per costruire. E' troppo facile criticare dall'esterno questa iniziativa, come già è avvenuto: chi ha delle idee e vuole un’ippica imprenditoriale, si associ e porti avanti le sue proposte. Se lavoreremo con unità d’intenti, nel giro di un anno dovremo iniziare a vedere i risultati”. EQ

L'IPPICA DEVE ESSERE IMPRESAI MANAGER DEL SETTORE AL LAVORO

l'Arc Day è un esempio di grande ippica, con sponsor, media e attori importanti che offrono uno spettacolo di altissimo livello nell'ippodromo di Longchamp a Parigi (Grasso)

Questa volta cambiamo genere. Non uno dei posti dove si può mangiare bene, talvolta adattandosi un po’, e spendendo poco. Vogliamo suggerirvi, infatti, un ottimo ristorante dove le origini sarde dei titolari si fondono con le novità che i tempi attuali portano. “Martini” è un nome storico dalle nostre parti. Funziona dal 1981 quando i fratelli Diana decisero di fermarsi a Tirrenia e lavorare assieme. Ristrutturato nel 2002, oggi ha anche il ‘Marchio di Qualità’rilasciato dalla Camera di Commercio di

Pisa. Per quanto riguarda la cucina, gli antipasti misti e la loro catalana arricchita da spicchi di pompelmo rosa meritano un viaggio, anche da lontano. Per i più golosi, irresistibile la seadas preparata espressa, una delizia. Ottima la scelta dei vini. In sala vi attende Raffaele Diana, che saprà mettervi sempre e comunque a vostro agio.

Ristorante MartiniVia dell’Edera, 16Tirrenia – PisaTel: 050 37592Chiuso il lunedì a colazione e il martedì

IL SAN ROSSORETURF CLUB

Dopo una lunga e l a b o r i o s a preparazione dovuta all’alto numero di partecipanti (20) si è svolta a fine agosto la programmata gita a Edimburgo, con la domenica destinata alle corse all’ippodromo di Musselburgh, dove era prevista la disputa delle The San Rossore Turf Club stakes. Come già era accaduto per Doncaster, Baden-Baden, Chantilly, e Dublino, oltre alle gite italiane, l’organizzazione è stata perfetta. Nessuno è rimasto a piedi né a Pisa, né a Edimburgo. La gita ha vissuto momenti diversi dovuti allo straordinario fascino dei luoghi e ai quattro giorni passati in assoluta allegria. Edimburgo è bellissima, sono stati visitati il castello, il palazzo reale, il centro storico. Di particolare fascino la serata della domenica dove dall’albergo è stato possibile ammirare i fuochi artificiali, lanciati per circa due ore al ritmo di un’orchestra che suonava brani classici.

All’ippodromo l’accoglienza della comitiva pisana è stata eccellente con badge personalizzati per ogni partecipante e tavolo riservato nell’esclusivo Queen’s Stand. Al termine della disputa della corsa dedicata al Turf Club, il presidente del club Mauro Bellatalla, il presidente dell’Alfea Stefano Meli e il vice presidente del club Mauro Scarpellini hanno consegnato i premi al proprietario, all’allenatore e al fantino del vincitore.Divertente ma anche suggestiva la visita alla The Famous Grouse Experience, la più antica distilleria di Scozia dove oltre alle varie fasi per la produzione del whisky (blended e torbato) è stato possibile essere protagonisti di un inaspettato show multimediale. Eccellente anche il pranzo nella club house riservata agli ospiti della distilleria con la degustazione di un salmone a 5 stelle. La giornata si è conclusa con la visita a St. Andrews, patria del golf, località quanto mai suggestiva sulla costa che si affaccia sul mare del Nord, e alle rovine della sua bellissima abbazia.

COME ERAVAMO...CON QUIZ!Ring del dissellaggio, 40 anni fa, quando la segre-teria era sotto la tribuna centrale e sul lato si apri-va lo spazio per il rientro dei cavalli. A sinistra, di spalle con il binoco-lo, Pino Galbiati, quindi verso la ringhiera e con il cappello, Giorgio Pandol-fi; al centro (in borghese) il fantino Bruno Blanco, poi il presidente dell’Al-fea Harry Bracci Torsi, sullo sfondo Peo Perlan-ti, Mario Nicolini, Piero Riminaldi, Rosario Peco-raro con l’allora imman-cabile sigaretta in bocca e Olga Roaldi. La nuova

segreteria nascerà nella sede attuale quattro anni dopo, insieme ad altri lavori nell’ippodro-mo che riguardarono il settore del prato dove fu trasferito il ristorante.Fino a qui il nostro classico “Come eravamo”, ma la novità è che in questa edizione include anche la “Indovinagrillo ippica”, perchè non siamo riusciti a identificare il personaggio in primo piano sulla sinistra, quello con il paletot sotto braccio.La persona che per prima ci indicherà chi è, riceverà in omaggio un orologio dell’Alfea.

Mauro Bellatalla premia Michael Dods e Paul Mulrennan per la vittoria diCompton Ford a Musselburgh nella corsa dedicata al San Rossore Turf Club (foto LdB)