Novembre 11 – Newsletter POLITICHE ABITATIVE · ambiti ed attori. Le aree periferiche sono...

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16 Notizie dalle categorie, dalle associazioni, dai territori...... CGIL, CISL, UIL, Confindustria: Iniziativa a Camerino dell'Osservatorio Sisma centro italia.......................………………………........pag. 7 CGIL, FP CGIL e SUNIA: Iniziativa Milano “Il diritto all’abitare”.... pag. 8 SUNIA, Federconsumatori: Iniziativa a Napoli La crisi abitativa in Italia e in Europa”………………………………………………………………....pag. 8 Dai territori: Lombardia: nuovo Piano di Governo del Territorio a Milano; Lombardia: Progetto Milano 2035, offerta abitativa e reti di solidarietà sociale nei quartieri popolari; Lombardia: progetto formativo “Antenne sociali”; Piemonte: contributi ai Comuni per comunità energetiche; Toscana: CGIL e SUNIA sul recupero dei sottotetti………………………..……..pag. 9/10 Studi e ricerche......…...…........ Le politiche che interessano i centri urbani sono spezzettate tra ministeri diversi, con spreco delle scarse risorse a disposizione e pochi risultati: eppure è nelle città che si gioca la sfida cruciale dei cambiamenti climatici. Dagli indicatori emerge un’Italia dinamica, attenta a nuove scelte, ma una lettura d’insieme restituisce emergenze, criticità e performance ambientali scadenti o pessime, a cominciare dall’allarme smog o dal ciclo dei rifiuti. (Legambiente, Ecosistema Urbano 2019)….…………………………………...pag.4 Si definisce danno ambientale un deterioramento significativo e misurabile, provocato dall’uomo, ai suoli, alle specie, agli habitat e alle aree protette, alle acque superficiali (fiumi, laghi, mare) e sotterranee. Ispra ha accertato gravi danni all'ambiente in 30 aree del Paese: in 10 di questi casi il Ministero dell’Ambiente si è già costituito parte civile o ha attivato il relativo iter. . La Sicilia è la regione dove sono state aperte più istruttorie (ISPRA: Il danno ambientale in Italia)………………………….... pag. 5 Le città non devono essere deserti artificiali, trappole dove benessere, salute e sicurezza vengono messi a rischio per mantenere modelli di produzione e di consumo superati e insostenibili: nel modo con cui concepiamo le nostre città, facciamo scelte energetiche e di mobilità, gestiamo il ciclo di vita dei beni di consumo, il loro recupero, riutilizzo e smaltimento per i prossimi decenni (WWF, Urban Nature) .……………. pag.6 Notizie....................................................................……....…... Il Programma per le periferie previsto dalla Legge 208/2015, ha visto uno stanziamento significativo dello Stato e investimenti, a vari livelli, da parte degli enti locali. Sul programma la CGIL aveva mostrato alcune perplessità. Oggi i Comuni richiedono condivisibilmente, che quella misura diventi stabile perché interviene dal punto di vista sia infrastrutturale che sociale. Si dovrebbe mettere a regime un programma pluriennale, con finanziamenti dedicati e costanti superando le criticità dei programmi precedenti. ■Il progetto “Milleperiferie” promosso da Anci Sicilia …………………..pag. 1 CGIL, CISL e UIL hanno avuto un'audizione presso la Camera dei Deputati, in relazione al Decreto sulla ricostruzione nei territori colpiti da eventi sismici. La richiesta dei territori è da tempo quella di misure che affrontino una volta per tutte le criticità, superando le disposizioni che si sono succedute. La sensazione è quella che, come già accaduto, vengano introdotte misure, ancorché positive, ma non sufficienti per accelerare la complessa partita della ricostruzione. Permangono numerosi problemi. ■ Alcuni punti del documento CGIL, CISL, UIL………………...….….. pag. 2 CGIL, CISL, UIL, hanno avuto un incontro con la Ministra De Micheli in relazione a “Rinascita urbana”, il Piano pluriennale per migliorare la qualità dell'abitare del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Le organizzazioni hanno manifestato l’apprezzamento per la previsione di un Piano che affronti il disagio abitativo e il degrado urbano attraverso operazioni di rigenerazione urbana, con una programmazione pluriennale e stanziamenti statali. I fi- nanziamenti sono tuttavia insufficienti per rispondere al fabbisogno. ■ Il programma del MIT ..........................................................……… pag. 3 Periodico mensile a cura di Laura Mariani - Area Politiche per lo Sviluppo - CGIL nazionale Novembre 11 – Newsletter POLITICHE ABITATIVE Novembre 11 – Newsletter POLITICHE ABITATIVE

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Notizie dalle categorie, dalle associazioni, dai territori......

CGIL, CISL, UIL, Confindustria: Iniziativa a Camerinodell'Osservatorio Sisma centro italia.......................………………………........pag. 7

CGIL, FP CGIL e SUNIA: Iniziativa Milano “Il diritto all’abitare”.... pag. 8

SUNIA, Federconsumatori: Iniziativa a Napoli “La crisi abitativa inItalia e in Europa”………………………………………………………………....pag. 8

Dai territori: Lombardia: nuovo Piano di Governo del Territorio aMilano; Lombardia: Progetto Milano 2035, offerta abitativa e reti di solidarietàsociale nei quartieri popolari; Lombardia: progetto formativo “Antennesociali”; Piemonte: contributi ai Comuni per comunità energetiche; Toscana:CGIL e SUNIA sul recupero dei sottotetti………………………..……..pag. 9/10

Studi e ricerche......…...…........

Le politiche che interessano i centri urbanisono spezzettate tra ministeri diversi, conspreco delle scarse risorse a disposizionee pochi risultati: eppure è nelle città che sigioca la sfida cruciale dei cambiamenticlimatici. Dagli indicatori emerge un’Italiadinamica, attenta a nuove scelte, ma unalettura d’insieme restituisce emergenze,criticità e performance ambientali scadentio pessime, a cominciare dall’allarme smogo dal ciclo dei rifiuti. (Legambiente, EcosistemaUrbano 2019)….…………………………………...pag.4

Si definisce danno ambientale undeterioramento significativo e misurabile,provocato dall’uomo, ai suoli, alle specie,agli habitat e alle aree protette, alle acquesuperficiali (fiumi, laghi, mare) esotterranee. Ispra ha accertato gravi danniall'ambiente in 30 aree del Paese: in 10 diquesti casi il Ministero dell’Ambiente si ègià costituito parte civile o ha attivato ilrelativo iter. . La Sicilia è la regione dovesono state aperte più istruttorie (ISPRA: Ildanno ambientale in Italia)…………………………....pag. 5

Le città non devono essere desertiartificiali, trappole dove benessere, salutee sicurezza vengono messi a rischio permantenere modelli di produzione e diconsumo superati e insostenibili: nelmodo con cui concepiamo le nostre città,

facciamo scelteenergetiche e di mobilità,gestiamo il ciclo di vitadei beni di consumo, illoro recupero, riutilizzo esmaltimento per iprossimi decenni (WWF,Urban Nature) .……………. pag.6

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Il Programma per le periferie previsto dalla Legge 208/2015, havisto uno stanziamento significativo dello Stato e investimenti, avari livelli, da parte degli enti locali. Sul programma la CGIL avevamostrato alcune perplessità. Oggi i Comuni richiedonocondivisibilmente, che quella misura diventi stabile perché intervienedal punto di vista sia infrastrutturale che sociale. Si dovrebbemettere a regime un programma pluriennale, con finanziamentidedicati e costanti superando le criticità dei programmi precedenti.■Il progetto “Milleperiferie” promosso da Anci Sicilia …………………..pag. 1

CGIL, CISL e UIL hanno avuto un'audizione presso la Cameradei Deputati, in relazione al Decreto sulla ricostruzione neiterritori colpiti da eventi sismici. La richiesta dei territori è da tempoquella di misure che affrontino una volta per tutte le criticità,superando le disposizioni che si sono succedute. La sensazione èquella che, come già accaduto, vengano introdotte misure, ancorchépositive, ma non sufficienti per accelerare la complessa partita dellaricostruzione. Permangono numerosi problemi.■ Alcuni punti del documento CGIL, CISL, UIL………………...….…..pag. 2

CGIL, CISL, UIL, hanno avuto un incontro con la Ministra DeMicheli in relazione a “Rinascita urbana”, il Piano pluriennale permigliorare la qualità dell'abitare del Ministero delle Infrastrutture edei Trasporti. Le organizzazioni hanno manifestato l’apprezzamentoper la previsione di un Piano che affronti il disagio abitativo e ildegrado urbano attraverso operazioni di rigenerazione urbana, conuna programmazione pluriennale e stanziamenti statali. I fi-nanziamenti sono tuttavia insufficienti per rispondere al fabbisogno.■ Il programma del MIT..........................................................……… pag. 3

Periodico mensile a cura di Laura Mariani - Area Politiche per lo Sviluppo - CGIL nazionale

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1 Notizie

Aree degradate da recuperare

il progetto Milleperiferie

Il Piano per la riqualificazione e la sicurezza delle periferiedel 2016 ha finanziato 120 progetti, 2.100 interventi in 445 Comuni italiani, con una previsione di investimenti superiori a 2 miliardi di euro.

Il Programma straordinario di interventoper la riqualificazione urbana e la si-curezza delle periferie delle città metro-politane e dei Comuni capoluogo di pro-vincia, previsto dalla Legge 208/2015,ha visto uno stanziamento significativodello Stato e investimenti, a vari livelli,da parte degli enti locali.Sul programma la CGIL aveva mostratoalcune perplessità, soprattutto in rela-zione all’episodicità del programma, alfinanziamento una tantum, all’ampiagamma dei possibili interventi, sia legatialla realizzazione di opere che a favoredi servizi, che avrebbero potuto render-ne difficoltosa la valutazione.

Sul tema periferie c’è stato un genera-le disinteresse da parte dei governi edun approccio tardivo, più volte rilevatodalla Cgil, che ha ripetutamente de-nunciato la necessità di intervenire inaree oggi “deboli” con una program-mazione pluriennale, con finanzia-menti dedicati e costanti, integrandorisorse ordinarie e straordinarie,implementando azioni di sistema enon di progetto che coinvolgano piùambiti ed attori.Le aree periferiche sono realtà chenecessitano di un’attenzione prio-ritaria a livello di politiche urbane e c’èla necessità di ampliare le iniziative.

Oggi i Comuni richiedono condivisibil-mente, che quella misura diventi stabileproprio perché interviene dal punto di vi-sta sia infrastrutturale che sociale.Si dovrebbe mettere a regime un pro-gramma che intervenga su aree “deboli”con una programmazione pluriennale,finanziamenti dedicati e costanti checonvergano da più amministrazioni, inte-grando risorse ordinarie e straordinarie,con modalità di funzionamento tali darecuperare quanto di positivo è emersonei precedenti programmi superando,contestualmente le criticità che hannonegli anni inficiato sulla realizzazionidegli interventi.

E’ partito il progetto “Milleperiferie”enti pubblici e soggetti privati in reteper condividere idee e iniziative di riqualificazione delleperiferie secondo una visione condivisa

Il progetto, patrocinato dalla Presidenza del Consiglio, dal Comune diPalermo e dall’Anci, ideato e diretto da I World e promosso da AnciSicilia, parte dai 120 progetti finanziati dallo Stato con il “Bando periferie”,con l'obiettivo di costruire una piattaforma di interconnessione di questiprogetti, strutturare un unico programma nazionale per la riqualificazione,anziché tanti progetti sconnessi tra loro e privi di una visione di sistema. Un network che consentirà l’attivazione di scambi di esperienze, pianificazioni comuni, relazioni tra comunità eoperatori delle aree periferiche, analisi di best practice, azioni di comunicazione congiunta e tanto altro, per arrivarealla strutturazione di un “Osservatorio delle Periferie”.La rete Milleperiferie si struttura come una piattaforma che opera online e si qualifica come un vero e proprio e-clusteral servizio degli operatori pubblico-privati. Sempre nell’ambito del progetto si attiverà anche l’Osservatorio nazionaledelle periferie, con il fine di animare il dialogo propositivo sulle tematiche di sviluppo urbano dei prossimi anni.L’Osservatorio avrà infatti il ruolo di elaborare il manifesto Milleperiferie e formulare e sostenere l’attuazione diprogrammi di riqualificazione, rigenerazione e ricentralizzazione degli ambiti urbani. Nello specifico, promuove lanascita di nuovi strumenti e opportunità, tra cui: la “Strategia Nazionale Aree Periferiche” (SNAP), in parallelo conquella delle Aree interne, da implementare nella programmazione comunitaria 2021-2027 e in grado di attuare gliobiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite puntando sulla creazione di città inclusive, sicure, sostenibili in grado diavviare nuovi processi di sviluppo integrato.Come dichiarato dal presidente di Anci Sicilia, Leoluca Orlando “la sfida di Milleperiferie è trasformare le periferie inquartieri. Con un grande progetto di vivibilità legata alla programmazione nel medio e lungo periodo di un’azione dirigenerazione urbana e di collegamento fra le città e le campagne, fra le città e le zone di cinta, fra le città e il mondo,contribuendo così a superare la logica della separatezza grazie alla mobilità, locale e internazionale, di persone, dimerci, di capitali, di idee. Milleperiferie è altresì, una proposta di piattaforma comune per rafforzare al livello nazionalegli interventi già avviati e per fare assumere come strategico il superamento delle periferie nell’agenda europea 21/27.”

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2 Notizie

Eventi sismicie ricostruzione

Il Decreto per la ricostruzione post-sisma

Il 4 novembre CGIL, CISL e UIL hanno avuto un'audizione presso la Camera dei Deputati, in relazione al Decreto sulla ricostruzione nei territori colpiti da eventi sismici.

Cgil, Cisl e UIL, pur apprezzando alcunemisure contenute nel Decreto, hanno evi-denziato i problemi ancora presenti. Le organizzazioni hanno riconfermato lanecessità di semplificare le procedure eadottare misure per accelerare la realiz-zazione degli interventi, senza tuttaviaeliminare le regole di trasparenza, legali-tà e sicurezza sul lavoro, che anche il re-cente “Sblocca Cantieri” ha tentato scia-guratamente di fare, col risultato di nonavere alcuna importante cantierizzazioneavviata e lasciando al maggior ribasso,vero problema nel mondo degli appalti, ilcriterio di aggiudicazione dei lavori. Glistrumenti di tutela devono al contrario es-sere rafforzati, a partire dal DURC percongruità e dall'applicazione delle TerzeLinee Guida Antimafia nelle area del si-sma 2016.

I terremoti che si sono succeduti ci obbli-gano a ragionare su un nuovo percorsoprogrammatorio degli interventi che sifondi sul concetto della prevenzione.L’aver ripartito una serie di responsabilitàha determinato deresponsabilizzazione elungaggini burocratiche con continue or-dinanze fatte da più soggetti. Anzichéprevedere il Commissario Straordinariocome figura che può operare oltre le re-gole, servirebbe una definitiva proceduradi azione da applicare ogni volta che unterritorio è colpito da evento sismico oidrogeologico in modo da non dover ope-rare con modalità differenti. Potrebbero essere prvisti studi di micro-zonazione, essendo essenziale mantene-re vivo e attivo il tessuto produttivo neiterritori colpiti. A tal fine servirebbe unachiara procedura applicabile ogni volta.

Prevedere poi l’avvio dei lavori basati suautocertificazione dei professionisti, sen-za alcuna soglia e quindi su qualsiasi im-porto dei lavori, e realizzare controlli solosu un campione del 20% delle pratiche,non va nella direzione del rispetto delleregole. Cgil, Cisl, Uil, hanno ribadito di voler tro-vare soluzioni idonee al personale adoggi impegnato nelle Usr, che hanno ac-quisito professionalità alle quali non sipuò rinunciare e che la loro stabilizzazio-ne comporterebbe solo benefici alle am-ministrazioni nelle quali sono impegnati.Infatti abbiamo ad oggi una dotazionegravemente insufficiente, personale ca-ratterizzato e sottoposto a diverse formecontrattuali fortemente disparitarie in ter-mini di diritti/doveri e di trattamento eco-nomico.

Si è reso necessario prorogare lo stato di emergenza fino al 31 dicembre 2020, a dimostrazione della scarsità dei risultati finora ottenuti:manca una programmazione realistica dei tempi.

Piano Macerie: non esiste un piano macerie dettagliato, non è possibile sapere i tempi nei quali verranno rimosse lemacerie, le aziende che operano nella rimozione i siti individuati, le bonifiche da effettuare. E’ condivisibile l’obbligo diaggiornamento da parte delle Regioni del piano per la gestione delle macerie e dei rifiuti, con forti dubbi rispetto allatemporalità prevista. E’ necessario un serio lavoro di pianificazione e programmazione a livello regionale per coniugaresviluppo e sostenibilità, nel rispetto dell'ambiente e della salute pubblica, e con il coinvolgimento delle Parti Sociali. Urbanistica: la ricostruzione deve essere lasciata alla progettazione delle Amministrazioni Locali, che hannoconoscenza dei luoghi e dei rischi presenti. Appare assurdo voler ricostruire laddove erano già presenti edifici pubblici(ad esempio le scuole), perché nel ridisegnare il paese o la città deve inserirsi anche l’edificio pubblico.Differenziazioni: il Decreto pone interventi unici, mentre la diversità delle situazioni presenti consiglierebbe interventimirati tra i comuni che sono stati completamente rasi al suolo e comuni che hanno subito forti danneggiamenti.Contributo ricostruzione: l’anticipo del 50% previsto ai professionisti non risolve il problema. Il decreto ha recepitole richieste di lavoratori e sindacati, relativi alla c.d. “busta paga pesante”. Il D.L. 111/2019 aveva già rinviato i terminiper i versamenti sospesi al 15 gennaio 2020. Ora diminuisce la quota di restituzione al 40%. Spopolamento: Siamo in presenza di aree capaci di offrire ai residenti limitata accessibilità ai servizi essenziali, puressendo dotate di considerevoli risorse ambientali e culturali. Queste aree, distanti dai principali centri urbani,subiscono un processo di marginalizzazione che si autoalimenta, caratterizzato da riduzione quantitativa e qualitativadell’offerta locale dei servizi pubblici, calo della popolazione sotto la soglia critica, invecchiamento demografico,diminuzione dell’occupazione e dell’utilizzo del territorio, degrado del patrimonio artistico e paesaggistico. Bisognaaccelerare la ricostruzione o nuova costruzione di opere pubbliche come ospedali e/o scuole, condizioneimprescindibile per favorire il radicamento delle popolazioni e il reinsediamento delle comunità.

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3 Notizie

Politiche abitativee rigenerazione urbana

Incontro di CGIL, CISL, UIL al MIT

CGIL, CISL, UIL, hanno avuto un incontro con la Ministra De Micheli in relazione a “Rinascita urbana”, il Piano pluriennaleper migliorarela qualità dell'abitare.

Il 5 novembre, nell'incontro al Ministerodelle infrastrutture e dei trasporti, CGIL,CISL, UIL hanno manifestato alla Ministral’apprezzamento per la previsione di unPiano che affronti il disagio abitativo e ildegrado urbano delle città attraversooperazioni di rigenerazione urbana, conuna programmazione pluriennale estanziamenti statali, visto il disimpegnocentrale negli ultimi decenni e la prolun-gata assenza nell'agenda politica deltema dell’abitare, ritenendo, tuttavia, i fi-nanziamenti insufficienti per le ampie fi-nalità proposte e per rispondere al fabbi-sogno presente nei territori.E' stata sollecitata l’utilità di far converge-re risorse destinate a programmi urbanidi altri ministeri. Una riserva dovrebbe es-sere destinata alle città del Sud.Le organizzazioni hanno richiesto unasemplificazione procedurale, in quantoquesto è un nodo problematico per gliEnti locali, che devono predisporre i pro-getti, ma che spesso, non avendo perso-nale adeguato, sono costretti a presenta-

re proposte di alcune opere, pure utili, manon funzionali alle finalità, né orientati arispondere alle emergenze presenti.Una istanza precisa è stata quella dicoinvolgere le parti sociali , attraverso untavolo periodico, che possa fornireindicazioni utili e monitorare l'andamentodel programma. La Ministra ha accolto alcune osservazio-ni dichiarando che verranno effettuateaudizioni anche delle parti sociali in fasedi stesura del decreto di attuazione.Ha manifestato l'intenzione di giungere intempi brevi alla definizione di una gra-duatoria che, come nel recente Pianoperiferie, potrebbe vedere finanziati pro-getti anche in periodi successivi. Su que-sto abbiamo manifestato alcune perples-sità. I tempi stretti dei bandi, infatti, vannospesso a inficiare sulla qualità dei deiprogetti che vengono presentati. Sarebbedi maggiore utilità, insieme alla plurienna-lità dei finanziamenti, consentire anche lapossibilità di bandi annuali, in modo dipermettere agli enti locali una maggiore

definizione delle proposte.In relazione a questo, CGIL, CISL e UILhanno suggerito la predisposizione di unsupporto tecnico all'interno del Ministerodelle Infrastrutture e Trasporti alle ammi-nistrazioni locali, con il compito di ac-compagnare, a livello nazionale, la predi-sposizione delle proposte progettuali.Sarà ora da verificare come la Ministradarà seguito alle richieste delle organiz-zazioni sindacali e la strutturazione delpiano in quanto programmi simili, negli ul-timi anni, spesso si sono limitati agli an-nunci e comunque hanno scontato limitida superare, che altrimenti, anche in que-sto caso, porterebbero all’impossibilità diraggiungere gli obiettivi proposti.Si segnala la sparizione, rispetto alledichiarazioni precedentemente diffuse,dello stanziamento per il fondo disostegno all’affitto, previsto dalla Legge431/98, necessario per sostenere i redditidelle famiglie in maggiore difficoltàeconomica, che ha visto negli anni ilquasi azzeramento.

“Rinascita Urbana”, il programma del MIT, ha visto una riduzione dei fondi:da un miliardo precedentemente annunciato a 853 milioni di euro per il periordo 2020-2023

Il programma è finalizzato a incrementare il patrimonio destinato all'edilizia residenziale sociale, a rigenerare il tessutosocio - economico, a incrementare l'accessibilità, la sicurezza dei luoghi e la rifunzionalizzazione di spazi e immobilipubblici, a migliorare la coesione sociale e la qualità della vita dei cittadini. Sono condivisibili le finalità del programma,come la previsione di una programmazione pluriennale. I fondi, tuttavia, sono esigui per rispondere alla domandareale: 853 mln di euro per il periodo 2020 – 2033, dei quali soli 12 milioni per il 2020 e 27 milioni per il 2021. E' importante strutturare il programma in modo da superare i limiti che hanno inficiato la realizzazione degli interventiin piani con finalità simili: il Piano Città avviato nel 2012 dal primo Decreto Sviluppo (su 318 milioni di euro distanziamenti le erogazioni pare ammontino a poco più di 20); il Piano per la riqualificazione sociale e culturale dellearee urbane degradate, previsto dalla Legge di Stabilità 2015 (dopo due anni è stata pubblicata la graduatoria delleproposte ammesse che scadrà nel 2020, ma i Comuni sono ancora in attesa di ricevere i finanziamenti, scesi peraltroa 78 milioni di euro rispetto dagli iniziali 200 milioni); il Piano per la riqualificazione urbana e la sicurezza delleperiferie, previsto dalla Legge di Stabilità 2016, con uno stanziamento di fondi rilevante (1800 milioni di euro) del qualebisogna monitorare la reallizzazione.Sono programmi caratterizzati da fondi assegnati una tantum che hanno costretto i Comuni, stante i brevi tempi deibandi, a presentare progetti già pronti, senza una strategia complessiva e spesso non rispondendo alle finalità.

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4 Studi e ricerche

Legambiente: Ecosistema Urbano 2019In Italia, le politiche che interessano i centri urbani sono spezzettate tra ministeri diversi, con spreco delle scarse risorse a disposizione e pochi risultati: eppure è nelle città che si gioca la sfida cruciale dei cambiamenti climatici, perché lì si produce oltre la metà delle emissioni di gas serra.

Trento, Mantova, Bolzano, Pordenone eParma sono prime in classifica per per-formance ambientali nella ricerca di Le-gambiente, Ambiente Italia e Il Sole 24Ore, che parla di un’Italia che si muovein maniera disomogenea. Dagli indicatori di molte città emergeun’Italia dinamica, attenta alle nuovescelte urbanistiche, ai servizi di mobilità,alla progressiva restituzione di vie epiazze ai cittadini, all’impegno contro lospreco alimentare, alla crescita deglispazi naturali; ma una lettura d’insiemerestituisce emergenze, criticità e perfor-mance ambientali scadenti o pessime.Sono tante le città in allarme smog o in-capaci di assicurare un corretto ciclo deirifiuti, si amplia il divario tra chi produceprogressi nel trasporto pubblico e chi hamezzi pubblici non adeguati alle esigen-ze di mobilità delle persone, restano pie-ne di magagne le reti idriche, talora verie propri colabrodo che disperdono nelnulla quantità enormi di acqua potabile,ci sono qua e là incredibili falle nella de-purazione dei reflui fognari, una dram-matica insicurezza stradale che lasciasul campo migliaia di morti e decine dimigliaia di feriti ogni anno. Si fa fatica a capire come mai alcunecriticità non vengano affrontate con lagiusta determinazione e altre sianoampiamente sottovalutate.Vivacità e propensione al cambiamento,oltre a caratterizzare le città in testa allaclassifica, si trovano tuttavia anche in al-tri centri urbani, limitatamente ad ambitispecifici. Cercando una chiave di letturadell’andamento delle performance am-bientali delle città, bisogna abbandonarele solite coppie nord/sud, centri urbanigrandi/piccoli o ricchi e poveri.

LE POSIZIONI DELLE CITTA’Nelle prime 20 posizioni si trovano cittàgrandi come Bologna, comuni del sudcome Cosenza, capoluoghi non ai verticidelle classifiche del PIL come Oristano, aconferma che l’Italia del buon ecosistemaurbano è principalmente l’Italia che fabene e spende bene le sue risorse, chesi evolve e pianifica le trasformazioni. Nelle ultime posizioni si trovano alcunigrandi centri: Napoli, Bari, Torino, Roma,Palermo, ciclicamente vittime di piccole-grandi emergenze: smog (Torino eRoma), rifiuti (Napoli e Palermo, ma an-che Roma), l’acqua (Bari). L’emergenzatraffico interessa più o meno tutti i grandicentri urbani (Roma e Torino hanno piùdi 60 auto ogni 100 abitanti), aggravatanel caso della Capitale dal servizio ditrasporto pubblico. In coda alla gradua-toria Vibo Valentia, Siracusa e Catania,terzultima, che colleziona performancenon esaltanti: perdite della rete idrica ol-tre il 45%, una delle produzioni di rifiutipiù alte in assoluto (733 kg/ab/anno),messa assieme con un anacronistico7,7% di rifiuti raccolti in maniera diffe-renziata e meno di venti centimetri qua-drati di suolo a testa per chi cammina.

ECOSISTEMA URBANO LEGAMBIENTE CLASSIFICA 2019 – PRIME 20 CITTA’1 Trento 81,202 Mantova 80,693 Bolzano 76,404 Pordenone 75,455 Parma 74,726 Pesaro 70,637 Treviso 70,418 Belluno 70,189 Oristano 69,0110 Ferrara 68,5511 Verbania 66,5912 Reggio Emilia 65,7213 Bologna 65,6314 Cosenza 65,5215 Macerata 65,1416 Venezia 64,9217 Cremona 64,8618 Udine 63,8419 Biella 63,8120 Cuneo 63,72

I NUMERII dati sulla qualità dell’aria sono in net-to miglioramento. Solo a Torino e Ragu-sa almeno una centralina ha un valoremedio annuo che oltrepassa il limite perla protezione della salute umana. Scen-dono da 16 a 11 le città dove il valoremedio delle concentrazioni di biossido diazoto è superiore al limite di legge.La percentuale di raccolta differenziataè in costante miglioramento, l’obiettivo dilegge del 65% fissato per il 2012 è statoraggiunto da 38 città, mentre la sogliadel 35% prevista per il 2006, non è stataancora raggiunta da 18 comuni. Tornaperò a crescere la produzione di rifiuti.In 18 città metà dell’acqua immessanelle condutture viene dispersa ecresce il numero di città dove la quota èpiù del 30%. Solo Pordenone, Mantova,Lodi, Monza e Macerata contengono leperdite entro il 15%.Migliora, seppur di poco, il servizio ditrasporto pubblico. Il tasso di motoriz-zazione dei capoluoghi, invece, sale inun anno da 63,3 auto ogni 100 abitanti a63,9. Tra i grandi centri fa eccezione Mi-lano, in lieve decremento.Sulla mobilità attiva Lucca e Venezia lemigliori a piedi, Reggio Emilia per le bicicon 43 metri equivalenti ogni 100abitanti di percorsi ciclabili, seguita daMantova. Cresce l’estensione mediadelle isole pedonali.Le fonti rinnovabili coprono il 100% delfabbisogno elettrico delle famiglie in 27capoluoghi (secondo un calcolo basatosulla produzione stimata delle diversetecnologie presenti nei territori rispetto aiconsumi medi delle famiglie italiane). 90capoluoghi hanno almeno un impiantosolare termico o fotovoltaico sugli edificipubblici; 73 città hanno impianti solaritermici, per 23.428 metri quadraticomplessivi di pannelli e 73 capoluoghipresentano impianti solari fotovoltaici.

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5 Studi e ricerche

ISPRA: Il danno ambientale in ItaliaSi definisce danno ambientale un deterioramento significativo e misurabile, provocato dall’uomo, a suoli, specie, habitat, aree protette, acque superficiali e sotterranee. Ispra accerta gravi danni all'ambiente in 30 aree del Paese.

ISPRA e il Sistema nazionale di protezio-ne dell’ambiente (SNPA), su incarico delMinistero dell’ambiente, hanno fornito unresoconto nazionale delle istruttorie tec-nico-scientifiche aperte nel biennio 2017-2018. Sono 30 i casi per i quali è statoaccertato un grave danno o minaccia am-bientale: 22 procedimenti giudiziari (pe-nali e civili) e 8 casi extra-giudiziari (iteriniziati su sollecitazioni giunte dal territo-rio e al di fuori di un contesto giudiziario).In 10 di questi 30 casi il Ministerodell’ambiente si è già costituito parte civi-le o ha attivato il relativo iter.Tra i casi accertati i danni e le minacceconcernenti le discariche di Chiaiano eCasal di Principe in Campania, quelle diMalagrotta e Anagni nel Lazio, quella diBellolampo in Sicilia, le emissioni dellaTirreno Power a Vado Ligure e Quiliano,l’interramento di fanghi e scarti di lavora-zione a Rende in provincia di Cosenza.I 30 casi accertati hanno interessatosoprattutto le acque sotterranee (32%),laghi e fiumi (23%), i terreni (19%).Degli oltre 200 casi segnalati all’Istitutodal Ministero dell’ambiente, nel 2017-2018 sono state aperte 161 istruttorie di

valutazione del danno ambientale graziealle verifiche operate sul territorio daSNPA: 39 per casi giudiziari (sede penaleo civile), 18 per extra-giudiziari, 104istruttorie per casi penali in fase prelimi-nare (nei quali l’accertamento del dannoè ancora a livello potenziale). La Sicilia è la regione italiana dove sonostate aperte più istruttorie (29), seguitada Campania (20), Lombardia (14),Puglia (13). Le attività che potenzialmente possonoportare a danno ambientale sono risultatesoprattutto quelle svolte dagli impianti didepurazione e di gestione dei rifiuti, daicantieri edili e di realizzazione delle infra-strutture, dagli impianti industriali.I casi riportati non rappresentano la totali-tà di quelli aperti in Italia. Non sonoconsiderati quelli per i quali sono già sta-te avviate azioni di riparazione prima del2017 (ad esempio i siti di Bussi sul Tirino,Giugliano, Castelvolturno, Taranto e altri).A dare una definizione comune di dannoambientale in Europa è intervenuta la di-rettiva europea del 2004 (2004/35/CE)che ha introdotto una disciplina unica intema di responsabilità e riparazione.L’Italia ha pienamente introdotto nellapropria normativa il principio di dannoambientale e ad oggi siamo il paese chedichiara più casi in Europa. Restano da affrontare alcuni importantitemi, come stabilire i criteri per definire laprocedura amministrativa, la coperturaassicurativa del danno, i criteri diaccertamento e quelli di riparazione.

RIPARTIZIONE DELLE 161 ISTRUTTORIE TECNICO SCIENTIFICHE APERTE DA ISPRA (2017-2018)Sicilia 29Campania 20Lombardia 14Puglia 13Umbria 13Abruzzo 11Toscana 11Lazio 10Liguria 10Calabria 7Piemonte 5Veneto 5Basilicata 3Sardegna 3Valle d'Aosta 2Emilia-Romagna 1Friuli-Venezia Giulia 1Marche 1Molise 1Trentino-Alto Adige 1

AMBIENTI NATURALI PIU’ DANNEGGIATIDAI 30 CASI ACCERTATI (2017 -2018)Acque sotterranee 32Acque interne superficiali 23Terreno 19Altro (Atmosfera, paesaggio, assetto morfologico, ...)

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Specie ed habitat protetti 6Acque marino-costiere 4Aree protette 2

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6 Studi e ricerche

WWF: Urban Nature 2019Le città non devono essere deserti artificiali, trappole dove il nostro benessere, la nostra salute e la nostra sicurezza vengono messi a rischio per soddisfare scelte fatte per mantenere modelli di produzione e di consumo superati e insostenibili.

In occasione della terza edizione diUrban Nature, la giornata dedicata allanatura urbana, il WWF ha presentato ilreport “Biodiversità urbana: percorsi eproposte in campo“. Il Report apre unafinestra sul mondo su come costruireuna nuova alleanza tra città e natura.

LA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALENelle città si può vincere la scommessadella sostenibilità ambientale: infatti, ri-corda il Report, negli anni ‘50 la popola-zione urbana ammontava a 745 milionidi persone, nel 2050 questa sarà pari a6,5 miliardi di persone (su 9,7 miliardiche popoleranno la Terra). In Europadue terzi della popolazione (500 milionidi persone) già vive nelle città. Secondola rilevazione ISTAT al 2016, i Comuniitaliani con alta urbanizzazione rappre-sentano meno del 5% del territorio maaccolgono più del 33% delle persone.Gli studi condotti dal Gruppo di ricercadell’Università dell’Aquila per il ReportWWF, rilevano che le 14 Aree/cittàMetropolitane, pur interessando solol’1,2% del territorio nazionale, ospitanoattualmente il 16% della popolazioneitaliana (9,5 milioni di persone, dellequali 2 milioni e 800 mila e 1 milione e300 mila, concentrate solo a Roma eMilano). Il patrimonio di verde (pubblicoe privato) progettato o inglobato nelle 14CM ammonta a circa 1.200 chilometriquadrati: con 465 chilometri quadratiRoma e Milano costituiscono da sole piùdel 35% delle aree verdi urbane. Lacopertura media su scala nazionale delverde urbano (pubblico e privato) nelleCittà Metropolitane è del 30% dellastruttura urbana, ma le singole realtàsono molto differenziate: si passa dal42% di Bologna al 9% di Cagliari.

IL VERDE URBANOLa legge un albero per ogni figlio (1992),perfezionata con la legge 10/2013, èstata applicata a macchia di leopardonelle 14 CM: in 7 capoluoghi delle CMsinora non è stata svolta alcuna iniziati-va: Bari, Catania, Genova, Messina, Na-poli, Reggio Calabria, Torino. Strumenti consolidati esistono in 68capoluoghi delle CM di Milano, Venezia,Torino, Genova, Bologna, Bari, ReggioCalabria e Palermo; 4 CM non li hanno(Firenze, Napoli, Bari, Messina), aRoma e Catania sono stati adottati dallaGiunta ma non ancora approvati dalleassemblee consiliari. I Piani del Verdesono incardinati in altri strumenti come iPUC per Roma e Cagliari e la varianteurbanistica per Palermo o innovativi,come il recente Piano Clima del Comu-ne di Milano o previsti ad hoc (Messina).Il coinvolgimento delle realtà civiche nel-la tutela e gestione i spazi verdi e beninaturali è diffusa: in tutti i Comuni capo-luogo delle 14 CM esistono strumentiamministrativi per l’affidamento ad asso-ciazioni, comitati, gruppi di cittadini. Si registrano primi segnali di attenzionead iniziative più avanzate: Bologna haapprovato il Piano di adattamento aicambiamenti climatici, Milano e Palermostanno lavorando sulle infrastrutture ver-di, Roma e Palermo hanno inserito lereti ecologiche nei piani urbanistici, neglialtri 9 capoluoghi delle CM si registranointerventi mirati alla valorizzazione diaree esistenti o alla rinaturalizzazione diaree ex industriali o ex caserme.

IL MANIFESTO DEL WWFIl WWF, con la collaborazione di 40 real-tà locali e le due organizzazioni Feder-bio e Federerazione Pro Natura, ha re-datto il “Manifesto del Buon Governodella Natura in Città”, che si articola in 6filoni e suggerisce 22 azioni da sottopor-re alle amministrazioni comunali. 1. Integrare la nuova pianificazione ur-banistico-territoriale comunale con la in-dividuazione e regolamentazione dellegreen and blue infrastructure e con iPiani Urbani di Adattamento Climatico. 2. Definire (come indicato nelle Lineeguida nazionali) “Piani comunali del Ver-de” a tutela delle aree seminaturali,agro-selvicolturali e di importanza ecolo-gica e paesaggistica e per l’individuazio-ne di “cinture verdi” periurbane. 3. Verificare l’attuazione della legge10/2013, nonché rendicontare e valoriz-zare gli interventi predisposti o realizzatiper la messa a dimora di alberi, privile-giando gli interventi coordinati su areavasta e la cura delle nuove alberature. 4. Promuovere la cittadinanza attivaadottando, laddove non ancora fatto, i“Regolamenti, per la collaborazione deicittadini con le amministrazioni per lacura, la gestione condivisa e la rigenera-zione dei beni comuni urbani” e i “Pattidi collaborazione amministrazione e cit-tadini attivi” da questi previsti. 5. Accompagnare e favorire le esperien-ze civiche dei “giardini condivisi” e degli“orti sociali”, dei parchi urbani con Deli-bere quadro che definiscano meglio gliobiettivi generali su scala cittadina; ra-zionalizzare e semplificare le proceduree gli atti di affidamento. 6. Favorire la diffusione di apposite Ordi-nanze e/o Regolamenti comunali per lagestione della biodiversità in città conmetodi biologici, e che vietino, nelcontempo, l’utilizzo di sostanze chimichedi sintesi nella gestione del verde.

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Cgil, Cisl, Uil e Confindustria, il 7 novembre a Camerino hanno presentato lo stato progetti del Comitato Sisma Centro Italia

Il Comitato Sisma Centro Italia, costituito da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil ha organizzano per giovedì 7 novembre2019, ore 10.00, a Camerino (MC) un Workshop per presentare, discutere e valutare lo stato di avanzamento deilavori dei 130 progetti finanziati con i 6,9 milioni di euro raccolti dall’iniziativa di solidarietà del Comitato per lepopolazioni del centro Italia colpite dagli eventi sismici del 2016.Attraverso un Avviso di finanziamento pubblicato nel dicembre 2017 sono stati selezionati e approvati 130 progettiin 72 Comuni del Cratere (14 in Abruzzo, 7 nel Lazio, 11 in Umbria, 40 nelle Marche), tutti in fased’implementazione delle attività dall’aprile 2018.In particolare, 26 progetti riguardano il Lotto IMP destinato alle attività produttive e relativo al “Rilancio dell’impresa,del tessuto produttivo, dell’occupazione e formazione dei lavoratori” per un valore di 3,8 milioni di euro. 104 progettiriguardano il Lotto QIP destinato ai Comuni, agli Enti Pubblici, alle Associazioni e relativo ai “Servizi per ilmiglioramento della qualità della vita e lotta all’abbandono dei Territori”, per un valore di 3,1 milioni di euro.Durante il Workshop sono stati presentati i progetti, gliinvestimenti, i dati aggregati dell’intero programma che hannopuntato sulla valorizzazione delle eccellenze e delle tipicitàlocali, sui settori innovativi e attrattivi attraverso l’acquisto diforniture di beni e macchinari hi-tech per creare nuoveopportunità di mercato, di lavoro, di formazione especializzazione professionale dei lavoratori.Sono stati presentati i progetti destinati alle comunità e allefamiglie di residenti nel cratere, che riguardano il miglioramentodei servizi di assistenza ad anziani e minori, di mobilità sociale,di supporto alle persone svantaggiate, di creazione di nuoveopportunità e investimenti nell’ambiente e nel turismo perlottare contro l’abbandono dei Territori e contribuire alla lorovalorizzazione.

Il programma del Comitato Sisma Centro Italia si sviluppa su tre anni di attività: a metà percorso sono stati anticipati ai 130 progetti (costantemente monitorati e verificati in loco) 5,6 milioni di euro. In termini di risvolti occupazionali, attraverso il finanziamento aiprogetti, sono stati creati 392 nuovi posti di lavoro e ne sonostati consolidati 1.830 nelle filiere produttive e assistenzialigestite tramite i progetti IMP e QIP. Ad oggi sono 41 i progettigià completati o in chiusura entro la fine del 2019. Altri 79progetti si concluderanno nel 2020 e il resto lo sarannoprogressivamente entro la primavera del 2021.Confindustria, Cgil, Cisl e Uil stanno finanziando anche unprogetto all’Università di Camerino volto alla realizzazione di unnuovo laboratorio per le indagini tipiche della chimica analitica edell’analisi chimico-fisica. Il Laboratorio risponde alle esigenzedi formazione e specializzazione degli studenti e di innovazionee ricerca delle imprese del territorio.Sono 15 anni che Confindustria, Cgil, Cisl, Uil promuovonoiniziative di solidarietà a sostegno di popolazioni vittime dicalamità naturali come, ad esempio, le popolazioni dello SriLanka, di Haiti, del Nepal e dell’Aquila, intervenendo sempreconcretamente e fattivamente sulle richieste di resilienza dellecomunità e sullo sviluppo dell’economia e del lavoro.

All’interno del sito web www.comitatosismacentroitalia.org è possibile visionare e seguire l’evoluzione delle attività degli interventiprogettuali, acquisire la documentazione di riferimento, esaminare i dati dell’intero programma e verificare lo stato di avanzamento deilavori e delle spese di ogni singolo progetto, per la massima trasparenza e la tracciabilità dei finanziamenti disposti.

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Diritto all’Abitare.Rilanciare l’Edilizia Residenziale Pubblicacon una nuova politica di investimenti.Iniziativa a Milano.

Il 21 ottobre si è tenuto presso la Camera del lavoro Metropolitana di Milano un Convegno organizzato da CGIL,Sunia e FP-Cgil di Milano dal titolo: “Diritto all’Abitare. Rilanciare l’Edilizia Residenziale Pubblica con una nuovapolitica di investimenti”. Sono intervenuti Stefano Bolognini, assessore alle Politiche Abitative di RegioneLombardia; Nicola Di Marco, consigliere alla Regione Lombardia; il senatore Pd Franco Mirabelli; SimonettaD’Amico, presidente Commissione Casa Comune di Milano. Il convegno è stato aperto da Stefano Chiappelli,segretario generale del Sunia, coordinato da Natale Cremonese, segretario generale della Funzione PubblicaCGIL di Milano e concluso da Massimo Bonini, segretario generale della Camera del Lavoro Metropolitana.I sindacati hanno sottolineato come il diritto alla casa sia uno dei diritti fondamentali delle persone e richieda politichedi supporto a favore delle fasce più deboli e investimenti per far fronte a un bisogno che sempre più spesso, a causadella crescita del lavoro povero, molti non riescono a soddisfare. Anche la crisi economica ha aggravato il disagio abitativo nella città e nelPaese, colpendo pesantemente i cittadini più deboli ed allargando la fasciadelle famiglie, che non sono più in grado di pagare gli affitti del mercatoprivato. A questo si deve aggiungere la scarsa e insufficiente offerte dialloggi in affitto a edilizia pubblica e sociale. Diventa assolutamentenecessario aumentare l’offerta di edilizia residenziale pubblica. Le richieste dei sindacati: “Sono necessarie politiche strutturali e non misureemergenziali, per dare risposta al disagio abitativo e finanziamenti adeguati.Chiediamo l’utilizzo delle risorse a partire da quelle che giacciono ancorapresso Cassa Depositi e Prestiti, circa 970 milioni di euro, non ancoraassegnati, di cui 81 milioni per la Regione Lombardia, per un piano di ediliziaresidenziale pubblica e aumentare l’offerta di alloggi pubblici e sociali in affitto.Chiediamo, inoltre, che Regione Lombardia finanzi in maniera continuativa lepolitiche abitative pubbliche, destinando almeno l’1% del suo bilancio.

Un nuovo impegno europeo per creare migliori condizioni legali e finanziarie per consentire a tutte le persone in Europa di abitare a prezzi accessibili.

Il 29 ottobre si è tenuto a Napoli, un Convegno organizzato da Sunia e Federconsumatori di Napoli e Campania daltitolo: “La crisi abitativa in Italia e in Europa”. Hanno discusso con Monica Buonanno, Assessore al Diritto all’Abitare delComune di Napoli, Antonio Giordano, Segretario de SUNIA Campania, Nicola Ricci, Segretario Generale CGILCampania, Rosario Stornaiuolo, Presidente Federconsumatori Campania, Sono intervenuti Emilio Viafora, Presidentenazionale Federconsumatori e Daniele Barbieri, Segretario generale SUNIA. Si è discusso del ruolo del Sunia e diFederconsumatori a difesa dei diritti degli inquilini e degli utenti del bene casa. Si è inoltre dibattuto della necessità diun impegno europeo nel creare migliori condizioni legali e finanziarie per l’accesso all’abitare. A Napoli una famiglia consuma in media il 30% in meno rispetto a unafamiglia del nord e oltre il 50% delle famiglie vive in affitto, in controtendenzarispetto ai dati nazionali. La situazione di emergenza è caratterizzata da unampio numero di sfratti per morosità, da valori di mercato molto alti per gliaffitti, da una condizione economica particolarmente difficoltosa per lefamiglie che cercano casa. In Campania da anni non vengono costruiti nuovialloggi di edilizia pubblica e, ad accrescere le criticità, la mancanza distanziamenti nazionali per il fondo di sostegno all’affitto, rifinanziatoquest’anno, ma con soli 13 milioni di euro, provenienti dai fondi per lemorosità incolpevoli non spesi. Sunia e Federconsumatori ritengono che, insieme, possono maggiormentedifendere il diritto all’abitare della popolazione, perché c’è maggiore diffusionesul territorio e perché, unitariamente, c’è maggiore possibilità di interagire conle istituzioni. L'iniziativa è stata un primo momento di un percorso di lavorocomune, per affrontare i problemi che caratterizzano la città di Napoli, sia suiconsumi che sull’abitare.

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Lombardia: Milano: approvato il nuovo Piano di Governo del Territorio Il 14 Ottobre 2019 il Consiglio comunale di Milano ha approvato ilPiano di Governo del Territorio comprendente il nuovoDocumento di Piano, la variante del Piano dei Servizi,comprensivo del Piano per le Attrezzature Religiose e la variantedel Piano delle Regole. Il Piano si declina su 5 obiettivi principali :1. Una città connessa, metropolitana e globale. La crescita urbana sarà legata allo sviluppo delle infrastrutture ditrasporto pubblico. Il Piano individua 13 nodi di interscambio strategici da rigenerare: Comasina, Bovisa,Stephenson, Cascina Gobba, Centrale, Garibaldi, San Donato, Rogoredo, Famagosta, Bisceglie, Lampugnano,Molino Dorino e Bonola, in corrispondenza quali sarà possibile superare l’indice di edificabilità massimo di 1 mq/mqprevisto negli ambiti della città ad elevata accessibilità attraverso interventi che migliorino la qualità dello spaziopubblico e la realizzazione di Edilizia Residenziale Sociale.2. Una città di opportunità, attrattiva e inclusiva. San Siro, Goccia-Bovisa, piazza d’Armi, Ronchetto, Porto di Mare eRubattino sono le 6 aree della città che si svilupperanno a partire dall’insediamento di “Grandi Funzioni Urbane”come ospedali, impianti sportivi, parchi urbani, sedi amministrative. Tematica fondamentale del piano è la casa: ilPiano incrementa la quota di edilizia sociale obbligatoria (negli interventi di oltre 10.000 mq di superficie), che passadal 35% al 40%, di cui metà in vendita e metà in affitto, per calmierare i prezzi e offrire vere soluzioni per le classimedie, i giovani e le famiglie che non possono accedere al mercato libero. Allo stesso scopo viene consentito disuperare l’indice di edificabilità massima negli ambiti della città accessibili mediante la realizzazione di edilizia socialein locazione, in vendita di tipo agevolato e co-abitazioni e riducendo la richiesta di dotazione per servizi per gliinterventi di edilizia libera, a patto che si preveda una quota di affitto.3. Una città green, vivibile e resiliente. Si prevede la riduzione del consumo di suolo del 4% rispetto al Piano vigente,da ottenere attraverso il vincolo ad uso agricolo di oltre 3 milioni di mq di aree, l’ampliamento del parco sud per circa1,5 milioni di mq, la realizzazione del grande Parco Metropolitano, la nascita di almeno 20 nuovi parchi e un piano diforestazione che porterà 3 milioni di nuovi alberi nella Città Metropolitana. Per quanto riguarda l’edificato, tutte lenuove costruzioni (anche in casi di demolizione e ricostruzione) dovranno essere a ZeroCO2. Viene inoltre introdottoun indice di Riduzione Impatto Climatico raggiungibile attraverso soluzioni come la realizzazione di tetti e pareti verdie interventi di depavimentazione. Qualora non si riuscisse a raggiungere questi obiettivi, sarà possibile monetizzarela differenza, reinvestita per il Parco Metropolitano, il progetto di forestazione e la depavimentazione.4. Una città, 88 quartieri da chiamare per nome. Gli 88 quartieri di Milano verranno valorizzati attraverso larigenerazione di piazze, spazi pubblici e offerta di servizi ai cittadini, con l’obiettivo di superare il divario territoriale esociale tra centro e periferia. A tal fine, oltre alla riapertura dei Navigli e alla riqualificazione degli scali ferroviari, siindividuano 7 piazze che dovranno essere rigenerate con interventi in grado di migliorarne la qualità progettuale, lapedonalità e l’attrattività: Loreto, Maciachini, Lotto, Romolo, Trento, Corvetto e Abbiategrasso.5. Una città che si rigenera. Il Piano individua alcuni “Ambiti di Rigenerazione Urbana” che dovranno esserevalorizzate. Si prevede il recupero di 3mila alloggi di edilizia residenziale pubblica e la realizzazione di circa 1.300alloggi a prezzi convenzionati in 9 aree della città, che si sommano ai 2.200 già previsti nell’ambito dellariqualificazione degli scali ferroviari e ai 4mila negli altri piani già approvati. Si prevedono infine misure severe sulfronte degli edifici abbandonati, prevedendo la perdita dei diritti volumetrici esistenti e l’assegnazione dell’indice diedificabilità unico dello 0,35 mq/mq per chi lascia gli stabili in stato di degrado.

Lombardia: Progetto Milano 2035Ampliare l'offerta abitativa per i giovani e proporre la creazione di reti disolidarietà sociale nei quartieri popolari per sostenere un nuovo modellodell'abitare urbano. Questi i capisaldi del progetto Milano 2035, co-finanziato da Fondazione Cariplo attraverso il bando Welfare di Comunità edagli enti partner, una ricca rete di Fondazioni, Associazioni e Cooperative,oltre a Università Bicocca, Politecnico di Milano e il Comune di CiniselloBalsamo, con la Fondazione Dar Cesare Scarponi Onlus come capofila.L’obiettivo di partenza è raggiungere un migliaio di ragazzi cui affittare alloggi e posti letto distribuiti nella cittàmetropolitana, molti ricompresi in caseggiati di edilizia sociale di proprietà sia comunale sia Aler, e una base difinanziamento di 1,7 milioni. Il Comune di Milano, ha già messo a disposizione una prima tranche di appartamenti inuno stabile di recente costruzione a Quarto Oggiaro, con un ampio locale comune e 48 alloggi, 32 dei quali destinatiall'emergenza abitativa mentre i restanti 16, già assegnati con bando pubblico alla cooperativa Dar Casa. Si tratta dimonolocali che verranno affittati a canone calmierato a persone disposte a svolgere attività di animazione e coesionesociale per la loro comunità di inquilini, nello spirito fondante del progetto Milano 2035. Verrà istituito un fondo di 100mila euro per incrementare gli affitti transitori a canone concordato per giovani nellafascia 20-35 in condizioni di fragilità economica, gestito dall'Agenzia sociale per la locazione Milano Abitare.

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Lombardia: “Antenne sociali” per una città solidaleCGIL Monza e Brianza ,CISL Monza Brianza Lecco, Uffici di Piano, ATS Brianza, Fondazione Comunità Brianza, CSVCentro Servizi per il Volontariato Monza Lecco Sondrio hanno promosso il progetto formativo per “Antenne sociali”, neiComuni degli Ambiti Sociali di Seregno e di Vimercate, con l’obiettivo di formare persone che, nella loro attivitàquotidiana di incontri con altre persone, sappiano riconoscere le nuove forme di disagio sociale e sappiano consigliareed indirizzare verso il corretto percorso con i servizi sociali territoriali. Sul territorio della Provincia di Monza e Brianza si registra la significativa comparsa di nuove forme di disagio, diffusenon solo tra le persone tradizionalmente più svantaggiate, ma anche nell’area del ceto medio (lavoratori poveri, sovra-indebitamento, gioco d’azzardo patologico). Questo emerge da quanto misurato nel triennio del precedente Piano diZona 2015-2017 dai servizi territoriali, dagli Operatori Sociali del Terzo Settore e dalle Organizzazioni Sindacali.Si tratta di situazioni in cui da un lato è determinante l’individuazione e il riconoscimento precoce di condizioni divulnerabilità al fine di permettere un intervento tempestivo, dall’altro è importante sperimentare azioni innovative cheintercettino una vulnerabilità altrettanto nuova.L’Antenna Sociale, agendo nella propria quotidianità, sviluppa un’azione di ascolto, informazione e orientamento dellepersone in situazioni di vulnerabilità, verso i competenti servizi territoriali. Può svolgere altresì un ruolo significativo nelpromuovere un clima sociale e culturale accogliente, solidale e non espulsivo nei confronti di persone portatrici di unacondizione di vulnerabilità, disagio, disabilità.

Piemonte: contributi ai comuni per costituire le comunità energeticheLa Regione Piemonte sostiene i Comuni che vogliono aggregarsi tra di loro per costituire “comunità energetiche”. E’stato infatti pubblicato un bando che mette a disposizione 50.000 euro ripartiti sulla base del numero dellemanifestazioni di interesse valutate positivamente: a ciascun richiedente sarà destinata una somma non inferiore a5.000 euro e non superiore a 10.000 fino ad esaurimento della dotazione. La prima Comunità Energetica piemonteseè stata costituita nel Pinerolese in un’area di 1.350 km quadrati, con una popolazione di 150mila abitanti. Sono ammissibili al contributo regionale le spese sostenute, a far data dal giorno 21 ottobre 2019, per la redazione deiprogetti e della documentazione correlata alla costituzione delle comunità energetiche, quali documenti e relazioniprogettuali, analisi di fattibilità tecnico-economica, studi e atti di carattere giuridico. La valutazione delle manifestazioni di interesse sarà effettuata da un Comitato Tecnico Scientifico entro i 90 giornisuccessivi alla scadenza dell’Avviso. Il Settore “Sviluppo energetico sostenibile” provvederà all’approvazione dellagraduatoria e all’erogazione dei contributi.In Europa molti Paesi hanno una lunga storia di cooperative e comunità energetiche. In Germania sono quasi mille eanche in Danimarca e Olanda ve ne sono diverse. Una soluzione organizzativa che ha consentito di ridurre fortementele opposizioni locali alle nuove installazioni, di aumentare le ricadute occupazionali e di ricchezza sul territorio e direndere protagonisti i cittadini impegnati per un futuro rinnovabile.Una controprova del loro ruolo, viene dal recente netto recente calo delle installazioni eoliche in Germania dovutoanche a difficoltà autorizzative. Il passaggio al meccanismo delle aste che rende difficile la partecipazione dellecooperative energetiche non ha certo aiutato il settore.Se le comunità energetiche vedono qualche difficoltà in Europa, si prevede un fortissimo loro rilancio con ilrecepimento delle norme previste dalla Direttiva europea sulle rinnovabili, in particolare in paesi come l’Italia dovequeste esperienze sono state finora marginali.

Toscana: modifica della legge in tema di recupero dei sottotettiLa Regione Toscana ha esternato la sua intenzione di portare dopo dieci anni in Consiglio Regionale la modifica dellalegge in tema di recupero dei sottotetti. Di seguito le dichiarazioni di CGIL e SUNIA Toscana:“Una modifica che porterà ad un risultato piuttosto importante sotto l’aspetto dell’impatto urbanistico: il recupero delsottotetto, se ci sono le altezze e le condizioni di luminosità potrà diventare abitabile e ad aumentare la superficiedell’unità immobiliare, dando la possibilità di creare nuovi solai. Si dice che è una richiesta degli ordini dei professionalitecnici e di molti proprietari di casa. Questo possiamo comprenderlo, ma non troviamo giustificate le motivazioni chedovrebbero rivedere la norma restrittiva del 2010. Bisognerebbe anche valutare cosa succederebbe nelle città d’artedella nostra Regione, già sotto attacco dal punto di vista abitativo, dalla problematica degli affitti turistici”.La buona urbanistica, oltre che strumento di governo generale, è anche strumento di welfare e di equa distribuzionedelle risorse e delle opportunità dove s’è fatto della buona urbanistica il paesaggio, i centri storici e le risorsefondamentali della nostra Regione, sono state tutelate.Il sottotetto che può diventare stanza non ci sembra molto ragionevole. Più che un rischio è una certezza che taleprovvedimento vada a recare molto vantaggio alla rendita, che troverà più spazi per le locazioni turistiche. Visto che sipresume che nel centro storico della sola città di Firenze potrebbero avvantaggiarsi almeno 2.000 proprietà”.

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Fonti e utilizzate per questo numero:Adnkronos, ANCE, ANCI, ANSA, Il Sole 24 Ore, ISPRA; ISTAT, Legambiente, Ministero delle infrastrutture e deiTrasporti, SNPA, Sistema nazionale di protezione dell’ambiente, WWF,

Siti internet: casa e clima, edilizia e urbanistica, edilizia e territorio, Governo, Regioni.

Contributi di:Comitato Sisma Centro Italia costituito da Confindustria, CGIL, CISl e UIL; CGIL, FP CGIL e SUNIA di Milano; SUNIA e Federconsumatori di Napoli.

Novembre 2019 - Newsletter - POLITICHE ABITATIVEPeriodico mensile di informazione e approfondimento Area delle Politiche per lo Sviluppo - CGIL nazionale

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