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Eni S.p.A. Divisione Refining & Marketing TIPOLOGIA DI DOCUMENTO SPECIFICA TECNICA REVISIONE DATA VALIDITA’ PAGINA CODICE / TITOLO NT0746_ST_GEN_REV0 Criteri di Progettazione (SPC.SN.MEC.0008 Rev.0): Meccanizzazione P&I Diagrams 0 19/12/2007 1/1 0 SNAMPROGETTI TEIND TEIND TEIND n.057-2007 REV REDAZIONE VERIFICA APPROVAZIONE PROTOCOLLO AREA DI ARCHIVIAZIONE: INDUSTRIALE LISTA DI DISTRIBUZIONE UNITA’ DIRETTAMENTE INTERESSATE ALL’APPLICAZIONE: RAF LI – Raffineria di Livorno RAF PV – Raffineria di Sannazzaro RAF TA – Raffineria di Taranto RAF VE – Raffineria di Venezia STAD TO – Stabilimento di Robassomero Raffineria di Gela S.p.A. UNITA’ COMUNQUE COINVOLTE/INTERESSATE: INDLOG/GEDE INDLOG/COPRES INDLOG/TECIND INDLOG/TEIND HSEQ

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TIPOLOGIA DI DOCUMENTO

SPECIFICA TECNICA REVISIONE DATA

VALIDITA’ PAGINA

CODICE / TITOLO

NT0746_ST_GEN_REV0 Criteri di Progettazione (SPC.SN.MEC.0008 Rev.0): Meccanizzazione P&I Diagrams

0 19/12/2007 1/1

0 SNAMPROGETTI TEIND TEIND TEIND n.057-2007

REV REDAZIONE VERIFICA APPROVAZIONE PROTOCOLLO

AREA DI ARCHIVIAZIONE: INDUSTRIALE

LISTA DI DISTRIBUZIONE UNITA’ DIRETTAMENTE INTERESSATE ALL’APPLICAZIONE: RAF LI – Raffineria di Livorno RAF PV – Raffineria di Sannazzaro RAF TA – Raffineria di Taranto RAF VE – Raffineria di Venezia STAD TO – Stabilimento di Robassomero Raffineria di Gela S.p.A. UNITA’ COMUNQUE COINVOLTE/INTERESSATE: INDLOG/GEDE INDLOG/COPRES INDLOG/TECIND INDLOG/TEIND HSEQ

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CRITERI DI PROGETTAZIONE

MECCANIZZAZIONE DEI P&I DIAGRAMS

SPC.SN.MEC.0008

Rev.0

Novembre 2007

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UCONTENUTO

TU1.UT TUGENERALITA'UT TU1.1.UT TUScopo e campo di applicazioneUT TU1.2.UT TUUnità di misura UT TU1.3.UT TUAbbreviazioniUT

TU2.UT TUPROCESSO DI LAVOROUT TU2.1.UT TUMeccanizzazioneUT TU2.2.UT TUElaborati prodotti UT

TU3.UT TUP&I D. DEI SISTEMI PRIMARI E SECONDARI - APPARECCHIATURE E MACCHINEUT

TU3.1.UT TUMeccanizzazioneUT TU3.2.UT TUSuddivisione dei flussi ai refrigeranti ad aria UT

TU4.UT TUP&I D. DEI SISTEMI PRIMARI E SECONDARI - LINEE E RELATIVI COMPONENTIUT

TU4.1.UT TUDeterminazione delle condizioni di progetto e di esercizio UT TU4.2.UT TUDefinizione dei dati per preparazione delle classi tubazioni UT TU4.3.UT TUNumerazione delle linee UT TU4.4.UT TUMeccanizzazione delle linee e dei relativi componenti UT

TU5.UT TUP&I D. DEI SISTEMI PRIMARI E SECONDARI - STRUMENTAZIONEUT

TU5.1.UT TUValvole di regolazioneUT TU5.2.UT TUValvole di sicurezzaUT TU5.3.UT TUStrumentazione su linee/apparecchiature UT TU5.4.UT TUValvole SDV (ON-OFF)UT

TU6.UT TUP&I D. DISTRIBUZIONE SERVIZIUT TU6.1.UT TUMeccanizzazioneUT TU6.2.UT TUSchemi antincendioUT

TU7.UT TUP&I D: INTERCONNESSIONEUT TU7.1.UT TUMeccanizzazioneUT

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1. UGENERALITA' U

1.1. UScopo e campo di applicazione 1.1.1. Il presente documento ha lo scopo di fornire i criteri con cui il Progettista IMP deve

effettuare la meccanizzazione dei P&I D. dei sistemi primari, secondari, interconnessione e distribuzione servizi necessari per lo sviluppo della progettazione di impianti petroliferi e chimici nell'ambito delle attività e delle competenze di ogni servizio.

1.2. UUnità di misura 1.2.1. Le unità di misura da adottare nella meccanizzazione dei P&I D. sono quelle definite

nel sistema internazionale (SI) ad eccezione delle unità di misura delle pressioni. 1.2.2. Nel caso che nei sopra citati documenti non vengano definite alcune unità di misura,

varrà quanto contenuto nella normativa di adeguamento al sistema internazionale (SI).

1.3. UAbbreviazioni

AUS Tecnologie di base Sistemi Ausiliari IMP Ingegneria Impiantistica MEC Apparecchiature Meccaniche e Macchine PRC Unità Tecnologica o di Processo competente SMAUT Strumentazione e controllo SPEC. PIPING Specificazione Componenti Piping DN Diametro Nominale P&I D. Piping and Instrument Diagram RdA Richiesta di Approvvigionamento P.P. Pressione di progetto T.P. Temperatura di progetto T.E. Temperatura di esercizio Cv Coefficiente di efflusso (per valvole)

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2. UPROCESSO DI LAVORO

2.1. UMeccanizzazione 2.1.1. La meccanizzazione consiste nel completare i P&I D. con tutte le informazioni di

base necessarie per lo sviluppo dei lay-out di dettaglio delle tubazioni e la definizione qualitativa dei componenti di tubazioni e strumentazione, con il grado di dettaglio necessario per l'acquisto. In tale ambito, l'Unità IMP:

- classifica tutte le tubazioni, attribuendo le specifiche dei materiali e numerando le

stesse al fine di una ordinata gestione dei materiali, della costruzione e dei rivestimenti;

- include i dettagli meccanici e funzionali provenienti dalla progettazione delle

apparecchiature e delle macchine, dai disegni dei fornitori, dalla definizione della strumentazione;

- prepara i P&I D. di distribuzione servizi e di interconnessione.

2.1.2. Il processo di meccanizzazione viene eseguito in tre fasi distinte:

- UIª FaseU: a) meccanizzazione dei P&I D. dei sistemi primari e secondari.

In questa fase vengono svolte tutte le attività di meccanizzazione dei P&I D. ad esclusione di quelle legate alla disponibilità di dati dai Fornitori. Ad esempio, non sono normalmente disponibili le dimensioni delle valvole di regolazione, delle valvole di sicurezza, degli accoppiamenti alle macchine e package, ecc.;

b) definizione dei P&I D. di distribuzione servizi e di interconnessione al fine del

dimensionamento dei collettori.

- UIIª FaseU: a) aggiornamento dei P&I D. dei sistemi primari e secondari in funzione dei dati

disponibili dai Fornitori;

b) aggiornamento dei P&I D. di distribuzione servizi e di interconnessione con il dimensionamento dei collettori.

- UIIIª FaseU:

a) completamento di tutti i P&I D. (dei sistemi primari e secondari, di distribuzione e di interconnessione) in funzione dei disegni finali ricevuti dai Fornitori.

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2.2. UElaborati prodotti 2.2.1. Gli elaborati prodotti a fronte di questa attività sono:

- P&I D. dei sistemi primari e secondari (per quanto di competenza dell'Unità IMP); - P&I D. di distribuzione servizi; - P&I D. di interconnessione; - Elenco linee; - Insiemi di Progetto.

2.2.2. Elenco linee 2.2.2.1. E' l'elenco ordinato di tutte le tubazioni per impianto, servizio e numero progressivo

per permetterne una rapida individuazione in tutte le fasi della progettazione e della costruzione. Tale elenco viene ottenuto compilando, nella prima fase di meccanizzazione, il Foglio Dati del piano delle specifiche.

2.2.2.2. Nell'elaborato sono indicati:

- tipologia del fluido e numero progressivo; - descrizione del punto di origine e di destinazione di ogni linea; - diametro nominale; - classe tubazioni; - tipo finitura linea; - temperatura di esercizio e di progetto; - pressione di progetto; - fluido da usare per il collaudo (se diverso dall'acqua) e relativa pressione; - saldatura.

2.2.3. Insiemi di Progetto 2.2.3.1. Gli "insiemi" sono la raccolta delle soluzioni tipiche scelte per il Progetto per quanto

riguarda l'assemblaggio e l'installazione di sfiati, dreni, connessioni con strumenti, ecc.

2.2.3.2. Gli "insiemi" normalmente riguardano:

- sfiati e drenaggi; - drip ring; - prese di pressione; - tipico per prese di pressione sulle apparecchiature; - prese per aria strumenti; - prese di temperatura; - flange tarate con rispettive connessioni e tabella dei tratti diritti a monte e valle da

rispettare nell'installazione; - orientamento delle connessioni sulle flange tarate. Vedere documentazione per

installazione tipici di strumentazione, sfiati e dreni. 2.2.3.3. In tutti i casi dove si prevede un utilizzo frequente dei dreni anche dopo i collaudi

(es.: drenaggi gruppi di regolazione), devono essere previsti insiemi valvolati, con una valvola per rating ≤ 600# e con due valvole per rating ≥ 900#.

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3. UP&I D. DEI SISTEMI PRIMARI E SECONDARI - APPARECCHIATURE E MACCHINE

Quanto descritto in questa sezione deve essere inteso come completamento di quanto eventualmente già rappresentato nei P&I D. ricevuti da PRC.

3.1. UMeccanizzazione 3.1.1. La meccanizzazione delle apparecchiature e delle macchine consiste nel fornire i

dettagli meccanici di tutti i componenti, ad esempio rappresentando tutti i corpi degli scambiatori (vedere fig.1), i serpentini dei forni, ecc. e fornendo tutti i dati necessari per la loro identificazione.

3.1.2. A tal fine, il P&I D. viene completato aggiungendo, se non è già predisposta nella

parte inferiore dell'elaborato, una tabella contenente tutti i dati relativi a tutte le apparecchiature/macchine presenti sull'elaborato. Oltre alla descrizione del servizio, si indicano:

- Scambiatori a fascio tubiero: Pressione di progetto e temperatura di esercizio e progetto su

entrambi i lati mantello/tubi e coibentazione.

- Refrigeranti ad aria: Pressione di progetto, temperatura di esercizio/progetto.

- Recipienti: Pressione di progetto, temperatura di esercizio/progetto,

diametro interno, lunghezza del recipiente da tangente a tangente e coibentazione.

- Colonne: Pressione di progetto, temperatura di esercizio/progetto,

diametro interno, lunghezza della colonna da tangente a tangente e coibentazione.

- Reattori: Pressione di progetto, temperatura di esercizio/progetto,

diametro interno, lunghezza del reattore da tangente a tangente e coibentazione.

- Serbatoi: Pressione di progetto, temperatura di esercizio/progetto,

diametro interno, altezza e coibentazione.

- Forni: Pressione di progetto, temperatura di esercizio di entrata/uscita e coibentazione.

- Filtri: Portata massima, pressione differenziale con filtro pulito e

sporco.

- Silenziatori: Pressione di progetto, temperatura di esercizio/progetto.

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- Pompe: Pressione differenziale, temperatura di esercizio, massima pressione di aspirazione e portata.

- Compressori e Ventilatori: Pressione di aspirazione e mandata, temperatura di

aspirazione/ mandata, numero di giri e potenza motore.

- Turbine: Pressione di progetto, temperatura di esercizio, pressione della condensa e numero di giri.

- Eiettori: Pressione di progetto, temperatura di esercizio/progetto e

coibentazione. 3.1.3. I dati necessari per la compilazione delle tabelle sono da ricavare dalle specifiche di

progetto delle apparecchiature e delle macchine emesse da PRC o dalle specifiche meccaniche emesse dalla Unità competente. Qualora si dovessero notare incongruenze tra la specifica di Progetto ed il P&I D. (può accadere che le temperature e/o pressioni non siano coerenti con i relativi circuiti e/o sistemi) l'Unità interessata deve essere coinvolta per la risoluzione del problema.

3.1.4. Nella Tabella 3.1.4.a sono riportati alcuni esempi raffiguranti quanto

precedentemente descritto. 3.1.5. Oltre a quanto sopra descritto, sui bocchelli di apparecchiature/macchine collegati a

tubazioni e/o strumenti, devono essere indicati i rispettivi diametri e rating, quando diversi da quelli delle tubazioni collegate.

3.1.6 Tutti gli spurghi, drenaggi e sfiati dovranno essere flangiati e provvisti di doppia

valvola di blocco e con diametro non inferiore a 1”, con esclusione di quelli relativi ai servizi.

3.1.7 Tutti gli attacchi alle colonne e/o recipienti in pressione per strumentazione, servizi e

bonifiche ecc. dovranno essere muniti di saracinesche o valvole di intercettazione poste alla radice e dovranno avere flangiatura ANSI 600# per diametri fino a 1-1/2” ed in accordo al rating di linea per diametri superiori.

3.1.8 Tutte le apparecchiature devono avere un adeguato collegamento a P.O.. per le

bonifiche doppia valvola, disco a 8 e spurgo come da figura 2 (per rating ≥ 900# lo stacco alla radice dell’apparecchio deve avere doppia valvola).

3.1.9 Tutti gli scambiatori devono avere il dreno a P.O. (lato HC) come le colonne e i

recipienti (doppia valvola alla radice). Vedere punto 3.1.8. 3.1.10 Tutti gli scambiatori dovranno essere provvisti di collegamenti allo scopo di poter

eseguire le prove idrauliche; tali collegamenti devono essere previsti flangiati con valvola e muniti di flangia cieca.

3.1.11 Tutti gli scambiatori dovranno avere prese termometriche e monometriche flangiate in

entrata ed uscita.

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3.1.12 Si dovranno prevedere opportuni tronchetti di drenaggio muniti di valvola di blocco, tubo filettato e tappo.

3.1.13 I refrigeranti ad acqua devono essere progettati in relazione alla temperatura

massima di esercizio del fluido trattato compreso vapore a bassa pressione (circa 180°) per la loro eventuale bonifica.

3.1.14 Le tubazioni di uscita dell’acqua di refrigerazione dai refrigeranti dovranno essere

munite di by-pass (da 2”) della valvola di intercettazione per consentire la regolazione fine della portata.

3.1.15 Tutti i refrigeranti ad acqua devono avere uno stacco sulla linea di entrata per il

controlavaggio (almeno 2” e da 4” per tubazioni da 6” in poi). Prevedere uno stacco valvolato anche sulla linea di uscita acqua mare per eventuali collegamenti supplementari. Prevedere inoltre degli stacchi valvolati dai collettori principali, dalla parte superiore, per le linee di ingresso e di uscita acqua mare per ogni singolo apparecchio.

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Tabella 3.1.4.a - Esempio di alcune tabelle descrittive

UK-..... DESCRIZIONE

COMPRESSORE

UV-..... DESCRIZIONE RECIPIENTE

UK-..... DESCRIZIONE

SCAMBIATORE TEMP. DI ASPIR. = ........°C P.P. = ........ bar MANTELLO TUBI PRESS. DI ASPIR. = ........ bar T.E = ........°C P.P. bar ....... ....... PRESS. DI MANDATA = ........ bar T.P. = ........°C T.E. ENT./USC. °C ....... ....... TEMP. DI PROGETTO = ........°C DIA. INT. = ........ mm T.P. °C ....... ....... VELOCITA’ COMPR. = ... ... RPM LUNGHEZZA DA TANGENTI = ........ mm COIBENTAZIONE SI / NO SI / NO POTENZA MOTORE = ........ KW COIBENTAZIONE = SI / NO

UC-..... UDESCRIZIONE

UCOLONNAU

UP-..... UDESCRIZIONE

UPOMPAU

UH-..... UDESCRIZIONE

UFORNO U

P.P. = ........ bar Δ P = ........ bar P.P. = ........ bar T.E = ........°C T.E = ........°C T.E. ENT. = ........°C T.P. = ........°C MAX PRES. ASPIR. = ........ bar T.E. USC. = ........°C DIA. INT. = ........ mm PORTATA = ........ m P

3 P/ h COIBENTAZIONE = ........°C

LUNGHEZZA DA TANGENTI = ........ mm N. DI BRUCIATORI = ....... COIBENTAZIONE = SI / NO N. DI TUBI CATALITICI = .......

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Figura 1 - Rappresentazione unifilare di alcuni tipi di scambiatori

Note: - I tipi di scambiatori sopra indicati sono i più comunemente utilizzati. - Ricordarsi di verificare e sistemare, se necessario, gli schemi per posizione

bocchelli e tipi di scambiatore dopo il ricevimento del disegno dall'Unità interessata.

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Figura 2

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3.2. USuddivisione dei flussi ai refrigeranti ad aria 3.2.1. La suddivisione dei flussi ed il dimensionamento dei subcollettori relativi vengono

definiti da PRC non appena è stato definito il dimensionamento termico (e quindi il numero di fasci) dei refrigeranti ad aria. La figura 3 riporta un esempio di meccanizzazione delle tubazioni relative ad un refrigerante ad aria. Ai fini di stime veloci (offerte, premeccanizzazioni per elenchi materiali per convenzioni, ecc.) o comunque per un primo orientamento in assenza di altre informazioni, possono essere applicati i seguenti criteri di suddivisione e dimensionamento dei relativi subcollettori.

3.2.2. Oltre a quanto successivamente indicato, bisogna considerare eventuali prescrizioni

contrattuali o di esercizio quali ad esempio: possibilità di intercettare ogni fascio (per manutenzione), possibilità di marciare con sezioni parzializzate, ecc.

3.2.3. I criteri di suddivisione del flusso variano in funzione dello stato del prodotto in

entrata, individuabile sulle relative specifiche di processo, che può essere:

- gas o liquido: flusso monofase; - misto : flusso bifase.

3.2.4. Flusso monofase 3.2.4.1. Il flusso in entrata/uscita bocchelli deve essere equamente suddiviso tramite l'utilizzo

di collettori, con le seguenti modalità:

- con un collettore di alimentazione ed uno di prelievo, per refrigeranti con lunghezza del fascio � 60 m (esempio A)

- con due collettori di alimentazione e due di prelievo, per refrigeranti con

lunghezza del fascio > 60 m (esempio B).

Per ogni unità di refrigerazione dovrà essere prevista la possibilità di escludere e smontare separatamente, per manutenzione o sostituzione, singoli banchi di tubi, senza che si renda necessario distogliere dal servizio l’intera attrezzatura.

3.2.4.2. Per il dimensionamento dei collettori devono essere applicate le seguenti

prescrizioni:

a) Ucollettori di alimentazione U

Questi collettori vengono dimensionati rispettando il rapporto dato da b/F = 1,31 dove :

b = sezione del collettore da definire;

F = sommatoria delle sezioni del 50% dei bocchelli in entrata al refrigerante (vedere esempi);

b) Ucollettori di prelievo U

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Questi collettori vengono dimensionati rispettando il rapporto dato da b/F = 2,36 dove:

b = sezione del collettore da definire;

F = sommatoria delle sezioni del 50% dei bocchelli in uscita dal refrigerante. 3.2.4.3. Per garantire un'accettabile suddivisione dei flussi, la ripartizione in entrata/uscita

deve essere realizzata come indicato nell'esempio D.

ESEMPIO "A"

ESEMPIO "B"

ESEMPIO "C"

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ESEMPIO "D"

3.2.5. Flusso bifase 3.2.5.1. Il flusso in entrata deve essere suddiviso in modo da mantenere le due fasi il più

possibile miscelate e garantire quindi una buona efficienza di scambio nei refrigeranti. Le modalità di ripartizione del flusso e di dimensionamento dei collettori di alimentazione sono le stesse previste per refrigeranti con flusso monofase, con le seguenti precisazioni per facilitare una miscelazione delle due fasi:

a) è indispensabile garantire una buona simmetria;

b) è indispensabile realizzare cambi di direzione e/o innesti su piani perpendicolari

tra loro (esempio E);

c) per ogni unità di refrigerazione dovrà essere prevista la possibilità di escludere e smontare separatamente, per manutenzione o sostituzione, singoli banchi di tubi, senza che si renda necessario distogliere dal servizio l’intera attrezzatura.

Dopo aver dimensionato i collettori ed aver eseguito le opportune verifiche di Stress-analysis, la distribuzione ottenuta deve essere sottoposta a PRC che provvede a verificare i tipi di moto presunti nelle varie sezioni ed a calcolare le perdite di carico. Una distribuzione accettabile è quella che risulta dall'equilibrio dei vari fattori influenti.

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3.2.5.2. Il flusso in uscita non richiede particolari modalità di suddivisione. I collettori di prelievo possono essere dimensionati con le stesse modalità previste per refrigeranti con flusso monofase, oppure con soluzioni analoghe a quelle previste per i relativi collettori di alimentazione.

3.2.6. Per quanto riguarda l'attendibilità dei valori ottenuti applicando i criteri indicati nei

precedenti paragrafi si fà osservare che:

a) per le linee in ingresso il calcolo fornisce valori leggermente in difetto per le basse e medie pressioni e valori in eccesso per le alte pressioni;

b) per le linee in uscita il calcolo fornisce valori attendibili per le basse e medie

pressioni e valori in eccesso per le alte pressioni.

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Figura 3 - Esempio di meccanizzazione dei refrigeranti ad aria

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Figura 4 TIPICO REFRIGERANTE AD ARIA

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4. UP&I D. DEI SISTEMI PRIMARI E SECONDARI - LINEE E RELATIVI COMPONENTI

4.1. UDeterminazione delle condizioni di progetto e di esercizio 4.1.1. Pressione di progetto 4.1.1.1. Si assume come pressione di progetto, in un sistema di tubazioni soggetto a

pressione interna, il maggiore tra i seguenti valori: a) la pressione di progetto dell'apparecchiatura, compressore e/o pompa non

centrifuga alla quale il sistema è collegato;

b) la pressione non inferiore a quella di shut-off od a quella risultante dalla somma della pressione max. di aspirazione più 1,2 volte la max. pressione differenziale, nel caso di tubazioni in mandata pompa centrifuga non protetta da valvola di sicurezza, fino all'ultima valvola di intercettazione (questo criterio è quello normalmente applicato, salvo diversa richiesta da parte del Cliente).

Qualora il valore della pressione di intervento delle valvole di sicurezza presenti nel sistema tubazioni/apparecchiature risulti inferiore ad a) e/o b), questo deve essere assunto come pressione di progetto.

4.1.1.2. In un sistema di tubazioni con pressione interna < 0 Pa e con pressione esterna atmosferica, si assume come pressione di progetto il vuoto assoluto.

4.1.1.3. La pressione di progetto viene utilizzata per la progettazione di tutto il sistema

tubazioni a partire dalla macchina operatrice (od apparecchiatura) situata a monte del sistema stesso, fino a comprendere l'ultima valvola posta prima dell'ingresso nell'apparecchiatura con pressione di progetto inferiore.

4.1.1.4. Nei sistemi comprendenti gruppi di valvole regolatrici, la pressione di progetto

assunta per il tratto a monte della valvola regolatrice viene applicata fino alle relative valvole di intercettazione a valle della valvola regolatrice stessa ed includendo la valvola di "by-pass".

4.1.1.5. Per i tratti di tubazioni incamiciate oltre alla pressione interna si deve considerare

anche la condizione di tubo con pressione agente nell'intercapedine e quindi esternamente al tubo stesso. Nel caso che la linea interna risulti soggetta ad una pressione inferiore di quella della linea esterna, si assume come pressione di progetto della linea interna il vuoto assoluto più la pressione esterna alla.camicia.

4.1.1.6. Per gli scaricatori di condensa va considerata e mantenuta la pressione della linea del vapore fino alla valvola di intercetto inclusa, installata a valle dello stesso scaricatore.

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4.1.2. Temperatura di progetto 4.1.2.1. Di norma, e salvo diversa richiesta da parte del Cliente, la temperatura di progetto

del fluido in una tubazione viene definita come la maggiore fra le temperature operative +30 °C, in particolare:

a) se il fluido proviene da apparecchiature aventi differenti temperature di progetto

in funzione della zona di collegamento (ad esempio, a seconda dell'altezza, nel caso di colonne di frazionamento) queste sono definite nella relativa specifica di processo ed a questa si deve fare riferimento per determinare la temperatura di progetto della tubazione in esame;

b) quando una tubazione collega due apparecchiature aventi temperature di

progetto differenti, come temperatura di progetto del fluido viene sempre assunta quella dell'apparecchiatura a monte.

4.1.2.2. Si assume come temperatura di progetto del materiale costituente la tubazione:

a) nel caso di tubazioni coibentate esternamente, o di giunti flangiati non previsti dalle normative applicabili, la temperatura è la medesima assunta per il fluido convogliato;

b) nel caso di tubazioni rivestite internamente o refrattariate, la temperatura del

materiale metallico è la medesima assunta per il fluido convogliato sempre che l'esperienza in situazioni simili non consenta l'assunzione di temperature inferiori che possono essere dedotte dal calcolo del singolo caso specifico;

c) in tutti gli altri casi (tubazioni non coibentate e/o non rivestite) la temperatura è la

medesima assunta per il fluido convogliato (quando questa risulti essere � 38�C) oppure (per temperature superiori) può essere ottenuta riducendo la temperatura assunta per il fluido convogliato utilizzando i coefficienti ammessi dalle normative applicabili (Es.: per ASME B31.3 vedere paragr. 301.3.2 "Uninsulated Components");

d) Nel caso di linee di sfiato prolungato di prodotti che espandendo raffreddano a <

-29 �C, occorre prevedere la temperatura di progetto a monte della valvola di espansione uguale a quella prevista a valle.

4.1.3. Temperatura di esercizio 4.1.3.1. Si definisce temperatura di esercizio di una tubazione la temperatura corrispondente

a quella del fluido convogliato nelle condizioni normali di esercizio. La suddetta temperatura viene applicata nella determinazione degli spessori di coibentazione e nell'analisi delle sollecitazioni termiche.

4.1.3.2. Nel caso di tubazioni soggette ad accompagnamento vapore e/o incamiciate, si

assume quale temperatura di esercizio una delle seguenti:

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a) temperatura pari al 70% della temperatura di esercizio del vapore, nel caso di tracciatura convenzionale senza impiego di cemento termoconvettore e nel caso che detta temperatura sia maggiore di quella di esercizio del fluido di processo;

b) temperatura di esercizio del vapore, nel caso di tracciatura con impiego di

cemento termoconvettore e/o nel caso di tubazione incamiciata;

c) temperatura di esercizio del fluido di processo (punto 4.1.3.1.), se uguale o superiore alla temperatura di cui ai punti a) e b).

4.1.4. Superamento dei valori ammissibili per periodi di breve durata

Per periodi di breve durata, nelle tubazioni in esercizio possono venire superati i valori delle sollecitazioni, entro i limiti che vengono definiti dalle normative applicabili (Es.: per ASME B31.3 vedere paragr. 302.2.4 "Allowances for Pressure and Temperature Variations").

4.1.5. Tubazioni convoglianti fluidi dissimili

Nel caso di tubazioni convoglianti intermittentemente fluidi molto dissimili (ad esempio tubazioni percorse da fasi di rigenerazione, catalizzatori o simili) ed aventi temperature e pressioni di progetto molto diverse, si considerano le varie coppie di valori di temperatura e pressione possibili, assumendo come valori di progetto quelli che comportano la situazione di sollecitazione più severa. Se tale situazione si verifica per brevi periodi, si considera quanto descritto nel paragrafo 4.1.4.

4.2. UDefinizione dei dati per preparazione delle classi tubazioni 4.2.1. I dati necessari per la preparazione delle classi tubazioni sono quelli richiesti nei

Fogli Dati ricevuti da processo. 4.2.2. Questi dati sono ricavabili dai P&I D., dalle specifiche di processo delle

apparecchiature e dalle tabelle informazioni dei servizi, ricevuti da PRC. 4.2.3. I Fogli Dati costituiscono la base per l'elaborazione delle classi tubazioni da parte di

specifiche piping che provvede a raggruppare tutte le linee secondo i dati funzionali di Progetto, in modo da definire le caratteristiche meccaniche e costruttive necessarie alla realizzazione delle stesse.

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4.3. UNumerazione delle linee 4.3.1. Tutte le linee del sistema tubazioni (sia di processo che dei servizi) devono essere

identificabili attraverso un sistema di numerazione del tipo seguente:

Ove, nell'ordine, sono indicati: - diametro nominale linea - codice impianto di appartenenza - codice fluido convogliato - numero progressivo di linea - codice classe tubazioni - codice di coibentazione/verniciatura - pressione di progetto (vedere paragrafo 4.1.1.) - temperatura di esercizio (vedere paragrafo 4.1.3.)

4.3.1.1. La temperatura di progetto viene indicata solo nel caso in cui essa risulti superiore al

valore ottenuto dalla temperatura di esercizio più 30°C, come previsto dai programmi software gestione materiale piping. In questo caso sul P&I D. verrà rappresentato un rombo come da esempio "A", modificando sull'emissione finale dell'elenco linee da specifiche piping il valore di temperatura di progetto.

4.3.1.2. Nel caso di linee coibentate a freddo, ma con una temperatura di esercizio compresa

tra +1°C e +15°C, sul P&I D. verrà rappresentato un rombo come da esempio "B". In fase di input dati deve essere inserita una temperatura di esercizio di 0°C, modificando sull'emissione finale dell'elenco linee da specifiche piping il valore di temperatura di esercizio e quello di temperatura di progetto.

4.3.1.3. Nel caso di linee coibentate a freddo con temperature inferiori allo 0°C, sul P&I D.

verrà rappresentato un rombo come da esempio "C", modificando sull'emissione finale dell'elenco linee da specifiche piping il valore di temperatura di progetto.

Temperatura di esercizio

Pressione di progetto

(relativa)

12” - 40 - P13 - 77 A - I

T.P.

Esempio "A"

T.E.

P.P.

Esempio "B"

da 1°a 15°

P.P.

Esempio "C"

P.P.

-1

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4.3.2. Diametro nominale linea In questo campo si definisce il diametro nominale della linea espresso nella forma richiesta dalla normativa di progettazione applicabile al Progetto.

4.3.3. Codice impianto E' un codice numerico o alfanumerico per la codifica di unità di impianto.

4.3.4. Codice fluido convogliato E’ un codice della tipologia di fluido che passa all’interno della linea e viene definito a progetto.

4.3.4.1. Il codice del tipo di fluido convogliato in una linea viene individuato con un codice letterale, costituito da una o due lettere.

4.3.5. Numero progressivo di linea

4.3.5.1. Ad ogni linea di processo o di servizio viene attribuito un codice che può essere, a seconda delle esigenze, sia numerico che alfa-numerico.

4.3.5.2. Ogni cambio di codice impianto e di codice fluido corrisponde ad un cambiamento del numero di linea.

4.3.5.3. I componenti tubazioni aggregati ad ogni apparecchiatura (livelli, sfiati, drenaggi, ecc.) devono essere individuati con un numero di linea (trim line) da indicare sotto la sigla dell'apparecchiatura. Il numero viene attribuito con gli stessi criteri indicati nei punti precedenti.

4.3.6. Codice classe tubazioni

La codifica del numero di linea viene definito a progetto all’interno della specifica generale di numerazione documenti.

4.3.6.1. Ad ogni classe tubazioni viene attribuito da specifiche piping un codice. 4.3.6.2. Una classe tubazioni rappresenta il raggruppamento di tutti le tubazioni aventi gli

stessi dati di progetto e vincoli funzionali quali, tipo di materiale, sovraspessore di corrosione, rating, ecc.

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4.3.7. Codice di coibentazione/verniciatura 4.3.7.1. Per tutte le linee del sistema tubazioni (sia di processo che dei servizi) deve essere

definito il tipo di finitura che deve essere applicato. I codici da utilizzarsi sono definiti a progetto.

4.3.8. Cambiamenti del numero di linea nell'ambito di un Impianto/Complesso 4.3.8.1. Una volta fissato un numero di linea, questo deve essere mantenuto per quanto

possibile, ad es.: da bocchello a bocchello, da bocchello a valvola di sicurezza, collettori su pipe-rack.

4.3.8.2. Gli stacchi da un collettore comportano generalmente il cambiamento del numero di

linea, con le seguenti eccezioni:

a) stacchi che vanno alla pompa principale e di riserva; b) stacchi che vanno in parallelo alla stessa apparecchiatura. c) stacchi in prelievo e/o in alimentazione piatti di una colonna; d) I by-pass di gruppi di regolazione.

4.3.8.3. Considerare inoltre che:

a) lo stacco di collegamento tra una linea e una valvola di sicurezza deve avere un numero di linea diverso da quello della linea dal quale si diparte;

b) le derivazioni che si staccano dalle linee interrate mantengono lo stesso numero

di linea fino alla flangia fuori terra, in corrispondenza della quale sarà indicato sia il cambio di numero che quello di rivestimento (ed eventualmente di specifica);

c) nel caso di una linea parzialmente tracciata con vapore devono essere previsti

due numeri di linea: uno con i dati della tracciatura e l'altro con i dati "base". 4.3.8.4. I cambiamenti del numero di linea vengono eseguiti:

- tra flangia e flangia (quando non cambia anche il rating delle flange); - su riduzione (in questo caso il cambio verrà effettuato sul diametro maggiore); - in corrispondenza di intersezioni; - su tubazione.

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4.3.9. Criteri per la numerazione delle linee in ingresso e/o in uscita di valvole ad angolo, valvole a tre vie, valvole di sicurezza, aspirazione pompe,ecc.

4.3.9.1. Valvole ad angolo:

numero di linea identico in ingresso ed in uscita.

4.3.9.2. Valvole a tre vie:

numero di linea identico per le tre linee, oppure

variare solo quella in derivazione.

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4.3.9.3. Valvole di sicurezza: numeri di linea diversi tra ingresso ed uscita.

TIPICO PSV DI PROCESSO CON RATING ≤ 600#

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TIPICO PSV DI PROCESSO CON RATING ≥ 900#

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TIPICO SCHEMA DI MONTAGGIO PSV DOPPIE DI PROCESSO CON RATING ≤ 600#

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TIPICO SCHEMA DI MONTAGGIO PSV DOPPIE DI PROCESSO CON RATING ≥ 900#

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4.3.9.4. In presenza di una valvola con un elevato delta P, si dovrà indicare a monte ed a valle di questa, la pressione di progetto e la temperatura di esercizio, con cambio del numero di linea indipendentemente dal cambio o meno della classe.

GRUPPO DI CONTROLLO CON RATING ≤ 600#

TIPICO GRUPPO DI CONTROLLO CON RATING ≥ 900#

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4.3.9.5. Aspirazione pompe Sulle linee di aspirazione pompe quando sono installate due opiù pompe in serie o in parallelo e si verificano cambi di pressione di esercizio o cambio di rating bisogna cambiare il numero di linea partendo dalla valvola di blocco dellla linea di aspirazione compresa fino al bocchello della pompa, mantenendo i dati delle linee di mandata.

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4.3.9.6. Linee in entrata/ uscita scambiatori Le linee in entrata e uscita scambiatori saranno realizzate in accordo alle seguenti figure 1/2/3.

FIGURA 1 TIPICO PER REFRIGERANTE AD ACQUA MARE CON SISTEMA DI CONTROLAVAGGIO

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FIGURA 2 TIPICO DI UNO SCAMBIATORE

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FIGURA 3 TIPICO DI UNO SCAMBIATORE ESCLUDIBILE E CON POSSIBILITA’ DI ESSERE

MANUTENZIONATO

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4.3.10. Cambiamenti del numero per linee interessate a più impianti

Se una linea è interessata a due o più impianti, sia che questi ultimi siano posti su di una o più isole, la numerazione della linea dovrà seguire i seguenti criteri:

Caso A - Isola comprendente due o più impianti con limiti di batteria non

individuabili: la linea manterrà lo stesso numero di individuazione e lo stesso codice dell'impianto di origine per tutto il suo percorso (vedere esempio A).

Caso B - Isola comprendente due impianti aventi limiti di batteria individuabili: la

linea manterrà il numero di individuazione e lo stesso codice d'impianto di origine fino al limite batteria definito, per poi assumere un nuovo numero d'individuazione e il codice d'impianto di arrivo (vedere esempio B).

Caso C - Linea di processo attraversante due o più isole: la linea manterrà lo

stesso numero di individuazione e lo stesso codice d'impianto di origine fino al limite batteria dell'isola di arrivo, per poi assumere un nuovo numero di individuazione e il codice dell'impianto di arrivo. Normalmente in questi casi, il limite di batteria si fa coincidere con la mezzeria della strada (vedere esempio C).

Caso D - Collettori generali dei servizi: dato il loro numero limitato è consigliabile

mantenere invariato, per tutta la linea, il numero d'individuazione, cambiando al limite batteria di ogni isola (mezzeria strada) il codice d'impianto assumendo quello dell'impianto più significativo nell'ambito dell'isola stessa (vedere esempio C).

Caso E - Le derivazioni (sub-collettori) dai collettori principali verranno numerate

dallo stacco sul collettore, attribuendo come numero di individuazione il numero successivo a quello del o dei collettori principali e come codice d'impianto quello appartenente al più significativo nell'ambito dell'isola stessa (vedere esempio C).

Caso F - Linee che durante il loro percorso cambiano numero: occorre indicare

sugli schemi i relativi numeri di disegno e di linea di riferimento, affinchè sia possibile effettuare i collegamenti (vedere esempio D).

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4.4. UMeccanizzazione delle linee e dei relativi componenti 4.4.1. La meccanizzazione delle linee e dei relativi componenti consiste nel fornire tutti i

dettagli e le indicazioni necessarie per la loro identificazione e specificazione, al fine di permettere sia la corretta stesura dei layouts delle tubazioni e i relativi conteggi materiali con emissione delle RdA.

4.4.2. A tal fine, il P&I D. viene completato aggiungendo, sulle linee e sui relativi

componenti, le seguenti informazioni:

a) Limiti di competenza In caso di linee collegate ad impianti o apparecchiature/ macchine forniti packages (es.: compressori forniti completi di ausiliari e linee di connessione) sul P&I D. devono essere indicati:

- i limiti di competenza (triangolo rovesciato); - il diametro di connessione; - il tipo di accoppiamento richiesto (BW: saldato oppure FLG: flangiato); - lo spessore od il rating. Esempio di indicazione:

b) UCambi di classeU I cambi di classe sulla linea e/o sugli accoppiamenti tra linea ed apparecchiatura/macchina devono essere indicati sui P&I D. Nel caso il cambio di classe sia limitato al cambio materiale (con rating invariato) non si riscontrano particolari problematiche.

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Nel caso il cambio di classe sia reso necessario da un cambio nelle condizioni (rating), esso deve essere realizzato sulla base delle seguenti considerazioni:

1) la condizione più gravosa deve essere estesa fino alla prima

intercettazione(valvola e/o disco ad otto); 2) per permettere l'installazione, la flangia di accoppiamento e la valvola di

intercettazione devono avere lo stesso rating;

3) il materiale del tratto di linea fino alla prima intercettazione, guarnizioni comprese, deve essere compatibile con il fluido convogliato nella linea/apparecchiatura/ macchina con le condizioni più gravose;

4) la flangia assegnata alla specifica di rating minore avrà rating e tipo faccia

della specifica con il rating maggiore ma conserverà spessore e materiale della specifica di appartenenza, prevedendo nella classe di linea flange con varie opzioni come da esempio sotto indicato:

a) per le piping class in serie 150# bisogna prevedere l’opzione (3) per le flange normali, l’opzione (31) per le flange con jack screw e l’opzione (3) per il disco a 8 per la serie 300#. Per la serie 600# bisogna prevedere l’opzione (5) per le flange normali, l’opzione (51) per le flange con jack screw e l’opzione (5) per il disco a 8.

b) per le piping class in serie 300# bisogna prevedere l’opzione (5) per le

flange normali, l’opzione (51) per le flange con jack screw e l’opzione (5) per il disco a 8, con modalità simili per rating superiori.

c) queste opzioni delle flange e dei dischi a 8 devono essere definite di

volta in volta in base alle esigenze del progetto dei rating richiesti. La scelta dell’opzione sul disco a 8 è da applicare solo quando il disco a 8 va installato su un bocchello di una apparecchiatura.

d) per la definizione delle scelte vedere le seguenti tabelle riepilogative per flange valvole e altri componenti.

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Tabella riepilogativa posizione valvole

DESCRIZIONE POS. DESCRIZIONE POS. Gate 1 Ball FB Rating 600 85 Gate Rating 300 3 Ball FB CR1_critical valve above 180 C 92 Gate sw x thd 11 Globe 4 Gate THD 12 Globe CR1_critical valve 15 Gate CR1_critical valve 13 Globe FLGD ≤ 1-1/2 30 Gate Double Block valve FLG_FLG 19 Globe Welded 40 Gate Double Block valve BW_FLG 20 Globe sw x thd 41 Gate Welded BW 21 Globe THD 42 Gate Rating 600 24 Globe Rating 300 43 Gate FLGD ≤ 1-1/2 31 Globe Rating 600 45 Gate FLGD ≤ 1-1/2 (300) 33 Globe valve with Mechanical STOP 46 Gate FLGD ≤ 1-1/2 (600) 35 Globe valve with CV 47 Gate Criogenic 37 Globe criogenic 48 Ball RB 7 Globe FLGD ≤ 1-1/2 51 Ball FB 8 Globe FLGD ≤ 1-1/2 (600) 52 Ball RB CR1_critical valve 17 Angle globe valve 05 Ball FB CR1_critical valve 18 Y Globe valve 44 Ball RB temp above 180 C 54 Y Globe CR1_critical valve 49 Red port Criogenic 55 Plug 9 Ball RB Welded BW 57 Plug Rating 300 90 Ball FB Welded BW 58 Plug Rating 600 91 Ball RB temp above 180 C 59 Needle valve 77 Ball RB Position switch 93 Butterfly 2 Ball FB Position switch 94 Butterfly CR1_critical valve 14 Ball RB thd x pe 70 Diaphragm valve 89 Ball RB FLGD ≤ 1-1/2 71 Check 6 Ball RB THD 72 Check CR1_critical valve 16 Ball FB TSO CR1_critical valve 73 Check diff from 6 (Swing) 53 Ball FB TSO 74 Check diff from 6 (Nozzle check) 60 Ball RB CR1_critical valve above 180 C 75 Check Rating 300 63 Ball Double Block valve BW_FLG 76 Check Rating 600 65 Ball Double Block valve FLG_FLG 79 Check Automatic Vent Valve 66 Ball FB thd x pe 80 Check Air Inlet Realise Valve 67 Ball FB FLGD ≤ 1-1/2 81 Check Dual plate BPC 99 Ball FB THD 82 Piston valve 98 Ball FB Rating 300 83

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Tabella riepilogativa posizione flange

DESCRIZIONE POS. Flange 1 Flange Rating 300 3 Flange Rating 600 5 Flange Rating 600 RF 50 Flange with Jack Screw 11 Flange FF in SPC. RF 12 Flange RF in SPC. FF 17 Flange RF in SPC. RJ 18 Flange RJ in SPC. RF 19 Long Weld Neck 1 Slip-on (Diverso tipo di flg) 15 WN (Diverso tipo di flg) 14 Lap joint (Diverso tipo di flg) 16 Dielectric flange 21 Dielectric flange Rating 300 23 Dielectric flange Rating 600 26 Flange with Jack Screw Rating 300 31 Flange FF in SPC. RF Rating 300 32 Flange RF in SPC. FF Rating 300 37 Flange RF in SPC. RJ Rating 300 38 Flange RJ in SPC. RF Rating 300 39 Long Weld Neck (Diverso tipo di flg) Rating 300 33 Slip-on (Diverso tipo di flg) Rating 300 35 WN (Diverso tipo di flg) Rating 300 34 Lap Joint (Diverso tipo di flg) Rating 300 36 Reducing Flange Galv 41 Reducing Flange Galv Rating 300 43 Flange with Jack Screw Rating 600 51 Flange FF in SPC. RF Rating 600 52 Flange RF in SPC. FF Rating 600 57 Flange RF in SPC. RJ Rating 600 58 Flange RJ in SPC. RF Rating 600 59 Long Weld Neck (Diverso tipo di flg) Rating 600 53 Long Weld Neck (Diverso tipo di flg) Rating 600 55 Slip-on (Diverso tipo di flg) Rating 600 54 WN (Diverso tipo di flg) Rating 600 56 Flange Rating 150RF in spcec Rating 300 13

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Nella figura 3 vengono rappresentati alcuni esempi di cambio di classe nel caso di cambio di condizioni.

c) UNumeri degli insiemi di Progetto U Gli sfiati ed i drenaggi, eccetto quelli richiesti per il collaudo delle linee, e tutti gli strumenti devono essere rappresentati sul P&I D., indicando inoltre il relativo numero di insieme (attribuito sulla specifica degli insiemi di Progetto). Nella figura 4 vengono illustrati alcuni esempi di indicazione del numero di insieme.

d) UComponenti non coperti dalle classi tubazioni U

I componenti non coperti dalle classi tubazioni (Out Computer Program) devono essere identificati sul P&I D. con l'indicazione del relativo numero di marca manuale (od il numero della specifica di progetto) e descrizione.

e) UValvole azionate manualmente U

In prossimità di valvole azionate manualmente si deve indicare il tipo (VS, VD, VDR, ecc.) ed il relativo numero di posizione (01, 04, 06, ecc.), ricavabili dalla relativa classe tubazioni.

f) UFiltriU

Indicare il tipo di filtro (TS: filtro temporaneo, SY: filtro ad Y, FT: filtro a T) con il rispettivo numero di Standard, o specifica di progetto, ricavabili dalla relativa classe tubazioni.

Sui filtri a T prevedere un drenaggio e relativo numero di insieme.

Sulla linea di aspirazione compressori deve essere previsto un filtro temporaneo. Questo filtro ha di norma delle caratteristiche particolari per cui la sua definizione deve essere concordata con PRC, MEC e con il Fornitore del compressore.

g) URiduzioniU

Indicare i diametri e tipo delle riduzioni (CR: riduz. concentrica, ER: riduz. eccentrica, SN: nipplo di riduzione). I nippli di riduzione vengono utilizzati solo su linee con DN 2" (50) ed inferiori, mentre su linee con DN superiori devono essere utilizzate riduzioni eccentriche. Ad esempio, nel caso venga richiesta una riduzione di diametro da 3" ad 1", essa deve essere realizzata: ER 3" x 2" e SN 2" x 1".

Le riduzioni eccentriche vengono preferite a quelle concentriche in quanto consentono l'allineamento della quota di fondo tubo, facilitando così l'installazione della linea su pipe-rack/pipe-way e l'eventuale inserimento di scarpette ed altri supporti. Al fine di ridurre il più possibile i tipi di componenti impiegati, viene generalizzato l'uso delle riduzioni eccentriche.

Le riduzioni concentriche sono da utilizzare solo dove richieste per esigenze funzionali (ad es.: linee ad alta pressione di impianti Urea).

h) ULimiti batteria U

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Per tutte le linee convoglianti fluidi di processo e/o di servizio ai limiti di batteria di un impianto, o di un gruppo di impianti concatenati, devono essere considerati, in accordo con PRC, AUS e SMAUT i criteri di sezionamento degli impianti in funzione delle esigenze di: avviamento, esercizio, manutenzione, misurazione e garanzie. Devono quindi essere previsti dei gruppi di intercettazione costituiti da valvole di blocco, strumenti ed eventuale disco a otto.

k) USistema scarico condense U

Sul P&I D., per le linee e per le apparecchiature interessate, deve essere sviluppato il sistema di scarico condensa (scaricatori di condensa e relativi gruppi valvolati di intercettazione), indicando tutti gli scaricatori di condensa richiesti (vedere figura 4). Durante la fase di meccanizzazione deve essere compilato il Foglio Dati relativo al dimensionamento degli scaricatori.

i) UContinuazioni su altri elaborati U

1) Sul P&I D., per ogni linea di processo in ingresso/uscita dall'elaborato, deve

essere riportata la descrizione della provenienza o destinazione, con indicazione del relativo numero di disegno. (vedere figura 5).

2) Sul P&I D., per ogni linea di servizio in ingresso/uscita dall'elaborato, deve

essere riportato il codice del sistema di appartenenza (LC, UN, IA, HS, ecc.) con indicazione, nella tabella "Disegni di riferimento", dei relativi P&I D. distribuzione servizi (vedere figura 6).

j) ULinee in ingresso/uscita da stoccaggi di idrocarburi leggeri U

Sulle linee di riempimento e scarico da stoccaggi di idrocarburi leggeri (propano, propilene, iso-butano, ecc.) deve essere indicato un drenaggio. Esso deve essere previsto dopo la prima valvola di blocco, nel tratto di linea compreso tra la suddetta valvola ed il manifold. Il drenaggio in oggetto deve essere di DN 2" (50) e valvolato. A valle della suddetta valvola deve essere indicato un tratto di tubazione (DN 2") con lunghezza minima 600 mm; quindi viene prevista una riduzione a DN 3/4" (20) ed una seconda valvola con la nota che lo scarico deve essere portato a terra ed in zona di sicurezza.

l) UCollegamenti tra linee di servizio e linee di processoU

Se non già rappresentato, il sistema di collegamento tra linee di servizio (vapore, acqua, aria e azoto e le linee di processo o apparecchiature/macchine) è da realizzarsi nei seguenti modi:

1) quando viene richiesto un utilizzo continuo, il collegamento viene realizzato

con un innesto sulla linea, o con un accoppiamento diretto sul bocchello, indicando sul P&I D. due valvole di blocco, una valvola di ritegno e la nota che le valvole devono essere installate alla distanza minima dalla linea di processo o dall'apparecchiatura/ macchina;

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2) quando viene richiesto un utilizzo discontinuo, il collegamento viene realizzato, a seconda dei casi: - un tronchetto rimovibile; - una manichetta flessibile; - curva flangiata girevole; - innesto sulla linea e/o accoppiamento con bocchello apparecchiatura/macchina. Nel caso in cui viene richiesto un collegamento con innesto, o accoppiamento, sul P&I D. deve essere indicato un dreno da posizionare tra la valvola di radice e la valvola di blocco.

m) ULinee incamiciateU

Le linee incamiciate devono essere indicate sul P&I D. come da esempio riportato sulla figura 7. Sia alla linea di processo che alla linea "riscaldante" (camicia) deve essere attribuito un numero di linea. La linea di processo viene numerata con la sigla del fluido convogliato e con codice di coibentazione/verniciatura N, mentre la linea di camicia viene numerata con la sigla del fluido riscaldante e codice di coibentazione/verniciatura W.

n) UCollegamenti con linee esistenti (tie-ins)U

I collegamenti con linee esistenti devono essere indicate sul P&I D. come da esempio riportato sulla figura 8. Le modalità di esecuzione dei collegamenti vengono definite in fase di meccanizzazione. A tal fine, deve essere compilato il Foglio Dati. Le connessioni (tie-ins) devono essere numerate progressivamente e senza lasciare numeri liberi. I collegamenti che devono essere realizzati prima che le nuove linee vengano installate devono avere un numero di connessione (linea) indipendente, in modo da permettere la realizzazione separata della documentazione necessaria per la loro realizzazione (disegni di montaggio, isometrici, elenchi materiali, ecc).

o) USpurghi, dreni e sfiati (colonne e recipienti)U

Tutti gli spurghi, drenaggi e sfiati dovranno essere flangiati e provvisti di doppia valvola di blocco e con diametro non inferiore a 1”, con esclusione di quelli relativi ai servizi come da esempio riportato sulla figura 9 e al precedente paragrafo 3,1,8. figura 2.

p) UVapore bonifica apparecchiature U

Tutte le tubazioni di vapore per bonifica collegate al recipiente di processo dovranno essere munite di doppia valvola con spurgo intermedio e disco a otto e VDR (in conformità allo schizzo all’allegato) ed essere inoltre indipendenti da quelle di servizio; queste ultime dovranno essere provviste di dischi a otto in acciaio di qualità. Ogni derivazione dal collettore stesso dovrà dipartirsi dalla generatrice superiore del collettore e dovrà avere una valvola di intercettazione con accoppiamento flangiato per future sostituzioni. Per le linee con rating ≥ 900# prevedere le doppie valvole vicino al bocchello dell’apparecchiatura in conformità al tipico rappresentato nella figura 10. Il vapore di bonifica e riscaldamento tubazioni e recipienti, deve essere derivato da collettori indipendenti dalla rete LS a 3.5 bar, oppure se necessario dalla rete

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MS a 13 bar opportunamente ridotto ed attemperato. Dovranno essere previsti scaricatori di condensa con recupero della condensa su collettore generale.

q) UAzoto bonifica linee/apparecchiatureU

Tutte le linee o apparecchiature che devono essere bonificate con azoto vanno meccanizzate come da esempio riportato sulla figura 11.

r) UTipico per refrigerante ad acqua mare con sistema di controlavaggio U

Tutti i refrigeranti ad acqua mare con sistema di controlavaggio saranno meccanizzati come da esempio riportato al paragrafo 4.3.9.6. figura 1.

s) T Uipico di uno scambiatore U

Per tutti gli scambiatori la meccanizzazione sarà fatta come da esempio riportato al paragrafo 4.3.9.6. figura 2.

t) T Uipico di uno scambiatore escludibile e con possibilità di essere manetunzionato U

Per tutti gli scambiatori escludibile e con possibilità di essere manetunzionati la meccanizzazione saraà fatta come da esempio riportato al paragrafo 4.3.9.6. figura 3.

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Figura 3 - Esempi di cambio di specifica

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Figura 4 - Esempio di meccanizzazione

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Figura 5 - Esempio di continuazione per linee di processo

Figura 6 - Esempio di continuazione per linee di servizio

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Figura 7 - Esempio di meccanizzazione linea incamiciata

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Figura 8 - Esempio di meccanizzazione tie-ins

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Figura 9 - TIPICO DEI VENT SU COLONNE E/O APPARECCHIATURE

Figura 10 - TIPICO VAPORE DI BONIFICA APPARECHIATURE

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Figura 11 - TIPICO DI UN SERVIZIO PER AZOTO

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4.4.3. Meccanizzazione delle linee di aspirazione/mandata pompe 4.4.3.1. Le linee di aspirazione devono essere meccanizzate sui P&I D. indicando:

a) Uuna valvola di bloccoU; il diametro di questa valvola viene scelto in funzione del diametro dei bocchelli e delle linee come di seguito specificato:

quando il diametro del tubo è uguale o maggiore di un diametro di quello del

bocchello della pompa, la valvola di blocco deve avere lo stesso diametro della linea;

- quando il diametro del tubo è maggiore di due o più diametri di quello del

bocchello della pompa, il diametro della valvola deve essere di un diametro più piccolo di quello della linea (vedere tabella 4.4.3.3.a).

b) Uun filtroU, del tipo:

1) a "Y", per tubazioni con DN ½" ÷ 12", oppure a "T", per DN 14" e superiori.

Questo filtro viene normalmente previsto da PRC;

2) a cestello e rete, per tubazioni con DN 1-½" e superiori. Questo filtro viene previsto da IMP quando non sussistono particolari requisiti, tranne quello di evitare l'ingresso di corpi estranei nel corpo pompa durante il flussaggio linea prima della messa in marcia dell'impianto.

Il filtro in oggetto deve avere una sezione di passaggio netta non inferiore a 3 volte la sezione delle linee ad esso collegato.

4.4.3.2. Le linee di mandata devono essere meccanizzate sui P&I D. indicando:

a) Uuna valvola di ritegnoU; questa valvola deve essere indicata tra la pompa e la valvola di blocco. Essa viene utilizzata come protezione da sovra pressioni e per un eventuale riflusso di liquido in caso di arresto con valvola di blocco aperta.

b) Uuna valvola di bloccoU.

Il diametro di queste valvole viene scelto in funzione del diametro dei bocchelli e delle linee come di seguito specificato:

- quando il diametro del bocchello è uguale o minore di un diametro di quello della

linea, il diametro delle valvole di blocco e di ritegno deve essere uguale a quello del bocchello;

- quando il diametro del bocchello è minore di due o più diametri di quello della

linea, il diametro delle valvole di blocco e di ritegno deve essere di un diametro più grande di quello del bocchello (vedere tabella 4.4.3.3.a).

4.4.3.3. Nella tabella 4.4.3.3.a vengono indicati alcuni esempi di dimensionamento delle

valvole descritte nei punti precedenti.

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Tabella 4.4.3.3.a - Esempi diametri valvole

ASPIRAZIONE MANDATA

DN” LINEE DN”

BOCCHELLO

DN”

VALVOLA

DN”

BOCCHELLO

DN”

VALVOLE

6 4 6 4 4

8 4 6 4 6

8 6 8 6 6

8 8 8 8 8

10 6 8 4 6

12 6 10 10 10 4.4.3.4. Sulle pompe, e relative riserve, convoglianti fluidi con temperatura superiore ai

200�C, oppure quando viene previsto l'accompagnamento con vapore, sulla linea di mandata deve essere indicato un by-pass sul gruppo "valvola di ritegno / valvola di blocco". Tale by-pass deve essere valvolato, flangiato ed avere un diametro di 3/4", eccetto quando diversamente indicato.

4.4.3.5. Prevedere la tubazione dell'acqua di raffreddamento ad ogni pompa che richieda di

essere raffreddata. Questo dato è rilevabile, oltre che sul disegno della macchina, anche dal "Data-Sheet" della stessa. In genere, per una pompa media, il consumo di acqua si aggira attorno ai 10 ÷ 15 litri/minuto; pertanto un tubo da ½" è più che sufficiente per portare tale quantità.

4.4.3.6. Su tutte le pompe dosatrici, dove non è previsto un dispositivo di by-pass sulla

pompa, verificare con PRC e MEC l'eventuale necessità di prevedere una valvola di sicurezza.

4.4.3.7. Sulle linee di aspirazione pompe delle torri di raffreddamento deve essere previsto

un idrocono, che deve essere incluso nella fornitura delle pompe in quanto deve essere calcolato e costruito inmodo tale da evitare fenomeni di cavitazione nelle pompe in oggetto.

4.4.3.8. Per le macchine operative sugli impianti petroliferi prevedere dreni a monte ed a

valle delle stesse. Essi servono particolarmente in fase di “steam-out” delle linee di aspirazione/mandata pompe sia in fase di avviamento (prima dell’immissione di idrocarburi) sia dopo la fermata (per eliminare gli idrocaruri residui prima di mettere recipienti e tubazioni in contatto con l’atmosfera).

Lo “steam-out” non viene normalmente utilizzato per la bonifica delle sezioni di

reazione degli impianti petroliferi e nelle sezioni dove la presenza di acqua può causare problemi nelle successive operazioni di avviamento o manutenzione (sezioni

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criogeniche, in presenza di acciai austenitici, zone compressori). In questi casi si usa azoto gassoso.

Per questa operazione devono essere previsti dreni a monte della valvola di aspirazione ed a valle della valvola di mandata di ogni pompa che tratti idrocarburi o chemical con scarico a P.O. e/o fognatura. (Vedere tipico A paragrafo 4.3.9.5). Va comunque sempre considerata la posizione degli sfiati nei punti alti e dei dreni nei punti bassi delle linee. Quando è previsto il "venting" delle pompe a blow-down, per presenza di sostanze tossiche o per presenza di GPL, prevedere anche uno sfiato atmosferico (vedere tipico B paragrafo 4.3.9.5). Quando, per i liquidi inquinati da sostanze tossiche, è previsto il drenaggio del corpo verso CD (Closed Drain), collegare a CD anche il dreno a monte del filtro di aspirazione conservando il dreno atmosferico (vedere figura tipico C paragrafo 4.3.9.5).

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4.4.4. Meccanizzazione tipici delle tenute pompe 4.4.4.1. Per la meccanizzazione delle tenute pompe vedere allegati tipici (da definire)

TIPICO BARILOTTO TENUTE DOPPIE HOLD (DEFINIRE I B.L.)

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PARTIC. SISTEMA RILEVAZIONE PERDITE PER TENUTA A SECCO PER GPL (HOLD)

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PARTIC. SISTEMA RILEVAZIONE PERDITE PER TENUTA A SECCO PER LIQUIDI (HOLD)

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TIP. TENUTA POMPA LIQUIDO (HOLD)

DEFINIRE I B.L.

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TIP. TENUTA POMPA HC (HOLD)

DEFINIRE I B.L.

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4.4.5. Meccanizzazione delle linee di aspirazione/mandata compressori 4.4.5.1. Sulle aspirazioni di tutti gli stadi dei compressori si deve prevedere il montaggio di

filtri temporanei del tipo a cono (vedere punto f del paragrafo 4.4.2.). La relativa specifica di Progetto deve essere compilata da specifiche piping.

4.4.5.2. Per le linee collegate ai compressori alternativi, devono essere analizzate le

oscillazioni di pressione. Queste analisi possono essere eseguite con il simulatore analogico, o con altri strumenti di calcolo, prendendo in considerazione i seguenti elementi di circuito:

a) linea di aspirazione fino al circuito Iª fase; b) tutte le linee con refrigeranti e separatori intermedi se di fornitura della

Committente; c) linea di mandata dal cilindro ultima fase fino al 1° apparecchio o collettore di

grande capacità.

In generale, la massima oscillazione di pressione deve essere minore del 7% della pressione media sulla flangia di mandata (vedere API Std. 618). Per rientrare nei limiti fissati di oscillazione di pressione si potrà ricorrere ad alcune delle seguenti modifiche:

a) variazione dello sviluppo lineare delle tubazioni; b) inserimento di diaframmi; c) inserimento di polmoni smorzatori; d) variazione del diametro delle linee; e) modifiche dello schema di collegamento del circuito.

4.4.5.3. Per arrangiamento tipico di un compressore alternativo vedere dettaglio A. 4.4.6. Meccanizzazione delle linee di immissione/scarico vapore a turbine 4.4.6.1. Sulla linea di immissione vapore devono essere indicate due valvole: una da

posizionare in prossimità dello stacco dal collettore (valvola di radice) ed una da posizionare in prossimità dell'ingresso in turbina. A monte di quest'ultima viene installato un opportuno sistema di scarico condensa. Inoltre deve essere previsto un filtro permanente.

4.4.6.2. Sulla linea di scarico vapore deve essere indicata una valvola di intercettazione.

Questa valvola è normalmente preceduta da una valvola di sicurezza, progettata in base alle condizioni di progetto massime previste per lo scarico.

4.4.6.3. Tutti i punti bassi della cassa della turbina sono provvisti di scaricatori di condensa o

drenaggi manuali. Gli scaricatori di condensa vengono generalmente previsti sulle turbine che hanno una partenza in automatico, mentre per quelle turbine con partenza non in automatico sono da prevedere i drenaggi manuali.

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DETTAGLIO A TIPICO DI UN COMPRESSORE ALTERNATIVO

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4.4.7. Prese campione 4.4.7.1.. Le prese campione sono del tipo non raffreddato o raffreddato. La scelta relativa

viene effettuata da PRC. Nelle figure 18 e 19 vengono raffigurati alcuni esempi di meccanizzazione dei componenti in oggetto.

4.4.7.2. Le prese campione raffreddate devono essere identificate con una sigla indicante:

numero di impianto, codice componente (SC) e numero progressivo (per impianto). Eccetto quando diversamente indicato, gli stacchi per le prese campione raffreddate vengono previsti con DN 3/4"; la valvola finale deve essere del tipo a spillo con DN ½".

Figura 18 - Esempio di meccanizzazione per prese campione

Figura 19 - Esempio di meccanizzazione per prese campione raffreddate

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5. UP&I D. DEI SISTEMI PRIMARI E SECONDARI - STRUMENTAZIONE

La meccanizzazione della strumentazione di competenza IMP è limitata ai componenti in linea e/o su apparecchiatura. La definizione della parte funzionale (loop, schemi di regolazione) è di competenza SMAUT.

5.1. UValvole di regolazione 5.1.1. Le valvole di regolazione vengono meccanizzate indicando sul P&I D.: tipo, sigla,

azione (FC, FO), DN, rating e tipo di accoppiamento (vedere figura 20). 5.1.2. I dati relativi alle valvole in oggetto (diametro, rating, temperatura, pressione,

materiale del corpo valvola, classe tubazioni, ecc.) sono ricavabili dalle specifiche di Progetto emesse dall'Unità SMAUT. Qualora si dovessero rilevare delle incongruenze tra la specifica della valvola ed il P&I D., l'Unità SMAUT deve essere coinvolta per la risoluzione del problema.

5.1.3. Quando una valvola di regolazione viene prevista con accoppiamenti filettati, sul P&I

D. devono essere indicate due coppie di flange da inserire a monte ed a valle della stessa. Dette flange devono essere posizionate sempre sul lato maggiore degli eventuali nippli di riduzione. Pertanto, i nippli di riduzione verranno a trovarsi tra la valvola di regolazione e la coppia di flange, con l'estremità inferiore filettata sulla valvola.

5.1.4. Per le valvole con DN ≤ 2" (50) deve essere sempre previsto il relativo gruppo

composto da valvole di intercetto e di by-pass, mentre per quelle con DN > 2" (50) il gruppo viene previsto solo quando richiesto da particolari esigenze di processo o quando non può essere interrotta la marcia e viene definito da PRC.

5.1.5. Il dimensionamento delle sopra citate valvole di intercetto e di by-pass viene definito

in funzione del DN della relativa valvola di regolazione secondo quanto indicato nella tabella 5.1.5.a; in base alle seguenti considerazioni:

a) il dimensionamento delle valvole di intercetto viene definito su una base

puramente economica, in quanto la scelta di un DN intermedio tra quello della linea e quello della valvola di regolazione non ne compromette la funzionalità;

b) il dimensionamento delle valvole di "by-pass" viene definito in funzione del Cv

della valvola di regolazione, al fine di eguagliarne il funzionamento nel caso di sostituzione di quest'ultima.

5.1.6. Nel caso di valvola di regolazione senza il relativo gruppo di intercettazione/by-pass,

sul P&I D. la valvola deve essere indicata con il relativo volantino per la manovra manuale.

5.1.7. Deve essere indicato un drenaggio valvolato nel tratto a monte di ogni valvola di

regolazione, posizionandolo tra la valvola stessa e la valvola di intercetto.

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In alcuni casi (es.: linee ad alte pressione) può essere necessario prevedere un ulteriore drenaggio anche a valle della valvola di regolazione; questi casi sono da verificare con PRC.

5.1.8. Per valvole con DN uguale o superiore a 2", usare sempre riduzioni eccentriche in

quanto facilitano il drenaggio evitando il formarsi di depositi (vedere punto g del paragrafo 4.4.2.).

Figura 20 - Esempio di meccanizzazione per valvole di regolazione

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Tabella 5.1.5.a - Dimensionamento delle valvole di intercettazione e di by-pass sui gruppi

di regolazione Tutti i diametri nominali sono espressi in pollici.

DN LINEA DN VALVOLA DI

REGOLAZIONE DN VALVOLA DI:

1/2 3/4 1 1 1/2 2 3 4 6 8 10 12 14

Intercettazione 1/2 3/4 1/2

By-pass 1/2 1/2 1/2 3/4 3/4 Intercettazione 3/4 1 1 1/2 1 1/2 2 2

3/4 By-pass 3/4 3/4 3/4 1 1 1

Intercettazione 1 1 1/2 1 1/2 2 2 1

By-pass 1 1 1 1 1/2 1 1/2 Intercettazione 1 1/2 1 1/2 2 2

1 1/2 By-pass 1 1/2 1 1/2 1 1/2 1 1/2

Intercettazione 2 2 3 3 2

By-pass 2 2 2 2 Intercettazione 3 3 4 4

3 By-pass 3 3 3 3

Intercettazione 4 4 6 6 4

By-pass 4 4 4 4 Intercettazione 6 6 8 8

6 By-pass 6 6 6 6

Intercettazione 8 8 10 8

By-pass 8 8 8 Intercettazione 10 10 12

10 By-pass 10 10 10

Intercettazione 12 12 12

By-pass 12 12 Intercettazione 14

14 By-pass 14

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5.2. UValvole di sicurezza 5.2.1. Le valvole in oggetto vengono previste per proteggere i circuiti dal possibile

innalzamento di pressione al di sopra dei valori previsti. Quanto sopra può verificarsi a causa di: - errori di manovra;

- ipotesi di incendio; - mancanza di energia.

5.2.2. Nel P&I D., in corrispondenza delle valvole di sicurezza deve essere indicato il

relativo valore di taratura della pressione di intervento e, sia sull'ingresso che sull'uscita: diametro, rating e tipo di accoppiamento (vedere figura 21).

5.2.3. I dati relativi alle valvole di sicurezza (diametri, rating, valore di taratura, temperatura,

pressione, materiale del corpo valvola, classe tubazioni, ecc.) sono ricavabili dalle specifiche di Progetto emesse dall'Unità SMAUT. Qualora si dovessero rilevare delle incongruenze tra la specifica della valvola ed il P&I D., l'Unità SMAUT deve essere coinvolta per la risoluzione del problema.

5.2.4. Su ogni circuito in fase liquida soggetto a riscaldamento e che può essere

intercettato va prevista una valvola di espansione termica (normalmente con DN 3/4"x 1"). Ad esempio, tale valvola viene normalmente prevista:

- sulle derivazioni dai serbatoi che possono essere intercettate; - tra l'entrata e l'uscita di uno scambiatore, quando entrambe le linee sono munite

di valvole di blocco; - su ogni sezione di linea nella quale il prodotto allo stato liquido può essere

intrappolato tra due valvole di blocco.

Per gli scarichi di queste valvole verificare se il tipo di prodotto può essere scaricato all'atmosfera (od a terra) o se deve scaricare in un circuito chiuso. La destinazione deve essere comunque indicata sul P&I D. Gli scarichi delle valvole di sicurezza dovranno essere convogliati nel collettore esistente dell’impianto. Lo scarico delle valvole di sicurezza da attrezzature con presenza H”S dovrà essere convogliato separatamente.

5.2.5. Per l’installazione delle valvole di sicurezza con relativo by-pass e spurghi di controllo si faccia riferimento agli standard di Raffineria.

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Figura 21 - Esempio di meccanizzazione per valvole di sicurezza

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5.3. UStrumentazione su linee/apparecchiature 5.3.1. La strumentazione indicata sulle apparecchiature o sulle linee deve essere

sviluppata in fase di meccanizzazione in accordo alle specifiche di Progetto emesse dall'Unità SMAUT e da tipici emessi con una specifica a progetto.

5.3.2. Livelli 5.3.2.1. Dalla specifica "Montaggio strumenti su recipienti" emessa da SMAUT si individua il

tipo di connessione con l'apparecchiatura ed il relativo diametro, il tipo di connessione allo strumento ed il relativo diametro, il tipo di montaggio standard. In caso di installazione non standard, viene allegato uno sketch che illustra il particolare tipo di montaggio con indicate le elevazioni dei bocchelli sull'apparecchiatura e le elevazioni degli strumenti riferite alla elevazione del livello normale (o punti di intervento nel caso di interruttori di livello) del fluido contenuto nell'apparecchiatura.

5.3.2.2. Sul P&I D. i livelli indicati devono essere sviluppati inserendo i tubi porta livelli, i

diametri, le valvole ed i dreni, quando non già previsti sul livello stesso, e la destinazione degli stessi.

5.3.3. Prese pressione e temperatura, flange tarate, ecc. 5.3.3.1. In fase di meccanizzazione viene inserito il relativo numero di insieme. Per le prese

di temperatura deve essere controllato il DN minimo richiesto sulla linea (vedere esempio sotto rappresentato).

5.3.4. Nella figura 22 viene rappresentato un esempio di meccanizzazione della

strumentazione. 5.3.5. Le connessioni per le prese di temperatura sulle linee di processo saranno da 1.1/2”

flangiate ANSI B 16.5 con finiture in accordo alla specifica di linea. L’attacco al processo sarà 1.1/2 ANSI 600# RF. Potranno essere filettate per i

condotti fumi, pareti forni e circuiti ausiliari macchine.

TI

3”3”

E.R. 8” x 4” x 3” E.R. 8” x 4” x 3”

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Figura 22 - Esempio di meccanizzazione della strumentazione

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5.4. UValvole SDV (ON-OFF) 5.4.1. Le valvole in oggetto vengono previste per il sezionamento tra l’apparecchiatura e il

resto dell’impianto e deve essere fatto come da figura 17.

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6. UP&I D. DISTRIBUZIONE SERVIZI

6.1. UMeccanizzazione 6.1.1. I P&I D. distribuzione servizi vengono preparati, meccanizzati e gestiti da IMP,

mentre il dimensionamento viene eseguito da PRC. In essi vengono rappresentati i collettori principali convoglianti i servizi richiesti per l'impianto e la relativa distribuzione ad ogni utenza, rispettando la disposizione planimetrica. I contenuti di questi schemi sono gli stessi previsti per i P&I D. dei sistemi primari e secondari con l'aggiunta, quando richieste, delle seguenti informazioni:

a) strumentazione fiscale e gruppi di intercettazione, che devono essere indicati ai

limiti di batteria e la cui definizione deve essere effettuata in collaborazione tra PRC e SMAUT. Essa è connessa alla necessità/opportunità di rilevare i dati di consumo anche in relazione a problemi contrattuali;

b) tutti i componenti presenti nei sistemi cui si riferisce il P&I D. (valvole,

apparecchiature, docce/lavaocchi, hose-reels, strumenti, ecc.) eccetto quanto relativo alle singole utenze, che viene riportato sul P&I D. dei sistemi primari e secondari;

c) descrizione della provenienza o destinazione di ogni utenza, con indicazione del

numero di disegno del relativo P&I D. dei sistemi primari e secondari (vedere figura 23);

d) stazioni manichette di servizio, di cui deve essere rappresentato un tipico, come

stacco dal collettore, e deve essere richiamato il numero della tabella, rappresentata a parte. Su questa tabella deve essere indicato il numero della stazione, la posizione (riferita alla piantana rack e/o struttura o riferita all'apparecchiatura che si deve servire), la quantità di stazioni ed il numero di linea (vedere figura 24). Tutte le stazioni dei servizi devono avere le selle portamanichette con colorazione diversa (rosso per antincendio) per ogni tipologia; L’impianto deve essere dotato di manichette flessibili per acqua, vapore, azoto e aria. per il servizio azoto, gli attacchi devono essere di tipo rapido a……………… Per ogni struttura passerella e/o piano di lavoro dovranno essere previste a piano terra o al primo piano stazioni di servizi, quali: azoto, aria servizi, vapore LS e/o MS. Le tubazioni adduzione dell’acqua e del vapore dovranno essere dotate di drenaggio convogliato a piano campagna. Le prese per le manichette di vapore dovranno essere derivate con linee indipendenti dalle altre, con collettori propri ed essere alimentate con vapore LS a 3,5 bar. Tutti i servizi aria, azoto, vapore MS e LS, acqua, ecc. devono essere opportunamente identificati con targhette segnaletiche ben visibili.

e) per servizi tipo: acqua di raffreddamento alle macchine, acqua di flussaggio,

vapore di quench, ecc. di distribuzione alle utenze, rappresentare, per ogni tipo di

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utenza, sul P&I D. dei tipici ed una tabella indicante la sigla dell'apparecchiatura/ macchina e il diametro della connessione (vedere figura 25);

f) sul P&I D. distribuzione vapore rappresentare:

- un tipico per le appendici di scarico condensa e per gli scaricatori di condensa;

- una tabella da compilarsi secondo (vedere figura 26).

g) Gli scaricatori di condensa da steam-tracing e da tubazioni di vapore dovranno essere del tipo atto a consentire il maggior recupero della condensa, convogliandola in un unico collettore. Ogni scaricatore dovrà essere dotato di filtro, di valvole di intercettazione, spurgo e by-pass per la manutenzione (tutto flangiato).

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Figura 23 - Esempio di distribuzione alle utenze

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Figura 24 - Esempio di meccanizzazione per stazioni manichette di servizio

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Figura 25 - Esempio di rappresentazione dei tipici di distribuzione

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Figura 26 - Esempio di rappresentazione dei tipici di distribuzione vapore

DETTAGLIO 1 - TIPICO PER SCARICATORE DI CONDENSA

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DETTAGLIO 2 - TIPICO PER SCARICATORE DI CONDENSA

DETTAGLIO 3 - TIPICO PER SCARICATORE DI CONDENSA

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6.2. USchemi antincendio 6.2.1. Gli schemi antincendio vengono preparati, meccanizzati e gestiti da IMP utilizzando

come base la planimetria generale del Complesso o di Impianto e con i dati predisposti da PRC. In essi vengono rappresentati i collettori principali e la relativa distribuzione ad ogni utenza, rispettando la sequenza planimetrica. I contenuti di questi schemi sono gli stessi previsti per i P&I D. dei sistemi primari e secondari.

6.2.2. Sugli schemi devono essere riportati i dettagli degli idranti, dei monitors, hose reels,

ecc. che sono definiti da PRC.

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7. UP&I D: INTERCONNESSIONE

7.1. UMeccanizzazione 7.1.1. I P&I D. interconnessione vengono preparati, meccanizzati e gestiti da IMP, mentre il

dimensionamento viene eseguito da PRC. In essi vengono rappresentate le linee di connessione tra i vari impianti e/o gli "Off-sites", rispettando la sequenza planimetrica. I contenuti di questi schemi sono gli stessi previsti per i P&I D. dei sistemi primari e secondari.