Notiziario Fondazione Aprile 2007
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N O T I Z I EI D E A
PERIODICO DELL’ISTITUTO PER LA RICERCA E LA PREVENZIONE DELLA DEPRESSIONE E DELL’ANSIA
ino a qualche tempo c’era una forte contrapposizione tra coloro che ritenevano ansia e depressione patologie a base biologica,
da trattare quindi con i farmaci, e coloro che le consideravano il frutto di conflitti interiori o ambientali, per cui proponevano
terapie basate sulla parola. Questa contrapposizione nasceva in parte da conflitti ideologici, in parte dalle scarse conoscenze
sul funzionamento del cervello. I recenti progressi compiuti dalle neuroscienze ci hanno permesso di comprendere meglio
come fattori biologici ed ambientali possano concorrere, anche se in misura diversa da caso a caso, all’organizzazione ed al funzionamento
del nostro sistema nervoso centrale e, di conseguenza, alla possibilità di sviluppare un disturbo mentale, in particolare ansia e depressione.
Sul piano terapeutico questo si sta traducendo in un sempre più ampio ricorso all’associazione tra farmaci e psicoterapia. Non
si tratta certo di una modalità di cura nuova in quanto già utilizzata da diversi specialisti ma in modo empirico, senza sapere se e quando è
efficace, basandosi sull’assunto semplicistico che “parlare con qualcuno del proprio disagio non può che fare bene”. Ovviamente non è
così: i due percorsi terapeutici hanno indicazioni e limiti molto precisi, evidenziati in studi scientifici rigorosi, di cui è necessario tenere conto
per non sprecare inutilmente risorse in termini economici e di tempo. La nuova frontiera del trattamento di ansia e depressione è
pertanto integrare si farmaci e psicoterapia, ma in base alle evidenze scientifiche. Tenendo conto delle conoscenze e dell’esperienza
diretta in questo ambito, è possibile delineare chi potrebbe giovarsi dell’associazione di terapia biologica e della parola, quando è opportuno
ricorrervi, quali sono le forme di psicoterapia più efficaci e come dovrebbe avvenire l’integrazione.
Nei pazienti con disturbi d’ansia o con depressione la psicoterapia si associa ad una precedente terapia farmacologica quando quest’ultima,
pur essendo stata prescritta e seguita correttamente, ha dato solo risultati parziali, e ciò si verifica nel 10-15% dei casi. Nei pazienti con
Integrare farmaci epsicoterapia persconfiggere ansia edepressione
ANNO 14 Numero 1 - APRILE 2007 42
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2
segue a pag. 3
Il collegamento framedicina generalee psichiatria ...
Che cosa è laTerapia CognitivoComportamentale? 5 6Psicoterapia
Interpersonale dellaDepressione (IPT)
Secondo Corsodi FormazioneVolontari4 7 Depressione:
accettarla pervincerla 8 Qualcuno
vi ascolta
9 In breve dallaricerca
Dai Gruppi di Auto Aiuto 11 12Lavori in Corso Notizie dal
Mondo10 13 GRAZIE 14 Progetto GravidanzaGli Ambulatori
Antonio Tundo*
F
Aiutaci
anche quest’anno
con il 5 per mille
a pagina 15
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2
ella cura della depressione sono coinvolti non
solo gli psichiatri ma l’intero sistema sanitario.
La maggior parte dei pazienti affetti da disturbi de-
pressivi vengono visitati e curati da medico di me-
dicina generale, anche in quei Paesi i cui servizi di
salute mentale sono efficienti e facilmente accessibili. La medici-
na generale è infatti il primo livello del sistema sanitario e si trova ad
affrontare il complesso insieme di problemi biologici, psicologici e
sociali che influenzano la salute ed il benessere della popolazione
ed è ormai chiaro che
la depressione rappre-
senta una parte signi-
ficativa di questo insie-
me.
Una ampia ricerca con-
dotta dall’Organizzazio-
ne Mondiale della Sa-
nità in 15 paesi di tutti
i continenti a metà de-
gli anni ’90 (Psycholo-
gical Problems in Ge-
neral Health Care), ha
ri levato che i l 24%
dei pazienti che si re-
cano dal medico di
medicina generale pre-
senta un disturbo psi-
chiatrico e che la pato-
logia più frequente,
con una prevalenza del 10.4%, è la depressione. In Italia il nostro
gruppo ha eseguito, in collaborazione con la Società Italiana di Me-
dicina Generale, una ricerca nazionale sulla depressione con la par-
tecipazione di 191 medici di medicina generale provenienti da tutte
le regioni italiane ed ha riscontrato una prevalenza complessiva
della depressione dell’8.4%. Non sono state trovate differenze di
rilievo fra nord, centro e sud, né tra realtà urbane e rurali ad indica-
re una diffusione piuttosto omogenea della patologia depressiva tra
i pazienti della medicina generale in Italia. Un’altra informazione
interessante emersa dal nostro studio è, se si eccettua una pic-
cola percentuale di pazienti in cui sono presenti contempora-
neamente anche gravi patologie somatiche, nella maggior par-
te dei casi la richiesta di intervento è motivata proprio dalla de-
pressione, ad ulteriore conferma del ruolo della medicina ge-
nerale nella gestione di questo disturbo.
E’ chiaro che i medici di medicina generale, trovandosi di fronte ad
un’importante richiesta di intervento psichiatrico, necessitano di sup-
porto da parte dello specialista. Ma come realizzare questa colla-
borazione? Nei paesi anglosassoni sono stati da tempo svi-
luppati sistemi di integrazione tra medicina generale e psichia-
tria per la gestione dei disturbi depressivi. In questo contesto i
medici di medicina ge-
nerale lavorano in
gruppo all’interno di
un’unica sede ambu-
latoriale e si avvalgo-
no della collaborazio-
ne di diversi operato-
ri della salute menta-
le, come psichiatri,
psicologi e counsel-
lors (una figura profes-
sionale scarsamente
presente in Italia), che
possono visitare diret-
tamente pazienti op-
pure discuterne con
il medico di medicina
generale in occasione
di riunioni program-
mate o attraverso
contatti informali. Questa modalità di collaborazione è stata testa-
ta in studi sperimentali dimostrandosi capace di migliorare le cure
e l’esito dei pazienti con depressione.
Una stretta collaborazione è più difficile in Paesi come il nostro do-
ve i medici di medicina generale lavorano individualmente ed è più
difficile quindi per i servizi di salute mentale territoriali collaborare
con ciascuno di loro presso i loro ambulatori. Di conseguenza me-
dici di medicina generale tendono a lavorare in maniera indipen-
dente ed i loro contatti con lo specialista sono limitati all’invio dei ca-
si più gravi o più difficili. Queste procedure non sembrano fornire
un aiuto concreto al medico di medicina generale.
Pur in mancanza di chiare direttive politiche, negli anni ’90 in alcuni
Il collegamento fra medicinagenerale e psichiatria nellacura della depressione
Prof. Domenico Berardi1, Dott. Marco Menchetti2
N
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3
disturbi bipolari, come peraltro in coloro che soffrono di psicosi, una
volta risolta la fase acuta è utile un supporto psicologico ad
integrazione della cura medica per affrontare eventuali problemi
residui come l’insicurezza, la riduzione dell’autostima e le difficoltà
nelle relazioni sociali. E’ opportuno associare le due modalità di
intervento fin dall’inizio quando insieme hanno una maggiore
probabilità di successo rispetto ad ognuna singolarmente, come nel
caso dell’ansia sociale o di forme a prevalente espressione somatica
( “ d i s t u r b i s o m a t o f o r m i ” ) , c o m e p u r e q u a n d o s o n o
contemporaneamente presenti disturbi della condotta alimentare o
abuso di alcol o sostanze. Un intervento psicologico è necessario
quando alla patologia psichiatrica si associano problemi di tipo
psicologico ed esistenziale oppure quando il paziente lo richiede
espressamente anche se, in questo ultimo caso, va sempre valutata
l’adeguatezza della richiesta.
Scegliere il tipo di psicoterapia non è facile perché esistono moltissimi
approcci, profondamente diversi l’uno dall’altro per modello teorico,
frequenza degli incontri, durata della terapia e modalità di intervento.
Ancora una volta è fondamentale attenersi alle evidenze scientifiche:
negli ultimi anni alcune forme di psicoterapia, in particolare quelle
così dette “brevi”, sono state sottoposte al vaglio scientifico, con
prove simili a quelle utilizzate per valutare i farmaci, che ne ha
dimostrato la validità. Da questi studi risulta che la terapia cognitivo
comportamentale è efficace nei disturbi d’ansia (attacchi di panico,
disturbo ossessivo, ansia sociale), nella depressione e nei disturbi
della condotta alimentare e che la terapia interpersonale è
specificamente indicata nella depressione unipolare e bipolare. Nella
profilassi dei disturbi bipolari, come pure delle forme psicotiche, più
che il tipo di approccio sembra importante l’esperienza del terapeuta
che deve avere una conoscenza approfondita di questi disturbi e la
capacità di adattare con elasticità il proprio intervento al singolo
Integrare farmaci e psicoterapia persconfiggere ansia e depressione
segue da pag. 1
paziente. Sempre nei disturbi bipolari può essere utile la
psicoeducazione, rivolta al paziente e ai familiari, che si pone
l’obiettivo, in un numero limitato di incontri, di favorire la conoscenza
del disturbo, l’adesione alle cure e il mantenimento di uno stile di
vita corretto.
La domanda che spesso viene rivolta allo psichiatra dal paziente a
cui è stata consigliata una terapia integrata è “posso fare psicoterapia
con lei?”. Se da un lato è comprensibile che incontrare un ulteriore
terapeuta possa creare ansia, dall’altro l’esperienza insegna che è
preferibile ricorrere alla collaborazione di uno psichiatra clinico, che
si occupi della parte farmacologica, e di uno psicoterapeuta. Questa
convinzione, che è personale e deriva da molti anni di esperienza
diretta, nasce dalla constatazione che i cambiamenti nell’ambito della
psichiatria clinica, della psicofarmacologia e della psicoterapia sono
stati e sono così rapidi che sarebbe molto difficile per un singolo
professionista mantenere un aggiornamento costante in entrambi
gli ambiti come pure conoscere e utilizzare le tecniche più recenti e
più efficaci. La migliore soluzione, a mio avviso, è rappresentata
da un lavoro in team e l’integrazione dovrebbe riguardare non
solo gli strumenti (farmaci e parole) ma anche gli operatori
(psichiatra clinico e psicoterapeuta) che, pur nel rispetto delle
reciproche competenze, possano coordinare gli interventi,
scambiarsi informazioni utili al trattamento e, quando
necessario, attuare strategie comuni per fronteggiare le
emergenze. Questa innovativa modalità di integrazione consente
ai pazienti di trarre il maggiore beneficio possibile dal trattamento e,
al contempo, ai terapeuti di superare i confini imposti dal loro modello
terapeutico imparando a cogliere gli infiniti aspetti e sfumature che
caratterizzano i disturbi dell’umore e d’ansia, ampliando così in
maniera sensibile le loro conoscenze ed esperienze.
*Direttore Istituto di Psicopatologia – Roma
centri dell’Emilia-Romagna sono state intraprese iniziative sponta-
nee di integrazione onde sostenere e rinforzare le funzioni di pre-
venzione e cura delle patologie psichiatriche svolte dai MMG (Me-
dici di medicina generale). Negli ultimi anni tali iniziative sono sta-
te supportate sia a livello nazionale (con raccomandazioni contenu-
te nel Piano Sanitario Nazionale) che dalla Regione Emilia-Roma-
gna che ha attivato uno specifico Programma Regionale su questo
argomento (Programma “G. Leggieri”).
A Bologna da tempo è attivo uno specifico Servizio di Consu-
lenza per la Medicina Generale, che rappresenta una funzione
altamente specializzata del Dipartimento di Salute Mentale;
in tale servizio, che è dotato di una sede autonoma, lavorano
alcuni specialisti in psichiatria adeguatamente formati che de-
dicano una parte del loro orario di lavoro a questo compito.
Obiettivo è migliorare la qualità delle cure offerte ai pazienti con
depressione in medicina generale attraverso un sostegno al MMG.
Tale sostegno viene effettuato con diverse modalità: visite di in-
quadramento diagnostico, consulenza farmacologica con visita di
controllo, cicli di colloqui di supporto, sessioni di psicoterapia di grup-
po, attività di “collegamento” e supervisione, organizzazione di cor-
si di formazione e convegni.
Un simile progetto collaborativo può portare a diversi risultati posi-
tivi: l’appropriatezza dell’uso dei servizi specialistici, la formazione
e l’aggiornamento degli operatori coinvolti e, in ultima analisi, il mi-
glioramento complessivo della qualità delle cure ricevute dal pazien-
te e del suo grado di soddisfazione.
1Professore Ordinario di Psichiatria, Università di Bologna;2Ricercatore, Università di Bologna
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uando si parla di
terapia cognitivo
comportamentale
ci si riferisce ad un
insieme di approc-
ci psicologici alla sofferenza accomu-
nati dalla particolare enfasi data al si-
gnificato che ciascuno di noi attribui-
sce agli eventi e a ciò che lo circon-
da. Detto in altri termini, l’assunto
fondamentale di ogni strategia co-
gnitiva è che non contano i fatti ma
l’interpretazione che noi ne diamo.
Facciamo sempre il celebre esem-
pio di colui che, steso sul letto di ca-
sa propria sente un rumore prove-
niente dalla zona d’ingresso: se pen-
sa che stiano per entrare dei ladri ed
essere derubato, proverà una reazio-
ne di paura e cercherà aiuto, se pen-
sa che è il figlio che rientra tardi sarà irritato e penserà al rimprove-
ro da fare, e così via. La risposta emotiva e comportamentale è sem-
pre mediata da un pensiero, da un’immagine interpretativi dell’even-
to in corso ed il modo con cui questi pensieri insorgono è automa-
tico al fine di garantire la risposta più immediata alle sollecitazioni
ambientali. Accade poi che lo stato emotivo condizioni lo stile di pen-
siero ovverosia se sono triste è più probabile che veda tutto nero,
se sono ansioso mi convinco che ci sia un pericolo e questa idea
mi inforza lo stato d’ansia costituendo un circolo vizioso di mante-
nimento.
I cosiddetti pensieri automatici operano a livello di “pre-coscienza”,
sono frutto delle esperienze pregresse del soggetto e costituisco-
no una sorta di mappa con cui ciascuno di noi legge il mondo ester-
no e come tutte le mappe viene continuamente aggiornata. L’inda-
gine di questa psicoterapia si svolge quindi non a livello dell’incon-
scio ma sul campo della coscienza e
della pre coscienza ovverosia dei
pensieri automatici. Secondo questo
modello di mente umana, la patolo-
gia non è vista come conflitto inter-
no, ma come mancato adattamento
alle mutate condizioni interne ed
esterne; la terapia è quindi focalizza-
ta sull’analisi e la progressiva modi-
fica degli schemi mentali con cui l’in-
dividuo affronta le proprie esperien-
ze. La natura del trattamento cogni-
tivo è molto collaborativa, l’idea di
fondo è che paziente e terapeuta sia-
no come due esploratori che viaggia-
no all’interno della mente del pazien-
te stesso alla ricerca degli schemi di
risposta “disfunzionali”, non più
adatti alle esigenze personali. Forte
risalto viene quindi dato alla cosid-
detta alleanza terapeutica, alla condivisione degli obiettivi, alla stipu-
la di una sorta di contratto; dopo le sedute iniziali, dedicate all’appro-
fondimento del problema che ha condotto il soggetto in terapia, si
stabilisce un focus specifico, si costruisce insieme la mappa dei pen-
sieri e dei circoli viziosi di mantenimento dei sintomi e si struttura-
no degli esercizi comportamentali volti ad aiutare il paziente a tra-
sformare gli schemi mentali individuati come disfunzionali e causa
di sofferenza e a costruirne di nuovi, più adattativi. Nel caso dei di-
sturbi dell’umore si dà particolare risalto anche allo stile di vita del
soggetto cercando di modificarne quegli aspetti ritenuti fattori atti-
vanti una ricaduta in senso depressivo o in senso maniacale.
*Psichiatra e Psicoterapeuta
Dipartimento di Psichiatria, Neurobiologia, Farmacologia e
Biotecnologie - Universita’ di Pisa
Che cosa è la TerapiaCognitivo Comportamentale?
Marco Saettoni*
Q
IDEA MILANO HA UNA NUOVA SEDEAvvertiamo tutti i nostri gentili lettori che dal mese di Maggio, la Fondazione IDEA Milano ha cambiato sede e si è trasferita nei nuovi uffici in Via Cornaggia n. 9.
I nuovi recapiti telefonici sono i seguenti: Tel. 02 72.09.45.60, Fax 02 80.58.18.67
Ricordiamo che consultando il sito www.fondazioneidea.it, sono sempre a Vostra disposizione tutti gli aggiornamenti e le informazioni necessarie.
Ci scusiamo con tutti i nostri affezionati lettori poiché, a causa di tale trasferimento, l’uscita di questo Notiziario ha subito un ritardo.
IDEA_marzo_07_BIS 9-05-2007 14:57 Pagina 4
IPT è una psicoterapia pratica, descritta in un
manuale, specificamente rivolta ai bisogni dei
pazienti depressi, di durata limitata (12-16
settimane), che enfatizza le relazioni interpersonali
attuali del paziente depresso pur riconoscendo il
ruolo di altri fattori genetici, biochimici, evolutivi e di personalità nel
determinare la depressione e nel predisporre ad essa.
Per l’IPT l’unità di osservazione e d’intervento terapeutico è il gruppo
sociale primario, ovvero, le relazioni del paziente con una o più
persone a lui significative. L’IPT dà grande importanza al concetto
di “ruolo”, l’insieme di qualità, prescrizioni e regole derivanti
dall’interazione sociale. Infatti, l’acquisizione di un sistema di regole
e di significati condivisi permette la costruzione di una propria identità
sociale. I ruoli di maggior interesse per l’intervento interpersonale
si svolgono nella famiglia nucleare (ruoli di genitore, figlio, fratello o
coniuge), nella fa-miglia estesa, nel gruppo di amici, nelle situazioni
di lavoro (ruoli di superiore, inferiore o pari), nel vicinato e nella
comunità.
L’IPT ha come obiettivi principali il miglioramento della sintomatologia
depressiva e del funzionamento interpersonale del paziente.
Gli elementi che caratterizzano maggiormente questo tipo
d’intervento sono:
a) la raccolta del cosiddetto “inventario interpersonale”;
b) i l collocare la depressione all’ interno di quattro “aree
problematiche”;
c) l’impiego di strategie specifiche a seconda dell’area problematica
individuata di comune accordo col paziente.
L’inventario interpersonale serve ad identificare i problemi di
comunicazione o di aspettative che possono essere associati
all’insorgenza della depressione e comprende una rassegna completa
delle relazioni più significative, che parte dal presente ed esplora
anche il passato, nella famiglia d’origine e di procreazione, nelle
relazioni sentimentali e di amicizia, nei rapporti a scuola e sul lavoro,
nelle interazioni con gli estranei.
La raccolta dell’inventario interpersonale serve per inquadrare la
genesi della sintomatologia depressiva all’interno di una o più delle
seguenti quattro aree problematiche:
1) dolore del lutto dovuto alla morte di una persona significativa;
2) contrasti interpersonali tra coniugi, membri della famiglia, amici,
colleghi, ecc;
3) transizioni di ruolo: l’abbandono della propria famiglia, un trasloco,
un cambio di lavoro, il divorzio, il divenire madre, l’andare in
pensione, ecc;
4) deficit interpersonale, come problemi di solitudine e d’isolamento
sociale.
Il terapeuta valuta con il paziente quale delle quattro suddette aree
è maggiormente correlata all’insorgenza dell’episodio depressivo in
atto e, nelle sedute centrali, favorisce una negoziazione volta al
miglioramento delle difficoltà interpersonali. Per fare ciò si seguono
obiettivi e strategie d’intervento specifiche per ciascuna area
problematica avvalendosi di tecniche di derivazione psicodinamica
e cognitivo-comportamentale. Pertanto, l’IPT non si distingue per le
tecniche, mutuate da altri approcci psicoterapici, ma per le strategie
d’intervento.
*Psichiatra e Psicoterapeuta
Dipartimento di Psichiatria, Neurobiologia, Farmacologia e
Biotecnologie - Universita’ di Pisa
5
Luca Maggi*
L’
Psicoterapia Interpersonaledella Depressione (IPT)
Fondazione IDEA Milano ha cambiato sede e si è trasferita nei nuovi uffici in Via Cornaggia n. 9.
i: Tel. 02 72.09.45.60, Fax 02 80.58.18.67 e IDEArisponde 02 80.58.18.66.
a.it, sono sempre a Vostra disposizione tutti gli aggiornamenti e le informazioni necessarie.
hé, a causa di tale trasferimento, l’uscita di questo Notiziario ha subito un ritardo.
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6
iniziato il 9 marzo e si conclude il 5 maggio, al
Polo Bicocca di Milano presso la Facoltà di Me-
dicina e Chirurgia, il secondo corso della Fon-
dazione Idea per facilitatori e operatori telefo-
nici, unico del settore in Italia.
Le lezioni mirano a formare volontari in grado di far fronte alla urgen-
te e sempre crescente domanda di aiuto che giunge ai centralini del-
la nostra Fondazione.
Il corso, che si articola in quattro sedute settimanali di un’ora e mez-
za ciascuna, due al venerdì pomeriggio e due al sabato mattina, so-
no tenute da
medici psichiatri
che da sempre
si occupano dei
disturbi legati ad
Ansia e Depres-
sione.
Gli argomenti
affrontati duran-
te questo ciclo
di incontri sono
i seguenti: “I Di-
sturbi dell’umo-
re”, “La depres-
sione unipola-
re”, “Il distur-
bo bipolare”, “Il
suicidio”, “Tem-
peramenti affettivi e disturbi di personalità”, “I disturbi della condot-
ta alimentare”, “ Sintomi ed effetti residui della patologia depressi-
va”, “La depressione post partum”, “Il disturbo post traumatico
da stress”, “La fobia sociale”, “I disturbi dell’umore nell’adolescen-
te”, “I disturbi dell’umore e schizofrenia”, “I disturbi dell’umore nel-
l’anziano”, “Il disturbo ossessivo compulsivo”, “La distimia”, “I di-
sturbi d’ansia DAP”, “Commorbidità”, “I gruppi di Auto Aiuto per la
depressione e l’ansia”, “Principi generali di farmacoterapia”, “La
psicoterapia cognitivo-comportamentale”, “Come aiutare la fami-
glia del paziente”.
Al termine di questo ciclo di conferenze teoriche, fanno seguito del-
le simulazioni pratiche per preparare i candidati al ruolo di operatori
telefonici e di coordinatori nei gruppi di auto aiuto. Tali lezioni sono
condotte da facilitatori e psicologi con una lunga e solida esperien-
za nel campo.
Attraverso una prova finale, verranno poi selezionati i volontari più
adatti a questo delicato compito. I partecipanti che saranno ricono-
sciuti idonei, af-
fiancati inizial-
mente da colle-
ghi esperti, po-
tranno quindi
iniziare l’attività
d i sos tegno ,
conforto e soc-
corso a quanti,
o g n i g i o r n o ,
chiedono di es-
sere assistiti.
La gratitudine
della Fondazio-
ne Idea va al-
l’Università Bi-
cocca di Mila-
no e a tutti i me-
dici che hanno volontariamente partecipato al progetto:
Dott.a Monica Alietti, Prof. Italo Carta, Dott. Massimo Clerici, Dott.
ssa Elena Di Nasso, Dott. ssa Silvia Gianetti, Dott. Alessandro Grec-
chi, Dott. Vittorio Grecchi, Dott. ssa Maria Grazia Landoni, Dott.a
Marina Loi, Dott.a Cinzia Marzorati, Dott. Mario Miniati, Prof. Leo
Nahon, Dott. Marco Riva, Dott. Claudio Scazza, Prof. Mario Savi-
no, Dott. Ubaldo Scigliuzzo, Dott. Luca Teoni, Dott. Andrea Zara.
Fondazione IDEA eUniversità Statale di Milano insieme per ilSECONDO CORSO DI
FORMAZIONE VOLONTARI
E’
B I C O C C A
DEGLI STUDIDIMILANOU
NIV
ERSI
TAʼ
IDEA_marzo_07_BIS 9-05-2007 14:58 Pagina 6
ono una donna di 54 anni che,da circa 12, vive con una pato-logia psichica diagnosticata co-me “depressione maggiore”.Patologia è sinonimo di malat-tia ed io so perfettamente co-
sa è significato i primi anni non accettarla, nonessermi curata adeguatamente. Rifiutavo lamia personalità mutevole e il mio umore chenon mi dava una via d’uscita da uno stato di in-sopportabile sofferenza. I giorni e le notti era-no quasi tutti uguali. La gioia, la bellezza diun fiore, la consapevolezza degli affetti ca-ri, dell’amore era sopita e spesso inesisten-te come se la mia vita si fosse azzerata ecircoscritta in un cerchio che diveniva sem-pre più piccolo e il dolore sempre più gran-de. Prima della mia malattia non riuscivo acapire come fosse possibile “lasciarsi anda-re”, non reagire di fronte alle proprie ansie,comportarsi in un modo che allora giudicavoincomprensibile, anomalo ed ingiustificabile.Credevo che un tale modo di essere fosse ladimostrazione inequivocabile di una debolez-za, di una personalità incompiuta, ancora infan-tile, forse anche capricciosa.Il mio percorso è stato lungo e mutevole, al-l’inizio disastroso. Un primo attacco di pani-co e poi gli altri, tanti, non diagnosticati per-ché il mio medico di base non riusciva a ca-pire cosa avessi: il mio fisico era sano, comedimostravano tutte le analisi. Forse un po’ distanchezza. Forse la pre-menopausa. Forsedovevo semplicemente reagire, continuare alavorare… ma ero esausta, impaurita.Finalmente iniziai una terapia specialistica, magli attacchi di panico anche se più distanziatinel tempo continuavano e con essi soprag-giunse, dopo alcuni mesi, una situazione psi-chica mutevole, spesso non avevo voglia difare neanche le cose a cui tenevo di più, erostanca, demotivata. A ciò seguirono le conse-guenze inevitabili: i primi sensi di colpa per-ché non ero più capace di eseguire i miei do-
Depressione:accettarlaper vincerla
veri come avevo sempre fatto, stavo trascu-rando i figli, mio marito. Ora so che avrei do-vuto parlare di questi sensi di colpa allo spe-cialista ma allora provavo disagio anche conlui, mi vergognavo di dichiarare i miei cambia-menti, temevo che, parlandone, avrei finitocon l’accettare quello stato di cose. Avevo l’im-pressione che raccontando le mie angosceavrei dato al medico l’opportunità di credereche fossi veramente “debole”, “senza volon-tà”. Non immaginavo che fosse così impor-tante dire tutto quello che mi passava per latesta, che lo specialista, tramite le mie paro-le, avrebbe potuto cogliere tutte le sfumatu-re del mio malessere e quindi mirare megliola cura; in definitiva, non avevo ancora capitoche la mia sincerità poteva essere la mia sal-vezza. Allora non sapevo nulla di neurotrasmet-titori, di effetti indesiderati, di tempi di rispo-sta; da una parte mi illudevo che tutto si sa-rebbe risolto in un battibaleno, dall’altra erofragile, sfiduciata, dubbiosa. Bastava che unqualche malessere si protraesse per qual-che giorno e smettevo di prendere i farmaci,oppure diminuivo le dosi senza dire nulla almedico. Oggi so che questo modo di porsi nei confron-ti dei farmaci è completamente controprodu-cente e ho stabilito un rapporto di completafiducia con il mio dottore che, oltre ad unagrande professionalità è anche simpatico e al-legro. Grazie a lui ho accettato la mia ma-lattia e questo mi aiuta a capire, a chiede-re il perché di ciò che non capisco, ad in-formarmi leggendo dei libri specifici. Hoanche un altro specialista della stessa equi-pe del farmacologo, che mi segue con una psi-coterapia cognititivo comportamentale: i duedottori collaborano e sanno chi sono ora, co-me ho vissuto sin da bambina, come è la qua-lità della mia vita. Dopo aver tanto sofferto hocapito che la terapia farmacologica stabilizzail tono dell’umore e con essa si può raggiun-gere in alcuni casi un benessere accettabile,
Maria Luisa Ricci, facilitatrice GAA IDEA Macerata
Nel ringraziare la Sig.ra Ricci, rinnoviamo l’invito a tutti i nostri gentili lettori ad inviarci articoli e testimonianze, personalio dei propri cari, affinché l’esperienza di chi ha sofferto possa essere di aiuto ad altri.
Ringraziamo Maria Luisa per la sua interessantissima testimonianza che, siamo certi, potrà aiutare tante personeche soffrono di depressione e non hanno ancora trovato la strada per affrontare adeguatamente il loro male.Ci scusiamo con lei se, per motivi di spazio, siamo stati costretti a sintetizzare il suo scritto.
S
Testimonianza
in altri la guarigione definitiva. Ciò dipende daltipo di patologia ma anche, in parte, dal tipo divita affettiva. Spesso si ha la certezza che lepersone care non sono vicine a noi come do-vrebbero, si ha la sensazione di essere com-patite, non considerate, non apprezzate. E’in questi momenti che la psicoterapia cogni-tivo comportamentale è molto importante per-ché il terapeuta ti aiuta a razionalizzare i pen-sieri, a valutare i contesti o le situazioni dallequali scaturiscono quelle emozioni che deter-minano il più delle volte la sofferenza. Ora stobene ma ho ancora molte cose da impararetramite la psicoterapia cognitivo comporta-mentale per migliorare la mia qualità di vita.Ho molta fiducia nel percorso terapeuticoseguito, anche se so che non è per forza va-lido per tutti, e la psicoterapia ci può aiutarea sconfiggere il mal di vivere dando quel 10-20% di supporto alla terapia farmacologicache, in un’alta percentuale di casi, ci avvia al-la guarigione o verso un benessere pienamen-te accettabile.Sono trascorsi circa sei anni da quando ho ade-rito alla costituzione di un gruppo di Auto Aiutoper chi soffre o ha sofferto di depressione oansia. Insieme ad altre persone ho seguito uncorso di formazione, ho capito meglio la miamalattia e le sue tipologie, che purtropposono tante. Insieme al Dott. Scali, referentescientifico, e alla prof.ssa Maria Battistelli, pre-sidente, che ci hanno sostenuto in questo per-corso, è stato fondato il nucleo IDEA diMacerata. Credo di avere una buona forma-zione, di riuscire a mettermi in contatto congli altri, di saper ascoltare e di riuscire a comu-nicare qualcosa di positivo. Contrariamentea 12 anni fa, oggi ad una persona che sof-fre di depressione posso dire “ ti capisco,so cosa provi, il tuo dolore è uguale al mio,la tua vita è cambiata come la mia, ma pos-siamo aiutarci”.Ringrazio per aver potuto dare questa testi-monianza
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perare è quindi quello di farle acquistare una coscienza di ma-
lattia e accettare le cure. Non ci sono formule magiche a questo
proposito. Il mio consiglio è di non scoraggiarsi mai e di insiste-
re con fermezza, ma senza inutili colpevolizzazioni, nel farle no-
tare come i suoi comportamenti e le sue reazioni vadano al di là
della norma e come l’assunzione di alcol li peggiori. In quest’ope-
ra di “convincimento” può essere utile coinvolgere anche altri
familiari, amici o persone che abbiano un ascendente su
Antonella, come pure prendere spunto da articoli di giornale o
programmi televisivi che trattano l’argomento o dalla lettura di
libri specificamente dedicati (p. es. la nuova edizione di “E libe-
raci dal male oscuro” di Serena Zoli e Giovanni Cassano,
Longanesi Editore, 2003; oppure “Una mente inquieta” di K.R.
Jamison, Longanesi Editore, 1996). Appena vedrai aprirsi una
breccia in questa rigida negazione di malattia sarà fondamenta-
le far visitare Antonella da uno specialista che valuterà meglio
la diagnosi e prescriverà un trattamento specifico. Ti consiglio,
vista la grande riluttanza di tua sorella ad accettare l’idea di as-
sumere farmaci, di suggerirle comunque la partecipazione ai
Gruppi di Auto Aiuto IDEA (ce ne sono attivi nella tua città; per i
recapiti consulta il sito della Fondazione: www.fondazioneidea.it),
dove potrà ricevere conforto e sostegno da altre persone che
soffrono o hanno sofferto di disturbi analoghi, come potrai con-
statare tu stessa dalle testimonianze riportate in questo stesso
numero del Notiziario.
E’ opportuno aspettare il momento giusto per tirare fuori l’argo-
mento, per esempio quando Antonella è in equilibrio e comun-
que non in fase o anche quelle depressivele fasi di equilibrio o
quelle che le si può sottolineare che non è l’unica ad avere
questo disturbo e che potrebbe seguire cure specifiche, esat-
tamente come accade a milioni di altre persone.
Cara IDEA,
vorrei delle informazioni sul disturbo bipolare perché mia so-
rella Antonella, che ha 27 anni, ne soffre da 6 anni. La prima
volta ha avuto una crisi gravissima, tanto da subire un ricovero
coatto, o TSO come si dice. La diagnosi per noi familiari è stata
una doccia fredda mentre lei non l’ha accettata e non ha mai
seguito le cure che le sono state prescritte. Solo che negli anni
il disturbo sembra peggiorato perché all’inizio i periodi di stabili-
tà erano più lunghi mentre ora depressione e mania durano qua-
si tutto l’anno. Sta a letto, depressa, da Novembre a Giugno e
poi all’improvviso, come se scattasse un interruttore, esce dal
letargo e diventa aggressiva, non dorme più, spende in modo
sconsiderato, spesso abusa di alcol. Fino a quando durerà que-
sto calvario? Possibile che non si possa fare nulla?
Francesca da Napoli
Cara Francesca,
mi scuso se ho dovuto per ragioni di spazio sintetizzare la tua
lunga lettera in cui descrivi i 6 anni di calvario, come giusta-
mente li definisci, che la malattia di Antonella ha inflitto a tutti
voi. Il disturbo bipolare è una grave patologia dell’umore che se
non adeguatamente trattata tende a ripresentarsi e che, pro-
prio come sta accadendo a tua sorella, mette in crisi i rapporti
familiari e sociali, genera problemi finanziari, porta ad abusare
di alcol. E’ quindi assolutamente necessario intervenire. Ma co-
me fare? Come succede a tante altre persone con lo stesso di-
sturbo, in Antonella non c’è un’adeguata consapevolezza di
stare male per cui attribuisce a fattori occasionali le fasi depres-
sive dell’autunno-inverno e ritiene di stare “benissimo” nei pe-
riodi di euforia estivi. Il primo, e forse più difficile, scoglio da su-
Inviate le vostre lettere per posta ordinaria al Prof. Antonio Tundo - Idea Bologna, Via Barberia 18 • 40123 Bologna-o per E-mail: [email protected] questa rubrica saranno pubblicate quelle che contengono richieste di informazioni o quesiti clinici di interesse comune
Qualcuno vi ascolta (Risponde Prof. Antonio Tundo, Istituto di Psicopatologia, Roma)
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Spegnere le GAMBE SENZA RIPOSOSi chiama sindrome delle gambe senza riposo (Restless Legs Syndrome) compare in genere nelle ore serali-notturne, in condizioni di riposo, ed è caratterizzata da parestesie (senso di “fastidio”, “smania”, “dolore”) emovimenti involontari ripetitivi degli arti inferiori, come la flessione del piede sulla gamba o della gamba sullacoscia. Si tratta di un disturbo non grave ma fastidioso e molto comune: ne soffre fra il 5 e il 10% delle per-sone, soprattutto donne adulte (40-50 anni) e la sua frequenza aumenta con l’età. Le cause non sono cono-sciute ma si sa che c’è una predisposizione familiare e che è più frequente in chi soffre di depressione. Curarela sindrome delle gambe senza riposo non è semplice perché alcuni farmaci abitualmente utilizzati, come gliansiolitici e gli antiepilettici, si sono dimostrati poco efficaci, mentre altri, come la l-dopa, hanno diversi effet-ti indesiderati e comunque perdono di efficacia nel lungo termine. Di recente sono stati studiati e hanno for-nito risultati molto incoraggianti due nuove molecole, il pramipexolo e il ropinirolo, che sembrano in grado di“spegnere” le gambe senza riposo (Molnar Forandi e collaboratori, Drugs Today, 2006) risultando allo stessotempo ben tollerati.
SINDROME METABOLICA e depressione Indipendentemente dall’età e dal sesso chi soffre di depressione ha una predisposizione maggiore rispettoagli altri alla “sindrome metabolica”, tende cioè ad essere obeso, non tollerare gli zuccheri, avere colestero-lo e trigliceridi al di sopra della norma e a soffrire di ipertensione (Heiskanen e collaboratori, Journal of ClinicalPsychiatry, 2006). Quali sono le cause di questa associazione? Accanto ad una predisposizione genetica entra-no in gioco sicuramente fattori legati allo stile di vita come la scarsa attività fisica, un’alimentazione irregola-re, una ridotta assunzione di liquidi, il disinteresse verso la propria salute che porta a trascurare le patologiemediche concomitanti, per esempio la cura dell’ipertensione. Valutare e trattare la sindrome metabolica è fon-damentale perché questa, a sua volta, aumenta il rischio di malattie cardiovascolari (infarto, ictus) e di diabe-te mellito di tipo 2. Di recente è stato utilizzato con successo un intervento psicoeducazionale specifico rivol-to al paziente e ai familiari che ha tra i suoi scopi migliorare la consapevolezza del problema, promuovere l’at-tività fisica, ripristinare uno stile di vita ed alimentare più corretto (Lowe e collaboratori, Therapy Umsch, 2006).
ORTORESSIA, ovvero quando l’attenzione alla sana alimentazione diventaun’ossessioneCon il termine ortoressia si indica un disturbo caratterizzato da un’eccessiva attenzione ad assumere cibi “bio-logicamente sani” con conseguenti limitazioni dietetiche: vengono esclusi dalla dieta tutti i gli alimenti tratta-ti con erbicidi, pesticidi o sostanze artificiali come pure quelli sottoposti a particolari tecniche di lavorazione.La preoccupazione per il cibo con il tempo diventa talmente intensa che la pianificazine della dieta finisce conil diventare l’attività quotidiana prevalente (Catalina e collaboratori, Actas Esp Psiquitr, 2005). Sebbene siastata individuata solo di recente, l’ortoressia sembra piuttosto diffusa e in preoccupante aumento nella popo-lazione (Donini e collaboratori, Eat Weight Disord, 2004). Gli sforzi dei ricercatori sono oggi indirizzati a com-prendere i meccanismi che sostengono questo comportamento (è un disturbo della condotta alimentare?, èun disturbo ossessivo compulsivo? è una patologia emergente come quelle descritte nel N° 13 del Marzo2006 di IDEA Notizie?) e con quali strumenti si può aiutare chi ne soffre.
La NEUROSTIMOLAZIONE: un nuova speranza per chi soffre di depressioneresistenteFarmaci, psicoterapia e, in casi selezionati, terapia elettroconvulsivante sono strumenti altamente efficaci peril trattamento della depressione. Esiste tuttavia un limitato numero di pazienti, meno del 10%, che non rispon-de alle cure. Per questi pazienti la speranza oggi si chiama neurostimolazione. Con questo termine si indica-no 3 tecniche, la stimolazione cerebrale profonda, la stimolazione del nervo vago e la stimolazione magneticatranscranica ripetuta, che sono già utilizzate con successo per quanto siano ancora in fase di sperimentazio-ne. La stimolazione cerebrale profonda, probabilmente la più efficace ma di più complessa esecuzione, con-siste nell’impianto di microelettrodi in una precisa area del sistema nervoso centrale (regione pregenuale delgiro del cingolo). Nella stimolazione del nervo vago il microelettrodo si applica ad un nervo periferico, il nervovago di sinistra, e viene collegato ad uno stimolatore impiantato sotto pelle. Entrambe queste tecniche richie-dono un intervento chirurgico che viene eseguito da specialisti in neurochirurgia con specifica preparazionein centri ultra-specializzati. La stimolazione magnetica transcranica consiste nella stimolazione mirata di alcu-ne aree del cervello mediante campi magnetici: non richiede anestesia, si esegue ambulatorialmente (4-5sedute settimanale) ed è di norma ben tollerata dai pazienti.
In breve dalla ricerca(a cura della Dott.ssa Fulvia Marchetti, Istituto di Psicopatologia, Roma)
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Fulvia, partecipante GAA Idea Roma
Passi frettolosi, un grosso pacco in mano, dubbi… Ci saranno ibicchieri? Ho dimenticato di comprarli. Controllo se ho preso leposate, spero che il dolce piaccia. Sarà sufficiente? Saranno pre-senti tutti? Attesa, eccitazione…ansia. Comincio a sentirmi piut-tosto preoccupata, come se tutto ciò non fosse un evento piace-vole, ma un compito difficile. Organizzare una festicciola: per meinsicura e timida, è un’impresa.Eppure sono due mesi che pregusto questo momento, che ho vo-glia di celebrare un importantissimo anniversario: un anno senzadepressione!Dopo un periodo di episodi ricorrenti e di alternanze mensili del-l’umore, piuttosto accentuate e pesanti, sono stata costretta acambiare terapia; qualche tempo dopo ho iniziato a godere di unostato d’umore accettabile e abbastanza stabile che dura da un an-no.E’ un’enorme conquista di cui sono entusiasta: ho dovuto resiste-re alla tentazione di festeggiarla prima del tempo e perfino di par-
larne in anticipo. Spero che sia solo il primo anniversario di unalunga serie e che la candelina sulla torta sia simbolo dell’inizio diuna nuova vita…Ora voglio festeggiare con le persone che meglio possono capi-re e condividere i miei sentimenti, gli amici del gruppo di auto-aiu-to, i miei tenaci “compagni di sventura”. E’ a loro che ho confi-dato i miei problemi, loro sono stati testimoni dei miei passi avan-ti, mi hanno appoggiato nei miei alti e bassi, e rinforzata nelle spe-ranze di stare meglio.La festa è una bella sorpresa per tutti, come speravo…Peccato che mentre tutti brindano e mi fanno gli auguri, io conti-nuo a preoccuparmi ansiosamente dei più piccoli particolari, sen-za godermi pienamente il piacere della compagnia, i festeggia-menti e l’occasione tanto attesa (scherzi dell’ansia e dell’umoremutevole).Ma come ha detto una facilitatrice del nostro gruppo, bisognavedere il lato positivo: se non sto gustando pienamente questomomento, l’ho però pregustato nei due mesi precedenti.
Dai gruppi di Auto Aiuto
Festa d’anniversario
Questo ambizioso traguardo si è potuto realizzare grazie alla Collaborazione della Fondazione del Monte diBologna e Ravenna e della sede IDEA Bologna.Il numero verde vorrà essere un modo più incisivo sia per affrontare il problema della depressione ascoltando e aiutando coloro che sof-
frono, sia per raggiungere un maggior numero di persone, con particolare riguardo ai giovani.
I volontari, appositamente formati, risponderanno ai pazienti ed ai familiari fornendo loro tutte le indicazioni necessarie per aiutarli in un
programma personalizzato di recupero e/o di riabilitazione attraverso l’inserimento del paziente nei Gruppi di Auto Aiuto.
La Fondazione IDEA haattivato un Numero VerdeNAZIONALE
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Lavori in corso Nucleo di Bologna
Progetto Scuola - Incontri rivolti ai docenti delle scuole superiori che siterranno presso la sede della Fondazione (16 e 27 aprile e 7 maggio2007).
Serata a favore di IDEA organizzata dal Dott. Raffaele Mongiorgi(14 Giugno 2007)
Nucleo di BresciaCiclo di conferenze presso “Casa delle Associazioni”- via Cimabue n.16 - (a cadenza settimanale, a partire dal 10 aprile 2007 fino al 12 giu-gno alle ore 20,15). Gli incontri sono gratuiti.
Nucleo di GenovaTerzo corso di formazione per Volontari Ospedalieri in RepartiPsichiatrici che si terrà come di consueto nei locali del Centro Ideaa cura del Prof. E. Maura (a partire da Maggio 2007).
Conferenza tenuta dal Prof. Giovanni B. Cassano presso la FondazioneEdoardo Garrone -Via San Luca n. 2- (2 Ottobre 2007 ore 18.00).
Visita guidata alla Villa Orlando di Segromigno in Monte (Lucca) e co-lazione negli splendidi giardini della dimora storica, messa a disposizione dai proprietariper Idea Genova (30 Settembre 2007).
“BMW per IDEA” spettacolo con la partecipazione del comico Vergassola presso il TeatroModena di Sampierd’Arena e presentazione di una nuova auto (04 Aprile 2007).
Nucleo di MilanoMostra mercato benefica di antiquariato a favore di IDEA pressol’Istituto Zaccaria (fino al 28 Maggio 2007).
Corso di formazione per Facilitatori Gruppi Auto Aiuto e Volontari perrisposta telefonica c/o Università Bicocca di Milano- Facoltà diMedicina e Chirurgia. Le lezioni saranno tenute da medici psichiatri.Il Corso è gratuito. (Dal 9 Marzo al 5 Maggio 2007 ogni venerdì dal-le 14 alle 18 e ogni sabato dalle 9 alle 12).
Nucleo di RomaLunedì 17 Gennaio ha iniziato la sua attività il GRUPPO AUTO–AIU-TO GIOVANI coordinato da tre giovani volontari facilitatori c/o lasede.
Conferenza sul tema “FARMACI E/O PSICOTERAPIA”. RelatriceFulvia Marchetti (13 Febbraio 2007).
Nuovo incontro dei Volontari con la Dott.a Elena Ralli dal titolo “AUTO AIUTO PER I VO-LONTARI” (27 Febbraio 2007).
In collaborazione con il RES (ROMANI E SOLIDALI), inizierà a breve un corso di compu-ter per i Volontari di Idea Roma (e non solo), tenuto da una neo- facilitatrice.
Nucleo di NapoliConferenza “L’ansia di separazione nell’adulto” (dott.a Mucci) pres-so Centro Studi Padri Dehoniani (09 Febbraio 2007).
Nucleo di TriesteTorneo benefico di burraco presso il Circolo Ufficiali (16 Marzo 2007)
Ciclo di conferenze (Maggio 2007)
per maggiori informazioni consultare il sito “www.fondazioneidea.it” cliccando su “NUCLEI LOCALI di IDEA”
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A ROMANASCE RES
REGISTRODELLA
SOLIDARIETA’DEL COMUNE
DI ROMA
Il Registro Cittadino della Solidarietàconsiste in un’iniziativa del Comune diRoma patrocinata dall’ Assessorato al-le Politiche Sociali e della Salute, non-ché dall’ISMA- Istituti di Santa Maria inAcquiro ( Ist i tuzione Pubbl ica diAssistenza e Beneficenza) per racco-gliere la disponibilità di tutti quei citta-dini, gruppi o aziende che desideranomettere a disposizione, anche sola-mente per una volta, le loro capacitàe professionalità (medici, autisti, elet-tricisti, camerieri, artigiani ecc.), le lororisorse (spazi, locali, materiali, utilizzodi automezzi ecc.) a disposizione de-gli altri, pur non potendo svolgere un’at-tività continuativa di volontariato. Attraverso uno speciale archivio infor-matico, le diverse necessità e disponi-bilità possono, in modo gratuito, tro-vare incontro.IDEA ROMA si è recentementeiscritta al RES ed ha ottenuto un ban-chetto per i l mercatino di PonteMilvio dove lo scorso 5 novembre so-no stati esposti oggetti donati da vo-lontari per la raccolta fondi.
(ROMANI E SOLIDALI)
informazioni sulle prossime iniziative dei nuclei locali
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Notizie dal MondoRoma
La Fondazione IDEA è stata invitata ad inter-venire al Convegno sul tema “DONNA CASA
LAVORO E FANTASIA”, organizzato da alcune asso-ciazioni, in sinergia con il Comune di Roma e sotto il patrocinio della Pre-sidenza del Consiglio Comunale. All’incontro, che ha avuto luogo mar-tedì 6 Marzo presso l’Hotel Parco Tirreno, ha partecipato, con una rela-zione sul rapporto DONNE-DEPRESSIONE, la dott.a Chiara Colavito, re-sponsabile di IDEA Roma.
Con il patroci-nio del Comu-ne di Roma edella RegioneLazio, sabato 17 Marzo 2007 si è tenuto un Convegno dal titolo “I FIGLI INCON-TRANO I GENITORI” presso la Sala Tevere della Regione Lazio. Sono intervenu-ti numerosi esponenti politici, esperti del settore, specialisti e i facilitatori del Grup-po di Auto Aiuto Giovani, che hanno rappresentato la Fondazione IDEA.
Bologna
I n occas ionedella SettimanaMondiale dellaSicurezza Stra-dale sotto l’egi-da dell’ Assem-blea Generaledell’ ONU, cheha per tema “I GIOVANI UTENTI DELLA STRADA”, la Fondazione IDEA, in collaborazione con la Società Italiana di Traumatologia dellaStrada, ha tenuto una Conferenza il giorno 27 Aprile 2007 presso la Casa de Cervantes, in Via Collegio di Spagna 4/A.
L’incontro, dal titolo “Origini e conseguenze psicologiche degli incidenti stradali in età giovanile” è stato tenuto dalla Dott. ssa Anna Fer-rari e dalla Dott.ssa Elisa Casini dell’ Università La Sapienza di Roma e ha visto la presenza del Presidente della Socitras, Prof. Andrea Costanzo.
Barcellona
La Fondazione IDEA è stata invitata ed ha partecipato con la presenza di una sua Volonta-ria di Milano al Seminario “Breaking the barriers” organizzato dalla WFMH (FederazioneMondiale per la Salute Mentale) che si è tenuto a Barcellona lo scorso dicembre. Il Semi-
nario, che ha riunito i maggiori esper-ti nel campo, ha avuto come obiet-tivo principale quello di aumentaree migliorare la comprensione delladepressione, le sue possibili cause,i sintomi, gli effetti e le opzioni ditrattamento, per aiutare le personeaffette da questa malattia a “supe-rare le barriere” sulla strada dellaguarigione.
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Lo scorso 16 marzo, inoccasione della visitaufficiale del Presidented e l l a R e p u b b l i c aGiorgio Napolitano e disua moglie alla città diB o l o g n a , l a n o s t r a
Fondazione ha avuto l’onore
di ricevere la gradita visita del-
la signora Clio presso la sua
sede. La signora Clio, che rin-
graziamo, ha incontrato la
dott .a Mar ia Maddalena
Fiordiliso Grimaldi, consiglie-
re nazionale e responsabile
della sede di Bologna e si è in-
trattenuta a parlare con le volontarie presenti, dimostrandosi piacevolmente interessata ad approfondire la conoscenza di IDEA.
IDEA vuole ringraziare affettuosamente la signo-ra Antonella, volontaria del Nucleo di Bologna,
per la sua importante iniziativa a favore della nostra
Fondazione. La signora Antonella, che si dedica alla lavora-
zione della pasta di mais, creando sculture e bomboniere per
qualsiasi occasione, ha deciso di devolvere 3 euro per ogni
oggetto venduto a favore di alcune associazioni o fondazio-
ni benefiche, a discrezione del cliente, fra le quali appunto
IDEA. Grazie, cara Antonella, per il tuo gesto e grazie anche
a tutte le persone che hanno scelto IDEA come destinataria
di questo contributo.
Come avevamo preannunciato nello scorso numero, il 9 febbraiosi è tenuta la manifestazione organizzata dagli amici di GiorgioNurisso dedicata alla sua memoria.La “Serata per Giorgio”, tenutasi presso il Teatro Comunale di Porto San Giorgio
(AP), con la collaborazione del Liceo Classico A. Fermi ed il patrocinio
dell’Assessorato alla Cultura del Comune, ha avuto un enorme successo. Al ter-
mine dello spettacolo è stato allestito un banchetto per una raccolta di benefi-
cenza dove è stato distribuito ai presenti materiale informativo sulla nostra
Fondazione. L’intero ricavato è stato gentilmente donato ad IDEA. GRAZIE di
cuore!
GRAZIE
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I Centri Clinici Idea per la diagnosi e la cura dei disturbi depressivi e di ansia, attivi all’interno
di Dipartimenti di Salute Mentale e di altre Strutture Sanitarie pubbliche offrono una soluzione
concreta a tutti coloro che si rivolgono alla Fondazione sia per avere un punto di riferimento che
per una diagnosi precoce ed una terapia adeguata.
Per le importanti finalità che gli Ambulatori Idea perseguono, riportiamo i risultati relativi
alle visite nell’ultimo semestre del 2006 di alcuni di essi.
Bergamo c/o Ospedale RiunitiLargo Barozzi n. 1 (Padiglione 29)
Per appuntamenti: dal martedì al venerdì dalle ore 8.30 alle ore 12.30. Tel. 035.269677
N. totale di visite 2° semestre 2006: 787
Genova c/o Ospedale San MartinoLargo R. Benzi n. 10 (Padiglione 11, piano terra)
Per appuntamenti: dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 13. Tel 010.5552744
Risposta telefonica da parte della dott.a Ottenga dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 15 ai nr.
010.5553494 oppure 340.0641667
N. totale di visite 2° semestre 2006: 716
Civitanova Marche Alta c/o Unità Sanitaria Locale n. 8Piazza Garibaldi n. 8
Per appuntamenti: dal lunedì al sabato dalle ore 9 alle 14. Tel. 0733.823217/348.7739238
e dal lunedì al sabato dalle 9 alle 18 Tel. 0733.823290
N. totale di visite 2° semestre 2006: 750
Ricordiamo a tutti i nostri gentili lettori che le prestazioni degli ambulatori sono GRATUITE ed è previsto solamente il ticket sanitario senza costi aggiuntivi.
Gli Ambulatori
Il progetto di ricerca “Valutazione dei fattori di rischio della depressione in gravidanza e nel post partum”,
finanziato dalla Fondazione IDEA, ha avuto inizio il 1° febbraio 2004 e coinvolge, oltre al centro coordinatore
di Pisa, il centro di Milano (Dipartimento di Salute Mentale dell’A.O. Fatebenefratelli e Oftalmico) ed il centro
di Napoli (Dipartimento di Psichiatria, Neuropsichiatria Infantile – Università di Napoli).
Lo studio contempla un’estensione temporale mai considerata precedentemente e si svolge su di un ampio
campione di donne rappresentativo della popolazione generale: l’ obiettivo primario è quello di definire
un protocollo clinico per l’individuazione del rischio di sviluppare disturbi d’ansia e dell’umore in
un periodo della vita considerato di estrema vulnerabilità, la gravidanza e il post partum.
La ricerca mette a punto un sistema di valutazione per le diverse figure professionali che entrano
in contatto con la gravida; il protocollo, che prevede visite periodiche a partire dal 3°mese di
gravidanza fino ad un anno dopo il parto, non prevede l’impiego di farmaci, né la
sperimentazione di altri trattamenti, ma offre la possibilità di usufruire, in caso di necessità,
sia di un supporto psicologico che di un trattamento farmacologico.
Sono state contattate 2598 gravide e valutate al T0 (3° mese di gravidanza) 1061 donne.
Ad oggi sono state valutate 898 donne (84.64%) al 6° mese di gravidanza, 769 (72.48%)
all’8° mese di gravidanza, 621 (58.53%) al 1° mese post- partum, 510 (48.07%) al 3° mese
post-partum, e 419 (32.05%), 344(39.49%), e 271 (25.54%) rispettivamente al 6°, 9° e
12° mese post-partum.
Ringraziamo la dott.a Banti per averci fornito questo aggiornamento ed i nostri sostenitori
che hanno permesso la realizzazione di questo importante studio.
Progetto Gravidanza
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VUOI AIUTARCIGRATUITAMENTE ?Destina a noi il 5 per mille
della tua prossimadichiarazione dei redditi
Usalo così
Il codice fiscale di
è97132200151
SCELTA PER LADESTINAZIONEDEL CINQUEPER MILLEDELL’IRPEF
(in caso di scelta FIRMARE in UNO degli spazi sottostanti)Sostegno del volontariato, delle organizzazioni non lucrative di utilitàsociale, delle associazioni di promozione sociale, delle associazioni e
fondazioni
Finanziamento della ricerca scientifica e della università
firma ................................................................................................................ firma ........................................................................................
Codice fiscaledel beneficiario(eventuale) 9 7 1 3 2 2 0 0 1 5 1
Codice fiscaledel beneficiario(eventuale)
ISTITUTO PER LA RICERCA E LA PREVENZIONE DELLA DEPRESSIONE E DELL’ANSIA
L
BOLOGNAVia Barberia, 18
BRESCIAVia Cimabue, 16
GENOVAPiazza Stella, 5/4
MACERATAVia Gramsci, 30
NAPOLIVia Carnaro, 2
ROMAVia Cavour, 258(ITC L. da Vinci)
TRIESTEVia Don Minzoni, 5
MILANOVia Cornaggia, 9
LE NOSTRE SEDI:
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Direttore responsabileRoberto Bianchin
Comitato di redazioneAntonio Tundo, Paolo Cioni, Enrico Poli
Coordinamento grafico/editorialeZAP srl - Roma
PresidenteSergio Camerino
TesoriereCarla Ceppi
Nucleo Bologna • Via Barberia 18 - 40123 Bologna
Nucleo Brescia • Via Cimabue 16 - 25134 Brescia
Nucleo Genova • Piazza Stella 5/4 - 16123 Genova
Nucleo Macerata • Via Gramsci 30 - 62100 Macerata
Nucleo Napoli • Parrocchia SS. Redentore e S. Ciro
Via Carnaro, 2 - 80124 Napoli
Nucleo Roma • Via Frangipane 38 - 00184 Roma
Nucleo Trieste • Via Don Minzoni 5 - 34124 Trieste
“IDEArisponde…”IDEArisponde: un servizio al paziente e alla sua famiglia. Un gruppo di volontari, che hanno seguito un apposito corso di
formazione, risponde alle telefonate dei pazienti e dei loro familiari per dare ascolto, conforto, consiglio, informazioni.IDEArisponde, in diretta:
Milano (Lunedì-Venerdì ore 9-18) 02 80.58.18.66
Roma (Lunedì-Venerdì ore 15.30-19) 06 48.55.83
Bologna (Lunedì-Mercoledì 16-19, Giovedì e Venerdì 10-13) 051 64.47.124
Genova (Lunedì e Mercoledì 16-18, Martedì e Giovedì 10-12) 010 24.76.402
Trieste (Lunedì e Giovedì 10-12, Martedì e Mercoledì 15-18) 040 31.43.68
Numero verde NAZIONALE 800 538 438
Numero verde Lombardia S.O.S. DEPRESSIONE 800 122 907
Pubblicazione quadrimestraleSede: Via Cornaggia 9 - 20123 Milano - Tel. 02 72.09.45.60 - Fax 02 80.58.18.67 http://www.fondazioneidea.it - e-mail: [email protected]
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