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Archeologia e Calcolatori 6, 1995, 259-267 BENI CULTURALI, SCUOLA E COMPUTER PREMESSA I Il tema della diffusione delle conoscenze, nel settore dei beni cultu- rali, è da molto tempo al centro dell'attenzione. Un primo forte impulso all'opera di sensibilizzazione risale, nel nostro paese, alla metà degli anni Sessanta. Vi contribuiscono la vivace discussione sul decentramento cultu- rale, nonché l'affermarsi di una nozione di bene culturale antropologica- mente dilatata, che comprende la fitta trama delle relazioni esistenti fra uomo e spazio creativo 2 Sul finire degli anni Settanta, muta profondamen- te anche il rapporto tra società e manifestazioni artistiche. I possibili frui- tori crescono, grazie allo sviluppo dell'istruzione e della scolarizzazione di massa. Si amplia la domanda legata al fenomeno turistico, nazionale ed internazionale, come anche le iniziative editoriali legate alla divulgazione artistica. L'attenzione crescente dei media per il patrimonio storico e monumentale e gli aspetti - soprattutto quelli più sensazionali- della tute- la, la diffusione della conoscenza dei beni culturali e delle istituzioni ad esse connesse, divengono materia di riflessione e di concreta operatività. Al di però degli enunciati di principio e delle elaborazioni teoriche e di metodo, il panorama delle iniziative appare piuttosto frammentario. Le attività di valorizzazione e divulgazione, in molti casi egregie per contenu- ti e tecniche di presentazione, sono spesso legate alla sensibilità di singoli operatori o, in altri casi ancora, dettate dalla necessità di pilotare quote di pubblico verso iniziative di carattere spettacolare, o anche condizionate da pressioni di tipo mercantile - si pensi all'uso di tecnologie informatiche troppo sofisticate. Intanto, soprattutto negli ultimi anni, un altro impor- tante soggetto acquista un ruolo più consapevole nel settore della didattica del patrimonio culturale: la scuola. La scuola infatti, così come stabilisce la riforma dei programmi della scuola dell'obbligo, attraverso l'approccio alle tematiche dei beni culturali e ambientali nella normale programmazione scolastica, vuole recuperare pienamente le testimonianze storiche e artistiche all'interno di un efficace percorso formativo (CALIDONI 1990; POLDI ALLAI 1991). Il patrimonio ar- 1 Ringrazio Angelo per i.suggerimenti e le comuni riflessioni che in gran parte cosutu1scono la base d1 questo scritto. 2 Non è questa la sede per affrontare il tema nella sua complessità e la letteratura in propositoVormai sterminata; si forniscono quindi alcuni essenziali riferimenti: EMILIANI 197'1; AA. V. 1978; AA.VV. 1986; Memorao11ia 1987. 259

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Archeologia e Calcolatori 6, 1995, 259-267

BENI CULTURALI, SCUOLA E COMPUTER

PREMESSA I

Il tema della diffusione delle conoscenze, nel settore dei beni cultu­rali, è da molto tempo al centro dell'attenzione. Un primo forte impulso all'opera di sensibilizzazione risale, nel nostro paese, alla metà degli anni Sessanta. Vi contribuiscono la vivace discussione sul decentramento cultu­rale, nonché l'affermarsi di una nozione di bene culturale antropologica­mente dilatata, che comprende la fitta trama delle relazioni esistenti fra uomo e spazio creativo2• Sul finire degli anni Settanta, muta profondamen­te anche il rapporto tra società e manifestazioni artistiche. I possibili frui­tori crescono, grazie allo sviluppo dell'istruzione e della scolarizzazione di massa. Si amplia la domanda legata al fenomeno turistico, nazionale ed internazionale, come anche le iniziative editoriali legate alla divulgazione artistica.

L'attenzione crescente dei media per il patrimonio storico e monumentale e gli aspetti - soprattutto quelli più sensazionali- della tute­la, la diffusione della conoscenza dei beni culturali e delle istituzioni ad esse connesse, divengono materia di riflessione e di concreta operatività. Al di là però degli enunciati di principio e delle elaborazioni teoriche e di metodo, il panorama delle iniziative appare piuttosto frammentario. Le attività di valorizzazione e divulgazione, in molti casi egregie per contenu­ti e tecniche di presentazione, sono spesso legate alla sensibilità di singoli operatori o, in altri casi ancora, dettate dalla necessità di pilotare quote di pubblico verso iniziative di carattere spettacolare, o anche condizionate da pressioni di tipo mercantile - si pensi all'uso di tecnologie informatiche troppo sofisticate. Intanto, soprattutto negli ultimi anni, un altro impor­tante soggetto acquista un ruolo più consapevole nel settore della didattica del patrimonio culturale: la scuola.

La scuola infatti, così come stabilisce la riforma dei programmi della scuola dell'obbligo, attraverso l'approccio alle tematiche dei beni culturali e ambientali nella normale programmazione scolastica, vuole recuperare pienamente le testimonianze storiche e artistiche all'interno di un efficace percorso formativo (CALIDONI 1990; POLDI ALLAI 1991). Il patrimonio ar-

1 Ringrazio Angelo C~rizza per i.suggerimenti e le comuni riflessioni che in gran parte cosutu1scono la base d1 questo scritto.

2 Non è questa la sede per affrontare il tema nella sua complessità e la letteratura in propositoVormai sterminata; si forniscono quindi alcuni essenziali riferimenti: EMILIANI 197'1; AA. V. 1978; AA.VV. 1986; Memorao11ia 1987.

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tistico e storico diviene un concreto "laboratorio" per molteplici sugge­stioni disciplinari. La scuola rielabora le numerose opportunità offerte dal territorio, organizzandole in modo significativo. Questa funzione, eserci­tata sistematicamente, abitua l'alunno ad utilizzare, anche da adulto, le stesse opportunità, costituendo così un tessuto sociale consapevole all'interno del quale operare con una efficace politica della conservazione. L'approc­cio della scuola al tema dei beni culturali pur non prescindendo dalle valenze formali ed estetiche, si orienta verso una lettura di carattere eminentemen­te storico3 •

Fino a pochi anni or sono era essenzialmente il museo, "esterno" al mondo scolastico, a proporre iniziative ed avanzare proposte tese a favori­re una migliore conoscenza del proprio patrimonio. Oggi, accanto a que­sta linea operativa di consolidata tradizione, un'altra tendenza si afferma. La scuola da semplice fruitore diviene soggetto protagonista; realizza in­fatti, in sostanziale autonomia, progetti tesi ad avvicinare il pubblico sco­lastico al patrimonio storico e artistico. Le scelte dei temi si orientano in particolare sulle realtà istituzionali e sulle emergenze storiche della pro­pria area territoriale. Non si prevedono solamente approcci sporadici a singoli argomenti, riconducibili ad una o più visite agli oggetti selezionati, ma veri e propri programmi organici. All'interno della normale program­mazione curricolare infatti si sviluppano sistematicamente le letture del patrimonio artistico e storico che divengono assi portanti nell'attività, per diversi ambiti disciplinari e per l'intero anno scolastico.

2. L'AUSILIO DELL'INFORMATICA

La presenza di strumenti informatici nel campo della didattica dei beni culturali è ormai una consuetudine. L'affinamento delle potenzialità tecniche e la collaudata produzione di specifiche realizzazioni non sono però andate di pari passo con la riflessione sull'efficacia e l'ottimale impie­go dell'informatica all'interno della vasta gamma degli strumenti didattici e di comunicazione. In particolare si è trascurato di meditare sul ruolo dell'elaboratore nel quadro di un'attività didattica e di divulgazione arti­colata come quella indispensabile nel settore dei beni culturali.

Prevalentemente lo strumento informatico viene utilizzato per otte­nere un'accattivante rielaborazione di contenuti cui si può peraltro acce­dere anche attraverso un catalogo od un tradizionale pannello didascalico.

3 Nell'imP.ossibilità di stendere una rassegna completa (PANZER! 1990), ricordo, a sem~lice titolo di esempio, il Progetto «ITINERA.. I Percorsi della Memoria», promosso dal Comune di Parma, Assessorato alla Pubblica Istruzione, che dalla metà èlegli anni Ottanta propone agli insegnanti della scuola dell'obbligo l'esame dei momenti più importanti della storia della cmà, dal medioevo fino al XIX secolo, attraverso le testimonianze del patrimonio artistico, monumentale e culturale; CALIDONI 1988, PAGLIANI 1993a.

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In molti casi infatti gli strumenti multimediali, oggi così numerosi e "di moda" (PAGLIANI 1992), pongono l'utente di fronte ad una serie di scelte molto simili ai tradizionali capitoli di un libro. Il percorso è quindi guida­to abbastanza rigidamente. In molti casi si tratta della riproduzione elet­tronica di un volume (si parla appunto di libro elettronico} i cui contenuti sono facilmente consultabili per materia, passando da un capitolo all'altro, ma dove difficilmente si può collegare un'informazione elementare ad un' al­tra. Soprattutto negli anni Ottanta si è puntato prevalentemente su effetti spettacolari, su strumenti multimediali anche molto raffinati e potenti, ma con caratteristiche tali da limitarne di fatto la diffusione e l'uso.

La scelta multimediale, infatti, con uso di immagini, suoni e filmati richiede macchine di notevole potenza e programmazioni piuttosto com­plesse. Il prodotto è relativamente costoso e in molti casi ancora lontano dalle possibilità di gran parte del mercato istituzionale. Guide elettroniche vere e proP.rie, programmi illustrativi su singoli temi sono comunque mol­to diffusi. È quindi difficile avere un quadro preciso della produzione anzi, a questo proposito, sarebbe utile avviare un catalogo sistematico delle rea­lizzazioni. Queste infatti, dopo l'uso, vengono dimenticate dalle stesse case produttrici e a volte anche distrutte 4

L'ingresso della scuola come elemento nodale nella didattica dei beni culturali induce quindi, anche nel campo della didattica informatizzata, ad alcune semplici considerazioni. L'utilizzo dell'informatica nella scuola è legato alla diffusione dei PC e alla possibilità di dotarsi di pacchetti appli­cativi a basso prezzo. L'estendersi di una cultura informatica di base pres­so gli insegnanti e soprattutto presso i ragazzi, completa l'opera. Dagli ambiti ove l'apprendimento con l'aiuto di nuove tecnologie è più consueto - dall'impiego in attività educative in presenza di handicap alla didattica linguistica e scientifica -, l'uso di PC si diffonde progressivamente nelle aree storiche e artistiche. La relativa scarsità di investimenti disponibili comporta, come contraltare, una minore dipendenza dal mercato.

•Si fornisce, a titolo di esempio, un elenco di alcune tra le _più recenti realizzazioni. Agli spettacolari supporti per Redtscovering Pompei (FRANCHI DELL'ORTO 1991 ; REtLL Y 1992) si affiancano efaborazioni di carattere scientifico e ricostruttivo! capaci però anche di grande suggestione scenica\ come le ricostruzioni presentate dall' A berti Group per la Mostra dedicata a Leon Batusta Alberti nel 1994 a Palazzo Te a Mantova, o la meno scenografica ma ugualmente rigorosa ricostruzione della tomba di Horemheb nella nuova sezione Egizia der Museo Civico Archeologico di Bologna (ambiente Macintosh). Non mancano anche, a diverso livello di complessità e di raffinatezza grafica, programmi didattici con carattere prevalentemente ipertestuale (MATTEI,T ARCHI! SIGNORI 1991; BEARMAN 1991; BoOTH 1991 ) come, ad esempio, quello del Museo Archeo ogico di Venosa (VALLI, TASCIO 1991 ), o q~elfo realizzato in occasione della mostra dedicata a1 Longobardi~ al Museo Archeologico Nazionale di Parma nel 1993 (GUERMANDI 1992; PAGLIANI 1993bJ o il recentissimo multimediale con caratteristiche ipertestuali "Le terramare", curato da M. Bernabò Brea del Museo Archeologico Nazionale di Parma in collaboraz1one con il Laboratorio Interprovinciale di Informatica. Per alcune esperienze straniere: PIERSON jONES 1 990; E LLIS 1991.

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La coscienza di una precisa finalità, l'apprendimento ed un'utenza identificata con precisione, la classe, consentono di elaborare soluzioni semplici e funzionali e di individuare un ruolo specifico per la macchina. Il PC recupera così la capacità originaria di gestione di dati numerosi, com­plessi e tra loro connessi. La scuola infatti sembra apprezzare soprattutto le capacità di memorizzare e collegare rapidamente un grande numero di informazioni, anche di diversa natura, per effettuare delle letture trasver­sali. Si diffondono così infatti gli strumenti ipertestuali. L'ipertesto infatti è in grado oltre che di connettere informazioni con diverse caratteristiche, come testo e immagini, anche di espandere l'informazione con la possibili­tà di creare percorsi multipli a vari livelli di complessità.

Si configurano in questo modo dei percorsi, selezionabili dall'utente in base alle associazioni suggerite dall'ipertesto stesso. L'ipertesto, come denuncia peraltro il nome, si impernia sui contenuti testuali all'interno dei quali si sviluppa la navigazione. Anche l'ipertesto può essere comunque arricchito con rappresentazione delle informazioni attraverso immagini, filmati animazioni e suoni (SCHIA TT ARELLA 1990; MARINI, PRAMPOLINI, RoMANATO, TURTOR 1990). Si presta quindi alle connessioni interdiscipli­nari che contraddistinguono le tematiche storiche e artistiche (CALVANI 1992). La disponibilità di software ipertestuale consente non solo di usu­fruire di prodotti, pensati e realizzati da altri, ma permette di elaborarne di propri ottenendo così oltre ad personale coinvolgimento degli allievi un prodotto strettamente calibrato alle specifiche necessità.

In sostanza il PC, che tanta parte ha nella vita dei ragazzi, viene uti­lizzato per trasformare la tradizionale "ricerca" in un modernissimo iper­testo 5•

Si tratta quindi di comunicare con un pubblico molto variegato e con differenti capacità di lettura e di intervenire direttamente nel processo di realizzazione del prodotto, processo che diventa esso stesso momento fon­damentale di apprendimento. Da questi requisiti di base discendono, an­che per le esperienze di didattica informatizzata dei beni culturali, alcune semplici considerazioni. In primo luogo la necessità di progetti teorici in grado non solo di rispettare ma anche di esaltare le capacità dell'elaborato-

! Ad esempio, la Scuola Media "L. Pigorini" di Fontanellato (Parma) ha realizzato nel corso dell'Anno scolastico 1992-1993, con alcune classi, una guida ipertestuale alla Rocca monumentale. Il prodotto realizzato con il programma Guide, è composto di testi con rimandi interni e apwofondimenti immagini con possibilità di esaminare anche dei dettagli, navig_azione con il mouse. Nell1ottica ài favorire l'utilizzo delle nuove tecnolo,gie in ambito di aidattica scolare opera anche il Laboratorio Interprovinciale di Informatica, sostenuto dalle Amministraziom Provinciali di Parma e di Piacenza e dalla Regione Emilia Romagna con la partecipazione dell'Università degli Studi di Parma e dell'Università Cattolica S. Cuore sezione di Piacenza. Il Laboratorio, nato per offrire consulenza alle scuole sulle nuove tecnologie, dal 1994 finanzia specifici pro_getti di didattica con uso del calcolatore presentati dalle scuole della città e del territorio. E bene ricordare che la maggior parte dei progetti presentati riguarda proprio temi del patrimonio storico, artistico e monumentale.

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re: velocità di ricerca, gestione di numerose informazioni, capacità di col­legamenti nodali, possibilità di elaborazione grafica delle immagini. In quest'ottica anche la scelta della diverse componenti, testi, immagini, interfacce (ANCESCHI 1993; BucCHETTI 1994 ), è calibrata all'interno di un preciso schema generale. La varietà dell'utilizzo didattico ed il suo pro­trarsi nel tempo con soggetti anche diversi comporta, per il prodotto in­formatico, la possibilità di un costante aggiornamento e di un accresci­mento delle informazioni.

La semplicità d'uso, il costo contenuto e la possibilità di gestione in diverse configurazioni hardware, all'insegna della massima compatibilità, nonché la facilità di duplicazione sono caratteristiche che garantiscono una piena diffusione delle realizzazioni.

3. UN'ESPERIENZA

Ad alcune delle considerazioni sopra esposte si ispira una proposta didattica in ambito archeologico rivolta prevalentemente alla scuola ed ela­borata da chi scrive. L'esperienza si inserisce all'interno di una riflessione sul tema dell'educazione al patrimonio promossa nel corso del 1994 dal­l'Istituto per i beni culturali della regione Emilia Romagna, i cui risultati sono attualmente in corso di pubblicazione. Il progetto intende proporre alla scuola alcuni modelli operativi di lettura del patrimonio artistico e culturale regionale. Uno degli aspetti affrontati in fase propedeutica è sta­to appunto "La città romana" che ha fornito lo spunto per un'elaborazio­ne informatizzata.

Il tema prescelto è circoscritto: la forma della città antica. L'argo­mento è di particolare rilievo per la storia emiliano romagnola. Più di altri infatti il territorio della Regio VIII è stato profondamente segnato dalle realizzazioni della colonizzazione romana. Tuttora nella campagna sono conservati ampi tratti dell'antica centuriazione. Nei principali centri stori­ci gli attuali assi viari ripropongono i tracciati romani e le persistenze degli antichi isolati regolari conferiscono un'inconfondibile impronta al volto moderno delle città. Lo stretto, quasi tangibile, legame tra passato e pre­sente che il tema prescelto mette in luce costituisce l'aspetto didatticamen­te più rilevante ed efficace.

La persistenza degli antichi impianti è in molti casi ben documentata dalla cartografia più antica fino ai più recenti rilievi aereofotogrammetrici. Il progetto prevede quindi l'utilizzo, per quanto riguarda le immagini, di piante moderne e di cartografia storica, elementi che risultano di grande efficacia e di ottima resa su calcolatore 6 (Figg. 1-3). Grande spazio è stato

~ Il prngramma utilizzato è Linkway / IBM, piuttosto noto in ambito didattico (CALVANJ 199Z); un'applicazione in Linkway, con produzione di CDRom, è stata ad

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Fig. 1 - Rielaborazione grafica al computer di una carta storica della città di Parma con evidenziati alcuni dei principali assi viari di età romana (Foto G. Aureggi).

Fig. 2 - Rimini, su una carta moderna sono stati evidenziati attraverso elaborazioni al calcolatore alcuni degli antichi assi viari e i relativi isolati urbani di età romana (Foto G. Aureggi).

Fig. 3 - Rielaborazione schematica della pianta di Verona romana (Foto G. Aureggi).

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anche dato al trattamento grafico delle immagini: colorature, elaborazione di dettagli, proprio per sottolineare le notevolissime possibilità grafiche dell'elaboratore (Tav. VIII, b) 7•

Il racconto si sviluppa attraverso una serie di schede testuali molto semplici e sintetiche collegate alle immagini. Si inizia con alcune schede (testo e immagine) relative alle origini dello schema ortogonale con le mappe di Selinunte, di Mileto e del Pireo, con dettagli sull'organizzazione della città e riferimenti a Ippodamo di Mileto. Quindi si esamina lo schema Vitruviano. Infine, si prendono in considerazione gli antichi impianti ur­bani e relative persistenze nei centri di Piacenza, Cremona, Bologna, Mo­dena, Parma, Imola, Pavia e Verona (per i contenuti specifici: GIULIANO 1966; TIBILETII 1968; MANSUELLI 1971; TozzI 1972; MARINI CALVANI 1978; Modena 1989; PAGLIANI 1991; 0RTALLI 1994). Le parole chiave permetto­no di accedere all'informazione cartografica, alla scheda testuale descritti­va ed alle corrispondenti fonti letterarie.

MARIA LUIGIA PAGLIANI

Istituto per i beni culturali della Regione Emilia Romagna

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esem_p_io realizzata anche dal Dipartimento di Fisica «A .Volta»( dal Museo _P.er la Storia dell'Università di Pavia, dal Centro Studi per la didattica de la Facoltà cfì Scienze, e presentato nel 1992. Si tratta di un progetto informativo, di particolare efficacia, dedicato alla Collezione di Fisica del Museo per la Storia dell'Università. Esso consiste sia in una guida alle collezioni di fisica del museo, con animazioni degli s trumenti e simulazioni aelle esperienze, sia in un archivio di testi e immagini per la didattica {lezioni e conferenze), con possibilità di ricerca libera e di costruzione ai mappe concettuali.

7 Il P.rogramma (ambiente MS/DOS; hardware: qualsiasi calcolatore con scheda grafica VG'A e monitor a colori) realizzato in Linkway con grafica a sedici colori,. non pone particolari problemi di hardware: l'occup azione d1 disco e estremamente limitata. Il programma è consultabile in run time di Linkway e non è necessario disP.orre del programma autore. G li aspetti grafici ed informatici sono curati da Angelo Cerizza.

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ABSTRACT

Hypertext allows a personalisation of the information, with the possibility of creating multiplex manuals with various complcxity levels. So Hypcrtcxt 1s an cxccllent didaccic tool for education. The school uses frequencly hipcrtext to explain hìstorical and artistica! questions about cultura! heritage.

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