Notiziario 2010-05
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ASSOCIAZIONE FAMIGLIE ADOTTIVE PRO ICYC ONLUS
Associazione Famiglie Adottive Pro ICYC - ONLUSEnte Autorizzato per le Adozioni Internazionali
¡Fuerza Chile!
NotiziarioPeriodico semestrale di informazione dell’Associazione Famiglie Adottive pro Icyc OnlusEnte Autorizzato per le Adozioni Internazionali
In attesa di Aut. del Tribunale di Roma
Sede di RomaPiazza del Torraccio di Torrenova, 28 - 00133 RomaTel/fax 06/68806528
Sede di CannaraPiazzale Claudio Bonaca, 19 - 06033 Cannara (PG)Tel. 3204984243fax: 0742 5931172
Sito Internetwww.adozionefamiglieicyc.org
Direttore ResponsabileMaurizio Corte
Coordinatore Editoriale Maria Rita Bonafede
Progetto grafico e impaginazioneADM
StampaMiligraf – Formello (Roma)
Maggio 2010
ASSOCIAZIONE FAMIGLIE ADOTTIVE PRO ICYCONLUS
Associazione Famiglie Adottive Pro I.C.Y.C. - ONLUSEnte Autorizzato per le Adozioni Internazionali
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3
Editoriale
ci stavamo preparando ad organizzare una grande festa per i 40 anni della Villa Padre Alceste a Quinta
de Tilcoco, quando il nostro amato Cile, il paese dei nostri figli, è stato ferito da un terribile terremoto
che ha causato molte vittime. Il nostro primo pensiero è stato per gli angeli di Padre Pier. Nonostante i
problemi telefonici siamo riusciti a metterci in contatto con i responsabili del centro che ci hanno
rassicurato, ma in modo particolare hanno rassicurato i nostri ragazzi. E proprio da loro è partita
l’iniziativa di promuovere una raccolta di fondi da inviare ai loro sfortunati coetanei, un gesto naturale,
la prova del legame profondo che sentono per il loro Paese.
L’anniversario dell’hogar, d’accordo con il Direttorio, è stato spostato al 20 novembre, in occasione della
ricorrenza della scomparsa del nostro fondatore, spero che molti di voi mi accompagneranno nel viaggio
che organizzeremo per quella data.
Nel frattempo l’ Associazione ha continuato il suo lavoro di Ente, abbiamo ricevuto dal Sename proposte
di abbinamento per le nostre prime coppie, mentre il 20 e 21 marzo si è svolto a Roma il secondo corso
di gruppo propedeutico all’adozione internazionale.
L’esigenza della nostra crescita ci ha portato ad aprire una nuova sede a Cannara in provincia di Perugia
e a trasferire gli uffici di Roma in una sede più grande ed accogliente. Anche a Santiago, a Providencia,
abbiamo aperto un ufficio dove le famiglie potranno incontrare giornalmente la nostra referente per avere
informazioni ed essere sostenute durante tutto il periodo di permanenza in Cile.
Siamo in fermento per le prossime tappe: la partenza delle nostre prime coppie e il Convegno 2010 che si
terrà ancora a Trevi il 3- 4 -5 settembre; vista l’ottima riuscita dello scorso anno abbiamo deciso di tornare
di nuovo in terra umbra.
È un periodo di intenso lavoro ma le sfide che ci si pongono giorno per giorno ci stimolano a fare
sempre meglio, questo grazie al vostro sostegno che non viene mai meno, anzi si rafforza visto il
numero sempre crescente di soci e simpatizzanti; con la vostra vicinanza ci sentiamo più forti e
determinati nel continuare la nostra attività.
Vi abbraccio e vi aspetto numerosi al nostro 21° Convegno.
Gianni Palombi
Cari amici
SO
MM
AR
IO
S O M M A R I O
Il Cile colpito dal terremoto 5Una testimonianza da Quinta 6Terremoto in Cile: come l’ho vissuto? 7
I nostri incontriPrato 8Tuscania 9Milano 9Pesaro 10Roma 11
La nostra attivitàMesi intensi 122° Corso di Gruppo 14Si riparte da Trevi 16
I ProgettiProgetto SAD 18Progetto di sostegno ai bambini dell’Istituto 19Progetto per la formazione dei Tutor 21
TestimonianzeUna famiglia adottiva 21Una coppia in attesa 22
ArgomentiInserimento scolastico - Spunti di riflessione 24Scuola un-due-tre 26Studiare... che divertimento 28Che cosa è il Teen Star? 29
Brevi 30
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5
Il Cile colpitodal terremoto
Nella notte del 27 febbraio, alle 3,34
ora locale(le 7,34 in Italia), un terribile
terremoto ha colpito il Cile. Prima una
violentissima scossa di magnitudo 8,8
gradi della scala Richter, con epicentro
a 115 chilometri da Concepcion e 325
da Santiago, poi una sequenza impres-
sionante di repliche registrate nelle ore
e nei giorni successivi.
Le conseguenze del sisma sono state
devastanti: circa 700 i morti, oltre 200
i dispersi, un milione e mezzo le case
danneggiate e due milioni gli sfollati,
ospedali rasi al suolo, ponti crollati,
strade sprofondate, e poi incendi, linee
elettriche saltate e collegamenti telefo-
nici interrotti.
“E’ un duro colpo per la società cilena”
è stato il commento del nuovo
Presidente Sebastian Pinera.
Un duro colpo anche per noi che insie-
me ai nostri figli abbiamo seguito con
dolore e preoccupazione il succedersi
degli eventi.
Soltanto con il ripristino della rete tele-
fonica abbiamo potuto sapere che tutti
i bambini e i ragazzi dell’Istituto stava-
no bene, a parte il grande spavento, e
che fortunatamente l'Istituto di Quinta e
la casa di Gorbea non avevano subito
gravi danni, a Gorbea alcune lesioni al
terzo piano ed a Quinta il crollo parzia-
le del tetto della "residenza” delle
ragazze, crepe su alcuni muri e danni ai
computer dell’ufficio e ai televisori
delle cavagne dei bambini.
Ma le immagini drammatiche di un
Paese devastato che arrivavano attra-
verso la rete e la televisione, il dolore
di tanti cileni che piangevano i loro
morti, la casa distrutta, la loro vita
spezzata, hanno profondamente scos-
so i nostri figli. Immediato il bisogno
di fare qualcosa, di aiutare in qualche
modo chi stava vivendo momenti così
difficili. Da loro l’idea di promuovere
una raccolta di fondi da destinare, in
accordo con le autorità cilene, agli
istituti per minori che avevano subito
più gravi danni. La generosità delle
nostre famiglie non si è fatta attendere
e, in pochi giorni, abbiamo raccolto
5.000 euro.
La reazione immediata e concreta dei
nostri ragazzi ci fa sperare che anche il
governo e il popolo cileno riescano ad
affrontare la difficile situazione con la
forza e il coraggio dimostrati in altri
drammatici momenti della storia di
questo “nostro” amato paese.
Alle 3.34 antimeridiane del 27 febbra-
io siamo stati svegliati dalla forza del
movimento della terra.
Al principio abbiamo pensato che si
trattasse di uno dei tanti terremoti ma
con il passare dei secondi e minuti
abbiamo compreso che si trattava di
un GRANDE TERREMOTO.
Sono stati due minuti e 45 secondi
interminabili, immediatamente siamo
rimasti senza energia elettrica, senza
telefono... era impossibile ogni comu-
nicazione.
Sono sicura che il pensiero di noi tutti,
in quei momenti di caos, sia corso ai
bambini e alle bambine dell'Istituto... e
così è stato, perché dopo qualche
minuto, il nostro Direttore Esecutivo,
Ricardo Vasquez, il nostro direttore
della Villa, Francisco Vega e gli altri
collaboratori sono arrivati rapidamente
all’ Hogar per sapere come stavano tutti.
I bambini e le bambine nella loro inno-
cenza non riuscivano a capire la
dimensione di quello che era successo
e, da una parte, è stato meglio così,
perché non avevano paura...
Le bambine della residenza familiare
femminile si sono prese carico ognuna
di un piccolo della sala nido, così
come le sorelle maggiori si sono
assunte la responsabilità di proteggere
i più piccoli, aiutando le “tias”.
Nonostante la tragedia, il giorno
seguente al terremoto, erano tutti lì: le
“tias” che vigilano sui bambini, i
“tios”, le “tias” della cucina e tanti altri
che collaborano in quest'opera.
Ancora una volta mi rendo conto che,
per chi lavora in questo Hogar, anche
nelle situazioni più tragiche, i bambini
e le bambine sono una nostra priorità,
che non importa quello che succede,
in una maniera o nell'altra saremo
sempre insieme a loro e non li abban-
doneremo mai.
Inoltre ho la certezza che abbiamo un
angelo protettore che vigila su di noi e
ci protegge in questa e altre situazioni.
Con il passare dei giorni, avendo la
dimensione del danno provocato nelle
diverse regioni del paese e paragonan-
dolo ai danni nel nostro Istituto, abbia-
mo capito che dobbiamo ringraziare
Dio e Padre Pier per una benedizione
così grande.
Carolina Sandoval Abarca
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Una testimonianzada Quinta
77
Sabato 27 febbraio. Giornata norma-
lissima. Mi sveglio alla mattina per
andare alle ripetizioni di matematica, a
scuola. Finisco a mezzogiorno e
mezzo. Torno a casa tutta felice e tran-
quilla. Apro la porta di casa vado in
cucina a salutare e lì mia madre mi
dice: “Ste', hai sentito l’ultima?”
Io, ovviamente, essendo stata a scuola
non potevo sapere nulla così con
curiosità rispondo: “No, perché? Cos’è
successo?”. E lì lei me lo dice: “C’è
stato il terremoto in Cile questa notte,
mi dispiace”.
A queste sue parole sono rimasta a
bocca aperta. Non ci potevo credere!
Stavo per scoppiare in lacrime! Ho
chiesto subito notizie, ho acceso il
televisore per sentire i telegiornali:
dovevo sapere di più. Al pomeriggio
sarei dovuta partire con gli scout per
un’uscita con l’angoscia di questa
notizia e non so come sarei riuscita a
non preoccuparmi di niente.
I miei genitori mi hanno detto che la
zona dove abita la mia famiglia non era
stata colpita, ma nonostante questo ero
preoccupata. La mia terra era stata col-
pita e molti dei miei “fratelli” erano sotto
le macerie o addirittura avevano perso la
vita, mentre io me ne stavo a casa.
Sono andata a scout e il mio morale
era a terra. Mia madre con i messaggi
sul cellulare mi diceva di stare tran-
quilla. Ci ho provato, ma quando
anche altre persone mi hanno detto di
avere sentito del terremoto in Cile e di
quanto la notizia li avesse colpiti io mi
sentivo davvero triste.
Non immaginavo mi prendesse così
tanto la notizia, perché del Cile non mi
interessavo molto. Comunque la sera
della tragedia non l’ho passata bene.
Pensavo a tantissime cose, mi facevo
tante domande. Sono comunque riu-
scita ad addormentarmi. Il giorno
dopo, alla messa degli scout, il prete
ha ricordato il terremoto e in quel
momento volevo sparire perché tutti i
miei compagni mi fissavano come per
dire: “Ci dispiace!” Da quel momento
ho tenuto il muso tutto il giorno e sono
andata avanti così per quasi una setti-
mana. Non so perché, ma non mi sen-
tivo bene. Ho preso quella notizia dav-
vero male. Mi ha cambiata.
Stefani Paola Corte Cellore
Terremoto in Cile:come l’ho vissuto?
Anche quest’anno la Parrocchia di S.
Lucia di Don Mauro a Prato ha ospita-
to nel mese di novembre il consueto
incontro in ricordo di Padre Alceste, a
cui ha preso parte, in rappresentanza
dell’Associazione, anche il Presidente
Gianni Palombi, assieme ai consiglie-
ri Luca Federici e Caterina Spezzigu.
Ormai quello di Prato è un appunta-
mento “simbolico” per l’Associazione,
in quanto proprio in questa zona si
sono concluse le prime pratiche di
adozione di bambini cileni per mano
di Padre Alceste. Da qui si spiega il
legame speciale che il Padre prima e
l’Associazione poi hanno da sempre
avuto con l’esperienza pratese, e la
ferma convinzione nel conservare e
rinnovare ogni anno questo appunta-
mento anche nella difficoltà, ogni
volta, di coinvolgere un numero mag-
giore di persone. Proprio nel segno di
questo legame, anche quest’anno l’in-
contro si è quindi risolto in una riunio-
ne tra vecchi amici, nel ricordo sempre
forte delle parole che ad ognuno di noi
Padre Alceste aveva donato e di episo-
di particolari cui sono stati testimoni
coloro che da più tempo lo avevano
conosciuto. La serata è proseguita con
l’intervento del Presidente che illustran-
do gli sviluppi futuri del lavoro
dell’Associazione, ha potuto soffermar-
si, con viva emozione, nel racconto
dei primi passi ufficiali compiuti in
veste di ente autorizzato per le adozio-
ni internazionali. Dopo la proiezione
del DVD che abbiamo potuto vedere al
Convegno ed un piccolo rinfresco, la
serata si è conclusa con la celebrazio-
ne della Messa in S. Lucia.
Vogliamo ringraziare per la loro presen-
za Gianni, Don Mauro che ha messo a
disposizione, come al solito, la sala per
l’incontro, e le coppie e gli amici prate-
si che non hanno voluto mancare a
questo appuntamento e che ci hanno
ancora una volta spinto a continuare
nello sforzo di non abbandonare il cam-
mino intrapreso ormai tanti anni fa.
Silvano Imbriaci
8
Prato14 novembre 2009
I nostri incontri
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I nostri incontri
Il mese di novembre è considerato ilmese dei defunti e per noi è il mese incui Padre Alceste ci ha lasciato. Era il20 novembre 2003, sono trascorsialcuni anni ma la grande partecipazio-ne di persone alla Messa celebrata aTuscania, nella sua Chiesa della Rosa,
è il segno che in molti lo ricordano eche egli è vivo e presente nei nostripensieri e nella nostra vita.Don Pino Vittorangeli come semprenell’omelia lo ha ricordato, così comeil nostro Presidente che ha volutoricordare anche il fratello di Padre
Alceste, Nazzareno, scomparso pocoprima del convegno di Trevi.I molti ragazzi presenti hanno volutopartecipare alla commemorazione delPadre leggendo sull’altare una letteracommovente per testimoniare l’affettoe la gratitudine che sentono per lui.
Tuscania22 novembre 2009
La sera del 28 novembre Milano erafredda e cupa (da due settimane nonvedevamo il sole) ma la basilica di S.Ambrogio, ci accoglieva sfavillante: leilluminazioni facevano emergere dalbuio le pareti a mattoni vivi della chiesatrasmettendo quell'aura di storia chesempre mi avvolge ogni volta che varcol'ingresso del porticato.All'interno della chiesa, splendida, ilsaluto affettuoso di mons. Pizzi allanostra Associazione all'inizio dell'ome-lia: una paternità che mi rimanda adun'altra paternità comune a tanti amiciseduti tra le panche.Al termine della messa ci spostiamonell'oratorio che ci offre un altro scor-
cio, meno turistico e più intimo, dellabasilica. Comincia la festa, saluti,abbracci, ci raccontiamo, sembra cisiano meno conflitti, i ragazzi cresco-no o forse anche noi adulti siamo cre-sciuti; Gianni ci saluta e ci racconta lenovità prospettandoci la portata diquesta amicizia-associazione; rivedia-mo Maria Rita che da Roma ci porta inuovi Notiziari; partecipa sempre com-patto e fedele il gruppo dei sostenitoriSAD con i loro piccoli, ieri in carrozzinae ora sdraiati per terra con giocattoli esoldatini; c'è anche chi parte per il Cilela domenica successiva!Ma ad un certo punto incontro unamico che non mi aspettavo proprio di
trovare: al telefono mi aveva raccontatodelle tante fatiche e amarezze, dei tortisubiti che costituivano ostacolo a que-sta compagnia. Non posso non doman-darmi perché è lì, perché ha cambiatoidea. Al termine riceverò in serata unSMS da un amico che mi aiuterà a capi-re : “Sembra niente , ma lo stare insie-me aiuta tutti noi a superare tantimomenti duri”. Da soli non ce la faccia-mo, capirlo è una grazia; è la misericor-dia di Dio, Cristo, che ci viene incontro.E' questo il Natale, il senso degli augu-ri che ci siamo scambiati quel sabatosera a Milano davanti a S. Ambrogio.
Francesco Schiavello
Milano28 novembre 2009
È stata proprio una bella serata quella
del 12 dicembre, quando si è svolto
l'incontro tra le famiglie del nostro
circondario e il nostro Presidente
dell’Associazione.
Gianni mancava da un po’ da Pesaro ed
è stato accolto con molto calore da parte
di tutti e da parte delle giovani coppie
che ormai... lo aspettano come noi
aspettavamo il "mitico" Padre Alceste.
Il Padre amava questi incontri per parla-
re con la gente e con le coppie, per rive-
dere i suoi e nostri ragazzi, per sentirsi
tra amici. Amici come noi che, in 49,
abbiamo raggiunto il luogo dell’incontro.
Durante la serata abbiamo ascoltato
Gianni che ci ha informato sull’anda-
mento e gli ultimi sviluppi della nostra
Associazione, da poco accreditata alle
adozioni internazionali. Quindi abbiamo
visto alcuni dvd che raccontavano la
storia del nostro fondatore. Mentre le
immagini scorrevano abbiamo rivissuto
con commozione 20 anni di Convegni;
alcuni di noi si sono riconosciuti, erava-
mo giovani, iniziavamo allora il nostro
percorso. 20 anni! I nostri ragazzi sono
cresciuti, e alcuni sono diventati genito-
ri a loro volta.
Poi la cena durante la quale abbiamo rac-
colto una cospicua somma da devolvere
in beneficienza all'Associazione ICYC e,
per finire, l’allegria dei balli offerti dal
Ristorante "il Poggio", i saluti e la pro-
messa di rivederci il prossimo anno.
Massimo Scodavolpe
10
Pesaro12 dicembre 2009
I nostri incontri
11
I nostri incontri
C’è un altro incontro che unisce le fami-
glie adottive: è un incontro meno affolla-
to, è vero, ma non per questo meno
“rumoroso” e meno denso di emozioni.
La cena a Roma, a ridosso delle feste di
Natale, in un momento così particolare,
è ancora un’occasione di condivisione,
di allegria e di solidarietà per il Cile.
Le famiglie stavolta affrontano il viaggio
con il freddo pungente di dicembre, ma
anche con tutto il tepore dell’atmosfera
natalizia. Quest’anno c’era un ospite par-
ticolare, Marcelo Fuentes, di origine
cilena che lavora con la De Filippi al
programma “Uomini e donne”. Un
ragazzo che ha sentito parlare della Pro
Icyc e voleva conoscere di persona la
realtà dell’Associazione.
Così, una cena informale, è stata l’occa-
sione giusta anche per incontrare tanti
bambini e ragazzi cileni.
Faceva un gran freddo quella sera, ma il
calore delle emozioni che abbiamo con-
diviso vale molto di più di ogni altra
fonte di riscaldamento!
E poi, la tombolata finale: tutti ai propri
posti!
Finalmente i bambini finiscono di lotta-
re tra i tavoli alla maniera di “Goku”, e si
“incollano” alle rispettive sedie.
I premi in palio sono quel che sono
ma il divertimento è assicurato,
soprattutto nel finale, quando, dopo il
grido di “Tombola!”... inizia la grandi-
nata di fagioli secchi!
Giusy Rombi
Roma19 dicembre 2009
Dal Convegno di Trevi, quando fu eletto il
nuovo Consiglio Direttivo, sono trascorsi
otto mesi, mesi intensi di attività, di
incontri, di lavoro.
Il Consiglio si è riunito a Roma due volte
mentre l’Assemblea dei Soci è stata con-
vocata a Bologna il 10 aprile per l’appro-
vazione del bilancio consuntivo 2009 e
del bilancio di previsione 2010.
Nel mese di dicembre, come disposto
dalla Commissione per le Adozioni inter-
nazionali, è stata presentata la Carta dei
Servizi che pubblicheremo non appena
sarà approvata.
Nei giorni 20 e 21 marzo si è svolto a
Roma il secondo corso di preparazione
all’adozione al quale hanno partecipato
7 coppie e ad oggi abbiamo ricevuto 13
mandati a seguire le procedure adottive.
Dal Sename sono intanto pervenute le
prime proposte di abbinamento e tre
delle nostre coppie sono in procinto di
partire per il Cile.
12
La nostra attività
Mesi intensi
Sede di Roma
13
La nostra attività
Dal mese di aprile è attiva la nuova sede
di Cannara (PG), e ciò ci consente di
operare anche in alcune Regioni del
nord, mentre gli uffici amministrativi e
operativi di Roma sono stati trasferiti da
Piazza Campitelli a Piazza del Torraccio
di Torrenova. Entrambe le sedi dispon-
gono di uffici e locali per incontri ampi
e accoglienti.
Continuiamo a seguire il progetto
Sostegno a Distanza che coinvolge un
numero sempre crescente di sostenito-
ri e che ci permette di finanziare inter-
venti utili per i bambini di Quinta e i
ragazzi di Gorbea. Stiamo infine lavo-
rando all’organizzazione del convegno
annuale del 3 - 4 - 5 settembre, metten-
do a punto i temi da trattare e incon-
trando gli operatori professionisti che
interverranno.
I nuovi indirizzi
Sede di RomaPiazza del Torracciodi Torrenova, 28 - 00133 RomaTel/fax 06.68806528Apertura: • lun. e ven. ore 12,00 - 14,00• merc. ore 15,00 - 19,00 • Negli altri giorni
su [email protected]: proicycroma
Sede di CannaraPiazzale Claudio Bonaca, 1906033 Cannara (PG)Tel. 0742.615182cell. 320.4984243fax: 0742.5931172Apertura: • mar. e ven. ore 16,00 - 19,00• Negli altri giorni
su appuntamento [email protected]: proicyc-perugia
Sede di Cannara
Nei giorni 20 e 21 Marzo 2010 si è
svolto a Roma il 2° Corso di Gruppo
propedeutico all’adozione interna-
zionale dell’Ente Pro ICYC Onlus.
Hanno partecipato 7 coppie, prove-
nienti da Roma, dalle province di
Latina e Frosinone ed una dalle
Marche.
Ad aprire l’incontro è stato il
Presidente Gianni Palombi, il quale,
14
La nostra attività
2° Corso di Gruppopropedeuticoall’adozioneinternazionale
15
La nostra attività
dopo aver accolto le coppie e presen-
tato lo staff operativo dell’Ente, è pas-
sato a descrivere i principi che ispira-
no l’adozione internazionale, le proce-
dure e la metodologia di lavoro per
l’adozione in Cile e le varie fasi.
E’ seguito un filmato con un’intervi-
sta a Padre Alceste, il fondatore del
Centro per Minori di Quinta de
Tilcoco.
Dopo l’intervento del Presidente, il
Gruppo ha continuato il lavoro gui-
dato dalla psicologa dell’Ente,
Dott.ssa Marcella Bove.
Nella mattinata del sabato ha parte-
cipato ai lavori, in qualità di osser-
vatrice, l’assistente sociale, Dott.ssa
Claudia Penzo che collaborerà con
l’Ente nel lavoro con le coppie.
Sono intervenuti la sig.ra Paola
Cutaia, il marito ed il loro figlio, che
hanno portato la testimonianza della
loro esperienza di adozione in Cile.
Questo intervento si è rivelato pre-
zioso per le coppie, date le capacità
comunicative e relazionali di questa
famiglia nel descrivere l’esperienza
vissuta.
Nel pomeriggio della domenica il
gruppo ha potuto contare sulla testi-
monianza della Dott.ssa Margarita
Assettati, oggi psicologa professio-
nista affermata, adottata in Cile
all’età di 7 anni. Il suo contributo è
stato puntuale e dettagliato, ma
soprattutto generoso, tanto negli
aspetti “tecnici” di descrizione della
realtà dell’adozione internazionale,
quanto nella narrazione degli aspetti
“umani e personali” della sua espe-
rienza.
I partecipanti al gruppo, superata la
loro iniziale “timidezza”, si sono via
via lasciati andare contribuendo in
modo attivo sia nei momenti di lavo-
ro, in cui si affrontavano i temi
riguardanti la genitorialità, il bambi-
no adottato, la coppia, sia nei
momenti più creativi (il disegno del
tappeto delle aspettative del gruppo
e altri scritti da loro elaborati), ma
anche aprendosi alle risate e alle
battute nei momenti di pausa.
La “foto ricordo”, dopo il pranzo del
sabato, ci ha riuniti, tutti, intorno al
Presidente che supervisionava e
“abbracciava il Gruppo con premura
e attenzione” in modo che tutto fun-
zionasse nel migliore dei modi.
Alla fine delle due giornate, come in
ogni viaggio, è arrivato il momento
di salutarsi.
E’ stato chiesto ad ogni partecipante
di ripercorrere con la mente i due
giorni cercando dentro di sé
un’emozione, un’immagine, un pen-
siero e di trasformarlo in un mes-
saggio scritto su carta, in forma
anonima. La sottoscritta ha letto tutti
i messaggi riportati sui foglietti,
aggiungendo che “i genitori posso-
no dare due cose ai loro figli: RADI-
CI e ALI”; questo è stato il nostro
modo di salutarci.
Concludendo, posso dire che sono
stati due giorni intensi, tanto è stato
detto e fatto, ma tanto ancora c’è da
fare. Siamo solo all’inizio di questa
nuova esperienza di gruppo ma
sono felice che tutti i partecipanti
abbiano espresso impressioni posi-
tive per la semplicità e con cui il
corso è stato condotto e l’importan-
za dei temi affrontati. Molti hanno
scritto di sentirsi ora più tranquilli e
determinati nel proseguire il loro
percorso.
Dott.ssa Marcella Rita Bove
tel. 333-345.35.83
Dopo il riuscito convegno dello
scorso anno ci ritroveremo ancora
nella splendida regione umbra, nei
giorni 3 - 4 - 5 settembre, presso
l’Hotel della Torre, per il nostro 21°
incontro.
E’ iniziato il conto alla rovescia non
solo per noi organizzatori, ma anche
per le tante famiglie e coppie in atte-
sa che vi parteciperanno; il tam tam
tra i nostri ragazzi è cominciato da
qualche mese su facebook, hanno
tante cose da raccontare e non vedono
l’ora di ritrovarsi.
Nella tranquilla cittadina di Trevi, nei
grandi spazi che l’albergo ci offre,
avremo l’occasione di trattare temi
importanti che riguardano l’adozione e
la crescita dei nostri figli.
Parleremo di inserimento scolastico e
motivazione allo studio e, a questo
proposito, interverrà la dott.ssa
Alberta Cuoghi, docente e formatore,
che da anni si occupa di miglioramen-
to delle potenzialità personali attraver-
so l’attuazione di tecniche di appren-
dimento rapido, mappe mentali, piani-
ficazione degli obiettivi, strategie
comunicative.
16
La nostra attività
Si riparteda Trevi
17
La nostra attività
Sarà inoltre presentato il programma
Teen Star, un metodo per l’educazione
affettivo – sessuale che si sta attuan-
do in molti Paesi e che aiuta i giovani
a prendere coscienza della propria
identità, a valutare la propria capacità
di determinazione preparandoli a
decidere in modo libero e responsabi-
le circa i comportamenti da assumere
nei rapporti interpersonali.
Saranno con noi le operatrici del
nostro Ente e Giulio D’Addio, psico-
logo e pedagogo, entrato lo scorso
anno in grande sintonia con i nostri
ragazzi.
A coordinare lavori e interventi sarà
il Dott. Marco Chistolini, psicologo,
psicoterapeuta, consulente scientifi-
co della CIAI.
Carissimi sostenitori,
se oggi, nel 2010, ci guardiamo indie-
tro e tracciamo un bilancio del percor-
so fin qui svolto dal Progetto di
Sostegno A Distanza, ci accorgiamo
che di strada insieme ne abbiamo fatta
davvero tanta.
Con gioia vogliamo rendervi partecipi
della nostra soddisfazione nel valutare
insieme i numeri dei fondi raccolti
fino a qui negli anni, espressi e sinte-
tizzati nel grafico a fondo pagina.
Ma mi chiedo: cosa è il Progetto SAD
al di là dei numeri?
Secondo me è una meravigliosa idea
che unisce e fa conoscere le persone.
Da un lato bambini soli in cerca di
affetto e bisognosi di un aiuto, dall’al-
tro tante persone di buona volontà ed
animo che, senza sapere e conoscere
le loro storie, donano qualcosa per
dare a questi figli una speranza. In
mezzo, questa idea coinvolge e “con-
tagia” altre persone che si rendono
strumenti del Progetto come i referen-
ti ed i suoi responsabili.
Infine essa catalizza iniziative, contri-
buti, sforzi, impegni gratuiti e tanto
altro ancora.
Ad oggi il Progetto SAD ha aiutato e
sostenuto i bambini rendendo più
“spensierata” la loro permanenza nella
Villa Padre Alceste, ed ha permesso
all’Istituto di dirottare le poche risorse
governative in progetti importanti
come quello del “Rientro nella fami-
glia di origine” il cui esito, a volte a
buon fine, è la soluzione migliore per
i bambini di Padre Alceste.
I fondi sono stati impiegati nell’acqui-
sto di scarpe, vestiti, uniformi per la
scuola, libri, materiale per lo studio e
per il gioco, cure mediche, alimenta-
zione, letti, materassi, lenzuola e
coperte, per effettuare lavori alle strut-
ture (vedi il recente terremoto con
danni per fortuna lievi rispetto al resto
del Paese)… e persino per le vacanze
estive a Pichidangui.
Cari amici sostenitori, questa mera-
vigliosa idea cresce sempre di più e
la forza di continuare nel nostro
impegno ce la dà il sorriso di ogni
bambino che vediamo nelle foto,
sulle schede personali che vi invia-
mo, la voglia di vivere... stampata
sulla loro faccia.
Continuiamo ad aiutarli affinché,
come diceva il Padre, ognuno di loro
possa avere l’affetto e le cure che gli
spettano di diritto.
Un grazie sconfinato a tutti.
Massimo Scodavolpe
(Responsabile del Progetto SAD in Italia)
18
I Progetti
Progetto SAD
Raccolta Fondi Progetto SAD
19
I Progetti
Finalità del progetto
Il presente progetto si propone di migliorare il sostegno
ai bambini e alle bambine che, a causa di una risoluzio-
ne giuridica, sono separati dai loro genitori o tutori ed
entrano nella Villa Padre Alceste Piergiovanni di Quinta
di Tilcoco.
Tutto ciò in conformità alle disposizioni della Convenzione
Internazionale sui Diritti del Bambino e dei parametri di
qualità, buon trattamento e partecipazione contenuti nelle
politiche di attenzione verso l’infanzia della legislazione
cilena e del Servizio Nazionale dei Minori.
I bambini e le bambine, durante la loro permanenza nella
residenza di protezione, richiedono un’attenzione inte-
grale, conforme alle loro necessità socio-affettive. Hanno
bisogno di sviluppare la loro vita in un contesto in cui
possano partecipare attivamente e questo si può rag-
giungere in un sistema di condizioni di vita familiare.
Per mezzo di questo progetto si pensa di migliorare la
qualità dell’attenzione offerta, per cui si realizzeranno
una serie di attività che permettano di raggiungere diver-
se aree di intervento a favore dello sviluppo integrale dei
bambini, bambine e giovani dell’istituzione, come per
esempio attività sportive-ricreative, preparazione per la
vita indipendente, attenzione specializzata nel campo
della salute ed equipaggiamento, aree che si considera-
no fondamentali da affrontare, viste le caratteristiche
della popolazione seguita.
Obiettivo generale
Miglioramento della qualità di vita dei bambini, bambine
e giovani che sono ospitati, per risoluzione giuridica,
nella Villa Padre Alceste Piergiovanni di Quinta di
Tilcoco.
Obiettivi specifici
Obiettivo specifico n. 1
Finanziare le colonie estive che realizza l’Istituzione nella
località di Pichidangui (IV regione del paese).
Attività
- Finanziamento del viaggio da Quinta di Tilcoco a
Pichidangui.
Progetto di sostegno ai bambini, alle bambine e ai giovani
della Villa Padre Alceste Piergiovanni
Il Progettoci è stato trasmesso dalla Fondazione ICYC e si sta realizzando con i fondi SAD del 2009.
20
I Progetti
- Finanziamento dell’alimentazione.
- Finanziamento dei servizi generali durante il periodo
delle colonie (acqua, gas, combustibile ed altro).
- Altre spese operative per lo sviluppo delle colonie.
Numero di beneficiari dell’Obiettivo: 160
Obiettivo specifico n. 2
Finanziare spese derivate dal monitoraggio specialistico
medico, per esempio: psichiatra, neurologo, esami e
medicine di costo alto.
Attività
- Pagare le consultazioni mediche di specialisti.
- Finanziare la realizzazione di esami medici di alto
costo.
- Finanziare l’acquisto di farmaci per quei bambini e
bambine che richiedano trattamenti medici prolun-
gati e implicano un costo rilevante per questa isti-
tuzione.
Numero di beneficiari dell’Obiettivo: 15
Obiettivo specifico n. 3
Acquisire strumenti per realizzare valutazioni psicologi-
che e cognitive ai bambini e alle bambine, con lo scopo
di individuare o scartare patologie gravi o altrimenti rea-
lizzare la terapia corrispondente.
Attività
- Finanziare l’acquisto di test psicologici (CAT-A,
WISC III, Giochi e test di relazioni obiettive)
Numero di beneficiari dell’Obiettivo: 160
Obiettivo specifico n. 4
Coprire le spese dei corsi di formazione tecnica per i
giovani che si preparano alla vita indipendente.
Attività
- Finanziare lo spostamento dei giovani al Centro di
Formazione Tecnica.
- Coprire le spese di alimentazione dei beneficiari.
- Finanziare il materiale richiesto dal Centro di
Formazione Tecnica
Numero di beneficiari dell’Obiettivo: 2
Obiettivo specifico n. 5
Acquistare elettrodomestici per la Residenza per miglio-
rarne il funzionamento.
Attività
- Acquistare un frigorifero per la Residenza.
Numero di beneficiari dell’Obiettivo: 23
21
I Progetti
Alla luce di quanto già espresso nel precedente numero
del Notiziario, in merito alla volontà dell’Ente Pro ICYC
di attivare un percorso formativo per i referenti-tutor,
come da loro espressamente richiesto in occasione dello
scorso Convegno, svolto a Trevi nell’Agosto 2009, l’Ente
ha dato mandato alla sottoscritta di redigere un progetto
che risponda a tale esigenza.
Il tutor è la persona che segue le famiglie creando un
clima di scambio e di crescita reciproca nel gruppo e
che, oltre a possedere la capacità di stare in gruppo e di
essere motivato al raggiungimento degli scopi del pro-
getto, deve avere una particolare capacità di ascolto e
disponibilità a percorrere la strada del cambiamento pro-
prio e delle famiglie.
Attualmente il progetto è quasi nella fase di completa-
mento. Seguiranno poi le fasi di rito, ovvero verrà pre-
sentato al Presidente e al Comitato Direttivo dell’Ente.
Dopo la sua approvazione, verranno stabiliti tempi e
modalità di svolgimento.
Si ritiene di poter presentare il progetto nella sua veste
completa in occasione del prossimo Convegno, nella
stessa cornice di Trevi, dove è nata l’esigenza della for-
mazione da parte dei referenti regionali.
Il 1° “Corso sperimentale dei tutor” si svolgerà in
Moduli che prevederanno le seguenti tematiche:
- la comunicazione efficace e l’ascolto
- l’affettività, le emozioni e i sentimenti
- coniugalità, genitorialità, il ruolo delle famiglie di ori-
gine
- ruolo del tutor all’interno del progetto, compiti con le
famiglie e con il territorio
- i gruppi di auto-mutuo-aiuto.
Il corso sarà articolato in una parte informativa e una
parte esperienziale.
Dott.ssa Marcella Rita Bove
Progettoper la formazione
dei Tutor
Guardo i miei figli e una lacrima
compare tra le ciglia, il pensiero
vola a Concepcion, epicentro del
terremoto in Cile.
Sì, è la città dei miei figli e dove noi
abbiamo trascorso i nostri primi 10
giorni di permanenza in Cile, nel
novembre del 2005.
Penso a tutti quei bambini che anco-
ra sono là e a quanti orfani, purtrop-
po, saranno arrivati negli istituti.
Sento un grande dolore e mi chiedo
quali pensieri si agitino nella mente
dei miei figli.
Sono quattro anni e mezzo che
Joselin ed Andres sono con noi e io
li sento miei figli nel cuore e nel-
l’anima, li sento così appartenenti
alla mia vita che non riesco a pensa-
re di non averli avuti con me sin
dalla loro nascita.
Guardo Joselin e mi sembra di rive-
dermi bambina ... I tratti somatici
sono un po' diversi, è vero, ma vedo
in lei qualcosa che mi somiglia: i
lineamenti del viso, il modo di muo-
versi, persino la voce.
E poi guardo Andres e lo vedo così
identico a Claudio che tutti lo credo-
no suo figlio naturale.
Guardo i miei figli ed oggi sono feli-
ce perché nei loro occhi vedo la
serenità, la gioia di vivere, la vera
felicità. Solo 5 anni fa erano lontani
da noi, dall'altra parte del mondo, in
un istituto insieme a tanti altri bam-
bini ma senza il calore di una vera
famiglia, della nostra famiglia.
Ci sono stati momenti difficili tra
noi: le provocazioni, le sfide, i
capricci continui e gli scoppi incon-
tenibili di rabbia, sono stati duri da
accettare, da contenere ed anche da
superare.
Ci sono state urla, pianti, rabbia, ma
22
Testimonianze
Una famiglia adottiva
23
Testimonianze
tutto questo, mi sono resa conto nel
tempo, fa parte del percorso per
diventare una vera famiglia. C'era
bisogno di tirare fuori tutta la loro rab-
bia, di mettere alla prova il nostro
amore per loro, di essere sicuri che
non li avremmo abbandonati nono-
stante le tante arrabbiature avute.
Tutto questo è stato un passaggio
obbligato per poterci accettare e
costruire l'amore nella nostra fami-
glia. Sì, perché l'amore si costruisce
giorno dopo giorno ed anche le dif-
ficoltà fanno parte del percorso per
raggiungere la serenità.
Oggi guardo i miei figli e sono orgo-
gliosa di loro perché l'amore è pre-
sente nella nostra famiglia e sono
felice di tutto quello che ci hanno
dato e delle piccole e grandi emo-
zioni che tutti insieme abbiamo pro-
vato in questi splendidi anni!
Daniela Greco
Da qualche giorno io e Paola quasi in
modo inconsapevole ci troviamo a
cantare "Meno male che c'è Carla
Bruni -Che bella Carla Bruni".
Conoscete le strofe della canzone di
Simone Cristicchi, vi chiederete: va
bene è una canzone simpatica, di quei
motivi che una volta che ti girano per
la testa è difficile abbandonare, ma
che c'azzecca con noi, Paolo e Paola,
una coppia in attesa di adozione?
Presto fatto, abbiamo scoperto le
nostre qualità canore precisamente il
9 marzo quando una inattesa telefona-
ta del Presidente Gianni Palombi ci
invitava per lo stesso giorno ad incon-
trarlo per una proposta di un abbina-
mento adottivo.
All'appuntamento Gianni, con il suo
modo convincente e allo stesso tempo
amichevole, ci disse che dall'altra
parte dell'oceano c'era una bambina di
8 anni di nome Carla in attesa di una
famiglia e che faceva proprio al caso
nostro.
Tornammo a casa felici della notizia e
con tanti interrogativi per le scarne
informazioni ricevute e, soprattutto,
perché da pochi giorni c'era stato il
terremoto che aveva sconvolto il Cile.
Abbiamo visto la foto della bambina
alla vigilia di Pasqua e regalo più
bello non potevamo ricevere.
Il suo sguardo splendente e acuto è
stata una freccia al cuore, la sua
immagine felice e sorridente ha susci-
tato una grande emozione in noi e in
tutte le persone a cui abbiamo mostra-
to la foto.
Abbiamo vissuto, nei giorni seguenti,
attimi di autentica euforia, Paola sem-
brava camminare sollevata dal suolo
ad un metro d'altezza e neanche i pic-
coli contrattempi come il tampona-
mento della nuovissima macchina
hanno potuto scalfire l'entusiasmo
stampato sulle nostre facce.
È stato per noi un bellissimo momento
quando abbiamo acquistato i primi
vestiti e la barbie, o quando abbiamo
scelto insieme il colore della cameretta.
Per noi l'adozione è stato un lungo
viaggio iniziato nel 2007, quando
conoscemmo l'Associazione Pro-Icyc,
e non eravamo certi dove ci portasse.
In questo periodo formativo e prepara-
torio all'adozione abbiamo partecipato
a vari convegni confrontandoci con
tante coppie e frequentato un corso di
lingua spagnola. Ora l'arrivo della foto
di Carla rappresenta per noi l'avvista-
mento del primo lembo di terra e
vuole essere un augurio per tutte le
coppie che intraprendono l' esperien-
za dell'adozione.
Paolo Guarda e Paola Baccini
Una coppia in attesa
Sono un’insegnante di scuola prima-
ria ormai da oltre 10 anni e prima di
questa esperienza ho lavorato 6 anni
come operatrice sociale, con bambini
che presentavano problematiche in
diverso modo incidenti sulla loro vita
scolastica in generale. Dico in gene-
rale poiché ritengo fondamentale non
focalizzare l’attenzione esclusiva-
mente sull’aspetto cognitivo, poiché
ogni bambino è molto di più di un
mero processo di apprendimento e
perchè è ormai largamente diffusa
nella pratica educativa la consapevo-
lezza che dietro uno scarso rendi-
mento, sussistono ostacoli nella
maggior parte dei casi ascrivibili a
situazioni conflittuali di diverso tipo
e non solo. A tale proposito voglio
citare il contributo di Dario Ianes,
psicologo del Centro Studi Erickson
di Trento, il quale ci fornisce una
descrizione accuratissima delle pos-
sibili difficoltà degli alunni, le quali
possono collocarsi sia a livello orga-
nico, sia a livello familiare, ambienta-
le, contestuale, di background socia-
le e culturale. La risposta della scuo-
la a tale complessità consiste nella
realizzazione di un’offerta formativa
“realmente inclusiva” data dalla spe-
ciale normalità, intesa come «le
aspettative, gli obiettivi, le prassi, le
attività rivolte a tutti gli alunni, nes-
suno escluso, nell’ordinaria offerta
formativa, che però si arricchiscono
di una specificità tecnica non comu-
ne, fondata sui dati scientifici e
richiesta dalle nuove complessità dei
bisogni educativi speciali» (Ianes,
2001). In questa ottica non si fa altro
che specializzare le normali pratiche
educative e didattiche, rendendole
più efficaci e rispondenti alle qualità
di particolari bisogni educativi. “La
speciale normalità riesce a risponde-
re a due fondamentali bisogni del-
l’alunno in difficoltà: un bisogno di
normalità, di fare le stesse cose degli
altri, nelle normali attività didattiche,
un bisogno cioè di appartenenza, di
identità, di conformità in senso posi-
tivo, di accoglienza, accanto però a
un bisogno di specialità, di poter fare
le cose che la sua specifica condizio-
ne, anche molto complessa, chiede
per poter funzionare al meglio delle
sue possibilità in senso educativo-
apprenditivo”( tratto da Bisogni edu-
cativi speciali e inclusione). Dopo
questa premessa l’autore passa
all’identificazione dei bisogni educa-
tivi speciali, utilizzando come riferimento il
modello ICIF (International Classification
of Functioning) dell’Organizzazione
Mondiale della Sanità, che dovrà
essere compilato dall’equipe pedago-
gica, cioè dall’insieme degli inse-
gnanti che operano nella classe in
cui è presente un disagio, al fine di
orientare l’azione didattica. Ho voluto
riportare uno stralcio di quella che
rappresenta una delle attuali riflessio-
ni che indirizzano la prassi educativa e
didattica in materia di integrazione
scolastica, perché ritengo sia signifi-
cativa per tracciare un esempio di
come opera la scuola oggi, in una
società in continua trasformazione,
senza addentrarmi oltre in quelli che
potrebbero risultare dei tecnicismi
inutili, a chi si trova a fronteggiare
l’ansia di come gestire l’ingresso nella
scuola del proprio figlio/a . Per gli
addetti ai lavori la multiformità delle
situazioni è ormai un fatto assodato,
nelle classi è presente una varietà tale
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Argomenti • Inserim
ento scolastico e adozione
Spunti di riflessioneda parte
di “un’addetta ai lavori”
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Argomenti • Inserim
ento scolastico e adozione
di bambini che si manifesta, nel
modo più evidente, nella diversità
dei colori che li contraddistinguo-
no, tuttavia, al di là delle differenze
più o meno palesi, essi hanno in
comune il fatto di essere pur sem-
pre dei bambini, con stesse esigen-
ze di comprensione, affetto e auto-
realizzazione; dice il grande Gianni
Rodari “Voglio che oggi non pianga
nel mondo un solo bambino, che
abbia lo stesso sorriso il bianco, il
moro, il giallino”. A noi spetta il
compito di creare un ambiente
accogliente che permetta ad ognuno
di esprimersi secondo le proprie
inclinazioni, che faccia leva sulla
motivazione attraverso la realizza-
zione di relazioni significative, non
solo tra alunni e insegnanti, ma
anche e soprattutto tra bambini
della stessa classe, per allargarsi
poi ad altri contesti, in modo gra-
duale senza forzature, nel rispetto
dei tempi di ognuno. Questi sono
principi fondamentali della pratica
educativa e didattica che prescindo-
no da ogni specificazione o tipolo-
gia di disagio, e il bambino adotta-
to non ne è immune. La scuola ita-
liana ha ormai fatto propria una
trentennale esperienza di inclusione
della diversità, grazie alla legge 517
del 1977 che ha determinato l’elimi-
nazione delle scuole speciali (gloria
a chi ne ebbe la felice intuizione),
favorendo lo sviluppo di un’ottica
della normalizzazione, che non
trova eguali né in nessun altro
paese né in nessun’ altra istituzione
si occupi di infanzia e adolescenza;
questo è uno dei motivi per cui non
parlerò né ora né mai di un ipoteti-
co bambino adottato, ma di Marco,
Elisa, Juan, Steven, Venice, ecc. e
delle loro classi, in cui trovo bambi-
ni veri, concreti, unici e irripetibili,
che si amano, che litigano, che gio-
cano, che collaborano, che si isola-
no, che non leggono, che sanno
oppure no le tabelline... Nei loro
discorsi ci sono mamme, papà,
nonni, fratelli insegnanti, amici,
istruttori, catechisti, giochi, pro-
grammi TV e quant’altro. Tutto un
mondo che la scuola non può sotto-
valutare: l’ambiente sociale e la
stretta collaborazione da instaurare
con famiglie e altre istituzioni, una
rete di persone e servizi che deve
essere fitta di relazioni significative
e funzionali alla crescita di ogni
bambino. Questo e molto di più si
chiama INTEGRAZIONE SCOLASTI-
CA, un argomento vasto che difficil-
mente può esaurirsi in un solo inter-
vento. Per il momento vorrei porre
l’attenzione sulla seguente riflessione
di Rousseau: “Oserò esporre qui la più
grande, la più importante, la più utile
regola di tutta l’educazione? E’ di non
guadagnare tempo, ma di perderne”
(J.J. Rousseau in Emilio o
Dell’Educazione) perche ritengo lasci
intendere che educare è un po’ anche
osare contro le nostre stesse aspetta-
tive, le quali il più delle volte induco-
no a privilegiare la ricerca di risultati
immediati, trascurando quanto sia
importante dedicare del tempo per
conoscere e ascoltare i nostri
figli/alunni, affinché possano espri-
mersi al meglio, assecondando i loro
propri interessi, potenzialità e aspira-
zioni.
Monica Mattonelli
“La nostra vita ormai ruota
attorno alla scuola. Chiudiamo
la giornata molto stanchi”
Una coppia di genitori adottivi
In quale classe inserire il bambino
appena arrivato, scuola pubblica o
scuola privata, apprendimento della
lingua italiana, socializzazione. Questi
sono gli argomenti che interessano ai
neo genitori adottivi che hanno appena
accolto nel proprio nucleo un bimbo
dell’età di sette, otto o dieci anni.
Guardando le statistiche delle adozioni
internazionali degli ultimi anni si nota
che l’età dei minori entrati in Italia si
sta alzando sempre più. La coppia
deve essere preparata e consapevole
delle difficoltà dell’inserimento scola-
stico di un bambino grande.
Mettiamo subito in chiaro che la
scuola non è il problema primario.
Prima di tutto viene la conoscenza
della nuova famiglia, per questo gli
addetti ai lavori sconsigliano un inse-
rimento immediato. Il bambino deve
prendere confidenza con il suo nuovo
mondo. Poi ci sono i soggetti come
mia figlia che, invece, ha voluto entra-
re in classe a tempo pieno da subito,
forse perché a casa si annoiava essen-
do abituata al vociare dell’istituto e
all’andirivieni di duecento ragazzini.
La scelta della scuola e della classe è
un momento cruciale. I bambini sono
diversi e non esiste una ricetta uguale
per tutti. Noi abbiamo scelto d’inserir-
la due anni indietro per la particolare
storia di nostra figlia. Il primo anno è
stato molto duro perché lei non era
abituata a studiare. Per fortuna ha
incontrato una matura insegnante
d’italiano, madre di quattro figli, che
se l’è presa a cuore e l’ha gratificata
sotto ogni profilo portandola a rag-
giungere una buona conoscenza della
grammatica e della lingua scritta. Al
contrario la maestra di matematica si è
mostrata inesperta e poco attenta. In
terza elementare ha avuto un percorso
diverso dagli altri ragazzini, con sup-
porto di un mediatore culturale che la
seguiva assieme ad una bambina filip-
pina anche lei arrivata da poco. In
quarta e in quinta, invece, ha svolto il
programma ordinario con buoni risul-
tati. A casa è stata molto supportata.
Gli scontri non sono mancati. Alcuni
genitori, a ragione, preferiscono affi-
darsi a tutor esterni per evitare i con-
trasti. Certo è che questi bambini
vanno aiutati e non lasciati a se stes-
si. L’autostima passa anche dal suc-
cesso scolastico.
Infine, quando si tratta di discutere tra
scuola pubblica e scuola privata, di soli-
to propendo per la prima. Riconosco,
però, che la nostra situazione era un po’
privilegiata perché, abitando in centro,
la scuola elementare frequentata da mia
figlia era in qualche modo un “posto
protetto” da genitori attenti al rendimen-
to e alle frequentazioni dei figli e da
insegnati scrupolosi sotto l’aspetto della
sicurezza. Mi rendo conto che se la
nostra abitazione fosse stata in un quar-
tiere dove i bambini sono un po’ lascia-
ti a loro stessi, forse la scuola privata
non l’avrei scartata a priori. Di sicuro i
nostri figli nella scuola pubblica trovano
una maggiore corrispondenza tra ciò
che stanno per diventare e quello che
sono stati perché qui incontrano tutte le
classi sociali, cosa che vedo molto più
difficile in una scuola privata.
“Sono simpatici, ma quanto
sono distratti e turbolenti!”
Consiglio di classe delle medie
Arriviamo alle medie. La disperazione
delle insegnanti è palese. Non riescono
a gestirli. Figurarsi i nostri figli. Già
distratti per loro natura, salgono sul
carro dei bontemponi della classe con
gran leggerezza e divertimento. Nel
nostro caso i primi due anni sono stati
abbastanza buoni. In seconda, mia
figlia era in grado di gestirsi da sola,
anche in matematica, grazie ad un’ec-
cellente insegnante che le trasmetteva
sicurezza ed entusiasmo nelle materie
scientifiche. In terza media la situazio-
ne è drasticamente cambiata: indolen-
26
Argomenti • Inserim
ento scolastico e adozione
Scuola un-due-tre
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Argomenti • Inserim
ento scolastico e adozione
za, bugie, mancanza di costanza sono
stati gli ingredienti dell’intero anno,
salvo recuperare nei mesi cruciali per
avere le sufficienze nel primo quadri-
mestre e un’accettabile presentazione
all’esame finale. Noi non abbiamo mai
mollato, ma è stata molto molto dura in
termini sia di costi per le lezioni priva-
te, sia di tempo dedicato nostro. La dif-
ficoltà delle medie è il rapporto con i
pari. Sono volate parole che rasentava-
no il razzismo da parte di alcuni com-
pagni e le ragazze sono diventate molto
più selettive: se non vesti e non ti atteg-
gi in un certo modo non ti invitiamo. A
ciò si aggiunga la deficienza di alcune
insegnanti che, quando si trattava di
fare i lavori di gruppo, invece di far
ruotare i ragazzi in modo da creare
gruppi omogenei, lasciavano gli aggre-
gati in base alle simpatie. Non c’è dub-
bio che i brocchi finiscono con i broc-
chi e i bravi con i bravi, con effetto
deleterio sugli elementi deboli della
classe.
“La prima superiore
è la prima vera dura prova
per i nostri ragazzi.
Le elementari e le medie
sono scuola dell’obbligo
e passa tutto”
Mamma adottiva
E siamo ai giorni nostri. Ragazzina
intelligente e brillante si è lasciata
sedurre dal richiamo del liceo, come
Ulisse è stato tentato dal richiamo
delle sirene. La sollecitazione è venu-
ta dalle insegnanti delle medie che
hanno, a ragion veduta, visto una
ragazzina intelligente e brillante.
Ma... per avere successo al liceo biso-
gna studiare. Una prima riflessione è
d’obbligo. Eccezioni a parte, i nostri
ragazzi hanno la serenità per affronta-
re scuole impegnative che necessita-
no di almeno tre ore di studio al gior-
no? La risposta di una madre più
esperta di me, con un figlio di 23 anni,
è stata “No”. Loro hanno optato per un
istituto tecnico perché il ragazzo non
era abbastanza sereno per affrontare
studi più impegnativi. Il risultato è
stato l’abbandono scolastico perché il
figlio non si sentiva valorizzato da
quella scuola. Nostra figlia ha espres-
so il desiderio di lasciare il liceo per-
ché ha capito che è un impegno
eccessivo per la sua attuale situazione
personale.
Come si può intendere si va a tenta-
tivi. Non basta il buon senso, ci vuole
anche la collaborazione del ragazzo.
Non solo. A mio avviso sono deter-
minanti gli insegnanti che si incon-
trano. Sarà un caso che mia figlia sia
sempre riuscita meglio nelle materie
con insegnanti validi sotto un profilo
tecnico ma soprattutto umano. Le
carenze della scuola italiana le cono-
sciamo e noi, nei diversi stadi, le
abbiamo toccate con mano. Ora, sic-
come non possiamo costruire una
scuola ideale per i nostri figli dove ci
siano minori rigidità e più qualità
degli addetti ai lavori, possiamo alme-
no parlarne tra di noi. Sarebbe inte-
ressante conoscere altre esperienze,
per questo lascio la mia mail in fondo
a questa pagina. E’ importante condi-
videre per non sentirsi soli e per forni-
re maggiori elementi a chi sta entran-
do in questo mondo solo ora. Fare il
genitore implica un apprendimento
continuo. Non ci sono soluzioni giu-
ste o sbagliate, ci sono cose che fun-
zionano e altre no. Dobbiamo solo
trovare delle alternative, ma mai
demoralizzarci. Credo che sia anche
determinante sedere nei consigli di
classe per contribuire a un’interpreta-
zione dei fatti da un diverso punto di
vista. Mi piace ricordare che molti di
noi già lo fanno.
Mia figlia lascerà il liceo e a settem-
bre inizierà a frequentare una scuola
professionale. Lei sa che non è una
sconfitta. Sta solo cercando la sua
strada. Il ragazzo di cui ho parlato
sopra, dopo due anni di lavoro duro
in un magazzino, ha ripreso la scuo-
la a 17 anni e ha ottenuto il diploma
alberghiero. Adesso è uno chef ad
altissimo livello, molto richiesto ed è
molto soddisfatto della sua profes-
sione.
Roberta Cellore
Possibile che si possa studiare diver-
tendosi? Siamo sicuri che esista una
forma di apprendimento senza “noia e
sudore e fatica”? Le tecniche di memo-
rizzazione e sul metodo di studio, nate
negli anni ottanta e ora rinnovate, dimo-
strano che sì... si può imparare diver-
tendosi. Si può studiare senza noia: da
bambini alle elementari, da adolescenti
alle superiori e anche da adulti alle
prese con l'aggiornamento nel nostro
lavoro.
Quanto vi segnalo può essere di grande
utilità sia per i nostri figli che per noi.
Sappiamo di avere ragazzi e ragazze
dalle grandi potenzialità: ma le loro doti
spesso si infrangono contro una scuola
che non insegna a studiare (e neppure a
leggere). Anzi, fa di peggio: porta a stu-
diare in modo ripetitivo, poco creativo,
noioso e barboso. Bravo chi ne esce
indenne.
Per non dire di noi adulti. Con l'età cre-
diamo di non avere più memoria. Ci
dimentichiamo le cose.
E invece non sappiamo che possiamo
riattivare la memoria e ricordare tutto (o
quasi tutto) sollecitando le aree giuste
del nostro cervello.
Assieme a mia moglie Roberta e a
nostra figlia Stefani ho partecipato a un
corso tenuto da Alberta Cuoghi, esper-
ta di tecniche di memoria e metodo di
studio. Ha lo studio a Torino e organiz-
za corsi a Milano, a Bologna, nella sua
città e dove la chiamano. Così l'ho invi-
tata a farci un corso a Verona, assieme
ad altri amici. Un corso cominciato il
venerdì pomeriggio e che si è concluso
la domenica sera. Un bell'impegno che
ci ha aperto, però, un mondo inesplora-
to: l'imparare nozioni in maniera creati-
va e senza la solita e noiosa ripetizione.
Il metodo si basa su un dato di fatto
scientifico: noi – lo dimostra anche una
recentissima ricerca americana – ricor-
diamo ciò che è associato a un'emozio-
ne. Il segreto è quindi quello di utilizza-
re la parte creativa del nostro cervello,
di mettere in campo le emozioni, di uti-
lizzare le immagini. Ricordiamo ciò che
è esagerato, paradossale, in movimen-
to, che coinvolge tutti i nostri sensi. Di
qui, un metodo di memorizzazione di
vocaboli stranieri, numeri di telefono,
formule matematiche e nomi difficilissi-
mi che fa appello alla parte creativa di
noi stessi. Basta stupide e inutili ripeti-
zioni, che ci annoiano, e invece spazio
alla creatività.
Certo, il metodo richiede un po' di alle-
namento per essere appreso. Ma è
come andare in bicicletta o guidare
l'automobile: devi fare pratica, appren-
dendo una serie di procedure e di abili-
tà, ma una volta addestrati si va in
discesa. Io ho cominciato ad applicare
il metodo allo studio dell'inglese e del
francese; e parole che prima non mi
entravano in testa adesso le ricordo
facilmente.
Alle tecniche di memorizzazione va poi
associato il metodo di studio. Anche
questo è pensato sulla base del funzio-
namento della nostra mente, per non
affaticarla ma anzi per attivare le sue
risorse e capacità.
Il “cocktail” formato da metodo di stu-
dio e tecniche di memorizzazione può
aiutare a risolvere una parte importante
delle problematiche di studio dei nostri
figli. E anche aiutare noi ad apprendere
nuove nozioni, quanto mai indispensa-
bili per il nostro lavoro. Si tratta di tec-
niche, infatti, adatte alla ragazza che va
a scuola come al commerciante o al
manager che debbono aggiornarsi.
Per mettere tutti noi al corrente di que-
ste tecniche, abbiamo invitato Alberta
Cuoghi al convegno della nostra asso-
ciazione, a settembre, a Trevi. In un paio
d'ore, in modo divertente e coinvolgen-
doci direttamente, ci dimostrerà che un
diverso modo di studiare è possibile.
L'incontro è mirato ai referenti regiona-
li, ai genitori adottivi e anche ai ragazzi
che vogliono avvicinarsi a questo diffe-
rente approccio alla scuola e allo stu-
dio. E' il primo passo per quel “proget-
to istruzione” che la nostra associazio-
ne vuole realizzare, con una serie di ini-
ziative mirate a favorire il post-adozio-
ne. Sappiamo, infatti, quanti problemi e
quanti “conflitti” siano provocati dai
problemi scolastici dei nostri figli.
Vogliamo, così, affrontare in modo
creativo e con una diversa prospettiva
un nodo ineludibile per il loro inseri-
mento sociale e culturale.
Maurizio [email protected]
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Argomenti • Inserim
ento scolastico e adozione
Studiare…che divertimento
C'è un metodo per imparareche è utile ai nostri figli... e a noi
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Argomenti • Educazione affettiva-sessualeChe cosa è il Teen Star
e Il corpo raccontaSi tratta di due iniziative che si svol-
gono in tutta Italia nel corso dell’anno
scolastico e che verranno presentate
al prossimo Convegno dalla dott.ssa
Donatella Mansi e dalla scrivente.
Il TeenSTAR è un programma di edu-
cazione affettiva e sessuale introdotto
negli USA nel 1980 dalla dr.ssa Hanna
Klaus.
È attualmente diffuso in 40 nazioni tra
le quali spicca il Cile dove, grazie
all’instancabile attività della dott.ssa
Pilar Vigil, docente all’Università
Cattolica del Cile, è ormai applicato in
tantissimi istituti scolastici. La
Dott.ssa Pilar Vigil tiene anche corsi
per formatori in Italia.
Il programma, rivolto ad adolescenti e
a giovani adulti, prevede un ciclo di
16 incontri (settimanali o quindicinali,
nel corso dell’anno scolastico) duran-
te i quali, attraverso colloqui indivi-
duali, questionari, lavori in classe,
curricula adeguati alle diverse tappe
dell’età evolutiva, i formatori aiutano i
ragazzi a scoprire le implicazioni fisi-
che, emozionali, psicologiche, intel-
lettuali e sociali che caratterizzano la
sessualità.
L’obiettivo è aiutarli a prendere
coscienza della propria identità, sco-
prendo il valore e la bellezza di una
sessualità intesa come scoperta e
futuro dono di sé.
L’adolescenza produce una tempora-
nea “sordità” agli insegnamenti degli
adulti, i giovani per costruire la pro-
pria identità devono prendere la
distanza dall’“identità genitoriale”, ma
per prendere decisioni, fare delle sco-
perte e trarne le conclusioni hanno
bisogno di conoscere l’orizzonte dei
propri comportamenti. Scoprire come
siamo fatti, sperimentare i messaggi
del proprio corpo li aiuta a compren-
dere meglio la sessualità. La consa-
pevolezza delle proprie potenzialità
permette loro di decidere in modo
libero e responsabile circa i compor-
tamenti da assumere nei rapporti
interpersonali.
I genitori sono i primi principali edu-
catori e modelli a cui i figli guardano e
fanno riferimento, ma spesso di fronte
a figli adolescenti ci si sente disorien-
tati nell’affrontare il difficile compito
educativo. Consapevole di ciò il pro-
gramma è orientato ad aiutarli e a ren-
derli protagonisti, fornendo loro stru-
menti adeguati per un dialogo non
sempre facile e scontato su questi
argomenti.
IL CORPO RACCONTA è un corso
rivolto ad un target ben delimitato, si
rivolge a piccoli gruppi di ragazzine di
11-12 anni (1° - 2° media) che
vivranno questa esperienza insieme
alle loro mamme.
Gli incontri previsti sono due, in
genere il sabato pomeriggio. La pre-
senza delle mamme è uno dei punti di
forza di questa iniziativa perché favo-
risce un’alleanza su questi temi deli-
cati, permette la ripresa del lavoro
svolto attraverso il ricordo di un
momento unico vissuto insieme,
anche grazie al quadernone con le
schede che viene offerto ad ogni par-
tecipante.
Le due iniziative sono diverse nella
forma e questo verrà incontro alle
diverse necessità, ma condividono
totalmente scopo e significati.
Carla Bolletta Schiavello
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Brevi
Devolvi all’Associazioneil 5 per mille Anche quest’anno la legge finanziaria prevede la possibilità di destinare il 5 per mille delle tue imposte all’Associazione Famiglie
Adottive pro ICYC Onlus, in quanto organizzazione non lucrativa di utilità sociale, iscritta nella lista dell’Agenzia delle Entrate.
Devi solo firmare all’interno dei moduli CUD, 730 e UNICO nella sezione “Sostegno alle organizzazioni non lucrative di utilità socia-
le….” e scrivere il codice fiscale
dell’Associazione Famiglie Adottive Pro ICYC Onlus 97181810587Aiutaci a diffondere l’iniziativa tra i tuoi amici e contatti; i proventi del 5 per mille sono molto importanti per l’attività
dell’Associazione a favore dei bambini abbandonati o in difficoltà. Un piccolo gesto per una grande opera!
Nuovoreferente estero
È una signora la nuova rappresentante del nostro Ente in Cile, il suo nome è
Paz Luzzi di chiare origini italiane, il papà era umbro, ed ha sostituito l’avvo-
cato Gianni Casoni.
Insegnante di storia e interprete, parla perfettamente l’italiano. Vive a Santiago
e accompagnerà le coppie durante tutto l’iter burocratico, sarà un punto di
riferimento giornaliero per genitori e figli.
Le diamo il benvenuto nella grande famiglia della Pro ICYC.
Librosu PadreAlceste Nei primi giorni di marzo abbiamo dato il via alla
stesura del nuovo libro dedicato alla figura e
all’opera di Padre Alceste, e a ciò che egli ha
significato per noi.
Francesco Schiavello, a cui dobbiamo l’idea del
libro, ha raccolto in questi anni testimonianze,
ricordi e anedotti da famiglie che lo hanno cono-
sciuto. Questo materiale è stato messo a dispo-
sizione della giornalista Dott.ssa Lucia
Bellaspiga alla quale è stato conferito l’incarico
di scrivere il libro.
Terremoto e solidarietàLa somma di 5.000 euro raccolta dalla nostra
Associazione dopo il terremoto in Cile sarà devolu-
ta, come indicato dal Sename, all'Istituto Protectora
de la Infancia che si trova a Talcahuano vicino a
Concepcion e che ha riportato ingenti danni.
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BreviPer associarsiVersare l’importo di euro 35,00 aAssociazione Famiglie Adottive pro Icyc Onluscc postale 17179045 Causale: Quota associativa anno 2010
Per contributi all’AssociazioneAssociazione Famiglie Adottive pro Icyc Onlus cc postale n. 17179045IBAN: IT76G0760103200000017179045Associazione Famiglie Adottive pro Icyc Onlus cc n. 35459IBAN: IT18P0832703202000000035459Banca di Credito Cooperativo di Roma Ag. 2 Via Casilina, 1888/L-00132 Roma
BCCCREDITO COOPERATIVO Roma
“Semplicemente M”pubblicato in CileL’Associazione si è fatta carico della traduzione in spagnolo del libro
“Semplicemente M” di Marcello Rocchi, che verrà presentato in Cile a novem-
bre per la ricorrenza dei 40 anni dell’istituto Villa Padre Alceste Piergiovanni.
Per questa importante celebrazione l’Associazione ha commissionato alla
Pontificia Fonderia Marinelli di Agnone una targa a ricordo.
Un Calendarioper QuintaUna lodevole iniziativa da parte di un gruppo di fotografi italiani non professio-
nisti (not) Ony Words http://www.flickr.com/groups/1036370@N23/
ha portato alla nascita di un calendario, il ricavato della cui vendita è stato dona-
to all’Iistituto di Quinta. Con la somma raccolta si è potuto riparare il tetto del
Parvulo danneggiato da un incendio. A questi nostri amici, oltre al ringrazia-
mento della Fondazione ICYC, va anche la nostra gratitudine e stima.
RingraziamentiSi ringraziano per il generoso contributo
Di Passa Alessandro, Segretario Regionale
FLAEI CISL LAZIO
DB Line Srl
Centro Missionario di Tuscania
Banca di Credito Cooperativo di Roma
Le Comunità di Satriano (CZ) e Candela (FG)
Tutti i soci e simpatizzanti
Si ringrazia inoltre la Compagnia delle Opere
per aver gentilmente messo a disposizione
dell’Associazione la sede di Bologna.
Lombardia Roberto Zanolini 335/327078Francesco Schiavello 027610436Vito Fucilli 333/9456633Loredana Caldiero 339/2159267Domenico Ramunno 339/5090285
Piemonte Francesco Capezio 3355272243
0117410596
Liguria Proto Marilena 010/5220178
Veneto Maurizio Corte 339/1188733Michele Benassuti 045/6305145Daniela De Fortuna 3384318731Maurizio Lugato 3381817825
Emilia Romagna Romana Zavatta 0541 /656285Anna Del Prete 348/0311198
Marche Luciano Bertuccioli 0721/282056Renzino Saccomandi 0721/282166Michele D’Anna 335/7657437
Toscana Caterina Spezzigu 335/8410913& Sardegna Carlo Carraresi 338/2371883
Abruzzo Annamaria Esposito 0861841151
Lazio Anna Sorci 338/4266556Dolores Ferrari 349/0639770Paola Cutaia 338/9795049
Umbria Enrico Paucchi 333/9831127
Campania Giuseppe La Sala 338/9047194
Calabria Giovanna Musicò 338/3683014Rocco Mamone 338/5210326
Referenti dell’Associazione nelle varie Regioni italianeLa nostra Associazione è diventata una realtà molto importante su tutto il territorio nazionale. Sono molte le coppie che si rivolgono a noi per avere informa-zioni, consigli e sostegno nel loro percorso, prima e dopo l’adozione. Per facilitare colloqui e incontri abbiamo pensato di indicare dei referentidell’Associazione, residenti nelle diverse Regioni.