TEX - Fiumi di china italiana in deserti americani

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di Raffaele De Falco Cartonato luxury, 496, colore. Euro 49,00 Il saggio definitivo su Tex, talmente completo da contenere persino la prima lettera con cui all’epoca l’editrice Tea Bonelli chiese al disegnatore Galep di inventare “un personaggio western”. Un volume ricchissimo che comprende una puntuale cronistoria editoriale, un'analisi di tutti i principali comprimari, le biografie dei creatori della saga, una disamina delle collane parallele e un dettagliato excursus degli adattamenti televisivi, cinematografici e radiofonici, senza dimenticare un'infinità di aneddoti e fatti poco noti sul celebre ranger che non mancherà di stupire per rigore e completezza sia gli appassionati che i fan più giovani.

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TEXFiumi di china italiana in deserti americanidi Raffaele De Falco

© 2013 dell’Autore per i testi© 2013 Tespi srl (Nicola Pesce Editore) per questa edizione© Sergio Bonelli Editore per le immagini Bonelli© Degli aventi diritto per le altre immagini

Prima edizione: ottobre 2013Collana L’Arte delle Nuvole, 7

Direzione editoriale: Nicola Pesce

Stampato presso Stampa Sud SpA, Mottola (TA) nel mese di ottobre 2013

Nicola Pesce Editoreè un marchio in uso di Tespi srlVia Appia Nuova, 66600179 Roma

[email protected]: Edizioni NPEhttp://www.facebook.com/EDIZIONINPE

L’Editore si dichiara disponibile a riconoscere eventuali dirittirelativi ad immagini di cui non fosse stato possibile rintracciare i titolari.

euro 49,00 i.i.

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Raffaele De Falco

TEX

Fiumi di china italiana

in deserti americani

La storia, il costume,

il mito di un eroe del fumetto

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Tex, avventura senza tempo 11

di Raffaele De Falco

Doctor De Falco, I presume 13

di Graziano Frediani

Tex cavalca ancora 15

di Mauro Boselli

UN EROE PER TUTTE LE STAGIONI 19Cronistoria editoriale

1948-1950: La nascita 21

1951-1958: La crescita 30

1959-1969: L’evoluzione 37

1970-1993: La maturità 41

1994-2000: Il mito 49

2001-2012: La bandiera 52

UNA VITA MILLE AVVENTURE 59La genesi di un eroe

Texano di nascita… 61

SEGNI PARTICOLARI INOSSIDABILI 71Pards, Amici & Nemici

Tex 73

Kit Carson 74

Tiger Jack 75

Kit Willer 76

Pat Mac Ryan 78

Jim Brandon 79

Meisto 80Lily Dickart, sensuale e letale… l’altra faccia del male 82

Lilyth 85

Gros Jean 86

Montales 87

El Morisco 89

Yama 90

El Muerto 91

Tigre Nera 92

Bene&Male–Leininiteincarnazioni 93

LA FUCINA DEGLI EROI 95I creatori & gli uomini della saga

Giovanni Luigi Bonelli 97

Aurelio Galleppini 101

Tea Bertasi 105

Primi coadiutori 109

IndIce

Capitolo primo

Capitolo SeCondo

Capitolo terzo

Capitolo Quarto

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Titolari 111One Shot 115

LE FORMULE DELL’AVVENTURA 117Le collane parallele

Tex-One – Lo speciale annuale 119Tex-Maxi – Il “Balenottero” annuale 133Tex-Almanacco – L’index di un anno di West 145Tex-Color La “Quadricromia” annuale 185

UNO, DIECI, CENTO, MILLE… TEX 189Le Ristampe

Tex – Le Ristampe 191

UN EROE SENZA FRONTIERE 207Tex International

Tex…senzaconini! 209

AVVENTURE IN LIBRERIA 227La Mondadori

Tex ri-legato 229

OLTRE I CONFINI DEL MEDIA 263Cinema, Cartoon & Radio

Tex & il Cinema… Un’occasione persa 265Tex & i Cartoons… Andamento lento 269Tex & i Videogiochi… Computer e pistolettate 273Tex & Radio 2 Rai… Un’onda di successo 275

IL FILO NARRANTE 279Cronologia

Tex Striscia 281Tex Raccoltina i Serie 289Tex Raccoltina ii Serie 290Tex Collana Quindicinale 295Tex Gigante i Serie 299Tex Serie Rossa 300Tex Gigante ii Serie 305Tex Speciale Annuale (Texone) 345Tex Speciale Annuale Maxi (Mini Texone) 349Tex Almanacco del West 351Tex Serie Color 355

DICONO DI LUI 357Bibliograia

Tex&lastampa:Volumi,cataloghi,monograie,dossier 359

Capitolo Quinto

Capitolo SeSto

Capitolo Settimo

Capitolo ottavo

Capitolo nono

Capitolo deCimo

Capitolo undiCeSimo

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A Tea Bertasi, G.L. Bonelli,

Galep & Sergio Bonelli.

Col talento e il lavoro hanno creato

un mito e un fenomeno di costume.

Ad Antonietta, Vincenzo e Maria,

che hanno la gioia nel cuore

quando si viaggia con la fantasia.

Ai miei genitori,

capaci di nutrire la mia

curiosità con l’ininitodell’immaginazione.

A tutti i lettori

i cui occhi s’illuminano

nel vivere le fantasiose avventure

al ianco di Tex.

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I fumetti sono un formidabile veicolo di senti-menti, sensazioni, emozioni.

Un fumetto si sfoglia, si tocca: ne immagi-niamo i suoni, i rumori, ci creiamo le atmosfere, fantastichiamo sui personaggi, sulle sequenze in-visibili tra una vignetta e l’altra. In una parola, lo interpretiamo!

Un fumetto è una sequenza di tante stanze contigue, piene di colori e sorprese emotive, in ognuna delle quali ci si può fermare a rilassare, rilettere, sorridere e, volendo, persino tornareindietro alla ricerca di qualche interrogativo perso. Tutto ciò è interpretazione.

Unfumettocomincialasuapolimoriainter-pretativa già dalla nascita, perché è il risultato di ciò che lo scrittore ha in mente e della rappresen-tazione che il disegnatore fa delle sue descrizio-ni. Poi la storia è percepita, capita, vissuta, da ogni lettore, in maniera soggettiva. Perché è personale la libertà di assimilare disegni e parole. E qui si evidenzia la grandeforzamaancheladificoltàdiunfumetto:quelladirisultaregradevoleallediverse possibilità di goderne la fruizione, alle diverse possibilità di interpretazione. Tex ce l’ha fatta. Dalla mistura del coraggio imprenditoriale di Tea Bertasi, la verve narrativadiG.L.Bonelliel’artediGalepènatounsimbolo,un’efigiechehasaputoaccontentare le diverse tipologie di approccio come un “attacco universale” che si prestaallediverseesigenzedirafigurazione.Èlaproiezionedell’eroeprontoave-stire l’io del ragazzo, dell’adolescente, dell’adulto: non a caso il lettore rimane fedele neglianniecontinuaaseguirlonellediversefasidellavita.Èlasorgentediuniumed’inchiostrochehadipinto,suunasupericiedioltre70.000tavole,l’Avventura,tradeserti americani e paesaggi da sogno.

Ma c’è di più: Tex è diventato un fenomeno sociale ed è riuscito, per sua grandezza, a evadere dalla sfera dello svago puro. Si discute, infatti, della sua appartenenza politica ed è oggetto di studi, ricerche e libri che, di volta in volta, ne tracciano sfaccettature e analizzano comportamenti.

Èunfenomenodicostume:glisidedicanomostre,haunmerchandisingedèda più di mezzo secolo il rappresentante del fumetto italiano nel mondo.

Ha fatto crescere autori (diventati Maestri d’Arte) e ha aperto la strada a nuove esperienze, trainando il settore delle “nuvolette disegnate” verso un’evoluzione artistico-culturale che ci permette di non essere secondi nei confronti dei colossi che producono fumetti nei Paesi esteri.

Èlabandieraacuisièaggrappatoilsuoeditoreneimomentidicrisi,è…unfumetto… il più grande fumetto italiano.

R.D.F

Il chiosco/edicola, lo stargate per entrare

nel mondo della fantasia dei ragazzi

di qualsiasi epoca.

Pagina precedente:Tex, prezioso pard

di una vita. Disegno

di Bruno Brindisi.

Tex, avventura senza tempo

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Doctor De Falco,I presumedi Graziano Frediani

Quanti sono i dottori del fumetto italiano? Parlo dei dottori raccontati a matita, i medici immaginari davanti ai quali i ragazzi di una volta si sedevano volentieri, senza provare il timore che invece incutevano i dottori in carne e ossa, armati di siringhe e steto-scopi, pasticche e purganti… Nel piccolo mondo di sogni fatti di segni che Raffaele De Falco ama da sempre, e di cui oggi è diventato uno dei più informati cronisti, ma soprattutto uno dei più attenti studiosi, i dottori degni di nota, secondo me, sono due: uno Buono e uno Cattivo. Quello Buono (ma sarebbe più giusto dire: Buono aNulla)èunomonedallabarbaincoltaedalsorrisofurbo,signiicativamentesoprannominato “Salasso”, che pensa soltanto a ubriacarsi con un anziano scout brontolone e traballante, signiicativamente soprannominato “Doppio Rhum”.Ricalcato sulla isionomia di un celebre caratterista hollywoodiano (ThomasMitchell, il “doc” alcolizzato in cerca di riscatto nel classico Ombre rosse di John Ford), Salasso compare nel 1951 in uno dei primi episodi di «Capitan Miki», una seriewesternincentratasuungiovane,coraggioso(emorigeratissimo)RangerdelNevada,eirmatadatrecartoonist(PietroSartoris,DarioGuzzon,GiovanniSinchetto) che si nascondono dietro il nome d’arte di “EsseGesse”. Da allora in poi,Salasso resteràper sempre, insiemeaDoppioRhum,aliancodiCapitanMiki,diventandounaiguraproverbialeperlesborniechesiconcede,piùcheperlesuedotiprofessionali.Salassoètantosimpatico,quantoinafidabile.Vivevae praticava il suo mestiere a Kansas City, ma se n’è dovuto scappare in fretta e furia: «Un certo Joe, detto il “Massacratore”, se l’è presa a male perché gli ho cavato un dente sano invece di un dente cariato», confessa. Un cialtrone, dun-que, che dà l’impressione di non aver mai sentito nominare quel giuramento di Ippocrate che i dottori veri – quelli come Raffaele De Falco – considerano sacro e inviolabile.

L’altro dottore cui accennavo all’inizio non è proprio un medico, bensì un mad doctor, uno “scienziato pazzo”: creato nel 1939 dallo sceneggiatore Federi-co Pedrocchi, è protagonista assoluto di tre racconti (Il mago della foresta morta e Il Polo ‘V’, illustrati da Walter Molino, e Il Signore del Buio, disegnato da An-tonio Canale). Nel suo farneticante odio contro l’umanità, Virus sfodera capacità

Il Dottor De Falco e la “famiglia”

bonelliana ritratti da Raffaele Della Monica

in un’avventura di Zagor.

Pagina precedente:disegno di Giovanni Ticci.

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sovrumane: sa comunicare per via telepatica, rianimare antiche mummie egizie,

smaterializzare le persone e comandare i raggi del Sole tramite cellule fotoelettri-

che da lui stesso costruite. Nascosto nel cuore di una spettrale foresta circondata

da sabbie mobili, rinserrato fra le pareti di un inespugnabile laboratorio sotter-

raneo, Virus non si fa scrupolo di usare le meraviglie del Progresso (televisione

compresa!),perinibiecamentepersonali.Alparidelsuopiùcelebrecollegadelcinema e della letteratura, l’altrettanto folle e geniale dottor Frankenstein, è lon-

tano anni luce dalla testa e dal cuore del dottore salernitano che, con una passione

eunameticolositàininite,haassemblato,paginadopopagina,immaginedopoimmagine, lo straordinario viaggio nell’universo di Tex Willer che avete ora fra

le mani.

A chi potremmo, dunque, paragonare Raffaele De Falco? Credo di non sba-

gliare supponendo che, nel prendersi cura dei suoi pazienti, quando mette per un

momento da parte i suoi amati fumetti, Raffaele sfoderi la calma rassicurante,

l’ironia complice e il sorriso sereno che regala abitualmente ai suoi amici e ai suoi

familiari.Èunuomodipoche,bencalibrateparole:èunocheosserva,chelasciaparlare, che vuole “sentire”, prima di giudicare. Ha gli occhi chiari, del resto,

e chi ha gli occhi chiari, oltre a essere più sensibile alla luce, riesce a guardare

molto più in profondità… Da lui nasce questo libro, al quale ha dedicato anni di

ricerche,disacriici,dipassioneesclusiva,spulciandocentinaiadialbi italianiestranieri, intervistandoautorieaddettiai lavori,compilandobibliograie,ac-

cumulando un tesoro di vignette, locandine, copertine, disegni (spesso inediti o

comunquepocovisti),etrovando,allaine,senonlarispostarisolutiva,perlo-

meno qualche risposta illuminante alla domanda cruciale: qual è il segreto di Tex

Willer?

Il dottor De Falco ha lavorato e studiato molto per arrivare a tale obiettivo:

ma, conoscendolo, so già che non smetterà di lavorare e studiare, per andare an-

cora più a fondo, per trovare risposte ancor più illuminanti nella sua affettuosa,

ostinata indagine sul grande mistero ultrasessantennale di Aquila della Notte. In

questo fervore, in questa ostinazione, assomiglia a uno dei comprimari di Tex:

El Morisco. I messicani lo chiamano brujo (ossia “stregone”), e gli sono ostili

perché lo considerano un profanatore delle tradizioni del loro popolo. E, in effetti,

la sua curiosità per ciò che è magico ed esoterico gli fa spesso scoprire segreti

tenuti gelosamente nascosti. Tuttavia, El Morisco è anche un ricercatore multita-

sking per il quale la scienza e la razionalità vengono prima di tutto. Tex, infatti,

si rivolge a lui ogni volta che le sue Colt non bastano per affrontare forze occulte

einspiegabili.Unacollaborazionefruttuosaperentrambi:Texsconiggeisuoinemici e Raffaele… pardon, El Morisco soddisfa la sua sete di conoscenza, la sua

voglia di non fermarsi all’apparenza delle cose.

Persino Ippocrate, ne sono convinto, sarebbe orgoglioso di lui.

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Ecco un libro che è come una galoppata! Un’av-

vincente cavalcata lungo il corso del tempo, dai giorni

dificilideldopoguerraalboomeconomico,dagliannidi piombo sino a oggidì, alla nostra era attuale tecnolo-

gicaecablata,manonperquestomenodificiledises-sant’annifaechepresentanuovearduesideperuneroeimmortale…

Sfogliare queste pagine mi ha fatto sognare come un

bambino: anzi, mi ha riportato davanti a quell’edicola

degli anni Cinquanta rutilante di “giornalini”, dove la

scelta era tra mille strisce e albetti, ma l’unica certezza

erasololui,ilTex!Mièsembratodiannusareilprofumodella carta stampata di allora, che, dopo, chissà perché,

non è stato più lo stesso. Ho sentito nella tasca il fruscia-

re degli albetti a striscia che ci scambiavamo a scuola

(ricordo ancora con rimorso il giorno del mio “tradimen-

to”,quando–inaudito!–mifeciconvincereascambiareunalbettodiTexconunodiBlekMacigno!)

Scorrendo l’accurata cronistoria, redatta con passio-

ne da Raffaele De Falco, della longeva carriera del più celebre Ranger a fumetti,

ci s’incanta e ci meraviglia, davanti al seguito delle circostanze, delle scelte, delle

trovate, delle intuizioni e anche degli accidenti dovuti al caso (o al destino?) che

ne hanno accompagnato la lunga e fortunata carriera, a cui hanno concorso senza

dubbio la tenacia di Tea Bertasi, la grinta e la fantasia inesauribile di Gian Luigi

Bonelli, i disegni eccitanti e dinamici di Galep, il genio imprenditoriale e creati-

vodiSergioBonelli.Tex,inquestisessantaepassaanni,hasuperatoognisida,vinto ogni battaglia, lasciato sul terreno ogni durissimo e motivato avversario:

d’altrondeluièTex,l’invincibile.Trionfaresulledificoltàènelsuo dna di eroe,

perciò ha fatto, né più né meno, quel che ci si aspettava da lui.

Sì, lo ammetto, leggendo ho provato un’acuta nostalgia: per le strisce e per

gli Albi d’Oro, per le storie interrotte sul più bello, per l’attesa interminabile

dell’albo seguente, per quel signore che vedevo passare in via Mac Mahon con lo

Stetson in testa, per quell’altro signore che si aggirava intorno alla redazione di

via Ferruccio, per il ticchettio della macchina da scrivere che evocava El Morisco

e Yama, Jim Brandon e Gros-Jean, indiani e fuorilegge.

La nostalgia ha un profumo dolceamaro. Raffaele De Falco ha scritto questo

volume perchè ha dedicato la sua vita a Tex. Anch’io, più o meno. Però Raffaele

sa che Tex cavalca ancora e che, anche se Tea e Gian Luigi e Aurelio e Sergio non

Tex garante delle sue avventure

in un disegno di Giovanni Ticci.

Pagina seguente:Tex, la grande avventura.Disegno di Claudio Villa.

Tex cavalca ancoradi Mauro Boselli

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ci sono più, il Ranger ha altri fedeli pards, tra i quali mi ci metto pure io, che han-no il compito di raccogliere e redigere il resoconto delle sue affascinanti imprese.

DaTex,infatti,abbiamoimparatocheilmaleeledificoltàpossonoesseresconittiechegliuominidellaFrontierasannovederelontano.Anchevoiprovatea guardare laggiù, all’orizzonte: quellailadi cavalieri che si staglia contro ilcielo dell’Arizona sono i Navajos di Aquila della Notte? E i quattro cavalieri che cavalcano a rotta di collo non sembrano i quattro imbattibili pards? E quei segnali di fumo dalle montagne? Nessun dubbio, amigos: annunciano nuove, fantastiche avventure…

Rimontiamoinsellasenzapaura.Itempisonodificili,sempredipiù,maTexèancoraTexelegrandistorienoninisconomai.

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Un Eroe per tuttele stagioni

Cronistoria editoriale

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UN EROE PER TUTTE LE STAGIONI

1948-1950 – La nascita

1948. È da poco inita la guerra.Milano è il centro nevralgico della ri-

costruzione economica del Paese, vi

si respira aria d’imprenditoria, si sen-

te l’odore dei soldi mischiato a quello

acre del sudore, del duro lavoro; ci si

affanna alla ricerca di nuove opportu-

nità. La signora Tea Bertasi sièpreis-sa, per scelta quasi obbligata, l’obietti-

vo di entrare nel mercato dell’editoria

per ragazzi rilanciando la mitica casa

editrice Audace, fondata dalle ceneri

del giornale «L’Audace» dall’ex ma-

rito Gian Luigi Bonelli e rilevata al momento della separazione insieme a un

retaggio davvero gravoso. In una società maschilista una donna imprenditrice

alla guida di un’azienda non si è mai vista, è cosa più unica che rara: una scelta,

lasua,fattadistradelastricated’enormidificoltà.Tea,però,haunatemprad’acciaio ed è ben motivata a raggiungere la meta, c’è in ballo la sopravvi-

venza della sua famiglia. Con coraggio e grazie all’aiuto di una segretaria e

alla bravura e capacità del giovanissimo disegnatore Franco Donatelli (e strada

facendo di altri artisti, tra i primi: i fratelli Cossio, Dino Attanasio, Raffaele

Paparella, Lina Buffolente, Mario Faustinelli, Guido Da Passano, Paolo Pif-

farerio, Giorgio Scudellari, Leone Cimpellin…), oltre che all’impegno dell’a-

dolescenteiglioSergio,checresceapaneefumettifacendogermogliareunamore profondo per quelle pagine disegnate, la signora del fumetto italiano dà

inizio alla sua leggenda e alla nascita di quella che sarà la casa editrice italiana

di fumetti più famosa nel mondo.

Subito dopo la guerra Gian Luigi Bonelli preferisce affrontare la ricostruzione

dell’Italia come freelance rinunciando al suo ruolo d’imprenditore, cioè come edito-

re. Decido allora di diventarlo io, editore, proprio per risolvere i problemi di soprav-

vivenza che avevamo io e Sergio che, ovviamente, viveva con me. […] I trucchi del

mestiere, che avevo imparato da quando mio marito aveva comprato la testata del-

l’«Audace», mi consentivano di occuparmi dell’impaginazione delle nostre pubbli-

cazioniediaffrontarealcuniproblemitipograici,mentresulpianocreativoconce-

devomoltaiduciaagliautori,limitandomiaesprimereilmioparerepersonalesullescelte dell’argomento di ogni nuova serie. In questi anni la redazione era composta

da me, da una segretaria, che si prodigava a sua volta in mille mansioni, e da Sergio,

che… rispondeva alla posta dei lettori, impacchettava i numeri arretrati richiesti dai

collezionisti, fungeva da fattorino schizzando da un disegnatore all’altro per rendere

più rapide le consegne, e si improvvisava anche magazziniere sistemando le rese.1

Itempisonodificili,Teastadandofondoaquellechesonolerisorsedellacambusa Audace e si rende conto che c’è bisogno d’altro: ormai le ristampe

hanno esaurito il loro corso. Ecco emergere, dunque, le qualità della prima

donna manager del campo; con un intuito e una competenza proverbiali la

1 Tea Bertasi, da un’intervista di G. Brunoro in «Dime Press» n. 11, ottobre 1995.

Dall’alto:Tex a muso duro fa capire subito

di che pasta è fatto.Disegno di Galep.

L’editrice Tea Bertasi in una foto

degli anni Cinquanta.

Pagina precedente:Tex si presenta

al pubblico.Disegno di Galep.

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TEX - FIUMI DI CHINA ITALIANA IN DESERTI AMERICANI

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signora del fumetto italiano si rende conto che il mer-

cato non recepisce più quelle storie, quei personaggi

che stanno disaffezionando i lettori. C’è bisogno di

novità, d’idee fresche, di prodotti adatti alle nuove

esigenze del pubblico. Tea si guarda intorno, con la

freddezza di una veterana mette da parte i sentimenti

e punta sul migliore autore di testi presente sulla piaz-

za: Gian Luigi Bonelli, suo ex compagno di vita, e lo

ingaggia come freelance. Prende contatto con vari di-

segnatori, tra i quali anche Aurelio Galleppini, in arte

Galep, apprezzato autore di chiara fama. Uomo con

talento da vendere e un’esperienza davvero notevole

maturata sul campo, Galep è ciò che la signora Tea sta

cercando e, straordinariamente, ne ottiene la collabo-

razione in esclusiva. Il disegnatore dopo le vicissitudi-

ni della guerra era tornato a Cagliari, dove insegnava

disegno in un istituto tecnico. La voglia di disegnare

fumetti era però irrefrenabile e aveva spinto l’artista

d’origine grossetana a scrivere ai maggiori editori del

tempo ancora in attività, comunicando la propria di-

sponibilità a collaborare. La lettera della signora Tea

giungeva così nel momento giusto…

Dopo la guerra mi ero ingegnato in diverse attività,

come quella di dipingere quadretti sulle mattonelle recupe-

rate dalle case abbattute dai bombardamenti, dipingevo e avevo racimolato un discreto

mucchietto di amlirechepermiasfortunanoninvestii,einiiperritrovarmisenzaunsoldoquandoinirono fuori corso!Avevoancheun tranquillopostodi insegnantedidisegno in una scuola tecnica ma l’insegnamento non era proprio quello che volevo…

il richiamo del disegno e dei fumetti era troppo forte cosicché mi decisi a scrivere agli

editori con cui avevo lavorato prima della guerra offrendo collaborazione […].

[…] Tra i tanti editori che mi risposero c’era anche la lettera della signora Tea Bo-

nellidirettricedellacasaeditriceAudace…chenonavevocontattato!…Decisicosìdiaccettare la sua offerta di lavoro, proprio per questo motivo e poi perché nell’arco della

miacarrieraledonnemihannosempreportatofortuna!2

Accettata la collaborazione, dopo un paio d’albi disegnati

(L’agguato nella foresta, Il segreto della valle nascosta e la sto-

ria Gli schiavi della mezzaluna, quest’ultima pubblicata succes-

sivamente a puntate su «Occhio Cupo»), Galep diventa il punto

di riferimento per Tea che, con una lettera datata 31 maggio

1948, lo invita a pensare a qualcosa per sostituire Furio, che «ha

ormai stancato i ragazzi».

2 Galep, da conversazione con l’autore, 1986.

Sopra:i primi due albi realizzati da Galep a Cagliari nell’aprile/maggio del 1948, dopo aver accettato di lavorare in esclusiva per Tea Bertasi e la sua casa editrice Audace. Albi pubblicati il 5 e 25 settembre 1948.

A lato:le famose AM lire coniate tra il 1943 e il 1944 nei territori sotto il governo militare alleato; l’emissione delle banconote in AM lire – a causa dell’eccessiva messa in circolazione – provocò una enorme inlazione e venne interrotta a seguito delle proteste del governo italiano.

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UN EROE PER TUTTE LE STAGIONI

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UN EROE PER TUTTE LE STAGIONI

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Pagine precedenti:lettera autografa

della signora Tea Bertasi che invita Galep a Milano.

Disegno originale di Galep

per una copertina di «Occhio Cupo»,

(quella del quarto numerodella «Serie d’Oro Audace»).

Sopra:copertina di Galep

per la serie «Furio Mascherato»,

pubblicata nel novembre 1948.

Tea invita Galep a trasferir-si a Milano. Sono state poste le basi di un nuovo albo su cui l’editrice punta e urge la sua presenza ed esperienza in loco, poiché dovrà occuparsi della resagraicamaanchedelladi-rezione artistica della testata. Si tratta di una collana nel formato Albo d’Oro, denominata «Serie d’Oro Audace» (e già il titolo dà la dimensione di quanto fosse importante), il cui protagonista è l’eroe Occhio Cupo. L’albo è veramente di prestigio, un pro-dotto di qualità paragonabile a pochi altri contemporanei e questosigniicaunimpegnoan-cora maggiore in termini di sforzo economico, tecnico, e di risorse professionali da parte della neo imprenditrice. I testi, naturalmente, appartengono a Gian Lui-gi Bonelli, che è tornato in Italia ospite a Genova del suo amico e socio in affari Giovanni De Leo, con cui collabora ormai costantemente. Bonelli pesca a piene mani nell’avventura romantica di cappa e spada strizzando l’occhio a quelle che sonolemodeilmicheeromanzeschedelmomento,elaborandounatramase-condo i moderni ritmi narrativi e caratterizzando il tutto con il suo inconfondibi-le stile. Nell’estate del 1948 Galep, trasferitosi a Milano, si dedica anima e corpo alprogettoeal suo ruolodidisegnatore inesclusiva.Èall’apicedella formaartistica ed è lusingato dagli incarichi di responsabilità che ricopre; il risultato è scontato quanto affascinante. Confeziona diverse copertine e produce tavole di una bellezza stilistica e tecnica uniche. Avvia una nuova formula editoriale per la testata e, attraverso il colloquio redazionale diretto, stuzzica l’interesse dei lettori elargendo consigli su come realizzare i fumetti e attirandoli con il bando di vari concorsi.

Come spesso succede, però, nonostante gli sforzi da parte di tutti e gli enor-misacriici,latestatanellaqualesierainvestitoeripostotantesperanzenondecolla, come una minestra i cui ingredienti sono tutti di prima qualità, condita conspezierareeilcuiprofumoinebria,machenessunomangia!Lasituazioneera imbarazzante. Contemporaneamente a «Occhio Cupo», Tea aveva chiesto a Gian Luigi Bonelli dei testi per un personaggio “di minor onere”. L’idea era quella di coprire quel settore di pubblicazioni nel formato detto “a striscia” (che era stato lanciato in Italia dall’editore Torelli), che riscuoteva un buon credito da parte degli editori perché riduceva di molto i costi di produzione (si stampavano tre numeri per volta abbattendo notevolmente i costi di stampa e di carta). Gian Luigi Bonelli è preso da mille scadenze, ma – incalzato da Tea–tienefedeagliimpegni.Nonscartanessunaideae,allaine,aispirarlonella realizzazione del character è una singolare coincidenza. L’editore geno-vese Giovanni De Leo, al tempo socio (insieme al francese Pierre Mouchott) di Gian Luigi Bonelli, pubblica una serie di racconti a dispense di discreto

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successo dal titolo «Avventure Far West Stories»,

il cui protagonista è Red Killer, e sta pensando

di trarne una serie a fumetti; per questo chiede

a Gian Luigi Bonelli di scrivere dei canovacci

di avventure che si adattino allo scopo. Bonel-

li li realizza, ma il lavoro è subito accantonato.

È questo il momento (giugno 1948) in cui Teapressa con le sue richieste e Bonelli, impegnato

in diversi progetti tra cui anche la realizzazione

di «Occhio Cupo», ricordandosi di «Red Killer»

inviaaMilano,inviaSafi16,proprioquestica-

novacci, rielaborati in storie al cui protagonista

ha dato il nome di… Tex Killer!

La leggenda narra che il nome Tex sia ispira-

to all’insegna di un negozio, una sartoria di jeans,

“Tex Moda”, che aveva colpito Bonelli tempo prima

mentre girava in auto per le strade di Genova, il cui

ricordo l’autore aveva rispolverato per l’occasione.

ItestigiungononellemanidiTea,cheafidalarealizzazionediun menabò a Galep il quale, nei ritagli di tempo durante la messa

in opera delle tavole di «Occhio Cupo», assembla dei disegni rita-

gliando un albo di Molino. C’è solo una cosa che non lo convince:

ilnome!Suggeriscealloradicambiarelak con la v. Con l’occhio

del capo Tea accetta il suggerimento, ma trasforma la v in una w.

Parte così, nella calda estate del 1948, la produzione di un nuovis-

simo settimanale.

ÈnatoTexWiller.

Con tratto nervoso, veloce, dinamico e al

tempo stesso accattivante, capace di calami-

tare il lettore – frutto di sapienti pennellate,

di una mano avvezza a linee altrimenti ben

più curate, come solo un maestro indiscusso

è capace di fare – senza particolari ambi-

zioni Tex, anticipando di qualche giorno la

«Serie d’Oro Audace», giunge in edicola i

primi di ottobre, precisamente il 28 settem-

bre 1948. In redazione, presi a tempo pieno

da «Occhio Cupo», non si crede molto in

questa nuova striscia, nata solo per coprire

un buco editoriale. Inoltre, l’esperienza di

quellechel’hannoprecedutadeiniscetaleprodottocomeun“usae getta” che brucia gli eroi in archi di tempo brevissimi, in media

lo spazio di pochi mesi. La «Collana del Tex» è spedita in edicola

senza grande clamore, dunque, con una tiratura intorno alle 25.000

copie. Poche, se rapportate al venduto del concorrente e capostipite

Sotto:alcune vignette di Molino ritagliate da Galep per confezionare il menabò della prima striscia di Tex.

A lato:«Red Killer», fascicolo di racconti a dispensepubblicato dall’editore De Leo. Disegno di Alvaro Mairani.

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UN EROE PER TUTTE LE STAGIONI

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del formato, «Il Piccolo Sceriffo» che tirava intorno alle 60.000 copie. Galep

lavora a queste storie di notte, sottraendo ore al sonno, le uniche lasciate dispo-

nibili dal suo «Occhio Cupo», che gli porta via tutto il tempo e la concentrazio-

ne nell’arco dell’intera giornata. Lo realizza volentieri, il Tex, per sciogliere la

mano tenuta a freno dalla ricerca del massimo risultato durante le ore di luce.

ÈunmodoperrilassarsieGalepsidivertealavorarci,cometestimonianogliintermezzi comici che disegna. Nati come riempitivi degli spazi lasciati vuoti

dal letterista, per lui sono un gioco ma, di fatto, sono anche lo specchio delle

sue vicissitudini, perché vi racconta di sé nella vita di tutti i giorni. Anche dopo

aver lasciato l’appartamento/redazione (che lo ha ospitato per circa un anno

dal momento del suo arrivo a Milano), ed essersi trasferito in un monolocale al

pianoterra di via Correggio, zona San Siro, diviso con l’amico Gino Rognoni

(che si occupa per un certo tempo del lettering delle strisce di Tex), gli spazi

nelle didascalie continuano a riempirsi di “disegnini”: nel cortile gironzola un

cagnolino…eccoloripresodaGalep!Spessoc’èunpesciolino,(eraquellochenuotavanelpiccoloacquariodiRognoni!)e,ancora,lapipaoilcagnolinoconla pipa… Be’, è Galep che, accanito fumatore, ritrae se stesso (nel dopoguerra

i militari americani erano soliti pagare le caricature o i ritratti che Galep faceva

lorocondellestecchedisigaretteecosìeradiventatounaccanitofumatore!).Nonostante la mole di lavoro, ricordo con nostalgia la vita bohèmienne di

quel periodo. Eravamo così sregolati, io e l’amico Gino Rognoni, il compagno

di camera che curava i lettering delle mie tavole, da trovare il modo di scher-

zareanchequandoiritmidilavorosembravanoabbrutirci!3

La testata comincia così a muovere i primi passi. Il suo protagonista è gra-

icamentecaratterizzatoalminimo,conlineamentiabbastanzaincertiepocodeiniti.Unicielementidiriconoscimentosonoijeanscolrisvolto,ilcappelloelepistolesemprepronteacantare!Ma,sefacciamofaticaariconoscerneil viso, Tex di certo si riconosce ineluttabilmente dalle movenze scattanti,

dall’azione incastonata tra sequenze e scene iperdinamiche (risultato della

scioltezza della mano di Galep) che scorrono davanti agli occhi, ipnotizzati

datalesintesinarrativa.PrimadiTex,Galepavevarealizzatoaltrialbiwe-

stern, alcuni per «L’Intrepido», altri per le stesse Edizioni Audace, e molti vo-

glionocogliereinessileoriginigraichedel Ranger. In realtà il primissimo Tex ha

dei lineamenti semplicemente anonimi.

Èunaiguracheinseguitodiventeràunmix,unpo’GaryCooper,unpo’Galep!Solo successivamente sarà caratterizzata

in modo deinitivo, dopo vari passaggiattraverso tappe che fanno riferimento

aipersonaggiwesterndi celluloidedividel momento: «Lentamente ho modii-

cato il viso di Tex senza che il lettore se

ne rendesse conto», ha raccontato Galep

nell’autobiograiapubblicatadaIkon.

3 Galep, da conversazione con l’autore, 1985.

Uno dei momenti di divertissement

graici di Galep disegnati nei colonnini

delle didascalie.

Sopra:l’evoluzione graica del

volto.

Al lato: Campi, il “gemello

graico” di Tex, protagonista

dell’albo «Audace» n. 10.

Disegni di Galep.

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Dicembre 1948. A soli tre mesi dall’uscita «Occhio Cupo» ha concluso le sue

avventure: al quarto numero s’interrompono gli inediti, nel quinto e sesto nu-

mero viene proposto l’adattamento di Capitan Fortuna (di Rino Albertarelli) nei

panni di Carlo Lebeau. Il personaggio non ha incontrato il favore del pubblico

che, sorprendentemente, si è diretto verso il “brutto anatroccolo” dell’«Audace».

La stupefacente striscia «Tex», prodotta a bassi costi, tiene dignitosamente l’e-

dicola. Il character costruito nei ritagli di tempo, messo in cantiere e tirato via

solo per l’esigenza editoriale di riempire un settore, lentamente, inesorabilmente,

naviga con un inaspettato vento in poppa. Tex ha portato il suo primo sconvol-

gimento. La signora Tea, lucida nel suo ruolo, cerca d’ottimizzare il momento

positivo di questo purosangue mimetizzato da ronzino; difatti chiude la «Serie

d’Oro Audace» al dodicesimo numero (nel maggio del 1949) e, a un anno dall’i-

niziodel progetto, prestaunamaggioreiducia alla «CollanadelTex».Dopoancora un anno, dà un taglio e un ruolo dignitoso anche alle «Raccoltine» edite

riutilizzando le rese; incarica Galep di creare delle copertine ex novo a tale scopo

e, dopo i primi sette numeri copertinati da Galep con dei fantasti-

ci disegni a tempera, riparte con la numerazione da uno nel 1950

(nota tra i collezionisti come «Serie Bianca»), arricchita ancora da

copertine inedite di Galep che rivestono di maggiore visibilità e

distinzione le raccolte. Il risultato positivo di questi interventi spin-

gel’editriceatentaredisfruttareulteriormenteililoneapertoconTex. Sulla falsariga del Ranger, sono messi in cantiere altri perso-

naggi; grandi artisti sono all’opera ma l’alchimia non si ripete. La

scintilla che Tex ha acceso nel lettore non è facile da riprodurre.

Se da un lato Tex diventa sempre più stabile editorialmente par-

lando, dall’altro i vari tentativi di presentare altri personaggi sono

destinati al fallimento, a durare l’arco di pochi mesi, di una sta-

gione. Eppure si tratta di lavori dignitosi e meritevoli come «La

pattuglia dei senza paura» (G.L. Bonelli/G. Zamperoni), «Mani in

alto» (Roy D’Amy), «Plutos» (G.L. Bonelli/L. Cimpellin), «Red

Carson» (Warren Tufts e Uggeri), «Buffalo Bill» (Fred Meagher e

Galep), «L’Uomo Ombra» (Lino Jeva)… Gli altri passano, Tex è il

solo che rimane e, di conseguenza, ottiene la dovuta attenzione da

parte degli autori e dell’editore.

A lato:una delle copertine a tempera opera di Galep per le «Raccoltine» che riutilizzano le rese delle strisce.

Sotto:una rara locandina d’epoca che pubblicizza la serie «Red Carson».Disegno di Mario Uggeri.

Pagina successiva:locandina pubblicitaria d’epoca che annuncia la nuova serie di Tex.Disegno di Galep.

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1951-1958 – La crescita

1951. Tex ha chiuso, dopo sessanta numeri, il suo primo ciclo di storie. Al tempo si usava dividere le avventure in serie per ripartire dal numero uno e ridestare l’interesse dei lettori. La seconda serie replica e incrementa il suc-cesso della prima, portando il nostro eroe a una svolta. Quasi increduli, gli autori si rendono conto della “realtà Tex” e, a giusta ragione, ne prendono a cuore la causa. A maggio, dopo i 75 numeri della seconda serie, Tex parte con la ter-za serie, che concretizza il cambiamento. Gian Luigi Bonelli è un fuoriclasse, e, nonostante la limitazione oggettiva delle trentadue paginette

per numero, inizia a sfornare storie sempre più avventurose e appassionan-ti, a dare più corpo alle vicende arricchendole di particolari e di personaggi di contorno, oltre che di veri coprotagonisti. Al suo pari Galep si rimette ai blocchi di partenza, costruisce tavole belle, ricche e dinamiche e traccia un Texgraicamentepiùmaturo,conunaisionomiapiùdecisaecurata,seppureancora in evoluzione. Galep è infaticabile, un vero stacanovista. Riesce in sostanzadasolo,peranni,asostenereilritmodiproduzioneinoache,ricor-dandosi d’essere umano, si ammala mettendo in crisi la redazione. All’inizio ci si mette “una pezza” rimontando in qualche caso gli stessi disegni di Ga-lep, poi si ricorre all’aiuto di altri disegnatori. I primi sono Guido Zamperoni, Mario Uggeri e Lino Jeva, che collaborano fornendo delle tavole a matita, poi riinitedaGalepeviceversa.Nel1955subentraFrancescoGambaenel1960

Virgilio Muzzi, che danno una collabora-zione maggiore fornendo tavole complete cui Galep aggiunge i volti dei protagonisti (nel caso dei disegni di Muzzi) e qualche ritocco (per quelle di Gamba).

L’epoca di questi primi Tex era “eroi-

ca” e “pionieristica”: si lavorava sempre

con l’acqua alla gola, perché il Tex uscisse

in tempo… Galep non ce la poteva fare a

reggere il ritmo… la soluzione, trovata in

frettaefuria,fudiafiancarglidegliaiuti,chedisegnasseroglisfondi,operinoicor-pi dei personaggi, ai quali Galep aggiunge-

va poi la testa. Una specie di rozza “catena

di montaggio”, realizzata in amicizia e con

l’entusiasmo, ripeto, di quegli indimen-

ticabili “tempi d’oro”. In seguito questa

soluzione ibrida fu abbandonata, a favore

dell’alternanza tra vari disegnatori.4

4 Sergio Bonelli, dalla posta di «Tutto Tex» numero 10, settembre 1986.

A lato:il Tex disegnato a due mani da Francesco Gamba e Galep.

Sopra:i Navajos di Freccia Rossa battezzano Tex con il nome di “Aquila della Notte”.Disegno di Zamperoni e Galep.

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Gli anni Cinquanta sono monopolizzati dalla striscia, e

tutte le case editrici hanno i loro campioni che si diffondono

in questo formato. Con il successo, però, cresce anche la

bigotta protesta degli “educatori”: genitori, maestri e politi-

cibenpensanti.Costoroidentiicanoneifumettiunnemicodell’infanzia e, convinti della “devianza” del media, lo ac-

cusano di addestrare al crimine le giovani menti. L’estremo

eccesso è raggiunto quando la stampa cattolica si spinge a

stilare dei bollettini con i “buoni” e i “cattivi” tra le pubbli-

cazioniafumetti;naturalmente,ilTexiniscetraimaggioriesempidellasecondacategoria!Uccidesenzapensarciduevolte, fa l’occhio languido a donne scollacciate e di dubbia

moralità, bestemmia e non risparmia imprecazioni a ogni

giro di lingua… Nel 1951 è addirittura stampato e distribu-

ito dalla parrocchia di Cristo Re a Roma un fascicolo dal

titolo Mammina me lo compri?, dove si discetta sull’asso-

luta pericolosità dei fumetti per la mente di giovani e adulti

esipongonosulpiattopregiudiziemoralismichedeinireassurdi è dir poco. Dopo la “dimostrata travianza” del fu-

metto i redattori stilano un elenco in ordine alfabetico delle

testate con accanto un giudizio e, nello stesso tempo, in vari

riquadripropagandanoletestatedellastampacattolica!Texè addirittura citato due volte come “escluso”. Nonostante

quest’ostracismo, Tex procede per la sua strada e, forse, le

caratteristiche così marcate che lo differenziano dagli altri

prodotti analoghi, come questo suo seguire regole in modo

sregolato, sposa appieno lo spirito di contraddizione giova-

nile decretandone il lento ma costante successo.

Sopra:Il marchio GM e le testate che vi aderiscono:

la risposta dell’Associazione Editori al dilagare della “moralizzazione”

e della campagna contro i fumetti.

Sotto:da sinistra, la copertina del fascicolo

Mammina me lo compri? e Tex che “ammicca” alla languida

e scollacciata Marie Gold!Disegni di Galep.

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All’indomani dell’ennesimo attacco condotto con proposte di legge approvate alla Camera (poi fortunatamente bocciate al Senato) – opera dei deputati democristiani Maria Federici Agamben e Giovan Battista Migliori – proponenti un control-lo preventivo sulla stampa a fumetti (che rievocava lo spettro del regime fascista col suo controllo cautelativo del Ministe-ro della Cultura Popolare), Sergio Bonelli risponde giocando d’anticipo insieme agli altri editori e crea, per salvaguardarsi da questi “ideologi del crimine”, una commissione d’autocen-sura, pubblicizzata su albi e copertine col marchio gm (Garan-zia Morale). Evitando così una paralisi certa del settore se la legge fosse passata.

In questo clima non idilliaco, la vita editoriale della casa editrice va avanti. Si studiano altre iniziative, altri personag-gi, nuove strade editoriali: la rivista «Poker», l’americano «Buffalo Bill», il nostrano e curatissimo «Gordon Jim» ecc., senza mai perdere di vista il Tex, purosangue vincente del-la scuderia di via Ferruccio. Contemporaneamente all’inizio della «iv Serie a striscia» e della «Raccoltina», nell’aprile del 1952 sull’onda della crescente popolarità del character e delle pressanti richieste dei lettori di rivedere le avventure di Tex dalle origini, Tea Bertasi decide che è giunto il momento di mettere in cantiere una ristampa. Ma in quale forma? In quale formato ripresentare le avventure del Ranger? I tipi della Mondadori hanno costruito un for-mato molto gradevole, per una collana denominata «Albi d’Oro», deri-vato dai comic book americani; vi pubblicano i loro racconti migliori, diventati famosi e ricercati tra il pubblico, dando così origine al formato detto appunto “Albo d’Oro”. Tea opta per questo formato verticale, spil-lato, di trentadue pagine, con una periodicità quindicinale, per ripartire nel giugno 1952 dalla prima magica avventura di Aquila della Notte; inconsapevole di aver consegnato alla storia un’edizione fondamentale per il futuro di Tex. Ogni numero ripropone tre strisce e i titoli di queste sono riportati in copertina. Già, le copertine!Unadellecaratteristichebasilari di questa collana.

Galep è al meglio della forma artistica, è passato attraverso varie esperienze – pittura, illustrazione, fumetti – e la sua capacità di sintesi nel creare le copertine è un’abilità che esalta le sue qualità: la visione d’insieme dell’illustratore, la dina-micità del fumettista, i colori del pittore e, inalmente libero dalla“gabbia” e dalla “limitazione” dei pochi centimetri di una striscia, può sfogare una creatività che lo porta a realizzare dei piccoli capolavori.

Sopra:copertina dell’albo n. 51 I Serie

formato “quaderno” «Albo d’Oro». Disegno di Galep.

Sotto:esempio di copertina

della «II Serie Gigante» ricavata da quella «Albo d’Oro».

Disegni di Galep.

Pagina precedente: particolare di una pagina

del fascicolo Mammina me lo compri? In tale eccezionale reperto

Tex è doppiamente segnalato come da «escludere dalla lettura».

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Le copertine degli Albi d’Oro di Tex sono tanto determinanti da contribuire in modo notevole a far entrare il personaggio nel mito. Mai prima d’ora un fumetto seriale si era fregiato di copertine così belle, così espressive e di tale profondo im-patto sul pubblico. Un punto di forza che contribuirà in modo sostanziale al lancio di quella che è la serie attuale di Tex. E sì, perché di lì a poco, per scelta e per necessità, l’editrice riutilizzerà (riadattandole) un numero cospicuo di queste co-pertine: prima, dal gennaio 1954, per copertinare le raccolte delle rese dell’«Albo d’Oro», gli introvabili 29 numeri della cosiddetta «i Serie Gigante» e, poi, i primi numeri della «ii Serie Gigante», quella in edicola a tutt’oggi, per intenderci, a cominciare dall’esempio più clamoroso, quella del numero uno, che in realtà è la copertina del numero 4 della i serie quindicinale«Albod’Oro».Èquindiquesto formato ilpro-genitore del volumetto bonelliano!Ma non è inita.Questacollana è anche quella che, con le sue copertine, ha accom-pagnato Tex all’estero: prima in Francia, con il marchio dei 60 franchi impresso in copertina al posto delle 50 lire italiane e poi (a volte, corredate da “ritocchi” tanto pacchiani quanto deturpanti), nel 1954, in gran parte d’Europa e in Sudamerica. Èlacollanadovesieffettuailprimorestylingdellestorieconl’occhio dell’autocensura marchiata gm, anticipando la prassi revisionistica delle edizioni “Tutto” degli anni Ottanta. Altro pregio è di aver cominciato a far assaggiare al lettore italiano una dose tripla di avventure del Ranger rispetto alla striscia base e, quindi, di aver fatto venire l’acquolina in bocca e spin-to, con le raccolte, il passaggio alla lettura “Gigante”, dalla grande foliazione, e alla creazione di uno standard editoriale, il formato “volumetto bonelliano”. Mentre la prima vera ri-stampa di Tex comincia a diffondersi, tra i lettori è ancora in voga il formato striscia, e allora Tea, cavalcando l’onda, pensa benediafiancareall’«Albod’Oro»un’ulterioreristampanelformato della striscia (con foliazione da “Raccoltina”) ed esce nel 1956 con la nuova edizione denominata «Serie Rossa».

Intanto l’originale serie a stri-scia va avanti e, nell’intento di mantenere sempre viva l’atten-zione dei lettori, la casa editrice ha adottato la strategia, dopo la «v Serie», delle denominazioni identi-icativedellevarieserieutilizzandonomi di fantasia. Prima di colo-ri (dal 1953): «Verde» (la sesta), «Rossa» (la settima), «Azzurra» (l’ottava) «Gialla» (la nona); poi, di gemme preziose (dal 1955): «Sme-raldo» (la decima), «Rubino» (l’un-

Sopra:ancora una dinamica copertina

della serie «Albo d’Oro», n.11 III Serie, pubblicata in Francia

sul n. 36 di «Fox» (1957).Disegno di Galep.

Pagina precedente:copertina del n. 18 della «I Serie Gigante»

ricavata dalla copertina del n. 14 «III Serie Albo d’Oro».

Disegno di Galep.

Sotto:la copertina del primo numero

(nella versione al tratto!) della «Serie Rossa» a “Raccoltina” (1956).

Disegno di Galep.

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dicesima), «Topazio» (la dodicesima); e,

ancora di Stati degli usa (dal 1956): «Ari-

zona» (la tredicesima), «California» (la

quattordicesima), «Kansas» (la quindicesi-

ma), «Nevada» (la sedicesima). La striscia

si evolve, aumentano le pagine e a partire

dal 1957, con le serie «Gila» (diciassette-

sima), «Colorado» (diciottesima), «Pecos»

(diciannovesima), «Oklahoma» (ventesi-

ma) si aggiungono anche le pagine a colori

(in realtà un unico colore, seppia, che col

bianco e nero dà l’effetto colore).

Dal punto di vista editoriale il personag-

gioèincontinuaespansione!

1959-1969 – L’evoluzione

1959.Siamoinprimavera.Siveriical’ennesimocambiamentonellavita editoriale di Tex; una svolta che proietterà il personaggio verso il

mito. In barba all’inconfutabile valore storico della collana quindicinale

«Albo d’Oro», tale formato, pur vendendo bene, non ha avuto un vero e

proprio exploit. Sergio Bonelli, constatato che, paradossalmente, la ven-

dita delle rese in “Raccolta” rende proporzionalmente più dell’originale,

comincia a “pesare” l’interesse del pubblico per questo nuovo formato e

primad’investiredeinitivamentesudiessocercalacontroprova.Ridu-

ce di qualche centimetro la dimensione dell’Albo d’Oro, in declino nelle

preferenze del pubblico, e ristampa dall’inizio le storie di Tex riparten-

do dal numero uno nel nuovo formato, quello della “Raccolta Gigan-

te”. Nasce la «ii Serie Gigante» (e quello che in futuro sarà noto come

“formato bonelliano”). Contemporaneamente a questi eventi avviene,

in seno alla casa editrice Audace, una

piccola rivoluzione. Dal 1957 il giovane

Sergio Bonelli riveste il ruolo di diretto-

re responsabile di tutte le pubblicazioni

edite; ora la signora Tea è pronta a pas-

sargli la mano e le responsabilità della

conduzione della casa editrice.

Ho volentieri lasciato a Sergio la re-

sponsabilità dell’azienda quando, tutto

sommato, lui era ancora poco più di un

ragazzo, dal momento che, vivendo e la-

vorando insieme con lui tutto il giorno, mi

ero resa conto delle sue capacità e del suo

incondizionato amore per il mondo del fu-

metto.5

5 Tea Bertasi, da un’intervista di G. Brunoro in «Dime Press» n. 11, ottobre 1995.

Sopra:Tex e il diabolico Meisto.

Disegno di Galep.

Pagina precedente: una delle storiche copertine

di Galep per la “Raccolta” che compone la «I Serie Gigante»

utilizzata per il n. 16 di «Plutos presenta Tex»

edita in Francia (1954).

Sotto:bozzetto originale del logo “Araldo”

per la nuova denominazione della casa editrice,disegnato da Galep

e utilizzato una sola volta in calce alla ristampa

della «Collana Capolavori».

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Il giovane rampollo di famiglia

diventa il titolare dell’azienda e della

nuova, moderna ragione sociale che,

quasi a signiicare l’abbandono deitempi eroici di «Audacia», assume la

nuova denominazione di casa editrice

Araldo.

Tra la ine del 1959 e i primi del1960 tutte le testate portano il marchio

Araldo.

Dal notaio con mia mamma Tea, non

avevamo ancora deciso come chiamare

la nuova società. Nell’indecisione fu

aperto l’elenco del telefono e, tra i di-

versi nomi di cinema, uno in particolare

attrasse la nostra attenzione, si chiamava

“Araldo”. Fu così deciso che le nuove

pubblicazioni sarebbero nate sotto il

marchio di “Edizioni Araldo”.6

A distanza di pochi mesi ciò che il neo

editore aveva intuito si dimostra esatto:

il pubblico ha scelto “l’avventura Gigan-

te”. I lettori sono diventati più esigenti,

hanno più soldi da spendere, più tempo

libero e vogliono storie più corpose, il

volumetto gigante con le sue 162 pagine

appaga tale richiesta e trasforma il “pove-

ro” fumetto in qualcosa di più attraente,

che si può tenere in libreria. A novembre

del 1960 l’«Albo d’Oro» chiude, la serie

è stata soppiantata proprio dal formato

nato dalla sua raccolta, quando il pubbli-

co ha preteso una razione di avventura

più sostanziosa. L’avvento della «ii Serie

Gigante»ponelebasiperlacrescitadei-

nitiva del personaggio e della stessa casa

editrice. Come detto, in realtà Sergio Bo-

nelli mette in edicola questa collana più

per intuito che per certezze assolute e il

formato che sarà il marchio dei prodotti

Bonelli del futuro inizialmente nasce in

forma molto spartana. Si riciclano, ria-

dattate e rimontate, le copertine della se-

rie «Albo d’Oro» (per mano dello stesso

Sergio Bonelli) per diversi anni. La pe-

6 Sergio Bonelli, da conversazione con l’autore, 1994.

Sopra:

ancora l’opera di Galep per la «Serie Albo d’Oro»,

riutilizzata da Sergio Bonelli

per la copertina del n. 34 della «II Serie Gigante».

Pagina precedente:il lavoro di montaggio

effettuato da Sergio Bonelli utilizzando il disegno di copertina

dell’albo n. 4 della «I Serie Albo d’Oro» per confezionare la copertina del n. 1

della «II Serie Gigante». Disegno di Galep.

A lato:

Tex sceriffo in un disegno di Galep

per la copertina dell’albo

«II Serie Gigante» n. 181.

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riodicitàviaggiasuunafalsabimestralitàinoalnumero 31 (maggio 1963), dove diventa mensile.

Il formato iniziale dei primi numeri (cm 17 x 24)

si stabilizza in cm 16 x 21 con 161 pagine sino

al numero 26; 128 sino al numero 92; 112 più le

copertine a tutt’oggi.

Mi sono reso conto che il lettore aveva più dena-

ro, che era disposto a pagare un po’ di più, e quindi

facevaancheunsacriiciopurdiaverepiùpagine.Èstato così che abbiamo deciso questo cambiamento di

formato – ma soprattutto anche di pagine – che ha rap-

presentato proprio il giro di boa in cui Tex è passato

leader. […] Questo cambiamento improvviso per cui

lo abbiamo trasformato in un albo anche da collezio-

nista, dandogli questa dignità che contiene in sé l’in-

coraggiamento a non buttarlo, che ti permette di met-

terlo in biblioteca […] è stato un cambiamento tecnico

molto importante […]perinounpococasuale, nonvoglio spacciarlo come un colpo d’ingegno mio. Le

modiiche avvengono anche così, gradatamente, persegnali che sono nell’aria.7

Il boom economico degli anni Sessanta garantisce una

stabilità d’acquisto da parte del pubblico e la possibilità per

l’editore di mantenere il prezzo dell’albo fermo sulle mitiche

200 lire per almeno un decennio. Al resto, ad appassionare

masse sempre più numerose di lettori, ci pensano gli autori

e, per loro, Tex. Ormai non è più possibile tornare indietro,

il futuro appartiene al volumetto “Gigante”. Bonelli punta

concretamente su di esso che, pur scendendo a 114 pagine

dalle iniziali 161, resta editorialmente parlando una sidanotevole. Il successo del formato è costante, il consenso del

pubblico è senza precedenti, tale che nel 1964, su pressante

richiesta dei lettori, porta alla prima ristampa della «ii Serie

Gigante»: la serie «Tex Tre Stelle».

Ora, in edicola troviamo due mensili in formato volumetto “Gigante”, la

«Serie Rossa» (la striscia volumetto) e la mitica serie originale a striscia che,

nel tentativo di sopravvivere a se stessa, si è rifatta il look e nel luglio 1964 ha

aumentato le pagine (perdendo la spillatura per la brossura con la costatina)

e si è arricchita di nuovi validi disegnatori: Erio Nicolò, Guglielmo Letteri e

Giovanni Ticci. I primi due esordiscono nella serie «Nebraska» a cavallo tra il

1964 e il 1965, il terzo nell’ultima serie delle strisce, la «Rodeo». Già, perché

nel giugno 1967 il mitico contenitore dov’era nato Tex, ormai fuori tempo,

chiude dopo 36 serie per un numero complessivo di 973 albetti, lasciandosi

alle spalle un’era. Se il giugno 1967 rappresenta una tappa storica, a distanza

diunanno,siveriicanodeicambiamentiepocali.Amaggiodel1968ilbravoRaffaele Cormio festeggia il ventennale di Tex portandolo per la prima volta su

una rivista fuori dalla casa editrice, sul numero 7 di «Eureka». A ottobre 1968,

7 Sergio Bonelli, da conversazione con l’autore, 1994.

Dall’alto:locandina che annuncia l’uscita della prima ristampa uficiale del formato“Gigante”: la serie «Tre Stelle».

Una delle prime interpretazioni di Texdell’artista iorentino Erio Nicolò.

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UN EROE PER TUTTE LE STAGIONI

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a pagina 69 del numero 96 della «iiSerieGigante»,initoilmaterialedaristampare, si comincia a pubblicare il materiale inedito. Si dovrà arrivare

puntuali in edicola ogni mese con nuove avventure, un onere gravoso per

idisegnatori,impegnatiamantenereprecisedatediconsegna,eunasidanotevole per la redazione che deve programmare, sincronizzare e far fronte

alle emergenze. La linea che porta in edicola Tex puntuale ogni mese con

un’avventura inedita non può permettersi pause o ritardi. Nel febbraio 1969

esce il primo albo a colori, il numero 100, che festeggia il primo traguardo

storico. Tex «ii Serie Gigante» è ormai una realtà dell’editoria italiana: si

èpartitidallecirca40.000copieinizialipertoccarenel1969le400.000!

1970-1993 – La maturità

1970. Sono gli anni in cui si diffonde la

modadelwesternall’italiana.Gliappassionatiaffollano le sale cinematograiche e destinanoalcultglieroideinostrani“spaghettiwestern”.Personaggi come Lee Van Cliff, Charles Bron-

son,LeeMarvin,ClintEastwood,elettrizzanolefollegrazieaiilmdiSergioLeone e non si

è ancora capito se sono state queste pellicole

a dare maggior impulso e a favorire i fumetti

del genere (quindi anche Tex) o se con la sua

“scuola” sia stato il Tex a facilitare l’espansio-

ne di questo fenomeno. In ogni caso Tex ha pol-

verizzato la concorrenza, come un rullo com-

pressore prosegue inarrestabile il suo cammino

su livelli di stampa che in alcuni momenti gira-

no intorno al milione di copie (la serie inedita

arriva a vendere sulle 700.000 copie, poi c’è la

ristampa)!Èilperiodod’orodelnostroRanger.Gli è riconosciuto il Nettuno di Bronzo quale

miglior fumetto italiano alla 72 ore di Bologna.

Ètantalarichiestadegliarretratiche,aondate,si ristampa più volte l’intera serie, che è ripor-

tata in blocco nelle edicole. Fenomeno unico

nell’editoria mondiale. La sua popolarità è

alle stelle e le iniziative extra fumetto, che

lo vedono conteso un po’ da tutti, piovono

da ogni parte. Nel 1993 la International Belt

acquisisce la licenza per produrre una linea

d’abbigliamento e commercializza cinture e

Dall’alto:lo storico numero di «Eureka»

dell’editore Corno, che festeggia i vent’annidi vita editoriale del Tex.

Il primo dei diciannove numeri della «Serie Rodeo» che chiude,

dopo 973 numeri settimanali, la serie a striscia.Disegno di Galep.

A lato:una serie di cartelloni che evocano

la stagione degli “spaghetti western”.

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TEX - FIUMI DI CHINA ITALIANA IN DESERTI AMERICANI

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UN EROE PER TUTTE LE STAGIONI

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oggetti in pelle. La Mondadori gli dedica un Oscar nel 1973

(Sangue Navajo) e un volume cartonato nel 1975 (Il mio

nome è Tex), primo di una lunga serie di strenne. Bargioni

e Lucotti gli dedicano un saggio: Analisi semiseria del più

popolare fumetto italiano (1979).Èalcentrodell’attenzionedei media, oggetto di articoli su rotocalchi, protagonista di

dibattiti pubblici e accese polemiche. Non ultima la “scoc-

ciatura” delle etichette di appartenenza politica, “fumetto di

destraodisinistra?!” che, suo malgrado, si vede appiccica-

re. In realtà si tratta di speculazioni grottesche e inutili, di

strumentalizzazioni che vorrebbero dislocare Tex da quella

che è la sua collocazione naturale, e cioè le avventure del

mensile. Ma, altresì, danno l’idea di quanto Tex sia ferma-

mente entrato nel tessuto sociale, di quanto sia popolare e

di quanto faccia parte del costume della nostra società. C’è

gentechenonleggefumetti,chenonamailwestern.Nonc’è nessuno che ignori chi è Tex.

Sul fronte interno, mentre nel 1972 assistiamo all’ulti-

mo colpo di coda della striscia, con la chiusura della «Serie

Rossa», nel 1974 si aggiunge allo staff dei disegnatori un

altro importante autore, Fernando Fusco; è anche l’anno, il

1974, in cui si cambia ancora la ragione sociale da Araldo

in Daim Press. La casa editrice cresce e Tex resta il leader

dellepubblicazioni.Anchequandoagli“anniwestern”se-

guono quelli dei “fumetti neri” e dei “supereroi” lui, forte

del suo pubblico, resta sugli scudi mentre gli altri passano.

Nel 1976, dopo ventotto anni ininterrotti di storie create da

Gian Luigi Bonelli, per far fronte a un momento di emer-

genza, Guido Nolitta esordisce con la sua prima storia di

Tex, Caccia all’uomo, sul numero 183.

Tex è cresciuto molto, anche come character. Galep lo ha

ormaideinitobene anchegraicamente, tanto che i nuovidisegnatori,cheperesigenzediproduzioneloafiancano,sirifanno al suo modello.

Avrei voluto continuare a disegnarlo sempre e solo io, ma

non è stato materialmente possibile; venne la necessità di cam-

biare formato, quello piccolo di emergenza non poteva conti-

nuare.

[…] Si trattava di assegnare ad altri storie complete. Mi

chiese [Sergio Bonelli] se ero disposto a consentirlo. Ero dispo-

Sopra:il volume di Bargioni & Lucotti,

edito da Gammalibri che nel 1979 ha inaugurato

la serie dei volumi dedicati al Ranger.

Pagina precedente:un Tex pronto a rispondere al fuoco nella più classica delle Main Street!

Disegno di Galep.

A lato:locandina inserita negli albi

della casa editrice che illustra il passaggio

da Dime a Daim Press e il perché della scelta di tale nome.

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TEX - FIUMI DI CHINA ITALIANA IN DESERTI AMERICANI

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nibile, per me rappresentava la conti-

nuazione di Tex, sarei stato sciocco a

non accettare. Prima di tutto sono un

professionista e quindi debbo difen-

dere il mio lavoro; così si decise di

comune accordo che altri avrebbero

fatto quello che non avrei avuto il

tempo di fare io.8

Anni Ottanta. La crisi del settore

morde il freno sulle tirature dei fu-

metti. Neanche la casa editrice di via

Buonarroti 38 è immune alla caduta

delle vendite, ha chiuso varie testate

e si trovano sull’orlo del baratro anche «Mister No» e «Martin Mystére», i

personaggi più giovani dell’editore. Il solo baluardo, inossidabile nel tempo,

resta Tex (all’ombra delle sue 400.000 copie). Un evento nodale nella storia

del Ranger è l’arrivo di Claudio Nizzi nello staff degli sceneggiatori (1983).

Tra i disegnatori, dopo l’esordio di Vincenzo Monti sul numero 262 ad agosto

del 1982, è la volta dell’aretino Fabio Civitelli (1985), che col suo tratto por-

taunaventatadinovitàgraica:ungradevolemiscuglio di modernità e classicità.

C’è anche l’esordio di una scoperta della

casa editrice: Claudio Villa (1986), un talen-

to naturale, destinato a lasciare il segno nel

panorama del fumetto italiano e a diventare

uno degli uomini simbolo di Tex. Nello stesso

periodo, si aggiunge allo staff dei disegnatori

anche il maestro spagnolo Jesus Blasco Mon-

terde (1987).

Tex, intanto, fuori dalle pagine disegnate è

approdatoalgrande schermo. IlilmdiDuc-

cio Tessari, con Giuliano Gemma nei panni del

Ranger, in verità resta un’occasione mancata.

Ma, se il ilm per vari motivi delude gli ap-

passionati, sul fronte edicola la concorrenza

non esiste. La Dardo, storica contendente di

mercato, è collassata su se stessa, ridotta alla

sola ristampa del periodico «Super-Eroica».

La Corno è dissolta, colata a picco con gli

americani «Super-Eroi Marvel». C’è stato il

fallimentare tentativo del fumetto d’autore, cui

anche Bonelli paga dazio. L’unica concorrenza

al Tex proviene dalla sua nuova ristampa. Quel

«Tutto Tex» partito nel dicembre 1985 che,

ennesima ristampa della «ii Serie Gigante», si

preiggedipubblicareleavventuredelRanger

8 Galep, da conversazione con l’autore, 1986.

Sopra:

“il bivacco”.

Disegno ad acquerello

opera di Galep.

Sotto:

Tex di Fernando Fusco.

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UN EROE PER TUTTE LE STAGIONI

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ripulite dall’autocensura del famigerato marchio gm, in

una veste editoriale rinnovata.

Questo 1985 è l’anno d’oro di Tex: non c’è quotidiano o

rivista che non gli abbia dedicato lunghi articoli, e il nostro

Ranger è ormai di casa in televisione e al cinema. Il mese

scorso è uscito, con un albo speciale tutto a colori, il numero

300. Un traguardo che nessuna pubblicazione di questo tipo

può vantarsi di aver tagliato. Un traguardo, ma anche un pun-

to di partenza: le nuove, inedite avventure continueranno a

uscire,almenoinoalnumero1000.E, d’ora in avanti, le storie degli anni Ottanta, saranno af-

iancatedaquestaripropostadellestorieunpo’piùanziane,che conservano intatti il fascino, la meraviglia, la freschezza

di quando per la prima volta, nel lontano 1948, Tex vide la

luce.9

Bonelli è un buon profeta, la concorrenza non è in

grado di tenere il passo. Nessuno è capace di contrasta-

re il dominio editoriale (e non solo) di Tex; neanche la

lessionedelmercato,enelgiugno1988,conilnumero32 di «Tutto Tex», da mensile passa a quindicinale, as-

secondando i lettori che caldamente avevano richiesto

tale passaggio. Nello stesso periodo l’editore manda

nelle edicole un albo fuori serie: Tex il Grande, edito

come albo celebrativo dei quarant’anni del personaggio,

in un formato speciale, per i disegni di un inedito Gui-

do Buzzelli. Il successo è tale che darà il via agli «An-

nuals», alla nascita di una dimensione diversa dell’eroe

ricercata nell’arte di grandi autori fuori dal giro texiano

e protagonisti assoluti del fumetto mondiale.

Dopo anni di strapotere editoriale, per intaccare la

leadershipdiTex,civuoleunigliodellasuastessascu-

deria. A dargli un brivido, è arrivato il personaggio creato

da Tiziano Sclavi, Dylan Dog. L’indagatore dell’incubo,

giunto nelle edicole nel settembre del 1986, non a caso,

ha molte analogie editoriali col Ranger: inizio in sordina,

andamento contro corrente, scetticismo di molti degli ad-

detti ai lavori poco propensi a pronosticare un suo succes-

so. La leggenda vuole che lo stesso Sergio Bonelli aves-

9 Sergio Bonelli, dalla presentazione del numero uno di «Tutto Tex».

Sopra:Tex di Fabio Civitelli.

A lato:il popolare settimanale «Sorrisi e Canzoni TV»

dedica la copertina del n. 30 del 1985 a Giuliano Gemma-Tex

del ilm diretto da Duccio Tessari.

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TEX - FIUMI DI CHINA ITALIANA IN DESERTI AMERICANI

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se scommesso solo una pizza su «Dylan

Dog». Tra lo stupore e l’incredulità, (nes-

suno sa spiegare il motivo vero di questo

successo) le vendite aumentano al punto

che nel 1990 partirà una ristampa quindi-

cinale e, dopo un anno, sarà bissata da una

seconda ristampa mensile.

Il fenomeno è tale da far parlare di re-

cord, di successo mai eguagliato e, per un

attimo, ci si dimentica che c’è stato un pe-

riodo in cui Tex ha avuto contemporane-

amente in edicola ben quattro testate: un

settimanale e tre mensili! Sulla scia del“mostro” Dylan Dog e del conseguente

risveglio d’interesse dei teenager per il fu-

metto, gli operatori del settore si tuffano a

capoitto sul ilone sviluppando tutta unaserie di testate che spuntano nelle edico-

le come funghi. Il tema comune, l’horror

splatter, identiicato erroneamente comel’elemento vincente che farà risorgere il

mercato, è il nettare su cui nuove e vec-

chie case editrici si lanciano alla ricerca

del titolo che, sulla falsa riga del «Dylan

Dog», li farà ricchi: «Mostri», «Splatter»,

«Blob», «Max Fax», «Donna blu», «Black

Jack», sono solo alcuni. In verità il mer-

cato ha una scossa, però il solo risultato

che si ottiene è suscitare l’interesse dei

sempreverdi bigotti e benpensanti che im-

bandiscono un’altra crociata anti-fumetto,

approittando dell’occasione per lanciarestrali di fuoco sulle pagine disegnate (la

storia si ripete. Quando si dice i corsi e ri-

corsi storici)10. E il Tex? Sornione, resta a

guardare.

Sonoanniincuil’inluenzadelmerca-

to impone di privilegiare storie tra il nero e

il giallo/horror, come testimoniano i titoli:

Acque morte, La maledizione di Escondi-

da, La miniera del terrore, L’uomo serpen-

te ecc., e molte sono le novità all’orizzon-

te;c’èl’eventodell’uniicazioneditutteleragioni sociali (anche della Daim Press)

10 Lo spettro della censura si riaffaccia in edicola, parte una nuova campagna di “sensibilizzazione pubblica”: questavoltaèilsanguedellosplatteraimbrattarelecoscienze!Unotraitantiesempi:«L’Espresso»n.34del 26 agosto 1990, che dedica al “fenomeno” copertina e otto pagine per «un viaggio dettagliato in un genere di letture che produce angosce e apre un interrogativo: non si sta davvero esagerando?».

Sopra:una storica stretta di mano tra “il granitico” Tex e il “giovane” indagatore dell’incubo.Disegno di Claudio Villa.

Sotto:«L’Espresso» n. 34 del 26 agosto 1990, che dedica al “fenomeno splatter” copertina e otto pagine.

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UN EROE PER TUTTE LE STAGIONI

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sotto l’unico marchio Sergio Bonelli Editore e Tex è il campione

chiamato a fronteggiare la crisi. Le iniziative che lo vedono pro-

tagonista si moltiplicano lungo la dorsale italica e una di queste,

La ballata di Tex, una mostra itinerante creata da Claudio Ber-

tieri e Gianni Polidori, parte da Mantova (1988) e, dopo diverse

tappe,varcaperinol’AtlanticoperapprodareinBrasile.Il1988è anche l’anno del Tex Willer Fest: manifestazione cinematogra-

icaindettaaMilanodal18novembreal2dicembreacuradiElisabetta Crespi, Stefano Marzorati e del Citizen Kane’s Club.

Nel 1989 è la volta del giovane talentuoso salernitano Raffaele

Della Monica d’iniziare a collaborare al Tex. Nel 1991, inve-

ce, c’è l’entrée di altri due maestri del fumetto: Carlo Raphael

Marcello e Alberto Giolitti. Dal lato squisitamente editoriale,

comunque, due sono gli eventi: un nuovo albo fuori serie, Okla-

homa!, una storia completa in un albo di 348 pagine disegnata

da Guglielmo Letteri su sceneggiatura di Giancarlo Berardi (che

dà inizio alla collana dei «Maxi») e la pubblicazione dell’ultima

avventura scritta da Gian Luigi Bonelli, Il medaglione spagno-

Dall’alto:un ambiente, disegno di Claudio Villa per una delle sagome ad altezza naturale,

e il catalogo, tutti facenti parte della mostra itinerante partita da Mantova La Ballata di Tex.

A lato:Cartellone del Tex Willer Fest: la manifestazione cinematograica

realizzata nelle sale del Teatro Actor’s Playhause Baires International a Milano.

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UN EROE PER TUTTE LE STAGIONI

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lo nell’albo numero 364. Il sigillo

inale del padre diTex, dopo uncontributo quarantennale rappre-

sentato da migliaia di pagine di

avventure dedicate alla saga texia-

na, contraddistinte da un marchio

doc assoluto. Tra tutte queste no-

vità, nell’estate del 1992, accade

anche quello che nessuno aveva

neppure sognato. Il «Dylan Dog»

di Sclavi gode del vento in poppa

e il numero 69 supera di 10.000

unità il venduto del numero 380

di Tex dello stesso mese. Il miti-

co Ranger è scalzato dal trono di

testata leader delle vendite delle

edizioni Bonelli.

1994-2000 – Il mito

1994. L’ascesa della “Dylandogmania” sembra inarrestabile. Tex assiste

tranquillo, con le vendite attestate intorno alle 350.000 copie per l’inedito,

le 120.000 copie per il «Tutto Tex» e le 50.000 copie per il «Tre Stelle»,

copia più copia meno (la cifra più bassa delle quali, farebbe da sola, la gioia

di molti editori). La testata si prepara con dignità ad affrontare il percorso

della parabola discendente, una strada che è subito lastricata da una dolorosa

ferita: la morte del mitico Galep, l’autore che, al pari di Gian Luigi Bonelli,

ha marchiato con la sua personalità la saga del nostro Ranger. Sergio Bonelli,

in un’edizione speciale del «Giornale di Sergio Bonelli Editore», sancisce

uficialmentel’eventodelpassaggiodiconsegnenellarealizzazionedelleco-

pertine da Galep a Villa con la storica data del numero 400 (simbolicamente

laconsegnaèstatarafiguratadaunacordialestrettadimanotral’inegua-

gliabile Galep e il giovane, talentuoso, Villa) e sottolinea come questo sia

un invidiabilissimo punto d’arrivo e che il numero 401 sarà un nuovo punto

di partenza verso un futuro fatto di fantasia. A rafforzare tali buoni propositi

lo stesso direttore Canzio comincia a scrivere storie di Tex. Allo staff si uni-

scono Michele Medda, reduce dai successi di «Nathan Never» (ma che chiu-

derà subito la parentesi texiana che proprio non è nelle sue corde) e Mauro

Boselli, già collaboratore di Gian Luigi Bonelli e ora sceneggiatore, tra gli

interpreti più vicini allo spirito di Aquila della Notte. Anche tra i disegna-

tori ci sono novità come Aldo Capitanio, Renzo Calegari e l’ingaggio degli

spagnoli: Victor de la Fuente, José Ortiz Moya, Jordi Bernet, e l’argentino

Sopra:

i quattro pards lanciati

nella storia del fumetto.

Disegno di Galep.

Pagina precedente:

il bozzetto originale

dell’ultima copertina

di Galep per il suo Tex.

Pagina successiva:

la primissima prova

di copertina

per l’uscita americana

del Tex di Kubert.

A lato:la testimonianza del passaggio di consegne

tra Galleppini e Villa.Disegno di Claudio Villa.

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Miguel Angel Repetto. Nel 1996, cominciato in modo funesto con la

morte a febbraio del grande Magnus (il suo Texone atteso ben sette

anni uscirà postumo a giugno), altri eventi come Galassia Gutenberg

a Napoli (con ospite il texiano Cofferati) e la mostra Storie e miti

dell’Ovest americano alla Biblioteca civica di Verona, attribuiscono

grande risalto a Tex e al suo mondo. Persino le Poste Italiane dedi-

cano a Tex un francobollo, riconoscendogli un ruolo da protagonista

nell’ambito del costume italiano.

Unruolo,quellodileaderassoluto,chevieneuficialmentesan-

cito nel 1998: l’anno del cinquantenario. Solo pochi classici interna-

zionali possono vantare di aver raggiunto tale traguardo. L’evento è

quello delle grandi occasioni e, per celebrarlo degnamente, per tutto

l’anno le copertine portano impresso il marchio dei cinquant’anni. Il

1998 è dunque l’anno di Tex. Le manifestazioni e i festeggiamenti si

susseguono, le mostre si rincorrono a ritmo frenetico.

Dappertuttoc’èvogliadiTex!Tra le tante occasioni e incontri c’è da ricordare le mostre:

CinquanTex (a San Marco in Lamis in provincia di Foggia nel giugno

1998, a cura di Giuseppe Pollicelli), manifestazione arricchita dal

volume omonimo; Tex a Carpi: Meisto! (nel settembre, a cura

del Comune di Carpi e di Roberto Festi); In viaggio con

Tex per terra e per mare (ancora a settembre a cura del

Comune di Genova e di Franco Musso).

Queste sono solo un minimo esempio delle tantissime

manifestazioni e i media si ritrovano affascinati e

ammirati a festeggiare il mito di Tex. Sull’onda di un

anno di celebrazioni l’eroe della Bonelli si appresta

a entrare nel nuovo millennio a testa alta, è la forza

di sempre. La testata (ennesima riproposizione

dall’inizio) «Tex Nuova Ristampa», partita nel

febbraio 1996, viaggia bene in edicola. Anche

all’estero l’eroe conosce una nuova giovinezza in

Brasile e in Portogallo grazie alla piccola editrice

Mythos, che continuandone la numerazione lo

rilancia alla grande sulle ceneri della serie «Globo».

Stesso rinnovato successo è ottenuto anche in

Turchia e nei paesi della ex-Jugoslavia. Nel 2000

Tex Willer entra come voce nella prestigiosa enciclopedia

Treccani ma, soprattutto, è anche la volta del confronto con uno dei

giganti del Comics usa, Joe Kubert, che realizzerà il quindicesimo

Texone (edito nel 2001). L’albo sarà stampato e distribuito, oltre che

in tutta Europa, anche negli Stati Uniti. Non c’è frontiera che tenga.

Tex resta il più popolare fumetto italiano nel mondo.

A lato:il primo numero con cover di Magnus

stampato dalla editrice Mythosin Brasile.

Dall’alto:il francobollo

commemorativo dedicato al Tex

emesso dalle Poste Italiane,

il volume catalogo CinquanTex,il fascicolo

per la mostra a Carpi.

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2001-2012 – La bandiera

2001. 12 gennaio, ad Alessandria Gian Luigi Bonelli, a novan-tadue anni, lascia questo mondo, lascia i lettori, lascia il suo Tex ed entra nella leggenda come “il romanziere prestato al fumetto e mai restituito”. Colui che è, di fatto, il più grande scrittore di fumetti in Italia passa alla storia. Altro autore dal talento cristal-lino che nell’arco dell’anno (a settembre) ci lascia è Aldo Capi-tanio (che verrà omaggiato nel 2004 da una mostra personale a Vicenza). Tex, intanto, è sempre il primo della classe e spiazza tutti quando il volumetto a lui dedicato nella serie «I grandi clas-sici del fumetto», edito da «la Repubblica» nel 2003, vende oltre 500.000copie.Èuntrionfo.SuiniziativadiArmandoTraversoil Ranger bissa, nel 2004, il successo del 2001 in I fumetti alla radio (su Radio 2), con altri venti episodi. La Hachette lancia una serie di statuine del mondo di Tex e sempre nel 2005, ad agosto, «Panorama» lancia una nuova serie di cartonati dedicati ai perso-naggi di Bonelli; e, ovviamente, i primi tre sono dedicati a Tex. Insomma, il personaggio di Bonelli e Galep continua la sua corsa

tanto che l’editore decide di ristampare anche la collana degli speciali, e con la denominazione di «Serie Stella d’Oro» parte la ristampa a cadenza semestrale dei Texoni.

Tex è lanciato verso il traguardo dei ses-sant’anni di vita editoriale e la casa editrice decide di festeggiare con un albo a colori (rom-pendo così la tradizione del colore nei soli albi centenari), afidando la realizzazionedeidise-gni a Fabio Civitelli. A settembre, con allegata la ristampa del romanzo Il massacro di Golde-na, esce a colori il numero 575, Sul sentiero dei ricordi, albo infarcito di nostalgia e sentimento. I sessant’anni di vita editoriale sono un traguar-doprestigioso.Èindubbiochelevenditesonoscese di un bel po’ rispetto agli anni d’oro, ma Tex resta sulla cresta dell’onda alimentando il suo mito.

Sopra:i quattro pards in uno storico posteredito dalla casa editrice.

Pagina seguente:locandina di «la Repubblica» che annuncia la ristampa del volume la cui tiratura è stata “bruciata” in pochi giorni.

A lato:una delle tante pagine dei quotidianiche tributano l’ultimo saluto a G.L. Bonelli.

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L’ultimo decennio ha visto Tex riprendersi la carica di ban-diera della casa editrice, di rappresentante di tutto un movimento editoriale, di chiocciola di tutto il parco testate della Bonelli; e l’ultima iniziativa, la ristampa a colori di «la Repubblica» (2007), ha avuto un successo senza precedenti, surclassando le analo-ghe edizioni di altri personaggi e passando dai cinquanta volumi previstiai239inali (perunvenduto inquattroannidioltre26milionidicopie!).Successocheconluisceeprosegueconl’edi-zione, nello stesso formato, della «Collezione storica a colori Tex Speciale» che in 25 volumi, dal primo settembre 2011 al febbraio 2012, ristampa a colori la serie degli «Annuals». Un 2011 che, se da un lato ha visto celebrare il Ranger con una statuetta a tiratu-ralimitatainbentreprestigioseversioni(prodottadallaIninity

Statue), con il Romanzo della mia vita (un volume edito da Mon-dadori in cui la penna di Mauro Boselli ci narra la sua biograia)e con molte altre iniziative, di cui un esempio è la riedizione in dvd del cartone in semianimazione Tex contro El Muerto, nella col-lana dedicata al mitico SuperGulp edita da «La Gazzetta dello Sport/Corriere della Sera»; dall’altro, alla data del 26 settembre, con l’improvvisa morte di Sergio Bo-nelli, ha visto arrivare Tex, insie-me a tutta la scuderia Bonelli, a un punto di svolta epocale.

Se Gian Luigi Bonelli, Ga-lep e Tea Bertasi hanno forgiato Tex, Sergio, in modo molto meno scontato di quanto si pensi, matto-ne su mattone, idea su idea, azio-ne su azione, rischio su rischio, ne

ha temprato la igura, tanto da farne un’en-tità isica, un character vivente e una realtàeditorialesolida,inoacostruirneilmito.Hafatto crescere questa creatura assistendola e proteggendola, mettendogli a disposizione il meglio in forma di uomini e mezzi; e mentre Tex lo ha ripagato con i record di vendite, lui, parallelamente, ha trasformato la sua azienda a conduzione familiare in un gruppo editoria-le tra i primi inEuropa, e ha inluenzato inmodo sostanziale lo sviluppo evolutivo del-la cultura del fumetto in generale e di quello “popolare”inparticolare,inoarendereuni-

Sopra:la statuetta ultra limited della Ininity Statue che omaggia Tex.

A lato:Sergio Bonelli.

Sotto:locandina pubblicitaria della serie «Tex Collezione storica a colori» di «la Repubblica-L’Espresso»

Pagine seguenti:gli omaggi a Tex di Giulio De Vita, Corrado Mastantuono e Daniele Bigliardo.

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versalmente accettato il concetto

generico di fumetto come sinoni-

mo di “letteratura per immagini”.

E ora? Ora che è venuto a mancare

cosa succederà? Ora, come detto,

per la cultura a fumetti si andrà

avanti senza una delle sue colon-

ne portanti: il suo mancato apporto

diretto ci porterà su una strada che

sicuramente non sarà illuminata

dalle sue idee né sarà direzionata

dalle sue scelte in prima persona.

Sarà comunque un futuro in linea

con lo spirito di Sergio, visto che

chi ha preso sulle spalle l’azienda

ne ha assorbito gli insegnamenti ed

è deciso a portarne avanti idee ed

obiettivi; come se lui fosse ancora

qui. Tex, dunque, è sopravvissu-

to ai creatori e sopravvivrà anche

al suo “tutore”, guardando avanti

e affrontando le dificoltà con lafredda determinazione di sempre,

forte della sua “immortalità”, della

creatività e della risolutezza della

casa editrice.

In tutto questo il lettore come si

pone nei confronti del Ranger di via

Buonarroti?

Si dice, invero, che all’oggi il

pubblico texiano sia nella stragran-

de maggioranza un pubblico adul-

to: il ragazzino che comprava Tex,

continua a farlo oggi, da grande.

Questo è senza dubbio il pregio e

al tempo stesso il difetto di que-

sta testata. Tale linea ha permesso

al personaggio di risentire poco o

niente delle varie crisi dell’editoria

che si sono susseguite negli anni.

D’altro canto, però, si è autocon-

inatoinuncompartimentostagnoche, se da un lato gli ha dato la pos-

sibilità di vivere sonni tranquilli,

proteggendolo dalle tempestose re-

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cessioni, dall’altro, a lungo andare, potrebbe diventare una trappola

che, come una riserva d’ossigeno insuficiente per sopravvivere,inirebbeperspegnerlo.

Ciò signiicache senonci saràunapportodigio-

vani, nuovi lettori, un ricambio generazionale, il mito

è destinato a estinguersi. Ciò è vero, ma è ancor più

vero che è il

fumetto tutto

che sta implo-

dendo ed è desti-

nato a ridimensionarsi.

Nel 1986 Sclavi ha dato vita

al fenomeno Dylan Dog, che ha ot-

tenuto l’effetto “collaterale”, che non av-

veniva da anni, e cioè il riavvicinarsi degli adolescenti al

fumetto. Questa è stata una ghiottissima opportunità, che

la grande macchina produttrice Bonelli ha cercato di sfruttare

almassimo.Maoral’effettotrainanteDylanDogèinito,la“modaDylanDog”sembrainita!EseTexsièripresoilsuoposto di leader in seno alla casa editrice, purtroppo, il futuro è

tutt’altro che ottimistico. Come attirare nuovi lettori se i pochi

rimasti sguazzano nel caleidoscopico mondo di Internet, iPho-

ne, iPod, Playstation ecc.? Se la rete, cellulari e svaghi elettro-

nici vari hanno occupato gli spazi che copriva il fumetto? In

un mondo che cozza contro la mentalità del pubblico texia-

no, che è “tradizionalmente tradizionalista” come ritrovare

gli spazi? Come fare? La soluzione è che, in tal senso, non

c’è soluzione.

Il media fumetto è qualcosa di autonomo, di vivo, e

la sopravvivenza è legata all’adattamento. Come è già

accaduto nel passato ai libri e al cinema. Settorializza-

zioni e ultra specializzazioni. Pochi prodotti per pochi

fruitori. Il mondo del fumetto, così com’è, è destinato

a contrarsi, a ritagliarsi una nicchia, a essere un oggetto

costruito per essere fruito da pochi appassionati e non

più oggetto “popolare” inteso nel senso di destinato alle

grandi masse.

D’altra parte è anche ipotizzabile e possibile (visto che

è già iniziata) una evoluzione, una migrazione del fumetto

dalla carta alla tavola elettronica, al Web ecc., con la sua con-

seguente rinascita. In ogni caso, quale che sarà il mondo del

fumetto futuro poco importa, se sarà così, o colà, o, in qualsiasi

altro modo, la certezza è che Tex continuerà a cavalcare per le

terre dell’avventura.

Potetescommetterci,Texcisarà!

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