Numero 2 Gennaio 2008 - Oratorio di Oggiono · ziano che si accorgono che “c’è un regalo anche...

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Gennaio 2008 Anno VI Numero 2

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Gennaio 2008 Anno VI Numero 2

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LA REDAZIONELA REDAZIONELA REDAZIONELA REDAZIONE Direttore Responsabile CRIPPA DON MARCO Caporedattore-Impaginatore ARRIGOSI MATTEO Vicecaporedattore-Sez. dituttoedipiù FUMI MARTA Segretario AMATO ANDREA TALLARICO GIULIANA Sez. Vita Oratoriane BREDA ALBERTA Sez. Sport BRUSADELLI CLAUDIA Consigliere MOZZANICA MICHELE Responsabile Stampa REDAELLI MICHELE Disegnatore-Correttore bozze PANZERI ANDREA Correttore bozze RIPAMONTI FABIO Rilegatrice ANGHILERI VILMA

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L’Oratorio di Oggiono, Oggi Pagina 2

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Chiunque volesse una copia arretrata del giornalino non deve fare altro che contattare un com-ponente della reda-zione oppure scri-vere all’indirizzo della redazione.

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Editoriale: una riflessione sui regali di Natale Gesti familiari e semplici racchiudono spesso varie sfaccettature del mistero stesso della vita. È così per i regali di Natale, segni della dimensione del dono che ciascuno di noi sperimenta ogni qual volta l’amore desidera prendere forma, semplice ma concreta, nella vita quotidiana.

Niente può essere paragonabile al “Dono” per eccellenza, il dono del Natale del Signore: che cosa davvero può essere icona di un Mistero così grande come l’Incarnazione del Verbo di Dio? Eppure un pacchetto decorato con cura, un regalino fatto con il cuore, un pensiero che si riferisce alla persona amata, o semplicemente stimata e rispettata, possono essere immagine, seppur flebile e incompiuta, di quel dono incommensurabile che viene da Dio.

Lo capiscono bene i bambini che al mattino di Natale si svegliano con il sorriso e corrono in fretta a spacchettare tutti i regali, sorprendendosi ogni volta e trovando in ciascun regalo, anche il più insignificante e il meno azzeccato, il suo valore positivo e la sua bellezza.

Nel volto sorridente di un bambino o di un ragazzo, nel volto stupito di un adulto o di un an-ziano che si accorgono che “c’è un regalo anche per lui”, è nascosta un po’ di quella meraviglia frastornata che ha toccato i pastori all’annuncio dell’Angelo: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un Salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un Bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia» (Lc 2, 9-12).

Ecco il segno del Natale da trovare “in una mangiatoia”, ecco il regalo fatto a tutti, anche a chi a Natale non riceverà forse alcun dono. Guardando al Bambino che “è nato per noi”, non si può cadere nella retorica e tanto meno sembrare ipocriti.

Quando il dono della Persona divina di Gesù si traduce nel dono fatto – passi il gioco di pa-role - personalmente ad una persona; quando, nella ricerca di un segno da regalare, si pensa all’originalità – unicità irripetibile e sacra di ogni persona! – di chi quel segno lo riceve; quando un regalo parla il più possibile del ricevente, di chi è lui per noi, allora ci accorgiamo che anche il Dono di Gesù in realtà parla di noi, di quello che siamo noi agli occhi del Padre e quindi non facciamo che replicare ciò che sarebbe irripetibile, e anche questo fa parte del Mistero

dell’Incarnazione.

IN QUESTO NUMERO VI SEGNALIAMOIN QUESTO NUMERO VI SEGNALIAMOIN QUESTO NUMERO VI SEGNALIAMOIN QUESTO NUMERO VI SEGNALIAMO

• CAMPO ESTIVO 2007: NATZ

• SPECIALE BANDA

• AUGURI DON AMINTORE PAGANI

• AUGURI DON MARCO

• AUGURI REDAZIONE

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Editoriale: Regali di Natale

Fare i regali a Natale è dunque – con una parola un po’ forte - doveroso oltre che bello, perché un dono – non importa se piccolo o grande – può essere segno e testimonianza dell’-Amore di Dio che è in mezzo a noi, proprio attraverso l’amore reciproco delle persone.

Ciò non significa che il consumismo, la mercificazione, lo spreco, la sovrabbondanza non debbano essere “condannati”, combattuti e indicati, soprattutto alle giovani generazioni, co-me incomprensione e depistaggio del Natale vero. Ma tutto ciò non vada a discapito di segni, come possono essere i regali correttamente interpretati, che invece “significano” il Natale.

Chi poi è allenato a vivere bene la carità, chi è chiamato a viverla più esplicitamente, chi ne sa fare il leit motiv del quotidiano e non solo di “raccolte straordinarie”, sa che il dono non può limitarsi alle persone vicine, a chi può corrispondere il dono con gratitudine, ma si rivolge anche e soprattutto a chi non può ricambiare, a chi non può che rappresentare il volto pove-ro del Bambino Gesù.

L’attenzione ai poveri a Natale è dunque un ulteriore, preziosissimo segno: quello della nostra risposta al Dono impagabile e gratuito della Manifestazione di Dio nella storia e nella vita di ciascuno.

don Massimiliano Sabbadini, Direttore della FOM e Responsabile del Servizi per i Ragazzi e l’Oratorio

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Campo Estivo 2007: Natz

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VIVERE IN ORATORIO “Dimmi Perché”

Svulatz svulatz, Natz bobombobom… se vi trovavate in val d’Isarco tra il 20 e il 27 di lu-glio, di sicuro avrete sentito uno dei tanti ritor-nelli che risuonavano per le valli quando pas-sava il gruppo preado dell’Oratorio di Oggiono. Il CE (campo estivo) 2007 era intitolato E…state in armonia e il tema di questa settimana è stata la musica. Anche quest’anno non sono mancate le sve-glie prima delle 7 del mattino. Tutti in piedi, di corsa, pronti per fare colazio-ne, zaino in spalla e via, verso nuove avventu-re… Pullman, funivia, ma anche e soprattutto le no-stre gambe sono stati i mezzi che ci hanno portato a destinazione, sui meravigliosi prati del trentino. Abbiamo visitato la città di Bolzano dove ci siamo sbizzarriti nello shopping più sfrenato acquistando oggettini di ogni genere. Abbiamo vissuto momenti indimenticabili tra canti, giochi, preghiere e tante risate insie-me… d’altro canto… come ci si può annoiare se tutte le sere, facciamo quello che facciamo tutte le sere, tentiamo di conquistare il mondo!! È stata un esperienza fantastica, grazie a tut-ti!!! la vostra G….O Ilaria Dolfini

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Vivere in Oratorio “Dimmi Perché”

Agorà 2007

Cari amici e lettori ben ritrovati con me eragonovanta del giornalino dell’ oratorio ecco volevo raccontarvi la mia ultima esperienza stavolta col gruppo giovani: l’AGORA’. Allora siamo partiti verso le 10 e mezza (il ritrovo era alle 9 45 come al solito eravamo in ritardo) con il pulmino giallo dei servizi sociali (infatti tutti sulla strada ci guardavano male!!!!!!!!!!) per poi fermarci in un autogrill a recuperare un infiltra-to compagno di scuola di Anna F. ovvero Claudio. Co-me descriverlo??? Un bravo ragazzo di 21 anni milani-sta biondo 4 occhi molto simpa alto e basta. Dopo le presentazioni abbiamo proseguito il viaggio ascoltan-do la musica di Anna N. fino a quando ci siamo fermati in un altro autogrill a mangiare. Dopo esserci rifocillati a dovere ho visto che alcuni fugavano verso l’uscita; ad un tratto mi giro e vedo …………….. no meglio che non lo dica !!!!! guardo silvia e gli dico:”ho capito dove sono andati tutti !!!!!” poi gli indico un bambino e Civi mi risponde :” andiamo via!!!!!!!!!!”. Schifati siamo ripartiti per recarci alla nostra meta nel-le marche: un paesino di nome Montesicuro; giunti in parecchio anticipo siamo stati accolti dalla si-gnora Lucia che ci ha offerto una torta e delle bibite.

Poi con Lucia ci siamo diretti alla casa del don Mario e ci sono stati consegnati il sussidio per il 29 30 e 31 per le preghiere, una immagine dell’annunciazione ed una piastrella. Poi abbia-mo celebrato l’Eucarestia e siamo andati nelle case delle famiglie che ci ospitavano. Io sono capitato con Claudio e Civi nella famiglia Mazzalupi dove abbiamo conosciuto la signora No-rina, la figlia ed il cane Poldo( un cane con problemi di identità in quanto si strusciava come un gatto) poi dopo una doccia abbiamo cenato insieme e siamo andati a fare la preghiera serale dove abbiamo fatto dei gesti come scrivere cosa provava il nostro cuore e la conse-gna ai pellegrini (noi) una conchiglia simbolo del pellegrino. Finito tutto ciò ci siamo diretti al parco giochi a parlare dei bei tempi passati. Poi giunto il momento di andare a letto a Claudio è saltato in mente di andare a casa a piedi e dopo questa bella passeggiata con la torcia a manovella siamo andati a letto. –primo giorno- Svegliati di buon ora (7-30) abbiamo fatto una abbondante colazione con una crostata di marmellata di pesche con noci fatta dalla signora (anche la marmellata) siamo andati alle lodi mattutine (non in mutande prima ci siamo vestiti) poi assieme a Lucia e ad Orietta abbia-mo visitato Ancona e alle 10 e 30 abbiamo fatto la catechesi con il vescovo di Como dove è stato spiegato il vangelo di Gesù e la samaritana. Ma il bello viene quando l’interprete tede-sco gli suona il cellulare e fa una figura davanti a tutti che scoppiano a ridere!!!!!!!!!! Ahaha-hahahahahahahah che risate!!!!!!!!! Poi siamo andati a pranzare con i panini e abbiamo gira-to per Ancona. Verso le 16 in punto abbiamo visto la mostra del Miserere di un certo Ruoault pittore francese che utilizzava il metodo acqua tinta allo zucchero dove abbiamo visto quasi 200quadri e abbiamo fatto scritto e detto le impressioni che ci catturavano. Il sottoscritto ha anche fatto una poesia a suo nonno!!!!!!!!!

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Vivere in Oratorio “Dimmi Perché”

Poi finita la mostra siamo andati a casa per fare la doccia e dopo siamo andati in un orato-rio vicino a cenare con altri giovani e dopo la cena abbiamo cantato “Quel mazzulin de fio-ri” e “O mia bella Madunina”(esclusa la parte finale) poi abbiamo fatto un gioco con il don Francesco bellissimo dovevamo fare la danza del serpente wow poi erano stati organizza-ti altri giochi ma non li hanno fatti perché era tardi (colpa dei siculi arrivati in ritardo alla cena). Poi dritti a casa e a nanna. -secondo giorno- Ci siamo alzati verso le 8 per fare colazione e poi alle 9 abbiamo fatto le lodi mattutine, dopo siamo andati all’Itinerario Cardeto dove abbiamo incontrato tre ragazzi che lavorano alla mensa del povero ( opera caritativa Padre Guido) e ci hanno spiegato cosa fanno. Poi abbiamo visto la polveriera da lontano, il cimitero degli ebrei dove abbiamo pregato poi la fortezza di San Cataldo ed infine il faro dove abbiamo letto il vangelo della luce del mondo e abbiamo pregato Maria l’eterno si a Gesù. Poi siamo andati proprio dentro la chiesa di San Cataldo martire morto trafitto, dopo essere immerso in olio caldo ed aver bevuto piombo fuso. Poi fuori dalla chiesa abbiamo pranzato con insalata di riso panini e frutta. Poi purtroppo dovevamo andare al mare ma ha iniziato a piovere e ci siamo rifugiati a gio-care a carte e al sardina ina ina poi dovevamo celebrare l’ Eucarestia in piazza Cavour ma visto il tempo è stata rimandata al Palarossini dove abbiamo incontrato gli amici di Bollate e il don Fabio Turba. Poi siamo andati a casa a cenare ma abbiamo saltato la fe-sta comune nelle piazze purtroppo. Poi dopo aver visto la vittoria del Milan siamo andati a letto ma prima una doccia. -Terzo giorno- Sabato nonostante il ritro-vo alle 10 e 30 per fare il salmo ci siamo alzati alle 8 per preparare le valige e come ogni mattina il Kako apriva sbadigliando la sua finestra e noi lo salutava-mo poi lo stesso per Chic-co. In tutta fretta ci siamo lavati la faccia e siamo an-dati a fare colazione poi il saluto alla signora che ci ha accolto con il suo affet-to con un regalino: oggetti che riguardano la storia di Oggiono e un set per cuci-nare da parte di Claudio. Poi carichi dei nostri effetti ci siamo diretti verso la ca-sa dove dormivano Chicco Kako e Fabio per caricarle sul pulmino dei servizi so-ciali (la casa era a tipo 1-0,94 iarde di distanza dal-la nostra) abbiamo salutato anche i signori dell’altra casa e siamo partiti

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Vivere in Oratorio “Dimmi Perché”

per portare le valige dalla signora Luisa poi abbiamo salmato (recitato il salmo) e ci siamo salutati poi tutti insieme verso nuove avventure alla stazione di Varano dove con gli zaini stracarichi abbiamo aspettato per una buona mezz’ora poi ci siamo imbarcati e appropriati di mezzo vagone. Ad un tratto Silvia dice:” ma quella non è Marta Fumi???” e allora tutti come pirla a gridare “Marta!!!! Marta!!! Siamo qui!!!!!” poi Silvia dice: “Ma quella non è Mar-ta!!!!!!!!” e allora giù a ridere!!!!! Poi tra un morso e l’altro di un panino (perché la fame colpi-

sce all’improvviso) siamo arrivati alla stazione di Loreto e abbiamo iniziato a camminate assieme agli altri pellegrini poi al punto dove consegnavano i rifor-nimenti per la sera ed il giorno dopo ci siamo seduti a mangiare le lasagne (porzione per pic-nic) e Kako visto che ne aveva 1° in più l’ha gentilmente do-nata ad un altro pellegrino. Poi con la pancia piena e la testa vuota siamo ri-partiti verso la piana di Montorso dove dopo 1km e 546,81 iarde abbiamo rag-giunto il traguardo affollatissimo. Spingendo abbiamo trovato un buco ideale per noi e ci siamo appartati die-tro ad una tenda che ci impediva la vi-sione del maxi schermo (è vietato por-tare le tende) e ci siamo preparati ad accogliere il papa. Nel pomeriggio ver-so le 5 e mezza è arrivato il mitico Benny XVI e tutti ad accoglierlo con inni ed applausi poi abbiamo iniziato la preghiera diretta dal papa e poi il saluto mentre andava a pregare al santuario di Loreto. Alla sera dopo un pasto sa-

ziante Kako esclama: “Perché ho dato via le mie lasagne???” e dopo incomincia lo spetta-colo che spero avete visto in diretta su rai uno con uno splendido scenario notturno illumi-nato dalle nostre pile seguendo il ritmo del cuore!!!!! Poi abbiamo fatto la veglia di preghiera con numerosi cantanti come le Vibrazioni, Andrea Bocelli, Paolo Vallesi, Claudio Baglioni e Lucio Dalla. (Sappiate che avete visto di più voi in tv che le persone che erano a Montorso perché il palco era nascosto) durante lo spettacolo io e Civi ci siamo diretti verso il bagno (mission impossibile 4)con una coda pazzesca e li abbia-mo conosciuto tre tipe che facevano pssssssssss pssssssss ed il Civi si gira e gli dice:” Pe-rò scappa anche a me!!!” . Poi uno spettacolo che non hanno trasmesso in tv ovvero i fuo-chi d’artificio stupendi li ho guardati dalla fontana di luce n° 3 su 8 mentre mi confessavo. Poi tutti a nanna nel sacco a pelo (faceva freddino!!!) e sdraiati sui materassini addormenta-ti dai canti dei polacchi. –quarto giorno- Verso le 7 un presentatore al microfono ha svegliato tutti i 400.000 pellegrini (alcuni non hanno dormito) ed abbiamo colazionato poi preghiera del mattino e verso le 9 e mezza la Santa Messa con il papa poi il saluto alla Madonna ed alla croce destinata ad andare in Emdeber (Etiopia) e mentre tutti scappavano verso l’uscita noi con calma magistrale abbia-mo pranzato e sistemato le nostre cose. Poi al momento opportuno siamo tornati verso la stazione ferroviaria ciciarando del più e del meno; arrivati all’ edificio color giallo scuro

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Vivere in Oratorio “Dimmi Perché”

(stazione) abbiamo superato una buona parte della folla inferocita e ci siamo imbarcati sul treno tutti stretti (perché dobbiamo stare miscini miscini). E abbiamo raggiunto Varano poi con il pulmino siamo tornati a Montesicuro dove ci siamo cambiati ed abbiamo fatto merenda a casa di Luisa dove abbiamo ritrovato tutte le fami-glie per un altro ultimo saluto. Poi siamo ripartiti verso Oggiono con una coda inimmagina-bile e durante la strada abbiamo visto pellegrini di ogni parte del globo terracqueo. Poi pri-ma fermata ad un autogrill per andare in bagno una coda peggio di Montorso allora io Ka-ko e Civi siamo andati in un fossato in mezzo alla boscaglia ( cespugli ) poi siamo tornati alle auto perché non si poteva mangiare causa affollamento. Secondo autogrill seconda sosta scartata per il mare umano. In viaggio per il terzo autogrill abbiamo parlato di Futu-rama e dei Simpson che bei ricordi!!!!! Poi terzo autogrill ora o mai più alcune persone compreso il sottoscritto hanno cenato e poi siamo ripartiti ma stavolta per la stanchezza Kako non ha più guidato ma è toccato a Civi poi il traguardo verso le 2 e 30 poi tutti nelle proprie case a fare la nanna. (una cosa ho dimenticato: durante il soggiorno a Montorso Kako, lo zerbino, ha inviato un messaggio a Chiara sbagliando poi le ha detto rinviamelo che non mi ricordo più cosa ho scritto e lei gli risponde:” Osp l’ho cancellato!!!”). – quinto giorno- Bè è stato un’esperienza stupenda che fa crescere dentro ho imparato un po’ di storia di Ancona , ho imparato che bisogna essere generosi come le famiglie che ci hanno ospita-to, ho appreso che bisogna sempre rispettare la terra consiglio vivamente a tutti di fare questa esperienza!!!! Au revoir!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Fletto i muscoli e sono nel vuoto Eragonovanta

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Sabato 17 Novembre si è svolto il ritiro di ingresso in Avvento a cui hanno partecipato giova-ni, adolescenti e anche adulti. Quest’anno non ci siamo ritrovati in Sant’Agata come al solito, ma ci è stata proposta una novità: un pellegrinaggio “notturno” a San Pietro al Monte a Civate. Dopo un’ oretta di cammino abbiamo raggiunto la chiesa dove abbiamo celebrato la mes-sa.Terminata la celebrazione, siccome eravamo infreddoliti, per riscaldarci ci hanno offerto un buon the con dei deliziosi biscotti. È stata un’ esperienza insolita perché ci siamo resi conto che per pregare non è necessario ritrovarsi in una chiesa ma basta avere voglia di meditare pur camminando insieme verso una meta al buio con una torcia in mano. Non pensavamo che di notte si avvertisse meno la fatica del tragitto e si percepisse meno lo scorrere del tempo. Eravamo talmente concentrati che sentivamo solo il rumore dei nostri passi e lo scorrere dei nostri pensieri. Nonostante all’inizio fossimo incuriositi e titubanti per questa nuova esperienza dobbiamo ammettere che è stato veramente interessante e ci ha lasciato un bel ricordo.

Una Adolescente e una 18enne

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Vivere in Oratorio “Dimmi Perché”

Pellegrinaggio a San Pietro al Monte

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Anno VI, Numero 2, Gennaio 2008

Era un sabato sera come tanti altri, e stavo parlando con quattro simpatiche ragazze quando mi viene proposto, quasi all’improvvi-so di scrivere un articolo sulla mia esperienza di allenatore. “Nessun problema”, dico io, “cosa vuoi che sia!”. Sono tornato a casa ed ho iniziato a pensare che cosa potessi scrivere: ho deciso di comin-ciare con il descrivere le motivazioni che mi hanno spinto ad intraprendere questa avven-tura da allenatore. Sono stato per un po’ di tempo a riflettere, ma non mi è venuto in men-te niente. Non riesco a ricordare perché ho deciso di allenare una squadra dell’orato-rio; me lo hanno chiesto, ed io ho accettato: forse per gioco, forse perché era una cosa nuova per me ed avevo un po’ di curiosità, for-se perché pensavo di potermi rendere utile, oppure semplicemente perché mi sono lascia-to trascinare. Non mi ricordo. Ciò che mi ricor-do, invece, è il primo allenamento, quello dell’-anno scorso. Avevamo appena deciso di co-stituire una squadra, non avevamo molte idee, solo molta buona volontà e molta decisione nella nostra scelta. La cosa bella che ho subi-to notato era come le ragazze fossero diffe-renti tra di loro, differenti per età, paese di pro-venienza, pensieri e comportamenti. Solo po-che si conoscevano prima di iniziare questa avventura, e in quel momento mi sono accorto per la prima volta di come lo sport possa es-sere un mezzo di unione tra persone diverse e di come esso possa creare legami, anche for-ti, tra ragazzi che non hanno nient’altro in co-mune. Così è cominciata la mia avventura, con quel imbarazzo che nasce quando ti trovi a contatto con persone che non conosci anco-ra e quando ti trovi ad affrontare situazioni nuove. Poi abbiamo iniziato a conoscerci e, soprattutto, a capirci. Perché penso che sia questa la cosa fondamentale per chi pratica sport a livello oratoriano: conoscere e capire i compagni e i propri giocatori; capire quando stanno attraversando un buon momento, e quando invece il periodo è brutto. Perché in fondo conoscere le persone, divertirsi e cre-scere insieme è lo scopo ultimo dello sport. Durante il campionato, comunque, abbiamo

Mister per gioco

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SPORT

attraversato momenti belli e momenti brutti; si passa attraverso le vittorie e le sconfitte, l’importante è saper giocare, sempre, sia nell’esaltazione della vittoria che nella soffe-renza della sconfitta. Durante l’anno passa-to ho capito che non si deve mai giocare per la vittoria, ma bisogna giocare semplicemen-te per giocare, la vittoria non sta nella scon-fitta dell’avversario, ma nella lotta, nel gioco di squadra e nella voglia di dare sempre tut-to quello che si ha; nel rispetto delle regole e dell’avversario. Lo sport può sempre inse-gnare qualcosa, e sta a noi allenatori riusci-re a trasmettere la passione ai ragazzi, riu-scire a trasmettergli la gioia dell’impegno, del gioco di squadra; a fargli capire la dignità che risiede nella sconfitta, perché solo attra-verso questa “nemica” si possono imparare lezioni che vanno ben oltre l’aspetto calcisti-co. Saper perdere è una delle cose più diffi-cili, ma anche udell’allenatore in fondo è questo, far imparare ai ragazzi a giocare, ed insegnargli l’impegno, la sportività e la forza di non arrendersi di fronte ad una sconfitta; l’allenatore deve mettersi in gioco, con i ra-gazzi per i ragazzi. Ma l’anno scorso mi è servito anche per imparare che lo sport può creare legami molto profondi, che, sono si-curo, dureranno molto dopo la fine di questa avventura calcistica. E non c’è da stupirsi, quindi, se nel momento dell’addio, quando la strada che qualche nostro compagno ha de-ciso di percorrere lo porta ad allontanarsi dalla squadra, ci sia dispiacere, ci sia anche malinconia. L’anno scorso, va detto, non si è concluso nel migliore dei modi, diciamo che siamo arrivati nelle parti basse della classifi-ca; alcune persone a cui abbiamo imparato a voler bene hanno deciso di percorrere un’-altra strada; nuove persone sono arrivate, e sono sicuro impareremo a voler bene anche a loro. Ma non importa. Questo anno abbia-mo ricominciato con la stessa passione, giorno dopo giorno, consci del fatto di non essere imbattibili, ma con tanta voglia di gio-care e di lottare partita dopo partita, rispet-tando regole ed avversari, ma senza mai tirarsi indietro. Sono contento della squadra

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che alleno, a volte mi fanno impazzire, a volte sembra che non capiscano niente di quello che le si dice; ma so-no delle ragazze d’oro, che si impegnano con pazienza e costanza, ed hanno impa-rato sia a vincere che a per-dere con dignità, e sono si-curo che se continueranno così arriveranno molto lonta-no. Non mi ricordo perché mi sono lasciato convincere a diventare allenatore, ma so-no felice di averlo fatto. SLY PUCK

L’Oratorio di Oggiono, Oggi

Torneo serale di calcio... che passione!!!!!

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Sport

Come tradizione, anche quest’anno si è svolto all’Oratorio il torneo serale di calcio. Le 28 squadre partecipanti hanno dato vita a 7 gironi, seguiti dalla fase finale (a cui hanno partecipato le prime due classificate d’ogni girone più le due migliori terze), formata da ottavi, quarti, semifinali e finali. La durata complessiva del torneo è risultata così supe-riore ad un mese (9 Giu-14 Lug: più di un mondiale!!). Dopo una finale emozionante, il Red Point ha bissato il successo dello scor-so anno!! Il torneo è stato seguito da un di-screto numero di spettatori che affollavano le tribune ogni sera soprattutto a partire dal-le 21:00 e che hanno seguito in particolare la fase finale. Le partite sono state in genere appassionanti, con qualche eccezione dovu-ta all’eccessivo divario tra le formazioni in campo, e nella fase finale è salito ovvia-mente anche il livello tecnico degli incontri. A volte l’agonismo si è fatto sentire un po’ troppo ed ha causato provvedimenti discipli-nari, che hanno “rimpinguato” le casse del Torneo! Gli arbitraggi sono stati spesso pun-tuali anche se qualche lamentela si è mani-festata, ma forse è inevitabile!! Accanto al torneo principale si sono svolti anche un tor-neo femminile ed uno fra squadre giovanili. Al torneo femminile hanno partecipato 4

squadre ed è stato vinto dal Barzanò, men-tre quello giovanile è stato disputato da 8 squadre e ha visto la vittoria dell’Oratorio Oggiono C (erano, infatti, ben tre le squadre dell’oratorio di Oggiono!). Un ringraziamento particolare va rivolto agli organizzatori, che hanno curato la buona riuscita del torneo, di cui attendiamo con impazienza la prossima edizione!!!! Di seguito le classifiche dei giro-ni ed i risultati della fase finale del torneo serale con le classifiche degli altri due tor-nei.

Stefano Straniero Girone Rosso:

Girone Blu:

1° Avis Aido 9 pti

2° Mondo Auto 6 pti

3° Foto Incisioni Ripamonti 3 pti

4° Oratorio Molteno 0 pti

1° Time Cafè 6 pti

2° New Fashion - Sun City 6 pti

3° Termoidraulica Mauri 6 pti

4° Time Out 0 pti

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Anno VI, Numero 2, Gennaio 2008

Girone Viola:

Girone Arancio:

Girone Grigio:

(In grassetto le squadre qualificate agli ottavi)

Risultati ottavi di finale:

Girone Verde

1° Red Point 9pti

2° Motta Costruzioni 6 pti

3° Stadust Team Birel 3pti

4° Lavo Kako Lavo 0 pti

Girone Giallo:

1° Avis Oggiono 6 pti

2° Edicola Verderio 4 pti

3° Trattoria S.Benedetto 4 pti

4° Bar Invidia & Caffè 3 pti

1°Geolisa di Speedy Gonzales 9 pti

2° Impresa Edile Corti 6 pti

3° Ragazzi Cinema F.C. 1 pto

4° Re Verde Park 1 pto

1° Colombo Annibale 9 pti

2° Livio Impianti Elettrici 6 pti

3° Cermenati Caffè 3 pti

4° Casartelli 0 pti

1° I Bulloni 7 pti

2° R.G.D. 6 pti

3° Termoidraulica de Filippo 4 pti

4° Mood Lecco 0 pti

Sport

Risultati quarti di finale:

Risultati semifinali:

Risultati finali:

Classifica finale : 1°RED POINT 2° AVIS OGGIONO 3°GEOLISA DI SPEEDY GONZALES 4°TERMOIDRAULICA MAURI Torneo cat. Ragazzi a 7: 1°Oratorio Oggiono C 2°Polisportiva Oratorio Suello 3°Sala al Barro 4°Oratorio Oggiono A Torneo Femminile a 7: 1°Barzanò 2°Aurora 3°Olgiate Molgora 4°Oratorio Oggiono

Avis Aido New Fashion – Sun City

Time Cafè Mondo Auto

Red Point Edicola Verderio

AVIS Oggiono Motta Costruzioni

Geolisa di Speedy Gonzales Livio Impianti Elettrici

Colombo Annibale Impresa Edile Corti

I Bulloni Termoidraulica De Filippo

RGD Termoidraulica Mauri

New Fashion – Sun City Red Point

Time Cafè AVIS Oggiono

Geolisa di Speedy Gonzales Termoidraulica De Filippo

Impresa Edile Corti Termoidraulica Mauri

Red Point Geolisa di Speedy Gonzales

AVIS Oggiono Termoidraulica Mauri

Finale 3°- 4° posto Geolisa di Speedy Gonzales Finalissima 1°- 2° posto Red Point

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L’Oratorio di Oggiono, Oggi

Impegno e determinazione

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Sport

Sei punti in due gare per le ragazze allenate dalla coppia Corti & Proserpio! E' la prima volta in due anni che le bianco verdi centrano due successi consecutivi, rispettivamente contro GS Giovanile Lecco e GS Altopiano Valsassina. Nella sesta giornata del girone d'andata l'Oggiono affonda per 2 a 0 la Giovanile Lecco dopo una partita giocata in modo eccelso. Corti e Proserpio schierano la seguente formazione: Anna Negri in porta (sostiuisce l'infortunata Cri, grazie al settore pallavolo per il prestito!), Lety e Fra in difesa, Bea, Kia e Giuly a centrocampo, Fede in avanti. L'Oggiono in pochi mi-nuti prende in mano le redini del gioco e spreca una marea di occasioni fino al vantaggio di Giuly che presa palla dribbla all'interno l'avversaria e calcia in porta d'esterno sinistro. La palla assume una traiettoria imparabile e s'insacca alle spalle del portiere avversario. Il Lec-co non fa nulla per impensierire la retroguardia oggionese e sono sempre le ragazze bianco-verdi a portarsi alternativamente al tiro con Bea, Giuly e Kia. Spesso sono anche Lety e Fra che salgono dalla difesa a tentare di violare la rete biancorossa. Nel secondo tempo è sem-pre l'Oggiono a comandare e su calcio d'angolo Fra disturba un'avversaria che batte il suo portiere. Sul 2 a 0 l'Oggiono controlla e strappa una vittoria importante tra le mura amiche. Giacomo Corti

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Anno VI, Numero 2, Gennaio 2008

Sport

Dieci minuti prima di entrare in campo sto lì con la testa china, cerco il massimo della con-centrazione, poi l'allenatore mi dice le ultime cose…già le so…me le ha dette cento volte, le ho pensate mille..un urlo forte e siamo pronti..adesso ci siamo, adesso andiamo fuori, adesso andiamo a vincere… Mancano poche ore all’esordio; sono ore frenetiche, ore di concentra-zione, ore di tensione, ore di riflessione. Ore nelle quali i giocatori pensano, appena possono, alla partita di domani. Pesano a quello che potrebbe essere o a quello che sarà. Si sognano risultati impossibili, goleade che resteranno nella storia, vittorie all’ultimo minuto con gol in rovesciata del portiere, vittoria per 1-0 con autogol del giocatore più odiato della squadra av-versaria. Si sogna la vittoria, ma dopo i sogni ci resta solo la realtà, restano solo poche ore e non ci resta che dire, FORZA RAGAZZI!

Matteo Valsecchi

Vigilia di passione

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E adesso… bambini, sbizzarritevi colorando questo disegno!

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L’Oratorio di Oggiono, Oggi

Vigilia di passione: aria di derby

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Sport

In un solo week- end calcistico a poco più di ventiquattr’ore di distanza si sono stati disputati ben due derby sul campo sin-tetico dell’Oratorio di Oggiono. Sabato 24 novembre alle 15 si sono sfidate le due squadre Under 14 a 7 che disputano il campionato autunnale per la zona Laghi CSI, mentre dome-nica 25 novembre alle 17 è toccato al derby della catego-ria Under 10 a 7 valido sempre per il campionato autunnale zonale che ha visto scontrarsi la squadra Bianca e la squadra Verde. Il derby dell’Under 14, arbitrato da capitan Primo Cavenaghi, si è concluso con il punteggio di 2 a 2 e tante recriminazione da entrambe le parti per le nu-merose occasioni da goal sprecate. Scendono in campo l’Oggiono B in tenuta bianco verde, che ospita l’Oggiono A, in maglia arancio. Passa in vantaggio dopo dieci minuti di gioco la squadra B, allenata dal trio Borghetti – Conca - Fornaro con una punizione di Riccardino Ghianda che mette in difficoltà il portiere Longhi della squadra A, diretta dal quintetto Petrini – Conti – Fri-gerio – Straniero - Giudici. Il raddoppio arriva sempre su punizione che trova ancora u-na volta impreparato il portiere “ospite”. L’Oggiono A si affac-cia spesso nella metà campo avversaria, ma le prodezze del portiere dell’Oggiono B Greppi Alberto vanificano ogni occa-sione ben costruita dal veloce centro campo avversario. Nel secondo tempo però sale in

cattedra l’Oggiono A e final-mente vengono premiate le azioni offensive della squa-dra ospite che prima accor-cia le distanze con un gran diagonale di Davide Negri da dentro l’area di rigore e infi-ne pareggia i conti con una magistrale punizione di Mu-rad dalla tre quarti messa proprio là nel sette, dove si annidano i nemici dell’igiene. 2 a 2 il risultato finale e tante strette di mano a fine partita tra giocatori e mister. Data la situazione di classifica è au-

spicabile che il derby si ripe-ta anche nel campionato Pri-maverile. Per la categoria Under 10 a 7 la squadra Bianca (in ma-glia blu) guidata da Cavena-ghi Gigi – Redaelli Fabio af-fonda i compagni della squa-dra Verde (in maglia giallo verde) di Cavenaghi Primo – Redaelli Giuseppe per il punteggio di 9 a 2 (da notare che il derby è anche avvenu-to tra “cognonimi”). La partita è praticamente senza storia data la differenza di età e di esperienza fra le due squa-dre in campo. La squadra Bianca è praticamente com-posta da soli elementi della classe 1997 e al terzo cam-

pionato, mentre la squadra Verde è alla seconda espe-rienza, ma composta da pa-recchi ragazzi della classe 1998 e 1999, di cui molti al primo campionato. Dopo la prima frazione di gioco la squadra Bianca è già in van-taggio per 3 a 0 e non può far altro che controllare il match nei tre quarti succes-sivi allungando progressiva-mente il punteggio con azio-ni da goal veloci e precise. Con questa vittoria ad una giornata dal termine del campionato autunnale la squadra Bianca ha già con-quistato matematicamente la prima piazza staccando nettamente le inseguitrici. Il fanalino di coda Verde inve-ce può ancora dire la sua affrontando nell’ultima gior-nata la Polisportiva Oratorio Bulciago al penultimo posto con 4 punti in classifica. Al termine della partita, le mamme e gli allenatori dei ragazzi hanno organizzato un’abbondante merenda per festeggiare la buona riuscita di questo spettacolare derby. Tante emozioni sono state vissute in questi giorni di sport: alcuni hanno vinto ed altri hanno perso sul campo. Si spera che tutti invece vincano nella vita di tutti i giorni rispettando l’av-versario e le regole di quello che è uno dei giochi più belli del mondo: il calcio giocato.

L’allegro cronista sportivo

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Anno VI, Numero 2, Gennaio 2008

Alla fine della rubrica sportiva riportiamo la recensione di un libro che vorremmo consigliare agli amanti dello sport ma non solo… Buona lettura!!

È la partita più importante del campionato di calcio di serie A. La squadra capolista è in van-taggio fuori casa in virtù di un rigore contestato convalidato dal segnalinee Adelchi. Lo stadio si trasforma in una bolgia e piovono fischi e insulti. I tifosi espongono pesanti striscioni contro il direttore di gara accusandolo di essere un corrotto al soldo del manager sportivo Alfredo Rebuffo e burattino nelle mani del designatore Colnago. Tra il primo ed il secondo tempo l’ar-bitro dell’incontro, il signor Tullio Ferretti da Livorno, viene trovato impiccato nel suo spoglia-toio dello stadio Marassi di Genova. Il caso appare molto semplice da risolvere: un suicidio dovuto al nervosismo della partita. Tutti ne sono convinti, anche il procuratore generale di Genova. Ma alcuni elementi sono tra loro discordanti, alcuni particolari non quadrano e non si innestano alla perfezione sulla scena del crimine. C’è qualcosa di sbagliato e mancano alcuni tasselli nel complicato puzzle che gli investigatori devono ricomporre. Ma allora si tratta di suicidio dovuto al rimorso o di un efferato omicidio?

Questo l’enigma che dovrà sciogliere il commissario Marco Luciani, un integerrimo poliziot-to. Luciani sarà costretto ancora una volta nella sua vita a immergere le mani nel torbido mondo del calcio professionista, a confrontarsi con arbitri e segnalinee corrotti, con general manager sportivi che farebbero di tutto pur di guadagnare denaro con il giocattolo del calcio, il tutto avvolto in un velo di omertà quasi imbarazzante.

Il quadro che Claudio Paglieri, l’autore genovese di Domenica Nera, traccia è straordina-riamente simile a ciò che è emerso dai recenti scandali di Calciopoli e non può che indurre il lettore ad una riflessione sul mondo del calcio attuale e reale. Molti lettori della prima ora so-no rimasti impressionati di quanto il calcio descritto da Paglieri sia poi risultato aderente alla realtà.

Domenica Nera è edito da PIEMME e costa € 16.90. Swordman

Sport

Domenica Sera

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Benvenuti!

L’Oratorio di Oggiono, Oggi Pagina 18

DI TUTTO DI PIÙ

Come ormai di consueto, riportiamo in questa rubrica i nomi dei nuovi battez-zati che con il sacramento del Santo Battesimo entrano a far parte della nostra comunità. In questo piccolo spazio vogliamo dare loro il nostro benvenuto pre-gando e chiedendovi di pregare per loro e le loro famiglie. Ricordiamo in que-sto numero i battezzati nel mese di Novembre 2007. Padre buono, ti ringraziamo per il dono di Nicolò Manzoni,Nicolò Manzoni,Nicolò Manzoni,Nicolò Manzoni, Cristian Sala,Cristian Sala,Cristian Sala,Cristian Sala, Mirko Rosano,Mirko Rosano,Mirko Rosano,Mirko Rosano, Aura Pignataro,Aura Pignataro,Aura Pignataro,Aura Pignataro, Alessandro Tineo,Alessandro Tineo,Alessandro Tineo,Alessandro Tineo, Vittoria Maria AiroldiVittoria Maria AiroldiVittoria Maria AiroldiVittoria Maria Airoldi che con gioia accogliamo nella nostra comunità; ti preghiamo per questi nuovi fratelli in Cristo: fa’ che crescano forti nella fede, custodiscili nel tuo amore perché possano sempre testimoniarlo e comprendere di essere luce del mondo e sale della Terra. Proteggili nel loro crescere, rendili onesti cittadini e perfetti cristiani, rischiara la loro vita con la luce del Vangelo del Signo-re Gesù e benedici tutti i loro cari. Per Cristo nostro Signore. Amen.

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Anno VI, Numero 2, Gennaio 2008

Abbiamo ricevuto e pubblichiamo questo pensiero che Paola, la mamma di Stefano e France-sco Milani, rivolge in particolare ai giovani e a tutti coloro che le sono stati vicino per la perdita del caro nonno Ambrogio.

Desidero scrivere due righe per esprimere la sorpresa e il gradimento che ho provato nel ve-dere la partecipazione di un nutrito gruppo di giovani al funerale di un anziano solo perchè è il nonno di un loro amico. Approfitto di questo spazio anche per ringraziare tutti coloro che in va-rio modo hanno partecipato al mio dolore e che non ho potuto incontrare di persona. Grazie, Paola.

Abbiamo ricevuto e pubblichiamo…

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Che hai letto di bello? Ora Zero

In un futuro molto prossimo l’Unione Europea si regge su un fragile equilibrio dettato dalla logica dell’economia. La difesa del Vecchio Continente è affidata alla neonata Divisione Sicurezza Europea che ha sede a Vienna. In questa organizzazione federale militano vec-chie conoscenze del mondo dell’avventura quali Bruno Genovese e Ermelinda Casillas. Sono due personaggi psicologicamente con-troversi, solitari e un po’ ro-mantici eroi di un passato dimenticato, ma gli unici a sapere come fermare l’esca-lation di attentati terroristici a cui viene sottoposta l’Euro-pa. Nel breve volgere di set-te frenetici giorni viene por-tato a compimento il piano devastante di un signore della guerra e del terrore serbo, Caspar Dragan detto il Vampiro, detenuto in un carcere tedesco di massima sicurezza dopo l’arresto da parte del comandante Bruno Genovese. Ma la DSE è de-licata quasi quanto l’alleanza europea: gli ami-ci diventano rapidamente nemici e i nemici ri-tornano ad essere amici. Si gioca tutto sul filo del rasoio ed il minimo errore può costare la vita a molte persone. Genovese, appena nomi-nato comandante della DSE, deve discolparsi dalla accuse più infamanti e far trionfare la ve-rità. La sua verità. Su tutto ciò, grava l’ombra dell’organizzazione arcana e quasi massonica

del Comitato, un gruppo di potenti famiglie europee che vogliono governare e domina-re un’Europa debole, succube del Comitato stesso e dell’incolpevole alleato americano. Finalmente in Ora Zero l’amante dell’av-ventura può apprezzare una spy story di ottimo livello a matrice e ambientazione e-sclusivamente europea. Europee sono le città e le atmosfere affascinanti che l’autore

riesce a ricostruire in ma-niera fedele. Il ritmo freneti-co ed incalzante del conto alla rovescia inchioda il let-tore alla poltrona. Una mi-riade di imprevisti, colpi di scena mozzafiato ed adre-nalinici sono gli ingredienti di Ora Zero. Questo capo-lavoro, di cui s’attende il seguito intitolato Sole di Fuoco, ce lo regala Stefano Di Marino, uno degli scritto-ri italiani più prolifici e se-guiti del settore, insieme al grande Alan D. Altieri. Di Marino è laureato in giuri-

sprudenza e maestro di arti marziali per passioni. È autore anche di numerosi saggi e racconti pubblicati con gli pseudonimi più disparati tra cui il famoso Stephen Gunn, pseudoautore della serie Il Professionista.

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L’Oratorio di Oggiono, Oggi

A Gesù Bambino La notte è scesa e brilla la cometa che ha segnato il cammino.

Sono davanti a Te, Santo Bambino! Tu, Re dell’universo, ci hai insegnato che tutte le creature sono uguali, che le distingue solo la bontà, tesoro immenso, dato al povero e al ricco. Gesù, fa’ ch’io sia buono, che in cuore non abbia che dolcezza. Fa’ che il tuo dono s’accresca in me ogni giorno e intorno lo diffonda, nel Tuo nome. Umberto Saba

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In questo numero anche la rubrica della poesia è dedicata al Natale! Per voi abbiamo scelto due poesie, scritte da grandi autori: la prima è di un poeta spagnolo del primo Novecento, Juan Ramon Jmenez, mentre la seconda, che è anche una preghiera, è stata scritta da Um-berto Saba. Lasciamoci coinvolgere dalle loro parole, che bene esprimono la gioia di Gesù che nasce per noi!

Eulalia

C’era L’agnello belava dolcemente. L’asino, tenero, si allietava in un caldo chiamare. Il cane latrava quasi parlando alle stelle. Mi svegliai…Uscii. Vidi orme celesti sul terreno fiorito come un cielo capovolto. Un soffio tiepido e soave velava l’alberata: la luna andava declinando in un occaso d’oro e di seta apersi la stalla per vedere se Egli era là… C’era…

Juan Ramon Jmenez

Per il compleanno di tuo/a figlio/a pensa a una bella festa presso l’Oratorio San Filippo Neri e Sant’Agnese di Oggiono! In un ambiente grande, spazioso, familiare e sicuro, a disposizio-ne di tuo/a figlio/a e dei suoi amici e nessun pericolo!

Una festa coi fiocchi che tutti ricorderanno con gioia! Per allestire la sala basta venire un’-ora prima e, se vuoi, puoi portare tutti gli addobbi della festa che credi, rendendo la sala an-cora più allegra e colorata. Invita quanti amici vuoi perché tanto c’è posto per tutti!!! Quanto dura la festa? Hai a disposizione dalle ore 15:00 alle ore 19:00…

Come fare per organizzare? Semplicissimo! Rivolgiti a Renza, Mabi o al don per ulteriori informazioni e per prenotare la sala e poi... BUON COMPLEANNO!!!

Ti aspettiamo!!!

Compleanno con noi

Poeti si nasce… e si diventa!

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Anno VI, Numero 2, Gennaio 2008

Felice Natale (la Guerra é Finita)

E così, ecco Natale, con tutto quello che è successo durante quest’ultimo anno

e con uno nuovo appena iniziato, e così questo Natale auguro

tanto divertimento a te e ai tuoi cari, ai vec-chi e ai giovani.

Un buon Natale e un felice anno nuovo, speriamo che sia buono e senza alcun

timore E così, ecco Natale (la guerra è passata)

per i deboli e per i forti (se lo vuoi) per i ricchi e per i poveri

(la guerra è passata adesso). La strada è

così lunga e così felice:

Natale per i neri e per i bianchi, per i gialli

e per i rossi, fermiamo tutti i

combattimenti. Un buon

Natale e un felice anno nuovo,

speriamo che sia buono

e senza alcun timore. E così, ecco Natale

con tutto quello che è successo durante quest’ultimo anno e

con uno nuovo appena iniziato, così, felice Natale, auguriamo tanto

divertimento a noi e ai nostri cari, ai vecchi e ai giovani

un buon Natale e felice anno nuovo, speriamo

che sia buono e senza alcun timore (la guerra è passata se lo vuoi

la guerra è passata ora).

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Speciale musica

Happy Christmas (War Is Over)

John Lennon

So this is Christmas and what have you done another year over a new one just begun and so this Xmas I hope you have fun the near and the dear one the old and the young. A merry merry Christmas and happy New Year let's hope it's a good one without any fear. And, so this is Christmas (war is over) for weak and for strong (if you want it) for rich and the poor ones(War is over now) the road is so long and so happy Christmas for black and for white for the yellow and red ones let's stop all the fight. A merry merry Christmas and happy New Year let's hope it's a good one without any fear. And, so this is Christmas and what have we done another year over a new one just begun and, so happy Christmas we hope we have fun the near and the dear one the old and the young. A merry merry Christmas and happy New Year let's hope it's a good one without any fear. (War is over if you Want it war is over now)

Riportando il testo originale e la traduzione in italiano di un famosissimo canto di John Lennon, Happy Xmas-War is over, vogliamo porgere a tutti i lettori i nostri auguri per un sereno Natale

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L’Oratorio di Oggiono, Oggi

Note dall’interno… della banda - Gli anni della Piva

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Un tempo si andava di notte a suonare la Piva. I nostri vecchi ci hanno raccontato delle av-venture di allora, degli anni dopo la guerra, di quando la notte del S. Natale giravano per le vie del paese suonando “Piva Piva” e antiche nenie che oggi sono andate perse. Quella stes-sa notte, passando per le vie del paese, si potevano notare le osterie tutte o quasi tutte aper-te e qua e là qualche vecchio ubriaco che cercava di raggiungere casa… Sulle finestre della via 1° Maggio, come anche in molte altre vie, tutte le cibarie dei giorni di festa, agnelli, cappo-ni e conigli, venivano appese a frollare: il freezer non era ancora arrivato nelle case. E’ capi-tato anche che una notte in quei giorni di festa, dei ladruncoli affamati con una lunga pertica approfittassero delle carni appese! Le case avevano tutte la stufa a legna, e quando si entra-va si respirava davvero quel sapore domestico che oggi è presente solo nella pubblicità della Barilla! Insomma, allora la banda suonava tutta notte, e nessuno si sognava di farla smettere, perché Natale era Natale… un bimbo nasceva veramente in quella notte santa, al freddo, anche nel-le osterie, e nei cuori di quegli uomini così giovani, ma già così vecchi a vederli. Tutto aveva una dimensione terrena e anche la banda di Oggiono, come tutte le bande del circondario, aveva ampio spazio per esprimersi, perché il paese era vero e amava col cuore, e sentiva dentro il Natale come non mai, anche nel mangiare un mandarino o nel bere il solito bicchiere di vino. Ciò che partiva dal cuore entrava veramente nel profondo dell’anima e ci sembrava allora di essere più solidali e rincuorati dentro… a volte anche solo per ciò che si ripeteva quotidianamente. Oggi invece tutto è portato in pasto alla di-scussione e alla polemica, e il rischio è quello di perdere la capacità comunicativa e solidale di un gesto, di un sorriso, pur ripeti-tivo come a quel tempo. Ma questa continua diffidenza nell’altro e freddezza dei rapporti ci deve spronare a cercare dentro di sé un nuovo gesto che parta dal cuore e che, non curante di cosa possa essere il nostro destino, semplice-mente e “francescanamente” dia disponibili-tà di cuore nell’accettare il bambino che na-sce ogni giorno con un colore o una lingua diversa dalla nostra. La musica, espressione dell’anima, insegna al mondo che queste barriere così insor-montabili non esistono: basta sedersi con il proprio strumento e suonare… a tutti voi i nostri migliori auguri di Buon Natale!

I musicanti del Corpo Musicale “M. d’Oggiono”

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Il coretto chiede rinforziiii

Anno VI, Numero 2, Gennaio 2008

Il 22 Novembre 2003 è stato ufficialmente dedicato il Coretto dell’Oratorio a Santa Cecilia, la Patrona della musica sacra, ed ha così avuto inizio la carriera dei giovani coristi e del loro maestro. Da allora sono cambiate molte cose ed il coretto punta sempre più in alto. Ma per poter compiere grandi passi in avanti, per poter provare con regolarità avremmo bisogno del vostro aiuto. Ci farebbe molto piacere vedere che tutti i libretti, che sono ammucchiati ed inutilizzati in un angolo nella Chiesa vengano aperti, sfogliati da qualche ragazzo, ragazza, bambino o bambi-na, chiunque abbia voglia di passare un po’ di tempo in compagnia e di cantare per Gesù. Infatti il primo strumento, quello che tutti possediamo, è la voce, e non importa che ci riteniamo o che ci ritengano stonati, l’importante è avere un po’ di buona volontà. Ognuno ha una voce sua, inconfondibile, con le sue caratteristiche. Impariamo a conoscerla, ad utilizzarla sempre meglio, a valorizzarla, perché è il bello di cantare tutti insieme è proprio sentire i diversi timbri e le diverse sfumature delle nostre voci. Quindi se avete voglia di mettervi in gioco, vi aspettiamo la domenica mattina alle 11.10 in Chiesa Prepositurale per preparare i canti della Celebrazione Eucaristica e in occasione delle ricorrenze principali alle 10.30 nella chiesetta di Sant’ Agata. E ricordate che chi canta prega due volte. Ciao, il Coretto Santa Cecilia dell’oratorio

Per riflettere…

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VIVERE IN ORATORIO “Tutto quello che vi dirà”

Come sapete, il 30 novembre scorso è uscita l’enciclica del Papa intitolata Spe Salvi, che tratta della speranza cristiana in tutte le possibili sfaccettature e correlata a altre tematiche religiose. Vi riportiamo dei brevi tratti che non richiedono conoscenze in materia di testi ec-clesiastici come possibili spunti di riflessione.

Al contempo, due categorie entrano sempre più al centro dell'idea di progresso: ragione e libertà. Il progresso è soprattutto un progresso nel crescente dominio della ragione e que-sta ragione viene considerata ovviamente un potere del bene e per il bene. Il progresso è il superamento di tutte le dipendenze – è progresso verso la libertà perfetta. Anche la libertà viene vista solo come promessa, nella quale l'uomo si realizza verso la sua pienezza. In ambedue i concetti – libertà e ragione – è presente un aspetto politico. Il regno della ragio-ne, infatti, è atteso come la nuova condizione dell'umanità diventata totalmente libera. Le condizioni politiche di un tale regno della ragione e della libertà, tuttavia, in un primo mo-mento appaiono poco definite. Ragione e libertà sembrano garantire da sé, in virtù della loro intrinseca bontà, una nuova comunità umana perfetta. In ambedue i concetti-chiave di « ragione » e « libertà », però, il pensiero tacitamente va sempre anche al contrasto con i vincoli della fede e della Chiesa, come pure con i vincoli degli ordinamenti statali di allora. Ambedue i concetti portano quindi in sé un potenziale rivoluzionario di un'enorme forza e-splosiva.

(tratto dal paragrafo 18) L'uomo ha, nel succedersi dei giorni, molte speranze – più piccole o più grandi – diverse nei diversi periodi della sua vita. A volte può sembrare che una di queste speranze lo sod-

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disfi totalmente e che non abbia bisogno di altre speranze. Nella gioventù può essere la speranza del grande e appagante amore; la speranza di una certa posizione nella professio-ne, dell'uno o dell'altro successo determinante per il resto della vita. Quando, però, queste speranze si realizzano, appare con chiarezza che ciò non era, in realtà, il tutto. Si rende evi-dente che l'uomo ha bisogno di una speranza che vada oltre. Si rende evidente che può ba-stargli solo qualcosa di infinito, qualcosa che sarà sempre più di ciò che egli possa mai rag-giungere. In questo senso il tempo moderno ha sviluppato la speranza dell'instaurazione di un mondo perfetto che, grazie alle conoscenze della scienza e ad una politica scientifica-mente fondata, sembrava esser diventata realizzabile. Così la speranza biblica del regno di Dio è stata rimpiazzata dalla speranza del regno dell'uomo, dalla speranza di un mondo mi-gliore che sarebbe il vero « regno di Dio ». Questa sembrava finalmente la speranza grande e realistica, di cui l'uomo ha bisogno. Essa era in grado di mobilitare – per un certo tempo – tutte le energie dell'uomo; il grande obiettivo sembrava meritevole di ogni impegno. Ma nel corso del tempo apparve chiaro che questa speranza fugge sempre più lontano. (tratto dal paragrafo 30)

Noi abbiamo bisogno delle speranze – più piccole o più grandi – che, giorno per giorno, ci mantengono in cammino. Ma senza la grande speranza, che deve superare tutto il resto, esse non bastano. Questa grande speranza può essere solo Dio, che abbraccia l'universo e che può proporci e donarci ciò che, da soli, non possiamo raggiungere. Proprio l'essere gra-tificato di un dono fa parte della speranza. Dio è il fondamento della speranza – non un qual-siasi dio, ma quel Dio che possiede un volto umano e che ci ha amati sino alla fine: ogni sin-golo e l'umanità nel suo insieme. Il suo regno non è un aldilà immaginario, posto in un futuro che non arriva mai; il suo regno è presente là dove Egli è amato e dove il suo amore ci rag-giunge. Solo il suo amore ci dà la possibilità di perseverare con ogni sobrietà giorno per giorno, senza perdere lo slancio della speranza, in un mondo che, per sua natura, è imper-fetto. E il suo amore, allo stesso tempo, è per noi la garanzia che esiste ciò che solo vaga-mente intuiamo e, tuttavia, nell'intimo aspettiamo: la vita che è « veramente » vita. (tratto dal paragrafo 31)

La misura dell'umanità si determina essenzialmente nel rapporto con la sofferenza e col sof-ferente. Questo vale per il singolo come per la società. Una società che non riesce ad accet-tare i sofferenti e non è capace di contribuire mediante la com-passione a far sì che la soffe-renza venga condivisa e portata anche interiormente è una società crudele e disumana. La società, però, non può accettare i sofferenti e sostenerli nella loro sofferenza, se i singoli non sono essi stessi capaci di ciò e, d'altra parte, il singolo non può accettare la sofferenza dell'altro se egli personalmente non riesce a trovare nella sofferenza un senso, un cammino di purificazione e di maturazione, un cammino di speranza. Accettare l'altro che soffre signi-fica, infatti, assumere in qualche modo la sua sofferenza, cosicché essa diventa anche mia. Ma proprio perché ora è divenuta sofferenza condivisa, nella quale c'è la presenza di un al-tro, questa sofferenza è penetrata dalla luce dell'amore. La parola latina con-solatio, conso-lazione, lo esprime in maniera molto bella suggerendo un essere-con nella solitudine, che allora non è più solitudine. Ma anche la capacità di accettare la sofferenza per amore del bene, della verità e della giustizia è costitutiva per la misura dell'umanità, perché se, in defi-nitiva, il mio benessere, la mia incolumità è più importante della verità e della giustizia, allora vige il dominio del più forte; allora regnano la violenza e la menzogna. La verità e la giustizia devono stare al di sopra della mia comodità ed incolumità fisica, altrimenti la mia stessa vita diventa menzogna. E infine, anche il « sì » all'amore è fonte di sofferenza, perché l'amore

L’Oratorio di Oggiono, Oggi Pagina 24

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È di nuovo Natale. Potrebbe sembrare una novità, ma in fondo non lo è. Ogni anno è Nata-le. Ogni anno, che lo si attenda o no, il Natale viene. Viene perché è dono di Dio, dono irre-vocabile per ogni uomo. In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Venne tra la sua gente… Ma i suoi non l’hanno accolto È di nuovo Natale, ma potrebbe anche non esserlo: potrem-mo anche noi essere tra quelli che non lo accolgono. Il Natale viene ugualmente, eccome se viene, ma nella stessa maniera se ne va. E cosa rimane? Nulla o poco più. Un albero di Natale da disfare; nella migliore delle ipotesi anche un presepe da riporre nello scatolone per tornare buono l’anno successivo; un discreto numero di regali a cui presto si farà l’abi-tudine e una grande nostalgia per quel clima particolare che il Natale sa creare e che biso-gnerà attendere per altri 11 mesi. A quanti però l’hanno accolto ha dato il potere di diventa-re figli di Dio, a quelli che credono nel suo nome… Allora il Natale, quello che viene tutti gli anni non può non essere una novità: non può essere la solita cosa di ogni anno, non può essere solo l’albero o il presepe, non può essere solo i regali o il clima particolare. Il Natale è il Vangelo stesso, è la Buona Notizia: è venuta nel mondo la luce vera, quella che illumi-na ogni uomo. La buona notizia capace di rinnovare il mondo perché colui che ne è il Crea-tore si è fatto Creatura per essere a noi vicino: per essere con noi e noi solo sopra di noi. Buona notizia perché… Provate anche voi trovare un perché il Natale possa essere una buona notizia. Provate a prendervi il tempo prima che arrivi il 25 dicembre per chiedervi perché siete contenti del fatto che anche quest’anno arriverà il Natale. Non preoccupatevi; anche se il perché non lo avrete trovato, il Natale verrà comunque perché è dono gratuito di Dio, ma probabilmente sarà il solito Natale: quello che viene ogni anno sia che lo si at-tenda oppure no e che poi passa. Ma se avrete trovato un buon motivo per cui attendere con trepidazione quest’anno il Natale, allora vi sarà una gioia particolare per voi: quella gioia che è stata dei pa-stori e dei magi, una gioia che non ci si inventa da soli e che non si compra da nessuna parte: la gioia di aver riconosciuto nel segno umile di un bambino in una culla il nostro Creatore e Salvatore, colui che è con noi fino alla fine del mondo, la gioia di aver riconosciuto in quel-la fragile presenza il segno di una promessa fatta da Dio che non verrà mai meno. Buon Natale a ciascuno di voi. Don Marco

esige sempre espropriazioni del mio io, nelle quali mi lascio potare e ferire. L'amore non può affatto esistere senza questa rinuncia anche dolorosa a me stesso, altrimenti diventa puro e-goismo e, con ciò, annulla se stesso come tale. (tratto dal paragrafo 38)

corso del tempo apparve chiaro che questa speranza fugge sempre più lontano.

mente intuiamo e, tuttavia, nell'intimo aspettiamo: la vita che è « veramente » vita.

Anno VI, Numero 2, Gennaio 2008

Don Marco Crippa

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Auguri Importanti

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L’Oratorio di Oggiono, Oggi

Don Amintore Pagani

Carissimi lettori, gentili lettrici, Anche noi ragazzi e ragazze della Redazione del Giornalino e Équipe del Ricordino vogliamo porgere

a voi tutti i nostri migliori auguri per un felice e sereno Natale e per un Anno Nuovo ricco di gioia!! E arrivederci al prossimo numero!! La Redazione

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Carissimi ragazze e ragazzi, l’augurio che vi faccio è duplice. Prendo spunto dalle festività del Santo Natale e dell’inizio del nuovo anno. Vi auguro BUON NATALE E’ il giorno in cui festeggiamo la nascita di Gesù, il figlio di Dio fattosi uomo per essere l’Em-manuele, il “Dio con noi”, il nostro redentore che ci ha rifatto figli di Dio. Voi siete diventati figli di Dio col Battesimo. Ricordatevi di questo dono e ringraziate il Signore. Vi auguro di essere fedeli alle promesse battesimali: rinunciare a ciò che è male e impe-gnarsi ad essere buoni come Gesù. Vi auguro un FELICE ANNO NUOVO. Vi auguro di usare del tempo che Dio vi concede di vivere per riempirlo di opere buone, compiendo con fedeltà i vostri doveri quotidiani, a cominciare dalla preghiera, dall’ubbidien-za ai genitori, dal volersi bene come fratelli e sorelle, perché tutti figli dello stesso Padre che è nei Cieli, ed impegnandosi nello studio. Se vi comporterete così, con l’aiuto della Madonna e degli Angeli, la vostra vita sarà gioiosa. Questo è il mio più affettuoso Augurio che vorrete estendere anche a tutti i vostri cari Il Vostro Prevosto Don Amintore Pagani

La redazione

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Anno VI, Numero 2, Gennaio 2008

Cruciverba natalizio

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ORIZZONTALI 2. Lo si addobba. 4. Papà di Gesù. 6. Riscalda la grotta (1). 8. Mamma di Gesù. 9. La videro in cielo. 12. Tira la slitta. 14. Pianta con foglie pungenti e bacche rosse. 16. Paese natale di Gesù. 17. Lo si costruisce poco prima di Natale. 18. Gioco tipico in famiglia e non solo. 19. Si usa per addobbare gli ingressi. 20. Uno dei doni per Gesù.

VERTICALI 1. Riscalda la grotta (2). 3. Guida la slitta. 5. Ce ne sono tante nel presepe. 7. Guidano le … (vd. definizione 5). 8. Portano i doni a Gesù. 9. Gli angeli lo intonano. 10. Vi è posto Gesù nella grotta. 11. Tempo di preparazione al Natale. 13. Dolce croccante o morbido. 15. Il protagonista del Natale. 17. Dolce natalizio.

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L’Oratorio di Oggiono, Oggi Pagina 28

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L’angolo della Preghiera

Chiudiamo questo secondo numero del giornalino dell’Oratorio con la preghiera dedicata agli allenatori.

PREGHIERA DELL’ALLENATORE Fa o Signore, che io ti conosca. E la conoscenza mi porti ad amarti, e l'amore mi sproni a servirti ogni giorno piú generosamente Che io veda, ami e serva Te in tutti i miei fratelli atleti, ma particolarmente in coloro che mi hai affidati. Te li raccomando perciò, Signore, come quanto ho di piú caro, perché sei tu che me li hai dati, e a Te devono ritornare. Con la tua grazia, Signore, fa che io sia sempre loro di esempio e mai d'inciampo: che essi in me vedano Te, e io in loro Te solo cerchi. E al termine della mia giornata l'essere stato allenatore mi sia di lode e non di condanna. Amen.

Arrivederci al prossimo numero!!! ASPETTIAMO I VOSTRI ARTICOLI!!

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