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Notiziario dei soci del Mosca Club Treviso IL PUNTO (a cura del Presidente) 4° TRIMESTRE 2009 Mosca Club Treviso c/o Circolo Sportivo “La Gemma”, via Marie, 1 - 31030 Dosson (TV) tel. 0422490294 Direttore responsabile: Rizzo Sebastiano Registrazione al Tribunale di Treviso n° 55 del 01/03/2007 Presidente: Franco Pistolato, via A. Gramsci, 55/6 - 30035, Mirano (VE) tel. 347 5050784 H.U. Segretario: Alessio Berti 313 8605295 Sito internet: www.moscaclubtreviso.it Notiziario del MOSCA CLUB TREVISO Anno di fondazione 1971 Poste Italiane S.p.a. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 70% - CNS TREVISO ANNO 35 N° 128 “SENTIMENT” Ogni anno, quando posso, mi concedo un paio d’uscite a cheppie a Ponte di Piave. In una di quelle, nel Maggio di due anni fa, al termine della pescata, mi son fatte alcune considerazioni… Ma, veniamo ai fatti. Arrivo sul posto con tre ore a disposizione per il mio relax. Nella buca grande, a valle del ponte vedo già un’altra persona intenta nell’azione di pesca (dall’impeto e velocità dello strippaggio mi sembra di conoscerla, eh si, “quello” fa diverse centinaia di km per venire qua ..e .. lo trovo sempre, certo che ne deve avere del tempo libero). Circa quattrocento metri a valle ce ne sta un altro. M’infilo a metà distanza tra i due ed incomincio a pescare. Finalmente una giornata ideale, non fa troppo caldo, non c’è aria e l’acqua è leggermente velata. Ma come fa a non essere limpida, son quasi due settimane che non piove!!! Ah già probabilmente stanno scavando a monte. Monto il mio streamer in maraboo bianco su corpo giallo, shooting taper del nove e vai.. Qualcosa non funziona, la mosca è buona, ma ho la sensazione di non essere correttamente in pesca. Cambio shooting taper e monto l’undici. Le cose cambiano subito in meglio, finalmente la frizione del mulinello comincia a cantare. La cosa che mi distoglie un po’ dalla mia azione di pesca e mi disturba è il vedere le diverse cheppie che scendono la corrente a pancia all’aria, probabilmente il pescatore a monte non le slama e ossigena correttamente. Dopo un paio d’ore e una quindicina di catture sono completamente soddisfatto. Torno a riva, inizio la fase di smontaggio della canna e, come di prassi, soffermo la mia attenzione sugli altri pescatori. Il “pescatore scatenato” è sempre stato là, fermo, sotto il ponte ed è sempre incannato. Il pescatore a valle sale e si dirige verso di me. Quattro chiacchiere e pareri sulla giornata di pesca. Pesca da circa sei ore ed ha catturato una ventina di cheppie, è felice, lo si legge sugli occhi. Un saluto e mentre lui prende la via del ritorno, io mi dirigo verso “la macchina da guerra”. Caspita…non sta dando proprio un buon esempio di sportività (sta pescando con un trenino di ben sette mosche). Mi vede, si ferma per due parole (veloci perché deve ancora catturare). E’ incaz..to nero, mi riferisce che, dal mattino ha preso solo ottantatrè cheppie rispetto le centododici del giorno precedente. Sbotta ed impreca contro quello e contro questo, non gli va bene niente, tiene occhi furiosi…. Due pescatori che, in comune, hanno solamente la tecnica di pesca, due approcci e “sentiment” diversi di godere la propria passione. Franco Pistolato Ps: UN CALOROSO AUGURIO DI BUON NATALE E SERENO ANNO NUOVO A TUTTI I SOCI E PROPRI CARI

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IL PUNTO(a cura del Presidente)

4° TRIMESTRE 2009

Mosca Club Treviso c/o Circolo Sportivo “La Gemma”, via Marie, 1 - 31030 Dosson (TV) tel. 0422490294 Direttore responsabile: Rizzo Sebastiano Registrazione al Tribunale di Treviso n° 55 del 01/03/2007Presidente: Franco Pistolato, via A. Gramsci, 55/6 - 30035, Mirano (VE) tel. 347 5050784 H.U.Segretario: Alessio Berti 313 8605295

Sito internet: www.moscaclubtreviso.it

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Anno di fondazione 1971

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ANNO 35 N° 128

“SENTIMENT”

Ogni anno, quando posso, mi concedo un paio d’uscite a cheppie a Ponte di Piave.In una di quelle, nel Maggio di due anni fa, al termine della pescata, mi son fatte alcune considerazioni… Ma, veniamo ai fatti. Arrivo sul posto con tre ore a disposizione per il mio relax. Nella buca grande, a valle del ponte vedo già un’altra persona intenta nell’azione di pesca (dall’impeto e velocità dello strippaggio mi sembra di conoscerla, eh si, “quello” fa diverse centinaia di km per venire qua ..e .. lo trovo sempre, certo che ne deve avere del tempo libero). Circa quattrocento metri a valle ce ne sta un altro. M’infilo a metà distanza tra i due ed incomincio a pescare. Finalmente una giornata ideale, non fa troppo caldo, non c’è aria e l’acqua è leggermente velata. Ma come fa a non essere limpida, son quasi due settimane che non piove!!! Ah già probabilmente stanno scavando a monte. Monto il mio streamer in maraboo bianco su corpo giallo, shooting taper del nove e vai.. Qualcosa non funziona, la mosca è buona, ma ho la sensazione di non essere correttamente in pesca. Cambio shooting taper e monto l’undici. Le cose cambiano subito in meglio, finalmente la frizione del mulinello comincia a cantare. La cosa che mi distoglie un po’ dalla mia azione di pesca e mi disturba è il vedere le diverse cheppie che scendono la corrente a pancia all’aria, probabilmente il pescatore a monte non le slama e ossigena correttamente. Dopo un paio d’ore e una quindicina di catture sono completamente soddisfatto. Torno a riva, inizio la fase di smontaggio della canna e, come di prassi, soffermo la mia attenzione sugli altri pescatori. Il “pescatore scatenato” è sempre stato là, fermo, sotto il ponte ed è sempre incannato. Il pescatore a valle sale e si dirige verso di me. Quattro chiacchiere e pareri sulla giornata di pesca. Pesca da circa sei ore ed ha catturato una ventina di cheppie, è felice, lo si legge sugli occhi. Un saluto e mentre lui prende la via del ritorno, io mi dirigo verso “la macchina da guerra”. Caspita…non sta dando proprio un buon esempio di sportività (sta pescando con un trenino di ben sette mosche). Mi vede, si ferma per due parole (veloci perché deve ancora catturare). E’ incaz..to nero, mi riferisce che, dal mattino ha preso solo ottantatrè cheppie rispetto le centododici del giorno precedente. Sbotta ed impreca contro quello e contro questo, non gli va bene niente, tiene occhi furiosi…. Due pescatori che, in comune, hanno solamente la tecnica di pesca, due approcci e “sentiment” diversi di godere la propria passione.

Franco Pistolato

Ps: UN CALOROSO AUGURIO DI BUON NATALE E SERENO ANNO NUOVO A TUTTI I SOCI E PROPRI CARI

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AUTODISCIPLINA? NI!Provo ad esporre le mie convinzioni in merito all’articolo pubblicato sullo scorso numero del Notiziario, anche se in cuor mio speravo di ricevere alcune Vostre osservazioni.

Chi pratica la Pesca a Mosca o chi si avvicina a tale tecnica, in un certo senso ha già affrontato un percorso che lo ha portato ad anteporre il modo con cui si intende catturare alla cattura stessa. Forse ci si è avvicinati perché ammaliati dai ritmici movimenti del lancio, magari dalla magia della costruzione di artificiali utilizzando pochi e semplici materiali o semplicemente stanchi del dover maneggiare le esche naturali, tutto questo probabilmente è stato sufficiente per avvicinarsi ad una, mi sia passato il termine, “filosofia” diversa del concetto di pesca. Codici di autodisciplina non sono nuovi per noi PAM, già il Fly Angling Club Milano (con Rancati) nei primi anni settanta aveva proposto una serie di regole che dovevano contraddistinguere il pescatore a mosca. Anche il Mosca Club Treviso, nel secondo numero del proprio notiziario gennaio del 1975, a firma del compianto presidente dott. Marinelli, ha pubblicato una serie di regole comportamentali, che il buonsenso indicava come minimo comune denominatore, necessarie ai pescatori per poter continuare a praticare la pesca ricreativa. Non possiamo dimenticare che anche la rivista tedesca “Der Fliegenfischer” nel n° 7 gennaio/febbraio 1976 ha riportato l’elenco dei punti delle regole deontologiche formulate dal Mosca Club Treviso sottolineando l’impegno dei club italiani nel “promulgare e diffondere in Italia l’idea di una pesca veramente sportiva in generale e della pesca a mosca in particolare”. Nel corso degli anni, a causa del continuo peggioramento delle condizioni delle acque, si è dovuto fare buon viso a cattivo gioco, ed a questa sensibilità innata abbiamo dovuto volenti o nolenti adeguarci.

Ho seguito con interesse, più di un anno fa, la nascita di questa iniziativa, sorta quasi come la provocazione di dichiarare (per noi) l’ovvio. In poco tempo ha preso forma in un manifesto programmatico che trascende la pesca a mosca e si rivolge a tutti i pescatori; questo indubbiamente è stato un grande passo in avanti fatto da alcuni settori mondo della pesca a mosca, spesso trincerato entro la sua torre dorata fatta di superiorità “morale” rispetto agli altri tipi di pesca. Sia ben chiaro non voglio negare il fatto della superiorità, in termini di mortalità del rilasciato, della pesca con gli artificiali e della pesca a mosca in particolare, rispetto agli altri metodi di pesca, ma questo non può essere una patente di moralità rispetto ai comportamenti tenuti dai pescatori dentro e fuori l’ambito della pesca. Voglio solo ricordare che, a mio modo di vedere, la pesca non inizia con il primo lancio ne termina una volta riposta l’attrezzatura.

Perché dunque sono contrario ad Autodisciplina pur condividendone i principi fondanti? Io credo fermamente, consentitemi una piccola provocazione, nella “disciplina”: disciplina fatta da regole che devono essere rispettate e fatte rispettare! L’amministrazione pubblica deve emettere delle regole atte a governare i beni naturali soprattutto in considerazione che le attività umane interferiscono sempre maggiormente con l’ambiente. Questo concetto è quanto più lontano dalla nostra pratica quotidiana fatta da normative che, come tutte le attività umane, a volte sono giuste a volte sbagliate, spesso astruse. In questo “mare” di incertezza, vera o presunta, impera tutto ed il contrario di tutto per cui si accampano giustificazioni del fatto che da una parte magari si pesca a ninfa dove si può pescare solo a secca (tanto io pratico il no kill) o magari dall’altra si accampa la scusa di volere“salvaguardare” la pesca al “rodolon” a scapito della fauna ittica naturale. Di questi esempi ne posso, ne possiamo fare una moltitudine. Pure l’amministrazione pubblica, spesso anche a causa di oggettive difficoltà date dai magri bilanci destinati alle attività ambientali e di pesca, non riesce a esercitare il suo compito di verifica di applicazione delle normative, delle concessioni o delle convenzioni.

E pensare che spesso le leggi ci sono! Ci sono le leggi applicative delle norme europee circa la salvaguardia delle specie a rischio di estinzione, ci sono le leggi per il quantitativo massimo del pescato in mare. Chi è un po’ più i là con gli anni si ricorda di certo della legge Merli sulla tutela delle acque.

Facciamo attenzione a non cadere nella banalità ad addossare agli altri, multinazionali, i pescatori di professione, all’agricoltura o in generale alla legge di mercato, le colpe dell’attuale situazione. Per esempio, la legge che impedisce il trasporto dei pesci alloctoni c’era già da quando ho cominciato a pescare: ora ci troviamo siluri, lucci perca, aspi, breme, barbi spagnoli, iridee e via discorrendo… Colpa di chi? Delle multinazionali? Dei politici? O dei pescatori? Magari alcuni più responsabili di altri, ma questa è la triste realtà. La giustificazione è spesso data

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che i fiumi erano così inquinati che non c’era pesce e “ben vengano” questi alloctoni in grado di adattarsi alle nostre acque. Quando ci rechiamo in una concessione perché ce ne sono tante e grosse, facciamo discorsi diversi?Dire che rilasciamo sempre le marmorate non può essere sufficiente per consentire che possano essere prelevate nelle misura minima ridicola di 35 cm e con tutti i sistemi di pesca. Non possiamo dire quanto siamo bravi nel prelevare spigole adulte e fingere di ignorare che con pochi etti di bigattini a volte vengono destinati a frittura orate mormore o spigole lunghe pochi centimetri.

L’autodisciplina è spesso l’anticamera della superiorità morale a cui poi segue l’indifferenza. Basta vedere, dopo oltre un ventennio, la triste situazione di molti No Kill nostrani. Istituiti e mantenuti, con enormi sacrifici da poche e generose persone, quali esempio all’amministrazione pubblica e ai pescatori in genere della possibilità di una pesca sostenibile, relegati per miopia della prima ed indifferenza dei secondi, a pochi centinaia di metri di fiume. Tutto il contrario del loro scopo principale. Ci sono poche e qualificate realtà ma sopra di loro volteggiano gli avvoltoi pronti per il banchetto. (questo detto con il massimo rispetto per gli avvoltoi!).Se ognuno, per le proprie possibilità, non da un contributo a rispettare le leggi esistenti e a modificare quelle che non sono adeguate, malgrado l’autodisciplina insita in ogni pam, non possiamo, in futuro, sperare in niente di buono. Non posso concludere senza sottolineare un punto sottolineato da Autodisciplina che spesso facciamo finta di ignorare “Fare volontariato presso club o associazioni di pesca in attività a tutela dell’ecosistema acquatico almeno due volte all’anno.”

Enos Bortolozzo

Dal gazzettinoImportanti lavori di ampliamento del famigerato depuratore di Carbonera, le cui acque reflue sono convogliate sul fiume Melma.Venerdì 23 Ottobre 2009, Dopo due anni dalla richiesta inoltrata alla Regione da parte dalla Società Alto Trevigiano Servizi, è giunto l’ok: l’assessore Renato Chisso ha ottenuto il via libera della giunta Galan sia per la compatibilità ambientale che per l’ampliamento dell’impianto di depurazione. Il progetto prevede che l’attuale depuratore posto a sud di Carbonera in via Bianchini (che ha una potenzialità per 40 mila utenti) sia portato a 60 mila utenti in modo da poter così rispondere alle esigenze della rete intercomunale. Il progetto presentato prevede il raddoppio della linea dei pretrattamenti, la realizzazione di un ripartitore di portata con 3 soglie di sfioro e il nuovo sedimentatore. Verranno realizzate anche nuove vasche biologiche. Sul versante “impatto ambientale”, il progetto prevede il potenziamento delle fasce tampone boscate, il ripristino di due risorgive poste all’interno dell’area di pertinenza e l’infittimento delle rive del fiume Melma. Venezia tuttavia ha posto anche alcune prescrizioni: monitoraggio trimestrale delle acque; sistema di controllo del sistema e installazione di un campionatore per eseguire controlli 24 ore su 24.Molto soddisfatto è l’assessore all’Ecologia di Carbonera Sponchiado, che ricorda come fosse atteso da tempo il sì di Venezia: «Un problema che ci teneva sulle spine era quello delle piogge che creavano il rapido innalzamento del livello delle acque. Su questo problema la Regione aveva chiesto lo scorso anno ulteriori documenti. Ci auguriamo che le tecnologie che verranno installate possano garantire la piena efficienza del depuratore».

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FIUME CHIESE ‘09

Mese di Aprile, causa precipitazioni nevose copiose nell’arco dell’inverno appena trascorso, e da numerosi e abbondanti acquazzoni immancabilmente ogni fine settimana, il Mosca Tour 2009, parte con la prima uscita destinazione fiume Chiese a Condino in Trentino.È stato scelto questo fiume perché esce da un lago artificiale, che dista pochi chilometri a monte del centro abitato di Condino, pertando si presume che le condizioni dell’acqua siano pressoché costanti. Ritrovo per domenica mattina ore 6:30 presso la torre del gazettino di Treviso. Al ritrovo si presentano, Marco, Lino ed io con la mia macchina, mentre Giorgio e Fabio con quella del primo. Partenza direzione Trento, passando per Feltre e Valsugana. All’uscita del casello di Trento sud ci aspetta Alessio, di ritorno dalla notte effettuata a Chiusa per lavoro. Non so come abbia fatto a venire, ma evidentemente la voglia di pescare ha soprafatto il sonno.Arriviamo verso le 10:00, facciamo i permessi e ci apprestiamo sul fiume per andare a pescare. L’acqua è mezzo metro più alta del livello medio, ma almeno è limpida rispetto ai fiume color cioccolato che abbiamo visto nel venire qua ( Piave, Brenta e altri ). Prima di cambiarci, ovviamente ci ristoriamo con dei panini e dell’ottimo vino offerto gentilmente dalla cantina privata di Lino e Giorgio.

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Iniziamo a pescare verso le 11:00, ci dividiamo a gruppi di due persone, per non darci fastidio uno con l’altro. Girogio prende subito una bella trota sui 40 cm, mentre Fabio, suo compagno di pesca, prende qualche temolo, non grande ma molto combattivo. Lino si ferma su un tratto pianeggiante e pescando a ninfa riesce a prendere dei bei temoli, qualche trota e molti cavedani. Marco, Alessio ed io sciendiamo più a valle e riusciamo a prendere un po’ di trote e qualche temolo.

Questo fiume non è molto largo, varia dai 6 ai 10 metri, non molto profondo tranne che sulle buche, ha un andatura medio lenta e se non ci fossero le montagne tutto attorno sembrerebbe di stare in fiume di risorgiva di fondo valle, piuttosto che in montagna. All’interno, infatti sono presenti molte piante acquatiche tipiche dei fiumi di risorgiva. Il letto del fiume è completamente tappezzato di sassi, pertanto è agevole camminarci al suo interno, anche se è vivamente sconsigliato se si vuole prendere qualche pesce, visto che appena ti avvicini alla riva si notano i pesci scappare immediatamente, complice anche l’acqua molto pulita.Purtroppo il livello dell’acqua più alto del solito ci ha penalizzati abbastanza, infatti le catture non sono state così numerose e il pesce non era di grosse dimensioni, ma tutto sommato visto le condizioni degli altri fiumi, questo era uno dei pochissimi posti dove iniziare la stagione di pesca in maniera dignitosa a livello di catture. La serata si è conclusa nei migliori dei modi, mangiando ottime pietanze in un ristorante tipico Trentino e raccontando aneddoti ed avventure che si sono susseguite nel corso degli anni al nostro Club.

Nicola Tosi

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A.P.S. MESCHIODurante l’inverno scorso ho avuto il piacere di “svernare” con gli amici dell’associazione del Meschio. Ci trovavamo ogni lunedì sera in quel di Vittorio Veneto al corso di costruzione di mosche artificiali, tenuto dai soci della concessione. Qualcuno pescava già a mosca, altri si sono avvicinati per la prima volta. Un bel gruppo che presto si è amalgamato e ben disposto ad apprendere i rudimenti di questa tecnica.I risultati non si sono fatti attendere; approfittando dell’apertura invernale (novità di quest’anno) del NO-KILL creato sul Monticano a Conegliano, abbiamo potuto collaudare mosche e lanci, realizzando le prime catture di trota fario.Anche il Mosca Club di Treviso ha partecipato ad una serata del corso, grazie all’amico Enos ha illustrato le principali famiglie di insetti presenti nel fiume con il relativo ciclo vitale.

L’Associazione del Meschio da quanto ho potuto notare è in forte crescita, numerosi sono i giovani che si danno da fare nei recuperi, rilasci di pesce, acquisto di uova certificate per purezza di ceppo e la loro successiva cura fino al momento del rilascio allo stadio degli avannotti, pulizia dell’alveo, ecc.Parlando con loro si nota subito un attaccamento a questo ambiente, prerogativa fondamentale per un a buona e corretta gestione.Non mi è capitato spesso in concessioni di pesca simili di avvertire questa lungimiranza (ormai consolidata nei Paesi di oltralpe). E’ molto più semplice, come ben sappiamo, fare bilancio e recuperare più soci possibili con pesci “pollo” di pronta semina. Questo esempio di corretta gestione ci fa ben sperare in un prossimo futuro, evitandoci inoltre i numerosi chilometri che attualmente facciamo per pescare in un ambiente soddisfacente; anziché svolgere la nostra attività sotto casa visto che il Veneto è uno dei luoghi più ricchi al mondo d’acqua (e questo dovrebbe dirla lunga). Personalmente ringrazio tutti i ragazzi dell’associazione e il loro instancabile Presidente, delle nuove esperienze fatte e di tutto quello che ho potuto imparare.

Dimenticavo l’associazione avendo un incubatoio proprio in un vecchio mulino del ‘800 ospita le scolaresche; se qualcuno è interessato può contattarmi durante il periodo invernale per poterlo visitare.

Un ringraziamento infine per il permessi forniti durante il corso di apprendimento della Scuola Italia Pesca a Mosca in collaborazione con il Mosca Club di Treviso che ci hanno permesso di mettere in pratica la tecnica insegnata vista la situazione di forte portata d’acqua del Piave in questo periodo.

Per ulteriori informazioni www2.tmn.it/apsmeschio/

Marco Casellato

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THIMALLUS Come ogni anno riceviamo in qualità di soci di questa benemerita “associazione di pescatori a tutela del temolo” la relazione circa le attività della medesima. Con piacere la pubblichiamo con la certezza che aumenti il bagaglio culturale di noi pescatori responsabili e sia d’ausilio agli amministratori per una sempre più accorta“gestione” delle acque e del patrimonio ittico (e bentonico) in essa conteuto

ATTIVITA’ THIMALLUS

Caro Socio, come ogni anno ti mandiamo due righe di relazione sulle attività del sodalizio .Quest’anno ci siamo concentrati su un problema veramente importante per la sopravvivenza stessa del nostro temolo, il cormorano e la sua attività di predatore sulle popolazioni di timallidi.Sono ormai troppi gli studi ufficiali e non che hanno posto in luce le disastrose dinamiche che legano la scomparsa delle popolazioni di temolo alla presenza del cormorano.Vi è anche chi cerca di dimostrare il contrario ma con scarso successo.Ragioni?Le più svariate ma spesso vi è un legame stretto tra le scelte locali di livello politico e compiacenti studiosi del tema.Il programma Thymallus questo anno verteva sulla raccolta di dati evidenti sulle massicce presenze di cormorano in Italia e il tutto finalizzato a due iniziative. La prima, la nostra presenza ad un programma da tenere su Sky, Caccia e pesca , dove poter dibattere la materia per un pubblico più vasto possibile anche se purtroppo legata e rivolta in prevalenza a persone sensibili al tema, pescatori e cacciatori e non finalizzato alle moltitudini , ad un pubblico molto più vasto di quelli che possiamo definire “ addetti ai lavori!.In febbraio grazie al supporto delle Provincia di Como, Dr Romanò in testa che ancora ringraziamo, e al Dr Puzzi di Graia , nostro Responsabile scientifico, abbiamo realizzato un filmato sul Lago di Lugano, nella parte italiana, mostrando un posatoio di oltre 2000 cormorani. Un tratto di sponda di lago di circa 600 metri per 200 di profondità dove il bianco degli escrementi di questo uccello copriva ogni cosa tra cui due villette quasi sommerse….avete capito di cosa..di guano.

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Il filmato si sviluppa in diversi momenti e quelli più significativi mostrano i 2000 uccelli in volo posarsi a poche centinaia di metri dopo il loro decollo dai posatoi dovuto ai nostri passaggi in barca.Fatevi i conti di cosa possono fare come danno questi uccelli su quel lago nei mesi di permanenza sullo stesso. Senza contare le decine e decine di svassi che abbiamo alzato in volo durante il tragitto dalla darsena al posatoio , dantesco sito da girone infernale. Il filmato serviva ed è servito come base di raccolta sul tema da presentare a Sky. Di conserva Graia ha fornito molto materiale interessantissimo

sulle presenze dell’uccello ittiofago in altri areali , materiale su pesci feriti e divorati.Con il supporto del Dr Mauro Zavaldi , ittiologo appassionatissimo di temolo ed esimio Socio di Thymallus abbiamo raccolto la testimonianza della Associazione Pescatori Alto Reno in Germania attraverso un DVD che ci è stato concesso dallo stesso Sodalizio . Li ringraziamo ancora per l’ estrema cortesia dimostrata. Anche qui , con un testo del DVD è in tedesco, si vedono chiaramente le elevatissime presenze e i danni della caccia sulle popolazioni di pesci , temoli compresi , sull’ alto corso del fiume Reno.Tutto il materiale così raccolto è stato inviato a Sky per supportare la trasmissione.Questa ha visto la presenza del Prof Calabria Consigliere , il Presidente Di Biase, Cesare Puzzi di Graia Responsabile Scientifico Thymallus , Avvocato Luca Sanguineti , Socio benemerito da anni.La esperta guida del famoso conduttore Sign Caligani, che immaginiamo tutti conosciate per le sue famose trasmissioni per la rubrica Caccia e Pesca su Sky e la esperta organizzazione della Signora Izzo ha permesso un notevole successo nella fluidità della trasmissione .I 45 minuti a noi concessi sono stati crediamo ben utilizzati per presentare la dinamica delle interazioni tra in cormorano e le popolazioni i temolo , ma ovviamente non solo, perché il tema ha toccato diversi argomenti e la citazione dei disastri in generale su molte popolazioni di pinnuti ha avuto spazio come era nelle intenzioni fare. La trasmissione è andata in onda diverse volte su Sky e sarà passata ancora in autunno .Non sappiamo quanto riscontro possa esserci stato. Qualche privato si è complimentato , qualche Associazione ha scritto facendo lo stesso , ma quanto abbia saputo incidere l’ iniziativa ….non lo sappiamo, speriamo abbia potuto toccare alcune delle coscienze ….a cui era rivolta.Abbiamo il DVD del programma e possiamo darne copia a chi ne facesse domanda , magari rimborsando il solo costo delle spedizione e del DVD . Il secondo importante momento , successivo a questo , è stato l’invio a fine giugno , a tutti i Responsabili Regionali dei settori ambiente , caccia e pesca , dello scritto che avete qui in copia ( sono tre scritti ma questo ne rappresenta il contenuto essenziale) . Allegato al testo vi era un CD con la raccolta di studi sul cormorano in Italia e le ipotesi di intervento come viste da Thymallus.Le elezioni hanno senza dubbio “fermato “ le eventuali risposte alla nostra iniziativa ma confidiamo di avere a breve dei riscontri sul lavoro come fatto che è veramente poderoso e pieno di spunti di notevole interesse sul tema. Come sapete questa iniziativa ha comportato un lavoro di circa due anni di raccolta ed elaborazione dati . La speranza è che veramente adesso qualcuna delle autorità competenti adite possa muovere dei passi verso l’ attualizzazione della materia cormorano.Monitoreremo e sorveglieremo…..Un tema che ha poi preso non poco tempo è quello della verifica dello stato delle popolazioni di temolo che sembrano un poco ovunque soffrire cali di presenze o comunque non sembra che queste siano in crescita . È stato realizzato un articolato articolo sulla Rivista Fly Line dove vengono elencate le cause e concause dei fenomeni che stanno contraendo le popolazioni portandole in alcuni corsi d’acqua vicino alla scomparsa. Se non alla estrema rarefazione. Le notizie infatti sono divergenti e contrastanti da

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diverse aree dove il pesce ha o aveva il suo areale preferenziale. Costanti certe popolazioni , in declino altre , quasi scomparso in Piemonte, o almeno radicalmente contratte le presenze .Quello che colpisce è la dinamica delle temperature che sono ampiamente trattate nell’articolo .Il surriscaldarsi di molte porzioni dei fondovalle, le sempre più strane alternanze di momenti stagionali non più coerenti con i cicli ritenuti naturali sembra che portino il gradiente termico del nostro pesce …sempre più …in alto nelle valli e nei loro corsi d’acqua. Riducendone gli areali.Ipotesi tratte da osservazioni di Soci e pescatori non suffragate da elementi scientifici, cosa che invece risulterebbe auspicabile vista la semplicità di raccogliere dati in proposito .La dove pinneggiavano temoli oggi si vedono prevalentemente cavedani e tanti barbi. La famosa zona da temolo sta spesso spostandosi a monte e riducendo le stesse a zone a ciprinidi . Torniamo a ripetere che sono osservazioni empiriche ma suffragate da osservazioni mirate di appassionati del temolo che frequentano diversi corsi d’acqua italiani. E non solo, in particolare per l’estero, questo vale per i corsi d’acqua sloveni .Stiamo assistendo ad un generale spostamento di interessi del pescatore e spesso dei gestori. Si tenta di sostituire sempre più alla poca naturalità come rimasta un programma di coinvolgimento dei pescatori in scelte innaturali . Colpa dei tempi forse , della logica prevalente che vede nella pesca occasione di puro svago e nulla più, senza in ben che minimo collegamento con quella che oramai è un lontano ricordo per i nostri fiumi , la natura e la sua magnificenza. Sempre più spesso si riesce a far divertire l’incauto pescatore immettendo grosse iridee , pesci che ben sappiamo dannosissimi per il temolo e non solo, investendo in questo modo non più su un recupero del residuo ambiente “naturale” e sulle popola zioni autoctone , ma bensì su un mero puro investimento sul divertimento di uomini senza fantasia.E sono tanti ed in aumento.Ecco che sempre più spesso si assiste allo spettacolo improponibile di persone che si aggirano per i corsi d’acqua mal gestiti a caccia del trotone da due chilogrammi , immesso due settimane prima, che sia fario o iridea poco conta, conta che si stimola un mercato vero e proprio di interessi che esulano dal significato della pesca. Stiamo trasferendo nei nostri fiumi , come in quelli sloveni, e spesso austriaci , il piacere della pesca in laghetto…. Senza che nessuno ne parli diffusamente.Come sempre anzi molti mezzi di informazione seguono compiacenti la moda del caso.Crediamo si stia rinunciando ad investire sulle popolazioni naturali a favore di un mercato della pesca vero e proprio che non conoscerà freni e ripensamenti , se non tra tanti anni quando esploderà altra moda seguita , coltivata o a volte creata ad arte dai soliti …ignoti. Stiamo veramente perdendo la logica delle cose e nel nostro caso della pesca , di quella a mosca poi in particolare. Assioma di base….

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Pesce grosso che tira mi diverto. Resta che sulle popolazioni di temolo le immissioni di iridea sono devastanti , lo abbiamo detto, scritto , spiegato , ri spiegato , ma sembra che prevalga la logica dell’immetto perché mi diverto e magari qualcuno ci guadagna.Purtroppo la capacità di discriminare tra cosa sia logico e cosa non lo sia sembra non pervadere la mente dei pescatori , che uomini sono ovviamente e quindi coinvolti nei meccanismi delle mode e del decadimento delle arti.Insomma non c’è da stare allegri, assistiamo ad una sorta di decadente rassegnazione del pescatore medio italiano , che porta il concetto del laghetto in ambienti pur antropizzati ma ancora spesso gestibili A cascata e in parallelo il resto descritto sopra. Acque che si stanno riscaldando, politiche di gestione delle popolazioni residue molto allegre, cormorano che impazza, etc etc, in un crescendo che lascia sgomenti.Dal canto nostro non molleremo e continueremo a dare indicazioni sulle gestioni, a difendere in ogni modo possibile le popolazioni di timallidi in Italia ma non solo, nel tentativo di riportare le logiche se non oltre i limiti attuali almeno al punto di partenza…. Per il barbo non possiamo fare molto…..Resta un bellissimo pesce da ammirare , e rischiamo di vederlo spesso …..Barbo, grandissimo pesce , lanceremo le ninfe alla sua posta?

Il Vostro appoggio è fondamentale e lo chiediamo adesso più di prima .L’attività del Sodalizio si regge con Voi .Ricordate le coordinate di pagamento e non fate finta di nulla, crisi o non crisi: Banca Legnano – Agenzia 0155 – Pogliano Milanese- CIN U ABI 03204 – CAB 33600 Conto 17434 Le quote vista la crisi…restano le stesse. 30 euro Associazioni, 15 euro Soci singoli, 7 euro Soci affiliati a Società Socie Se vogliamo tentare di vederli ancora così…….………………..l’impegno dovrà essere sempre maggiore!!

Purtroppo dobbiamo concludere con una triste notizia.Uno dei fondatori e da anni instancabile Presidente della Grayling Society è venuto a mancare lo scorso agosto.Ron Broughton , da anni nostro indimenticabile mentore e sostenitore oltre che nostro grande ispiratore sarà sempre nel cuore di chi ha avuto il grande piacere di conoscerlo e di operare con lui .Daremo ampia informativa sulla figura di quest’uomo nel prossimo notiziario.La sua figura merita un ampia descrizione.

15 ottobre 2009 Il Presidente Dr Di Biase Nicola

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CHIUSURA 2009Cronaca della “giornata del pescatore” svolta nel fiume Piave a Ponte della Priula zona artificiali, a chiusura della stagione 2009

Anche quest’anno ci siamo ritrovati a chiudere la stagione a Ponte della Priula, ed il tutto com’è tradizione è stato organizzato dal club in maniera efficiente e conviviale.Ritrovo alle ore 10.00 alla rampa della casa del contadino muniti di vettovagliamento pesante, gazebo , piastre per cucinare salcicce e costicine sotto la supervisione di Lallo o’ Cangaceiro memore di esperienze internazionali e soprattutto sudamericane. Quando arriva Capocantiere l’organizzazione è già a buon punto sfruttando la legna del posto e manodopera dei commensali: chi non aiuta non magna per cui tutti si danno un gran daffare. Chi taglia, chi spacca legna chi, alla chetichella, va a vedere l’acqua stupenda e con il livello giusto che promette catture giganti,” cocomeri” come dice il Pope . Frenesia alimentare e piscatoria si mescolano ed il più”carico” di tutti è l’avvocato Pitagorico che mi interroga con la cadenza di una salva di fucilieri ben addestrati: “Aò che monto, che coda,dove me metto, a lazzarò ce lo sai se ce sono i trotoni?”

Mi piace Franco, è sempre molto diretto e si vede che il ftyvirus si è ben insediato in lui inducendone una progressione tecnica notevole, vorrei che tutti gli allievi fossero sempre così con aspettative ed energie da profondere senza fine. Sono della partita anche Berto e Domenico due nuovi soci che, pur non potendo pescare (non hanno il regionale), sono venuti a vedere ‘sta banda de matti all’opera fiduciosi di capire e forse, carpire i segreti dei più bravi e smaliziati fra noi. Dopo la mangiata più che satollante (costicine, salcicce, vino , dolcetti ,caffè e grappa potente) , chi si è già cambiato parte speranzoso mentre qualcuno galoppa verso le auto parcheggiate dalla Bionda per imitarli. Siamo tanti e quindi la possibilità di trovare libera l’ agognata postazione vincente è da spartire con tutti i presenti. Ci sgraniamo dal ponte alla ipsilon che sdoppia il corso del Piave anche se uno dei due rami è secco in quanto, dopo i lavori di “sistemazione idraulica”, il fiume ha abortito quello di destra in favore dell’ altro che risulta di livello più che decente. La giornata è bellissima ed i colori dell’acqua e del fondo, contornati dagli alberi con i primi colori autunnali, mi riportano col pensiero agli orizzonti canadesi da me visitati nell’99. Berto è rimasto più in su mentre con me , Alessio e Franco si accompagna Domenico come osservatore. C’è anche Nicola e Mauro in fondo vicino al pilone che delimita la fine del nokill là dove altre volte mi sono confrontato con le poderose iridee che, cresciute dall’ anno scorso, ogni tanto si degnano di emozionarci mettendo a dura prova attrezzatura e pescatore. Sono scaltre e grosse, sono le sopravissute alla mattanza del “fuori confine”perpetrata dei soliti che interpretano ancora la pesca come una sanguinosa “corrida”dove l’unico risultato sono pesci ammazzati da esibire in famiglia ed ai bar della zona. Solo iridee in quanto per forza e numero hanno ridotto la presenza di mormorate e fario che, spero, abbiano risalito la corrente andando nella “Piave”dove non so se abbiano avuto sorte migliore delle consorelle americane. Si comincia a catturare qualcosa sotto con ninfe classiche e qualche novità tipo il Wolly Worm e la pupa di sedge adoperate con maestria dal

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Maddalozzo che catturerà 4 iridee in rapida successione. Cammino , driblo per correttezza i compagni in acqua, e mi porto al di là del pilone dove le correntine si aprono a pettine in una grande buca colore blu intenso. Ho provato con la secca ed ora provo una WF7 con punta affondante minita di Petusetto dell’otto abbondantemente piombata: niente da fare ed il tempo passa in inutili sondaggi a raggiera per cui opto per una P.Tail nimph sempre grossa e munita di testa fluo arancio che già mi aveva fruttato buone catture in altre occasioni. Al secondo passaggio sento fermarsi la coda ed uno strappo poderoso mi mette in contatto con un siluro di buone dimensioni che immediatamente salta fuori sorprendendo tutti, uno o due strattoni e poi non sento più un c ... Il 18 è andato e mi rammarico con me stesso di non aver usato ben altri diametri . Anche Domenico ha visto la scena e si duole della perdita di quel pesce così imprevedibile ed energico. Mi volto e c’è una new entry nella scena:è Lallo The Fox che con la circospezione di un gatto acquatico affronta le correntine a pettine da me visitate senza risultato. Sembra che senta la presenza di eventuali “squamose” ed immobile distende con perizia la DT3 armata da una famosa mosca del vecchio Bianco semplice ma efficacissima. Mi fermo, lo osservo e dico di fare lo stesso al nuovo socio per dargli un esempio di pescatore che per naso e tecnica è sicuramente da imitare. Il risultato saranno due belle iridee ed uno squalo presi sia a secca che in sommersa con una perizia non comune. Fra i tanti bravi il Fagherazzi spesso esprime momenti magici in catture di tutto rispetto in situazioni apparentemente irrisolvibili ai più per cui penso che potrebbe essere un valido istruttore di strategia sul campo. Torno in su ed in una correntina , stavolta con la Petusetto pescando a scendere, incoccio un pesce bellissimo di stazza sui 45 cm che, dalla livrea, sembrerebbe una mormorata. Chiamo Lallo e gli faccio vedere la canna piegata ad U sotto gli strattoni del pesce che alla fin strappo alla corrente. Purtroppo in acqua bassa non riesco a guadinarla in quanto, dopo due scrollate di testa, si libera della ninfa a pochi metri da me e riparte immediatamente per il fondale smeraldo. Accidenti, non ho avuto fortuna e dei due pesci presi non mi resta che la fugace visione seguita dallo sberleffo della coda. Bisogna saper perdere ed accettare che almeno la giornata non è andata in bianco completamente. Resoconto delle catture: Il President 4 iridee prese a ninfa a risalire, Alessio l, Nicola 2 a ninfa e dulcis in fundo il Policeman Cazziola con alcune trote ed un magnifico barbo di 60 cm beccato nella buca del Poliziotto appunto ! Anche il Marameo ha fatto stricche beccando una bella serie di squaletti con la ninfa al grido de : “t’ho beccato lazzarone, e mò come te metti ?” Che dire infine della marmorata da 62 cm catturata da Walter Rigo con una piccola Olive Dun?Tirando le somme una bella giornata passata con amici in allegria e con catture ragguardevoli per numero e dimensione, una occasione da ripetere sperando sempre di condividerla con tanti e più di tanti nello spirito che ci accomuna in questa grande passione. In fondo è questo che importa e come spesso ho sentito dire :”il pesce?, solo un pretesto!” Alla prossima ed un grazie a tutti.

Marco Cason

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CENA DI NATALE 2009Come ogni anno, nel mese di Dicembre, prima della festività Natalizie, si svolge presso il club la grande e instituibile cena di fine anno.

Ritrovo verso le ore 20:00 al club e nell’aspettare l’inizio della cena, ci si scambiano le opinioni, più o meno contrastanti su questo anno di pesca appena trascorso. Tra chi ha preso trote e temoli grossi, chi ne ha presi altrettanto, di più grossi, arrivano le ore 21:00 e si incomincia a cenare. Quest’anno proviamo la cucina dei nuovi gestori del locale “La Gemma” che, come potevamo immaginare, soddisfano al pieno le nostre aspettative. Tra una portata e l’altra, ci si scambiamo sempre vari aneddoti sulle uscite di pesca appena trascorse ma anche quelle più”vecchie”, ma che fanno sempre piacere risentirle. Quest’anno oltre alla targa che il nostro il club dona al socio che da molti anni ha profuso energie nelle attività del club, consegnato a Stefano Duprè, è stato reintrodotto il “pinocchietto”, ovvero il premio che viene dato alla persona che nelle serate del venerdi sera si è vantato di dire qualcosa che di vero potrebbe avere ben poco. Nella fattispecie, il nostro vice presidente, Fabio Calore, ha insinuato di aver preso ad ottobre nel fiume Savinja un temolo di ben 60 cm di lunghezza! A suo favore, Marco Cason, dichiara che effettivamente il vice prese un temolo molto grosso, ma non potendone confermare la lunghezza, Fabio incassa il suo pinocchietto, con obbligo di consegnarlo il prossimo anno a colui che si macchierà di “pinocchiaggine”! Un’altro nuovo premio che è stato istituito, è quello del tapiro d’oro, ovvero colui che sempre nel corso dell’anno si è “attapirato” per un fatto a lui accaduto. A pari merito quest’anno c’erano in lista due persone: Marco Cason e Stefano Duprè. Il primo per le numerose multe prese in passato, l’ultimo per una multa presa in mare a bordo della barca di Aurelio Sandonà. Premio tapiro 2009 è andato a Stefano Duprè. Tra un premio e l’altro arriviamo alla richiestissima e agognata lotteria di fine anno. Anche quest’anno i

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premi in palio sono numerosi e alcuni di notevole pregio. Ci sono un grezzo di Zanin, due canne nuove, un mulinello, un gilet da pesca e soprattutto le numerose scatole di mosche realizzate dai nostri migliori costruttori di mosche: Lino Fattoretto, Marco Cason, Loris Cagnin, Andrea Conte e tanti altri. Dopo un “accanita” lotteria a suon di: “mischia bene che prendi su solo un colore”, ad “è un imbroglio, escono sempre i tuoi numeri”, ad “hai vinto anche l’anno scorso la canna, non è giusto”, tutti i premi vengono assegnati e così termina la bellissima serata, fatta di ricordi e di buone aspettative per gli anni a venire

Nicola Tosi

La cena dell’Oca

La tradizione del mangiar l’oca viene puntualmente rispettata anche dal Mosca Club Treviso. Ogni anno, infatti, viene organizzata una serata goliardo-culinaria con la presenza delle nostre importanti “dolci metà”. Quest’anno è la ricorrenza è stata festeggiata14 Novembre 2009 a “Porca l’Oca”

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Chi no magna oca a S. Martinno’l fa el beco de un quatrin

Tra storia e leggenda

Affonda nei secoli bui la tradizione di cibarsi dell’oca nel giorno di S. Martino. L’oca costituì assieme al maiale la riserva di grassi e proteine durante l’inverno del povero contadino che si cibava quasi sempre solo di cereali e di grandi polente. Dopo gli egiziani sentiamo parlare dell’oca da Omero che ci narra che i Greci tenevano l’oca come allegro compagno d’infanzia, come guardiano . Anche i romani tenevano in grande considerazione le oche che servivano da guardiani notturni del tempio della dea Giunone nel Campidoglio. Le oche venivano ingrassate con fichi secchi provenienti dalle regioni meridionali per rendere il fegato bello grasso. I romani chiamavano “iecor” il fegato e “iecor ficatum” quello grasso, da cui l’italiano “fegato”.L’oca fu sempre allevata anche nel periodo medioevale nei monasteri e nelle famiglie dei contadini, come ordinava Carlo Magno. A favorire la diffusione dell’oca furono attorno

al 1400 alcune comunità ebraiche di rito aschenazita che si stabilirono, provenienti dall’Europa del nord, nelle regioni settentrionale della penisola e quindi anche nel Veneto . Per motivi religiosi non potevano consumare carne di maiale, così i loro macellai preparavano deliziosi salami e prosciuttini d’oca. L’oca era cibo prediletto dalle ricche famiglie ebree sul finire dell’ottocento. Risulta che fra i barbari che saccheggiarono Roma nel 390 a.C., sotto la guida di Brenno , il palmipede era pure “simbolo dell’aldilà e guida dei pellegrini, ma anche della Grande Madre dell’Universo e dei viventi. La zampa dell’oca veniva usata come “marchio” di riconoscimento dai maestri costruttori di cattedrali gotiche che si chiamavano “Jars” che in francese vuol dire oche.Quella dell’11 novembre era una festa pagana di origine antichissima , già della tradizione celtica, entrata a far parte delle feste cristiane grazie a S. Martino. Questo periodo dell’anno fin dalla tradizione più antica dedicato a S. Martino è sempre stato collegato alle oche. La leggenda racconta infatti che Martino, nonostante l’elezione a furor di popolo a Vescovo di Tours, non voleva abbandonare il saio e cercò di nascondersi, ma furono proprio le oche a stanarlo e così divenne vescovo amatissimo di Tours e poi Santo per la sua bontà nei confronti dei poveri. Secondo alcuni però la tradizione di mangiar l’oca ai primi di novembre non è altro che la conseguenza del fatto che in questo periodo le oche selvatiche migrano verso sud e quindi è più facile cacciarle. Nel secolo scorso e fino ai primi del Novecento l’oca era anche mezzo di scambio. Con essa fittavoli e mezzadri pagavano ai nobili proprietari terrieri una parte del dovuto. Oppure si recavano al mercato e scambiavano le oche con stivali come ricorda la fiera di S. Andrea a Portogruaro nel Veneto , detta “Fiera delle oche e degli stivali”. Suggestivo e di antica tradizione (metà 1500) è il “zogo dell’oca” che occupa tutta la piazza della cittadina di Mirano (Ve).

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Non vanno dimenticati i detti : “Oca, castagne e vino, tieni tutto per S.Martino”, oppure il venetissimo “Chi no magna oca a S. Martin no’l fa el beco de un quatrin”. Questo spiega che la ricorrenza di S. Martino era una specie di capodanno contadino nel corso del quale si festeggiava. Per la nostra tradizione contadina, più semplicemente, l’oca era considerata “il maiale dei poveri”. L’oca fu protagonista di molte famosissime favole scritte da Andersen, Grimm, Selma Lagerlof e altri ancora. Il premio nobel Konrad Lorenz fece dell’oca l’oggetto dei suoi studi d’etologia. (Imperdibile la lettura “L’annello di re Salomone”)

Utilizzo delle piume

L’oca, per noi pam è una buona fornitrice di piume. Poco usata anni fa, attualmente riscoperta e presente in diversi dressings. I primi utilizzi hanno interessato i collarini di hackles (troppo vaporosi e difficilmente

asciugabili rispetto ad es. al cdc), molto più interessanti i biots per costruire corpi (al posto del pavone) e ali e code per i plecotteri (al posto del tacchino). Molto realistica ed efficace nelle imitazioni di ninfe e sommerse trova, a mio avviso, un posto riservato nel box delle mosche emergenti e secche. Oltre al color naturale, si possono ottenere (tramite tinture) dei colori particolarmente interessanti ed esclusivi. Per chi non ha voglia di impegnarsi in bricolage, in commercio si trovano vaste gamme di colori. Prima del loro acquisto suggerisco di provare a modellare con le dita i biots per vedere che non si spezzino (spesso tinture date a caldo li seccano o indeboliscono). Di seguito riporto delle mie costruzioni di provata efficacia.

Franco Pistolato

Tesseramento Sociale 2010

(((( AVVISO AI SOCI ))))

... E’ tempo di rinnovare la tesseraRivolgiti a Alessio o Fabio ...

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Ninfa di plecottero

Amo: n°10 lungo Filo di montaggio: neroTorace: herl nero di struzzoAddome: seta gialla e neraAli: doppia/tripla sacca alare fagianoHackles: sei punte di biots d’oca nereCode: due biot d’oca color neroParticolarità: artificiale appesantito con filodi piombo per tutta la sua lunghezza, avendo l’accortezza di non ingrossare la silhouette dell’imitazione

COSTRUIAMO INSIEMECOSTRUIAMO INSIEME

Ninfa ceca

Amo: n° 10 grubFilo di montaggio: neroTorace: herl nero di struzzo Addome: biots oca orangeAli: noHackles: noCode: noParticolarità: artificiale appesantito con filo di piombo

Emergente di Baetis Rhodani

Amo: n°14/16Filo di montaggio: olivaTorace: biot di oca color olivaAddome: biot di oca color olivaAli: ciuffo diviso in cdc naturale dunHackles: noCode: noParticolarità: artificiale di esile struttura dautilizzare nella 1° schiusa di Baetis R. di inizio stagione (primaverile)

Le mosche dell’oca

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Dun di Baetis Rhodani

Amo: 16/18Filo di montaggio: Giallo pallido (P. M. D.)Torace: biot di oca color Pale Morning DunAddome: biot di oca color Pale Morning DunAli: stornelloHackles: rosso medioCode: Fibre di gallo rosso medioParticolarità: artificiale da utilizzare nella 2°schiusa di Baetis R. di fine stagione (autunnale)

Pupa emergente di Chironomo

Amo: n°14 Filo di montaggio: giallo Torace: cdc naturale chiaro Addome: biot di oca color Pale Morning DunAli: no Hackles: noParticolarità: due biot d’oca nere a raccogliere ai lati la sacca alare

Iron Blue Dun

Amo: n° 18Filo di montaggio: neroTorace: biot di oca color neroAddome: biot di oca color neroAli: punte d’hackles blue dunHackles: blue dunCode: fibre hackle blue dun

Spinner di Effemerella ignita

Amo: n°16/18Filo di montaggio: rossoTorace: biot di oca color rossoAddome: biot di oca color rossoAli: punte d’hackles blue elettricoHackles: gingerCode: fibre hackle ginger

Isoperla Grammatica

Amo: 14Filo di montaggio: gialloTorace: biot di oca color gialloAddome: biot di oca color gialloAli: biot di oca color gialloHackles: gialleCode: no

Franco Pistolato

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VITA DEL CLUBØ Il Mosca Club Treviso si fa partecipe del dolore di Maurizio Dal Maschio per la perdita della moglie

Raffaela

Ø Nel mese di Novembre si è svolto, organizzato dal Mosca Club Treviso, il corso di Lancio e Costruzione. Hanno partecipato undici nuovi soci.

Ø Il 16 e 17 gennaio 2010 si terrà l’annuale Pozò fly festival al centro fiere di Montichiari(Brescia).

Ø Dal 21 al 23 febbraio 2010 si terrà il “PESCARE - FLY FISHING & SPINNING SHOW - Salone internazionale delle attrezzature per la pesca sportiva” presso la consueta sede della fiera di Vicenza. Gli iscritti al Mosca Club Treviso sono invitati a presenziare allo stand del Mosca Club Treviso.

Ø Domenica 7 marzo 2010 apertura sociale presso la zona trofeo a Ponte della Priula. Per prenotazioni contattare Fabio 3356245002

Ø Dal giorno 12 al giorno 15 febbraio 2010 si svolgerà nei padiglioni di Bologna Fiere il 4° Salone della pesca sportiva

Ø Ricordiamo che il libretto di pesca è andato in “pensione” per dimostrare il possesso della licenza è necessario esibire la ricevuta del versamento ed un documento di identità in corso di validità.

PAM Web - La Pesca a Mosca sul WEB

Notizie, idee, curiosità ed amenità varie sulla Pesca a Mosca trovate su Internet. Viene istituita questa rubrica sul Nostro Notiziario, chiunque voglia contribuire. può farlo inviando una e-mail con i dettagli a [email protected]

In questo numero del Notiziario:

http://www.youtube.com/watch?v=vd11x5fj4jU La chasse des Truites (La caccia delle Trote): splendido video di Philippe Laforge (in lingua Francese) sull’alimentazione delle trote.In questo caso le trote non vanno troppo per il sottile ... niente chironomi sul 26/28 !La versione integrale non esiste più su Internet, se ne volete una copia (circa 85 MB) scrivete una e-mail a [email protected].

http://www.jpdessaigne.com Splendido sito sulla PAM (purtroppo per chi no lo conosce, in lingua Francese)

http://www.flycastingclubre.com/ Ottimo sito ricco di contenuti sulla PAM in Italiano.

http://www.apmb.it/libri.php Riferimenti a libri sulla PAM ed ambienti fluviali sul sito dell’Associazione Pescatori a Mosca Bologna

http://www.fly-store.com/video/ Riferimenti a video di dressing trovati sul sito di Fly Store

http://www.fischwasser.net/i_home.html Sito che promuove alcuni Fiumi Autriaci per la PAM

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Programma attività e serateGennaio 2010

Venerdì 08 Serata di costruzione: ”Stimulator” a cura di Marco Cason

Venerdì 15 Serata in ricordo di Gianni – In offerta ai soci materiali ed attrezzature del nostro caro amico Gianni Zanata. Tutto il ricavato sarà devoluto a “Dr. med Beat “Beatocello” Richner KANTHA BOPHA Children’s Hospital (cura di Alessio Berti e Lino Fattoretto)

Venerdì 22 Serata con ospite: Antonio Pozzolini “Attrezzature e materiali Pozò” (a cura di Aurelio Sandonà)

Venerdì 29 Serata con ospite: Francesco Palù “Attrezzature e materiali Palù” (a cura di Enos Bortolozzo)

Febbraio

Venerdì 05 Assemblea Ordinaria 1° convocazione ore 21:00, 2° convocazione ore 21:45

Venerdì 12 Serata con ospite: RP Udine e Orso e il Salmone “Attrezzature e materiali ”(a cura di Silvestro Gennaro)

Venerdì 19 Serata di discussione: Esposizione e valutazione risposte dei soci al questionario MCTV. (a cura di Mauro Vendramin)

Venerdì 26 Serata di discussione: Presentazione Relazione statistiche Ponte della Priula (a cura di Enos Bortolozzo)

Marzo

Venerdì 05 Comunicazioni su variazioni regolamenti 2010 Costruzione Baetidi dun per l’apertura (a cura di Franco Pistolato)Ultimi accordi per la Giornata d’ Apertura Sociale a Ponte della Priula;(a cura di Fabio Calore)

Domenica 07 Apertura in compagnia a Ponte della Priula

Venerdì 13 Costruzione: Ninfe di Baetidi ed Heptagenidae a cura di Marco Cason

Venerdì 20 Serata di costruzione:“Metodi costruttivi varie tipologie corpi in estende body” (a cura di Andrea Conte)

Venerdì 27 Serata di costruzione, “Emergenti di Heptagidae” (a cura di Claudio Fanciullacci)

La serata con l’ospite è preceduta dalla cena che si terrà al club. Chi volesse partecipare deve prenotare contattando il curatore della serata