Notiziario 2009/2012 del Centro Mericiano di Brescia

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Supplemento a Voce della Compagnia di S. Angela di Brescia, n. 1/2013

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VITA DI FAMIGLIA 1

Notiziario 2009/2012

Supplemento a “VOCE” della Compagnia di S. Angela - Bresciaa cura del Centro Mericianovia Crispi, 23 - Bresciatelefono 030.3757965

Direttore responsabile:Antonio Fappani

Gruppo di redazione:Angiolina Pederzani, direttoreVigilio Mario Olmi, Angelo Nassini,Maria Teresa Pezzotti

Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Brescia

Stampa:CDS Graphica srl - Brescia

Notiziario 2009/2012

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Il presente Notiziario, che riguarda gli anni dal 2009 al 2012, se-gue a parecchia distanza di tempo il precedente che si riferiva agli anni2007-2008.

Numerosi sono stati gli avvenimenti religiosi, culturali, didattico-edu-cativi, che si sono succeduti in questo periodo, come si può evincere dalle cir-costanziate relazioni della Presidente in occasione delle assemblee annuali.

Tra tutti, l’evento più significativo è stato la proclamazione diS.Angela patrona secondaria della Diocesi di Brescia per la cui realizza-zione si è molto prodigato il Superiore della Compagnia, Mons. VigilioMario Olmi. Nella sua relazione ai Soci, tenuta nell’assemblea del 23maggio 2009 e che qui appare col titolo “Sant’Angela compatrona di Bre-scia”, lo stesso ne traccia l’excursus fin dal marzo del 2000 quando, duran-te la Giornata della Donna, il Centro Mericiano ed altre Associazioni fem-minili, ne promossero l’idea.

Ora, divenuta S. Angela nel 2010 compatrona con i SS. Faustino eGiovita, le celebrazioni, che si tengono ogni anno il 27 gennaio in suoonore, si inseriscono meglio nella realtà diocesana bresciana, offrendo allacittà tanti spunti di riflessione, di preghiera e di condivisione. Inoltre, co-me successivamente nel 2012 ebbe a suggerire il Vescovo Monari nell’o-melia che qui riportiamo, le Figlie di Sant’Angela da parte loro si devonosentire maggiormente stimolate nel servizio, nell’accoglienza, nel diveni-re “modelli desiderabili per la vita degli altri”.

Nel Notiziario troviamo poi un capitolo dedicato ai due incontriche si sono tenuti nel 2012 per la festa di Sant’Angela. Il primo, un con-vegno dal titolo “La valorizzazione della personalità femminile”, si è svoltonella Chiesa Inferiore del Santuario di Sant’Angela Merici e ha visto come

PresentazioneC L A R A S T E L L A | S E G R E T A R I A C E N T R O M E R I C I A N O

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relatrici Cristiana Calvagna, psicologa-psicoterapeuta, consulente delCIDAF, e la prof.ssa Irma Bonini Valetti che hanno guidato i presenti,purtroppo pochi, a riflettere sul problema educativo e sul profondo va-lore della femminilità, valore da riscoprire e da far crescere per una matu-razione personale corretta ed equilibrata. “Quali messaggi – e quali modelli –diamo alle nostre giovani donne?” si chiede la Calvagna e conclude che dob-biamo “porci domande sul modo di essere genitori ed educatori oggi e sul modo di re-lazionarci gli uni agli altri rispetto al passato”. La prof.ssa Bonini Valetti, esa-minando gli scritti di Angela Merici, vi trova degli spunti pedagogici, vali-di anche per il nostro tempo.

Nel secondo incontro possiamo soffermarci sulla dotta conferenzacon la quale la prof.ssa Paola Vismara, Docente di Storia della Chiesa pres-so l’Università Cattolica di Milano, ha presentato gli atti del convegno in-ternazionale “La risposta femminile ai nuovi bisogni dell’età borghese: la rinasci-ta delle compagnie e degli istituti religiosi delle Orsoline fra Ottocento e primo No-vecento” svoltosi nel novembre 2010. In esso sono ripetutamente messe afuoco tematiche importanti, come quelle che riguardano i compiti soprat-tutto educativi e assistenziali svolti dalle Orsoline, aspetto questo che leaccomuna, quale dato essenziale della loro identità.

Interessante è anche l’approfondito saggio del prof. Belotti sul “va-lore profondo del camminare pellegrinando” dai pellegrinaggi compiuti daSant’Angela agli ultimi dell’esperienza mericiana: un modo di cammina-re fatto di ”interiorità e di preghiera… per riscoprire lentamente il mondo nellasua totalità”.

In un altro articolo il prof. Belotti ci introduce nei “segreti” delCentro Internazionale di Studi on line, da lui strenuamente voluto e spon-sorizzato da Istituti orsolini, religiosi e secolari.

Infine segnaliamo altri due contributi: quello di carattere pedago-gico - didattico della dott.ssa Donatella Maldina dell’Ufficio Documenta-zione e Ricerca del Settore Pubblica Istruzione del Comune di Brescia chetanto si adopera per far conoscere ai bambini delle scuole primarie la figu-ra di Sant’Angela e quello intitolato “Cronachette di drammaturgia mericia-na” di Paola Facchetti che riferisce di varie rappresentazioni curate da Sce-na Sintetica che, come dice la presidente del Centro Mericiano, AngiolinaPederzani Messali, “hanno permesso di entrare in sintonia con il messaggio meri-ciano a persone che ne erano finora rimaste estranee”.

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Il Carisma di Sant’AngelaCompatrona di Brescia

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Il Centro Mericiano è stato promosso dalla Compagnia di S. Angela peravviare e sviluppare un dialogo aperto al contesto sociale.

A tale scopo si è prefisso il compito di: ricercare, raccogliere e conservare il patrimonio documentale, religio-

so e culturale che riguarda il pensiero e l’opera di S. Angela Merici; promuovere iniziative per farlo conoscere e suggerire occasioni di in-

contro con proposte di riflessione su temi di attualità concernenti ilmondo femminile, avendo come punto di riferimento la figura e la te-stimonianza di S. Angela.

Con queste finalità il Centro Mericiano ha operato dalla sua fon-dazione fino al presente con iniziative coerenti, operando nel territoriocon quelle istituzioni che erano interessate a conoscere S. Angela, le suescelte e le sue istituzioni

Di anno in anno circostanze varie hanno orientato il Centro meri-ciano a suscitare iniziative, a promuovere occasioni di studio e progettidi interventi inerenti alla vita della Compagnia di S. A. o a settori diazione pastorale, caratteristici della sua storia, quali la promozione delladonna e l’educazione dei fanciulli, degli adolescenti e dei giovani.

Uno stimolo particolare ad approfondire la conoscenza della fi-gura di S. Angela è venuto nell’ultimo decennio dal susseguirsi di alcu-ni eventi e ricorrenze di singolare rilievo che hanno caratterizzato la vitadella Compagnia.

Il Centro Mericiano guarda con fiducia al futuroM O N S . V I G I L I O M . O L M I | S U P E R I O R E D E L L A C O M P A G N I A

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È sufficiente ricordare il 470° della fondazione della Compagnia nel2005, l’anno giubilare nel II Centenario della Canonizzazione di S. Angelanel 2007, la proclamazione di S. Angela a Patrona secondaria di Brescia,Città e Diocesi, nel 2010.

Sono state numerose le iniziative promosse dalla Compagnia perqueste ricorrenze nel contesto della vita ecclesiale in diocesi e nei rap-porti con gli Istituti religiosi e secolari delle Orsoline. Ed è stata provvi-denziale l’opera del Centro Mericiano, perché per ogni ricorrenza ha pro-mosso e curato un programma di notevole spessore storico, che ha coin-volto la partecipazione non solo degli Istituti delle Orsoline ma anche diIstituzioni civili e di Associazioni di laici che hanno fatto conoscere la fi-gura di S. Angela e la storia delle istituzioni che la riconoscono ispiratri-ce, ben oltre ogni previsione.

Tra le iniziative più impegnative sono da ricordare i due convegnidi studio: il 1° del 22-25 novembre 2007: LA SPONSALITÀ DAI MO-NASTERI AL SECOLO: La diffusione del carisma di S. Angela Mericinel mondo;

Il 2° del 25-28 novembre 2010: LA RISPOSTA FEMMINILE AINUOVI BISOGNI DELL’ETÀ BORGHESE: La rinascita delleCompagnie e degli Istituti Religiosi delle Orsoline fra ottocento e primonovecento.

Di tali convegni sono stati pubblicati gli Atti, di alto valore docu-mentario.

Non sono mancate altre iniziative, soprattutto a livello locale, ec-clesiale e civile, che propongono degli incontri annuali soprattutto di ca-rattere educativo su temi attuali, alla luce della spiritualità sempre illu-minante di S. Angela.

A fianco delle proposte della Compagnia e delle iniziative promos-se dal Centro Mericiano, provvidenzialmente si è andato sviluppando ilrapporto anche con altri gruppi come quello degli Amici di S. Angela. Iltutto tiene vivo il messaggio di S. Angela in un contesto più vasto.

Ripensare oggi al cammino percorso produce un senso di ricono-scenza singolare verso tutti coloro che sono stati gli artefici più impe-

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gnati nel pensare, nel progettare e nel portare a compimento i vari even-ti, ma soprattutto consolida la volontà a tener viva la ricchezza di valori,di esperienze, di istituzioni che lungo i secoli hanno operato per il benedi generazioni lasciando una traccia profonda nella vita della Chiesa edella società.

Il singolare dono, con cui lo Spirito ha arricchito S. Angela Merici,nei secoli passati ha manifestato in molti modi vitalità e grazia. Si puòessere certi che non ha esaurito le sue potenzialità e che anche in futuropotrà produrre nuovi virgulti e abbondanti frutti.

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Così il Superiore della Compagnia S. Orsola, Figlie di S. Angela, durante lasua relazione, ha comunicato ai Soci, radunati per l’Assemblea del 23 maggio2009, i motivi e l’iter necessario per arrivare alla proclamazione di Sant’Angelapatrona secondaria di Brescia

La motivazione che ci ha mossi a chiedere il titolo di patrona per S.Angela, è legata al singolare influsso da lei esercitato nella vita dellaChiesa e della società e tenuto vivo fino ad oggi dalla Compagnia di S.Orsola, da lei fondata.

S. Angela si inserisce nella storia della Chiesa, suscitata dallo Spi-rito Santo in un determinato contesto ecclesiale e sociale, per offrire unnuovo modo di consacrazione verginale a servizio dell’evangelizzazione epromozione umana. Ella infatti è dotata di un carisma singolare che lacolloca nel numero dei Santi, che oltre a professare i consigli evangelici,hanno dato inizio a nuove famiglie spirituali per partecipare, secondo ilproprio dono, alla missione della Chiesa.

Nella storia di Brescia, all’inizio del 1500 la singolare figura diAngela Merici emerge per l’esemplarità della vita consacrata nel mondo,contribuendo efficacemente al rinnovamento già in atto per opera di ungruppo di sacerdoti e laici legati al Divino Amore. Sul suo esempio an-che la Compagnia di S. Orsola da lei fondata, ha continuato a operare su-scitando iniziative ed istituzioni secondo le esigenze dei tempi.

Constatando che la sua esemplarità e l’azione della Compagnia èancora presente nella nostra terra e in altre parti d’Italia e del mondo, è

Sant’Angela compatrona di BresciaV I G I L I O M A R I O O L M I | V E S C O V O A U S I L I A R E E M E R I T O

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sembrato perciò opportuno, per non dire doveroso, riproporre la figura el’opera di S. Angela allo scopo di stimolare i cristiani, che vivono nelmondo senza essere del mondo, a saper testimoniare gli stessi valorievangelici che S. Angela visse con dignità e semplicità, per essere “saledella terra e luce del mondo”.

Con il suo esempio Angela ha incoraggiato molti ad assimilare ivalori evangelici nella vita ordinaria e stimolare alcuni a percorrere la viadei consigli evangelici pur rimanendo nel mondo.

Pertanto con la proposta di attribuire a S. Angela il titolo di “pa-trona” della Città e della Diocesi, si vuole indicare a tutti una persona,una donna, una santa che ancora oggi può additare all’attenzione di tut-ti quei valori cristiani che, come nel passato, anche nel presente sono divalido aiuto per chi vuol dare un senso di autenticità alla propria vita ealle sue scelte nel contesto sociale.

Va riconosciuto un elemento di novità il fatto che Angela Mericiabbia introdotto nella vita della Chiesa e nel contesto sociale la verginitàvissuta stando nel mondo, in quanto ha tenuto insieme le due dimensio-ni, verginità e secolarità, fino allora tenute separate.

Tale esperienza va compresa alla luce del mistero dell’Incarnazio-ne, per il quale Cristo stesso, il Figlio di Dio si è fatto uomo ed è vissutouomo tra gli uomini sia nella vita privata che in quella pubblica.

Angela ha attuato tale percorso in un modo del tutto nuovo, inquanto ha saputo vivere, e quindi proporre, con una santa autonomia, l’i-deale evangelico della verginità, nel contesto della comunità cristiana, afianco di uomini e donne dediti alla famiglia e alle occupazioni secolari.

L’idea di proporre S. Angela patrona è stata espressa la prima vol-ta nel marzo del 2000 durante una manifestazione promossa dal CentroMericiano e da altre Associazioni femminili, in occasione della Giornatadella Donna.

Se ne parlò in seguito, in occasione del convegno tenutosi nella sa-la del Comune, nel 2001 su “S. Angela Cittadina di Brescia e del mondo”; evenne precisata in alcuni contatti con il vescovo mons. Giulio Sanguine-ti, il sindaco prof. Paolo Corsini, il presidente della Provincia, arch. Al-

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berto Cavalli e infine con il Segretario della Congregazione per il cultoDivino e la Disciplina dei Sacramenti.

Ultimamente con l’ingresso a Brescia del Vescovo mons. LucianoMonari, si sono ripresi i contatti: e precisamente con il Consiglio Episco-pale, con il Consiglio Presbiterale, con la presidenza della Consulta dio-cesana per l’apostolato dei laici, con l’USMI e il CIIS diocesano, congruppi di sacerdoti in diverse circostanze, con la Comunità Diaconale einfine con il Consiglio Pastorale Diocesano.

In questi incontri sono state presentate le motivazioni della pro-posta, che hanno riscosso un consenso pressoché unanime.

Le motivazioni possono essere riassunte nelle linee seguenti: Angela Merici è bresciana di origine (Desenzano), è vissuta per un

breve periodo anche a Salò e, negli ultimi decenni, definitivamente aBrescia.Nell’ultimo periodo è stata ospite dei Canonici Lateranensi in am-bienti a fianco della chiesa di S.Afra, che fino all’VIII secolo era statadedicata ai Santi Patroni Faustino e Giovita “ad sanguinem”, cioè eret-ta sul luogo del loro martirio. Si può perciò opportunamente dire cheAngela Merici, il cui corpo è stato sepolto nella stessa chiesa, per lascelta della verginità va considerata la continuatrice della testimo-nianza dei Santi Patroni.

Dopo il bombardamento del 2.3.1945, tale chiesa ha preso il titolo diSantuario di S. Angela Merici.

S. Angela è l’unica Santa bresciana che rappresenta la Chiesa di Brescianel calendario della Chiesa universale. La diffusione del suo culto al difuori di Brescia, si deve soprattutto all’Ordo S. Ursulae, e alle varieCongregazioni delle Orsoline, sparse nel mondo, dedite all’educazio-ne cristiana della gioventù.

La statua di S. Angela si trova esposta nella Basilica di S. Pietro aRoma.

Nel Convegno ecclesiale di Verona del 2006, la diocesi di Brescia èstata rappresentata con l’icona di S. Angela Merici.

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“La Compagnia di S. Orsola: Figlie di S. Angela di Brescia” ha tenutovivo il carisma di S. Angela a Brescia nella sua peculiarità originaria diconsacrazione secolare, seguendone la Regola fino al presente. E recente-mente, il 2 giugno 1992, la Congregazione per gli Istituti di Vita consa-crata e le Società di Vita Apostolica hanno confermato l’approvazione diPaolo III del 9 giugno 1544, dichiarando la Compagnia di Brescia“Istituto Secolare ante litteram”, come l’aveva chiamata Paolo VI.

Durante la sua vita, Angela Merici ha orientato e favorito il risvegliospirituale e morale del suo tempo che preparava alla riforma delConcilio di Trento.

Al presente la Compagnia, per la sua parte, opera in piena comu-nione con l’azione pastorale della Chiesa diocesana, sia per l’evangelizza-zione che per la promozione umana.

In particolar modo contribuisce a promuovere nella donna la con-sapevolezza del genio femminile per reagire senza cedimenti alla menta-lità maschilista e alle varie mode provocatrici.

Rileggendo la storia della Compagnia si potrebbe facilmente evi-denziare il contributo offerto dalle Figlie alla società civile nell’ambitodell’educazione, dell’assistenza alle orfane e delle iniziative per il recupe-ro delle giovani e il loro reinserimento nella vita familiare e sociale.

Questa dimensione ebbe una ripresa singolare con l’azione delleSorelle Girelli.

Sotto la loro guida la Compagnia si diffuse in circa 400 parrocchiecon la presenza di circa 3000 figlie.

S. Angela nel fondare la Compagnia aveva presente l’esempio dellevergini sorte all’interno delle chiese delle origini e quindi intendevariproporre l’apostolica “vivendi forma”.

Perciò S. Angela può essere considerata come colei che ha anticipato laripresa dell’Ordo Virginum, come è stato raccomandato dal ConcilioVaticano II.

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4 - Per meglio conoscere le condizioni richieste dalla Congregazione peril Culto Divino, per il riconoscimento del titolo di Patrona, d’accordocon il nostro Vescovo Luciano, ho chiesto udienza al Segretario dellaCongregazione.

Dopo aver presentato le motivazioni e le consultazioni effettuate in Dio-cesi, che sarebbero state completate con gli incontri del Sindaco e delPresidente della Provincia, si è chiarito che:

Non viene più concesso il titolo di “Patrona” o di “Compatrona”, masolo quello di “Patrona secondaria”;

La richiesta ufficiale va fatta dal Vescovo Diocesano, suffragata dallatestimonianza delle consultazioni compiute. Sono da aggiungere an-che quelle del Sindaco della Città e del Presidente della Provincia.

La Congregazione risponderà alla richiesta con un decreto di appro-vazione che a S. Angela venga riconosciuto il titolo di “Patrona secon-daria della Città” con il culto liturgico di “festa” e “della Diocesi” conil culto liturgico di “memoria”.

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Mi ha sempre colpito l’affermazione che ‘”La carità copre una molti-tudine di peccati.” San Pietro riprende cosi un’affermazione del libro deiProverbi e le dà un significato “evangelico”‘ che diventerà usuale nella let-teratura cristiana successiva: la carità introduce nel mondo nuovo, cheGesù Cristo ha inaugurato con la sua vita e la sua morte, un mondo sta-bilito sul fondamento dell’amore di Dio per noi e che ha quindi l’amorefraterno come sua forma essenziale. Chi perciò pratica l’amore fraternoentra a pieno titolo in questo mondo rinnovato ed è perciò libero dai pec-cati che potrebbero corrodere il tessuto della sua vita. E non si tratta diuna liberazione estrinseca, come se Pietro dicesse: “Chi commette dei pecca-ti diventa debitore con un debito più o meno grande a seconda della qualità deisuoi peccati; chi invece pratica la carità acquista dei meriti abbondanti, con iquali può pareggiare il conto negativo del suo debito.” Il significato è piùprofondo. Ogni peccato, che ce ne rendiamo conto o no, è mancanza diamore e ogni peccato lede l’esistenza degli altri. Anche quei peccati chesembrano essere del tutto personali, nascosti, in realtà non sono, social-mente irrilevanti perché ci costringono a non essere all’altezza delle no-stre possibilità, della nostra vocazione; ci impediscono di produrre queibeni che potremmo produrre e quindi privano gli altri di una parte più omeno grande del contributo che potremmo offrire loro. 1 nostri peccati,tutti, rendono più triste il mondo, rendono più opaca la vita, rendonopiù sfilacciato il tessuto sociale. Possiamo anche dire che questa non è lanostra intenzione, ma gli effetti della nostra irresponsabilità, del nostroegoismo rimangono e, che lo vogliamo o no, pesano sugli altri.

S. Messa per la solennità di Sant'Angela Merici,patrona secondaria della diocesi di Brescia

Omelia del vescovo Luciano Monari27 G E N N A I O 2 012 | C H I E S A S A N T ' A N G E L A M E R I C I | B R E S C I A

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La carità, al contrario, genera sempre e solo il bene e quindi gioia,belIezza, solidarietà, simpatia, pace. Per questo san Paolo poneva la ca-rità come forma suprema del comportamento cristiano tanto da dire cheogni altro tipo di comportamento, se non è motivato dalla carità, è inu-tile; e che, a sua volta, la carità “copre tutto, crede tutto, spera tutto,sopporta tutto”. La carità introduce un dinamismo positivo nella vita so-ciale nel momento stesso in cui purifica il cuore dell’uomo da ogni trac-cia di egoismo, di arroganza, di violenza. Vediamo allora come si possapraticare la carità: ‘”Praticate l’ospitalità gli uni verso gli altri - dice sanPietro senza mormorare”, cioè senza lamentarvi degli altri. Forse baste-rebbe questo per mutare il clima delle nostre comunità cristiane. Si leg-ge nella lettera ai Romani: “accoglietevi... gli uni gli altri così come anche Cri-sto ha accolto voi, per la gloria di Dio.” (Rom 15,7) Cristo ci ha amati e ac-colti quando eravamo ancora peccatori; avrebbe potuto contestare, giu-dicare, condannare. Ha preferito perdonare e accogliere; se possiamogioire del nostro essere credenti, non lo possiamo fare per qualche nostromerito egregio, ma solo per il dono gratuito dell’accoglienza di Cristo. Sitratta, allora, di trasporre nei nostri rapporti fraterni il dono di cui go-diamo nel rapporto con Dio. E “senza mormorare” perché Dio non hamormorato contro di noi, anche se ne avrebbe avuto motivo. Quando cilamentiamo senza fine, quando diciamo che gli altri sono insopportabilie vogliamo a tutti i costi sottrarci al peso che essi rappresentano per noi,siamo ancora di carne, non abbiamo ancora conosciuto Gesù Cristo checi ha insegnato a diventare, come Lui, gli ultimi di tutti e i servi di tutti.So bene che accogliere costa, che la riconoscenza non è garantita, ma ilSignore non ci ha mai promesso che la croce sarebbe stata leggera da por-tare e nemmeno ci ha illuso parlando di un paradiso in terra. Ci ha solopromesso di potere, con la sua grazia, trasformare in scelta di amore an-che le tribolazioni, le delusioni e le fatiche.

Continua Pietro: “Ciascuno viva secondo la grazia ricevuta, mettendolaa servizio degli altri, come buoni amministratori di una multiforme grazia diDio.” La grazia ricevuta è quella della nostra vocazione e di tutti i donidello Spirito che l’accompagnano: i doni della parola e della scienza, le

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diverse capacità e le possibilità concrete che la vita ci offre. Ebbene, ci ri-corda san Paolo, tutto questo deve essere pensato ed esercitato “al servi-zio degli altri.” E’naturale che ogni uomo desideri “realizzare se stesso” equindi usare e sviluppare al meglio quelle possibilità che sono legate alsuo temperamento e alla sua storia personale. Ma nella logica del vange-lo “realizzare se stesso” non significa affermarsi contro gli altri come piùcapaci di loro o più intelligenti o più forti; significa piuttosto riuscire aplasmare tutto ciò che siamo - pensiero e libertà e azione - in modo chetutto prenda la forma dell’amore verso gli altri. Vincere può essere esal-tante; prevalere può apparire gratificante. Ma amare è meglio; e amarepuò voler dire accettare di perdere, accettare di essere secondo o terzo oultimo. Non dico che automaticamente essere ultimi sia un segno di amo-re, ma dico che l’obiettivo della vita non è apparire più forti di qualcun al-tro, ma vivere il servizio verso tutti. C’è chi, accettando di perdere, riescea creare rapporti di amicìzia tra coloro che erano avversari; vale la penapagare un prezzo cosi alto? “La carità copre una moltitudine di peccati.”

Secondo san Pietro non siamo proprietari della grazia di Dio, masolo amministratori; la possiamo usare, ma non per arricchire noi stessi;piuttosto per rendere gloria a Dio, perchè nel mondo risplenda meglio ilfulgore della bontà di Dio. Certo, il distacco da noi stessi costa, ma vale.Vale anche perché siamo costretti a confessare che non riusciamo a viver-lo bene del tutto; che brandelli di egoismo rimangono attaccati anche al-le nostre scelte più generose e questo ci umilia. Ma in questo modo il Si-gnore c’insegna che solo chi si umilia sarà esaltato e chi si esalta sarà umi-liato. Per questo “chi parla, lo faccia con parole di Dio; chi esercita un uf-ficio, lo compia con l’energia ricevuta da Dio.” Lo faccia con parole diDio! Se si trattasse solo di usare le parole del vangelo, dopo un po’, conesercizio, forse ci avvicineremmo a questo precetto. Ma quello che Pietrochiede è molto di più; egli chiede che sia Dio stesso a mettere in noi lesue parole o - che è lo stesso - che la nostra intelligenza sia cosi acuta davedere la luce di Dio, che il nostro cuore sia così libero da desiderare lavolontà di Dio, che la nostra libertà sia cosi pura da lasciarsi incatenaredal bene con un nodo indissolubile. E chi è mai all’altezza di questi com-

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piti? Eppure, sappiamo bene che quello che la parola di Dio ci chiede, loSpirito di Dio ce lo dona; non siamo quindi dei rassegnati. Riprendiamodaccapo il cammino dopo ogni delusione, ci rafforziamo nell’uomo inte-riore perché la durezza del mondo non abbia a mortificare il nostro spiri-to e a spegnere in noi il desiderio di amare.

Tutto questo “perché in tutto venga glorificato Dio per mezzo di GesùCristo, al quale appartiene la gloria e la potenza nel secoli dei secoli.”

Carissime sorelle, discepole del Signore secondo il carisma disant’Angela, ho voluto riprendere queste parole di Pietro nella sua primalettera per presentarvele come stimolo al vostro cammino di santificazione.Se c’è un atteggiamento tipicamente femminile è quello dell’accoglienza; enon ignoro proprio la capacità di servizio e di accoglienza che le Angeline,le Orsoline, tutte le Famiglie che si rifanno a sant’Angela hanno mostratonella storia della Chiesa bresciana (e, s’intende, oltre i confini della Chiesabresciana). Credo che il tempo presente ci chieda di rinnovare questo im-pegno. L’uomo contemporaneo non trova molti luoghi di accoglienza; sisente a volte sballottato dalle potenze del mondo senza riuscire a dare allasua vita stabilità e orientamento; percepisce la freddezza del mondo che locirconda e si rifugia nella ricerca di consolazioni superficiali. Non è facilecapire cosa significhi e che cosa comporti l’accoglienza: non si tratta solo diaprire le braccia; si tratta di offrire uno spazio di lucidità e di affetti nelquale le persone sentano di poter crescere in responsabilità e amore, in ge-nerosità e fedeltà; significa diventare credibili a motivo di una fedeltà nonsolo esteriore. E tutto questo “senza mormorare”. Dietro a tante lamenta-zioni e critiche che sembrano non finire mai, viene inevitabile il sospettoche ci sia un malessere personale; chi è scontento di se stesso non riesce atrovare motivi di soddisfazione da nessuna parte perché dovunque vada ri-mane in compagnia di se stesso e questa compagnìa lo innervosisce e lo in-fastidisce. Bisogna che, invocando l’intercessione di sant’Angela, custo-dendo fedelmente la memoria di lei, chiediamo al Signore che ci aiuti a es-sere contenti della nostra vita e quindi modelli desìderabili per la vita de-gli altri. Il Signore vi benedica e vi aiuti a vivere sempre più gioiosamenteil dono grande che avete ricevuto con la vostra vocazione.

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La Settimana Mericiana 2012

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Oggi la femminilità risulta alterata nei suoi attributi più significativi,profondi e spirituali. Diventa necessaria una lettura più meditata, preci-sa e profonda sulle problematiche che riguardano la femminilità, la ses-sualità e l’educazione. Soprattutto chiediamoci “che messaggi - e quindiche modelli - diamo alle nostre giovani donne”?

È innegabile che la nostra esistenza sia costellata di rapporti e dalconfronto costante con l’Altro, una dialettica fondamentale tanto per ilmondo psichico femminile che per quello maschile. Maschile e femmini-le sono i due estremi differenziati ma nonostante ciò tra loro connessi -che delimitano la nostra possibilità di essere, ed è proprio l’essenzialitàdell’uno per l’altro a conferire senso alla nostra esistenza.

Potremmo definire la storia dell’ evoluzione culturale femminilecome un tentativo, ancora non del tutto portato a termine, compiutodalla donna per cercare di recuperare lo svantaggio che da sempre la di-stanzia dal maschile. Qualcuno potrebbe a questo punto esclamare cheoggi le cose sono cambiate, perché la donna ha vinto le sue battaglie e haconquistato la tanto sospirata “parità”. Eppure, potremmo manifestarequalche dubbio e osservare che la situazione è purtroppo ben diversa per-ché caratterizzata, da un’accentuata difficoltà di rapporto e di confusio-ne tra i ruoli.

Oggi siamo sempre più spesso costretti a fare i conti o con affer-mazioni e vissuti d’uguaglianza tra i generi sessuali (maschile e femmini-

La valorizzazione della personalità femminile:aspetti psicologici ed educativiC R I S T I A N A C A L V A G N A | P S I C O L O G A P S I C O T E R A P E U T A *

* Consulente CIDAF - Consultorio Familiare - Brescia

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le) che negano ogni differenza, o con una rappresentazione che mostra lagrande varietà di generi sessuali in un universo caotico e perturbante.Nel primo caso la differenza è riconosciuta solo come portato negativo,culturale e sociale, atto a discriminare il femminile.

Generalizzando, si potrebbe dire che il mancato riconoscimento ocontatto emotivo con le proprie peculiarità di genere porta le donne adagire la differenza negata realizzando un modello di donna che aderisceimitativamente, omologandosi, a modelli maschili ritenuti forti in un’a-lienante, inconsapevole corsa alla parità desiderata, non costruita emoti-vamente sul riconoscimento di somiglianze e differenze, ma solo intellet-tualmente e ideologicamente (rivendicazione femminile); attenuare ledifferenze di ruolo sessuale tra uomini e donne potrebbe non essere ne-cessariamente una cosa opportuna, specialmente se l’intento fosse quellodi rendere le donne più simili agli uomini. Infatti ci si dovrebbe chiederese non siano proprio le qualità più strettamente associate alla virilità - co-me la dominanza, l’aggressività e la violenza - che hanno portato il mon-do allo stato complesso in cui si trova. La necessità più urgente sembre-rebbe al contrario quella di una miscela di quelle qualità più tradizional-mente associate alla femminilità come la sensibilità, la compassione e lamitezza. Il dibattito dovrebbe quindi vertere perciò principalmente sucome valorizzare adeguatamente il femminile nella società e conferire lo-ro diritti uguali a quelli degli uomini piuttosto che su come trasformarlein cloni maschili.

Parte del dibattito scientifico attuale sul genere sottolinea la spin-ta sociale che contribuisce all’emergere di una cultura dell’indifferenzia-to, una sorta di cancellazione delle differenze, a favore di un genere ses-suale unico, frutto di un’identità post-moderna che tende a cancellare illimite.

Il più straordinario cambiamento della nostra epoca, per quantoconcerne il ruolo della donna nella società, non è tanto dato dall’ “eman-cipazione femminile”, dalla vittoria per la “1otta alla parità”, dalla riven-dicazione di pari diritti e doveri, quanto da una nuova importantissimaconquista di consapevolezza. Questo fenomeno sociale consiste in una

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fondamentale scoperta, un approccio all’esistenza nuovo, che ridimensio-na i tradizionali valori maschili.

Si incominciano a diffondere nuovi valori, “femminili”, che pongo-no in secondo piano l’esigenza di essere forti, vincenti e dominatori, avantaggio della dimensione relazionale, permeata dal sentimento e dal-l’amore. Conoscere l’universo femminile significa aprirsi alla più grandepossibilità dell’esistenza: il rapporto interpersonale. È questa la nostrainesauribile fonte di sostentamento psicologico, l’unica possibilità per vi-vere senza lasciarci fagocitare dalla vita stessa.

LO SVILUPPO DELL’IDENTITÀ FEMMINILE NELL’ADOLESCENZA: IL RUOLO DELLE CONTRADDIZIONI E DELLE POTENZIALITÀ

Il periodo dell’adolescenza nelle generazioni passate era più defini-to ed aveva un esordio meno precoce rispetto ad oggi. I suoi confini tem-porali si stanno dilatando, avviene molto più precocemente ed è moltopiù difficile stabilirne il termine. Tappa fondamentale nel processo di svi-luppo e maturazione dell’individuo, perché ci sono cambiamenti radicalipsico - fisici e nei rapporti con il mondo (famiglia, scuola e amici).

L’adolescenza ha suscitato un interesse crescente in campo psicolo-gico e psicopatologico; infatti, rappresenta la fase decisiva per la costru-zione dell’identità. L’accelerazione del ritmo dello sviluppo fisico com-porta una trasformazione dell’aspetto corporeo, rapida ed evidente. Ilcorpo non è solo un insieme di organi e funzioni, ma una costruzionementale: si parla di “schema corporeo” intendendo sia il corpo reale econcreto sia la percezione di esso.

Come può vivere il proprio corpo l’adolescente? I cambiamentisomatici che si verificano tra gli 11 e i 15-16 anni determinano infattila necessità da parte della ragazza di ridefinire la propria identità cor-porea, ossia “l’insieme di caratteristiche, elementi, conoscenze, qualitàche l’individuo attribuisce al proprio corpo e che hanno una connota-zione affettiva”.

I cambiamenti psicologici che accompagnano i cambiamenti fisici

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possono portare a situazioni conflittuali. Quando l’ansia può generare unsentimento d’inferiorità?

Spesso quando si è al di sotto dei valori medi di crescita. In alcuniadolescenti le differenze dovute allo sviluppo tardivo sono vissute comedifferenze disarmoniche, durevoli e definitive fra le varie parti del corpo.La goffaggine e la mancanza di coordinazione, tipici di questa fase, ven-gono spesso vissute come vere e proprie menomazioni fisiche senza pos-sibilità di recupero. L’ansia può aumentare in relazione alla crescita inpeso, per esempio il vestiario si modifica, si iniziano diete.

Un sentimento d’ansia può essere suscitato dall’arrivo della matu-razione puberale. Lo sviluppo sessuale precoce crea alcune difficoltà e perla ragazza, può costituire una fonte di ansia e di imbarazzo sociale.

Integrare le trasformazioni puberali nello schema corporeo è uncompito complesso per l’adolescente che avviene in modo lento e gra-duale. Le ore passate davanti allo specchio, la cura talvolta eccessiva peril proprio corpo possono essere interpretati come mezzi attraverso i qua-li riappropriarsi del proprio corpo mutato, trasformato e quindi inte-grarlo nella identità corporea.

L’amicizia assume un’ importanza fondamentale ed aiuta il pro-cesso di crescita. Gli amici divengono i nuovi oggetti di investimento cheaiutano a colmare il vuoto dentro di sé. La scelta amicale verso personepercepite come simili con gli stessi dubbi, problemi, difficoltà, interessi egusti. Nei primi anni dell’adolescenza le relazioni sono diadiche privile-giate dove le due adolescenti tendono ad omologarsi in tutto: comporta-menti, modo di vestire, idee, atteggiamenti, sentimenti. Sono rapporti diestrema dipendenza, quasi simbiotici, dove non c’è spazio né per una lo-ro differenziazione né per l’ingresso di altre persone.

Dai 14 anni circa l’adolescente si apre a vere e proprie relazioni digruppo: si formano così gruppi di aggregazione spontanea all’interno deiquali diventa possibile per l’adolescente sperimentarsi in comportamen-ti autonomi.

La maturazione puberale, per le femmine si verifica un paio d’an-ni prima rispetto ai maschi; compaiono i primi segni di sviluppo sessua-

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le e vi sono cambiamenti significativi nei caratteri sessuali secondari: l’i-nizio dei ciclo mestruale, lo sviluppo dei seno, etc... Nell’ambivalenza l’a-dolescente gradualmente costruisce la propria identità sessuale. La ses-sualità, la quale raggiunge la maturazione funzionale nel corso dello svi-luppo puberale, non costituisce che un aspetto, sia pure essenziale, delladimensione affettiva di ogni persona. Perché la sessualità possa esprimer-si adeguatamente non occorre solo che le varie strutture fisiche che ne so-no alla base non presentino alterazioni ed abbiano un buon funziona-mento; occorre anzitutto che essa possa inserirsi nell’ambito di una buo-na maturazione affettiva (e, più in generale, personale e relazionale).

Ricordiamoci inoltre che i comportamenti trasgressivi non rendo-no gli adolescenti delinquenti. Nella maggior parte sono adolescenti chesi confrontano con i limiti, che mettono alla prova se stessi e gli adulti. Iguai che combinano sono spesso atti dimostrativi e manifestazioni dellaturbolenza che caratterizza il periodo di crescita.

QUAL È IL NOSTRO RUOLO EDUCATIVO?

È importante saper ASCOLTARE i figli, dialogare con loro, ascol-tare i loro pensieri, le loro sensazioni, i loro dubbi, senza giudicare subi-to il contenuto che portano. Se questo non avviene i ragazzi smettono dicomunicare. Quando il giovane chiede di essere ascoltato chiede che nonsiano sentite solo le parole, ma i sentimenti, le emozioni che in genere so-no difficili da esprimere.

Ascoltare vuol dire non solo prestare attenzione al linguaggio ver-bale, ma anche a quello non verbale, al silenzio, alla gestualità, alle con-traddizioni. È importante che gli adulti di riferimento sappiano usare“porte e cancelli” perché servono e danno il senso del limite, del confine,ma anche contengono e proteggono quando c’è bisogno. Un adolescenteha bisogno di sapere che la porta è aperta, può uscire e allontanarsi, maanche rientrare quando ha finito la sua esperienza o ha trovato difficoltàtali da aver bisogno di un posto in cui ripararsi. È necessario porre le re-gole. Gli adolescenti sanno che le regole esistono e il fatto che preferisca-

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no evitarle non significa che non ne conoscano l’importanza. Le regole so-no come dei segni che delimitano uno spazio, indicano un tracciato e han-no un loro valore; indicano un percorso e danno protezione, contenimen-to, sorreggono quando serve, ma non evitano che si possa andare oltre,trasgredirle. Quando il giovane trasgredisce deve assumersi la responsabi-lità. Le regole di condotta vanno poste, poi spiegate, chiarite e discusseperché i figli possano avere un’idea chiara di ciò che ci si aspetta.

IERI ED OGGI: PARLIAMO VERAMENTE DI ADOLESCENZE DIVERSE?

“È normale per un adolescente e per un tempo abbastanza lungoun comportamento incoerente e imprevedibile (...) di amare i suoi geni-tori e di odiarli, di rivoltarsi contro essi e di dipendere da essi, di esserevergognoso con la propria madre davanti agli altri e inaspettatamente didesiderare di parlarle di tutto cuore” (Anna Freud, Adolescenza, 1958).

CONCLUSIONI

Il mio breve intervento non ha voluto avere come obiettivo priori-tario una trasmissione teorica di insegnamenti, di cui probabilmente sia-mo tutti abbastanza attrezzati, ma quello di poter creare uno spazio diconfronto, per riflettere insieme sui nuovi aspetti della femminilità, perpoterci porre domande sul modo di essere genitori ed educatori oggi e sulmodo di relazionarci gli uni agli altri rispetto al passato.

Cosa sta succedendo, perché pare tanto difficile gestire i figli ededucarli, soprattutto adolescenti?

A queste domande si è cercato di dare un senso nel Convegno “Lavalorizzazione della personalità femminile: aspetti psicologici ededucativi”, soprattutto nell’ottica della valorizzazione della personalitàfemminile.

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Sant’Angela Merici (1474 - 1540) nei pochi suoi scritti - La “Regola”, i“Ricordi”, i “Legati”- elabora con efficace sobrietà un insegnamento divita e pone delle linee guida per le sue figlie e per il loro apostolato ri-volto alle giovani: ma si tratta di una vera proposta pedagogica?

La questione, abbastanza dibattuta anche in tempi recenti, ha per-so oggi la sua importanza, in quanto superata da due considerazioni, l’u-na di carattere storico, l’altra legata all’assillo di problemi educativi par-ticolarmente sentiti.

La prima considerazione è quella che induce a riflettere sulla co-stante attenzione rivolta alla educazione delle giovani dalle figlie disant’Angela secolari o claustrali. Tale attenzione si evidenziò subito dopola morte della Fondatrice: basti pensare alla presenza animatrice delle fi-glie di sant’Angela nelle Scuole della dottrina cristiana presenti in ogniparrocchia, come testimoniano anche le visite pastorali di san Carlo Bor-romeo, e all’opera educativa sempre svolta soprattutto dalle claustralinelle scuole attive presso i loro conventi.

L’importanza data all’attenzione educativa fu tale che, nella storiadella Chiesa dal ‘500 al giorni nostri, la diocesi di Brescia si caratterizzòspecialmente per la connotazione pedagogica della pastorale.

La seconda considerazione è riferita alla crisi profonda che ha ca-ratterizzato negli ultimi anni il mondo giovanile e che ha indotto a par-lare di “emergenza educativa”. Su questo argomento si è discusso e scrit-to molto. Mi limiterò a citare alcuni pronunciamenti di significativa im-portanza.

Sant’Angela Merici: proposte educative per la valorizzazione della personalità femminileI R M A B O N I N I V A L E T T I

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Nel IX Forum del Progetto Culturale della CEI, svoltosi nel mar-zo 2009 e dedicato appunto alla emergenza educativa, si è ribadito chela causa della crisi attuale sta nella “mutazione del concetto di uomo da sog-getto a oggetto”; il cardinal Bagnasco ha dichiarato: “È un po’ come se avessi-mo perso l’alfabeto dell’umano, di ciò che è la persona con i valori e le categorie fon-dative proprie dell’ umanità dell’ uomo, del tipo di convivenza e di società che daquesta ridefinizione consegue”.

L’Assemblea generale della CEI, svoltasi nel maggio successivoproprio sull’emergenza educativa, ha pubblicato, con il titolo “La sfidaeducativa”, un rapporto in cui si raccolgono dati statistici, si espongonotestimonianze ed esperienze, si avanzano proposte, linee guida per ripen-sare la educazione. Proprio da alcuni di quei dati statistici è possibiletrarre, pur nella gravità della situazione che è sotto gli occhi di tutti,qualche germe di speranza.

Dati ISTAT: dal 1995 al 2005 i divorzi sono aumentati del 74%,le separazioni del 57,3%. Nonostante questo nel 2007 il 60,23 % dellepersone intervistate dichiara che ha imparato in famiglia le cose più im-portanti per la vita.

Dati CISF (Centro Internazionale Studi Famiglia), anno 2007: il92% delle persone intervistate dichiara che un bambino per crescere fe-lice ha bisogno di una famiglia con un padre e una madre. E in rispostaalla domanda sull’importanza della famiglia, nel 1990 1’88% 1’aveva di-chiarata molto importante, nel 1999 il 90%, nel 2007 il 93%. Nono-stante tutto, quindi, la famiglia tiene. Ci si rende conto che solo nella fa-miglia si può compiere in maniera naturale e piena l’esperienza di esserericonosciuti come soggetti portatori un sé di dignità e che solo la fami-glia può avviare quel processo di umanizzazione e di promozione perso-nale nel quale si attua il cammino educativo.

All’interno della famiglia acquista grande importanza la risco-perta della personalità e del ruolo della donna e quindi di una correttaimpostazione della relazione uomo - donna e della loro reciprocità, nel-l’equivalenza radicale della persona e nella differenza delle modalitàproprie di ciascuno.

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ALCUNE PROPOSTE EDUCATIVE DI ANGELA MERICI

La saggezza accumulata in tanti anni di vita e di preghiera porta-va sant’Angela, in tempi difficili quanto i nostri, a sintetizzare preoccu-pazioni e consigli con una concretezza decisa: “Tenete l’antica strada e usan-za della Chiesa, ordinate e confermate da tanti santi per ispirazione dello Spiri-to Santo. E fate vita nuova” (Ricordi, 7, 22). Appare chiaro quindi, anchein una situazione come l’attuale pervasa da una profonda crisi di valori,che proprio la consegna dei valori fondamentali alle nuove generazioni, tra-dotta nel quotidiano impegno di rinnovamento, è il terreno su cui si gioca tuttal’opera educativa: la provocazione di Angela aiuta e guida il discerni-mento di ogni educatore che, oggi, si deve rendere conto di come la mo-rale perbenistica, contestata nel ‘68, sia stata sostituita dalla morale del-l’utile e della convenienza, in un totale appiattimento relativistico. E asoffrime è stata particolarmente la figura della donna. È quindi utile in-dicare negli scritti della Merici alcuni spunti pedagogici, validi sempre, ecapaci di costituire una guida efficace anche per il nostro tempo.

Innanzi tutto va rilevato il costante riferimento all’educazione fa-miliare, nella consapevolezza dello stretto legame tra famiglia e Chiesa,famiglia e società. In particolare il modello proposto è quello matemo:“Siate prudenti e siate buone e vere madri” (Legati, 9,2 - 3). È poi possibileseguire nei suggerimenti educativi un itinerario dalle cose materiali,vistecon sobrietà e distacco, mai come fine a se stesse, fino alla preghiera, al-la spiritualità, in una scala di valori costantemente presente e tesa versol’alto: ogni comportamento, ogni gesto dell’educatore deve essere edu-cativo, cioè deve essere una rivelazione di Dio, un condurre verso Dio,senza cedimenti né ricatti. Ed è importante che tra i diversi educatori -nella famiglia, nella scuola, nella parrocchia - ci sia un accordo condivisoed esplicito sui valori di fondo che devono essere chiari per tutti.

L’intervento educativo, inoltre, per essere veramente tale, va rivol-to in maniera diretta e specifica alla persona dell’educando, persona rea-le, nella sua concretezza, non al modello che lo educatore può avere inmente o a quanto egli crede di aver capito in una superficiale analisi del-

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la situazione: “Vi supplico di voler tener conto e d’avere scolpite nella mente e nel cuo-re tutte le vostre figliole, una per una” (Legati, 2, 1), dove l’esordio: “vi supplico”fa capire quanto la difficoltà del compito non sia ignorata. Per meglio con-seguire lo scopo è necessaria la presenza vigile e attenta: “Vogliate spesso ... an-dare a trovare le vostre figlie ... e salutarle, vedere come stanno, confortarle, animar-le a perseverare nella vita intrapresa” (Ricordi, 5, 1 - 2). Non si deve quindi so-verchiare la giovane con saggi consigli, che probabilmente essa nemmenoascolta e che comunque fatica a collegare con il vissuto. L’educatore sa co-gliere invece il messaggio inviato dal comportamento delle adolescenti e sacomprendere le necessità vere, forse a loro stesse sconosciute.

Ma soprattutto la regola d’oro su cui insiste sant’Angela è quelladell’ esempio: “Vivete e comportatevi in modo che le vostre figlioline possano spec-chiarsi in voi. E quel che volete che loro facciano, fatelo voi per prime.... Perché ècosa giusta e conveniente che le madri siano di esempio e specchio alle figliole, spe-cialmente nell’ onestà e nel comportamento e in altre azioni ordinarie e fuori dell’ordinario” (Ricordi, 6, 1 - 2, 8). Bisogna sempre ricordare a questo pro-posito che l’educazione è una scienza pratica, fatta di vita vissuta, nutri-ta di concretezza, di piccoli gesti che incarnano grandi valori, di pazien-za, di dialogo, di reciprocità, di scoperta quotidiana: nel saper guidarequesto cammino da percorrere insieme consiste l’esempio necessario, fat-to di sostegno e di aiuto a capire e a operare.

Il richiamo poi alla dignità del comportamento e alla serietà del-l’impegno evidenzia con forza il dovere di rispetto di se stessi e degli al-tri, che l’educatore cristiano, sempre cosciente della comune realtà di fi-gli di Dio da Lui amati e redenti, deve nutrire nei confronti di quanti in-contra nella trama dei rapporti quotidiani. Tale rispetto nasce da unaparte dalla stima per ciascuna delle giovani verso le quali si esplica l’a-zione educativa, perché ogni adolescente va stimata in se stessa in quan-to persona ricca di potenzialità, dall’altra dalla consapevolezza di doverfar crescere quanto di più sensibile e delicato c’è nell’animo femminile,quelle doti personalissime di tenerezza, di disponibilità, di pazienza, an-che in preparazione degli impegnativi compiti che la vita, soprattutto fa-miliare, imporrà a ciascuna di loro.

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L’educatore deve saper cogliere, apprezzandolo, l’aiuto che oggi gliviene abbondantemente offerto dagli strumenti messi a sua disposizionedalle scienze dell’ educazione e della psicologia in tanti incontri e in tantepubblicazioni veramente alla portata di tutti; soprattutto non deve maidimenticare che la sua opera non consiste nel riempire di buoni pensieri edi buone abitudini l’animo delle adolescenti, ma nel far crescere quanto inesso è presente, nonostante i condizionamenti così pesanti della società at-tuale. Per educare occorre una grande fiducia sia nel buon seme che è nelcuore di ciascuno e che ha in sé la forza di germogliare, sia nell’ indispen-sabile e certo aiuto che viene dall’ alto. E dalla fiducia nasce la speranza,di cui tanto spesso parla Angela Merici; forse a nessuno come agli educa-tori è chiesta quella testimonianza di speranza viva, operosa e ferma a cuil’apostolo Pietro invita tutti i cristiani che vogliono rendere ragione dellaloro fede nella difficilissima prova dell’agire quotidiano.

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Mi è veramente cosa gradita presentare oggi questo volume. L’ho let-to - in bozze - per scriverne l’introduzione e ciò è stato per me non unpeso, come talora avviene, un dovere da compiere, ma un accrescimentospirituale e una fonte di coinvolgimento intellettuale.

Devo dunque ringraziare per l’invito il Centro Mericiano e la suaPresidente, poi in particolare il prof. Belotti che si è prodigato per farmiavere tutto il materiale, non essendo ancora pronto il libro, in modo cheio potessi prenderne visione per tempo. Ringrazio anche tutti i presenti,che avranno la pazienza di ascoltarmi.

Siamo di fronte a una tappa di un percorso decennale, che ha inte-so illustrare nei suoi molteplici aspetti la discendenza spirituale di Ange-la Merici, le vicende storiche di quelle donne che nel tempo si sono postealla sua sequela.

Nella fattispecie, il titolo bene indica i contenuti: La risposta fem-minile ai nuovi bisogni dell’età borghese. La rinascita delle Compagnie e degliistituti religiosi delle Orsoline fra Ottocento e primo Novecento. Le tematiche,come si evince dal titolo, sono molte e complesse. Si tratta di un’operanotevole, che meriterebbe di essere raccontata nei dettagli. Ma, come ve-dete, siamo di fronte a un volume quasi monumentale. Anche prima diprenderlo in mano, potete immaginare che gli autori siano molto nume-rosi. Ciò spiega la ragione della ricchezza e anche il fatto che non farò ilnome dei vari autori né darò il titolo dei saggi specifici. Vorrei in tal mo-do evitare quello che potrebbe assomigliare a una lista della spesa, men-tre mi sembra molto importante cercare di spiegare il significato di que-

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La risposta femminile ai nuovi bisogni dell’età borgheseLa rinascita delle Compagnie e degli istituti religiosi delle Orsoline fra Ottocento e primo Novecento

Presentazione degli Atti del Convegno 25-28 novembre 2010

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st’opera e i suoi contenuti. Questo è anche un invito alla lettura, che po-trà permettervi di valutare l’opera anche personalmente e di arricchire leconoscenze e la sensibilità a questi temi.

Il volume su La sponsalità dai monasteri al secolo. La diffusione del ca-risma di sant’Angela nel mondo, presentato in questa sede tre anni fa, trat-tava in modo egregio un’epoca antecedente. Affrontava le origini e glisviluppi nell’epoca dell’Ancien Régime, mettendo in luce aspetti inediti oinducendo il lettore a un esercizio critico che poteva consentire unosguardo nuovo anche su elementi già noti.

Un’osservazione sul taglio cronologico del volume che oggi vienepresentato: il percorso cronologico copre il periodo tra Otto e Novecen-to. In genere, esercitare il mestiere dello storico diviene in qualche modopiù difficile man mano che ci si avvicina alla contemporaneità. Questoavviene anche per l’abbondanza – talora quasi l’eccesso – delle fonti a di-sposizione. Ma soprattutto, almeno a mio avviso, è molto più difficile af-frontare argomenti a noi vicini, perché ci coinvolgono più direttamentee ci rendono simili a presbiti, in difficoltà a leggere in assenza di una di-stanza adeguata.

Il compito era arduo, anche perché la rinascita si realizzò in luoghigeograficamente diversi e in situazioni politico-sociali non uniformi. Matanto più l’impresa era difficile per il fatto che, dopo le soppressioni, la ri-nascita orsolina avvenne secondo linee che si sono differenziate, anchecon qualche contrasto: ogni gruppo rivendicava infatti a sé il privilegiodella fedeltà al modello originario. Tra i molti pregi dell’opera vi è dun-que anche questo, l’essere cioè riusciti a fare una storia complessiva, sen-za separatezze.

Le Orsoline – si diceva – rinascono dopo le soppressioni; in parti-colare, quella napoleonica del 1810 aveva cancellato quasi totalmentel’antico sistema della vita religiosa maschile e femminile. Anche la Chie-sa attraversò a più riprese momenti di difficoltà. Per l’area italiana si pos-sono individuare alcuni grandi linee relative alla situazione della Chiesa,della politica e della società. Risultano evidenti fattori economici che se-gnano negativamente la vita delle classi disagiate. Ciò genera la volontà

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cattolica di una risposta alle necessità materiali, nell’ambito dell’assi-stenza come dell’educazione.

I presupposti per una presenza cattolica nella società erano larga-mente stati posti nell’epoca moderna, tanto che alcuni studiosi trovanoelementi di continuità su questo piano tra l’età moderna e quella con-temporanea. Ma vi sono anche le differenze. Nella Chiesa, non solo perl’ambito italiano, si assiste a uno straordinario e inedito fiorire di espe-rienze religiose femminili non claustrali, che le Orsoline di Angela Meri-ci avevano per tanti versi anticipato secoli prima. Se si volge lo sguardo aun confronto con l’epoca moderna, il mondo religioso femminile nel suorinascere dopo le tormente di fine Settecento – inizi Ottocento appareassai diverso, molto più di quanto non accada per l’ambito maschile. In-fatti la prevalente imposizione della clausura aveva condizionato pesan-temente la presenza religiosa femminile nella società, pur non ostacolan-dola completamente.

In questo quadro si inserisce perfettamente la rinascita orsolinanelle sue varie declinazioni. Ciò che sembra accomunare le diverse espe-rienze, come fattore unificante, è la volontà di riproporre il modello del-la Merici, di rifarsi a quell’esperienza bresciana primitiva che aveva se-gnato indelebilmente la storia orsolina. Brescia dunque è ancora una vol-ta al centro, in quanto luogo storico del primitivo germogliare, e conti-nua a presentarsi come centro di riferimento. Proprio nell’esperienza or-solina si ritrovano elementi di continuità e di legame con un passato an-cora molto vivo. Il legame maggiore è quello con la figura di Angela Me-rici, con la fisionomia della vita orsolina cosi come la santa l’aveva con-cepita. Anche le Orsoline claustrate furono ricostituite e riconosciute, maper l’appunto prevale la volontà di ritrovare quella “terza via” immagi-nata e voluta da Angela: non il matrimonio, non il chiostro, ma una con-sacrazione nel secolo.

A Brescia non si era smarrito il ricordo dell’esperienza mericiana,che si era perpetuato sia attraverso le donne rimaste fedeli all’esperienzamericiana sia attraverso forme diverse, come l’istituzione di una confra-ternita intitolata alla santa. Non si dimentichi la canonizzazione della

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Merici, nel 1807: come sempre accade, l’elevazione all’onore degli altaricostituiva la felice occasione di cerimonie atte a ridestare il culto e a ri-proporre la persona santa come modello, rafforzando la sua non cancel-lata influenza.

Importante fu il ruolo del clero bresciano. Negli anni Cinquantadell’Ottocento don Luca Passi tenne desta la volontà di ricostituire laCompagnia. La ripresa vera e propria venne durante l’episcopato Verze-ri, che rispondeva alle esigenze presentategli dalle sorelle Maddalena edElisabetta Girelli. Anche Don Passi le conosceva bene, in quanto impa-rentate alla lontana con un suo nipote. Ai loro nomi va aggiunto quellodella zia, Elena Girelli, che, nell’età della soppressione della Compagnia,aveva vissuto privatamente la consacrazione, secondo lo spirito orsolino:una di quelle donne delle quali si diceva poc’anzi, fedele a un carisma benconosciuto. Nell’Ottocento poi contribuì alla valorizzazione della figuradella santa fondatrice il fatto che il pontefice Pio IX, nel 1861, estese lafesta liturgica di sant’Angela alla Chiesa universale.

Attorno alle sorelle Girelli si erano raggruppate alcune donne de-siderose di vivere nel secolo da consacrate: si addivenne cosi alla costitu-zione di una Pia Unione delle Figlie di Maria Immacolata, sotto la pro-tezione di S. Orsola e di S. Angela Merici, secondo un regolamento cheriprendeva alcuni passi della Regola di don Frassinetti (di cui si dirà trabreve). Per proseguire il loro cammino in modo chiaro e organizzato, leGirelli si rivolsero al vescovo, il cui intervento fu determinante. Non acaso si trattava di Brescia: egli invocò la regola di Angela Merici comemodello cogente per qualsiasi gruppo di donne che nella diocesi avessevoluto costituirsi come Istituto di vergini secolari.

Verzeri si occupò personalmente della traiettoria di questo gruppoalla ricerca di stabilità e chiarezza. Volle che la Regola fosse creata sul cal-co di quella originaria: “Ricorriamo alle nostre fonti – scriveva – e non adaltre estranee a noi”. Ricorrere alle fonti non era comunque manifesta-zione di archeolatria, non era la rivisitazione di un mito, bensì esprimevala volontà di rimanere fedeli al carisma mericiano, senza schematismi ri-gidi. Ben lo dimostra il fatto che alcune variazioni erano ammesse, poi-

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ché si trattava di vivere “nei presenti tempi”. Ma la fedeltà all’originaledoveva prevalere, tanto che Verzeri in base a queste considerazioni rite-neva poco opportuna l’adozione della Regola del Frassinetti, favorita in-vece da altri vescovi. Nel 1866 fu concesso l’imprimatur vescovile alla Re-gola, cui segui il riconoscimento pontificio.

Ricordare Brescia è fondamentale, ma non tutto si ferma e si chiu-de qui. Oltre la città, oltre il territorio bresciano, si assiste al moltiplicar-si di nuovi gruppi di Orsoline. L’Italia del Nord è terra ove notevole fu lafioritura delle Orsoline, come in generale di nuove congregazioni fem-minili dedite all’insegnamento e all’assistenza. In qualche caso, geografi-camente più lontano dalle terre d’origine, è attestato il legame direttocon Brescia. Per esempio, a Siena le Orsoline presero piede per il tramitedi un sacerdote bresciano.

Queste donne erano tra l’altro molto sensibili alle circostanze par-ticolari, erano capaci di adattarsi con duttilità alle situazioni e di colla-borare con i parroci. Proprio i parroci le chiamavano nelle parrocchie, peresercitare varie funzioni. La flessibilità dimostrata dalle Orsoline, accan-to agli aspetti positivi, comportava qualche rischio. Infatti i parroci talo-ra le strumentalizzavano alquanto, in presenza di problemi educativi eassistenziali talora assai seri, che esse avrebbero potuto concorrere a ri-solvere o almeno a migliorare. Il rischio era dunque quello della fram-mentazione a causa della possibile perdita di identità dei singoli gruppi.Al tempo stesso è evidente l’aspetto positivo, e cioè la capacità di questedonne di far fronte ai problemi nelle situazioni più varie, con una consi-stente capacità di adattamento. Anche per questa ragione la lettura dellibro è coinvolgente: nelle varie realtà descritte ci sono tratti comuni especificità. Ogni storia, nel comune richiamo ad Angela Merici, è unastoria a sé, una storia non di schemi o di idee astratte, ma di persone chesi impegnano in un luogo o nell’altro, in una situazione o nell’altra, conuna notevole capacità creativa.

Ma, come si diceva prima, la differenza può creare anche contrap-posizione. È ciò che in qualche misura accadde con la Pia Unione delleFiglie di Maria Immacolata. Si trattava di vita religiosa nel mondo, non

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di una generica pia associazione, come ve ne erano molte. Le Figlie diMaria Immacolata sono legate all’interessante figura di don GiuseppeFrassinetti, sacerdote genovese, che nel 1855 mise mano alla Regola,pubblicata poi nell’anno successivo. La base era costituita dalla tracciafornita al sacerdote da Angela Maccagno, personaggio importante inquesta storia. Frassinetti incoraggiò la diffusione della Pia Unione. Aisuoi occhi era fondamentale una modalità di vita segnata dai voti, nondisgiunta però dall’impegno attivo soprattutto nelle parrocchie, intesoquale testimonianza di vita cristiana autentica.

La Pia Unione diede luogo alla nascita delle “Nuove Orsoline”, lacui Regola fu approvata nel 1863. Proprio su questo terreno si sarebbepoi creata una contesa con il gruppo bresciano: la discussione vertevasulla fedeltà a una regola “autentica”, alla via primigenia esperita dallafondatrice, che ogni gruppo rivendicava per sé.

Lo si può constatare agevolmente nelle vicende bresciane. A Bre-scia il vescovo Verzeri aveva assegnato alle Orsoline una versione delleRegole di Angela Merici. La differenza nella Regola tra le Nuove Orsoli-ne del Frassinetti e le Orsoline bresciane, e soprattutto la concorrenzia-lità tra esperienze comunque simili, suscitarono qualche difficoltà e con-trapposizione. In Emilia Romagna nel tardo Ottocento si possono trova-re gruppi che adottarono inizialmente la Regola del Frassinetti; successi-vamente però prevalse l’adesione alla regola bresciana. Vi era dunque an-che un problema di “concorrenza”.

Il vescovo Verzeri e le sorelle Girelli miravano a far riconoscere co-me “primitiva” la regola della Compagnia di Sant’Orsola di Brescia, siaper rivendicare la propria fedeltà indiscussa ed esclusiva alle origini, siaper proporre un percorso che potesse divenire comune, attraverso l’ado-zione di una regola unica da parte di gruppi che spontaneamente sorge-vano qua e là in Italia. La proliferazione, segno di vivacità, poteva peròanche essere considerata come eccessiva frammentazione, meritevole dicontrollo e inquadramento.

L’Istituto delle Nuove Orsoline era destinato particolarmente al-l’educazione e formazione cristiana della gioventù femminile. Le donne

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potevano vivere sole o in piccoli gruppi. Le “Nuove Orsoline” si diffuse-ro anche in Sicilia. Il loro modo di vita non era del tutto dissimile daquello delle “monache di casa”, ma ne costituiva un superamento, anchedal punto di vista formale. Quanto poi alla sostanza, si è di fronte a unaconsiderevole emancipazione della donna, che, se anche al Nord potevasegnalare qualche accento di novità, al Sud si manifestava come muta-mento sconvolgente, data anche la forte valenza di attività pubblica. Ilfenomeno, evidentissimo in Sicilia, è rilevabile anche altrove, come peresempio in Sardegna. Le nuove forme di vita religiosa femminile incide-vano profondamente sul tessuto stesso della società.

In varie situazioni geografiche si trovano contemporaneamentevarie forme di vita secondo il carisma di Angela Merici. È il caso peresempio della Sicilia, dove per l’adozione della regola bresciana si rivelòfondamentale l’azione di vescovi provenienti dalle terre lombarde, bensottolineato nel volume. La presenza di questi vescovi (a titolo di esem-pio si possono ricordare Lualdi a Palermo e Bignami a Siracusa) era statafortemente voluta dal pontefice Pio X.

Anche alcune figure locali di grande rilievo nella Chiesa, come l’ar-civescovo di Catania Francica Nava o come don Luigi Sturzo, erano bencoscienti dei problemi che discendevano dalla diffusione delle cosiddette“monache di casa”. Talvolta la ragione principale del rinchiudimentopresso la famiglia discendeva dalla mancanza di dote. In altri casi eranole famiglie stesse che non consentivano alle figlie l’ingresso in una casareligiosa. Quali che ne fossero i motivi, questa forma di vita slegata da re-gole e da relazioni sistematiche dava adito con grande frequenza a un’au-tonomia riottosa, che comportava anche possibilità di deviazioni. Il rin-novamento che si auspicava nella vita religiosa femminile, la tensione aun radicamento più forte all’interno della Chiesa, furono promossi daquesti personaggi secondo il modello orsolino bresciano e milanese. In-fatti Lualdi e Bignami, insieme al vescovo di Caltanissetta Intreccialagli,operarono affinché ciò avvenisse, ottenendo il trasferimento nell’isoladella superiora delle Orsoline milanesi, Giulia Vismara. Tale presenzadiede luogo alla nascita di gruppi di Orsoline e all’affermarsi di forti per-

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sonalità locali, come Marianna Amico Roxas a Caltanissetta.L’espansione fu notevole. Se Lombardia, Veneto e Piemonte face-

vano la parte del leone per il numero di Orsoline, la Sicilia progressiva-mente acquisì grande rilievo anche numerico in questo orizzonte, venen-do a collocarsi al quarto posto tra le regioni italiane per numero di Orso-line. Tuttavia il successo non fu completo. Infatti, mentre gli ambientiecclesiastici miravano a convogliare le “monache di casa” entro l’alveoconsolidato e sicuro delle Orsoline al secolo, le Orsoline stesse attuaronomutamenti in direzione diversa, trasformandosi talora in vere e propriecongregazioni religiose, come accadde a Ragusa e Palermo. Al contrario,al Nord la struttura secolare continuava a prevalere.

Insomma, la situazione era tutt’altro che semplice. Il volume mo-stra efficacemente che le esperienze che si richiamano alla Merici sonomolte, segnate da varietà e anche da mutamenti nel tempo. Molti casi,ben indagati e documentati, attestano proprio questi elementi. La va-rietà e il differente modularsi delle numerose realtà mericiane sono ulte-riormente documentate, in questo ricchissimo volume, da saggi che ri-guardano singole istituzioni o casi peculiari. Vediamo cosi sfilare davantiai nostri occhi le Orsoline del Sacro Cuore a Breganze e ad Asola, le Or-soline di Maria Immacolata a Gandino e Verona, di San Gerolamo a So-masca, di San Carlo a Milano. Persino titolazioni simili o identiche rico-prono esperienze non cosi facilmente incasellabili. Lo scenario è vivace emobile, testimonianza di vitalità e di capacità di superare gli ostacoli, inun modo o nell’altro.

Le realizzazioni orsoline tra Otto e Novecento si presentano dun-que con una complessa articolazione e molte sfaccettature. Le differenzepossono essere anche, come si è visto, fonte di ostilità reciproche. Ma, piùin profondità, sono il segnale della vitalità, della capacità di realizzare;come è stato scritto, siamo di fronte a una capacità di articolazione delcarisma di sant’Angela in forme di vita consacrata diverse, destinate a ri-spondere alle nuove domande di presenza della Chiesa sul territorio.

Molti vescovi erano attenti a favorire queste esperienze. In certomodo l’attenzione era cresciuta dopo le leggi eversive del 1866, che ave-

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vano alterato l’assetto degli ordini regolari maschili e femminili, creandonotevoli difficoltà. Le Orsoline secolari, per la loro peculiare fisionomiagiuridica, non venivano prese di mira da queste disposizioni di legge e po-tevano continuare a mantenere inalterata la loro presenza. In vari casi poii gruppi di Orsoline decisero di fare riferimento all’autorità diocesana.

Si assiste in quest’epoca, a partire dal tardo Ottocento, al verifi-carsi all’interno del mondo orsolino di un fenomeno assai più generale,che tocca in profondità le forme della vita religiosa femminile. Si trattadell’adozione del modello della congregazione. Molte istituzioni locali,che si erano orientate verso la vita comune, si adeguarono a questo mo-dello, assumendo la struttura di congregazione religiosa. Si allentava, so-prattutto con gli inizi del Novecento, il forte – e talora eccessivo – lega-me con le parrocchie. Quelle Compagnie, in cui coesistevano Orsolineesterne e Orsoline interne a vita comune, si concentrarono sempre più suquest’ultimo aspetto e si diedero la struttura di congregazione religiosa,talora contestata dalle esterne, che non entrarono a farne parte. I casi il-lustrati nel volume sono molti e tutti interessanti, anche se qui necessa-riamente devo limitarmi a segnalare il fenomeno nelle linee generali sen-za entrare nei dettagli.

Nacque anche la Unione Romana, l’adesione alla quale era intesacome modo per rispondere più efficacemente ai nuovi problemi posti dauna realtà in rapido mutamento. Per un periodo di circa vent’anni, ade-rirono all’Unione Romana anche le Orsoline bresciane di S. Maria degliAngeli. Tuttavia dal dopoguerra queste ultime instaurarono una dipen-denza dall’ordinario diocesano.

L’opzione per una certa centralizzazione si riflette anche nel rap-porto tra i gruppi. Verso la metà del Novecento si ebbe una prima Fede-razione delle Compagnie, fatto nuovo e degno di rilievo.

Sinora abbiamo parlato dell’Italia, ma ben sappiamo che moltopresto l’esperienza mericiana era uscita dai confini degli Antichi StatiItaliani, palesando la propria adattabilità e la propria vocazione a una te-stimonianza senza confini.

Per l’Otto-Novecento nell’opera sono ben documentati vari casi,

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come quelli di Germania-Austria, Polonia, Ungheria, Malta, Francia eBelgio. Talora si tratta di presenze risalenti all’età moderna, in vari casiinvece le fondazioni datano all’età contemporanea. Talora è manifesto illegame con l’istituzione bresciana. La situazione politica, ostile in Italiaalle congregazioni religiose, anche altrove non permetteva loro vita faci-le. Dalle vicende tracciate nel volume si evince che gli ostacoli in molticasi potevano costituire non una fonte di rinuncia alla presenza, ma qua-si un preludio a nuove aperture e a esperienze di vera e propria santità.

Gettando uno sguardo all’Europa, vi è un caso che attira subitol’attenzione per la sua peculiarità. Come già si è visto nel volume prece-dente, la Compagnia aveva raggiunto l’area dei Paesi Bassi spagnoli, gra-zie anche all’azione del Nunzio Antonio Albergati, che ben conosceva leOrsoline, essendo stato vicario generale a Milano. Dalla fondazione diLiegi, da lui voluta, sgorgarono numerose altre: all’impegno delle auto-rità ecclesiastiche s’era aggiunto quello dei padri di famiglia.

Proprio queste zone, che durante l’Ancien Régime avevano vistoun’espansione forte della presenza orsolina, furono toccate in modo parti-colare dalla rivoluzione e dalla sua politica in materia di religione. Nel pri-mo Novecento la scelta di beatificare varie Orsoline fu determinata dal-l’apprezzamento per la fedeltà dimostrata al loro credo e alla loro voca-zione, sino allo spargimento del sangue. Quando la situazione politica sifu normalizzata, le difficoltà per una ripresa furono molte, ma le realizza-zioni – nella loro gradualità – si rivelarono molto efficaci. Come altrove,non mancarono peraltro nel tempo le difficoltà anche gravi causate dallapolitica dei governi, in Francia per esempio dalle Leggi Combès. Ciò pro-vocò un esodo di Orsoline dalla Francia verso il Belgio. Proprio nei fran-genti peggiori si evidenzia lo “stato di salute” delle case orsoline, capaci direagire e di trovare soluzioni pur in momenti drammatici per loro.

Un elemento molto interessante che si evince dalla lettura del vo-lume è la capacità di superare lo spirito nazionalistico che, tra Otto e No-vecento, spesso inficiò l’azione della Chiesa, soprattutto in Francia e nellearee di influenza francese, sino alle lontane missioni (basti pensare ai ri-chiami di Benedetto XV nella fondamentale enciclica missionaria Maxi-

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mum illud del 1919). Mentre alcune autorità ecclesiastiche mostravanouna mentalità troppo sensibile all’impostazione fortemente nazionalisticadella politica, le Orsoline si mostrarono assai più lungimiranti, attraversouna volontà di unione al di là e al di sopra dei confini nazionali.

Anche le Orsoline tra l’altro, alla stregua di ordini religiosi come laVisitazione, si diedero da fare per collaborare in favore delle cosiddette“morette”, cioè ragazze negre riscattate dalla schiavitù, soprattutto inAfrica settentrionale. Non vi erano solo le preghiere o l’appoggio a ini-ziative di raccolte di fondi: la necessità maggiore era quella di ospitare ededucare le morette. In vari casi, anche al di fuori d’Italia, le Orsoline siassunsero questo compito, in supporto a padre Nicolò Olivieri e poi alsuo collaboratore, il milanese don Biagio Verri. I due sacerdoti volentiericollocavano le ragazze presso monasteri o case religiose, in modo da ga-rantire loro ospitale sicurezza e una solida educazione religiosa. È un te-ma oggi molto discusso, talora in forme ideologiche. A ben vedere, l’ac-coglienza nei confronti di ragazze provate e al tempo stesso difficili, pro-venienti da un mondo totalmente altro, attesta un’apertura notevolissi-ma per i tempi e una non comune passione educativa.

Il vivace impegno delle Orsoline si realizzò soprattutto nel campoeducativo-assistenziale. In particolare l’azione nel settore dell’educazioneè una caratteristica costante, sino a configurarsi quasi come elementofondante della realizzazione dell’identità. Tale funzione si rivela fonda-mentale nell’età contemporanea, quando la formazione impartita ai gio-vani spesso emargina l’aspetto religioso, quando la società sempre più sidistacca dalla morale e dagli stessi principi cristiani. Le Orsoline educa-trici a lungo hanno scelto come compito precipuo quello di apportare illoro contributo a una rigenerazione morale e sociale, soprattutto attra-verso la formazione della donna, che nella famiglia o nel lavoro può tra-smettere valori ed esercitare un’ influenza spesso più profonda di quantonon segnali la sua posizione sociale.

Il contributo all’edificazione di un mondo cristiano non passa tut-tavia soltanto attraverso la funzione educativa. Non si può dimenticarel’afflato spirituale e devozionale. La spiritualità orsolina si inserisce pie-

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namente nelle direttrici segnate dai pontificati. Vediamo cosi la praticadella comunione frequente, la forte devozione mariana, il culto del SacroCuore. Quest’ultimo richiama all’amore di Dio per l’uomo, cui è neces-sario rispondere: amore dell’uomo per Dio, ma anche applicazione di ta-le atteggiamento nei confronti dei fratelli. Non si tratta quindi di etereaevasione dalla realtà, ma di impegno nella realtà stessa, affinché la si-gnoria del Sacro Cuore possa affermarsi. È insomma il richiamo a edifi-care un mondo più cristiano.

Da questi compiti le donne non sono escluse, al contrario. Proprioper le loro doti peculiari di apertura all’altro, di “maternità”, di com-prensione, di capacità di tenerezza, esse possono svolgere un ruolo moltoimportante. Lo si constata agevolmente nelle esperienze di matrice me-riciana. Il volume non tace di difficoltà esterne e di conflitti e contraddi-zioni anche all’interno, soprattutto in certi periodi. Ma ciò che emergecon chiarezza è il fondamentale contributo apportato dalle Orsoline, inuna società sempre più secolarizzata, per una presenza cristiana all’inter-no della società.

Per concludere, posso dire a livello anche personale che la IV di co-pertina e la IV del biglietto di invito suscitano emozione. In luogo di unelenco di autori, vi è un significativo elenco di gruppi partecipanti: giànella diversità dei nomi si intuiscono le differenze nel rispettivo cammi-no, che nel volume sono tratteggiate efficacemente sul piano storico. Lediversità sono segno della ricchezza della storia cristiana, quando esseportano come in questo caso a una piena collaborazione, in ultima anali-si anche a una visibilità collettiva. Brescia poi, luogo del convegno e del-la presentazione, richiama al suo essere luogo dell’esperienza originaria,cui tutte hanno attinto, nucleo imprescindibile. Vi è un’unità nella di-versità, un tutto nel frammento, attorno a quel centro che è il carisma diAngela Merici.

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Angela Merici pellegrina

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PREGHIERAdei Pellegrini di Sant’Angela

Ti preghiamo, Signore, che il nostro cammino non sia un vagare errabondo

senza memoria né del luogo cui si tendené di quello cui tornare.

Che il nostro segnare la strada, passo dopo passosia lasciare impronte, tracce di incontri che anticipano la meta,

come ponti tra terra e cielo.Che il nostro vedere distratto e vago

diventi guardare dritto gli occhi e il cuore dei nostri compagni per scoprire la bellezza e la forza che li abita.Che il nostro udire diventi ascoltare i sussurri

più profondi del loro animo e gioire di questi ritagli di vita così da tessere,all’incrocio dei racconti, una Storia nuova.Che la stanchezza del cammino ci sveli le nostre fragilità così da accogliere e abbracciare le debolezze del mondo.

Che la bellezza della natura e dell’arte ci commuova al pensiero che è solo

un infimo frammento del tuo immenso splendore.Che l’incontro col sacro ci apra alla sacralità

di ogni incontro quotidiano.Che la passione d’amore di S. Angela ci contagi e ci restituisca la purezza

dell’Amore più grande.

Mariella Mentasti

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I - IL SENSO PER CHI CI HA PRECEDUTI

In altri lavori abbiamo posto Angela Merici in relazione con la so-cietà del suo tempo; qui cercheremo di focalizzare la nostra attenzionesulle originali modalità con cui ella ebbe a rielaborare le singolari espe-rienze che caratterizzarono la sua vita: la morte precoce dei suoi familia-ri, i primi “furori” giovanili, l’intensa fusione di vita attiva e contempla-tiva del periodo salodiano, i contatti con ambienti culturali e le élites cit-tadine, le modalità con le quali assunse le connotazioni di “santa viva” e,infine, come le si venne chiarificando il compito che le era stato assegna-to fin dalle prime rivelazioni giovanili, tracciare una nuova via di eman-cipazione spirituale e sociale per la donna mediante la fondazione dellaCompagnia di S. Orsola.

In particolare, al centro della relazione odierna stanno i pellegri-naggi e, per essere più precisi, i pellegrinaggi mericiani. Cercheremo in-fatti di rifondare il senso dell’esperienza iniziata alcuni anni orsono,quando abbiamo cominciato a percorrere e tracciare gli itinerari compiu-ti da sant’Angela, alla luce del significato che essi assunsero nell’evolu-zione della sua spiritualità. Dunque non solo percorsi di cammino ma, esoprattutto, di interiorità e di preghiera, sulla scia delle secolari espe-rienze di pellegrinaggio verso i luoghi santi, che hanno segnato le formedella spiritualità fin dall’antichità. Il pellegrino ha da sempre simboleg-giato l’umanità in cammino alla ricerca di Cristo, per cui il suo era unpercorso di purificazione che si sostanziava in pratiche ascetiche culmi-nanti nel contatto fisico con i santi luoghi. Qui l’emozione era fortissima:

Angela Merici, pellegrina alla ricerca della sua identitàOvvero il senso profondo del camminare pellegrinando

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era il contatto con la potenza taumaturgica del divino che coronava la vi-ta del credente giunto fin là.

Questa esperienza è vissuta personalmente da Angela, la quale ri-corre a questa modalità nei momenti cruciali della sua formazione spiri-tuale, tanto che potremmo scandire le sue trasformazioni interiori con ilsuo “spostarsi”, con il suo lasciare “quello che ha”, in quanto a sicurezzee forme di vita strutturate. Non è un caso, infatti, che il suo tratto ico-nografico distintivo sia il bordone da pellegrino, a cui era così legata davolere che fosse sepolto con lei.

Rileggendo schematicamente le tappe tradizionalmente certe del-la prima fase di vita di Angela Merici, si nota una concordanza della let-teratura mericiana nel sottolineare la sua precoce inclinazione alla pre-ghiera, alle mortificazioni corporali (astinenza e digiuni) e alla vita con-templativa. In questo primo periodo la sua vita è profondamente intrisadi spiritualità penitenziale, pur all’interno di un’ordinata esistenza dimoderato benessere e di serenità familiare.

Poi la forte cesura – che il Faino e il Lombardi collocano attorno alquindicesimo anno di età di Angela– rappresentata dai lutti familiari conle morti del padre, dell’amata sorella, della madre.

Tutte le testimonianze sono, infatti, concordi nel sottolineare l’an-goscia da lei sperimentata, cui si ricollega la celebre visione consolatricedella Scala Mistica che, nel rivelarle la salvezza eterna della sorella, pre-figurava la fondazione della Compagnia.

Rimasta senza genitori Angela compie il suo primo “allontana-mento” dalle sue radici e si trasferisce a Salò, in casa dello zio materno.Tutti i biografi concordano nell’affermare che in questo periodo conduceuna vita austera, di preghiera, digiuni e mortificazioni, pur svolgendo iconsueti lavori domestici, come testimonia Giacomo Tribesco, canonicolateranense di S. Afra, che sant’Angela aveva cercato di avviare alla virtùdella parsimonia. Per dimostrargli come questa virtù potesse essere prati-cata anche nelle forme più estreme pure da chi opera nel mondo, gli con-fidò la propria esperienza giovanile, quando viveva in casa dei parenti aSalò svolgendo tutte quelle fatiche che sogliono fare le Donne in una Casa, co-

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me son Bugate, Burattar, far Pane, portar acqua e molte altre fatiche, e nondi-meno non mangiava in tutta la settimana se non la Giobbia, e tanto pane quan-to è la metà della palma della mano.

Ma Angela cerca un “distacco”, un’esperienza più intesa in una dire-zione mistica, per cui fugge da casa per intraprendere una vita eremitica:riducendosi dentro il diserto a starsene ivi solitaria per sempre, acciocchè levata lamente da ogni cura, e affetto terreno, e dimenticandosi così tutte le cose visibili ilcuore potesse indirizzarsi a Dio, e star congiunto perfettamente a lui.

Così il Doneda racconta l’episodio: Uscì in fatti dall’abitato, e si pose in via, non però sapendo dove fosse in-

camminata. Ma il zio avvedutosi dell’improvvisa di lei partenza, ne andò in cer-ca, e presto raggiuntala seco a casa la ricondusse. Al vedere attraversati i suoi di-segni non si smarrì, ma proccurò di acquistare nella domestica abitazione quellapurità e perfezione di spirito, che avea divisato di cercar nel deserto.

Dopo che le è stato interdetto l’eremo Angela cerca un’altra via diperfezione “domestica” e si fa terziaria francescana. Scelta profonda e to-talizzante che la porterà a modellare la sua vita spirituale su quella delPoverello d’Assisi, non solo per i digiuni, le estenuanti preghiere, l’umiltàdi vita e la diffusione della Parola, ma soprattutto per l’affidamento to-tale della sua esistenza alla sola Provvidenza, e sempre in “perfetta leti-zia”. Scriveva il Lombardi: dentro Salò e fuori divulgatasi la maniera di vi-vere meravigliosa, che in casa teneva quella Serva di Dio; e quindi spargendosi lafama della sua santitade molto attorno, e ogni dì di più per tutte quelle contradecrescendo la venerazione, che al suo nome portavano quei Cittadini, comunementechiamata era Vergine di Cristo, e Santa del Paradiso.

Ma secondo il Bellintani lo spirito dell’evangelizzazione porta An-gela a trasferirsi a Brescia per brevi periodi:

Fu amantissima della povertà, tutta rimessa nella divina provvidenza; dimaniera che quando abbandonato il suo havere se ne stava in Brescia vivendo dilimosine, quantunque non le ricusasse, non voleva se non quanto le bastava perquel giorno. Dopo “madonna povertà” è la volta dell’itinerante messagge-ra della parola: Et andando tal hora in Brescia, era con molto affetto di devo-tione et etiamdio con molto honore ricevuta. Ovunque ella si fosse, crecendo con l’età

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et il credito et lo spirito et lo frutto, era da persone visitata a quale ella faceva ra-gionamenti sempre spirituali; et per mezzo suo operò Iddio la conversione de molti..

Tuttavia, pur non escludendo che questo sia realmente avvenuto,si ha l’impressione che il pio biografo rimanga prigioniero del suo inten-to agiografico, facendola partecipe dell’itinerario spirituale di Francesco.

La svolta nella sua esistenza è data da un altro “strappo”, nel 1516la Merici si allontana dalla Riviera salodiana per trasferirsi a Brescia, co-me dama di compagnia in casa di Caterina Patengola per consolarla deirecenti lutti, su comando de’ Superiori Francescani, al Terz’Ordine de’ qualierasi consacrata. È questo uno dei momenti cruciali dell’esistenza di An-gela: in nome della santa obbedienza lascia la sua casa, le sue abitudini,per vivere presso un’altra famiglia, in un’altra città.

Non fu certamente una scelta facile per Angela, che ormai ha su-perato i quarant’anni, in quanto si trattava non solo di trasferirsi lonta-no dalla terra in cui era vissuta per tanti anni, ma di cambiare radical-mente anche le modalità e le abitudini di vita, entrando in una casa “no-bile” e nel mondo cittadino.

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Scrive l’autore del Compendio stampato a Salò, che afferma di aver at-tinto queste notizie da «documenti sinceri ed autentici»:

Non sapeva risolversi la B. Angela a compiacere i Patengoli, non perchéricusasse di esercitare quest’opera di cristiana misericordia, ma perché temeva, cheil conviver in casa facoltosa nel tumulto di una Città le fosse impedimento a se-guire la via della spirituale perfezione.

Di questo primo periodo non abbiamo molte notizie ma, dalla te-stimonianza dell’allor anziano Antonio Romano, si ricava l’impressioneche essa conducesse una vita ritirata e che la fama della sua «santità» nonsi fosse ancora sparsa in città. Egli riferisce, infatti, di aver conosciutoquasi casualmente una certa Madre Suor Angela in casa Patengola, ove sirecava saltuariamente, forse per affari, ed è subito segnato da questi in-contri (mi prese grande affetione) tanto da chiedere ad Angela di trasferirsipresso di lui (et si redusse ad alloggiare nelle mie case). In questa casa, in con-trada sant’Agata, Angela abiterà per circa quattordici anni, salvo un in-termezzo di alcuni mesi, nel 1529, quando si trasferirà con AgostinoGallo a Cremona, per poi tornare a Brescia ospite del celebre agronomoin san Clemente (in due mie camare che gli feci ordinare).

La sua è una santità ancora privata e per Brescia è ancora una del-le tante pie donne, assidue ai sacramenti e alle sacre funzioni nelle chie-se, sia pure già consacrata dall’abito di terziaria francescana, mai depo-sto. È il periodo mistico della preghiera e della carità, ma anche delle im-portanti frequentazioni intellettuali, nel quale affina la sua pietà, acuisceil suo senso di carità verso i poveri. Le nuove esperienze incidono sullasua anima e la indirizzano verso la ricerca di una nuova identità religio-sa, ed ecco che lei comincia i pellegrinaggi.

Il suo primo pellegrinaggio

Fu proprio con Antonio Romano che Angela compì il suo primopellegrinaggio (1522) verso il sepolcro della beata Osanna Andreasi, ter-ziaria domenicana morta stigmatizzata nel 1505 a Mantova e di cui leerano giunti gli echi della santità di vita. È poi assai probabile che lei ab-

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bia anche letto le prime biografie della beata, stampate subito dopo lasua morte: la prima è redatta, a poco più di 5 mesi dalla morte della An-dreasi, da una figura eminente nell’Ordine domenicano: Fancesco Silve-stri, teologo maestro degli studenti a Bologna, priore del monastero diMantova, poi prima vicario generale e poi maestro di tutto l’Ordine. Nel1507 viene poi dato alle stampe anche la Vita et porta paradisi di Girola-mo Scolari, frate olivetano e suo figlio spirituale.

Ma perché fra i tanti luoghi di culto Angela sceglie proprio il se-polcro della beata Osanna? Non mancavano certamente altri e più rino-mati sia nel bresciano che nelle provincie limitrofe. In assenza di testi-monianze dirette, possiamo supporre che lei avvertisse il richiamo dellamistica mantovana in quanto era alla ricerca di una nuova definizionedella propria vita spirituale, in parte già acquisita e in parte forse solo in-tuita, che non poteva esprimersi compiutamente nel modello del terzor-dine di S. Francesco. In studi precedenti abbiamo evidenziato quanto diS. Francesco vi sia nella Regola mericiana, tuttavia già in questo periodola sua spiritualità cercava altre vie, altre forme nelle quali manifestarsi.

Non dimentichiamo anche il travaglio psicologico vissuto da An-gela con il suo trasferimento a Brescia, passando da una spiritualità rac-colta, vissuta in una dimensione di paese sia pure economicamente e so-cialmente vivace come Desenzano e Salò, a una dimensione cittadina incui la religiosità assume necessariamente una dimensione pubblica.

Non stupisce quindi la sua volontà di conoscere un altro modellodi santità differente da quello francescano, incarnato da una terziaria co-me lei, sia pure dell’Ordine Domenico, che era riuscita compiutamente aconiugare misticismo, dono della profezia con una riconosciuta santità divita praticata nel mondo. Nel caso poi di Osanna si tratta di una profe-zia a servizio della città di Mantova, tanto che Osanna è ritenuta la ma-drina del potere politico del principe; tramite la sua preghiera e la suaprotezione, lo legittima, ne certifica la provenienza divina.

Bisogna tener presente che i domenicani, non solo a Mantova era-no impegnati proprio in questi anni a promuovere il culto della stigma-tizzata mantovana, di cui una parte importante era legata alla costruzio-

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ne del suo monumento funebre, al fine di promuovere presso le compe-tenti autorità ecclesiastiche la causa di beatificazione. Quindi quandoAngela inizia il pellegrinaggio era in corso una attiva campagna tesa apromuovere il modello di santità praticato da Osanna, che altro non erase non la declinazione di quello praticato da Caterina da Siena.

Infatti a differenza dei Francescani, che avevano fin da subito in-trodotto una declinazione al femminile della spiritualità dell’Ordine, conS. Chiara e le clarisse, i domenicani, che non avevano a fianco del lorofondatore- S. Domenico- una figura femminile forte come Chiara, elabo-rano un modello di santità declinato al femminile assai tardi e solo dopola canonizzazione di Caterina Benincasa. Questo modello femminile si ri-vela però assai efficace in quanto si incarna soprattutto nelle laiche, nel-le terziarie e qui da noi questo modello si esprimeva in due figure straor-dinarie Osanna Andreasi a Mantova, Stefana Quinzani di Soncino.

Angela è colta, è una mistica, ma è anche intensamente ancorataallo spirito di concretezza della sua terra, che così ben si esprimerà nelrealismo dei quadri del Moretto o di Romanino, per cui possiamo dun-que pensare che recandosi a Mantova cerchi proprio nel contatto fisicocon le spoglie della Andreasi lumi per il proprio futuro.

Anche se le caratteristiche carismatiche di Angela non si erano deltutto manifestate nella Brescia del primo ventennio del Cinquecento,molti aspetti già la accumunavano con l’esperienza dell’Andreasi. Nellelettere di Osanna al duca di Mantova osserviamo che la maggior parte diesse contiene richieste di assistenza per conto di altre persone, quali fa-vori politici, clemenza giuridica, protezioni fiscali, doti per ragazze pove-re e così via. Tra le persone per cui Osanna chiedeva aiuto ai marchesicompaiono anche i suoi parenti. Scrive Gianni Festa in Le «lettere spiri-tuali» a Girolamo Scolari: lo stilema della maternità in Osanna Andreasi daMantova:«Attorno a Osanna si muove e si agita un mondo di bisognosi edi sfortunati, uomini e donne che, provati dalle avversità della vita, si ri-volgono a lei per ottenere una grazia, un soccorso, una protezione, unamediazione, insomma un attestato di solidarietà che veniva passato a chiavrebbe potuto aiutarli, i marchesi, appunto. E Osanna scrive, in uno sti-

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le basso, nervoso ma deciso, come chi, in virtù di un’autorità che le vie-ne da Dio stesso, prende sotto la sua protezione l’intero mondo della mi-seria e della disgrazia e ricorda e comanda al potente e al ricco il precet-to della carità a rimedio di salvezza della propria anima».

Anche Angela cominciava in Brescia ad assumere queste connota-zioni, come testimonia Antonio Romano nella sua deposizione giuratanel cosiddetto processo Nazari: Interrogatus respondit: «Io so questo che digiorno in giorno crescendo la sua sanctimonia, veniva la sua fama di spiritualis-sima vita spargendosi fra il popolo, in modo che vi concoreva moltissimo della cittàdi Brescia che alle sue divotissime orationi per impetrare dal Signore qualche gra-tia, che per quietare qualche discordia nata fra cittadini et altri nobili dellacittà, fra i quali mi ricordo della discordia che era fra D. Filippo Sala et D.Francesco Martinengo, la quale con l’intervento del Duca di Urbino, di Rettoriet nobili della città mai si potè quietare et pacificare, et essa madre suor Angelapregata dalle moglie delli sudetti, con pochissime parole fece talmente che si paci-ficarono in modo che ne restorno sodisfatti.

La sua fama si spargeva nei circonvicini luoghi, tanto che ogni si-gnore le concedeva quello che ella domandava. Il vecchio mercante ha unsussulto e aggiunge: et vi dico questo, perché io so che una fiata partendosi lei etio da Brescia, et andati a Mantoa per visitare la madre suor Osana, et ritornan-do passassimo per Solfrino ove si trovava il signor Alovigio da Castione et sua con-sorte, et perché esso signor Alovigio haveva bandito un famigliare amico della ma-dre suor Angela et confiscatoli i beni, essa andata dal signor Alovigio fu benigna-mente ricevuta, et liberò quel amico dal bando et fugli restituitosi i suoi beni, et co-sì ritornò a Brescia.

Dunque Angela presenta già molte analogie con la beata manto-vana, anche se la forma della sua spiritualità non presenta le connotazio-ni tipiche sante medievali e tardo medioevali come il dono della profezia,con l’apparato di dolore che spesso l’accompagna, bensì è già riconduci-bile ai principi della devotio moderna e ad un nuovo modello di vita reli-giosa femminile.

Ma anche nel modello domenicano non trova le risposte ai suoi in-terrogativi, così riparte per un nuovo pellegrinaggio, questa volta più ar-

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dito data l’età e la pericolosità del viaggio. Angela a circa cinquant’annidecide di andare in pellegrinaggio a Gerusalemme e ai Luoghi Santi(1524). Questa volta cerca la risposta ai suoi interrogativi nel cuore del-la cristianità, nella terra “calpestata” da Cristo: per i suoi contemporaneie poi per i suoi biografi Angela comincia così ad assumere anche le va-lenze profetiche attribuite dal contesto religioso di fine Quattrocento alculto di sant’Orsola.

I pellegrinaggi in Terra Santa

E ancora una volta è Antonio Romano a proporre ad Angela ilviaggio in Terrasanta (la quale sommamente mi pregò non andassi senza lei).Correva l’anno 1524 ed era giunta voce che per quella primavera, la na-ve dei pellegrini che tradizionalmente partiva da Venezia, non sarebbesalpata, tuttavia il Romano, giunto a Venezia per recarsi alla fiera di Lan-ciano presso Pescara, venne a sapere che invece il pellegrinaggio si sarebbecompiuto, ne fece giungere notizia ad Angela che subito si mise in cam-mino accompagnata dal cugino Bartolomeo Biancosi.

Secondo la letteratura mericiana già l’inizio del viaggio è segnatoda eventi singolari che evidenziano il percorso di trasformazione e purifi-cazione che sta intervenendo in questa donna già in età matura.

Dopo la partenza da Venezia non abbiamo informazioni direttesuoi luoghi visitati in Terra Santa, sappiamo solo che durante il viaggiodi andata, a Candia (Creta), accade un altro «segno» straordinario, unasorta di miracolo per così dire «capovolto», cioè la perdita della vista chele impedisce la visione della Terra Santa. I suoi primi biografi leggonoquesto episodio in chiave soprannaturale: il Signore la rende cieca neisensi per costringerla a guardare con gli occhi dello spirito, per affinarlanella comprensione del Suo disegno.

Anzi secondo Agostino Gallo è la stessa Angela a confidargli chenondimeno essendo condutta di luogo in luogo da quelle santissime divottioni,sempre le vide con gli occhi interiori come se l’havesse vedute con gli esteriori.

Il Nazari nella sua Vita aggiunge altri particolari che ci aiutano acapire l’intensità dell’esperienza psicologica e spirituale vissuta dalla san-

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ta bresciana: così cieca fu menata per tutti quelli santi luoghi, notificandoli ciòche erano, là dove de uno in uno vi faceva caldissime orationi. Ma quando gion-se al luogo nel quale fu crucifisso il Redemptore del mondo, all’hora ella pianse elongamente prostrata in genochione, basciando più e più volte quella beatissimaterra che fu fatta degna di ricevere il preziosissimo sangue di Giesù, sparso per imiseri peccatori.

È il mistero della passione a colpirla profondamente e a spingerlaa meditare sulla condizione tragica, senza speranza, dell’uomo, riscatta-ta solo dal sacrificio dell’Uomo-Dio. La Sua sconfitta, il Suo dolore, infi-nitamente più grande di quello dell’intera umanità, tale da oscurare l’in-tero universo, libera l’uomo dalla vanità del suo dolore collocandolo inun percorso provvidenziale. E la croce, strumento di sofferenza, diventail simbolo dell’immenso amore. Per Angela, dunque, il viaggio in TerraSanta rappresentò il cammino verso quell’«Amore» che trascende i limi-ti dell’individuo, che si abbandona al flusso divino e che, nella Merici, siesplicherà in quella pedagogia dell’amore che costituirà uno dei dati sa-lienti del suo carisma, divenendo l’elemento che regolerà i rapporti fra le«figlie» della Compagnia di sant’Orsola.

Tuttavia le testimonianze ci consegnano solo le ripercussioni inte-riori, il viaggio mistico, che i Luoghi Santi ebbero su Angela, possiamoperò ricostruire le presumibili tappe del suo pellegrinaggio, grazie aduna piccola al resoconto di un pellegrino- Francesco Alessandro da Mo-dena- stampato proprio a Salò, negli anni appena precedenti il viaggio diAngela (1517). Ci pare assai improbabile che il cugino di Angela Barto-lomeo Biancosi di Salò partisse senza portarla con sé.

Le tappe del viaggio di andata sono quelle dell’itinerario solito:Corfù, Candia, Cipro, Famagosta, Baruti (Beirut), Giaffa, poi Gerusa-lemme, passando da Rama (el-Ram). Fra gli altri luoghi santi visita ilmonte Calvario, la chiesa del Santo Sepolcro, il tempio di Salomone, do-ve «che quelli Mori non lassano intrare nesuno christiano con denari ne manchosenza, perché li dentro celebrano li loro officii e consilii, et la chiamano Moschea»,il monte degli Ulivi, il monte Sion, la casa di Lazzaro «dove che quelli mo-ri cani non li lassano andare».

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Altre tappe tradizionali poi erano Betlemme e Nazareth, il con-vento di S. Caterina nel Sinai. Infine, in uno degli ultimi passaggi, primadi concludere la narrazione l’autore, sottolinea di essere, come spesso ca-pitava, uno dei pochi sopravvissuti: «Nota che de nove compagni che se met-tessimo in camino restassemo solamente doi, tutti li altri moritteno per lo viaco».

Ecco dunque, un altro aspetto importante da sottolineare: chi par-tiva aveva ottime possibilità di non ritornare. Così accade anche ad An-gela che si trova ad affrontare un viaggio di ritorno avventuroso e riccodi insidie. Dopo la sosta a Cipro, per caricare le mercanzie e un altro sca-lo sull’isola di Creta, la nave veneziana dovette affrontare una tempestache durò nove giorni in cui affondarono le due navi che accompagnava-no quella dei pellegrini; poi, dopo aver vagato nella bufera ed essere sta-ta spinta dalle correnti, giunse al largo di Durazzo dove rischiò di esserecatturata dai pirati.

Dunque dopo un ritorno fortunoso, in cui uomini ed elementi natu-rali sembravano aver congiurato contro le navi dei pellegrini, la Merici è aVenezia alla fine del 1524, ospitata dalle monache del Santo Sepolcro e poinell’Ospedale degli Incurabili, un ricovero femminile appena istituito. Ilviaggio l’ha ormai mutata e la trasformazione deve essere molto evidentese lei viene ormai riconosciuta come un’interlocutrice spirituale non solodal popolo, ma dalle élites cittadine. La sua fama di santità si diffonde perVenezia e moltissimi religiosi et gentilhuomini et gentildonne, et d’altre personedevote si recano a vedere questa reduce dal pellegrinaggio ierosolimitano,alle cui preghiere gli altri viaggiatori attribuivano la loro salvezza. Alla cu-riosità subentra l’interesse, infatti secondo la testimonianza diretta del Ro-mano molti era i nobili che si recavano all’Ospedale degli Incurabili a visi-tarla, et per intendere et interrogarla della vita et sua scientia et santimonia. Aven-dola ritrovata, come era stata loro descritta, ardente nell’amore del Signore, fuda loro pregata a restare a Venezia a beneficio delle nascenti strutture di tu-tela femminile, i Luoghi Pii, e della città. Ma lei si sottrae, qui come poi aRoma, e anticipa anzi la sua partenza, temendo l’intervento del Patriarcha,al quale per obedientia haveria bisognato obedire; e significativamente il Nazarila fa giungere a Brescia il giorno di Santa Caterina.

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I pellegrinaggi a Roma

Dopo l’esperienza dei luoghi di Cristo sente il bisogno di un con-tatto fisico anche con quelli dei martiri della chiesa primitiva, per prega-re sulle tombe degli apostoli Pietro e Paolo e venerare le reliquie degli al-tri martiri, per cui riprende il pellegrinaggio per Roma in occasione del-la proclamazione del Giubileo del 1525. Compie il viaggio in compagniadi due sacerdoti e giunta nella città santa, mentre era in visita ad alcunereliquie, fu riconosciuta da un dignitario della corte pontificia, Piero del-la Puglia pellegrino con Angela in Terra Santa, che le procurò un’udien-za con il papa Clemente VII. In quest’incontro il Pontefice dovette rima-nere assai colpito da questa piccola donna di oltre cinquant’anni se lechiese di rimanere nella città santa per occuparsi dei Luoghi Pii dellacittà, ma Lei, con humilissime parole scusandosi, si partì, et l’istessa sera perBrescia, dubitando che Sua Santità non gli havesse imposto di rimanere innome della santa obedientia.

La visita alle catacombe, l’incontro con il Pontefice forse contri-buirono a chiarificarle anche il significato del primitivo “pellegrinaggio”di S. Orsola e delle sue vergini, che attraversano l’Europa verso Romaprima di avviarsi a Colonia verso il martirio, associando nel corteo dellevergini, papa e vescovi, simbolo di una chiesa che ritrova le proprie radi-ci, stimolata proprio dalla testimonianza femminile.

I pellegrinaggi a Varallo e la fondazione della Compagnia di sant’Orsola

Poi è la volta del Sacro Monte di Varallo, nel Novarese, ove il pa-dre francescano Bernardino Caimi che, per lungo tempo era stato Guar-diano in Terra Santa, aveva pensato di costruire una Nuova Gerusalemmeper rendere partecipi dei misteri della vita di Cristo il maggior numero dicredenti, anche in considerazione che l’avanzata dei Turchi nel Mediter-raneo rendeva sempre più difficili e insicuri i pellegrinaggi. Egli avevavoluto che la rappresentazione delle scene della vita di Gesù fosse al con-tempo realistica e simbolica, affinché il pellegrino potesse compiere dei

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percorsi e visitare dei luoghi che rimandassero immediatamente a quellireali di Gerusalemme e nel contempo potesse rivivere, in un’esperienzamistica, le sofferenze della passione di Gesù.

Non è certa la data in cui Angela parti la prima volta per Varallo,anche se si presume sia attorno al 1529. Di questo primo viaggio nonsappiamo molto, salvo che sulla strada del ritorno si fermò a fare visita alduca di Milano Francesco II Sforza che, similmente a quanto accaduto aVenezia e a Roma, la invitò a fermarsi presso di lui. In questa prima visi-ta Angela non aveva potuto ammirare e contemplare tutti i sacri luoghi,dal momento che la costruzione del Sacro Monte, inaugurata nel 1491,era ancora in pieno svolgimento. In questi anni infatti i nuclei fonda-mentali erano sostanzialmente tre: Nazareth, con le raffigurazioni diAnnunciazione, Visitazione, Sogno di San Giuseppe; Betlemme con le cap-pelle dei Magi, Natività, Adorazione dei pastori, Presenta zione al tem-pio; e infine Gerusalemme, con la Strage degli Innocenti, Battesimo di Ge-sù, Tentazioni, Conversione della Samaritana, Trasfigurazione sul Monte Tabor;Resurrezione di Lazzaro, Entrata trionfale in Gerusalemme.

Nonostante l’incompletezza dovette provare un’emozione fortissimaper cui decise di rivisitarli. L’occasione le si presentò nell’estate del 1532, quan-do vi si recò con Agostino Gallo, sua sorella Ippolita e altri dodici compagni.

Quando Angela torna a Brescia dopo questi pellegrinaggi ha pocopiù di cinquant’anni e non è più la stessa «pia donna» partita per il suoprimo pellegrinaggio. La geografia della sua vita spirituale l’ha plasma-ta, l’ha resa più intensa e profonda, sapiente, maggiormente atta a co-gliere l’essenza spirituale delle cose. Torna carica di carisma: la santitàdella sua vita è ormai riconosciuta, dai Luoghi Santi di Gerusalemme aVenezia, centro dei traffici mercantili, a Roma, centro della cristianità, aMilano, forse il più importante centro produttivo italiano. In tutte questecittà le si chiedeva di occuparsi delle nascenti strutture assistenziali verso lepiù gravi forme di emarginazione femminile, i Luoghi Pii, ma lei immanca-bilmente fugge per tornare a Brescia. Forse comincia a capire che il suo de-stino non è solo quello di recuperare la singola donna, caduta o sofferente,ma quello di riscattare l’essere femminile nella dimensione di una nuova via

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di perfezione spirituale con la fondazione della Compagnia di S. Orsola. E significativamente uno dei biografi di Angela, Bernardino Fai-

no, fa idealmente nascere l’idea della Compagnia di S. Orsola proprio nelsecondo pellegrinaggio a Varallo, ai piedi della croce, identificando i do-dici altri compagni spirituali, citati da Agostino Gallo, come le dodici com-pagne che con lei fondarono nel 1535 la Compagnia di S. Orsola: il suocammino e la sua ricerca si erano così compiuti.

II - IL SENSO PER NOI OGGI

Abbiamo visto che il cammino verso i luoghi santi assunse neltempo molteplici valenze e significati, implicando sempre comunqueuna profonda trasformazione interiore, ma questo vale ancora per noi og-gi che viviamo in un’epoca che ha fatto della veloce mobilità uno dei suoisimboli più caratterizzanti? Proviamo a rispondere svolgendo alcune pri-me considerazioni.

Cominciamo dal mezzo di locomozione: il camminare

El camino es la vida è una delle frasi più frequenti che si sentono lun-go i sentieri del cammino che dalla Francia alla Spagna porta a Santiago deCompostela: uno dei tre pellegrinaggi più importanti del Medioevo, conGerusalemme e Roma, e che oggi è ritornato prepotentemente di attualità.

Nel viaggio a piedi lento, meditabondo e contemplante, si può fi-nalmente trovare quello che la vita contemporanea ci permette solo atratti di sentire: la fusione con il creato in una percezione profonda dellanatura che ci circonda.

Camminare quindi come modo per riscoprire lentamente il mon-do nella sua totalità attraverso la propria intima interiorità.

Chi cammina sa che spesso occorrono diversi giorni di fatica perpoter raggiungere una nuova visione e per abbandonare il dolore fisico,le preoccupazioni e le paure mentali, per conquistare la leggerezza di unostato naturale dell’uomo. Stato che spesso gli viene sottratto, a cui noistessi rinunciamo più o meno consciamente per rincorrere i miti del be-

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nessere o le cosiddette “necessità della vita”. Forse è questo l’antico potere curativo del pellegrinaggio: il riavvi-

cinamento alla “bellezza e al divino”. Questo è ciò che hanno sperimen-tato san Francesco o sant’Angela Merici, per stare a chi ci è vicino, i qua-li, dopo averlo raggiunto, lo trattennero gelosamente come parte essen-ziale del loro modo di vita.

Il camminare genera incontri, forti condivisioni, scambi intensa-mente emozionali sia con chi vive la tua stessa esperienza sia con le perso-ne che incontri nei luoghi che attraversi. La magia nasce anche perché que-ste persone diverse, con il “loro cammino”, percorrono la stessa strada.

Con questo spirito come amici di sant’Angela, ci siamo prefissi ditracciare anche con le moderne tecnologie (GPS) tutti gli itinerari meri-ciani in Italia. Finora sono stati realizzati i percorsi pedonali Desenzano-Brescia e Brescia- Mantova, percorsi ogni anno da oltre un centinaio dipellegrini; in costruzione vi sono Brescia-Cremona e Brescia-Varallo.

Tutto questo nella speranza che il cammino ci renda migliori e piùliberi dalle “schiavitù” del mondo.

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ASV, S.C. Rituum, Processus 341, ff.927- 936-v. Una trascrizione anche in Ma-riani, Tarolli, Seynaeve, Angela Merici. Con-tributo per una biografia, cit., p. 533-546.

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Progettato e sponsorizzato dalle varie Compagnie delle Figlie di Sant'Angela edagli Istituti religiosi di Orsoline, sotto la guida geniale e generosa del prof.Gianpietro Belotti.Dalla bozza di progetto del Centro Internazionale di Studi on-line raccogliamole informazioni principali su questa iniziativa.

Il Centro Studi Internazionale “Sant’Angela e Sant’Orsola” si po-ne come sistema culturale in grado di collegare in rete una complessitàdi sistemi già operanti a vari livelli nella società.In particolare: Le diverse famiglie di vita consacrata che si riconoscono nel carisma di

Sant’Angela, con l’obiettivo di diventare punto di riferimento mediaticoche dia visibilità alle iniziative messe in opera dalle Orsoline nel mondo;

Le ricerche che hanno sottolineato e sottolineano l’essenziale contri-buto offerto da sant’Angela Merici, dalla Compagnia di S. Orsola edalle religiose Orsoline all’emancipazione della donna secondo la no-vità del Vangelo;

Il mondo accademico, che negli ultimi anni ha dedicato ampi studialla “Storia delle Donne” a partire dall’ispirazione religiosa;

La Società, intesa come fruitrice delle attività spirituali e sociali che ilmondo orsolino quotidianamente offre;

Le associazioni, gli organismi e i movimenti che sono attivi per la pro-mozione e la salvaguardia della dignità delle donne, sia in ambito so-cioculturale che in ambito ecclesiale;

Orsoline in rete:Il Centro Internazionale di Studi Dal mese di marzo 2012 è in preparazione il sito internet delle “mericiane”

www.angelamerici.it

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Il mondo della scuola e dell’educazione, considerata la particolare vo-cazione pedagogica delle Orsoline religiose educatrici, con una spe-ciale attenzione a promuovere il dialogo tra gli educatori e i giovani,tra questi e le famiglie;

La comunità degli “internauti” cioè degli abituali navigatori web.Le attività del Centro si possono schematicamente dividere in tre

blocchi che però fra loro si intersecano: uno “interno” al mondo orsolino el’altro “esterno”, riferito, cioè, alla società nella quale viviamo; un terzo,che chiameremo di “studio”, con riferimento sia al mondo orsolino che aquello accademico.

Per quanto riguarda il primo blocco, il Centro si propone innanzitut-to come cassa di risonanza delle problematiche spirituali, educative, pasto-rali e sociali, vissute dalle Orsoline, secolari e religiose, nei vari continenti.

Poi come divulgazione e messa in rete delle varie esperienze affin-ché tutti ne traggano profitto. Una sorta di multinazionale “del bene”delle diverse Famiglie orsoline, che metta in comune ciò che di meglio èprodotto, affinché tutte possano accedervi.

Lo spirito potrebbe essere quello di non dissipare le poche energieesistenti nel fare da sé ciò che è già stato fatto da altre, quanto piuttostonell’utilizzarne le esperienze con la declinazione specifica del carisma co-mune, per migliorarlo e rimetterlo in circolazione.

Per quanto riguarda il secondo blocco, quello “esterno”, il sito sipone innanzitutto come “vetrina” virtuale delle variegate attività di que-sto mondo. Chiunque si colleghi ad esso vede ciò che è programmato eciò che è stato fatto dalle varie Famiglie. Inoltre trova i Link e gli indi-rizzi mail delle Orsoline di tutti i paesi.

Un discorso a parte merita il settore che abbiamo definito di “studio”.Il Centro si pone infatti come momento di sintesi e di stimolo, fornendo gliindispensabili strumenti di studio, di consultazione e i materiali a supportodelle diverse iniziative od opere avviate nelle varie e singole realtà. È ovvioche un’attenzione particolare sarà rivolta all’eredità spirituale di Sant’Ange-la espressa dal ricco e variegato mondo orsolino per cui verranno raccolte,catalogate, e divulgate on line le ricerche, le pubblicazioni di vario genere

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edite in Italia e all’estero inerenti S. Angela Merici e i suoi referenti spirituali(S. Orsola, Santa Caterina d’Alessandria, ecc.), culturali e sociali.

Un’attenzione speciale sarà dedicata anche alle figure di santità odi particolare spicco, maturate in questo mondo.

Un argomento portante degli studi sarà anche la “contempora-neità”, cioè le Famiglie rifondate o nate ex novo fra Ottocento e Novecen-to, considerate nella loro peculiarità ma anche nella loro complementarità.

Compito del Centro sarà inoltre quello di coordinare i rapporti conil mondo accademico, ponendosi come punto di raccolta degli studi ine-renti quel particolare aspetto dell’emancipazione femminile a partiredall’ispirazione religiosa, data l’importanza della Merici e della sua ope-ra, nell’ambito della “Storia delle Donne”.

Ma vediamo ora come si “legge” il sito www.angelamerici.it

La Barra Superiore della Home Page reca la denominazione, che sinte-tizza anche l’indirizzo programmatico del sito:

Sant’Angela e Sant’OrsolaCentro Internazionale di Studi

Il Centro dunque ha come finalità primaria la spiritualità, la storia, l’at-tualità del carisma mericiano. Il sottotitolo Centro Internazionale di Stu-di indica non solo l’internazionalità del mondo orsolino, simboleggiatadal planisfero posto a sinistra del titolo, ma anche la seconda finalità: ap-profondire le tematiche inerenti tutti i settori in cui si esplica la vita del-le Orsoline.A destra troviamo quattro link: S. Angela: contiene una biografia concordata di S. Angela; Figure di Santità: qui entreranno gradualmente tutte le Orsoline ri-

conosciute dalla Chiesa o venerate dalla loro comunità per la partico-lare esemplarità della loro vita.

Bibliografia: è presente uno studio sulla bibliografia storica; prossi-mamente inseriremo una bibliografia da tenere aggiornata su AngelaMerici e le Famiglie che a lei si rifanno.

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Orsoline nel Mondo: riporta una parte importante delle Famiglieorsoline nel mondo. L’elenco è del 2007, ma è ancora sostanzialmen-te valido: vedremo di aggiornarlo cammin facendo. Da questa sezioneè possibile collegarsi immediatamente con le Orsoline di tutto il mon-do: infatti sono attivi gli indirizzi mail, quelli dei siti internet, ma cisono anche quelli tradizionali con i relativi numeri di telefono. La pa-noramica che ne esce è stupefacente.

La Home Page è dominata da un grande cerchio (simbolo di perfezio-ne) posto in posizione centrale: è il mondo delle Orsoline e il titolo del-la sezione è

ORSOLINE IN RETE

Qui troviamo i link di tutte le Compagnie e Istituti delle Orsoline italia-ne e non: le ultime ad aderire sono state le Orsoline di Tildonk. Vicino al titolo troviamo l’immagine dell’Angelo che conduce Angela neiLuoghi Santi; qui simboleggia il contatto dei due mondi, quello della

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Terra, cioè delle Istituzioni delle Orsoline, e l’altro “Mondo”, quello Ce-leste (non a caso lo sfondo del sito è un cielo azzurro prima del tramon-to) a cui tutte devono tendere seguendo la Madre. Nella pagina di ogni Istituzione si trovano la storia, i recapiti, gli in-dirizzi mail e del sito internet e le notizie sulle attività svolte. Con unsolo colpo di clik possiamo immediatamente collegarci a tutti i sitidelle Orsoline, avere i loro telefoni e indirizzi mail. In questa misura isiti di ogni Istituto ne escono valorizzati in quanto particolare di unpiù vasto tutto.

A sinistra del Cerchio vi sono le sezioni di studio:

a. Fonti: Mericiane, Fonti Compagnia di S. Orsola, Compagnie e Istituti

b. Iconografia: Mericiana Compagnie e Istituti

c. Periodico d. Spiritualità: preghiere e riflessioni sulla spiritualità non solo orsolina;e. Pedagogia: si cercherà di realizzare una rete fra le scuole delle Orso-

line di tutto il mondo, anche per arrivare alla definizio-ne di una comune piattaforma orsolina;

f. Formazione: è la sezione specificatamente dedicata alle Orsoline. Quipubblicheremo i progetti formativi. Si trova ora quellodelle Orsoline di Gandino, prossimamente pubblichere-mo quello delle Orsoline di Verona e poi quello degli al-tri Istituti via via che ce lo invieranno.

A destra del Cerchio vi sono le sezioni di attualità:

1. Pellegrini: a. Sulle orme di sant’Angela: stiamo tracciando tutti ipellegrinaggi compiuti da S. Angelab. Al Santuario di Bresciac. Casa S. Angela (Grezze)d. Mericianum

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2. Blog: per ora vi è il collegamento con quello della nostra segre-taria Giusy Pelucchi, ma in futuro contiamo di avere an-che quelli di altre Orsoline.

3. Notizie: è la sezione che raccoglie in ordine cronologico tutte lenotizie che compaiono nella banda laterale.

4. Contattaci

Nella Banda laterale destra trovano spazio tutte le “notizie”, cioè tuttociò che entra nel sito come novità: articoli, bollettini, filmati, attività, ecc. Ognuna di queste notizie finirà contemporaneamente nella voce genera-le Notizie, ma anche in quella specifica in cui è classificata.Da quanto schematicamente detto risulta estremamente evidente che ilnostro sito si pone come momento di studio e di approfondimento, maanche come valorizzatore e amplificatore di tutta l’attività orsolina.

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Sabato 28 gennaio, nella chiesa inferio re del santuario di S. Ange-la a Brescia sono stati presentati gli Atti del Conve gno mericiano del2010, curati dal prof. Giampietro Belotti:

“La risposta femmi nile ai nuovi bisogni dell’età borghese.La rinascita del-le Compagnie e degli Istituti religiosi delle Orsoline fra Ottocento e primo Nove-cento” Ed. Centro Mericiano, Brescia 2012.

Questo volume è la prosecuzione e il completamento di un prece-dente dal titolo: “La sponsalità dai monasteri al secolo. La diffusione del carismadi SantAngela nel mondo”, Ed. Centro Mericiano, Brescia 2009.

Ha moderato l’incontro la presidente del Centro Mericiano diBrescia, prof. Angiolina Pederzani in Messali, la quale ha spiegato chel’attuale pubblicazione è il punto d’arrivo di un lavoro decennale riccodi iniziative: convegni, mostre, libri, celebrazioni, pellegrinaggi... coin-volgendo un sempre più vasto numero di persone e istituzioni. Ha pre-so poi la parola mons. Vigilio Mario Olmi, Vescovo emerito di Brescia eSuperiore della Compagnia delle Figlie di S. Angela Merici. Ha rilevatoche, leggendo gli studi pubblicati nel volume, ci si rende conto dellameravigliosa creatività dello Spirito Santo nella storia delle “mericiane”da sant’Angela ad oggi. Il carisma della Madre Angela ha saputo attra-versare i secoli adattandosi ai contesti diversi e sempre nuovi, nella co-munione ecclesiale. «Che cosa succederà nel futuro? - si è domandatomons. Olmi - Lo Spirito Santo lo sa già. Grande fiducia! Egli continueràa sostenere il cammino della donna consacrata nel dare risposte adegua-

Dicono di noi

Dieci anni di convegni e pubblicazioniS U O R M E L A N I A B A L I N I

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te al presente, in prospettiva di un grande futuro».Breve ma significativo l’intervento del Sindaco di Brescia, on.

Adriano Paroli. Egli ha detto che «avere S. Angela compatrona di Bresciaè uno stimolo per tutti i cittadini a tendere alla santità, che è il vero oriz-zonte della felicità e del compimento umano». E come Sindaco, sente cheAngela lo incoraggia ad affidarsi allo Spirito Santo nel costruire insiemea tutti i cittadini la città di Brescia «fondata sulla fedeltà alla fede e allagiustizia».

La prof. Paola Vismara, docente di Storia della Chiesa all’Univer-sità Cattolica, autrice di numerose pubblicazioni, ha presentato il nuovovolume, di 800 pagine, paragonandolo ad un vasto mosaico formato dal-le istituzioni mericiane antiche e nuove. Ha individuato il fattore comu-ne ad esse nella volontà di riproporre il carisma di Angela Merici nei va-ri contesti storici e culturali, sempre con nuova vivacità e capacità di ri-spondere alle sfide del proprio tempo. Quindi, anche oggi.

Infine, il curatore dell’opera, prof. Giampietro Belotti, ha ringra-ziato le Compa gnie e i vari Istituti, pieno di speranza nella collaborazio-ne futura, soprattutto per la prossima attivazione del Centro Inter -nazionale di Studi on-line.

Anche il nostro Istituto ha presentato il proprio contributo di ri-cerca e riflessione dal titolo «Il carisma educativo delle Suore Orsoline di Ma-ria Vergine Imma colata di Gandino (Bergamo) dalle ori gini alla seconda guer-ra mondiale(1818-1940)».

In una cinquantina di pa gine, ho delineato la storia del nostro ca-risma educativo alle origini dell’Istituto e nei suoi sviluppi, a volte lentima decisi e profondi (nei primi 80 anni), poi rapidi e ricchi di iniziativecoraggiose (dal 1900 al 1940).

Noi Orsoline di M.V.I. di Gandino sia mo molto grate al prof. Be-lotti e alla Compagnia di Brescia per l’enorne mole di lavoro che si sonoassunti per la valorizzazione del carisma mericiano.

da: Insieme per un carisma educativo, Periodico delle Orsoline di Gandino

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“Molte sono le figure esemplari - tra cui non pochi Santi - che hanno fattodell’impegno educativo la loro missione e hanno dato vita a iniziative singolari,parecchie delle quali mantengono ancora oggi la loro validità e sono un preziosocontributo al bene della società”.

da: Educare alla vita buona del Vangelo”doc. CEI Conferenza Episcopale Italiana

Il progetto nasce grazie al sostegno illuminato e competente delVescovo di Brescia S.E. Mons. L. Monari, di Monsignor Vigilio Mario Ol-mi Vescovo Emerito della Diocesi, di Don Daniele Saottini responsabileUfficio Scuola della Diocesi, della Superiora della Compagnia di S.Ange-la Maria Teresa Pezzotti, del Prof. Giampietro Belotti dell’Ateneo di Bre-scia, dell’avv. Sara Squassina che, per prima ha saputo creare le condizio-ni per un ponte ideale tra la Compagnia e le realtà scolastiche da me rap-presentate in ordine al progetto I.R.C.

COME NASCE IL PROGETTO

Nell’ambito del Piano dell’offerta formativa, trasversale alle ven-tuno scuole dell’infanzia comunali, si è pensato di offrire ai bimbi unaprospettiva nuova dando voce al messaggio della grande Santa e decli-nandolo nei cinque campi d’esperienza previsti nelle Integrazioni I.R.C.

Progetto “Una Santa per Amica”

“Sant’Angela Merici messaggera di pace e amore a Brescia e nel mondo e amica dei bambini”DONATELL A MALDINA*

* Uff.Documentazione e Ricerca Pedagogica, Comune Di Brescia, Settore Pubblica Istruzione

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alle Indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia e per il primo ci-clo d’istruzione del febbraio 2010. Il percorso nelle sue linee generali èstato successivamente condiviso e realizzato anche a livello di scuola pri-maria trovando presso tutti i bimbi grande attenzione ed interesse.

La storia di Angela Merici è stata scelta tra quelle di molti santi co-nosciuti e meno conosciuti per molteplici ragioni.Le principali si possonocosì sinteticamente indicare:1) nella sua storia esemplare di cittadina e nell’impegno civile dimostra-

to seppe infatti rappacificare grazie al suo illuminato intervento duefazioni in lotta;

2) nell’impegno a favore dei poveri, dei bisognosi, delle donne;3) nell’essere stata in grado di fondare una Compagnia: la Compagnia di

S. Orsola, che ha aperto la via per l’emancipazione della donna; 4) nella creazione di una Regola contenente specifiche indicazioni, ma

importante categoria di pensiero cui fare riferimento in ogni contestodi convivenza civile.

Queste ragioni possono bastare, credo, per comprendere quanto at-tuale e significativa possa divenire la vita di Angela, seppur a distanza dioltre quattro secoli dal 1540, anno della sua morte, anche per i bimbi inetà scolastica. Le nuove generazioni possono, infatti, trovare attraverso laproposta dei diversi episodi della vita della Santa molti spunti di riflessionead esempio rapportando la storia narrata alla vita quotidianamente vissu-ta rispetto alla necessità di riappacificarsi in caso di conflitto, all’importan-za di un aiuto quotidiano vicendevole, ecc. nel proprio ambito scolastico.

Un ampio approfondimento meriterebbe poi l’esempio della RE-GOLA di SANT’ANGELA MERICI rispetto a ciascuna classe scolastica:Comunità piccola ma significativa per ogni bimbo dove ciascuno vive ap-portando il proprio contributo nel rispetto di ogni altro membro.

LE MODALITÀ DI REALIZZAZIONE

Come già si fece per il progetto dedicato ai Santi Patroni, realizza-to alcuni anni orsono nell’ambito della mostra dedicata a Vincenzo Fop-

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pa, in collaborazione con l’Equipe del Museo di Arte e Spiritualità, è sta-to individuato, come medium privilegiato accanto a quello della narra-zione, il mezzo artistico.

Grazie alla competenza continua e attenta della Superiora e delProf. Belotti è stata fatta una attenta ricerca tra le immagini della Santae, tra le molte possibili, è stata scelta quella ritenuta più leggibile e signi-ficativa per i bimbi cui il progetto è destinato. Dell’immagine scelta si so-no individuati i tratti peculiari: - il capo contornato dall’aureola delle san-tità - il viso con lo sguardo rivolto verso l’alto fiducioso nell’aiuto del Pa-dre - le labbra dischiuse in un sorriso accogliente e disponibile - il porta-mento eretto ed il passo svelto e deciso - il libro della Regola, strumentoimportante per orientare la propria vita al bene - il bastone del pellegrinocon il sacchettino contenente poco pane a significare la sobrietà del suostile di vita ecc. Grazie alla Compagnia di S. Angela sono state fornite al-le insegnanti le immagini di ampio formato e una serie di sequenze im-portanti raffiguranti gli episodi più significativi tratti dalla storia della Suavita avventurosa, dalla nascita sino alla morte avvenuta nel 1540.

Accanto alla narrazione e all’utilizzo del mezzo grafico è stata co-struita la “Scatola delle Parole Preziose” per contenere i termini impor-tanti che i bimbi via via apprendevano e ricollocavano nel quadro gene-rale degli apprendimenti già acquisiti. Grande è stato l’interesse che ibimbi hanno mostrato sin da subito, sia grazie al clima motivante che leinsegnanti hanno saputo costruire intorno al personaggio di Sant’Ange-la, sia grazie alle modalità metodologiche adottate. Narrazione, rappre-sentazione, conversazione rispetto ai contenuti proposti hanno permessoinfatti ad ogni bambino di cogliere attraverso le parole di Angela inse-gnamenti antichi ma sempre fortemente attuali per la vita di ciascuno.

CONCLUSIONI

Sant’Angela Donna del XVI secolo, figura dal tratto gentile affa-bile e luminosa, ma sobria e fortemente consapevole della necessità di unimpegno civile, ha entusiasmato il nostro gruppo di lavoro che, attiva-

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mente, si è lasciato guidare da Lei verso orizzonti antichi caratterizzati daun lato, da lotte tra fazioni, da disagi e difficoltà e, dall’altro, dalla novitàrappresentata dalle grandi scoperte geografiche, dalla nascita di nuovimovimenti culturali e religiosi che hanno portato nuovi modelli di riferi-mento in relazione all’ Umanesimo e al Rinascimento.

Leggendo la Sua storia abbiamo accolto la forza delle Sue parole edattraverso il Progetto “Sant’Angela: Una Santa Per Amica” abbiamotentato di delineare, attraverso la strutturazione del percorso l’attualitàper tutti i bimbi futuri cittadini del terzo millennio.

“Fate, muovetevi, credete, sforzatevi, sperate, gridate a Lui colvostro cuore e vedrete cose mirabili”

(Angela Merici – Introduzione ai Ricordi)

Angela chiaramente si è espressa e noi, donne del XXI secolo, ab-biamo cercato di essere Sue umili testimoni porgendo e proponendo aglialunni i Suoi insegnamenti preziosi, trasmettendo l’impegno per la co-struzione quotidiana del BENE, della BONTÀ e della BELLEZZA, pa-role preziose a Lei ispirate.

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Mostra sull’acqua al santuario di Sant’AngelaMostra pedagogico-didattica “Acqua simbolo di amore per un nuovo umanesimoispirato alla figura di Sant’Angela Merici”. Il progetto del Gruppo Sant’Angela per educare, ideato e coordinato daDonatella Maldina dell’Ufficio di Documentazione e Ricerca Pedagogicadel Comune di Brescia, in collaborazione con l’ufficio Missionario e la Pi-nacoteca dell’Età evolutiva di Rezzato, ha visto la partecipazione deglialunni delle 21 scuole comunali, di alcune primarie e pure di classi dellasecondaria superiore. Il tema dell’acqua, elemento essenziale per la vitaviene declinato secondo l’acronimo “Amore, Creatività, Qualità, Umanità eArmonia” ed è stato affrontato a livello grafico dagli alunni secondo tecni-che e stili diversi in relazione alle diverse fasce d’età: una mostra quindiche offre modo di scoprire la creatività dei ragazzi su un tema nobile.

(Articolo tratto da: Giornale di Brescia di martedì 31 gennaio 2012)

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Il primo contatto tra le Figlie di S. Angela e l’Associazione teatraleScena Sintetica avviene nel 2005 allorquando il gruppo teatrale in procin-to di essere sfrattato da San Desiderio, si era messo alla ricerca di un luogoalternativo dove alloggiare l’attività artistica e i corsi della Scuola dell’At-tore “Emo Marconi”. Durante la ricerca, venne fuori la possibilità di dareuno sguardo a un piccolo chiostro quattrocentesco con portico e loggia, inparte murato, che si trovava (e si trova) in piazza Moretto al n. 3 ed è diproprietà delle Figlie di S. Angela (Angeline). Il luogo, incantevole, colpì

Cronachette di drammaturgia MericianaPA O L A F A C C H E T T I

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fortemente l’immaginazione del gruppo; ma ancora più sorprendente ful’incontro con le Figlie di S. Angela. Risultato: il chiostrino è sempre neinostri pensieri, tanto che ci ha sollecitati a redigere uno specifico progettodenominato “Tempo di poesia”, però è sempre lì in attesa di restauro; lacollaborazione artistica invece, va a gonfie vele e ha prodotto, finora, rap-presentazioni significative che hanno anche varcato le mura della città, im-ponendosi per il loro alto valore di testimonianza e di divulgazione.

Tutto ebbe inizio con una timida lettura, sotto la neve, nel marzodel 2005, di un singolare poemetto dal titolo “Io sono” firmato da EdithStein (Suor Teresa Benedetta della Croce) nel 1939, pochi mesi prima diessere deportata nel campo di sterminio di Auschwitz. In esso veniva evo-cato lo stile pedagogico mericiano poggiato su pilastri quali la perseve-ranza, la pazienza, la fedeltà, l’amore...Le coraggiose attrici furono Mau-ra Benvenuti e Domenica Lorini.

L’anno dopo, il 26 novembre 2006, vedeva la luce “Angela Mericilegge il Cantico dei Cantici” inno gioioso alla mistica nuziale di Angela,spettacolo giovanile e coloratissimo nel quale i versetti del Cantico di Sa-lomone s’intrecciano con i legati mericiani, esaltazione della consacrazio-ne verginale all’unico Amatore, all’unico Sposo: Gesù Cristo.

La scena e i costumi disegnati da Giovanni Marconi, la musica diGiorgio Guerra e di Fabrizio Palermo eseguita dal vivo da una mini or-chestra diretta dallo stesso Palermo, il luogo stesso della rappresentazio-ne, il Centro Paolo VI, la folla di spettatori accolti nelle due repliche,hanno fatto di questo lavoro un evento memorabile che ha spinto le Fi-glie di S. Angela a proporlo alle consorelle della casa di Verona. Davverouna bella impresa forse non replicata abbastanza. Ma urgeva, evidente-mente, dare vita ad un evento scenico che diffondesse la nuda biografiadella Santa, dal momento che andava a maturazione la tenace perorazio-ne di Mons. Vigilio Mario Olmi, finalizzata all’ottenimento del Co-Pa-tronanato, con i Santi Faustino e Giovita, di Angela Merici, non del tut-to nota a moltissimi bresciani.

In occasione della solennità di Sant’Angela Merici del 2008, infat-ti, la Compagnia di S. Orsola Figlie di S. Angela e Scena Sintetica pre-

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sentano “Et fati vita nova. Angela Merici: l’inchiesta, i testimoni”, rap-presentazione teatrale della biografia della Santa. Il testo, redatto e cura-to da Giampietro Belotti, ripercorre la vicenda umana e l’apostolato diSant’Angela a cavallo fra il Quattrocento e la prima metà del Cinque-cento. La sua straordinaria esperienza evangelica, concretizzatasi nellafondazione della Compagnia di Sant’Orsola, ha conferito nuova dignitàalla donna, con la consacrazione vissuta non più nei chiostri, ma nelmondo, all’interno della famiglia. Guidata da un profetismo audace enuovo, Sant’Angela ha posto al centro della sua moderna devotio il mo-dello della Chiesa primitiva e delle prime comunità cristiane.

La rappresentazione teatrale offre un’esposizione puntuale deglieventi prodigiosi e dei pellegrinaggi che hanno segnato la vita della San-ta, ricavati dalle fonti originali per garantire una ricostruzione il più pos-sibile fedele. Le preziose testimonianze di Antonio Romano, GiacomoChizzola, Padre Landini, Giacomo Tribesco, Agostino Gallo, GirolamoPatengola e Gabriele Cozzano si trovano riassunte nell’opera Vita dellareverenda et quasi beata madre suor Angela fondatrice della Compagnia di S.Orsola di Brescia, scritta dal notaio Giovan Battista Nazari che aveva rac-colto le testimonianze giurate di quattro testimoni oculari sull’esempla-rità della vita della Santa nel cosiddetto “Processo Nazari”, istituito conl’approvazione del Vescovo Bollani.

Lo spettacolo vede la luce nella cripta della chiesa di Sant’Angelaa Brescia, in via Crispi e vanta subito un consenso di pubblico così ampioda essere riproposto negli anni seguenti in città e fuori: nella chiesa diSant’Angela del quartiere di San Polo, nella chiesa di San Giorgio nelcentro storico cittadino e nella parrocchia di Sant’Angela Merici a Mila-no. La performance di Scena Sintetica si evolve nel tempo (del resto, ognievento teatrale è per sua natura unico e irripetibile) e si arricchisce nel2010 di un intenso coup de theatre, di cui la scena sentiva il bisogno. In-tensamente evocata dalle testimonianze storiche lette dagli attori, laSanta compare tra gli spettatori stupefatti e con grande emozione rivivenei suoi arricordi, proprio per “ricordare” in punto di morte gli straordi-nari precetti: “Non ve perdeti d’animo, habiate speranza et ferma fede in Dio,

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che egli ve agiutarà in ogni cosa. Fate, movetive, credete, sforzative, sperate, chesenza dubio vedereti cose mirabile, drizzando tutto a laude et gloria di sua Mae-stade et utilitade delle anime”.

In questa veste definitiva, lo spettacolo si fa missionario, è prontocioè a portare la vita della Santa (che è anche Co-patrona di Brescia) intutte le realtà ecclesiali che ne facciano richiesta secondo l’intuizione diGiampietro Belotti.

Vogliamo concludere con qualche notizia su Scena Sintetica. È unacompagnia teatrale costituitasi in Brescia nel 1986 per iniziativa di ungruppo di professionisti del teatro e della comunicazione. Da anni si di-stingue nel panorama culturale per un approccio originale ai temi dellaCultura e della Rappresentazione.

Scena Sintetica persegue attraverso il teatro - rito umano per ec-cellenza - un’estrema sintesi tra le tre tradizionali e fondamentali diret-trici lungo le quali sin dall’inizio della storia dell’uomo si è orientata lastrada della conoscenza, ovvero la religione, l’arte e la scienza, nella con-vinzione che la settorialità della ricerca sia ormai destinata - nel XXI se-colo - a lasciare spazio ad una sola, nuova unità di linguaggio complessaed articolata.

La regia degli spettacoli è del direttore artistico della compagnia,il dottor Antonio Fuso; le voci recitanti sono degli attori storici e “nuo-vi” del gruppo, Maura Benvenuti, Lorenzo Biggi, Paola Facchetti, ElenaChiarini, Armando Leopardo, Stefania Mazzoni. All’attrice DomenicaLorini spetta il ruolo di Sant’Angela.

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ASSEMBLEA 23 MAGGIO 2009

L’anno trascorso è stato per il Centro Mericiano un periodo che po-tremmo definire ancora di prosecuzione del grande bicentenario. Per va-ri motivi:1) nel gennaio 2009 sono stati ufficialmente presentati gli “Atti” del

Convegno del novembre 2007;2) sono continuati i rapporti con alcuni degli studiosi, che avevano pro-

dotto i loro lavori per i recenti Convegni e che desiderano proseguirela loro collaborazione con noi;

3) si sono consolidati i legami che in questi anni si sono creati con tuttoil mondo orsolino (istituti secolari, istituti religiosi vari …);

4) vi sono state visite e pellegrinaggi sull’eco dell’anno giubilare.

Alla luce di quanto sopra desidero fare delle riflessioni generali sulCentro stesso e sul suo operato. Ricordo innanzitutto che il Centro Meri-ciano si prefigge sostanzialmente due fini: uno storico/culturale ed unoeducativo/pastorale.

È quindi proprio per rispondere ad uno specifico obiettivo, ben de-finito dallo Statuto, che il Centro, in questi anni, ha prodotto convegni,incontri, studi, ricerche. Il lavoro svolto in questo ambito è molto (bastipensare al Convegno del 2007), ma non ci si può fermare qui, pensandodi aver già raggiunto buoni risultati. L’esperienza comune insegna checiò che non cresce, diminuisce: non resta uguale a se stesso, ma ripeto,diminuisce. (nel campo del lavoro, della ricerca, nei rapporti personali).

Relazioni della PresidenteA N G I O L I N A P E D E R Z A N I M E S S A L I

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Ecco perché quindi ritengo importante non fermare il lavoro svolto fino-ra. Infatti: se i rapporti con i vari studiosi non vengono coltivati, questi indirizzano

altrove il loro interesse (al momento sono loro stessi –docenti universita-ri, ricercatori ecc. italiani e anche stranieri- che sollecitano la continuazio-ne del loro rapporto con il Centro Mericiano – come dicevo più sopra).

se non si mantengono i rapporti con la stampa e con i mezzi televisivi,S. Angela (a Brescia) ritorna per la “gente comune” (se va bene) come laSanta della “fiera” e del Santuario. In questi ultimi anni è capitato inve-ce più volte di sentire persone che, dopo aver letto qualche articolo sulGiornale di Brescia, su Brescia Oggi, o visto qualche servizio su Teletutto,hanno detto: “non conoscevo S. Angela, eppure sono di Brescia; che Santa gran-de è stata, fate bene a farla conoscere, può ancora insegnare tante cose”. Lo stes-so vale per iniziative, quali il “recital” su S. Angela e le varie rappresen-tazioni a cura di Scena Sintetica, che hanno permesso di entrare in sin-tonia con il messaggio mericiano a persone che ne erano estranee, ini-ziative da riprendere, magari aggiustando il tiro.

se non si tengono sollecitati le istituzioni politiche (comune, provin-cia...) ed economiche (fondazioni, banche...) S. Angela passa, per loro,in secondo piano rispetto ad altre iniziative; si perdono i contatti conle persone preposte, un domani si deve ricominciare da capo a intesse-re relazioni, ma lo si può fare naturalmente solo su iniziative qualifi-cate, bene organizzate, su progetti interessanti. A tale proposito vorrei ricordare come in questi ultimi anni vi sia sta-to un sostegno concreto alle iniziative del C.M. da parte delle istitu-zioni innanzitutto con la presenza delle persone: ricordo la presenza aivari convegni dell’allora Sindaco Prof. Corsini (i 2 convegni, la mostraalla Pinacoteca) e dell’attuale Sindaco Avv. Paroli (presentazione Atti),del Presidente della Provincia Cavalli (convegno 2007- mostra allaPinacoteca), dei Vescovi mons. Sanguineti e Mons. Monari (convegnie celebrazioni eucaristiche solenni), di vari Assessori, dei Sindaci diDesenzano e Salò, del dott. Camadini, del dott. Trombi (per le fonda-zioni) ed altri ...

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Bisogna infine continuare sulla strada dell’unione con le varie famiglieorsoline. In questi anni si sono creati e poi consolidati rapporti di stima efiducia reciproca ed il Centro Mericiano, coinvolgendo nei propri conve-gni relatori e rappresentanti di queste Famiglie, si è proposto come pun-to di riferimento. In tale ottica è significativo quanto proposto dalla CIMnell’incontro delle superiori Generali e Provinciali del 22.11.2008 “sipropone l’eliminazione del proprio Gruppo di Studio” ed invece “si rimanda aduna fattiva adesione al Centro Mericiano, organismo a livello internazione, giàpredisposto per organizzare momenti di studio ed eventualmente convegni mericia-ni, con la collaborazione del prof. Belotti”.

Pubblicazione delle Fonti

Devo richiamare quanto già detto l’anno scorso relativamente all’impe-gno sia degli studiosi (dott. Ferraglio, don Giuseppe Fusari, il prof. Rug-geri Carissimo, il prof. Arch. Volta, il dott. Leonardo Leo, la prof.ssaClaudia di Filippo Bareggi, coordinati dal prof. Belotti) sia delle abilissi-me volontarie (Lucia Baruffi e Rosa Pollini, madre Clemente delle Orso-line di Verona – Marieta Pia delle Orsoline dell’Unione Romana dellaSlovenia – Maria Cristina Barbieri copresidente della CIM e Membrodell’Istituto Federato). Si spera che saranno pubblicate l’anno prossimoed il costo della pubblicazione sarà coperto da un finanziamento dellaCattolica Assicurazioni.

Festa di S. Angela 27 gennaio 2009

Oltre ai tradizionali momenti (celebrazioni, visite al Santuario ecc.) il sa-bato 25 gennaio vi è stata la presentazione degli Atti e la rappresenta-zione “Angela Merici, l’inchiesta, i testimoni”, a cura di Scena Sinteticae la domenica mattina l’inaugurazione della mostra “Che santo è? Altrestorie e altri santi”. I Santi (tra cui quest’anno gli arcangeli e in primopiano S. Angela) raffigurati con la tecnica dei fumetti giapponesi “man-ga”. Queste raffigurazioni sono piaciute moltissimo ai bambini e ai ra-gazzi che con gli oratori o le scuole hanno visitato la mostra. Inviterei chi

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non l’avesse ancora vista ad andarvi al termine della riunione. Anche semagari lontana dalla sensibilità tradizionale è un modo nuovo per incon-trare i ragazzi e fare “catechismo”.

Pellegrinaggi

Numerose sono le visite da ogni parte del mondo. Tuttavia i problemi le-gati alla crisi economica si fanno sentire anche in questo campo. Infattisono giunte comunicazioni di persone che con molto rammarico sospen-dono i pellegrinaggi, proprio per questi motivi.Convegno di SacerdotiIl tradizionale di febbraio è stato incentrato sul tema “A vent’anni dal-la Mulieris dignitatem”. Nell’occasione mons. Olmi ha illustrato ai sa-cerdoti presenti la proposta di S. Angela compatrona di Brescia.Centro studi internazionale on-line e Recupero del chiostroSono i due grandi obiettivi per il futuro. Richiedono impegno, personedisponibili, ricerca di forti finanziamenti. Sembra che qualcosa si stiamuovendo in questo campo.

ASSEMBLEE: 9 OTTOBRE 2010 E 1 OTTOBRE 2011

Il 2010 è stato un anno estremamente importante per il CentroMericiano: S. Angela è stata proclamata compatrona della città diBrescia insieme ai santi Faustino e Giovita. Questa proclamazione è ilfrutto di un intenso lavoro di sensibilizzazione e preparazione, cha ha vi-sto in primo luogo l’attività instancabile di mons. Olmi, che ha per pri-mo voluto questo evento e si è poi prodigato per realizzarlo, poi l’impe-gno deciso della Compagnia di Brescia, del coordinamento delle Aggre-gazioni Femminili Laicali cattoliche, e naturalmente (e non ultimo) an-che il nostro. Il 24 gennaio è stato un momento solenne e insieme impe-gnativo. Impegnativo perché Angela compatrona vuol dire anche unanostra maggiore sollecitudine a renderla sempre più conosciuta, più vivae presente nella nostra città. Ricordo anche la nostra partecipazione allaprocessione che ha portato le reliquie di S.Angela alla chiesa di S. Fausti-

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no: un segno visibile per Brescia della compresenza di questi santi nellanostra vita civile.

Ricordo anche la presentazione, in tre momenti successivi dellarappresentazione “et fati vita nova” su testo di Giampietro Belotti, a cu-ra di Scena Sintetica, rappresentazione che ha visto un notevole successoed una nutrita partecipazione. Molte persone si sono accostate per la pri-ma volta, in modo chiaro, non solo alla vita ma soprattutto alla spiritua-lità di Angela. È stato dunque un momento assolutamente positivo.

Anche se non riguarda direttamente il Centro Mericiano, ricordopoi, che nell’occasione, si è ottenuto da parte della parrocchia di S. Afra,di riportare le due tele raffiguranti Faustino e Giovita nel Santuario, qua-si a suggellare visivamente l’unione di tutti questi nostri santi nel pro-teggere e guidare la città di Brescia.

A quasi un anno di distanza sappiamo però che, perché S.Angelasia davvero percepita dai bresciani come loro patrona, bisogna che cisforziamo ancora molto. Sono state fatte alcune proposte. Per ora l’unicaconcretizzata è un Convegno, da tenersi il 29 gennaio, proposto dalCoordinamento delle Aggregazioni, di cui il Centro Mericiano è parte at-tiva e a cui dà il proprio sostegno fattivo. Questo convegno dovrebbe es-sere il primo di una serie che si dovrebbero tenere ogni anno, sempre inoccasione della festa di S. Angela: un appuntamento annuale per ricor-dare ogni anno ai Bresciani la loro compatrona. Il titolo del convegno(provvisorio ma comunque indicativo): “Esiste un pensiero femminile cattoli-co oggi”? Ovvero le donne cattoliche possono proporre oggi alla società unmodo di pensare comune di fronte ai grandi temi etici, educativi, di con-vivenza sociale e politica? – oppure le donne cattoliche si propongononella confusione, nelle differenze, in posizioni non chiare? C’è la possibi-lità di essere punto di riferimento per la nostra società? Partendo dallaLettera di Mons. Morstabilini alle donne del 1977, e riallacciandosi algrande fermento di pensiero che ha segnato in quegli anni l’associazio-nismo femminile cattolico bresciano, ci si vuole confrontare con l’oggi,iniziando da un excursus storico (S. Angela, le grandi donne bresciane del‘500, i movimenti femminili degli anni ’70 e quelli attuali) per arrivare

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ad un confronto (in una tavola rotonda) con le donne di oggi. Verrebbe-ro assicurati l’intervento dei giornali e di Teletutto. Il convegno si terràpresso l’Università cattolica, che offre gratuitamente i propri spazi.

2) Dal 25 al 28 novembre 2010 si è svolto il Convegno internazio-nale dal titolo: “La risposta femminile ai nuovi bisogni dell’età borghese: la ri-nascita delle compagnie e degli istituti religiosi delle orsoline fra ottocento e primonovecento”. È importante sottolineare: L’apertura del Convegno in S. Barnaba,con la presenza delle autorità

religiose e civili di Brescia; La partecipazione di trenta relatori, provenienti da tutta Italia, che

hanno illustrato la presenza delle compagnie e delle congregazioninelle varie regioni. L’ultimo giorno relazioni sulle Orsoline europee(Germania, Francia, Belgio, paesi slavi e Malta)

Qualificata e numerosa la presenza, di ottimo livello le relazioni.Il Convegno, del quale lo stesso Centro Mericiano sentiva la necessitàproprio per concludere un ciclo di lavoro, era stato anche sollecitato e so-stenuto dalla CIM (Conferenza Italiana Mericiana) e da varie congrega-zioni orsoline. Significativo è il fatto che molte, sia delle compagnie, chedelle congregazioni, abbiano dato il proprio apporto economico per larealizzazione del Convegno stesso. Credo che questo sia un bell’apprez-zamento per quanto fatto in questi anni (colgo anzi l’occasione per rin-graziare chi ha portato avanti il lavoro con molta competenza, entusia-smo e determinazione: il prof. Giampietro Belotti).

3) La Commissione educativo pastorale si è riunita con frequenzamensile. Ha svolto, sotto la giuda della prof.ssa Valetti Bonini (che rin-grazio vivamente) un ottimo lavoro. (leggo direttamente quanto scritto in un loro documento riassuntivo).La commissione ha riletto innanzitutto gli scritti di S. Angela per ricavare daquesti alcune indicazioni di base, che dovrebbero essere tenute presenti nella stesu-ra dei progetti educativi da parte di quanti, operando nella scuola, nelle parroc-chie, comunque a contatto con i giovani, si ispirano allo spirito della Merici....

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Due sono i principi che la Commissione ha evidenziato: che il fondamentodi ogni attività educativa deve essere esplicitamente posto nella Parola di Dio ...mentre il secondo principio è la centralità della persona: il dialogo educativo sifonda sulla consapevolezza della dignità di ciascuno e si svolge nel reciproco, ne-cessario rispetto...... quanto al metodo esso si basa sulla conoscenza personale... sull’esempio ... sul-la piacevolezza .... per quanto concerne i contenuti la ricerca della Verità ... ri-chiede ... concretezza nelle proposte conoscitive ... per orientare i giovani a costrui-re un personale criterio di ricerca .... infine per quanto riguarda le correzioni...prevalgono gli inviti alla prudenza, alla carità, ma anche alla vigile fermezza”.La Commissione ha senz’altro svolto un ottimo lavoro, che ora intendeconcretizzare in convegni/incontri, rivolti innanzitutto agli insegnanti, aicatechisti, ma anche ai genitori e a tutti quanti in vario modo sono a con-tatto con i giovani.

4) Il giorno 11 gennaio 2010 vi è stato il tradizionale Convegno Sacer-dotale (una quarantina i sacerdoti presenti), con interventi di don MarioTrebeschi, di don Pierino Boselli e della prof.ssa Valetti Bonini, che haincentrato il suo intervento sul tema dell’educazione in S. Angela.

5) Il 27 novembre 2010: concerto d’organo del maestro Giancarlo Pa-rodi, in occasione dell’inaugurazione del nuovo organo.

6) Nella primavera del 2011 il maestro Alessandro Casari ha propostoalcuni concerti tematici alla domenica pomeriggio (dopo la S. Messa).Molto interessanti, purtroppo forse per difficoltà di giorno ed orario (eragià quasi estate) con scarsa presenza.

7) Per quanto riguarda i pellegrinaggi: sono sempre numerose le visiteda ogni parte del mondo: fin dall’Australia e dal Giappone. E poi pelle-grinaggi dal Canada, molti dalla Germania e dai vari Paesi europei. Sempre molto preziosa, per traduzioni e per accompagnamento laprof.ssa Franca Tagliaferri e la dott.ssa Clara Stella.

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Ricordo infine il pellegrinaggio che “gli amici di S. Angela” svolgono tra-dizionalmente il giorno il 27 gennaio, a piedi, da Desenzano a Brescia. IlC.M. guarda loro con tanta stima e interesse. Percorriamo due strade di-verse ma il punto di riferimento è identico: S. Angela a cui ci si ispira co-me maestra; e unico è l’obiettivo: far conoscere e amare la vita e la spiri-tualità di questa grande santa perché quello che la conoscenza di bello egrande può dare a noi, noi la possiamo trasmettere anche agli altri.

8) Il restauro del chiostro: richiede forte impegno economico e conse-guente ricerca di forti finanziamenti. Sembra che qualcosa si stia muo-vendo in questo campo.

9) centro studi internazionale on-line: Sta diventando una bellissimarealtà, grazie al lavoro infaticabile del prof. Belotti e della sig.na GiusyPelucchi in primis. Il Centro on-line è ormai veramente punto di riferi-mento per il mondo internazionale “orsolino” e per il mondo “femmini-le”. La maggiora parte delle congregazioni orsoline e le varie compagniestanno sostenendo con grande interesse questa iniziativa: hanno assuntoun impegno economico ed inoltre ognuna ha indicato una persona chesarà di riferimento per il proprio istituto. (Orsoline S. Maria degli Ange-li di Brescia, Orsoline di Asola, Orsoline Figlie di Maria Immacolata diVerona, Orsoline di Breganze, Orsoline di Gandino di Bergamo, Orsoli-ne dell’Unione Romana, Orsoline di S. Carlo, Orsoline della FederazioneTedesca, l’Istituto Federato, la compagnia di Verona).

10) realtà che interagiscono con il centro mericiano: In collaborazione la Compagnia di S. Orsola ed il Coordinamento, di

cui fa parte il Centro Mericiano, hanno sostenuto in questi ultimi tem-pi l’opera della dott.ssa Donatella Maldina volta a far conoscere il mes-saggio di S. Angela nello spirito educativo mericiano ai bambini dellascuola primaria e alle loro famiglie. La mostra di disegni dei bambini“Una santa per amica. S. Angela Merici Messaggera di Pace e Amorea Brescia e nel mondo” ha avuto un notevolissimo successo. A fine

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maggio 2011 la mostra è stata conclusa con un incontro su “L’attualitàdel messaggio educativo di S. Angela Merici” presentato da ElisabettaSelmi dell’università di Padova. Sabato 17 settembre scorso nelSantuario di S. Angela si è avuta per bambini, genitori ed insegnantiuna messa in occasione dell’inizio dell’anno scolastico, alla presenza dimons. Olmi e di don Comini Direttore dell’Ufficio Famiglia.

Altre iniziative, a cura sempre della dott.ssa Maldina, sono previsteper Natale: rappresentazione teatrale “Nativitas” e laboratori didatti-ci per l’anno 2011-2012 sulla vita di S. Angela Merici.

Il Coordinamento Aggregazioni Laicali femminili di Brescia con ilCentro mericiano promuove insieme ad altre Associazioni femminiliuna serie di incontri iniziatisi il 22 settembre di quest’anno e che siprotrarranno per buona parte del 2012 dal tema “ Di donna in donnaEssere donna. Risposte d’amore nella Sofferenza”.

Al termine di queste esposizione desidero trarre due riflessioni:

Una prima conclusione:Il lavoro di questi anni ha prodotto studi numerosi e qualificati, ma so-prattutto ha permesso la creazione di una rete di sostegno e collaborazioneche ha unito il Centro Mericiano stesso, le istituzioni religiose, le istituzio-ni civili, fondazioni e banche, studiosi di varie università italiane e stranie-re e soprattutto il mondo orsolino (laiche consacrate e conventuali).

Una seconda conclusione:A fronte di tanto interesse e movimento intorno a S. Angela rimangonodelle difficoltà non indifferenti sulle quali sarebbe bene riflettere insieme: il numero dei soci non aumenta la stragrande maggioranza dei soci, dopo l’iscrizione del primo anno,

non solo non ha più sostenuto economicamente il Centro, con il ver-samento di quote annue, ma non ha più risposto agli inviti di presen-ziare ad incontri e tanto meno alle assemblee annuali

il lavoro viene condotto sostanzialmente dal Direttivo, parzialmentedalla Commissione Educativo/Pastorale.

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Allora, se vogliamo essere una associazione seria, nella quale crediamoperché riteniamo che i suoi obbiettivi siano tuttora validi, dobbiamo do-mandarci: che cosa possiamo fare per dare nuovo impulso al C.M.? quali sono le persone alle quali rivolgerci in particolare, per portare

loro il nostro messaggio? (più che un operare generico è sempre me-glio che lo stesso sia mirato). Sono solo le Orsoline? O le figlie? O legiovani ragazze? I genitori? Gli insegnanti? I catechisti? ...

per farci conoscere basta pubblicare il notiziario con il resoconto diquanto fatto ovvero gli ATTI dei Convegni, le relazioni degli incontrie quant’altro o si devono trovare altre strade?

Infine desidero ringraziare tutte le persone che in questi anni si so-no prodigate con entusiasmo e impegno costante: in particolare ricordomons. Vigilio Mario Olmi, sempre presente, prodigo di suggerimenti edisponibile per supportarci nei nostri contatti con gli Enti Istituzionali, ilprof. Belotti, che ho già ricordato per i suoi studi, nostro referente per leiniziative culturali, Clara Stella segretaria, la Commissione educativa pa-storale ed i membri del consiglio direttivo.

Naturalmente grazie ai soci che ci sostengono con il loro lavoro, lapresenza ed anche il contributo economico. Compito ingrato, ma vorreisollecitarli a versare una quota (a loro discrezione) ogni anno, in modoche il Centro diventi sempre più in grado di gestire autonomamente leproprie spese. Ed infine un invito perché ogni socio diffonda la bellezzadi far parte di questa associazione ed inviti anche altri a farne parte.

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Indice

Presentazione (Clara Stella) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3

IL CARISMA DI SANT’ANGELA, COMPATRONA DI BRESCIA

Il Centro Mericiano guarda con fiducia al futuro (Mons. Vigilio Mario Olmi) 7

Sant’Angela compatrona di Brescia (Mons. Vigilio Mario Olmi) . . . . . . . . . . . . . 11

S. Messa per la solennità di Sant’Angela Merici. Omelia del vescovo Luciano Monari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17

LA SETTIMANA MERICIANA 2012

La valorizzazione della personalità femminile: aspetti psicologici ed educativi (Cristiana Calvagna) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23

Sant’Angela Merici: proposte educative per la valorizzazione della personalità femminile (Irma Bonini Valetti) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29

La risposta femminile ai nuovi bisogni dell’età borghese (Paola Vismara) . . . . 37

ANGELA MERICI PELLEGRINA

Angela Merici, pellegrina alla ricerca della sua identità (Giampiero Belotti) . . . . 53

Orsoline in rete: Il Centro Internazionale di Studi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 69

Dieci anni di convegni e pubblicazioni (Suor Melania Balini) . . . . . . . . . . . . . . . . 75

Sant’Angela Merici messaggera di pace e amore a Brescia e nel mondo e amica dei bambini (Donatella Maldina) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 77

Cronachette di drammaturgia Mericiana (Paola Facchetti) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 81

RELAZIONI DELLA PRESIDENTE

Assemblea 23 maggio 2009 (Angiolina Pederzani Messali) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 85

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Finito di stampare nel mese di Maggio 2013

presso CDS Graphica srl - Brescia

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