numero 4

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1 Nei quartieri di Pontegrande e Jano’ ANNO 0 , NUMERO 4 Periodico GRATUITO - FEBBRAIO / MARZO 2012 Indimenticabile esperienza con i bambini EMANUELA Sarebbe bello se anche gli adulti riuscissero a vedere il mondo con gli occhi dei bambini, senza malizia, senza preoccuparsi del domani perché ogni cosa per loro è un’avventura nuova che nasce dal niente ma fa gioire per le più semplici banalità della vita. Così l’unico modo per riscoprire il proprio animo infantile che troppi “grandi” spesso dimenticano di avere, è attraverso i loro occhi puri e innocenti e i loro gesti che non hanno bisogno di parole per essere capiti. Se solo guardassimo un po’ di più il mondo dalla loro prospettiva, dicevo, allora anche la vita ci sembrereb- be un gioco. Un gioco dove non importa se si vince o se si perde ma l'importante è aver giocato. Un gioco che non crea aspettative ma che è bello proprio per- ché non si sa come andrà a finire. Un gioco che diver- te sempre anche se a volte lascia l'amaro in bocca. E allora come si può proteggere delle così piccole crea- ture dal mondo crudele che ogni giorno ci viene pro- posto dai mass media? Come preservarli da una so- cietà senza scrupoli che ha dimenticato la bellezza della spontaneità dei bambini? Continua a pag. 2 DANILO Semplicemente Meraviglioso! Stare con i bambini credo sia una delle cose più belle che un adulto pos- sa scegliere di fare! Per capire questo non serve nè un giornalino, nè una canzone e neppure un film, bisognerebbe solo Viverli ! E’ per questa ragione che per un pò di tempo abbia- mo messo da parte la (triste?) realtà adulta, per vivere la “purezza” infantile. Ho parlato con molti bambini e con ragazzini; riuscire a coinvolgerli credo sia stata l’aspirazione più grande! Qualcosina l’abbiamo fatta. Ti coinvolgono, ti stravolgono e ti insegnano. Trasmettono gioia anche per un gesto piccolissimo. I più grandi dopo avermi visto 3 o 4 volte forse, erano anche stanchi di sentirmi ripetere le stesse cose, ma io appena li guardo mi riempio di gioia ed è per questo che speravo fino alla fine di ricevere quel qualcosa che nessun adulto riesce a darti. Alla mia rischiesta di scrivere, di esprimersi su ciò che li rendesse particolarmente felici, ciò che li coinvolge, li appassiona, li esalta, a nessun adulto sarebbe saltato in mente di rispondermi: <<come per esempio la nostra amicizia?>> . Ecco, capite? Trasmettono gioia con poche parole, con un sorriso, in qualsiasi modo. Se scrivessero o dise- gnassero tutti la stessa cosa, senza ombra di dubbio ognuno gli darebbe un significato diverso. É un universo completamente differente, dal quale dovremmo imparare molte cose e che dovremmo preservare da molte realtà. Ciò, se non avviene, è semplicemente per puro egoismo adulto. Quando penso ai bambini ho sempre una frase in testa, ricordate le parole che Giovanni XXIII esclamò alla piazza, in quello che verrà ricordato co- me il discorso più sublime che un uomo del nostro tempo fa agli uomini? « Tornando a casa, troverete i bam- bini. Date una carezza ai vostri bambini e dite: questa è la carezza del Papa. Troverete qualche lacrima da a- sciugare, dite una parola buona: il Papa è con noi, specialmente nelle ore della tristezza e dell'amarezza » . ROSARIA I bambini sanno coinvolgerti nelle piccole cose rendendo- le speciali. Nelle poche ore trascorse con loro ho provato emozioni che avevo dimenticato. Il tempo passa spesso in fretta e diventa semplice dimenticare le piccole gioie e i grandi sorrisi. Abbiamo deciso di lavorare con loro per- ché sono un’ àncora di salvezza ma soprattutto sono ca- paci di cambiare l’umore di noi “grandi” con pochissimo. Attraverso questi disegni, pensieri e racconti vogliamo fare arrivare a voi le stesse emozioni che abbiamo prova- to noi nello stare al loro fianco durante la realizzazione del progetto. Abbiamo scelto i bambini perché sono tutto ciò che può rendere il futuro migliore. Trascorrere al loro fianco qualche ora del mio tempo è servito a farmi ricordare quando possa esser bello sorri- dere. Credo, anzi sono certa, che le emozioni che posso- no trasmetterci siano impossibili da eguagliare con qual- siasi gioia sentimentale o materiale che possiamo avere al giorno d’oggi. A volte diamo per scontato che i bambi- ni non abbiano problemi, ma così non è; alcuni di loro sono costretti a vivere incompresi persino dai propri ge- nitori e questo li rende infelici ma sono abilissimi a ma- scherare il dolore, dietro una bambola o una macchinina e fingere che tutto sia bello. Dobbiamo cercare di impa- rare da loro perché nella loro innocenza sono consapevoli solo del giusto e potrebbero aiutarci a migliorare sotto molti aspetti. I bambini? Loro si che sono la nostra ric- chezza più grande, perciò, cerchiamo di proteggerla co- me se fosse la nostra vita.

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The wall - numero 4

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N e i q u a r t i e r i d i P o n t e g r a n d e e J a n o ’ ANNO 0 , NUMERO 4 Periodico GRATUITO - FEBBRAIO / MARZO 2012

Indimenticabile esperienza con i bambini EMANUELA Sarebbe bello se anche gli adulti riuscissero a vedere il mondo con gli occhi dei bambini, senza malizia, senza preoccuparsi del domani perché ogni cosa per loro è un’avventura nuova che nasce dal niente ma fa gioire per le più semplici banalità della vita. Così l’unico modo per riscoprire il proprio animo infantile che troppi “grandi” spesso dimenticano di avere, è attraverso i loro occhi puri e innocenti e i loro gesti che non hanno bisogno di parole per essere capiti. Se solo guardassimo un po’ di più il mondo dalla loro prospettiva, dicevo, allora anche la vita ci sembrereb-be un gioco. Un gioco dove non importa se si vince o se si perde ma l'importante è aver giocato. Un gioco che non crea aspettative ma che è bello proprio per-ché non si sa come andrà a finire. Un gioco che diver-te sempre anche se a volte lascia l'amaro in bocca. E allora come si può proteggere delle così piccole crea-ture dal mondo crudele che ogni giorno ci viene pro-posto dai mass media? Come preservarli da una so-cietà senza scrupoli che ha dimenticato la bellezza della spontaneità dei bambini?

Continua a pag. 2

DANILO Semplicemente Meraviglioso! Stare con i bambini credo sia una delle cose più belle che un adulto pos-sa scegliere di fare! Per capire questo non serve nè un giornalino, nè una canzone e neppure un film, bisognerebbe solo Viverli ! E’ per questa ragione che per un pò di tempo abbia-mo messo da parte la (triste?) realtà adulta, per vivere la “purezza” infantile. Ho parlato con molti bambini e con ragazzini; riuscire a coinvolgerli credo sia stata l’aspirazione più grande! Qualcosina

l’abbiamo fatta. Ti coinvolgono, ti stravolgono e ti insegnano. Trasmettono gioia anche per un gesto piccolissimo. I più grandi dopo avermi visto 3 o 4 volte forse, erano anche stanchi di sentirmi ripetere le stesse cose, ma io appena li guardo mi riempio di gioia ed è per questo che speravo fino alla fine di ricevere quel qualcosa che nessun adulto riesce a darti. Alla mia rischiesta di scrivere, di esprimersi su ciò che li rendesse particolarmente felici, ciò che li coinvolge, li appassiona, li esalta, a nessun adulto sarebbe saltato in mente di rispondermi: <<come per esempio la nostra amicizia?>> . Ecco, capite? Trasmettono gioia con poche parole, con un sorriso, in qualsiasi modo. Se scrivessero o dise-gnassero tutti la stessa cosa, senza ombra di dubbio ognuno gli darebbe un significato diverso. É un universo completamente differente, dal quale dovremmo imparare molte cose e che dovremmo preservare da molte realtà. Ciò, se non avviene, è semplicemente per puro egoismo adulto. Quando penso ai bambini ho sempre una frase in testa, ricordate le parole che Giovanni XXIII esclamò alla piazza, in quello che verrà ricordato co-me il discorso più sublime che un uomo del nostro tempo fa agli uomini? « Tornando a casa, troverete i bam-bini. Date una carezza ai vostri bambini e dite: questa è la carezza del Papa. Troverete qualche lacrima da a-sciugare, dite una parola buona: il Papa è con noi, specialmente nelle ore della tristezza e dell'amarezza » .

ROSARIA

I bambini sanno coinvolgerti nelle piccole cose rendendo-le speciali. Nelle poche ore trascorse con loro ho provato emozioni che avevo dimenticato. Il tempo passa spesso in fretta e diventa semplice dimenticare le piccole gioie e i grandi sorrisi. Abbiamo deciso di lavorare con loro per-ché sono un’ àncora di salvezza ma soprattutto sono ca-paci di cambiare l’umore di noi “grandi” con pochissimo. Attraverso questi disegni, pensieri e racconti vogliamo fare arrivare a voi le stesse emozioni che abbiamo prova-to noi nello stare al loro fianco durante la realizzazione del progetto. Abbiamo scelto i bambini perché sono tutto ciò che può rendere il futuro migliore.

Trascorrere al loro fianco qualche ora del mio tempo è servito a farmi ricordare quando possa esser bello sorri-dere. Credo, anzi sono certa, che le emozioni che posso-no trasmetterci siano impossibili da eguagliare con qual-siasi gioia sentimentale o materiale che possiamo avere al giorno d’oggi. A volte diamo per scontato che i bambi-ni non abbiano problemi, ma così non è; alcuni di loro sono costretti a vivere incompresi persino dai propri ge-nitori e questo li rende infelici ma sono abilissimi a ma-scherare il dolore, dietro una bambola o una macchinina e fingere che tutto sia bello. Dobbiamo cercare di impa-rare da loro perché nella loro innocenza sono consapevoli solo del giusto e potrebbero aiutarci a migliorare sotto molti aspetti. I bambini? Loro si che sono la nostra ric-chezza più grande, perciò, cerchiamo di proteggerla co-me se fosse la nostra vita.

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Una amicizia davvero speciale: An-nachiara e Francesca (11 anni) Per noi l’amicizia è qualcosa di speciale: un sentimento reci-proco. Noi siamo Francesca e Annachiara e abbiamo 11 an-ni, ci siamo conosciute da poco facendo le prove della Pas-sione di Gesù organizzata in parrocchia nel 2011. Ora siamo diventate molto amiche e ci vogliamo tanto bene. Siamo nello stesso istituto ma pur-troppo non siamo in classe insieme perché facciamo la 1° C e la 1° B, però passia-mo molti pomeriggi insie-me, scambiando chiacchie-rate e segreti Condividiamo molte cose infatti ci scam-biamo smalti, orecchi-ni,borse ecc… Tutti abbiamo bisogno di un amico perché è la perso-na che ti rende felice quan-do sei triste, che ti ascolta e ti da consigli quando ne hai bisogno. Con un amico condividi i momenti più belli della tua vita e sai sempre che sarà disponibile nel momento del bisogno. Come recita un vecchio proverbio “chi trova un amico trova un tesoro” entrambe crediamo di aver trovato una grande ricchezza, ovvero il nostro rapporto che speriamo possa du-rare in eterno.

Febbraio / Marzo 2012 - The Wall

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Segue dalla prima

EMANUELA Meno di un mese fa, precisa-mente il 27 gennaio, è stato il giorno della commemorazione della shoah in ricordo dello sterminio degli ebrei operato dai nazisti durante la seconda Guerra Mondiale; catastrofe che causò la morte di 6 milioni di ebrei tra cui migliaia di bam-bini innocenti che non conosce-vano neanche il significato di parole quali razza, lager, ster-minio. Fu probabilmente questo stes-so pensiero che spinse Roberto Benigni, ne “La Vita è Bel-la” (1997), a trattare il tema dell’olocausto presentato, non a caso, attraverso i ricordi genui-ni di un bambino. Si tratta di un racconto che commuove per l’amore incondizionato di un padre ma che fa anche sorride-re per quella comicità che è indispensabile a mantenere e a proteggere l'innocenza dei bambini davanti alla crudeltà storica del periodo. Così il Be-nigni-regista, crea una favola fantastica in cui il piccolo Gio-suè crede di partecipare a un gioco, a una gara e per poter vincere il suo ambito carro ar-mato dovrà ottenere 1000 pun-ti seguendo le regole che il padre suggerisce al figlio per salvargli in realtà la vita. Ecco che in questo modo Benigni nei panni di Guido riesce a trasfor-mare la tragica situazione che sono costretti a vivere in un mondo in cui la sofferenza è necessaria per vincere un carro armato, un mondo in cui l'inno-cenza del bambino rimane illesa nonostante l'assurdità della situazione e l’atmosfera di mor-te e di paura che riportano alla crudele realtà. Dunque Benigni ci ricorda che, nonostante tutte le avversità, "la vita è bella" ed è arrivato il momento di dimenticare il pas-sato e cominciare finalmente a vivere senza lamentarsi per ogni piccolo problema quotidia-no ma al contrario ritenerci for-tunati per tutto quello che inve-ce abbiamo e che troppo spes-so diamo per scontato.

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Febbraio / Marzo 2012 - I Messaggi

Alla semplice domanda: Che cosa ti rende Felice? Ecco cosa hanno risposto i più piccoli...

Continua . . .

Vincenzo 5

IL MONDO CHE VORREI

Mentre osservavo da lontano un bel fiore un dubbio, un pensiero mi è sorto nel cuore:

perché con la malvagità tanta bellezza rovinare; perché nel nostro mondo più nessuno sa sogna-

re; perché nei nostri cuori tanta avidità;

perché abbiamo smesso di cercare la felicità; perché ci siamo arresi, perché non ricomincia-

mo; perché non ricreiamo

un mondo che a tutti vada bene: senza crudeltà, senza pene;

dove tutti siano felici dove tutti siano amici.

Sono queste le domande sorte nel mio cuore quelle che mi sono posta osservando quel bel fiore:

col tempo ogni domanda una risposta avrà ma ora cominciamo noi ad

amare così il mondo cambierà!

Cosa ti rende felice?

A me rende felice prima di tutto essere in

buona salute, poi per l’allegra famiglia che

ho!

Ringrazio anche di non essere povero e di

avere un piatto di pasta da mangiare perché

so che al mondo molti bambini non sono for-

tunati come me. Mi rende anche felice sapere

di contare sugli amici ed avere un fratellino

affettuoso che mi vuole bene .

Giuseppe Corrone (11 anni)

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Febbraio / Marzo 2012 - I Messaggi dei Vostri Bambini

CHE COSA TI RENDE FELICE . .

Martina 5 anni

Matteo 3 anni

Francesco 4

5

Febbraio / Marzo 2012 - I Messaggi dei Vostri Bambini

CHE COSA TI RENDE FELICE . . il gruppo

Valentina 5

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Febbraio / Marzo 2012 - I Messaggi dei Vostri Bambini

CHE COSA TI RENDE FELICE . . .?

Salvatore 5 anni

Deni-Deni-

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Febbraio / Marzo 2012 - I Messaggi

“C’era una volta un bel pagliaccio che si chiamava Felice. Un giorno mentre giocava con la palla è ca-duto e si è fatto male ed è andato all’ospedale. Il dottore Zanzara gli ha fatto una puntura e il pa-gliaccio Felice si è messo a piangere e se ne è an-dato a letto. Quando poi si sveglia però era guarito. Va dal dottore Zanzara lo ringrazia e il dottore gli dice: hai visto che adesso stai bene? Così il pa-gliaccio Felice ha imparato a non cadere più e che bisogna stare attenti, giocare con attenzione sennò si rischia di farsi male.

Valentina Armignacca (5 anni), Luigi (4 anni), Elisa (5) e Francesco Cardamone (4), Vincenzo (5) e Laura Iirita-no (3), Salvatore Mazza (5 anni), Denise Caracciolo (5 anni), Matteo Esposito (3 anni), Martina Caracciolo (5 anni). (1° 2° 3° anno alunni scuola materna Janò)

Liberi di essere bambini

Luigi 4 anni

Elisa 5 anni

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Indovina:

A quale brano musicale appartiene questa frase?

<<Tutti vogliono volare, ma quanti sono disposti

a rischiare di farsi male, cadere, ricominciare tanti si accontentano

solo di camminare, ma tappando le ali al cuore che cosa si vive a fare? >>

INVIACI LA RISPOSTA A : [email protected]

SI RINGRAZIA-NO PER LA

PREZIOSA COL-LABORAZIONE:

EM Solutions;

Danys pictu-res;

il Consiglio Pastorale della parrocchia M.

Immacolata di Ponte-grande nelle figure di Antonino Modafferi e Giuseppe Belpanno; la Sig.ra Maria Nico-

letta e tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione di que-sto numero, in parti-colar modo i bambini che ci hanno soppor-

tato.