NUMERO 17 • ANNO VIII (n° 3) • DICEMBRE 2013 Digeribilità...

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PERIODICO DELLA ZOOTECNIA PRODUTTIVA NUMERO 17 • ANNO VIII (n° 3) • DICEMBRE 2013 Agri Store Digeribilità della fibra, un fattore decisivo Nuove formule al passo con i tempi per competere con successo Nuove formule al passo con i tempi per competere con successo Digeribilità della fibra, un fattore decisivo Agri Store

Transcript of NUMERO 17 • ANNO VIII (n° 3) • DICEMBRE 2013 Digeribilità...

P E R I O D I C O D E L L A Z O O T E C N I A P R O D U T T I V A

NUMERO 17 • ANNO VIII (n° 3) • DICEMBRE 2013

Agri Store

Digeribilitàdella fibra,un fattoredecisivo

Nuove formule al passo con i tempiper competere con successoNuove formule al passo con i tempiper competere con successo

Digeribilitàdella fibra,un fattoredecisivo

Agri Store

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Gentili Lettrici e Gentili Lettori,l’anno in corso si sta chiudendo con tante nubi alle spalle e con lo scenario di una situazione economica quantomeno difficile.Ma un imprenditore ha il compito di guardare avanti con ottimismo, di indicare la rotta da seguire e di cavalcare i famosi “punti di forza” che ogni azienda possiede.Come già detto altre volte, l’attenzione posta sull’allevamento da latte (vacche, bufale e ovini) e sulle rivendite rende la strategia della Dell’Aventino mangimi chiara ed inequivocabile.Una focalizzazione, questa, che ci porta a concentrare i nostri sforzi e le nostre energie verso due comparti fondamentali nelle aree geografiche da noi presidiate.Gli altri settori, quali polli da carne, ovaiole, suini, conigli, equini, etc. sono altresì importanti e non mancano professionalità e competenza per affrontare anch’essi al meglio.Noi ricorderemo il 2014 perché sarà il nostro 50° anno di attività. Con infinito orgoglio e con una giusta dose di presunzione - senza paura di essere smentito! - dico “50 anni di gloriosa attività industriale”.Dal 1964, infatti, dopo una lunga esperienza nel commercio, è iniziata questa avventura imprenditoriale nata grazie alla lungimiranza di chi voleva migliorare non solo il proprio status familiare ma anche dare un contributo allo sviluppo di un’Italia che voleva essere ricostruita e migliorata.Durante questa fantastica cavalcata in tanti hanno dato il loro contributo al “progetto Dell’Aventino”, in termini di tempo, di energia, di partecipazione. Molti di loro sono in pensione ed altri, putroppo, non sono più tra noi: a loro in primis va la mia gratitudine.Oggi l’Azienda è composta da persone giovani, dinamiche, preparate e vogliose di lavorare per continuare a scrivere la storia della Dell’Aventino Mangimi.A costoro che mi danno fiducia e che ripagano la mia lavorando sodo, sono infinitamente riconoscente. In questa breve - e certamente non esaustiva - carrellata di ringraziamenti devo ricordare i fornitori, i partner, le banche, le Istituzioni e tutti i nostri stakeholders. Il rapporto con essi è sempre stato franco e corretto ed è stato nel tempo puntualmente ricambiato.E poi ci sono i nostri Clienti, quelli che acquistano i prodotti Dell’Aventino da 50 anni (e vi assicuro che sono tanti!) e quelli appena entrati nel nostro mondo.Con ognuno stabiliamo una relazione privilegiata, unica, basata sulla fiducia reciproca. L’intento è quello di migliorare e progredire insieme alla Clientela. Due concetti, questi, che ho ereditato e che porto avanti con passione e caparbietà, consapevole che 50 anni

di storia gloriosa non possono e non devono essere vanificati da comportamenti aziendali superficiali.La ricorrenza che ci accingiamo a festeggiare mi sprona ad essere ottimista pur nella consapevolezza che ogni nuovo anno sarà più difficile dell’anno precedente. Sento forte il peso delle responsabilità che quotidianamente mi assumo ma la stima che sento attorno è una gratificazione impagabile che merita di essere onorata, sempre e comunque.Il mio sguardo da imprenditore, quindi, è rivolto verso i prossimi lustri con la stessa passione e lungimiranza che accompagnano la famiglia Dell’Aventino da mezzo secolo.Un caloroso augurio di Buone Feste a tutti e... buona lettura.

Nereo Dell’Aventino Amministratore Unico - Dell’Aventino Srl S.U.

Primo piano . . . . . . . . . . . . . . . . .Pag 3Nelle stalle il futuro è già iniziato

La parola al tecnico . . . . . . . . .Pag 5Digeribilità della fibra

Buone nuove ...................Pag 7 Le ultime novità in casa Dell’Aventino

Nota bene . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Pag 9 Appuntamenti da non perdere

Sotto i riflettori ................Pag 10• Az. Agr. Rignanese Giuseppe e Ciuffreda Sonia• Az. Agr. Rinaldi Concetta• Az. Agr. La Torre Luigi

A rigor di legge ............... Pag 13Norme e regolamenti

L’esperienza positiva ........ . Pag 14 • Cilli di San Salvo (CH)• Eleuterio di Casalbordino (Ch)

In linea con il mercato ....... Pag 16Più certezze all’orizzonte

Vita d’azienda ..................Pag 17Filo diretto tra Dell’Aventino e i suoi collaboratori

Noi&Voi ....................... Pag 18A domanda rispondiamo

Area marketing ............... Pag 19Il contatto diretto con i clienti

P E R I O D I C O D E L L A Z O O T E C N I A P R O D U T T I VA

Editore Dell’Aventino S.r.l. - S. U. 66022 Fossacesia (CH) - S.P. Pedemontana, 8 Tel. 0872.62.211 r.a. - Fax 0872.62.00.05 www.dellaventino.it [email protected] [email protected]

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NUMERO 17ANNO VIII (n° 3)DICEMBRE 2013

Dettotra noi

Angelo Gamberiniè giornalista e medico veterinario,

già direttore di periodici specializzati,impegnato nella divulgazione rivolta

al mondo degli allevamenti.

Nelle stalle il futuro è già iniziato Ricerca e innovazione ma anche capacità di organizzazione e di aggregazione

degli allevatori potranno segnare la svolta della zootecnia italiana

Ricerca e innovazione, ingredienti di ogni “ricetta” per combattere e superare la crisi. Lo abbiamo sentito ripetere ad ogni occasione e per ogni settore. Ma per gli allevamenti non si tratta certo di una novità. Da sempre le stalle da latte sono una sorta di “laboratorio” ove si studia e si applica ogni genere di innovazione, in una corsa incessante al miglior risultato in termini di quantità e di qualità, senza dimenticare - ovviamente - la necessità di comprimere i costi di produzione. Così nelle stalle da latte i transponder per il riconoscimento degli animali e l’automazione delle

Primo pianoL’articolo di apertura

razioni alimentari in funzione delle rese produttive sono ormai “storia” di molti anni fa. Come lo sono i sensori di movimento delle vacche utilizzati per individuare il calore e quindi il momento più opportuno per la fecondazione. E poi l’alimentazione, studiata in ogni aspetto con una cura anche superiore a quella dedicata alla nutrizione dell’uomo. Persino la selezione oggi si fa nei laboratori, con l’avvento della genomica e il ricorso all’analisi del DNA. Ma è nelle sale di mungitura che più si apprezza il tumultuoso crescere delle tecnologie applicate all’allevamento. Dalle sale a spina di pesce, sebbene

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“anziane” ma già ampiamente dotate di risorse informatiche, agli attuali robot di mungitura la cui diffusione va aumentando ogni anno. Merito dell’affinamento delle tecnologie che rendono queste macchine sempre più efficienti ed affidabili e dei vantaggi che offrono in quanto a risparmio di mano d’opera. In linea di massima un robot di mungitura è in grado di gestire fra le 60 e le 70 vacche, quasi quante un mungitore esperto. Dunque l’investimento di circa 150.000 Euro, necessario per l’introduzione del robot, può essere ripagato nel giro di cinque o sei anni. In compenso si avrà un aumento della produzione di latte (dal 10 al 15% in più) e un maggior benessere delle bovine. Ciò grazie alla possibilità per gli animali di accedere ad una mungitura a “libero servizio”. Un maggior benessere che coincide con un miglior stato di salute degli animali. Più salute nelle stalle da latte grazie anche alla possibilità di introdurre nelle sale di mungitura, e non solo negli impianti robotizzati, delle innovative tecnologie che consentono il conteggio delle cellule somatiche del latte, primo segnale di una eventuale patologia a carico della mammella.

Robot e sale di mungitura evolute, come quelle a pettine o le “giostre” adatte alle stalle di maggiori dimensioni, sono grandi “divoratori” di energia. Energia serve poi per refrigerare il latte, per azionare le attrezzature per la gestione delle deiezioni, per distribuire gli alimenti, per la ventilazione, e via elencando. Alcune stime indicano un consumo medio annuo di circa 500 kWh per vacca in produzione, con punte però che possono superare abbondantemente i 1.000 kWh, con costi stimabili intorno ai 100 Euro per vacca. Non stupisce allora il grande interesse per le energie alternative, dalle centrali a biomasse (più diffuse nelle aree del Nord) ai pannelli fotovoltaici che premiano le esposizioni più soleggiate che si possono incontrare nel Centro-Sud. Senza tener conto del sistema di incentivi che sin qui ha favorito il ricorso a questa tipologia di impianti, la quota di autoconsumo dell’energia elettrica prodotta per una stalla di 100 capi può essere stimata in oltre 6.000 Euro, ai quali vanno aggiunte le quote di energia venduta.

In prospettiva l’affrancare l’azienda zootecnica dalle risorse energetiche esterne potrà rivelarsi premiante se si pensa all’incremento dei fabbisogni energetici mondiali e alle implicazioni di carattere ambientale. Più che la carenza di energia, il futuro sembra però riservarci preoccupazioni per la mancanza di terra. Paesi come Cina e India sono da tempo in tumultuosa crescita e con il miglior tenore di vita dei loro abitanti, va crescendo il consumo di cibo, carne e latte in particolare. Aumenterà dunque la richiesta globale di alimenti ma le produzioni, per

mancanza di terra, faticheranno a tenere il passo. Dunque ci si può attendere una crescita dei prezzi di latte e formaggi, come pure della carne. Bisogna però prestare attenzione affinché a beneficiare di questi aumenti siano gli allevatori e non altri. Troppo sovente in Italia l’aumento dei prezzi va a beneficio degli altri protagonisti della filiera produttiva (es. trasformatori e distribuzione). Lo dice l’andamento dei redditi agricoli monitorato dalla Ue ogni anno. Mentre gli altri paesi crescono, da noi si ha una diminuzione.

Due le strade per “sfruttare” il vento a favore. In stalla è necessario continuare con le innovazioni, indispensabili per migliorare qualità e ridurre i costi, perché comunque ci si deve confrontare con mercati sempre più globali. Innovazione che non si ferma alle nuove tecnologie ma coinvolge altri settori come l’alimentazione degli animali, dove nuove conoscenze offrono migliori performance produttive e un miglior stato sanitario. Un impulso alla crescita verrà poi dal ricambio generazionale, più aperto agli investimenti e ad una conduzione imprenditoriale dell’azienda.La recente riforma della PAC (Politica Agricola Comune - una delle politiche comunitarie di maggiore importanza) stanzia per i giovani che hanno meno di quarant’anni l’importante cifra di sei miliardi di Euro, persino più di quanto messo a disposizione per la disoccupazione giovanile. Molto è il lavoro da fare anche “fuori” dalla stalla. Il mondo degli allevamenti - e maggiormente quelli del Centro Sud - ha da sempre scarsa propensione all’aggregazione che, al contrario, si rivelerà indispensabile in questi nuovi scenari che si vanno delineando. Anche in questo caso un incentivo arriverà dalla riforma della PAC, che alle Organizzazioni dei Produttori dedica attenzione e risorse. Ma la nuova PAC da sola poco può fare. Spetta agli allevatori coglierne le opportunità.

Angelo Gamberini

favorisce l’ottimizzazione della gestione alimentare con soddisfacenti risultati economici e con positivi effetti sulla salute e sul benessere delle bovine. Negli ultimi anni i nutrizionisti si sono adoperati per applicare corrette valutazioni nutrizionali per una migliore valorizzazione dei foraggi per poi consigliare idonee strategie alimentari al fine di utilizzare essi nel modo più appropriato. Le caratteristiche nutrizionali dei foraggi sono particolarmente variabili se confrontate con il resto della dieta; è quindi importante conoscerne i fattori di variazione ed i livelli nutritivi.La valutazione qualitativa dei foraggi - che si basa sulla semplice composizione chimica (proteina grezza, grassi,

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La parolaal tecnico

Il punto di vistadei professionistidel settore su un temadi interesse generale

PREMESSAI costi alimentari rappresentano la voce più importante dei costi di produzione del latte.Il foraggio rappresenta il 50% della dieta di una bovina: contribuisce così a soddisfare in modo rilevante il fabbisogno energetico ed è indicato come il principale fattore da considerare per prevedere le prestazioni produttive dell’animale. La disponibilità di foraggi di elevata qualità

Digeribilità della fibraMigliora la gestione alimentare con effetti positivisulle bovine e sui risultati economici dell’allevatore.

Dott. Fabrizio Di Fonzo

Medico VeterinarioArea Tecnica Dell’Aventino

La digeribilità dei foraggi aziendali è in grado di influenzare le performances degli animali. All’aumentare della loro

digeribilità (NDFd), oltre allo incremento dell’ energia, si verifica, soprattutto nelle bovine nelle fasi iniziali della lattazione, una più elevata assunzione di alimento.

carboidrati non strutturati e fibra neutro detersa) - presenta dei limiti poiché a parità di composizione essi, a livello ruminale, possono presentare un comportamento fermentativo differente (e quindi una diversa trasformazione energetica). In molti casi i nutrizionisti sono chiamati a valutare diete i cui rendimenti non sono quelli attesi per la loro composizione ed è possibile che, nella maggior parte dei casi, il foraggio presente in razione abbia una scarsa digeribilità.Il valore nutritivo del foraggio e il suo potenziale energetico dipendono dalla digeribilità della fibra neutro detersa (NDF, Neutral Detergen Fiber) - Vedi tab. 1

La fibra NDF è un componente della parete cellulare ed è costituita da cellulose, emicellulose e lignina. La lignina avvolge

le emicellulose e le cellulose rendendole poco disponibili alla digestione da parte dei batteri cellulosolitici. Un foraggio può apparire migliore rispetto ad un altro per il suo contenuto proteico ma avere una bassa digeribilità della fibra e quindi essere meno efficiente ai fini produttivi.Per questo motivo, negli ultimi anni, ai metodi chimici tradizionali si sono affiancate tecniche analitiche per valutare la reale dinamica fermentativa della fibra a livello ruminale come la determinazione della digeribilità della fibra NDF (DNFd).

Sistemi di misurazione della digeribilità della fibra NDFDeterminare la digeribilità della fibra NDF (NDFd) del foraggio è fondamentale per stimare la previsione energetica. Il test per la relativa valutazione è di difficile attuazione e pochissimi laboratori in Italia sono in grado di condurlo. Esso si propone come un’analisi biologica in grado di fornire una misura della degradabilità ruminale dei carboidrati strutturali dei foraggi: in pratica esso rappresenta la disponibilità della cellulosa e dell’emicellulosa presenti nei foraggi alla degradazione da parte dei batteri batteri fibrolitici ruminali. Può essere

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determinata attraverso due procedure: in situ e in vitro.La determinazione della digeribilità della fibra NDF in situ è eseguita in laboratorio mediante il così detto “rumine artificiale”. Un’altra metodica in vitro è basata sull’utilizzo di un apposito incubatore. In tutti i casi, la digeribilità della fibra NDF è calcolata per differenza fra NDF rinvenuto nei foraggi prima dell’incubazione e la quota rimanente dopo l’incubazione ruminale. La determinazione del valore di NDFd avviene generalmente ad intervalli di tempo diversi (24, 30 e 48 ore). Pare che il dato di NDFd relativo all’analisi a 12 ore di fermentazione sia rappresentativo per le bovine ad elevata produzione, infatti alcuni studi hanno dimostrato come la differenziazione dei foraggi sulla base della digeribilità sia correlata a tempi di fermentazione ridotti ed altri studi hanno dimostrato che la velocità di transito ruminale è più elevata all’aumentare della produttività.Il metodo in situ è valido per stimare la fibra NDFd ed è spesso usato nell’ambito della ricerca per altri programmi di valutazione foraggio.La determinazione della NDFd di foraggio può essere prevista con il NIRS (Near Infrared Spectroscopy), ma in genere c’è qualche perdita di precisione. Nel mondo numerosi centri di ricerca hanno sviluppato diverse equazioni sempre più affinate. Da rilevare che il metodo è facilmente standardizzabile a patto che il data base relativo alla NDFd sia continuamente alimentato e sviluppato. Si pone l’accento che altri metodi sono di difficile conduzione e possono subire interazioni con i fluidi ruminali.Dell’Aventino grazie alla collaborazione con un partner a livello internazionale ha acquisito le curve standardizzate per la valutazione della digeribilità della NDF a 48h. Tale scelta è stata preferita ad altre realtà (tra le quali anche alcune italiane) proprio perché è possibile accedere ad una vasta banca dati relativa alla qualità dei foraggi. Il partner ha elaborato proprie equazioni per la valutazione energetica di diversi foraggi e grazie al contributo del Team Tecnico Dell’Aventino potranno essere elaborate altre precise equazioni per la valutazione dei foraggi dei clienti.

L’importanza della fibra NDFdOra sono disponibili diversi modelli matematici che consentono l’impiego del valore di NDFd in equazioni fattoriali che consentono la stima del valore energetico dell’alimento sulla base della composizione chimica dello stesso.La digeribilità espressa dalla NDF è un importante indicatore della qualità del foraggio e la conoscenza della degradabilità permette lo sfruttamento ottimale in razione attraverso un apporto equilibrato dei componenti della dieta. Fabrizio Di Fonzo

La concentrazione della lignina e la diminuita digeribilità della fibra

NDF variano secondo l’essenza foraggera e la sua maturità.

I limiti alla velocità di digestione sono le proprietà fisiche e

chimiche, l’umidità dei foraggi e il livello di lignificazione.

Una quantità pari al 20-70% della cellulosa può non essere digerita.

Tab. 1 - Confronto foraggi ad alta digeribilità NDF con i foraggi a bassa digeribilità.

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Buonenuove

Uno sguardo attentoalle ultime novitàfirmate Dell’Aventino

La qualità del foraggio dipende da una serie di fattori (varietà colturali, epoca di raccolta, condizioni climatiche ecc.) che non solo modificano la quantità dei nutrienti che l’animale ha disposizione per la produzione di latte, ma ne condizionano la digeribilità. La fibra è il nutriente chiave che regola il funzionamento del rumine, stimola la ruminazione e promuove il benessere digestivo. Essa si compone di parti solubili (beta-glucani e pectine) facilmente digeribili, parti insolubili (cellulosa, emicellulose) meno digeribili e lignina non digeribile. Il complesso è

AMA-RUMEN migliora la qualità del foraggioUltima novità in casa Dell’Aventino che contribuisce a migliorare la digeribilità del foraggio.

composto da cellulosa, emicellulosa e lignina è chiamato NDF: Fibra Neutro Detersa. La lignina, che circonda le altre due parti rendendole poco disponibili alla digestione da parte dei batteri cellulosolitici, è prodotta dalla pianta in particolari momenti o condizioni del ciclo vegetativo (stress, maturità della pianta, siccità) e determina una diminuita disponibilità energetica del foraggio (basso contenuto di dNDF). Il potenziale energetico del foraggio è strettamente legato alla quantità di NDF degradato e utilizzato dal rumine.

Dell’Aventino ha sviluppato il sistema nutrizionale AMA-RUMEN che è in grado di migliorare la digeribilità dei foraggi. Il sistema AMA-RUMEN “corregge” la mancanza di energia del foraggio creando le condizioni favorevoli per lo sviluppo dei batteri fibrolitici nel rumine affinché il foraggio possa esprimere al massimo il suo potenziale energetico.

Dott. Stefano Albanese,Laureato in Medicina Veterinaria

presso l’Università di Bari,da oltre un decennio è in Dell’Aventino

con l’incarico di Area Managere dal 2011 è anche Product Manager

per il settore Ruminanti.

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Equilibrio ruminaleL’equilibrio e la sincronia delle fermentazioni ruminali sono sempre da ricercare e promuovere poiché creano un ambiente favorevole per la digestione della fibra e viene massimizzata così la crescita dei microbi ruminali i quali, a loro volta, sono una fonte nobile di proteine. La crescita microbica è influenzata dalla disponibilità di energia e di azoto. La digestione dell’NDF, di amido e di zuccheri durante la fermentazione ruminale è la fonte di energia per la crescita microbica (Fig. 1 e Fig. 2).

Il sistema nutrizionale Dell’Aventino denominato AMA-RUMEN, aumentando la digeribilità dell’NDF, rende l’energia più disponibile per i batteri ruminali che aumentano la velocità di moltiplicazione in presenza di sufficienti quantità di azoto disponibile. Con l’incremento della crescita microbica si determina un aumento del flusso proteina a livello abomasale e intestinale, dove essa è digerita in aminoacidi e pertanto si ha un maggiore assorbimento. La proteina microbica può contribuire per il 40-60% del fabbisogno di aminoacidi metabolizzabili: essa ha un profilo amminoacidico migliore rispetto alle proteine di origine vegetale e più in linea per la sintesi delle proteine nel latte.

Il sistema AMA-RUMEN prevede nei parametri nutrizionali utilizzati l’Azoto disponibile per i batteri. L’inclusione in razione di Azoto Non Proteico Retard come Optigen® ed altre fonti di azoto degradabili permettono di massimizzare la crescita microbica.

Fonti di Fibra non da foraggio (NFFS)Molti sottoprodotti fibrosi come le buccette di soia, le polpe di barbabietola, i cruscami, il cotone e i distillers di mais, sono caratterizzati da un basso valore di amido, un’elevata digeribilità della fibra ed un contenuto variabile di fibra solubile e zuccheri. Per queste caratteristiche essi possono essere utilizzati per sostituire parzialmente il foraggio, in particolare quello poco digeribile. Il vantaggio principale degli NFFS è che essi hanno generalmente una più alta concentrazione energetica ed un minor ingombro dei foraggi, soprattutto quelli che hanno un elevato contenuto di NDF che ne limitano l’ingestione. Rispetto ai cereali, gli NFFS causano meno problemi di acidosi ruminale perché in genere fermentano più lentamente, non producono acido lattico e il loro tasso di fermentazione ruminale rallenta al diminuire del pH. Nel sistema Dell’Aventino AMA-RUMEN gli NFFS sono utilizzati per la parziale sostituzione del foraggio aziendale, attraverso l’equilibrio e l’ottimizzazione fermentativa degli apporti proteici e dei glucidi fermentescibili (amido e zuccheri); si riesce così a sviluppare il potenziale energetico del foraggio non espresso dal basso contenuto di dNDF.

Additivi tecnologici AmafermNel sistema AMA-RUMEN è previsto l’utilizzo dell’additivo Amaferm (prodotto di fermentazione dell’Aspergillus Oryzae NRRL 458).Amaferm stimola la crescita dei microorganismi ruminali e specialmente dei funghi naturalmente presenti nel rumine, fornendo i nutrienti necessari al loro sviluppo. I funghi possono così agire e scindere le particelle fibrose, rendendole accessibili e attaccabili dai batteri cellulosolitici del rumine (Fig. 3).

I funghi sono capaci di scindere il legame molto forte che esiste tra lignina e le altre componenti della fibra. Numerosi studi hanno dimostrato che Amaferm aumenta la digeribilità dell’NDF (Tab. 4).

Fig 3 - A destra con Amaferm, le ife disgregano la fibra presente nel foraggio. Verde-fibra; Blu-funghi; Rosse batteri cellulosolitici.

Fig. 1 - Equilibrio fermentativo

Fig 2 - Squilibrio fermentativo con possibili problemi digestivi

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Il miglioramento della digeribilità si traduce anche in aumento della massa microbica ruminale che si trasforma in un aumento della proteina microbica a livello intestinale. Il sistema AMA-RUMEN aumenta pertanto la produzione di latte e ne incrementa il titolo proteico.

Il sistema AMA-RUMEN può essere utilizzato quando il foraggio ha una scarsa digeribilità dell’NDF o è poco disponibile.

Stefano Albanese

FORAGGIO

Leguminosa

Graminacee

NDF % SS

42,76

47,6

50,6

61,1

LIGNINA % SS

7,1

7,3

5

6,6

DIGERIBILITA’senza AMAFERM

39,2

38,4

42,3

37

DIGERIBILITA’CON AMAFERM

45,648

50,446,1

Tab. 4 - Aumento digeribilità ruminale dell’NDF di fieni di legu-minose e di graminacee.

Il sistema AMA-RUMEN aumenta la produzione e la qualità del latte:• Aumenta la digeribilità della fibra nelle razioni per ruminanti.• Aumenta la replicazione e l’attività dei funghi ruminali, unici microrganismi in grado di scindere il legame lignina-cellulosa.• Massimizza la crescita dei batteri cellulosolitici per la presenza di azoto ruminale e una migliore disponibilità di energia.• Migliora il profilo amminoacidico per l’aumentato flusso di proteina microbica.

Il sistema AMA-RUMEN aumenta l’efficienza della razione:• Diminuisce l’ingombro della razione per la possibilità di sostituire i foraggi lignificati con FFNS• Aumenta l’ingestione• Migliora la digestione (si riscontrano minori particelle nelle feci).

Il sistema AMA-RUMEN migliora il margine economico dell’allevamento.• Diminuisce il costo produzione del litro latte.

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Sottoi riflettori

Allevatori, rivenditorie personaggi di successo alla ribalta

Sotto i riflettori - passo passo - le fasi di produzione del suo rinomato caciocavallo.Quest’Azienda Agricola già anni fa è finita sotto le luci della ribalta della celebre trasmissione Rai ‘Uno Mattina’, scelta tra tante realtà della zona meritevoli di attenzione.“La lavorazione avviene con siero acido, tutto naturale, nulla di chimico è presente nei miei prodotti ed occorre anche un tempismo notevole per evitare che la pasta si raffreddi e che altrimenti non potrebbe essere più lavorata” - continua con enfasi il sig. Giuseppe mentre dà forma alle sue prelibatezze.L’azienda è ubicata nel Comune di Monte Sant’Angelo (Fg) in C.da Carlo Pastine, nella Frazione Montagna.E’ seguita commercialmente per quanto riguarda il rapporto con l’azienda mangimistica dall’Agente di zona Michele Circelli, quest’ultimo supportato dal Dott. Stefano Albanese (Area Manager per la Puglia ma soprattutto Product Manager Ruminanti) il quale non fa mai mancare la sua esperienza e competenza per mantenere il livello “top” ormai raggiunto da anni da questa realtà. Il sig. Rignanese ci tiene a rimarcare che “Dal 2003 è iniziata la collaborazione con Dell’Aventino e mi trovo molto bene, soprattutto per la costanza delle mie produzioni che vengono vendute nel nostro punto vendita aziendale presente a Mattinata in Piazza Aldo Moro”.

“Guardate com’è grasso questo latte…è l’ideale per avere una pasta molto dura che dev’essere lavorata a caldo. Solo così si ottiene un ottimo caciocavallo giallo come il sole. Questa lavorazione artigianale viene svolta utilizzando i metodi classici tramandati da mio nonno Bartolomeo a mio padre Pasquale, quest’ultimo poi mi ha istruito per trasferire alle nuove generazioni questo fiore all’occhiello che produciamo nel Gargano” - spiega il sig. Giuseppe Rignanese che sembra un vulcano in eruzione, tanta è la passione che mette nel suo racconto per questo articolo di Zoo-Zoom e che mette

Sul Gargano non solo podoliche…Nell’Az. Agr. Rignanese Giuseppe e Ciuffreda Sonia spiccano mozzarelle e caciocavalli, già protagonisti su Rai1 ad Uno Mattina

Caciocavalli ottenuti con lavorazione artigianale in mostra nel caseificio dell’Azienda Rignanese-Ciuffreda.

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Altre due importanti realtà del GarganoAllevamento ai massimi livelli e latte conferito alla rinomata Coop. San Salvatore di Manfredonia (Fg)

Ma con orgoglio e un po’ d’ironia il sig. Giuseppe tiene a rimarcare che: “E’ bello vedere il latte appena munto che, per via della sua qualità e del suo grasso, rimane adeso al secchio… ma c’è un altro ‘segreto’ per ottenere un caciocavallo così buono: la gestione della salamoia che, ovviamente, non rivelerò…”.

In occasione della visita a questa nota azienda pugliese, chi scrive ha degustato un caciocavallo invecchiato 24 mesi. Per qualsiasi amante di questo tipo di formaggio non ci sarebbero parole per descrivere l’inconfondibile sapore!In questa realtà si apprezza il sacrificio per il duro lavoro svolto “come una volta”, quello che dovrebbe essere tutelato anche dalle istituzioni perché costituisce il “saper fare e saper mangiare” che rappresenta l’essenza della cultura di un determinato territorio. L’immensa qualità dei prodotti ottenuti con questa sapienza e dedizione forse non si apprezza a dovere in un’epoca di pasti superveloci e ritmi frenetici, ma per chi non va di fretta e vuole ‘coccolarsi’ a tavola sono fonte di piaceri unici.

In queste zone il pascolo è ottimo, certamente un carattere distintivo per la qualità delle produzioni ma il Dott. Albanese affianca un ottimo mangime senza il quale non si avrebbe un risultato così esclusivo. Nello specifico, viene usato il VL Cotton Milk 18 Dell’Aventino, formulato con nobili materie prime come mais, orzo, soia e cotone.Il punto vendita aziendale rappresenta la migliore vetrina per un processo di lavorazione che genera delizie casearie tipiche del Gargano.Da un punto di vista strettamente zootecnico, l’azienda possiede vacche di razza “pezzata rossa” e “bruna alpina”, ideali per questa zona.Sono presenti anche alcune podoliche, ormai radicate in questo territorio dalle caratteristiche molto particolari.“Nel nostro caseificio abbiamo deciso di lavorare solo latte derivante dagli animali allevati direttamente da noi, ciò perché ci consente di controllare al meglio tutta la filiera” - continua a spegare il sig. Giuseppe.Nel tempo, il sig. Rignanese e la sig.ra Ciuffreda sono arrivati ad avere una resa eccezionale.In questo periodo dell’anno - in cui il latte è più grasso e più proteico - realizzare 1Kg di pasta per il caciocavallo con 8 litri di latte è un vero record: parliamo di una resa di circa il 13% che aumenta a circa il 16% nel caso di lavorazione della pasta per la mozzarella!

Una delle tipiche fasi di lavorazione del caciocavallo artigianale.

Il sig. Giuseppe Rignanese tra Michele Circelli e il Dott. Stefano Albanese.

Le braccia del sig. Giuseppe Rignanese con vigore preparanola pasta che darà vita agli ottimi caciocavalli.

Per altre due aziende del Gargano si accendono i riflettori di Zoo-Zoom: due importanti realtà zootecniche che lavorano duramente per far sì che nelle nostre tavole arrivino delle squisitezze.Con un patrimonio di circa 40 vacche e 400 ovini svolge la sua attività l’Az. Agr. Rinaldi Concetta, sita in Località Pastine nella Fraz. Montagna del Comune di Manfredonia.I figli della Sig.ra Rinaldi - Giuseppe e Michele Scirpoli - si presentano: “Gestiamo da anni l’allevamento e trasformiamo direttamente il latte ovino. Il latte vaccino, invece, viene da noi conferito alla nota Coop. San Salvatore di Manfredonia che è

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molto rinomata per la produzione delle eccellenze casearie locali”.Da queste parti il panorama è veramente incantevole.“L’ambiente incontaminato è ideale per il pascolo che, insieme ad un mangime personalizzato, determina in primo luogo il successo dei nostri prodotti ottenuti dalla nostra azienda di cui andiamo fieri” - chiosa il sig. Giuseppe Scirpoli.

A pochi chilometri di distanza, sempre nella Frazione Montagna ma nel Comune di San Giovanni Rotondo, svolge la sua attività l’Az. Agr. La Torre Luigi.Luigi è un giovanissimo e lungimirante imprenditore che subito puntualizza: “Nella mia attività quotidiana ho in mio padre Angelo una valida spalla che garantisce all’azienda l’esperienza necessaria per condurre al meglio questa realtà che fa della qualità la sua missione”.Il sig. Luigi ci parla soprattutto del suo patrimonio: “Abbiamo oltre 50 vacche di razza frisona e di razza bruna che vengono alimentate con pascolo e con un mangime Dell’Aventino personalizzato (ricco di materie prime nobili fioccate, cotone e semi di lino estruso). Ci tengo ad evidenziare che le analisi del latte certificano una qualità ai massimi livelli di mercato. Non ci spaventa il duro lavoro quotidiano ed abbiamo impostato l’azienda in modo tale che le soddisfazioni non manchino, neanche in un futuro che oggi potrebbe apparire poco roseo”.

L’alimentazione che caratterizza queste due realtà è molto simile a quella adottata dai disciplinari per la produzione dei più rinomati formaggi italiani (pascolo, foraggi secchi e concentrati); tutto però avviene in un ambiente incontaminato che contribuisce al benessere animale e, di conseguenza, all’ottimo risultato delle produzioni.Entrambi questi due importanti clienti conferiscono il latte alla Cooperativa San Salvatore, che - come sopra anticipato - è una realtà di spicco per la produzione delle rinomate eccellenze lattiero-casearie della zona, che coniuga al meglio tradizione e giusta innovazione per ottenere le eccellenze richieste dal mercato moderno.Mozzarelle e caciocavalli sono il fiore all’occhiello di questa realtà di trasformazione, in una regione nota ormai in tutto il mondo per i latticini.Michele Circelli (Agente di zona Dell’Aventino) nonostante la sua giovane età è un veterano di quest’area e il binomio con il Dott. Stefano Albanese (Area Manager e Product Manager Ruminanti) favorirà sempre più l’affermarsi anche in quest’area del marchio Dell’Aventino.Da diversi anni, infatti, il rapporto con l’Azienda mangimistica abruzzese prosegue con queste realtà a conduzione familiare ed all’insegna dell’eccellenza nelle produzioni.

Tra Michele Circelli e il Dott. Stefano Albanese le tre generazioni “La Torre”: il sig. Angelo La Torre, il nipotino Angelo Junior) e il figlio Luigi, quest’ultimo titolare dell’omonima Azienda Agricola

Il sig. Michele e Giuseppe Scirpoli tra il Dott. Stefano Albanese e Michele Circelli.

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A rigordi legge

Come essere informatie districarsi tra normee regolamenti

Dott. Antonio De MattiaResponsabile Amministrativo

Dell’Aventino

alla A+, e A per i forni, per le apparecchiature con etichetta energetica.La detrazione, da ripartire in dieci quote annuali, riguarda le spese sostenute dal 6 giugno al 31 dicembre 2013 per una cifra totale non superiore a 10.000 euro.

LAVORI CON DETRAZIONE FISCALE DEL 65% Risparmio Energetico Finestre (con rispetto dei parametri indicati nel DM 26 gen 2010); coibentazioni e caldaie a condensazione.Per ogni maggiore chiarimento sullo sconto fiscale (comunicazioni, obblighi, vincoli, etc) rimandiamo al sito dell’Agenzia delle Entrate al consueto indirizzo: www.agenziaentrate.gov (documentazione) o alla dettagliata guida disponibile in pdf al seguente indirizzo: www.casa.governo.it/allegati/guida_ristrutturazioni.pdf .

Dai siti citati sono tratte alcune informazioni dettagliate riportate qui di seguito:

Ristrutturazioni EdilizieChi sostiene spese per i lavori di ristrutturazione edilizia può fruire della detrazione d’imposta Irpef pari al 36%. Per le spese sostenute dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2013 (Dl 63/2013), la detrazione Irpef sale al 50% e si calcola su un limite massimo di spesa di 96.000 euro per unità immobiliare. Il decreto legge 63 del 4 giugno 2013 (entrato in vigore il 6 giugno 2013) ha riconosciuto la detrazione del 50% anche sulle ulteriori spese sostenute per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici. Per le prestazioni di servizi relative agli interventi di recupero edilizio, di manutenzione ordinaria e straordinaria, realizzati sugli immobili a prevalente destinazione abitativa privata, si applica l’aliquota Iva agevolata del 10%.

Chi ha diritto alla detrazioneNon solo i proprietari o i titolari di diritti reali sugli immobili per i quali si effettuano i lavori e che ne sostengono le spese, ma anche l’inquilino o il comodatario, in particolare:• il proprietario o il nudo proprietario;• il titolare di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie);• l’inquilino o il comodatario;• i soci di cooperative divise e indivise; • i soci delle società semplici;• gli imprenditori individuali, solo per gli immobili che non rientrano fra quelli strumentali o merce.

Per ulteriori dettagli, come si diceva, si rimanda al sito dell’Agenzia delle entrate.

Lavori di ristrutturazione edilizia e agevolazioni fiscali:il momento è buonoIn attesa che vengano definiti i nuovi parametri di tassazione sulle proprietà e chiarite le valenze e l’applicabilità della nuove imposte Tari, Tasi e Trise, resta conveniente la valutazione dei lavori di “ristrutturazione” ed il “risparmio energetico” specie in considerazione della proroga per tutto l’anno 2014 (secondo l’ultima legge di stabilità) che - attenzione! - potrebbe essere l’ultimo con queste soglie di sgravio che si estende anche all’acquisto di mobili ed elettrodomestici.Si tratta di un’indubbia facilitazione per chi in questo momento si appresta a progettare e pianificare interventi.

Questi i piani del governo:• 2014: detrazioni come le attuali (65% per il miglioramento energetico, 50% per le ristrutturazioni);• 2015: probabile riduzione-rimodulazione sia quella per ristrutturazioni (40%) che per risparmio energetico (50%);• dal 2016: ripristino per tutte le agevolazioni dell’aliquota del 36%. Vediamo sinteticamente cosa offre oggi la normativa:

LAVORI CON DETRAZIONE FISCALE DEL 50% Ristrutturazionimanutenzioni ordinarie; ristrutturazioni straordinarie; altri lavori (bonifica amianto, eliminazione barriere architettoniche, opere di antintrusione e di prevenzioni, etc); impianti solari fotovoltaici (esaurito il 5° conto energia resta il Bonus 50% abbinato allo scambio sul posto).Lo “sconto” fiscale del 50% si applica anche sull’acquisto di mobili ed elettrodomestici.

Bonus ArrediChi fruisce della detrazione per ristrutturazioni edilizie può beneficiare della riduzione d’imposta per l’acquisto di mobili, di grandi elettrodomestici di classe energetica non inferiore

Antonio De Mattia

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L’esperienzapositiva

Cilli Vito, Luciano e C. sasSan Salvo (CH)

EleuterioCasalbordino (Ch)

Viaggio in avantiL’Azienda Cilli Vito, Luciano e C. sas di San Salvo (CH) è un esempio virtuoso di moderna gestione di un punto vendita tra assortimento mirato, servizio al cliente, marketing, comunicazione

Siamo al confine tra Abruzzo e Molise per scoprire una realtà figlia dei nostri tempi, un modello da prendere ad esempio per competere con successo in un mercato sempre più agguerrito. In questo numero l’esperienza positiva è quella dell’azienda Cilli oggi rappresentata dai fratelli Luciano e Vito e da Egidio junior. Da una prima occhiata si capisce subito di essere in una rivendita al top: espositori e spazi perfettamente organizzati e integrati, ambiente

gradevole con una personale connotazione estetica; i canoni attuali del merchandising vengono pienamente rispettati. Se questo è il presente, del passato ci parla il sig. Luciano nel quale l’azienda Dell’Aventino, fornitore storico, ha un posto speciale “Nostro padre Egidio ha iniziato l’avventura nel 1958 nel centro storico di San Salvo, in Piazza San Vitale. Tra i vari fornitori da subito è scattato il feeling con Nereo Dell’Aventino senior, il nonno dell’attuale amministratore unico, e poi con Paride e Guido che hanno preso a cuore sempre con professionalità le sorti della nostra attività. Ancora oggi con Dell’Aventino i rapporti sono eccellenti, abbiamo gratitudine

e stima e - sorride - immagino anche in futuro”. Dal 2005 il rapporto tra Dell’Aventino e l’azienda Cilli è nelle mani di Alfonso Di Fonzo (Agente di Zona) con la supervisione dell’Area Manager Dott. Guido Massimini.Tornando all’evoluzione dell’attività, un salto decisivo viene compiuto nel 1981 con il trasferimento nell’attuale sede di via Gargheta sempre a San Salvo, nella quale operano anche le nuove

leve come Egidio (fresco di laurea in Economia), il figlio del sig. Vito. Il giovane Egidio ha portato idee fresche in particolare nel punto vendita, organizzato in maniera razionale e gradevole, decisamente al passo con i tempi e adatto a ‘coccolare’ un cliente sempre più evoluto. L’intervista capita nel periodo clou della raccolta delle olive, e in effetti c’è un gran movimento nella rivendita, segno che è un consolidato punto di riferimento. I fratelli Cilli fanno anche parte della cooperativa d’acquisto Cappa di Teramo (della quale il sig. Luciano è Presidente) a testimonianza della vitalità e di ambizioni di livello ormai interregionale. La parte zootecnica con l’allevamento rurale in testa rappresenta uno dei business interessanti dell’azienda Cilli: oggi in questo segmento emergono segnali confortanti in tempo di crisi poiché l’agricoltura e la piccola zootecnia stanno tornando in auge. Complessivamente l’offerta propone i migliori marchi nel campo

Foto d’insieme davanti alla moderna rivendita Cilli: il Dott. Egidio Junior e i sigg.ri Luciano, Egidio Senior e Vito Cilli, tra Alfonso Di Fonzo (Agente di zona Dell’Aventino) e il Dott. Guido Massimini (Area Manager).

Scatto d’insieme nel magazzino adiacente alla Rivendita Cilli.

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Una rivendita, due animePuntando senza mezze misure sulla ‘diversificazione’ l’azienda Eleuterio sas di Casalbordino (Ch) ha gettato solide basi per il futuro

Dalle pagine di Zoo-Zoom abbiamo spesso invitato l’intero comparto zootecnico ad accettare la sfida del nuovo, a svecchiare schemi produttivi e commerciali per tenere il passo dei mercati. L’azienda Eleuterio è una bella esperienza positiva dell’evoluzione di un’attività tradizionale ancorata ad un vocabolo oggi sulla bocca di tutti: differenziazione. I primi passi risalgono al 1952 quando il sig. Donato diede vita all’azienda Eleuterio in un locale di circa 30 mq. Negli anni la crescita è stata costante fino ai giorni nostri che vedono al timone i figli Domenico, Giancarlo e Stefano in azione nella moderna e accogliente rivendita di via Ariosto e nel nuovo mega magazzino di viale dei Tigli.Uno dei pezzi forti dell’esposizione è il reparto garden; la disposizione dei mobili da giardino è talmente coinvolgente da sembrare di trovarsi all’aperto magari per una grigliata con gli amici, un segnale forte dell’evoluzione del business, della gestione all’avanguardia.

Nell’azienda Eleuterio convivono in armonia due anime: il settore storico dell’agro-zootecnia (mangimi da allevamento, concimi, sementi) e nuovi segmenti complementari alla vendita ma amalgamati in maniera dinamica al resto (parliamo di irrigazione, pet-food, riscaldamento, giardinaggio e l’interessante campo del fotovoltaico che sempre più si sta imponendo nell’ottica del contenimento dei costi energetici, della salvaguardia dell’ambiente). Il rapporto con Dell’Aventino è di vecchia data, nato con il papà e

dei sistemi per la grande e media irrigazione, degli antiparassitari, dei concimi, dei terricci e giardinaggio, del materiale per riscaldamento come pellets e legna, dei mangimi per animali da allevamento, cortile e di affezione.

Tra Alfonso Di Fonzo e il Dott. Guido Massimini il Dott. Domeni-co, il sig. Donato ed il Dott. Stefano Eleuterio davanti al nuovissimo mega-magazzino targato Eleuterio Sas.

Competenza, lungimiranza e vision innovativa, passione di famiglia sono gli ingredienti di una formula di successo e per molti versi coraggiosa in periodi difficili come questi: tanto di cappello all’azienda Cilli!

lo zio dell’attuale amministratore. Dalle parole del sig. Domenico trasuda la stima per l’azienda Dell’Aventino ed è evidente che si è instaurato un legame forte, alimentato dalla stima e dalla reciproca fiducia. Attualmente il mercato principale è quello del settore avicolo/rurale ed i volumi di vendita sono costanti grazie anche alle solide relazioni strutturate a valle con la clientela. Il Dott. Stefano Eleuterio si lascia andare a qualche previsione per il futuro: “Come imprenditori dobbiamo pensare positivo, l’ottimismo deve guidarci, non dobbiamo vivere alla giornata ma guardare avanti per scorgere nuove aree di business, nuove opportunità”. Negli ultimi anni i F.lli Eleuterio hanno fatto molti investimenti e parte dell’attività commerciale è stata dislocata in un nuovo, grandissimo magazzino con uffici situato ai margini del centro abitato, a testimonianza del dinamismo di questa realtà fortemente radicata a questo territorio.Dall’azienda Eleuterio, dunque, giunge un messaggio importante:anche in periodi non brillantissimi......

I sigg.ri Donato Eleuterio e sig.ra con il Dott. Stefano Eleute-rio, Alfonso Di Fonzo e il Dott. Guido Massimini.

Foto d’insieme nell’angolo “gardening” della Rivendita Eleu-terio a Casalbordino (Ch): Alfonso Di Fonzo e il Dott. Guido Massimini (rispettivamente Agente di Zona ed Area Manager Dell’Aventino) con il sig. Donato Eleuterio e sig.ra (seduti) e con il Dott. Stefano Eleuterio.

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È uno scenario di distensione quello che si prospetta per la campagna 2013/2014 sui mercati cerealicoli internazionali.La previsione di raccolti abbondanti, ad operazioni di trebbiatura quasi ultimate nei principali paesi produttori, sembra confermare le attese di un surplus dell’offerta rispetto a una domanda su cui continuano a gravare diversi fattori di incertezza: • il prolungarsi della crisi economica europea;• il rallentamento della crescita dei paesi emergenti;• le minori pressioni da parte di alcuni paesi importatori con una conseguente stagnazione degli scambi mondiali; • le previsioni di un minor impiego di mais per fini energetici;• la ferma volontà della Banca Centrale Americana di limitare le attività speculative su alcune commodities strategiche, in particolare quelle agricole.Questo dovrebbe determinare un impatto negativo sui prezzi che già stanno registrando flessioni nelle principali borse mondiali.Va comunque segnalato che in questa fase di passaggio dalla vecchia alla nuova campagna gli andamenti climatici non sono stati sempre favorevoli. Negli USA il caldo prolungato dei mesi di agosto e settembre ha fatto di nuovo temere una contrazione delle rese per mais e soia ma l’allarme è stato scongiurato dalle successive piogge di fine settembre e ottobre nelle zone del Midwest. Sulla base dei dati più recenti sembra ormai scontato che gli USA torneranno ad essere protagonisti del mercato mondiale del mais con un raccolto che dovrebbe superare i 350 mln di tons e questo consentirà di risollevare le scorte americane che nella campagna appena terminata erano precipitate a livelli di guardia. Allo stato attuale la cosa importante è accelerare le operazioni di trebbiatura per prevenire le gelate invernali che potrebbero provocare problemi soprattutto alla soia, pianta più fragile rispetto al mais. In Europa, invece, le insistenti piogge dell’ultimo periodo stanno provocando da un lato ritardi nella raccolta del mais e dall’altro difficoltà nelle semine del grano. La situazione si presenta particolarmente critica in Ucraina e in Russia tanto da spingere i rispettivi ministri dell’agricoltura ad informare che il perdurare di tale condizione potrebbe mettere a

rischio la semina del grano previsto di circa il 20-30%. La concomitanza di questi fenomeni climatici sfavorevoli ha dato origine a brevi e discontinue fasi rialziste sui mercati nazionali e internazionali. Il tutto, comunque, dovrebbe essere superato e, al di là di ritardi sulla conclusione dei raccolti, si può ritenere che la campagna 2013/2014 sarà con un buon margine di probabilità particolarmente favorevole.Questi dovrebbero essere i risultati:la produzione mondiale di grano si dovrebbe attestare a circa 690 mln di tons (40 in più della precedente campagna) grazie soprattutto all’incremento dei paesi dell’Est; apprezzabile anche il contributo dell’Unione Europea con un incremento del 5% (135 mln contro i 126 del 2012). In controtendenza la produzione USA che registra un calo (57 mln contro 62) dovuto alle avverse condizioni climatiche di una primavera in eterno ritardo. Più o meno invariati gli stock di fine campagna che si dovrebbero attestare a circa 182 mln di tons.Raccolto record per il mais indicato ad un quantitativo di oltre 965 mln con un incremento di oltre 100 mln da attribuire quasi interamente all’ottima stima dell’imminente raccolto USA. Da segnalare anche la previsione di una buona produzione in Europa, indicata a circa 65 mln con un incremento del 14% sull’anno precedente. Finalmente questo risultato consentirà di riportare gli stock di fine campagna a quantitativi più rassicuranti (152 mln contro i 125 della campagna in corso).Per quanto riguarda infine la soia, ottima è stata l’annata per il Sud America, con una produzione record di 55 mln in Argentina e 88 mln in Brasile. Comunque buona, anche se inferiore alle prime stime, l’imminente produzione Usa che viene indicata a circa 87 mln di tons. Positive anche le previsioni per la campagna 2013/2014 con una produzione mondiale che viene indicata a 285 mln di tons e scorte che si dovrebbero attestare a circa 75 mln contro i 62 della campagna 2012/2013.Le stime di un deciso miglioramento delle scorte di mais, grano e soia, le prime valutazioni positive sulle semine invernali in Europa, le indicazioni di buone semine in Sud America (in particolar modo per la soia) e i consumi che si dovrebbero mantenere su standard di crescita normale sono i presupposti che inducono a ritenere che dovremmo operare in un contesto di mercato più regolare e certamente meno volatile rispetto a quello degli ultimi anni.

Andrea Garzilli

In lineacon il

mercatoRubrica dedicata al mercato delle materie prime, con un breve accenno alla situazio-ne dei prezzi dei principali prodotti della trasformazione zootecnica

Più certezzeall’orizzonte

Dott. Andrea GarzilliDipartimento Acquisti, Produzione e Logistica

Dell’Aventino

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Vita d’aziendaFilo diretto tra Dell’Aventino ed i suoi collaboratori

Mercato, prezzi e finanza, prospettive personali e aziendali: la parola alla new entry del Dip. Acquisti, Produzione e Logistica Dell’AventinoIl mercato delle commodities agricole oggi conferma una progressiva caratterizzazione finanziaria, con risvolti speculativi sempre più accentuati.Alla base di questa forte trasformazione ci sono dei fenomeni chiari, ma non controllabili:• l’internazionalizzazione dei mercati, intesa soprattutto nelle sue vesti di rapido scambio di informazioni e totale visibilità degli andamenti della domanda e dell’offerta in ogni momento e luogo;• la politicizzazione del settore agricolo e delle relative scelte gestionali, al fine di veicolarne gli interessi economici e di consenso elettorale;• l’aumento dei consumi proporzionale se non maggiore rispetto all’andamento delle produzioni, con progressiva erosione degli stock di riserva. Molti elementi di difficile controllo possono influenzare la disponibilità mondiale di commodities agricole: da andamenti climatici bizzarri a nuove destinazioni d’uso, senza dimenticare lo squilibrio generato dai paesi emergenti che rendono infuocato il mercato.All’interno di questo scenario un ruolo fondamentale nella definizione dei prezzi - e quindi dell’andamento degli scambi - nel mercato cerealicolo viene svolto da alcuni strumenti finanziari particolari: i contratti futures scambiati su piazze di tutto il mondo, ma soprattutto americane. Tali contratti di acquisto e vendita non sono certo una novità per chi abitualmente frequenta le piattaforme finanziarie. Negli ultimi anni, però, il loro “andamentale” imprevedibile è sfuggito ad ogni tipo di previsione storica, spesso distaccandosi troppo dalla logica dei mercati reali. Questo perché al loro interno hanno incrementato le proprie incursioni non solo gli operatori del settore (dal grande agricoltore americano e argentino al trader mondiale) ma anche soggetti finanziari esterni quali per esempio i fondi di investimento; questi ultimi operano con il solo scopo di monetizzare al massimo situazioni e contesti fortemente variabili e fluttuanti come quelli agricoli. Si tratta, quindi, di operatori completamente al di fuori della filiera agricola, estranei ai contenuti ed agli interessi che essa rappresenta. Nonostante questo, i forti investimenti monetari di questi nuovi operatori stanno significativamente modificando gli storici equilibri tra domanda ed offerta e, approfittando dei

momenti di maggiore destabilizzazione, cercano di rendere il prezzo delle commodities sempre più volatile e quindi “rischioso”, trasformando questi contratti da strumenti di “protezione” a veicoli di “speculazione”.La rapida interpretazione di questi scenari e la trasformazione in opportune azioni di acquisto ed esecuzione sono tra le principali attività di supporto che oggi non possono mancare al vertice aziendale di qualsiasi impresa che operi nel settore della trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli: sarà questo il compito difficile ma stimolante che quotidianamente cercherò di garantire al Dott. Nereo Dell’Aventino.Il settore molitorio nel quale ho svolto le mie precedenti mansioni sottostava alle stesse estroverse dinamiche di mercato, essendo sia il grano duro che il tenero milling fortemente influenzati dall’andamento delle più “chiacchierate” commodities quali mais e soia. Una sostanziale differenza però è subito balzata alla mia attenzione di buyer: da una situazione di “monoprodotto” in entrata (come materia prima) ed in uscita (come semole o farine) ho fatto veloce esperienza di una moltitudine di tipologie di prodotti finiti, di linea e/o personalizzati per cliente, basati su una ampissima gamma di materie prime, integratori, additivi e premiscele.A fronte di un processo di trasformazione tecnologicamente meno complesso rispetto al settore molitorio, ho scoperto la complessità dell’industria mangimistica per ciò che concerne la cura degli aspetti nutrizionali e legati alla sicurezza, l’interdipendenza e la sostituibilità delle materie prime, la personalizzazione dei prodotti finiti che da micro-specificità sortiscono macro-risultati. E’ stato comunque necessario un rapido ri-adeguamento delle mie competenze e - seppur non ancora all’altezza dei migliori professionisti che mi hanno preceduto e che continuano ad affiancarmi - cercherò subito e sempre di garantire massimo impegno, serietà ed efficacia, per contribuire ai futuri successi dell’Azienda Dell’Aventino.

Giovanni Aruffo

Dott. Giovanni Aruffo Dopo la laurea ha frequentato

master e corsi di alta specializzazio-ne nell’ambito delle tematiche

caratterizzanti la filiera cerealicola. Dal dicembre 2012 è

in Dell’Aventino ed è Responsabile Esecuzione Acquisti e Logistica

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Noi&VoiA domandarispondiamo

Volete saperne di più su un argomento che vi sta a cuore? Intendete soddisfare una curiosità? Inviateci i vostri quesiti per e-mail all’indirizzo [email protected] oppure per posta a Redazione Zoo-Zoom c/o Dell’Aventino Srl S. U., S.P. Pedemontana 8, 66022 Fossacesia (CH). Esperti e studiosi del settore saranno lieti di rispondervi dalle colonne di questa rubrica.

D. Quest’anno ho sentito parlare spesso di Aflatossine e loro contaminazione nel latte, cosa sono e quali gli accorgimenti che la vostra azienda adotta per evitarle?Rosanna Z. - L’Aquila

R. Le micotossine sono metaboliti secondari prodotti da muffe che colonizzano le derrate alimentari.Sviluppo fungino e formazione di micotossine possono avvenire sia in campo sulla pianta, che in una qualunque delle successive fasi di conservazione e trasformazione.Oltre alla pericolosità dovuta alla possibile produzione di micotossine, lo sviluppo delle muffe negli alimenti (per uomo ed animali) provoca riduzione quantitativa e soprattutto qualitativa del valore alimentare: alcune ricerche hanno dimostrato che, nel caso del mais, una partita fortemente contaminata subisce diminuzioni del tenore in energia, proteine e grassi rispettivamente del 5, 7, e 63%: la quota lipidica, infatti, è la più sensibile all’attacco fungino.La produzione di micotossine dipende dalle condizioni ambientali, come la temperatura e l’umidità.Inoltre, fattori come il pH, la presenza di flora competitiva, le condizioni di stress (siccità e danni provocati dagli insetti), danni meccanici alla granella, possono influenzare la formazione delle tossine. Le micotossine che più frequentemente vengono riscontrate nel mais e nei cereali in genere sono: fumonisine, deossinivalenolo, zearalenone, ocratossina A e aflatossine (Pietri et al., 2004).Le aflatossine sono un gruppo di micotossine prodotte da ceppi di Aspergillus flavus e Aspergillus parasiticus.L’aflatossina B1 (AFB1) è quella presente in maggior quantità e sulla quale è stato focalizzato l’interesse dei ricercatori per via della sua elevata tossicità acuta e cronica e per l’attività che esplica sugli animali, oltre che per i potenziali effetti cancerogeni sull’uomo (è l’epatocancerogeno naturale più potente che si conosca).I giovani animali sono notevolemente più sensibili degli adulti e tra le specie che mostrano maggiore sensibilità sono da segnalare i suini e i volatili da cortile (Regione Lombardia, 2001).I ruminanti sono meno sensibili agli effetti tossici delle aflatossine, sia per la possibile inattivazione a livello ruminale di parte delle tossine ingerite, sia per delle differenze nel metabolismo epatico della sostanza. Tutti i mammiferi che ingeriscono AFB1 ne eliminano una quota come aflatossina M1 (AFM1, milk toxin, metabolita idrossilato dell’AFB1) nel latte; nel caso della vacca da latte, la quota eliminata è di circa il 3% dell’AFB1 ingerita. Il tasso di escrezione di AFM1 nel latte è estremamente variabile ed è influenzato da diversi fattori: il principale è la permeabilità della barriera emato-mammaria. Si è riscontrato infatti che in bovine nella fase iniziale della lattazione e ad alta produzione il tasso di escrezione è maggiore. Tuttavia è difficilmente prevedibile il livello di AFM1 nel latte a seguito di ingestione di alimenti contaminati da AFB1: infatti esso non varia solo da capo a capo, ma addirittura in funzione dei giorni o delle ore di mungitura.In generale è segnalato in letteratura un tasso di carry-over variabile dallo 0.25 al 4.8%, ed è stato calcolato che con un’ingestione di AFB1 superiore a 40 µg/capo/giorno, viene superato il livello di 50 ppt (parti per trilione) di AFM1 nel latte. Un’equazione è stata formulata mettendo in correlazione l’ingestione

Risponde il dott. Fabrizio Di Fonzo,

Medico VeterinarioArea Tecnica Dell’Aventino

di AFB1 e l’escrezione di AFM1:AFM1 (ng/kg latte) = 1.19 x AFB1 ingerita (µg/capo/giorno) + 1.9 Per limitare il livello di AFM1 nel latte, in tutti i paesi della Comunità Europea è stato fissato un limite di 5 µg/kg (ppb) di AFB1 per gli alimenti destinati alle bovine in lattazione.

Tabella - Limiti micotossine nei mangimi

Il Sistema di Gestione Qualità Dell’Aventino ha attuato un programma molto efficace di monitoraggio per ottenere prodotti alimentari sicuri tramite:1) definizione di un capitolato d’acquisto delle materie prime con specifiche molto restrittive per i parametri delle micotossine (in conformità ai limiti di legge);2) selezione oculata di fornitori e di fonti di approvvigionamento; 3) effettuazione, in ingresso, di analisi per ricerca di micotossine per tutti i lotti di granella, di farina di mais e degli altri prodotti derivati del mais;4) campionamenti anche su altri cereali e prodotti finiti per meglio conoscere lo stato di contaminazione da aflatossine.

Il problema delle Aflatossine è un problema “di filiera” e come tale va trattato se si vuole tenere sotto controllo il problema della sicurezza alimentare. In altri termini: un alimento zootecnico va controllato con azioni preventive tese ad evitare o minimizzare l’inquinamento lungo tutto il suo ciclo, dalla produzione in campo, alla trasformazione in mangime, alla somministrazione finale all’animale, al controllo del latte prodotto;E’ necessario, per l’allevatore, attuare modalità di gestione degli acquisti che consentano di attivare un sistema di qualificazione dei fornitori, soprattutto attraverso il controllo delle forniture esterne;Gli alimenti a rischio di inquinamento (es. mais) vanno prodotti e conservati osservando precise regole preventive (vedasi Zoo-Zoom n°4 del 2007, rubrica Noi&Voi), soprattutto laddove entrino nel razionamento dei ruminanti da latte in quantitativi rilevanti.

Areamarketing

Studi, analisi, ricerchee consigli per puntare sempre più in alto

Per un’azienda, oggi, è sempre più complesso intercettare e mantenere nel tempo il proprio target. Pubblicità, promozioni, iniziative ed internet hanno creato un panorama così multiforme da indurre le imprese, almeno quelle più intraprendenti, a percorrere - o meglio, a tornare a percorrere - sentieri “classici” per centrare gli obiettivi di marca.Un’interessante esperienza per l’apertura di nuovi “varchi” è - storicamente - rappresentata dalla presenza strategica ad eventi e convegni ai quali viene riconosciuto un valore aggiunto, un’autorevolezza, una diretta utilità.Nel nostro settore agro-zootecnico - più che in altri settori - stima ed apprezzamenti possono essere ottenuti sostenendo appuntamenti di rilievo per gli allevatori nell’ambito delle loro specifiche esigenze.Nel mettersi in gioco con le figure aziendali, le imprese promotrici “ci mettono la faccia”, trasmettono una sensazione di vivacità e intraprendenza al cospetto di un pubblico selezionato e interessato.Quanto “andato in scena” a Fiano Romano lo scorso 16 settembre ne è un valido esempio, con l’Azienda Dell’Aventino in veste di sostenitrice di una lodevole iniziativa informativa e formativa allo stesso tempo.Nell’incantevole cornice della chiesa di Santa Maria ad Pontem oggi utilizzata per incontri ed eventi culturali, si è svolto un meeting che ha visto la presenza di qualificati allevatori di ovini della provincia di Roma. Nell’occasione è stato presentato un Progetto sperimentale della Regione Lazio (che vede coinvolto anche l’Istituto Zooprofilattico del Lazio e Toscana), in collaborazione con la federazione degli ordini

professionali regionali, teso alla promozione della figura del “Veterinario Aziendale”. Il progetto, inoltre, fa da modello per la costituzione di una rete di epidemio-sorveglianza finalizzata al recepimento in Italia della direttiva UE.La figura del Veterinario Aziendale - oltre a costituire la suddetta rete - aiuterà le aziende zootecniche ad interfacciarsi più efficacemente con istituzioni pubbliche (come le ASL), con lo scopo principale di tutelare i prodotti ottenuti dalle aziende e che finiscono sulle tavole dei consumatori.La Dott.ssa Tiziana Tabossi, Medico Veterinario di Viterbo, ha organizzato il meeting e si è resa protagonista di un interessante intervento. Unitamente al Dott. Sergio Franceschini (Medico Veterinario e consulente aziendale Dell’Aventino per il Lazio) la Dott.ssa Tabossi fa parte di una società, la Veter Sigma,

composta da diversi medici veterinari che operano nel Lazio nell’ambito dell’autocontrollo, dell’alimentazione e della sanità nei comparti ovini, bovini e bufalini.Gli interventi che hanno caratterizzato l’incontro hanno approfondito argomenti come la sperimentazione di un sistema innovativo di gestione sanitaria degli allevamenti ovi-caprini attraverso, l’introduzione dell’informatica e l’impiego d e l l ’ i d e n t i f i c a z i o n e elettronica ai fini della selezione genetica per la resistenza alla TSE (Encefalopatie Spongiformi Trasmissibili).L’incontro ha visto la partecipazione dell’Azienda Dell’Aventino con la presenza dell’Area Manager Graziano Di Costanzo, dell’Agente di zona Walter Meoni e del citato Dott. Sergio Franceschini. Questo progetto testimonia la volontà di avvicinare il mondo allevatoriale alle istituzioni in un momento storico particolarmente delicato, in cui la ricerca delle eccellenze

alimentari (sia di produzione che di trasformazione) può fare la differenza nel settore agroalimentare.E in questo contesto Dell’Aventino non ha fatto mancare il suo fattivo contributo.

Gianluca Ricciuti

Gianluca RicciutiLaureato in Architettura

è Responsabiledella Comunicazione e

del Marketing Operativoin Dell’Aventino

È soprattutto nel contatto diretto con i clienti storici (e con i potenziali) che va acquisita un’ottima reputazione aziendale. È questa una delle ricette del marketing Dell’Aventino.

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P E R I O D I C O D E L L A Z O O T E C N I A P R O D U T T I VADell’Aventino S.r.l. S. U.66022 Fossacesia (CH) S.P. Pedemontana, 8Tel. 0872.62.211 r.a. Fax [email protected]@dellaventino.itwww.dellaventino.it

C/1076/2008

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SIN

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V.

Nel 2014 andrà in scena il nostro anniversario.Dalle pagine di Zoo-Zoom, un pezzo di storia recente, vogliamo ringraziare quanti hanno condiviso questo percorso virtuoso costellato di impegno, entusiasmo, ricerca, passione.Insieme, saremo protagonisti anche i prossimi anni: più che un augurio, una certezza.