Numero 50 il diario on line del Lions Club Palermo dei Vespri · Archivio storico Corrado Coletta...

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il diario on line Numero 50 del Lions Club Palermo dei Vespri Aprile 2014 Lions Club Palermo dei Vespri - Distretto 108 Y/b - Circoscrizione I - Zona 1

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il diario on line

Numero 50

del Lions Club Palermo dei Vespri

Aprile 2014

Lions Club Palermo dei Vespri - Distretto 108 Y/b - Circoscrizione I - Zona 1

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EDITORIALE DI APRILE

Cari Amici, Care Amiche, que-sto che leggete è il cinquan-

tesimo numero di Vesprino. Con orgoglio e determinazione, mese dopo mese, la Redazione , grata della fiducia che i Presidenti del L.C. Palermo dei Vespri le hanno sempre dato, ha svolto un lavoro culturale capillare ed attento of-

frendo ai Lettori ed alle Lettrici un’ampia panoramica degli eventi lionistici distrettuali e del Multidistretto, senza trascurare le manifestazioni culturali cittadine e nazionali. Vesprino è anche opera dei nostri numerosi e bravi collaboratori che ci affidano i loro articoli, certi che saranno immessi in un ampio e qualificato circui-to di divulgazione. Infatti il magazine viene mandato online ai Lions del Multidistretto. Per quanto possia-mo ritenerci soddisfatti dei risultati raggiunti, testimo-niati dai numerosi apprezzamenti ricevuti ed in parte pubblicati, tutti noi vogliamo impegnarci a fare sempre di più e meglio secondo lo spirito di servizio del lioni-smo.

INDICELa moda come creatività e arte Tommaso Aiello Pag. 3Cinque anni dopo l’Aquila La Redazione “ 6Nuvole su Palermo Riccardo Carioti “ 7Ecografia Natale Caronia “ 8Gli spauracchi dei bambini Gabriella Maggio “ 9La cima contesa Riccardo Carioti “ 10Lutto nel mondo lionistico Palermo dei Vespri “ 11Palermo 11 aprile 2014 Lavinia Scolari “ 12La rivoluzione classica nella musica Irina Tuzzolino “ 14Concerti a Palazzo Mazzarino Giuseppe Sunseri “ 15Per Gabriel Garcia Marquez Gabriella Maggio “ 16Mito e sua interazione nella società mediatica Carmelo Fucarino “ 17Auguri La Redazione “ 18Earth day 2014 Gabriella Maggio “ 19La giornata mondiale del libro Gabriella Maggio “ 20Le misteriose luci di Hessdalen Carla Amirante “ 2169° Anniversario Liberazione La Redazione “ 22Raro e prezioso omaggio a Compositori dimenticati Gaetano Albergamo 23Lions day a Palermo Attilio Carioti “ 24Archivio storico Corrado Coletta “ 26I Vichinghi Pino Morcesi “ 27Le ricette letterarie di Marinella “ 27Il Lions Club si riunisce per gli Auguri di Pasqua Attilio Carioti “ 28I nostri Lettori dicono La Redazione “ 29

Hanno collaborato: Tommaso Aiello, Gaetano Albergamo, Carla Ami-rante, Attilio Carioti, Riccardo Carioti, Natale Caronia , Corrado Coletta, Carmelo Fucarino, Marinella, Pino Morcesi, Lavinia Scolari, Giuseppe Sunseri, Irina Tuzzolino,

Gabriella Maggio

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Tommaso Aiello

LA MODA COME CREATIVITÀ E ARTE

Ormai da due anni abbiamo sot-toposto alla Vostra attenzione le eccellenze della nostra Sicilia attra-verso il tema generale: Sicilia-Ter-ra di culture . Ebbene questa volta vogliamo presentarvi un aspetto fondamentale della nostra società : La moda . Sì,la moda,perché non dobbiamo dimenticare che l’uma-nità intera “si veste”da sempre . L’E-gitto antico aveva la moda degli oc-chi verdi;i greci facevano eleganza con una tunica ben drappeggiata;il mondo romano con la civetteria della toga e la passione per i gioiel-li;Bisanzio e l’universo medioevale con il piacere per il colore . E poi il Quattrocento che riteneva che il migliore dei sarti fosse la fanta-sia,mentre il Cinquecento seguiva l’opulenza e la tentazione dell’auste-rità .

Col Seicento ab-biamo invece le fatiche del ben comparire,men-tre il Settecento con galanteria si dava ai piaceri del-la vita .L’Ottocen-to si chiedeva se la moda facesse parte del progresso e col Novecento si arri-va ai grandi sarti e ai grandi magazzini . La moda dunque come riflesso con-t i n u a m e n t e mutevole della storia dell’umanità i cui protagonisti sono sempre le donne.Farsi notare o meglio esprimere se stessi creando un effetto visivo sembra essere ed essere stata sempre l’esigenza più importante della moda intesa come carat-

teristica visuale di una determinata epoca . Le scollature profonde,le vesti trasparenti,i tessuti impre-ziositi da gemme,le gonne volumi-nose montate su crinolina o i blue jeans attillati,sono tutti espressione di questa fondamentale esigenza che,una volta privilegio di poche,è oggi alla portata di larghissime masse di persone .

La moda continua sempre ad essere viva e trionfante nelle sue moltepli-ci espressioni . Moda è oggi espres-sione di una coscienza globale che abbraccia tutta la terra,quasi che le imprese spaziali abbiano fatto comprendere all’uomo che siamo tutti cittadini dello stesso piane-ta,come se,dagli astronauti che cir-cumnavigano la terra in sessanta

minuti,sia deri-vata la percezio-ne dei legami che uniscono popoli e paesi separati da distanze che sono divenute modeste,mentre i satelliti portano con la televisio-ne in ogni casa l’immagine di avvenimenti che si compiono agli antipodi.La moda del nostro tempo è moda che prende

coscienza del-le diversità del

nostro pianeta e popolarizza elementi e temi tipici di paesi lontani .

Dorsale di sedia placcata in oro e argento dalla tomba di Tutankhamon

Veste nuziale del CinquecentoTipica veste trecentesca

Lions Club 4

Quale la moda di domani? Una volta esauriti i temi esotici, le differenze che ancora distinguono civiltà e lo-calità geografiche diverse,la moda del nuovo cittadino del mondo metterà in valore quelle esigenze di espres-sione individuale che sono proprie dell’essere umano quando è libero di affermare il proprio pensiero e la propria personalità . Il futuro è nelle mani di ognuno di noi,specialmente dei giovani,e la moda quindi,e non solo quella,è nelle loro mani.E in Sicilia la moda a che livello è?Ebbene con nostra piacevole sorpresa,possia-mo affermare che negli anni si è sempre più imposta a livello nazionale e i nostri stilisti sono presenti a Mi-lano,Firenze,Torino,Roma,Palermo e negli altri centri maggiori.Presentare i maggiori stilisti isolani sarebbe compito abbastanza arduo ed allora sottoporremo alla vostra attenzione alcuni di questi che si sono distinti in campo nazionale .

Dall’unione di due artisti diversi,ma complementa-ri, una stilista riconosciuta di livello internazionale nell’ambito degli abiti da ballo,Lucrezia ”Lukry” De Rosa e un maestro orafo,Marco Orestano, prendono vita antichi ricordi,dal fascino intramontabile e dagli odori prettamente siciliani .Sentiamo cosa rispondono a una nostra recente intervista . “Spesso ci capita che la gente ci chieda da dove prendiamo spunto per le nostre

creazioni . A questa domanda le nostre menti si soffer-mano per un breve momento e poi sorridono . Sorridono perché in quel breve momento nelle no-stre menti ,come un fiume in piena,scorre un susse-guirsi di eventi storici che partendo dalla grande civiltà greca e dal dominio car-taginese,si passa al dominio romano e poi a quello bizan-tino e all’invasione araba,la cui civiltà si fa ancora sentire.

E l’influenza con-tinua con l’avven-to dei normanni e poi degli arago-nesi e degli an-gioini, prima di arrivare all’unità d’Italia .Per ri-spondere com-piutamente alla domanda do-vremmo tracciare il lungo cammino che ha reso la Si-cilia una forgia,dove arte,cultura,religioni,architetture e stati sociali si sono fusi nel tempo dando vita ad un crogiuolo unico nel suo genere,una stratificazione con-tinua che ha plasmato la nostra terra rendendola così come la conosciamo oggi .E’ su questa scia che giunge a noi l’anima del gioiello(gioiello-vestito),come un ba-gaglio culturale ed artistico,come spirito da conservare e donare alle persone,con il dichiarato scopo di rac-contare,tramandare,diffondere lo spirito e le tradizioni della nostra terra .Le nostre creazioni vogliono essere un tributo alla Sicilia e alla sicilianità;vogliono essere un modo di raccontarci,di raccontare la nostra storia e di riconoscere in un gioiello,appartenenza,modi di dire e l’introspettiva di una sicilianità antica,ma presente .

Perché oggi un gioiello in Sicilia può divenire patrimo-nio culturale e credo che raccontarsi sia diversificarsi in un periodo in cui l’uomo tendenzialmente cerca la somiglianza e l’aggregazione alla massa,oggi raccontare chi siamo e da dove veniamo,ci identifica con unicità” . Abbiamo detto che Lucrezia De Rosa è conosciuta a li-vello internazionale soprattutto per i suoi costumi delle varie specialità di danza e quindi ve ne presentiamo al-cuni bellissimi.

Sarah Bernhardt, con Lina Cavalieri ed Eleonora Duse,una delle tre “Divine”che furono di moda,ispirarono la moda e

segnarono un’epoca col loro fascino Modella:Miriana Yuki Gambino

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Chiara Magi e Vanessa Iervolino

Fabiola Speziale

Veronica Cusimano

costumi tecnici per la danza

Simona Riolo

Giulia Todaro

Miriana Lo Casto

Emmanuela Bulino

Nezha Whaibi

Ylenia Nocera

Rossella Caiola

Sharon Trentacoste Stone

Mariandrea Gallo

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CINQUE ANNI DOPO ALL’AQUILA

LA REDAZIONE DI VESPRINO ESPRIME LA SUA SOLIDARIETA’ AI CITTADINI DELL’AQUILA, CHE ANCORA VIVONO NEI DISAGI,

NEL QUINTO ANNIVERSARIO DEL TERREMOTO.

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Foto di Riccardo Carioti

NUVOLE SU PALERMO

8Medicina

Natale Caronia

ECOGRAFIA

E’ il sistema diagnostico che utilizza gli ultrasuoni, onde sonore a frequenza superiore di 20 MHz (20 mila Herz; un Herz equivale ad un ciclo al secondo) e non sono udibili dall’orecchio umano.Cenni storici. Fu Lazzaro Spallanzani nel 1780 che, studiando i pipistrelli, notò che essi si orientano con l’udito. Nel 1880 Jacques e Pierre Curie scoprirono sia l’effetto piezoelettrico, caratterizzato dalla produzione di elettricità da parte di un cristallo di quarzo sottopo-sto a pressione, che l’effetto piezoelettrico inverso, ossia della deformazione meccanica del cristallo sottoposto a tensione elettrica. Ricordo brevemente che un impiego pratico di questo effetto è stato utilizzato negli accendi-ni piezoelettrici, in cui la pressione sul cristallo produce la scintilla.Il primo impiego di queste scoperte si ebbe dopo l’af-fondamento del Titanic, con la produzione di un “idro-fono” per reperire iceberg (Paul Langevin), poi utiliz-zato per il rilevamento di sottomarini nel corso della prima guerra mondiale.Il primo uso medico degli ultrasuoni si ebbe nel 1942, quando Karl Dussik li utilizzò per rilevare i tumori del cervello, tramite un sistema che tracciava la deviazio-ne della linea mediana del 3° ventricolo causata dall’e-spansione della massa neoplastica.Cenni tecnici. Un moderno apparecchio ecografico si compone di:- una sonda, che può essere lineare, convex, settoriale, endocavitaria (vagina e prostata);- un sistema di elaborazione elettronico che provvede all’invio degli ultrasuoni, riceve il segnale di ritorno ed elabora i dati;- un sistema di visualizzazione (monitor) e di registra-zione (su carta sensibile, CD, etc.).La scelta della sonda da usare è in relazione allo stu-dio clinico: la sonda lineare (con numerosi cristalli –

almeno 64 – situati in linea ed eccitati in progressione ad alta frequenza 7,5 – 13 Mhz) è utilizzata per i tessuti mol-li superficiali (tendini, muscoli, nervi,

vasi); la sonda convex (con centina-ia di cristalli disposti secondo un

arco di cerchio da 3,5 Mhz), per studiare gli organi interni, più profondi. Infatti, le onde so-

nore a maggior frequenza penetrano meno in profon-dità.Le onde sonore che penetrano nei corpi, quando in-contrano una variazione di impedenza, sono assorbi-te, rifratte o riflesse a secondo dell’impedenza stessa (resistenza all’attraversamento del segnale da parte dei tessuti); la sonda che invia gli ultrasuoni riceve le onde riflesse per il 99% del tempo di funzionamento, mentre invia segnali solo per 1% del tempo. Essendo nota la ve-locità di propagazione nei tessuti (1.540 m/s), il tempo di ritorno del segnale (ritardo) e la sua intensità sono parametri che, eleborati, permettono di creare imma-gini nel sistema bidimensionale, secondo una scala di grigi. Usi clinici. - Studio dei tessuti superficiali, della tiroide e dei vasi.- Studio degli organi profondi quali fegato, reni, pan-creas, prostata, apparato genitale femminile, aorta, etc.- Studio del cuore (ecocardiografia) per studiare spes-sore, movimenti paradossi post-infartuali del cuore, valvole cardiache, frazione di eiezione (percentuale di sangue spinto in circolo ad ogni contrazione cardiaca), cavità cardiache.- Studio dei vasi (Doppler), per lo studio delle pervietà, presenza di stenosi, placche, ulcerazioni, dissecazioni, etc.- Il mezzo di contrasto. Dopo il primo uso della solu-zione fisiologica in cardiologia, si è passati all’uso di mi-crobolle composte da un guscio di solfato contenente aria. Esso, iniettato nel sangue aumenta notevolmente il segnale ultrasonoro, facilitando la diagnosi. Studi più recenti, studiando il comportamento dei tessuti umani nei confronti del contrasto, mirano alla tipizzazione tis-sutale per evidenziare tumori. Prospettive future. Esiste in atto la tendenza verso le apparecchiature ibride; così come esistono apparec-chiature PET/CT o PET/RM che coniugano sistemi di medicina nucleare con la TC e la RM,così si sono voluti coniugare gli ultrasuoni con la TC al fine di avere maggiore certezza diagnostica.Conclusioni. Gli ultrasuoni hanno sostituito/incremen-tato la mano esplorante del medico. E’ indagine che non utilizza radiazioni, è ripetibile, a costo contenuto, che rappresenta indagine di prima scelta. E’ metodica operatore-dipendente.

9Miti

Gabriella Maggio

GLI SPAURACCHI DEI BAMBINI

L’attrazione per gli aspetti dell’horror che suggeriscono il senso dell’ignoto che è nell’uomo e che fa paura per la sua incontrollabilità e che spesso non è che oscuro e confuso complesso di colpa, è stata operante in tutte le epoche sia nella cultura popolare che in quella colta. Gli spauracchi dei bambini nella preistoria e nel mondo greco è il tema che Carmelo Fucarino ha recentemente trattato per il ciclo annuale di conferenze del Centro Internazionale di Studi sul Mito.

Lo studioso ha guidato il numeroso e colto pubblico, che frequenta le conferenze del Centro, attraverso un ampio e articolato percorso, con puntuali riferimenti alle fonti, che dalla preistoria si è esteso a comprendere il mondo greco con interessanti puntate nel contem-

poraneo. Lo spauracchio è qualcosa che spaventa ( da spaurare), rende sgomenti, ma nel passato aveva un valore educativo, ed il monstrum che lo rappresenta-va, cioè un essere che si presentava con caratteristiche estranee al consueto ordine naturale, aveva il compi-to di educare alla norma. Naturalmente oggi abbiamo superato questa pedagogia già ampiamente criticata da Platone nella Repubblica. Questi mostri avevano nomi onomatopeici con raddoppiamento : Baubò, Mormò, Karkò, e persino Gorgò, la Gorgone, che per alcuni aspetti veniva associata con queste figure. Spesso come Baubò evocavano immagini della sessualità femminile considerata sconcia, ma anche fortemente comica e da-vano il ritmo alle nenie incantatrici delle balie quando accompagnano i bambini nel sonno.

Il Prefetto Gianfranco Romagnoli e il Prof. Carmelo Fucarino

Lions Club 10

Riccardo Carioti

LA CIMA CONTESA

La cima del Monte Bianco è contesa tra Italia e Francia e la questione è antica. Originariamente apparteneva al Regno di Sardegna di cui la Savoia ed il Ducato d’Aosta facevano parte. In particolare per la cima del Monte Bianco passava il confine amministrativo tra il Ducato d’Aosta ed il distretto savoiardo del Faucigny. A seguito delle vicende della Rivoluzione Francese la Savoia en-tra a far parte dello Stato Francese. Nel 1796, appena dodici anni dopo la prima ascensione sul Monte Bian-co, il trattato di Cherasco, firmato dal Re di Sardegna e da Napoleone Bonaparte, assicurava ai Francesi il van-taggio tattico della crête militaire, per cui il confine tra i due Stati non passava più per la linea spartiacque, ma più a valle di qualche centinaio di metri verso il Pie-monte, dando così ai Francesi un migliore controllo sul confine stesso. Nel 1815, sconfitto definitivamente Na-poleone, il Congresso di Vienna ristabilisce i confini prerivoluzionari e la Savoia ritorna al Re di Sardegna. Pertanto la cima del Monte Bianco riprende il suo ruolo di confine amministrativo. Contestualmente al proces-so di unificazione del 1860, come tutti abbiamo studia-to, Nizza e la Savoia vengono cedute alla Francia, che in un primo momento accetta come nuovo confine di sta-to quello amministrativo tra Savoia e Ducato d’Aosta, che appunto passa per la cima del Monte Bianco, come attestato dalla carta allegata al trattato del 1862 , di cui ad oggi resta solo la copia custodita a Torino. A partire dal 1865 la Francia unilateralmente disconosce questi confini, facendo avanzare la sua frontiera sul versante piemontese, rendendo interamente francese la cima del Monte Bianco. Il Regno d’Italia non affronta il problema e da allora manca una definizio-ne condivisa dei confini tra i due Stati. Le recenti ricerche con-dotte da Laura e Giorgio Ali-prandi, di cui f o r -

niscono una sintesi sul numero di febbraio 2014 del-la Rivista del Club Alpino Italiano, accertano che un documento riservato dell’Istituto Geografico Francese del 1946 , redatto nell’ambito dei trattati di pace della Seconda Guerra Mondiale , con i quali la Francia spo-stava il suo confine al di là dello spartiacque alpino, rileva l’assenza di elementi che consentano alla Fran-cia di attribuirsi l’intero possesso della cima del Mon-te Bianco. I due ricercatori ipotizzano che sia stato raggiunto un tacito accordo tra Italia e Francia intorno al 1960 , quando quest’ultima rinuncia ad alcuni terri-tori, annessi in un primo momento, tra cui il villaggio di Clavière ,che era stato diviso in due dalla linea di confine e che aveva dato lo spunto ad un famoso film di Christian Jaques, interpretato da Totò e Fernandel, In cambio l’Italia, probabilmente, s’impegnava a non sol-levare la questione del possesso della vetta del Bianco. Fino ad oggi il possesso della cima del Monte Bianco è stato soltanto una questione di prestigio, perché si trat-terebbe, secondo una datata concezione dei confini eu-ropei della cima più alta d’Europa, 4810 metri. Tuttavia l’opinione corrente tra i geografi estende il continente europeo fino al Mar Caspio e, secondo questa moderna visione, sarebbe il monte El’brus, nella catena del Cau-caso m.5.642, la cima più alta del continente, seguita dal Dykh Tau 5.203 m., dal Shkhara a 5.200 m. e dal il Kazbek 5.047 m., facendo perdere alla nostra gloriosa montagna anche la medaglia di bronzo. Ciò nonostan-te la questione del possesso della vetta potrebbe ripro-

porsi in un prossimo futuro a causa delle frequenti slavine dovute ai cambiamenti climatici, che

pongono il problema della responsa-bilità d’intervento in caso di

disastri.

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LUTTO NEL MONDO LIONISTICO

Il Presidente del Lions Club Palermo dei Vespri, Giuseppe Sunseri, e tutti i Soci del Club partecipano al dolore della Famiglia De Giacomo per la morte del Past Governatore

Renato De Giacomo,Animo Nobile, Amico Sincero e Lions esemplare.

12Letteratura

Lavinia Scolari

PALERMO 11 APRILE 2014. LICEO GARIBALDI.

Carlo Barbieri cammina davanti a me con una borsa nera guardandosi in giro. Dopo un po’ di anni, come ci confiderà alla fine, sta varcando le porte di quello che era stato il suo liceo e sta per sedersi dall’altra par-te delle “barricate”. Non so se sia emozionato o meno, ma di certo è curioso di scoprire cosa accadrà. Perché, per uno scrittore come Carlo, la vita, al pari dei suoi romanzi, non è un piano dettagliato e pre-costruito, ma una scoperta.L’occasione dell’incontro al liceo Garibaldi è la presen-tazione dell’ultimo romanzo del nostro autore, “Il mor-to con la zebiba”, per Todaro Editore, dove compare un personaggio ormai caro ai lettori di Barbieri: il com-missario Francesco Mancuso, che abbiamo imparato ad amare nel precedente “La pietra al collo”. L’invito all’au-tore viene dalla Prof.ssa Gabriella Maggio, che ha coin-volto le sue classi in un’appassionata lettura di questi romanzi. Carlo rompe subito il ghiaccio con i ragazzi: una battuta alle prime file, un’altra alle ultime, e così accentra l’attenzione di un’intera aula di giovani. Ci sistemiamo e senza perdere altro tempo iniziamo la nostra conversazione dalle presentazioni. Partiamo quindi dalle origini, da dove tutto è cominciato: la no-stra Palermo. «Palermo è come una scacchiera, di bianchi e di neri» afferma Carlo. «Non ci sono grigi. C’è la munnizza da un lato» ed è una “munnizza” reale e metaforica «e Fal-cone e Borsellino dall’altro». Una città alla quale ci si

sente legati soprattutto quando la si perde o la si lascia. Perché, come spiega bene lo scrittore, solo quando ti allontani da un dipinto, ne puoi cogliere l’insieme, e questo accade a chi lascia Palermo.

Ed è quello che è accaduto anche a Barbieri, che ha una vita piuttosto avventurosa o, come preferisce dire lui, ha avuto diverse vite. Dopo aver vissuto sette anni al Cairo, oggi passa la maggior parte dell’anno a Roma e il resto del tempo a Mondello, nella sua Sicilia. Si definisce in-fatti un «siciliano di mare aperto, ma con una lunghissi-ma gomena a Palermo». Chimico nella sua “prima vita”, marketer nella seconda e scrittore nella terza. Chissà se si fermerà qui o se ha già in mente una quarta “pelle”! Gabriella Maggio lo definisce un autore “istintivo”. Dif-ficile ingabbiare la sua narrativa in una teoria letteraria o poetica. Barbieri sfugge alle gabbie teoriche. La sua è una scrittura intensa, sentita e mai pesante, con lampi di leggerezza anche quando affronta problemi delicati e - purtroppo - di grande attualità, come la pedofilia di certi ambienti ecclesiastici, la criminalità organizzata e lo sbarco dei migranti con le loro storie di sofferenza e disperazione. I drammi della nostra società sono de-scritti con competenza e con un tono lieve che non stri-de con la profondità nascosta, ma la rende meno aspra. Ma com’è nato il personaggio di Mancuso? Il commis-sario protagonista de “Il morto con la zebiba” compare la prima volta in un racconto della raccolta “Pilipintò”,

13Letteratura

edita per la Zerounoundici Edizioni. Dopo di che, il commissario Mancuso «si è rifiutato di morire». E ha chiesto una storia tutta sua. Più di una, in verità. Carlo ci racconta divertito che il protagonista dei suoi roman-zi esiste davvero e, come se non bastasse, lavora pro-prio a Palermo. Ci affascina tutti con lo spiritosissimo racconto di come ne apprese l’esistenza e ne ricevette la benedizione. Il vero commissario di polizia Francesco Mancuso, infatti, dopo aver accettato di incontrarlo e aver sfogliato le pagine del romanzo, siglò quella prima pubblicazione con un secco “mi piaccio”. E per fortuna, dal momento che il libro era già in tipografia! Un commissario siciliano, un «bravo sbirro», ricco di umanità e fortemente empatico. Difficile non pensare subito al Montalbano di Camilleri, ma Carlo ha impa-rato a convivere con questo paragone. «Se pensi a un commissario siciliano, pensi subito a Montalbano. È inevitabile». Il commissario Mancuso, però, non ha avuto difficoltà a costruirsi una strada autonoma nel mondo dei gialli. Siamo già al secondo libro delle sue avventure, che ha un respiro più internazionale del primo. Le vicende si muovono tra la Sicilia e Il Cairo. Sulla spiaggia di Capo Granitola viene infatti trovato il cadavere di un uomo con la zebiba sulla fronte. La zebiba è un piccolo ber-noccolo scuro che i musulmani osservanti si procurano a causa del movimento delle cinque preghiere giorna-liere, che li porta a battere leggermente la testa sul tap-peto. Quell’uomo dunque è un “bravo musulmano”. Il cadavere, però, risulta positivo all’alcol, cosa che non

combacia con il profilo di un arabo osservante. L’uomo non è morto accidentalmente. È stato ucciso.Molti dei ragazzi del liceo Garibaldi hanno letto i libri di Barbieri. Dopo un attimo di timidezza, messi subito a loro agio dalla verve dell’autore, non lesinano a por-re le loro domande. Innanzitutto sul rapporto Mancu-so-Barbieri. L’autore ha dato molto al suo personaggio e dal personaggio ha preso molto, ma questi è come un figlio, che una volta lasciato andare si fa strada nel mondo da sé e appartiene ai lettori. La maggior parte delle domande riguarda la scrittura: la scelta del sici-liano, ad esempio, che per Barbieri è una lingua imme-diata. Il dialetto non impedisce a un lettore non siculo di apprezzare i suoi romanzi: ai termini siciliani meno trasparenti segue spesso una spiegazione o una sorta di “traduzione parafrasata”. Poi le domande virano sul genere scelto, il giallo, di grande tradizione letteraria. Ma Carlo non scrive solo gialli. A Luglio è prevista la pubblicazione di una raccolta di racconti per Dario Flaccovio, e proprio con dei racconti irriverenti e arguti il nostro autore ha esordito. Ma il genere giallo sembra proprio congeniale allo spirito del papà di Mancuso: un osservatore attento ai dettagli, curioso e versatile. «Quando termino di scrivere un giallo, e mi accorgo che tutto fila alla precisione, mi domando: ma come ho fatto?» ci rivela rispondendo all’ultima domanda. Ed è questo forse il segreto di Barbieri: lo stupore, la natura-lezza di una scrittura genuina, senza forzature, semplice ma capace di scavare nel profondo del contemporaneo e dei suoi chiaroscuri.

14Musica

Irina Tuzzolino

RIVOLUZIONE CLASSICA NELLA MUSICA

Josef Haydn

Il concetto di musica classica oggi indica la musica colta differenziandola da quella popolare e leggera. Ma l’attributo di classico, come è accaduto per le altre manifestazioni culturali è stato attribuito post even-tum. Classico deriva da classis nel significato di classe ed indica gli autori scelti per essere insegnati nelle classi, quelli ritenuti per universale o quasi consenso eccellenti, perché ogni volta che li leggiamo ci rivelano qualcosa di nuovo. Per fare un esempio sono classici Dante, Manzoni,Shakespeare, Montaigne, Montale, Virgilio, Omero etc. prescindendo dai periodi o dalle correnti storico-culturali alle quali appartengono. Se procediamo poi alla considerazione del loro specifico contesto letterario dovremo differenziarli tra loro, ma non per questo perderanno l’attributo di classico. Per la musica però il termine classico indica un periodo preciso tra la seconda metà del ’700 ed i primi decenni dell’800 e riguarda la musica di tre compositori che si collocano nell’arco di un settantennio e che realiz-

zano una profonda trasformazione nella composizio-ne musicale pari a una vera e propria rivoluzione, si tratta di Haydn, Mozart e Beethoven. Quello che li accomuna è l’abbandono della descrizione del senti-mento per la realizzazione del dramma nella musica sinfonica, legando tessuto strumentale e emotività, sperimentalismo e convenzione, realizzando un teatro di suoni in cui il contrasto fra tensione e stabilità, re-golato da stringenti logiche interne, attinge un’inedita potenza emozionale. Una drammaturgia senza parole che svincola la musica dal canto. E’ interessante notare che nello stesso periodo anche la poesia passa dalla descrizione all’espressione del sentimento. Anche a questi musicisti si può attribuire l’aggettivo classico, in un senso più ampio di quello della periodizzazio-ne storico-culturale, nel senso in cui si attribuisce agli scrittori ed ai poeti, in quanto l’ascolto della loro musica rivela sempre qualcosa di nuovo, trascinandoci verso vette sublimi.

15Lions Club

Giuseppe Sunseri

CONCERTI A PALAZZO MAZZARINO

“Con orgoglio ho il piacere di presentare la pagina *de-dicata ai Concerti Estivi a Palazzo Mazzarino rivolti ai programmi umanitari e sociali del Lions Club Interna-tional. Ricordo con affetto la Contessa Lycia Lanza di Mazzarino, nostra cara socia, purtroppo scomparsa nel 2000, che già dalla nascita del nostro Club ha ospitato nella sua regale dimora le manifestazioni più significa-tive, soprattutto gli annuali appuntamenti della Char-ter.Tale tradizione fu continuata successivamente dal Mar-chese Annibale Berlingieri di Valle Perrotta, nipote del-la Contessa Lycia ed attuale proprietario del Palazzo, socio onorario del Club, amante della musica e cultore delle più sublimi arti, infatti per volontà del Marche-se Annibale e della consorte Marida dal 2011 il Lions Club Palermo dei Vespri organizza annualmente presso il cortile porticato del Palazzo “concerti di inizio estate”, con la partecipazione di artisti di fama internazionale avendo come obiettivo la raccolta fondi per iniziative a carattere umanitario e sociale verso la cittadinanza e per le iniziative di solidarietà del Lions Club Inter-

national Foundation: si ricorda la raccolta fondi per iniziare il recupero architettonico della Chiesa di San Matteo, gioiello artistico e storico di Palermo, col fine di stimolare le autorità competenti al completamento del restauro; per il progetto ITACA di Palermo per l’as-sistenza e cura dei fanciulli handicappati e quest’anno per la Campagna di vaccinazione contro il Morbillo e la Rosolia nei paesi africani in via di sviluppo, iniziativa mondiale della Lions International Foundation, e per le iniziative locali di solidarietà per la difesa dei diritti dei minori disagiati del quartiere San Filippo Neri di Palermo e dell’Istituto Penale dei minori “ Malaspina”. Rivolgo un ringraziamento caloroso ai Marchesi Ber-lingieri, la cui sensibilità ci permette la realizzazione di tali iniziative sociali aprendo le porte alla cittadinanza palermitana ed esprimo un sentito e grato riconosci-mento all’instancabile lavoro organizzativo di tutti i soci del club che ho l’onore di presiedere.

Giuseppe SunseriPresidente 2013 Lions Club Palermo dei Vespri*www.palazzomazzarinoconcerti.it

16Letteratura

Gabriella Maggio

PER GABRIEL GARCIA MARQUEZ

Gabriel Garcia Marquez è morto giovedì 17 aprile all’età di 87 anni. Intensa la sua vita di giornalista e scrittore consacrata dal Nobel per la Letteratura nel 1982. Nato a Aracataca in Colombia, raggiunge la fama internazio-nale nel 1967 con Cent’anni di solitudine, epica rivisi-tazione col nome di Macondo del suo luogo natio, ma anche della sua nazione e di tutta l’America del Sud rap-presentata nella solitudine esistenziale e storica dello sfruttamento neocoloniale. Seguono altri romanzi tra cui Cronaca di una morte annunziata e L’amore al tem-po del colera da cui sono stati realizzati film di successo. Per me resta sempre l’autore di Cent’anni di solitudine, la più compiuta espressione del suo mondo fantastico. Marquez racconta la storia della famiglia Buendia nel-le sue generazioni nell’arco dei cento anni fino alla sua distruzione, evocando, grazie alla circolarità del tempo della narrazione, un passato mitico. Il racconto fluisce

rapido e nello stesso tempo tanto compiuto e puntua-le che acquistano evidenza tutti i molti personaggi del romanzo, anche quelli che entrano per un attimo nella storia. Scrittore di forte e costante impegno civile è sta-to un punto di riferimento non soltanto in America La-tina, ma anche in Europa. Ha rifiutato però le etichette politiche,come quelle letterarie, infatti in un’intervista ha detto: quello che so l’ho imparato vivendo, comprese le necessità dell’America Latina. In ironica ritrattazione del successo e della fama di Cent’anni di solitudine da tempo ribadiva che odiava quel romanzo, perché era diventato un mito, mentre lui lo considerava soltanto uno dei suoi romanzi,

e avrebbe preferito essere ricordato come l’autore dell’Amore al tempo del colera. Dal suo punto di vista forse aveva ragione.

17Miti

Carmelo Fucarino

MITO E SUA INTERAZIONE NELLA SOCIETÀ MEDIATICA

La grande questione che in genere è relegata nella sfe-ra degli addetti ai lavori è invece fondamentale nel-la nostra società che pur nella valenza unidirezionale dell’informazione e della formazione mediatica è anco-ra strutturata sugli eterni archetipi del mito classico. A parte le indagini e le deformazioni interpretative delle correlazioni con la nostra psiche proposte da Freud e dalla sua scuola, soprattutto il deviante Jung con i suoi archetipi, la interrelazione tra i miti antichi e la strut-tura formativa odierna è stato il cavallo di battaglia dell’antropologia del Novecento, maestro insuperato Kerényi e la scuola francese di J.P. Vernant. La Medusa che ha trovato la sua esaltazione orrifica a cominciare dalla metope di Selinunte del 540 a.C. giù fino alle letture pittoriche di Rubens e Caravaggio e alle raffigurazione di Cellini e Bernini, è il tema affrontato dalla professoressa Gabriella Maggio, che ha sviluppato con acume e acrimonia le origini del mitologema nella tradizione letteraria greca e le varianti interpretative e narrative nella tradizione latina, Ovidio su tutti, ne ha analizzato lo sviluppo mitografico attraverso le letture medioevali, Dante protagonista, e attraverso tutta la tra-dizione rinascimentale, fino ai preziosismi delle Galerie di G. B. Marino del 1620. Momento a noi più vicino la

lettura, le interpretazioni e le assimilazioni della cultu-ra moderna, la presenza di questo “cuore di tenebra”, dalle riprese letterarie e cinematografiche alle divaga-zioni più frivole della moda con il marchio di Versace. Gabriella Maggio puntualizza a coronamento di questo processo di assimilazione soprattutto la professione po-etica e il manifesto letterario di Italo Calvino nel Saggio sulla leggerezza, parte delle sue Lezioni americane – Sei proposte per il prossimo millennio, tenute ad Harvard nel 1985. Dotta ed articolata è stata pure la relazione di Vincenzo Guzzo sul mito di Gaia, nelle due varianti di Omero e di Esiodo, sulla interpretazione delle versioni del mitolo-gema che fu alle origini della teogonia e della creazione del cosmo dalla voragine del chaos e sull’analisi della sua complessa e problematica discendenza.Questa ec-cezionale serata sulla rivisitazione di nostre interiori pulsioni, inconsce articolazioni della lettura primitiva dell’universo e dell’uomo, ci è stata offerta, come parte del programma annuale, lunedì 14 aprile nei meritori incontri promossi dal dinamismo e dalla solerzia di Sua Eccellenza il prefetto Gianfranco Romagnoli, presiden-te del CISM - Delegazione Siciliana, presso la sede di Carlo Saladino Editore.

Gabriella Maggio e Gianfranco Romagnoli

Lions Club 18

LA REDAZIONE DI VESPRINO AUGURA

19Ecologia

Gabriella Maggio

EARTH DAY 2014

«In un mondo che continua a consumare risorse naturali che non sono infinite, ogni governo ha il dovere morale di affrontare il tema della salvaguardia del pianeta come un’emergenza immediata, non come un problema da scaricare irresponsabilmente sulle future generazioni. L’Earth Day ci aiuta ad accendere un faro su ciò che è stato fatto, di giusto e di sbagliato, ma soprattutto sulla lunga strada che si deve percorrere. Importante sarà rafforzare la sensibilità ambientale dei cittadini, veri protagonisti del cambiamento di rotta, partendo dall’insegnamento delle buone pratiche nelle scuole». Con queste parole il ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti ha oggi richiamato l’attenzione sulla Giornata della Terra giunta al suo quarantaquattresimo anniversario ed al coinvolgimento di 175 Paesi. La finalità della celebrazione è la sensibilizzazione oltre che dei governi anche dei cittadini su necessità imprescindibili: salvaguardare gli ecosistemi in grave e costante pericolo, conservare le risorse naturali non rin-novabili, riciclare i materiali.

20Letteratura

Gabriella Maggio

GIORNATA MONDIALE DEL LIBRO

W. Shakespeare

Il 23 aprile 1996 è stata istituita dalla Conferenza Generale dell’UNESCO la Giornata Mondiale del libro e del di-ritto d’autore al fine di promuovere la lettura. La data scelta è particolarmente significativa perché il 23 aprile cade l’anniversario della nascita di William Shakespeare e quello della morte di Miguel de Cervantes e di Garcilaso Inca de La Vega, autori molto rappresentativi della cultura occidentale. Nel 450° anniversario della nascita di W. Shakespeare, propongo ai Lettori ed alle Lettrici il sonetto n.117 ( in I Diamanti-Salerno Editrice-Roma)

Accusami pur d’aver sempre lesinato in tutto,e di non ripagar, come dovevo, i tuoi meriti,e d’aver scordato d’invocare l’amor tuo caro,cui tutti mi legano i vincoli, giorno e giorno;

che frequentai persone che non hanno un nome,sfoggiando diritti da te acquistati a caro prezzo;

e che la mia vela dispiegai a tutti i ventiperché lontano mi portassero dalla tua vista.

Registra da me, inoltre, capricci ed errori,e aggiungi i sospetti alle giuste prove;

portami pure nella mira del tuo corruccio, ma non sparar su me, nel ridestato rancore,poiché la mia difesa adduce che io sol cercai

di saggiar costanza e virtù dell’amor tuo.

21Cultura

Carla Amirante

LE MISTERIOSE LUCI DI HESSDALEN

Uno strano un fenomeno luminoso si manifesta in Norvegia, dove grandi dischi colorati e luminosi rischiarano tutta la valle di Hes-sdalen, un luogo solitario, situato 80 km a sud di Trondheim, che ha dato a loro il nome; in alcuni casi queste luci sono state erro-neamente identificate come aerei, luci di automobili, oggetti cele-sti e miraggi. Numerosi ricercatori internazionali hanno studiato lo strano fenomeno da anni, visto peraltro anche da centinaia di persone. Questi oggetti, splendenti e di forme diverse, a volte re-stano sospesi a mezz’aria per più di un’ora e poi, prima di sparire improvvisamente fuggono via a gran velocità. Le cosiddette “luci di Hessdalen”, a partire dal 1980 sono apparse con una frequenza impressionante offrendo uno spettacolo mutevole ed affascinante per chi li osserva. Le “sfere di fuoco”, che si muovono in modo irregolare, si presentano sempre diverse per forma e colore, inoltre possono essere fisse o pulsanti, di colore unico oppure rosse, gialle o blu ma anche multicolori, talora esse emanano una luce tanto intensa da illuminare l’intera vallata. Gli astrofisici hanno cercato di dare una risposta al fenomeno ma ancora non l’hanno trovata. L’astrofisico italiano Massimo Teodorani ha osservato che le sfere di luce, pur manifestandosi con regolarità nella valle, sono più fre-quenti da gennaio a marzo e tra le 6 del pomeriggio e l’una di notte e di queste alcune svaniscono in fretta, mentre altre rimangono vi-sibili anche per circa due ore. Prendendo come punti di riferimen-to alberi e case, ha stimato che il loro diametro oscilli tra 1-10 me-tri, analizzando la loro struttura dal contorno evanescente, ha visto che esse vibrano intorno ad un baricentro comune, dal quale talora nascono altre sfere di dimensioni inferiori. Il fenomeno luminoso si comporta come un plasma (quarto stato della materia formato da gas ionizzato e costituito da elettroni ed ioni) dalla temperatu-ra di circa 6000 gradi, che rimane costante anche quando le sfere

aumentano di volume. Sembra allora che il plasma sia confinato dentro un fortissimo campo magnetico, e che la sua struttura glo-bulare sia dovuta ad una “forza centrale”, la quale, con la sua forza gravità, dà alle sfere un aspetto simile a soli in miniatura.

Un’altra ipotesi ritiene che nella zona vi siano delle forze tettoniche capaci di comprimere il quarzo delle rocce, dando così luogo ad intensi campi elettrici capaci a loro volta di innescare vortici di plasma, la materia di cui son fatte le luci. Una terza ipotesi, invece, ritiene che all’origine del fenomeno sia il Sole che con le sue particelle penetra nell’atmosfera da “buchi” presenti nella magnetosfera terrestre. Entrambe le tesi non con-vincono, sia per la frequenza con cui si manifesta il fenomeno, sia perché non è stata trovata una vera correlazione con le tempeste solari. Un’altra possibile spiegazione del fenomeno, non ancora comple-tamente compreso, è che si verifichi un processo di combustione nell’aria di nubi di polvere contenenti scandio, una terra rara con-tenuta nel suolo della valle. Jader Monari, ricercatore tecnologo dell’Istituto di Radioastrono-mia (IRA) del INFA, insieme ad altri ricercatori radio-astronomi, ha formulato una tesi forse più convincente per spiegare il feno-meno: considerando che nella valle sono presenti il rame e lo zolfo delle antiche miniere e pure il ferro delle rocce vicine, i tre minerali darebbero origine ad una gigantesca “pila” naturale, che, traspor-tando con le sue linee di forza le particelle elettriche, crea le “bolle” di luce. Questa ultima tesi potrebbe spiegare meglio il perché le luci di Hessdalen (detti anche Ufo di Hessdalen) sono più visibili durante le aurore, quando il Sole invia particelle elettricamente ca-riche favorendo così l’innescarsi del fenomeno.

22Lions Club

69° ANNIVERSARIO

DELLA LIBERAZIONE

La Redazione di Vesprino ricorda quanti si sono sacrificati perché l’Itala avesse un futuro di libertà e democrazia.

23Musica

Gaetano Albergamo

RARO E PREZIOSO OMAGGIO A COMPOSITORI DIMENTICATI

C’è una “Questione meridionale” anche per quanto ri-guarda la Musica così esordiva il presidente Salvatore Aiello nell’introduzione della serata. Nemo propheta in patria; questo detto antico ma sempre attuale si adatta perfettamente per quanto riguarda il destino di molti operisti siciliani dell’800 che riscossero un buon suc-cesso in tempi in cui operavano i sommi Bellini, Do-nizetti e Verdi; caddero poi completamente nell’oblio e di molti si é persa la traccia. L’Associazione Mazzoleni di Palermo, polo d’intensa attività musicale, da tempo persegue sentieri di recuperi culturali con l’orgoglio di riproporre, nel nostro tempo, brani più significativi di questi compositori dimenticati. Sabato 12 aprile nella prestigiosa sala dell’Archivio Sto-rico Comunale, gremita come sempre, si è svolto per la XXIX Stagione, il concerto lirico vocale e strumentale che ha avuto come protagonisti il soprano Tullia Bel-lelli, già nota alle platee palermitane, il violinista Tom-maso Talluto e il pianista Salvatore Scinaldi entusiasta ispiratore della ricerca. Il programma puntava all’esecuzione di pagine rare di Palminteri, Neglia, Petrella, Donaudy e Marinuzzi ed includeva anche un omaggio a Mozart, Poulenc, Of-fenbach e Bernstein. Dedizione assoluta, impegno ad impossessarsi del det-tato musicale con la voglia sempre di interpretare dan-

do alle parole, in virtù della ricca tavolozza di colori che caratterizza la sua vocalità, tensione drammatica ed emozionale; con queste carte si ripresentava Tullia Bellelli, elegante nella figura e nel gesto, sciorinando uno sfavillio di acuti e sovracuti di formidabile tenuta e suggestiva evocazione. Così la cantatrice, con assoluto dominio tecnico, ha offerto una prova altamente signi-ficativa spaziando dalla difficile aria dal Marco Viscon-ti di Petrella alle prodigiose pagine della Regina della notte e di “Glitter and be gay” da Candide.Con lei l’apporto prezioso del violinista Tommaso Tal-luto che ha riconfermato le sue capacità di sorvegliata tecnica non disgiunta da un’apprezzabile carica emoti-va toccando il suo vertice nella parafrasi della verdiana Traviata. Salvatore Scinaldi, puntuale e determinato nel ruolo di maestro accompagnatore, con appassionata e partecipe adesione, ha dato un’ulteriore prova del suo qualificato pianismo fatto di grandi accensioni, di te-nue sfumature e dense di linee introspettive, che si sono evidenziate sempre più nell’intermezzo da “La Palla dei Mozzi” di Marinuzzi e nelle pagine “Notturno” e “Ka-daish kan fi nass” di due contemporanei compositori:il palermitano Buogo e il libanese Rahabani.Calarosissimi applausi e standing ovation concludeva-no la serata che in bis veniva allietata dalla celeberrima, in trio, Amapola

Tommaso TallutoTullia Bellelli

Lions Club 24

Attilio Carioti

LIONS DAY A PALERMO

Sabato 26 aprile 2014 i Lions del Distretto 108YB si sono riuniti a Palermo nella sala del cinema Rouge et Noir per celebrare la Giornata Mondiale del Lionismo. Nell’attigua Piazza Verdi sono stati disposti cinque gazebo per pubblicizzare le attività di servizio e i pro-grammi di solidarietà dei Lions e due camper attrezzati per lo screening della vista e dell’udito a disposizione dei cittadini. Erano presenti il Governatore, Gianfran-co Amenta, il P.C.C., Salvatore Giacona, il Primo Vi-cegovernatore, Salvatore Ingrassia, il Secondo Vicego-vernatore, Franco Freni Terranova, il Past Governatore, Amedeo Tullio, la Coordinatrice Multidistrettuale del L.C.I.F., Claudia Balduzzi, il Presidente del Centro di addestramento cani guida di Limbiate, Giovanni Fossa-ti, Officer Distrettuali e di Club. La finalità dell’evento, cioè quella di divulgare l’impegno dei Lions nella so-cietà civile si può dire pienamente raggiunta.

Ornella Salemi, delegata del Progetto Italia per i Paesi nel bisogno, che si articola in varie sezioni gestite da Onlus Lions , ha illustrato i risultati già raggiunti e le strategie per il futuro. Nell’ambito di questo progetto si colloca la raccolta fondi per I Lions Italiani con i bam-bini nel bisogno organizzata dal Comitato coordinato da Maria Di Francesco, socia del Lions Club Palermo

dei Vespri, per la disputa della Partita del sorriso tra squadre di bambini di aree cittadine disagiate.Pier Luigi Fortuna, Presidente del Distretto Leo 108 YB, ha relazionato sulle attività svolte per raccogliere in tre mesi la somma necessaria per donare un cane guida ad una giovane ipovedente.Claudia Balduzzi ha esposto minuziosamente le nume-rose attività di solidarietà che la Fondazione Interna-zionale svolge nel mondo come la cura della cecità da fiume, da cataratta, la somministrazione di vaccini ed il sostegno alle popolazioni colpite da calamità natu-rali. Il Governatore, Gianfranco Amenta, ha consegna-to targhe al Comandante dell’ Operazione Mare No-strum, Ammiraglio Mario Culcasi, in riconoscimento dell’alto impegno umanitario svolto verso i migranti; al Comandante della Polizia Stradale di Palermo, Lorenzo Ragona , per il contributo al Service I giovani e la sicu-rezza stradale; al Dirigente dell’Assessorato Regionale alla Salute, Ignazio Tozzo, per la stipula del protocollo d’intesa per diffusione della cultura della prevenzio-ne sanitaria. Contestualmente si è svolta la consegna dell’attestato di appartenenza e del guidoncino del Go-vernatore ai nuovi soci , ammessi nell’anno sociale in corso; ai Presidenti dei Club interessati è stata conse-gnata una coccarda da attaccare al labaro.

Lions Club 25

Al centro Maria Di Francesco

I Leo del Distretto con il Presidente P. Fortuna e il Governatore, G. Amenta

La consegna del cane

Lions Club 26

Corrado Coletta*)

“ARCHIVIO STORICO: UNA REALTÀ FRA PASSATO E FUTURO”

Il Distretto 108Y/b (Sicilia) del Lions International nel contesto delle iniziative di interesse istituzionale ha creato con ferma determinazione,l’Archivio Storico Di-strettuale con sede a Noto “Giardino di Pietra “come la definì Cesare Brandi. La Città di Noto e il suo Lions Club si è dichiarata disponibile,lusingata e onorata ad accogliere nel suo barocco questa nostra istituzione ,la quale sede migliore non poteva trovare per retag-gio culturale ,per espressività urbanistica,e dichiarata altresì, per le sue prerogative :”Patrimonio dell’UNE-SCO”. La finalità indiscussa è stata la necessità, non disgiunta da indiscutibile autorevolezza,di tutelare la memoria storica del nostro passato per consacrare un messaggio da offrire alle attuali e da trasmettere alle fu-ture generazioni. Il contributo di tutti i Club, e quindi di tutti i singoli Soci, si concretizza in una partecipa-zione di pensiero, che diventa archetipo di esempio e pietra angolare per l’elaborazione di nuove idee,nonché sorgente feconda di iniziative che filtrate dall’esperien-za del passato si offrono al nostro giudizio e alla no-

stra valutazione. Potrà quindi la nostra critica oculata e puntuale, il nostro spirito di osservazione dare una ri-sposta con trasparenza di contenuti ,con coraggio sem-pre più innovatore, audace, propositivo e nel tentativo di stare al passo con una società sempre più esigente.Alla visione romantica e arcaica di un archivio ingial-lito dal tempo e polveroso, pur nel rimpianto del fa-scino di aver tra le mani un annoso volume ,la realtà moderna è stata affidata alla telematica onde supera-re le dimensioni convenzionali in tempo reale affinchè l’acquisizione e la diffusione del sapere trovi condizioni felici ed opportune alla immediata fruizione. Vogliamo tutelare un passato carico di esperienze che rappresenta occasione di arricchimento,termine di confronto e in-coraggiamento per nuove ipotesi operative. Il passato è fonte di futuro;il futuro è figlio del passato e tra passato e futuro c’è il presente :la Vita con i suoi programmi ,le sue aspettative e forse anche con i suoi Sogni.

*Delegato Responsabile Archivio Storico Distrettuale

27Storia

Pino Morcesi

I VICHINGHI

E’ del 1958 il film I vichinghi del regista Richard Flei-scher, che faceva conoscere al grande pubblico le loro imprese. L’ accattivante film d’avventura, che tra i tanti pregi aveva anche quello di essere girato nei luoghi nei quali si è svolta la storia, ricostruita sulle testimonianze degli scaldi, i poeti vichinghi. Ma i Vichinghi a parere di molti studiosi non sono stati un popolo : Vikingr in-dica, secondo questi, chi lascia la sua casa e va per mare in cerca di avventure che lo rendano ricco. I luoghi delle loro imprese sono quelli dell’Europa del Nord, penisola scandinava e isole del Baltico, Inghilterra e Groenlan-dia fino a Terranova, dovunque c’erano centri abitati nei quali era possibile fare razzia. L’ ampia mobilità mari-nara è stata favorita da un tipo di nave detta knörr, agile nelle manovre, veloce e non particolarmente grande. Il clima più mite di quello odierno avrebbe favorito que-sti viaggi in un periodo compreso fra il IX e l’XI sec. Il vichingo non agiva da solo, ma in gruppo, tutti i com-ponenti dividevano le spese per armare la nave e poi il bottino. Notizie di una incursione vichinga possiamo leggere nella Cronaca Anglosassone in cui si racconta la distruzione di un monastero nell’isola di Lindsfarne : “ …i pagani distrussero ampiamente la chiesa di Dio a Lindisfarne tra rapine e massacri… Southampton fu saccheggiata da una forza navale e gran parte dei suoi abitanti uccisi e fatti prigionieri”. Testimonianze stori-che si mescolano con la fantasia sia nella ricostruzione dell’autore anonimo della Cronaca Anglosassone sia nei versi degli scaldi, la distanza temporale completa il fascino della loro storia. Partire con i Vichinghi In pie-di sulla prua, Guidare il vascello splendido, Frenarlo, entrando in porto…*” scriveva Egill Skalla Grimsson il più importante poeta islandese del X sec.

*Traduzione di L. Koch, Gli scaldi, Einaudi

LE RICETTE LETTERARIE

DI MARINELLALe favole al telefono di Gianni Rodari sono deli-ziose fantasie dedicate ai bambini. Se ne può trarre spunto per la ricetta del gelato fiordilatte.

Ingredienti 4 uova fresche, 1 l. di panna freschissima e ben fredda , gr.200 di zucchero, sale q.b. ciccolato fon-dente q. b., fragoloni o altra frutta fresca, sciroppo di frutta.

PreparazioneMontare a neve le chiare delle uova con un po’di sale, montare la panna, mescolare lo zucchero ai tuorli, finchè appaia ben incorporato. Mescolare con metodo dall’alto vero il basso tutti gli ingre-dienti e mettere in freezer per 4 h. Mescolare di tanto in tanto. Al momento di servire spolvera-re con scaglie di cioccolato fondente, ricoprire di frutta fresca a pezzetti e aggiungere qualche goccia di sciroppo di frutta.Per lo sciroppo

Ingredientikg 1 di frutta matura , lt. 1 d’acqua, gr.150 di zuc-chero, il succo di 2 limoni

PreparazioneMettere in una casseruola l’ acqua e lo zucchero, mescolare e portare ad ebollizione per 3 /4 minuti; unire la frutta tagliata a pezzetti ed il succo dei limoni. Mescolare e fare bollire per 5/ 10 minuti ( dipende dalla frutta). Se i pezzi di frutta sono ancora visibili, frullarli. Conservare in frigo.

Lions Club 28

Attilio Carioti

IL LIONS CLUB PALERMO DEI VESPRI SI RIUNISCE PER GLI AUGURI DI PASQUA

Venerdì 16 aprile 2014 presso il Circolo Ufficiali di Palermo, si sono riuniti i Soci del Lions Club Palermo dei Vespri per il tradi-zionale scambio degli auguri pasquali. Erano presenti il Governa-tore del Distretto 108 YB, Gianfranco Amenta, il Past Governa-tore Amedeo Tullio, Officers Distrettuali, Presidenti ed Officers di Club. Sul tema della Pasqua hanno parlato il teologo Tullio Di Fiore, che ha focalizzato il suo intervento sulla centralità di Gesù, Bitrayya Rajendra, mediatore culturale rappresentante della Co-munità Mauriziana e Fatima Chaif, rappresentante della Comu-nità Musulmana, che hanno parlato dei loro riti che nella celebra-zione sono simili alla ricorrenza cristiana. Il Presidente Giuseppe Sunseri ha relazionato sui service del Club rivolti ai ragazzi del Malaspina, del quartiere Zen ed all’interculturalità. Gianfranco Amenta ha tratto le conclusioni lodando le iniziative del Club che tracciano un percorso interessante nel difficile momento storico che viviamo.

Il Governatore del Distretto 108 YB Gianfranco Amenta e Giuseppe Sunseri,Presidente del Lions Club Palermo dei Vespri

La serata è stata allietata dalle musiche per arpa composte ed eseguite da Romina Copernico

Lions Club 29

La Redazione

I NOSTRI LETTORI DICONO…

P.C.C. Naldo Anselmi - L.C. Roma Augustus 31/01/2014Grazie per avermi inviato il Vostro “Ve-sprino” magazine eccellente nella struttura, ricco di interessanti articoli Lions e non, che si legge d’ un fiato, modello di positiva immagine. Complimenti al Vostro Club!! Complimenti anche per il Blog.

Carlo Moiraghi PDG 1995-1996 - L.C. Milano Host 24/04/2014Molto bello. Complimenti

Francesco Salmè P.D.G. 2006/2007 – L.C. Comiso Terra Iblea01/10/2013Grazie agli amici della Redazione. Vi leg-gerò con grande attenzione, come ho sempre fatto.

PDG Giampaolo Vergombello27/11/2012Ricevo la Vs rivista “il Vesprino” che leggo sempre volentieri

Pippo Scamporrino P.D.G. 2010/2011 - L.C. Milazzo24/04/2014Grazie per il nuovo numero del Vesprino, è stato un bellissimo regalo nel giorno di Pasqua.

PDG Roberto Favero30/04/2013 Vesprino è un bell’esempio di comunicazione

Carlo Moiraghi PDG 1995-1996- L.C. Milano Host 24/04/2014Molto bello. Complimenti

Nicola Monteleone L.C. Palermo Normanna 28/02/2014 Grazie di cuore per il “Vesprino”, ricco di articoli veramente interessanti (che fanno riflettere...) e di splendide foto. Enzo

Maggi - Lions Club Roma Aurelium 31/01/2014 Mi complimento per il bellissimo numero del magazine “Vesprino”.