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Ks News Notiziario di salute e benessere Numero 1 - Marzo 2012 notiziario di salute e benessere La patologia lombare non si risolve da sola

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notiziario di salute e benessere

La patologia lombarenon si risolve da sola

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L’EDITORIALE. Riprendiamo la pubblicazione della rivista KS NEWS, dopo ben quattro anni di interruzione. Era dicembre 2006, nel settem-bre di quell’anno avevamo tenuto a Casalbore e lungo il Regio Trat-turo il nostro primo Congresso Internazionale, con grande successo di presenze.Riunimmo allora medici provenienti da Cipro, dalla Grecia, dalla Spa-gna e dalla Germania, oltre ad una folta presenza italiana.Il paese ci accolse con grande affetto, mettendoci a disposizione la sala consiliare, i migliori agriturismo, i ristoranti tipici.Tanto lavoro di coordinamento, ma anche tanta soddisfazione!Poi ci siamo avventurati nella realizzazione di un vecchio sogno: una sede tutta nostra per poter accorpare le varie attività. Questo ci ha portato via impegno ed energie per circa quattro anni.Ma ce l’abbiamo fatta!

dott.ssa Maria Antonietta Fusco

Dott. MARIO ASCOLESE

Laureatosi nell’ottobre dell’86 in medicina e chirurgia presso il 2° Policlinico dì Napoli discutendo la tesi: “Mega vesci-ca secondaria a cause funzionali nell’età evolutiva”, si è specializzato con lode in Chirurgia pediatrica nel 95 presentan-do la tesi: “Orientamenti attuali nel trattamento delle cisti spleniche”.Ha frequentato come interno dall’80 al 98, la divisione di Chirurgia Pediatrica del 2° Policlinico di Napoli diretta dal prof. G. Esposito occupandosi prevalentemente di urologia pediatrica, collaborando alla conduzione dell’ambulatorio di urodinamica pediatrica.Dall’86 ha prodotto e curato la documentazione iconografica didattico-scientifica del reparto, e dall’89 è stato edito-rial secretary della rivista internazionale: “The Italian Journal of Pediatric Surgical Sciences”, edita in lingua inglese.Nel 94 ha conseguito con lode, primo in Italia, il titolo di: Dottore di Ricerca in “Scienze Chirurgiche dell’Età Evolutiva” elaborando una tesi sulle “Resezioni Spleniche in Età Pediatrica” presso la cattedra di Chirurgia Pediatrica diretta dal prof. Ottolenghi dell’Università Degli Studi di Verona.Nel 95 è tra i soci fondatori della S.I.V.I. : Società Italiana di Video Chirurgia Pediatrica.E’ autore ad oggi di oltre cinquanta pubblicazioni scientifiche in Chirurgia Pediatrica edite su riviste nazionali ed internazionali.E’ coautore di due testi universitari di Chirurgia Pediatrica sul “Tumore di Wilms” e sulle “Masse Mediastiniche in Età Pediatrica” e dell’atlante di laparoscopia: “Atlas of pediatric laparoscopy” della Ciba-Geigy edition.E’ autore di numerosi Videotape presentati a congressi di Chirurgia Pediatrica e al Festival Filmed-S.F.C.P. di Amiens (Francia) nel 96.Ha partecipato come uditore, moderatore e relatore ai lavori di oltre cento eventi scientifici tra meeting, convegni e congressi di chirurgia pediatrica nazionali ed internazionali presentando numerosi Poster alcuni dei quali premiati e pubblicati.Ha frequentato con il massimo dei voti, dieci corsi superiori di: Urologia Pediatrica, Chirurgia Neonatale e Urodinamica.Nel novembre 2007 gli è stato conferito l’incarico di docente nel Corso di Formazione:”Approccio e approfondimento diagnostico e terapeutico in Chirurgia Pediatrica” organizzato dall’ASL SA/2 che si è tenuto nell’Aula Scozia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona di Salerno.Dal dicembre 94 è dirigente di 1° livello della Struttura Complessa di Chirurgia Pediatrica dell’A. O. U. San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona di Salerno.Nel gennaio 2010 gli è stato conferito l’incarico di responsabile della Struttura Semplice: “DaySurgery” nella Struttura complessa di Chirurgia Pediatrica.E’ presidente diocesano dell’A.M.C.I.(Associazione Medici Cattolici Italiani) e membro della Consulta per la Pastorale Sanitaria della diocesi di Nocera Inf.-Sarno.E’ vicepresidente del “Centro Studi Schola Medica Salernitana” di medicina integrata.E’ membro della segreteria scientifica e coautore del primo corso: “ARGOMENTI DI BIOETICA“ organizzato nel 2011 dall’Ordine dei medici e odontoiatri della provincia di Salerno. Ha organizzato numerosi convegni, corsi ed eventi didattico-scientifici d’interesse nazionale su tematiche scientifiche - Bioetiche.

Ks newsPeriodico di informazione scientifica

Edito da Ks Group83013 MERCOGLIANO (AV) via Ammiraglio Biancotel 0825 781515fax 0825 786238

20132 MILANOvia Azzo Carbonera, 8

Registrazione presso Tribunale di AvellinoIn attesa di autorizzazioneAnno I - N° 1

Direttore responsabileGianni Colucci

Grafica, impaginazione e stampa Visualizza sncStampato in Avellino 03/2012

I NostrI specIalIstI. L’obbiettivo è costituire un ampio e qualificato comitato scientifico che lavori con noi al progetto di sviluppo delle tecnologie, delle sperimentazioni, delle applicazioni mediche. Cominciamo da questo numero la pubblicazione delle biografie dei prestigiosi esperti che ne faranno parte.

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Gli anni della crescita

Sono stati anni di risultati decisivi. Di consolidamento delle nostre posizioni, soprattutto di acquisizione di cer-tezze. Il nostro gruppo sta mostrando a pieno le proprie potenzialità. I riconoscimenti internazionali, gli accordi anche nei Paesi emergenti, come la Cina, l’approfondi-mento del dipartimento ricerche e l’ampliamento del settore commerciale, sono alcuni elementi significativi che danno la misura dell’impegno del nostro staff.La nostra azienda è impegnata nella continua ricerca scientifica, e si è affermata nel mondo per il metodo KS con brevetto negli USA e prodotti derivati sono regi-strati presso il Ministero Italiano della Sanità quali dispo-sitivi medici.

La KS International Group – guidata dal dr. Mario Ambrosone dell’Università Bicocca di Milano – sta registrando un’affermazione crescente in tutta Italia del proprio Metodo Ks che, nella ricerca scientifica, ha rivoluzionato l’approccio diagnostico e terapeutico in ortopedia e fisiatria, con l’utilizzo di appositi plantari di stimolazione neuro-muscolare quali dispositivi medici registrati presso il Ministero della Sanità. Il Metodo Ks è stato ideato vent’anni fa dalla dott.ssa Maria Anto-

nietta Fusco ed è garantito da due brevetti americani di metodologia clinica sicura e comprovata. Il Metodo Ks garantisce significativi benefici alla postura e ai proble-mi collegati al mal di schiena, e contribuisce a stabilire una buona circolazione venosa periferica fondamentale per il benessere quotidiano.

Tra i riconoscimenti più significativi, il Primo Premio Balena Bianca svoltosi a Saint Vincent in Val d’Aosta. è stato il ministro Gianfranco Rotondi a consegnare l’am-bita targa alla dott.ssa Eleonora Ambrosone, intervenuta con i fratelli Mario e Marco. L’evento valdostano premia giornalisti di testate nazionali e le eccellenze della ricer-ca scientifica e del made in Italy. La motivazione della Commissione giudicante che ha premiato la KS nel set-tore medico-scientifico è stata “per aver saputo creare e far crescere un’azienda giovane e dinamica, che nata da una intuizione clinica e fondata sulla ricerca scienti-fica continua, ha rivoluzionato l’approccio diagnostico e terapeutico in ortopedia, ottenendo approvazioni e riconoscimenti internazionali”. Il Premio Giornalistico Nazionale Balena Bianca – con l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e con il Patrocinio della

Presidenza del Consiglio dei Ministri – nasce da un’idea di Gianfranco Rotondi, già ministro per l’Attuazione del Programma di Governo ed ha riunito, in una tre giorni di dibattiti e approfondimenti culturali, un folto parter-re di ministri, giornalisti e personaggi dell’imprenditoria italiana.

Ma non sono mancate altre occasioni importanti come quello ottenuto in occasione del Gran Galà del Made in Italy per i 150 anni dell’Unità d’Italia alla Caserma “Pio IX” Castro Pretorio in Roma, con la consegnata una targa istituzionale del Comune di Roma alla KS Interna-tional Group da parte di Alessandro Vannini, Presiden-te della Commissione Turismo e Moda del Comune di Roma. L’evento, patrocinato anche da Ministero della Difesa, Stato Maggiore Esercito, Regione Lazio, Provin-cia di Roma, AltaRoma, rientra nell’ambito dello storico Premio Margutta, nato per la valorizzazione delle arti, della cultura e dell’imprenditoria italiana. Importanti ri-conoscimenti, quindi, anche al mondo della moda con Alviero Martini, del giornalismo con Monica Maggioni, dello spettacolo con Marisa Laurito, dell’arte con Angelo Bucarelli.

Ma ancora prima era stato possibile portare le nostre sperimentazioni all’estero, ae esempio all’ International Congress of the Medical Women’s In-ternational Association al Keio Plaza Hotel di Tokyo in Giappone. Un appun-tamento che risale a qualche anno fa e che ha fatto da apripista ad un’altra intesa che è stata avviata nei mesi passati con una prestigiosa università cinese di Jiamusi.

Sono stati anni di innovazione e ricerca che abbiamo portato all’attenzione con il Congresso nazionale Ks, “la medicina dello sport verso i nuovi approdi”. In quell’occasione, lo scorso anno, la stimolazione neuro-sensoriale plantare è stata interpretta nelle dimensione che le compete. Il IX Congresso Nazionale Ks svoltosi all’Albergo Heaven di Mercogliano ha consentito di iscu-tere dlele tematiche relativ alla medicina dello Sport con le introduzioni del professor Mario Lipoma preside Fa-coltà di Scienze Motorie dell’Università Kore di Enna, del prof. Angelo Sberna fondatore del Comitato regionale siciliano per le medicine integrate e del professor Alfon-so De Nicola, direttore medico del Calcio Napoli.

Numerosi e interessanti gli interventi, tra cui quello di Gianpaolo Palumbo dell’Associazione medico sportiva Dilettantistica che ha relazionato su «Uomo per neces-sità, movimento come spinta evolutiva», sottolineando che «l’uomo si è dovuto evolvere per la sopravvivenza, da gatto quadrupede si è elevato su due soli arti, ha sviluppato la mano per procurarsi il cibo, e poi il piede per correre e allontanarsi dalle insidie, fino a che anche il cervello acquisì specificità assoluta e capacità di valuta-

zione dei pericoli e dell’ambiente circostante».Di altra natura l’intervento di Lucia Chiarioni, psicotera-peuta e psicotraumatologa di Milano, che ha evidenzia-to le tecniche prodotte da studi psicologici e neurofisio-logici applicate allo sport per migliorare le performance degli atleti aiutandoli sia nella fase riabilitativa, a seguito di infortuni, e sia a destrutturare la paura che ciò possa riaccadere e recuperare lo stato di flow che è l’ottimizza-zione della performance.

La professoressa Maria Antonietta Fusco, ideatrice del Metodo Ks e anima del congresso, dal palco traeva le conclusioni: «Una valida conferma che la stimolazione neuro-sensoriale plantare è oggi vista e considerata nelle giusta dimensione che le compete. Dopo anni di sperimentazione in laboratorio è entrata a pieno titolo nella pratica clinica. Sempre più medici in Italia si sono convinti della bontà di questo approccio brevettato e convalidato da studi in doppio cieco. Nella prima gior-nata si era iscusso di medicina vascolare, medicina del lavoro e medicina riabilitativa. Otto sessioni di lavori to-tali fino a domenica con 24 crediti formativi per medici e fisioterapisti. «Ventuno specialisti si confronteranno

su interessanti argomenti: nuove strategie chirurgiche, trattamento delle flebopatie, insufficienza venosa cro-nica, termalismo per la prevenzione di reumoartropatie e altri – spiega il dottor Mario Ambrosone, membro di Ks International Group e attualmente medico presso l’Azienda Ospedaliera San Gerardo di Monza - Il Congresso Ks, questa volta, ha un significato parti-

Il Metodo Ks garantisce significativi benefici alla postura e ai problemi collegati al mal di schiena, e contribuisce a stabilire una buona circolazione venosa periferica fondamentale per il benessere quotidiano.

Il progetto alla luce delle innovazioni, dell’ampliamento dei mercati, delle nuove acquisizioni scientifiche e metodologiche.

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LA STORIA

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colare perché giunge a coronamento di un anno per noi intensissimo, pieno di novità e soddisfazioni per la nostra equipe, a cominciare dal secondo brevetto inter-nazionale per invenzione di metodologia clinica conse-guito a gennaio negli Stati Uniti dalla dottoressa Maria Antonietta Fusco». Presidenti alle tre sessioni Giovanni Battista Agus, direttore dell’Istituto di Chirurgia Vascolare e Angiologia Milano, il dottor Massimo Agresti, professo-re ordinario di Chirurgia Napoli, il dottor Nicola Cannolo, direttore scuola di specializzazione Medicina del lavoro Università SUN Napoli e infine il dottor Gianpaolo Ron-coni Dirigente medico Medicina Fisica e Riabilitazione (UOC) Policlinico Gemelli Roma.Ma c’è stata anche una particolare attenzione su nuovi aspetti a cui si sta allargando la riflessione di Ks. Come il settore della pediatria. Nella giornata Pediatrica “Pro-blematiche dell’età evolutiva” presso l’albergo Hea-ven di Mercogliano, organizzata da Università Popolare di Avellino, con i patrocini di CNUPI Confederazione Na-zionale Università Popolari Italiane e Centro Studi Scuola Medica Salernitana, in collaborazione con Ks Internatio-nal Group.

L’incontro, che ha visto la folta partecipazione di pedia-tri e medici operanti nel settore provenienti dall’intera regione, è stato coordinato dai prof. Mario Ascolese di Salerno e Luigi Amodio di Napoli. Sono state trattate le problematiche ricorrenti in età pe-diatrica e loro possibili soluzioni: dismorfismi e obesità, la malattia ipocinetica, il piattismo che coinvolge circa il 30% dei bambini. “Non è necessario ricorrere sempre e solamente a sofisticata diagnostica strumentale – ha spiegato il dr. Luciano Curto, pediatra avellinese che ha relazionato sullo sviluppo psico-motorio nell’infanzia – quanto invece ad un’attenta ed empatica osservazione del bambino e della sua famiglia, poichè quest’ultima analisi consente di formulare una diagnosi di benessere psico-fisico del paziente in età evolutiva”. Il dr. Luigi Amodio, primario pediatra emerito dell’Ospe-dale Santobono di Napoli, considera la malattia ipoci-netica come la malattia del secolo “poiché dovuta al-l’assenza di movimento. Oggi tutto si fa in auto, seduti davanti a una scrivania o ad un computer, i bambini dal canto loro passano ore con la play-station o con la tv, fanno pochissima attività fisica, non esiste quasi più gio-care nel cortile di casa. Ciò comporta la inevitabile ma-lattia ipocinetica e tutti le pericolose conseguenze che ne derivano, quali scoliosi, lordosi, cifosi, piattismo dei piedi. Bisogna, pertanto, prevenirle per evitare notevoli disturbi in età adulta, come lombo-sciatalgie, cervico-

brachealgie, disturbi del camminamento e altri”. Come si vede campi di intervento estremamente vari a testimonianza della capacità di Ks di lavorare su più tematiche in una visione multidisciplinare e a astretto contatto con centri specialistici nazionali e internazio-nali.

La stimolazione neuro-sensoriale plantare è oggi vista e considerata nelle giusta dimensione che le compete. Dopo anni di sperimentazione in laboratorio è entrata a pieno titolo nella pratica clinica.

KS ha corso con Pasquale Brandi la Thames ring di Londra

è stata un’avventura quella partita il 22 giugno dell’anno scorso da Londra. L’affascinante gara trail-running di 420 km sulle rive del Tamigi, ha avuto come protagonista un uomo e la sua forza di volontà ma anche le tecnologie KS. Con il binomio vincente KS-BRANDI si è costruito un progetto vincente che è stato protagonista di questa super-maratona.

Infatti, lo straordinario atleta potentino Pasquale Brandi ha adottato, anche nella sua performance londinese il Metodo KS che gli ha consentito, dal 2004 ad oggi, di vincere competizioni uniche per caratteristiche geogra-fiche e di percorso, in situazioni estreme, dove resistenza fisica e qualità tecnica nella preparazione sono stati ele-menti indispensabili per conseguire i grandi risultati a cui Brandi ci ha abituato. Sempre fortemente determinato, e grazie all’utilizzo del Metodo KS, Brandi ha raggiunto numerose mete di prestigio in ambito mondiale; uno per tutti la straordinaria vittoria del 2006 nella 555+, ma-

ratona di 609 km svoltasi nel deserto dei deserti, il Te-nerè del Niger, conclusa dal potentino in cinque giorni e mezzo distaccando di ben 12 ore il francese secondo classificato. Comfort e prestazioni, analisi del percorso e reazioni fisiche, sono ala base delle sperimentazioni che questo atleta ha consentito ala KS. Le osservazioni scien-tifiche che fanno seguito ad ogni performance di Brani consentono di intervenire sui materiali e le tecnologie complessive messe a punto.

La KS International Group, che è anche main sponsor dell’atleta lucano, è impegnata da sempre a sostenere col proprio metodo e la continua ricerca scientifica le at-tività sportive ai più alti livelli agonistici; proficue le colla-borazioni instaurate tra KS e la Federazione Italiana Sport Invernali, la Nazionale Italiana di Pallamano, il Mantova e il Catania Calcio, la squadra femminile del Rugby Monza, la Polisportiva Gragnano femminile.

IL PERSONAGGIO

Sul Tamigi a caccia di emozioni, si sperimentano nuove soluzioni tecniche durante le performance dell’atleta specialista delle competizioni estreme

Pasquale Brandi e Eleonora Ambrosone, amministratore KS International Group

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Osteoporosi,malattia sociale

IntroduzioneUn incontro multidisciplinare di studio sulle cause e le problematiche dell’osso con un focus scientifico sul-l’Osteoporosi, patologia, sindrome non più solo della donna. Si è svolto a Mercogliano a fine marzo in colla-borazione con l’università popolare della terza età. L’osteoporosi è una malattia sistemica dell’apparato scheletrico caratterizzata da una bassa densità minerale ossea e da un deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo. Si presenta, in modo più o meno gra-ve, in tutta la popolazione oltre i 60 anni di età. Le ossa diventano quindi più fragili e sono esposte ad un mag-gior rischio di frattura per traumi anche minimi.

Le fratture costituiscono l’evento clinico più rilevante

dell’osteoporosi, ed interessano con maggiore frequen-za il polso, le vertebre ed il femore.

Nel caso di fratture di femore il ricovero in ospedale è indispensabile e nella maggior parte dei casi è neces-sario l’intervento chirurgico con posizionamento di una protesi articolare. I dati epidemiologici dimostrano che solo il 50% dei pazienti rimane autosufficiente dopo una frattura di femore e che la qualità di vita successiva vie-ne comunque notevolmente compromessa.

Le conseguenze delle fratture vertebrali sono meno drammatiche ma, specie se le vertebre fratturate sono due o più, ne può derivare dolore continuo alla schiena, riduzione della mobilità, cifosi (incurvamento in avanti della colonna vertebrale), aumento del rischi di cadute,

Non è più una patologia della sola donna in menopausa ma una problematica, anche maschile, sempre più presente in una popolazione che invecchia

e di ulteriori fratture, perdita di equilibrio, riduzione della statura difficoltà respiratorie, perdita di peso, dolore cro-nico al rachide, dipendenza dagli analgesici.

La rilevanza dell’osteoporosi deriva anche dalla sua dif-fusione: l’incremento della vita media che ha caratte-rizzato gli ultimi decenni ha fatto salire il numero degli individui a rischio di osteoporosi e quindi di frattura, e la tendenza appare inesorabilmente in aumento.

Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel 1990 si sono verificate circa 1.700.000 fratture di femore nel mondo; ne sono previste 6.300.000 per il 2050. Questi numeri impongono una sempre maggiore attenzione da parte delle organizzazioni sanitarie per identificare i soggetti a rischio, per studiare ed appron-tare terapie sempre più appropriate, ma rendono anche necessaria una attenta partecipazione individuale so-prattutto per quanto riguarda le attività di prevenzione.Come si diagnostica l’Osteoporosi.

L’Osteoporosi é una sindrome che colpisce prevalente-mente le donne in post-menopausa, intorno ai 50-55 anni di età, quando intervengono modifiche sia ormo-nali (calo degli estrogeni, riduzione della produzione di Vit D3, etc.), sia metaboliche sul bilancio del calcio, con conseguente perdita di massa ossea. La diagnostica si avvale della misurazione della quantità della massa os-sea con apparecchiature che ne determinano la densità: in base alle indicazioni dell’Oms, una persona che ha un valore fino a -1 è definita normale, è definita osteopeni-ca se il valore è compreso tra -1 e -2,5, è osteoporotica se il responso va da -2,5 in giù. Più il valore scende, più cresce il rischio di fratture. C’è anche un altro parametro da considerare e riguarda la qualità dell’osso, che viene ereditata geneticamente, ma che è anche condizionata dalle abitudini di attività fisica che il paziente svolge. In sostanza, la fragilità dello scheletro è in parte ereditaria e in parte maturata con l’andare degli anni: come altri organi, pure le ossa invecchiano e si degradano.Esistono numerose tecniche di diagnostica strumentale per la valutazione dell’Osteoporosi, la più completa e diffusa è la MOC ovvero la Densitometria Ossea Com-puterizzata che si avvale di una strumentazione radiolo-gica con raggi X che permette di avere una valutazione indiretta della densità ossea e di rapportarla con banche dati di riferimento. Tali banche dati si riferiscono a po-polazioni differenti, Usa, Europee, Asiatiche ed Africane. Altri sistemi di diagnostica strumentale si avvalgono di sistemi ad ultrasuoni con valutazione della densità del calcagno (Achilles*) e delle falangi delle dita della mano (Igea*).Insieme a questi esami strumentali sono sempre da eseguire esami ematochimici ed urinari di parametri del metabolismo osseo e dei suoi ormoni regolatori con cadenza annuale. (Calcemia, Calciuria, Fosfatasi alcalina, VitD3, PTH).

Mario Ambrosone, Marco BigoniUniversità Bicocca di Milano

FOCUS

L’Università popolare di avellino, Ente attivo da anni nel promuo-vere e sviluppare progetti formativi e informativi in ambito della sa-lute personale, in collaborazione con la Ks sientific Factory e la Ks International Group, ha promosso la giornata di studio . L’evento è stato organizzato per la divulgazione di corrette informazioni e indicazioni per il miglioramento dello stato di salute e di benessere della popolazione.La dottoressa Fusco direttrice scientifica del dipartimento di Medi-cina della Upa è come sempre la promotrice di eventi socioculturali che animano lo scambio scientifico tra addetti ai lavori e promuo-vono la sensibilità al benessere e alla prevenzione nella popolazio-ne di Avellino. Secondo la definizione dell’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Osteoporosi è una malattia che colpisce lo scheletro e che è caratterizzata da una riduzione della massa ossea e da alterazioni qualitative della sua struttura. Di conseguenza, le ossa diventano fragili e più esposte al rischio di fratture. Ci riferisce la dott.ssa Fusco che ormai la problematica dell’Osteo-porosi non è più una patologia della sola donna in menopausa ma una problematica, anche maschile, sempre più presente in una po-polazione che invecchia senza una adeguata opera di prevenzione e di comunicazione sociale verso uno stato di benessere della terza e della quarta età. A tale scopo la giornata di studio è stata organiz-zata con la presenza di esperti e studiosi di chiara fama sia nazionale che internazionale, è aperta al pubblico, con la partecipazione di as-sociazioni femminili ben radicate sul territorio. Presenti rappresen-tanze della Sanità Pubblica e del mondo Politico, dato l’alto costo sociale di tale patologia.

UN EVENTO PER RIFLETTERE

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I quattro fattori essenziali per mantenere le ossa sane per tutta la vita sono:- adeguato apporto di calcio- adeguato apporto di vitamina D- esercizio fisico regolare,- corretta postura.

La quantità di calcio necessaria per stare in buona salute cambia nel corso dell’esistenza. Il latte e i derivati sono importanti fonti di calcio, ma non sono le uniche. Le mandorle, i broccoli, gli spinaci, i cavoli cotti, il sal-mone in scatola (con lisca), le sardine ed i prodotti derivati dalla soia, come il tofu, sono tutti ricchi di calcio. Per la salute delle ossa, un adeguato apporto di vitamina D è altrettanto importan-te di una giusta quantità di calcio. La vitamina D viene prodotta abitualmente con l’esposizione al sole, ma questa modalità per le singole abitudini di vita è sempre meno adeguata. I ricercato-ri consigliano quale dose giornaliera ottimale di vitamina D, un dosaggio giornaliero di 2.000 Unità Internazionali (UI), superato l’anno di età. La vitamina D è inoltre presente nel pesce grasso, ad esempio nel tonno e nelle sardine, e nel tuorlo d’uovo, però con ogni probabilità non consumate questi alimenti tutti i giorni. Gli integratori di vitamina D o di calcio e vitamina D rappresenta-no una buona alternativa.

LE qUATTRO REGOLE KS

L’esercizio fisico può aiutare a costruire ossa più forti e a rallentare il pro-cesso che porta all’osteoporosi. L’attività fisica fa sempre bene alle ossa, indipendentemente da quando si inizia, però si ottengono i benefici maggiori se iniziate a fare attività regolarmente da giovani e continuate per tutta la vita. È consigliabile affiancare gli esercizi per la forza a quelli per la resistenza. Gli esercizi per la forza vi aiutano a rafforzare i muscoli e le ossa delle braccia e della parte alta della schiena, mentre quelli per la resistenza (camminare, fare jogging, correre, fare le scale, saltare la cor-da, sciare o praticare sport a impatto globale) coinvolgono soprattutto le ossa delle gambe, il femore e la parte bassa della schiena. Nuotare, andare in bicicletta e allenarsi sulle macchine, ad esempio sulle ellittiche, possono rappresentare un buon allenamento cardiovascolare, ma questi esercizi sono a basso impatto, e quindi non sono efficaci per migliorare la salute delle ossa come quelli di resistenza. Una corretta postura intesa come posizione da assumere sul posto di lavoro o come adeguata valu-tazione dell’equilibrio posturale globale é un presupposto indispensabile per la stabilizzazione meccanica dell’osteoporosi vertebrale, e per preve-nire i danni da osteoporosi.Infatti uno scorretto equilibrio posturale crea un effetto domino nello sviluppare alterazioni del carico assiale sulle strutture interessate dal-la riduzione di massa ossea conseguente all’osteoporosi, creando una maggiore incidenza di fratture osteoporotiche.

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CONtENUtO DI CALCIO DEGLI ALIMENtI (mg ogni 100 gr.)GrANA 1310 PAStA ALL’UOvO 22PECOrINO 1160 BISCOttI 22FONtINA 870 PAStA 17CACIOCAvALLO 860 PANE 15 CACIOttA 750 rISO 6GOrGONzOLA 612 BEL PAESE 604StrACChINO 565 ArANCE 49FOrMAGGINI 430 MANDArANCI 32MOzzArELLA 403 POMPELMI 27rICOttA 275 ALBICOCChE 16YOGUrt - LAttE 120 MELE - PErE 5MASCArPONE 68 tUOrLO 147INtErE 50 POLIPO 144rOMBO 38 tONNO 38 SPINACI 100SArDE 150 FAGIOLI 100MErLUzzO 25 BIEtOLE 110SPIGOLA 20 INDIvIA 104trOtA 14 FINOCChIO 100OrAtA 12 CAvOLI 179PALOMBO 3 LENtICChIE 79SEMI DI SOIA 226 POMIDOrO 10MOrtADELLA 39 tACChINO 23SALUMI 20 NOCCIOLE 250CONIGLIO 15 MANDOrLE 234

Pronto un nuovo corso sulla Mesoterapia

La Mesoterapia è una tecnica semplice e, nel contempo rivoluzionaria: riesce a ottenere dei risultati eccezionali nella risoluzione di alcune patologie, nelle quali il trat-tamento per via generale non fa raggiungere, in nessun altro modo, tale obiettivo. Ma, perché ciò si verifichi, è indispensabile porre una diagnosi corretta e preci-sa, senza la quale è impossibile impostare un rigoroso protocollo mesoterapico, che, integrandosi con altre strategie terapeutiche, permette di ottenere un miglio-ramento strutturale dello stato di salute del paziente, anche per disturbi che lo affliggono da molti anni. Le patologie della colonna, quali cervicalgia, lombalgia, ce-falee ed emicranie, le patologie tendinee, tutte possono trovare una soluzione con un corretto protocollo meso-terapico, andando, in tal modo, a modificare concreta-mente la qualità della vita del paziente. Il Corso di Mesoterapia fornisce sia le nozioni tecniche che permettono di appropriarsi pienamente di tale tec-nica, sia le procedure diagnostiche, espresse in maniera

prIma GIorNataDefinizioneCenni storiciLa mesoterapia secondo Michel Pistor Perché la mesoterapiaMeccanismo d’azione della mesoterapia Lo strumentario della mesoterapia Farmaci allopatici in mesoterapiaFarmaci omeopatici in mesoterapiatipi di mesoterapiaMesoterapia a distanza-riflessoterapia:meridiani e punti dell’agopunturaIndicazioni della mesoterapia

secoNDa GIorNataCervicalgie DorsalgieLombalgievalutazioni posturali nelle patologie vertebraliProtocolli terapeutici che si integrano con la mesoterapia nelle patologie vertebrali

terza GIorNataPeriartrite scapolo-omeraleEpicondiliteEpitrocleite Malattia di De Quervain Malattia di Dupuytren Borsite retro-olecranica Sindrome cubitaleSindrome del tunnel carpaleSindrome di Guyon Protocolli terapeutici che si integrano con la

Si presenta, in modo più o meno grave, in tutta la popolazione oltre i 60 anni di età. Le ossa diventano quindi più fragili e sono esposte ad un maggior rischio di frattura per traumi anche minimi.

precisa e rigorosa, sulla scorta delle quali applicare dei protocolli terapeutici realmente efficaci e sicuri. Si arri-verà, in tal modo, ad una padronanza diagnostica e te-rapeutica che permetteranno di gestire un’attività am-bulatoriale che darà certezza e fiducia ai pazienti, i quali saranno i più importanti strumenti di affermazione pro-fessionale del medico. Il Corso di Mesoterapia che avvieremo è il frutto di anni di esperienza teorica e pratica e, pertanto, comprende una parte teorica, rigorosa e scientifica, ed una parte pratica, da eseguire presso il Centro Medico “la Salute, in modo da acquisire tutte le conoscenze utili per esse-re subito operativi, ed avere un riscontro concreto nel mondo del lavoro. La mesoterapia è una tecnica il cui uso spazia dalla te-rapia del dolore, alla traumatologia sportiva, fino all’im-piego in reumatologia ed in medicina estetica, per cui è veramente uno strumento indispensabile nella prativa medica ambulatoriale.

mesoterapia nelle patologie degli arti superioriCoxartrosi PubalgiaFibromialgia del tensore della fascia lataSindrome della bandelletta ileo-tibialeGonartrosiDistorsione del ginocchioCisti di Bakertendinite dell’infrarotuleo Borsite prerotulea Aspetti posturali nelle patologie del bacinoProtocolli terapeutici che si integrano con la mesoterapia nelle patologie del bacino.

QUarta GIorNatatendinite del tibiale posterioretendinite dei peronieri tendinite dell’achilleoDistorsione della cavigliaSindrome del seno del tarsoFascite plantareAlterazioni dell’appoggio plantare e loro effetto posturaleLesioni muscolariMesoterapia in angiologia: raynaud, arteriopatia obliterante arti inferiori, vasculopatie cerebrali, piaghe da decubito, insufficienza venosa arti inferiori, flebolinfedemi, ulcere flebostatiche, flebiti superficialiMesoterapia in dermatologia: cisti, psoriasi, cheloidi, alopecia, smagliature e rugheMesoterapia della cellulite tesi Finale

CORSO DI MESOTERAPIA - PROGRAMMA

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Metodo KS. I commenti degli specialistiC’è chi ha provato su se stesso l’efficacia del metodo, per poi consigliarla i propri pazienti. C’è chi ha sviluppato un approccio nuovo alla propria branca specialistica (i dentisti innanzitutto), c’è chi si entusiasma per i riscontri che ha presso i propri pazienti che hanno avuto un netto miglioramento in qualità della vita. In un qualsiasi mee-ting Ks si raccolgono pareri entusiastici tra gli addetti ai lavori. La Ks international Group ha organizzato presso la sede di Mercogliano sabato 31 marzo 2012 la prima giornata di studio Ks sull’ osteoporosi. E nel corso dei la-vori su l’”Inquadramento Teorico-Pratico delle patologie funzionali dell’apparato locomotore”, un giro di orizzonte tra gli specialisti presenti, ha consentito di tastare il pol-so dei primi collaboratori del Gruppo, gli specialisti che applicano tecniche, metodologie KS ogni giorno nei loro studi professionali. Il dottor Angelo Papale ortopedico presso l’ospedale di Maddaloni (Caserta) si dice molto soddisfatto di aver partecipato alla giornata di studio: “Non è la prima volta che partecipo a queste sessioni di studio. Queste nuove metodologie continuano ad affascinarmi, trovo l’ap-proccio di studio molto concreto per poter cercare di ri-solvere i tanti problemi che la materia ci pone davanti. Consiglio vivamente altri colleghi di partecipare a questi incontri. Sviluppiamo un nuovo approccio a problemi medico scientifici tradizionali in una prospettiva total-mente innovativa, direi rivoluzionaria. In sostanza si trovano spunti di riflessione inediti che poi esportiamo nella nostra pratica quotidiana con piena soddisfazione dei pazienti”.

Anche il dottor Giuseppe Cassano di Bari, agopunturi-sta, si mostra soddisfatto delle nuove opportunità che le tecniche della Ks : “Devo dire che anche tra i miei pazienti riscontro grandi margini di miglioramento con il plantare della dottoressa Fusco. C’è una proficua collaborazione anche nel mio campo. Si tratta di sviluppare una forte empatia con il paziente, bisogna prevenire le ansie che attanagliano i pazienti afflitti dalle diverse patologie. Ogni volta in questi meeting si apprendono utilissime informazioni per la risoluzione ed la prevenzione delle problematiche presentate dai pazienti. Si trovano inter-connessioni tra discipline diverse che hanno molti punti i contatto in realtà. Una grande opera di formazione e spe-rimentazione che risulta estremamente utile”.La dottoressa Angelica Tauro di Cassano di Murgia, in provincia di Bari, fisioterapista, essa stessa ha potuto spe-rimentare questa nuova tecnica su di se. “Positivissima la mia esperienza con KS, che mi consentito di risolvere al-cune problematiche di cui soffrivo, l’ho anche consigliata ai miei pazienti. Ma devo dire che ho avuto io stessa di po-terli sperimentare con ottimi risultati. I plantari KS sono magnifici. Come prima cosa c’è la ricerca scientifica alla base di questi materiali e tanto lavoro sul campo. Ma ri-peto c’è grande riscontro tra le gente in modo particolare i bambini che l’utilizzano tantissimo riuscendo a risolvere i problemi posturali avendo una corretta elasticità fascia-le”. Anche il dottore Giovanni Camara dentista presente a questa giornata studio considera fondamentale lo stu-dio scientifico della dottoressa Fusco: “Questo metodo da molti anni è molto conosciuto, ed ha un grande valore scientifico. Questa tematica interessa anche la mia bran-ca medica, proprio per l’acquisizione di elementi forma-tivi in materia di medicina di prevenzione. Poi credo che questo progetto tutto irpino possa essere una strada per valorizzare quelle che sono le tante eccellenze che noi ab-biamo su questo territorio”.

Antonio Vistocco

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La patologia lombare non si risolve da sola

La patologia lombare cronica è una patologia tra le più frequenti nella pratica ambulatoriale del medico di medicina generale e degli specialisti dell’apparato locomotore, nonché una delle patologie più diffuse nella società contemporanea. Si calcola che nel mondo occidentale soffrano di pa-tologie lombari tra il 60% e l’80% della popolazione. Sebbene ci sia la comune opinione che il 90% delle lombalgie si risolvano spontaneamente è in realtà vero il contrario se parliamo di pazienti lombalgici che hanno chiesto una visita medica per questo pro-blema.Il motivo per il quale non si riescono ancora a trattare con successo le patologie croniche lombari è per-ché evidentemente non se ne è ancora pienamente compreso il meccanismo eziopatogenetico.

Nonostante ci siano stati molteplici studi clinici sul trattamento della patologia cronica lombare, il tratta-mento preferenziale rimane ancora controverso.Sebbene a nostra conoscenza non ci siano studi che valutino l’efficacia clinica della stimolazione plantare, la letteratura si è abbondantemente spesa nella de-scrizione della stimolazione plantare come opzione terapeutica nel trattamento della lombalgia e sono molti gli autori che hanno parlato di stimolazione plantare sostenendo che la superficie del piede va trattata tramite stimolazioni sensoriali. Tra gli autori che hanno fatto della stimolazione plantare parte integrante del loro approccio terapeutico c’è Vojta che descrive i punti grilletto come punti cutanei che se stimolati determinano una reazione clinica di tipo muscolare. Tra i vari punti grilletto Vojta ne descrive

Soffre di patologie lombari tra il 60% e l’80% della popolazione. Ecco quali sono gli effetti clinici della stimolazione ortesica plantare in pazienti con patologia lombare cronica meccanica.

LO STUDIO diMario Ambrosone, Marco BigoniUniversità Bicocca di MilanoGiovanni Sensi, Anna Borghero, Cristina BerettaOspedale di Vicenza A.ULSS n°6, nel Settore “Riabilitazione del TCE” dell’U.O. Unità Spinale/Unità Gravi CerebrolesioniOrzes Sante Unità Locale Socio Sanitaria n°2 di Feltre

alcuni sulla pianta del piede che se stimolati determi-nano una triplice reazione flessoria.Anche Lewit nel suo libro “terapia manipolativa nella riabilitazione dell’apparato locomotore” parla di “stro-kling” come terapia fatta di piccoli colpetti e strofina-menti della cute plantare per attivare il tono degli arti inferiori. Un altro autore è Ida Rolf che nel suo libro “Il rolfing” spiega che dei dieci trattamenti il primo deve essere fatto attraverso una stimolazione planta-re finalizzata all’attivazione dell’intero tono posturale. Therese Bertherat, allieva di F. Meziere, spiega che attraverso una stimolazione della superficie plantare con una pallina, si riesce ad ottenere una decontrattu-razione dei muscoli del piede e della gamba. Robert Maigne nel suo libro “Medicina Manuale” riferisce di curare alcuni mal di testa mettendo semplicemente un piccolo spessore nella scarpa del paziente. A questi vanno aggiunti autori francesi, Bricot, Ga-gey, Villeneuve, Budriol, che sposano quella corren-te di pensiero che va sotto il nome di posturologia, che sostiene che la stimolazione sensoriale del piede mediante impulsi di tipo proprioesterocettivo ha una

trico, sono abbattuti dalla contemporanea stimola-zione plantare. Gli autori dimostrano che i recettori plantari hanno funzione inibitoria nei confronti dei riflessi fasici dell’arto inferiore e che il riflesso risulta stabilizzato con il piede appoggiato per terra. Questo studi dimostrano che la stimolazione plantare stabi-lizza il riflesso fasico tibiale. Per valutare se erano solo i recettori plantari ad avere funzione modulatoria o se anche altri recettori erano coinvolti, viene pubblicato su Journal o Neurophisiolo-gy un lavoro nel quale i pazienti volontari asintomatici sono sottoposti a impulsi vibratori tra i 20 e gli 80 Hz. Somministrando l’impulso ai tendini del tibiale ante-riore e del tendine del peroniero breve, oppure som-ministrando l’impulso vibratorio sulla cute plantare podalica. Misurando l’angolo di caviglia lo spostamen-to del centro di gravità, il tilt corporeo l’attività EMG di tibiale e soleo, , gli autori concludono dicendo che anche l’afferenza sensoriale vibratoria induce modifi-cazioni nei parametri investigati in entrambe i casi, ma che a parità di stimolo la superficie cutanea plantare ha risposte molto più nette e marcate se paragonate

alle afferenze senso-riali tendinee.In un altro studio pubblicato, i ricerca-tori dimostrano l’im-portanza dei recet-tori cutanei plantari

mediante un esperimento tanto semplice quanto efficace. Lo studio consisteva di valutare tramite gait analisi il passo di un soggetto asintomatico, prima e dopo avere anestetizzato con del ghiaccio alcune zone della pianta del piede. Gli autori dimostrando la modificazione dei parametri investigati all’esame del passo dimostrano che la superficie sensoriale planta-re è importante per passo e postura.Allo stesso modo altri autori anestetizzano mediante compressione ischemica da laccio al livello della ca-viglia pazienti asintomatici e ne registrano una modi-ficazione posturale a carico dei muscoli dell’anca.In un altro studio sempre con gait analisis si valutano un gruppo di pazienti asintomatici mentre cammi-nano a piedi scalzi su una superficie liscia o acciden-tata. L’analisi strumentale dimostra che la stimolazio-ne recettoriale podalica da parte della stimolazione cutanea plantare induce una maggiore flessione di angoli di caviglia, ginocchio ed anca e che questo riflesso è da considerarsi protettivo. Sappiamo che il sistema posturale gioca un ruolo im-portante nella patogenesi della lombalgia. sembra quindi che ci sia sufficiente evidenza scientifica per poter ipotizzare che la stimolazione continuata del piede tramite ortesi propriocettiva possa avere effet-ti terapeutici nel trattamento della lombalgia cronica non specifica.

“è opinione comune che il 90% delle lombalgie si risolvano spontaneamente è in realtà vero il contrario se parliamo di pazienti lombalgici che hanno chiesto una visita medica per questo problema”

funzione terapeutica, talvolta eziologica (nelle sin-dromi da loro denominate “ascendenti”) nei confronti della patologia lombare di natura posturale. Non si può, a questo punto, non ricordare l’importan-za che la medicina orientale ha dato e dà al massag-gio del piede. E’ esperienza comune per coloro i quali hanno viaggiato nei paesi orientali, che il massaggio plantare è pare integrante della cultura cinese, giap-ponese, thailandese ed asiatica in generale. Autori australiani hanno addirittura descritto la riflessologia come branca a sé, fantasiosamente attribuendo alla pianta del piede una connessione diretta con la tera-pia di tutti gli organi interni.Comunque, oltre che i singoli autori, anche la ricer-ca di base dimostra che alla stimolazione plantare si hanno effetti lontani dal sito della stimolazione, esa-cerbati in via riflessa.Il primo studio pubblicato sull’attività riflessa del pie-de è stato condotto da ricercatori francesi e pubbli-cato su Neuroscienze nel 1988 . Questi autori hanno misurato la latenza del riflesso H in pazienti volontari. Dimostrano che i normali tempi di latenza venivano abbattuti se contemporaneamente si stimolava tattil-mente la superficie plantare. Questo studio metteva in evidenza una relazione tra attività recettoriale cutanea plantare e riflessi H, An-che questi autori confermano che i tempi di latenza della risposta del nervo tibiale ad un impulso elet-

LOMBALGIA _ parte 1

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I pazienti che indossano il plantare sanno che la sti-molazione plantare può influenzare le problematiche dolorose e posturali. Tutti i pazienti sono stati avvisati della probabilità dell’insorgenza di nuovi dolori du-rante le prime fasi della terapia fisica. Tutti i pazienti reclutati nello studio vengono esortati a camminare, a stare in piedi ed a fare attenzione alla postura.

caratteristiche del campione. Avendo corrisposto ai criteri di inclusione (Tab. 1) sono stati arruolati al nostro studio 65 pazienti.I pazienti selezionati secondo i criteri di eleggibilità sono stati poi suddivisi in due gruppi denominati gruppo A e gruppo B.

La randomizzazione di ciascun paziente è stata realiz-zata mediante il metodo delle buste chiuse.Verificata l’eleggibilità del paziente per l’inserimento dello studio, lo sperimentatore ha assegnato al pa-ziente un codice progressivo, e ha aperto la busta con il corrispondente codice nella quale era contenuta l’indicazione del trattamento assegnato al paziente, secondo la seguente modalità:

- GRUPPO DI CONTROLLO (plantare placebo)- GRUPPO SPERIMENTALE (plantare)

Ciascun medico sperimentatore non poteva in alcun modo prevedere, prima dell’apertura della busta, quale trattamento corrisponde a ciascuna busta. Le buste di randomizzazione sono state preparate in maniera centralizzata da personale diverso dai medi-ci sperimentatori, conformemente ad una lista di ran-domizzazione che è stata prodotta al computer prima dell’inizio della sperimentazione e conservata, datata e firmata, presso il centro di gestione dello studio. Gli sperimentatori non hanno mai avuto accesso a tale lista di randomizzazione ma solo alle buste chiuse.Il campione è risultato composto da 46 donne (70,8%) e 19 uomini (29,2%) con un’età media di 54 anni per le donne e di 52 anni per gli uomini. Al momento della somministrazione del test il 64,4% dei soggetti risultava essere occupato, il 25,6% dei soggetti erano pensionato, il 6,7% casalinghe e il 3,3% studenti. Le caratteristiche dei soggetti arruolati sono definite dalla tabella 2 e dalla figura 1.

Il gruppo A è composto da 34 unità, 25 femmine (74%) e 9 maschi (26%), il gruppo B è invece composto da 31 soggetti, 10 maschi (32%) e 21 femmine (68%).

misure di outcome. Come misure di outcome pri-marie sono state utilizzate la valutazione di: - dolore - qualità della vita- disabilità Valutazione del dolore. Prima di ricevere il tratta-mento i pazienti venivano valutati nel dolore tramite

Metodiobiettivi dello studio. Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare se, in aggiunta alle comuni te-rapie utilizzate, l’utilizzo di una stimolazione plantare continuata nel tempo e somministrata a paziente in stazione eretta, sia un’opzione terapeutica valida nel trattamento della lombalgia cronica non specifica.è stato condotto uno studio osservazionale, a due bracci di trattamento in termini di riduzione del dolo-re misurato attraverso la scala VAS.

Altri endpoints dello studio sono stati:- confronto tra i trattamenti in termini di riduzione

del dolore misurato con la Brief Pain In-ventory

- confronto tra i trat-tamenti in termini di miglioramento della qualità di vita (misu-rata con il questio-nario SF36)

- confronto tra i trat-tamenti in termini di miglioramento della disabilità (misurata con la scala Rolland Morris e con l’esame clinico).

Disegno sperimentale. Studio controllato rando-mizzato di fase III in aperto, con un anno di follow up. La valutazione basale è stata precedente al trat-tamento. Il primo follow up è stato fatto dopo il trat-tamento a dodici settimane dalla visita. Sono seguiti due follow up a sei mesi, dodici mesi.

popolazione generale. I pazienti sono stati reclu-tati durante visita ambulatoriale presso l’azienda ospedaliera ULSS n° 2 di Feltre (BL), presso l’Ospedale di Vicenza ULSS n°6 nel settore Riabilitazione, Ambu-latorio Clinica Ortopedica e Traumatologica e presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. La diagnosi è stata fatta in seguito a visita clinica (vedi). Fatta la diagnosi di lombalgia non specifica è stata prescritta la terapia secondo protocollo.Dopo (l’inclusione del paziente nello studio è stato fatto a fine visita al fine di non influenzare il medico nella pre-scrizione del trattamento) la somministrazione della terapia, è stata valutata l’eleggibilità del paziente stu-dio, gli è stato spiegato, fatto leggere e fatto firmare il consenso informato (vedi appendice).

Quando il paziente ha firmato il consenso informato è stato reclutato nello studio e randomizzato in uno dei due gruppi:- Un gruppo di controllo che pratica unicamente la

terapia fisica e farmacologica, secondo le esigenze

cliniche del paziente ed utilizza un plantare placebo.- Un gruppo sperimentale che pratica terapia fisica

o farmacologica, secondo le esigenze cliniche del paziente, con l’aggiunta di plantare KS Medical.

I criteri di eleggibilità sono riportati in tabella I.Inoltre, non sono stati esclusi i pazienti con anam-nesi positiva per dolori irradiati agli arti inferiori se non hanno segni neurologici positivi: cammino sulle punte e sui talloni non impediti, normale sensibilità e riflessi tendinei negli arti inferiori, Lasegue e Wasser-mann negativi a più di 90 e 40 gradi.Il trattamento somministrato è di tipo fisioterapico ed i fisioterapisti sono in cieco nei confronti della finalità dello studio in atto (importante per non influenzare

“Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare se, in aggiunta alle comuni terapie utilizzate, l’utilizzo di una stimolazione plantare continuata nel tempo e somministrata a paziente in stazione eretta, sia un’opzione terapeutica valida nel trattamento della lombalgia cronica e valutazione e confronto tra i trattamenti in termini di riduzione del dolore, di miglioramento della qualità della vita e della disabiltà”.

crIterI DI INclUsIoNe

• Pazienti con diagnosi di lombalgia cronica meccanica che firmano il consenso informato

• Almeno 3 mesi di problema con il corrente episodio di lombalgia, con o senza dolore riferito (dolore non radicolare)

• Quadro clinico sufficientemente grave da avere già richiesto precedenti visite specialistiche e precedenti interventi diagnostici e terapeutici

• Nessun trattamento terapeutico in atto al momento della visita

• Livello intellettivo e culturale sufficien-te per poter riempire i questionari di autovalutazione

• Forma fisica sufficiente per poter indossare plantari e mantenere la stazione eretta senza difficoltà e con possibilità di camminare agevolmente

• Disponibilità al follow up

crIterI DI esclUsIoNe

• Dolore costante e severo• Pazienti con lombalgia non meccanica• Primo episodio di lombalgia• Lombalgia a meno di un anno dal

primo esordio• Precedenti episodi chirurgici alla

colonna• Neuropatie compressive radicolari con

evidenti segni di deficit neurologico• Compressione spinale• Gravi deformità strutturali di arti

inferiori o rachide• Patologie infiammatorie del rachide

di diversa natura• Gravidanza• Infezioni spinali• tumori spinali• Spondilite anchilosante• Questioni legali o professionali in

causa per la lombalgia

tabella 1 - crIterI DI INclUsIoNe e esclUsIoNe

l’atteggiamento del terapista nei confronti dei risulta-ti del trattamento). I fisioterapisti sono però indirizzati nel trattamento fisioterapico secondo protocollo che prevede 3-5 incontri settimanali per 1-2 settimane della durata di 40 minuti a sessione. Il trattamento fisioterapico segue il razionale illustrato (vedi).

Numerosità (n.) 65Età media F (n. anni) 54 ± 14Età media M (n. anni) 52 ± 8Sesso (% F) 70,8Sesso (% M) 29,2Altezza F (cm) 164 ± 7Altezza M (cm) 177 ± 7Peso F (Kg) 64 ± 11Peso M (Kg) 85 ± 14

tabella 2 - caratterIstIche DemoGraFIche Del campIoNePrOFESSIONE (%)Operaio 10,1Impiegato 32,5Dirigente 1,5Insegnante 8,6Imprenditore 1,6Studente 3,3Casalinga 6,7Libero professionista 10,1Pensionato 25,6

figura 1 - caratterIstIche DeI soGGettI arrUolatI

VAS e Brief Pain Inventory in quando sono entrambe scale con una alta affidabilità ed una buona riprodu-cibilità nella valutazione dei dolori dell’apparato lo-comotore e sono state utilizzate in coppia perché la scala analogica visiva è rapida da somministrare e la Brief Pain Inventory dà un quadro più approfondito sul dolore. La VAS si completa in pochi secondi. La Brief Pain In-ventory si completa in circa 10 min.

Valutazione della qualità della vita. Per la quali-tà della vita si è scelto lo Short Form Health Survey (SF-36) perché è una scala con una buona affidabilità ed una alta riproducibilità, utilizzabile negli studi sulle lombalgie. è questa una scala che si rivolge alla popolazione in generale, si valuta per autocompilazione, ci vogliono tra i 5 ed i 10 minuti per completarla.

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Questo strumento di valutazione comprende scale a più items che misurano queste 8 funzioni:- Funzionalità fisica- Limitazione del ruolo a causa di problemi fisici- Dolore fisico- Attività sociali- Salute mentale- Limitazione del ruolo a causa di problemi emozionali- Vitalità, energia e fatica- Sensazione generale di salute.La SF 36 ha una riproducibilità alta sia per quanto ri-guarda la funzionalità fisica che per le limitazione do-vute a problemi fisici ed emotivi e del dolore. E’ una scala di rapida somministrazione ed ha un’ampia do-cumentazione di validità.

Valutazione della disabilità. Come questionari di disabilità si è scelta la Rolland Morris Disability. E’ una scala che si riferisce ai pazienti lombalgici, si valuta

per autocompilazione, ci vogliono tra i tre ed i cinque minuti per terminarla. Questo è il sistema di misu-ra più utilizzato negli studi clinici per la valutazione della disabilità conseguente a lombalgia. E’ una scala composta da due parti, una prima parte che valuta l’impatto della lombalgia nelle attività della vita quo-tidiana, la seconda parte invece valuta l’intensità del dolore. E’ una scala di alta riproducibilità (test retest = 0,91-0.88) e di buona validità. Per le misure seconda-rie dobbiamo utilizzare l’esame clinico: - il test di Hober- la flessibiltà di colonna (million instrument modificato)- la forza degli arti inferiori.Si vuole valutare se l’utilizzo del plantare facilita la flessibilità della colonna e/o se migliora la forza degli arti inferiori.

Esame clinico. I criteri di inclusione sono stati valuta-ti mediante esame clinico secondo quanto riportato in tabella III.

VALUTAzIONE RADICI RADICE ESAME CLINICO TEST FUNzIONALE

L3 Estensione quadricipite Accosciarsi e rialzarsi L4 Caviglia Camminare sui talloni L5 Dorsiflessione alluce Camminare sui talloni S1 Forza flessione plantare Camminare sulle punte

Viene valutata manualmente la forza muscolare degli arti inferiori con una scala ordinale (0=nessuna forza, 1=movimento appena visibile, 2=movimento possi-bile in assenza di gravità, 3= movimento permesso solo contro gravità, 4=forza contro debole resistenza, 5=normale forza).

DERMATOMERI E RIFLESSI raDIce seNsIBIlItà rIFlessI

L3 Laterale coscia, condilo mediale femorale riflesso patellare L4 Coscia mediale e caviglia mediale riflesso patellare L5 Gamba lateralmente e dorso del piede hamstring mediale S1 Sup. plantare del piede e caviglia lateralmente riflesso achilleo

La valutazione riflessi tendinei si fa usando il martello da riflessi e si valuta in scala da uno a quattro (0 = areflessia, 1 = iporeflessia 2 = riflessi normali 3 = iper-reflessia 4 = iperreflessia con clono).La valutazione sensoriale si fa con una superficie acu-ta ed una smussa e si classifica da 0 a 2 ( 0 = assenza di sensibilità, 1 = sensibilità diminuita, 2 sensibilità aumentata).- Valutazione clinica per radicoliti- Testa della gamba alzata (Lasegue): la positività a que-

sto segno dà una probabilità del 98% di ernia del disco. Può essere negativa in persone con stenosi spinale.

- Estensione di ginocchio a 90° in paziente seduto. Test simile al precedente

- Wassermann test, flessione della gamba sulla coscia a paziente prono.

figura 2 - NUmerosItà campIoNarIa aI FolloW-Up

strImeNtI clINIcI• Goniometro• Martello per i riflessi• Spilla ed un pennellino,

per valutazione della sensibilità • Un metro • Podogramma• Questionari di valutazione• Cartelle cliniche

DatI clINIcI• valutazione clinica ispettiva• Altezza e peso• valutazioni di eventuali asimmetrie,

lesioni, cicatrici• valutazione del diametro del polpaccio

(sono state considerate normali misure inferiori ai 2 cm di differenza)

• valutazione del range of motion (rOM) della flessione del rachide da posizione eretta (Schober test) in cm

• valutazione del range of motion (rOM) della estensione, inclinazione laterale, della rotazione in cm ed in gradi

• valutazione di una radicolopatia• viene misurata la differenza di lun-

ghezza degli arti (spina iliaca antero superiore – malleolo mediale) in cm

• viene palpata la colonna (processi spinosi e sacro iliaca e creste iliache) al fine di valutare le porzioni più dolenti. vengono palpate le parti molli vicino alla colonna, (muscoli paravertebrali).

• viene valutata l’articolazione sacroilia-ca mediante test di mobilizzazione

tabella 3 - esame clINIco

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I criteri di esclusione sono stati valutati attraverso al-cuni segni clinici.- Tumore spinale: anamnesi positiva per cancro, an-

che cutaneo, inspiegabile perdita di peso nei 12 mesi precedenti alla visita superiore al 5% del peso totale, nessun sollievo con il riposo e con l’alletta-mento.

- Sindrome della cauda equina: disfunzione vescicale, anestesia a sella, incontinenza fecale

- Spondilite anchilosante: rigidità mattutina prece-dente ai 40 anni

- Ernie del disco: dolore che irradia nelle gambe, di-sturbi della sensibilità agli arti inferiori parestesie anestesie, perdita della forza muscolare, iporeflessia iperreflessia tendinea agli arti inferiori, Lasegue e Wassermann positivi a 50 e 90 gradi

- Fratture spinali, anamnesi positiva per traumi nei dodici mesi precedenti, uso di cortisonici nell’anno precedente

- Osteomielite vertebrale: uso di farmaci endovena, infezioni del tratto urinario, infezione cutanea nei 3 mesi precedenti alla visita.

- Patologie disabilitanti agli arti inferiori: ispezione vesciche o calli dolorosi ai piede, perdita della sensi-bilità plantare (nei diabetici), piede piatto doloroso, gonalgia severa e costante, coxalgia severa e co-stante.

TERAPIA UTILIzzATA1. Terapia Fisica. La fisioterapia è stata classificata in 4 punti: - Controllo del dolore e dei processi infiammatori

mediante utilizzo di ghiaccio, di elettroterapia, e li-mitato riposo.

- Recupero del ROM tramite esercizi di flessione di estensione, eventualmente di ultrasuoni e di mani-polazioni vertebrali.

Miglioramento della forza e della resistenza musco-lare tramite allenamento aerobico ed isometrico, passando all’isotonico, per finire al rafforzamento concentrico.

Riequilibrio propriocettivo, tramite esercizi che en-fatizzano il controllo posturale e la presa di coscien-za del movimento muscolare.

- Miglioramento delle condizioni cardiovascolari. Si incoraggia il paziente alla partecipazione di forme di attività fisica, (piscina, jogging, ciclette).

- Mantenimento dei risultati ottenuti tramite un pro-gramma di lavoro da continuare dopo la dimissione dalla fisioterapia.

2. Terapia farmacologia. Viene permesso ai pazienti coinvolti nello studio di utilizzare occasionalmente farmaci antinfiammatori, miorilassanti ed analgesici. I suddetti farmaci sono prescritti in quei casi in cui il dolore o lo spasmo mu-scolare sono tali da richiedere l’intervento farmacolo-

gico, altrimenti vengono utilizzati come prodotti da banco direttamente dal paziente.

3. Terapia con stimolazione plantare. I plantari utilizzati nello studio sono plantari a tutt’og-gi comunemente utilizzati nella pratica clinica ambu-latoriale, sono coperti da brevetto internazionale e registrati presso il Ministero della Sanità Italiana e la Food and Drugs Administration Americana.

ANALISI STATISTICAL’analisi statistica è stata realizzata in cieco rispetto alla decodifica dei due bracci di studio, braccio A e braccio B, trattamento standard e trattamento spe-rimentale.Le analisi di dolore, qualità di vita e disabilità sono state condotte sulla base del trattamento assegnato (“intention-to-treat strategy”). I valori medi riportati in ciascuna scala di valutazione per il dolore, per la qualità di vita e per la disabilità, nei due gruppi di trattamento, sono stati confrontati

I plantari utilizzati nello studio sono plantari a tutt’oggi co-munemente utilizzati nella pratica clinica ambulatoriale, sono coperti da brevetto internazionale e registrati presso il Mini-stero della Sanità Italiana e la Food and Drugs Administration Americana. Sono plantari fatti a mano in Italia, costituiti da due fogli sovrapposti e cuciti tra loro. Il foglio inferiore è co-stituito da una lamina di caucciù, quello superiore a contatto con il piede è fatto di alcantara, le cuciture sono fatte in coto-ne a macchina. tra le lamine sono cucite e ricavate sette piccole sacche di-sposte in differenti punti sotto il piede. Le sacche sono pro-tette da una chiusura interna anche questa fatta di caucciù che protegge la fuoriuscita del suo contenuto. Le sacche sono studiate per essere riempite di materiale elastico, anche que-sto in caucciù ma vulcanizzato.

Il protocollo adottato richiede l’utilizzo di caucciù sufficiente per il riempimento della sacca. Questo crea una spinta elasti-ca in sette differenti punti sotto la pianta del piede dell’altez-za compresa tra i 5 e gli 8 mm al fine di raggiungere i recettori cutanei, sottocutanei, muscolari intrinseci del piede. La scelta dei punti di collocazione delle sacche è stata fatta seguendo il criterio di eseguire la maggiore stimolazione superficie qua-drata possibile. Delle sette sacche tre sono anteriori e finisco-no dietro le teste dei metatarsi e tra i colli anatomici distati del 1°-2°, 3°-4°, 4°-5°, metatarso. Due sono le sacche centrali, una di maggiore ampiezza posta medialmente, un’altra di minore ampiezza posta lateralmente, sotto al tallone invece ci sono due sacche speculari. Sono stati forniti plantari vuoti al grup-po di controllo ed attivati al gruppo sperimentale.

attraverso il test statistico T-student per campioni in-dipendenti.

Per ciascuna variabile sono state inoltre riporta-te le statistiche descrittive (media e deviazione standard), gli andamenti temporali e i test stati-stici T-student per campioni appaiati al fine di va-lutare l’effetto tempo (incremento/diminuzione significativa del parametro nel tempo) e l’effetto tempo-trattamento (diverso andamento nel tem-po dei parametri tra i due gruppi).

L’effetto del trattamento sperimentale sulle variabili in studio è stato anche valutato al netto dell’effetto dei maggiori fattori prognostici. è stata effettuata l’analisi descrittiva del campione; in particolare sono state analizzate le variabili sesso, età e diagnosi al momento della selezione del campione, valutandone le distribuzioni di frequenza.è stata inoltre effettuata la statistica descrittiva (me-diana e range) sia per ognuno dei quattro item che descrivono l’intensità del dolore, sia per i 7 item de-scrittivi l’interferenza del dolore. Le caratteristiche psi-cometriche del test, inteso come strumento descri-vente l’intensità del dolore e la sua interferenza nei vari aspetti della vita, sono state indagate valutando la validità di costrutto e la coerenza interna.

Per quanto riguarda la Brief Pain Inventory è stata ef-fettuata l’analisi fattoriale con rotazione Oblimin di-retta definendo il numero di fattori in base al criterio di Kaiser (autovalori maggiori dell’unità). Inoltre, per ciascun fattore emerso, è stato calcolato un punteg-gio globale, dato dalla somma dei punteggi ai singoli item, ed è stata infine svolta l’analisi descrittiva dei tre punteggi relativi ai fattori identificati.

Tutti i pazienti hanno ricevuto una stessa lettera di accompagnamento al plantare come qui a lato riportato.

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Successivamente si è analizzata la misura con la quale il dolore ha influenzato la vita del paziente. I risultati sono esposti in tabella VI. L’unica differenza significativa tra i gruppi è nella pri-ma rilevazione riguardo l’aspetto di come il dolore abbia influito sulle relazioni del paziente con altri indi-vidui. Si decide di considerare singolarmente gli item del Brief Pian Inventory, per verificare se vi è diversità nel corso delle rilevazioni sia per ogni gruppo. Nella tabella VII sono riportati i risultati per il gruppo A, nella tabella VIII per il gruppo B. Il confronto è effettuato tra la prima e la seconda ri-levazione, tra la seconda e la terza, tra la terza e la quarta e infine anche tra la prima e l’ultima per verifi-care le differenze nel corso del trattamento. Lo score riporta la differenza delle medie tra le diverse fasi e lo standard deviation.Per l’intensità del dolore in media e del sonno si può osservare come esista una differenza statisticamente significativa dalla prima alla quarta rilevazione per il gruppo A.

Il disturbo arrecato dal dolore all’umore del paziente è significativamente aumentato nel confronto tra la seconda e la terza visita per il campione A così come tra la prima e la quarta visita per il dolore percepito in media.Con riferimento al campione B si riscontra che la dif-ferenza tra la prima e la quarta rilevazione è statistica-mente significativa, in particolare il dolore peggiore è aumentato di intensità. Per l’intensità del dolore in media vi è diversità solo tra la prima e seconda rileva-zione e tra la prima e l’ultima. Anche in questo caso vi è stato un aumento in media dell’intensità. Per il dolore avvertito nel momento in cui si è effet-tuato il test, risulta significativa la differenza tra l’inizio e la fine dello studio per l’intero campione B.

BRIEf PAIN INVENTORy (BPI)

Il Brief Pain Inventory (BPI) è uno strumento di valu-tazione del dolore facile da usare e quantifica sia l’in-tensità del dolore sia la disabilità che esso provoca nel paziente. Consiste in una serie di domande (descrit-tori) inerenti l’intensità del dolore e la conseguente limitazione funzionale. Tali domande indagano gli aspetti delle precedenti 24 ore (ubicazione, intensi-tà, impatto del dolore sulla vita del paziente, tipo ed efficacia di alcuni trattamenti). Il BPI ha bisogno dai 5 ai 15 minuti per la compilazione. Valuta l’interfe-renza del dolore con le abituali attività (psicosociali e fisiche). E’ basato su scale da 0 a 10, dolore peggiore, medio e minimo nelle 24 ore precedenti e dolore at-tuale. Il dolore diventa significativo sopra 5.

RISULTATILa prima domanda posta è se durante l’ultima set-timana il paziente ha avvertito un dolore diverso da mal di testa, distorsione, mal di denti. In figura III sono illustrate le risposte nelle quattro fasi di studio, con-

frontando i risultati tra i due gruppi esaminati. In tutti i casi, i pazienti presentano dolori diversi da quelli sopra citati. Dapprima, il gruppo B avverte in misura maggiore questo tipi di disturbi, nella terza ri-levazione le risposte dei due bracci d’analisi sono in linea tra loro, mentre nella quarta rilevazione questa sensazione risulta in linea o minore rispetto ai com-ponenti del primo gruppo.Si procede ora alla valutazione delle risposte relative al Brief Pain Inventory. Nella tabella IV sono presenta-ti i valori medi e lo standard deviation in riferimento all’intensità del dolore peggiore, del dolore più lieve, del dolore in media e del dolore nel momento in cui è stato compilato il form. La significatività è stata te-stata (test t di Student) tra i due gruppi oggetto di studio per ogni rilevazione temporale.Ad un livello di significatività del 5%, si riscontra una differenza statisticamente significativa tra le medie del gruppo A e gruppo B solo sull’intensità del peg-gior dolore avvertito al tempo iniziale.I risultati sul sollievo del dolore sono riportati in tabel-la V. Anche in questo caso, non si riscontrano diffe-renze significative tra i campioni.

La valutazione del dolore

“La vera importanza di questo test è quella di occuparsi di ogni aspetto del paziente sofferente e quindi, di far emergere i differenti risultati che una scelta terapeutica è in grado di produrre. Quindi, di far emergere i differenti risultati che una scelta terapeutica è in grado di produrre.”

LOMBALGIA _ parte 2

figura 3 - ha aVUto UN Dolore DIVerso Da mal DI testa, DIstorsIoNe, mal DI DeNtI?

oUtcome tImING score GrUppo a score GrUppo B p-ValUe

Peggior dolore

t0 5,24 ± 2,99 6,30 ±2,56 .031* t1 5,00 ± 2,74 4,68 ± 2,88 .679 t2 4,45 ± 3,19 4,95 ± 3,24 .614 t3 4,81 ± 2,97 4,05 ± 2,91 .439

Dolore più lieve

t0 2,85 ± 2,36 3,17 ± 2,69 .624 t1 3,40 ± 2,75 2,32 ± 2,20 .125 t2 2,95 ± 2,09 2,41 ±1,92 .389 t3 2,75 ± 2,49 2,29 ±2,39 .572

Dolore in media

t0 4,32 ± 2,76 5,07 ± 2,20 .236 t1 4,44 ± 2,39 3,75 ± 2,50 .311 t2 3,85 ± 2,60 4,32 ± 2,64 .566 t3 3,69 ± 1,85 2,95 ± 2,13 .27

Dolore t0 3,68 ± 3,01 3,93 ±3,06 .737 in questo t1 3,76 ± 2,93 3,04 ± 2,81 .723 momento t2 3,00 ± 2,64 3,52 ± 2,86 .545 t3 3,44 ± 2,73 2,62 ± 2,62 .365

tabella 4 - INteNsItà Del DoloreoUtcome tImING score GrUppo a score GrUppo B p-ValUeSollievo t0 3,61 ± 2,93 3,41 ± 2,48 .829 t1 4,22 ± 2,45 5,25 ± 3,01 .459 t2 2,78 ± 2,17 4,69 ± 2,96 .095 t3 3.57 ± 3.65 4,58 ± 3,14 .552

tabella 5 - sollIeVo Dal Dolore

Per l’attività lavorativa e l’attività in generale vi sono differenze statisticamente significative rispettivamen-te tra la terza e la quarta fase e tra la prima e l’ultima. In entrambi i casi si registra un aumento del disturbo provocato dal dolore.Anche per la capacità di camminare si riscontra una differenza rilevante tra la terza e la quarta rilevazione per l’intero campione B.Infine, si riscontra un maggior disturbo al sonno tra la prima e l’ultima rilevazione e tra la terza e la quarta rilevazione. Dall’analisi fattoriale con rotazione Varimax sul nostro campione, è emersa una struttura a tre fattori con una varianza spiegata pari a 92%. Imponendo, invece, una struttura a due fattori la varianza scende a 75,3% e l’accorpamento degli item non è soddisfacente dal punto di vista clinico.è stata, quindi, ritenuta valida una struttura a tre fat-tori. I tre fattori sono stati identificati come Interfe-renza nella vita emotiva (primo fattore, cinque item), Intensità del dolore (secondo fattore, quattro item), Interferenza nelle attività quotidiane (terzo fattore, due item).

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tabella 8 - test t per campIoNI appaIatI – GrUppo BoUtcome tImING score B p-ValUe

Peggior dolore t0 – t1 1,67 ± 3,21 .012 t1 – t2 -0,59 ± 1,89 .158 t2 – t3 0,65 ± 3,39 .402 t0 – t3 2,29 ± 3,35 .005*

Dolore più lieve t0 – t1 0,93 ± 2,66 .082 t1 – t2 0,00 ± 2,56 1,000 t2 – t3 0,00 ± 2,43 1,000 t0 – t3 0,62 ± 2,94 .346

Dolore in media t0 – t1 1,41 ± 2,15 .002* t1 – t2 -0,68 ± 1,64 .065 t2 – t3 1,15 ± 2,54 .057 t0 – t3 1,91 ± 2,23 .001*

Dolore in t0 – t1 0,96 ± 3,16 .133questo momento t1 – t2 -0,85 ± 1,19 .070 t2 – t3 0,53 ± 2,89 .438 t0 – t3 1,38 ± ,87 .039*

Sollievo t0 – t1 -2,86 ± 4,02 .109 t1 – t2 0,68 ± 1,51 .328 t2 – t3 -0,40 ± 3,34 .714 t0 – t3 -3,14 ± 3,53 .057

Attività generale t0 – t1 0,67 ± 2,43 .167 t1 – t2 -0,52 ± 2,71 .387 t2 – t3 1,42 ± 2,93 .049* t0 – t3 1,38 ± 3,36 .075

Umore t0 – t1 0,96 ± 3,09 .118 t1 – t2 -0,33 ± 3,65 .680 t2 – t3 0,58 ± 2,74 .368 t0 – t3 1,33 ± 3,61 .106

Capacità di t0 – t1 0,04 ± 3,57 .957camminare t1 – t2 0,53 ± 2,54 .356 t2 – t3 1,00 ± 2,00 .043* t0 – t3 1,43 ± 3,96 .114

Attività lavorativa t0 – t1 1,00 ± 3,29 .127 t1 – t2 -0,43 ± 3,09 .532 t2 – t3 1,11 ± 2,47 .067 t0 – t3 1,57 ± 3,11 .031*

relazione con t0 – t1 -0,78 ± 3,04 .196gli altri t1 – t2 0,48 ± 3,09 .489 t2 – t3 0,42 ± 1,74 .306 t0 – t3 -0,33 ±2,90 .605

Sonno t0 – t1 0,67 ± 3,26 .297 t1 – t2 -0,05 ± 2,44 .930 t2 – t3 1,47 ± 2,44 .017* t0 – t3 1,95 ± 3,81 .029*

Gioia di vivere t0 – t1 0,22 ± 3,04 .707

t1 – t2 0,52 ± 2,13 .274 t2 – t3 0,53 ± 2,70 .933 t0 – t3 0,76 ± 3,66 .351

tabella 9 - aNalIsI DescrIttIVa DeGlI Item al tempo t0.Item meDIaNa Valore mIN. Valore maX

Intensità peggiore 6,0 0 10Intensità lieve 5,5 0 10Intensità media 4,5 0 10Intensità ora 3,0 0 10Interf. attività generali 5,5 0 10Interferenza umore 5,0 0 10Interf. abilità camminare 4,5 0 10Interferenza lavoro 5,0 0 10Interferenza relazioni 3,5 0 10Interferenza sonno 5,0 0 10Interf. gusto di vivere 5,5 0 10

tabella 10 - matrIce DI satUrazIoNeItem Fattore 1 Fattore 2 Fattore 3

Interf. gusto di vivere 0.883 Interferenza umore 0.802 Interferenza relazioni 0.705 Interferenza lavoro 0.557 Interferenza sonno 0.538 Intensità media 0.973 Intensità peggiore 0.817 Intensità ora 0.755 Intensità lieve 0.644 Interf. attività generali 0.423Interf. abilità camminare 0.420

tabella 11 - matrIce DI correlazIoNe Fattore 1 Fattore 2 Fattore 3

Fattore 1 1,000 Fattore 2 0.680 1,000 Fattore 3 0.604 0.499 1,000

tabella 12 - matrIce DI correlazIoNe raNGe meDIa±Ds

1° Fattore: Interferenza vita emotiva 0-10 4,61 ± 4,362° Fattore: Intensità del dolore 0-10 4,65 ± 4,173° Fattore: Interf. nelle attività quotidiane 0-10 5,00 ± 7,07

tabella13 - aNalIsI DescrIttIVa per la VarIaBIle DoloreVas meDIa±DeVIazIoNe staNDarD p* GrUppo a GrUppo B

t0 4,9±2,3 4,6±3,0 .643t1 5,2±2,3 3,7±2,8 .069t2 3,3±2,9 4,3±2,5 .264t3 3,7±2,4 3,9±2,4 .834

tabella 6 - QUaNto Il Dolore ha INFlUeNzato la VIta Del pazIeNte

oUtcome tImING score a score B p-ValUe

Attività generale t0 5,50 ± 2,57 5,17 ± 3,05 .641 t1 4,96 ± 2,78 4,54 ± 2,87 .587 t2 3,50 ± 2,72 4,95 ± 3,09 .118 t3 4,44 ± 3,27 3,29 ± 2,80 .267 Umore t0 5,44 ± 2,58 4,77 ± 3,12 .355 t1 4,88 ± 2,89 4,00 ± 3,20 .298 t2 3,25 ± 3,34 4,19 ± 3,11 .357 t3 3,44 ± 3,20 3,19 ± 2,98 .812

Capacità t0 4,41 ± 3,13 4,37 ± 3,30 .956di camminare t1 3,56 ± 3,03 4,32 ± 3,37 .390 t2 3,10 ± 3,02 3,76 ± 2,70 .465 t3 3,38 ± 2,8 2,81 ± 3,20 .575

Attività lavorativa t0 5,41 ± 2,12 5,33 ± 2,85 .902 t1 4,28 ± 2,62 4,39 ± 2,89 .881 t2 3,70 ± 2,54 4,86 ± 2,83 .176 t3 4,31 ± 2,70 3,62 ± 2,52 .432

relazione con gli altri t0 4,50 ± 3,07 2,77 ± 3,13 .029* t1 3,28 ± 2,91 3,50 ± 3,75 .811 t2 2,60 ± 3,15 2,95 ± 2,99 .716 t3 3,00 ± 2,88 2,57 ± 2,86 .655

Sonno t0 5,09 ± 2,84 4,37 ± 3,14 .341 t1 3,96 ± 3,13 3,75 ± 3,16 .809 t2 3,15 ± 3,28 3,52 ± 3,46 .724 t3 3,06 ± 3,32 2,10 ± 2,70 .350

Gioia di vivere t0 5,32 ± 3,01 4,30 ± 3,48 .216 t1 3,84 ± 3,41 4,18 ± 3,55 .725 t2 2,55 ± 3,38 3,67 ± 3,54 .308 t3 2,94 ± 3,07 3,29 ± 3,21 .739

tabella 7 - test t per campIoNI appaIatI – GrUppo aoUtcome tImING score a p-ValUe

Peggior dolore t0 – t1 .120 ± 3,32 .858 t1 – t2 0,60 ± 3,24 .417 t2 – t3 -0,88 ± 2,73 .219 t0 – t3 0,81 ± 2,45 .205

Dolore più lieve t0 – t1 -0,56 ± 2,63 ,298 t1 – t2 0,50 ±2,71 ,419 t2 – t3 0,06 ± 3,09 ,937 t0 – t3 0,38 ± 2,80 ,600

Dolore in media t0 – t1 0,00 ± 2,80 1,000 t1 – t2 0,75 ± 2,34 ,167 t2 – t3 0,00 ± 2,68 1,000 t0 – t3 1,38 ± 2,09 ,019*

Dolore in t0 – t1 0,04 ± 2,84 0,944questo momento t1 – t2 1,20 ± 2,73 0,064 t2 – t3 -0,38 ± 2,58 0,569 t0 – t3 0,94 ±2,59 0,169

Sollievo t0 – t1 -7,1 ± 2,49 ,478 t1 – t2 0,17 ± 2,04 ,849 t2 – t3 0,17 ± 1,60 ,809 t0 – t3 0,75 ± 6,60 ,835

Attività generale t0 – t1 0,68 ± 2,64 ,210 t1 – t2 1,30 ± 2,79 ,051 t2 – t3 -1,31 ± 3,65 ,170 t0 – t3 1,13 ± 3,61 ,232

Umore t0 – t1 0,40 ± 3,22 ,540 t1 – t2 1,65 ± 3,54 ,051* t2 – t3 -0,82 ± 3,73 ,397 t0 – t3 1,88 ± 4,13 ,089

Capacità di t0 – t1 0,56 ± 3,16 ,385camminare t1 – t2 0,30 ± 3,36 ,694 t2 – t3 -0,63 ± 2,85 ,394 t0 – t3 0,38 2,92 ,615

Attività lavorativa t0 – t1 1,04 ± 3,18 ,115 t1 – t2 0,55 ± 2,56 ,350 t2 – t3 -0,94 ± 2,59 ,169 t0 – t3 1,31 ± 3,54 ,158

relazione con gli altri t0 – t1 0,76 ± 4,12 ,365 t1 – t2 0,30 ± 1,81 ,467 t2 – t3 -0,75 ± 1,88 ,131 t0 – t3 0,75 ± 4,31 ,497

Sonno t0 – t1 1,00 ± 3,69 ,188 t1 – t2 0,95 ± 2,89 ,158 t2 – t3 -0,56 ± 3,24 ,496 t0 – t3 1,94 ± 3,75 ,056*

Gioia di vivere t0 – t1 1,08 ± 4,71 ,263 t1 – t2 1,10 ± 3,19 ,140 t2 – t3 -0,94 ± 1,91 ,069 t0 – t3 2,00 ± 5,50 ,167

Nelle Tabelle IX, X, XI e XII sono riportate rispettiva-mente la matrice di saturazione degli item, la matrice di correlazione tra i fattori identificati dall’analisi fat-toriale e l’analisi descrittiva dei punteggi standardiz-zati relativi ai tre fattori. I tre fattori identificati sono ciascuno espressione di aspetti ugualmente impor-tanti dello stesso fenomeno: questo significa che l’intensità del dolore (fattore II), l’interferenza di que-st’ultimo nella vita emotiva (fattore I) e l’interferenza nelle attività quotidiane (fattore III) contribuiscono in eguale misura a definire le sfaccettature dell’universo «dolore diverso dal mal di testa, distorsione o mal di denti». Sono, dunque, fattori che devono essere con-temporaneamente considerati nell’approccio ad un paziente con tale forma di dolore.La vera importanza di questo test è quella di occupar-si di ogni aspetto del paziente sofferente e quindi, di far emergere i differenti risultati che una scelta tera-peutica è in grado di produrre. quindi, di far emerge-re i differenti risultati che una scelta terapeutica è in grado di produrre.

VAS (SCALA VISIVA ANALOGICA)

La scala è una retta di 10 cm con due estremità che corrispondono a “nessun dolore” e il massimo possibile (oppure il massimo di cui si ha avuto esperienza). E’ uno strumento unidimensionale che quantifica ciò che il malato soggettivamente percepisce come dolore op-pure come sollievo nel complesso delle loro variabili fisiche, psicologiche e spirituali senza distinguere quali di queste componenti abbia ruolo maggiore. La scala può essere usata per quantificare il dolore nel momento in cui si visita il malato. La difficoltà per al-cuni malati di comprendere le istruzioni per il dolore

massimo possibile può essere facilitato chiedendo di ricordare il dolore “più forte” provato nella loro vita (dolore massimo). Dopo che il paziente ha pensato al dolore che prova mette un segno sul punto che me-glio corrisponde alla sua situazione, rispetto ai due estremi della linea. La misura è in millimetri.

RISULTATILa tabella XIII riporta le statistiche descrittive per la variabile dolore, mentre la figura IV riporta l’anda-mento temporale della stessa variabile. L’analisi del test T non evidenzia differenze significa-tive durante le rilevazioni.

figura 4 - aNDameNto temporale scala Vas

24 | Ks NeWs 03-2012 2503-2012 Ks NeWs |

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ThE ROLLANd-MORRIS dISABILITy SCALE (RMdS)

Il Rolland-Morris Disability Scale è un questionario autosomministrato che misura il grado di disabilità. è costituito da 24 frasi che descrivono situazioni tipiche di un soggetto con dolore. Il punteggio massimo, cui corrisponde il grado di disabilità, è 24. Il punteggio è calcolato come rapporto rispetto al pun-teggio massimo. Viene utilizzato per una valutazione prima-dopo il trattamento. Se, ad esempio, prima del trattamento il paziente ha 12 e alla conclusione lo stesso paziente ha 2 (10 punti di miglioramento), potremmo calcolare (10/12*100)=83% di miglioramento.

RISULTATILa tabella XIV riporta le statistiche descrittive per la variabile disabilità, misurata con la scala RMDS, men-tre la figura V riporta l’andamento temporale del punteggio della stessa variabile rispetto al punteggio massimo. Ad esempio, al tempo 0 per il gruppo A il punteggio medio è 10,1 contro il 9,3 del gruppo B. Su un totale di 24 items, rispettivamente la percen-

tuale di disabilità è del 42,3% e 38,8%. In figura VI è riportato l’andamento percentuale di miglioramen-to/peggioramento tra i vari follow up. Il segno positi-vo implica un miglioramento della disabilità rispetto al tempo precedente, il segno negativo ne indica un peggioramento. La variazione percentuale del pun-teggio medio di disabilità tra il tempo 0 e il tempo 1 è pari a 39,4% (10,1-6,1/10,1) per il gruppo A e 27,9% per il gruppo B (9,3-6,7/9,7).Solo per i pazienti del gruppo A, tra il tempo 2 e il tempo 3c’è stato un peggioramento del 3,4% della disabilità.

ThE “ShORT fORM 36 hEALTh SuRVEy” (Sf-36)

La qualità di vita è stata valutata mediante il questio-nario “36 Item Short-Form Health Survey” (SF-36), ampiamente usato su scala mondiale, valicato nella versione italiana dal progetto dell’International Qua-lity Of Life Assessment (IQOLA1995).Si fa riferimento al SF-36 come ad una misura gene-rica, in quanto valuta i concetti di salute che rappre-sentano i valori umani fondamentali per il livello di

La valutazionedella disabilità e della qualità della vita

LOMBALGIA _ parte 3

attività e la sensazione di benessere di ciascuno. Le misure generiche dello stato di salute valutano gli outcome clinico-sanitari connessi a quella parte della qualità di vita che è correlabile alla salute, cioè quelli che sono notoriamente più direttamente interessati dalla malattia, dalla terapia e dall’assistenza sanitaria in genere. L’SF-36 comprende 36 voci raggruppate in 8 scale a quesito multiplo, ogni scala misura ciascuno degli otto concetti di salute:- (AF) Attività Fisica- (RF) Ruolo e salute Fisica- (DF) Dolore Fisico- (SG) Salute in Generale- (VT) Vitalità- (AS) Attività Sociali- ((RE) Ruolo e stato Emotivo- (SM) Salute Mentale.

In questo studio si è fatto riferimento ad un questio-nario più breve L’SF-20 a 5 scale (AF, SG, SM, AS, VT), nella sua versione fino ad ora accreditata in numero-se lingue, tra cui l’italiano, permette di descrivere la salute di un gruppo di persone facendo uso di meno

tabella14 - aNalIsI DescrIttIVa per la VarIaBIle DIsaBIlItàrmDs1 meDIa±DeVIazIoNe staNDarD p* GrUppo a GrUppo B

t0 10,1±5,1 9,3±4,6 .489t1 6,1±6,2 6,7±5,3 .695t2 5,2±6,0 5,6±4,3 .788t3 5,4±5,4 5,5±5,1 .954

tabella 15 - DescrIzIoNe DI lIVellI molto altI e molto BassIscala

Attività Fisica AF

Salute in Generale SG

Salute Mentale SM

Attività sociali AS

Vitalità VT

molto Basso

Estremamente limitato nello svolgere le attività fisiche compreso fare il bagno o vestirsi, a causa della salute.valuta la salute personale come ridotta e ritiene possibile che peggiori.Sensazioni di nervosi-smo e depressione per tutto il tempo.Gravi e frequenti limitazioni delle normali attività sociali dovute a problemi fisici o emotivi.Si sente sempre stanco e sfinito.

molto alto

Esercita tutti i tipi di attività, comprese le più impegnative senza alcuna limitazione.

valuta la salute personale come eccellente.

Si sente in pace, felice e calmo per tutto il tempo.

Esercita le normali attività sociali senza alcunalimitazione per i problemi fisici o emotivi.

Si sente sempre brillante e pieno di energia.

tabella 16 - aNalIsI DescrIttIVa per la VarIaBIle salUte IN GeNerale

salUte IN meDIa±DeVIazIoNe staNDarD p*GeNerale (sG)1 GrUppo a GrUppo B

t0 37,2 ±25,6 41,1±22,6 .525t1 32,0±22,3 32,1±19,1 .980t2 46,7±29,4 48,5±24,6 .830t3 40,6±28,7 36,9±17,0 .649

tabella 17 - aNalIsI DescrIttIVa per la VarIaBIle attIVItà FIsIca

attIVItà meDIa±DeVIazIoNe staNDarD p*FIsIca (aF)1 GrUppo a GrUppo B

t0 38,2±24,4 38,3±28,1 .988t1 50,7±31,3 45,2±25,2 .494t2 68,3±28,6 54,0±25,8 .100t3 68,7±25,7 57,1±26,1 .186

tabella 18 - aNalIsI DescrIttIVa per la VarIaBIle attIVItà socIalI

attIVItà meDIa±DeVIazIoNe staNDarD p*socIalI (as)1 GrUppo a GrUppo B

t0 60,7±26,1 69,6±22,2 .145t1 66,0±27,8 69,6±21,4 .599t2 53,0±38,5 56,3±36,3 .773t3 48,7±39,3 53,3±40,7 .731

tabella 20 - aNalIsI DescrIttIVa per la VarIaBIle VItalItà

VItalItà meDIa±DeVIazIoNe staNDarD p*(Vt)1 GrUppo a GrUppo B

t0 60,7±26,1 69,6±22,2 .145t1 66,0±27,8 69,6±21,4 .599t2 53,0±38,5 56,3±36,3 .773t3 48,7±39,3 53,3±40,7 .731

tabella 19 - aNalIsI DescrIttIVa per la VarIaBIle salUte meNtale

salUte meDIa±DeVIazIoNe staNDarD p*meNtale (sm)1 GrUppo a GrUppo B

t0 60,7±26,1 69,6±22,2 .145t1 66,0±27,8 69,6±21,4 .599t2 53,0±38,5 56,3±36,3 .773t3 48,7±39,3 53,3±40,7 .731

figura 5 - aNDameNto temporale Del pUNteGGIo rmDs rIspetto al pUNteGGIo massImo (%)

figura 6 - aNDameNto temporale Del mIGlIorameNto /peGGIorameNto (%)

26 | Ks NeWs 03-2012 2703-2012 Ks NeWs |

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domande per ciascuna delle scale del SF-36.I punteggi delle voci in ogni scala sono stati sommati e trasformati in una scala di punteggio con un range standardizzato che va da 0 a 100 punti. Più il punteg-gio è alto, migliore è la qualità di vita. Queste scale coprono quelli che sono generalmente considerati i domini essenziali della qualità della vita relativamente alla salute. Al fine di permettere una migliore interpre-tazione del significato di questi indici, in tabella XV è presentata la descrizione degli stati di salute associati con punteggi molto bassi e molto alti dei due indici sintetici ricavati dalla combinazione delle domande estratte dal questionario SF-20. La PCS riflette concetti relativi a morbosità fisiche mentre MCS riflette morbo-sità ed eziologie psicologiche e mentali.I peggiori stati di salute riflettono sostanzialmente

limitazioni funzionali, importanti disabilità sociali e personali, disagio psicologico e un veramente poco favorevole giudizio e punto di vista sul proprio stato di salute generale. Va ricordato, data la natura bipola-re dello strumento in questione, che punteggi molto alti si possono ottenere solo in caso di assenza di limi-tazioni e disabilità e con livelli molto alti di benessere e in presenza di molto favorevoli valutazioni del livel-lo della salute in generale.

RISULTATITutti i risultati sono stati espressi in deviazione media±standard (SD). Per le comparazioni tra i gruppi è stato usato il t-test per campioni indipendenti. Un valo-re p<0.05 (2 tailed) è stato considerato significativo.

figura 7 - aNDameNto temporale Della VarIaBIle salUte IN GeNerale (Valore maX 100)

figura 8 - aNDameNto temporale Della VarIaBIle attIVItà FIsIca (Valore maX 100)

figura 9 - aNDameNto temporale Della VarIaBIle attIVItà socIalI (Valore maX 100)

figura 10 - aNDameNto temporale Della VarIaBIle salUte meNtale (Valore maX 100)

figura 11 - aNDameNto temporale Della VarIaBIle VItalItà (Valore maX 100)

TEST dI MOBILITà ARTICOLARE dEL RAChIdE TORACO-LOMBAREVALuTAzIONE dEL RANGE Of MOTION (R.O.M.)

L’analisi dei movimenti del tronco rispetto alla pelvi consiste nel determinare il valore in gradi delle escur-sioni massime del tronco (flessione ed estensione, in-clinazione laterale, torsione) rispetto alla pelvi (Range of Motion). Tale esame costituisce una valutazione oggettiva delle eventuali limitazioni di movimento.L’esame è utile in tutte le patologie artromiofasciali, perchè documenta il livello di disfunzione e distonia muscolare a livello dorso-lombo-sacrale e/o altera-zioni di tipo articolare. In unione alla Lombografia dinamica, ovvero all’”Analisi dei movimenti delle ver-tebre lombari”, permette una completa ed esaustiva analisi del coinvolgimento cinematico delle regioni dorso-lombo-sacrali e del grado di funzionalità del-le singole articolazioni vertebrali, aiutando così a formulare un programma riabilitativo appropriato e personalizzato.

Il soggetto con markers posizionati sul tronco e sul bacino esegue in ortostatismo movimenti massimi del tronco rispetto al bacino di fronte alle due teleca-mere all’infrarosso in modalità attiva e ad occhi chiusi. I movimenti sono ripetuti tre volte e viene segnalato il massimo ottenuto.

RISULTATILa tabella XXI sintetizza i risultati del test di valuta-zione sulla mobilità del rachide (R.O.M.) attraverso un punteggio che indica la percentuale di mobilità del rachide toraco-lombare del paziente. I risultati fanno riferimento alla mobilità complessiva (flessione ed estensione, inclinazione laterale, torsione).Tutti i risultati sono stati espressi in deviazione media±standard (SD). Per le comparazioni tra i grup-pi è stato usato il t-test per campioni indipendenti. Un valore p<0.05 (2 tailed) è stato considerato signi-ficativo. gruppi è stato usato il t-test per campioni indipendenti. Un valore p<0.05 (2 tailed) è stato considerato signi-ficativo.

I risultati, le nostre osservazioni

LOMBALGIA _ parte 4

28 | Ks NeWs 03-2012 2903-2012 Ks NeWs |

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ESAME PALPATORIO

L’esame palpatorio del dorso può effettuarsi a pazien-te seduto, mentre quello della regione lombo-sacrale richiede che il paziente resti in piedi oppure giaccia prono possibilmente con un cuscino sotto l’addome al fine di spianare la lordosi lombare e allontanare i processi spinosi per facilitarne l’individuazione. L’esame palpatorio e la percussione del paziente con “mal di schiena” servono ad evocare il dolore, pre-cisarne la sede e, quando possibile, individuare la struttura anatomica ammalata. Il dolore evocato dalla pressione o dalla percussione può derivare dalle sot-tostanti articolazioni o strutture ossee adiacenti, dai gruppi muscolari o dalle loro inserzioni in contrattura a motivo dì sofferenze intrinseche o per spasmo ri-flesso da lesioni profonde, da altre parti molli come cuscinetti adiposi, legamenti, cute e sottocute. L’esame palpatorio delle masse muscolari paraverte-brali permette lo studio del solo strato superficiale

(muscolo sacrospinale) evidenziandone eventuali zone contratte o dolenti alla pressione tendinei su-perficiali e profondi e della sensibilità. Tale esame comprende:- Esame della forza muscolare- Esame della sensibilità- Esame dei riflessi.

RISULTATIEsame della forza muscolareNella posizione seduta, si può esaminare la forza sta-tica dei gruppi muscolari principali degli arti superiori ed inferiori.In questo studio viene valutata manualmente la forza muscolare degli arti inferiori con una scala ordinale a 0 a 5 .L’esame della forza fornisce prova indiretta dell’inte-ressamento di una radice nervosa come mostrato dalla tabella XXIV.

tabella 21 - aNalIsI DescrIttIVa per la VarIaBIle r.o.m. (%)

rom1 meDIa±DeVIazIoNe staNDarD p* GrUppo a GrUppo B

t0 48,8±16,4 44,7±17,8 .337t1 58,9±27,8 44,3±18,5 .031t2 65,5±27,9 54,3±23,7 .164t3 63,0±32,2 56,2±23,1 .463

tabella 22 - aNalIsI DescrIttIVa Della VarIaBIle “preseNza DI Dolore alla DIGItopressIoNe Della coloNNa”

esame meDIa±DeVIazIoNe staNDarD p*palpatorIo1 GrUppo a GrUppo B

t0 36,4±26,8 28,9±23,4 .241t1 28,3±27,1 34,6±30,1 .440t2 24,0±32,4 17,6±18,5 .430t3 18,4±30,5 14,3±15,1 .605

figura 11 - aNDameNto temporale Della perceNtUale DI moBIlItà Del rachIDe

figura 12 - aNDameNto temporale Della perceNtUale DI mIGlIorameNto (+)/peGGIorameNto (-) Della moBIlItà Del rachIDe

tabella 23 - taVola DeI GraDI mUscolarI

GraDI mUscolarI

5 - normale

4 - buono

3 - discreto

2 - scarso

1 - molto scarso

0 - nullo

DescrIzIoNe

Ampiezza completa del movimento contro gravità con piena resistenza

Ampiezza completa del movimento contro gravità con qualche resistenza

Ampiezza completa del movimento contro gravità

Ampiezza completa del movimento con effetto di gravità eliminato

Presenza di scarsa contrattilità.Nessun movimento articolare

Nessuna evidenza di contrattilità

figura 13 - aNDameNto temporale Della VarIaBIle “preseNza DI Dolore alla DIGItopressIoNe Della coloNNa” (%)

tabella 24 - ValUtazIoNe mUscolare

raDIce esame clINIco test FUNzIoNale

L3 Estensione quadricipite Accosciarsi e rialzarsi L4 Caviglia Camminare sui talloni

figura 12 - aNDameNto temporale Della perceNtUale DI mIGlIorameNto (+)/peGGIorameNto (-)

Della VarIaBIle “preseNza DI Dolore alla DIGItopressIoNe Della coloNNa”

ESAME dELLA SENSIBILITà

L’esame della sensibilità è specifico con indicazione delle aree esaminate e dei metodi usati per l’esecu-zione dell’esame. I risultati variano secondo una scala da 0 a 2.

RISULTATIEsame Riflessi. Bisogna stabilire quali riflessi tendi-nei profondi esaminare e riportare i risultati secondo una scala da 1+ a 4+. Il valore è 1+ quando i riflessi tendinei profondi sono ottenuti con un rinforzo (ipo-reflessia), 2+ rappresenta i valori normali, 3+ indica riflessi iperattivi (iperreflessia) e 4+ è il clono. Anche l’’esame dei riflessi fornisce prova indiretta del-l’interessamento di una radice nervosa come mostra-to dalla tabella XXVI.

TERAPIA uTILIzzATA

Terapia Fisica. La fisioterapia è stata classificata in 4 punti: - Controllo del dolore e dei processi infiammatori

mediante utilizzo di ghiaccio, di elettroterapia, e li-mitato riposo.

- Recupero del ROM tramite esercizi di flessione di estensione, eventualmente di ultrasuoni e di mani-polazioni vertebrali.

- Miglioramento della forza e della resistenza musco-lare tramite allenamento aerobico ed isometrico, passando all’isotonico, per finire al rafforzamento concentrico.

- Riequilibrio propriocettivo, tramite esercizi che en-fatizzano il controllo posturale e la presa di coscien-za del movimento muscolare.

tabella 25 - ValUtazIoNe mUscolare –aNalIsI DescrIttIVa

esame meDIa±DeVIazIoNe staNDarD p*Della Forza GrUppo a GrUppo BmUscolare

t0 4,96±0,22 4,54±1,11 .050t1 4,95±0,24 4,72±1,06 .282t2 4,76±1,10 4,61±1,08 .642t3 5,00±0,00 4,76±1,10 .329

figura 15 - aNDameNto temporale Della VarIaBIle “Forza mUscolare” (%)

tabella 26 - ValUtazIoNe rIFlessI

raDIce rIFlessI

L3 riflesso patellare L4 riflesso patellare L5 hamstring mediale S1 riflesso achilleo

tabella 27 - ValUtazIoNe mUscolare –aNalIsI DescrIttIVa

esame meDIa±DeVIazIoNe staNDarD p*rIFlessI GrUppo a GrUppo B

t0 1,65±0,87 1,49±0,79 .506t1 2,88±0,91 2,75±1,15 .651t2 2,98±0,75 2,64±1,20 .253t3 2,22±0,86 1,84±1,23 .263

figura 16 - aNDameNto temporale Della VarIaBIle “ValUtazIoNe rIFlessI” (%)

30 | Ks NeWs 03-2012 3103-2012 Ks NeWs |

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