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Li r o. G) Vt h-J Yna-11 // <Z71 "4 . .41 v vk il r `1111 - 1,.......1•••■• •-••••-•■•-•. -.••••1% ANNO V Pisa, Domenica 9 Maggio 1897. Num. 19. n Ponte 3i passa ogni domenica. - Il pedaggio costa un soldo. - Con mazza e sondo prima sì con- tendevano il Ponte: oggi, por averlo, basta lo scudo solo.- Oli spurghi si buttano in Arno.- Allo lettere senza francobollo è vietato il libero transito. Inserzioni: in prima pagina L.2, in seconda L. 1; in terza L. 0. 50; in quarta L. 0, 25, per ogni I inea e spazio di linea. Uffici di Redazione e Amministrazione in Piazza dei Cavalieri, 5, pianterreno. Giornale della Città e Provincia. [Conto corrente con la Posta]. IL MIO PII TO DI VISTA Mio carissimo AMELUNGH1, Facciamo adunque, giacchè cosi a tè piace, una polemica in famiglia sul riposo festivo: e mi sia, per una volta tanto, consentito di presentarmi ai lettori del Ponte in veste di giornalista serio: Dio faccia ch'io non riesca loro, come tutti gli scrittori seni, profondamente noioso. E prima di tutto dissipiamo un equivoco che po- trebbe sorgere dalle premesse del tuo articolo di Do- menica scorsa, cosi brillantemente paradossale: io non sono un avversario del riposo, sono un avversario, e tenace, della forrnola con cui si vorrebbe adottare, dei mezzi coi quali si vorrebbe imporre: riposo settima- nale si, festivo no: e sia dosso la resultante dell'ac- cordo spontaneo ed incondizionato di tutti, non la coercizione di pochi. Non mi pare sia necessario risalire sino alla crea- zione del mondo (la quale del resto, se si deve cre- dere alle sacre carte, costò così poca fatica all'Eterno) per capire che chi lavora veramente ha il diritto di riposarsi almeno un giorno su sette: e in generale questo diritto non è contestato: in Pisa stessa tutte le fabbriche sospendono il lavoro ogni Domenica, e lasciano agli operai un giorno intiero di assoluto ri- poso ; ma è del pari evidente che chi non vuole ap- profittare, per sue peculiari ragioni, di codesto riposo non possa, sotto alcun pretesto, obbligarsi da chic- chessia: è questione di libertà individuale, la quale, sino a che è contenuta nei limiti della leggo, non soffre limitazioni di sorta. Ora il Comitato, al quale tu prodighi tanti e così caldi encomi, che cosa, in sostanza, vorrebbe fare ? appunto questo: obbligare al riposo chi non si vuol riposare. Infatti su chi si è rivolta l'opera delle nobili dame e dei non meno nobili patroni ? Forse alle fabbriche, agli opifici, ai laboratori ? Niente affatto, perchè questi accordano git il riposo settimanale ai propri operai; ma bensì ai negozianti i quali trovano nell' interesse economico la ragione di sacrificarsi anche la festa in bottega. Ora, francamente; l'orefice che sta dietro il banco a vendere anelli, il merciaio, il droghiere ecc., non si possono chiamare lavoratori, nel senso che si è ormai convenuto di dare a questa parola: così chè obbli- gando codesta gente a tener chiuso il negozio nei dì festivi, mentre non si ottiene lo scopo santo del ri- poso dalle fatiche, si viene a danneggiare un ceto di persone già tanto danneggiato e bistrattato. Rifletti, amico mio, che buona parte della clientela di codesti poveri negozianti non è formata dalle no- bili dame, ma dall' operaio, dal contadino della pro- vincia, i quali non hanno altro giorno libero, all'in- fuori della festa, per fare le loro compre, e solo alla festa dispongono di qualche soldo: e costoro o si rivolgeranno altrove o sciuperanno i loro quattrini in malo modo: le città, lo sai, offrono ai provinciali tante seduzioni e tanti allettamenti. Se si pensa poi all'enorme numero di festività cat- toliche c'è proprio da compiangere la sorte dei nego- zianti ridotti a tener chiuso il negozio un terzo del- l' anno. E non mi obiettare che io mi fermo a considerare la quistione da un solo lato : le masse operaie, l' ho già detto, riposano per antica consuetudine: l'operaio spicciolo se avrà un lavoro che gli preme da ulti- timare, lo ultimerà . . . . tenendo chiusa la bottega: ci guadagnerà forse la causa del riposo festivo, ci guadagna senza dubbio l'ipocrisia. E poi quante volte sono proprio le dame le inci- tatrici ? se la modista al sabato sera non ha potuto terminare il vestito, la nobil dama non dice mica: pazienza, aspetterò Lunedì . . . ; ma invece la canta proprio in guasta guisa: a qualunque costo domani al tocco ho bisogno dell'abito: ci ho un concerto. E la modista fa lavorare la festa per consegnar l' abito in tempo: è uno strappo bensì al precetto del san- tificare la festa, ma la dama-patronessa non perde il concerto. Così chè la crociata è esclusivamente contro i ne- gozianti, i quali non saranno in grado di resistere alla minaccia del boycottaggio. Sì, mio caro, è proprio del boycottaggio brutto e cattivo che si vuol fare, quando si mette all'indico un negoziante: cosi come i socialisti tedeschi contro le birrerie i cui proprietari compravan la birra da nobili che il partito aveva motivi di odiare. Ora, io sarò forse un solitario, fors' anche sarò guardato con un sorriso di scherno ; ma alla libertà ci tengo, e dove è un oltraggio alla libertà, com- batto come so e posso. Dietro il leggiadro e profumato paravento formato dalle nobili dame sta un partito che, pur domenica scorsa, nel suo organino pisano, gratificava la libertà, la umanità, la filantropia dell' appellativo di corbel- lerie; tu, inconsciamente, aiuti quel partito ad affer- marsi, ad inoltrarsi, a infiltrarsi, minacciando questo prezioso, intangibile nostro tesoro, la libertà. Poichè questo tanto strombazzato riposo festivo non è se non un anello di quella catena che comprende il segre- tariato del popolo, le casse rurali, i comitati parroc- chiali e tutte le altre istituzioni clericali, catena che un giorno, se non si provvede in tempo, ci legheranno dolcemente al collo. A questo partito preme che il pubblico grosso abbia numerose e varie prove della sua autorità, della sua potenza; ora qual prova mai più evidente del poter dire: solo che noi vogliamo, e tutti i negozi di Pisa si chiudono, e la vita economica della città si arresta? Nè vi è modo di resistere, quando si sa che con la parola, coi giornali, col pergamo, e con tutti gli infiniti mezzi, di cui dispongono i clericali, il nego- ziante che non chiude sarà perseguitato, diffidato, isolato. E quelli che chiudono credi. tu che lo facciano proprio per santificare la festa? Via, tu sei troppo arguto per crederlo: a costoro i clericali, che si preoc- cupano più di questo mondo che dell'altro, s'incari- cano di batter la grancassa — do ut des : o non la vedi già la réclame nei cartellini esposti in vetrina con la scritta « chiuso nei di festivi »? Che bisogno ci sarebbe di codesta scritta se non fosse un ammo- nimento insieme ed una minaccia? E la lotta di classe che si fomenta pur di affer- marsi. Ma in questo io consento teco, nel disperare della felice riuscita dell'iniziativa: ce ne riparleremo dopo le feste della Madonna. Concludendo, non posso che ripetere la mia divisa: riposo settimanale sì, festivo no : il primo è già nel- l'uso, il secondo è quello . . . che ho cercato di spie- garti in questa chiaccherata, che mi par già. troppo lunga, e che per ciò tronco, anche avendo dell' altro da dire. Credimi cordialmente tuo i I *tatua Zeztera -é)ia- n 1111.12ÉCL dL lz.enna_ L'arcivescovo di Firenze ha in animo di istituire una scuola di agricoltura per il clero, ed i giornali cattolici trovano l'idea splendida, specialmente per quello che riguarda i giovani preti destinati -alle chiese di campagna. La notizia è interessante: i preti agricoltori po- tranno essere la pratica applicazione, effettuata dagli autentici depositari della fede, del terribile monito dell'Eterno: ti guadagnerai il pane col sudor della fronte. Ma io credo che l'istruzione agricola non potrà non influire anche sulla eloquenza dei preti, i quali, anche per render più chiari i loro concetti e più atti ad esser compresi dai contadini, trarranno dalla cani- p. °aia e dai lavori agricoli ispirazioni molteplici. E d io m'immagino un sermoncino dopo la messa, così: Amati compagni di lavoro! In questa valle di lacrime io sono inviato a col- tivare le vostre anime per aver campo di seminare le sante massime dell' Evangelio di Cristo, acciò pos- siate trarne frutti di letizia e di felicità. Fate che dall'anima vostra germogli la virtù e cercate di po- tare dall'albero della vita tutti i rami secchi. Cia- scun di voi, raccolto nella preghiera, volga le piante incontro al suo pastore, se vuole scongiurare le tem- peste dell' anima e godere il sereno del cuore. Che VO! rimarrete con l'agnello di Dio melo dice la vostra pietà; i peccati sono come le ciliege, l'una tira l' al- tra: amatovi a vicenda, siete rami della stessa quer- cia: e pera colui, che come il Granturco, aizza l'odio fra le razze. Dunque sappiate scegliere il loglio dal grano sem- pre, e badate di non darvi come suol dirsi, la zappa sui piedi. Ariamo diritti, non mettiamo mai il carro avanti ai buoi; e sopratutto amiamo il lavoro, e dedichiamo alla terra le nostre fatiche. Ma sia l'anima intenta al cielo: sulla terra noi non siamo che dei poveri coloni! e Ferdinando Martini ha molto opportunamente in- terrogato il ministro della P. I. su di un tema dato a svolgere alle alunne di una scuola normale; toc- cando così un argomento degno di ogni considerazione. Poiché gl' insegnanti d'italiano in Italia general- mente, nel dare ai loro alunni dei componimenti da fare, mettono a ben dure prove l' intelligenza dei fan- ciulli ed attentano alla serietà della scuola. In una dello prime classi del nostro ginnasio fu detto agli scolari: leggete sull'Antologia le lettere di Pietro Bulbo e quello di Gaspare Gozzi, e poi dite quello che ne pensate. — Il tema non poteva esser meno adatto alla mente di fanciulletti dai 9 ai 12 anni, nei quali le idee sono naturalmente scarse e la cultura rudimentale. Ma dal solenne si cade al grottesco con quest'altro tema: descrivete le corse dei ciuchi o le caduto degli studenti. C'è probabilmente dello spirito e dell'ironia nel tema, ma nella scuola non si devo far la burletta : poi certi argomenti sono come le armi a doppio taglio. oo Una curiosa agitazione Ò sorta tra gli avvocati del nostro foro: per non so qual legge sulle concessioni governative 1 iscrizione all'Albo degli avvocati im- porta una certa tassa, che sino ad ora nessuno o pochissimi s'eran dati pensiero di soddisfare. Ma sembra che in questi giorni il ministro delle Finanze, ricercando nuove fonti d' incassi, ibbia, a mezzo di un Ispettore, scoperto questa deplorevole dimenticanza : così che tutti gli obliosi si son visti arrivare un bell'avviso di pagamento. Naturalmente quest'importuna richiesta ha messo il campo a romore, e nessuno sembra disposto a. metter mano alla borsa. Mi dicono abbian redatto un memoriale, in cui ricorrono frequenti citazioni di giuristi, per opporsi alle pretese del fisco: ma temo che difficilmente il cuore del ministro sarà tocco dalle loro ragioni: forse risponderà, con la solita buona grazia, che si tratta di una quistione di giustizia, alla quale gli avvocati per i primi 'devono prestare il culto. c95"2 m «21-cseele:€0. ■.■ GorOere iorenfino Firenze, 6 maggio. Chiusa la festa dell'Arte, incomincia oggi la festa dei Fiori. Dico 'oggi, perché oggi soltanto può dirsi che la inaugurazione dell' esposizione dei fiori al palazzo di Via de' Vecchietti e di quella orticola al Giardino di Via Bolognese siano avvenute. Lí:z presenza dei Sovrani ha reso più lieta e più importante la festa, ed inutile mi sembra diffondermi in quei partiéolari che la stampa quotidiana vi avrà orinai largamente imbanditi. Il Re e la Regina son giunti ieri alle quattro. Io credo che il cuore dei Sovrani debba affrettare i i suoi battiti quando pongono piede in questa città, dove l'affetto popolare vibra potente per loro, e si manifesta in guisa così spontanea e calda. Dalla stazione a Pitti fu un continuo trionfo, un'ovazione perenne Sgorgante dall'anima di quel fitto popolo addensato lungo il non breve percorso. A Piazza S. Trinita fu un momento di delirio: fiori, fiori cadevano a ciocche, a mazzolini, a tralci sulle vetture reali ; attorno al Re si stringeva, da nessun ostacolo trattenuto, il popolo fiorentino: e parca vo- lesse dirgli quanto compiacimento provasse nel ri- vederlo sano e salvo dopo P insano attentato del ma- nigoldo di Artena, e mostrarglielo con la effusione dell' applauso, con l' agitarsi, con lo stringerglisi vicino. Celava a stento, il buon sovrano, l' interna commozione: prova che invero il convenzionalismo ufficiale era bandito, e che re e popolo erano in una mutua, dolcissima corrispondenza d'affetto. Margherita di Savoia sorrideva col suo impareg- giabile sorriso, e la Principessa di Napoli, che le se- deva accanto, parca ringraziasse con quei suoi dol- cissimi occhi di buona il popolo plaudente, del quale comprendeva il vivissimo affetto per la sua nuova Famiglia. 9 q Poi ci fu il corso dei fiori . . . « meglio è tener su ciò la lingua muta » poicliè davvero la mistifi- cazione non potea riuscir più completa: assenza as- soluta di disciplina e di ordine ; poche le carrozze elegantemente addobbate, molte le insignificanti. : r azi e, lti o tine ... poco decenti. Noti brio, non ani e per di più una polvere gialla, provvida. mente distribuita dal municipio, una polvere male- ducata, penetrante per tutti i pori, per tutti gli storni della pelle, irritando la gola, gli occhi, eccitando gli starnuti e ... le benedizioni. Meno male che, sulla sera, le cose si misero al buono : alle nove precise incominciò alla Pergola lo spettacolo di gala, il quale riuscì davvero qualche cosa di fantastico. I palchi erano pieni, stivati di bellissime signore; scintillava di gemme preziose la splendida sala, - né si sapeva qual fosse più attraente spettacolo, se quello del palco scenico, dove 'la Pie- ellen e il Bonci cantavano come raramente si può sentir cantare, o quello della sala, dove migliaia di persone presentavano una indimenticabile occhiata. Quando poi si avanzò la graziosa Regina, seguita dal Re, dai Principi, dal seguito, si rinnuovò una di quelle dimostrazioni imponenti allo quali di rado. nella vita, ò dato di assistere. q 9 Troppo lui son dilungato a parlarvi di queste cose: ma comprenderete che son questi oggi gli avveni- menti che a i" i 1. 011ZO prevalgono. Stasera vi sarà un concerto popolare stilla Piazza dei Pitti, e mentre vi scrivo si corrono alle Cascine i più importanti premi della stagione sportiva, Domani avrà luogo il concorso ippico, che pro- mette di riuscire interessantissimo, e domenica pros- sima avran luogo le ultime corse primaverili. q q q Al l'afflitta() incomincia nella prossima sei (intima il Patsterff di Verdi; non mancherò (li tenervene informati, ma fin d' ora posso dirvi olio è keit° ri e- promettersi uno spettacolo veramente buono. Ed ecco le notizie che in fretta e in furia ho af- fastellate in un momento di vera apatia giornalistica, data probabilmente dalla stanchezza fisica clic sere porta la primavera, Questo corriere slegato, abbor- racciato, serittto a scavezzacollo, non vi sarebbe l'orso arrivato se stamattina, fra la mia quotidiana corri- spondenza non avessi trovato una cartolina cui, sulla bianca faccia, figurava un enorme punto in- terrogativo, firmato « . il Ponte». Mi è parso e lm la spira di quel segno . (l' interpunzione Si svolgesse ad un tratto per sferzarmi. rimproverandomi la na pol- troneria ... e ho scritto questa bazzotlia. Se sarà vin forzato, abbiate pazienza, e a rivederci a presto. Vita Universitaria -111 Le studentesse. Per le anime pio, allevate e cresciute nel santo timor di Dio, ò tuttavia una cosa immorale, anzi dia- bolica ' che le signorine frequentino le Università: e forse deve ricercarsi in ci a la ragione per cui le studentesse in Italia non formano che una, dira così, leggiadra e lieve sfumatura, nel quadro giocondo e luminoso della vita universitaria. Eppure, credetelo, nell'uniformità pedantesca della scuola una bella figurina di fanciulla ci sta tanto bene; è come un sollievo alla tetraggine, un diver- sivo alla noia, ed anche una distrazione che v' impe- disce di affaticarvi soverchiamente sui libri. Purtroppo però le belle fanciulle in generale guar- dano con molta diffidenza, se non pure con un certo terrore, il portone delle Universita : forse le buone mamme hanno loro fatto credere che gli Atenei sono sentine d' ogni vizio e gli studenti altrettanti mal- fattori. Mamme cattive! perchè mai seminare in, quelle anime ingenue e candide simili pregiudizi ? E vero che possono, quando lo vogliano, assicurarsi che lo studente è, dopo tutto, una persona piacevole e gar- bata, che ha per regola la galanteria, e l'anima ar- dente di ogni nobile entusiasmo: ma dallo stimarlo e, spesso anche, amarlo, al passare quattro o sei anni con lui sugli stessi banchi ci corre... disgra- ziatamente. Del resto, siano pure poche, le studen- tesse ci sono, e si offrono allo studio dell'osserva- tore e, qualche volta alla matita del puppa.zzettista. Per lo più la facoltà che conta maggior numero di studentesse è quella di lettere: ma ve n' ha a ma- tematica, a medicina, a farmacia e persino a logge. Di tutto codeste studiose fanciulle mi è venuto va- ghezza di delineare alla buona qualche tratto carat- teristico, imaginandole già laureate; o poichè fra tante professioni quella che più offre curiosità o quella del farmacista, voglio da essa incominciare. Finora avevamo l' uomo farmacista; adesso, a rigor di logica e di desinenza, avremo invece la donna... farmacisto. Certo, per i malati ò già una consola- zione che le prese ordinate dal medico siano stato preparato dalle manine morbide o bianche di una bella ragazza piuttosto che da quello rugose o l'orso iuta- baccate di un vecchio spende. Non dico poi quale vantaggio troveranno coloro che prendo!' le medicine sul posto; ognuno avrà il pia- cere di poter dire, entrando nel negozio di una bruna farmacista: Oh che bella mora! ... mi favorisce quattro soldi di sciroppo della medesima •? Le farmacie saranno, senza dubbio, prese d' assalto. Lei desidera? Ho qui una ricetta... (con esitazione) Scusi: se io che sono uomo le dò una ricetta non le pare che lei, come donna, dovrebbe darmi... ricetto? Attenda un momento: lei voleva? (con slancio) Vorrei una boccetta d' acqua den- tifricia del dottor Popp!... Lei signore? - Joduro ... (sottovoce) Oh se voi foste altret- tanto tenera con me Poi la farmacista nell' esercizio delle suo funzioni non saprà sempre dimenticare le sue più dolci fun- zioni di donna: e spesso, quando uno, per esempio, lo chiederà: Tamarindo? Ella risponderà distratta: No. Ma... m' ama l'ordinando. In ognimodo è sicuro che nello farmacie femmi- nili i più non cercheranno che... della Belladonna. 7 7304wpwroimmoiwwwwiii;

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ANNO V Pisa, Domenica 9 Maggio 1897. Num. 19.

n Ponte 3i passa ogni domenica. - Il pedaggiocosta un soldo. - Con mazza e sondo prima sì con-tendevano il Ponte: oggi, por averlo, basta lo scudosolo.- Oli spurghi si buttano in Arno.- Allo letteresenza francobollo è vietato il libero transito.

Inserzioni: in prima pagina L.2, in seconda L. 1;in terza L. 0. 50; in quarta L. 0, 25, per ogni I inea espazio di linea.

Uffici di Redazione e Amministrazione inPiazza dei Cavalieri, 5, pianterreno.

Giornale della Città e Provincia. [Conto corrente con la Posta].

IL MIO PII TO DI VISTAMio carissimo AMELUNGH1,

Facciamo adunque, giacchè cosi a tè piace, unapolemica in famiglia sul riposo festivo: e mi sia, peruna volta tanto, consentito di presentarmi ai lettoridel Ponte in veste di giornalista serio: Dio facciach'io non riesca loro, come tutti gli scrittori seni,profondamente noioso.

E prima di tutto dissipiamo un equivoco che po-trebbe sorgere dalle premesse del tuo articolo di Do-menica scorsa, cosi brillantemente paradossale: io nonsono un avversario del riposo, sono un avversario, etenace, della forrnola con cui si vorrebbe adottare, deimezzi coi quali si vorrebbe imporre: riposo settima-nale si, festivo no: e sia dosso la resultante dell'ac-cordo spontaneo ed incondizionato di tutti, non lacoercizione di pochi.

Non mi pare sia necessario risalire sino alla crea-zione del mondo (la quale del resto, se si deve cre-dere alle sacre carte, costò così poca fatica all'Eterno)per capire che chi lavora veramente ha il diritto diriposarsi almeno un giorno su sette: e in generalequesto diritto non è contestato: in Pisa stessa tuttele fabbriche sospendono il lavoro ogni Domenica, elasciano agli operai un giorno intiero di assoluto ri-poso ; ma è del pari evidente che chi non vuole ap-profittare, per sue peculiari ragioni, di codesto riposonon possa, sotto alcun pretesto, obbligarsi da chic-chessia: è questione di libertà individuale, la quale,sino a che è contenuta nei limiti della leggo, nonsoffre limitazioni di sorta.

Ora il Comitato, al quale tu prodighi tanti e cosìcaldi encomi, che cosa, in sostanza, vorrebbe fare ?appunto questo: obbligare al riposo chi non si vuolriposare.

Infatti su chi si è rivolta l'opera delle nobili damee dei non meno nobili patroni ? Forse alle fabbriche,agli opifici, ai laboratori ? Niente affatto, perchè questiaccordano git il riposo settimanale ai propri operai;ma bensì ai negozianti i quali trovano nell' interesseeconomico la ragione di sacrificarsi anche la festa inbottega.

Ora, francamente; l'orefice che sta dietro il bancoa vendere anelli, il merciaio, il droghiere ecc., non sipossono chiamare lavoratori, nel senso che si è ormaiconvenuto di dare a questa parola: così chè obbli-gando codesta gente a tener chiuso il negozio nei dìfestivi, mentre non si ottiene lo scopo santo del ri-poso dalle fatiche, si viene a danneggiare un ceto dipersone già tanto danneggiato e bistrattato.

Rifletti, amico mio, che buona parte della clienteladi codesti poveri negozianti non è formata dalle no-bili dame, ma dall' operaio, dal contadino della pro-vincia, i quali non hanno altro giorno libero, all'in-fuori della festa, per fare le loro compre, e solo allafesta dispongono di qualche soldo: e costoro o sirivolgeranno altrove o sciuperanno i loro quattriniin malo modo: le città, lo sai, offrono ai provincialitante seduzioni e tanti allettamenti.

Se si pensa poi all'enorme numero di festività cat-toliche c'è proprio da compiangere la sorte dei nego-zianti ridotti a tener chiuso il negozio un terzo del-l' anno.

E non mi obiettare che io mi fermo a considerarela quistione da un solo lato : le masse operaie, l' hogià detto, riposano per antica consuetudine: l'operaiospicciolo se avrà un lavoro che gli preme da ulti-timare, lo ultimerà . . . . tenendo chiusa la bottega:ci guadagnerà forse la causa del riposo festivo, ciguadagna senza dubbio l'ipocrisia.

E poi quante volte sono proprio le dame le inci-tatrici ? se la modista al sabato sera non ha potutoterminare il vestito, la nobil dama non dice mica:pazienza, aspetterò Lunedì . . . ; ma invece la cantaproprio in guasta guisa: a qualunque costo domanial tocco ho bisogno dell'abito: ci ho un concerto. Ela modista fa lavorare la festa per consegnar l' abitoin tempo: è uno strappo bensì al precetto del san-tificare la festa, ma la dama-patronessa non perdeil concerto.

Così chè la crociata è esclusivamente contro i ne-gozianti, i quali non saranno in grado di resisterealla minaccia del boycottaggio.

Sì, mio caro, è proprio del boycottaggio brutto ecattivo che si vuol fare, quando si mette all'indicoun negoziante: cosi come i socialisti tedeschi controle birrerie i cui proprietari compravan la birra danobili che il partito aveva motivi di odiare.

Ora, io sarò forse un solitario, fors' anche sarò

guardato con un sorriso di scherno ; ma alla libertàci tengo, e dove è un oltraggio alla libertà, là com-batto come so e posso.

Dietro il leggiadro e profumato paravento formatodalle nobili dame sta un partito che, pur domenicascorsa, nel suo organino pisano, gratificava la libertà,la umanità, la filantropia dell' appellativo di corbel-lerie; tu, inconsciamente, aiuti quel partito ad affer-marsi, ad inoltrarsi, a infiltrarsi, minacciando questoprezioso, intangibile nostro tesoro, la libertà. Poichèquesto tanto strombazzato riposo festivo non è se nonun anello di quella catena che comprende il segre-tariato del popolo, le casse rurali, i comitati parroc-chiali e tutte le altre istituzioni clericali, catena cheun giorno, se non si provvede in tempo, ci legherannodolcemente al collo.

A questo partito preme che il pubblico grosso abbianumerose e varie prove della sua autorità, della suapotenza; ora qual prova mai più evidente del poterdire: solo che noi vogliamo, e tutti i negozi di Pisasi chiudono, e la vita economica della città si arresta?

Nè vi è modo di resistere, quando si sa che conla parola, coi giornali, col pergamo, e con tutti gliinfiniti mezzi, di cui dispongono i clericali, il nego-ziante che non chiude sarà perseguitato, diffidato,isolato.

E quelli che chiudono credi. tu che lo faccianoproprio per santificare la festa? Via, tu sei troppoarguto per crederlo: a costoro i clericali, che si preoc-cupano più di questo mondo che dell'altro, s'incari-cano di batter la grancassa — do ut des : o non lavedi già la réclame nei cartellini esposti in vetrinacon la scritta « chiuso nei di festivi »? Che bisognoci sarebbe di codesta scritta se non fosse un ammo-nimento insieme ed una minaccia?

E la lotta di classe che si fomenta pur di affer-marsi.

Ma in questo io consento teco, nel disperare dellafelice riuscita dell'iniziativa: ce ne riparleremo dopole feste della Madonna.

Concludendo, non posso che ripetere la mia divisa:riposo settimanale sì, festivo no : il primo è già nel-l'uso, il secondo è quello . . . che ho cercato di spie-garti in questa chiaccherata, che mi par già. troppolunga, e che per ciò tronco, anche avendo dell' altroda dire.

Credimi cordialmente tuoi I *tatua Zeztera -é)ia-

n 1111.12ÉCL dL lz.enna_L'arcivescovo di Firenze ha in animo di istituire

una scuola di agricoltura per il clero, ed i giornalicattolici trovano l'idea splendida, specialmente perquello che riguarda i giovani preti destinati -allechiese di campagna.

La notizia è interessante: i preti agricoltori po-tranno essere la pratica applicazione, effettuata dagliautentici depositari della fede, del terribile monitodell'Eterno: ti guadagnerai il pane col sudor dellafronte. Ma io credo che l'istruzione agricola non potrànon influire anche sulla eloquenza dei preti, i quali,anche per render più chiari i loro concetti e più attiad esser compresi dai contadini, trarranno dalla cani-p. °aia e dai lavori agricoli ispirazioni molteplici.

Ed io m'immagino un sermoncino dopo la messa,così:

Amati compagni di lavoro!In questa valle di lacrime io sono inviato a col-

tivare le vostre anime per aver campo di seminarele sante massime dell' Evangelio di Cristo, acciò pos-siate trarne frutti di letizia e di felicità. Fate chedall'anima vostra germogli la virtù e cercate di po-tare dall'albero della vita tutti i rami secchi. Cia-scun di voi, raccolto nella preghiera, volga le pianteincontro al suo pastore, se vuole scongiurare le tem-peste dell' anima e godere il sereno del cuore. CheVO! rimarrete con l'agnello di Dio melo dice la vostrapietà; i peccati sono come le ciliege, l'una tira l' al-tra: amatovi a vicenda, siete rami della stessa quer-cia: e pera colui, che come il Granturco, aizza l'odiofra le razze.

Dunque sappiate scegliere il loglio dal grano sem-pre, e badate di non darvi come suol dirsi, la zappasui piedi.

Ariamo diritti, non mettiamo mai il carro avantiai buoi; e sopratutto amiamo il lavoro, e dedichiamoalla terra le nostre fatiche. Ma sia l'anima intentaal cielo: sulla terra noi non siamo che dei povericoloni! • e

Ferdinando Martini ha molto opportunamente in-terrogato il ministro della P. I. su di un tema datoa svolgere alle alunne di una scuola normale; toc-cando così un argomento degno di ogni considerazione.

Poiché gl' insegnanti d'italiano in Italia general-mente, nel dare ai loro alunni dei componimenti dafare, mettono a ben dure prove l' intelligenza dei fan-ciulli ed attentano alla serietà della scuola.

In una dello prime classi del nostro ginnasio fudetto agli scolari: leggete sull'Antologia le lettere

di Pietro Bulbo e quello di Gaspare Gozzi, e poi ditequello che ne pensate. — Il tema non poteva essermeno adatto alla mente di fanciulletti dai 9 ai 12anni, nei quali le idee sono naturalmente scarse e lacultura rudimentale.

Ma dal solenne si cade al grottesco con quest'altrotema: descrivete le corse dei ciuchi o le caduto deglistudenti. C'è probabilmente dello spirito e dell'ironianel tema, ma nella scuola non si devo far la burletta :

poi certi argomenti sono come le armi a doppiotaglio. oo

Una curiosa agitazione Ò sorta tra gli avvocati delnostro foro: per non so qual legge sulle concessionigovernative 1 iscrizione all'Albo degli avvocati im-porta una certa tassa, che sino ad ora nessuno opochissimi s'eran dati pensiero di soddisfare.

Ma sembra che in questi giorni il ministro delleFinanze, ricercando nuove fonti d' incassi, ibbia, amezzo di un Ispettore, scoperto questa deplorevoledimenticanza : così che tutti gli obliosi si son vistiarrivare un bell'avviso di pagamento.

Naturalmente quest'importuna richiesta ha messoil campo a romore, e nessuno sembra disposto a.metter mano alla borsa.

Mi dicono abbian redatto un memoriale, in cuiricorrono frequenti citazioni di giuristi, per opporsialle pretese del fisco: ma temo che difficilmente ilcuore del ministro sarà tocco dalle loro ragioni: forserisponderà, con la solita buona grazia, che si trattadi una quistione di giustizia, alla quale gli avvocatiper i primi 'devono prestare il culto.

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GorOere iorenfinoFirenze, 6 maggio.

Chiusa la festa dell'Arte, incomincia oggi la festadei Fiori. Dico 'oggi, perché oggi soltanto può dirsiche la inaugurazione dell' esposizione dei fiori alpalazzo di Via de' Vecchietti e di quella orticola alGiardino di Via Bolognese siano avvenute.• Lí:z presenza dei Sovrani ha reso più lieta e piùimportante la festa, ed inutile mi sembra diffondermiin quei partiéolari che la stampa quotidiana vi avràorinai largamente imbanditi.

Il Re e la Regina son giunti ieri alle quattro. Iocredo che il cuore dei Sovrani debba affrettare ii suoi battiti quando pongono piede in questa città,dove l'affetto popolare vibra potente per loro, e simanifesta in guisa così spontanea e calda.

Dalla stazione a Pitti fu un continuo trionfo,un'ovazione perenne Sgorgante dall'anima di quelfitto popolo addensato lungo il non breve percorso.A Piazza S. Trinita fu un momento di delirio: fiori,fiori cadevano a ciocche, a mazzolini, a tralci sullevetture reali ; attorno al Re si stringeva, da nessunostacolo trattenuto, il popolo fiorentino: e parca vo-lesse dirgli quanto compiacimento provasse nel ri-vederlo sano e salvo dopo P insano attentato del ma-nigoldo di Artena, e mostrarglielo con la effusionedell' applauso, con l' agitarsi, con lo stringerglisivicino. Celava a stento, il buon sovrano, l' internacommozione: prova che invero il convenzionalismoufficiale era bandito, e che re e popolo erano in unamutua, dolcissima corrispondenza d'affetto.

Margherita di Savoia sorrideva col suo impareg-giabile sorriso, e la Principessa di Napoli, che le se-deva accanto, parca ringraziasse con quei suoi dol-cissimi occhi di buona il popolo plaudente, del qualecomprendeva il vivissimo affetto per la sua nuovaFamiglia. 9 q

Poi ci fu il corso dei fiori . . . « meglio è tenersu ciò la lingua muta » poicliè davvero la mistifi-cazione non potea riuscir più completa: assenza as-soluta di disciplina e di ordine ; poche le carrozzeelegantemente addobbate, molte le insignificanti.:razi

e,ltiotine ... poco decenti. Noti brio, non anie per di più una polvere gialla, provvida.

mente distribuita dal municipio, una polvere male-ducata, penetrante per tutti i pori, per tutti gli stornidella pelle, irritando la gola, gli occhi, eccitando glistarnuti e ... le benedizioni.

Meno male che, sulla sera, le cose si misero albuono : alle nove precise incominciò alla Pergola lospettacolo di gala, il quale riuscì davvero qualchecosa di fantastico. I palchi erano pieni, stivati dibellissime signore; scintillava di gemme preziose lasplendida sala, - né si sapeva qual fosse più attraentespettacolo, se quello del palco scenico, dove 'la Pie-ellen e il Bonci cantavano come raramente si puòsentir cantare, o quello della sala, dove migliaia dipersone presentavano una indimenticabile occhiata.

Quando poi si avanzò la graziosa Regina, seguitadal Re, dai Principi, dal seguito, si rinnuovò una di

quelle dimostrazioni imponenti allo quali di rado.nella vita, ò dato di assistere.

q 9Troppo lui son dilungato a parlarvi di queste cose:

ma comprenderete che son questi oggi gli avveni-menti che a i" i 1 . 011ZO prevalgono.

Stasera vi sarà un concerto popolare stilla Piazzadei Pitti, e mentre vi scrivo si corrono alle Cascinei più importanti premi della stagione sportiva,

Domani avrà luogo il concorso ippico, che pro-mette di riuscire interessantissimo, e domenica pros-sima avran luogo le ultime corse primaverili.

q q qAl l'afflitta() incomincia nella prossima sei (intima

il Patsterff di Verdi; non mancherò (li tenerveneinformati, ma fin d' ora posso dirvi olio è keit° rie-promettersi uno spettacolo veramente buono.

Ed ecco le notizie che in fretta e in furia ho af-fastellate in un momento di vera apatia giornalistica,data probabilmente dalla stanchezza fisica clic sereporta la primavera, Questo corriere slegato, abbor-racciato, serittto a scavezzacollo, non vi sarebbe l'orsoarrivato se stamattina, fra la mia quotidiana corri-spondenza non avessi trovato una cartolina cui,sulla bianca faccia, figurava un enorme punto in-terrogativo, firmato « . il Ponte». Mi è parso e lm laspira di quel segno . (l' interpunzione Si svolgesse adun tratto per sferzarmi. rimproverandomi la na pol-troneria ... e ho scritto questa bazzotlia. Se saràvin forzato, abbiate pazienza, e a rivederci a presto.

Vita Universitaria-111

Le studentesse.Per le anime pio, allevate e cresciute nel santo

timor di Dio, ò tuttavia una cosa immorale, anzi dia-bolica

'

che le signorine frequentino le Università: eforse deve ricercarsi in cia la ragione per cui lestudentesse in Italia non formano che una, dira così,leggiadra e lieve sfumatura, nel quadro giocondo eluminoso della vita universitaria.

Eppure, credetelo, nell'uniformità pedantesca dellascuola una bella figurina di fanciulla ci sta tantobene; è come un sollievo alla tetraggine, un diver-sivo alla noia, ed anche una distrazione che v' impe-disce di affaticarvi soverchiamente sui libri.

Purtroppo però le belle fanciulle in generale guar-dano con molta diffidenza, se non pure con un certoterrore, il portone delle Universita : forse le buonemamme hanno loro fatto credere che gli Atenei sonosentine d' ogni vizio e gli studenti altrettanti mal-fattori. Mamme cattive! perchè mai seminare in, quelleanime ingenue e candide simili pregiudizi ? E veroche possono, quando lo vogliano, assicurarsi che lostudente è, dopo tutto, una persona piacevole e gar-bata, che ha per regola la galanteria, e l'anima ar-dente di ogni nobile entusiasmo: ma dallo stimarloe, spesso anche, amarlo, al passare quattro o seianni con lui sugli stessi banchi ci corre... disgra-ziatamente. Del resto, siano pure poche, le studen-tesse ci sono, e si offrono allo studio dell'osserva-tore e, qualche volta alla matita del puppa.zzettista.

Per lo più la facoltà che conta maggior numerodi studentesse è quella di lettere: ma ve n' ha a ma-tematica, a medicina, a farmacia e persino a logge.Di tutto codeste studiose fanciulle mi è venuto va-ghezza di delineare alla buona qualche tratto carat-teristico, imaginandole già laureate; o poichè fra tanteprofessioni quella che più offre curiosità o quella delfarmacista, voglio da essa incominciare.

Finora avevamo l' uomo farmacista; adesso, a rigordi logica e di desinenza, avremo invece la donna...farmacisto. Certo, per i malati ò già una consola-zione che le prese ordinate dal medico siano statopreparato dalle manine morbide o bianche di una bellaragazza piuttosto che da quello rugose o l'orso iuta-baccate di un vecchio spende.

Non dico poi quale vantaggio troveranno coloro cheprendo!' le medicine sul posto; ognuno avrà il pia-cere di poter dire, entrando nel negozio di una brunafarmacista:

— Oh che bella mora! ... mi favorisce quattrosoldi di sciroppo della medesima •?

Le farmacie saranno, senza dubbio, prese d' assalto.— Lei desidera?— Ho qui una ricetta... (con esitazione) Scusi:

se io che sono uomo le dò una ricetta non le pareche lei, come donna, dovrebbe darmi... ricetto?

— Attenda un momento: lei voleva?— (con slancio) Vorrei una boccetta d' acqua den-

tifricia del dottor Popp!...— Lei signore?- Joduro ... (sottovoce) Oh se voi foste altret-

tanto tenera con mePoi la farmacista nell' esercizio delle suo funzioni

non saprà sempre dimenticare le sue più dolci fun-zioni di donna: e spesso, quando uno, per esempio,lo chiederà:

— Tamarindo?Ella risponderà distratta:— No. Ma... m' ama l'ordinando.In ognimodo è sicuro che nello farmacie femmi-

nili i più non cercheranno che... della Belladonna.

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La moda.Molto in voga le stoffe velate che si adoperano

col trasparente di seta cangiante: le maniche sonosempre più strette, molto lavorate a piegoline e in-crespature assai lunghe con un rigonfio soltantosulla spalla.

Fra le stoffe liscio predomina lo scozzese: nei co-lori le tinte forti, il rosso, il verde prato, il viola el' arancio, sopratutto il rosso : sempre in auge lecamicette diverse dalla sottana.

Molte guarnizioni nella sottana e alcune di setatutte formate a piccole gale che partendo dal bassoarrivano fin quasi alla vita: il corpo formato di dueo tre tinte con due o tre qualità di stoffe: un esempio,vestito grigio, corpo coperto con un ricamo colorbianco o crema, cintura alta e goletto di velluto rosa.

I fidanzati.L' amico Dott. Giovan Battista Bianchi si è fidan-

zato fino da Domenica scorsa colla signorina MariaD' Achiardi.

Due nobili giovani che si danno la mano di sposi;due famiglie, fra le più rispettabili e le più note diPisa, che si rallegrano della fede che affettuosamente,gentilmente, si scambiano i giovani.

Poche volte, come questa, è schietto e concordeil giubbilo dei parenti; e al giubbilo prende partesincera la numerosa schiera degli amici.

Auguri, tanti auguri ai fidanzati, all' amore deiquali, benedicono, coi voti dell' anima, congiunti econoscenti.

Un avvocato.Il Dott. Augusto Bellini, dopo gli esami da lui fe-

licemente subiti, è stato fatto avvocato.Evviva al nuovo avvocato, di cui i ricordi nella

scolaresca pisana, alla quale appartiene anche oggicome studente in scienze naturali, sono così vivi esimpatici!

Evviva al Bellini, che per quanto insignito dellanuova carica professionale, non cessa di essere fragli studenti il più brillante e il più caro dei gio-condi compagni che non hanno fatto dimenticareancora le briose e vivaci prerogative della celebratabaraonda universitaria!

>-<I versi.°lindo Guerrini sotto le spoglie provocanti di

Argia Sbolenfi, pubblicherà a giorni un altro volumedi Rime, delle quali do un saggio, un gioiello disonetto, intitolato Nox.

Dell'alta notte la negra magiaMi empie il cervello, mi filtra nel core.Un soffio passa sull'anima mia,Un freddo soffio che m'empie d'orrore.Sente di fuori l'orecchio, ohe spia,Strani bisbigli che metton terrore,Ma nelle case la vita s'obliaCome annegata in un denso stupore.Solo nel buio, laggiù, della via,Dietro una tenda, l'immobil candoreUn lume fioco da lungi m' invia.Rischiara forse il discreto baglioreLo spasimar di un' atroce agonia,Od il gioir d'una notte d'amore?

Una conferenza.Ieri sera, all' associazione generale degli impiegati

a Venezia, l' amico e collaboratore Arturo Marconiha tenuto una geniale conferenza sul tema : Nordistie Suddisti.

>-<Gustavo Salvini.Dopo i felici successi, alle volte trionfali, del va-

loroso artista drammatico nelle provincie ungheresi,sono degni di nota questi ricordi.

A Mosca, il governatore, il granduca Sergio checolla granduchessa e col seguito assisteva alla rap-presentazione, invitò nel suo palco il Salvini e glifece regalo di un oggetto prezioso.

A Pietroburgo ebbe lusinghiere accoglienze e ri-cevette otto splendide corone, alcune delle quali inoro e argento ed altri ricchissimi doni.

Il Re di Serbia di motu proprio lo nominò cava-liere.

Un mirallegro affettuoso a Gustavo Salvini che il-lustra con onore all estero le nobili e fulgide tra-dizioni dell' arte italiana ; ed auguri di successi, ditrionfi, di guadagni.

Una definizione.F/irt — parola amabile, carezzosa, divertente: ma

la cosa è semplicemente tutto l' adulterio, meno l' a-dulterio stesso.

Ed è anche sicuro che le farmacie preferite sa-ranno quelle col servizio di notte.

Se non che non si può non considerare il caso incai la farmacista abbia marito. (A. proposito per glisponsali dirò così, farmaceutici, è già inteso che lasposa regalerà dei confetti... purgativi).

Esempio :— (all'amante) Ah caro, che io ti stringa al mio...

senapismo.Il marito accorrendo:— Ah infami! Voi vi stringete fra le braccia ...La farmacista, freddamente :— Ebbene? (con semplicità) Amico mio, costui non

è che un ammalato al quale ò stato prescritto un ...astringente. Uno dei tanti.

La massima.È di anonimo : Prendete il vostro bene quando

capita e non fidatevi troppo degli appuntamentiuna donna onesta può pentirsi e tornare indietro,una . . . viceversa può trovare un altro per istrada.

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TESTE e TASTI

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Tra un quadro e una statua.1.

Venezia — Tram di mare — La impressione prima —L' inferno dell'Arte — Un Virgilio.

Nel bel maggio veneziano del WLChi ideò e volle che qua fosse il supremo convegno

dell'Arte di tutto il inondo, fu suggestionato da quelladolce penisola di marmo e d' oro che è Venezia ...Oh! pisani miei carissimi; venite a dormir qua,Dormire per dormire — ve lo dico io — è preferi-bile la Laguna. Il sonno alfeo è assoppimento pa-lustre; questo veneziano è un roseo sogno continuo,è fantasticheria, è réverie

Si può prendere il tram (o il vaporetto, come di-cono) alla stazione: vale a dire quasi a una delleestremità di Venezia a con una palanca (diecicentesimi), si va alr Esposizione ai Giardini; percor-rendo il Canal Grande fiancheggiato da quattordicisecoli di storia. Il viaggio — le fermate comprese —dura 35 minuti e non annoia perchè i passeggericambiano così spesso che par d' essere al Cinema-tografo. Quanti tipi, tipacei e tipini! Di tutte lerazze, di tutte le foggie e di tutti ... i peli.

Arrivati ai Giardini pubblici — già belli di persè stessi perché furon pensati da Napoleone I soprale rovine di vari conventi — si può gustare unvèrmut (20 centesimi) in un caffè elegantissimo ...e accedere nel Palazzo sul cui frontone è scritto :Pro Arte

Sappiamo che nella settimana sono stati aRoma il Presidente della deputazione provin-ciale, il Sindaco e un assessore — il cav. To-scanelli — per trattare delle questioni che ri-guardano il rimaneggiamento del famoso pre-stito dei 20 milioni, affinché nell'accrescersidel periodo di estinzione del debito trovi ilnostro Comune la fine ai rinnovati disavanzi,e i servizi pubblici possano essere soddisfa-centemente attuati.

Furono i rappresentanti dei nostri Enti mag-giori ricevuti da alcuni Ministri e ne ebbero,così ci viene riferito, buone speranze per unprossimo avvenire.

È noto che altre personalità politiche, comeil deputato di Pisa e alcuni senatori, si sonooccupati dell' affare.

Noi non dubitiamo che le speranze non pos-sano realizzarsi, perchè corrispondono ad unpreciso bisogno del nostro Comune, a un pre-ciso dovere dell' autorità che disciplinò il pre-stito dei 20 milioni e all'obbligo di osservarei principii della buona giustizia distributiva.

Crediamo che le abitudini di condiscendenza,sempre solite nel campo delle promesse, ab-biano ad avere invece nel caso nostro corri-spondenza di risultati. E questo lo auguriamocon desiderio vivissimo, poichè non vediamoaltra soluzione possibile per le finanze del Co-mune di Pisa nel tempo istesso che si soddi-sfarebbe anche ai bisogni della Provincia chericordiamo essersi già fatta iniziatrice dellacosa con una relazione della deputazione pro-vinciale nel 1896.

Infatti, la Provincia dovrebbe avere colla di-minuzione delle rate annuali di ammortamentodel prestito comunale la liberazione della suasovrimposta, oggi a garanzia di questo vinco-lata, potendo restituire così il milione e sei-centomila lire che nella sua cassa fu dal Co-mune depositato.

Facciamo voti che di fronte a tali necessitàtacciano le personalità di qualunque genere —lo diciamo a tutte le parti — e si rivolganogli intenti di ognuno serenamente a gli inte-ressi vitali del Comune e della Provincia.

Per finire.Un tale che ha assistito ad una seduta spiritica,

vuol convertire un amico incredulo.— Se ti dico che ho parlato io stesso con lo spi-

rito di Zitello!— E come hai fatto a riconoscerlo ?— Toh ! mi ha chiesto venti aire in prestito!

Un nome la settimana.Cristina — significa — data a Gesù.

Il segretario di Redazione.N. S. — CestinatoMirto — Avete fatto bene a toglierle il saluto.Lampo — Siete molto ingenuo a credere alt' a-

more.Iride — Il linguaggio dei fiori è una cosa pura-

mente universale, epperò varia a seconda della vo-lontà di chi lo adopera.

Cocciuto — Una dichiarazione si può fare anchetacendo.

Riccio — Voi avete delle sartine un concetto in-giusto ; esse sono assai spesso più serie di moltesignorine.

Curiosa — Matrimonio d' amore ? dicono di si :ed è un bel matrimonio.

Nemo — La reclame bisogna pagarla.Bambola — Leggete pure Le Vergini delle roccie.Nonno — In biblioteca lo troverete certamente.

DALLA LAGUNA

Milza collillilalo provillcialo(.2

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A V, , chiano ci si va -da Porta a Lucca in qua-ranta minuti; ma e' è invece della gente che nonvorrebbe arrivarci mai.

Il paese ha un nome brutto; ma in compenso delleragazze belle.

La fiera del giorno tre di maggio è fatta appostaper solennizzare la ricorrenza di un Santo Alessandroche si festeggia in chiesa; ma, fuori, la festa è laglorificazione dell' amore.

E fanno all' amore in molti: la primavera che ènel suo più dolce fulgore sorride colf incantesimodel bel cielo, coi primi tepori delle aure, con quel-l'invito soave agli abbandoni, all'estasi, alle contem-plazioni poetiche : cantano per i campi gli uccellil' inno antico alla natura, e cantano i preti in Chiesale laudi al Signore; danzano le contadinotte sui pratie stride la - nuova banda per le vie popolate ; fiori-scono vicino alle siepi i fiori campestri e intorno allesiepi si ridicono tutte le ansie, tutte le gelosie, tuttii combattimenti d' amore le fanciulle e i garzoni,abbandonati nell' ora della rustica gioia alle segreteespansioni dell' anima.

Oh, se riparlassero il giorno dopo le siepi, amichealt' amanti, e rivelassero i caldi baci scoccati allasera, in mezzo alla solitudine accarezzata, quandol' eco lontana di voci, di risa e di sehiarnaszi festosi,arriva dal paese ai bruni silenzi fosforescenti deicampi densi degli alti steli di grano fra cui vaganole lucciole! Q Q

La fiera è su per giù come tutte le altre: vi sicommerciano cavalli ed altri rispettabili animali; icapoccia fanno grandi acquisti di arnesi da lavoro:comprano qualche pezzo di bordato e l' estivo cap-pello di paglia : la chincaglieria varia e multiformedella produzione in terra cotta dalle brocche, daicoppi, dalle catinelle si eleva fino ai graziosi cavai-lini col fischietto di dietro!

Una fiera che, come tutte le sue compagne, ha legioie del carosello, le delizie delle barche volanti, ilconforto di qualche unguento per i calli, e le graziee i lazzi di pagliacci e saltimbanchi affannati adadescare e a divertire la ingenua folla dei contadinie delle contadine che vanno in visibilio e restanostupefatti innanzi alle meravigliose scollacciaturedello spettacolo. t3 Q a

La grande specialità della fiera di Vecchiano, riccodi belle ragazze e di industrie — perché la caccia,la pesca, le cave dei monti, la macchia, e la colti-vazione del pomodoro rappresentano tante industriefruttuose di questo borgo operosissimo — è sopraogni altra cosa la torta.

Nei nostri paesi, della Valle del Serchio special-mente, la torta è come il printo numero del pro-gramma di ogni festa.

Le donne di Pontasserchio non voglion cedere il

Comizio Agrario di Pisa.Si rende noto agli interessati, che il Ministro di

Agricoltura, Industria e Commercio, con R. Decreto24 luglio 1896, ha aperto un Concorso a premi frale Associazioni (Consorzi) di bachicoltori, che prov-vedano a raccogliere, conservare e vendersi in co-mune i bozzoli.

Il termine per la esibizione delle domande perprender parte al Concorso scade il 31 marzo 1898.

Chi desiderasse avere ulteriori informazioni favo-risca recarsi alla segreteria di questo Comizio, pressoil R. Istituto Agrario.

Se il visitatore ha un po' d' intuito artistico —magari in dose minima — resta intontito, subitodopo le prime impressioni visive. Quali contrasti!A destra un quadro che t' afferra con la sua bel-lezza: a sinistra un altro che ti par brutto ma cheti fa pensare : di faccia una testina femminile chepar sorrida a te solo. Aggiungete il quadro viventedei visitatori, i giudizi sintetici emessi in tutte lelingue, le faccio espressive di certi artisti, ansiosi,vicini alla loro opera ... e non vi farete un' idea diquesta Esposizione. Per parte mia vi confesso, chedopo questa prima rapidissima corsa, fatta a traversole numerose sale ... ho tale un abbarbaglio di co-lori e di bianco marmoreo negli occhi, e tale affol-larsi d' idee alla mente, che mi riesce impossibilefermar qualche cosa sulla carta.

Soltanto dirò che questo non è un Paradiso: maI' Inferno dell'Arte... e degli artisti. Necessita quin-di avere un buon Virgilio che ci guidi; ed il vo-stro corrispondente lo ha trovato in un pittore e-gregio, acquarellista finissimo e creato Cavaliere daun Sovrano del Nord, per uno splendido quadro cheespose all'Internazionale apertasi in una di quellecapitali tedesche.

Ci siamo già messi d' accordo per ben servirvi.Vaglieremo le nostra impressioni; io dirò la mia;egli la sua se non siamo d' accordo e — ciò chepiù conta — diremo sempre le ragioni del giudizionostro. Il mio Virgilio dice e sostiene che il criticod' arte deve insegnare all'artista, quando questo éfuori di strada: altrimenti la critica è inutile o dan-nosa. Ed egli — nel limite delle sue attitudini LIo farà. Arturo Marconi,

ORE LIETE IN PROVINCIA

Cose Agricole

Dopo la polemica sollevatasi in seguito all'atten-tato dell'Acciarito, e dopo tutte le critiche acerbe chesono state mosse in questi giorni contro la polizia,viene ora a proposito un opuscolo di un funzionariodi P. S., del signor Giuseppe Lombardi, che della sualunga esperienza, essendo già stato ispettore nellequesture di Palermo, di Messina, di Napoli, di Li-vorno, di Genova, di Verona e di Venezia, ha raccoltoi frutti in una completa e breve dissertazione, in cuisono liberamente discussi tutti i vari sistemi dellapolizia attuale e ne è dimostrata la necessità di unariforma organica coscienziosa.

Nella prefazione del signor Lombardi è già svoltosenza reticenze il concetto generale della funzionalitàdi questo potere per molte ragioni benemeritó delloStato. « Lo Stato italiano - vi si legge - ereditò lapolizia dall'assolutisnzo che la manteneva espressa-mente per difenderlo contro lo rivendicazioni poi*lari. Il governo, sorto dalla rivoluzione che aveva ca-povolta la base del potere, non pens i di armonizzarequell' istituto coi tempi nuovi ».

2 naturale adunque che la polizia non rappresentinella vita nuova della nazione altro che un organi-smo vecchio, che male si è adattato alle mutate con-dizioni della politica e per conseguenza del!' ambientesociale.

Essa, sovra tutto, non serve che come un balocco,già avariato, nelle mani dei governanti che lo diri-gono a sinistra e a destra,, senza un determinato pro-gramma costante, senza scopi diretti, senza una logicae bene ordinata disposizione di funzioni.

Ecco perchè già nel suo metodo istesso di funzio-namento trova le cause di una decadenza e di unadeficienza di autorità che contrastano al prestigio,alla influenza ed alla efficacia sua.

Il signor Lombardi, per ritornare all' opuscolo, hascoperto la piaga e vi ha messo sopra coraggiosa-mente il dito suo espertissimo.

Egli parla della selezione del personale ed avvisaalla necessità di sistemare il metodo, il controllo ele responsabilità; studia i servizi degli uffici Ana-grafe ed osserva la parte della. polizia nelle grandicittà, nelle campa:gne e per le reti delle strade ferrate.

In una parola, il lavoro semplice ma bene ordinatodell'accorto funzionario di P. S. serve come un avvia-mento ad un importante studio sulla riforma dellapolizia, ed ha molto sapore di praticità e di buon senso.

Ci rallegriamo della pubblicazione la quale non puòrestare senza simpatica discussione; o che,. in mezzo

Venerdì sera nell'aula del Prof. Carlo FrancescoGabba si recò ad udire la lezione il Prof. SacerdoteVincenzo Lilla, insegnante di lilosda del diritto nellaUniversità di Messina.

Il Prof. Lilla era di ritorno da Roveredo dove erastato a commemorare Antonio Rosmini.

I nostri professori fecero al dotto sacerdote cor-diali accoglienze; e la sua apparizione nell'aula delProf. Gabba fu salutata con riverente acclamazionedagli studenti. Q 9 GO

Martedì, 1 I , alle ore 14, il Prof. Leandro Biadeneleggerà la sua prolusione al corso di storia compi-rata dello letterature neo-latine.

campo alle Vecchianesi per la confezione del grandolce celebrato, che é adorno tutto in giro di caricornetti definiti in una maniera molto simpatica . ; maa Vecchiano le donne rivendicano colla loro bellezza,più gagliarda e più attraente, la fortuna del suc-cesso.

Le donne e le torte sono i due grandi contributidella festa: — le donne gareggiano di abilità; sisforzano di farla più saporita., più gustosa che pos-sono e poi la offrono con una- generosità, con unagrazia, e con una bontà così affaseinatrice che èimpossibile rifiutarla.

Non c' è di meglio, per fare un complimento aduna ragazza, che dirle semplicemente così :

— Il tuo cuore e la tua torta!In queste brevi ma eloquenti parole é racchiuso

davvero il migliore omaggio alla bella e vivacefemminilità del paese.

‘) Q QMa chi sa in quali giri tortuosi trascinerebbe mai

l' argomento !Ogni paese della nostra campagna, nel giorno di

festa, è come un piccolo angolo di quel paradiso che •tutti gli uomini travolti dal turbine degli affari,traviati dalla politica, corucciati dell' amore, delin-quenti della nevrastenia, colpiti dalla bufera di milledisinganni, si immaginano quaggiù sulla terra.

L'angolo del Paradiso appare si nel giorim fe-stivo, in cui non ci sono né dissidii, nè affanni; esovraneggia la pace e ricuopre l' amore delle suegrandi ali protettrici le creature umane : la torta,bagnata dal vino generoso, raduna intorno alle ta-vole ospitali i divoti della letizia nel frastuono e nelgiubbilo della festività; e le coppie dei liberi amanti,presso alle amiche siepi conversando d' amore, pre-parano il nuovo mondo che si allieterà un giorno,quando noi saremo vecchi, della spensieratezza gio-conda di queste feste, e terrà in onore ancora latorta e il lieor della vi gna ...

il Briotà.

PER LA RIFORMA DELLA POLIZIA

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alla celebrata inettitudine dei nostri ufficiali di P. S.vuol dimostrare come in alcuno di essi siano le qua-lità e le virtù, frutto di intelligenza e di studi, ne-cessarie a bene disimpegnare il delicato, prudentis-simo ed aspro compito di funzionario nella polizia.

DA PISA A PISA.

LA TU,A MATINella convenzione stipulata fra l' ammini-

strazione della provincia e quella dei trams perla concessione dell'esercizio, fu posto chiaro edesplicito il patto per cui la Provincia avrebbeavuto sempre il diritto, dopo un certo numerodi anni, di fare il riscatto.

Gli anni, pur troppo, passan veloci più delletramvie e fanno alle volte succedere il cozzodi opinioni, di giudizi e di deliberazioni.

Crediamo che sia giunta per fortuna l'epocain cui può vantarsi il diritto del riscatto ;domandiamo liberamente : perchè se ne stainerte la Provincia ? perchè lascia passare l'orapropizia ad una rivendicazione, ad un riordi-namento, se altro di meglio non può chiedersie attuarsi, dei servizi e delle funzioni di unaamministrazione che troppe volte è stata richia-mata alla osservanza dei suoi doveri, che lar-gamente ha sperimentato la longanimità degliautori della concessione, e che ha suscitato neiConsigli pubblici di frequente numerose vocidi protesta ?

Il materiale delle nostre tramvie va deperendosmisuratamente; ed i lamenti del pubblico sifanno ogni giorno più vivaci e scottanti.

Cosa pensa di fare l'amministrazione dellaProvincia, la quale ha obbligo di tutelare losviluppo delle relazioni fra paese e paese e disoddisfare alle esigenze de' suoi amministratinel modo più prudente e più energico ?

Invano le più rette intenzioni e le premurepiù efficaci delle autorità combattono coraggio-samente contro uno stato di cose, che, perquanto da tutti sia riconosciuto letale ai nostrimaggiori interessi e alle giuste e fervide aspi-razioni del pubblico, si mantiene in condizioniirreparabili malgrado che siano da tempo stativarcati i limiti della più benevola tolleranza!

La Provincia, nella amministrazione dellaquale non fanno difetto persone autorevoli, do-tate d'intelligenza e amanti dell'interesse edel bene pubblico, ha il santo dovere di ivi-gilare ora più efficacemente che sia possibilealle nuove condizioni in cui essa si trova difronte alla amministrazione delle tramvie: con-dizioni giuridiche e morali che possono essereesaminate con coscienza e con amore di frontea tutti i diritti che saranno accampati.

Al solito : sono stati fatti troppi discorsi,sono state nominate inutili comissioni per ri-ferire a loro comodo sulla questione urgentis-sima, sono state avvinte troppo a lungo lementi in una trepidazione, in una indifferenzache ora sarebbe delitto mantenere.

Fa d' uopo che la Provincia, coi rappresen-tanti suoi più autorevoli e più indipendenti,senta il dovere di una liberazione; abbia lapazienza di studiare con senno la grave quo-stione e dimostri una buona volta il coraggiodi levarsi questa pesante camicia di Nessodalle sue spalle.

Se gli argomenti di difesa apprezzati fino adora, se le premure, le energie le vigilanze suenon corrispondono più colla efficacia opportunaalla risoluzione della grave controversia, essatrovi nella mente illuminata di persone coscien-ziose, nella forza che somministra sempre ildiritto quando solennemente è affermato, la vianuova dello scampo, della liberazione.

Noi non vogliamo proporre sistemi o ragionidi guerra ; ma diciamo alla amministrazionedella Provincia: invigilate e combattete ora cheil momento è favorevole; e potrà effettuarsi,per il bene de' nostri paesi, la sistemazione oil riordinamento dei servizi .tramviari. * * *

ia 2akruccfie e i6tisAl Politeama Pisano.

La Histoire d' un Pierrot di E. Beissier e diMario Costa è riuscita ad attirare al Politeamail nostro pubblico così indifferente ad ogni

rappresentazione teatrale ; e ve lo ha attiratodivertendolo, rianimandolo. Perchè questa pan-tomima, che è semplice e leggiadretta, di cuiprimo adornamento è la fioritura di una mu-sica deliziosa, vivacemente descrittiva, ha avutoil fascino di tutte le cose nuove, ed ha incan-tato piacevolmente gli ;"spettatori ed ha in essidestato la curiosità prima o la soddisfazione,la compiacenza intima poi.

Tutta la tela della pantomima è una cosadelicata, semplicissima, senza arzigogoli di sce-ne impressionanti o senza pompa di intricatee strane situazioni drammatiche : la storia diun Pierrot è facile, piana, non senza emozionie non senza sussulti : sua nota palpitante èl'affettuosità schietta, alla buona, piena dì te-nerezze e di sentimentalità; o la musica chedell'azione mimica prosegue con cura lo svol-gimento, è originale, vivace, colorita.

La rappresentazione di ogni sera è stata resamaggiormente interessante dal concorso dei duebambini cantori : i bambini Boni-Campeggi, chenei loro duetti e nelle scene umoristiche hannorivelato la loro abilità, così simpaticamenteapprezzata dal pubblico, una abilità di cantantidalla voce armoniosa e limpida, e di artistipieni di verve, di vis comica e di grazia squisita.

Fino a tutto giovedì la Histoire d'un Pierrotsarà narrata al pubblico pisano che si delizianell' audizione della musica carezzevole e dol-cissima di Mario Costa. Chi non l' ha sentita,non si lasci sfuggire la occasione di questealtre due o tre rappresentazioni, e non avràperduto il tempo malamente.

Poi, cosa porteranno di buono sulle nostrescene?

La pantomima di Beissier e i fantocci diPiazza San Paolo all' Orto ci faranno forsegustare meglio, più tardi, delle buone rappre-sentazioni drammatiche?

I fantocci.Stasera hanno luogo due rappresentazioni :

alle ore 17 e 30 e alle 20 e 30.

Ptirun.retzilaxiae late>.A mezzo del presente giornale, compio il dovere

(1' inviare i miei più sentiti ringraziamenti, accom-pagnati dai sensi della mia più viva gratitudine, atutti coloro, amici, colleghi, superiori d' ufficio e co-noscenti, che tanto s' interessarono della mia salutee fecero voti per la mia guarigione, durante il pe-riodo della tremenda malattia che mi colse il giorno8 aprile decorso ; malattia che r egregio Dott. ErcoleFerrati, al quale sarò eternamente riconoscente, seppecon somma perizia domare e vincere, tanto che possodirmi ora fuori di pericolo.

Serberò sempre grato e perenne ricordo delle di-mostrazioni d'affetto cui, oltre ogni mio merito, vennifatto segno nella dolorosa circostanza.

Pisa, .S maggio 1897.NAPOLEONE T A ROZZ .

Su e giù per la ProvinciaPeccioli 4. — Mercé le premure attivissime del

nostro egregio Pretore Marchese Cesare Rusconi ilnostro Municipio si è deciso a migliorare i locali dellaPretura che erano davvero in condizioni deplorevoli.

Un mirallegro di cuore al Pretore stesso che nefu iniziatore ed alla nostra amministrazione comu-nale che speriamo saprà farsi onore.

S. Giovanni - ,alla Vena .Z(Pellegro). — Il sig.Luigi Rossoni in occasione del matrimonio del suotiglio dott. Guglielmo coli' egregia signorina Lucro-zia Orsini-Baroni, elargì tanto alla Fratellanza Ar-tigiana che Militare L. 50. — Tale atto filantropicosperiamo che sia da altri imitato.

Plitignano 5 (Jago). — Malgrado la cattivastagione, il Teatro dei _Nascenti, Domenica scorsa,era discretamente affollato. Si rappresento: La Suo-natrice d' Arpa. di Chiostone, vecchio dramma chesi sente sempre con piacere. La difficile parte diEmilia fu magistralmente interpetrata dalla signo-rina Emilia Galli, dilettante appassionata e gentile,per cui l'arte drammatica ha un fascino veramente

A lei non secondo si rivelò il sig. Italo Ripoli, chesostenne mirabilmente la parte di Dorningo.

Degni d'encomio, la signorina lole Orsi (Carolina)ed i signori Scaramelli Pilade De Rios),Baglint Opimio(Beniutnino), Ripoli Ranieri (Rotando)e Antonio Bernardi (Leopoldo).

Chiuse il trattenimento la brillantissima farsa:Romolo e Remo, nella quale i signori Vittorio Aloisie Pilade Scaramelli divertirono un mondo.

Con questa rappresentazione, il teatro si ò chiusotemporaneamente ed io mi auguro di potere ritornarepresto a sentirli.

RR. TERME PISANEGrIlLTLIAINT C).

La nuova stagione balnearia a queste antiche ce-lebrate Terme ò aperta dal Maggio all'Ottobre.

Un'ampia e perenne esperienza di secoli ha dimo-strato indiscutibilmente nelle acque Sangiulianesiuna efficacia curativa singolare, che senza precon-cetti niuno può disconoscere neppure fra le nume-rose sostituzioni moderne di nuovi metodi terapici.

Le malattie proprie alle donne precipuamente eb-bero ognora nelle Terme di San Giuliano resultatisplendidi, o vantaggi indiscutibili. Anche molte ma-lattie nervose e specialmente l'isteria, il nevrosismo,la nevrastenia; l'artritismo, il reumatismo, l' urice-mia, le malattie dell'apparecchio digerente, del fe-gato, della pelle vi trovarono sempre grande gio-vamento.

Le recenti indagini fisiche, chimiche e bacteriolo-giche, hanno confermato nelle acque Sangiulianesila loro composizione costante, la loro termalità tinoa 41,° uno stato elettrico speciale, una ricchezza diacido carbonico, che meglio spiegano il loro indabi-tato valore in molti casi ribelli ad altri mezzi di cura.

Oltre ai metodi balneari più opportuni si usanole acque Sangiulianesi in varie formo di docce, diirrigazioni. Quale complemento delle cure termali,sonovi pare due Sale idroterapiche con tutti i più

utili apparecchi, un bagno idroelettrico, un gabinettoelettrico. Si praticano eziandio fangature naturali edil massaggio.

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Pisa, 80 Aprilo 18g7. D Deputato amministratoreP. CARINA.

Per domande di quartieri, informazioni ecc. diri-gersi alli Amministrazione dei Bagni di S. GiulianoPisa- Toscana).

Piè del PonteMaggio (Giorni 31).

la tutto il mese cresce il giorno di ore O etiuti

9.

9 D" III dopo Pasqua. Vangelo: Ges4 <ma iadiscepoli fa vicina sua dipartita dal mondo o predice fo let-tore loro tribolazioni (S. (ìiov. X VI, IO). Patrocinio di San(iuseppe, 8. U rogorio Naz. V. e 1). — Festa in S. Torpò.In S. Mattoo festa della Madonna del Rosario di Pompoi.A Riglione festa della S. Croce con processione per ilpaese, dopo il vespro. In S. Mioliale degli Scalzi festa dìMaria SS. Afater Misericordiae con la prima Comunionedi alquanti fanciulli e fanciullo, messa cantata a orti - 11,dono delle candele a oro 17, vespro o funziono. Lo 40 oroin S. Piorino.

lo Luw. S. Antonino V. e C. e Ss. Gordiano od EpimacoMm. — In S Cristina festa della Santa titolare.

Il NUMI'. il. Alessandro Sauli V. e C. e S. Emilio,. oheSi convertì alla fede nel vedere il martirio del nostroS. Torpò.

12 MERC. Sa. Nereo o Comp. Mm. Le 40 oro in S. Cosimo.18 Giov. S. Pietro M.14 VICN. 5. Bonifacio M.lVt Sui. Ss. °loto e Ma reellia0 Mra. Lo 40 Oro nella Chiesa

della Qualquonia.La Novona di S. Francesco di Paola, nella Chiesa di

S. Torpè, sarà fatta il M oorrente o non il 0 conio por er-rore fu annunziato nello scorso numero ed il giorno 23avrà luogo la festa di detto Santo.

Il giorno 9: P. Q. a ore :2'2 e m. 37. — Ave Mariadella sera a ore 7 e tre quarti.

Lega per il riposo festivo. — Il Consigliodirettivo della Società fra lo Dame di Caritàci comunica :

Il Consiglio direttivo delle Dame della Carilà èlieto di potere annunziare che la Lega per il riposofestivo procede bene e già moltissime adesioni sonoad esso pervenute.

Deve una speciale parola di ringraziamento a nonpochi negozianti che prontamente e con vera cortesiahanno accolto l'invito a tenere chiuso nei giorni festivi.

Anche nei paesi dell' Archidiocesi sono stati inviatigli statuti della nostra Lega e già in alcuni di quellisi lavora per la Lega stessa.

In ciò i vari esercenti avranno una maggiore ga-ranzia di non vedere menomati i loro interessi, mentresi guadagneranno viepiù il favore e la considerazionedi iati gli aderenti.

Le Dame della carità non intendono fare la benchèminima pressione a chichessia, ma solo tornano arinnovare l'invito a tutti di aderire ad una Lega chenon ha altro scopo che il riposo festivo nell'interessedi tutti e specialmente degli operai che oltre a vi-vere una vita intelligente e morale, come tutti gliuomini, debbono ancora rinfrancare le proprie forzemateriali.

Le Dame della carità chiedono questo riposo festivocon tutto l'ardore possibile e lo chiedono in nomedi Dio, dell' utnanità e della civiltà, in cui non voi.-rebbero la loro patria seconda ad altra nazione.

Al Palazzo Gambacorti. — E ConsiglioComunale è convocato per il giorno di giovedì13 maggio per l'apertura della sessione ordi-naria di primavera, e per trattare della trasfor-mazione e proroga del mutuo dei 20 milioni,della formazione delle terne per la nomina delConsiglio di Amministrazione dell'Opera dellaPrimaziale, di alcune modificazioni al regola-mento organico o disciplinare del corpo armato.

In seduta segreta si occuperà della confermadefinitiva di alcuni impiegati daziari, e di al-cune promozioni, già da tanto tempo giusta-mente reclamate, nel personale degli uffici in-terni e del dazio consumo.

La salute del Senatore Serafini. — Le condi-zioni di sllute del Prot .. Sen. Filippo Serafini, vannolievemente migliorando.

L'illustre infermo è con affetto assistito dal signorDott. Galligo, medico curante, e dall'egregio clinicoProf. • B. Queirolo.

Rinnoviamo caldi e premurosi i voti di una sol-conipleta guarigione.

'Un Te Dewn. -- Domenica nella Basilica di SanPiero a Grado, a cura del popolo di questa frazione,fu cantato un solenne Te Deum di ringraziamento aDio per lo scampato pericolo del Re d'

Alla cerimonia presero parte tutta la popolazione diSan Piero, funzionari degli Uffici della Reni Casa, co-loni. guardie e impiegati delle Tenute di Tombolo eColtano. •

Le imagini e le medaglie. I fratelli Citai, gio-iellieri Sotto Borgo, hanno ora il suo bpllissi tuo ne-gozio ripieno di Madonne : alle pareti rifulgono leimagini sante della Madonna di sotto gli Organi; ele belle imagini, opera a mano, in colori, a tipo diarazzo inalterabile, sembrano antiche figure degne disantuario; le signore deporranno nella cappella delloro palazzo O nella camera, innanzi all' inginocchia-toio per la dolce preghiera, la effigie della santa Pa-trona di Pisa.

I Cinti sono altresì provvisti di una ricca collezionedi medaglie con incisioni della Madonna, dei monu-menti, di iscrizioni: medaglie a smalto colorite, a chia-ro oscuro, in argento dorato e in oro; medaglie lini,eleganti, lucenti, con la imagine in oro, smaltate afuoco con la iscrizione e il nome delle benemeritepatronesse a cui saran destinate come distintivo.

Una medaglia finamente riuscita è quella comme-inorativa, che porta la iscrizione in latino, dettata dalprofessore canonico Bardelli.

I fratelli Cinti, in una parola, hanno disponibili ot-tomila medaglie a coni variati, con la imagine, i mo-numenti cittadini, in argento, in bronzo dorato, in me-tallo bianco, di tutti i prezzi.

Queste medaglie saranno una delle cose più belle,Pi ù riuscite, più gentili delle prossime feste; rimar-ranno ricordo splendido della solennità di cui Pisasi rallegra e si onora.

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Partenze dalla Stazione centrale di Pisa dal 15 gennaio 1897.Per Livorno par. 5 - 8,38 - 9,5' - 9,47 - 11,35 - 12,17 - 14,38 - 19,25 - 20,13 - 22,15' - 23,15

Pistoia » 4,40 - 9,21 - 12,5 - 17,35 - 20,22 - 23,123

Firenze e 4,57 - 8,58 - 11,32 - 14,45' - 17,10' - 20,5 - 23,10'e-elliOM e 2,522 - 4,52' - 5,11 - 9,10' - 11,45 - 14,22 - 15,25 - 20,42 • 22,32'

• Roma e 3,562 - 5,55 - 11,42 - 17,7 - 23,27' - 16,45 (per Grosseto).Arrivi alla Stazione centrale di Pisa dal 15 gennaio.

Da 1.Av-01-no arr. 4,35 - 7,33 -8,46' - 11,19 -

e Pistoia e (8 da Lucca) - 9,37 -» Firenze e 6,45 5 - 8,27 - 8,56'» G-enov-a » 3,41 2 - 4,27 - 8,16» Roma,» 2,442 - 4,42 1 - 8,40

n

11,55 - 14,17 - 16,56'14,30 - 19,15 -

- 11,25, - 14,11,- 11,18 - 15,44 -- 13,35 - 19,53

-17,23 - 19,50 - 22,422,25

19,59 22,4'16,45' - 21,47 -

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••■••••••

Studio legale. - L'avvocato Giuseppe RaffaelloCerrai, e i procwatori dott. Giulio Adorni-Braccesi edott. Dario Modiano hanno aperto. fino dal 3 maggio,studio legale in collaborazione, nel Lungarno Mediceonumero 7 primo piano.

Il vessillo della Croce Bianca. Il Comitatopro Croce Bianca, sorto in seno della umanitaria as-sociazione che ha come suo scopo ed intento prin-cipale quello di concorrere con tutte le forze ad al-leviare i inali dell' umanità, ha diretto ai concittadiniun caldo appello per invitarli a volere offrire colleloro oblazioni il vessillo sociale alla filantropica isti-tuzione.

I lavori di ricamo della bandiera saranno eseguitidalla maestra signora Ida Marziali su disegno dellamaestra signora Vittoria Torri.

Chi ha potuto apprezzare l'opera altamente uma-nitaria di questo nobile Istituto, non vorrit rifiutarsidal contribuire alla offerta gentile della bandiera chesarà attestato di simpatia e di gratitudine della cit-tadinanza intera.

Banchetto d'addio. - Mercoledì sera gli ufficialisubalterni del 23.° fanteria si riunivano a banchettoal « Nettuno » per salutare il loro compagno Di Gio-vanni trasferito al 76.°

Allo champagne dissero parole inspirate al piùschietto cameratismo i tenenti Sergio e Manunoli, aiquali rispose commosso il Di Giovanni.

Sappiamo anche che a giorni giungerà in Pisa ilmaggiore cav. Mantovani dal 94.° trasferito al 23.°

All'e,gregio ufficiale che molti conoscono, il nostrobenvenuto.

Fra toghe e tocchi. - Hanno felicemente supe-rato, presso la Corte di Appello di Lucca, l' esame diavvocato í signori Buonamici Giulio e Bellini Augusto;e l'esame di procuratore i sig. Mario Galli, Dario Ma-diano e Antonio Cilotti. Rallegramenti a tutti e par-ticolarmente al Dott. Galli, collega nostro carissimo.

Esami ginnasiali. - Chi desidera subire gli e-sami di ammissione ad una delle cinque classi delGinnasio, che saranno dati nelle due sessioni, estivaed autunnale, dell'anno 1897, deve trasmettere nonpiù tardi del 15 giugno prossimo, o del 15 settembreventuro, se intende presentarsi soltanto nella sessioneautunnale, le carte indicate nel manifesto del Diret-tore Prof. Anzilotti.

I giovani poi, che domiciliati in questa od in altreprovincie, desiderano subire l'esame di licenza dalGinnasio superiore, debbon trasmettere la relativaistanza in* carta da centesimi GO, dentro il 31 maggiocorrente, o dentro il 15 settembre, corredata dei ne-cessari documenti, nonché della quietanza della tassadi lire 55 pagata alla Banca Italiana, mediante man-dato emesso dalla computisteria del Comune di Pisa,e di un attestato (passaporto per l'interno, od altro),il quale constati l' identità personale del candidato.

Un avviso affisso nell'atrio dell' Istituto, il venti digiugno ò di settembre, indicherà i giorni e l' ordinedelle prove scritte per l'ammissione alle classi gin-nasiali e per la licenza dal Ginnasio superiore.

Velocipedi ed altre macchine. - In Borgo Largo,presso il negozio del signor Manfredini, nella bottegadove si trova il più bel deposito che sia in Pisa dimacchine velocipedistiche, se ne tratta il noleggio adore e a giornate per gite di piacere.

La primavera è proprio il periodo propizio perquesto spasso: ogni cosa si agita nella febbrile attivitàcui dà moto il sangue riscaldato dalla ardente sta-gione. Anche le nostre donne raddoppiano la loroproduzione e sono infaticabili nei lavori di cucito.Come è per loro amica aiutatrice una macchina dacucire !

Al signor Francesco Manfredini, Borgo Largo, nesono arrivate delle bellissime, forti, resistenti, eleganti,veloci.

La macchina ha presa il gran posto d'onore inmezzo alla società moderna: fra dieci giorni non cisarà più un uomo che potrà dire di non essere maisalito sopra un velocipede; nè ci sarà più una donnache avrà resistito alla tentazione di possedere il ve-loce strumento così indispensabile alle sue cure dicucitrice elegante'

Ispezione Municipale. - Resultati del serviziodi Polizia Municipale nel mese di aprile 1897: alRegolamenti municipali numero 118 - Al Regolamentovelocipedi 3'2 - Al Regolamento per la vuotatura deipozzi neri 4 - Al Regolamento vetture pubbliche 37 -Al Codice Penale 13 - Al Regolamento di p. stradale 18- Al Regolamento sui ciceroni o guide di piazza I -Alla Legge sulla pubblica sicurezza 1. - Totale nu-mero 224 contravvenzioni.

Cani requisiti dagli agenti municipali 21 - Oggettorinvenuto e denunciato a questo ufficio 1 - Vetturinosospeso dall' esercizio in seguito a condanna dellaR. Pretura per contravvenzione all'art. 69 del Rego-lamento I - Atti di denunzia per ingiurie 2 - Arrestooperato dagli agenti municipali per offesa alla pub-blica decenza 1.

La carta da parati. - Siamo informati chel antica Ditta Pietro khino di Firenze specialista incarte da parati, per corrispondere meglio alle giusteesigenze della sua numerosa clientela, ha fatto an-che in quese anno copiosissimi acquisti in tutte lespecie di carta. E siccome sono generalmente pre-feriti gli articoli di buon mercato, così essa ha cu-rato specialmente i . assortimento delle carte di bassoprezzo, mettendosi in . grado di fornire a chi ne ab-bisogna, articoli di buon gusto a partire da un mi-nimo di 20 centesimi il rotolo, limite mai raggiunto.

Il campionario comprende tutte le gradazioni diqualità e di prezzo con uno svariato assortimento diarticoli sopraffini, quali le imitazioni Cuoio, Stoffe,Broccati, Maioliche ecc. ecc. con tutti gli acces.soriche si possono desiderare cioè Bordure, Fregi, Ro-soni, ecc. ecc.

11 campionario completo di questa casa trovasi inPisa, come per lo passato presso la Ditta RobertoBarrocclo; o perciò consiglieremo di esaminarlo atutti quanti dei nostri lettori, avranno bisogno diacquistare quese articolo.

Concerti gratuiti. - Oggi Domenica, 9,dallo ore 19 alle 20 Ve la musica militare del23.' Reggimento fanteria, eseguirà in Piazzadi S. Niceola il seguente programma :

I. Musso, Marcia Re Carlo2. EsriNOsA, Capriccio spagnolo3. GOUNOD, Atto II Faust4. PONctuELLL Sinfonia I Lituani5. Bmicallovicit, Valzer Care Memorie.

liyàttàééiqo.

Gara domenicale del 2 maggio.CATEGORIA I - INCORAGGIAMENTO.

Medaglia d'argento di terzo grado : PalamidessiAugusto, punti 44, Burci Enrico, p. 40.

CATEGORIA 11 - PISA.Tiratori di prima categoria.

Posizione in ginocchio. Medaglia d'argento diprimo grado: Nicola Domenico, p. 84.

Posizione a terra. Medaglia d'argento di primogrado: Supino Mario, p. 88. Medaglia d'argento disecondo grado: Tortolini Raffaello, p. 78.

Tiratori di seconda categoria.Posizione in ginocchio. Medaglia d' argento di

primo grado : Pellegrini Giuseppe, p. 78.Posizione a terra. Medaglia d'argento di terzo

grado: Palamidessi Augusto, p. 69.

CATEGORIA III - ROMA.Tiratori scelti.

Premio unico sul complesso delle tre posizioni- Medaglia d'oro di terzo grado : Salvestroni Fran-cesco, p. 176.

Posizione in piedi. Medaglia d'argento stile ba-rocco : Ricc,etti Carlo, p. 83, Saettone Giovanni, p. 79,Salvestroni Emerenziano, p. 79, Bartorelli Giuseppe,p. 78. Medaglia d'argento di primo grado: CarraiGiuseppe Raffaello, p. 77, Volterrani Cesare, p. 71Medaglia d'argento di secondo grado: Rossi Fran-cesco, p. 63.

Posizione in ginocchio. Medaglia d'argento stilebarocco: Saettone Giovanni, p. 88, Salvestroni Eine-renziano, p. 85, Riccetti Carlo, p. 84. Medaglia d' ar-gento di primo grado: Bartorelli Giuseppe, p. 81.Medaglia d' argento di secondo grado : VolterraniCesare, p. 76, Cerrai Giuseppe Raffaello, p. 72.

Posizione a terra. Medaglia d' argento stile ba-rocco: Adorni Giulio, p. 88, Cerrai Giuseppe Raffaello,p. 87, Salvestroni Emerenziano, p. 87. Medaglia d' ar-gento di primo grado: Ric,cetti Carlo, p. 86, SaettoneGiovanni, p. 84, Volterrani Cesare, p. 84, BartorelliGiuseppe, p. 82.

Tiratori di prima categoria.Posizione in ginocchio. Medaglia d'argento stile

barocco: Chiellini Ottavio, p. 79, Fornaini Luigi, p.79. Medaglia d' argento di primo grado: MalloggiLuigi, p. 76.

Posizione a terra. Medaglia d'argento stile ba-rocco: Chiellini Ottavio, p. 85, Malloggi Luigi, p. 84,Fornaini Luigi, p. 83. Medaglia d'argento di primogrado: Vannucchi Francesco, p. 79, Rossi Gino, p. 78Medaglia d'argento dì secondo grado: Supino Mario,p. 71, Cuppari Giovanni, p. 66. Aledaglia d' argentodi terzo grado: Tortolini Raffaello, p. 61.

S rE A_ r-I` C> C TV i L.,n<dal 1. al 7 maggio 1897.

NASCITE.Legittime: Maschi 15. - Femmine 22. - Nati morti 2.

MATRIMONI.Giordaui Catone, Ebanista, e Pardi Telone, attendente a casa,

celibi, di S. Michele degli Scalzi - Giannini Angiolo, mecca-nico, e Niccolai Emma, attendente a casa, celibi, di l'isa -Viviani Ranieri, bracciante, di 8. Lorenzo alle Corti, e Lazze-raschi Elettra, attendente a casa, di S. Giovanni al Gatano,celibi - Di Nasso Forrad, calzolaro, e Ripoli Francesca, at-tendente a casa, celibi, di Putignano - l'orditi Alfredo, eGrassini Natalina, celibi, coloni di S. Michele degli Scalzi -Nardi Cesare, calafato, di S.

coloni, alle Cappelle, o Bachini

Alfea, attendente a casa, di Pisa, celibi - Pucciareili Angiolo,colono, di Vicarello e Barsotti Elettra, attendente a casa, diOratoio, celibi - Della Valle Sebastiano, meccanico, di Fi-renze, e Tovani Cesira, attendente a casa. di Pisa, celibi -Montorzi Eugenio, possidente, di Peccioli, e Manetti Maria,attendente a casa, di Riglione, celibi.

MORTI.(A domicilio).

Rossiui Alatuauno, di anni 64. coniugato, scritturale di Pisa- Mancini Teresa, 38, religiosa, di Pisa - Colombiui Lauranei Maffei, 38, attendente a casa, di Pisa - Nelli Angiolo,72, vedovo, giardiniere, di Pisa - Ferretti Teresa, vedovaPardi, 84, attendente a casa, di Pisa - Pale Ma.rion Emma,vedova Taylor, 52, benestante, di Dower - Mencini Anna, ve-dova Pellegrini, 73, attendeute a casa, di S. Stefano extra-Moenia - Ruschi Elena, 9, di Pisa - Lunghi Francesco,58, coniugato, infermiere, di S. Marco alle Cappelle - Bagno-lesi ing. Ulisse, SO, coniugato, di Pisa - Giovannetti Gu-glielmo, 72, coniugato, colono, di Ghezzano - Giorgi Laura,55, nubile, portinaia, di Pisa - Catarsi Laura, 21, nubile at-tendente a casa, di Barbaricina.

Sotto i einque anni: Maschi 4 - Femmine 7.

(Ai Regi gpedali).Gamba Luigi, di anni 65, celibe, colono, di Poutedera

Michelotti Eufrasia vedova Casarosa, 81, attendente a casa,dei Bagni S. Giuliano.

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