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Idee in libertà . info online sabato 16 febbraio 2013 periodico di attualità, politica, cultura e sport Anno V - n° 4 Diretto da: Umberto Setola numero04_Layout 1 14/02/2013 13:16 Pagina 1

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speciale elezioni 2013

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Idee in libertà.infoonline

sabato 16 febbraio 2013 periodico di attualità, politica, cultura e sport Anno V - n° 4

Diretto da: Umberto Setola

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Elezioni, Bersani: vincoBerlusconi ci crede ancoraGrillo la sorpresa dell’urna

Idee in libertà Sabato 16 febbraio 2013 2La Redazione

Apoco più di una settimana dal voto per le politiche

2013, i leader dei vari schieramenti in campo, si

sfidano a colpi di promosse elettorali nel tentativo di

convincere gli elettori indecisi e spostare i flussi

elettorali da una coalizione all’altra. Non si può negare che

stiamo assistendo a una campagna elettorale brutta, priva di

contenuti programmatici. C’è una corsa a chi la spara più grossa.

Le cosiddette proposte “shock”. Berlusconi vuole abolire l’Imu

dopo averla introdotta con il governo Monti, e promette condono

fiscale e quattro milioni di posti di lavoro. Lo stesso premier

uscente Monti, che fino all’altro ieri ha tartassato gli italiani in

particolare le classi più deboli della società, lavoratori

dipendenti e pensionati, parla di riduzione graduale della

pressione fiscale. Non ultimo Bersani, che dei tre sembra il più

cauto, vuole reintrodurre il credito d’imposta per le imprese che

investono e una più equa redistribuzione del carico fiscale. Una

confusione totale. Tutti insieme fino a pochi mesi fa, ed ora tutti

contro nella corsa a conquistare il governo del paese. In questa

campagna elettorale a farla da padrone è l’informazione

televisiva, sui territori sono poche le iniziative elettorali organiz-

zate dai partiti. Sembra quasi che aleggi un disinteresse generale

per queste elezioni politiche. Anche il fenomeno dell’affissione

“selvaggia” dei manifesti sembra vivere momenti di crisi, infatti,

se ne vedono ben pochi in giro, ad accezione di quelli dei

piccoli partiti che hanno l’esigenza di far conoscere il proprio

simbolo agli elettori che si recheranno alle urne. Questa forma

per così dire anomala di campagna elettorale, tutta incentrata sui

mass media nazionali (televisioni, giornali, siti internet e social

network) è certamente il risultato di una legge elettorale che

definirla “porcellum” è un complimento. I cittadini sono privati

del contatto diretto con i candidati nelle varie circoscrizioni il che

lascia poca discrezionalità nella scelta. Gli elettori non

esprimono alcuna preferenza, tutto è in mano a quei pochi che

contano nelle segreterie nazionali dei partiti che decidono chi

deve sedere o no in Parlamento. Ai cittadini non resta che

apporre un’arida croce su un simbolo, non c’è un volto dietro al

voto, non c’è un programma ma, solo la sigla di un partito. Legge

elettorale che tutti, in questi cinque anni hanno criticato, ma che

nessuno ha avuto il coraggio e la lungimiranza di cambiare visto

che questo stato di cose fa comodo agli stessi parlamentari che

vengono eletti senza fare campagna elettorale ma, sono calati

dall’alto. Probabilmente il lunedì successivo alle elezioni, ci

troveremo di fronte ad una ad una situazione di ingovernabilità

perché non si avrà una maggioranza chiara al Senato. Gli

elettori che si recheranno alle urne avranno di fronte una scheda

elettorale con ventisei simboli, suddivisi per coalizioni, di partiti

sia alla Camera che al Senato. Ricordiamo che per il Senato

votano gli elettori

che hanno compiuto

il venticinquesimo

anno di età. Sulla

scheda, che il

presidente del seggio

consegnerà a ciascun elettore, nessun nome del futuro premier

accanto alle varie coalizioni, così come prevede la legge elettora-

le quindi, basterà apporre una croce sul simbolo prescelto. In

caso di vittoria, il premier della coalizione del centro sinistra

(PD, Centro Democratico e Sel) sarà Pier Luigi Bersani uscito

vincitore dalle primarie del centro-sinistra. Il centro destra (PDL,

Grande Sud, La Destra, Fratelli d’Italia, MIR e Pensionati, Intesa

popolare) propone per la quarta volta consecutiva Berlusconi

candidato premier. Il terzo grande blocco formato da una lista

civica, UDC e FLI che sostengono la riconferma di Mario

Monti. In grande ascesa il Movimento Cinque Stelle del comico

Grillo. Secondo gli ultimi sondaggi pubblicati otterrebbe un

risultato lusinghiero che abbraccia una forbice che va dal 12% al

17%. Se questi dati dovessero essere confermati, potrebbero

sedere in Parlamento circa 100 “grillini” tra senatori e deputati.

In campo anche l’ex Pubblico Ministero di Palermo Antonio

Ingroia, balzato agli onori della cronaca politica per la sua

inchiesta sulla presunta trattativa Stato – Mafia che coinvolgereb-

be le più alte cariche dello Stato, tra cui il Presidente Napolitano

e l’ex Ministro dell’Interno, Nicola Mancino. Queste le

coalizioni che secondo pronostico dovrebbero, salvo sorprese

dell’ultima ora, superare lo sbarramento previsto dalla legge

elettorale (4% alla Camera e 8% al Senato). Il resto è un’accoz-

zaglia di simboli di estrazione politica diversa. Di certo non

otterranno un seggio in Parlamento. La partita per il governo del

paese si gioca tra il blocco di centro-destra e centro-sinistra.

Berlusconi, dato da tutti gli addetti ai in difficoltà, pur di

accorciare le distanze da Bersani, ha svenduto il settentrione alla

Lega Nord. Il partito di Maroni, che oggi governa le regioni di

Veneto e Piemonte, nel caso di vittoria in Lombardia, potrebbe

vantare i tra le sue fila i Governatori le tre regioni più industria-

lizzate d’Italia che da sole tengono testa al Pil della Germania.

Per tali ragioni occorre una riflessione serie su come esprimere il

proprio voto il prossimo 24 e 25 febbraio, chi vota Pdl avalla le

politiche dei leghisti. Per troppo tempo è scomparso, dall’agenda

politica del governo nazionale la questione meridionale che, non

può più attendere. Oggi più che mai servono interventi mirati per

uno sviluppo armonico delle regioni del mezzogiorno. Solo

riducendo il gap tra nord e sud, l’economia italiana può ripartire

dando finalmente un pò “ossigeno” a famiglie e giovani

“soffocati” da anni di politiche recessive.

Politiche 2013

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Incontriamocicandidato al Senato

Dott. Raffaele Palmieri

Invito di cortesia per piùGrazie per la presenza. Ti aspetto...

Mercoledì 20 febbraio 2013 ore 20.30

Via Don Minzoni, 87 - Frattamaggiore

Siamo raggiungibili anche

su internet al sito

www.lellopalmieri.it

Potrai consultare il calendario

con tutti gli appuntamenti

elettorali del candidato al

Senato Dott. Raffaele Palmieri

e del Partito Mir

SCHEDA DI COLORE GIALLO

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Speciale Elezioni Politiche 2013Idee in libertà Sabato 16 febbraio 2013 5

Il progetto “Grande Sud” nasce per

realizzare un programma di

sviluppo economico e sociale nelle

regioni del mezzogiorno d’Italia, e

pareggiare così il peso che la Lega ha al

nord. Fondamentale per rendere concreto

ciò, è che alle prossime elezioni

politiche, via sia una nuova classe

dirigente dotata di capacità e passione per

il nostro territorio in grado di “imporre”

nell’agenda politica del prossimo

Governo l’attuazione di interventi mirati

allo sviluppo del meridione d’Italia. Per

troppi anni abbiamo assistito a Governi

che hanno posto la loro attenzione verso altre regioni del

nostro paese mettendo in secondo piano la questione

meridionale anche in virtù dell’incapacità dei Parlamentari

eletta al Sud, di portare al tavolo del governo provvedimenti

ad hoc. A tal fine, le elezioni del 24 e 25 febbraio rappresen-

tano una grande occasione per far grande il Sud e l’Italia. In

Campania Grande Sud può vantare uno “sponsor” d’eccezio-

ne, quale il governatore della Campania, Stefano Caldoro,

che in più di un’occasione pubblica, ha manifestato il suo

interesse per la compagine di Micciché e di Lombardo.

Il Presidente, attraverso un suo fedelissimo, il consigliere

regionale Gennaro Salvatore, ha, nel corso di una manifesta-

zione elettorale del movimento meridionalista, confermato il

sostegno a Grande Sud, in quanto è l’unico partito a

sostenere un progetto politico improntato allo sviluppo del

Sud. Caldoro, che continua a sponsorizzare interamente la

coalizione di centro- destra, sembra che nel chiuso del suo

ufficio abbia mobilitato consiglieri regionali, sindaci e

amministratori locali a lui vicino nei vari comuni della

Campania affinché possano dare il proprio sostegno a Grande

Sud. Del resto, nelle liste campane di

Grande Sud ha inserito molti suoi uomini

di fiducia in posti strategici. Ed è per loro

che sta facendo campagna elettorale.

Capolista in Campania 1 è Giuseppe

Maisto, consigliere regionale del gruppo

Misto, ma fedelissimo del presidente;

dietro di lui Stanislao Lanzotti, consi-

gliere comunale a Napoli e figlio

dell’Assessore regionale alla Cultura

Caterina Miraglia. Al Senato è in corsa

Andreina Raucci, prima dei non eletti

alle regionali del 2010. L’elezione di

Maisto consentirebbe alla candidata

locale al Senato di accedere in consiglio regionale.

In Campania 2 il capolista è Marco Pugliese, seguito da

Domenico Ventriglia, sindaco di Curti e secondo dei non

eletti del Pdl in Regione nel 2010. Al Senato, infine, dietro

Miccichè, ecco Salvatore Ronghi: ex sindacalista, ex

consigliere regionale ed ex componente dello staff di Renata

Polverini. Nell’ultima settimana, Grande Sud ha tenuto a

Cardito una manifestazione elettorale, con la presentazione

dei capolista di Campania 1 alla Camera e al Senato.

L’appuntamento è stato organizzato dalla candidata carditese,

Andreina Raucci. Presenti all’evento, Salvatore Ronghi

(capolista al senato), Giuseppe Maisto (capolista alla

camera) e i candidati del territorio quali l’ex sindaco di

Caivano Pippo Papaccioli e il consigliere comunale di

Crispano Enzo Cennamo insieme al segretario provinciale del

Nuovo Psi. La manifestazione elettorale si è svolta davanti a

una numerosa platea di simpatizzanti e sostenitori del gruppo

vicino alla candidata alla regione Andreina Raucci. Non sarà

l’unico appuntamento elettorale in agenda, sono previste altre

manifestazioni nei prossimi giorni.

Caldoro tira la volata a Grande Sud

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L’avvocato risponde Sabato 9 febbraio 2013 7Idee in libertà

dai lettoritantitantiauguriauguri

Vuoi fare gli auguri ai tuoi cari? invia una e.mail a: [email protected]

Che il tempo ti riservi tuttociò che c’è di più bello almondo, che tu possamaturare ma non cambiare,perché tu sei già meraviglio-so e per questo meriti ilmeglio che c'è! Tanti auguriper i tuoi 18 anni “piccolocampione”! Da parte di zia Antonella

Nicola Semplice

”Idee in libertà”

Aut. Trib. Napoli n° 12 del

03 febbraio 2009

Anno V - n° 4

Editore: Associazione “ Idee in Libertà”

Direttore Responsabile: Umberto Setola

Contatti: [email protected]

tel. 3662031540

Sede Legale: Via Piave, 11 - Cardito (Na)

Stampa: Litografia Buonaurio

Via IV Novembre, 6 - Casoria (Na)

Chiuso in tipografia: 15 febbraio 2013

Egregio avvocato, mi chiamo Giuseppe e scrivo da Napoli. Nel 1966 feci domanda di pensione militare in seguito ad una

malattia contratte durante la leva. Solo dopo 43 anni la Corte dei Conti ha emesso sentenza negativa. Mi può dire se posso

“usufruire” della legge Pinto? Grazie

Gentile Giuseppe, la sua domanda mi da l’opportunità di tornare su un tema molto attuale, la cosiddetta legge Pinto. Lagiurisprudenza della Suprema Corte è andata a definire alcuni aspetti peculiari relativi alla legge n. 89 del 2001, con cui illegislatore ha introdotto nel nostro ordinamento giuridico uno strumento che consente un'equa riparazione a chi ha subito un dannopatrimoniale o non patrimoniale per effetto della violazione dell'articolo 6, paragrafo 1, della Convenzione per la Salvaguardia deiDiritti dell'Uomo e delle Libertà Fondamentali (CEDU), la quale prevede che “ogni persona ha diritto ad un’equa e pubblicaudienza entro un termine ragionevole…”. Occorre innanzitutto considerare quali sono i presupposti di proponibilità dell’azione alfine di ottenere la c.d. equa riparazione. La domanda di risarcimento è infatti proponibile esclusivamente alla presenza deipresupposti dell’irragionevole durata del processo, dell’esistenza di un danno e del nesso causale tra l’uno e l’altro. Inoltre bisognatenere in massima considerazione la complessità del caso concreto e lo specifico comportamento che abbiano tenuto il giudice, leparti e chiunque altro sia chiamato a concorrere alla definizione del processo. In merito alla valutazione della ragionevole durata delprocesso, secondo le pronunce della Corte di Cassazione non esisterebbe, nell’ambito del nostro ordinamento giuridico, una regolaprecisa o, comunque, un principio di diritto che in qualche modo consenta di determinare con rigore millimetrico, in astratto, lamisura ragionevole di durata di un processo. Ogni processo ha una sua storia che deve essere vagliata e interpretata alla lucedell’esperienza reale di cui è espressione. Fatta tale doverosa premessa, i giudici italiani hanno però indicato determinate direttivefissando in generale la durata ragionevole del processo in primo grado ora in quattro, ora in tre anni. Per il secondo grado, invece,la durata ragionevole è stata suggerita in due anni, ed in uno per i gradi successivi. In generale anche la Corte Europea ha sempredichiarato irricevibili i ricorsi presentati nei confronti di processi di durata inferiore ai tre anni. In alcune ipotesi particolari, in cuil’oggetto del contendere richieda una celerità maggiore, i termini di ragionevole durata dei processi possono essere anche più brevi.Per quanto concerne la quantificazione della liquidazione del danno, cosa che mi ha chiesto nella sua lunga lettera, grava sulla parteche agisce, onde ottenere l’equa riparazione, l’onere di dimostrare che sia il danno emergente che il lucro cessante siano laconseguenza immediata e diretta della durata eccessiva del procedimento. In tema di danno non patrimoniale, invece, la Corte diCassazione ha stabilito che non grava sul ricorrente l’onere di provare il danno subito ed il giudice è tenuto a riconoscerlo eliquidarlo ogni qualvolta non ricorrano, nel caso concreto, circostanze particolari tali da escluderlo. Si calcola che per ogni annodella durata complessiva l’entità del risarcimento varia da €. 1.000,00 a €. 1.500,00 (tale generica valutazione può subirecomprensibilmente un aumento o una riduzione a seconda dell’importanza della materia del contendere), tutto ciò a prescinderedall’esito della lite per la parte ricorrente ovvero sia essa che vinca, perda o concili la lite davanti al giudice nazionale, quindi, comepuò notare, anche nel suo caso è possibile agire. Infatti il danno risarcibile con la “legge Pinto” è da tenere distinto da quelloconnesso all’anteriore vicenda giudiziaria dato che è ben definita la distinzione tra l’oggetto della causa antecedente e quello delgiudizio di equa riparazione. La suddetta domanda deve essere proposta con ricorso in alternativa contro il Ministro della Giustizia(per i procedimenti ordinari), nei confronti del Ministro della Difesa (per i procedimenti militari) o avverso il Ministro delle Finanze(per i procedimenti tributari). In via residuale è prevista l’azione nei confronti del Presidente del Consiglio per i procedimentiamministrativi. La domanda di riparazione può essere proposta durante la pendenza del procedimento nel cui ambito si ritiene chesi sia verificata la violazione oppure, a pena di decadenza, entro sei mesi dal momento in cui è divenuta decisiva le decisione concui si conclude il medesimo procedimento. La domanda si propone dinanzi alla Corte di Appello (che ha l’obbligo di pronunciarsi,entro quattro mesi dal deposito del ricorso, con decreto impugnabile per Cassazione) del distretto in cui ha sede il giudicecompetente ai sensi dell’art. 11 del codice di procedura penale.

Rubrica curata dagli avv.

Francesco Castaldo

e Mario Setola

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