Notiziario Cimop novembre 2007

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Anno V numero 5/6 - bimestrale - Poste Italiane Spa - Sped. in abb. post. art. 2, comma 20/c - L. 662/96 - Roma novembre 2007 www.cimop.it La partita per il rinnovo del contratto resta aperta. E ogni volta che ci si trova sul punto si chiuderla, spunta un rilancio. Al ribasso.

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Notiziario Cimop novembre 2007

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Anno V numero 5/6 - bimestrale - Poste Italiane Spa - Sped. in abb. post. art. 2, comma 20/c - L. 662/96 - Roma novembre 2007

www.cimop.it

La partita per il rinnovo delcontratto resta aperta.

E ogni volta che ci si trova sulpunto si chiuderla, spunta un

rilancio. Al ribasso.

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L’ESECUTIVO NAZIONALE CIMOP

PRESIDENTE ONORARIODott. BIANCO SPERANZAVia S. Maria Assunta, 28-C24022 Alzano Lombardo (BG)Tel. 06 5004063email: [email protected]

PRESIDENTE NAZIONALEDott. UMBERTO PIGNATIELLO DIMATTEOVia M.ri di Cefalonia, 424121 Bergamo Tel. 333 8483356email: [email protected]

SEGRETARIO NAZIONALEDott. FAUSTO CAMPANOZZI

Via Cardinale Mimmì, 15-A70124 BARITel. 06 5004063email: [email protected]

V. SEGRETARIO NORD ITALIADott. MARCO ALIBERTIC.so Vittorio Emanuele, 6410121 TORINOemail: [email protected]. 011 724769 / 338 4027440

V. SEGRETARIO CENTRO ITALIADott. STEFANO NERIVia Roma Libera, 10tel. 338 2634975

00153 ROMAemail: [email protected]

V. SEGRETARIO SUD ITALIADott. NICOLA CACCAVELLAVia S. Domenico, 380127 NAPOLITEL 0835 23204email: [email protected]

SEGRETARIO AMMINISTRATIVODott. LUCA PUTIGNANOVia Principe Amedeo, 770121 BARITel. 06 5004063email: [email protected]

SEZIONE MARCHESegretario Protempore: dott. ALBERTO GIATTINIVia Verdi, 22 – 62017 PORTO RECANATIE-mail: [email protected]

SEZIONE LAZIOSegretario Regionale: dott. STEFANO NERIVia Roma Libera, 10 – 00153 ROMATel. 338/2634975 – E-mail: [email protected]

SEZIONE ABRUZZOSegretario Regionale: dott. ALBERTO CERASOLIV.le Nettuno, 200 – 66023 FRANCAVILLA AL MARE (CH)Tel. 085.815420 – E-mail: [email protected]

SEZIONE MOLISESegretario Regionale: dott. NICOLA MODUGNOVia Rufo, 42 – 00136 ROMATel. 085.815420 - E-mail: [email protected]

SEZIONE CAMPANIASegretario Regionale: dott. PIETRO OTTOMANOVia P. Giannone, 33/a – 80141 NAPOLITel. 081 294488 – E-mail: [email protected]

SEZIONE PUGLIASegretario Regionale: dott. SAVERIO CARABELLESEVia Lippolis, 19 – 70050 BARI-Santo SpiritoTel. 080.5303589 – E-mail: [email protected]

SEZIONE CALABRIASegretario Regionale: dott. FRANCESCO MARINOVia Vetticello, 334 – 87020 BELVEDERE MARIT. (CS)Tel. 0985. 82861 – E-mail: [email protected]

SEZIONE SICILIASegretario Regionale: dott. CARMELO MAIOVia Palermo, 435 – 98121 MESSINATel.328 8476638 – E-mail: [email protected]

SEZIONE SARDEGNASegretario Protempore: dott. MICHELE VENTURO Presso sede nazionale CIMOP - Tel. 06 500.40.63

L’ORGANIZZAZIONE REGIONALE CIMOP Nominativi, indirizzi e numeri telefonici dei Segretari regionali della CIMOP, ai quali i medici interessati possono fare riferimento:

SEZIONE PIEMONTESegretario Regionale: dott. RICCARDO IULIANIc/o ospedale Cottolengo, 9 – 10126 TORINOTel. 336 549652 – E-mail: [email protected]

SEZIONE LIGURIASegretario Regionale: dott. LORENZO PAITAc/o Fondazione Don Gnocchi, v. Cisa, 9 – 19038 SARZANA(SP) - Tel. 335 7745985 – E-mail: [email protected]

SEZIONE LOMBARDIASegr. Reg.: dott.GIOVANNI PERRUCCHINIVia Cesare Battisti, 21 – 24030 BREMBATE DI SOPRA (BG)Tel. 335 8152393 – E-mail: [email protected]

SEZIONE VENETOSegretario Regionale: dott. ANTONIO MAESTRIVia Olivi, 2 – 30173 MESTRETel. 06.5004063 – E-mail: [email protected]

SEZIONE FRIULI VENEZIA GIULIASegretario Regionale: dott. PETROS PAPANIKOLAUVia delle Ginestre, 12 – 33077 SACILE (PN)Tel. 0434 70946 – E-mail: [email protected]

SEZIONE EMILIA ROMAGNASegretario Regionale: dott. GIORDANO AMBIVERIC/o Casa di Cura S. Giacomo – Via San Bono, 5629028 PONTE DELL’OLIO (PC)Tel. 0523.875117 – E-mail: [email protected]

SEZIONE TOSCANASegretario Regionale: dott. GIUSEPPE BONGIOVANNIVia Uguccione della Faggiola, 6 – 50126 FIRENZETel. 055.6811900 – E-mail: [email protected]

SEZIONE UMBRIASegretario Protempore: dott. STEFANO CUSCOStrada Olmovalle, 1/Q – 06132 PERUGIATel. 348 9021583 – E-mai: [email protected]

CIMOP – SEDE NAZIONALE: VIA CESARE PAVESE, 360 – 00144 ROMA – TEL. 06.500.40.63; FAX 06.502.21.90

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L’EDITORIALE

Cari colleghi,la pausa estiva è ormai da tempo conclusa e con l'avvento della stagione autunnaleabbiamo ripreso appieno l'attività sindacale, con particolare attenzione alla trattativaper il rinnovo del CCNL.E' un autunno caldo quello che si preannuncia, non solo per le temperature, ampia-mente sopra le medie stagionali, ma soprattutto per la situazione politica in cui versail nostro paese, con un governo che sembra vacillare ad ogni colpo di vento genera-to all'interno della stessa maggioranza, ora dalla cosiddetta sinistra radicale, ora daicosiddetti centristi, o più realmente perché i numeri per governare sono estremamen-te risicati. Uno scenario politico assolutamente incerto che finisce inevitabilmente conl'influenzare anche i tavoli di concertazione tra parti sociali e imprenditoria, dove

questi ultimi fingono di dialogare maassumono atteggiamenti di difesa inattesa che giungano segnali di maggiorestabilità.Credo che questo si stia verificandoanche nella trattativa di rinnovo delCCNL dei medici dipendenti, dove ilritmo scandito, in particolare dall'AIOPè un “andante adagio”, dove si percepi-sce chiaramente la volontà dell'AIOP ditrattare ad un livello superficiale, utiliz-zando maldestri tentativi di restaurazio-ne, difficilmente percorribili, per evitaredi affrontare i veri temi che il contrattodi lavoro impone: gli adeguamenti eco-nomici al costo reale della vita e l'orga-nizzazione del lavoro nel rispetto delladignità professionale.L'altro tema di estrema attualità è quellodel precariato dei medici.Qualche tempo fa ho letto un articolo delmio amico Stefano Biasioli, Presidentedella Cimo, che lanciava un accoratoallarme per il crescente fenomeno deimedici precari nella sanità pubblica,invitando il Governo a porre fine a que-sto “scempio”.La prima considerazione che mi è bale-nata per la mente è che comunque imedici precari del pubblico rappresenta-no una percentuale piuttosto modestarispetto ai medici dipendenti.Inevitabilmente mi è venuto di fare ilparagone con la realtà del settore priva-to, dove i medici dipendenti sono circa6500 e quelli a rapporto libero-professio-

nale, quindi precari, sono circa 11000.Di questi 11000 pochi, anzi pochissimi, lo sono per propria scelta, la maggior parteperché questo è quello che oggi offre il mercato del lavoro, spesso con remunerazio-ni così basse da risultare inferiori al salario di un infermiere professionale o di uncaposala, senza certezze per il futuro, senza tutele e garanzie professionali.E quello che ci fa ancor più paura è la sensazione che l'AIOP tenti di introdurre ele-menti di incertezza e precariato anche nel contratto della dipendenza, presentandolicome strumenti di flessibilità e produttività (sic!).E' qui, nella sanità privata che alberga il vero precariato dei medici, più che nel pub-blico.

L’autunno caldosegnerà il futuro

Fausto Campanozzisegretario nazionale della Cimop

Organo ufficiale d’informazionedella Confederazione Italiana Medici

Ospedalità PrivataPeriodico bimestrale

Direttore: Fausto Campanozzi

Direttore responsabile:Raffaele Antonio Bernardini

Vice direttore:Pietro Picerni

Redattore capo:Luca Putignano

Editore:Confederazione Italiana Medici Ospedalità

Privata (C.I.M.O.P.) via C. Pavese, 360 - Roma

Redazione:via C. Pavese, 360 - Roma

Progetto grafico, videoimpaginazione etitolazione:

Società Editrice Nicholausvia Dante 277/a 70122 Bari

tel-fax 080 5275879 [email protected]

Tipografia:Mediatipo srl - Via delle Margherite 26 - Z.I.

70026 Modugno - BariRegistrazione Trib. di Roman. 531/2001 del 4/12/2001

In tipografia: 5 novembre 2007 segue a pagina 11

Uno scenario politicoassolutamente incertoche finisceinevitabilmente conl'influenzare anche itavoli di concertazionetra parti sociali eimprenditoria

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L’APPROFONDIMENTO

La delegazione Cimop formata dal presidente UmbertoPignatiello Di Matteo, dal segretario nazionale FaustoCampanozzi, dal segretario amministrativo Luca Putignano edal segretario regionale della Lombardia Ivan Perrucchini havisitato il centro di riabilitazione della Fondazione Don GnocchiSanta Maria Nascente di Milano. Ad accogliere e guidare ladelegazione il direttore generale dott. Silvio Riboldazzi,coadiu-vato dal responsabile servizio personale dott. Enrico Mambrettie dal direttore del Centro Renzo Anguissola.L'occasione ha offerto lo spunto ai rappresentanti delle dueassociazioni per un confronto aperto sulle problematiche delsettore riabilitativo all'interno dell'ospedalità privata accredita-

ta ma anche e soprattutto ha permesso di valutare le reali pos-sibilità di avviare una nuova stagione di confronto sindacalebasato sul reciproco rispetto, percorso ricco di obiettivi condivi-si.Assoluto accordo tra le parti affinché l'ambito contrattualediventi l'occasione per dare forma concreta ad alcuni aspetti chetipicamente caratterizzino una figura cardine dell'organizzazio-ne come quella del medico e che necessariamente devono trova-re il corretto riscontro nelle forme giuridiche che regolano i rap-porti tra datore e risorse subordinate. Particolare soddisfazione della delegazione per l'obiettivomanifestato dai dirigenti della Fondazione Don Gnocchi dicoinvolgere e valorizzare i medici sia sotto il profilo tecnico-scientifico e innovativo, sia per le opportune elaborazioni etico-morali, ma anche negli aspetti più tipicamente gestionali e disviluppo.“E' importante sottolineare - ha commentato il segretario nazio-nale Cimop Campanozzi - come ai fini del coinvolgimento deimedici sia necessario implementare un sistema di valutazionead uno premiante, nonché individuare lo sviluppo di un percor-so formativo utile all'aggiornamento continuo e all'accrescimen-to delle competenze”.

L’apertura della Cimop“Avviare una nuovastagione di confronti”

FONDAZIONE DON GNOCCHI

La delegazione Cimop (UmbertoPignatiello Di Matteo, FaustoCampanozzi, Luca Putignano e IvanPerrucchini) ha visitato il centro diriabilitazione della Fondazione SantaMaria Nascente di Milano

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L’APPROFONDIMENTO

“Vogliamo un contratto di lavo-ro collettivo, nel senso cheattenga agli interessi colletti-

vi della classe medica ma vogliamoanche un contratto “individuale”, cheinsista sulla sfera del rapporto singolo tradatore di lavoro e medico”.

Enrico Mambretti, capo delegazione perla trattativa sul contratto e capo del per-sonale della Fondazione Don Gnocchi,gioca la sua partita a carte scoperte.Manifesta obiettivi e individua puntideboli di un percorso complesso che tuttisi augurano possa giungere a lieto fine in

breve tempo.“E’ molto importante recuperare un dop-pio rapporto – spiega Mambretti - indivi-duale e collettivo, nella valorizzazione diuna figura che per noi non è in contrap-posizione con la gestione ma è un compa-gno di strada, è una figura cardine. Dopo

“Vogliamo un contrattocollettivo, ma che

sappia valorizzarel’individuo”

LA PAROLA A MAMBRETTI

Enrico Mambretti, capodelegazione per latrattativa sul contratto e responsabile risorse

umane della Fondazione Don Gnocchi.Nelle pagine seguenti, tutte le sedi della

Fondazione in Italia, regione per regione.Nella pagina di sinistra, un momento dell’in-

contro della delegazione Cimop con i dirigen-ti della Don Gnocchi.

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L’APPROFONDIMENTO

una fase molto critica, dura e difficile pertutta la parte non medica, fase che ci haportato a dimenticarci le problematichedell’area medica pensiamo che quelladella stipula del nuovo contratto sia l’oc-casione perfetta per recuperare questaattenzione per il mondo medico e tra-sfonderla non solo nel rapporto indivi-duale ma anche nel rapporto collettivodando una forte spinta innovativa al con-tratto.“Lo scenario della politica sanitaria inItalia sta cambiando in maniera repentina– aggiunge - vuoi per spinta delleRegioni, vuoi per un problema di sosteni-bilità economica dei costi. Se noi chiedes-simo un contratto senza adeguarci a que-sti cambiamenti, faremmo involontaria-mente della restaurazione, cioè continue-

remmo a proporre modelli organizzativiche non valgono più. “Pur essendo consapevoli delle difficoltà– prosegue Mambretti - ci poniamo comeobiettivo la realizzazione della massimaflessibilità dei rapporti di lavoro subordi-nati rispetto alle tipologie di accredita-mento. Nel contempo vorremmo inserire,oltre ad elementi di tipo innovativo inte-si come flessibilità, elementi che valoriz-zino al massimo la figura medica che nonpuò poi essere equiparata a quella del-l’impiegato, si veda la voce autonomia, siveda lavorare per obiettivi. Gli spuntisono tanti, per cui se da un certo punto divista chiediamo flessibilità, d’altra partenel contratto poniamo le basi per la valo-rizzazione della figura del medico nonvisto più come un attuatore ma come col-

laboratore per il perseguimento degliobiettivi della Fondazione.Parlando del fattore di novità che vedeper la prima volta le parti datoriali tratta-re su tavoli distinti Mambretti offre unachiave di lettura puntuale. “I fatti evolutivi che stanno cambiando ilmondo della sanità – spiega - hannoavuto, di fatto, la propria incidenza anchenei rapporti sindacali e al di là di tutte ledifficoltà attuative che ben conosciamo,siamo rammaricati che non sia stato pos-sibile aprire un tavolo comune per la trat-tativa sul contratto.Analogia di vedute tra le parti “datoriali”sicuramente non mancano. Pro-babilmente nei precedenti incontri che cisono stati o nella storia delle trattativesindacali , qualche piccolo passo si è fatto

Nella foto a destra la posa della prima pietra delnuovo Centro di Riabilitazione (Istituto di Ricoveroe Cura a Carattere Scientifico - IRCCS) che laFondazione Don Gnocchi realizzerà a Firenze, inlocalità Torregalli (via Di Scandicci).Il Centro (in basso il plastico del progetto) si strut-turerà su tre livelli, a basso impatto urbanistico,con una superficie lorda complessiva di 24.000metri quadrati. Due livelli saranno riservati alle

degenze, articolati con moduli da 30 e 32 posti letto(150 i posti letto complessivi accreditati).Ampi spazi saranno riservati alle palestre di riabili-tazione. Sono inoltre previsti 17 ambulatori multi-specialistici, laboratori per le attività di ricerca cli-nica applicata, un polo formativo (9 aule polifunzio-nali, un’ampia aula magna, una biblioteca ed unasegreteria scientifica a supporto delle attivitàdidattiche) nell’ottica di rafforzare quelle sinergiegià in essere con l’Università degli Studi di Firenze,estendendo l’attività ai nuovi corsi di laurea per leprofessioni sanitarie, coerenti e complementaricon i fini assistenziali della Fondazione.

La Fondazione non si fermauna struttura anche a Firenze

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L’APPROFONDIMENTO

con l’ARIS sul protocollo specifico per gliex presidi ospedalieri dove si è comincia-to a inserire, ad esempio, una non piùnetta separazione tra aiuto, assistente

aiuto e primario, quindi a lavorare perarea di responsabilità sull’organigrammaaziendale, su un concetto di profilo medi-co più vicino a quello di dirigenza, piùche a un concetto di attuatore, di missio-ne impiegatizia. Sicuramente con l’ARISc’è un primo passo di condivisione inquesto senso. “Penso – aggiunge Mambretti - che inquesto momento una reale visione diri-genziale, intesa come piena disposizionedi orari di lavoro, con piena lincenziabi-lità e indennizzo economico conseguente,potremmo applicarla solo a figure apicalicome il direttore sanitario o il primario,perché introdurre elementi troppo trau-matici in un mondo culturalmente nonabituato a questo tipo di regolamentazio-ni di rapporti di lavoro potrebbe essereanche controproducente. Per passi si può arrivare al concetto dimedico dirigenziale e per passi lo si puòfare con altre associazioni, con l’ARIS cisono già stati dei punti di vista in comu-ne in tal senso. L’importante è non creareun puro nome in dei vuoti dirigenziali,cioè chi fa le stesse cose di prima e gliattacchi l’etichetta di dirigente, ma crearedei contenuti.

Insieme ai rappresentanti dei medici e ainostri medici interni fare dei sinceriragionamenti organizzativi, di contenutosul profilo e sull’organizzazione sanitariache vogliamo avere nei nostri centri perpotere arrivare a una sostanza e non sem-plicemente a un nome che scrivo ma chenon ha poi conseguenti reali.Ricomporre il tavolo della trattativa?Come desiderio – dice Mambretti - noidesideriamo un unico contratto. Penso adun contratto che preveda al suo internoalcune parti di attenzione per aree speci-fiche. Per esempio, noi rappresentiamo,insieme ad altri medici, soprattuttodell’ARIS, un settore che si chiama riabi-litazione, che è ovviamente molto diversadall’ospedalità “pura”, dalle case di cura,perché fa un altro tipo di lavoro. Sarebbebello avere un contratto unico per case dicura, centri di riabilitazione, IRCCS, pre-sidi ospedalieri, che poi si differenzi inalcuni settori per quanto riguarda appun-to aree che si occupano di problematichespecifiche. Come centri di riabilitazione

non abbiamo gli stessi problemi dellecase di cura che trattano l’acuzie peresempio. Ecco, un contratto del genere èconcepibile unitariamente. Se dobbiamopensare al vecchio contratto ARIS, AIOP,Don Gnocchi, dove non c’era nessunaparticolare distinzione tra la parte ospe-daliera e tutto ciò che sta dopo la parte diacuzie ospedaliera, allora sarà difficileproprio perché la storia ha fatto altripassi. Ormai la riduzione dei posti peracuti, per esempio, e l’aumento di inte-resse invece per le strutture intermedie edi riabilitazione - conclude Mambretti -sta proprio portandoci a sacrificare unmondo sanitario diverso da quello dell’a-cuzie. Per cui un contratto differenziatopotrebbe vederci ancora tutti insieme, uncontratto unico qualche difficoltà potreb-be porla.

Le sedi Don Gnocchi: : 22 in nove regioni

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La delegazione Cimop in visita alla Fondazione DonGnocchi: visibili al centro (da destra), il segretario ammi-nistrativo Luca Putignano, il segretario nazionale FaustoCampanozzi e il presidente Umberto Pignatiello di Matteo

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L’INCHIESTA

Le rivendicazionidella Cimop.Le posizioni delleparti datoriali. Lenovità introdotte dalgoverno.Nè barricate, nèfronti contrapposti,eppure...Cosa c’è dietro unatrattativa che siarena sul punto diessere

di Roberto Violante

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L’INCHIESTA

Il contratto che vorreiVERSO IL RINNOVO

La singolarità di questo rinnovo del CCNLsta nel fatto, del tutto nuovo, che leassociazioni dei proprietari per la primavolta non siedono allo stesso tavolo, masono divisi e trattano separatamente conla Cimop, il contratto dei medici.

E'una strana stagione questa per ilrinnovo contrattuale nell'ospeda-lità privata.

Un rinnovo contrattuale che presenta degliaspetti del tutto particolari e diversi da quelliprecedenti, anche se i protagonisti della trat-tativa sono gli stessi: le associazioni dei pro-prietari da una parte (AIOP, ARIS,Fondazione don Gnocchi), e i rappresentantidei medici dall'altra (CIMOP).La singolarità di questo rinnovo del CCNLsta nel fatto, del tutto nuovo, che le associa-zioni dei proprietari per la prima volta nonsiedono allo stesso tavolo, ma sono divisi etrattano separatamente con la Cimop, il con-tratto dei medici.Al perdurare di questa situazione, il graverischio che corre l'intero comparto ospedalie-ro privato è quello di non avere più un unicoCCNL nazionale di riferimento, come fino adoggi è sempre stato, ma di doversi confronta-re con due o più progetti contrattuali, sicu-ramente diversi per impostazione culturale,differentemente orientati alla ricerca di unequilibrio tra le esigenze di produttività,qualità dell'assistenza e garanzie per gli ope-

ratori sanitari. In definitiva contratti differenti applicati amodelli organizzativi di assistenza sanitariaospedaliera sostanzialmente uguali.Ma l'aspetto che maggiormente mi preoccu-pa e che scaturisce da questa vicenda è rap-presentato dalla drammatica perdita di iden-tità dell'intero settore ospedaliero privato,artatamente distinto tra privato commercialecon finalità di lucro, privato senza finalità dilucro e privato che affonda le proprie radicinella tradizione di assistenza socio-sanitaria.Purtroppo queste mie previsioni, alquantocatastrofiche, trovano conferma nelle primebattute della trattativa per il rinnovo delcontratto dei medici, che hanno visto la dele-gazione della Cimop passare da un tavoloall'altro, con la difficoltà di confrontarsi conprogetti molto diversi l'uno dall'altro: il ten-tativo di tornare indietro da una parte, unlungo balzo in avanti dall'altro, come abbia-mo avuto modo di spiegare sul numero pre-cedente di Notiziario.L'ultimo contratto firmato con AIOP, ARISe Fondazione don Gnocchi ha rappresentatoun altro tassello, un'altra tappa importante

per l'obbiettivo che da molti anni stiamo rin-correndo, contratto dopo contratto cioè quel-lo di pervenire ad un modello contrattualeche tenga conto di numerose variabili e nelcontempo dia stabilità al sistema: - specificità dell'organizzazione del privato

rispetto alle analoghe strutture pubbliche;- necessità per l'equilibrio dell'intero siste-

ma di definire preventivamente le compatibi-lità economico-finanziarie tra finanziamentotariffario e costi del personale; - garanzia per i medici dell'aggiornamento

continuo, in assoluto rispetto delle norme dilegge vigenti;- adeguata tutela legale del medici nell'eser-

cizio della propria attività lavorativa;- incrementi salariali dignitosi e comunque

adeguati al costo della vita;- tutela della dignità professionale;- identificazione ed introduzione di quegli

elementi di flessibilità che tendano a miglio-rare l'organizzazione del lavoro, senza chene venga minacciata la stabilità;- Ricorso marginale al lavoro precario medi-

co.Questo è il progetto che la Cimop ha sempre

di Fausto CampanozziSegretario nazionale Cimop

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L’INCHIESTA

Il segretario Cimop Lazio VittorioCasamassima con il vicesegretarionazionale Cimop Stefano Neri

Obiettivo prioritario della Cimopè anche introdurre nuove tutele

perseguito nel corso dei ripetuti rinnovi con-trattuali, ottenendo con la costanza e col dia-logo quello che non si poteva ottenere con laforza, in un settore storicamente carente dalpunto di vista normativo e legislativo.Alcuni obbiettivi sono stati raggiunti, altrino, come è il caso del lavoro precario, datoche ancora oggi nell'ospedalità privata sonoeccessivamente preponderanti, soprattuttoper i medici, i rapporti di lavoro di tipo libe-ro-professionale.Il Contratto che vorrei? Innanzitutto vorrei pervenire ad un contrat-to. Mi piacerebbe che fosse un contrattounico per l'intero settore ospedaliero privato,alla definizione e alla firma del quale parteci-

passero tutti i soggetti protagonisti di questavicenda: AIOP con ARIS, ARIS conFondazione don Gnocchi, dopo aver superatoquelle divisioni interne che, come già detto,danneggiano irrimediabilmente l'intero set-tore.La Cimop dal canto suo non può che auspi-care questa soluzione, e comunque, in man-canza, ha il dovere di giungere, anche intempi brevi, alla definizione del nuovo con-tratto, nel rispetto dei medici che rappresen-ta. Sicuramente non sentiamo la necessità ditornare indietro, né di spiccare voli pindariciin avanti, ma restiamo con i piedi per terraed identifichiamo la piattaforma di partenza

nel contratto scaduto, espressione della con-tinuità di un progetto che trova le proprieorigini nei rinnovi precedenti.Non vedo la necessità né le condizioni perstravolgere l'impianto contrattuale attuale,anche se è possibile migliorare e potenziarealcuni istituti normativi.Il Contratto Nazionale rappresenta, almomento, la priorità assoluta per la Cimop,e ci batteremo senza esclusione di colpi perraggiungere l'obbiettivo.Forse non sarà il contratto che avremosognato, non sarà il migliore dei contratti,ma sicuramente avremo la consapevolezza ela serenità di aver ottenuto il miglior con-tratto possibile.

Questa condizione dei medici dell'ospedalità privata è stata denunciata prati-camente a tutti i Ministri della Salute che si sono avvicendati negli ultimi quin-dici anni, che a parole hanno sempre mostrato interesse e sensibilità verso ilproblema, ma poi non hanno mai fornito delle risposte concrete.La Cimop, da sempre è molto vicina a questi colleghi ed ha intenso interpre-tarne il disagio. Da tempo ha avviato una campagna di sensibilizzazione presso le forze politi-che e l'opinione pubblica, avviando un vivace dibattito sull'argomento, motivoper cui ha organizzato per la metà del mese di dicembre prossimo un conve-gno a Roma presso il Palazzo dei Congressi, invitando al tavolo della discus-sione esponenti del governo, del mondo politico, la Federazione Nazionaledegli Ordini dei Medici, esperti di diritto del lavoro, esponenti del mondo dellavoro nell'ambito della ospedalità privata.Pertanto tutti i colleghi interessati sono invitati a partecipare alla manifestazio-ne, i cui dettagli sul piano organizzativo saranno divulgati attraverso il nostrosito internet e gli organi di stampa.Inoltre abbiamo approntato, da tempo, la nostra proposta per un accordo col-lettivo nazionale che regolamenti l'attività libero-professionale nell'ospedalitàprivata, con l'obbiettivo di definire gli aspetti economici, ma anche e soprattut-to di introdurre alcune possibili tutele normative.Unica pregiudiziale posta dalla Cimop è che la sigla dell'Accordo vincoli lestrutture sanitarie all'obbligo di applicazione dello stesso.Ad oggi AIOP, ARIS e Fondazione don Gnocchi, pur dichiarandosi favorevolialla stipula di un Accordo Collettivo Nazionale, non hanno ritenuto di entrarenel merito della questione.Comunque è ferma intenzione della Cimop perseguire con determinazionequesto obbiettivo.

Continua da pagina 3

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L’INCHIESTA

E’una sfidaa colpi di fioretto

L’ABILE GIOCO DELLE PARTI

Disattese le buone intenzioni del 12 aprile(nella sede romana dell’Aiop lo start ad unatrattativa che pareva doversi concludere asettembre) si procede navigando a vista conla speranza di poter chiudere a Natale conun bel pacco dono sotto l’albero

Piano ma avanti. A fare l’andaturadella trattativa per il rinnovo delcontratto collettivo nazionale di

lavoro dei medici dipendenti dell’ospe-dalità privata sono le associazioni dellecontroparti datoriali che certamente nonfanno il diavolo a quattro per condurre inporto in tempi brevi una contrattazione ingrado di sostituire il protocollo che portain calce la data 2005 al documento che adoggi regola i rapporti economici (e nonsolo) tra proprietà e lavoratori del peri-glioso mare della sanità privata.Disattese le buone intenzioni del 12 apri-le (nella sede romana dell’Aiop lo startad una trattativa che pareva doversi con-cludere a settembre) si procede navigan-do a vista con la speranza di poter chiu-dere a Natale con un bel pacco dono sottol’albero: contratto quadriennale (norma-

tivo che economico), più flessibilità,maggiori tutele e quant’altro così comeampiamente e puntualmente redatto dallacommissione Cimop egregiamente gui-data da Vittorio Casamassima (CimopLazio). L’instabilità politica dirà la sua sull’esi-to ravvicinato o dilazionato della trattati-va? “Non è tanto l’instabilità politica -risponde Casamassima – quanto quellaeconomica. Nel Lazio, d esempio, dalpunto di vista economico ci sono grossiproblemi che la Regione ha imposto allecase di cura e questo potrebbe influirenegativamente sulla trattativa per il con-tratto. Di certo – aggiunge - sono stateun po’ maltrattate. Credo ci siano altrequattro o cinque regioni con questo tipodi problemi, perché bisogna rientrare nel

bilancio, e non so come si stiano compor-tando nei confronti delle case di cura.L’atmosfera è drammatica: tagli pesantiper le casse delle case di cura e quelle dilunga degenza( presenti in quantitàimponente nel Lazio rispetto alle altreregioni)”.Più possibilista ma con il beneficio deldubbio sull’esito della trattativaGiuseppe Bongiovanni (Cimop Toscana):“Speranze buone ma attualmente daparte dei datori di lavoro, mi riferiscoall’AIOP, non abbiamo avuto una grandedisponibilità. L’instabilità politicapotrebbe influenzare la risoluzione dellavertenza perché i datori di lavoro nonhanno ben precise programmazioni.Siamo tutti dipendenti da quello che o ilMinistero del Tesoro o le Regioni posso-no erogare, quindi può essere difficile

di Roberto Violante

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L’INCHIESTA

influire sulla trattativa in corso”.Di analogo parere Carmela De Rango(Cimop Lombardia) che sperava di chiu-dere la trattativa per settembre. “Cisiamo un po’ persi – spiega - potremmofarcela per fine anno anche perché siamofermi dal 2005 con la parte economica eanche questa è importante”.Disilluso Nicola Caccavella (dirigentecampano della Cimop) per il quale biso-gna seguire le indicazioni della piattafor-ma Cimop e chiudere quanto prima. ANatale? “Auspicabile – chiosa - ma diffi-cilmente realizzabile”.“La trattativa va avanti senza significati-ve novità dal punto di vista normativo. –entra nel merito Casamassima - l’unicache abbiamo provato a promuovere èl’inserimento delle figure professionaliche progrediscono sul tipo del pubblico(i medici dell’ospedalità pubblica hannola possibilità di diventare primari e dopo5 anni previo giudizio positivo restanocome figura permanente o per lo meno ilcontratto viene rinnovato per altri 5anni). Noi vogliamo questo tipo di pro-gressione di carriera e la stessa cosavale per gli assistenti che diventanoaiuti”.Della stessa opinione Bongiovanni: “E’auspicabile – puntualizza - che si possatendere al superamento delle attuali qua-lifiche, quelle di responsabile, aiuto edassistente e adeguarle a quelle del pub-blico che prevede responsabile di primae di seconda fascia con gli emolumentirapportati alla qualifica”. Il clima della trattativa è comunquedisteso, stoccate da fioretto da gentiluo-mini abituati al savoir faire, ma la tenta-zione di impugnare la sciabola e menarfendenti si fa forte quando si tocca il

tasto dell’adeguamento economico.“Abbiamo intenzione di sviluppare l’art.61 quello sulle incentivazioni disatteseda tutte le case di cura - spiegaCasamassima - definirlo un po’ megliodato che nel precedente contratto ci sonocose un po’ troppo nebulose che si pre-stavano a interpretazioni varie o addirit-tura a non essere interpretate e quindi

neanche applicate.In discesa appare invece il discorso dellegaranzie per gli operatori sanitari, in con-trotendenza rispetto alle questioni econo-miche. “Le garanzie le abbiamo – chiari-sce Casamassima - il discorso riguardapiù il libero professionale. Discorso chesperiamo di affrontare dopo quello sulcontratto di dipendenza e quindi porre, a

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livello di garanzie, il discorso sulla dura-ta contrattuale, già accennato alla con-troparte (all’AIOP). E mi sembra che ariguardo ci siano aperture da questopunto di vista”.Ma, portafoglio a parte, tutte le voci dellapiattaforma stilata dalla commissionesembrano avere pari dignità. Lo diceCaccavella (“La piattaforma è stata sti-lata dopo un’attenta valutazione daparte del Consiglio direttivo della

CIMOP. Penso che tutti questi puntisiano qualificanti e molto importanti peri lavoratori”) supportato dalla De Rangoconvinta che “ognuno dei punti dellapiattaforma abbia la sua importanza:“Noi medici – spiega - se non siamo ade-guatamente aggiornati rischiamo dirimanere indietro; per quanto riguarda ilsalario pur lavorando in molte realtà construtture ad alta specialità come il pub-blico siamo rispetto a questo finanziaria-

mente molto penalizzati”.Puntuale l’analisi della De Rango ancheper quanto concerne il fattore di novitàintrodotto dall’Aiop che ha deciso di fra-zionare su tavoli diversi la trattativa peril contratto. “Di fatto si è generatoun disagio pratico ma anche di imposta-zione del lavoro perché ogni organizza-zione ha le proprie esigenze e richiesteche portano a redigere contratti diversi”.“Tutto questo – aggiunge la De Rango –provoca un decadimento della qualitàdel contratto nel suo insieme. E’auspica-bile, quindi, una riconciliazione e unariformulazione di un unico tavolo di trat-tative. Questo sarebbe una risorsa poi-ché dal confronto di diverse esperienzepuò emergere un contratto innovativo,quello che tutti ci auguriamo. A fiuto, lesperanze per un contratto unico nonsono comunque andate perse”.Meno preoccupato della questione appa-re Caccavella che non ritiene la trattativadisgiunta penalizzante “perché le pro-blematiche delle RSA, delle cliniche dicura sono completamente diverse tra diloro ed è anche giusto che si affrontino inmaniera particolareggiata”. C’è anche chi è convinto che la mossaeffettuata dall’Aiop di giocare la partitasu tavoli separati si possa rivoltare afavore dei lavoratori. Bongiovanni, infat-ti, sostiene che tra le parti datoriali non cisia grande armonia e che questo “sipotrebbe riflettere in maniera positivaper i medici”.Possibilista Casamassima per cui “lostato delle cose ci costringe a fare trecontratti separati. L’AIOP l’ha voluto e

Il dirigente campano della CimopNicola Caccavella

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L’INCHIESTA

quindi ci siamo assoggettati a questo,l’ARIS l’ha subito. Nel gioco delle partinon so chi ha ragione e chi ha torto, noicomunque abbiamo accettato questacosa. Pare che anche la Fondazione DonGnocchi abbia dei distinguo nei confron-ti dell’ARIS. Certamente per noi è un tri-plo lavoro, la cosa buona è che da ciascu-na associazione magari riusciamo aspuntare qualche vantaggio che l’altranon riesce a darci”.Capitolo a parte merita l’equazioneCimop che dovrebbe coniugare produtti-vità, qualità dell’assistenza e garanzieper gli operatori sanitari.“L’equazione è possibile – SostieneBongiovanni - però ci deve essere daparte dei datori di lavoro la disponibilitàa dover concedere di più, ad impegnarsiperché l’organico dei medici sia effettiva-mente quello dovuto. Attualmente inToscana siamo sotto organico, in diversecase di cura i medici sono in numero infe-riore rispetto alle necessità. Quindi sel’organico è ben rappresentato la qualitàpuò migliorare senz’altro. Anche se daparte dei medici c’è l’impegno massimo.Nelle case di cura toscane abbiamo qual-che problema per quanto riguarda imedici di guardia, ossia i medici a rap-porto libero-professionale. Sono pochi enon coprono i turni, per cui i medicidipendenti sono costretti a fare qualcheturno in più.Equazione possibile anche per Caccavella“perché il lavoratore deve essere incenti-vato non tanto a svolgere la propria atti-vità, sempre ottimale, ma a porsi inmaniera diversa rispetto all’azienda

6 NOVEMBRE 2007Roma - ore 10.00 sede Aris: riunione commissioneparitetica nazionale di interpretazione ex articolo 59 ccnl

19 NOVEMBRE 2007 Roma - ore 10.00 sede aris: trattativa rinnovo ccnl

19 NOVEMBRE 2007 Roma - ore 15.00 sede aiop: trattativa rinnovo ccnl

14 DICEMBRE 2007 Roma - ore 16.00 Palazzo dei Congressi Eur: Convegno nazionaleCimop “Il precariato medico nella sanità privata”

15 DICEMBRE 2007 Roma - ore 9.30 Sede CimopConsiglio direttivo nazionale

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anche nel risparmio dei consumi. Leincentivazioni possono stimolare il lavo-ratore a pianificare una condotta piùconsona alle esigenze economiche del-l’azienda”.Necessari i distinguo, invece, per la DeRango per cui ogni punto della piattafor-ma è importante: “noi medici se nonsiamo adeguatamente aggiornatirischiamo di rimanere indietro; pur lavo-rando in molte realtà con strutture adalta specialità come il pubblico siamofinanziariamente molto penalizzati”.“La qualità dell’assistenza – spiega - èal primo posto però abbiamo esperienza

di diverse strutture in cui è stato possibi-le integrare le esigenze di produttività, laqualità dell’assistenza con le garanzieper gli operatori sanitari”.“E’ un momento molto delicato, -aggiunge la De Rango - siamo nel pienodella contrattazione ed è difficile espri-mersi. Importante è il discorso sulla diri-genza, nel pubblico già dal 1993 è fun-zionante mentre nel privato è difficileaffidarla. Forse con alcuni sarà possibi-le affrontare questo discorso, però ildiritto privato e il diritto pubblico sonocose diverse e quindi vanno affrontaticon le dovute precauzioni. In Consiglio

nazionale abbiamo approvato una piat-taforma dalla quale partire per lavorarema è indubbio che dovremo essere flessi-bili e pronti ad eventuali proposte emodifiche che ci saranno formulate insede di contrattazione”.Fuori dubbio che ad influenzare gliumori degli attori della trattativa, la partedatoriale (Aris, Aiop e Fondazione DonGnocchi) e controparte sindacale(Cimop) siano le sorti politiche e i giudi-zi pendenti sul comportamento del mini-stero della Salute. Ci va giù duro il capo-delegazione Casamassima che non hainterpretato alcuna manovra del ministe-ro come segnale di accondiscendenza neiconfronti della sanità privata.Tramutando il giudizio in votazione sco-lastica appiopperebbe al ministero unabella insufficienza “visto che non ci sono

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L’INCHIESTA

stati provvedimenti a favore, gli unicitagli sono costantemente nei confrontidella sanità privata, mentre nel pubblicosi continua ad andare avanti “allegra-mente”.Dello stesso tenore Bongiovanni : “Glidarei un quattro, perché non mi pare checi sia stato un grande interessamento perle case di cura. Ma non è una novità peril Ministero della Salute, l’unica ad inte-ressarsi un po’ è stata la Bindi.“Auspico che nei prossimi incontri – diceriferendosi alla trattativa per il contratto -ci sia più rispetto da parte dei datori dilavoro, e che ci sia disponibilità anchedal punto di visto economico, dato che sisa bene che i nostri stipendi sono piutto-sto bassini se raffrontati a quelli del pub-blico”.Governo insufficiente anche perCaccavella. “Darei un tre o un quattro,non di più. Purtroppo non si valutanobene le problematiche delle aziende con-venzionate, si dimentica che noi facciamoun servizio sociale e di contro si è pronti

Nella pagina di sinistra di sinistra ilsegretario Cimop della ToscanaGiuseppe Bongiovanni e il segretariolaziale Casamassima.A destra la responsabile della Cimopdi Lombardia Carmela De Rango.

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DALLE REGIONIP

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RIO Le novità per i privati

nei prossimi due anniIl Piano Sanitario Regionale 2007/2009 per quanto concerne le Strutture Private prevede le seguenti indicazioni.Nell'ambito delle Case di cura Multispecialistiche si prefigge tali obiettivi: favorire al massimo l'utilizzo dei profes-sionisti pubblici nell'ambito dei rapporti convenzionali con le Aziende di appartenenza; limitare al massimo l'atti-vità medica per acuti riservandola ai soli ricoveri disposti dal Pronto Soccorso; sviluppare l'attività di post-acuzie(riabilitazione e lungodegenza) in stretta continuità con la rete ospedaliera pubblica. Per quanto riguarda le attivitàdi tipo ambulatoriale delle Case di cura Multispecialistiche, va garantita l'integrazione nel CUP locale e i volumi diattività vanno concordati per la branca e per la tipologia di prestazione.E' invece prevista, per le Case di cura Monospecialistiche, la trasformazione di queste in strutture residenziali, conaccesso esclusivamente riservato ai pazienti inviati dai Dipartimenti di Salute Mentale e delle DipendenzePatologiche competenti per territorio. (da Regionando n. 77)

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Sei nuovi indicatoriper contenere la spesaCon la delibera regionale 4799 del 30 maggio 2007 la Regione recepisce il documento conclusivo del Gruppo di lavo-ro sull'attività di controllo in ambito sanitario. Il documento propone ulteriori indicazioni e precisazioni riguardan-ti le attività di controllo delle prestazioni erogate.Sono sei gli indicatori evidenziati in via prioritaria: % di casi ordinari con degenza di 2/3 giorni; % di casi compli-cati; incidenza di un DRG sul mix dell'unità operativa; % di ricoveri ripetuti per la stessa MDC e all'interno dellostesso ospedale; numeri accessi per record di day hospital; % di procedure effettuate in ambulatorio. Le ASL saranno munite dei sei indicatori per le strutture di competenza del territorio con cadenza semestrale e nonsaranno obbligate al preavviso della visita ispettiva. Dovranno inoltre inviare mensilmente alla Direzione generaledella sanità gli esiti delle attività di controllo per poi ricevere, con cadenza bimestrale, i dati relativi all'andamentodei controlli delle prestazioni erogate in ASL diverse nella Regione.I Direttori generali delle ASL dovranno presentare entro il 31 dicembre alla D.G. sanità il piano delle attività di pre-venzione e dei controlli da attuare nel 2008. (da Regionando n. 74)

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DALLE REGIONIR

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CC

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ITA

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TI Abolizione della quota

fissa sulla ricettaIn seguito alla circolare prot. PG 2007 134707 DEL 18/5/2007 dell'Assessorato alle Politiche per la Salute, dallo scor-so 20 maggio non è più dovuto il pagamento del ticket di 10 euro per ricetta di prestazioni specialistiche, previstodalla Finanziaria 2007. La legge n. 64 del 17 maggio (legge di conversione, con modifiche, del decreto legge 20 marzo 2007 n. 23), non haeffetti retroattivi, pertanto non è previsto alcun rimborso per le prestazioni usufruite prima dell'entrata in vigoredella stessa legge. (da Regionando n. 74)

Il Servizio Presidi Ospedalieri della Regione ER con lettera prot. PG 2007 107640 del 17/4/2007 ha dato ufficialmen-te avvio al progetto SIGLA, per la realizzazione di un sistema integrato di gestione delle liste di attesa per le attivitàdi ricovero. Limitato alle attività ortopediche, nel corso del 2007 il progetto sarà esteso a tutte le Aziende del territo-rio regionale, comprese le strutture ospedaliere private.La Dott.ssa Petropulacos, Responsabile del Servizio Presidi Ospedalieri ha chiesto la disponibilità dell'AIOP adorganizzare un incontro specifico sul progetto, rivolto esclusivamente alle strutture private accreditate con UF diChirurgia Generale. Nell'incontro, svoltosi il 13 giugno, si è deciso di costituire un gruppo di lavoro regionale conil compito di condividere la metodologia da utilizzare in previsione dell'estensione della sperimentazione delProgetto SIGLA a tutte le unità operative di Ortopedia presenti nella regione e poi ad altre discipline. (daRegionando n. 74)

La determina n. 6952 del 30/5/2007 ha avviato ufficialmente il processo di accreditamento definitivo delle struttureospedaliere private. Il documento è composto da una parte generale, un deliberato e due allegati rispettivamente perl'attività specialistica ambulatoriale e per le strutture dell'area psichiatrica e della tossicodipendenza.Sono escluse dal provvedimento le strutture psichiatriche AIOP che attendono un successivo e specifico atto allaconclusione della Commissione Tecnica Regionale per la Salute Mentale.Le strutture ospedaliere possono presentare domanda dallo scorso 30 maggio, possibilmente avviando e completan-do il procedimento entro la fine del 2007. La domanda deve comprendere tutte le attività ambulatoriali autorizzateall'interno del poliambulatorio e va presentata unicamente al Servizio Presidi Ospedalieri della Regione, rilevandola propria organizzazione di soggetto unico comprendente più unità operative, come reparti di degenza e poliambu-latorio. (da Regionando n. 74)

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ZIO

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La delibera n. 10-5605 del 2/4/2007 della Giunta Regionale regolamenta la riorganizzazione delle attività riabilitati-ve e dovrà essere recepita dai Direttori delle ASL entro il 2007 nell'ambito del Piano strategico e di riqualificazionedell'assistenza e di riequilibrio finanziario. Obiettivo del provvedimento è garantire interventi sanitari adeguati,continuità delle cure e razionalità nell'uso delle risorse.Nasce la figura del “garante del percorso riabilitativo”, al quale spetterà individuare le esigenze specifiche delpaziente e provvedere alle necessarie risposte e alla continuità delle cure. Il progetto implica uno stretto collegamen-to operativo con l'area ospedaliera per pazienti acuti e con le strutture di riabilitazione. (da Regionando n. 74).

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L’ULTIMA PAROLA

Con un lezioso spot, commissionatoad un noto pubblicitario e con l'insulso slogan “Pane, amore e

sanità”, per la cui creazione e diffusione (a tutta pagina sui quotidiani e fatti affig-gere perfino sui muri delle città italiane )non è nota la spesa sostenuta con denaropubblico dal ministero della Salute, lostesso ministero, con parecchi mesi dianticipo, ha voluto “celebrare” i 30 annidel servizio sanitario nazionale, la cuidata di “nascita”, con la legge 833, è il 23dicembre 1978 ed il cui “compleanno”cadrà quindi il 23 dicembre 2008.In questi 30 anni la legge 833 è stata

modificata, integrata,raffazzonata, “rivo-luzionata” anche con normative eteroge-nee, molte delle quali di natura specifica-mente finanziaria, e l' ultima legge, quel-la “passata alla storia”, in maniera un po'nefasta, come legge Bindi ( dal ministroche la volle ), venne definita come la“terza riforma” della sanità.Intanto, nei 29 anni trascorsi, il servizio

sanitario nazionale ha subito una drastica

frammentazione organizzativa e gestio-nale in virtù delle competenze costituzio-nali delle regioni e delle successive modi-fiche legislative in materia di federali-smo, peraltro tuttora incompiuto edarrangiato.Per fortuna, è rimasto integro il principiodell' “universalità” del Ssn, del qualefruiscono tutti i cittadini italiani ed anchegli immigrati residenti nel nostro Paese.Ma la sanità è gestita,in maniera autono-ma, da ciascuna delle 20 regioni e delleProvince di Trento e Bolzano. Di fatto,non vi è uniformità neppure nell' applica-zione dei cosiddetti livelli essenziali diassistenza, i Lea, che subiscono differen-

ze erogative di non poco conto da regio-ne a regione, senza conoscere il risultatodel monitoraggio che ha fatto o dovrebbefare il ministero della Salute proprio inmerito all' applicazione dei Lea.Era noto -ed è noto- che il servizio sani-

tario nazionale era organizzato con strut-ture pubbliche e private, i cosiddetti ero-gatori, ed era anche noto che l' accredita-mento delle strutture che operavano inesso doveva determinare, nella erogazio-ne delle prestazioni, una situazioneoggettivamente paritaria e di “virtuosacompetizione” tra pubblico e privato insanità.Ma la prevalenza di ispirazioni politico-

In trent’anni di ServizioSanitario Nazionaleforse meritavamo di più

CELEBRAZIONI ALL’ITALIANA

di Raffaele Bernardinidirettore Notiziario Cimop

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ideologiche nelle varie regioni e le diffe-renze di governo politico hanno fatto sìche la situazione paritaria tra pubblico eprivato nel Ssn abbia subito, nel tempo,deterioramenti ed altrettante differenzeda regione a regione. E quando si è parla-to e si parla di riduzioni o meglio di“tagli” di posti-letto, in parecchie regionisi pensa che questi “tagli” debbano, inprimis, riguardare l' ospedalità privata,seppure debitamente accreditata edanche se in parecchi casi l' erogazionedell' assistenza sanitaria da parte dellestrutture private risulta superiore, inqualità e comfort ambientale, a quelladelle strutture pubbliche. Ma, di fatto, il rapporto pubblico-privatosi è incrinato, si è deteriorato, pur se unaqual certa responsabilità potrebbe essereascritta su quelle gestioni private, chenon hanno voluto o saputo innovarenella qualità dei servizi e delle prestazio-ni e neppure in un assetto più organico ecorretto dei rapporti di lavoro, soprattut-to col personale medico, che costituisce la“linfa vitale” dell' attività sanitaria edospedaliera.Peraltro - e lo ha proclamato enfatica-

mente in varie occasioni il ministro dellaSalute, Livia Turco - il Ssn italiano è con-siderato al secondo posto tra i sistemi

sanitari presenti nel mondo dopo quellofrancese. Su questo si è prodotta una“esaltazione” del nostro sistema sanitarioche, fermi restando i principi di universa-lità e di uguaglianza, appare, nei fatti,eccessiva e da ridimensionare. Nonvogliamo -beninteso- sottovalutare labontà e la qualità del Ssn, ma non possia-mo non sottolineare e denunciare carenzeche in diversi casi lo affliggono e che nonsono state eliminate.Bisogna andare soprattutto nelle grandi

città italiane per “toccare con mano”carenze organizzative e gestionali, chetalvolta aumentano perfino il rischiodella “mal practice e delle infezioni ospe-daliere. Per non parlare delle liste di atte-sa, che influiscono pesantemente sullapossibilità di avere tempi brevi per finidiagnostici e terapeutici.

E dunque le delusioni dei cittadini edegli stessi operatori sanitari nel Ssnovvero nei tanti servizi sanitari regionalicrescono, anche se alcune regioni, consi-derate “virtuose”, presentano buonirisultati nella qualità ed efficacia erogati-va delle prestazioni sanitarie ed ospeda-liere. E comunque rimane invariato ildivario nella erogazione dei servizi e pre-stazioni, che si è sempre constatato, traNord, Centro e Sud, pur se questo diva-

rio appare più limitato proprio nell' areadelle strutture private.Intanto, alla vigilia dei 30 anni del Ssn,è

da ritenere che la CIMOP abbia il diritto-dovere di monitorare e seguire con atten-zione la situazione pubblico-privato nellevarie regioni e di rilevare come sia statoapplicato, nelle normative e nei fatti,l'accreditamento delle strutture e se siastato pragmaticamente completato.Ma va anche rilevata la esistente preca-

rietà del lavoro di molti medici,una pre-carietà che pare esistere sia nell' area pub-blica che in quella privata e sulla qualebisogna soffermarsi per tentare di porvi inecessari rimedi. E bisogna individuarecon precisione quali normative di leggerendano effettiva tale precarietà, mentreè ancora tutta da “scoprire” la situazionedella sicurezza sociale, definita“Welfare”, che presenta luci ed ombre,pur se le modifiche introdotte nell' accor-do governo-sindacati sono state, seppure“obtorto collo”, approvate dalla maggio-ranza dei lavoratori. E' in questa situazione, un po' confusa edincerta, che si inserisce il problema delrapporto di lavoro dei medici nelle suediverse caratterizzazioni contrattuali,sulle quali si appunta l' interesse e l' atti-vità della CIMOP.

L’ULTIMA PAROLA

Donne di Salute

Livia Turco e Rosy Bindi si sono alter-nate al ministero della Salute negli ulti-mi due governi di centrosinistra.Nella pagina di sinistra, il manifestodella campagna d’immagine delmini-stero realizzata da Oliviero Toscani,

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LA RECENSIONE

Fiocco rosa al Ministero della Salute.Il lieto evento è la nascita di unanewsletter per gli operatori del set-

tore. Averla realizzata è già una buonaidea, se riuscirà poi a mantenere ciò cheappare dalle premesse diventerà più cheuna buona idea. Da qualche mese Ministero della Salute eoperatori della sanità italiana e dell'infor-mazione si incontrano in una newsletter,rispondendo alle esigenze di una comu-nicazione che oggi vuole essere diretta esemplice, ma senza rinunciare alla com-pletezza. La necessità comunicativa“sempre più presente alle autorità sanita-rie di tutta Europa”, come l'ha definitaLivia Turco, nel nostro Paese ha prodottoun resoconto settimanale di alta qualitàche trae profitto dall'unione di concisionee compiutezza, prerogativa imprescindi-bile del buon giornalismo di servizio.Affacciatosi sul web lo scorso settembre,il settimanale è disponibile collegandosial sito www.settimanalesalute.it e regi-strandosi per poi riceverlo nella propriaposta elettronica.Le professionalità impegnate nella tuteladella salute dei cittadini hanno cosìcomodamente a disposizione un'ottimasintesi di iniziative, attività e dibattiti,svincolandosi dal dover setacciare il webper saperne di più.Strumento unico e prezioso dunque:unico perché costituisce una novitàrispetto all'offerta informativa in circola-

zione in materia di sanità, preziosa per-ché giova agli operatori del settore per lasua immediatezza e rapida consultazio-ne. “Un'attività di comunicazione che è illogico complemento di una linea politicache mette al centro la necessità di con-fronto e di collaborazione con tutte lecategorie coinvolte nella difficile operadel Servizio Sanitario Nazionale”. Conqueste parole la Turco ha presentato lameritevole iniziativa del Ministero dellaSalute, il quale si preoccupa di agevolaregli eventuali approfondimenti dell'utenteriservandogli, dove possibile, l'accessodiretto tramite link ai documenti comple-ti e ad altri materiali utili. È tale completezza nella sua essenzialitàa permettere il moltiplicarsi dei consensiper il nuovissimo servizio del Ministeroche a ragione può essere indicato comel'ufficiale newsletter della sanità italianae, in virtù della sua provenienza istituzio-

nale, non paventare competizioni.Realizzare quanto sia multiforme ilmondo della sanità e quanto onerosodelinearne i percorsi non è arduo compi-to per nessuno, si immagini per gli addet-ti ai lavori, i quali dati i presupposti,accostandosi al settimanale non potrannoche apprezzarlo e aderirvi.Cosa offre? Applicazioni di leggi, inter-venti del Ministero, congressi nazionalidelle associazioni di competenza, datiISTAT, progetti di ricerca e altro ancora:tutto in un continuo aggiornamento acura dell'Ufficio Stampa dell'istituzione,col quale non resta che complimentarsi.Un autorevole tassello nel mosaico del-l'informazione in materia di sanità, unaragguardevole opportunità informativa eformativa per gli operatori del settore.Elogi al giovane settimanale che omaggiail giornalismo fatto bene e che fa bene,perché è opinione condivisa che la veraprofessionalità è quella informata.

Professionalità aggiornataInformazione lodata

INIZIATIVE EDITORIALI

Dal Ministero della Salute una newsletter agilee completa per gli operatori del settore

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C.I.M.O.P.FEDERAZIONE REGIONALE......................................................................................

SCHEDA DI ADESIONE E DELEGA

Il Dott. .............................................................................................................................................

nato a................................................................................................il ............................................

Indirizzo: Località (c.a.p.)..................................................................................................................

Via ................................................................................................................n. ..............................

operante presso la Casa di Cura ......................................................................................................

sita in .......................................................................con qualifica.....................................................

Specializzazione in............................................................................................................................

in regime di lavoro dipendente

in regime di lavoro libero professionale coordinato e continuativo

ADERISCE ALLA CIMOP E AUTORIZZA

l’amministrazione ad effettuare sulla propria retribuzione una trattenuta mensile in favore della CIMOPstessa e nella misura che annualmente sarà comunicata. Il sottoscritto/a dichiara che la presente delega:

1) ha efficacia dal mese di firma in calce2) ha validità annuale3) si intende tacitamente rinnovata anno per anno4) potrà essere dallo stesso revocata entro il 31 ottobre, affinchè cessi agli effetti a partire dal 1 gen-naio dell’anno successivo, con comunicazione scritta inviata all’amministrazione della casa di cura edalla CIMOP.

IN FEDE

..........................................................(firma leggibile)

Data...........................................

Si prega di scrivere a macchina o in stampatello.

tempo pieno

tempo definito

part time a....................................ore

PER ADERIRE ALLA CIMOP

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