"Brescia Centro - Stili di vita" (numero 2)

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Centro Stili di vita Piazze e vie del centro cià Brixia romana Santa Giulia, museo della cià I negozi di corso Magenta, corso Cavour e dintorni Le gemme: le migliori amiche di una donna Ken damy, 45 anni tra piura e fotografia Wave Photogallery La Groa, anca osteria in vicolo del Prezzemolo Al Frate, pia betseller e insegne d’antan Le cravae di Mino Succede in centro Moda & design Semana dell’arte Commercio nel centro storico Paroli: Brescia, può essere una grande cià Del Bono: Un sogno? Una Brescia ambiziosa e metropolitana Flavio Bonardi, ciadino - presidente Associa al Consorzio Periodico del Consorzio Brescia Centro • Numero 2 • Seembre 2011

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"Brescia Centro - Stili di vita" (numero 2) periodico del Consorzio Brescia Centro

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Centro Stili di vita

Piazze e vie del centro città Brixia romana Santa Giulia, museo della città

I negozi di corso Magenta, corso Cavour e dintorni Le gemme: le migliori

amiche di una donna Ken damy, 45 anni tra pittura e fotografia Wave

Photogallery La Grotta, antica osteria in vicolo del Prezzemolo Al Frate, piatti

betseller e insegne d’antan Le cravatte di Mino Succede in centro Moda &

design Settimana dell’arte Commercio nel centro storico Paroli: Brescia, può

essere una grande città Del Bono: Un sogno? Una Brescia ambiziosa e

metropolitana Flavio Bonardi, cittadino - presidente Associati al Consorzio

Periodico del Consorzio Brescia Centro • Numero 2 • Settembre 2011

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Brescia Centro Stili di vitaun, due, tre!

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Centro Stili di vita

Un, due, tre! Siamo giunti al numero due di Brescia Centro - Sti-li di vita, ovvero, se si considera il numero zero, alla terza pro-posta del nostro progetto editoriale. In questa edizione presentiamo il secondo focus sulle vie delcentro, che integreremo nelle prossime uscite; altri negozi d’ec-cellenza della “Brescia degli Orefici” e alcuni protagonisti del-l’ospitalità bresciana. Anche in questo numero proponiamo nuovi interlocutori dellanostra attività di commercianti, vale a dire chi ci governa e chista all’opposizione e il confronto si sposta sull’identità perdutadella nostra città. New entry, le gallerie d’arte fotografica, con leloro proposte per una Brescia più attraente, colta e ospitale.L’obbiettivo di Brescia Centro - Stili di vita è quello di sempre:alzare il livello qualitativo della vita del centro storico, della suaconoscenza, delle sue proposte e dei suoi appuntamenti e Stilidi vita offre il proprio contributo, con umiltà, ma con decisione.Non siamo dalla parte del gossip, ma non siamo contro chi sce-glie la mondanità. Non siamo contro le sagre che riempiono lepiazze, ma neppure ci limitiamo a esaltare il colore della popo-larità. Non siamo solo rigorosi, bensì siamo aperti al mondo checi circonda, anche quello più esigente e che ha fatto della com-plessità il suo stile. Non sembri allora un paradosso l’affermazione che anche Bre-scia Centro - Stili di vita cerca costantemente un proprio stile,con le difficoltà di chi sperimenta e fa ricerca. Svolgiamo questolavoro con la serenità dei “giusti” e di chi, alla fine, ha un soloprivilegio da difendere, quello della propria professione e delproprio mestiere. L’appello è quello di sempre: “MeritiamociBrescia, la sua parte sana e il suo centro”.Brescia centro - Stili di vita, trova nel centro storico le proprieradici e la propria vocazione, come Brescia ha nella storia delcentro, il suo passato e il suo futuro. Però, per guardare con fiducia al futuro, bisogna sapere inter-pretare ciò che si è modificato nel profondo del tessuto socialeed economico della città e sollecitare i governanti a perseguire,sempre e comunque, il buon governo della cosa pubblica, comenoi perseguiamo (o ci sforziamo di fare) il buon governo dellenostre attività: l’unico accredito che possediamo e l’unica notadi vanto della quale andiamo fieri.

Il direttore

EDITORIALE

SECONDO FOCUS

SU ALCUNE VIE DELLA CITTÀ.

LA SECONDA PARTE DI UN VADEMECUM

DELLE STRADE, DELLE PIAZZE,

DEI MONUMENTI,

DELLE CHIESE E DEI NEGOZI

DEL CENTRO STORICO

CHE VERRÀ COMPLETATO

NELLE PROSSIMA EDIZIONE.

UNA GUIDA PER VIVERE

IL CENTRO STORICO,

VERO CENTRO COMMERCIALE NATURALE,

DOVE SI RESPIRANO STORIE

E CULTURE IMPORTANTI

Enrico Campanile, direttore responsabile di Brescia Centro-Stili di vita

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SOmmARIO

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Centro Stili di vita

Periodico edito da Consorzio Centro CittàVia Pagani, 1425127 BresciaTel 393 [email protected]

Registrazione presso Tribunale di Brescian. 37/2010 del 18/10/2010

Direttore Responsabile:Enrico Campanile

Art Director e coordinamento redazionale:Giuseppe [email protected]

In redazione:Maurizio AbramiEnrico CampanileGabriella CarattiFrancesca GuzzardiToni MassolettiMaurizio RodellaGiuseppe Romano

Fotografia:Alberto [email protected]

Marketing e pubblicitàMarco MandelliMarina Bono

Hanno collaborato:Giangabriele Cattaneo Roberto DentiAlessio Merigo

StampaGrafiche LuvritiVia Stazione Vecchia, 9225050 Provaglio d’Iseo (Brescia)

5 Il commercio non morirà mai!8 Piazze e vie del centro città:

Piazza Tebaldo Brusato, via Cattaneo, via Laura Cereto, via de Musei, piazza del Foro, piazzetta Tito Speri, via Trieste, piazzetta Santa Maria Calchera e via Tosio

12 Brixia romana14 San Zeno al Foro

18 Chiesa di San Clemente

24 Santa Giulia Museo della città27 Negozi di Corso Magenta32 Piazze e vie del centro città:

Piazzale Arnaldo, corso Magenta, piazza Moretto e corso Cavour

33 San Barnaba

39 Negozi di Corso Cavour e dintorni45 Moda & design a Brescia47 Settimana dell’arte48 Le gemme, le migliori amiche

di una donna:Ghidini gioielliGioielleria GiarinI gioielli di Rossana

54 ken damy, 45 anni tra pittura,fotografia e mercato dell’arte

58 Wave Photogallery60 La Grotta, antica osteria

in vicolo del Prezzemolo63 Al Frate, piatti betseller

e insegne d’antan65 Le cravatte di Mino, re della tartare

66 Succede in centro69 Commercio nel centro storico:

lo stato dell’arte73 Parola di sindaco...77 Il sogno? Una Brescia ambiziosa

e metropolitana80 Bonardi, cittadino-presidente82 Negozi associati

al Consorzio Brescia Centro

Centro Stili di vita

La rivista è onlinewww.consorziobresciacentro.it

Si ringraziano: Consiglio Consorzio Brescia Centro, Anna De Biagi, Silvia Faverzani, Gianandrea Massoletti, ken damy

Brescia Centro Stili di vitan. 2 Anno I • Settembre 2011

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Centro Stili di vita

CONSORZIO BRESCIA CENTRO

“Il commercio non morirà mai!”E nonna Lucia difficilmente sbagliava...Toni Massoletti

"Il commercio non morirà mai!" Mi diceva spesso una

bella signora, alta forte e coraggiosa, che nel lungo pe-

riodo della seconda guerra mondiale lasciò il suo pae-

sello sperduto dell’alta valle Camonica, per aprire

un'attività commerciale nel cento storico di Brescia.

Che dite, vogliamo continuare a crederle?

Inizia una nuova stagione e con essa ripartono le spe-

ranze legate a una ripresa economica, che tarda sem-

pre più ad arrivare. Usciamo da una difficilissima pri-

mavera/estate, forse la peggiore di sempre, che ha

aggravato ulteriormente (vedremo mai il fondo del ba-

rile?) le già precarie e disagiate attività commerciali

della nostra città.

Ci rendiamo perfettamente conto che spesso, a fronte

di tale situazione, le stesse operazioni di marketing

messe in campo dal Consorzio Brescia Centro, rischia-

no di essere vanificate dal fattore crisi, tuttavia faccia-

mo di questo termine anglofono il nostro maggiore sti-

molo per continuare a resistere, ma soprattutto, per

continuare a crederci.

Ecco perchè, anche per la prossima stagione, le iniziati-

ve che accompagneranno l'autunno e l’inverno non so-

lo non si fermeranno, ma addirittura saranno potenzia-

te, in un crescendo di manifestazioni che, durante le

domeniche di apertura di Ottobre e Novembre, tocche-

ranno, a rotazione, tutte le vie del centro storico.

Rivivremo e rivisiteremo il nostro passato, settimana

dopo settimana, entrando nella vita di ogni decennio

del secolo scorso, cercando di mettere in mostra

l'aspetto musicale, quello culturale (presentando og-

getti, stili di vita e la moda) e coreografico di un’altra

epoca. Riporteremo indietro l'orologio del tempo, fa-

cendo rivivere la Brescia del passato. Noi del Consorzio,

nonostante tutto ci proviamo.

Vogliamo credere tutti a quella bella signora?

Mia nonna Lucia, difficilmente sbagliava.

Toni Massoletti, primo a sinistra durante la presentazione di Brescia Centro-Stili di vita

APERTURE DOMENICALI DEI NEGOZI DEL CENTRO

DOmENICA 9 OTTOBREDOmENICA 23 OTTOBREDOmENICA 30 OTTOBRE

DOmENICA 6 NOVEmBREDOmENICA 20 NOVEmBREDOmENICA 27 NOVEmBRE

SABATO 1 OTTOBRENotte dell’arte a BresciaNEGOZI APERTI

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GAASSASSICURAZIONI

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Agenzia:

Via San Zeno 61 – 25124 Brescia Tel 030/3385721 - Fax 030/3390576

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Piazzale Europa 43 – 25068 Sarezzo Tel 030/8901468 - Fax 030/800075

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Centro Stili di vita

La consapevolezza del Consorzio Brescia CentroInaugurandola nuova stagionedel Centro,quattro chiacchieretra commercianti

Lunedì 26 Settembre Hotel Vittoriaore 19,45 aperitivo

ore 20,30 presentazione del programmadel Consorzio Brescia Centro

“Il commercio non morirà mai!”

Le iniziative che accompagneranno

le Domeniche di apertura dei negozi

nei mesi di Ottobre (9-23-30) e Novembre

(6-20-27) e che coinvolgeranno a rotazione

tutte le vie del centro storico,

racconteranno la vita dei decenni

del secolo scorso.

La musica, gli stili, la moda, le immagini,

i filmati, gli oggetti e il design,

ricreeranno la coreografia

dell’epoca, facendo così rivivere

la Brescia del passato.

Le Domeniche di apertura dei negozi

e gli appuntamenti previsti,

saranno dettagliamente e anticipatamente

publicizzati dal Giornale di Brescia

e ripresi da BRESCIA PUNTO TV,

che manderà in onda una serie di servizi

e spot a sostegno delle iniziative,

promosse dal Consorzio Brescia Centro.

NEGOZI APERTI NELLA BRESCIA DEL PASSATO

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Centro Stili di vita

PIAZZA TEBALDO BRUSATO

LA PIAZZA DE “LA BENEMERITA” O DELLA ROMIGLIA

Piazza Tebaldo Brusato, posta all’estremità della cittàantica, risale al 1173. Edificata come sede del MercatoNuovo, dopo alcuni anni fu chiamata Foro Fortunato,per festeggiare la vittoria della Lega Lombarda nellastorica battaglia di Legnano. È questo quindi il primogrande spazio pubblico di cui si dotò Brescia dai tempidell’urbanizzazione romana. Nonostante non sia più ri-dotta a parcheggio, l’immagine della piazza rimanequella di un luogo marginale del centro della città.Piantumata con ippocastani e “pavimentata” con unadiscutibile copertura in terra battuta, al più potrebbe

riportare alla memoria i tornei cavallereschi che vi sisvolgevano nel 1500 o, per alcune reminiscenze di viag-gio, rimandare a improbabili scene di vecchi indaffaratinel gioco delle bocce, come nelle vecchie piazze dellaBretagna. La piccola fontana proveniente dalla demoli-ta piazzetta delle Pescherie, perennemente asciutta ein uno stato di deplorevole abbandono, si perde nelvuoto scenografico. Sul lato sud della piazza si ergevaun antichissimo albero, una romiglia, o bagolaro, daltronco di 22 braccia di circonferenza (11 metri supper-giù), singolarmente evidenziato nella prima pianta pro-spettica della città di Brescia (1599) di Donato Rascicot-ti. Narrano poi i cronisti dell’epoca che la romiglia, di lìa poco, fu abbattuta da un fulmine.La piazza, che per molti bresciani, è la piazza della ca-serma de “La Benemerita”, già monastero di Santa

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BRESCIA, LE VIE DEL CENTRO STORICO

Giuseppe RomanoFoto Alberto RomanoSchede Roberto Denti

Piazze e vie del centro città

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Centro Stili di vita

Un vademecum all’uso di Brescia Seconda parte

Stili di vita, propone un vademecum all’uso

di Brescia, attraverso i negozi associati

al Consorzio Brescia Centro, che non può

prescindere dalla storia delle vie del centro

storico, dei suoi palazzi, delle sue chiese

e delle sue piazze. In questo numero:

piazza Tebaldo Brusato, via Cattaneo,

via Laura Cereto, via dei musei, piazza del Foro,

piazza Tito Speri, via Trieste,

piazzetta Santa maria Calchera,

via Tosio, piazzale Arnaldo, corso magenta,

piazza moretto, corso Cavour.

Marta, delle suore francescane, con annessa chiesa delBagnadore (1510-1550), è dedicata a quel TebaldoBrusato, bresciano guelfo e già podestà di Bologna,catturato da Arrigo VII nel 1311, che ne squartò il cada-vere, esponendone i monconi, come illustrato in unaminiatura del Codice Balduino, conservato a Coblenza. Dal lato opposto alla caserma dei carabinieri, si affac-cia il bellissimo palazzo dei Cigola dove, secondo la tra-dizione, trovò rifugio il Baiardo “cavaliere senza mac-chia e senza paura”, ferito durante il sacco della cittàdel 1512. I servigi offerti al signore di Bayard, valsero aiCigola la salvaguardia dagli scempi che i francesi, agliordini di Gaston de Foix, andavano perpretrando.

VIA CARLO CATTANEO

I PÈ DE CASA SIGOLA, E LA COLONNA MANCANTE

I due telamoni di gusto manierista, corrispondenti ma-schili delle cariatidi, che sostengono il portale di palaz-zo Cigola, nella facciata tardo cinquecentesca che si af-faccia su via Cattaneo, ebbero fama presso i brescianiper le loro abnormi estremità “i pè de casa Sigola” –come ci ricorda Robecchi (Le strade bresciane). I telamoni e la balconata con specchiature in pietra tra-forata a bassorilievo sono soluzioni originali dell’archi-tetto comunale Lodovico Beretta (Brescia, 1518-1572)al quale si devono molte opere cittadine, quali: l’arcodell’Orologio (via Cesare Beccaria), l’assetto di Piazzadel Mercato, le case del Gambero di Corso Palestro, gliinterventi su Palazzo della Loggia, il palazzo Martinen-go Cesaresco, ora sede dell’Università cattolica di viaTrieste, la palazzina Martinengo Avogadro, sulle primependici del Cidneo e il palazzo Maggi, di via Musei. Palazzo Cigola, che nell’insieme appare come un pos-sente quadrilatero che si sviluppa intorno a una corte,all’interno fa trasparire due momenti distinti della co-struzione: l’andamento dei portici infatti non è conti-nuo e quelli a sera della costruzione, presentano la sin-golare mancanza di una colonna. A tale proposito, Costanzo Gatta, nel suo Contem so, citramanda questa leggenda: “Era Quaresima, ma quei

signori del palazzo, per irriverenza e dispetto, avevano

invitato tanti amici a una festa fuori dal comune, duran-

te la quale sarebbe stata accettata ogni licenza…A mez-

zanotte, mentre ospiti e padroni di casa, tutti ubriachi,

danzavano e si abbandonavano al peccato, una forza

misteriosa fece sprofondare il pavimento del salone. Si

era sgretolata la colonna che lo sosteneva e fu un’eca-

tombe. Da allora mai nessun muratore è riuscito a rimet-

tere a posto la colonna. Cascherebbe anche oggi se

qualcuno ci si provasse. Meglio non toccar nulla e lascia-

re un arco del portico senza il suo sostegno.”

Portale di palazzo Cigola, particolare del telamone.

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MACCHERONICA CICERONESSA*di Angelo Canossi

*Maccheronica si offre, in vece della propriacameriera, come guida a una contessa toscana per una visita ai monumenti, alle chiese e ai musei di Brescia

- Ma cosa dice su? Ce n’haLa ancora?

Ci mancherebbe a’ questa? Vengo io stessa.

Mai più la lassio andare coll’Aurora.

Sì ciao! con una serva! ... Ma Contessa,

La mi potrebbe dire se l’è l’ora

che balengo. Ma sa la ruvidessa

del parlare di quelli che lavora?

Se poi parlano in lingua è un’orendessa.

Magari, in quanto, è un fior di cameriera,

che non c’è mica proprio da lagnarsi;

ma, santa pace!, è nata in Rossovera!

Con Lei, il Suo dialetto è l’italiano,

sarebbe un gran dificile a spiegarsi...

mentre che, Lei capisce, io so il toscano.

Torre d’Ercole

Palazzo Cigola, particolare del cornicionee cortile interno con la colonna mancante

Centro Stili di vita

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LA TORRE D’ERCOLE E LA CHIESA DI SAN MARCO

Nell’antica strada di via Carlo Cattaneo, che congiungepiazza Tebaldo Brusato con via Cardinal Querini, al-l’angolo con via Laura Cereto si trova la Torre d’Ercole,costruzione che risale al XII – XIII secolo. La torre cheprende il nome da una diffusa presenza del culto di Er-cole nella Brescia romana era conosciuta anche comeTorre dei Palazzi, dal nome di una nobile famiglia dellazona del Foro. La torre che poggia probabilmente su resti di edificid’epoca romana, e che sino al secolo scorso includevauna finestra gotica, venne parzialmente demolita nel1258 da Ezelino da Romano.Sempre da via Cattaneo è visibile la chiesa di San Mar-co, ora adibita a chiesa coopta-ortodossa. Esternamen-te la chiesa mostra integra la veste romanica della suaedificazione alla fine del Duecento. La costruzione è in-teramente realizzata in medolo (una pietra nostrana)con la linea di gronda decorata in cotto, ad archetti in-crociati.

VIA LAURA CERETO, UNA FEMMINISTA DEL RINASCIMENTO

Via Laura Cereto, che collega via Tosio con Piazza delForo, attraversando via Cattaneo, costituisce uno deitracciati in cui si sdoppiava il cardo massimo della cittàromana. La via è tra quelle strade intitolate a donne in-tellettuali bresciane, forse per esaltare gli aspetti pe-dagogici del vicino istituto magistrale (prima femmini-le) Veronica Gambara. Il nome di Laura Cereto, nata aBrescia nel 1469 e morta giovanissima, all’età di tren-tanni, è legato a una raccolta di lettere latine i cui pas-saggi più interessanti riguardano la difesa della dignitàfemminile e del diritto delle donne a educarsi e a com-petere sul piano culturale con gli uomini. Di qualcheimportanza per la storia di Brescia è la lettera della Ce-reto al vescovo Paolo Zane (codici Marciano e Vati-

cano, i quali contengono anche un buffo dialogo, Asi-

narium funus) sull’abbandono in cui era lasciatal’eucaristia nel duomo cittadino. Tale lettera al vescovofu influenzata dalla predicazione in Brescia, di Bernar-dino da Feltre, che portò alla costituzione della “Scuoladel Santissimo Corpo di Cristo” del duomo.

VIA DEI MUSEI

Via dei Musei è ritenuta l’antico decumano massimodella città romana, prosecuzione della via Emilia galli-ca, che doveva trovarsi circa cinque metri sotto l’attua-le livello del suolo. La via è fiancheggiata da importanti

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Centro Stili di vita

Foto di Joyce Tenneson, 1989 - Tre donne - Courtesy museo ken damy

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IL TEmPIO

Innalzato per volere dell’imperatoreVespasiano nel 73 dopo Cristo, spet-tacolare e imponente, regala unagrande emozione ai turisti. Appare come per magia tra i palazzidella Brescia del Seicento ed è ilgrande ricordo della potente Brixiaromana. Bisogna immaginarsi disprofondare alcuni metri (alla sedestradale di circa due millenni fa) e diguardare, dal centro di una piazza delForo di ben maggiori dimensioni, lamaestosa facciata, al termine dellascalinata, in marmo di Botticino. Oltrepassata la soglia, il tempio è for-mato da alcune aule separate da in-tercapedini: vi si accede da porte po-ste agli angoli delle celle. Il tetto eraprobabilmente ligneo come il timpa-no esterno, ricostruito solo parzial-mente e lo si può immaginare dipintoa colori vivaci. Sul tempio l’iscrizione rimanda a Ve-spasiano Augusto, un grande impera-tore, uno degli ultimi grandi reggitoridella romanità, passato per i più allastoria, purtroppo, solo per aver fattocostruire a Roma i famosi Vespasiani,i primi gabinetti pubblici. Tassandonel’uso, e utilizzandoli per ottenerneammoniaca... E invece, energico emorigerato capostipite della famigliadei Flavi, restaura l’Impero, assesta lefinanze, riforma il Senato e l’ordineequestre, quello dei cavalieri, pacificala Giudea e la Gallia, inizia la costru-zione del Colosseo a Roma.

All’interno del tempio, ben conserva-ti sono i pavimenti della cella centralee di sinistra.

IL TEATRO

A est del tempio Capitolino i restidell’antico teatro romano, parzial-mente portato alla luce tra le case at-torno a via Musei. Iniziati nel 1913,gli scavi hanno rinvenuto l’area dellacavea e delle gradinate di una tra lemaggiori costruzioni romane dell’Ita-lia settentrionale. E, calcolandosi po-tesse contenere sino a quindicimilaspettatori, dà un’idea di quanto fossepopolosa e vivace Brixia nell’età au-gustea. Poi, sin nel medioevo, il tea-tro viene usato per le riunioni del po-polo bresciano.

TRA STORIA E LEGGENDA

La storia da sapere è però questa.Dove ora sono in bella mostra questispettacolari resti romani, un tempo,negli anni bui delle invasioni barbari-che e del Medioevo, si verifica unaimponente frana: la collina smotta edenormi quantità di terriccio sommer-gono la base del colle Cidneo. Sepoltii monumenti, sulla grande frana rina-scono gli alberi, vengono costruitecasupole con tanto di orticello. Del Campidoglio romano d’un tem-po si perde man mano la memoria,con i frammenti e con i fregi marmo-rei che spuntano qua e là, con lepiogge, dal terreno si costruiscono i

muri dei palazzi signorili del Rinasci-mento. E vuole la leggenda che, aiprimi dell’Ottocento, uno studioso dicose antiche visiti la città e, alla pausadi mezzogiorno, salga in collina apranzare, in un’osteria. Fatto acco-modare all’aperto, lo studioso notache alcuni tavoli sono quantomenoinsoliti. In marmo bianco di Bottici-no, abilmente scolpiti. Quello straniero rimane addiritturafolgorato, nel vedere il tavolo che glipreparano: proprio il capitello di unagigantesca colonna. Convince l’oste a scavare subito allabase di quel marmo, che pare scen-dere al centro della terra e che parenon finire mai. Ebbene, quella colon-na è la prima a sinistra guardando ilforo, l’unica rimasta in piedi sotto lafrana.

IL FORO

L’antico foro, ad ogni buon conto, sipresentava con dimensioni ben mag-giori delle attuali piazza, si estendevada via Musei a via Carlo Cattaneo peruna lunghezza di 140 metri ed unalarghezza di 40. Tangente al decumano, che era l’uni-ca via d’accesso, era chiuso a nord ea sud dal tempio di Vespasiano e dal-la costruzione della Basilica (i cui restisono visibili in piazzetta Labus) men-tre sui due lati maggiori lo fiancheg-giavano gli ampi porticati, quasi sicu-ramente a doppio ordine, dove siaprivano le botteghe.

Roberto Denti

Centro Stili di vita

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Brixia romanaIl tempio di Vespasiano, il teatro e l’antico Foro romano: testimonianze della Brixia romana, uno dei municipi più ricchi dell’età imperiale

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Centro Stili di vita

monumenti, come il Tempio Capitolino e il complessodi San Salvatore e Santa Giulia, ora Museo della città,dai palazzi cinque-seicenteschi come il palazzo Marti-nengo-Cesaresco, che ha la sua parte est su piazza delForo, palazzo Maggi e Uggeri. La via annovera anchetre belle chiese, nell’ordine: San Zeno al Foro, SantaMaria della Carità e San Faustino in Riposo.

DA UNA GRANDE COLONNA CANNELLATA

“Quella colonna grande cannellata, ch’è dentro un orto

di sopra della piazza del Novarino, ha fatto credere a

molti varie e differentissime opinioni… Ma io per chia-

rirmi più che fosse possibile intorno alla verità di que-

sta colonna…Qui cominciai a farle cavar di torno la ter-

ra. Scoprissi che la colonna ha dell’altre compagne, ma

scavezze… Si ritrovò insomma che costituiscono il por-

tico o l’atrio di un tempio.”

Così il concittadino Ottavio Rossi, nel 1616, dedusseche lì doveva trovarsi quello che poi verrà ad essere ilpiù illustre rudere romano della città: il Tempio Capito-lino, che fiancheggia via dei Musei. Il tempio, riscoper-to a partire dal 1822, lavorando attorno all’unica co-lonna rimasta eretta, fu ricostruito alla fine degli anniTrenta, montando i non molti pezzi marmorei rimasticon una nuova struttura in laterizio. Dietro a una muraglia del tempio, pochi anni dopo, furinvenuta la Vittoria alata. Un cronista erudito dell’epoca scrisse: “Esaminati tutti

gli oggetti di metallo ivi scoperti, i quali sono: una sta-

tua muliebre alta due metri. Dall’atteggiamento di es-

sa, avvolta in panni maestrevolmente scherzati, avente

alquanto rialzata la coscia sinistra e il capo a quella

parte lievemente inclinato e pensoso, sembra figurare

la Vittoria che scriva su uno scudo…Le ali e le braccia

sono staccate, ma in modo da potersi agevolmente

porre a luogo loro…”

VICTORIA IN CLIPEO SCRIBENS

Victoria in clipeo scribens: ecco la Vittoria alata, con lasua inconfondibile grazia, le sue ali e quella patina co-lor verde cupo che i secoli trascorsi sotto terra le han-no conferito. Tutto filava liscio fino a quando uno deisimboli della leonessa d’Italia è stato trasformato indea dell’amore, a onta dei versi del Carducci e delle odidi D’Annunzio. Brescia, città d’armaioli e del ferro pereccellenza, ha visto all’improvviso la Vittoria alata, si-mulacro civile e militare, trasformarsi in Afrodite, deadell’amore e messaggio di pace! Andiamo con ordine.Narra la cronaca che in un’afosa giornata dell’agostodel 1826 mentre si scavava sul lato destro del Capito-lium fu rinvenuta un’imponente scultura. Afrodite e Vittoria alata, museo Santa Giulia 2003.

Foto Capuzzi

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Al momento del ritrovamento la sta-tua, realizzata in bronzo, secondo latecnica della fusione a cera persa,aveva le braccia e le ali staccate (na-scoste vicino al busto) mancava del-l’elmo sul quale presumibilmentepoggiava i piedi, del clipeo o scudo(mai ritrovato) sul quale teoricamentesi apprestava a scrivere con uno stilo ilnome di Vespasiano, per celebrarnela vittoria su Vitellio. Tutto perfettodunque, tutto rispondente alla Victo-ria in clipeo scribens: la statua è inpiedi nell’atto di scrivere, lo scudopoggia sul ginocchio ed è tenuto dalbraccio sinistro, il piede sinistro è rial-zato e appoggia su un elmo che richia-ma Minerva. Vespasiano la consegnò così, dopoaverla depredata, ma le nuove indagi-ni archeologiche hanno portato a mo-dificare sia la datazione del reperto,sia la sua origine. In realtà la Vittoriaalata altro non sarebbe che l’aggiorna-mento romano di una statua più anti-ca, di origine greco ellenistica raffigu-

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Centro Stili di vita

VIA CATTANEO

PARCHEGGIO PACIULLO

SAN ZENO IN FORO

Sulla piazza del Foro si affaccia sin diatempi antichi (se ne ha infatti notizianel lontano 1153) la piccola chiesa diSan Zeno in Foro. A metà del ‘700 il parroco GiampietroDolfin la fece però quasi totalmente de-molire per ricostruirla di maggiori di-mensioni: lo fece quasi certamente uti-lizzando i marmi romani che venivanoalla luce dagli scavi nella zona, ma cosìdell’antica e preesistente chiesetta delXII secolo non è rimasta che l’absidepoligonale in cotto, con la decorazionead archetti, che si vede dall’orto del ret-tore da via Musei. Una nota di eleganza è data dalla bellacancellata in ferro battuto che chiude il

piccolo sagrato, arricchita dai lastrini dimarmo adorni di puttini e di coppie didelfini intrecciati. Notevoli sono l’altare maggiore in mar-mo ceruleo, con colonnine elicoidaliche inquadrano il vano centrale, entrocui è il tabernacolo dorato a forma ditempietto poligonale e la grande telache lo sovrasta, di G. Battista Sassi(1739), che raffigura la Madonna colBambino e tre Santi. Da non perdere sono, sul primo altaredi sinistra, il Martirio di S. Erasmo delTortelli (1738) e sul secondo, la Vergi-ne addolorata di Francesco Monti(1738), mentre sulle pareti lateraliquattro grandi ovali sagomati del Pagliaraffigurano Gesù nell’orto, il Battesimodi Gesù, la Natività e l’Annunciazione.

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San Zeno in Foro

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rante la dea Afrodite, che non aveva ne ali, ne uno scu-do sul quale scrivere, ma uno specchio ovale, per ri-flettere la propria immagine. Insomma, il morbidopanneggio, il gioco delle proporzioni e degli equilibriplastici, farebbero pensare alle influenze dei modelliclassici di Fidia, Callimaco e Lisippo. L’ipotesi ellenisticadella Vittoria Alata, alla quale sono state per l’occasio-ne tolte le ali, è stata dimostrata, in un raffronto conl’Afrodite Capua. (Entrambe le sculture sono stateesposte nel 2003 nel Museo di Santa Giulia in Bresciadurante l’apertura al pubblico della vasta e ricchissimaarea archeologica delle Domus dell’Ortaglia, quartiereresidenziale del I sec. d.C.). Victoria romana o Afroditegreca che sia, per Brescia resta la Vittoria alata. Ai bresciani piace, in un gioco di successione fatto diconfronti fantastici e di amore per le proprie radici, te-nerla così con le sue ali, come una dea che scrive dellasua bellezza, senza elmi, che del resto non ci sono, mapur sempre con il suo nome d’origine: Vittoria.Le fonti di cronaca dicono che in una cavità interna del-la scultura, vi fosse una statuetta di bronzo, alta settan-ta centimetri, con la testa dorata e i guarnimenti da ca-vallo. Dov’è finito questo piccolo reperto? E quale significato sottendeva? In un’era nella quale ilmistero, i codici e l’esoterismo fanno notizia, non si po-teva negarle un piccolo mistero.

PALAZZO MARTINENGO CESARESCO NOVARINO

In virtù della sua posizione, all’incrocio tra due spazi al-trettanto significativi per il contesto urbanistico dellacittà, via dei Musei e Piazza del Foro, il palazzo possie-de di fatto due facciate dall’importanza pressochéequivalente, ciascuna delle quali è servita da due mo-numentali portali. Quella dei portali e della differenziazione delle facciatedei palazzi bresciani, in una gara di rivalità fra nobili fa-miglie, è uno degli elementi scenografici della città. Ilportale è spesso elemento di distinzione delle dimorebresciane, al quale il palazzo Martinengo CesarescoNovarino – diventato centro culturale polivalentedell’Assessorato alle attività e ai beni culturali dellaProvincia – non sfugge. I due portali, arricchiti da unpregevole effetto coloristico-chiaroscurale ottenuto al-ternando bugne e rettangoli piani, sono del tutto iden-tici nella struttura. I due accessi si differenziano unica-mente per gli stemmi posti sulla chiave di volta. Quellosettentrionale porta lo stemma originario dei Marti-nengo (un’aquila rossa al centro di uno scudo dorato),quello meridionale uno stemma dei nobili bresciani si-mile al primo, ma suddiviso in quattro parti uguali, por-tanti ciascuna lo stemma originario.

Stemma dei martinengo

Tolte le ali alla Vittoria alata, c’è chi mette le ali ai bresciani...©Giancarlo Mecarelli, Brescia con le ali, Anna. Courtesy Wave photogallery

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MARZIA MARTINENGO E LO SCRITUR DAI CAÈI ROS

Nel salone della biblioteca del palazzo, che era nellasovrastante galleria, si ritrovavano nell’Ottocento gliscrittori e gli intellettuali bresciani di una città ancorarecalcitrante alle nuove idee. Quello di Martinengo eraun vero e proprio salotto letterario, attraversato da fre-miti libertari, che saranno stemperati nel sangue delleDieci Giornate.E qui avvennero gli incontri galanti dell’affascinanteMarzia Martinengo e Ugo Foscolo. Scrive Robecchi: - Un roncaro della Martinengo che ri-siedeva nel ronco Brusa, dove il poeta incontrava la no-bile bresciana, nei pressi di via Canalotto, ricordava diaver avvicinato il Foscolo: “On scritur coi caèi ros, che

l’era el murùs de la padrona” - Ugo Foscolo, nonostan-te non fosse particolarmente attraente, passò partedella sua esistenza tra un amore e l’altro, antesignanodel fascino dell’intellettuale, magari tormentato. Ilpoeta di Zante, durante il suo soggiorno del 1807, ebbemolti rapporti con la nobiltà bresciana e nella nostracittà pubblicò, per i tipi di Nicolò Bettoni, la prima edi-zione del celebre “Dei sepolcri”.

Pensate tutti quanti voi Bresciani che volete libe-rarmi dalla cattività di Paneropoli, pensate voitutti a trovarmi una casa; una casa ariosa; conmolta verdura dinanzi, e la vista dei colli. – Ed al-lora verrò a Brescia sul fatto. – Eccoti, mia Mar-zietta, un bell’incominciamento di lettera; la miaprima conferenza col Ministro fu piena di speran-ze; avendogli chiesto così per complimento di se-guitare il reggimento alla Grand’Armata, mi ri-spose: voi non ci anderete che con me; e seavremo la guerra anche noi, voi non mi abbando-nerete mai – Egli fu sì lusingato da’ miei libri, chesebbene io sia quasi l’unico aiutante in Milano, midispensò dal servizio settimanale; onde tu vediche con la scusa di continuare l’edizione io potròvenire e stare a mia posta con voi gentili Brescia-ni, e con te la più amabile delle donne. Sta dun-que in voi, anzi in te sola. Avrò io una casa? dav-vero ch’io non voglio più abitare nè all’osteria nèin piazza; io voglio anzi nella mia stanza potermistare padrone di me e di tutti i miei sensi, senzarumori nè seccature. Tutti i miei giorni sarannoconsecrati a’ miei libri, tutte le mie sere alla miaMarzia. Bada dunque a farmi alloggiare. Parlanea Monti, parlane a Ugoni e al mio Tosi e scongiu-rali in nome delle lettere. Io verrò col diritto d’unalloggio militare – e in quel caso tornerà conto,credo, ad avere per ospite il povero Foscolo anzi-chè un francioso. Ma o gratis o pagando mi premela casa; ed aspetto la tua risposta; e con la tua ri-sposta la tua promessa di amarmi; ed io lo merito,mia cara Marzietta – perchè tu vedi con quanta fe-de mantengo anch’io le mie promesse. Io intantome ne vivo qui solo, affatto solo. Anche la Camil-la la vedo di rado – ed ho rinunziato al teatro.Passo le sere girando per la città e borbottandoversi; e prima delle dieci sono sempre a casa. Ad-dio intanto, mia amorosa amica; amami com’iot’amo – e t’amo candidamente e teneramente.Addio; un addio caldissimo anche ad Armandi, ea Tonin Pitozzi. Addio. Che fa quel bisbetico di Fi-los? Baciami l’ingrata Clarina. Addio.

Il tuo Foscolo

UNA LETTERA DI UGO FOSCOLO, DATATA 1° MAGGIO 1807,

SCRITTA DA MILANO ALLA BELLA MARZIA

Foto di Joyce Tenneson - Polaroid 50x60, 1988/89Courtesy museo ken damy

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CHIESA DI SAN CLEmENTE: IL TEmPIO DEL mORETTO, “PASTICCIATO” DAL VANTINI

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Centro Stili di vita

Centro Stili di vita

La chiesa di San Clemente è un tempio dedicato al Mo-retto: così la vuole l’architetto neoclassico Rodolfo Van-tini quando interviene pesantemente, negli anni 30dell’800, dando all’edificio religioso un volto che ancoraoggi a molti non piace. Il primo a muovere critiche è lo storico Fè d’Ostiani cherimprovera al Vantini di aver agito sulla chiesa “non ri-chiamandola all’originale stile, ma riducendola a moder-na struttura”. All’inizio del ‘500 Venezia crea, a difesa di Brescia, unaspianata strategica fuori dalle mura e pone tra i molti edi-fici da eliminare il monastero di San Fiorano. I Domeni-cani dovranno quindi venire in città, riunirsi ai loro fratel-li in San Domenico, vicino a San Lorenzo. La questioneè dibattuta , ma i religiosi, che hanno già messo gli occhisu San Clemente, sono autorizzati da papa Leone X acostruirsi una nuova chiesa. E com’è San Clemente? Hauna pianta semplice, sei campate, archi a tutto sesto,volte a crociera, ma è buia: l’illuminazione arriva da unoculo posto nella facciata e da finestre nella zona delpresbiterio e del coro. Sull’altar maggiore sta una Moret-to una meravigliosa Madonna col Bambino del Moretto:il grande artista abita a pochi passi, inevitabile che alcu-

ne sue tele finiscano sugli altari, accanto a opere di Cal-listo Piazza, Romanino e Lattanzio Gambara. Quandonel 1570 il convento viene soppresso per mancanza direligiosi, il monastero va all’asta e si salva solo la Chiesain quanto parrocchia. Nel 1836-39, dando il via alla ristrutturazione dell’edifi-cio, Vantini si preoccupa soprattutto di dargli luce, intro-duce lunette sopra le cappelle e, al posto di un tetto atravi con listelloni di cotto, pone una volta a botte. Infinetoglie le decorazioni settecentesche dagli altari, che ven-gono addirittura venduti, e pensa a decorazioni mono-crome con tondi in cui inserire, in un clima di classicismospinto, le stazioni della Via Crucis. L’altro intervento del Vantini ha sempre a che fare conMoretto: l’artista si diceva sepolto in S. Clemente, manon all’interno della chiesa, in una fossa di gente non ec-clesiastica o non nobile, nell’annesso cimitero. Vantinidecide di erigergli un cenotafio nel primo altare a sini-stra, vicino all’ingresso. Sempre del Moretto la chiesa ospita alcuni capolavori:Melchisedec che offre pane e vino ad Abramo, S.Orsolacon le compagne martiri, lo Sposalizio mistico di SantaCaterina.

moretto - S.Orsola con le vergini compagne martiri moretto - Sposalizio mistico di Santa Caterina

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Via dei Musei, costeggiando piazza Tito Speri, giungesino a Torre Bruciata, struttura medievale della Citta-della Nuova, ma inserita su strutture precedenti cheformavano la Porta Milanesis. Qui si chiudeva un tem-po la città antica, che lungo la line di via X Giornate do-veva avere la cinta romana. Sotto il volto, addossata al-la porta, è la chiesetta intitolata a San Faustino inriposo, dall’originale cupola a tronco di cono che posasu un tamburo di pietra a forma cilindrica.

PIAZZA TITO SPERI

Piazzetta Tito Speri, in quel tempo Piazzetta d’Alberafu teatro di una delle ultime, sanguinose battagliecombattute dai bresciani contro il dilagare degli Au-striaci nelle epiche Dieci giornate di Brescia. La piazzet-ta, che declina con il suo acciotolato verso Via dei Mu-sei, è ricca di ricordi di quel tempo (vedi la scalinatache porta il nome di via delle Barricate) ed è caratteriz-zata dal monumento a Tito Speri, opera scadente diDomenico Ghidoni, che seppe realizzare monumenti diben altra qualità. Anche la ciceronessa del Canossi se la prende con que-sta scultura, tanto d’apostrofarla così: “Se era io, io ci

avrei fatto su un monumento mica come quello che pa-

re un ferma-uscio col cappello ma il più grande di tutti.

Io, già con più ci penso e più di meno mi va giù l’idea

che a questo qui, che l’è il più bello e il più grande bres-

siano che ci fu, abbiano fatto su un monumentello. E

benché ce l’ha fatto un buon scultore, siccome un vete-

rano volea le brache senza cintura e un altro le tirache

e la mosca così e così, le mani così e cosà, ci andaron

giù le ore e lasciò far la statua ai veterani”.

L’ACQUA SANTA DI SAN TIZIANO

Un altro elemento architettonico della piazza è la fon-tana posta sull’angolo sud-est e realizzata dall’architet-to Tagliaferri nel 1875, riutilizzando alcune pietre pro-venienti dal monastero dei Santi Cosma (non Cosmo,come riportato sulla targa!) e Damiano. L’antico sarco-fago della tomba del vescovo paleocristiano San Tizia-no ora è la vasca di quella fontana. Quando si dice delriuso dei materiali in architettura... Ma, non solo diquesto si tratta, perchè tale abbinamento curioso ha ache fare con i miracoli. San Tiziano infatti, divenuto ve-scovo tra il 480 e il 500, “splende tra i santi per la famadei suoi miracoli”, come si può leggere nell’antico Mar-tilogio bresciano e tali miracoli sono legati all’acqua. “ - Bevi quest’acqua. Ritroverai la salute. - Un idropicostentava a credere alle parole del vescovo Tiziano, mavolle seguire il consiglio. Con l’acqua del pozzo avevadato a una donna sterile la gioia della maternità, medi-cato la gamba a un infermo, portato serenità a un’inde-La fontana di S. Tiziano, Piazza Tito Speri

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moniata. L’idropico sorseggiò l’acqua e guarì. Quandoil vescovo rese l’anima a Dio, i fedeli pregarono invanoper scoprire dove si trovasse il pozzo miracoloso, ma fusolo dopo il sogno di una suora che il santo ritornò nelcuore di tutti. La badessa di San Cosma - così continuala leggenda raccontata da Costanzo Gatta nel già citatovolume Contem so - confidò al vescovo Paolo Zane esiamo agli inizi del XVI secolo, che in sogno San Tizianole aveva indicato il suo sepolcro: era nell’antico con-vento di S. Agostino, ora incorporato nel Broletto. Dopo lunghe ricerche fu ritrovata l’urna in pietra delsanto (la si può vedere in Piazzetta Tito Speri, trasfor-mata in fontana pubblica) e le reliquie furono traspor-tate nella chiesa dei SS. Cosma e Damiano. Costruendol’altare venne scoperto in quel punto il pozzo dall’ac-qua considerata miracolosa, che sarà citata dal conteFrancesco Roncali Perolino, celebre medico letteratodel 700, nell’opera De Acquis Brixianis.

... E L’ACQUA DI SAN CRISTO DEI GESUATI ALCHIMISTI

Un’altra acqua, di ben altra gradazione fu quella deiGesuati, che erano in San Cristo, ora convento dei Mis-sionari Saveriani, che si trova sulla scalinata da via Pia-marta. I Gesuati erano conosciuti popolarmente nelCinquecento come i “frati dell’acqua”: la loro era acquadi vita, grappa, un distillato che doveva lenire i dolori,aiutare come forte anestetico i medici nelle operazionichirurgiche. Era ritenuto l’unico rimedio contro la peste che, a tre-mende ondate, si abbatteva sul territorio. Frizioni sulla

pelle, disinfezione delle ferite, mala distilleria era anche una fornitis-sima farmacia, la farmacia dei Ge-suati, che apriva i battenti propriodove adesso ha sede la portineriadi San Cristo. I forti aromi si avver-tivano già sin dal fondo della lungascalinata, promettendo sollievo aimalanni. Ma pure le ferite, le pia-ghe dei malati andavano curate,deterse, e allora i Gesuati produce-vano un profumatissimo alcolico,un medicamento anche per l’ani-ma, un prodotto che doveva resti-tuire dignità ai malati, purificandogli ambienti contagiati…Padroni del fuoco e dei segretidell’alchimia, i Gesuati sono in pra-tica i primi distillatori con intentiterapeutici e vantano una tradizio-

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ne antica. Onorano i santi Cosma e Damiano (due fra-telli medici e alchimisti, santi guaritori nati in Arabia evissuti in Cilicia nel terzo secolo dopo Cristo, decapitatidurante le persecuzioni di Diocleziano), costruisconoospedali a Ferrara e a Siena, innalzano oltre un un cen-tinaio di conventi tra Venezia e la francese Lione. La chiesa di San Cristo fu eretta, dai Gesuati nella se-conda metà del XV secolo sul luogo del monasterofemminile di San Pietro de Ripa.

VIA TRIESTE

Via Trieste, che collega il cuore della città con piazzaleArnaldo, divenne importante allorquando si aprirono ivarchi attraverso via Dieci Giornate e via Mazzini, sinoal 1560 chiusi dalle mura della Cittadella Nuova viscon-tea. Superato l’angolo con via Gabriele Rosa, inizia ilcomplesso di quello che fu il collegio convitto CesareArici, promosso dai cattolici di Giuseppe Tovini, gestitosino al 1954 dai sacerdoti della Compagnia di Gesù e apartire dagli anni Sessanta, sede dell’Università cattoli-ca del Sacro Cuore.Il palazzo cinquecentesco, che fu dei Martinengo Cesa-resco, aveva al suo interno una palazzina progettata daRodolfo Vantini nel 1938 che andò demolita dai bom-bardamenti. Nel palazzo sono presenti anche vari restidi epoca romana. “Quando Cesare Martinengo Cesa-resco acquistò nel 1447 – scrive Franco Robecchi – lecase nella zona per erigere il suo palazzo – la strada eradetta contrata Turris de Camignono e le case erano do-tate di pescheria, curia et hortibus”. Le pescherie era-no vasche per l’allevamento dei pesci e la cosa fa riferi-mento al vicino mercato ittico, che nel XIII secolo sitrovava nella zona di via Martiri di Belfiore.Nell’incrocio con via Agostino Gallo, sul lato oppostoall’edificio che include anche i resti della torre dei Ca-mignoni, è appesa l’insegna (del ‘500?) del Bue d’oro,scultura lignea assai popolare, che per lungo tempoidentificò questo tratto di strada. Di questa enigmatica insegna, si è pensato che fosse ri-ferita a una macelleria o che fosse stata rinvenuta nelsottosuolo, o che indicasse la presenza di un bue d’orozecchino sepolto nei pressi di piazzetta Labus, ma in re-altà non si hanno informazioni attendibili sulla sua ori-gine.

PIAZZETTA SANTA MARIA CALCHERA

Piazzetta Santa Maria Calchera, che si trova a destra,risalendo via Trieste, è il sagrato dell’omonima chiesa econfina con via Veronica Gambara, dove si affaccial’Istituto Magistrale. L’odomino della piazzetta potreb-be derivare dalle calchere, ovvero i forni per la produ-

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zione di calce, presenza dovuta alla trasformazionedella pietra (anche se la cosa di per sé fa rabbrividire icultori dell’arte e dell’archeologia) dei monumenti del-la città romana, che aveva nei pressi il suo centro, o peraltro verso, alla vicinanza delle pendici del Cidneo, chegarantivano le pietre in natura. Del resto, anche se in epoche diverse, nella zona vi era-no forni per i metalli (trovati entro l’area di Santa Giu-lia) e una fornace per vetri, sull’attuale via Tosio.La chiesa di Santa Maria Calcaria, che prima era SantaMaria della Visitazione, viene altresì citata con questonome nell’ultimo quarto del XII secolo e deriva dallanobile famiglia Calcaria. Fino alla fine del Novecento l’area, che ora è occupatadal monumento al matematico Nicolò Tartaglia, eracostituita da un’ortaglia chiusa fra due muri paralleli avia Trieste, mentre il cortiletto con fontana e statua,collocato al fianco della chiesa, collegava virtualmentela facciata e il giardino del settecentesco palazzo Soar-di, uno dei più alti esempi di barocco bresciano. La storia della realizzazione di un monumento all’illu-stre bresciano è legata a quella dell’Ateneo di scienze,lettere e arti, che ebbe l’idea di celebrare il Tartagliagià nel 1898, a seguito di una volontà testamentaria diGiovan Battista Cigola e del suo lascito per esaltare lamemoria di celebrità bresciane. Altre priorità protrassero al 1918 la sua edificazione,che ben s’inserisce nell’impiego sistematico della sta-tuaria pubblica, proprio della seconda metà dell’Otto-cento e dei primi del Novecento.

VIA TOSIO

A un altro lascito, quello di Paolo Tosio, si deve il nu-cleo originario delle opere d’arte custodite nella CivicaPinacoteca che, per l’appunto si chiama Tosio-Marti-nengo. Paolo Tosio, raffinato intellettuale e collezioni-sta di opere d’arte, alla sua morte lasciò gran parte del-la sua collezione al Comune che, scomparsa la vedova,ne ereditò pure il palazzo. La famiglia dei conti Tosio ri-siedeva nell’edificio seicentesco, ristrutturato dal Van-tini, affacciato sull’attuale via Tosio.Alcune mappe della metà dell’Ottocento denominava-no quel tratto contrada S. Maria della pace e solo nel1987, dopo la donazione di Paolo Tosio al comune diBrescia, tutta la via venne dedicata al conte. Oltre al palazzo già della famiglia Tosio e ora sede del-l’Ateneo di scienze, lettere e arti, fra i palazzi antichidella via, si annoverano: quello che fu dei Martinengoda Barco (XVI sec.) ora Beretta e che ha su corso Ma-genta una magnifica cancellate, forse opera del Carra equello costruito all’inizio del Settecento per la famigliaConter.

Cortiletto con fontana e statua di fronte al palazzo Soardi

Particolare del monumento a Nicolò Tartaglia

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Santa Giulia,museo della città

Sulla principale via romana, il decumanus maximus, nel 753 reDesiderio, ultimo re longobardo, costruisce un grande monasterofemminile. Lo fa per accontentare la moglie Ansa e la figlia Ansil-perga, prima badessa del monastero, che da notevole centro dipotere vanta domini che si estendono sino all’Italia centrale. Le armate di Carlo Magno e dei Franchi incombono e attorno alluogo religioso ruotano pure le vicende legate alla caduta del re-gno longobardo: la disperazione dei figli di Desiderio, Adelchi,sconfitto a Pavia e di Ermengarda, moglie di Carlo Magno ripudia-ta in nome della ragion di Stato, si avverte ancora aleggiare fraqueste mura. Il Manzoni vi si ispira per la sua famosa tragedia,L’Adelchi. Il monastero nel cui chiostro spira l’infelice Ermengarda(e forse la sua tomba è qui, ancora da scoprire) rimarrà un centrodi cristianità nei secoli sino al 1797, quando Napoleone ordina lasoppressione degli ordini religiosi. Da quel giorno segue per ilcomplesso di Santa Giulia un periodo di decadenza, un declassa-mento a caserma per l’esercito, sia sotto i francesi che sotto gli au-striaci, a deposito militare dopo l’Unità d’Italia. Solo di recente, grazie ad attenti e scrupolosi restauri, Santa Giuliaè diventato il cuore del sistema museale cittadino. Riunisce reper-ti di ogni epoca, intere collezioni, raccontando la storia di Brescianelle varie epoche, come la Vittoria Alata. A completare le sale cisono are e lapidi, anche in frammenti, provenienti dalla zona delForo e dal territorio bresciano, una collezione di ceramiche etru-sche da Cerveteri, vasi greci dell’Attica (tra cui spicca la famosaAnfora di Psiax, a figure nere, raffigurante Ercole e il leone Ne-meo e Castore e Polluce davanti ai genitori), oggetti d’arte barba-ra (con lo splendido insieme delle Falere argentee, bardature mi-litari per cavalli ritrovate a Manerbio, nella Bassa), vetri e repertidi necropoli (complessi di tombe) d’età romana, una notevole col-lezione di monete greche e romane.

SANTA mARIA IN SOLARIO

All’interno del monastero sorge una costruzione molto particola-re di età romanica che si può ammirare anche da via Musei: un’al-ta torre a pianta quadrangolare, sormontata da un’elegante tibu-rio, una copertura ottagonale con loggetta cieca e piccole arcate.Nell’interno la chiesa è su due piani: quello inferiore ha un am-biente con volte a crocera sorrette da un’ara romana, un altarededicato al culto del dio Sole; quello superiore è a pianta quadrata

Roberto Denti - Foto Alberto Romano

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Centro Stili di vita

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con tre absidi e cupola emisferica, riccamente affrescato nella pri-ma metà del Cinquecento dal Ferramola. Del perduto tesoro di Santa Giulia resta una Lipsanoteca (scrignoper le reliquie) in avorio, finemente decorata a bassorilievo contemi tratti dalle Sacre Scritture. Considerata a lungo opera arriva-ta dall’Oriente, ora è attribuita a una bottega dell’Italia settentrio-nale, forse lombarda, del quarto secolo. I Dittici (tavolette in avorio unite da una cerniera, a celebrare ingenere l’assunzione di cariche pubbliche da parte di personaggi dirilievo) sono tre, ora posti in un’altra ala del museo: il Dittico Que-riniano, con figure di Fedra e Ippolito da un lato e Diana ed Endi-mione dall’altro, il Dittico dei Lampadi, il cui frammento raffiguragiochi circensi, e il Dittico di Boezio, con l’immagine del consoleromano. La Croce di Desiderio è infine uno dei grandi capolavoridell'oreficeria longobarda. Donata forse personalmente dal re almonastero è in legno rivestita di banda, una lega metallica dell'al-to medioevo: sul recto (la parte anteriore), a sbalzo e all'incrociodei bracci, c'è la figura di Cristo benedicente in trono, d'arte squi-sitamente carolingia, con ai lati miniature degli Evangelisti; sulverso (la parte posteriore) un disco in rame dorato raffigurante ilCristo crocefisso è invece un'aggiunta del XVI secolo. Tra i 212 cammei, pietre dure e vetri colorati spicca il bellissimomedaglione, una foglia d'oro e argento fra lastre vitree, con i ri-tratti di una madre romana con i due figli, un capolavoro di scuolaellenistica del III secolo d. C..

PATRImONIO mONDIALE DELL’UmANITÀ PATRImONIO mONDIALE DELL’UmANITÀ PATRImONIO mONDIALE DELL’UmANITÀ PATRImONIO mONDIALE DELL’UmANITÀ PATRImONIO mONDIALE DELL’UmANITÀ PATRImONIO

Nel mese di Giugno, Santa Giulia èstata dichiarata Patrimonio mon-diale dell’Umanità da parte del-l’Unesco. Il riconoscimento è lega-to al sito seriale “I Longobardi inItalia. I luoghi del potere dal 568 al774 d.C.” che comprende oltre aBrescia, Cividate del Friuli e Castel-seprio in provincia di Varese. Otte-nere tale riconoscimento significaacquisire fondi a sostegno di nuoviprogetti e aumentare i flussi turisti-ci verso la nostra città. Infatti, lestatistiche dimostrano che nei luo-ghi “patrimonio dell’umanità” è ri-levabile una crescita di presenzeche va dal 30 al 60%. La candidatu-ra era stata presentata nel 2007dalla giunta Corsini e perseguitacon tenacia dall’attuale assessorealla cultura Andrea Arcai.

PATRImONIO mONDIALEDELL’UmANITÀ

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Centro Stili di vita

CHIESA DI SAN SALVATORE

E’ il cuore del monastero, una chiesa d’epocalongobarda a tre navate, con colonne e capi-telli recuperati da edifici romani. Sulle pareti, sopra le arcate, alcuni affreschipregevoli del nono secolo e le decorazioni instucco delle ghiere richiamano i gioielli longo-bardi di Cividale del Friuli, la capitale del re-gno, la città del Nord. Sotto le absidi viene ricavata, nel 762, unacripta semicircolare per conservare le reliquiedella crocifissa Santa Giulia, vergine martiredel V secolo, provenienti dall’isola Gorgona,nell’arcipelago toscano. La cripta ha 42 colonne costruite anche inepoca successiva, alcune sono ornate da capi-telli stupendi, di scuola antelamica (Benedet-to Antélami fu grande pittore e architetto, discuola romanica, sul finire del XII secolo) e,con l’arrivo delle reliquie, chiesa e monasterodi San Salvatore vengono dedicati a Santa Giu-lia. Un altro gioiello, alla base del campanileche sta in San Salvatore, è una minuscola cap-pella affrescata dal Romanino nel 1525: ilgrande pittore bresciano vi rappresenta scenedella vita di S. Obizio che, sconvolto dalleatrocità della guerra, abbandona la vita mili-tare per ritirarsi a Santa Giulia. Sotto il pavi-mento della chiesa si intravede una stratifica-zione variegata: resti di una domus romana,muri di una chiesa più antica, tombe altome-dievali alla cappuccina. San Salvatore confina inoltre con la basilicadi Santa Giulia, uno dei primi esempi di archi-tettura rinascimentale a Brescia: iniziata nel1466 e terminata nel 1599, con una facciatamarmorea scandita da lesene corinzie e com-posite, presenta una ampia volta a botte, pro-fonde cappelle intercomunicanti, alte nicchieaperte sulle fiancate esterne. Nella seconda metà del Cinquecento il gran-dioso Coro delle Monache, affrescato da Flo-riano Ferramola (stupenda la grande Croce-fissione) diventa in pratica il presbiterio dellanuova costruzione: le due chiese, San Salvato-re e Santa Giulia, diventano così un corpo uni-co e indivisibile, innalzato per venire incontroalle crescenti esigenze sia dei fedeli della cittàche a quelle delle monache del convento diclausura.

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Centro Stili di vita

Negozi di corso MagentaGioiellerie

Ghidini Gioielli Corso Magenta, 8Tel 030 40893

La giolleria Ghidini, dal ‘69 in corso Magenta,ha saputo rinnovare la grande tradizionedell’orificeria bresciana. Roberto Ghidini, capostipite di una famigliadedita in toto al gioiello, con lui la moglie e i figli Piero e Barbara, è garanziadi unicità, e discrezione, all’insegna dellabellezza, per clienti esclusivi.

Marpi GioielliCorso Magenta, 14Tel 030 [email protected]

Gioielleria; argenteria; cristalli e porcellane

Marpi nasce sul finire degli anni '50, quando PietroPicuno, abile ed apprezzato orafo, decide di aprireun atelier per commercializzare le sue creazioni.Oggi il figlio Giuliano ne segue le orme proseguendonella proposta di pezzi unici di altissima qualità.

La Gioielleria Veschetti, il cui marchio risale al 1949, fondata a Brescia da Mario Veschetti, è un punto di riferimento storico per l’altagioielleria e la gioielleria d’epoca.Marco e Laura Veschetti hanno raccoltol’eredità professionale del padre, che hatrasmesso loro una vera e propria vocazioneper questo straordinario mondo.

Gioielli VeschettiCorso Magenta, 27 Tel 030 40477www.veschetti.com

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Centro Stili di vita

Abbigliamento

MagentahommeCorso Magenta, 45 - Tel 030 2807810magentahommetiscali.it

Abbigliamento uomo

Magenta Homme nasce nel 2010 da un’idea diAlberto e Lorenzo con l’obiettivo di creareun’azienda in grado di offrire nel settoreabbigliamento prodotti altamente riconoscibili, con una forte identità, propositivi nel design e con un alto contenuto moda.

Nadia atelierCorso Magenta, 27/cTel 030 291547

Abbigliamento femminile

Atelier Nadia (già presente, negli anni 70 in via Gabriele Rosa) propone abiti femminilisartoriali, per la sposa e collezioni di stilistiitaliani e stranieri di fama internazionale.

ScoutC.so Magenta 19/BTel Fax 030 40 [email protected]

Abbigliamento e accessori

Brand: Scout-Element, Wesc, Only, Protest Bench,Humor, Ben Sherian, jack Jones,Sub Dued

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De Biagi MoodCorso Magenta, 18Tel 030 46491 [email protected]

Calzature

De Biagi Mood nasce nel 1976 e si distingue per le prestigiose marche di calzature trattate,come: Sergio Rossi, Stuart Weitzman, Paul Smith,Roberto Del Carlo, Timberland, Camper eCastaner. Scelto fra i migliori 150 top retailersd’Italia, ottiene un importante riconoscimento dalla prestigiosa rivista Vogue Pelle.

E’ Entertainment shoes Corso Magenta,22Tel 030 2906377

Calzature e accessori donna

Il negozio Entertainment è nato dall’esigenza di offrireun prodotto di buon gusto ad un prezzo accessibilegrazie anche alla collaborazione della ditta Lola Cruz.

Pellicceria LadyCorso Magenta,16 - angolo CorsoCavourTel 030 41519

Pellicceria e accessori

Fondata nel lontano 1947, apertain via Mazzini negli anni ‘60, Pellicceria Lady, dal 1994, occupa l’attuale sede, con l’innataeleganza e la competenza che da annicontraddistinguono l’atelier.

Calzature

Pellicceria

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Centro Stili di vita

Barbiere

Rolando barbiere in BresciaCorso Magenta, 53/b Tel 030 294875

Rolando dal 1984 continua una tradizionedi attività di barbiere che ha inizio dal lontano1930. Rolando riceve su appuntamento.Trattamenti con prodotti naturali per il benesseredi cute e capelli a base di oli essenziali.

Fioreria Piazzale ArnaldoCorso Magenta, 63/aTel 030 3752324 interflora2342virgilio.it

Fiori e piante

Storico fiorista nel cuore di Brescia; creazionifloreali personalizzate anche per cerimonie e allestimenti. Ampia scelti di fiori freschi, piante da interni e esterni. Servizio Interflora

Fiorista

Telefonia

3 storeCorso Magenta, 24/aTel 030 2808295enrico960yahoo.it

Telefonia mobile

Tutti i migliori telefoni cellulari di ultimagenerazione, le tariffe e gli abbonamenti più competitivi sul mercato.Professionalità, consulenza e assistenza per clienti privati e business.

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Centro Stili di vita

Lago Store BresciaCorso Magenta, 43/bTel 030 [email protected]

Arredamento e progettazione d’interni

Grande spazio espositivo Lago spa; prodotto versatile dedicato a chi è attento al designe al rispetto dell’ambiente. Progettazione erealizzazione di ambienti giovani, dinamici,molto personali e unici.

Arredamento

Biancocasa srlCorso Magenta 34-36 Tel 030 [email protected]

Prodotti tessili e biancheria per la casa

Da oltre 30 anni il meglio della produzione artigianale e del ricamoa mano per la casa e il corredo.

Biancheria per la casa

StilnovoCorso Magenta, 9Tel 030 [email protected]

Utensili per la casa, cristallerie e vasellame

Ci prendiamo cura di chi ama donare agli altri e regalare a se stesso l’emozione di momentispeciali. Soddisfiamo i sogni di tutti coloro che provano gioia nel sentirsi a casa, circondati da un ambiente unico e confortevole. Per questo i nostri prodotti per la casa sono distintivi, di design e di tendenza.

Utensili per la casa, cristalleria e vasellame

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PIAZZALE ARNALDO DA BRESCIA

“Ad Arnaldo, al precursore, al martire del libero italico

pensiero, Brescia sua decretava, tosto rivendicata in li-

bertà…” Questo è il motto inciso su una lapide del ba-samento, ma ciò nonostante, l’Arnaldo, sollevò non po-che dispute. Lo stesso Zanardelli dovette impegnarsi epuntare i piedi per far accettare alla municipalità e allaparte avversa, quel simbolo di ribellione alle istituzioniecclesiastiche...Piazzale Arnaldo, che deve i suoi fasti serali a una ten-denza modaiola propria di questo nuovo millennio eall’intuito di alcuni operatori che hanno saputo trasfor-mare al meglio quest’area sul bordo orientale del cen-tro storico, nasce come spazio pubblico agli inizi del-l’Ottocento. Il disegno urbanistico della piazza èorganizzato dall’imponente edificio del Mercato deiGrani costruito tra gli anni 1820 e 1823 da Angelo Vitae Luigi Basiletti, sugli orti appartenuti ai benedettini diSant’Eufemia. La struttura realizzata per il commerciodi granaglie, è costituita da un portico posto all’altezzadei carri allora adibiti al trasporto, con botteghe e ma-gazzini. Anticamente qui stava la porta orientale di Bre-scia, chiamata Porta Torlonga o Torrelunga e poi PortaVenezia e l’entrata in città era regolata dalla barriera

Piazze e vie del centro città

Giuseppe RomanoFoto Alberto Romano

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daziaria. La sistemazione moderna della piazza fu rea-lizzata dell’architetto Antonio Tagliaferri e l’opera de-terminante, anche per l’odomino, consistette nella po-sa del monumento all’eretico Arnaldo da Brescia, cheora domina beffardo la “movida” cittadina.La scultura, opera di Odoardo Tabacchi, eretta nel1882 dopo ventuno anni di progetti e polemiche, fu untrionfo laico e antipapista dei liberali, dei socialisti edegli anarchici bresciani.

CORSO mAGENTA

Corso Magenta è la naturale prosecuzione di corso Za-nardelli che si congiunge con piazzale Arnaldo, colle-gandosi alla Milano - Venezia. La sua importanzastrategica le valse il titolo di strada nazionale, quindigestita dallo Stato, già agli inizi dell’Ottocento. La via èricca d’importanti edifici antichi. A partire dalla chiesasettecentesca di S. Afra in S. Eufemia, passando dalLiceo Arnaldo, nel palazzo che fu dei Poncarali e poidei Balucanti, per giungere alla chesa e al convento diSan Barnaba.

DEL COME L’OMICIDIO DEL NOBILEBALUCANTI FECE CHIUDERE I PORTONI

La cronaca dei primi dell’Ottocento, indica nell’omi-cidio del conte Giovanni Balucanti, a opera di mal-viventi entrati nell’atrio del palazzo omonimo, l’inter-ruzione di una secolare abitudine che voleva sempreaperti i portoni e i cancelli dei palazzi verso la strada.Giovanni Balucanti pose fine ai suoi giorni nella nottedel 17 febbraio del 1817 per mano di un ladro, cattura-to con i complici, mentre tentava d’imbarcarsi su unpiroscafo diretto oltreoceano. Il magro bottino nonevitò la condanna a morte del reo e per un altro versola vendita del bel palazzo ai patrizi Olofredi. Oltre al già citato palazzo Martinengo da Barco, oraBeretta-Terzi, un altro antico edificio della via è l’ex

Al tempo dei Romani qui forse sorgeva un tempiodedicato ad Ercole, stando invece agli Statuti di Bre-scia, nel 1262 qui vi era una chiesa probabilmentefatta demolitre dal vescovo Berardo Maggi per co-struirne una nuova (1286 ) affidata agli Eremitaniche la tennero fino al XV secolo, sostituiti poi dagliAgostiniani dell’Osservanza. Nel 1632 i religiosipensarono di ricostruire l’edificio in stile barocco ecosì dell’originaria costruzione non rimangono chepoche tracce all’esterno dell’abside e nella piccoledue navate che mostrano muratura a vista e sottili fi-nestre ad arco trilobato. Ma anche della chiesa se-centesca, (sconsacrata e ridotta a sala da ballo, poicinema Duse e Aquiletta, con sale da biliardo e oraun elegante auditorium) non resta che la marmoreafacciata, datata 1675 sull’architrave della porta.Opera forse dei Carra, la facciata si presenta conuna sobria eleganza, in uno stile barocco tra i piùpiacevoli della città e sul portale affiancato da colon-ne scanalate si erge un timpano spezzato con dueangeli tra cui spicca lo stemma degli Agostiniani. Dopo la soppressione del convento, l’annesso chio-stro, impostato su archi ogivali dalla limpida archi-tettura quattrocentesca, venne incorporato nel fab-bricato della scuola elementare Tito Speri, erettanel 1827 dall’architetto Luigi Donegani sull’areadell’antico monastero. Quella parte del conventoche non occorreva per le scuole venne invece adibi-ta dal canonico Ludovico Pavoni (1784-1849), ret-tore di San Barnaba, ad ospizio per fanciulli abban-donati, poi a sede della Congregazione dei Figli diMaria, per l’educazione professionale oltre che reli-giosa della gioventù. Oggi ospita il prestigioso Conservatorio Luca Ma-renzio. Splendida è l’antica ex-libreria del convento,meglio conosciuta con il nome di “Salone da Cem-mo” per gli affreschi eseguiti nel 1490 da Pietro daCemmo. Le pareti della grande sala (24,50 x 11 x6 metri) sono un libro aperto: a colori quella occi-dentale con la canonizzazione di S. Agostino al cen-tro di una finta architettura di stile rinascimentale; amonocromo quelle laterali con medaglioni tondi erettangolari dalle figure di santi e quella orientale difondo, con l’Allegoria della dottrina di S. Agostino. Il tutto protetto da soffitto ligneo a cassettoni.

Roberto Denti

SAN BARNABA

I Granai e la chiesa di S. Afra

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Caffè

Pizzeria e ristoranti

Cafè NoirCorso Magenta, 57/bTel 328 5792265

Piacevole atmosfera famigliare in un ambienteallegro in una delle zone più caratteristiche della città.

Pizzeria e ristoranti

La Bersagliera ristorante pizzeriaCorso Magenta, 38 Tel. 030 3750569

Storica pizzeria gestita dal 1973 dalla famigliaVaccaro, famosa per le pizze tradizionali,schiacciate, integrali e al tagliere di Mimmo. Ristorante con cucina mediterranea.

Pizzeria Grotta Azzurra

Viale Venezia, 1Tel. 030 [email protected]

Ristorante pizzeria

Piatti della tradizione campana, pesce. piatti della cucina bresciana e pizze cotte con forno a legna.

VIALE VENEZIA

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palazzo Valotti, costruito sulle fondamenta delle an-tiche mura e opera di Rodolfo Vantini.

I GIARDINI ORIANA FALLACI

Una vena d’acqua piatta come una lastra di marmo,mosaico del tempo, circondato da confini di pietra fada specchio a una scultura dedicata alla Resistenza(Quinto Ghermandi 1969) nel giardino dedicato a Oria-na Fallaci, indimenticabile giornalista e scrittrice e te-stimone attenta dei fatti che hanno segnato la storiacontemporanea. Basti citare “L’intervista con la storia”,vera e propria silloge del suo percorso giornalistico.Poco più in là, su una lastra monumentale sta scritto“Alla resistenza per la dignità di tutti gli uomini” a crea-re un collegamento ideale con l’Arnaldo, martire - ere-tico del libero pensiero. Un’altra scultura, opera di Domenico Ghidoni, dedicataagli emigranti, che chiudeva idealmente il cerchio diquesto spazio verde è stata spostata nel parco Torri ge-melle - 11 Settembre, su via XXV Aprile.

IL TENNIS CLUB BRESCIA E LA WÜHRER

In questi stessi giardini, nella parte annessa al liceo, nel1914 il Tennis Club Brescia, costruì il prima campo dellacittà in erba e nella stessa epoca faceva bella mostra disè il chiosco della Birreria Wührer, che si era spostatada via Trieste, prima di costruire la Birreria alla Borna-ta. Di fronte a piazza Arturo Benedetti Michelangeli,dove nel complesso di S. Barnaba ha sede il Conserva-torio Luca Marenzio, sulla facciata di un edificio delNovecento, posto al civico 29 e opera di EgidioDabbeni (l’architetto dell’Hotel Vittoria), stanno quat-tro affreschi di nudi femminili di Gaetano Cresseri cheall’epoca provocarono un certo scandalo tra i per-benisti bresciani.

PIAZZA mORETTO

LA PINACOTECA E IL MORETTO

Piazza Moretto, incorniciata dal Palazzo Martinengoda Barco, con la nuova facciata disegnata da AntonioTagliaferri, secondo canoni stilistici seicenteschi e sededella Pinacoteca Tosio Martinengo, attualmente chiusaal pubblico per lavori di restauro. La riapertura è pre-vista per il 2012. Nel palazzo, donato al comune da Leopoldo Martinen-go alla fine dell’Ottocento, vennero traslocate anche leopere del lascito di Paolo Tosio. La piazzetta, vi si ac-cede da via Crispi, ha nel centro il monumento alMoretto, opera di Domenico Ghidoni che dette spuntoa Angelo Canossi per un altro amabile siparietto della

Le città delle donne...

La via dedicata a Laura Cereto e l’Istituto a Veronica

Gambara, la Vittoria alata o l’Afrodite nei modelli di Fi-

dia, la Maccheronica Gambara del Canossi, Marzia

Martinengo, amante del Foscolo, la mistica Badessa di

San Cosma, Santa Giulia e l’infelice Ermengarda, l’indi-

menticabile scrittrice Oriana Fallaci, i nudi di Gaetano

Cresseri di corso Magenta, per giungere alla figura

femminile, simbolo della meditazione, del monumento

al Moretto e le sue Sante dipinte: questo percorso per

le vie del centro storico è anche un omaggio alle donne

e alla loro centralità nella vita sociale, economica e cul-

turale delle città.

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Documenti:

Franco Robecchi, Le strade di Brescia Periodici locali NewtonAntonio Rapaggi, Valerio Vitali, Marcello Zane, Città di pietra - AreamarketCostanzo Gatta, Contem so - Compagnia della stampaAngelo Canossi, Melodia e Congedo - Fondazione Angelo Canossi Centro culturale Aldo Cibaldi BovegnoAutori vari, Ercole il fondatore - Electawww.palazzomartinengo.it - Provincia di Brescia

CoinCorso Magenta, 2Tel. 030 3775992www.coin.it

Reparti:donna, intimo donna, uomo, bambino, accessori, beauty, casa

Elenco dei servizi: Servizio di Shopping Tax Free, Beauty Room, Giftcard, Parrucchiere Go Coppola, 30 giorni per ripensarci, Boutique Nespresso,Abito uomo su misura, Qb, Mercato e Cucina, Camicie uomo su misura,Cifratura abiti uomo, Consegna a domicilio, Consegna del mobile a domicilio, Lista nozze, Modifiche sartoriali, Snack Bar, Sottoscrizione Coincard Easy, Veribel DailySpa Centro Benessere

Coin negozi

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Centro Stili di vita

Centro Stili di vita

sua ciceronessa Maccheronica Gambara: “Questo l’è il

gran Moretto, insuperabile di tutti nostri artisti più

migliori, che masnava lui stesso i suoi colori con un sis-

tema suo inimitabile.

Quanto al tabarro quello l’è spiegabile per via che forse

aveva dei dolori, per cui nel pitturare i suoi lavori, el si

metteva su l’impermeabile.

E questa qui, qui sotto, raffigura la moglie del pittore

col messale, che ci faceva un poco di lettura. Ma pare

che non fosse un gran contenta di leggere tutta roba

clericale, perchè a furia di legger s’addormenta.

Nella passeggiata di Maccheronica Gambara il Canossiprecisa: “Maccheronica Gambara non sa né di latino nédi filosofia come l’omonima sua concittadina del Ri-nascimento, la poetessa Veronica, ma è un’eccellentebresciana non priva di buon senso e di arguzia. Soltan-to, poveretta, ha un gambero nel cervello che le faparere progresso il preferire al dialetto genuino e vi-vace, un italiano infarcito di gamberi e maccheroni”. E in realtà la figura femminile ai piedi di AlessandroBonvicino detto il Moretto è il simbolo della medi-tazione ispiratrice, cosa che ovviamente il Canossi bensapeva.

CORSO CAVOUR

Corso Cavour, conduceva un tempo alla porta di S.Alessandro che si trovava tra via Vittorio Emanuele II evia XX Settembre. In epoca moderna la via, è stata con-dizionata dalla presenza del tribunale, vivendo per an-ni attorno ai ritmi dei processi che lì vi si svolgevano,tra via vai di avvocati, imputati, amici di quelli sotto-posti a giudizio, magistrati e curiosi. Per la sua collocazione centrale, Piazzetta S.Alessan-dro, posta all’incrocio con via Moretto, è stata a lungoil cuore pulsante di questa zona. Sulla piazzetta si affaccia la chiesa di S.Alessandro, deiprimi del Novecento, realizzata in stile pseudopalladi-ano dall’architetto Carlo Melchiotti e il palazzo Marti-nengo Colleoni, già sede del tribunale. Questo palazzo, del XVIII secolo e la facciata dellachiesa, emergono da un insieme di edifici moderni,costruiti dopo i bombardamenti dell’ultima guerra. La fontana, posta al centro della piccola piazza, è statadisegnata nel 1780 da Giovanni Donegani. Il tratto nord della via è caratterizzato dal palazzetto,realizzato nel 1926 in stile neomedioevale, da UlisseStacchini, che progettò la Stazione Centrale di Milano. Come ci ricorda Robecchi, nella sua opera Le strade diBrescia, sino alla metà dell’Ottocento, qui scorreva ilvaso Molin del Brolo, sul quale sorgeva un mulino. Latal cosa è stata ripresa nelle decorazioni pittoriche diuna delle sale del vicino ristorante La Grotta.

Ritratto di Fortunato martinengo Cesaresco del moretto1542 Londra National Gallery

Charlie Cinelli in un concerto inCorso Cavour, angoloCorso magenta, tra i tavolini del bar Punto d’incontro (foto Eden)

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Rober Mapplethorpe - courtesy Museo ken damy/Vogue America

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Negozi di Corso Cavour e dintorni vicolo del Prezzemolo, via Moretto, via A. Aleardi, via G.Rosa

Abbigliamento e Calzature

Marea abbigliamenoCorso Cavour, 13/b - Tel 030 [email protected]

Negozio presente anche in via Gramsci dal 1981(abbigliamento uomo e donna).Brand: Aspesi E51, Appartamento 50,Silkandsoie, Le api operaie, Sermoneta

Suite 206Corso Cavour, 2/d- Tel 030 [email protected]

Calzature, accessori, abbigliamento.Negozio del gruppo Richiedei con articoli fashion per la donna.

Ragazzini Calzature Corso Cavour, 11 - Tel 030 [email protected]

Calzature bambino (dal 16 al 40)Tod’s, Hogan, Prada, Converse, Chipie, Pepe,Simonetta, Pincopallino, Pom D’Api

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OsloCorso Cavour

Abbigliamento donnacalzature e accessori

Abbigliamento e Calzature

Bar e gelaterie

La Pecora Nera Cremeria gelateriaCorso Cavour, 8/d Tel 030 [email protected]

Il gelato fuori dal ...Cono!Produzione artigianale giornaliera di gelato, torte e semifreddi.

Bar Punto d’incontroCorso Cavour, 1- Tel 030 [email protected]

Dal 1985, dopo un’accorta ristrutturazione, un vero punto d’incontro per tutti i bresciani nel centro cittadino.Bar, panineria, wine bar, happy hour.

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Centro Stili di vita

Gioielleria

Gioielleria GattaCorso Cavour, 35 Tel 030 293448 [email protected]

L’arte orafa valenzana nel cuore della città.Negozio laboratorio nato nel 1977.Produzione di gioielli inediti e personalizzati.

Parucchiere

Maurizio Serretti Parrucchieri Corso Cavour, 7/c Tel 030 44770

Parrucchieri

Ivan, hair stylist per Maurizio Serretti, con il suo staff, da oltre 10 anni a Brescia,realizza con successo ogni giorno effettiineguagliabili di colore e tagli straordinaridonando a ogni cliente un pizzico di modernità e bellezza.

Colltelleria

Coltelleria Luigi Marenda Corso Cavour, 8 Tel 030 48038

Coltelleria, arrotino

Negozio storico del centro città, fondato nel 1927.Servizio di affilatura per forbici, coltelli e tutti itaglienti domestici. Coltelleria di qualità; tante curiosità e proposte utiliper un regalo diverso.

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Parucchiere

Jean Louis DavidVia Moretto, 64Tel 030 [email protected]

Parucchiere

Jean Louis David, 30 anni di stile

Abbigliamento

Via moretto

Kivis juniorVia Moretto, 76 angolo Corso CavourTel 030 3776844

Abbigliamento bambino 0-16 anniGrande assortimento delle migliori marche:Dkny, diesel, 1950 i Pinco pallino, Mayoral, New Born, Mek

Via Aleardo Aleardi

Centro estetico

Ororosa Via Aleardo Aleardi, 11 - Tel 030 [email protected]

Ororosa è un istituto di bellezza altamente specializzato e doveopera un equipe di elevata professionalità. Ororosa è un’oasi dibenessere dove si eseguono: trattamenti specifici viso e corpo,linfodrenaggio, riflessologia palmare, massaggi anti stress,massaggi eudermici, pedicure, manicure, depilazione definitiva,radiofrequenza. Ororosa è anche solarium.

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Abbigliamento

Via Gabriele Rosa

Ragazzini abbigliamentoVia Gabriele Rosa 79Tel 030 47077ragazzinishpgmail.com

Abbigliamento bambino

Accesori e abbigliamento per bambini (0-16 anni)Aziende di ricerca trattate: Doudou, Bonpoint, Album di famiglia, Marni, Belle Rose, Caffè d’orzo, A.O., Stone Island

Cat WalkVia Gabriele Rosa, 36Tel 030 3756108

Abbigliamento e accessori donna.

Linee fresche e frizzanti, di ottima qualità e al prezzo giusto.

Vicolo del Prezzemolo

Ristorante

Osteria La GrottaVicolo del Prezzemolo 10 (vi si accede da Via Moretto o da Corso Cavour)Tel 030 44068 - [email protected]

Una delle osterie ristorante più antiche della città.Cucina tipica bresciana e ampia selezione di vini.

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Centro Stili di vita

Centro Stili di vita

moda& designa Brescia

APPUNTAmENTI

Dal 15 al 18 Settembre

Dal 15 al 18 Settembre le piazze del centro storico e levie principali della città saranno la cornice naturale disfilate di moda, eventi dedicati al design, all’arreda-mento e molto altro ancora, con l’intento dichiarato disottolineare la creatività bresciana.Il programma prevede per Giovedì 15 Settembre, alleore 16,30, l’inaugurazione ufficiale in corso Garibaldi (incollaborazione con Wind), alla quale seguirà la sfilataorganizzata dai negozi della via. Dalle 19,30 l’attenzione si sposta in Piazza Paolo VI, con“Il tuo negozio sfila” (in collaborazione con Ok Group)per concludersi in via San Faustino, trasformata in ville

lumiére (dalle ore 19 alle 24), con performance di mu-sica, danza e spettacolo, in collaborazione con Artein-genua e Master Marketing.Venerdì 16, sfilate in Piazza Paolo VI (dalle ore 16,30) acura dei negozi del centro storico e dalle ore 20 a curadell’Università Cattolica “Stars dell’Università Cattolicadi Brescia”. Dalle ore 21,30 kermesse a ritmo di danza,in Corso Martiri della Libertà, con Contemporary ShockSabato 17, a partire dalle ore 18, “Fashion happy hour”,in Piazza Arnaldo e a seguire “A scuola di moda” sfilatadegli Istituti di moda bresciani. In Piazza Tebaldo Brusato (dalle 10 alle 20) mercatinovintage, in collaborazione con Yesterday.

Domenica 18, alle ore 21, grande serata di gala in PiazzaPaolo VI, con la presentazione delle collezioni autunnoe inverno, dei negozi di abbigliamento e accessori modapiù prestigiosi del centro storico (in collaborazione conCupcake, Airoldi e Ok Group). “Per vie diverse”. Con questo titolo, nell’arco delle quat-tro giornate si susseguiranno molti altri eventi, nati dalleproposte dei negozianti in collaborazione tra loro, checoinvolgeranno varie zone del centro, quali: corso Pale-stro (... Al cubo, aperitivo e musica), piazza BenedettiMichelangeli (un salotto del design tra incontri e con-fronti), via Porcellaga, corso Cavour, corso Magenta, viaTrieste, via Mazzini (Mazzini B*Iolife: le immagini iconadell’Italian fashion system proiettati sui palazzi dellavia... Way of life, in collaborazione con B*IO e Arteinge-nua) e contrada del Carmine (Fatto a mano, artigianatomade in Brescia). Sono inoltre previste alcune installazioni permanenti(in Piazza Loggia, corso Palestro e corso Magenta). Nel quadriportico di Piazza Vittoria, selezionati artigianipresenteranno i loro “Mestieri d’arte”, mentre nelle ve-trine della hall dell’Hotel Vittoria saranno esposti ma-nufatti di scarpe di tutto il mondo e strumenti da lavorodella collezione di Mario Bertulli, eclettico stilista bre-sciano, recentemente scomparso.

11 BMode - Moda & design a Brescia,

l’evento, inserito nel DUC,

dedicato alla valorizzazione del centro storico

della città, si propone, come la vetrina d’eccellenza

del Made in Brescia, attraverso una serie

di sfilate, spettacoli e installazioni

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SHOP IN SHOP MONTBLANC

Lazzaroni - Gioielli per scrivereCorso Palestro 33/c - 25122 Brescia Tel. 030 3753184 www.lazzaronipenne.net - E-mail: [email protected] per scrivere

TRIBUTE TO THE MONT BLANCUn omaggio alla bellezza senza tempo della più alta vetta d’Europa.

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L’Associazione Gallerie di Brescia (composta da 20gallerie d’arte moderna e contemporanea), in collaborazione con il Comune di Brescia, organizza la Settimana dell’Arte a Brescia. Un denso calendariodi mostre ed eventi culturali.

Programma:

SABATO 24 SETTEMBRE ore 17

Santa Giulia Museo della CittàInaugurazione della mostra Arte nell’Arte, opere dalle gallerie d’arte di Brescia. Dialogo tra opere del passato e del presente. Apertura straordinaria del museo ed entrata gratuitasabato 24 settembre, dalle ore 17 alle ore 24e sabato 1 ottobre, dalle ore 17 alle ore 24La mostra rimarrà aperta sino al 9 Ottobre negli orari di apertura del museo.

Dalle 18.30 alle 24Inaugurazione collettiva delle mostre in tutte le Gallerie partecipanti alla Settimana dell’arte:

Palazzo Gallery Benedetto ChircoAgnellini Arte Moderna Italia/America Il Novecento a confrontoAllegrini Arte Contemporanea Caterina TosoniAplusB Marco La RosaColossi Arte Contemporanea Pino Pascali Entroterra Marco ManzellaGalleria delle Battaglie Nostalgia del futuroGalleria dell’Incisione Tullio PericoliGalleria I Monaci Sotto le Stelle Katia FilimonovaGalleria Massimo Minini Paolo Gioli - Paolo Chiasera Kanalidarte L’avanguardia gestaltica degli annisessanta - 50 years laterKen Damy Visual ArtAraki - Guglielmo Achille Cavellini LINK Art Center Collect the WWWorld The artist as Archivist in the Internet AgeMarchina Arte Contemporanea Virginia PanichiMaurer Zilioli Contemporary Arts Incontro con AldoUna mostra in omaggio ad Aldo Tagliaferro

Paci Contemporary Teun HocksFabio Paris Gallery Matteo Bittanti + IOCOSESkin Gallery Samuela Cattaneo Studio LB Contemporary Art Gesine ArpsWavephotogallery Yossi Loloi

Dalle 18.30 alle 24 (Entrata gratuita)

Cinema Nuovo Eden: Artisti all’EdenLink Art Center presenta “Emoticons from ItalianCinema” Un progetto di Matteo Erenbourg con Claudio Beorchia

27 – 28 – 29 SETTEMBRE

ore 20.30Auditorium San Barnaba Ciclo di 3 conferenze sull’arte moderna e contemporanea ‘Dal secondo Dopoguerra ai giorni nostri’ (Entrata gratuita)

Martedì 27 settembre Relatore: Philippe DaverioMercoledì 28 settembre Relatore: Angela VetteseGiovedì 29 settembre Relatore: Domenico Quaranta

SABATO 1 OTTOBRE

Dalle 18.30 alle 24Serata di chiusura della Settimana dell’Arte a Brescia Portoni aperti per musei, gallerie, teatri, monumenti e chiese del centro storico. Visite guidate.

(I negozi del centro resteranno aperti.

Per info: www.comune.brescia.itLe 20 gallerie rimarranno aperte aderendo

alle iniziative culturali organizzate dal Comune di Brescia).

Ore 20.30 (Entrata gratuita)

Cinema Nuovo Eden: Artisti all’EdenGalleria Massimo Minini presenta: “Proiezione dei film di Paolo Gioli”. Introducono: Elio Grazioli, Marco Senaldi, Massimo Minini

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TRIBUTE TO THE MONT BLANCUn omaggio alla bellezza senza tempo della più alta vetta d’Europa.

Opera di Guglielmo Achille Cavellini

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Centro Stili di vita

Continua il viaggio nella Brescia degli Orefici. Dopo Adolfo Gallinari, signore delle gemme, Ennio Barozzi, maitre dell’alta orologeria, Marpi, Saleri e Veschetti

negozi di tradizione e stile, Brescia centro - Sili di vita vi propone le gioiellerie: Ghidini di corso Magenta, Umberto Giarin

di corso Martiri della Libertà e I gioielli di Rossana, di via X Giornate

Giuseppe Romano

BRESCIA, COmmERCIO D’ECCELLENZA

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A nulla valse il dire del poeta Pierre de Ronsard: “Ache serve indossare tanti rubini e diamanti, quandola sola bellezza è il suo ornamento?”. Sul red carpetdel Festival di Cannes, top model e attrici posanoadorne di diamanti, rubini, zaffiri e smeraldi. BiancaBalti, richiestissima top model e testimonial con Ne-ri Marcorè di una famosa azienda di telecomunica-zioni, posa con una parure di smeraldi da capogiro.Sempre smeraldi per Angelina Jolie, mentre FanBingbing, una delle più famose e sensuali attrici ci-nesi, esalta il trucco pallido e le labbra rosso ciliegia,con gli orecchini di diamanti. Insomma per un co-mune mortale, diventa difficile capire se hanno fat-to meglio in natura il grembo della madre o le visce-re della madre terra.

I GHIDINI,ARALDI DEL LUSSO

Questa deve essere la sensazione che offre un ma-nufatto d’alta gioielleria di Ghidini (corso Magen-ta) quando viene indossato, disegnato e realizzato,per mettere in crisi i giudizi più severi...Se non segna la distinzione e se non gareggia (com-pleta) con la bellezza di una donna, che gioiello è?Roberto Ghidini, capostipite di una famiglia deditain toto al gioiello (con lui la moglie e i gemelli Piero,titolo di studio GIA, che sta per Gemological Insti-tute of America e Barbara) ha la consapevolezzadei grandi maestri di quest’arte e la passione di chiha attraversato la propria vita a completare un con-cetto di estetica che non tramonta nel tempo, chenon segue le mode e che fa dell’unicità il suo puntodi forza. Del resto una pietra preziosa naturale (siaessa zaffiro, diamante, rubino, o smeraldo) ha la suainconfondibile unicità, ha la sua zona di provenien-za, svela e non svela i segreti della fomazione dellaterra e della sua creazione. Trasmette luce e energiae pertanto non va tradita, ma interpretata, plasma-ta, aiutata a esplodere. Lo s’intuisce nelle parole diPiero Ghidini e nell’impegno teso a scovare la ma-teria viaggiando per il mondo. Perle dall’Australia, smeraldi dalla Colombia, zaffiridalla Thailandia: alla ricerca delle pietre più belle,attraversando il mondo, come in un fantastico viag-gio lungo l’antica Via della seta. Scambi commer-ciali e culturali determinanti per lo sviluppo e il fio-rire di antiche e nuove conoscenze da tradurre nellecreazioni dell’atelier. La giolleria Ghidini, dal ‘69 incorso Magenta, ha saputo rinnovare quella tradizio-ne dei grandi mercanti che fecero ricco il nostro belpaese, che a differenza di altri mondi, ha sempresaputo trasformare la materia in opera d’arte, fosse

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Creazioni Ghidini gioielli

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essa marmo, colore d’Oriente, oro o diamante. “Nessuna presenza a kermesse dell’alta moda o afiere del lusso. I nostri stands sono le vetrine del no-stro negozio, catalogo intinerante della nostra crea-tività”- sostiene Roberto Ghidini. E del resto le teche luminose dell’atelier, che s’affac-ciano su corso Magenta e continuano all’angolo deiportici del palazzo Coin, sono la migliore sedeespositiva di tanta ricchezza. Nell’alta gioielleria nul-la è lasciato al caso e il motto di casa Ghidini con-templa: unicità, e discrezione, all’insegna della bel-lezza, per clienti esclusivi, attenti nella scelta eseveri nel giudizio. Accanto ai pezzi unici di alta gamma (collier, brac-ciali, orecchini, collane, parure) dall’anima incon-fondibile e all’argenteria, Ghidini propone ancheuna collezione di orologi, per lei e per lui, dalla chia-ra impronta glamour, contraddistinti dai quadrantiin madreperla e dalle casse (anche di forma) in ac-ciaio spazzolato, con lunette illuminate da brillanti.Tutti rigorosamente griffati Ghidini, come un impe-gnativo tourbillon, grande taille, dal design sportivo.Meno impegnative, ma beneauguranti (con largoanticipo per l’anno che verrà) le coloratissime e pre-ziose campanelle Chantecler. Seguitene il suono magico...

Negozio Ghidini gioielli, corso magenta

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UMBERTO GIARIN,L’ ORAFO CHE SA PLASMARE IL PREZIOSO METALLO

La gioielleria di Umberto Giarin, che si trova al-l’inizio di Corso Martiri della Libertà, là dove lastrada fa angolo con corso Matteotti, conserva i se-greti della lavorazione dei metalli preziosi e dellepietre dell’oreficeria bresciana. Non avendo allespalle una tradizione famigliare, come hanno altrigioiellieri della città, Umberto Giarin scala la classifi-ca dei migliori orafi sulla piazza, grazie a un’innatacapacità di apprendere in fretta il mestiere. Umberto a soli tredici anni va a bottega nell’orefice-ria Parolin, poi è assunto dall’orafo Quinzanini; digiorno lavora e di sera approfondisce la sua istruzio-ne frequentando un Istituto professionale. Raggiun-ta la maggiore età è già un orafo formato, pronto asperimentare il mestiere in un proprio laboratorio invicolo delle Stelle. Da vicolo delle Stelle a Corsetto sant’Agata, il tragit-to è breve. Sono gli anni ’60, Umberto Giarin am-plia l’attrezzatura del laboratorio orafo e la gammadelle sue proposte. Inizia le creazioni di gioielli e lavendita diretta al pubblico, che continuerà nei localidi corso Matteotti, sino all’apertura del nuovo nego-zio in corso Martiri della Libertà. Vicolo delle Stelle, corsetto Sant’Agata, corso Mat-teotti, corso Martiri della Libertà: Giarin, negli spo-stamenti succedutisi negli anni, segna un quadrilate-ro ideale, una sorta di taglio a baguette (per stare intema) del centro storico della città, che non tradiscel’origine di bresciano verace figlio di una generazio-ne (quella dei tempi di guerra) che esce dagli annibui della dittatura, rimboccandosi le maniche. Forse per questo, un grande uomo di politica e disaggezza, gli scrive una lettera di ringraziamento,datata 29 marzo 1985, che ne sottolinea la mae-stria di: “… Orafo che sa plasmare il “prezioso me-tallo”, nelle forme che meglio sanno conciliare l’artecon il gusto, stimolando desideri tra le donne cheamano sempre trovare orpelli capaci di esaltare laloro bellezza…” Quelle poche righe, non prive di ci-vettuola intelligenza, sono di Bruno Boni, il sindacopiù amato (e a ragione) della città. Umberto Giarin,che come ogni orafo che si rispetti, ha nella “tran-quillità” dei movimenti delle sue mani l’imprintingdella nobile arte dell’orafo, sfoglia gli articoli distampa che lo citano e mostra con orgoglio alcunevecchie immagini che lo ritraggono mentre insegnail mestiere a un gruppo di allievi di una scuola seraleper orafi-riparatori, promossa dall’Unione Artigiani.

Collezioni Petali di Rajola e interni della Gioielleria Giarin

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PASSEGGIANDO TRA LE PERLE

“Per le donne è motivo di vanto portarne alle di-ta e sospenderne due o tre per ciascun orecchio;e si introducono per questi sfarzi nomi stranieri,ricercati con una progalità perversa, se inverochiamano questo ornamenti crotalia, come seprovassero piacere anche per il suono e per l’ur-tarsi stesso delle perle; e le desiderano ormai an-che i poveri dicendo che la perla è in pubblico illittore della donna. E anzi le mettono anche i piedi e non soltanto al-le corregge dei sandali, ma agli interi calzari (soc-culi). Infatti oramai non è più sufficiente portarele perle, ma anche camminano sulle perle e pas-seggiano tra di esse...” Così Plinio - che ricorda come la stessa Lollia Pao-lina, moglie di Caligola, ostentasse apertamenteperle alternate a smeraldi, al collo, alle orecchie esul capo, per un totale di quaranta milioni di sesterzi- nel I secolo a.C. descrive mirabilmente il culto del-le perle da parte degli antichi romani. Dopo, ma molto dopo, venne Tracy Chevalier araccontare la vita del pittore Jan Vermeer, dedito al-la realizzazione della tela La ragazza con turbante,opera più comunemente conosciuta come La ra-gazza dall’orecchino di perla.

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E con rammarico ci ricorda una sorta di mancanzadi continuità generazionale, dovuta al venir meno diquelle che un tempo erano le vecchie scuole profes-sionali, che sfornavano fior di artigiani. La gioielleria di Umberto Giarin, affiancato dallamoglie Elide e dai figli Miriam e Riccardo, oltre adalcune creazioni proprie, propone: gioielli di Fope,un’azienda italiana nata nel 1929, portavoce delMade in Italy del lusso; Rajola, azienda leader nellaproduzione di gioielleria con pietre naturali; Bara-kà, con i suoi bracciali sportivi e high tech in cera-mica e motivi in oro e Giampiero Fiorini, dove l’arteorafa sposa fantasie irripetibili. Accanto ai gioielli, gli argenti e una ricca gammad’orologi, tra i quali si distinguono quelli marchiatiMühle Glashütte - azienda tedesca famosa ancheper la produzione di strumenti di misurazione nauti-ci - come l’orologio a carica manuale Teutonia, dal-la lunetta zigrinata e dai numeri arabi Breguet, chericorda nella forma classica del design il quadrantedel leggendario orologio da tasca Glashütte; o comel’originale cronografo automatico della collezioneTerranaut, che mette in primo piano il quadrantedei minuti rispetto a quello dedicato alle ore.

Negozio I gioielli di Rossana, via X Giornate

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I GIOIELLI DI ROSSANA

Quello delle perle, siano esse australiane, thailan-desi, giapponesi o perle di coltura cinesi o nere egrigie di Tahiti è un must de I gioielli di Rossana,il nuovo negozio di via Dieci Giornate, al civico79. Chi provenga dalla Loggia, passeggiando sottoi portici, deve fare poche decine di metri in più (ilnegozio I gioielli di Rossana, prima si trovava al nu-mero 15) verso Corso Zanardelli per incontrarlo, macerto non ne rimarrà deluso. Anche la citazione diVermeer non è casuale, Vermeer, pittore della luce,fu un artista straordinario, che trasformò le raffigu-razioni delle scene di genere, in sogno di realtà per-fette, attraverso una composizione essenziale densadi un’atmosfera calma e sospesa, attraverso un usosapiente del colore e della luce. Ecco, quella luce che il negozio I gioielli di Rossana,dona al Corso con il suo estendersi interno su duepiani, con relativo salottino soppalcato, che dominale vetrine d’ingresso. Un habitat perfetto che premiala lungimiranza e il gusto di Renata e del figlio Ales-sandro, che da tredici anni hanno eletto il centro sto-rico a luogo della loro attività di gioiellieri. Nel casodella signora Renata, di origine parmense e lo notidall’elegante eloquenza o dell’amore per la qualitàdella vita, la scelta di un negozio sotto i portici è ilfrutto di una svolta drammatica. Subite due rapinein quel di via Cremona (prima sede de I gioielli diRossana), Renata ha detto: “No, non ci sto”- ed èripartita da via X Giornate. Questo semplice gestoè indirettamente un messaggio di fiducia a quantihanno optato per il centro della città nel loro lavorodi commercianti. I gioielli di Rossana, accanto aiprodotti di manifattura disegnati dalla signora Re-nata, presenta gioielli marcati Recarlo, azienda va-lenzana che da quaranta anni si contraddistingue perla raffinatezza dei suoi manufatti e per la qualità deidiamanti selezionati e Visconti, storico brand di gio-ielli esclusivi. La gioielleria, lo si può notare dalle ve-trine, offre anche una vasta gamma di orologi disecondo polso dell’alta orologeria svizzera: orologidi eccelsa qualità, selezionati personalmente da Ales-sandro. Oltre agli inseparabili signori del tempo, altriaccessori moda, tra i quali una ricca collezione di ca-ratteristiche borse artigianali in pelle, dai manici or-nati da smalti: veri capolavori che nulla hanno dainvidiare alla maestria scultorea di chi realizza gioiellidi altre dimensioni. Per l’autunno-inverno, Rossanapromette altre chicche esclusive: accessori fashonche le “leonesse” bresciane, più attente all’esclusivitàdi quanto possa apparire, sapranno distinguere, ap-prezzare e privilegiare.

Johannes Vermeer (1632-1675) The Girl With The Pearl Earring (1665)

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BRESCIA, CENTRO D’ARTE

ken damy, 45 anni tra pittura, fotografiae mercato dell’arte

“Confesso che ho vissuto”- scriveva Pablo Neruda.Confesso che ho vissuto immerso nel mondo della fo-tografia e dell’arte, pare dire ken damy (nome d’arte,da scrivere tutto minuscolo). Infatti nella presentazione della sua ultima antologicascrive di sè: Marzo 1966, abbandono al secondo anno

l'istituto tecnico Castelli di Brescia e mi iscrivo all'Istitu-

to d'arte Gerolamo Savoldo, sezione serale... Trovo la-

voro in una zincografia e vengo notato da un grafico

bravo e in voga: l'amico Luciano Salodini, ancora oggi

attivo e presidente del museo ken damy. Dopo pochi

mesi di gavetta vengo assunto con la mansione di gra-

fico tuttofare. La fotografia era già presente, merito di

Giovanni, mio fratello maggiore di sei anni. Mi diplomo

con ottimi voti nel 1968 e, ironia della sorte, mi trovo

ad insegnare "decorazione pittorica" nello stesso istitu-

to. Con la presunzione dei 20 anni lascio lo studio di Sa-

lodini e apro nel 1969 il ken damy studio: design, foto-

grafia e grafica pubblicitaria. Studio che chiuderò nel

1991, un anno dopo l'apertura del museo ken damy.

Nel 1982 - 83 inizio la carriera accademica ad Urbino

come docente di fotografia, poi a Bologna, Venezia ed

infine a Brera fino all'anno della meritata pensione, nel

2007... Se 41 anni vi sembrano pochi... In mezzo i vari

collettivi fotografi, la galleria Diaframma Brescia, la

ken damy photogallery (Brescia, Urbino, Milano, Ro-

ma) due matrimoni e 4 figli (due grandi e due piccolis-

simi). Questa mostra nel grande spazio Contempora-

nea (ma non solo in questo spazio) vuole essere una

sincera riflessione su una vita dedicata all'estetica del-

l'arte visiva in tutte le sue "mie" desinenze; vita vissuta

e rivendicata con orgoglio.” “Queste memorie, o ricor-di, sono discontinue e a tratti si smarriscono perché co-sì appunto è la vita... La mia vita è una vita fatta di tuttele vite: le vite del poeta” - scrive sempre Neruda - nel-l’introduzione della sua opera.

Giuseppe Romano

ken damy - messa a nudo 2005

ken damy - foto di René De Carufel

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Dell’opera di ken damy, Giuliana Scimè, una delle piùautorevoli storiche e critiche della fotografia, scrive:“Non è raro che l’artista sia attratto ed indaghi differen-ti linee tematiche e cambi il proprio stile in accordo alleesigenze rappresentative. Il mutare degli interessi è incorrispondenza logica con l’evoluzione della personali-tà e con le esperienze che incidono, nella mente e nelcuore, solchi di variabile profondità. L’artista è eletto fra gli uomini, può segnare con ormeindelebili il proprio cammino e attraverso le orme im-presse leggiamo il passato ed il presente, scorgiamo ilfuturo che sono inevitabilmente anche in noi, coristitutti della medesima performance sociale.”Ken damy, alla fine degli anni sessanta, è un graficopubblicitario graffiante e nonostante la giovane età,tiene testa ai maestri bresciani della generazione pre-cedente: Borsoni, Butturini, Gerevini e Salodini. Avendo prima lavorato/imparato e poi collaborato conlui, posso tranquillamente affermare che possiede unacapacità nel tratto e nell’interpretazione davvero subli-me, anche se non gli ho mai perdonato la monotoniadel font Helvetica, sempre utilizzato nei suoi lavori. Nel tempo diventa un fotografo affermato, docente,critico e collezionista, ideatore e organizzatore dellaBiennale Internazionale di fotografia di Brescia (quan-do si dice della polivalenza...) e ora si definisce sempli-cemente: "Un fotografo che ospita, nel museo che diri-ge (il museo ken damy), altri artisti che ama". Puoi esprimere delle sensazioni, analizzare i percorsi divita di alcuni autori, rifarti alla storia della fotografia,ma se vuoi entrare in questo mondo - che per fortunanon vive più una sorte di separazione dal mondo del-l'arte, quella con la a maiuscola - devi avere un moder-no Aristotele (maestro di coloro che sanno) che sappiatrasportarti nella lettura delle immagini, dove le foto-grafie di documentazione, come l’icona del Che, del-l’amico scomparso Korda (Alberto Diaz Guitierrez), diBerengo Gardin, di Migliori o di Sebastiao Salgado, sisovrappongono e si mescolano con pari dignità, alla fo-tografia artistica di Saudek. Dove una stampa all’albu-mina di Fuhasawa può raggiungere quotazioni esorbi-tanti nelle grandi aste internazionali di Soteby's eChristie's, accanto alle opere dell'americana Joyce Ten-neson o del maestro italiano scomparso Mario Giaco-melli, tutto dentro al mondo dell'arte definito mixed-media. Meglio ancora se chi ti guida ha una personalitàspiccata e un po' egocentrica, scomoda e coerente-mente anticonformista e radicale, (mai comunista,neppure quando lo erano un po’ tutti) come quella diKen Damy. Le 580 mostre, personali e collettive, le 130pubblicazioni tra volumi, cataloghi e cartelle, realizzatidal "Museo Ken Damy di fotografia contemporanea"sono il frutto di una scommessa vinta.

ken damy - On the road - India

ken damy - Kmer portratis, Cambogia - silver print 2005

Korda (Alberto Diaz Guitierrez, 1928 -2001) fotografato da ken damy.Terrazzo della Fototeca Nazionale di Cuba (Plaza Vieja, La Habana) 1994

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IL MERCATO DELLA FOTOGRAFIAScorro le quotazioni di alcune opere dei grandi fotogra-fi scomparsi, quali: Ansel Adams (una sua opera puòarrivare a 150.000 euro) Rober Mapplethorpe (dai10.000 euro in su), dell'italiano Mario Giacomelli (unsuo vintage può valere 10.000 euro), Weston e Evans,per non parlare di un'opera vintage di Cartier Bresson,per citarne solo alcuni. "Certo - afferma ken damy - il collezionismo di fotogra-fie d'autore in Italia è ancora giovane e spesso chi com-pera è figlio di un collezionista di opere d'arte, ma nonper questo è un collezionista minore. È innegabile cheil più grande maestro della fotografia non raggiungeràmai le quotazioni di un grande pittore, ma un'operadell'ingegno non può più essere valutata esclusiva-mente per la sua unicità". Proprio di questo la fotogra-fia ha sofferto e di questo è pur consapevole, ma oggichi compera vuole essere certo dell'autenticità dell'im-magine, del numero di copie esistenti e dei formatidelle fotografie riprodotte. "Non vi è differenza - aggiunge ken damy - tra la foto-grafia di documentazione e quella artistica, se non nel-la committenza. In altre parole il fotografo d'arte espri-me esclusivamente il suo sentire, ma entrambe sonocertamente opere dell'ingegno". La sensazione è che ken damy dia un valore universalee rivoluzionario alla possibilità di diffusione dell'operad'arte e di conseguenza alla sua stessa riproducibilità.E proprio nell'editoriale in uno dei cataloghi di presen-tazione della Biennale (sulla quale l’assessore alla cul-tura Arcai, è tornato lo scorso anno a esprimere unconsenso fatto di sedi e non di contributi, che non cisono più) firmato dallo stesso ken damy, trovo la rispo-sta ad alcuni quesiti che mi ero posto: "...Visioni è il ti-tolo scelto. Visioni per visionari, per uomini che con ilmezzo fotografico hanno saputo interpretare la realtà,per trasformarla in opera autonoma, sia nella formache nel contenuto. Ma la forma da tempo, è divenutaper molti contenuto, al di là delle secche contraddizio-ni ideologiche".

Louis Gonzales Palma - Fetiche - silver print, dipinta a mano 2011 - collezione Serena Gallini - Biennale internazionale 2008, Santa Giulia Brescia

Jan Saudek- The Loneliness, 1977 - collezione privata.Courtesy ken damy.

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FOTOGRAFIA FINE ART NEL CENTRO

La Wave Photogallery, aperta a Bre-scia nel 2006, dal 2008 si è stabilitain via Trieste al civico 32/a. La galleria presenta opere incentra-te sulla fotografia contemporaneafine art, alle quali si accompagnanolavori di reportage fotografico. Particolare attenzione è dedicata al-le nuove tendenze giapponesi, conopere di: Hiromix, Maki Miyashita,Yurie Nagashima, Mika Ninagawa. Nonostante i pochi anni di vita, laWave Photogallery ha già all’attivol’esposizione d’importanti e affer-mati artisti, quali: Ansel Adams, Ro-mano Cagnoni, John Cohen, JamesWhitlow Delano, Franco Fontana,Gianni Berengo Gardin, Daniel Lee,Cheyco Leidmann, Santi Visalli, Ma-sao Yamamoto. In collaborazione con le più grandirealtà del fotogiornalismo interna-zionale (Associated Press, Reuters eNational Geographic) sono state

esposti fotoreportage di Dado Gal-dieri, Pilar Olivares e di Tomasz To-maszewski. Nella fotografia di mo-da, servizi di: Gio Barto, Enzo DalVerme, Sham Hinchey e MarziaMessina, Matthew Jordan Smith. La Wave Photogallery, organizzaconferenze e workshop fotografici ecollabora attivamente con ZoomMagazine, sia nelle scelte artistiche,sia nella redazione di cataloghi dimostra. Per il settore editoriale Wave Photo-gallery ha all’attivo la pubblicazionedi cataloghi e libri quali: Zoom on

China, Zoom on in out Japan, Anni

settanta di Renato Corsini (creatoree ideatore della galleria), Brescia

con le ali 1 e 2 di Giancarlo Mecarel-li, Icons di Santi Visalli, Mondo don-

na, donne nel mondo di LorenzoMerlo, Matrimoni Napoletani diFrancesco Cito, Silhouettes di Jona-than Luckhurst.

Wave PhotogalleryI giapponesi in via Trieste; alla Wave fotografia contemporanea fine art e fotogiornalismo dal mondo

Santi Visalli, Salvator Dalì

Franco Fontana , Los Angeles 1990

Takashi Kashiwagi

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Centro Stili di vita

Centro Stili di vita

3 - 23 Settembre

Beyond the Rainbowfotografie diMartin Reeves

Industriale fotografie di Alessandro Sicco

24 Settembre - 31 Ottobre

Full Beautyfotografie di Yossi Loloi

5 - 30 Novembre

Andy Warhol at the Factoryfotografie di Santi Visalli

Antonella Monzoni, 2001 - 2011fotografie

3 Dicembre 2011 5 Gennaio 2012

Betty Pagefotografie di Irving e Paula Klaw a cura di Maurizio Rebuzzini

Dita vintagefotografie Peter W. Czernich

Calendario mostre

Alla Wave Photogallery opere di:Howard Christopherson, Francesco Cito, Richard Bryan Dadre,John Delaney, Franco Donaggio,Maurizio Frullani, Joy Goldkind,Takashi Kashiwagi, Dita Kubin, Cheyco Leidmann, Isabel Lima,Maurizio Marcato, Giancarlo Mecarelli, Laurent Monlau,Yokosuka Noriaki, Elizabeth Opalenik,Gianni Pezzani, Giuliano Radici,Martin Reeves, Paul Salambier,Gianfranco Salis, David Saxe, Shintaro Shiratori, Alex Ten Napel,Miao Xiaochun, Marc Yankus.

Cheyco Leidmann, VN 4

Romano Cagnoni-Hmzat 30 anni - Grozny 1995

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Centro Stili di vita

Centro Stili di vita

OSPITALITÀ BRESCIANA NEL CENTRO

La Grotta, antica osteriain vicolo del PrezzemoloIntere generazioni di brescianihanno percorso quel breve trattodi vicolo che da corso Cavour(piazzetta S. Alessandro) andavaa sbattere inevitabilmente allaporta della Grotta, allora gestitada Franco Bettoni, dalla moglie edall’indimenticabile mamma Ma-ria. Negli anni 60-70 era una sor-ta di rifugio fatto di chiacchiere,fumo e bicchieri di vino; qualchevolto amico lo trovavi sempre,fosse l’avvocato e il magistrato

del vicino tribunale, l’artista cheandava per la maggiore (pittore,fotografo, scrittore, regista, nonfaceva differenza), il medico, l’ar-chitetto e il giornalista. Alzi la mano chi non ha flirtato o“filtrato” sulle panche nere dellaGrotta. C’è chi vi ha girato pureun film in bianco e nero e chi neha progettato le scene di uno piùimpegnativo, a colori... La Grottaè stata per anni l’ombellico delmondo, rifugio della città operai-

sta, ma anche di quella imprendi-trice, entrambe radical chic allabresciana. Tutte cose che gli attuali proprie-tari, Duina, Giacomelli e Plebani,conoscevano bene, il giorno chehanno deciso di rilevare il localedi Bettoni, che allo scadere delsecondo millenio stava perdendoappeal. Silvano Duina, una lunga espe-rienza di commerciante di bevan-de alle spalle (la Sagea prima e la

Giangabriele Cattaneo - foto Alberto Romano

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Centro Stili di vita

Centro Stili di vita

Dkw poi), pioniere con altri del rilancio della Wü-hrer nel 1989, ideatore di una decina di pub origi-nali irlandesi in Brescia, provincia e territori limitro-fi, cerca un locale storico nel cuore della città e:“Ho scelto la Grotta”- che sarà riaperta il 17 mar-zo 2002, dopo un anno di lavori di restauro.Il locale, magistralmente diretto da Luigi Giacomel-li, ha mantenuto intatto il suo fascino, di anticaosteria (e il termine non suoni ingeneroso), capaceoggi di garantire novanta coperti, nelle due sale in-terne e negli spazi esterni, posti nel vicolo e in unpiacevole cortiletto riportato in vita dalla ristruttura-zione. Se è lapalissiano che un ristorante ha succes-so se in cucina c’è un grande chef, non va dimenti-cata la caratterizzazione del suo ambiente el’atmosfera creata dall’architettura dei suoi interni.Nella prima sala della Grotta, dalle volte in pietra aipavimenti, dai tavoli alle sedie, tutto è come primae solo il vecchio banco decorato su fondo ebano èstato spostato. Le scene affrescate sulle pareti dellaseconda sala fanno un po’ locale trasteverino “denoantri”, ma sono state riequilibrate da un incante-vole lungo banco con top di marmo bianco, riattatocon gusto e intelligenza dai nuovi proprietari. La cucina, aperta sino a tarda notte, supera allagrande la tradizione del passato. Nel ricco menù,tra i primi piatti troviamo: casoncelli, papardelle alsalmì di lepre e trippa. Nei secondi: vari tipi di arrosto (punta al forno, fa-raona ripiena, anatra e coniglio); costata e fiandradi cavallo, filetto di manzo e nodino. E la domenica,capretto arrosto con patate saltate e carrello com-pleto dei lessi. Se invece la ricerca è quella di unospuntino frugale, ricca è la scelta degli affettati, conun’ ottima varietà di prosciutti (dal Parma naziona-le, all’iberico Pata Negra e al Praga, quello vero). Ilvino della casa: un Lugana, bianco e rosso. La cantina, edificata sopra il vaso di quello che fu ilMolin del Brolo (se avete occasione di vistarla vi ri-troverete alcuni vecchi tavoli neri con tanto di graf-fitti - siamo stati tutti writers - del tempo e forse ri-conoscerete la vostra dichiarazione di fervidoamore fatta alla “gnara” che fu) offre tutto ciò cheandrebbe offerto. Dalle bollicine di Franciacorta, ai rossi piemontesi etoscani; Barbaresco Gaja e Sassicaia Tenuta SanGuido, compresi. Dal Dom Ruinart millesimè ai vinida meditazione. È solo un problema di budget, masi sa che la salute non ha prezzo e per il resto c’è...La pubblicizzata carta di credito.A forma di conclusione: una chiocciola Slow Foode due gamberi sul Gambero rosso, la Grotta se li èampiamente meritati!

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10/9 Mostra Zarema arte Corso Palestro

10/9 ore 20 Quartiere in festa (tombola di fine estate) Maracanà Viale Piave Ass. Noi per voi

10-21/9 Biennale internazionale arte contemporanea Piccolo Miglio (Castello) Art Brescia

10-21/9 Biennale internazionale arte contemporanea Ambiente Parco Art Brescia

11/9 ore 10-18 La giostra di Brescia Piazza Loggia Master -Argetta

11/9 Mostra sulla strada del Moretto A. Benedetti Michelangeli Artestrasse

16/9 ore 21 Concerto banda cittadina Loggia e Broletto Filarmonica I.Capitanio

17/9 ore 9,30 Brescia Trento, andata e ritorno - 50° anniversario

posa locomotiva Spettacolo col mago Mike Castello Brixia Old Mobility

17/9 ore 14 Brescia Trento, andata e ritorno -

partenza auto storiche Piazza Vittoria Brixia Old Mobility

17/9 ore 20 Quartiere in festa: grigliata di fine estate Zona scuole viale Piave Noi per voi

18/9 Con partenza da Brescia alle ore 8,30 Gita a Mantova Risi & Risotti CTS

18/9 ore 17 Orchestra a plettro Mauro e Claudio Terroni

Concerto dei due castelli con

l’orchestra giapponese di Sendai Auditorium San Barnaba M. e C. Terroni

23/9 ore 21 Concerto banda cittadina Loggia Filarmonica Isidoro Capitanio

24/9 - 5/10 Biennale internazionale arte contemporanea Piccolo Miglio (Castello) Art Brescia

24/9 -5/10 Biennale internazionale arte contemporanea Ambiente Parco Art Brescia

24/9 ore 21 Concerto per chitarra e voce “Una chitarra

all’opera” - Canta Paola Moroni,

suona Giulio Tampalini Chiesa di S. Cristo Accademia d. chitarra

24-25/9 Quartiere in festa - Piave fest Zona scuole viale Piave Ass. Noi per voi

Comune di BresciaSettore Partecipazione e Decentramento - Circoscrizione Centro

Via Elia Capriolo n. 17/d – 25122 Brescia (BS) Tel. 030/3756354 – 030/8377000 Fax 030/3772565www.comune.brescia.it/CircoscrizioneCentro E-mail: [email protected]

Fine estate 2011

alla Centro

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Centro Stili di vita

Centro Stili di vita

OSPITALITÀ BRESCIANA NEL CENTRO

Al Frate, piatti bestseller e insegne d’antanGiangabriele Cattaneo - foto Alberto Romano

A pochi passi da Porta Bruciata ed’angolo con Piazzetta Tito Spe-ri, dove la strada s’inerpica versoil Cidneo, si trova uno dei risto-ranti più antichi e rinomati delcentro storico: Al Frate. Il ristorante vanta una lunga tradi-zione di osteria che si perde nellanotte dei tempi. La conferma indiretta della suaesistenza la si può ritrovare in unadelle tante lapidi che s’affaccianosu contrada Sant’Urbano a ricor-do delle eroiche Dieci Giornateche in questa zona ebbero il lorotragico epilogo. Tra i le personetrucidate per rappresaglia dagliaustriaci di Haynau, il 1° Aprile

1849, vengono citati: AlbertoGherber; Alberto e Bortolo Pero-ni, rispettivamente garzone e ostidel Frate. Ai tempi nostri e siamo alla finedegli anni Sessanta, l’antica oste-ria fu meta di intere compagniechiassose alla ricerca di un buonpiatto di affettati, fagioli con le ci-polle, insalata di nervetti e pepe-roncini verdi, inaffiati da un buonvino, che veniva travasato inbrocche di ceramica pittata. Nellegiornate migliori ci scappava an-che una canzone di Battisti, Guc-cini o De Andrè, quando ancoraandava di moda il Banco o la Pre-miata Forneria Marconi e far po-

litica era una cosa di cuore. Bando alle ciance e come dicevaTotò: “A proposito di politica cisarebbe qualche cosarellina damangiare?” E allora via con gli affettati, dasempre vanto del Frate, che oggisi traducono in: Parma ventiquat-tro mesi, lardo d’Arnad, culatellodi Zibello, jamon iberico de Bello-ta... Nel 1987 Jeanbaptiste Zane(Jean non è un nome d’arte, mafrutto della sua origine parigina)prende in gestione il locale, rettoper 60 anni dalla famiglia Balduz-zi. Accanto a Jean il fratello Fran-cesco (lo chef) e Mino, figura sto-rica del Frate.

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Centro Stili di vita

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La tradizione è garantita e il loca-le fa un salto di qualità nella cuci-na con i suoi “Piatti bestseller”,come ama definirli Jean. Steak tartare alla moda di Mino,osso buco in granolada con zaffe-rano, tagliatelle con sarde al bec-cafico, zuppa di cipolle e bracioladi maiale alla milanese, non sonoprodotti che seguono la moda equindi sono presto destinati a di-ventare un classico della casa (e ineffetti lo sono già).Ai vini della casa, un Lugana Doce un rosso Groppello 2005, si ac-compagna una lista di circa 300vini. Dai Franciacorta allo Cham-pagne (Lamandier Bernier, Bol-linger e Dom Perignon) fino airossi, attraversando tutte le regio-ni del Bel Paese. Il ristorante(chiuso il lunedì) conta su 140 co-perti, distribuiti tra le sale interne(quattro se contiamo le salette di-stribuite all’ingresso e quelle leg-germente rialzate rispetto al livel-

lo della sala più grande) e i tavoli-ni all’aperto che, nella stagioneestiva, danno su via dei Musei. Je-an, che ha trasformato il locale inun museo open space della suapassione di collezionista di vec-chie targhe pubblicitarie: “Unpiccolo museo della pubblicità,a partire dal 1910” si dice otti-mista sull’andamento della stagio-ne: “In Aprile, Maggio e Giu-gno, grazie anche alla clemenzadel tempo, abbiamo lavoratobene e nonostante i venti di cri-si sono tornate le aziende...”L’imponente bancone, da sem-pre posto di fronte alla porta d’in-gresso, domina la scena (così,quando chiedi il conto tra l’impor-tanza del bancone e la stazzadell’oste, non ti azzardi a doman-dare un prezzo di favore...) ma lavere quinte scenografiche sonodate dalle antiche insegne pubbli-citarie, originali dell’epoca (dipin-te e smaltate su lamiera), acqui-

state nei mercatini francesi: “Pri-ma che arrivasse l’Euro - sostie-ne Jean - poi i prezzi sono diven-tati proibitivi e di pezzi buoni sene trovano sempre meno”. Alcune risalgono ai primi del No-vecento, come quelle che pubbli-cizzano i marchi Wührer e Ferrol,o la “Enrico Serafino, casa fonda-ta nel 1878”. Una delle più rare(datata 1950) è del Cognac Mar-tell con il claim “En vente ici” eun’altra rarità (il sottile spessoredel supporto ha reso difficile lasua conservazione nel tempo) èquella dedicata ai dadi per brodoMaggi. Curiosa la targa “Thè dela societè - Wanilli Perloff et Fils -Paris”, stampata a Mosca primadella rivoluzione del ‘17. In stilefuturista: “Itala Pilsen, birra supe-riore” (realizzata tra il 1910 e il1920). Per finire un’insegna tuttabresciana: “Società CooperativaTriumplina/ Casa del Popolo/Sede sociale”, dei primi del ‘900.

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Centro Stili di vita

Le cravatte di Mino, Re della tartare Al Frate

Oscar Wilde, nella sua opera L'importanza di chiamarsi

Ernesto, scrive: "Una cravatta bene annodata è il primo

passo serio nella vita." Quello di annodarsi la cravatta

è un gesto quotidiano (oramai di pochi) che assume un

significato che si perde nella notte dei tempi.

Nell'iconografia simbolica il nodo rappresenta l'unio-

ne, il matrimonio, la fertilità e quindi la vita. "Un sacro

nodo da domani ci unirà", dice Léonor ad Ariste ne La

scuola delle mogli di Molière.

L’origine del nome cravatta deriva dal francese cravate

(mutuato dal croato hrvat) e infatti agli inizi del XVII se-

colo i francesi adottarono questo fazzoletto, copiando

a loro volta l'idea, da quello indossato dai mercenari

croati durante la guerra dei Trent'anni.

Di tutto questo a Mino, vero maestro di sala del risto-rante Al Frate: “Cameriere e non traghettatore di piat-

ti” - come lui stesso si definisce, a onta di chi non sa fa-re questo antico mestiere - poco importa. Lui lecravatte le ha sempre collezionate per quel sottile pia-cere edonistico, a volte ignoto, che contraddistingue iveri collezionisti. Mino, colonna del Frate da quandoJeanbaptiste iniziò la nuova gestione (1987), a tredicianni già faceva la professione di cameriere, emigrato interra belga e la sua maestria nel preparare la migliortartare della città trae origine da quella terra di emi-granti: “Chi si siede a tavola va interpretato, consigliato

e guidato e non basta porgergli la carta del menù,

aspettando la comanda”. Ora però che tutti conoscono la sua passione (amici eclienti, o per meglio dire clienti-amici) nei loro viaggi siricordano delle cravatte di Mino e così la sua collezionesi arricchisce: “Sono più di mille, colorate e stravaganti;

non mi sono mai piaciute le Regimental”. Modelli dicravatte eccentriche dunque, come quelle in piume diuccello di un villaggio Navajo o in legno, provenienteda Kathmandu o di cioccolato, bizzaria di qualche notomaitre chocolatier. Lontano dalla seta tradizionale, an-che quelle di gemme e di corallo alternato a murrine,quasi fosse una vecchia collana dell’isola senegalese diGorée. Una chicca? La cravatta indossata da AntonioIvorio nel film Ginger e Fred dell’indimenticabile Fede-rico Fellini, scelta dallo stesso maestro, che un giornoaffermò: "Fare il regista per me non è mai stato un la-

voro. Si è trattato piuttosto di proseguire un'esistenza

portata a divertirsi come quando da bambino giocavo

al teatrino dei burattini, pasticciando coi colori, le for-

bici, le stoffe e truccandomi". Che stia in questo trave-stimento giocoso il segreto dell’annodarsi la cravatta,gentile compagna per un giorno?

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SUCCEDE IN CENTRO

PRESENTAZIONE DI BRESCIA CENTRO STILI DI VITA DA BUONISSIMO -. Presentazione del numero uno della nostrarivista da Buonissimo in corso Mameli, 23. Folta la partecipazione dei commercianti aderenti al Consorzio Bresciacentro che hanno potuto aprezzare, oltre alla carta patinata di Stili di vita, i prodotti del “club del gusto” ristorante edenoteca inserito nel nuovo e unico total food del centro storico. LA MILLE MIGLIA E LA NOTTE BIANCA. - La fantasticamadrina della corsa più bella del mondo Madalina Ghenea, e il venditore di ostriche, il concerto di Anna Tatangelo e gli

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artisti di strada. L’APERITIVO DI CORSO PALESTRO - Happy hour con dj, in corso Palestro. Grazie a un’idea e allapromozione di nove esercizi commerciali (Bettina, Benetton 012, Saint Tropez, Punto ottico, Stoppini, Fred Mello,Dodo, Tezenis e Tally Weijl) e al sostegno di Bersi Serlini, Qi Dj-Set clubbing, Aeffe design e Lanzani bottega & bistrot.Modelle e tanta bella gente. CORSO ZANARDELLI IN FIORE -. La città si anima e vive, tutto all’insegna dell’armonia...(foto Alberto Romano )

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Commercio nel centro storico:lo stato dell’arte

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Centro Stili di vita

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Commercio nel centro storico:lo stato dell’arte

Devo confessare che, quando gliamici del Consorzio Brescia Cen-tro e della rivista Stili di vita, mihanno chiesto di realizzare unanota per commentare i risultati diquesti primi tre anni di gestionedella città da parte della giuntaParoli, non ho nascosto le mieperplessità.La ragione è presto detta: riuscirecon sufficiente precisione e con ladovuta obiettività ad esprimereun giudizio su quanto realizzatodall’attuale maggioranza sui temid’interesse per le categorie delcommercio, del turismo e dei ser-vizi, non è certo cosa facile e

scontata. Come pure abbando-narsi a semplificazioni che, alla fi-ne, otterrebbero il risultato di lo-dare qualcuno o , peggio ancora,denigrare altri, non è uno sport acui sono particolarmente affezio-nato. Per questo ho deciso diprendere come riferimento alcuniargomenti di particolare rilievo e,su questi, condividere con i lettorile mie riflessioni che, mi auguro,possano efficacemente rappre-sentare il mio punto di vista o,meglio ancora, l’opinione dellaConfesercenti.Il punto di partenza non può nonessere la lunga e faticosa azione

“sindacale” condotta da Confe-sercenti, in opposizione alle scel-te della precedente giunta Corsi-ni. L’oggetto del contendere eracostituito dalla decisione di proce-dere alla blindatura del centro sto-rico con l’istallazione del vigileelettronico in concomitanza conl’apertura dei cantieri della metro-politana, con il risultato di creareuna situazione di difficile pratica-bilità del centro stesso da partedei cittadini che, da sempre, loconsideravano (e lo considerano)il luogo ideale per fare lo shop-ping, per vivere importanti e nonsurrogabili momenti di socializza-

Nelle valutazioni del Direttore generale della Confesercenti, Alessio merigo, gli impegni presi odisdetti dalla giunta Paroli, a tre anni del suo insediamento. Siamo solo agli inizi...

IL PUNTO E I PUNTINI

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Centro Stili di vita

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zione e combattere il degrado che, giorno dopogiorno, si stava localizzando in alcuni luoghi situatientro le mura venete. Tutto ciò mentre alle porte della città venivano rea-lizzati centri commerciali di varia grandezza e di no-tevole attrattività (come l’outlet di Franciacorta) eaddirittura , a ridosso del centro cittadino si davacorpo alla “brillante” idea di recuperare un ‘area di-smessa ed edificare un autentico mostro commer-ciale come il “Freccia Rossa”.Le nostre richieste , più volte ribadite negli incontricon gli amministratori, partivano da una sostanzialeaccettazione del percorso di progressiva pedonaliz-zazione di alcune aree, a condizione che venisse at-tuato al termine dei lavori della metropolitana econtestualmente alla realizzazione di adeguate zonedi parcheggio a ridosso del centro.La risposta ai quesiti posti dalla Confesercenti e allecostanti iniziative di sollecitazione da parte dei com-mercianti (fino a sfociare in una serrata dei negoziche non aveva precedenti nella storia della nostracittà), fu l’inasprimento delle ztl, la chiusura di interevie commerciali a seguito dei cantieri del metrobus, lo spostamento di linee di autobus e il conseguentecongestionamento veicolare delle poche arterie dipercorrenza rimaste praticabili.Ecco. Partiamo da queste premesse per valutare sela giunta Paroli sia riuscita o meno a modificare unasituazione che si stava coniugando con una delle piùpesanti crisi dei consumi mai verificatesi dal dopo-guerra ad oggi.Il primo atto è stato l’accoglimento della nostra ri-chiesta di apertura della ztl per fasce orarie ben de-finite e la conseguente rottura di una logica di isola-mento del centro che non avrebbe lasciato scampoalle nostre imprese. Successivamente va registratal’azione capillare gestita sulle singole vie e corsi ( S.Agata, Martiri della Libertà,Cavour, Palestro etc)

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Centro Stili di vita

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che, negli anni precedenti, erano stati interessati dafenomeni di perdita della loro identità commerciale.Un lavoro, interessante e apprezzato dagli operato-ri, sull’arredo urbano, e sulla sistemazione di zone didegrado che, seppur positivamente iniziato, ora ne-cessita di una rapida conclusione.Inoltre , la previsione della chiusura, entro la prima-vera del 2012, dei cantieri Vittoria e Battisti relativialle stazioni del metrobus, il recupero del primo pia-no del parcheggio di piazza Vittoria (in passato maiutilizzato) e la realizzazione entro il 2013 del grandeparcheggio sotto il Castello con accesso al cuore delcentro storico, potrebbero rappresentare la positivaconcretizzazione di un percorso condiviso che pre-lude alla pedonalizzazione di alcune piazze e di altrisiti. Con la realizzazione di importanti eventi di va-lorizzazione di vie e piazze, piuttosto che di settorimerceologici (ristorazione e moda per citarne alcu-ni) connessi con l’attuazione del progetto D.U.C.(distretti urbani del commercio), o ancora grazie allapositiva esperienza delle notti bianche, il centro sto-rico ha conosciuto una nuova fase di alta frequenta-zione da parte dei cittadini e dei visitatori.Tuttavia se qualcuno nella giunta Paroli pensa che illavoro sia di fatto compiuto, con la semplice attua-zione di alcuni dettagli di rifinitura, sappia che stacompiendo un grande errore di valutazione e di ec-cesso di autostima.Per quanto ci riguarda il lavoro è solo iniziato e gliinterventi da realizzare per ridare competitività, vivi-bilità e prospettive al centro che contiene due siti“patrimonio dell’umanità”, non sono pochi né pocoimportanti. La crisi continua a mordere mettendo adura prova la resistenza delle nostre imprese. Il cen-tro storico non è ancora così accogliente come tuttilo stiamo immaginando. Mancano i cinema, l’attività teatrale è ancora pocovalorizzata, i momenti di socializzazione e di incon-tro troppo episodici e non strutturati. L’illuminazione delle vie della città è un tema chedovrebbe essere esaminato e risolto al più presto.Come pure la pulizia e il decoro di alcune zone doveil rischio di degrado definitivo e irreversibile è moltoalto. Infine una garbata sollecitazione al sindacoAdriano Paroli. Se da un lato apprezziamo gli sforziche sta compiendo per accogliere le nostre richie-ste, dall’altro non sfugge ad alcuno gli eccessi diprotagonismo di alcuni suoi assessori che talvoltatrasferiscono la sensazione di una continua e noiosacampagna elettorale personale, piuttosto che la vo-lontà reale di fare del bene alla nostra città.

Alessio Merigo

courtesy “Cremeria gelateria LaPecora Nera”

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Parola di sindaco: “Brescia può essere una grande città”

FATTI E MISFATTI

Sili di vita a colloquio con il sindaco della città Adriano Paroli. Gli obbiettivi perseguiti, il centro storico, salotto dei bresciani e il commercio. La Brescia universitaria e dello sport. Il patto di quartiere. Il valore dei risultati

GOVERNO

“Brescia non è una città grande, ma puòessere una grande città”. In questa afferma-zione c’è tutto l’ottimismo di Adriano Paroli, sinda-co di Brescia dal 2008. Paroli, uno splendido cinquantenne (parafrasandoun noto regista), avvocato, laureato a pieni votiall’Università degli studi di Milano, viene eletto inconsiglio comunale nel 1991 nelle file della Demo-crazia Cristiana; assessore all’urbanistica sino al‘94, nel 1996 sarà l’unico deputato del Polo dellaLibertà eletto in provincia di Brescia. Poi è una tra-fila di successo: rieletto nella stessa lista, alla Came-ra nel 2001, nel 2006 e nel 2008.Ottimismo e “rifiuto della critica depressiva”- come la definisce lo stesso Paroli - che nascono daun sentirsi leader di una squadra “di gente appas-sionata alla città di Brescia”, concetto pronta-mente allargato a tutto il consiglio comunale, tantoda sottendere che, nonostante il momento di diffi-coltà: “Mai abbiamo rinunciato a lavoraresu tutto ciò che poteva riguardare la cittàe i cittadini”. Ottimismo e una certezza da galan-tuomo, come si diceva un tempo: “L’avere man-tenuto la parola data al momento dellamia elezione a sindaco” e certezza politica chela coalizione che tuttora lo sostiene si ripeterà:“Senza defezione alcuna, anzi certamentecon un ampliamento di consensi e un al-largamento della maggioranza”. E il proliferare di liste civiche di cui si parla? “Nulladi nuovo: non vedo nuovi soggetti sullascena politica”. Sostiene Paroli: “Un déjà vudelle ultime amministrative”. Nello stato di attuazione delle linee programmati-che della giunta “Dalla carta dei valori al valore deirisultati” il centro storico, definito salotto dei bre-sciani, è uno dei punti centrali dell’amministrazionee del sindaco Paroli, che ne rivendica l’inversione di

tendenza rispetto al passato. “Dalla precedente Amministrazione, ab-biamo ereditato un centro storico - esordi-sce Paroli - privo d’iniziative, chiuso e ab-bandonato a se stesso. Il nostro impegnoè stato quello di renderlo vivibile e per-meabile e gli attuali interventi di pedona-lizzazione graduale non sono in controten-denza (come qualcuno vorrebbe farcredere) bensì sono la logica conseguenzadel nostro programma. In altre parole abbiamo lavorato sulla sua rivita-lizzazione, grazie anche alla collaborazione co-struttiva di quei soggetti pubblici e privati che

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Le virtù civili: sapienza, coraggio, giustizia, temperanza Concordia, convivenza Le attività economiche Il commercio e il mercato

Effetti del Buon Governo, Ambrogio Lorenzetti, 1337-1340, Siena

hanno condiviso e sostenuto il nostro programma(quali: il Consorzio Brescia Centro e i partnersdel DUC), grazie alla costituzione della societàper azioni, con socio unico, Brixia Sviluppo e allariqualificazione di alcune vie, come corso Mame-li, alla quale altre seguiranno”.Qui l’accenno di Paroli è a via San Faustino che piùdi altre ha subito un profondo rimescolamento di usie costumi, per non dire dell’offerta commerciale eche avrebbe bisogno di nuove presenze imprendito-riali, tali da sovvertirne la tendenza...“Nell’ottica di un riposizionamento del centrostorico, come cuore della città e della sua storia ecultura, si colloca lo stesso progetto di uno spa-zio in Largo Formentone, a supporto dellesedi universitarie e non ultimo, il progettodi un collegamento internet wireless. Dopo l’iniziale opera di contrasto all’abusivismoambulante (chi ora ci critica per il progetto di pe-donalizzazione graduale, dimentica che nono-stante le ZTL, l’unica parte pedonalizzata era untratto di Corso Palestro, diventato crocevia stra-tegico di attività illegali), stiamo operando per in-centivare quelle imprese commerciali che per ca-ratteristiche qualitative e merceologiche possonovalorizzare il nostro patrimonio locale. Come del resto sosteniamo quelle attività com-merciali storicamente presenti, valore aggiunto ailuoghi di pregio della città. A chi ci rimprovera -prosegue Paroli - di rimanere insensibili al riutiliz-

zo del patrimonio immobiliare pubblico della cit-tà, posso dire che il recupero delle ex caser-me Randaccio (progetto di un campus uni-versitario) e della Ottaviani (ufficiPrefettura, oltre a residenze e terziario)sono tanta roba. Pensare a palazzo Avogadro(per il quale è stato lanciato un appello al Mini-stro dell’Economia) anzichè a nuove strutture? Lacosa non può essere posta in contrapposizionecon la struttura di Largo Formentone: perquest’opera investiremo un milione di euro, men-tre mettere mano a palazzo Avogadro vorrebbedire attivare un investimento di dieci milioni dieuro”. Adriano Paroli, troppo navigato e consape-vole per non avere quel pizzico di pessimismo del-l’intelligenza, una delle virtù della buona politica, èprofondamente convinto che: “Brescia sia ripar-tita e guardi avanti”. L’impressione è che ciònon sia solo il frutto dell’ottimismo della volontà eche il sindaco, abbia qualche asso nella manica...Brescia ha le carte in regola - secondo il suo primocittadino - per riprendersi quel ruolo di competitivi-tà, con altre aree urbane, che storicamente le ap-partiene. Expo 2015? “Non mi pare che altre areestiano brillando per progettualità, il ritardo è ge-neralizzato - sostiene Paroli - il ruolo del nostroterritorio potrebbe essere quello di polo agro-ali-mentare e su questo stiamo lavorando”Gli elementi indicativi individuati da Paroli, diventa-no strategie di programma e nello stato di attuazio-

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ne delle linee programmatiche, a proposito dellaA2a, si può leggere: “In ambito aziendale il ruolo diBrescia deve avvenire adeguatamente salvaguarda-to: i valori e la cultura dell’ ASM devono trovare ri-scontro negli obbiettivi della società e la città devecontinuare a essere sede di momenti decisionali”.Se per le società partecipate l’obbiettivo è dunquequello di difendere la brescianità, gli altri elementiindicativi enumerati da Paroli (oltre al campus uni-versitario, il nuovo parcheggio sotto la galleria TitoSperi, ecc) sono: “La realizzazione del Parcodello sport, un complesso di strutture di carat-tere sportivo, in una soluzione urbanistica condi-visa, con il coinvolgimento di privati, da realizzar-si nell’attuale zona cave a sud-est della città Il progetto della nuova sede degli uffici co-munali, presso l’area degli ex Magazzini genera-li in via Dalmazia e la loro razionalizzazione, chedovrà essere accompagnata da un potenziamentodei servizi decentrati ai cittadini, come l’anagra-fe”. A questo proposito Paroli ricorda che già partedegli uffici (quelli in Piazza della Repubblica, nell’expalazzo della Camera del Lavoro e quelli di via Mar-coni, per esempio) sono fuori dal perimetro dellemura venete e che pertanto il decentramento nonandrà a incidere negativamente sulla propugnata ri-vitalizzazione del centro. Non secondari gli altri ob-biettivi della giunta Paroli, da qui al 2013, quali: ilcosidetto Contratto di quartiere, che prevede iltrasferimento degli inquilini della torre Tintoretto di

San Polo in alloggi di nuova ristrutturazione ecc. e ilPiano di alienazione di immobili per favorirel’acquisto agli inquilini Erp con redditi mediobassi. Anche se il tutto andrà comunque letto nelnuovo Pgt (Piano di governo del territorio e l’appro-vazione è prevista per 2012), Brescia dovrà “asse-condare una vocazione naturale (forse un tempoimpensabile) di città degli studi o universitaria”,ma non potrà prescindere dai profondi cambia-menti demografici che tanto hanno inciso (in positi-vo o in negativo) sullo stesso assetto urbano, oltre-che su quello sociale ed economico. Il sindaco Paroli è ben conscio della necessità di pro-durre una cultura e una politica che guardi a un:“Divenire di una Brescia multirazziale an-corata ai suoi valori di città accogliente,tollerante e responsabile”.Riavvolgiamo il nastro di questi tre anni di governodella città e chiediamo a Adriano Paroli se il murocontro muro con l’opposizione è tuttora una praticadella politica locale. La risposta e non appaia scon-tata, suona come un “sì, ma non per mia responsa-bilità”... A questo punto viene spontanea un’ultimadomanda: Adriano Paroli si ricandiderà a sindaco diBrescia? La risposta è perentoria: “Sì e non voglioessere ne presuntuoso, ne falsamente modesto.Se la coalizione di governo che mi ha sostenuto eche sicuramente verrà riproposta, apprezzerà ilmio impegno, il lavoro svolto e la parola data aglielettori, mi ricandiderò a sindaco della città”.

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Centro Stili di vita

Centro Stili di vita

Il sogno? Una Brescia ambiziosa e metropolitana

FATTI E MISFATTI

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Brescia Centro - Sili di vita a colloquio con Emilio Del Bono

OPPOSIZIONE

Emilio del Bono, 45 anni, una laurea in Giurispru-denza alla Statale di Milano, un passato nel movimen-to della cooperazione cattolica e tra i soci sostenitoridella Cooperativa Cattolica Democratica di Cultura, èstato l’ultimo segretario provinciale della DemocraziaCristiana e il primo segretario del PPI. Già consiglierecomunale negli anni ‘90 e poi parlamentare elettonelle liste dell’Ulivo (in Parlamento dal 1996 al 2008)alle ultime elezioni amministrative entra in Consigliocomunale come candidato sindaco del Partito Demo-cratico. Fosse di moda il “governo ombra”, formulabritannica utilizzata da Achille Ochetto nel lontano1989 e nel caso si ribaltasse la situazione politica lo-cale, Emilio del Bono sarebbe il naturale primo citta-dino di Brescia. Se gli elettori bocciarono (tre anni or-sono) la sua coalizione ora è lui, in attesa del prossimoverdetto, a bocciare (senza se e senza ma) l’ope-rato della giunta Paroli. La bocciatura è senz’appello e viene innanzi-tutto dalla valutazione degli investimenti, che“testimoniano un’incapacità progettuale erealizzativa del governo della città”. I numeri dicono che a fronte di una spesa impegna-ta di 33,4 milioni (56,1 nel 2009) sono stati appro-vati progetti esecutivi per 12,1 milioni (15,7 l’annoprima), e sono state realizzate opere per soli 18 mi-la euro. E quando si sostiene che le grandi opere ver-ranno fatte fuori bilancio, del Bono replica: «A tre an-ni dall’insediamento, non ne abbiamo vistaneanche mezza». In altre parole, secondo Del Bono,il conto della giunta di centro-destra “dà unsaldo negativo”, per alcuni versi inaspettato.Al di là della risultanza dei numeri, il capogruppo delPD parte da lontano. La sua riflessione lungimirantecolloca idealmente Brescia al centro di una vasta areametropolitana. Ciò vuol dire attuare la pianificazionedelle infrastrutture, quella dei servizi e la politica delle

alleanze di sistema, in modo profondamente diverso:“Concepire Brescia come città metropolita-na è innanzitutto - secondo Del Bono - un balzoculturale, contro la passiva accettazionedell’attuale declino.”A tale proposito, Del Bono sottolinea la lungimiranzadella politica di un tempo e il riferimento non può cheandare ai cattolici democratici, quando la preoccupa-zione della politica era disegnare un futuro alle nuovegenerazioni e non solo affrontare l’emergenza delquotidiano. Questo ci porta indietro negli anni, a que-gli uomini e a quelle stagioni dove i margini di crescita- cosa oggi improponibile - erano straordinari, ma do-ve la qualità della politica e dei suoi interpreti erano diben altra pasta.

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Ci riporta a quanto è successo nella storia della so-cietà bresciana, nella seconda metà del novecento,dove un grande interprete del cattolicesimo demo-cratico, Bruno Boni capì, interpretò e accompagnò,la ricostruzione e lo sviluppo post bellico, indicandoal pubblico impegno, attraverso il Comune el'Azienda dei servizi municipalizzati, interventi ener-getici, strutturali e infrastrutturali, preceduti e ac-compagnati da una significativa progettualità. L’auspicio di Del Bono è quello di: “una Bresciaambiziosa” frutto di scelte politiche che sappianoancora far sognare chi le attua e chi ne subisce leconseguenze. Insomma tutto il contrario della:“mancanza di una linea strategica sullosviluppo della città, che contraddistinguequesta giunta ”. L’impressione è - secondo del Bono - che di frontealla crisi dellle classi dirigenti, intese nel senso piùampio, ci si stia chiudendo sul particolare e sul quo-tidiano, su idee a volte anche buone, ma contingentie prive di prospettiva. “Il presupposto è quello diun governo alternativo per Brescia, tale da farciuscire dall’isolamento nel quale siamo caduti e diridare competitività al nostro territorio, rispettoad altre aree metropolitane, come quella milane-se e quella veronese. Il risultato elettorale delle

amministrative di Giugno, che vede la cintura deipaesi intorno alla città (Flero,Castenedolo, Cella-tica, Rezzato, Roncadelle e Nave) tornare a unasituazione omogenea e premiare il centrosinistraè un viatico per ridisegnare - nell’ottica di Del Bo-no - un alleanza di sistema tra Provincia, Comunee Comuni della cintura intorno alla città, sino aoggi inesistente”. Ciò significherebbe realizzare una rete infrastruttu-rale in grado di mutare le stesse caratteristiche geo-grafiche che hanno fatto la fortuna di Verona e pe-nalizzato Brescia e ridisegnare il rapporto tra la cittàe i dintorni, riqualificandone il territorio, attraversoun progetto forte e condiviso. In questa visione c’èla sfida: “A una Brescia senza punti di riferimentoforti e a una crisi del modello di sviluppo ed’identità che la condannano a un declino nonsolo economico, ma anche culturale e progettua-le”. A tale proposito il capogruppo del PD, cital’esempio dell’Expo 2015, un evento che garantiràall’area milanese oltre 20 miliardi di euro d’investi-menti in infrastrutture: “È mai possibile che la no-stra provincia e la nostra città, a soli 80 km daMilano, non porti a casa nulla e sia completa-mente tagliata fuori dal flusso stimato di trentamilioni di visitatori?”

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Shanghai, Expo 2010

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E nel farlo ricorda l’Expo 2010 di Shanghai, svilup-patasi su ben altre concezioni metropolitane. Certo,citare quale esempio la Cina (oltre 70 milioni di visi-tatori all’Expo 2010) può apparire avveniristico, maBrescia (una città pur sempre troppo piccola al cen-tro di una provincia troppo grande e tra le più indu-strializzate d’Italia) “non può più essere conce-pita quale capoluogo di sintesi di un’areaurbana, bensì va vista come parte qualifi-cata di un territorio più vasto, capace dicompetere con altri territori e in questa ot-tica sta il rilancio dello stesso centro stori-co della città”. Il capogruppo del PD è ferma-mente convinto che vi sia tuttora la possibilità dimettere in moto questa sfida, immaginando qualchecosa d’ambizioso e che faccia sistema. Ne discendo-no progetti che valorizzino anche l’intuizione di undisegno di viabilità, che vede la metropolitana (e ilcerino acceso torna alla precedente amministrazio-ne) come risorsa di prospettiva, se accompagnatada opere complementari efficienti (tra queste i par-cheggi ai due capolinea) e in un prolungamento ver-so ovest e verso la Valtrompia. E intanto, che fare? “Nel contempo - sostiene Del Bono - studiamonegli effetti (l’apertura della metro è prevista nel2012) prima di modificare nel profondo la viabi-

lità; completiamo il parcheggio di Piazza Vittoriae riempiamo i due piani del parcheggio di FossaBagni, che si trova a poche centinaia di metri daquello progettato sotto la galleria; pedonalizzia-mo le piazze, insomma facciamo operazioni dibuon senso. Non gettiamo il bambino con l’acquasporca, solo per distinguere il fare di un governodall’altro! Volando basso, anche sulla contingen-za l’operato dell’amministrazione Paroli - sostie-ne Del Bono - presenta più ombre che luci: alzi lamano chi ha visto il tanto decantato piano d’il-luminazione della città... Mai partito... EBrescia pulita? Quattro milioni di euro di tagliin due anni all’Aprica, società incaricata!”. E an-cora: “Ha senso costruire nuovi volumi quandoun’infinità di beni sono senza destinazione d’usoe palazzo Avogadro cade a pezzi? E i 40 milionidi euro per abbattere una delle due torri diSan Polo (e l’altra?) non potevano essere investi-ti per continuare nella riqualificazione del centrostorico, iniziata dall’amministrazione preceden-te?” Per concludere, pollice verso di Del Bono: “Aldi là degli interventi di facciata, anche latanto decantata priorità del centro storicodi Paroli è rimasta sulla carta, priva diogni investimento strutturale”.

Brescia notturna nel centro storico

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Centro Stili di vita

Centro Stili di vita

PROTAGONISTI IN CENTRO

La città partecipativa di Bonardi,cittadino - presidente della Centro

Flavio Bonardi, 35 anni, si oc-cupa di formazione e progettazio-ne corsi per un ente, accreditatopresso la Regione Lombardia ecollabora con alcune realtà del noprofit. Iscritto a Forza Italia e permolti anni consigliere della IX Cir-coscrizione del Comune di Bre-scia, nel Maggio del 2008 è statoeletto presidente del consigliodella Circoscrizione Centro. Nel suo programma d’investituraal primo punto si poteva leggere:“L’impegno della circoscrizionesarà quello di attuare interventi mi-rati che consentano, a tutti coloroche lo desiderano, di ritornare avivere il centro storico della città,senza paure e senza pregiudizi”.Chiediamo a Bonardi: “Le circo-scrizioni sono ancora garanzia dipartecipazione dei cittadini al go-verno della cosa pubblica o sonoun diaframma di troppo, tra l’am-

ministrazione e gli amministrati?” La sua risposta è perentoria: “Itempi della partecipazione sonoprofondamente cambiati, vuoiper l’evidente disaffezione allapolitica, vuoi per la mancanzadi tempo “liberato” da investire.Per questo dobbiamo interpre-tare la nuova domanda recan-doci noi dai cittadini. Le oceaniche assemblee dei vec-chi quartieri sono immaginisbiadite nella nostra memoria,ma da queste dobbiamo trarrela forza per adivenire a nuovistrumenti, così come abbiamofatto nella preparazione dellastesura del “bilancio partecipa-tivo”, tramite la preventiva di-stribuzione di schede di segna-lazione dei problemi. Al quadrodelle indicazioni emerse, daquell’opera di porta a porta, sisono aggiunte le proposte avan-zate dalle varie associazioni e

dalle parrocchie del territorio dicompetenza”.Potremmo dire che la tecnica deldirect marketing, che permettedi ottenere risposte misurabili, hapreso il sopravvento, ma che ac-canto a essa, nel modo di operaredi Bonardi, resta ben chiaro ilruolo delle associazioni, cattoli-che e laiche, come istanza di spe-cifici bisogni espressi dalla gente.“Del resto i contatti della circo-scrizione Centro (via fax, telefo-no, mail, ecc.) nell’arco di unanno sono stati 14.000 e - ga-rantisce Bonardi - a circa l’ottan-tacinque per cento riusciamo adare risposta, qualunque essasia. Ciò conferma la validità delruolo delle circoscrizioni, comesoggetto più vicino alla gente, al-le sue domande e al vivere quoti-diano, nel rapporto con le istitu-zioni e il governo della città. Insomma la circoscrizione aiuta

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la semplificazione delle proce-dure e quindi il superamentodell’annosa burocrazia” Le richieste avanzate dai cittadinisu quali temi vertono?“Le maggiori richieste riguarda-no la viabilità e la pedonalitàdel centro storico, gli spazi ver-di, gli spazi d’incontro per i gio-vani e per gli anziani, l’utilizzoo il riutilizzo degli edifici pubbli-ci e perde il suo dato d’emer-genza, pur rimanendo attuale,il tema della sicurezza”. Sul riu-tilizzo di alcuni edifici di patrimo-nio pubblico, Bonardi ha le ideechiare e cita due proposte, cheandrebbero riprese e valorizzate:“La prima riguarda la palazzinain via Vittorio Emanuele II (giàsede della Pretura) e confinantecon il Parco delle Torri gemelle,che potrebbe essere trasformatain uno spazio di aggregazioneintegrato nel parco. La seconda prevede il riutilizzodell’edificio del Mercato deiGrani. Un progetto che guar-dando a Expo 2015, attraversouna cordata d’imprenditori bre-sciani, ipotizza una trasforma-zione dell’edificio in centro deldesign e dell’architettura, contanto di spazi dedicati al com-mercio, ma anche all’approfon-dimento e alle mostre”Riecheggia in Bonardi una criticaalla mancanza di presenza dellanostra città (sia da un punto di vi-sta economico che progettuale) aipiani di Expo 2015, ritenuta a ra-gione: “Una grande opportuni-tà”; ma il tempo stringe e vienevoglia di dire: “Santa Giulia, pa-trimonio mondiale dell’umanità,aiutaci tu!”. Così come emergel’auspicio di una Brescia, cittàmetropolitana, estesa oltre i suoiconfini geografici e ciò non soloper difendere l’esistenza delle cir-coscrizioni, che alcuni esponentidel governo nazionale vorrebbero

far valere esclusivamente per legrandi aree metropolitane. Nel sottolineare quale: “Obbietti-vo condiviso, la pedonalizzazio-ne di Corso Mameli, pur con ladovuta attenzione a fissare re-gole che non mettano ulterior-mente in ginocchio i commer-cianti, come quella dell’accessoper le forniture dei negozi”, ilpresidente della CircoscrizioneBrescia Centro, non pare esserepreoccupato dal ventilato sman-tellamento degli uffici comunali,che andrebbero ad accorparsi inun’unica sede, fuori dalle muravenete. “Certo sarebbe auspica-bile un ampliamento dei serviziofferti dalla circoscrizione, talida non far ricadere eventuali di-sagi sugli abitanti del centro. Ilconcentrare gli uffici in un’uni-ca sede può altresì agevolare (intermini di tempo e di unicità deiservizi) le relazioni con i cittadi-ni” Tasto dolente, per chi risiedenel centro storico e non solo: aquando un progetto per una cittàanche a misura dei bambini?“Di spazi ludici per l’infanzia,ne sentiamo tutti la mancanza ein accordo con l’Amministrazio-ne comunale stiamo valutandoalcune opportunità, che sianodi supporto anche alle famiglieresidenti”. Sul rapporto tra il ter-

ritorio della circoscrizione, le atti-vità commerciali, la domanda el’offerta, Flavio Bonardi, ha leidee chiare e sottolinea: “Un ri-trovato dialogo e una decisivacollaborazione con le associa-zioni del commercio e dell’arti-gianato, grazie alla costituzionedi un unico tavolo di confronto(che vede partecipe anche la cir-coscrizione) e grazie all’intra-prendenza dell’assessore Mar-garoli, che lo coordina”.A proposito di commercio e arti-gianato, Flavio Bonardi, cita unprogetto (se ne può riparlare no-nostante la congiuntura?) cheaveva quali assi portanti: “La for-mazione (tirocini e stages per at-tività artigianali e commerciali,non più presenti nel centro sto-rico) e risorse economiche pub-bliche, tese a calmierare il caroaffitti degli spazi adibibili a taliattività”. Anche sul come ricon-quistare le giovani generazioni alcentro storico, Flavio Bonardi,giovane cittadino - presidente, hale idee chiare e citando quantofatto in altre città, rilancia la pro-posta di: “Un fondo di rotazio-ne, pubblico e a tassi agevolati,messo a disposizione delle gio-vani coppie, per affittare o ac-quistare una casa nel centro sto-rico di Brescia”.

Flavio Bonardi (in primo piano) con Maurizio Margaroli alla presentazione di Brescia Centro-Stili di vita

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Centro Stili di vita

Centro Stili di vita

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Page 85: "Brescia Centro - Stili di vita" (numero 2)

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Parcheggio Paciullo

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Il Laccio KasanovaLa dolce vita gelateria Oreficeria – Orologeria Ribola Whitestore

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Via Giuseppe Mazzini

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Via Moretto

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NEGOZI ASSOCIATI AL CONSORZIO BRESCIA CENTRO

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Centro Stili di vita

Centro Stili di vita

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1 Piazza Tebaldo Brusato

2 Piazza Arnaldo

3 Museo Santa Giulia

4 Tempio Capitolino

5 San Zeno al Foro

6 Chiesa di San Clemente

7 San Barnaba

8 Pazza del Moretto

9 Piazza Tito Speri

Parcheggio Randaccio

Nel cortile dell'ex caserma omonima con accesso da via Lupi di Toscana, 4 (170 posti) Orari apertura: tutti i giorni 24h su 24h

Parcheggio Piazza Vittoria

Sotto l'omonima piazza. Capienza: 450 posti

Orari apertura: tutti i giorni 24h su 24h

Parcheggio Stazione

Di fronte alla stazione ferroviaria. Capienza: 1000 posti

Orari apertura: tutti i giorni 24h su 24h

Parcheggio Fossa Bagni

Accesso veicolare da via Lombroso (imbocco

nord Galleria Tito Speri) Capienza: 385 posti

Orari di apertura: tutti i giorni 24h su 24h

Parcheggio Palagiustizia

Presso l'omonimo palazzo in via L. GambaraCapienza: 570 posti.Orari di apertura: tutti i giorni 24h su 24h

Parcheggio Castellini

via Castellini angolo via MantovaCapienza: 230 posti. Parcheggio gratuito

Parcheggio Goito

A ridosso della Caserma Goito con ingresso e uscita da via Spalti San Marco.Capienza: 215 posti

Parcheggio Autosilouno

In via Vittorio Emanuele II.Capienza: 350 posti. Domenica e festivi chiuso

Parcheggio Paciullo

Via Cattaneo 18/a Ingresso telecamera di via Cattaneo (30 posti)

Parcheggio San DomenicoPiazza San Domenico (tra via Einaudi e via Moretto)Parcheggio automatizzato

Parcheggio Benedetto CrocePiazzetta Don Sturzo (a nord di via Benedetto Croce)Parcheggio automatizzato

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6

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PATRIMONIO DELL’UMANITÀ

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VIA F.LLI CAIROLI VIA DANTE

CORSO MARTIR

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CORSO MAMELI

CORSO GARIBALDI VIA

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VIA VITTORIO EMANUELE II

VIA MORETTO

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VIA TRIESTE

VIA TOSIO

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VIA ELIA CAPRIOLO

VIA LEONARDO DA VINCI VIA PUSTERLA

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PARCHEGGIO PACIULLO

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CASTELLINI

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Museo Santa Giulia

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9 P. TITO SPERI

8

San Cristo

PIAZZA MORETTO

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Brescia CentroStili di vitaPeriodico del Consorzio Brescia Centro • Numero 2 • Settembre 2011