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Aprile 2015 Numero 4

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Aprile 2015 Numero 4

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IL CASSINISTA

In questo numero:

Quando ci sono gli strumenti pag.4

La risposta dei rappresentanti pag.5

Quello che le donne non dicono pag.6

Il barbone insignificante pag.7

Felpe, il mistero della puntualità pag.8

Ritardare humanum est pag.9

Il valoroso Compagno Scalandri pag.10

Il fantasma del Cassini pag.11

PLAYTIME__________________ Giochi pag. 22

soluzioni pag. 27

CASSICOMICS_____

Pap, Zazza pag. 24

Pap pag. 25

Se pareva Boves____________

When I see you pag. 20

L’antica culla pag. 20

Il bacio di amore pag 20

La botta nel pineto pag 21

Le nostre rubriche:

Lo svarione della domenica Abate pag.12

L’angolo del Bruzza Elogio dell’errore e dell’imperfezione pag.13

Storia della città straniera Antonio Quintino pag.14

Quando fuori piove Inquadrature in Sicilia pag.15

Proposte di lettura Tutte le cosmicomiche - I.Calvino pag.16

Faccia da Cassinista Federico Falbo pag.17

BACHECA pag.18 L’album “The Revolver “ (1966) dei Beatles al quale si è ispirato il nostro disegnatore Zazza per la realizzazione della copertina di questo numero

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IL CASSINISTA

CCCari lettori,ari lettori,ari lettori,

questa volta non vi scrivo a mano come nei numeri precedenti, in questa volta non vi scrivo a mano come nei numeri precedenti, in questa volta non vi scrivo a mano come nei numeri precedenti, in

quanto molti di voi si sono lamentati della difficoltà di lettura dell'aquanto molti di voi si sono lamentati della difficoltà di lettura dell'aquanto molti di voi si sono lamentati della difficoltà di lettura dell'an-n-n-

golo del capo. Ormai siamo al quarto numero del Cassinista, e sono golo del capo. Ormai siamo al quarto numero del Cassinista, e sono golo del capo. Ormai siamo al quarto numero del Cassinista, e sono

felice di aver raggiunto questo traguardo. Non posso che ringrazifelice di aver raggiunto questo traguardo. Non posso che ringrazifelice di aver raggiunto questo traguardo. Non posso che ringrazia-a-a-

re i numerosi della redazione che si sono impegnati per il nostro re i numerosi della redazione che si sono impegnati per il nostro re i numerosi della redazione che si sono impegnati per il nostro

giornalino. Ci sono articolisti, disegnatori, c'è Guido Vallarino, l’ impaggiornalino. Ci sono articolisti, disegnatori, c'è Guido Vallarino, l’ impaggiornalino. Ci sono articolisti, disegnatori, c'è Guido Vallarino, l’ impagi-i-i-

natore, che cerca disperatamente di stare dietro ai ritardatari natore, che cerca disperatamente di stare dietro ai ritardatari natore, che cerca disperatamente di stare dietro ai ritardatari

per consegnare il numero in tempo. C'è Marco Fiore che mi aiuta per consegnare il numero in tempo. C'è Marco Fiore che mi aiuta per consegnare il numero in tempo. C'è Marco Fiore che mi aiuta

nel difficile ruolo di caporedattrice. nel difficile ruolo di caporedattrice. nel difficile ruolo di caporedattrice. C'è anche poi chi come ZazzC'è anche poi chi come ZazzC'è anche poi chi come Zazzaaa

(Danilo Zanello), che mi dice che il disegno me lo invierà (Danilo Zanello), che mi dice che il disegno me lo invierà (Danilo Zanello), che mi dice che il disegno me lo invierà in seguito in seguito in seguito

perché è molto impegnato in quella settimana (e dopo poche ore mi perché è molto impegnato in quella settimana (e dopo poche ore mi perché è molto impegnato in quella settimana (e dopo poche ore mi

chiede se va bene quello che ha disegnato). Menomalchiede se va bene quello che ha disegnato). Menomalchiede se va bene quello che ha disegnato). Menomale che aveva da e che aveva da e che aveva da

fare! Purtroppo non ho abbastanza spazio per citare tutti, ma in fare! Purtroppo non ho abbastanza spazio per citare tutti, ma in fare! Purtroppo non ho abbastanza spazio per citare tutti, ma in

fondo al Cassinista potrete trovare un elenco difondo al Cassinista potrete trovare un elenco difondo al Cassinista potrete trovare un elenco di tutti coloro che tutti coloro che tutti coloro che

hanno contribuito a questo numero. Auguro a tutti buona lettura!hanno contribuito a questo numero. Auguro a tutti buona lettura!hanno contribuito a questo numero. Auguro a tutti buona lettura!

SARAH

L’ANGOLO DEL CAPOREDATTORE L’ANGOLO DEL VICE

I regali che ricordo con gioia e

piacere da tutte le vacanze pa-

squali sono quelli brutti, quelli

delle uova che hanno tanto cioc-

colato quanto difosfato disodico.

Non sto parlando dei coprimatita

di lana grezza prodotti in Tibet

che, saranno pur brutti, ma ti la-

sciano in bocca il retrogusto di

buona azione che li rendono pia-

cevoli al tuo sguardo. No, gli in-

criminati sono i regali orripilanti

che si trovano nelle uova che i

tuoi genitori comprano perché il

loro costo è pari a quello di una

bustina di minerva. La grande

star che quest'anno ha allietato la

mia Pasqua è stato un ciondolo

con un bassotto dal colore aran-

cio, munito di guinzaglio rosso

con decorazioni di palle da calcio.

La voglia di studiare per la matu-

rità però non era dentro le mie

uova, magari dovevo comprare le

Kinder.

Se avete trovato pacchianate inu-

sitate, scrivetele in bacheca, dopo

averle sfoggiate con tracotanza

per i nostri corridoi.

IL CASSINSTA RISPONDE:

Ci è stato chiesto un recapito per scrive-re alla redazione ed eventualmente inviare del materiale per il giornalino. Potete contattarci in due modi: • mettendo un vostro bigliettino

nelle bacheche della sede e della succursale

• scrivendo alla nostra mail:

[email protected]

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IL CASSINISTA

I pro di un liceo statale illustre

Quando Ci Sono Gli Strumenti

Aule, stampe, bidelle e molto altro Il Cassini è una cosa bella.

No, aspettate, non linciatemi: ho una

spiegazione per questa controversa af-

fermazione. Se dico che il liceo che fre-

quentiamo ha i suoi pregi, è per intro-

durvi qualcosa che ha sorpreso positiva-

mente soprattutto me. È bello scoprire

che alla fin fine si è protetti, che comun-

que sotto c'è qualcuno qualcuno che

qualcuno che ti grida: "Buttati, ci sono io

a prenderti!". Quel qualcuno, per una

volta, è il liceo G.D. Cassini. In sintesi: il

nostro istituto offre dei vantaggi, delle

agevolazioni, delle "facilities", in pochi

però ne conoscono l'esistenza e meno

della metà ne usufruiscono. E perché

tutto questo entusiasmo? Perché spes-

so, è sicuramente superfluo ripeterlo,

non riusciamo a vedere il buono in ciò

che ci circonda. Finalmente non abbia-

mo scusanti. Il mio piccolo viaggio alla

scoperta di questo "paese della cucca-

gna" comincia quando Pietro Russo mi

scrive, descrivendomi con entusiasmo

alcune delle opzioni offerte dalla scuola,

sottolineandomi in maniera decisa come

quasi nessuno sfrutti tali possibilità.

Vengo così a conoscenza del fatto che si

può usufruire delle AULE POMERIDIANE.

Come funzionano e cosa sono? La scuola

mette a disposizione durante il pomerig-

gio delle classi che possono essere utiliz-

zate da un qualunque gruppo di studen-

ti. È solamente necessario ritirare in por-

tineria l'apposito modulo, compilarlo e

farlo firmare dalla vice preside, la pro-

fessoressa Massa. Un autentico salva-

gente per quando non sapete dove stu-

diare in gruppo, perché ad esempio a

casa di Edoardo si è scatenata la furia di

un Orlando impazzito o perché Rosalia

ha il nonno che dorme sul divano rus-

sando e grattandosi il peloso ventre. Il

buon Russo -di cui qui affianco trovate

un breve pezzo per coinvolgervi ed illu-

strarvi cosa ha intenzione di fare a pro-

posito della questione- mi narra di come

si è riunito con i suoi compagni per ter-

minare il disegno di tecnica, qualche set-

timana prima. Un'opzione certamente

che può essere sfruttata anche per i

gruppi che vogliono incontrarsi non solo

per studiare, così da avere un luogo di

incontro per svolgere le attività più di-

sparate. Ci fosse la mia romana nonna

se ne uscirebbe con un eloquente

<<Anvedi>> e assumerebbe uno sguardo

tra il soddisfatto e l'impressionato. Con-

tinuo la mia ricerca contattando Anna, la

bidella con i capelli castani che è solita

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IL CASSINISTA

rimanere al pian terreno: le chiedo cor-

tesemente nuove informazioni, fiducio-

so nella sua esperienza accumulata al

Cassini. Ed ecco che spunta fuori un'al-

tra novità: Anna mi parla della TESSERA

PER LE FOTOCOPIE, una scheda acqui-

stabile a 5€ dal centralino da un qual-

siasi alunno. Fondamentalmente, forni-

sce la possibilità di fare 100 fotocopie

con la stampante presente al pian ter-

reno vicino alla segreteria, semplice-

mente inserendo la tessera. Riflettia-

mo: quante volte si è presentata la ne-

cessità di fotocopiare per i più disparati

motivi? E quante volte i professori si

sono lamentati di avere un numero li-

mitato di stampe? Vi pare giusto che

Carlo debba portarsi a casa il foglio con

i documenti necessari per i compiti e

debba spendere buona parte del pome-

riggio inviando lo scan a tutti per e-

mail? Ecco così che abbiamo trovato

una soluzione, miracolosamente offerta

dalla scuola. Le applicazioni sono innu-

merevoli: ad esempio una sola scheda

potrebbe essere acquistata da una clas-

se intera, mi sottolinea Pietro Russo,

così da soddisfare il bisogno di tutti i

componenti della stessa. Anna infine mi

chiede, per quanto riguarda le richieste

di uscita anticipata, di ricordarvi di con-

segnare il vostro libretto direttamente

quando entrate al mattino, così da evi-

tare confusione. La saluto, lei mi augura

buona Pasqua con la strana emoticon di

un pulcino che esce da un uovo. L'ulti-

mo punto che voglio portare alla vostra

attenzione è l'AULA AUTOGESTITA, di

cui ho sentito soltanto vociferare e ri-

mane per me tuttora qualcosa di poco

chiaro. La sua reputazione è simile a

quella della Camera dei Segreti di Ho-

gwarts: ecco, magari evitate di andare

nel bagno delle ragazze al secondo pia-

no e sibilare in serpentese "Apriti", vi

assicuro che non accadrà nulla. In com-

penso, se foste curiosi, potreste chiede-

re ai vostri rappresentanti di classe di

ritirarne la chiave in centralino e poi

restituirla appena avrete terminato.

Dopo aver raggiunto il retro dell'aula

magna, ciò che vi si presenterà, aperta

la porta, sarà uno spazio fornito di un

computer, una stampante e un divano.

"Autogestita" perché la gestione è affi-

data direttamente ai ragazzi, che pos-

sono utilizzarla per qualsiasi scopo; so

che da qualche settimana a questa par-

te era divenuta il luogo per depositare

la felpe ancora da consegnare. Ora mi

limiterò a suggerire un paio di frangenti

in cui sfruttare questo delizioso angoli-

no, così che possiate spaziare con la

fantasia. Spesso i ragazzi che non fre-

quentano il corso di religione, vengono

sfrattati da una classe all'altra in cerca

di un'atmosfera come minimo soddisfa-

cente: perché non farli rifugiare qua

dentro? Oppure ancora, non amate il

caos che domina i corridoi durante la

ricreazione e vorreste godervi qualche

pagina della nuova biografia di Totti

"Mo je faccio 'er cucchiaio". Perché non

chiedere alla preside di tenere aperto

l'accesso a questo luogo durante quei

fondamentali minuti, ovviamente rima-

nendo entro un determinato limite di

persone? Le domande che pongo sono

veri e propri quesiti a cui bisogna trova-

re delle risposte; adesso come adesso,

le proposte sono tante, ma le soluzioni

che potrebbero essere prese in consi-

derazione sono estremamente poche. E

la verità è che non è finita qui: ci sono

una marea di segreti da svelare, paraca-

duti da utilizzare, facilities da utilizzare,

ma nessuno si è mai prodigato per far sì

che tutti ne fossero a conoscenza. Leg-

gendo questo articolo, quanti problemi

riguardo la vostra vita scolastica? La

realtà è che sicuramente c'è la soluzio-

ne anche per voi. È proprio quello che i

nostri rappresentanti di istituto tente-

ranno di fare, organizzandosi e inda-

gando per voi, con voi. Tutto è rimesso

nelle mani del singolo, che, prendendo

in mano il regolamento di istituto, po-

trebbe ideare qualche utilizzo intelli-

gente per tutto ciò che la scuola mette

a disposizione.

Gli elementi ci sono, sta a te sfruttarli.

Marco Fiore, 3 D

La proposta

dei nostri

rappresentanti Siccome credo che ci siano ancora tante altre possibilità date dalla nostra scuola che non vengono sfruttate perché non si conoscono la mia proposta è: 1) fare un'indagine di tutti i servizi

che la scuola offre concentrandoci su quelli meno conosciuti

2) individuare per ciascuna le modali-tà di utilizzo

3) diffondere quanto scoperto. È un'attività che secondo me contribui-rebbe al maggiore utilizzo di molte cose che,siccome sono state introdotte per venire incontro alle esigenze degli stu-denti,possono davvero migliorare la vita nella scuola. C'è bisogno però di più idee e aiuto per farlo. Per questo rivolgo a ciascuno l'invito a darmi una mano. In cambio temo che non ci sia altro che il piacere di aver fatto qualcosa di utile.

[email protected]

Pietro Russo

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IL CASSINISTA

Quello che le donne non dicono Un piccolo mondo segreto

Noi donne siamo le grandi dedicatarie di

poesie, canzoni, libri. Abbiamo fatto gi-

rare la testa ai grandi del passato: pen-

siamo a Cleopatra e a Marco Antonio,

pensiamo a Beatrice e Dante, a Montale

e alla sua “Mosca”, pensiamo a Marilyn

Monroe, icona di stile e amante dei fra-

telli Kennedy. Spesso siamo state para-

gonate ad angeli, eteree creature in gra-

do di salvare gli uomini. Eppure, nono-

stante questo compito salvifico, noi sia-

mo considerate fragili, pronte a spezzar-

ci al minimo soffio di vento.

Noi donne però non siamo debo-

li, nonostante secoli di storia ab-

biano cercato di farcelo pensare.

Ci hanno raccontato delle nume-

rose battaglie, nelle quali uomini

combattevano con altri uomini,

maneggiando prima la spada, poi

il fucile, e adesso armi di cui è

meglio non parlare per la loro

potenza distruttiva. Le donne,

sopratutto in passato, sono rima-

ste in disparte a guardare, ad a-

spettare che i loro mariti, i loro

padri, i loro fratelli tornassero da

loro. Stavano in casa, facevano le mas-

saie, accudivano i bambini. Nel frattem-

po gli uomini giocavano a dadi, beveva-

no per dimenticare, incontravano nuove

donne, più “fresche”, più giovani, più

vitali. Le donne hanno sempre sopporta-

to i molti soprusi e discriminazioni fatte

nei loro confronti. Oggi si parla di eman-

cipazione femminile, ma in realtà gli uo-

mini vengono ancora considerati il

“sesso forte”, solo perché stringono mol-

to forte la caffettiera e noi donne non

riusciamo a svitarla. Eppure lo stesso

uomo che stringe la caffettiera che non

riusciamo ad aprire, è lo stesso che chie-

de una pastiglia per la “brigola” che ha

sotto l'ascella (è una storia vera, ve l'as-

sicuro!). Nell'assemblea d'istituto di

marzo c'è stato lo spettacolo "Finché

morte non ci separi", una rappresenta-

zione teatrale a cura dei ragazzi del

gruppo di teatro. Il tema era la violenza

sulle donne. C'erano Ofelia, Pia De' Tolo-

mei (tanto cara a Dante), e poi tante al-

tre donne, donne moderne, che hanno

raccontato la loro storia. Gli attori e le

attrici che hanno interpretato i perso-

naggi sono stati molto coinvolgenti, gra-

zie anche alla bravura di Mauro Pirova-

no, che da anni gestisce il corso di teatro

qui al Cassini. Lo spettacolo non raccon-

tava solamente le storie di donne vitti-

me di violenza, ma raccontava anche la

forza che alcune di noi hanno avuto nel

ribellarsi, nei confronti degli uomini. Mi

ha colpito una scena, nella quale un ma-

rito infedele viene avvelenato dalla mo-

glie e dall'amante. Non è stato però l'u-

nico uomo a morire: altre donne hanno

ucciso in “Finché morte non ci separi”.

Altre invece sono riuscite a scappare dal

loro carnefice (dopo mesi di violenze e

soprusi), ma purtroppo non tutte hanno

avuto un lieto fine.Noi donne ci innamo-

riamo di uomini che non sanno amare, e

speriamo di poterli cambiare sopportan-

do in silenzio. Siamo stupide. Ab-

biamo una forza interiore enorme,

e spesso non sappiamo come u-

sarla. Forse alcuni maschilisti po-

trebbero obiettare che noi siamo

le “piagnone”, quelle dalla lacrima

facile. Vero, noi piangiamo, ma

non perché siamo deboli, piangia-

mo perché siamo sensibili. La vera

forza non si misura dalle quantità

di lacrime che versiamo. Mi ricor-

do durante l'alluvione di qualche

mese fa, una madre aveva fatto

chilometri a piedi, sfidando il mal-

tempo per raggiungere il marito

malato e la figlia down che aveva pro-

blemi di cuore. Ha impiegato ben sei ore

prima di raggiungere la sua casa. "Passo

dopo passo e con il passare del tempo,

sentendomi sempre più vicina ai miei

cari ho trovato la forza per proseguire.

Cadevo e mi rialzavo più volitiva di pri-

ma", racconta ai giornalisti dell'ANSA.

Questa è la forza che noi donne abbiamo.

Questo siamo noi.

Sarah Vignoly, 5 D

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IL CASSINISTA

Esperienze al Cassini

IL BARBONE INSIGNIFICANTE

L’incontro con Sergio Bambarén del 18 marzo in aula magna

Ecco un “barbone” insignificante con

la bandana, prevedo due ore di noia. Questo è quello che mi è venuto da pensare dopo una prima occhiata su-perficiale al volto di Sergio Bambarèn. Invece, col senno di poi, posso dire di essermi completamente sbagliato, co-me si suol dire, di aver preso un gran-chio. Le sue parole e i suoi racconti, infatti, hanno reso l’incontro nell’Aula Magna del Liceo G.D. Cassini un piace-re per il sottoscritto e per i numerosi presenti. Il nostro “barbone” è infatti una persona stupenda e speciale, per la quale vale il detto: “L’abito non fa il monaco”. Quest’uomo, con la sua pas-sione del surf e il mare nel sangue, ha deciso di distaccarsi dalla vita lavorati-va manageriale per dedicarsi, come se fosse un eterno bambino, alle sue più grandi passioni: il surf, la chitarra e i sogni. Bambarèn mi ha colpito molto per la sua modestia e per la sua umiltà che sono subito emerse, malgrado ve-nisse trattato dal suo collaboratore con esagerata ammirazione e un tanti-no di adulazione. Tuttavia Sergio (così si vuol far chiamare) ha cercato di in-staurare un rapporto confidenziale e quasi surreale tra un pubblico di ado-lescenti ed un celebre scrittore. Tutto ciò mi ha piacevolmente sorpreso, poi-ché vedere una celebrità umile e ami-chevole e non attaccata ai soldi è ve-ramente una rarità nel mondo attuale. Bambarèn, infatti, è rimasto, malgrado il grande successo letterario, un uomo semplice, ma speciale, legato al mare, alle sue origini e a ciò che gli dice il suo cuore. Un altro aspetto particola-re di questo surfista è il coraggio as-sieme alla voglia di seguire i propri so-gni, cose che lo hanno portato a fare scelte nella vita che lo hanno fatto sembrare “loco” (pazzo) alla vista de-gli altri. Questo coraggio e questa for-za di seguire ciò che dice il cuore sono

molto importanti e Sergio ha aiutato noi adolescenti a comprendere che nulla nella vita è impossibile se si se-gue il proprio cuore e se non si perde la nostra essenza interiore. Infatti se lui è riuscito a trovare un lavoro che gli piace e che gli lascia il tempo per dedicarsi al surf, perché uno come me dovrebbe rinunciare al sogno di diven-tare uno sportivo affermato? Sergio è riuscito a rafforzare le nostre convin-zioni a non fermarci mai davanti a niente perché il sogno può diventare realtà, anche casualmente, da un mo-mento all’altro. Bambarèn ha pronun-ciato una frase molto significativa: ha infatti spiegato che in America il sogno di tutti è essere miliardari, mentre lui preferisce essere più “povero” econo-micamente, ma più “ricco” nel cuore e più felice. Inizialmente, udita questa frase, non nego di aver pensato di a-ver a che fare con il solito “fanfarone”, tanto fumo e niente arrosto che parla come quando Crozza fa la satira di Renzi. Poi, però, ho capito che Sergio è una persona concreta e pura, che vive veramente in una casa semplice con i suoi più grandi amori; le tavole da surf, la chitarra e la moglie fotogra-fa, che timidamente assisteva alla “performance” del marito con un mi-sto di ammirazione ed orgoglio. Come se non bastasse, dopo che ci ha dato un po’ della sua “magia”, ha anche ri-sposto in maniera amichevole e, so-prattutto, esaustiva alle domande dei presenti. Alla fine della mattinata era cambiato del tutto il mio parere su quel “barbone con la bandana” e tutto per merito suo. Era arrivato con un’aria misteriosa e da sognatore ed ora se ne andava con il medesimo a-spetto, dopo che aveva condiviso con noi un po’ di se stesso e un po’ della sua essenza interiore, che è poi quella della vita felice.

Pietro Sartori, 1 F

L’ANGOLO

DELLE CITAZIONI

Le massime del Cassinista

“L'unico vero rischio nella

vita è non voler correre

alcun rischio. ” Sergio Bambarén

“La fortuna sorride solo alla

mente pronta ad accoglierla.” Isaac Asimov

“A volte è meglio tacere e

sembrare stupidi che aprir

bocca e togliere ogni dubbio.” Oscar Wilde

“Avrai davvero capito una

cosa quando sarai riuscito a

spiegarla a tua nonna.”

Albert Einstein

“Se tu hai una mela, e io ho

una mela, e ce le scambiamo,

allora tu ed io abbiamo sem-

pre una mela ciascuno. Ma se

tu hai un'idea, ed io ho un'i-

dea, e ce le scambiamo, allora

abbiamo entrambi due idee.” George Bernard Shaw

“Il mondo è pieno di cose ov-

vie che nessuno si prende mai

la cura di osservare.”

Arthur Conan Doyle

“Mettere ordine nel caos,

questo è creare” Guillaume Apollinaire

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IL CASSINISTA

Felpe Il mistero della puntualità

Cari lettori, spero che siate un po’ di più dei ven-ticinque di Manzoni. Essendo il mio primo articolo, chiedo perdono per qualsiasi errore io possa commettere perché l’emozione c’è ed è tanta. Parlando di cose serie, invece, come tutti ormai sapete, nella nostra scuo-la è abitudine che i rappresentanti, al momento della candidatura, nelle lo-ro liste inseriscano un punto chiama-to “Felpe”. Ebbene io oggi sono qui ad analizzare come è stato svolto il loro lavoro quest’anno. Innanzitutto penso che dovremmo ringra-ziare la nostra rappresentan-te Luna Montervino per es-sersi occupata da sola della questione. Come ogni anno, da quando frequento il Cassini, durante la presentazione delle liste tutti i candidati promettono che le felpe arriveranno pri-ma di Giugno, cosa che non è mai avvenuta. Quest’anno, stranamente, ci sono riusciti! Dopo molti problemi, tra mil-le varietà di modelli di felpe, di loghi, di colori siamo riu-sciti a ricevere le nostre felpe in un periodo in cui sono an-cora utilizzabili. Peccato però che non sia stato così per tutti, in alcune classi le felpe sono arrivate con notevole ritardo rispetto alle altre, così ne ho domandato il motivo a Luna, la nostra rappresen-tante, la sua risposta è stata questa: “Alcune combinazioni colore-modello non sarebbero state rese disponibili al momento di saldare l’ordine causa insufficienza pezzi da parte del forni-tore e dunque sarebbero arrivate

successivamente rispetto alle altre”. Inoltre abbiamo affrontato delle vo-tazioni per scegliere il logo da stam-pare sulle felpe e ha vinto quello me-no simpatico e rappresentativo fra le proposte. E non sono l’unica a pen-sarlo perché facendo un po’ di chiac-chiere nei corridoi, prendendo perso-ne totalmente a caso, la mia opinione è stata confermata, tra l’altro mi sembra che non c’entri assolutamen-

te nulla con la nostra scuola. Oltre al logo ci è stato proposto di scegliere anche il modello di felpa, stile “College”, felpa con il cappuccio, sen-za cappuccio, con cerniera, senza cer-niera,con le maniche bianche o colo-rate (per quanto riguarda le felpe “College”), una grande gamma di co-lori da bianco a nero, da verdi a ros-se. Insomma, tra la vastità di colori e

modelli, ci hanno dato così tanta li-bertà di scegliere la nostra PERSONA-LE felpa che si sono complicati la vita! E non solo, alla fine, le felpe non sembrano nemmeno appartenere tutte alla stessa scuola! A volte è me-glio rimanere nella semplicità e non esagerare! Sarebbe stato meglio se avessimo creato un logo da utilizzare nel tempo, così per esempio, fra dieci anni potremmo riconoscere chi fre-

quenta il Cassini, piuttosto che fare un concorso in fretta e furia ogni anno per scegliere un disegno che andrà bene solo per pochi mesi. Inoltre per i corridoi sono girate anche delle voci ri-guardo, al fatto, che alcune persone si siano appropria-te di alcune felpe senza pa-garle; riguardo a ciò non sono riuscita a trovare ne conferme ne smentite; a questo punto spero nell’onestà e nel buon sen-so delle persone e mi augu-ro che questa sia solo una di quelle “Stupide voci di corridoio”. Luna tutto sommato devo farti i miei complimenti poi-ché sei riuscita, per la pri-ma volta, a consegnare tut-

to in tempo e sono davvero curiosa di sapere come hai fatto, visto che è sempre sembrata un cosa così diffici-le! Magari potrà diventare il segreto che vi tramanderete da un rappre-sentante all’altro. Scrivendo questo articolo natural-mente ho espresso la mia opinione e ho provato a fare un po’ di sana critica.

Alessandra De Simone, 2B

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IL CASSINISTA

Essi sono tra di noi..

e non gli extraterrestri, ma badate bene: i

Ritardatari.

Sono presenti dappertutto: la concentra-

zione varia da classe a classe, con un pic-

co che si raggiunge nella Redazione del

Cassinista.

Come in una loggia massonica, spesso i

Ritardatari non si conoscono tra di loro,

ma si trovano a condividere tutti i giorni

le stesse situazioni, come la maratona

per entrare a scuola in orario..

Secondo uno studio pubblicato dalle bi-

delle dell’atrio, non tutti i Ritardatari so-

no uguali, siccome rincorrere il tem-

po è una scelta etica che varia da

individuo a individuo…

IL RITARDATARIO DELLA MATTINA

Ritardo seriale: tutte le mattine si

sveglia tardi o si addormenta in ba-

gno e questo lo porta a corse contro

il tempo per arrivare a scuola senza

essere fermato nell’atrio. Non è mai

solo, e questo lo conforta, anzi spes-

so cerca delle scorciatoie per guada-

gnare tempo seguendo i suoi ‘’compagni

di ritardo’’, ovvero gente sconosciuta

che condivide lo stesso pensiero con lui,

tutte le mattine: ENTRARE A SCUOLA.

Il ritardatario della mattina è un

centometrista più che allenato, capace

di compiere il tragitto Brignole-Atrio in

meno di un minuto, fatto che lo porta

ad accasciarsi sulle scale al momento

della salita in classe. Probabilmente è

la persona più odiata dai prof della

prima ora.… La frase più usata da

questo individuo è :

‘’Raga sono in ritardo, dite al prof che un

cane mi ha morsicato una gamba.’’

IL RITARDATARIO DEI COMPITI IN CLASSE

Scrive, cancella, poi riscrive e infine rican-

cella.. insomma questo individuo ha biso-

gno di tre ore per finire il compito in clas-

se dalla durata di un’ora.Il compito in

classe è una lotta contro il tempo, fatto

che porta questo Ritardatario a portarsi

dietro tre orologi da polso, uno da taschi-

no, un orologio a pendolo e un portatile

cucù svizzero sotto il banco. La maggior

parte delle sue verifiche ha gli angoli del

foglio strappati: per ritirare il compito il

prof ha dovuto strapparlo letteralmente

dalle mani dello studente!!

IL CASSINISTA RITARDATARIO

Sta scrivendo il suo articolo in ritardo,

mentre dal telefono arrivano mille notifi-

che dell’impaginatore e delle illustratrici,

che sollecitano l’uscita dell’articolo. È una

realtà più che affermata nel nostro gior-

nalino, nonostante le fiscalissime scaden-

ze. Si difende utilizzando la scusa del fuso

orario, dell’ora legale o dell’eclissi di sole,

ma stando sempre attento a inventarsi

una storia credibile per non venire aggre-

dito. Il Cassinista ritardatario sa di essere

in ritardo, e perciò cerca di evitare di in-

crociare nei corridoi il Caporedattore o

l’Impaginatore, che lo stanno cercando

per fargli il calzettone. *

lL RITARDATARIO CRONICO

E’ raro e questo è un bene: è perenne-

mente in ritardo, che si tratti di andare al

cinema o del primo appuntamento con la

sua ragazza. Il suo ritardo è preciso e

puntuale: mezz’ora spaccata, non un mi-

nuto in più ne uno in meno.

Gira con la cintura dei pantaloni in mano

e le scarpe slacciate: non ha ancora avuto

il tempo di vestirsi completamente..

Passa talmente tanto tempo a program-

mare il suo pomeriggio e gli orari precisi

con le attività da fare, che non riesce a

fare nulla.Fa i compiti di matematica, ma

della settimana prima!

Non sa leggere l’orologio, e per que-

sto si affida al cellulare, che puntual-

mente si spegne per batteria scarica

nei momenti di bisogno, costringen-

dolo a ricaricarsi elemosinando cor-

rente in gelaterie, pub o qualsiasi ne-

gozio trovato nelle vicinanze..

Insomma, il ritardatario cronico è in

via di estinzione, e spero non vi capiti

mai di conoscerne uno!

ps: perdona il mio ritardo…signor Impagi-

natore

pps: “Giuditta”, ecco, sei stata citata in

un articolo Giudi!!!

*nota dell’impaginatore: purtroppo il

Cassinista ritardatario ha una capacità

innata a farsi perdonare con la sua tra-

volgente simpatia. Dato che la passa

sempre liscia aumenta sistematicamente

il suo ritardo mandando sempre di più in

esaurimento nervoso il povero impagina-

tore che, per rispettare le sue scadenze, si

ritrova costretto a svolgere il suo lavoro

in tempi da Guinness World Record.

RITARDARE HVMANVM EST

(perseverare anche)

Giorgio Rossi, 5 L

www.il-cassinista.weebly.com Aprile 2015 10

IL CASSINISTA

“ IL VALOROSO COMPAGNO SCALANDRI”

Un salto nel passato del Cassini

Fra le più caratteristiche liste d’Istituto

viste in questi anni al Cassini, sicuramente

merita attenzione la “lista Scalandri”, pro-

posta dall’omonimo compagno durante le

elezioni dei rappresentanti dell’anno scor-

so. Abbiamo quindi contattato l’ideatore

della suddetta lista al fine di saperne

qualcosa in più. Giusto per introdurre

l’intervista ecco come si presentava una

parte del manifesto di Scalandri:

Ecco il piano di conquista e sviluppo del

sogno socialista scalandriano,

diviso in quattro punti chiave:

PIANO MILITARE

(ESPANSIONISTICO)

- Marcia sulla presidenza: le

stanze del potere diventeranno

le stanze del popolo. Qui sarà

posta la base del CC, dalla

quale i compagni più valorosi

opereranno nel rispetto del ma-

nifesto scalandriano.

- Trasformazione dell’osservatorio

LISA in LISA (Lanciamissili Internazionale

Scalandriano Anticapitalista)

- Conquista del Barabino, edificio borghe-

se mascherato da piattaforma socialista. I

gretti occupanti dello stabile saranno rial-

locati nel nuovo gulag del popolo in via

Scalandri (ex via Serra).

PIANO STRUTTURALE

-Demolizione della succursale, tanto or-

mai è solo una questione di tempo prima

che crolli.

-Reimpiego del suolo sottostante la sud-

detta per un gulag punitivo di ultima ge-

nerazione.

-L’auletta autogestita diventerà finalmen-

te un centro sociale, tanto per rendere la

cosa ufficiale.

PIANO SOCIALE

-Istituzione del CCCP (Comitato Centrale

Cassinisti Proletari)

-Adozione di Internazionale come unica

polifonia ammessa all’interno del Liceo,

che sarà interrotta solamente dalle comu-

nicazioni via interfono del CCCP.

-Basta alle ronde fasciste nei bagni del

quarto piano! Un compagno deve poter

essere libero di fumare dove cazzo vuole!

PIANO ECONOMICO

-Condivisione totale dei beni, la tua focac-

cia è anche del compagno Scalandri. Biso-

gna estirpare l’invidia e l’avidità capitali-

sta dagli animi borghesi.

-Abolizione del macchinoso sistema capi-

talista del registro elettronico, ultima ar-

ma dell’oppressore Borghese. Si torni alla

cellulosa che tanta fama ha donato al

compagno Marx.

-Siamo stufi di dover pagare dazio alle

multinazionali del panino e del distributo-

re automatico. Autarchia alimentare!

Ci potrebbe raccontare alcune delle sue

gesta compiute durante le elezioni?

Certamente, purtroppo ora come ora la

memoria non mi aiuta e l'età è quella che

è, ma posso dire senza alcuna ombra di

dubbio che ho perseguito l'ideale comuni-

sta (ergo mi sono autoperseguito) tramite

gesti eclatanti e rivoluzionari. Impossibile

dunque non menzionare il manifesto elet-

torale ricamato a mano dalle fedeli sarte

del Comitato Centrale che è stato esposto

per la tromba delle scale del liceo e che,

inevitabilmente, è entrato nella storia del

Cassini come "più lungo striscione mai

esposto". Ma non è nulla in confronto al

Golpe di Ottobre, dove centinaia di com-

pagni si sono radunati nell'atrio del liceo

per esprimere il più totale dissen-

so nei confronti del potere bor-

ghese rappresentato in essere dal-

la figura della Preside.

Un messaggio per tutti i cassinisti?

Cari compagni Cassinisti, lottate

fino alla fine per la liberazione del

Liceo, portate Scalandri nei vostri

cuori, poiché dotato di infinita

bontà, comprensione e giustizia.

Non lasciatevi infangare dagli

sporchi fascisti nascosti tra i banchi, non

siate invidiosi dei borghesotti bastardi,

ricchi, discotecari, tirati e sboroni che al

Cassini abbondano in ogni dove. Gridate

la vostra fierezza proletaria!! Al bando le

marche, le mode, il glamour, e i figli di

papà!! Non siate diversi ad ogni costo ma

siate semplicemente voi stessi (e preferi-

bilmente elettori scalandriani)!

E per concludere, tre cose essenziali per

il Valoroso Compagno Scalandri?

Droga, rivoluzione e fascisti morti. Scusa.

Fascisti e leghisti morti.

In conclusione ringraziamo il compagno

Scalandri per l’intervista concessa da colui

che ha scritto “Onorevole Compagno Sca-

landri” sul muro dello spogliatoio maschi-

le della sede, così da averci permesso di

venire a conoscenza di un pezzo di storia

del Cassini.

Fabrizio Gargano, 1 H Ken Xhelaj, 1 H

www.il-cassinista.weebly.com Aprile 2015 11

IL CASSINISTA

Ogni scuola ha i suoi scheletri

nell’armadio, i suoi misfatti, i suoi falli-

menti e, pure, i suoi morti, indi non v’è da

stupirsi se il Cassini ha le sue oscure pre-

senze. La storia che vorrei raccontarvi

oggi è d’una di quelle presenze, la quale

sembra abitare i bagni della sede e mi fa

pensar, in profondo del cuor mio,”Grazie

agli Dèi sono in succursale”.

Uno studente, che noi chiameremo X, si

trovava nei bagni del primo piano della

sede a fare tranquillamente ciò che si fa

nei bagni, insomma nulla d’eccezionale,

quando una strana presenza lo prende da

dietro e lo scaraventa fuori dal bagno con

una forza immensa. Correva il 31 Marzo

2001 quando ciò avvenne. Tutt’oggi, X,

non ha idea alcuna di ciò che possa averlo

aggredito, sa soltanto che la forza con la

quale lo fece sbatter contro il muro era

tale d’averlo paralizzato dalla vita in giù

ed avergli incrinato quattro costole. Gra-

zie ad un mio compagno di scherma ho

potuto aver colloquio con lui e n’è emer-

so che dopo l’accaduto X ha cambiato

scuola, ma ancora oggi sogna l’evento e

non sa spiegarsi del perché sia avvenuto.

Ei ha ipotizzato che avesse “varcato”

qualche confine che quest’entità non vo-

leva varcasse. Quello di X non fu l’unico

caso, ve ne sono molti altri, ma per ca-

renza di spazio ne elencherò solo i più

degni di nota. 15 Ottobre 2003, una ra-

gazza ed il suo fidanzato decidono

d’avere una ricreazione, come dire,

“divertente” e di chiudersi nei bagni del

primo piano a “giocare”. Nel bel mezzo

del “gioco”, qualcosa apre la porta e tra-

scina fuori il ragazzo ed inizia a sbatterlo

( non nelle modalità nelle quali lo stava

facendo la ragazza) su d’un muro. La ra-

gazza, assistendo con orrore alla scena,

corre a chiamare aiuto e torna li con due

professori, ma al suo ritorno trovano solo

il ragazzo svenuto che blatera solo frasi

senza senso e con connessioni logiche

molto contorte farcite con scelte morfo-

logiche discutibili. Una volta rinvenuto, il

ragazzo, raccontò questa storia, però né i

professori né i compagni lo crederono e

pensaron che lo shock gli aveva alterato i

ricordi, indi diedero la colpa ad un altro

ragazzo, al quale piaceva la fidanzata del

primo ragazzo, e lo rinchiusero in un car-

cere minorile. Appena uscì rapinò un ne-

gozio ed uccise una coppia di pensionati,

ma questa è un’altra storia. Nel 27 Feb-

braio del 2004 avvenne un altro incontro,

quando un ragazzo ebbe la sfortuna di

fare i suoi bisogni nel bagno sbagliato,

indi potete già immaginare cos’è succes-

so. Il ragazzo sentì una mano sulla spalla

ed infine una voce maschile sussurrare

<<Fuori dalla mia dimora.>>. Inutile dire

che il giovine non se lo fece ripetere e se

ne andò ai bagni del secondo piano,

senz’altro più sicuri. Un altro notabile e-

vento avvenne nel 21 Gennaio dell’anno

2007, un ennesimo giovine si trovava in

quei bagni durante la ricreazione decide

di chiamare gli amici e, in un momento

d’eccezionale stupidità, di compier una

gara a chi sarebbe riuscito ad urinare più

lontano. Nel ben mezzo della “gara”, i

giovini vedon che le loro urine infrangersi

contro un muro invisibile e decidono

d’interromper la “gara” chiamare un bi-

dello ed allertarlo della situazione, ma,

appena arrivato il bidello, vide solo un

gran casino e nessun muro invisibile, indi

inviò i ragazzi in presidenza e li ricevette-

ro una nota disciplinare. Sinceramente,

nemmeno io credo a questa storia, in

quanto sembra appena uscita da una

commedia con Massimo Boldi. Gli eventi

poi proseguono in una scala generalmen-

te minore e, senz’altro, meno notabili

rispetto ai precedenti, tali eventi sono:

rumori di passi, strane brezze fredde, sibi-

li ed, in misura minore,tocchi da parte del

fantasma. Ciò nonostante( e si, si scrive

tutto attaccato) nel 26 Settembre 2014

avvenne un evento notevole, un ragazzo

venne aggredito. Tale ragazzo stava pre-

parando uno scherzo per un suo amico,

quando il fantasma lo spinse contro il mu-

ro e, così facendo, perdere i sensi. Quan-

do rinvenne, il giovine, decise di raccon-

tare la storia in giro e, caso volle, ch’io mi

trovassi nel posto giusto al momento giu-

sto per sentirla, così iniziai a condurre

un’indagine, prima chiedendo ai miei

compagni di scherma, alcuni dei quali a-

vevano frequentato il Cassini prima di

me, poi agli esperti del settore e, da tali

ricerche, emerse un avvenimento non

molto conosciuto, ma alquanto macabro

ed avvenuto nel medesimo loco dove so-

no avvenute le storie summenzionate.

Tale avvenimento consiste nella scompar-

sa d’uno studente del Cassini nel 19 di

Gennaio dell’anno 1965( giorno in cui av-

venne la denuncia), ma, or si chiederanno

i miei lettori, cosa v’è di macabro nella

scomparsa d’un ragazzo? Nulla, invero,

sennonché sembrava che la carcassa di

tale ragazzo fosse stata rinvenuta, pro-

prio nei bagni del piano I, alla cui carcassa

sembrava fossero state asportati gli occhi

e le palpebre ed il ventre li fosse stato

squarciato in modalità tale da permetter

la visione degli organi più interiori, ma

quando gli studenti che l’avevano trovato

allertarono i professori, il cadavere era

svanito ed, al posto suo, v’era una scritta

in pennarello nero che recitava ”Non mi

avrete mai, né vivo, né morto.”.

Io, sinceramente, non credo a tali storie

ed le ritengo frutto più della fantasia che

della realtà, ma è anche possibile il con-

trario, a voi il giudizio.

Il fantasma del Cassini

Leonardo Giannissav

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IL CASSINISTA

>Lo Svarione Della Domenica<

ESTATE (Jovanotti)

Vedo nuvole in viaggio che hanno la forma delle cose che cambiano mi viene un po’ di coraggio se penso che le cose poi non rimangono mai come sono all’inizio 2013 un nuovo solstizio se non avessi voluto cambiare oggi sarei allo stato minerale mi butto mi getto tra le braccia del vento con le mani ci faccio una vela e tutti i sensi li sento più accesi più vivi come se fosse un’antenna sul tetto che riceve segnali da un mondo perfetto Sento il mare dentro una conchiglia Estate l’eternità è un battito di ciglia Sento il mare dentro una conchiglia Estate l’eternità è un battito di ciglia Faccio file di files e poi le archivio nel disco per ripartire non li riaprirò mai il passato è passato nel bene e nel male come un castello di sale costruito sulla riva del mare niente resta per sempre nel tempo uguale mi butto mi getto tra le braccia del vento con le mani ci faccio una vela aeroplani coi libri di scuola finita per ora inclinato come l’asse terrestre voglio prendere il sole, è il programma del prossimo trimestre Sento il mare dentro una conchiglia Estate l’eternità è un battito di ciglia Sento il mare dentro una conchiglia Estate l’eternità è un battito di ciglia Come un’orbita la vita mia gira intorno a un centro di energia sento il tuo respiro che mi solleva è una vita nuova Sento il mare dentro una conchiglia Estate l’eternità è un battito di ciglia Sento il mare dentro una conchiglia Estate l’eternità è un battito di ciglia

ABATE (Gabriele De Leo)

Vedo MIGNOLET in BAGGIO che hanno la SOMMA delle cose che CAMBIASSO mi viene un po’ di coMAGGIO se penso che le MOSES poi non rimangono mai KONE sono all’inizio 2013 un nuovo soltIZZO se non aMESSI voluto cambiare GIORGI sarei allo stato DI NATALE mi BUTT mi getto tra le CACCIA del BENTO con LEALI ci faccio LAMELA e tutti i sensi li sento MILLESI più VIDIC come se fosse un’ANGELLA sul tetto che riceve BENALI da un MILANETTO Sento il SUAREZ dentro una PINILLA ABATE l’eternità è un battito di BIGLIA Sento il SUAREZ dentro una PINILLA ABATE l’eternità è un battito di BIGLIA Faccio RIISE di WEISS e poi le arBRIVIO nell’ISCO per ripartire non li GAMEIRO mai il PASQUATO è PASQUATO nel bene e nel male GASTALDELLO di sale costruito SOMMARIVA del mare niente NESTA per sempre nel MESTO uguale mi BUTT mi getto tra le CACCIA del BENTO con LEALI ci faccio LAMELA aeroPJANIC coi libri di VIOLA finita per ora inclinato come l’asse SILVESTRE voglio prendere il sole, è il LAMANNA del prossimo trimestre Sento il SUAREZ dentro una PINILLA ABATE l’eternità è un battito di BIGLIA Sento il SUAREZ dentro una PINILLA ABATE l’eternità è un battito di BIGLIA Come un’orbita la vita mia gira ALBORNO a un centro di energia sento il CASEMIRO che mi CANDREVA è PORTANOVA Sento il SUAREZ dentro una PINILLA ABATE l’eternità è un battito di BIGLIA Sento il SUAREZ dentro una PINILLA ABATE l’eternità è un battito di BIGLIA

Gabriele De Leo, 4 L

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IL CASSINISTA

L’ANGOLO DEL “BRUZZA” … spunti di riflessione per cassinisti curiosi…

Elogio dell'errore e dell'imperfezione

È opinione diffusa che la scienza sia il luogo della cer-tezza e della verità. Sarebbe molto rassicurante, ma non è così. Il leitmotiv che segna il quoti-diano lavoro di ogni scienzia-to è il dubbio e la parola "verità" non appartiene al les-sico della scienza. I motori della scoperta scientifica, an-che se può apparire strano, sono gli errori e le anomalie. Basta volgere lo sguardo al passato per costatare come la scienza proceda non per accumulo di verità ma per continue rettificazioni: la fisica newtoniana non si aggiunge alla fisica aristotelica, ma la ribalta. La rela-tività einsteiniana non completa la meccanica di Newton ma rovescia i si-gnificati dei concetti su cui quest'ultima si fonda, come tempo, spazio, materia. La teoria dinamica del calore (il punto di partenza dell'odierna termodinami-ca) non amplia la teoria del "calorico" (la teoria che guidò per gran parte del XIX secolo lo studio dei feno-meni termici) ma la demolisce definiti-vamente. Per quanto paradossale possa apparire, la storia della nostra conoscenza ci con-segna un percorso che si sviluppa all'in-terno di un cimitero di teorie: ciascuna svela gli errori della precedente. Si trat-ta di un percorso che ci insegna non proprio come il mondo è ma come esso non è. Gli studenti dell'ultimo anno sentiran-no riecheggiare in queste ultime frasi i temi della filosofia di Karl Popper (e se ancora non sentono questa eco presto

la sentiranno). Molti lettori del Cassini-sta avranno quindi già riflettuto sul-l'importanza dell'errore nel tracciare una linea di demarcazione tra ciò che è o non è scientifico: una teoria può fre-giarsi tanto più autorevolmente del marchio di scientificità quanto mag-giormente è refutabile. Le teorie fisi-che, ad esempio, fanno previsioni mol-to precise che possono essere control-late sperimentalmente. Se il confronto con il dato empirico fallisce, non ci so-no alternative: c'è qualche errore nella teoria e perciò va eliminato. Non così accade in altri ambiti, ad esempio quel-lo in cui si muove l'astrologia: sono am-biti in cui le teorie non esibiscono in anticipo i loro potenziali falsificatori e quindi non possono essere refutate. Guardate perciò con sospetto le teorie che spiegano tutto e che non sbagliano mai. Esse non hanno nulla a che fare con la scienza ma, nella maggior parte dei casi, sono alimentate dalla magia e dalla superstizione. Dopo queste brevissime considerazioni sull'errore voglio dedicare l'ultima par-

te del mio intervento all'im-

perfezione. Lo faccio riportan-do una riflessione di Rita Levi Montalcini. Se confrontassimo – osserva-va la scienziata – uno dei tan-ti insetti fossili, conservato da decine di milioni di anni nel-l'ambra, con l'analogo insetto vivente ai giorni nostri, non rileveremmo alcuna differen-za: i due insetti apparirebbe-ro perfettamente identici. Ciò accade perché gli insetti sono macchine perfette e co-

me tali non possono evolvere. Molto diverso – continuava la Montalcini – è invece il discorso per la macchina uma-na. In questo caso siamo di fronte a una struttura imperfetta ed è grazie a questa imperfezione che l'uomo conti-nua a evolvere. Ormai è quasi una consuetudine della rubrica: lasciarsi, fino al prossimo nu-mero, con una riflessione che possa accompagnarci in qualche momento delle nostre faticose giornate. Il pensie-ro che questa volta voglio lasciare ai lettori del Cassinista non proviene da un uomo di scienza ma da una poetes-sa, da poco scomparsa, che amo parti-colarmente: Alda Merini, una donna coraggiosa che ha attraversato la follia e l'ha trasformata in pura luce. Parlando di sé, della propria anima, dis-se: "Sono contenta di vivere in una condizione di equilibrio molto precario, perché si può cadere. Ma è solo caden-do che ci si può rialzare". Al prossimo numero….

Prof. Giusepppe Bruzzaniti

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IL CASSINISTA

Massimo Ferrero, Beppe Grillo, Maurizio Crozza, Marco Fiore e Giovanni Alessan-dro Pedullà, questi sono solo i nomi di alcuni degli strani e numerosi(ed a loro modo curiosi) personaggi che s’aggirano per le vie di Genova, che, di questi, tem-pi sono assai comuni, più comuni di don-ne canidi, hypster ed altra gente che Sa-tana non vorrebbe mai all’Inferno, ma vi siete mai chiesti come questa “pandemia” sia cominciata? Chi fu il pri-mo strambo della città? Chi per primo venne ricordato principalmente per aver fatto un’azione, o più, “insolite”, “strane”, “folli” o, semplicemente, defi-nibili come pazzie? Beh, io non so chi sia stato “il pazzo zero”, ma so che girano da molto tempo per la Superba, e ciò che vi sto per rac-contare è la storia di uno di loro, il Maestro d’arme Antonio Quintino, nato nel 15XX e morto nel 16XX. Prima di passare alla sua storia, debbo fare un lieve excursus sul perché lo conosco e sulla rarità del-le sue opere, indi se digitate Anto-nio Quintino su Google troverete massimo cinque risultati e quattro sono discussioni mie e dei miei compagni di scherma chiuse, per ciò vi risparmio già la fatica di farlo. Ed ora vi chiederete come ho fatto ad avere tali informazioni, giusto? Detto fatto, chi devo ringraziare è il mio istruttore di scherma, Il Signor Magnifi-co Colonnello(m’ha obbligato lui a scri-vere questo epiteto) Daniele Calcagno, il quale durante una lezione mi mise al corrente dell’esistenza d’una tecnica di scherma per combattere mucche da guerra e, dopo molta esitazione, mi spi-gò nel dettaglio la storia d’Antonio Quin-tino e le sue tecniche schermistiche, tanto buffe, quanto utili( anche se su quest’ultima affermazione ho non poche

riserve). Ora mettetevi comodi e rilassa-tevi, poiché vi sto per raccontare la sto-ria di Antonio Quintino, lo sbirro che spiegò come s’eludevano gli sbirri. Sappiamo ben poco di Antonio Quintino, sennonché ei fu un maestro di scherma bolognese e che è uno dei più importan-ti, ed allo stesso tempo meno conosciu-ti, maestri del genere. Al livello biografi-co sappiamo ben poco di lui, sappiamo che fu al servizio di Carlo Doria( non ser-ve spiegare quanto fosse importante quest’uomo nel mondo seicentesco), che comandò gli sbirri( poliziotti) ed i secon-dini della Repubblica per un dato periodo

intorno al 1610 e che scrisse due libri, uno( quello di cui oggi parleremo) un trattato di scherma e l’altro un resoconto d’un operazione di “sfratto” avvenuta ai danni dei mori di Spagna e da lui guidata. Ora, essendo che lo scritto inerente allo “sfratto”, pulizia etnica invero, è un co-mune rapporto il quale non brilla per nessuna qualità, indi noi parleremo del “Giojello di sapienza…”( metto i punti di sospensione poiché il nome è davvero lungo), ovvero, forse, il più curioso trat-

tato di scherma mai scritto. Tale libro contiene alcune delle più inutili, curiose, strane ed, almeno spero, efficaci tecni-che di scherma della storia, come la tec-nica per vincere una mucca da guerra, uno sciame di api, un lupo, un cavallo, un uomo armato di pistola o un uomo molto più forte di voi. Tra l’altro, tale libro, ci da pure qualche spunto di riflessione sull’etica lavorativa di Quintino, poiché esso contiene alcuni “trucchi” per eluder i controlli da parte degli sbirri, ad esempio spiega che se ti metti oggetti contraffatti sotto la lingua o nelle mutande in vicinanza del pube,

probabilmente, riuscirai ad elude-re i controlli dei doganieri della Repubblica e contrabbandare in santa pace. Meno male che dove-va fermarlo il contrabbando. E’, inoltre, notabile il fatto ch’egli abbia raccolto dati, per così dire, “empirici” sul comportamento de-gli animali da cui ha preso la mis-sione di divulgarne le tecniche di-fensive, come non citare di quando sputò negli occhi di tutti i cavalli dell’esercito repubblicano per ve-dere se erano mordaci e, ora, non dobbiamo stupirci se la maggioran-za di essi l’ha morso. In sintesi si può dire che Antonio Quintino fu sicuramente una per-

sona curiosa( per non dire bizzarra), che merita d’esser ricordato per aver, o al-meno aver tentato, stilato un’opera completa ed accessibile a tutti, per via del volgare usato, che tratti d’autodifesa contro un gran numero di minacce( alcu-ne più, alcune meno). Detto ciò vi saluto, sperando d’avervi intrattenuto ed incuriosito per questo breve tempo.

Giovanni Alessandro Pedullà, 2 C

Antonio Quintino, lo sbirro che spiega come eludere gli sbirri.

Storia della città straniera capitolo secondo

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IL CASSINISTA

Quando fuori piove…

Inquadrature in Sicilia

Terra di sole, terra di caldo, la Sicilia è sempre stata qualcosa più che uno sfondo per le storie che si sono svolte in quel territorio, dal verismo in poi. L'insularità è uno stato mentale, prima di tutto. Due figli di questa terra, diver-si tra loro, hanno interpretato l'evolu-zione di questa isola in modo a tratti simile, a tratti differente, in questi due film: PerdutoAmor (di Franco Battiato, 2003) e Baarìa (di Giuseppe Tornatore, 2009).

Differenziamo subito le due opere con delle note biografiche: l'allora 58enne cantautore, al primo film, ha lasciato Jonia per la nebbiosa Milano del Club 64 quando era ancora un giovane con il sogno della musica, mentre Tornatore è cresciuto professionalmente a Paler-mo, arrivando da lì ad Hollywood. Ciò che accomuna i film è la scelta di una successione temporale che accom-pagna per mano un protagonista che cresce fisicamente, mentre i minuti del film passano.

In PerdutoAmor, Battiato racconta la storia di Ettore, giovane che ha ricevu-to sin da piccolo un'educazione di pri-m'ordine, tra studi pianistici e colloqui filosofici con Manlio Sgalambro che ri-corda un Dio greco, pronto a commen-tare, iniziando e concludendo il film, con spirito salace e distaccato il destino degli uomini siculi. Ettore però decide di fuggire a Milano per scrivere e suo-nare la tastiera, quasi tradendo questa terra che tanto gli ha dato. Ciò che stu-pisce è quanto Battiato riesca a trasfi-gurare ogni azione rendendola rituale, sciamanica o coprendola di un velo di misticismo unico. I pensieri di un pro-fessore di filosofia diventano raggio di luce, il cucito si rivela momento di ana-lisi antropologica ed un abito si carica di un misterico esotismo. I movimenti di camera sono unici, forse vicini a quelli di Lynch, ma l'armosfera data dagli sfondi e dai colori, rende il tutto meno stridente, la storia scorre come se noi fossimo degli spettri immersi re-almente nella pellicola. Ogni cosa fa parte di un tutto che è per Battiato la Sicilia, intesa quasi con significato teo-retico o forse addirittura metafisico.

Esistenziale è la Sicilia di Baarìa, che fa sudare lo spettatore, lo fa palpitare e emozionare. Peppino vivrà la Sicilia del fascismo, quella della guerra, quella delle elezioni e quella degli anni '80. Cosa cambierà tra una e l'altra? Gli uo-mini; sono loro che rendono sempre nuova Bagheria. Questo paesino è una madre che guarda i propri figli con a-morevole distacco, anche se questi de-cidono di prendere una via che si disco-sta da quella per loro sognata, ed è sempre pronta a sistemargli la camicia o soffiargli il naso. Ma non c'è nulla di metafisico in questo, la personificazio-ne non esercita la sua importanza a li-vello caratteriale, ma fattuale: Peppino

agisce, picchia chi ha torto, corre per guadagnarsi soldi e rispetto, lo fa sin da piccolo, e forse non ha mai realmente smesso di farlo. Un Siciliano meditati-vo, forse, finirebbe come il personaggio di Beppe Fiorello, rimasto segnato a vita dallo sbarco americano. Un cast stellare, realizzazione da peplum e mu-siche di Morricone non sono però ser-vite a salvare questo film da un severo giudizio della critica. Guardatelo e fate vobis, personalmente la

''Sicilia del pensiero'' di Battiato è molto più interessante di quella di Tornatore, che però ha moltissimi pregi, tolta una prevedi-bilità di fondo che permea tutto il girato, che contestualizzata, come in ''Nuovo Cine-ma Paradiso'', ha un suo perchè, ma in questo film appesantisce il tutto.

P.S.: se volete un consiglio da amico, non

guardate gli altri film di Battiato, che è

stato giustamente premiato per PerdutoA-

mor tra gli altri dal Nastro d'Argento, per-

chè sono uno più brutto dell'altro. E peggio

del secondo (Musikanten) è dura.

Edoardo Rivetti, 5 E

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IL CASSINISTA

Le raccolte di racconti sono sempre

qualcosa di delicato da gestire, è com-

plicato spesso notarne il filo condut-

tore, discernere le sfaccettature e i

moti di pensiero diversi che li con-

traddistinguono. La mente non fa al-

tro che girare in tondo in una struttu-

ra concentrica, che si espande man

mano che ci dirigiamo verso l'esterno,

per uscire, per sfuggire: veniamo con-

tinuamente inglobati da nuovi ele-

menti, nuove congetture che ci spin-

gono sempre più in fondo,

lasciandoci affogare.

I racconti sono racconti, sono scritti

con l'idea di essere letti singolarmen-

te, non hanno un intreccio che li uni-

sce, ma proprio in questo risiede la

loro ricchezza. Piccole perle, lucenti e

minuscole. Unite in un unico tomo

perdono però le proprie caratteresti-

che contestuali, ci chiediamo dunque

se non sia più il tentativo di creare

una splendida collana, ponendoli così

uno in fila all'altro. La possibilità di

raggiungere tale obiettivo è riposta

nella bravura dell'editore, del curato-

re, tutte figure che si eclissano nella

visione che un lettore ha di un roman-

zo, che comunque esistono e tirano le

fila per rendere migliore la nostra e-

sperienza.

Tutte Le Cosmicomiche

Italo Calvino

Tutto nasce il giorno dell'allunaggio:

Calvino rimane affascinato dalle incre-

dibili possibilità che si schiudono al

cospetto dell'uomo contemporaneo

grazie alle moderne tecnologie. Il pri-

mo atteggiamento di piacevole stupo-

re viene presto sostituito da un atteg-

giamento scettico, che lo porta ad ap-

procciarsi al tema della scienza, della

cosmologia e della fisica con un oc-

chio più analitico ed etico. Incomincia

tutto per scherzo, ecco, per satira

probabilmente.

Le Cosmicomiche sono racconti deri-

vati dall'osservazione originale di al-

cuni ipotesi, considerazioni e scoperte

cosmologiche da parte di Calvino. Egli

rende la fantasia l'unico velo da inter-

porre tra la teoria e il racconto, utiliz-

zando a proprio piacimento

quell'elemento duttile e spesso ambi-

guo che è la cosmologia. Per farvi un

semplice esempio, la prima narrazio-

ne si apre con un testo in corsivo che

espone brevemente il perché secondo

Darwin la Luna è distante in un deter-

minato modo dalla Terra. Grazie all'e-

scamotage di un personaggio, il vec-

chio Qfwq, che idealmente è sempre

esistito e che è quindi testimone di

tutto ciò che è accaduto nell'universo

fin dal principio, viene raccontata una

novella graziosa e simpatica. Essa ha

sì i tratti della comica,

ma possiede aspetti anche del mito e

ovviamente della science fiction.

Quando si parla di Cosmicomiche, per

Calvino si parla di un lavoro durato un

intera vita, un incessante passo con

cui l'autore accompagna tutta la pro-

pria produzione letteraria. Si evolvo-

no, maturano e invecchiano insieme.

Nell'edizione che possiedo io (Oscar

Mondadori), i racconti sono stati ordi-

nati secondo un filo logico suggerito

dallo stesso scrittore, che spesso non

coincide con l'ordine cronologico se-

condo il quale sono stati singolarmen-

te pubblicati. È evidente comunque

un cambiamento, una visione sempre

diversa della vita. Perché è proprio

questo che Italo Calvino fa: osserva la

vita la quotidiana sotto una prospetti-

va che esiste a prescindere dallo spa-

zio e dal tempo; presente e passato si

intersecano fino a diventare la mede-

sima linea, passante per due stessi

punti o forse per nessuno.

Termino chiedendovi scusa: il

desiderio di presentare un'esperienza

che mi ha così tanto coinvolto, non mi

ha permesso di notare come, effetti-

vamente, recensire un'opera dalla co-

sì delicata profondità in così poche

righe fosse improponibile.

D'altronde, le mie sono proposte: leg-

getelo, non ve ne pentirete.

Proposte di lettura

Tutte le cosmicomiche di Italo Calvino

Marco Fiore, 3 D

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IL CASSINISTA

Faccia da Cassinista Interviste a persone (interessanti?) incontrate per i corridoi

Nome e cognome: Federico Falbo, 4D

Ok, interessi e/o sport? In particolare mi piacciono le arti marziali, per ora ho prati-cato karate e Kung fu, e ho fatto qualche prova di jeet kune do, che però non per-metteva di gareggiare agonisti-camente e dunque non ho continuato.. Ho anche pratica-to e amato la pallavolo, ma non quanto le arti. Ho diversi hobby, in primis la musica: so-no produttore e DJ, non voglio sfondare, solo divertirmi

Qualche lettura da consigliare? Adoro Tolkien, qualunque sua opera è un capolavoro

Hai detto che non vuoi sfon-dare, ma ti vedresti al set di Tomorrowland? Che domanda ahaha si certo Ho detto di non voler sfondare perché è un mondo in cui non basta il talento e la dedizione, ma servono finanziamenti e agganci.. inoltre il mio sogno è quello di finire la scuola e an-dare in accademia militare (aeronautica), e se si dovesse avverare questo sogno auto-maticamente si smonterebbe l‘altro, quindi meglio non mette-re il cuore sopra a Tomorrowland

Accontentiamo tutti i patiti di areonautica della scuola(me incluso), il tuo aereo preferito? Beh non saprei.. dei più recen-ti, per valore affettivo, L'EFA 2000... dico valore affettivo perché ho conosciuto un gran-de pilota che lo portava, e poi da piccolo avevo qualcosa co-me 10 modellini di Eurofighter. Mio padre portava il 339, l'ae-reo delle frecce e stravedo anche per quello. Infine massimo rispetto ai miti-ci F 14 e F 15 Descrivi in breve Sara Ghersina: Sicura, affabile e diretta. Ha degli occhi grandissimi.

Descrivi il tuo prof ideale: Essendo sostanzialmente il professore una persona che mette a disposizione il suo sa-pere, innanzi tutto dev'essere competente. Purtroppo la competenza non sempre ba-sta. Ci vuole pazienza, nell'es-sere professore, e ripetere e ripetere qualunque cosa gli venga chiesta al fine di rendere più chiaro ogni argomento. Siccome poi ha a che fare con delle persone, sarebbe d'obbli-go che egli fosse disponibile, gentile e dedito al suo lavoro, rispettando gli studenti anche se non sono suoi coetanei (a patto che essi stessi gli portino rispetto) e magari non egual-mente competenti nella sua materia (cosa che mi pare ov-via). Inoltre dovrebbe dare quello che secondo me è il giusto peso al voto, cioè un qualcosa di simbolico, che ri-specchi la preparazione dello studente nell'arco di più tem-po, non di un giorno o di una prova, e null'altro, proprio per-chè non sa quasi nulla di quello che fa a casa lo studente, se si impegna o meno ecc. Secondo me il professore dovrebbe li-mitarsi a spiegare e ad assicu-rarsi che lo studente compren-da le lezioni, per il resto sta allo studente decidere se studiare o meno. Poi, per quanto mi riguarda, dovrebbero esistere solo interrogazioni program-mate, decise con la classe in modo da non mettere in diffi-coltà nessuno. Non capisco chi da i 3, non capisco chi interro-ga lo studente che ha chiesto di non essere interrogato, pro-prio perché non studiando, lo studente ha fatto una scelta, e se vogliamo, ha già arrecato un danno a se stesso. Non spetta all'insegnante PUNIRE.

Qualche pezzo da ascoltare? Allora Runaway - Galantis ,Mercury - Perri & Falbo Tubu-lar bells pt1 - Mike Oldfield

Guido Sanguineti, 2 F

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IL CASSINISTA

Zazza

Se pareba boves La sezione letteraria del Cassinista

Aras

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IL CASSINISTA

La pioggia nel pineto

Taci. Su le soglie

del bosco non odo

parole che dici

umane; ma odo

parole più nuove

che parlano gocciole e foglie

lontane.

Ascolta. Piove

dalle nuvole sparse.

Piove su le tamerici

salmastre ed arse,

piove su i pini

scagliosi ed irti,

piove su i mirti

divini,

su le ginestre fulgenti

di fiori accolti,

su i ginepri folti

di coccole aulenti,

piove su i nostri volti

silvani,

piove su le nostre mani

ignude,

su i nostri vestimenti

leggieri,

su i freschi pensieri

che l'anima schiude

novella,

su la favola bella

che ieri

t'illuse, che oggi m'illude,

o Ermione.

Gabriele D’Annunzio

La botta nel pineto

Ou, taci! Su le

soglie del bosco

non odo parole che dici

umane, ma odo

parole di rave,

che parlano jäger,

birra e caramelle

-molto- amare.

E dai, ascolta! Piove

dalle nuvole colorate

e sparsa,

piove su le piante

di ganja verdi ed

arse,

piove su gli unicorni

divini,

sugli gnomi con tra la

barba fiori accolti,

su le radici ricche

di principi attivi e stupefacenti,

piove su i nostri

volti distrutti,

occhi rossi e socchiusi,

su i nostri vestimenti

pieni di pittura fluo,

su le strane visioni

che il fungo schiude, oh bella!

Su l'alfa zitella

su il trip

che ieri

t'illuse, che oggi m'illude,

non male sti funghetti,

o Ermione

THC

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IL CASSINISTA

PLAY TIME SCIARADA

Cado dalla moto

A certe persone proprio manca Y'YYYYY della strada: non solo ho correttamente seguito la XXXXXYYYYYY, ma il semaforo del SUV che mi ha tagliato la strada

XXXXX pure rosso!

CAMBIO DI VOCALI

Ricetta difficile

Che fatica fare il pesto! Se almeno ci fossero delle XYXXYXXY

nel libro di ricette su come usare il XYXXYXXY.

INDOVINELLO

Il lepidottero

Ero dall'alto ad osservarlo, si muoveva verso la luce fioca, nella notte che tutto nasconde,

bastava un soffio per causarne la morte .

SCARTO

Stagione melanconica

L'autunno con sè porta XXXYX pensier d'ogni sorta,

castagne, cieli grigi. Ci aspettano XXXX bigi.

L'Angolo Ottuso - Battute imbecilli dal 1856%

Come trovi delle circonferenze? Le cerchi. È morto il lattaio. È stato parzialmente cremato. Vuoi una chitarra? Beh, te la scordi! "Diocleziano, la Macedonia avanza!" "Lasciala, poi la mangio." Cos'è giallo e se premi un bottone diventa rosso? Un canarino nel frullatore. "Pronto, centralino?" "Si, se ci stringiamo." Harry Potter entrò nella sua stanza e sentì una voce dappertutto. Era il nuovo Dobby Surround. Cosa fa un canguro al Polo Nord? Salta. Capisci di essere alla frutta quando finisci il secondo. Osservando il numero di motocicli nel parcheggio qui fuori questa mattina all'entrata e oggi all'uscita, ho dedotto che la quantità di moto non si conserva.

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IL CASSINISTA

Orizzontali

1. Stato centramericano con capitale Managua - 7. A Venezia c'è la Foscari - 9. L'accendino che si accende scoperchiandolo - 13. Test di fine ciclo - 14. Caratterizzano il cammello - 16. L'arte per Cesare - 17. Goleador mondiale dell'Argentina del '78 - 20. Gli amici la chiamano Lola o Lolita - 22. Il prefisso che vale dopo, in più - 23. Il Leander grande tennista - 26. Il fariseo che di notte ascoltava Gesù - 27. Il più brutto dei guer-rieri dell'Iliade - 29. Dispari in lembo - 30. La più importante opera di Gorgia da Lentini - 34. Il rutenio sulla tavola periodi-ca - 36. Lo è il rapporto tra consanguinei - 37. La sigla che indi-ca la registrazione - 38. se ha per argomento e, vale 1 - 39. Il Ben dei cartoni - 40. Indica ciò che è passato definitivamente - 43. Associazione Radioamatori Italiani - 45. La società delle strade statali - 47. Portare appresso un grave fardello - 48. Tut-t'altro che acido - 50. Associazione Calcistica - 51. Questo è il bacino degli Eschimesi - 53. Il poeta maledetto de Il Battello Ebbro - 54. La Penelope di Todo sobra mi madre - 56. Argo-mento già lungamente trattato - 58. Indica uguaglianza - 59. Brescia sulle targhe - 60. Può essere veritcale od a coda - 61. contengono il lago Erie - 62. Il partito di Berlinguer

Verticali

1. Il cantante di Fatti avanti amore - 2. Calcolo indicativo della situazione economica personale - 3. Eccessivo attaccamento alla propria città - 4. Tutt'altro che angusti - 5. Colpevoli, mal-vagie - 6. Le iniziali del patriota Mameli - 7. Accompagna i grandi nomi - 8. Il Barkhad di Captain Phillips - 9. Ne è pieno chi ha voglia di fare - 10. Sembra, potrebbe essere - 11. Il verbo che si compie sui tasti - 12. Con il risotto sono un piatto tipico Milanese - 14. La provincia di Genova... in breve - 15. La pe-tanque ne è una specialità - 18. La speranza risorgimentale - 19. Il giusto mezzo aristotelico - 21. OverDrive - 24. Quella di maiale è un taglio della schiena - 25. La città libica cantata da De Andrè - 26. Il Liam di Shindler's List - 27. L'onomatopea della porta - 28. Lo zio spagnolo - 31. Popolare rete televisiva statunitense - 32. Il de' Medici che fu Il Magnifico - 33. Il salu-to indiano - 35. Senza alcun pelo - 37. Fa provincia in Lazio - 41. L'altare pagano - 42. Preparare un campo alla coltivazione - 44. Capo autoritario medio orientale - 45. Acronimo anti-polizia - 46. L'intelligenza organizzatrice di Anassagora - 47. Giallo tendente al marroncino - 49. Il Bergman regista (iniz.) - 50. Il club automobilistico di maggior spessore in Italia - 52. Classifica i tennisti - 55. L'articolo che non specfica - 57. Anti-ca lingua di Francia

Cruci

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IL CASSINISTA

CASSICOMICS *

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IL CASSINISTA

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IL CASSINISTA

Cassinista fill: Spazi vuoti riempiti in modo utile

Eh sì, caro lettore, in questo numero il “Cassinista Fill” occupa molto più spazio rispetto ai precedenti: una pagina intera. Questa rubrica cerca di trasformare ciò che potrebbe essere considerato un problema per il giornalino, uno spazio vuoto, in qualcosa di utile o divertente. E in questo numero, questo spazio non potrebbe essere meglio utilizzato. Infatti negli scorsi Cassinisti ab-biamo commesso alcuni errori nella pubblicazione del giornalino e vorremo cercare di porre rimedio chie-dendo pubblicamente scusa agli interessati e inserendo in questa pagina gli errata corrige più rilevanti.

Nel primo numero era apparso anche un articolo che

parlava dell'alluvione intitolato “GENOVA, RAIN STE-

AM & SPEED”. Quell'articolo doveva essere corredato

di un disegno di Maddalena Cantamessa, (la disegna-

trice) che però per un nostro errore non è stato scan-

nerizzato e impaginato. Chiediamo quindi umilmente

scusa a Maddalena. Alleghiamo quindi lo sfortunato

disegno, che finalmente potrà essere pubblicato!

Febbraio 2015 (numero 2)

Nel numero di febbraio abbiamo omesso il nome di due disegnatrici nell’ultima pagina nell’elenco di colo-

ro che hanno lavorato per la pubblicazione del numero. Chiediamo scusa a Lucia Gallina e ad Emanuela

Borelli che avevano illustrato l’articolo di Giorgio Rossi “La Leggenda del libretto rosso scomparso”

Marzo 2015 (numero 3)

Nel numero di marzo, l’articolo della rubrica Stereolove non aveva una conclusione poiché era stato ta-gliato durante il processo di impaginazione. Chiediamo scusa a Chiara Raffa e riportiamo il finale dell’articolo che sarebbe dovuto essere pubblicato in precedenza: “[…] Siate espliciti, tanto prima o poi “tutti i nodi vengono al pettine” e “tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino”.

Questo per dire che se avete continuato, continuate e continuerete a raccontare falsità, qualche dubbio sorgerà nella testa di

chi si sente raccontare solamente scuse, e si accorgerà delle vostre menzogne, perdendo completamente la fiducia in voi.

Per il resto, siate felici, divertitevi e godetevi la vita (a prescindere dalle giornate a scuola), uscite con gli amici e dedicate del

tempo a voi stessi e ai vostri pensieri e vedrete che tutto andrà sempre per il meglio!:)”

Gennaio 2015 (numero 1)

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IL CASSINISTA

La nostra redazione: CAPOREDATTORI: Sarah Vignoly, Marco Fiore

VICE CAPOREDATTORE: Edoardo Rivetti

ARTICOLISTI: Marco Fiore, Pietro Russo, Sarah Vignoly,

Pietro Sartori, Alessandra De Simone, Giorgio Rossi, Fabrizio Gargano, Ken Xhelaj, Leonardo

Giannisav, Gabriele De Leo, Professor. Giuseppe Bruzzaniti, Giovanni Alessandro Pedullà,

Edoardo Rivetti, Guido Sanguineti, Zazza, Aras, THC.

DISEGNATORI: Filippo Papallo (responsabile), Zazza, Eleonora Pastorino, Nicolò Lorenzotti,

Maddalena Cantamessa, Lucia Gallina, Eudora Saccorotti, Zazza.

GIOCHI E BARZELLETTE: Edoardo Rivetti, Emanuele Sorzana, Giuliano Gisotti, Davide Perri.

IMPAGINATORE: Guido Vallarino

Sciarada; XXXXXYYYYYY=segnaletica Cambio di vocali; XYXXYXXY=postille/pestello

Indovinello; Leandro Scarto; XXXYX=mesti

Play time - soluzioni a cura di…..

L’angolo del caporedattore:

Sarah Vignoly, 5 D

L’angolo del vice:

Edoardo Rivetti, 5 E

L’angolo delle citazioni:

Guido Vallarino, 3 F

Play time: Edoardo Rivetti &

Emauele Sorzana, 5 E

Angolo Ottuso: Giuliano Gisotti &

Davide Perri, 4 D