nn V. N. 86 26 Ottbr 80 L V D - OPACopac.bibliotecauniversitaria.pi.it/opacpisa/opac... · G,rd.....

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_ REZZO D'ABBUONAMENTO A DOMICILIO E NELLEALTRE PLR1 trimestre L. 2. 50 — Semestre L. 5. — Anno L.10. us Numero separato costa Centesimi 10. Le associnzioni ai ricevono all'Ufficio del Giornale. L'ani mintatrazione e responsabile delle soie assoclaxsoni che on., fatte direttamente al suo Ufficio. Condizioni per le inserzioni e abbnonamenti Tutti i paperneuti sia per le inomiani e seeiee .ia per F11 Ibbuuninnctili Si,:tunu ser< autiespati. Qu•tonyur paganeruto non è rit...uniutt, prr valido se noo é fatto durrttamente all'Ufficio dei Giornale, e orentro rce%1t. arritt..tt. dal Direttore pr•prietario dei Giornale alci, . A ev. Gu,rd.. Predio», Ufficio di Direzione e Amministrazione Lussit'Aeleo Medici i'ì.iue. bt liu Stabile dell'lise1 i. L'Ufficio • 2111,rtV itatí i giorni 'hitt ort nt,r 4intinleritliteue alio or. powerkiblet. PÚBBLICA l ION G:.Ardt e li)onornica di ciagetlUlt *vi., i mar.. Atti- Giletilaidri ed Amministra fit. -25 p y r lin i .. o t a rma° d Inserzioni dopo la firma del reilt•Fhl OH pee linoa spazio di linea. Avvisi partirwit,ri 25 pro 1*.aes e :ta tiodilinea AVVERTEWZE si respingono le Icitete ti■ill inemic.te. Non si restituiscono niattoarilli.— Non ai 'ione conto di ».riti. Anno VI. N. 86 Giovedì 26 Ottobre 1870 LA? OVI CIA DI GIORNALE POLITICO UFFICIALE PER CU ATTI GIUDIZIMil ED nifiaiSTRATIVI DELLA PROVINCIA DI MA E PER GL1 ATTI DEI CONSIGLI PROVINCIALE E COMUNALE Pisci ; 25 Ottobre PARTE NON UFFICIALE (NOSTRA CORRISPONDENZA.) Rema, 21 ottobre (Ritardata) La venuta quà del ministro Sella, che si è fatto per qualche giorno aspettare, ha tolto il velo alla incertezza in cui era il paese sulla visita che il Re aveva intenzione di fare alla nuova Capitale del regno, e che di giorno in giorno diveniva meno probabile. Credo sapere che er lo meno dopo l' apertura del Parla- mento Sua Maestà non attenderà più oltre, e verrà a r sul Campidoglio quella Co- rona che la patria unita gli ha dato, gridando: < Guai a chi la tocca»! È perciò che al palazzo del Quirinale vennero l' altro levati i sug- gelli che erano stati posti alle porte, e che ne fu . preso possesso da un rappresentante del Municipio, di concerto col ministro Sella e col Conte di Castellengo, che si trovarono presenti. Pare sia stata data anche disdetta a diverse famiglie d' impiegati che abitano nei padi- glioni. Questo è il colpo di grazia per taluni che pensavano ancora in cuore alla impossi- bilità di un tal passo. Ieri l'altro in piazza Firenze ebbe luogo una grande dimostrazione in favore del Sella, il quale alla Commissione incaricata di recar- gli il voto di tutti, rispose in modo da porre in quiete i più dubbiosi sia sul pronto trasfe- rimento della Capitale, sia sulla immediata unificazione delle leggi. La sera poi che egli ripartì per Firenze si ripetè una più imponente dimostrazione, con immensi applausi al Re, al- l'Italia, al Ministro ce.; la moltitudine si trat- tenne all'intorno della stazione fino a che il treno non fu partito. Anche ieri sera, che compivasi il mese dal- l'ingresso delle truppe italiane, una immensità, di persone con bandiere, fiaccole e musica per- corse le principali vie della città, e la riunione si sciolse verso le ere 9 nei pressi del Campi- doglio. Ripetute furono le acclamazioni al Re, all' Italia : la Banda suonò replicatamente ,e in mezzo ai più strepitosi applausi l'inno reale, ciò che si ripete seralmente anche nei diversi teatri che sono ora aperti, e specialmente al- 1' Argentina, ritrovo della miglior società. I giornali principiano a crescere come i funghi, e ve ne sono d' ogni risma, e colore. Profittando della libertà è ricomparso anche l' Osservatore Romano, e sotto le spoglie di un Imparziale fa capolino la Civilte.st Cattolica in embrione. Io dubito però che tutti possano vivere una lunga vita, e chi sa fra breve quante tombe saranno per molti di essi aperte. — Così volle il fato, e la deficenza di mezzi. — Ecco l'orazione funebre da prepararsi. Principia l'iscrizione dei cittadini che hanno voto elettorale, per compiere ciò che la legge già pubblicata prescrive nella formazione delle liste. La. stampa comincia a combattere per le elezioni, e l'altro ieri mentre un giornale dava una quantità di nomi di persone distinte, pro- be e liberali, un altro foglio tentava demolirle da cima a fondo, trovando in tutte un tarlo che probabilmente rodeva soltanto il cervello dello scrittore. Però si è formata una associa- ' zione elettorale permanente con comitati e sotto-comitati, ali' effetto di guidare l'opinio- ne pubblica in modo che corrisponda piena- mente alle speranze di tutti, e confidiamo che se ne abbiano buoni resultati. Anche per la Guardia Nazionale si lavora assai, e probabilmente si vedranno in Roma per lo meno tre belle sezioni di militi che cor- risponderanno all'obbligo loro, meglio dei mi- liti di costà, i quali figurano soltanto sulla carta, come le tasse da esigere. Per la venuta del Re si organizza poi un mezzo squadrone di Guardie Nazionali a cavallo, formato dei giovani più distinti della città, i quali si eser- citano di già sotto la direzione di un abile loro concittadino, luogotenente nelle Guide. Si vo- levano anche istituire i Bersaglieri della guar- dia stessa; ma per viste d' ordine è stato dal generale. Masi disposto contrariamente, in- quantochè con questa differenza di corpo na- scollo pel solito dei dissapori che * giova a:el ogni modo toglier di mezzo, per conservare il maggiore accordo possibile tra tutti. l'i avviciniamo un'apertura dell'anno scola- stico, e molti si lagnano pereliè la istruzione è sempre in mano dei clericali. lo posso però assicurarvi che la Giunta municipale pensa seriamente a questa cosa, e sarà provveduto nel modo migliore anche a questo riguardo. A giorni si aprirà il museo del Vaticano che è stato tino ad era chiuso; alib l'ingresso sarà. dai giardini, niquantochè il solito passaggio dal palazzo dava ombra e timore. Le condizioni degli impiegati vanno sempre peggiorando, e se il Uoverno non prende quaiche rimedio, V . Ù la, probabilità di vedere una diserzione in massa. Infatti come vole- te che un impiegato subalterno, coi miseri stipendi che si danno nel Regno, possa vivere anche alla meglio in una città come questa, ove tutto è a caro prezzo, e più specialmente per chi è conosciuto non romano? Mi basterà dirvi che col mutato orario d' uffizio alcuni degli impiegati dell'ex governo che avevano 40 o 50 scudi al mese, si sono dimessi perciò non potevano attendere ad altre occupazioni che avevano, e che rendono loro assai più di quel che guadagnavano come funzionarj pubblici. Qui l'impiego era non la vera vita dell'impiegato, ma un corollario a diversi ce- spiti di guadagno, non rimanendo all'uffizio che •due o tre ore per giorno, non considerate le vacanze delle feste cc. Con questi precedenti che dimostrano chiaramente quanto ci voglia per mantenersi in Roma non so se il Governo si prenderà pensiero degli impiegati, i quali meriterebbero tutti i riguardi, per la ragione che molti sono i sacrifizi che devono soppor- tare; vedremo cosa sarà fatto. Intanto la tre- pidazione è grande, e converrebbe provvedere al più presto per non aumentare lo scoraggia- mento in questa classe di cittadini, che alcuni credono sanguisughe dello stato, ma in so- stanza benemeriti del paese. Vorrei vedere per alcuni di coloro che gridano e tempestano sbalzati qua e là, da una parte all' altra del regno, con 100 lire al mese o poco più, se amas- sero di essere una, di quelle sanguisughe di cui si lagnano senza ragione. Fra le feste che si faranno per la venuta del Re, pare si prepari un gran festival in costume al Teatro Apollo, il quale si presta moltis- simo per divertimenti di siffatto genere. LE PRATICHE PER L'ARMISTIZIO. ECCO la Noia dell'officiosa Corrigpon- (lenza Warrens suge pratiche avviate dall' Ingliilterra per un armistizio. Da Londra ci arriva l'annunzio autentico che il ministro degli affari esteri, lord Gran- ville, ha consigliato urgentemente ed in modo officioso, alle due parti belligeranti la con- clusione di un armistizio. Il ininistro inglese lo motiva colla ncessità politica che si raccolga un'Assemblea nazionale francese, I, analo forse potrebbe assumersi la responsa.bili l tno- rale di conchiudere la pace. Le difficoltà che il Governo attualmente sussistente in Francia avrebbe da superare per terminare la guerra sono di natura affatto insolita: t e straordinaria. Un Governo che si crede eónipetente solo per l'opera della difesa nazionale, vede in fatto, innanzi a sè, grandi impedimenti se il vinci- tore gli vuole imporre condizioni eh' esso non si sente autorizzato a poter prendere in con- siderazione. Come il gabinetto inglese ricono- sce giustamente, il modo di liberare gli uomi- ni che sono al Governo della Francia da que- sta posizione si è quello che intervenga per la Francia un'autorità, maggiore della loro, e che i rappresentanti stessi della nazione aiutino a deliberare sulle condizioni pella, pace. L'ar- mistizio deve avere per iscopo di rell lere pos- sibile la convocazione dell'Assemblea nazio- nale francese entro il termine più breve. Il Governo inglese ha espresso vivamente il de- siderio d' essere appoggiato dalla Russia e dadi' Italia, nel passo che ha fatto. Il Governo austro-ungherese non ha esitato un momento ad aderire alla domanda. Il procedere di lord Granville corrisponde infatti a quanto anche h il Il APPENDICE FIGLIA DEL TIUSTEVERINO o GLI ULTIMI GIO3NI DEL POTERE TEMPORALE A ROMA RACCONTO DI BONIFACIO ONESTI - CALZECCIR Proprietà letteraria ( Continuazione: vedi num. 85 e 84 ). Egli allora chinò la bianca testa su quella della sua Elvira, ed accarezzandole con le mani le ciocche dei capelli scomposti, si com- piacea di quell' angiolo di bontà e di bel- lezza. Il quadro era sublime, i bianchi capelli del vecchio daccanto al nerissimo crine della fan- ciulla, facea,no uno strano contrasto da esal- tare meravigliosamente la fantasia di un ar- tista. Povero vecchio ! in quel momento dimenti- cava tutti gli affanni degli anni suoi passati, presso che isolato sulla terra ninn altro con- forto rimaneagli che quella fanciulla, la figlia di suo figlio. Perdonami sai, Elvira mia, egli mormo- rava; gli è che dopo di avere tanto, e tanto sofferto senza vedere un giorno solo sorger felice, il cuore s'inasprisce, odia tutto, e tutti, e dispera sempre. Che sarebbe mai la vita senza speran- za?!... Oh !... io spero, nonno, non può essere che Iddio abbia abbandonato la nostra fami- glia, il mio buon padre tornerà, forse sarà.... Tosto la interruppe il vecchio. Perdonato vuoi dire?... e sorrise amaramen- te: poi guardandosi intorno come alcuno che tema essere udito e sorpreso e abbassa,n do più la voce, prese una mano alla fanciulla stringendola forte, e con le parole che gli ve- nivano fuori della gola come un affanno re- presso, seguì: — I preti non perdonano mai, che importa a loro, se Cristo di cui seguono la fede, perdonò sulla croce i suoi carnefici prima che spirasse ? che importa a loro se sono i ministri della santa religione, della re- ligione che insegna la pace, il perdono, la cle- menza?... che importa a loro di celebrare il divino sacrificio con le mani lorde di sangue? La fanciulla fece un movimento di ribrezzo, ed il vecchio come fosse un ispirato con fuoco crescente seguiva. — Oh sì di sangue!... Ricordati Elvira che non è molto, che ad onta delle proteste del go- verno italiano, il clementissimo Pio Nono, fir- mava la sentenza di morte per gli infelici Monti e Tognetti, che ha interessato a lui, se il primo lasciava una povera vedova ed il se- condo il padre? è questo forse il primo esem- pio? fu questa volta sola che il Pontefice fece alzare il patibolo per quelli che altro delitto non a,veano se non un ani - ore ardentissimo per le cose italiane? Al ladro, all'assassino forse qui si perdona, ma ad un' onesto cittadino che tenti scuotere il giogo della tirannide giam- mai .... guarda.... E così dicendo, con gli occhi che gli scintil- lavano odio mostrava i polsi alla nipote, e soggiunse. Per sette anni ho dovuto bagnare di pianto le catene che hanno stretto questi polsi, per sette anni lontano dalla mia fami- glia, ho dovuto vivere una vita peggiore che non la morte in una prigione a Civitavecchia; e con questi esempi tu speri?... Povera fan- ciulla, il tuo cuore non sa, ne può compren- dere tanta nequizia. Senti nonno, rispondea, la giovanetta e non potrebbe darsi poi, che Roma cadesse in mano degli italiani? tu stesso così speravi al- lorchè giunse la novella che i Francesi parti- rono da Civitavecchia per recarsi a combatte- re i Prussiani che invaderono la Francia; non sarebbe questo il momento ? Io vedi tremo all'idea di una rivoluzione, eppure se qnosta giovasse per consolare tanti infelici, se potes- se riuscire a bene .... Una rivoluzione! ?... È impossibile, la. migliore gioventù è fuori di Roma, e il papa ò ben gnardato dalle sue orde mercenarie: e poi? sempre scene di sangue non è vero? sem- pre nuovi martiri? le terre di Montana, sono sem- pre rosse si può dire del sangue di pochi ge- nerosi che se ne dovrebbe spargere di bel nuovo? Elvira raccapricciava a queste idee, si ri- cordava benissimo come ella tremasse tanto, e tanto piangesse in quel giorno in cui fu ese- guita la sentenza di morte di Monti e Tognet- ti, e le sembrava di aver sempre innanzi agli occhi l'incappucciato nero della buona morto che andava chiedendo l' elemosina per i poveri condannati. Si ricordava del lutto che destò in Roma la funestissima giornata di Mentana, ■•■

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REZZO D'ABBUONAMENTO A DOMICILIO E NELLEALTRE PLR1

trimestre L. 2. 50 — Semestre L. 5. — Anno L.10.us Numero separato costa Centesimi 10.

Le associnzioni ai ricevono all'Ufficio del Giornale.L'ani mintatrazione e responsabile delle soie assoclaxsoni che

on., fatte direttamente al suo Ufficio.

Condizioni per le inserzioni e abbnonamentiTutti i paperneuti sia per le inomiani e seeiee .ia per F11 Ibbuuninnctili Si,:tunu ser< autiespati.Qu•tonyur paganeruto non è rit...uniutt, prr valido se noo é fatto durrttamente all'Ufficio dei Giornale, e

orentro rce%1t. arritt..tt. dal Direttore pr•prietario dei Giornale alci,. A ev. Gu,rd.. Predio»,

Ufficio di Direzione e AmministrazioneLussit'Aeleo Medici i'ì.iue. bt liu Stabile dell'lise1 i.L'Ufficio • 2111,rtV itatí i giorni 'hitt ort nt,r 4intinleritliteue alio or. powerkiblet.

PÚBBLICA l ION G:.Ardt e li)onornica di ciagetlUlt *vi., i mar..

Atti- Giletilaidri ed Amministra fit. -25 py r lin i .. o ta rma° dInserzioni dopo la firma del reilt•Fhl OH pee linoa

spazio di linea. Avvisi partirwit,ri 25 pro 1*.aes e :ta tiodilineaAVVERTEWZE

si respingono le Icitete ti■ill inemic.te.Non si restituiscono niattoarilli.— Non ai 'ione conto di ».riti.

Anno VI. N. 86 Giovedì 26 Ottobre 1870

LA? OVI CIA DIGIORNALE POLITICO

UFFICIALE PER CU ATTI GIUDIZIMil ED nifiaiSTRATIVI DELLA PROVINCIA DI MAE PER GL1 ATTI DEI CONSIGLI PROVINCIALE E COMUNALE

Pisci ; 25 Ottobre

PARTE NON UFFICIALE

(NOSTRA CORRISPONDENZA.)

Rema, 21 ottobre (Ritardata)La venuta quà del ministro Sella, che si è

fatto per qualche giorno aspettare, ha tolto ilvelo alla incertezza in cui era il paese sullavisita che il Re aveva intenzione di fare allanuova Capitale del regno, e che di giorno ingiorno diveniva meno probabile. Credo sapereche er lo meno dopo l' apertura del Parla-mento Sua Maestà non attenderà più oltre, everrà a r sul Campidoglio quella Co-rona che la patria unita gli ha dato, gridando:< Guai a chi la tocca»! È perciò che al palazzodel Quirinale vennero l' altro levati i sug-gelli che erano stati posti alle porte, e chene fu . preso possesso da un rappresentante delMunicipio, di concerto col ministro Sella e colConte di Castellengo, che si trovarono presenti.Pare sia stata data anche disdetta a diversefamiglie d' impiegati che abitano nei padi-glioni. Questo è il colpo di grazia per taluniche pensavano ancora in cuore alla impossi-bilità di un tal passo.

Ieri l'altro in piazza Firenze ebbe luogouna grande dimostrazione in favore del Sella,il quale alla Commissione incaricata di recar-gli il voto di tutti, rispose in modo da porrein quiete i più dubbiosi sia sul pronto trasfe-rimento della Capitale, sia sulla immediataunificazione delle leggi. La sera poi che egliripartì per Firenze si ripetè una più imponentedimostrazione, con immensi applausi al Re, al-l'Italia, al Ministro ce.; la moltitudine si trat-tenne all'intorno della stazione fino a che iltreno non fu partito.

Anche ieri sera, che compivasi il mese dal-l'ingresso delle truppe italiane, una immensità,di persone con bandiere, fiaccole e musica per-corse le principali vie della città, e la riunionesi sciolse verso le ere 9 nei pressi del Campi-

doglio. Ripetute furono le acclamazioni al Re,all' Italia : la Banda suonò replicatamente ,ein mezzo ai più strepitosi applausi l'inno reale,ciò che si ripete seralmente anche nei diversiteatri che sono ora aperti, e specialmente al-1' Argentina, ritrovo della miglior società.

I giornali principiano a crescere come ifunghi, e ve ne sono d' ogni risma, e colore.Profittando della libertà è ricomparso anchel' Osservatore Romano, e sotto le spoglie diun Imparziale fa capolino la Civilte.st Cattolicain embrione. Io dubito però che tutti possanovivere una lunga vita, e chi sa fra breve quantetombe saranno per molti di essi aperte. — Cosìvolle il fato, e la deficenza di mezzi. — Eccol'orazione funebre da prepararsi.

Principia l'iscrizione dei cittadini che hannovoto elettorale, per compiere ciò che la leggegià pubblicata prescrive nella formazione delleliste. La. stampa comincia a combattere per leelezioni, e l'altro ieri mentre un giornale davauna quantità di nomi di persone distinte, pro-be e liberali, un altro foglio tentava demolirleda cima a fondo, trovando in tutte un tarloche probabilmente rodeva soltanto il cervellodello scrittore. Però si è formata una associa-

' zione elettorale permanente con comitati esotto-comitati, ali' effetto di guidare l'opinio-ne pubblica in modo che corrisponda piena-mente alle speranze di tutti, e confidiamo chese ne abbiano buoni resultati.

Anche per la Guardia Nazionale si lavoraassai, e probabilmente si vedranno in Romaper lo meno tre belle sezioni di militi che cor-risponderanno all'obbligo loro, meglio dei mi-liti di costà, i quali figurano soltanto sullacarta, come le tasse da esigere. Per la venutadel Re si organizza poi un mezzo squadronedi Guardie Nazionali a cavallo, formato deigiovani più distinti della città, i quali si eser-citano di già sotto la direzione di un abile loroconcittadino, luogotenente nelle Guide. Si vo-levano anche istituire i Bersaglieri della guar-dia stessa; ma per viste d' ordine è stato dalgenerale. Masi disposto contrariamente, in-quantochè con questa differenza di corpo na-

scollo pel solito dei dissapori che * giova a:elogni modo toglier di mezzo, per conservare ilmaggiore accordo possibile tra tutti.

l'i avviciniamo un'apertura dell'anno scola-stico, e molti si lagnano pereliè la istruzioneè sempre in mano dei clericali. lo posso peròassicurarvi che la Giunta municipale pensaseriamente a questa cosa, e sarà provvedutonel modo migliore anche a questo riguardo.

A giorni si aprirà il museo del Vaticano cheè stato tino ad era chiuso; alib l'ingresso sarà.dai giardini, niquantochè il solito passaggiodal palazzo dava ombra e timore.

Le condizioni degli impiegati vanno semprepeggiorando, e se il Uoverno non prendequaiche rimedio, V . Ù la, probabilità di vedereuna diserzione in massa. Infatti come vole-te che un impiegato subalterno, coi miseristipendi che si danno nel Regno, possa vivereanche alla meglio in una città come questa,ove tutto è a caro prezzo, e più specialmenteper chi è conosciuto non romano? Mi basteràdirvi che col mutato orario d' uffizio alcuni

degli impiegati dell'ex governo che avevano40 o 50 scudi al mese, si sono dimessi perciònon potevano attendere ad altre occupazioniche avevano, e che rendono loro assai più diquel che guadagnavano come funzionarjpubblici. Qui l'impiego era non la vera vitadell'impiegato, ma un corollario a diversi ce-spiti di guadagno, non rimanendo all'uffizio che•due o tre ore per giorno, non considerate levacanze delle feste cc. Con questi precedentiche dimostrano chiaramente quanto ci vogliaper mantenersi in Roma non so se il Governosi prenderà pensiero degli impiegati, i qualimeriterebbero tutti i riguardi, per la ragioneche molti sono i sacrifizi che devono soppor-tare; vedremo cosa sarà fatto. Intanto la tre-pidazione è grande, e converrebbe provvedereal più presto per non aumentare lo scoraggia-mento in questa classe di cittadini, che alcunicredono sanguisughe dello stato, ma in so-stanza benemeriti del paese. Vorrei vedereper alcuni di coloro che gridano e tempestanosbalzati qua e là, da una parte all' altra del

regno, con 100 lire al mese o poco più, se amas-sero di essere una, di quelle sanguisughe dicui si lagnano senza ragione.

Fra le feste che si faranno per la venuta delRe, pare si prepari un gran festival in costumeal Teatro Apollo, il quale si presta moltis-simo per divertimenti di siffatto genere.

LE PRATICHE PER L'ARMISTIZIO.

ECCO la Noia dell'officiosa Corrigpon-(lenza Warrens suge pratiche avviatedall' Ingliilterra per un armistizio.

Da Londra ci arriva l'annunzio autenticoche il ministro degli affari esteri, lord Gran-ville, ha consigliato urgentemente ed in modoofficioso, alle due parti belligeranti la con-clusione di un armistizio. Il ininistro inglese lomotiva colla ncessità politica che si raccolgaun'Assemblea nazionale francese, I, analoforse potrebbe assumersi la responsa.bili ltno-rale di conchiudere la pace. Le difficoltà cheil Governo attualmente sussistente in Franciaavrebbe da superare per terminare la guerrasono di natura affatto insolita:te straordinaria.Un Governo che si crede eónipetente solo perl'opera della difesa nazionale, vede in fatto,innanzi a sè, grandi impedimenti se il vinci-tore gli vuole imporre condizioni eh' esso nonsi sente autorizzato a poter prendere in con-siderazione. Come il gabinetto inglese ricono-sce giustamente, il modo di liberare gli uomi-ni che sono al Governo della Francia da que-sta posizione si è quello che intervenga per laFrancia un'autorità, maggiore della loro, e chei rappresentanti stessi della nazione aiutinoa deliberare sulle condizioni pella, pace. L'ar-mistizio deve avere per iscopo di rell lere pos-sibile la convocazione dell'Assemblea nazio-nale francese entro il termine più breve. IlGoverno inglese ha espresso vivamente il de-siderio d' essere appoggiato dalla Russia edadi' Italia, nel passo che ha fatto. Il Governoaustro-ungherese non ha esitato un momentoad aderire alla domanda. Il procedere di lordGranville corrisponde infatti a quanto anche

h il

Il

APPENDICELÀ FIGLIA DEL TIUSTEVERINO

o

GLI ULTIMI GIO3NI DEL POTERE TEMPORALE

A ROMA

RACCONTO

DI BONIFACIO ONESTI - CALZECCIR

Proprietà letteraria

( Continuazione: vedi num. 85 e 84 ).

Egli allora chinò la bianca testa su quelladella sua Elvira, ed accarezzandole con lemani le ciocche dei capelli scomposti, si com-piacea di quell' angiolo di bontà e di bel-lezza.

Il quadro era sublime, i bianchi capelli delvecchio daccanto al nerissimo crine della fan-ciulla, facea,no uno strano contrasto da esal-tare meravigliosamente la fantasia di un ar-tista.

Povero vecchio ! in quel momento dimenti-cava tutti gli affanni degli anni suoi passati,

presso che isolato sulla terra ninn altro con-forto rimaneagli che quella fanciulla, la figliadi suo figlio.

— Perdonami sai, Elvira mia, egli mormo-rava; gli è che dopo di avere tanto, e tantosofferto senza vedere un giorno solo sorgerfelice, il cuore s'inasprisce, odia tutto, e tutti,e dispera sempre.

— Che sarebbe mai la vita senza speran-za?!... Oh !... io spero, nonno, non può essereche Iddio abbia abbandonato la nostra fami-glia, il mio buon padre tornerà, forse sarà....

Tosto la interruppe il vecchio.Perdonato vuoi dire?... e sorrise amaramen-

te: poi guardandosi intorno come alcunoche tema essere udito e sorpreso e abbassa,n dopiù la voce, prese una mano alla fanciullastringendola forte, e con le parole che gli ve-nivano fuori della gola come un affanno re-presso, seguì: — I preti non perdonano mai,che importa a loro, se Cristo di cui seguonola fede, perdonò sulla croce i suoi carneficiprima che spirasse ? che importa a loro sesono i ministri della santa religione, della re-ligione che insegna la pace, il perdono, la cle-menza?... che importa a loro di celebrare ildivino sacrificio con le mani lorde di sangue?

La fanciulla fece un movimento di ribrezzo,ed il vecchio come fosse un ispirato con fuococrescente seguiva.

— Oh sì di sangue!... Ricordati Elvira chenon è molto, che ad onta delle proteste del go-verno italiano, il clementissimo Pio Nono, fir-mava la sentenza di morte per gli infeliciMonti e Tognetti, che ha interessato a lui, seil primo lasciava una povera vedova ed il se-condo il padre? è questo forse il primo esem-pio? fu questa volta sola che il Pontefice fecealzare il patibolo per quelli che altro delittonon a,veano se non un ani -ore ardentissimo perle cose italiane? Al ladro, all'assassino forse quisi perdona, ma ad un' onesto cittadino chetenti scuotere il giogo della tirannide giam-mai .... guarda....

E così dicendo, con gli occhi che gli scintil-lavano odio mostrava i polsi alla nipote, esoggiunse. Per sette anni ho dovuto bagnaredi pianto le catene che hanno stretto questipolsi, per sette anni lontano dalla mia fami-glia, ho dovuto vivere una vita peggiore chenon la morte in una prigione a Civitavecchia;e con questi esempi tu speri?... Povera fan-ciulla, il tuo cuore non sa, ne può compren-dere tanta nequizia.

— Senti nonno, rispondea, la giovanetta enon potrebbe darsi poi, che Roma cadesse inmano degli italiani? tu stesso così speravi al-lorchè giunse la novella che i Francesi parti-rono da Civitavecchia per recarsi a combatte-re i Prussiani che invaderono la Francia; nonsarebbe questo il momento ? Io vedi tremoall'idea di una rivoluzione, eppure se qnostagiovasse per consolare tanti infelici, se potes-se riuscire a bene ....

— Una rivoluzione! ?... È impossibile, la.migliore gioventù è fuori di Roma, e il papa òben gnardato dalle sue orde mercenarie: epoi? sempre scene di sangue non è vero? sem-pre nuovi martiri? le terre di Montana, sono sem-pre rosse si può dire del sangue di pochi ge-nerosi che se ne dovrebbe spargere di belnuovo?

Elvira raccapricciava a queste idee, si ri-cordava benissimo come ella tremasse tanto,e tanto piangesse in quel giorno in cui fu ese-guita la sentenza di morte di Monti e Tognet-ti, e le sembrava di aver sempre innanzi agliocchi l'incappucciato nero della buona mortoche andava chiedendo l' elemosina per i povericondannati. Si ricordava del lutto che destòin Roma la funestissima giornata di Mentana,

■•■

t!

l'Austria ripetutamente propose. Tanto a Ber-lino come a Tours, fu da parte del nostro Ga-binetto propugnata, nel modo più benevolo,la conclusione di un armistizio. Ma d'altrondenon si può disconoscere che grandi difficoltàsono a superarsi prima che quell'armistiziopossa venire effettuato. L' iniziativa presa dal-l' Inghilterra conduce però a far sì che il desi-derio delle principali potenze neutrali d'Eu-ropa a favore del ristabilimento della pace,sia espresso nel modo più vivo. Si ha tuttaviasperanza che gli sforzi di lord Granville nonsaranno senza successo, e che una guerra, cheha costato sinora sì sterminati sacrifizi, daràpresto luogo ad una pace generale.

■•■■•.~.1

GLI ITALIANI IN FRANCIA.z•:1 nostro amico ci dirige la seguente,

che siamo lieti di pubblicare. augurandogliche gli arrida la sorte e abbia tempo discrivere qualche altra volta:

« Dai Vosgi, 18 ottobre.« Quale disinganne! Il Governo della di-

fesa promise mari e monti ai volontari ita-liani, ed invece lí lascia in abliadono: man-cano i viveri, mancano i vestiari e perfinole scarpe! Si, zilcuni valorosi legionari sonoscalzi alla lettera, n?. trovano modo di cal-zarsi. e una infamia. Non basta: per orga-nizzare il nostro corpo si ci manda in un'paese apertamente ostile perchè clericale eitnperialista ; cominciand dalle autorità( mascherate alla democratica )proletario. Ci tengono per tizzoni d' inferno,per voraces anelanti di sbramare ingordevoglie. Tale è il concetto che si ha di noi, enon è esagerazione; no.

« Per aumentare il nestro corpo hannomandato tino stormo di francs-tireurs, mala maggior parte ripugnanti da ogni disci-plina, riottosi, che ad ogni momento sonoalle prese, che pretendono di discutere ledisposizioni del generele Garibaldi, che insostanza sono più d' ingombro che di utilità.Aggiungi che non pochi non sanno maneg-giare punto i chassepot. Ah caro amico,questa è l'essenza della confusione!

« i I generale nonostante questo quadrodesolante non ismarrisce la sua caratteri-stica imperturbabilith, pone in opera tuttala sua energia per inalveare questo torrenteprecipitoso, e la sua autorità talvolta neimpone ai ricalcitranti; ma i suoi occhischizzano fuocc. Canzio e Stallo sono infidi-cabili2,. lottano poderosamente contro i milleostacoli chei incontrano ad ogni piè sospinto,bestemmiando nel loro dialetto con quel-l'energia ch' è propria dei genovesi quandola rabbia li assale.

« Quando del resto senti parlare d'entu-siase!i, di guerra a oltranza, di lotta a col-tello, credi tutto l'opposto. Vedi! i Vosgipotrebbero dare oltre 80,000 combattenti e

mobile sotto gli ordini del generale Degenfelde disperdeva in pochi giorni, dal 5 all'il otto-bre, nei dintorni di Etival o di Epinal unaparte del nuovo esercito organizzato a Lione.

Epinal capoluogo del dipartimento deiVosgi fu occupato, poi il generale Werderdiscese verso il Sud, cacciando senza treguadinanzi a sè le forze nemiche, fino a che queste,disperse, presero la fuga, parte verso il campotrincerato di Belfort, nel Sud dell'Alsazia,parte al Sud-Est sulla ferrovia che conduce aDigione. Dopo d'allora, seguendo la sua mar-cia in avanti, il 14.° corpo ha preso Vesoul,capoluogo del dipartimento dell'Alta Saouna.

Le città di Digione e di Burges sono situatepressappoco sulla medesima latitudine; fraesse si trovano delle parti dei dipartimentidell'Jonne e della Nievre, nonchè due fiumiche scorrono dal Sud al Nord, l'Jonne e laLoira, il cui passaggio non forma un ostacolo

Se le due città che abbiamo nominate sonoassai lontane l'una dall'altra, tuttavia la co-operazione del corpo di von der Tann con quellodi Werder, nel caso che diventasse necessaria,potrà aver luogo tanto più facilmente inquanto che la completa disorganizzazione delletruppe nemiche che si trovano nel paese lemette nell'impossibilità di opporsi.

Gli ultimi successi deglieserciti tedeschi.

Il Monitore Prussiano riassume nelseguente modo gli ultimi successi deglieserciti tedeschi in Francia, accennandocontemporaneamente ai disegni secondoi quali essi operano in questo momento.

Intantochè i principali eserciti tedeschicontinuano ad investire strettamente Parigi e

Metz, e che la situazione delle truppe rinchiusein queste piazze diventa di giorno in giorno

più critica, due altri corpi d'esercito tedeschimarciano, senza arrestarsi, verso il Sud, anzi-tutto 'per tener lontano d i nostri esercitiprincipali gli assalti delle truppe nuovamenteerganizzate dal nemico, poi, (e questa partedel loro còmpito ha una grande importanza)per isbarazzare i dipartimenti confinanti colleprovincie da lui occupate dai corpi-franchifrancesi più o meno regolari, che vi si sonoraccolti, e per rendersi padroni dei punti piùimportanti del paese come pure delle grandivie di comunicazione.

A questo scopo il generale von der Tann fudiretto da Parigi sopra Orléans col 1.° corpobavarese, la 22.° divisione di fanteria, parec-chie divisioni di cavalleria e la rispettiva ar-tiglieria, intantochè il generale Werder siavanzava col 14. 0 corpo di Strasburgo nelladirezione di Digione.

Il corpo di von der Tann, distaccato dalterzo esercito (principe reale di Prussia) collealtre truppe che qui si erano aggiunte, dopoaver sostenuto parecchi combattimenti più omeno importanti ad Arenay e presso Orléansè entrato 1'11 corrente in quest'ultima cittàrendendosi così padrone del passaggio della

Loira. Quasi nel medesimo tempo dai due latidella strada da Parigi ad Orléans avevanoluogo combattimenti, in conseguenza deiquali, il 18 di questo mese, la piccola città diChateaudun, al nord-ovest di Orleaus, eraoccupata dalle truppe tedesche dopo un com-battimento di dieci ore.

Orléans è il punto di riunione delle ferroviedi Tours e di Bourges; la prima di queste duecittà, al sud-ovest, ha un certo valore in que-sto momento, come sede della Delegazione delgoverno al tuale di Parigi; la seconda, al Sud,è importantissima come piazza d'armi. Benchèquesta città sia distante 33 miglia tedesche(circa 60 leghe) dalla nostra base d'operazione(Parigi) è possibile che una colonna dellenostre truppe sia inviata fin là, perchè Bour-ges è la sede di molte autorità militari, per-chè contiene un arsenale di costruzione e unafonderia di cannoni, e infine perchè è il puntocentrale delle diverse istituzioni tecniche, epuò servire di magazzino per grandi approv-vigionamenti di guerra.

Dal canto suo il generale Werder, appenauscito da Strasburgo s'era portato in avanti;egli faceva spazzare i Vosgi da una colonna

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validi veramente, perchè sono gente robu-sta; ebbene! mi assicurò un camerata delpaese che non ne diedero che qualche mi-gliaio, e questi si vanno man mano ritirandocome fecero testè quelli che erano condottida Cambriels, gettando i chassepots e scom-parendo, aumentando così colla loro vergo-gnosa fuga il panico o meglio lo spaventoche ha invaso le popolazioni.

u Eppure il Governo gonfiator di palloniculla e illude la capitale e le provincie me-diante un sistema di 'notizie fallaci, creden-do di ridestare lo spirito bellicoso, fiaccatoprofondamente dopo la desolante sequela didisfatte fatali, e il disordine babelico che nefu la conseguenza, e la demoralizzazionegenerale. Ma oramai le illusioni cadono e ilGoverno perde ogni giorno terreno, diven-tando ognor più a Dio spiacente ed ai ne-mici sui.

« Or lascia che io ti sveli un dubbio fie-rissimo che agita alcuni di noi. Il Governodella difesa avrebbe per avventura osatodi abusare della buona fede e della gene-rosità del generai Garibaldi per giovarsenea scopo politico, per sedare cioè l' incendioche divampava a Nizza e che non avrebbepotuto spegnere che uel saugue o abbando-nare alla volontà popolare la nuova provin-cia del Varo? Terribile alternativa, ma ine-sorabile! In ambi i casi il nuovo Governoera perduto. Un solo - mezzo di salvezza forseaffacciossi agli uomini del 4 settembre, equesto era una parola dell'illustre nizzardoai suoi concittadini; la parola fu pronunciata,l'effetto fu quale doveva essere, e il colpofu fatto Ben ricorderai come prima del-l' agitazione di Nizza il Governo della difesaricusasse le offerte del generale; dichiarandodi non poterle pas accepter.

« Ripugna di dover discutere tali dubbi:il pensar6 che l'eroe leggendario dei duemondi possa esser servito, come suol dirsi,da uccello da giuoco; ma la condotta delGoverno verso di lui e' de' suoi giustifica talidubbi. A suo tempo sentirai la storia del-l' indegno trattamento avuto da chi offersee edere e braccio ad un Governo dimenticadei propri doveri.

« intanto i prussiani vanno avvicinandosi;noi siamo risoluti, accada che può, e ritieniche gl' italiani col generale Garibaldi allatesta si mostreranno degni figli d' Italia.

« Mi dimenticavo dirti che gli zuavi papa-lini condotti dal La Charette furono acclamativivamente; essi fanno pompa delle loro me-daglie di Mentana. Ciò venne riferito•dal no-,stro camerata M., che trovassi presente aquelle acclamazioni sulla Loira ».

(Gazzetta d' Italia)

26 ottobre.— Lunedì mattina, il Serchio, ingros-

sato per le piogge torrenziali del giorno edella notte precedente, ruppe sulla rivadestra, a Filettole, il muro di sponda,lateralmente alla cateratta da ambedue ilati, e dilagò per la campagna.

Le acque misuravano all' idrometro delsostegno di Ripafratta in. 9, 18, ed arriva-rono in alcuni punti fino all' altezza deiprimi piani.

Il Prefetto e l'Ispettore di P. S. accorsisul luogo del disastro si dettero cura chefossero organizzati pronti soccorsi, e fosseprovvisto ad assicurare le sussistenze.

Non si ha a deplorare alcuna vittima.

— La sera del 24, ad ore 8 circa, lapopolazione di Pisa usciva fuori delle bot-teghe e delle case per contemplare unospettacolo inusitato per i nostri paesi, unaaurora boreale.

Dire i commenti del volgo riescirebbecosa curiosa, se non fosse troppo comune.

Crediamo piuttosto di far cosa grata ainostri lettori col riprodurre il comunicatoche il nostro concittadino AstronomoDonati inviava in proposito ai giornalifior

e le sembrava ancora di udir sempre il piantodi quei tali che avevano perduto i loro cari; egià Si pentiva di aver vagheggiato una rivo-luzione e sperato con essa il miglioramentodelle cose per rivedere finalmente suo padre,che emigrato a Firenze nulla mai poteva sa-pere del vecchio genitore e della figlia, per-chè sospetto alla corte romana non ricevevamai lettere da Roma conciossiache, gli fosserointercettate negli uffici postali. Se talvoltaseppe alcuna cosa della famiglia, e potè aquesta far giungere sue novelle, fu per mezzodi qualche suo amico di Firenze che si recavaa Roma.

Lasciando aditagli() la fanciulla il pensierodella rivoluzione suggeritole unicamente dallacara speranza di essere ricongiunta al padre,tosto soggiunse:

— Il cielo ne scampi di veder nuovo san-gue, i sacerdoti di Roma, ò vero, non perdo-nerebbero a chi tentasse rovesciare il loro do-

11 cielo però ci assisterà nonno, io lospero perchè Dio è giusto, e se la sua giusti-zia tarda verrà però, ora nella quale sì dovràCO mpiere.

— E quest; ora o fanciulla sta por suonare.Tali parole furono pronunciate da un frate

Padre Benedetto che di tutto si era avve-duto, desiderando di troncare un discorso pe-nosissimo per quel vecchio, traendo fuori ungiornale disse al dottore:

— Vi reco novelle importantissime questamane leggete, e porse il giornale. Il dottorenella data del sei settembre lesse che l'Impe-ratore dei Francesi era caduto prigioniero, eche era quasi certa la notizia che le truppeitaliane avrebbero occupato il territorio Ro-mano.

Sulla rugosa fronte del vecchio brillò il ser-riso dei patriarchi, la gioia per quella notizianon gli permise di pronunciar parola, guardòil frate quindi la nipote, finalmente fra le la-crime tutte di gioja e di tenerezza potè escla-mare:

— Elvira, Elvira mia, la giustizia di Dio ècompita ... tu forse potrai rivedere tuo pa-dre, al povero vecchio tornerà il figlio perchèl'assista nell'ultimo momento della vita.

Anche sul volto del frate si vedeva scol-pita la contentezza; e ponendosi in mezzo alvecchio ed alla fanciulla esclamò:

— In ginocchio ringraziate il Signore.Il vecchio e la fanciulla si prostrarono, il

frate rimase immobile in mezzo a loro.( Continua).

co mmiserazione, l'elemosina l'indigente mercòalcuni guadagni che egli faceva per la predi-cazione. Ognuno che l'avesse dappresso cono-sciuto sarebbe stato lieto di baciare un lembodella sua tonaca.

Amava l'Italia e dentro al suo petto bat-teva il core d'Arualdo da Brescia e di Savo-narola.

Il dottore Alessandri che tale era il nomedel padrone di quella casa entrando il frate silevò in piedi, ed Elvira andandogli incontroI' ebbe salutato con queste parole:

— Siate il ben venuto padre Benedetto, levostre visite recano sempre consolazione almio povero spirito.

Sì dicendo baciò la mano al frate ditnan-dandogli la benedizione.

— Che il signore Iddio ti conceda quellapace che desideri rispose il frate, che egli ti be-nedica sempre e guardi gli anni tuoi giovanidai pericoli che s'incontrano in questo mondo.

— Grazie padre, io mi raccomando semprea Dio; la preghiera credetemelo, è l'unico sol-lievo per la povera orfana, e mia madre pureche sarà in paradiso pregherà per me, non èvero nonno?

E guardò fissa ael volto del nonno, che aquelle parole avea di già cangiato aspetto.

di S. Francesco dell' ordine dei Cappuccini en-trando in quella stanza. L'età del nuovo venu-to era presso che eguale a quella dell'avo diElvira, vestiva la tonaca dell'ordine di colorbigio, e la lunghissima barba candida co-me neve gli nascondeva il petto quasi per in-tero; il volto avea, scarnissimo il colore delquale manifestamente dicea che dentro alchiostro egli era unicamente dedito alla pe-nitenza ed alla preghiera.

E qual'Ò il carattere morale di questo frateche appartenente alla casta sacerdotale si faconsolatore alle vittime del dispotismo cleri-ricale? E questa la dimanda che taluuo demiei lettori potrà farmi, ed alla quale io dibuon grado rispondo.

Vero osservatore della legge di Cristo eglidisprezza altamente i principi che informanola corte romana, e tutti quelli che per mired'interesse secondano questi principi. Un gior-no stanco del mondo quando appena imparavaa conoscerlo, abbandonò la casa paterna, unnobile nome, ricchezze considerevoli e cercò lapace dello spirito entro le mura di un chio-stro. Visse gli anni nella comtomplazione dellecose celesti spezzando le terrene; dentro allasua cella trovava 1' infeliee il conforto e la

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— Ieri sera (24) si vide qui in Firenze unasplendidissima Aurora Boreale.

Verso le 8h 20m io cominciai ad accorger-mi di una leggiera luce rossastra che apparivadalla parte del Nord. Quella luce andò grada-tamente crescendo, e alle 8" e 50" il feno 7

meno dell'Aurora si mostrava in tutta la suamagnificenza. Un grande arco luminoso di unacaldissima tinta sanguigna (simile a quellache spesso hanno le nubi presso il tramontodel sole) cominciava al Nord-Ovest presso lacostellazione di Ercole, si alzava, fino alla Po-lare &finiva al Nord-Est nella costellazionedi Boote: esso era poi traversato cla, dei lunghie ViViSSinli raggi di luce bianca, i quali com-parivano e sparivano ad intervalli. Lo spet-tacolo era veramente maraviglioso, special-mente per me che l'osservavi) dall'altura delnuovo Osservatorio di Arcetri, e che perciònon ero disturbato dalla luce delle vie dellacittà, che sempre nuoce a qualunque osserva-zione celeste. Il cielo dalla parte di mezzo-giorno era tutto coperto da dei densissiminuvoli; a levante si succedevano con moltafrequenza dei vivissimi lampi; dal NE. al NO.vi erano dei nuvoloni spezzati framezzo aiquali appariva in - tutto il suo splendore la lu-

ce dell'Aurora. In meno di mezz'ora essa fuanche attraversata da cinque grandi e bellis-sime stelle cadenti tutte radianti dalla costel-lazione, di Perseo.

La parte più rossa e più quieta della Auroraera quella verso levante; la parte invece versoponente cambiava continuamente di aspetto,e dal rosso passò al bianco, e poi verso le 9"15 pareva, di un colore verdastro. Da questoistante il fenomeno cominciò a diminuire diintensità, e alle 10h era completamente finito.

È anche da notare che mentre qui in Fi-renze dalle ore sei della sera del 23, e durantetutta la notte e il giorno susseguente era spi-rato un 'fortissimo vento di Libeccio, che con-tinuava a imperversare impetuosissimo anchedurante il fenomeno dell'Aurora Boreale, essocessò istantaneamente come per incanto, nonappena quel fenomeno cessò d'essere visibile.

L'ago calamitato dell'Osservatorio di Fi-renze accennò una repentina diminuzione delladeclinazione magnetica.

Viene poi annunziato stamane, per via te-legrafica, che il fenomeno dell' Aurora fuosservato anche a Lione, a Torino, a Milano,a Genova, a Livorno, a Napoli, a Otranto, e aCatania cc. Le macchine telegrafiche /non su-birono però alcuna perturbazione; solo adOtranto fa notata una momentanea correntecostante.

Firenze li 25 ottobre 1870.

G. 13. DONATI.

— Contrariamente a quanto avevamogià annunziato, anche uel giornale di do-menica scorsa, l'Anniversario della nascitadi G. B. Niccoliui non sarà altrimenti ce-lebrato quest'anno, nel paese di S. Giuliano,dove egli vide la luce, ma l' anno venturo.

Ce ne dà avviso la lettera seguente, in-viataci dalla Commissione ordinatrice dellafesta.

Chiarissimo SignorePoichè per il fausto avvenimento della

annessione di Roma la mente ed il cuoredee-li Italiani sono attualmente rivolti allefeste che si preparano per l' ingresso delRe nell'eterna Città, e poichè non era de-terminato il giorno in cui questa solenneoccasione d' esultanza nazionale doveva at-tuarsi, la Commissione per le onoranze aG. Battista Niccolini, che dovevano averluogo ai Bagni di S. Giuliano il 29 delcorrente, giorno anniversario della sua na-scita, ha deliberato di rimettere all' annoprossimo la celebrazione dell'anniversariomedesimo, affinché questo tributo d' omag-gio al (Iran Poeta abbia risultamento cor-nrispondente ai divisamenti della Commis-sione, all'importanza del subietto.

La preghiamo quindi rendere di pubblica

ragione questa notizia nel giornale da leimeritamente diretto; e con distinta stimaci protestiamo

Bagni di S. Giuliano,li 23 ottobre 1870.

DevotissimiD. C. CUTITRI Vice-Presidente.D. ETTORE BARSOTTI Segretario.

— Giovedì sera giungevano in Pisa,all' albergo delle Donzelle, il Marchese Spi-noia, colonnello ufficiale d' ordinanza diS. M. insieme colla sua gentile Signora,nata contessina Mirafiori , i quali con unacomitiva di signori genovesi, fra i quali ilSindaco di Genova, Barone Podestà, si re-carono nei giorni di venerdì e sabato a cac-ciare nella R. Tenuta di S. Rossore. Erapure della partita il nostro concittadinoMarchese Cesare Sciamanna.

La caccia fu abbondantissima in tutti edue i giorni; e per quanto ci dicono anchela gioviue Marchesa dette più volte felicesaggio della sua abilità al tiro.

Nel venerdì si trovava pure in S. Ros-sore un'altra comitiva di giovani fioren-tini, con a capo il Contino di Mirafiori,che però ripartì la sera stessa per Firenze.

La prima invece si trattenne, come ab-biamo detto, anche il sabato, e ripartìsolo nella sera.

— Il Messaggiere Italiano annuncia dicessare dalle sue pubblicazioni, per ripren-derle a Firenze, ai 15 di novembre, sottoaltro titolo ed in formato più grande.

In luogo suo pare che si fonderanno inPisa altri giornali : uno dei quali politico,bisettimanale, e che avrà per titolo l'Arno;1' altro letterario, mensile o bimensile, e dicui ignoriamo il nome; ed un terzo ancoracol titolo la Gazzetta Universitaria, tra-sformazione dell' Amico del Popolo.

Della Patria e dell' Eco dell' Arno nonabbiamo più avuto notizie.

— Stamani hanno avuto luogo alla Pri-maziale i funerali del defunto ArcivescovoCardinale Cosimo Corsi.

Officiava Monsig. Arrigoni, arcivesco-vo di Lucca, ed assisteva il Clero dellacittà, e delle campagne circonvicine.

— Domenica sera si udì in prossimità delBorgo un colpo di arme da fuoco. Fu unaesplosione accidentale, derivante dall' essercaduto sul lastrico il revolver ad unaGuardia di P. S., mentre colluttava con unindividuo che non voleva obbedire all'inti-mazione fattagli dell'arresto.

— Il R. Provveditore agli Studi delle Pro-vincie di Pisa e di Livorno .

Veduta la deliberazione del Consiglio pro-vinciale scolastico di Pisa, del 3 corrente mese,

Notifica:

È aperta una sessione straordinaria diesami per ottenere le Patenti di maestro emaestra delle Scuole Elementari del gradoinferiore, e del grado superiore. Gli esamisaranno dati in Pisa presso la R. ScuolaNormale, nel giorno 20 del prossimo mesedi novembre a ore otto antimeridiane, e neigiorni successivi.

Gli aspiranti all'esame di maestro di gradoinferiore debbono avere compiuta l' età dianni 18, e quelli pel grado superiore dianni 19.

Per essere ammessi all' esame gli allievidelle Scuole Normali e Magistrali pubblicheapprovate presenteranno la carta di ammis-sione firmata come prova dell' ottenuta pro-mozione. Per tutti gli altri aspiranti si ri-chiede: 1.0 la fede di nascita; i.0 il certificatogiudiziario di penalità, conforme all'art. 18

del regolamento approvato con Regio decretodel 6 dicembre 1865.

Le domande di ammissione dovranno esserescritte in carta bollata da centesimi 50, e lefedi di nascita debitamente legalizzate.

Tutti gli aspiranti dovranno dichiararenelle rospettive domande il grado della Pa-tente, che desiderano di ottenere, e se inten-dono di sostenere l'esame solamente sullematerie obbligatorie, od anche sopra alcunedi quelle facoltative, o su tutte.

Le domande anzidette cun i relativi docu-menti debbono iudirizzarsi franche di postaalla R. Prefettura di Pisa, non più tardi deldì 15 di novembre.

Tutti indistintamente gli aspiranti dovran-no pagare Utfizio di Prefettura lire 9 perdiritti di esami, e lire 1. 10 per dazio di bollodella Patente.

Pisa, 10 ottobre 1870.

Il 1:. Provveditore agli studiBosio.

Sabato e Dolue,nica, 29 e 30, avremoal Teatro dei Ravvivati la CompagniaChinese diretta dal giuocolatore Link-Look,che già conoscemmo nel settembre al Po-liteama. Egli ha scritturato nuovi artisti,ed eseguirà nuovi e svariati giuochi.

Domenica la Compagnia del CircoAmericano dette due rappresentazioni inquesta città; la prima alle 3 e la secondaalle 8 pomeridiane.

Dei lavori ci piacquero specialmente uno

sui trampoli, ed un giuoco con uno e dueglobi.

Quello però che più destò l'ammirazio-ne fu la gabbia dei leoni, uno dei qualiferocissimo.

La tenda, sotto cui la Compagnia fa isuoi esercizii, è degna di considerazionetanto per la mole, quanto per l' esattezzadi costruzione, e la facilità colla quale i nbrevissimo tempo può esser montata.

Ci dicono che l' incasso delle due rap-presentazioni, nonostante il tempo cattivo,ascendesse a circa 2000 lire.

La Pezzana non verrà più nemmenonel Decembre.

Non sappiamo ancora con quale spet-tacolo si aprirà il Teatro Nuovo per car-nevale e quaresima.

Il contratto, che troppo prematura-mente avevamo annunziato concluso, andòin fumo.

Oggi l' assemblea degli azionisti delTeatro Nuovo era convocata per urgenzaper deliberare sul da farsi.

MOVIMENTOdella Popolazione del Comune di Pisa

nel mese di settembre 1870.

NATI: — legittimi 144, di cui 71 maschi e73 femmine; — illegittimi 6, di cui 4 maschie 2 femmine; — esposti 9, di cui 7 maschie 2 femmine. — Totale per sesso: maschi 82,femmine 77. — Totale generale 159.

NATI MORTI: una femmina illegillimia.Parti multipli tre, cioè uno di due maschi

edue di due femmine ciascuno.MATRIMONI: — tra celibi 2G; — tra vedovi

e nubili 2; — tra vedovi. 1. — Totale 29 —Sottoscritti: da ambedue gli sposi 12; —

dal solo sposo 10; — dalla sola sposa 1; —da nessuno 6. — Totale 29.

Matrimoni tra congiunti nessuno.MORTI: — celibi 110, di cui 57 maschi e 53

femmine; — conjugati 36, di cui 8 maschi e8 femmine; — vedovi 22, di cui 8 maschie 14 femmine. —Totale per sesso: maschi 83,femmine 85. — Totale generale 168.

Fra i 110 celibi sono compresi 84 individui,di cui 42 maschi ed altrettante femmine,morti prima della età di 5 anni.

Stato Civiledal 21. ai 30 settembre 1870 induSiVO.

Nascite denunziate

Maschi 9 — Femmine 41.

Matrimoni.Botti Le opoldo fu Cesare, celibe, orefice, con

Del Grande Emilia di Francese, nubile, attendentoalle cure domestiche, ambedue di Pisa — CiabattiGiuseppe di Francesco, celibe, fa legname, conSbrana Eufemia di Giovanni, nubile, attendentealle cure domestiche, ambedue di Pisa OrsoliniSabatino di Francesco, celibe, muratore, di S.Michele degli Scalzi, con Schinini Areni di Giusep-pe, nubile, tessitrice, di Pisa Torri Iacopo diFerdinando, sellaio, con Sevieri Carme-linda d' Licopo, nubile, tessitrice, ambedue diPisa Matrigali Leopoldo fu Gustavo, celibe,muratore, di Pisa, con Marrucchi Irene di Gio-vanni, nubile, tessitrice, di san •G iovanni alGatano. Mennucci Emilio di Federigo, celibe,caffettiere, con Albricci Teresa fu Giacomo, nubile,tessitrice, ambedue di Pisa — Pani Enrico d'Eu-genio, celibe, consigliere di Prefettura, di Casertacon corta' M . 4 Giuseppe di Pasquale, n u bile, d i N no-

- Franceschi Aurelio del ca v . avv. Bartolommeo,celibe, ingegnere, di Firenze, con Pardocchi Ezelinadel doti.. Pietro, nubile, attendente alle cure do-mestiche, di Pisa — Rosi Cesare fu Ferdinando,celibe, colzolaro, di Peccioli, con Muretti Teresafiglia dei LIR. Spedali di Pisa, nubile, attendentealle cure domestiche, di Pisa — Macchia Santid'Angiolo, domestico, celibe. con Gesi Giuseppa fuFerdinando, nubile, domestica, ambedue di Pisa.

Morti.Cappelletti Giulia fu Santi, nubile, di anni 30,

di S. Marco alle Cappello — Marchi Affilio di An-giolo, di mesi 21, di Pisa — Senni ArchimedeLuigi, di mesi 48, di Oratojo Giovanni diLuigi, di anni , di Pisa Papini Un'eri di Lui-gi, di mesi ,3i , di S. Stefano extra inocula — Cioè,Arduina di Giuliano, di mesi 22, di Pisa — BarontiRanieri fu Giuseppe, di anni 36, coniugato, tappez-ziere, di Pisa — Franchini Raffaello di Francesco,di mesi 46, di Pisa — Tessitori Amelia di Giacomo,di mesi 45, di Vercelli — Favilla nei RemoriniPalmira di Luigi di anni 22, sarta, di S. Micheledegli Scalzi — Celi Luigi di Biagio, di anni 21,celibe, artigliere nel 7.° Reggimento, di Sogliano,Fo Emma di Riccardo, di mesi <6, di Pisa—Pomi Umberto di Raffaello, di mesi 39, di Riglione.Vai lini Pietro di Giovanni, di mesi 48, di Pisa —Metani nei Metani Assunta fu Vincenzo, di anni 32,di S. Michele degli Scalzi — Carmassi negli At-tuali Luisa fu Pietro, di anni 41, bracciante. diPisa — Batistini Massimiliano fu Luigi, di anni 70,vedovo, legnaiolo, di Pisa- Dei vedova PanicucciAssunta fu Giov. Batta, di anni 67, di Riglio-ne — Grazzini vedova Galli Emilia fu Giovanni,di anni 45, dei Bagni san ,Giuliano — Rosei-lini Raimondo di Giuseppe, celibe, di anni4 8 , bracciante, di Montecatini di Val diNievole — Pulidori vedova Arringhieri Annunziatafu Antonio, di anni 60, di Collegolì, Paleja MaggiFlamini° fu Rinaldo, di mesi 43, della Madonnadell'Acqua — Ritchie nei Rasarlo Isabella di Enri-co, di anni 23, di Catinia—Martini Angiolo fu Gio-vanni, di anni 81, vedovo, benestante, di Pisa —Galvani vedova Vitali Maria fu Giuseppe, di anni75, oprante, di Palaja — Nista Lorenzo di Gaspero,di anni 23, coniugato, bracciante, di S. Giusto inCannicci -Fontanelli Francesco fu Pasquale, di anni67, vedovo, bracciante, di Rosignano Marittimo —Romagnani Cosimo fu Giovanni, di anni 21,celibe, falegname, di Pisa — Farnesi Sofia di Lo-renzo, di anni 2, di Putignano — Paoletti Orestedi Sebastiano, di anni 21, celibe, conciapelli,di Pisa.

E più 41 al disotto di un anno.Cambiamenti di Domicilio.

Vegni Luigi, pensionato R., da Siena a Pisa.

VARI_ETALE PERIPEZIE 1)1 UN PALLONE.

Togliamo dalla Gazzetta Cli Cambrai il se-guente articolo relativo ;il viaggio aereo dell'UOVO pallone il Wasington, disceso in vici-nanza della città di Cainbrai :

Wasington è un pallone che, partito daParigi alle sette della mattina del 12, pren-deva terra quattro ore più tardi a 8 chilome-tri da Cambrai vici no a Carnières, in unluogo chiamato el rio d'Avesne.

Condotto dall' areonauta Reda(' t, questopallone conteneva, oltre una grande quantitàdi lettere e di dispacci pei rappresentantidel governo e pei particolari , un delegato delministero degli affari esteri, il signor Lefèvre,inviato a Vimma con dispacci, ed un ílitrofunzionario d' un rango più modesto, certoVon Roofebeke, belga di nascita, che ha laspecialità di allevare e dirigere i piccionimessaggeri.

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AVVISO.

Si rende noto come alla pubblicaudienza del dì undici ottobre 1870non essendo avvenuta la venditaper mezzo del pubblico incanto delpezzo di terra lavorativo vitatoposto in luogo detto ,x S. Marco inSan Giusto » rappresentato all'uffi-fizio del catasto del Comune di Pisadalla particella di n.' 1996, articolo

di stima 1832, sezione L, con ren-dita imponibile di lire 26. 88, dellasuperficie di metri 3099, 52, di pro-prietà del signor Bartolommeo delfu Domenico Dell'Omod'arrue be-nestante domiciliato nel popolo diS. Giovanni al Gatano, espropriato

da Florido Pettini di San Marcoalle Cappelle, rappresentato ex offi-cio dal dott. Ferdinando Del Corso,per il prezzo di lire 1202 e cent. 40,valore attribuitogli dal perito gin-dieiale signor Carlo Del Seppia, dalTribunale stesso è stato rinviato al-1' udienza del dì otto novembre 1870col terzo sbasso del 10 per cento, ecosì per il prezzo di lire ottocentosettantasei, e centesimi 54: il tut-to cc. in ordine al Bando del di 7luglio 1870.

Li 24 ottobre 1870.D. FERDINANDO DEL CORSO.

t

ESTRATTO DI BA.NDO.

(Prima inserzione)In esecuzione alla sentenza del

Tribunale civile di Pisa del 22 gen-najo 1870 proferita alle istanze delsacerdote sig. Giov. Battista Bara-glia possidente domiciliato a Vec-chiano, rappresentato dal dottorTommaso Scalvanti con domicilioelettivo in Pisa presso del medesimo,od annotata sotto dì 26 luglio suc-cessivo in margine della trascrizioneoperata all'Uftizio dello Ipoteche didetta città sotto di 23 giugno 1869,'vol. 15 art. 243 del precetto trasmessonel giorno stesso ad Antonio del fuGiuseppe Lucarelli guardia, domici-liato nel popolo di Nodiea, comuni-

Va, di Vecchiano; ed al seguito dellaordinanza presidenziale del cinqueottobre 1870, sarà proceduto nellamattina del dì venti dicembre annocorrente, nella sala dellEr udienze ci-vili del suddetto Tribunale, all'incan-to, a pregiudizio del prefato AntonioLucarelli,

Di un appezzamento di terra lavo-rativa, pioppata e vitiata posto nelpopolo di Malaventre, in luogo dettoPruniccio di misura ari 81, deciari 66e eentiari 36 o quanto sia, cui confi-nano a 1° Strada maestra, 2° Bara- iglia, 3° Sbra,gia e 4° Mazzoni, rappre-sentato al catasto della Comunitàdi Vecchiano in sezione G, dallaparticella di n.° 389, articolo di stima404, con rendita imponibile di L. 64e centesimi 40, sulla quale è al pre-sente imposto il tributo diretto ver-so lo Stato in L. 22 e centesimi 95,e gravato dell'annuo canone di li-vello in L. 86 e centes. 17, sul prezzoofferto dal nominato creditore istantein Lire ottocento e centesimi 50 alnetto di ogni legale detrazione, e conle appresso condizioni: La L'incantosarà tenuto a forma del codice diprocedura civile. 2.. Sarà a mmessooffrire all'incanto chi giustificheràdi avere depositato il decimo delsuddetto prezzo,ed inoltre la sommadi L. cinquecento per far fronte allespese a carico del liberatario. 3.a

compratore anderà al possesso appe-na sarà divenuta definitiva la vendi-ta , o da quel giorno ne perci-perà le rendite, sopporterà tutte letasse e imposizioni, corrisponderàsul prezzo il frutto del cinque percento, qual prezzo e frutti sarannopagati a seconda del giudizio di gra-duatoria; corrisponderà ogni annoagli Eredi Cecconi l'indicato canonedi livello, e pagherà ai medesimi ilL'ideami° di passaggio. 4.. Il com-pratore dovrà pagare al procuratoredel creditore istante le spese delgiudizio di spropriazione con tantarata del prezzo, e frutti appena gliverrà notificato il decreto di tassa-zione, e saranno a di lui carico le

spese dell'ultimo incanto, della sen-tenza di vendita, registro, trascri-zione, iscrizione della ipoteca legale,e della voltura estimale. 5.a 1.1 com-pratore dovrà affrancare a richiestadel sig. Giov. Battista Baraglia, ilsuddetto canone di livello con gliEredi Ceeconi domini diretti se, ecome di ragione.

E ordinato ai creditori iscrittisopra il suddetto fondo di depositarenella Cancelleria del Tribunale civi-le di Pisa le loro domande di collo-cazione motivate con i documentigiustificativi entro il termine di gior-ni trenta dalla notificazione del Ban-do, essendo delegato il giudice sig.Tito Gori per la istruzione del giu-dizio di gradimatoria, come più detta-gliatamente dal Bando del 5 ottobre1870 esistente nella Cancelleria delsuddetto tribunale, al quale cc.

Pisa, li 25 ottobre 1870.

Dott. TOMI. SCALVANTI.

AVVISO.

Si fa noto che nel dì 25 ottobrecorrente non avendo avuto luogo,per mancanza di inserzione, l'incan-to dei beni immobili espropriati apregiudizio della signora AtnabiliaViti vedova Tassi, Antonio, Giusep-pe e altri Tassi sulle istanze di For-tunata Barbuti vedova Grassi, ilTribunale rinviò l' incanto stesso al-1' udienza del dì 11 novembre 1870con un terzo sbasso del dieci percento, e così il primo lotto per li-re 6940, 38, e i il secondo lotto per

lire 5463, 21. Detti beni consistono :1.0 Lotto. —Un insieme di fab-

bricati per pigionali con terra an-

nessa posti in S. Giovanni al Ga-tano comune di Pisa, di dominiodiretto dei signori Collodi per l'an-nuo canone di lire 17, 89.

2.° Lotto. — Porzione d'una fab-brica composta di diversi quartiericon resedio e orto posta come so-pra, di diretto dominio di detti si-gnori Collodi per il canone annuo

di lire 12,75, e come meglio resultadal Bando esistente in questo Tribu-nale di Pisa. •

Li 25 ottobre 1870.

Dott. RANIERI CECCARELLI.

AVVISO.

Si fa noto che il Tribunale diPisa con sentenza del 25 ottobrecorrente, ha dichiarato il fallimentodi Emilia Pironi moglie di Isa,ehMires commerciante in Pisa,ordinato l' apposizione dei sigillialle merci, carte ed altri effetti

mobili della taberna, della fallita;ha nominato in sindaco provvisorioil signore Isach Coen Pitoni, ed ingiudice delegato all' istruzione didetta procedura il sig. avvocatoSilvio Salvi; destinando la mattinadel di 12 novembre 1870, a ore 10,per l' adunanza dei creditori cheavrà luogo in Camera di consiglio diquesto Tribunale per procedere allanomina del sindaco definitivo.

Dalla Caneell. del Trib. di PisaLi 26 ottobre 1870.

C. RAllETTI.

L'Intendente — FARRAVICINL

4INTENDENZA DI 'ìíNANZA IN PISAAV VISO 19' ASTA

Al seguito della diserzione dell' incanto tenutosi il 23 corrente otto-bre, si fa noto che la mattina del dì 14 novembre 1870 alle ore 12meridiane in Pisa, e precisamente in una delle sale dell'Uffizio dell'Inten-denza in Piazza S. Niccola, si procederà alla presenza del sottoscrittoIntendente o di un suo incaricato, a nuovo incanto pubblico col sistemadell'estinzione di candela vergine, per la vendita di una partita di Scorzalavorata in succhio nell' anno 1870 nella Tenuta demaniale di Cecina,ai patti. ed alle condizioni del relativo quaderno d'oneri, visibile finoal giorno dell'asta nell' uffizio suddetto, e nello scrittoio dell'Agenziademaniale di Cecina.

La Scorza di cui si tratta, compresa in un solo lotto, è depositatanei magazzini della sovra,indicata Agenzia, ed ascende in complesso acirca chilogrammi 114,145, distinta e valutata come appresso:Leccio peda,gno in succhio Ch. 45,120 a L. 102 per mille Cli'-' 1•J. 4602,24Corro pedag‘ no in succhio. » 67,225 a » 62 per mille » 4167,95Scorzone di Cerro greggio » 1,800 a » 42 per mille ,» 75,60

Ch. 114,145

Le ()frette in gara non potrannoessere minoriprezzo complessivo come sopra attribuito alla Scorza.

Nessuno potrà essere ammesso all'incanto se non a,bbii, fatto primanelle mani di chi vi presiede un deposito in numerano, o biglietti dellaBanca Nazionale corrispondente almeno al quinto del prezzo di stimapreindicato, il quale deposito sarà restituito immediatamente doposeguita l' aggiudicazione, meno quello del deliberatario.

Entro quindici giorni da quello dell' incanto, e così sino alle ore 12meridiane del dì 29 novembre 1870, potranno essere presentate offerte dianniento non inferiori al ventesimo sul prezzo della seguita aggiudica-zione, unendo alle offerte ‘ stesse la prova di avere eseguito per quest'og-getto in una delle Casse dello Stato il deposito del decima della sommaofferta in danaro o biglietti- di Banca come sopra.

Dalla Intendenza, di Finanza in PisaLi 25 ottobre 1870.

L. 8845,79.

di lire venti sul

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•-Voi abbiamo veduto i tre viaggiatori, nonche l' areostata che li portò a Cambrai, e sìgli uni che l' altro destarono al massimogrado la curiosità della popolazione.

JI viaggio del Wasington fu singolarmenteavventuroso. Alla partenza, il pallone nonsi elevava al disopra di 500 metri. A que-st' altezza c' era da temere i proiettili prus-siani: ben presto difetti le palle fischiaronoalle orecchie dei tre arditi viaggiatori: anziqualcuna s'infisse nell'involucro della gigan-tesca mole, il che contribuiva non poco —

facendola abbassare — a rendere maggior-mente critica la posizione dei viaggiatori.

Fu quindi necessario ricorrere ai mezziestremi: tutti i sacchi di zavorra furonogettati: il pallone in allora s'innalzò rapida-mente a 1500 metri, sfidando così le palleche venivano a morire al di sotto di esso:

ma non era ancora al sicuro dalle palle dicannone che non si mancò d'inviargli. Il ventosi fece più vivo e il pericolo parve scongiu-rato. Tutt'altro; giacchè mezz'ora dopo l' a-'Tostata si abbassava di nlIONTO sorvolandosopra una città evidentemente occupata dalnemico, poichè durante tre quarti d' ora do-vette rimanere bersaglio ad _un vivo fuocodi moschetteria.

Sembrava che i venti avessero espressa-mente fatto tregua per esporre il coraggiosoequipaggio ai proiettili prussiani. Finalmente

dal sud si mette a soffiare un vento furioso:

era la salvezza, ma poteva altresì esser cau-

sa di nuovi perigli. TrascinAto da un turbi-nìo vertiginoso, il pallone divorava lo spazio,ora salendo ed ora abbassandosi, a seconda

delle correnti. Dopo una corsa così tempe-stosa, si abbassa al punto di rasentare ilsuolo vicino alla stazione di Cambrai — matosto s'innalza di nuovo e via per lo spazioe di nuovo ricade: Is mIreormauta crede siagiunto il momento favorevole per . gettarl'ancora co' suoi quattrocento metri di fune.A ffrettasi e sdipana rapidamente la corda:non ha un minuto, non un secondo da per-dere, poichè il vento si fa più impetuoso diprima: I'lnicora sta per toccar terra, si èsalvi, si è in porto, il viaggio si -potè com-pire felicemente. Bravo! Ma no! l'areonautaè. travolto dalle spire della fune che si svi-luppa: giù volteggia nello spazio e precipita.

La sua morte sembra certa:. ma per unafortuna insperata, incredibile, la fune stessalo . salva trattenendolo. In quella caduta diquasi 20 metri, Bertaut non riporta che leg-gere contusioni: c'è da gridare al miracolo!

Il pallone„abbandonato alia direzione deidue altri viaggiatori, il diplomatico e l'alle-vatore di piceioni, continua la sua marciasfrenata: l'ancora solca la terra, fa inclinarela navicella ed il pallone: la corsa continna:dà di cozzo negli alberi che si spezzano: inun urto contro una prominenza del terrenola navicella si vuota d'un altro dei suoi oc-cupanti, del sig. Lefèvre: l'ultimo, che è ilnostro belga, non cessa di dar prova del piùgran sangue freddo. Arrampicandosi fra icordami che astringono la navicella al pal-lone, giunge ad afferrarlo e lo sventra acolpi di coltello e colle mani strappa i larghibrandelli della stoffa. Alla fine l'enorme sferasi sgonfia e discende: circa 200 contadini che

ne avevano seguìto gli estremi sbalzi, lo ar-restano.

Il povero belga non aveva ancora toccatala sua triste odissea: i contadini lo scam-biano per un prussia no, e parlano nien!e-meno che di fargli la festa. •

— Farete di me ciò che vi piace, grida loroimperterrito Roofebeke, ma prima aiutatemia mettere in salvo i _dispacci che vi reco daParigi.

Queste parole pronunciate colla rapidità eTa convinzione reclamate dalla circostanza,calmano i timori dei nostri troppo sospettosipaesani. Ben presto giunsero l on. Menaconsigliere comunale, e il sindaco di Car-uières, i quali accolsero cortesemente il viag.giatore ed il prezioso suo carico Di lì a pocoanche il signor Lefèvre, caduto poco distante,fu sul luogo: per un movimento istintivo idue compagni di viaggio, lieti di ritrovarsidopo tante peripezie sani e salvi, si gettarono l' un l' altro fra le braccia.

Non si conosceva ancora la sorte del con-duttore della spedizione, dell'areonauta Ber-taut. Un contadino accorse annunziando cheanch'esso era stato salvato, che trovavasi inuna fattoria non molto lontana. ove gli siprodigavano le cure che esigeva il suo stato.

Un' ora dopo circa, il signor Brieout riu-niva alla sua tavola i tre viaggiatemi, i qualiverso le tre poterono entrare a Cambrai econsegnare alla posta i cinque grossi sacchidi dispacci cime avevano portati da Parigi.

ANGIOLO PACINI Gerente Respons.

(Articolo comunicato)

Una vittima del proprio dovere.

La mattina del I O corrente nel luogo dettoBellaria, sullo stradale che conduce alla sta-zione doganale, di Cagnona (Rimini), fu uccisoa tradimento con un colpo d'arnie da fuoco ilBrigaliere delle guardie doganali FaustoRiccomini di Pisa, da un certo Castagnola, ilquale dopo consumato il delitto si rifugiònella Repubblica di S. Marino, da dove sispera le nostre autorità otterranno l'estradi-zione. Sembra che questo sciagurato fossespinto a tale eccesso per vendicarsi de Ricco-mini, che poco tempo prima gli avl a fattoun fermo di contrabbando.

Tale luttuoso avvenimento produsse viva

sensazione in quanti conoscevano l'infeliceBrigadiere, poichè era amato e stimato da

tutti quelli che lo avvicinavano, più special-

mente da' suoi superiori, i quali lo ritenevano

per uno dei più zelanti nel disimpegno delle

proprie attribuzioni.

Il Riccomini aveva servito nel R. Esercitoove per le sue ottime qualità era pervenuto al

grado di Furiere maggiore al 33.0 di linea;

aveva fatte le gloriose campagne del 59 e 60

avea combattuto contro il brigantaggio nelle

provincie meridionali, e poi fatalità!

doveva perire così miseramente da mano as-

sassiva, vittima del proprio dovere nella verde

età di anni 32 Povero giovine!

— Pisa, Tipografia Nistri. —

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