Non disperdere l’energia positiva - Vatican News · Non disperdere l’energia positiva generata...

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Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00 L’OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt Anno CLX n. 140 (48.464) Città del Vaticano domenica 21 giugno 2020 . y(7HA3J1*QSSKKM( +"!"!]!$!=! Il grazie del Papa a medici e infermieri che sono stati silenziosi artigiani della cultura della prossimità e della tenerezza Non disperdere l’energia positiva generata durante la pandemia «Adesso, è il momento di fare tesoro di tutta» l’«energia positiva che è stata investita» per fronteggiare la pandemia. L’accorata raccomanda- zione del Papa è riecheggiata sabato 20 giugno nella Sala Clementina del Palazzo apostolico vaticano, dove si è svolo l’incontro con i rappresen- tanti delle zone italiane maggior- mente colpite dal covid-19: il presi- dente della Regione Lombardia, l’ar- civescovo di Milano, i vescovi di Bergamo, Brescia, Cremona, Crema e Lodi, medici, infermieri, operatori sanitari e della protezione civile, al- pini, sacerdoti e persone consacrate. Con la folta delegazione lombarda erano anche una rappresentanza di Vo’ Euganeo — “zona rossa” in terri- torio veneto ed esponenti dell’ospedale romano Spallanzani, in prima linea nella lotta al coronavi- rus. Arricchendo il testo preparato con numerose aggiunte a braccio, Francesco ha elogiato in particolare il lavoro dei sanitari nelle corsie dei nosocomi, definendo queste donne e questi uomini «silenziosi artigiani della cultura della prossimità e della tenerezza», testimoniata «anche nel- le piccole cose: nelle carezze..., con il telefonino, collegare quell’anziano che stava per morire con il figlio, con la figlia per congedarli, per ve- derli l’ultima volta; piccoli gesti di creatività di amore». In una situa- zione di grande prova, anche se esausti, essi hanno continuato a im- pegnarsi con professionalità e abne- gazione. E questo, ha commentato, genera speranza Intanto, proseguendo un’azione caritativa già attivata in circostanze simili, il Pontefice ha donato due re- spiratori all’Ecuador. Lo ha reso no- to — si legge sul sito della Conferen- za episcopale nazionale — l’amba- sciata del Paese sudamericano presso la Santa Sede: il rappresentante di- plomatico José Luis Álvarez Palacio «ha informato la nunziatura aposto- lica che i dispositivi hanno già la- sciato il Vaticano e arriveranno nei prossimi giorni» in una terra strema- ta dal contagio. Secondo dati diffusi dal ministero della Salute, infatti, i positivi sono 47.322, mentre le vitti- me ammontano a 3.929. PAGINA 8 Intervista a Bernice Albertine King Il Papa e mio padre uniti dallo stesso sogno di ALESSANDRO GISOTTI L a comunità afro-americana ha celebrato, ieri, il Juneteenth, giorno che ricorda la fine della schiavitù proclamata il 19 giu- gno (June Nineteenth) del 1865 quando i soldati dell’Unione arri- varono a Galveston in Texas e de- cretarono la fine della Guerra civi- le. Tale ricorrenza, che per milioni di neri d’America è riconosciuto come il Freedom Day , è stata vissuta quest’anno in un clima particolare dovuto alle proteste innescate dalla barbara uccisione dell’afro-america- no George Floyd da parte di un agente di polizia. Sull’impegno per l’eguaglianza, la cultura della pace e il valore della nonviolenza, «L’Osservatore Romano» e Vatican News hanno intervistato Bernice Albertine King, figlia di Martin Luther King jr. Appassionata atti- vista per i diritti umani come suo padre e presidente del King Center di Atlanta, Bernice Albertine vede una grande sintonia tra suo padre e Papa Francesco da lei incontrato due volte in Vaticano nel corso del 2018. Non solo gli Stati Uniti, tutto il mondo è rimasto sconvolto per la morte di George Floyd. Pensa che questa volta quel cambiamento che, dopo tante morti di afro-americani avrebbe già dovuto esserci, possa fi- nalmente avvenire? Penso che il mondo fosse già sufficientemente in tensione a cau- sa della pandemia del covid-19 e così il video che ha mostrato come George Floyd sia stato assassinato in quella maniera così cinica e cru- dele sia diventato una vera accusa al vetriolo all’America e al mondo. In milioni sembrano aver realizza- to, in tutto il mondo — come dice- va mio padre — che ci troviamo di fronte alla feroce urgenza del- l’“adesso”. Le forze dell’ordine, or- ganizzazioni e associazioni di ma- trice religiosa si rivolgono ai leader neri chiedendo una risposta alla domanda “Cosa devo fare per esse- re salvato?”. Alcune associazioni forniscono risorse incredibili a quelle organizzazioni la cui attività è incentrata sulla giustizia sociale e sull’uguaglianza delle razze. Altre organizzazioni si stanno chiedendo come creare un clima culturale che porti a una vera eguaglianza raz- ziale, dal livello dirigenziale alle aziende che favoriscono il lavoro delle minoranze. Molti reparti delle forze dell’ordine stanno riesami- nando le loro politiche; alcune di loro hanno già iniziato a ripensare il modo in cui si può e si deve svolgere l’impegno nelle comunità, al di là dell’attività di polizia, e comprendendo la preoccupazione per i servizi sociali. Credo che que- sta volta le reazioni e le risposte sa- ranno più ampie e più appassiona- te, e ci saranno moltissimi bianchi, più che mai rispetto a prima, che si uniranno alle proteste. Se saremo sempre più uniti e concentreremo la nostra attenzione su obiettivi strategici, sicuramente riusciremo ad essere più efficaci per la causa della giustizia. Al di là del razzismo “evidente” che si riconosce in situazioni tragiche come questa, c’è un’altra forma di “razzi- smo che non fa notizia”: il razzismo al lavoro, nell’istruzione, nelle condi- zioni di vita. Negli Stati Uniti, il co- vid-19 ha colpito la comunità afro- americana molto più che la comunità L’incontro con Papa Francesco il 12 marzo 2018 CONTINUA A PAGINA 3 NOSTRE INFORMAZIONI Il Santo Padre ha ricevuto in udienza nel pomeriggio di venerdì 19 l’Eminentissimo Cardinale Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza l’Eminentissimo Cardinale Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione per i Vescovi. Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza le Loro Eccellenze i Signori: George Umo Godwin, Ambasciatore di Nigeria, in visita di congedo; — George Sibi, Ambascia- tore di India, in visita di congedo. Provvista di Chiesa Il Santo Padre ha nomi- nato Vescovo di Copiapó (Cile) il Reverendo Padre Ri- cardo Basilio Morales Galin- do, O. de M., già Ammini- stratore Apostolico «sede va- cante et ad nutum Sanctae Sedis» dell’Arcidiocesi di Puerto Montt. Nomina di Vescovo Ausiliare Il Santo Padre ha nomina- to Vescovo Ausiliare della Arcidiocesi di Santo Domin- go (Repubblica Dominicana) il Reverendo José Amable Durán Tineo, del clero dell’Arcidiocesi di Santiago de los Caballeros, finora Ret- tore del Seminario Nazionale «Santo Tomás de Aquino» a Santo Domingo, assegnando- gli il titolo vescovile di Tacia Montana. Nei rifugiati e negli sfollati è presente Gesù ricorda il Santo Padre in un tweet Il virus minaccia i campi profughi GINEVRA, 20. «Nei profughi e negli sfollati è presente Gesù, costretto, come ai tempi di Erode, a fuggire per salvarsi. Nei loro volti siamo chiamati a riconoscere il volto di Cristo che ci interpella. E allora sa- remo noi a ringraziarlo per averlo potuto amare e servire». Lo ha ricor- dato Papa Francesco sull’account twitter @Pontifex questa mattina in occasione della Giornata mondiale del rifugiato, rilanciando l’hashtag #WorldRefugeeDay. Si tratta di un momento storico segnato da una crisi globale dram- matica, in cui non solo si registra un aumento significativo di persone co- strette a fuggire dalle proprie case, ma si assiste a un mondo in piena lotta contro una pandemia senza precedenti. In questo contesto, l’O r- ganizzazione mondiale della sanità (Oms) «è profondamente preoccu- pata per il pericolo, reale ed attuale, che il covid-19 si possa diffondere in modo vasto nei campi per rifugiati». Lo ha affermato il direttore generale direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, nel consueto briefing sul coronavirus, che ieri ha avuto tra gli ospiti l’Alto commissa- rio delle Nazioni Unite per i rifugia- ti (Unhcr), Filippo Grandi, in vista della giornata di oggi. Il direttore dell’agenzia Onu ha ricordato che «il World Refugee Day è un momento importante per evidenziare i rischi legati a covid-19 per alcune delle persone più vulne- rabili». I rifugiati — ha spiegato — «sono particolarmente a rischio per- ché spesso hanno un accesso limita- to ad acqua, igiene e salute, alimen- tazione e servizi adeguati di riparo». Ghebreyesus ha evidenziato che «mentre la pandemia di covid-19 ac- celera, sono proprio le persone più vulnerabili a soffrire di più. Tutti i Paesi, ricchi e poveri, hanno popola- zioni vulnerabili a un rischio mag- giore di malattie gravi e morte. E ol- tre alla minaccia alla salute rappre- sentata dal virus, il covid-19 espone molti rifugiati a difficoltà ancora più gravi». «Con la solidarietà e la coo- perazione, supereremo la pandemia e saremo preparati meglio alle crisi del futuro», ha concluso Ghebreye- sus . In occasione della Giornata mon- diale del rifugiato anche l’Unicef ha lanciato un appello, chiedendo più garanzie per la protezione e l’inclu- sione di famiglie, bambini e adole- scenti rifugiati, richiedenti asilo e migranti. L’Unicef ha annoverato tra tra i gruppi più vulnerabili e più esposti ai rischi della recente pande- mia da covid-19, coloro che scappa- no da persecuzioni e conflitti e colo- ro che rimangono fuori dal sistema di accoglienza. Lo scarso accesso ai servizi e la mancanza di reti di sup- porto — evidenzia l’organizzazione delle Nazioni Unite — può causare importanti ripercussioni sulla salute fisica e mentale. In particolare, nel caso dei genitori, se non adeguata- mente supportati, può risultare an- che in una trasmissione generaziona- le dei traumi subiti. «Il covid-19 ri- schia di ostacolare il rispetto dei di- ritti sanciti dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e di rallentare ulteriormente il rag- giungimento degli Obiettivi di svi- luppo sostenibile, ribaltando anche quei risultati raggiunti nei confronti di tanti bambini e adolescenti in Ita- lia e nel mondo», ha sottolineato Francesco Samengo, Presidente dell’Unicef Italia. Anche il Presidente della Repub- blica italiana, Sergio Mattarella, si è espresso in merito alla preoccupante situazione dei rifugiati. «L’impatto della pandemia — ha detto — aggra- va ancor di più la critica condizione di quanti, a causa di conflitti o per la violazione di diritti fondamentali, sono costretti a fuggire dal proprio Paese. L’Italia mostra continuamente e con senso di responsabilità la sua vicinanza a coloro che affrontano ta- li drammatiche vicende, offrendo ac- coglienza e protezione». «La nostra attiva partecipazione al primo Fo- rum globale dei rifugiati — prosegue — costituisce una concreta testimo- nianza». Almeno 100 milioni di persone so- no state costrette a fuggire dalle pro- prie case negli ultimi dieci anni, in cerca di sicurezza all’interno o al di fuori dei propri Paesi. Lo ha denun- ciato l’Unhcr nel suo rapporto an- nuale «Global Trends» pubblicato ieri. Il numero di persone in fuga è quasi raddoppiato dal 2010 alla fine del 2019 — da 41 milioni a 79,5 milio- ni — e per i rifugiati è divenuto sem- pre più difficoltoso porre fine in tempi rapidi alla propria condizione. A Tulsa per ricordare la fine della schiavitù PAGINA 3 Ripubblicata dalla Lev la «Exsul familia» di Pio XII PAGINA 7 Congregazione delle cause dei santi Promulgazione di decreti PAGINA 7 L’avventura della fede L’epica missione del gesuita Nicolò Mascardi GENEROSO D’AGNESE A PAGINA 6 L’eredità teologica di Herbert McCabe Al passo con i tempi MAURILIO LOVATTI A PAGINA 5 ALLINTERNO PUNTI DI RESISTENZA L’Italia che non molla ENRICA RIERA A PAGINA 5 Nuove invocazioni per le Litanie l a u re t a n e Mater misericordiae, Mater spei e Solacium migrantium: sono le tre nuove invocazioni inserite nelle Litanie lauretane per disposizione del Papa. A comunicarlo è stata la Congregazione per il culto di- vino e la disciplina dei sacramen- ti, con una lettera indirizzata ai presidenti delle Conferenze epi- scopali. Per l’arcivescovo segreta- rio Arthur Roche si tratta di pre- ghiere legate all’attualità della vi- ta: «Rispondono al momento rea- le, un momento che presenta una sfida per la gente», e «sono mol- to importanti per chi sta soffren- do per il covid-19», in particolare per «i migranti che hanno anche lasciato la loro terra». PAGINA 6

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Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00

L’OSSERVATORE ROMANOGIORNALE QUOTIDIANO

Unicuique suum

POLITICO RELIGIOSO

Non praevalebunt

Anno CLX n. 140 (48.464) Città del Vaticano domenica 21 giugno 2020

.

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Il grazie del Papa a medici e infermieri che sono stati silenziosi artigiani della cultura della prossimità e della tenerezza

Non disperdere l’energia positivagenerata durante la pandemia

«Adesso, è il momento di fare tesorodi tutta» l’«energia positiva che èstata investita» per fronteggiare lapandemia. L’accorata raccomanda-zione del Papa è riecheggiata sabato20 giugno nella Sala Clementina delPalazzo apostolico vaticano, dove siè svolo l’incontro con i rappresen-tanti delle zone italiane maggior-mente colpite dal covid-19: il presi-dente della Regione Lombardia, l’ar-civescovo di Milano, i vescovi diBergamo, Brescia, Cremona, Crema

e Lodi, medici, infermieri, operatorisanitari e della protezione civile, al-pini, sacerdoti e persone consacrate.Con la folta delegazione lombardaerano anche una rappresentanza diVo ’ Euganeo — “zona rossa” in terri-

torio veneto — ed esponentidell’ospedale romano Spallanzani, inprima linea nella lotta al coronavi-rus. Arricchendo il testo preparatocon numerose aggiunte a braccio,Francesco ha elogiato in particolare

il lavoro dei sanitari nelle corsie deinosocomi, definendo queste donne equesti uomini «silenziosi artigianidella cultura della prossimità e dellatenerezza», testimoniata «anche nel-le piccole cose: nelle carezze..., conil telefonino, collegare quell’anzianoche stava per morire con il figlio,con la figlia per congedarli, per ve-derli l’ultima volta; piccoli gesti dicreatività di amore». In una situa-zione di grande prova, anche seesausti, essi hanno continuato a im-pegnarsi con professionalità e abne-gazione. E questo, ha commentato,genera speranza

Intanto, proseguendo un’azionecaritativa già attivata in circostanzesimili, il Pontefice ha donato due re-spiratori all’Ecuador. Lo ha reso no-to — si legge sul sito della Conferen-za episcopale nazionale — l’amba-sciata del Paese sudamericano pressola Santa Sede: il rappresentante di-plomatico José Luis Álvarez Palacio«ha informato la nunziatura aposto-lica che i dispositivi hanno già la-sciato il Vaticano e arriveranno neiprossimi giorni» in una terra strema-ta dal contagio. Secondo dati diffusidal ministero della Salute, infatti, ipositivi sono 47.322, mentre le vitti-me ammontano a 3.929.

PAGINA 8

Intervista a Bernice Albertine King

Il Papa e mio padreuniti dallo stesso sogno

di ALESSANDRO GISOTTI

La comunità afro-americana hacelebrato, ieri, il Juneteenth,giorno che ricorda la fine

della schiavitù proclamata il 19 giu-gno (June Nineteenth) del 1865quando i soldati dell’Unione arri-varono a Galveston in Texas e de-cretarono la fine della Guerra civi-le. Tale ricorrenza, che per milionidi neri d’America è riconosciutocome il Freedom Day, è stata vissutaquest’anno in un clima particolaredovuto alle proteste innescate dallabarbara uccisione dell’a f ro - a m e r i c a -no George Floyd da parte di unagente di polizia. Sull’impegno perl’eguaglianza, la cultura della pacee il valore della nonviolenza,«L’Osservatore Romano» e Va t i c a nNews hanno intervistato BerniceAlbertine King, figlia di MartinLuther King jr. Appassionata atti-vista per i diritti umani come suopadre e presidente del King Centerdi Atlanta, Bernice Albertine vedeuna grande sintonia tra suo padree Papa Francesco da lei incontratodue volte in Vaticano nel corso del2018.

Non solo gli Stati Uniti, tutto ilmondo è rimasto sconvolto per lamorte di George Floyd. Pensa chequesta volta quel cambiamento che,dopo tante morti di afro-americaniavrebbe già dovuto esserci, possa fi-nalmente avvenire?

Penso che il mondo fosse giàsufficientemente in tensione a cau-sa della pandemia del covid-19 ecosì il video che ha mostrato comeGeorge Floyd sia stato assassinatoin quella maniera così cinica e cru-dele sia diventato una vera accusaal vetriolo all’America e al mondo.In milioni sembrano aver realizza-to, in tutto il mondo — come dice-va mio padre — che ci troviamo difronte alla feroce urgenza del-l’“adesso”. Le forze dell’ordine, or-ganizzazioni e associazioni di ma-trice religiosa si rivolgono ai leaderneri chiedendo una risposta alladomanda “Cosa devo fare per esse-re salvato?”. Alcune associazioniforniscono risorse incredibili aquelle organizzazioni la cui attivitàè incentrata sulla giustizia sociale esull’uguaglianza delle razze. Altreorganizzazioni si stanno chiedendocome creare un clima culturale cheporti a una vera eguaglianza raz-ziale, dal livello dirigenziale alleaziende che favoriscono il lavorodelle minoranze. Molti reparti delleforze dell’ordine stanno riesami-nando le loro politiche; alcune diloro hanno già iniziato a ripensareil modo in cui si può e si devesvolgere l’impegno nelle comunità,al di là dell’attività di polizia, ecomprendendo la preoccupazioneper i servizi sociali. Credo che que-sta volta le reazioni e le risposte sa-ranno più ampie e più appassiona-te, e ci saranno moltissimi bianchi,più che mai rispetto a prima, che siuniranno alle proteste. Se saremosempre più uniti e concentreremola nostra attenzione su obiettivi

strategici, sicuramente riusciremoad essere più efficaci per la causadella giustizia.

Al di là del razzismo “evidente” che siriconosce in situazioni tragiche comequesta, c’è un’altra forma di “ra z z i -smo che non fa notizia”: il razzismoal lavoro, nell’istruzione, nelle condi-zioni di vita. Negli Stati Uniti, il co-vid-19 ha colpito la comunità afro-americana molto più che la comunità

L’incontro con Papa Francesco il 12 marzo 2018

CO N T I N UA A PA G I N A 3

NOSTREINFORMAZIONI

Il Santo Padre ha ricevuto inudienza nel pomeriggio divenerdì 19 l’EminentissimoCardinale Angelo Becciu,Prefetto della Congregazionedelle Cause dei Santi.

Il Santo Padre ha ricevutoquesta mattina in udienzal’Eminentissimo CardinaleMarc Ouellet, Prefetto dellaCongregazione per i Vescovi.

Il Santo Padre ha ricevutoquesta mattina in udienza leLoro Eccellenze i Signori:

— George Umo Godwin,Ambasciatore di Nigeria, invisita di congedo;

— George Sibi, Ambascia-tore di India, in visita dicongedo.

Provvista di ChiesaIl Santo Padre ha nomi-

nato Vescovo di Copiapó(Cile) il Reverendo Padre Ri-cardo Basilio Morales Galin-do, O. de M., già Ammini-stratore Apostolico «sede va-cante et ad nutum SanctaeSedis» dell’Arcidiocesi diPuerto Montt.

Nominadi Vescovo Ausiliare

Il Santo Padre ha nomina-to Vescovo Ausiliare dellaArcidiocesi di Santo Domin-go (Repubblica Dominicana)il Reverendo José AmableDurán Tineo, del clerodell’Arcidiocesi di Santiagode los Caballeros, finora Ret-tore del Seminario Nazionale«Santo Tomás de Aquino» aSanto Domingo, assegnando-gli il titolo vescovile di TaciaMontana.

Nei rifugiati e negli sfollati è presente Gesù ricorda il Santo Padre in un tweet

Il virus minaccia i campi profughiGINEVRA, 20. «Nei profughi e neglisfollati è presente Gesù, costretto,come ai tempi di Erode, a fuggireper salvarsi. Nei loro volti siamochiamati a riconoscere il volto diCristo che ci interpella. E allora sa-remo noi a ringraziarlo per averlopotuto amare e servire». Lo ha ricor-dato Papa Francesco sull’accounttwitter @Pontifex questa mattina inoccasione della Giornata mondialedel rifugiato, rilanciando l’hashtag#WorldRefugeeD ay.

Si tratta di un momento storicosegnato da una crisi globale dram-matica, in cui non solo si registra unaumento significativo di persone co-strette a fuggire dalle proprie case,ma si assiste a un mondo in pienalotta contro una pandemia senzaprecedenti. In questo contesto, l’O r-ganizzazione mondiale della sanità(Oms) «è profondamente preoccu-pata per il pericolo, reale ed attuale,che il covid-19 si possa diffondere inmodo vasto nei campi per rifugiati».Lo ha affermato il direttore generaledirettore generale dell’Oms, TedrosAdhanom Ghebreyesus, nel consuetobriefing sul coronavirus, che ieri haavuto tra gli ospiti l’Alto commissa-rio delle Nazioni Unite per i rifugia-ti (Unhcr), Filippo Grandi, in vistadella giornata di oggi.

Il direttore dell’agenzia Onu haricordato che «il World RefugeeDay è un momento importante perevidenziare i rischi legati a covid-19per alcune delle persone più vulne-rabili». I rifugiati — ha spiegato —«sono particolarmente a rischio per-ché spesso hanno un accesso limita-to ad acqua, igiene e salute, alimen-tazione e servizi adeguati di riparo».

Ghebreyesus ha evidenziato che«mentre la pandemia di covid-19 ac-celera, sono proprio le persone piùvulnerabili a soffrire di più. Tutti iPaesi, ricchi e poveri, hanno popola-zioni vulnerabili a un rischio mag-giore di malattie gravi e morte. E ol-tre alla minaccia alla salute rappre-sentata dal virus, il covid-19 esponemolti rifugiati a difficoltà ancora piùgravi». «Con la solidarietà e la coo-perazione, supereremo la pandemiae saremo preparati meglio alle crisidel futuro», ha concluso Ghebreye-sus .

In occasione della Giornata mon-diale del rifugiato anche l’Unicef halanciato un appello, chiedendo più

garanzie per la protezione e l’inclu-sione di famiglie, bambini e adole-scenti rifugiati, richiedenti asilo emigranti. L’Unicef ha annoverato tratra i gruppi più vulnerabili e piùesposti ai rischi della recente pande-mia da covid-19, coloro che scappa-no da persecuzioni e conflitti e colo-ro che rimangono fuori dal sistemadi accoglienza. Lo scarso accesso aiservizi e la mancanza di reti di sup-porto — evidenzia l’o rg a n i z z a z i o n edelle Nazioni Unite — può causareimportanti ripercussioni sulla salutefisica e mentale. In particolare, nelcaso dei genitori, se non adeguata-mente supportati, può risultare an-che in una trasmissione generaziona-le dei traumi subiti. «Il covid-19 ri-schia di ostacolare il rispetto dei di-ritti sanciti dalla Convenzione suidiritti dell’infanzia e dell’adolescenzae di rallentare ulteriormente il rag-giungimento degli Obiettivi di svi-luppo sostenibile, ribaltando anchequei risultati raggiunti nei confrontidi tanti bambini e adolescenti in Ita-lia e nel mondo», ha sottolineatoFrancesco Samengo, Presidentedell’Unicef Italia.

Anche il Presidente della Repub-blica italiana, Sergio Mattarella, si èespresso in merito alla preoccupantesituazione dei rifugiati. «L’impattodella pandemia — ha detto — aggra-va ancor di più la critica condizionedi quanti, a causa di conflitti o perla violazione di diritti fondamentali,sono costretti a fuggire dal proprioPaese. L’Italia mostra continuamentee con senso di responsabilità la suavicinanza a coloro che affrontano ta-li drammatiche vicende, offrendo ac-coglienza e protezione». «La nostraattiva partecipazione al primo Fo-rum globale dei rifugiati — p ro s e g u e— costituisce una concreta testimo-nianza».

Almeno 100 milioni di persone so-no state costrette a fuggire dalle pro-prie case negli ultimi dieci anni, incerca di sicurezza all’interno o al difuori dei propri Paesi. Lo ha denun-ciato l’Unhcr nel suo rapporto an-nuale «Global Trends» pubblicatoieri. Il numero di persone in fuga èquasi raddoppiato dal 2010 alla finedel 2019 — da 41 milioni a 79,5 milio-ni — e per i rifugiati è divenuto sem-pre più difficoltoso porre fine intempi rapidi alla propria condizione.

A Tulsa per ricordarela fine della schiavitù

PAGINA 3

Ripubblicata dalla Levla «Exsul familia»di Pio XII

PAGINA 7

Congregazione delle cause dei santi

P ro m u l g a z i o n edi decreti

PAGINA 7

L’avventura della fede

L’epica missionedel gesuitaNicolò Mascardi

GENEROSO D’AGNESE A PA G I N A 6

L’eredità teologicadi Herbert McCabe

Al passo con i tempiMAU R I L I O LO VAT T I A PA G I N A 5

ALL’INTERNO

PUNTI DI RESISTENZA

L’Italiache non molla

ENRICA RIERA A PA G I N A 5

Nuove invocazioniper le Litanie

l a u re t a n e

Mater misericordiae, Mater spei eSolacium migrantium: sono le trenuove invocazioni inserite nelleLitanie lauretane per disposizionedel Papa. A comunicarlo è statala Congregazione per il culto di-vino e la disciplina dei sacramen-ti, con una lettera indirizzata aipresidenti delle Conferenze epi-scopali. Per l’arcivescovo segreta-rio Arthur Roche si tratta di pre-ghiere legate all’attualità della vi-ta: «Rispondono al momento rea-le, un momento che presenta unasfida per la gente», e «sono mol-to importanti per chi sta soffren-do per il covid-19», in particolareper «i migranti che hanno anchelasciato la loro terra».

PAGINA 6

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 2 domenica 21 giugno 2020

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Permangono forti divisioni in Europa

Negoziato ancora lungoper il Recovery fund

Ancora scontri per i piani di annessione di Israele

Tensioni nei Territoripalestinesi

BRUXELLES, 20. Con il vertice di ieridel Consiglio europeo, il negoziatosul Recovery fund è ufficialmentepartito. L’obiettivo è chiudere entroluglio, ma gli ostacoli sono tanti.

Per molte Nazioni — Italia com-presa — è inaccettabile scendere al disotto della proposta della Commis-sione, mentre per i Paesi del Nordinaccettabili sono le sovvenzioni, eper quelli del gruppo di Visegrad ilsistema di distribuzione.

E tutti i critici mettono in discus-sione anche l’ammontare complessi-vo, cioè quei 750 miliardi di euro checomportano un aumento consistentedi risorse proprie, da coprire connuove tasse comuni a cui nessuno sivuole vincolare. Fondi che comun-que arriveranno non prima del 2021.

Come minimo servirà un altro ver-tice europeo, a metà luglio, per cer-care di raggiungere un compromes-so. Il presidente del Consiglio euro-peo, Charles Michel, ha invitato anon sottovalutare le difficoltà. Ma aluglio ci sarà anche un’altra fortespinta all’accordo: la Germania saràpresidente di turno dell’Ue e il can-celliere tedesco Merkel ha già dettoche vuole un’intesa veloce.

Assieme Christine Lagarde, presi-dente della Bce, Michel ha cercatodi dare il senso dell’urgenza a tuttigli altri leader europei, parlando di«conseguenze molto dure della cri-si», e di mercati, per ora calmi, inattesa delle necessarie decisioni distimolo all’economia. Ora tocca aMichel costruire il negoziato, ag-giungendo dettagli alla propostadella Commissione sul Recoveryfund e sul bilancio 2021-2027.

Secondo i diplomatici, un nego-ziato aperto su tutti gli aspetti do-vrebbe rendere più semplice aggiu-stare le poste per accontentare tutti.Non devono quindi spaventare le ri-gidità dei vari gruppi, ribadite confermezza nel vertice di ieri. I nordici(Paesi Bassi, Danimarca, Austria eSvezia) continuano a dirsi favorevolialla solidarietà con i più colpiti, macontrari alla condivisione dei debiti,alle sovvenzioni a fondo perduto, evogliono un legame molto stretto trariforme e aiuti sotto forma di presti-ti. «Vogliamo aiutare, ma gli altridevono aiutare loro stessi mettendola loro casa in ordine», ha sintetizza-to il premier olandese, Mark Rutte,che durante il vertice ha espresso ap-prezzamento per il piano italiano diriforme. «Un piano che consentanon di ripristinare la situazione pre-covid-19 ma di migliorare il livello diproduttività e di crescita economi-ca», ha assicurato Giuseppe Conte.

I Visegrad (Ungheria, RepubblicaCeca, Polonia e Slovacchia) conti-

nuano invece a sentirsi poco consi-derati dalla proposta della Commis-sione, e, quindi, chiedono che sicambi il criterio di distribuzione deifondi, perché la disoccupazione de-gli ultimi 5 anni non è un parametroche aiuta davvero chi è stato più col-pito dalla crisi, che risale soltantoagli ultimi mesi. Ma il gruppo nonha fatto muro, anzi, si è dimostratodialogante e disposto al compromes-so. Purché, ha sottolineato il premierpolacco, Mateusz Morawiecki, si ab-bandoni l’idea di aumentare la tassasulle emissioni per “fare cassa” e au-mentare le risorse proprie.

La trattativa in mano a Michel,insomma, non è impossibile, perchétutti hanno qualcosa da guadagnarecon un accordo rapido. Inoltre, seda luglio qualcuno comincerà a chie-dere anche i fondi del Mes, il nego-ziato potrebbe persino diventare piùsemplice, perché l’Europa avrebbedimostrato che la prima linea di di-fesa funziona, ed ora è tempo di co-struire la seconda.

In Italia, intanto, diminuisconocontagi e decessi, aumenta comples-sivamente il numero delle personeguarite, ma i numeri continuano adallarmare. Il Veneto ha superato lasoglia dei 2.000 morti per covid-19 eil Lazio sottrae alla Lombardia il“primato” nel tasso di contagio.La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen (Epa)

TEL AV I V, 20. Incidenti sono avve-nuti ieri nei Territori palestinesi,nei pressi di Qalqiliya (Kfar Qad-dum), quando un reparto dell’eser-cito israeliano ha disperso con laforza una manifestazione organiz-zata, al termine delle preghiere delvenerdì, contro i progetti di annes-sione del governo israeliano nelcontesto del piano presentatodall’amministrazione statunitense.

Fonti locali hanno riferitoall’agenzia di stampa palestineseMaan che due persone sono stateferite da proiettili di arma da fuo-co. Altre otto sono state contuse daproiettili rivestiti di gomma e deci-ne di abitanti sono rimasti intossi-cati da gas lacrimogeni. L’e s e rc i t oisraeliano non ha ancora commen-tato l’episodio. Un’altra manifesta-zione contro la annessione israelia-na si è svolta a Gaza, nelle stesseore. Fonti locali riferiscono che vihanno preso parte due dirigenti diHamas, il movimento islamico chedal giugno 2006 detiene l’ammini-strazione della Striscia di Gaza.Hamas ha avvertito Israele che serealizzerà le previste annessioni diparti dei Territori della Palestina,l’ala militare del movimento «nonresterà inerte ma reagirà con lancidi razzi e con attacchi in profondi-tà in territorio israeliano».

Ieri l’ufficio del premier israelia-no Benjamin Netanyahu ha sottoli-neato ancora una volta, in unanota, la sintonia tra il governo el’amministrazione Usa. «Neta-nyahu ha fiducia completa nellecapacità di Jared Kushner (consi-gliere speciale del presidente statu-nitense Donald Trump, ndr) erigetta ogni descrizione contraria.Kushner ha contribuito notevol-mente a promuovere la pace inMedio Oriente». Il piano delleannessioni dovrebbe scattare nellaprima metà di luglio.

Blitzantimafiaa Trapanie Caserta

ROMA, 20. Inflitto un nuovo durocolpo alla rete dei favoreggiatori delboss mafioso latitante Matteo Messi-na Denaro. È in corso dall’alba unblitz della polizia nella Provincia diTrapani e in quella di Caserta. LaSquadra mobile di Trapani, su dele-ga della Direzione distrettuale anti-mafia di Palermo, ha arrestato duepersone ritenute vicine al boss ricer-cato da quasi 30 anni. Eseguite unadecina di perquisizioni, tra cui l’abi-tazione di Castelvetrano, residenzaanagrafica del latitante. Quindici gliindagati a vario titolo per associazio-ne mafiosa, estorsione, detenzione diarmi e favoreggiamento della latitan-za del boss. La squadra mobile diCaserta, con il coordinamento dellaDirezione distrettuale antimafia diNapoli, sta eseguendo numerosi ar-resti nei confronti degli esponentidel sodalizio criminale con a capoun ex cutoliano, attuale reggente delclan dei Casalesi nell’agro Teano.Tra gli arrestati anche il referente dizona del federato clan «Papa».

A causa del sovraffollamento migliaia di civili stanno tornando alle loro case distrutte

Siria, fuga dai campi profughi

Civili siriani tra le macerie a Idlib (Afp)

Cinque civili uccisinei raid turchi nel nord dell’Iraq

Serbia al votoper rinnovare il Parlamento

Teheran respingele richiestedell’Aiea

VIENNA, 20. Teheran ha respinto larichiesta dell’Aiea (Agenzia inter-nazionale per l’energia atomica) dinuove ispezioni in diversi siti nu-cleari. Lo ha dichiarato ieri il rap-presentante permanente di Teheranpresso l’Agenzia a Vienna, KazemGharibabadi, avvisando che l’Iran«risponderà in modo appropriato»alle perplessità riguardanti le sues t ru t t u re .

Sempre ieri, infatti, l’Aiea haadottato a maggioranza una risolu-zione in cui chiede formalmenteall’Iran di autorizzare l’accesso deisuoi ispettori a due siti in cui po-trebbero essere state compiute inpassato attività nucleari — accessonegato negli ultimi mesi — e afornire chiarimenti su una terzastruttura. La dichiarazione è stataadottata dal Consiglio dei gover-natori dell’Aiea, riunito questa set-timana a Vienna. Si tratta — rileva-no le agenzie — della prima risolu-zione critica verso la Repubblicaislamica dall’entrata in vigoredell’accordo sul nucleare. Il testo èstato approvato da Germania,Francia e Gran Bretagna, ma re-spinto dagli altri due membridell’intesa del 2015, Russia e Cina,che l’hanno definito «contropro-ducente».

BELGRAD O, 20. I serbi si recanodomenica alle urne per rinnovaredel Parlamento e le amministrazio-ni locali. Una consultazione sulcui esito vi sono pochi dubbi, allaluce dell’enorme vantaggio in ter-mini di consensi che ha il Partitodel progresso serbo (Sns, conser-vatore) guidato dal presidente,Aleksandar Vučić.

L’’ultimo sondaggio accredital’Sns di oltre il 58 per cento deivoti, con un enorme distacco ri-spetto al Partito socialista (Sps),del ministro degli esteri Ivica Da-

cić, dato al 12 per cento. Le dueforze politiche sono alleate nellacoalizione di Governo uscente.

L’opposizione, che nei mesiscorsi pur da posizioni diversesembrava volere far fronte unicocontro Vučić, si è divisa, con lecomponenti più radicali ferme sulboicottaggio, mentre altri partitiminori e movimenti di orienta-mento più moderato hanno decisodi partecipare al voto, seppure conpoche possibilità di superare la so-glia di sbarramento al 3 per cento.

BAGHDAD, 20. Sale ad almeno cin-que il bilancio dei civili uccisi neiraid lanciati, all’inizio di questasettimana, della Turchia nelle zonerurali del nord dell’Iraq contro leroccaforti del Pkk (Partito dei lavo-ratori del Kurdistan). Lo riferisco-no fonti dell’amministrazione cur-do-irachena locale. Ankara ha dalcanto suo reso noto di aver “neu-tralizzato” (cioè ucciso, ferito o cat-turato) nelle ultime ore almeno tremembri dell’organizzazione. L’op e-razione turca viene condotta conraid aerei, che Ankara compie re-

golarmente da anni, ma anche conbombardamenti di artiglieria e conil dispiegamento sul terreno diun’avanguardia aviotrasportata del-le forze speciali. Baghdad ha pro-testato chiedendo ad Ankara di ri-tirare le sue truppe e porre fineall’intervento.

Poche ore prima della nuova on-data di raid la Turchia aveva auspi-cato «una cooperazione armonicacon l’Iraq nella lotta contro l’o rg a -nizzazione terroristica Pkk». Il Pkkè infatti considerato «una minacciaall’integrità territoriale» dell’Iraq.

Sventatetre partenzedalla Tunisiaverso l’Italia

TUNISI, 20. Proseguono i viaggidei migranti nel tentativo di arri-vare in Italia. La Guardia costieratunisina ha impedito altre tre par-tenze verso le coste italiane.L’operazione ha portato al fermodi 48 persone. A renderlo noto èil ministero dell’Interno di Tunisi,precisando di avere intercettatoun gruppo di migranti a bordo diun’imbarcazione artigianale al lar-go di Nabeul.

Per tutti i fermati — si leggenella nota — è scattata la convali-da del fermo di polizia e l’ap ertu-ra di un’indagine penale da partedella magistratura. Mercoledìscorso sempre la Guardia costieratunisina aveva sventato, in 24 ore,17 partenze verso l’Italia, ferman-do in diverse operazioni di con-trasto all’emigrazione illegale 184persone, in gran parte tunisini,ma anche di vari Paesi sub-saha-riani. Sequestrate anche diverseimbarcazioni artigianali.

Sono finora circa 5.832 i mi-granti sbarcati sulle coste italianeda inizio anno. Oltre il 12 percento sono arrivate a giugno, piùdi 300 negli ultimi 7 giorni. Il da-to è stato diffuso dal ministerodegli Interni italiano. Nello stessoperiodo, lo scorso anno furono2.242, mentre nel 2018 furono cir-ca 16.140.

DA M A S C O, 20. Migliaia di bambiniassieme alle loro famiglie stannoabbandonando i campi profughi ealtri ricoveri di fortuna nel nordo-vest della Siria a causa della pan-demia di coronavirus. Secondo di-verse ong attive sul terreno, oltre200mila persone — almeno la metàdei quali bambini — sono state co-strette ad abbandonare i campi so-vraffollati e tornare nella regione diIdlib, nelle loro case danneggiatedai bombardamenti, con il pericolodi dover affrontare nuove violenze.

Le famiglie — spiega una notadelle ong — hanno raccontato diaver dovuto prendere una decisioneimpossibile: rimanere nei campiprofughi decisamente impreparatiad affrontare la possibile escalationdi casi di coronavirus oppure ri-schiare di tornare alle proprie casedistrutte dalle bombe e vicine allalinea di conflitto. Nelle ultime set-timane, infatti, una nuova escala-tion delle violenze a sud di Idlibha costretto centinaia di queste fa-miglie a fare i bagagli e a lasciarele proprie abitazioni.

È una situazione drammatica.«A causa del coronavirus, non sia-mo riusciti a lasciare la nostra ten-da, siamo rimasti isolati tutto iltempo. Quindi, abbiamo pensatoche sarebbe stato meglio tornare acasa nostra, io e i miei figli, e iso-larci qui», ha raccontato un anzia-no siriano la cui testimonianza èstata raccolta e citata dalle ong.Molte famiglie sono tornate nelle

loro case senza avere acqua corren-te o elettricità. «I bambini nonhanno accesso all’istruzione oall’assistenza sanitaria poiché moltescuole e ospedali sono stati distrut-ti e la mancanza di elettricità o diinternet nella zona impedisce lorodi poter seguire delle lezioni a di-

stanza» si legge in una nota. «L’ec-cessivo affollamento era insoppor-tabile» racconta un altro testimone.«Per questo sono stato costretto atornare a casa con i miei figli, chesono molto piccoli. Siamo tornatiqui e abbiamo iniziato a mettere ap osto».

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L’OSSERVATORE ROMANOdomenica 21 giugno 2020 pagina 3

Nella città dell’Oklahoma una grande manifestazione della comunità afroamericana ma fa discutere il comizio di Trump

A Tulsa per ricordarela fine della schiavitù

La Casa Biancapromette soluzionicompassionevoli

sui dreamersWASHINGTON, 20. A meno di 48dalla storica decisione della Cortesuprema Usa di bloccare l’annula-mento del programma Daca perl’assistenza ai cosiddetti “d re a m e r s ”(le persone entrate illegalmente ne-gli Stati Uniti quando erano bambi-ni), l’amministrazione Trump è tor-nata sulla questione. La Casa Bian-ca ha promesso che vuole prendersicura dei dreamers ma «in modo le-gale e compassionevole». «Stiamoesaminando i documenti e ci muo-veremo in modo responsabile, vo-gliamo trovare un modo compassio-nevole di farlo» ha detto la portavo-ce della Casa Bianca Kayleigh Mce-nany nel briefing con i giornalisti.Poco prima il presidente DonaldTrump aveva twittato di voler sotto-mettere nuovi documenti alla CorteSuprema. Trump ha ampiamentecontestato la decisione dei giudicipromettendo battaglia al Congresso.Plauso per la sentenza invece ègiunto dai democratici.

TULSA, 20. La comunità afroameri-cana dell’Oklahoma si è riunita ieria Tulsa per commemorare la 155.magiornata nazionale dell’ab olizionedella schiavitù negli Stati Uniti.Quel 19 giugno del 1865 gli ultimischiavi furono rilasciati in Texas.Una celebrazione, quella di Tulsa,in cui generalmente gli afroamerica-ni chiedono riparazioni per il mas-sacro del 1921 in cui furono uccisioltre 300 neri nella loro città e, infi-ne, per la discriminazione che anco-ra oggi subiscono.

Quest’anno, poi, si è mossa aven-do sullo sfondo un movimento diprotesta scaturito dall’uccisionedell’afroamericano George Floyd aMinneapolis — rivolto quindi inparticolare contro la violenza dellapolizia — e alla vigilia dell’arrivo delpresidente Usa, Donald Trump, peril suo primo comizio elettorale dopopiù di tre mesi. Ieri, infatti, alla finedi una convulsa giornata, la Cortesuprema dell’Oklahoma ha dato ilvia libera al primo raduno del presi-dente Trump, in vista delle presi-denziali di novembre, dall’iniziodella pandemia, in programma peroggi, messo in forse fino all’ultimodai timori per la facilità di probabilicontagi e minacce di contestazione.

A scaldare gli animi ha contribui-to la notizia diffusa nella notte diun omicidio a sfondo razzista avve-nuto nella stessa città il 6 giugnoscorso, ma di cui solo ora si sonoappurate le circostanze, stando aquanto rivelato dal «WashingtonPost», che ha esaminato le immagi-ni della videosorveglianza. Unaguardia privata in servizio in unmotel ha aggredito e poi ucciso unafroamericano di 36 anni, CarlosCarson, padre di tre figli, che si erarivolto al gestore della struttura per

lamentare danni alla sua auto.L’omicida, un uomo di 53 anni, ac-cusato di omicidio premeditato, èun ex sergente e un ex agente peni-tenziario del carcere della contea diTulsa, dove ha subito varie accusedi cattiva condotta, anche per di-scriminazione razziale.

Intanto nella notte a Washingtonè stata abbattuta un’altra statua. Afinire nel mirino dei manifestanti èstata l’effigie raffigurante Albert Pi-ke, unica a Washington intitolata aun generale confederato, tirata giù e

Medici senza frontiere sulle forti criticità del sistema sanitario in alcune aree dell’Amazzonia

Il Brasile superail milione di casi

Colloqui Usa-Russia sul disarmoWashington invita anche Pechino

VIENNA, 20. L’inviato presidenzialespeciale degli Stati Uniti, MarshallBillingslea, sarà a Vienna, in Au-stria, lunedì e martedì prossimi perdiscutere con il vice ministro russo,Serghiei Riabkov, «argomenti con-cordati reciprocamente relativi alfuturo del controllo degli armamen-ti». Lo rende noto oggi il diparti-mento di Stato americano, aggiun-gendo che gli Stati Uniti «hannoesteso un invito aperto alla Cinaper unirsi alle discussioni», sottoli-neando la necessità per tutti e tre iPaesi di «perseguire i negoziati sulcontrollo delle armi in buona fe-de».

I colloqui ad ampio raggio se-gnano il primo, decisivo passo uffi-ciale statunitense dopo che è scadu-to l'accordo New Start, il trattatosulla riduzione delle armi nuclearifirmato da Stati Uniti e Russia nel2010. Secondo quanto pubblicato

dal quotidiano finanziario statuni-tense «The Wall Street journal», laproposta d Washington è «moltopiù ambiziosa» rispetto all'accordodel 2010.

Il vescovo David J. Malloy, presi-dente della Conferenza dei presulicattolici degli Stati Uniti-Comitatoper la giustizia internazionale e lapace, e Rimantas Norvila, presiden-te della Commissione RelazioniEsterne della Comece (Commissio-ne delle conferenze episcopali dellaComunità europea), hanno rilascia-to una dichiarazione congiunta inriferimento all'incontro a Vienna.«Offriamo le nostre preghiere — re -cita la dichiarazione — e invitiamo icattolici e tutti quelli di fede adunirsi nella preghiera per un dialo-go fruttuoso che farà progredire ilnecessario controllo degli armamen-ti e il disarmo, promuovendo unmondo più pacifico e giusto».

Piano energetico di ripresa sostenibileper rilanciare la crescita economica

bruciata — secondo le immagini dif-fuse dai media statunitensi — da unafolla di manifestanti al grido di"Black Lives Matter". Tutto vicino aun quartier generale della Polizia.«La Polizia di Washington non hafatto il suo lavoro restando a guar-dare una statua che veniva tirata giùe data alle fiamme — ha twittato po-lemicamente il presidente Trump —.Queste persone vanno arrestate im-mediatamente. Una vergogna per ilPaese!». Numerose statue di generaliconfederati sono state abbattute fi-

nora nel Paese da dimostranti in se-gno di protesta contro il razzismo, laviolenza della polizia e l’ingiustizia.

Nel frattempo, sempre ieri, a Gi-nevra, il consiglio per i diritti umanidelle Nazioni Unite ha adottatoall’unanimità una risoluzione checondanna il razzismo sistemico e leviolenze della polizia. Il provvedi-mento ha visto l’approvazione dopoun dibattito considerato storico e,soprattutto, dopo il ritiro di unamenzione che aveva come oggettospecifico gli Stati Uniti. La risolu-zione era stata presentata dai paesiafricani membri del Consiglio per idiritti umani, e da cui gli Usa si so-no ritirati nel 2018, nell’ambito diuna riunione d’urgenza convocatadopo la morte di George Floyd e lemanifestazioni antirazziste che nesono seguite in tutto il mondo. Inuna prima versione il testo chiedevala formazione di una commissioned’inchiesta internazionale e indipen-dente per far luce sul «razzismo si-stemico» negli States.

Anche il Parlamento europeo ieriha espresso la propria condannacontro ogni forma di razzismo, odioe violenza, chiede alle autorità Usadi adottare misure risolute per af-frontare il razzismo e le disugua-glianze strutturali. La risoluzione diBruxelles ha ottenuto 493 voti favo-revoli, 104 contrari e 67 astensioni.

Intervista a Bernice Albertine King

Il Papa e mio padreuniti dallo stesso sogno

CO N T I N UA Z I O N E DALLA PA G I N A 1

bianca. Come sarà possibile sconfiggerequesto razzismo “invisibile”?

Voglio dire prima di tutto che èil rifiuto della gente di vedere chefa sì che il razzismo sistemico e isti-tuzionale sembri invisibile. Più in-vece noi vogliamo vedere, e più vo-gliamo operare dei cambiamenti,più evidente apparirà la natura di-

te non possiamo ottenere la pacecon metodi violenti. E questo è si-curamente in linea con il pensierodi mio padre. Lui sosteneva — p er-ché lo credeva, come lo credo io —che “la nonviolenza è la risposta aicruciali problemi politici e moralidel nostro tempo”. Nel suo ultimodiscorso — “Sono salito sulla cimadella montagna” — che tenne la se-ra prima di essere assassinato, disse:«Non si tratta più di scegliere tra

PARIGI, 20. L’Agenzia internaziona-le per l’energia (Iea) ha presentatoun Piano di ripresa sostenibile perrilanciare la crescita economica,creare milioni di posti di lavoro erendere strutturale il calo delleemissioni. Il documento si concen-tra su una serie di azioni che posso-no essere intraprese nei prossimi treanni per rivitalizzare le economie edare impulso all’occupazione, ren-dendo i sistemi energetici più pulitie più resilienti.Sulla base di analisi condotte incollaborazione con l’Fmi, il Piano— che comprende sei settori chiave:elettricità, trasporti, industria, edifi-ci, combustibili e tecnologie emer-genti a basse emissioni di carbonio— mostra come un insieme di azionipolitiche e investimenti mirati nelperiodo 2021-2023 può raggiungereuna serie di risultati significativi. Inparticolare: stimolare la crescitaeconomica globale di una media di

1,1 punti percentuali all’anno, salva-re o creare circa 9 milioni di postidi lavoro all’anno, ridurre le emis-sioni nocive annuali globali legateall’energia fino a 4,5 miliardi ditonnellate. Integrando le ultime po-litiche energetiche, il progetto acce-lererebbe anche la diffusione di tec-nologie e infrastrutture energetichemoderne, affidabili e pulite oltre amigliorare salute e benessere, coneffetti come la riduzione del 5 percento delle emissioni inquinantinell’aria e l’accesso all’elettricità perquasi 270 milioni di persone neiPaesi più poveri. Il raggiungimentodi questi risultati, indica l’Iea, ri-chiederebbe investimenti globali dicirca 1000 miliardi di dollari all’an-no nei prossimi tre anni, una som-ma che rappresenta circa lo 0,7 percento del prodotto interno lordoglobale e comprende sia interventipubblici che di finanza privata mo-bilitate dalle politiche governative.

BRASÍLIA, 20. Il Brasile, stando all’ultimo bilancio delministero della Salute, relativo alle 24 ore comprese tragiovedì e venerdì sera, ha superato il milione di conta-gi da coronavirus e si appresta con tutta probabilità,dopo i 1.206 decessi di ieri, a sforare nelle prossime orela soglia delle 50.000 vittime. Dopo un periodo di sta-bilità, il dato dei nuovi positivi in Brasile ieri è tornatoa crescere in maniera esponenziale, facendo registrareoltre cinquantamila casi, esattamente 54.771, in una solagiornata. Il totale è così arrivato a 1.032.913.

Sulla situazione sanitaria in Brasile, l’ong Medicisenza frontiere ha sollevato intanto il rischio dello spo-stamento della pandemia di covid-19 verso le aree in-

terne del Paese, dove vivono persone più vulnerabilicome i residenti di baraccopoli e favelas, i senza fissadimora e le comunità indigene e rivierasche. E doveanche le condizioni delle strutture e delle strumenta-zioni sanitarie sono decisamente insufficenti. In alcunearee remote dell’Amazzonia brasiliana il sistema sanita-rio è al collasso, avverte Msf, sottolineando il caso del-la città di Tefe, dove muore il 100% di ricoverati.

Stando ad alcune statistiche sulla pandemia elabora-te dalla Johns Hopkins University la regione metropo-litana di Santiago del Cile risulterebbe essere diventatain questi giorni la quarta metropoli del mondo per nu-mero di contagi, dietro New York, Mosca e San Paolo.

struttiva e disumanizzante del razzi-smo. Credo che il primo passo persconfiggerlo sia rifiutarci di chiude-re gli occhi, e piuttosto raccogliereinformazioni sull’argomento e co-noscere le radici, le cause e le mani-festazioni del razzismo. L’informa-zione e la formazione sono il primoe il secondo passo del Cambiamen-to Sociale Nonviolento. Poi credoche dovremmo impegnarci a farequello che nel suo libro Where DoWe Go From Here: Chaos or Com-munity?, mio padre definisce “il no-stro compito fastidioso”: diceva chedobbiamo «scoprire come organiz-zare la nostra forza in un potere ir-resistibile affinché il governo (e al-tre istituzioni e sistemi di potere)non possano più eludere le nostrerichieste».

57 anni fa, suo padre pronunciò lostorico discorso, «I have a dream» -”Io ho un sogno”. Questo sogno sem-bra ancora lontano dall’essere realizza-to, eppure tutti dicono che a questo so-gno non si può rinunciare. Cosa fareb-be suo padre, oggi, in una situazionecome quella che stiamo vivendo?

Io credo che mio padre si fareb-be guidare dalla sua filosofia dellanon violenza, che era in linea conla sua sequela di Cristo. Credo checi ricorderebbe come siamo arrivatia questo punto, la storia di violen-za, razzismo e ingiustizia che perva-de la nostra nazione e quella chelui chiamava la “casa del mondo”.Poi, si avvicinerebbe ai giovani persostenere il loro impegno nella pro-testa, con strategie che supportinoorganizzazione e mobilitazione perpromuovere un cambiamento socia-le sostenibile e non violento. Poichiederebbe agli “influencer” nel-l’ambito della politica, dell’arte, deimedia, dell’intrattenimento, del si-stema giudiziario penale, dell’assi-stenza sanitaria e dell’istruzione digarantire uguaglianza e giustizia trale razze. Chiederebbe anche alleChiese di conformare le loro profes-sioni di fede con opere che creinocircostanze giuste ed uguali per lepersone di colore, per le comunitàeconomicamente emarginate, manon solo negli Stati Uniti, bensì intutto il mondo. E ancora, comeaveva fatto tante volte, avrebbe ri-petuto che non si può curare la vio-lenza con la violenza, perché questaè — come lui diceva — una spiraleche ci trascina verso il basso. Sicu-ramente credo che ci solleciterebbead abbracciare la nonviolenza, per-ché questa è strategica, coraggiosa,incentrata sull’amore e organizzata,al fine di costruire la Comunitàdell’Am o re e questo comprende losradicamento di quello che lui defi-niva il “Triplice Male”, e cioè il raz-zismo, la povertà e il militarismo.

Dopo la morte di George Floyd, PapaFrancesco ha lanciato un forte appello,sottolineando che non dobbiamo chiu-dere gli occhi di fronte al razzismo.Allo stesso tempo però ha ricordato chela violenza porta soltanto all’auto-di-struzione. Come ha accolto queste pa-role, che sono così fortemente in lineacon quelle di suo padre?

Sono d’accordo con Papa France-sco: la violenza porta solo all’auto-distruzione. I mezzi che usiamo de-vono essere coerenti con il traguar-do che vogliamo raggiungere, e sequel traguardo è la pace, certamen-

violenza e nonviolenza, nel nostromondo; ora si tratta di scegliere tranonviolenza e non-esistenza. Siamoarrivati a questo punto, oggi». Equesto è lo stesso punto al qualesiamo ancora, oggi. Ci troviamo difronte alla scelta tra caos e comuni-tà. Se abbracciamo la violenza, stia-mo scegliendo il caos, che poi indefinitiva porterà all’a u t o - d i s t ru z i o -ne della nostra “casa del mondo”.Se abbracciamo la nonviolenza, po-tremo progredire nella costruzionedi un mondo più giusto, uguale,umano e pacifico.

Martin Luther King ha detto: la giu-stizia, «nella sua forma migliore, èamore che corregge qualsiasi cosa siopponga all’amore». Questo è il cuoredel messaggio della nonviolenza, im-personificato da suo padre. Come fareper costruire una “rivoluzione della te-n e re z z a ”, come la chiama Papa Fran-cesco?

Credo che realizzare una “rivolu-zione della tenerezza”, come lachiama Papa Francesco, o una “ri-voluzione dei valori”, come dicevamio padre, dipende dalla misura incui noi ci rendiamo conto che unarivoluzione di questo tipo implicaun processo di consapevolezza.Dobbiamo imparare a conoscerci dipiù, gli uni gli altri, imparare a co-noscere le condizioni dell’umanità,imparare come — per usare le paro-le di mio padre — «vivere insiemeda fratelli e sorelle» e non morireinsieme come pazzi; e imparare co-me impegnarci per distruggere l’in-giustizia e la disumanità senza di-struggerci a vicenda. Credo chequesta sia la nonviolenza. La “Kin-gian Nonviolence”, quella che ilThe King Center chiama «Nonvio-lence365TM», è una filosofia di pen-siero e azione, che comprende seiprincipi e sei passi, che ci può gui-dare in questa rivoluzione.

Il movimento “Black Lives Matter”ha coinvolto tutto il mondo. Moltepersone, soprattutto giovani, stannoprotestando contro il razzismo e la di-scriminazione razziale in molte capitalieuropee e anche in altri Paesi. Qualisono le sue speranze per il futuro?Crede che riusciremo, tutti, a fare unpasso avanti nella sfida della fratel-lanza umana?

Sono fiduciosa che riusciremo aimbrigliare le nostre energie perconcentrarci sull’obiettivo ultimo,che è quello della costruzione dellaComunità dell’Am o re , che non èun’utopia. Come diceva mia madre,Coretta Scott King, la Comunitàdell’Amore è una visione realistica diuna società che può essere costrui-ta, di una società in cui i problemie i conflitti esistono, ma possonoessere risolti pacificamente e senzarancore. Nella Comunità dell’Am o re ,la cura e la compassione guidano leiniziative politiche che sostengonol’eliminazione, a livello globale, del-la povertà e della fame, e di ogniforma di pregiudizio e di violenza.Se il nostro obiettivo comune, de-terminato e definitivo, è questo, al-lora credo che potremo percorrerela strada della nonviolenza per rag-giungerlo. Abbiamo le capacità el’enorme passione per farlo. Oradobbiamo mettere in campo tuttala nostra forza di volontà per co-struire la Comunità dell’Am o re .

Bernice Albertine King e il padre Martin Luther King (fotografo: Flip Schulke)

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 4 domenica 21 giugno 2020

In un libro di Alessio Lasta

L’Italiache non molla

di LORENA PACHO PEDRO CHE

Considerato da alcuni editorilo scrittore spagnolo più lettodai tempi di Miguel de Cer-vantes, in questi primi decen-ni del XXI secolo è indubbia-

mente uno degli autori più seguiti e ap-prezzati in tutto il mondo e uno dei nomiimprescindibili per comprendere la lette-ratura in castigliano e la sua proiezioneinternazionale. Lo scrittore spagnoloCarlos Ruiz Zafón è morto venerdì 19giugno, all’età di 55 anni, nella casa diLos Angeles, dopo una lunga malattia. Isuoi romanzi sono stati ben accolti ovun-que nel mondo, tradotti in più di 50 lin-gue e la sua prosa è diventata un fenome-no universale che ha fatto di lui un puntodi riferimento della letteratura del XXI se-colo.

Non si può inquadrare in nessuna scuo-la letteraria, la sua penna e il suo spiritodi scrittore erano liberi. Ha saputo dasempre di volersi dedicare alla scrittura.Ha iniziato a farlo non appena è riuscitoprendere in mano una penna e un fogliodi carta, come lui stesso ha raccontato inuna delle sue rare apparizioni pubbliche.

ternazionale ha cominciato a interessarse-ne e da lì è iniziato un vero e proprioboom. «Devi essere un vero romanticoper riuscire ad apprezzarne tutto il valore,ma se lo sei, la sua lettura è affascinante»,ha detto Stephen King di L’ombra del ven-to.

Nato a Barcellona nel 1964, CarlosRuiz Zafón ha trascorso l’infanzia in unappartamento non distante dalla basilicadella Sagrada Familia, facendo di quelmonumento e della sua città i protagonistidelle sue opere. Ha iniziato scrivendo rac-conti per ragazzi e nel 1993 ha vinto ilPremio Edebé di Letteratura giovanilecon il suo primo romanzo Il principe dellanebbia. Con i soldi del premio nel 1994 siè trasferito a Los Angeles, negli Stati Uni-ti, dove risiedeva ancora con la sua fami-glia. Lì ha conciliato la sua indole lettera-ria con la scrittura di sceneggiature cine-matografiche, un’altra delle sue passioni.Ha anche continuato a scrivere libri dedi-cati ai ragazzi: Il palazzo della mezzanotte(1994), Le luci di settembre (1995), e Ma r i n a(1999), la sua opera più personale, a dettadell’autore stesso. «I giovani sono i lettoripiù esigenti, sinceri e dediti che uno scrit-tore possa trovare. Sono stato molto for-tunato. Una delle mie soddisfazioni piùgrandi è stata che quei libri hanno contri-buito a spingere tanti giovani alla lettu-ra».

Lo scrittore che ha reinventatoil best seller

È morto Carlos Ruiz Zafón, autore de «L’ombra del vento»

Ha iniziato scrivendo racconti per ragazzi, continuando negli anni«I giovani sono i lettori più esigenti, sinceri e deditiche uno scrittore possa trovareUna delle mie soddisfazioni più grandi è stata che quei librihanno contribuito a spingere tanti giovani alla lettura»

Ha lavorato prima nel mondo della pub-blicità, poi nell’industria cinematograficadi Hollywood e infine in quella musicale,come compositore, acquisendo un vastobagaglio culturale che ha saputo abilmen-te trasferire nei suoi libri.

Nelle pagine dei suoi romanzi ha river-sato la passione per la lettura, per le at-mosfere magiche, con uno stile fluido, co-ronato da ricchi dialoghi che delineano ipersonaggi, influenzato in gran misura daquel mondo audiovisivo che pure amavatanto. Le sue storie sono avvincenti e bencostruite, i protagonisti pervasi di malin-conia, a volte con una venatura di oscu-rantismo e di tragedia. Con loro ha creatoun universo personale ineguagliabile. De-scriveva le scene con la maestria di unapellicola cinematografica classica. La lette-ratura stessa era la sua fonte d’ispirazione.Le sue opere sono costellate di personaggi

La scomparsa di Vera Lynn

Una voce di speranza nel buio della guerra

Quando le truppe americaneliberarono il castello di Colditzgli ufficiali britannicifecero tre brindisiUno per Churchilluno per il presidente Roosevelte uno per Vera Lynn

Carlos Ruiz Zafón

Vera Lynn con soldati britannici (Getty Images)

di GABRIELE NICOLÒ

Cadevano le bombe, scioglien-do una tragica litania. Nelfrattempo, come contraltare,una voce soave cantava, rica-mando una melodia: la voce,

indimenticabile, con cui Vera Lynn, scom-parsa giovedì 18 giugno all’età di 103 an-ni, dette sollievo al Regno Unito nei tra-

gici anni della seconda guerra mondiale.Già nel 1939 Vera cantava: «Ci incon-

treremo di nuovo. Non so dove. Non soquando. Ma so che ci rivedremo in unagiornata d sole». Parole queste che eranocome una boccata d’ossigeno per le moglie per le madri dei soldati al fronte e, ov-viamente, per gli stessi militari, furono co-me un faro nella lunga notte tenebrosadel conflitto mondiale.

dottor Stranamore. E il fascino continuò aesercitarlo lei stessa: i Pink Floyd le han-no dedicato la canzone Ve ra , contenutanell’album The Wall. Nel 2009, anno incui è uscita una raccolta di successi, VeraLynn è diventata la più anziana artista vi-vente in testa alla classifica degli albumpiù venduti in patria.

Ricorda «The Times» che quando letruppe americane liberarono il castello diColditz, in Germania, nel 1945, gli ufficia-li britannici che vi erano tenuti prigionieri

e che ora potevano riassaporare la libertà,si precipitarono nelle cantine del castelloper fare incetta di bottiglie di vino. Suc-cessivamente si riunirono in una sala perbrindare. Furono tre i brindisi. Uno per ilprimo ministro britannico Winston Chur-chill, il secondo per il presidente statuni-tense Franklin Delano Roosevelt, il terzobrindisi fu per Vera Lynn.

Quelle parole, sa-rebbe più calzantedire, quei versi, sonostate significativa-mente richiamate, direcente, dalla reginaElisabetta II, quan-do, rivolgendosi aisudditi durantel’emergenza legata alcoronavirus, ha ripe-tuto quell’intramon-tabile We Will MeetAg a i n . E l’intero Re-gno Unito, ricordan-do la genesi e il va-lore intrinseco diqueste parole, si è dinuovo commosso.

Il brano musicale,conclusasi la secon-da guerra mondiale,ha continuato aesercitare un grandefascino. Fu inseritodal regista StanleyKubrick nel film Il

PUNTI DI RESISTENZA

di ENRICA RIERA

Dicono che la Costituzione ita-liana sia la più bella del mon-do. E hanno ragione. La Car-ta mette al centro dei suoi 139articoli «la persona umana» e

prende atto, come disse Giuseppe Dossettiin Assemblea costituente, «dell’esistenzadei diritti fondamentali anteriormente adogni concessione da parte dello Stato», di-ventando, dunque, limite al potere, garan-zia di ciascuno e di tutti, portatrice di giu-stizia sociale. Una conquista fondamenta-le. Ma è certo che i suoi principi e i suoivalori vengano sempre rispettati? La Costi-tuzione, al pari di quegli uomini e di quel-le donne che intende tutelare e a cui si ri-volge parlando di libertà, uguaglianza edignità, risulta in qualche modo contrad-detta?

È su tale spinosa premessa che AlessioLasta, giornalista e inviato di Piazzapulita,basa il suo libro che, sin dal titolo, alle do-mande di cui sopra risponde con amara di-sillusione. La più bella. La Costituzione tra-dita. Gli italiani che resistono (Torino, AddEditore, 2020, pagine 288, euro 15) testi-monia, attraverso le dieci storie che rac-conta, quanto e come il «seducente» docu-mento del 1948, «quintessenza delle animeche uscivano dall’esperienza della guerra eche avevano davanti un Paese tutto da ri-costruire» e pure «sintesi delicata di equili-bri ancora instabili, ma mirabile nell’indi-viduare pesi e contrappesi della nostra fra-gile democrazia», resti spesso «lettera mor-ta per le vite di molti, troppi italiani».

L’autore, pertanto, dopo la prefazionedi Corrado Formigli, compie — e fa com-piere al lettore — un viaggio nelle diverseregioni italiane: non è il Grand Tour diepoca settecentesca tra i paesaggi e leopere d’arte del Belpaese; è piuttosto lapresa d’atto di una dura realtà. «Abban-doniamo i malati ai loro destini e alleforze resilienti delle loro fami-glie. Lasciamo che non sia affarnostro la morte di un migranteminorenne, perché alla coscien-za abbiamo sostituito il codice.Chiamiamo speculatori i truffa-ti dalle banche, pensionati,contadini e piccoli artigiani chehanno perso tutto, sacrificati dauno Stato che doveva vigilare enon l’ha fatto. Chiudiamo gliocchi sulle morti dei lavoratoriin nero nelle serre delle nostrecampagne e ci piace molto ilpeperone a cinquanta centesimial chilo. Respingiamo nei ghet-ti un uomo che ama un altrouomo o una donna che amaun’altra donna e ci vendichia-mo sui social pubblicando lefoto intime della nostra o delnostro ex. Sfregiamo la nostraterra, avvelenandone le acque,poi compriamo la borraccia dialluminio per lavarci le coscien-ze», scrive Lasta nelle primepagine del libro, che sicura-mente ha il merito di illumina-re gli «altrove d’Italia», la pro-vincia, le periferie dei grandicentri e anche quelle dell’esistenza, eviden-ziandone l’antitesi col dettato costituziona-le. Il suo è, a ragione, un libro inchiesta,una indagine sui «disservizi, [sui] muri digomma e [sulle] promesse da marinaio»contro cui alcuni più di altri, sia al sud siaal nord e giorno per giorno, si scontrano.

Dalle storie che Lasta attraversa, co-struendo un intenso reportage fatto di soli-de e mai fredde argomentazioni, emergonoperciò tutti i diritti negati e sommersi che,se tali non fossero, se venissero effettiva-mente garantiti, potrebbero dar vita a«quell’Italia che la Carta aveva disegnato».Eppure esiste chi attende da tredici annil’assegnazione di una casa popolare e datroppo si arrangia a sopravvivere in contai-ner, vere scatole di lamiera; chi da brac-ciante agricolo senza tutele va incontro allamorte invisibile; chi deve rinunciare ai pro-pri sogni, a studiare perché la sorte a voltecostringe a rimboccarsi le maniche fin dabambini; chi, ancora, è vittima di discrimi-nazione razziale e della disapplicazione deipiù elementari principi di accoglienza op-pure di mercificazione e mentalità sessista.Nel libro c’è, insomma, un «esercito di re-silienti quotidiani, che mettono toppe lad-dove lo Stato non c’è, che si aiutano dasoli perché non aiutati da nessuno e af-frontano con dignità calvari quotidiani dapremio Nobel per la pazienza, se vi fos-se».

Del girone dantesco che viene così nar-rato colpisce la storia di Carla, insieme aquella di Matteo. La prima, mamma e mo-glie, di Taranto, è inchiodata a letto dalla

Sla: per le condizioni in cui si trova, «habisogno di assistenza ventiquattr’ore suventiquattro, di infermieri specializzati, dioperatrici socio-sanitarie dedicate (...), diquattro badanti a turno» che, tuttavia, lafamiglia non può permettersi. E per talemotivo, davanti alla «mancanza di assi-stenza, che regione, comune e asl dovreb-bero garantire in misura maggiore rispettoa quello che fanno [perché] un’ora e mez-za al giorno non può essere sufficiente», ilfiglio, Andrea, ha abbandonato l’universitàe il marito, Biagio, punta ogni notte quat-tro sveglie, a distanza di poco più di ses-santa minuti l’una dall’altra, per controlla-re che vada tutto bene, che Carla non sof-fochi. A commento di questo spaccato divita, Lasta pone in calce l’articolo 32 dellaCostituzione («La Repubblica tutela la sa-lute come fondamentale diritto dell’indivi-duo e interesse della collettività, e garanti-sce cure gratuite agli indigenti. Nessunopuò essere obbligato a un determinatotrattamento sanitario se non per disposi-zione di legge. La legge non può in nes-sun caso violare i limiti imposti dal rispet-to della persona umana»), il quale non fache stridere dinanzi agli occhi di Carla,farfalla dentro a uno scafandro, lasciata so-la nel silenzio della propria casa.

La seconda storia, invece, riguarda ap-punto Matteo, adolescente veneto, che asoli 16 anni rimane vittima di un incidenteche gli provoca la lesione del midollo e laparalisi dal collo in giù: questo giovane ra-gazzo ha visto svanire sia il sogno di rea-lizzare una casa domotica sia il risarcimen-to ottenuto, a causa del crack della bancaa cui aveva affidato il denaro senza, tutta-via, mai acconsentire ad investimenti ri-

schiosi. In questo caso, l’au-tore conclude riportan-

do l’articolo 47 dellaCarta costituziona-le («La Repubbli-

presentato il libro al Premio letterario Fer-nando Lara, promosso dalla prestigiosacasa editrice Planeta. Ma non l’aveva vin-to, anche se era stato tra i finalisti. Loscrittore Terenci Moix, membro della giu-ria, era però rimasto talmente affascinatoda quel romanzo da insistere affinché lacasa editrice desse un’opportunità al suoautore e lo pubblicasse.

L’ha avuta, e il libro è uscito quasi sen-za essere pubblicizzato e con pochissimeprevisioni di successo. Gli esperti del set-tore la vedevano, in fin dei conti, comeun’opera scartata a un premio di un con-corso per scrittori debuttanti. Ma il ro-manzo ha rotto tutti gli schemi, ha rein-ventato i codici del best-seller e ha otte-nuto il favore unanime del pubblico edelle critica. In meno di un anno solo inSpagna ne sono state vendute più di300.000 copie. Poco dopo il mercato in-

ca incoraggia e tutela il risparmio in tuttele sue forme; disciplina, coordina e con-trolla l’esercizio del credito. Favorisce l’ac-cesso del risparmio popolare alla proprietàdell’abitazione, alla proprietà coltivatrice eal diretto e indiretto investimento aziona-rio nei grandi complessi produttivi delPaese»), articolo, rispetto a Matteo, disat-teso.

Per ogni storia di «resistenza» su cui in-daga, per ciascuna persona che incrocia,per tutta l’umanità a cui va incontro, Lapiù bella è, in definitiva, un manifesto co-rale sull’Italia che, con maggiore impegnoe serietà, potrebbe essere «migliore dicom’è», soprattutto nei confronti dei piùfragili, che, quotidianamente, lottano permantenere un residuo, una briciola di di-gnità; ma è pure uno sguardo sul ruoloimportantissimo del giornalismo. C’è biso-gno che certi fatti vengano raccontati, chesi vada là dove (non) succedono le cose,che si pongano a tutti le domande più im-probabili per squarciare il velo di oblio po-sto su alcune vite e per non lasciare solochi è già rimasto indietro. Alessio Lasta lofa, macina chilometri, suda, si indigna,snocciola fatti, cifre e dati precisi, testimo-nia, scrive e riscrive (soprattutto quando ilcomputer coi primi due capitoli gli vienerubato) e, con la sua penna e le sue parole,denuncia la perdita dell’innocenza di tantimondi.

Antonio Canova, Particolare dell’Italia turrita inlacrime nel monumento a Vittorio Alfieri (1810)

che amano i libri, di altri che li odiano edi alcuni che li commerciano.

«Ogni libro, ogni volume che vedi, haun’anima. L’anima di chi lo ha scritto el’anima di chi lo ha letto, vissuto e sogna-to», ha scritto in L’ombra del vento. È que-sto il suo libro più acclamato, diventatoun fenomeno editoriale in mezzo mondo— dalla sua pubblicazione nel 2001 ne so-no state vendute più di dieci milioni dicopie in cinquanta Paesi — che ha consa-crato il suo autore come maestro della let-teratura contemporanea. Di fatto, è consi-derato uno dei cento migliori romanzi inspagnolo degli ultimi anni. La storia èambientata in una Barcellona gotica e inun immaginario Cimitero dei libri dimen-ticati, e fa parte di una tetralogia, unita-mente a Il gioco dell’angelo (2008), Il pri-gioniero del cielo (2011) e Il labirinto deglispiriti (2016). Concepiti come un omaggioalla letteratura, insieme formano un uni-verso multisensoriale, uno straordinarioviaggio in mondi immaginari.

La storia della pubblicazione di L’o m b radel vento, il suo primo grande romanzoper adulti — poiché fino a quel momentosi era dedicato soprattutto alla letteraturaper ragazzi — è singolare. Zafón aveva

Page 5: Non disperdere l’energia positiva - Vatican News · Non disperdere l’energia positiva generata durante la pandemia «Adesso, è il momento di fare tesoro di tutta» l’«energia

L’OSSERVATORE ROMANOdomenica 21 giugno 2020 pagina 5

di MAU R I L I O LO VAT T I

Herbert McCabe (1926-2001) è sicuramente ilmaggior studioso e in-terprete di Tommasod’Aquino del Nove-

cento di lingua inglese, ma nono-stante ciò è molto poco conosciutoin Italia.

Durante la seconda guerra mon-diale si iscrisse a chimica all’universi-tà di Manchester, ma pochi mesi do-po si trasferì alla facoltà di filosofia.Dopo la laurea divenne frate dome-nicano. Dopo un breve periodo aCambridge, nel 1968, all’età di 42anni, fu trasferito al convento diOxford, dove rimase fino alla mortee dove insegnò teologia alla scuoladei domenicani. La sua appartenen-za all’Ordine domenicano e allaChiesa cattolica costituiscono un fat-tore determinante per spiegare l’evo-luzione e le motivazioni profondedel suo pensiero. In particolareMcCabe apprezzò gli orientamentiemersi dal concilio Vaticano II, anzifurono proprio questi a confermarlonell’idea, sempre presente nella suaopera, che la fede sia compatibilecon la razionalità e non sia e nondebba essere ostile verso la culturacontemporanea, la scienza e la psi-coanalisi, ma anzi debba confrontar-si proficuamente con essa, come ri-sulta anche dalla sua opera Fa i t h

d’Aquino alla luce del pensiero con-temporaneo (in particolare la filoso-fia analitica prevalente nella culturadi lingua inglese, fortemente caratte-rizzata dalla ricezione del pensierodi Wittgenstein e della filosofia dellinguaggio) in un continuo e profi-cuo confronto critico con le catego-rie della riflessione accademica delsuo tempo.

si l’origine di questa natura umana.È evidente che se l’uomo fosse crea-to, di per sé si avrebbe la giustifica-zione dell’esistenza del fine ultimodi diritto dell’uomo (per usare le pa-role di Sofia Vanni Rovighi) e quin-di una fondazione sicura dell’etica.

Il libro di Manni mette bene inluce alcune concezioni originali diMcCabe, in particolare sul tema cen-trale del rapporto tra fede e ragioneche, pur ispirandosi a san Tommaso,si distaccano dalle tradizionali tesidella filosofia neoscolastica o daconvinzioni diffuse anche tra molticattolici.

Provare l’esistenza di DioIn primo luogo, per quanto ri-

guarda la prova razionale dell’esi-stenza di Dio, McCabe è convintoche possa basarsi esclusivamente sul-la cosiddetta Terza Via di san Tom-maso (la prova ex contingentia mun-di). Per McCabe è fondamentalepartire dalla domanda perché esistequalcosa piuttosto che il nulla? Ov-viamente non possiamo accontentar-ci di individuare cause del mondo ditipo scientifico, come il Big Bang,perché queste fanno già parte delmondo o dell’essere e quindi non cidicono perché esiste qualcosa. Dun-que esiste una causa del tutto chenoi non conosciamo. Se la conosces-simo, essa farebbe parte dell’univer-so, sarebbe intramondana, e dunquenon sarebbe la causa dell’e s s e re .Quindi se ipotizziamo che questacausa sia Dio, si pone il problema

della possibilità della conoscenza ra-zionale di Dio. Dio non si può co-noscere con la ragione. E nemmenocon la fede, che però ci aiuta, secon-do McCabe, a evitare di cadere intentazioni antropomorfiche.

Ne consegue una diversa conce-zione della Creazione, fondata sulpensiero di Tommaso, ma per certiversi sorprendente. Per McCabe lacreazione è un evento extramonda-no; Dio e l’universo non sono dueenti (già l’Aquinate ci ricordava checon la ragione non possiamo dimo-strare che l’universo ha avuto inizionel tempo) e dunque ne consegueche la creazione non produce cam-biamenti nel mondo e quindinell’universo non vi è alcuna tracciadell’azione di Dio. Se vi fosse, o sefosse conoscibile qualche tracciadell’azione di Dio, Dio sarebbe unacausa all’interno dell’universo. PerMcCabe è ingenuo e antropomorfi-co pensare di poter cogliere qualcheconseguenza nella realtà dell’azionedi Dio, così come noi possiamo, adesempio, capire che c’è stato un ter-remoto esaminando le distruzioniche esso ha prodotto.

In altre parole McCabe è convin-to che la prova cosmologica (adesempio la Quinta Via di Tommaso)sia un ragionamento inconsistente.La cosa ci sorprende. La neoscolasti-ca contemporanea lo ritiene invecevalido, così come gran parte dei cre-denti. Lo stesso Kant aveva definitonel periodo precritico la prova co-smologica «l’unico argomento possi-bile per la dimostrazione dell’esi-stenza di Dio». Il filosofo, teologo epastore anglicano William Paley, nelSettecento, aveva sostenuto che essaera l’argomento più plausibile e con-vincente, apprezzato anche daNewton. Aveva introdotto la celebreanalogia dell’orologio: se trovo perterra un orologio, sono convinto checi sia stato un orologiaio che a suotempo l’abbia costruito, anche senon so chi sia. Lo stesso RichardDawkins, biologo e divulgatorescientifico, uno degli autori più lettinel nostro tempo, per confutare letesi del creazionismo e per sostenereall’opposto il carattere cieco e nonfinalistico dell’evoluzione, fonda tut-ti i suoi ragionamenti su una criticaampia e stringente alla prova cosmo-logica. Il lettore rimarrà certamentesorpreso nel constatare comeMcCabe condivida nella sostanza leconfutazioni di Dawkins, salvo unpunto, che però è fondamentale. Laprova cosmologica non è l’unico ar-gomento possibile per dimostrarel’esistenza di Dio.

L’antrop ologiafilosofica

Un altro aspetto stimolante delpensiero di McCabe è l’imp ortanzaattribuita all’antropologia filosofica.Non solo perché essa è, in ultimaanalisi, il fondamento dell’etica, maanche perché il filosofo inglese èconvinto che il tomismo può interes-sare e coinvolgere gli uomini del no-stro tempo proprio se in grado dispiegare e giustificare una propriacoerente antropologia, capace diconfrontarsi e di confutare altre vi-sioni antropologiche diffuse, come ilmarxismo, l’esistenzialismo, il positi-vismo e anche le forme di dualismoneocartesiano, che tra l’altro sonodiffuse anche nelle visioni di molti

universale e comunicabile, cioè pub-blico; l’immagine è per natura priva-ta, individuale, eventualmente comu-nicabile solo attraverso la mediazio-ne del linguaggio, cioè degli univer-sali. Pertanto quell’intelletto nonmateriale e separato sul quale, dopoAristotele, molti pensatori hannoscritto, pensiamo in particolare allatradizione averroistica, non è né Dioné un’intelligenza angelica, perchénon è altro che la parte non mate-riale del linguaggio umano, o, alme-no, delle diverse lingue storiche che, sebbene diverse l’una dall’altra,possono essere tradotte l’una nell’al-tra. Se un concetto fa parte del lin-guaggio, esso svolge un ruolo all’in-terno di un sistema o di una struttu-ra che, come tale, non è materiale. Questo ruolo nella struttura è effet-

L’eredità teologica di Herbert McCabe in un saggio di Franco Manni

Al passo con i tempi

un navigato collaboratore legale è compitofacile, b u re a u c ra t i q u e : pastoie d’atti prepara-tori, contratti, permute, tutele, locazioni, co-modati. La Brockovich legge e non capisceun’acca, come un qualsiasi umanista davantiall’algoritmo di Quicksort. Come s’avvia unapratica immobiliare è un affare che proprionon capisce. Una sola cosa capisce ed èl’unica che non doveva capire: sotto quellacolossale stratigrafia di carta si nasconde uninganno. La potentissima Pacific Gas &Electric cerca di acquistare, a un prezzo risi-bile, alcuni immobili di Hinkley (Californiameridionale), prossimi ai suoi stabilimenti,per insabbiare un gigantesco disastro am-bientale ed evacuare la zona. Le falde acqui-fere, all’insaputa dei residenti, colpiti da tu-

La lezione di umanità e solidarietà dell’ambientalista statunitense Erin Brockovic

Non è rimasta a guardare

Apprezzò gli orientamenti emersi dal concilio Vaticano II

Furono proprio questi a confermarlo nell’ideasempre presente nella sua operache la fede sia compatibile con la razionalitàe non debba essere ostile verso la cultura contemporanea

Giusto de’ Me n a b u o i«La creazione del mondo»

(Battistero di Padova, XIV secolo)

Erin Brockovich

di ROBERTO ROSANO

Erin Brockovich non è esattamentela proletaria del Kansas che com-pare nello splendido film di Ste-ven Soderbergh, che valse a JuliaRoberts un subisso di premi, me-

ritatissimi, tra cui l’Oscar come miglior attri-ce. In quel film la vera Erin recita nel picco-lissimo ruolo della cameriera di un fastfooded ha un cartellino con la scritta «Julie»,che è anche il nome dell’attrice che la inter-preta. Un simpatico échange de rôles.

La piccola Erin nasce in una confortevolefamiglia della buona borghesia americana:figlia di Betty Jo, giornalista, e di Frank Pat-tee, ingegnere industriale e calciatore. E nonè neanche così carente di scuola, come con-veniva abbozzarla agli sceneggiatori, per ri-fabbricare la perfetta favola hollywoodianadella cattiva ragazza con la licenza media,che, appena motivata, segna il punto a chiha sudato sui libri, lasciando a bocca apertai principi del foro di Los Angeles. La suaistruzione è errante, incompiuta, ma degnad’una brava ragazza americana: LawrenceHigh School, Kansas State University, WadeCollege di Dallas. Campo di studi: le artiapplicate.

È vero, però, che fu reginetta di bellezzadella Pacific Coast nel 1981 ed è vero ancheche, al momento esatto in cui il film prendele filaccia della sua storia, è disoccupata, alleprese con giornali d’annunci di lavoro, e nonha un dollaro in tasca. È nubile dopo duedivorzi, con tre figli sulle spalle, che non sacome sfamare. Dopo essere rimasta grave-mente ferita in un incidente a Reno, nel Ne-vada, torna in California, a San FerdinandoValley, e chiede alla Masry & Vititoe di rap-presentarla. Se quella causa fu davvero per-sa, come avviene nel film, non figura su nes-suna della fonti da noi consultate, ma pocoimporta. Ciò che importa è che sarà propriol’incontro con l’avvocato Masry a cambiareper sempre la sua storia e anche quella delpiccolo ufficio legale cui si era rivolta e chefinirà per assumerla, obtorto collo, come aiu-tante precaria. In quel mondo di androni,scrivanie, archivi, fotocopie, corri corri, Erin

è un pesce fuor d’acqua, ma uno stipendioval bene l’uggia dell’impiegato.

Un bel giorno le viene chiesto di avviareuna semplice pratica, pro bono publico, che inambito legale vale come consulenza volonta-ria e gratuita, e che fa sempre bene alla re-putazione degli avvocati. È una semplicepratica immobiliare, che la segretaria avven-tizia si ritrova fra le mani e che realmente fa-tica a snodare (la Brockovich non ha davve-ro alcuna esperienza giurisprudenziale). Per

mori e altre malattie legate a fattori di ri-schio ambientale, sono state inquinate pert re n t ’anni con cromo esavalente. Al centrodel caso c’è una struttura, la stazione dicompressione di Hinkley, costruita nel 1952come parte di un gasdotto che collega laBay Area di San Francisco. Tra il 1952 e il1966, PG&E ha usato il cromo esavalente inun sistema di torri di raffreddamento al finedi combattere la corrosione. Le acque refluesono state scaricate in stagni non profilatinel sito e alcune sono state percolate nelleacque sotterranee, con conseguenze dram-matiche sulla salute pubblica.

Erin si fionda a capofitto sulla vicenda, asue spese, con l’iniziale scontento del capo,sacrificando il tempo coi figli. Preleva cam-pioni, visita acquedotti, intervista i residentie scopre una miriade di drammi familiari:bambini in chemioterapia, donne costrettealla chirurgia d’asportazione, figli, madri,padri, nonni, fratelli orfani di qualcuno perdisgrazia del cromo esavalente. Schiva le in-timidazioni degli interessati, la sfiducia deicolleghi, i tempi biblici della giustizia, il ri-schio di una tempesta di carta e di querele.E così, quell’eroina senza estetica eroica, rie-sce a convincere il vecchio Masry che c’è so-stanza giuridica per inchiodare la PG&E allesue responsabilità. C’è quella circostanzialeevidenza che i magistrati americani chiama-no smoking gun, la pistola fumante.

Sfruttando la sua innata capacità persuasi-va e la sua empatia, Erin spinge 233 abitantidel piccolo paese della California a una classaction che, dopo una lunga tenzone — du-rante la quale il potente colosso e i suoi av-vocati tendono continuamente i muscoli perspaurire il piccolo studio di Masry — verràdecisa in maniera extragiudiziale: la PG&Edecide di versare 333 milioni di dollari perchiudere la faccenda. «Meglio evitare il pro-cesso. Sarebbe pubblicità negativa». È il più

grande risarcimento mai pagato in una causaad azione diretta nella storia degli Stati Uni-ti.

Da quel momento, la Brockovich diventaun’eroina dei nostri tempi. Riceve migliaiadi lettere e mail, tutte comincianti con l’ap-pellativo «cara», quasi fosse la migliore ami-ca di chi non ha amici. Sono tutte personeestremamente sole e senza voce, che chiedo-no aiuto e sostegno nelle loro lotte persona-li. Per questo, Erin si decide a fondare laBrockovich Research & Consulting, attual-mente impegnata in numerosi progetti am-bientali in tutto il mondo. Oggi Erin è unodei relatori più richiesti nel circuito di confe-renze internazionali. Ha una splendida villa

a Malibu, un marito, tre figli e cinque po-merania. E sì, ha guadagnato molto. Abbia-mo trovato articoli particolarmente insistentisu questo punto: ha guadagnato molto.Molti di questi sottolineano che una ricercaindipendente — condotta da John Morgan,della Loma Linda University, per conto delCalifornia Cancer Registry — ha rilevato che«i 196 casi di cancro segnalati durante l’ulti-mo sondaggio tra il 1996 e il 2008 erano me-no di quanto ci si sarebbe aspettato in baseai dati demografici e al tasso regionale dicancro». Detto più semplicemente: i mortidi tumore di Hinkley tra il 1996 e il 2008 so-no stati centonovantasei. Ma la media dellaregione è superiore: duecentoventiquattro.«Dunque — argomenta il professor Morgan— a Hinkley il tumore uccide meno che al-trove». Tuttavia, nel giugno 2013, la rivista«Mother Jones» ha presentato una severacritica del Center for Public Integrity al la-voro dell’a u t o re .

In questa sede, è del tutto irrilevantequanto la Brockovich abbia guadagnato peril suo lavoro, iniziato con fatica e solitudine,quando c’era da perdere e non da guadagna-re. Ci importa, invece, che la testarda ragaz-za del Kansas, non si sia chinata davanti a

Sola e vilipesadifese tutti coloro la cui saluteera stata minata dalle sceltecriminali di una compagniaOttenendo un risarcimento record

Whitin Reason (uscita postuma nel2007).

È fresco di stampa il primo libroche ne esamina globalmente il pen-siero filosofico e l’influsso esercitatosulla cultura contemporanea: HerbertMcCabe. Recollecting a FragmentedLegacy di Franco Manni (Eugene,Oregon, Cascade, 2020, pagine 300,dollari 36). Manni esamina, conchiarezza e con puntuale riferimentoai testi, gli snodi cruciali del pensie-ro di McCabe nell’ambito della teo-logia filosofica (ovvero la riflessionesu Dio compiuta dalla ragione uma-na indipendentemente dalla Rivela-zione), dell’antropologia e dell’etica.

McCabe elabora la propria origi-nale interpretazione di Tommaso

McCabe è convinto che, indipen-dentemente dalle convinzioni religio-se dei singoli autori, la filosofia con-temporanea abbia l’esigenza raziona-le di porsi il problema di Dio so-stanzialmente per due motivi: da unlato il bisogno di dare risposta a unadelle domande filosofiche fonda-mentali (perché esiste qualcosa piut-tosto che il nulla?, la cosiddetta ulti-mate why question) e dall’altro per leimplicazioni che la questione com-porta sull’elaborazione razionaledell’etica. Infatti se si vuole giustifi-care un’etica finalistica, secondo cuile virtù e, di conseguenza, le leggimorali sono indirizzate a un fine,ovvero la realizzazione integrale del-la natura umana, occorre domandar-

cristiani che concepiscono l’animacome qualcosa d’invisibile e immor-tale presente nel nostro corpo e di-stinto da esso.

McCabe sviluppa la sua antropo-logia filosofica nell’ambito di una vi-sione d’insieme profondamente in-fluenzata da Wittgenstein. L’uomo ècaratterizzato dal possedere un lin-guaggio verbale e ogni ragionamen-to e pensiero si articola e si sviluppadentro le regole del linguaggio, cheè intersoggettivo. È una prospettivachiaramente anti positivistica e antiriduzionistica (il cervello non è l’or-gano del pensiero, la mente non è ilcervello). Semmai è una concezionecompatibile con la teoria dei tremondi di Popper, secondo cui il“mondo Tre” (le teorie, le opered’arte, ecc.) è intersoggettivo, comeil linguaggio o anche con la teoriafreudiana del super-io, anch’esso in-tersoggettivo.

In ogni caso McCabe ritiene chequesta prospettiva sia pienamentecoerente con l’insegnamento aristote-lico e tomistico rettamente inteso. Lesensazioni, i ricordi, le fantasie sonoparticolari e individuali, ma l’uomopuò astrarre, formare e usare i con-cetti universali, che sono linguistici eintersoggettivi, cioè può pensare, de-durre, ragionare, costruire teorie nellinguaggio. Il concetto è per natura

tivamente correlato a segni materiali,ma in modo libero: il nostro concet-to di mela è il significato espressodalla parola “mela” o dai sinonimi; benché sia impossibile avere unconcetto prima di avere parole peresprimerlo, tuttavia, parole o segnidiversi possono esprimere lo stessoconcetto.

Noi contemporanei, dopo Witt-genstein, analizziamo la comprensio-ne dei concetti nell’ambito del lin-guaggio, mentre l’Aquinate analizzail linguaggio sulla base della com-prensione e definizione dei concetti.McCabe è convinto che questa nonsia una grande differenza, tuttavia ri-tiene che l’analisi del XX secolo siaun miglioramento rispetto a quelladel XIV secolo.

Il libro di Manni illustra in ma-niera chiara molti altri snodi delpensiero di McCabe, dallo statusdell’ontologia, al problema del malenel mondo, ai fondamenti dell’etica,per poi analizzare nell’ultima partedel libro la teologia rivelata, la cri-stologia e la concezione della Trinitàdel filosofo inglese. Tutti temi chenon possiamo qui nemmeno sfiorare,ma che siamo certi risulteranno uti-lissimi al lettore per comprendere lacomplessità e la grandezza di questoprotagonista del pensiero contempo-raneo.

Un’originale interpretazione di Tommaso d’Aq u i n oalla luce del pensiero contemporaneoIn particolare della filosofia analiticaprevalente nella cultura di lingua inglesefortemente caratterizzata dal pensiero di Wittgenstein

quello che Romano Guardini chiama «il tre-mendo potere». Ch’abbia provato rabbia, sa-crosanta, benedetta rabbia dinanzi all’ingiu-stizia e all’uso tirannico della nostra «casacomune». Ci importa ch’abbia avuto a cuorela verità. Ch’abbia avuto cura del suo vicino.Ci importa che non sia stata a guardare. Ec-co, soprattutto, che non sia stata a guardare,perché era ed è più semplice «stare a guar-d a re » .

Non si è chinatadavanti a quello che Guardinichiama «il tremendo potere»Ha provato benedetta rabbiadinanzi all’ingiustiziae all’uso tirannicodella nostra «casa comune»

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 6 domenica 21 giugno 2020

Nella terra degli AraucaniL’epica missione del gesuita ed esploratore Nicolò Mascardi

di GENEROSO D’AGNESE

C’è una terra nell’estremo suddel continente americanoche nessun film western ha

descritto pur essendo stata per piùdi due secoli teatro di numerose bat-taglie tra indigeni e conquistatori. Èla terra degli Araucani — un popolofiero e indipendente per il qualemorire in battaglia era un onore —in parte compresa nei confini dell’at-tuale Cile. E se Hernán Cortés con-quistò l’impero azteco con appena550 uomini e Francisco Pizarro sog-giogò gli Incas con 180 soldati,qualche cavallo e molto cinismo, laconquista delle terre araucane avreb-be impegnato gli eserciti spagnoliper secoli, seminando morte e di-struzione, da ambo i lati, nell’e s t re -mo lembo meridionale dell’America.

Attratto dalla facile conquista fuPedro de Valdivia, fondatore di San-tiago nel 1541 e colonizzatore dei do-cili indiani della valle centrale. Ilcondottiero spagnolo attraversò ilfiume Bío-Bío per completare le sueconquiste ma non ritornò mai piùsulla sponda di partenza. Dopo annidi sanguinose battaglie, di assalti edi imboscate, Valdivia fu catturatodagli indigeni e legato a un albero.Lo spagnolo venne decapitato e ilsuo cuore divenne cibo per il boia, amonito per chiunque avesse osatosfidare il popolo indiano dell’e s t re -mo sud. E gli araucani ebbero mododi acquisire anche ottime tecnichemilitari dai loro nemici europei.Riuscirono a organizzare una caval-leria di 10.000 uomini e a usare armida fuoco e artiglieria, resistendo sul-la loro terra fino al secolo XIX inol-trato.

È in questo scenario di guerra, dibattaglie e di barbarie che si inserìNicolò Mascardi nel 1650. Eranopassati molti anni dalla cruenta finedi Valdivia, ma le ostilità erano benlontane dall’assopirsi. Tra spagnoli earaucani regnava l’odio mortale esoltanto lo straordinario coraggiodei missionari riuscì ad avvicinare iferoci indiani alla civiltà europea.Nicolò nacque a Sarzana, figlio diabruzzesi emigrati da Palena, nel1624, e all’età di quattordici anni de-cise di entrare nella Compagnia diGesù. Qui conobbe il celebre scien-ziato gesuita Athanasius Kircher as-sorbendone la passione per la mate-matica e la cosmografia. Deciso aintraprendere la strada delle missio-ni, Mascardi venne assegnato allasede di Buena Esperanza. Giunto adestinazione, dovette subito affron-tare gli araucani, a quell’epoca anco-ra una volta in mortale attrito congli spagnoli. L’italiano però riuscìad apprendere le varie lingue diquel popolo fiero e iniziò la suaopera pastorale tra i villaggi vicini.Divenne un amico degli indigeni eper essi di prodigò pochi mesi do-po, durante la terribile pestilenzache aveva colpito il Sud America.Mascardi raccolse i suoi indiani e liguidò da Chillán a Maule, trasfor-mandosi ora in sacerdote, ora in me-dico, ora in infermiere.

Persi tutti i suoi libri e i suoi stru-menti scientifici, il missionario si de-dicò alla ricostruzione della chiesadi Buena Esperanza, scampando poimiracolosamente al disastroso terre-moto del 1657.

Assegnato alla direzione del colle-gio di Castro nelle isole Chiloé, ilmissionario scoprì la sua nuova terradi conquista spirituale entrando insimbiosi con le umide e fredde isolesorelle di Guaitecas e Chonos.All’italiano vennero affidate quaran-ta isole che puntualmente visitòogni anno e che divennero oggettodi numerose osservazioni astronomi-che, meteorologiche, naturalistiche efisiche. Mascardi si mantenne tral’altro sempre in contatto con Kir-cher e i compagni gesuiti dediti aglistudi astronomici, inviando loro pre-ziosissime testimonianze sulle isoleChonos e sulle terre della Patagoniae delle pampas.

Ma il ricordo di Mascardi, nelleterre della Patagonia, è ancora oggivivo grazie alle numerose iniziativeintraprese dall’italiano in favore del-le tribù Puelche, Tigreilos, Poia eTehuelche. Il missionario abruzzesefu inoltre attirato, come moltiall’epoca, dal mito della Città deiCesari. Frutto di una leggenda sortanel 1539, la Città dei Cesari si dicevafosse stata fondata da naufraghi spa-gnoli diretti alle Molucche, naufra-ghi scampati alle acque dello stretto

di Magellano e riparati nelle estremeterre del continente, per creare uninsediamento urbano. Tutti ne parla-vano e molte spedizioni si erano al-lestite per salvare questi naufraghi,senza mai averli trovati.

Anche Nicolò Mascardi tentòl’impresa, animato dalla sacra fiam-ma della fede e dalla voglia di por-

tare la sua parola agli eredi dellasciagurata spedizione. L’o ccasionegli fu data dal tentativo di liberaredalla prigionia due cacicchi Puelche.Adoperatosi nella delicata azione di-plomatica, Mascardi si diresse versoil collegio di Mendoza ma venne in-vitato dagli stessi Puelche nelle loroterre in Patagonia. L’italiano si mise

in cammino con la speranza di arri-vare alla Città dei Cesari e scelsesoltanto alcuni indigeni come guida,affidandosi alla fede per gli immensirischi che l’impresa proponeva. Ilmissionario scalò il versante orienta-le delle Ande e innalzò la croce diCristo sullo spartiacque dell’immen-sa cordigliera sudamericana. Scesepoi verso la Patagonia e nel 1670giunse al lago Nahuel Huapi. Lasua spedizione assunse i toni dellaleggenda e ancora oggi il suo nomeè ben presente nella zona: un’isoladel lago Nahuel Huapi porta il suonome e anche un lago più a sud èdedicato al gesuita italiano. In quel-la zona egli fondò la sua missione einiziò la conversione di indiani Ti-greilos, Puelches e Poia; introdussealberi da frutto e sementi europeeche ancora oggi prosperano, inse-gnando ai propri missionari l’artedella coltivazione e dell’agricoltura.Egli imparò le lingue locali e decisedi conoscere anche i Tehuelche, i fa-mosi “giganti” descritti da Pigafetta.Girando per primo nelle immensedistese della Patagonia, egli battezzòpiù di ventimila indios e altri ottan-tamila li preparò alla conversionecattolica.

Sempre alla ricerca della miticaCittà dei Cesari, Mascardi costeggiòil lembo orientale delle Ande perpoi orientarsi verso sud-ovest rag-giungendo lo sbocco dello stretto diMagellano.

Nella sua terza spedizione egli siorienta verso est e attraversò, primoeuropeo, le Pampas senza trovare ri-sposte alla leggenda dei naufraghispagnoli. Non ancora convinto deci-se di ripartire per una quarta spedi-zione, la quale si sarebbe rivelata fa-tale. Giunto infatti il 15 febbraio1674 al 47° di latitudine sud egli in-contrò indiani Poia ostili e nemicidelle tribù convertite al cattolicesi-mo: circondato dagli indiani e im-possibilitato a fuggire dalle micidialibolas, il gesuita accolse con coraggiola propria condanna a morte, pre-gando ferventemente mentre venivatrapassato da numerose frecce. Il ge-sto ultimo di Nicolò Mascardi di-venne una vera e propria leggendaper tutti gli indiani che lo avevanoconosciuto e amato e la sua memo-ria non si è più spenta nelle terrenelle quali egli fu pioniere di civiltàe di coraggio.

Al via negli Stati Uniti la Settimana della libertà religiosa

A difesa di una scelta

L’AV V E N T U R A DELLA FEDE Lettera della Congregazione per il culto divinoe la disciplina dei sacramenti alle Conferenze episcopali

Tre nuove invocazioninelle Litanie lauretane

Papa Francesco ha disposto che nel formulario delle litanie della beata VergineMaria, conosciute come «lauretane», siano inserite le invocazioni «Mater mise-ricordiae», «Mater spei» e «Solacium migrantium». Lo annuncia una letterainviata dal cardinale prefetto e dall’arcivescovo segretario della Congregazioneper il culto divino e la disciplina dei sacramenti a tutti i presidenti delle Confe-renze episcopali. Ne pubblichiamo di seguito il testo latino e italiano.

Prot. N. 296/20

LITTERAE CIRCULARES AD PRAESIDES CONFERENTIARUM EPISCOPORUMDE INVO CATIONIBUS «M AT E R MISERICORDIAE», «M AT E R SPEI»

ET «SOLACIUM MIGRANTIUM» IN L I TA N I A S L AU R E TA N A S INSERENDIS

E Civitate Vaticana, die 20 iunii 2020In memoria Immaculati Cordis B. Mariae Virginis

E.me Domine,ad Sanctam Ierusalem caelestem peregrinans, ut communione insepara-

bili cum Christo Sponso et Salvatore suo gaudere valeat, Ecclesia per hi-storiae semitas procedit, se committens Illi quae credidit verbo Domini.Discipuli Iesu enim, Evangelio testante, statim laudare «benedictam inmulieribus» illam didicerunt, necnon maternae eius intercessioni confide re .Multiplices sunt tituli et invocationes quibus, decursu saeculorum, christia-na pietas Virginem Mariam, viam praecipuam et certam ad Christo occur-rendum, appellavit. Praesenti quoque tempore, in quo plurimae dubitatio-nis trepidationisque causae inveniuntur, populus Dei devotum auxilium abea petitum, plenum amore et fiducia, maxime sentit.

Hisce omnibus attentis, Summus Pontifex FRANCISCUS, petitionibus be-nigne obsequens, disponere voluit ut posthac in formularium Litaniarumbeatae Mariae Virginis, quae «Lauretanae» nuncupantur, inserantur invo-cationes «Mater misericordiae», «Mater spei» et «Solacium migrantium».

Prima nova invocatio post invocationem «Mater Ecclesiae» erit collo-canda, secunda post invocationem «Mater divinae gratiae» et tertia postinvocationem «Refugium peccatorum».

Quae dum Tecum, E.me Domine, in notitiam et normam communicareplacet, occasionem hanc libenter nanciscor ut sensus venerationis meae er-ga Te pandam

E.tiae Tuae in Domino add.mus

Robertus Card. SarahP ra e f e c t u s

Arturus RocheArchiepiscopus a Secretis

LETTERA AI PRESIDENTI DELLE CONFERENZE DEI VESCOVICIRCA LE INVO CAZIONI «M AT E R MISERICORDIAE», «M AT E R SPEI»

E «SOLACIUM MIGRANTIUM» DA INSERIRE NELLE L I TA N I E L AU R E TA N E

Dal Vaticano, 20 giugno 2020Memoria del Cuore Immacolato della B. Vergine Maria

E.mo,pellegrina verso la Santa Gerusalemme del cielo, per godere della comu-

nione inseparabile con Cristo, suo Sposo e Salvatore, la Chiesa camminalungo i sentieri della storia affidandosi a Colei che ha creduto alla paroladel Signore. Conosciamo dal Vangelo che i discepoli di Gesù hanno infat-ti imparato, fin dagli albori, a lodare la «benedetta tra le donne» e a con-tare sulla sua materna intercessione. Innumerevoli sono i titoli e le invoca-zioni che la pietà cristiana, nel corso dei secoli, ha riservato alla VergineMaria, via privilegiata e sicura all’incontro con Cristo. Anche nel tempopresente, attraversato da motivi di incertezza e di smarrimento, il devotoricorso a lei, colmo di affetto e di fiducia, è particolarmente sentito dal po-polo di Dio.

Interprete di tale sentimento, il Sommo Pontefice F R A N C E S C O, acco-gliendo i desideri espressi, ha voluto disporre che nel formulario delle lita-nie della beata Vergine Maria, chiamate «Lauretane», siano inserite le in-vocazioni «Mater misericordiae», «Mater spei» e «Solacium migrantium».

La prima invocazione sarà collocata dopo «Mater Ecclesiae», la secondadopo «Mater divinae gratiae», la terza dopo «Refugium peccatorum».

Mentre sono lieto di comunicare all’E.za Vostra tale disposizione perconoscenza e applicazione, colgo l’occasione per manifestarLe i sensi dellamia stima.

D ell’E.za Vostra devotissimo nel Signore

Robert Card. SarahP re f e t t o

Arthur RocheArcivescovo Segretario

Nomine episcopali

Le nomine di oggi riguardano laChiesa in America latina.

Ricardo BasilioMorales Galindo

vescovo di Copiapó (Cile)

Nato a San Fernando, nella dio-cesi di Rancagua, l’11 settembre1972, ha conseguito il titolo di avvo-cato, il baccalaureato in teologia, lalicenza in educazione e il diplomain diritto canonico presso la Ponti-ficia università cattolica del Cile(Pucc) e un master in dirittodell’infanzia, dell’adolescenza e del-la famiglia presso l’Università Die-go Portales di Santiago. Ha emessola professione perpetua nei merce-dari il 24 giugno 2005 ed è stato or-dinato sacerdotale il 3 marzo 2006,ricoprendo i seguenti incarichi: pro-fessore del Centro di formazione –Enac Caritas, assessore nazionaleper la pastorale giovanile merceda-ria, assessore pastorale del ColegioSan Pedro Nolasco nella capitale ci-lena, consigliere provinciale del suoordine religioso, maestro degli stu-denti mercedari, professore nellaPucc, difensore del vincolo e pro-motore di giustizia del tribunale na-

zionale ecclesiastico, superiore pro-vinciale e, dall’11 giugno 2018 al 29febbraio 2020, amministratore apo-stolico «sede vacante et ad nutumSanctae Sedis» dell’arcidiocesi diPuerto Montt.

José AmableDurán Tineo, ausiliare

di Santo Domingo(Repubblica Dominicana)

È nato il 13 agosto 1971 a San Jo-sé de las Matas, arcidiocesi di San-tiago de los Caballeros, e ha com-piuto gli studi ecclesiastici nel loca-le seminario. Ordinato sacerdote il6 gennaio 2000, ha conseguito la li-cenza in filosofia presso la Pontifi-cia università cattolica Madre yMaestra a Santo Domingo, la licen-za in teologia fondamentale pressola Pontificia università di Salaman-ca, in Spagna, e inoltre la licenza inpastorale della gioventù pressol’Itepal a Bogotá, in Colombia. Èstato vicario e amministratore par-rocchiale, difensore del vincolo, vi-ce-cancelliere, parroco, decano dellafacoltà di teologia e dal 2011 rettoredel seminario Santo Tomás deAquino, a Santo Domingo.

WASHINGTON, 20. Un evento na-zionale per ribadire ancora una vol-ta l’importanza di tutelare la sceltaconfessionale di ognuno e agire intale direzione: è quello propostodalla Conferenza episcopale statu-nitense con la Settimana della li-bertà religiosa in programma dal 22al 29 giugno, date che rivestono unparticolare significato; il 22 giugnoricorre infatti la memoria liturgicadei santi Giovanni Fisher e Tom-maso More, martirizzati per essersirifiutati di riconoscere la rivendica-zione del re Enrico VIII di farsi ca-po supremo della Chiesa d’Inghil-terra, mentre il 29 si celebrano isanti patroni di Roma Pietro e Pao-lo. Il programma prevede diverseintenzioni di preghiera che i vesco-vi americani hanno elaborato stabi-lendone una per ogni giorno dellamanifestazione: per la libertànell’assistenza sanitaria, nella prati-ca di culto, per il rispetto delle mi-noranze religiose, per gli orfani,per le Chiese di confine, per quellecattoliche, per la pace nella Repub-blica Centrafricana e per la tuteladella dignità umana.

Il primo giorno è dedicato a«tutti i cristiani che si prendonocura dei malati e delle persone vul-nerabili» e, in particolare, agliospedali cattolici impegnati in nu-merose cause legali intentate daquanti pretendono «procedure dan-nose, come la sterilizzazione ol’aborto. È impensabile — sottoli-neano i presuli — che si possa com-promettere la missione di guarigio-ne della Chiesa distruggendo viteinnocenti e danneggiando le perso-ne di cui siamo chiamati a prender-ci cura».

L’appuntamento del 23 giugno ècon la preghiera rivolta alle personedi tutte le fedi, affinché «siano li-bere di praticare il loro culto senzapaura di attacchi e molestie». L’in-quietante aumento degli assalticontro i luoghi di culto, osserval’episcopato statunitense, rappre-senta «un attacco alla libertà reli-giosa», ricordando le chiese profa-nate in Europa e nel Nord Ameri-ca, gli attentati contro sinagoghe emoschee, i tanti sacerdoti uccisi nelmondo mentre celebravano la litur-gia: «Attacchi all'immagine di Dioche non possono essere tollerati». Ifedeli e le minoranze religiose inCina sono invece al centro del pro-gramma del giorno seguente, quan-do si pregherà affinché queste co-munità possano «praticare la pro-pria religione indipendentementedal controllo dello Stato». Quantoagli orfani, al centro delle orazionidel 25 giugno, i vescovi statunitensiricordano che «la cura dei bambiniè un precetto evangelico» ed esor-tano a sostenere tutte le istituzionicattoliche di settore che si trovanoa dover lottare contro organizzazio-ni promotrici dell’identità di genereo contrarie alla religione, in quantoi più piccoli vanno sempre messi«al primo posto».

Le Chiese poste al confine meri-dionale degli Stati Uniti, dove sivuole costruire un muro anti-immi-grazione, sono al centro delle rifles-sioni del 26 giugno in cui si sostie-ne come la «libertà della Chiesa si-gnifica che essa non può essereostacolata dalle autorità civili nellasua missione, che include anche ilministero verso coloro che fuggonodalla violenza e dalla povertà».Ampio spazio è dato, nella giornata

successiva, alle preghiere per lescuole cattoliche, affinché sia ga-rantita la loro libertà di «insegnarela verità su Dio e sulla sua creazio-ne. L’educazione è fondamentaleper la missione della Chiesa — p re -cisano i vescovi — e le scuole catto-liche sono istituzioni importanti diriferimento in molti quartieri, a be-neficio anche di chi non ne è stu-dente. Un’America senza di esse èinimmaginabile».

È dedicato alla Repubblica Cen-trafricana il penultimo appunta-mento dell’evento, con un’intenzio-ne di preghiera affinché lo Stato«trovi la via della pace e della ri-conciliazione». Oltre a essere «unodei Paesi più poveri del mondo»,viene puntualizzato, è stato infattianche devastato da anni di guerracivile che ha visto fronteggiarsi igruppi ribelli seleka, provenientidal nord prevalentemente musul-mano, e le milizie di autodifesa an-ti-balaka, rafforzate dalle comunitàrurali non musulmane. Il conflittoha visto inoltre la nascita di un mo-vimento interreligioso che ha unitocattolici, evangelici e musulmani infavore della ricostruzione socialenazionale.

La Settimana della libertà reli-giosa si concluderà con un’invo ca-zione a Dio al fine di «donarci lagrazia di ricordare la dignità di tut-ti». Oggi, infatti, soprattutto in po-litica, si assiste a un confronto «alvetriolo», portato avanti con «unlinguaggio molto duro in cui nessu-no vince. Ciò di cui abbiamo biso-gno invece — concludono i vescovi— è un dialogo onesto e civile. Ciòsignifica che dobbiamo trattare tut-ti come degni del nostro rispetto edegni di essere ascoltati».

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L’OSSERVATORE ROMANOdomenica 21 giugno 2020 pagina 7

Ripubblicata in italiano moderno dalla Lev la costituzione apostolica di Pio XII «Exul familia»

La “magna charta”della pastorale migratoria

In un orizzonteuniversale

La famiglia esulenel magistero di Papa Francesco

di ANDREA RICCARDI

L’Exsul familia contiene unalunga ricostruzione dellastoria plurisecolare della

“materna sollecitudine della Chiesaper gli emigranti” dai “tempi remo-ti” al pontificato pacelliano. Non sitratta tanto di una rivendicazione dimeriti storici e umanitari della Chie-sa, quanto della provata affermazio-ne di come il mondo dei rifugiati edei migranti sia un precipuo campod’azione della Chiesa da sempre. La“materna sollecitudine”, per usarel’espressione pacelliana, ha una sto-ria lunghissima: sono cambiate lemodalità d’azione, ma permane unacostante attenzione e un attivo coin-volgimento. Così almeno vuol direPio XII. Si tenga conto che tra i“migranti” sono ricordati i gruppipiù disparati: «Gli schiavi negri,strappati scelleratamente dalla terranatia e fatti oggetto di turpe merca-to in vari porti dell’America edell’Europa », gli esuli politici dellaRivoluzione francese, gli emigratiitaliani e via dicendo. Sono alcunidi quei differenti popoli o gruppi inmovimento, che attraversano i seco-li, sempre importanti per la Chiesa.È significativo come Pio XII senta ilbisogno di una lunga memoria sto-rica del coinvolgimento del papatoe della Chiesa in queste vicende. IlPapa afferma che è utile fare la sto-ria di questo impegno — siamo nel1952 —, quando «la provvida attivitàdella Madre Chiesa viene dagli av-versari tanto menzogneramente im-pugnata, misconosciuta e contestataproprio sul quel terreno della carità,che essa si trovò per prima a disso-dare e non di rado fu lasciata sola acoltivare» (...).

L’emigrazione, vista dal Papa co-me un fenomeno costante nella sto-ria umana, ha uno “scopo naturale”:una più positiva distribuzione dellapopolazione sulla terra. Si ha qui lachiara visione che gli spostamenti dipopolazione non sono un fatto pas-seggero, un’emergenza, magari lega-ta alla guerra, ma una continuitànella storia umana, seppure accre-sciuta in taluni momenti dalle crisi edai conflitti. «Peraltro la terra — ri-badisce Pio XII — è stata creata epreparata per uso di tutti» (Radio-messaggio in occasione del cinquantesi-mo della «Rerum novarum» del 1°giugno 1941). Si esprime qui una vi-sione dell’uso universale della terrache supera quella angustamente na-zionalistica o legata al dominio co-loniale delle potenze europee, alloradiffuso in tanta parte del pianeta:grazie all’emigrazione, «le terre didensi abitanti resteranno alleggeritee i loro popoli si creeranno nuoviamici in territori stranieri... » (Ibi-dem). Il fenomeno dell’emigrazione,così “naturale”, va regolato nell’in-telligente collaborazione tra gli Statie nell’interesse della famiglia mi-grante.

Proprio la famiglia migrante, nel-la visione di Pio XII, è il soggettocentrale del processo migratorio: haun sorgivo “diritto a uno spazio vi-tale”. È una dimensione assai diver-sa da una concezione politica o eco-nomica dei migranti. Il nazismoaveva parlato di “spazio vitale” (Le-b e n s ra u m ) combattendo per esso. Daparte sua, invece, il Papa fa riferi-mento alla soggettività della fami-glia, titolare di diritti, la quale simuove legittimamente alla ricerca diuno “spazio vitale” nel mondo, chenon può essergli negato. L’emigra-zione, fenomeno naturale nella sto-ria dell’umanità, è vantaggioso per ipaesi di partenza e per quelli di ap-prodo. Il Papa continua: «Se le dueparti, quella che concede di lasciareil luogo natio e quella che ammettei nuovi venuti, rimarranno lealmentesollecite di eliminare quanto potreb-be essere d’impedimento al nasceree allo svolgersi di una verace fiduciatra il paese di emigrazione e il paesed’immigrazione, tutti i partecipantia tale tramutamento di luoghi e dipersone ne avranno vantaggio... Co-sì le nazioni che danno e gli Statiche ricevono, in pari gara, contri-buiranno all’incremento del benesse-re umano e al progresso dell’umanacultura» (Ibidem).

I diritti dei migranti, secondo Pa-pa Pacelli, sono una parte rilevantedi quell’orizzonte di princìpi e diritti,«con cui noi — il Papa usa il pluralemaiestatico — vorremmo cooperarefin da ora alla futura organizzazionedi quell’ordine nuovo, che dall’im -mane fermento della presente lotta ilmondo si attende e si augura che na-sca, e nella pace e nella giustizia deipopoli». Questi orientamenti sono«una sorgente la quale, se oggi potràvenire in parte coperta da una valan-ga di eventi diversi e più forti, do-mani, rimosse le rovine di questouragano mondiale», saranno decisiviper «il lavoro di ricostruzione di unnuovo ordine sociale» (Ibidem).

(...) Nello scenario della crisi delmondo contemporaneo, di fronte al-la fragilità dell’ordine internaziona-le, l’universalismo della Chiesa di

Pio XII si pone, nei disegni del Pa-pa, come un modello e come unservizio per realizzare un mondopacificato, fuori dalle logiche dei to-talitarismi, degli imperialismi e deinazionalismi, com’egli afferma. IlPapa afferma nel discorso nataliziodel 1945, quello del primo Nataledopo la fine della guerra: «Comeun faro potente, la Chiesa, nella suauniversale interezza, getta il suo fa-scio di luce in questi giorni oscuri,per i quali passiamo». Le differentivicende dei rifugiati, dei richiedentiasilo, degli spostamenti di popola-zione, delle migrazioni si collocanoin un orizzonte universale. In taleorizzonte globale, vanno soprattuttorisolti i problemi suscitati dal Dopo-guerra e nel periodo successivo, per-ché «gli esuli e i profughi possanofinalmente tornare alle loro case, e ibisognosi, impossibilitati a trovarein patria il necessario per viverepossano emigrare in altre nazioni»;sono parole dell’Exsul familia. Nella“restaurazione del mondo” (che è laprospettiva del pontificato dal 1946e nello scenario del Dopoguerra),profughi e migranti hanno un ruolodecisivo: la soluzione dei loro pro-blemi forza a uscire da una visioneangustamente nazionalistica o dauna politica imperialistica. I mi-granti e i rifugiati sono per PapaPacelli un capitolo molto importan-te dell’esperienza di umanità (perdirla con le parole di Paolo VI) dellaChiesa del Novecento, fattasi ancorpiù drammatica con la guerra e lesue tragiche conseguenze. Sono an-che l’occasione per manifestare laconvinzione che una soluzione ai lo-ro problemi, capace di tener contodei diritti della “famiglia esule”, de-ve collocarsi in uno scenario univer-sale, il solo in grado di superare gliinteressi nazionalistici a favore dellacomune umanità. Insomma, Pio XIIè consapevole che la Chiesa, in mo-di differenti, ha sempre avuto a cuo-re i popoli in movimento e che infuturo si troverà innanzi a nuove re-sponsabilità nei confronti di un fe-nomeno che non finisce.

di FABIO BAGGIO

Migranti, rifugiati, richieden-ti asilo, sfollati e vittimedella tratta sono da anno-

verarsi tra gli abitanti delle “p erife-rie esistenziali” che Papa Francescoha più volte denunciato. Sindall’inizio del suo pontificato, ilSanto Padre ha dedicato un’atten-zione speciale ai loro bisogni e havoluto incontrarli di persona, permanifestare la sua vicinanza alle lo-ro sofferenze. Lo ha fatto a Lampe-dusa, a Lesbo a Rabat e in molti al-tri luoghi simbolo degli esodi con-temp oranei.

Papa Francesco ha ripetutamentespronato le comunità cristiane ditutto il mondo a prodigarsi nell’ac-coglienza, protezione, promozione eintegrazione di tanti fratelli e sorelleche bussano alla porta in cerca diuna vita degna e di un futuro mi-gliore per se stessi e per le loro fa-miglie. Il Santo Padre ha offerto atutti la sua instancabile guida, lasua predicazione, i suoi insegna-menti e i suoi gesti di speranza.

Nei suoi diversi pronunciamenti,Papa Francesco ha fatto spesso rife-rimento al magistero dei suoi prede-cessori, sottolineandone il valore ela lungimiranza. E non poteva man-care il riferimento alla costituzioneapostolica Exsul familia... «il primodocumento ufficiale della Santa Se-de che affronta in modo globale esistematico, sia dal punto di vistastorico sia pastorale e canonico, l’as-sistenza spirituale ai migranti» (F.Hamao, Il materno abbraccio dellaChiesa a tutti gli uomini, senza distin-zioni, «People on the Move»).

La Exsul familia è divisa in dueparti (titoli); la prima è dedicata auna rassegna storica delle azioni pa-storali più importanti, realizzate dal-la Chiesa nell’ambito della cura deimigranti. La seconda presenta uncompendio sistematico di princìpidottrinali e indicazioni pastorali.Nella presente pubblicazione si èdeciso di limitarsi alla prima...

Il magistero di Francesco su mi-granti e rifugiati è particolarmentericco; sono numerosi i messaggi, leomelie e i discorsi che il Santo Pa-dre ha voluto dedicare alla cura deimigranti. Chiari riferimenti allo stes-so tema sono presenti anche nei do-cumenti più corposi, quali le esorta-zioni apostoliche Evangelii gaudium(2013), Amoris laetitia (2016), Gaude-te et exsultate (2018), Christus vivit(2019), e l’enciclica Laudato si’(2015).

Negli insegnamenti di Papa Fran-cesco vengono ripresi e rivisitati al-cuni temi già presenti nella Exsulfamilia. Si tratta di elementi impor-tanti della pastorale migratoria cheil Santo Padre reinterpreta e conte-stualizza nel mondo di oggi, nellospirito dell’aggiornamento auspicatodal Concilio Vaticano II...

Mi è grato sottolineare una coin-cidenza tra i contesti storici dei duePontefici, la quale è facilmente de-ducibile dal numero 99 della Exsulfamilia, dedicato a spiegare la ragio-ne dell’excursus storico del primo ti-tolo; ciò appariva tanto più necessa-rio in questi nostri giorni, in cui laprovvida attività della Madre Chiesaviene dagli avversari tanto falsamen-te criticata, misconosciuta e conte-stata proprio su quel terreno dellacarità, che essa si trovò per prima adissodare e non di rado fu lasciatasola a coltivare...

Tra le importanti azioni dellaChiesa a favore dei migranti, Pio XIInon tralascia di annoverare le attivi-tà promosse da vescovi e presbiteriper facilitare il processo di adatta-mento e le costruzioni di societàconviviali... Facendo tesoro dei ri-sultati delle più recenti scienze uma-ne e sociali, Francesco preferisceparlare di integrazione, «che non èné assimilazione né incorporazione,è un processo bidirezionale, che sifonda essenzialmente sul mutuo ri-conoscimento della ricchezza cultu-rale dell’altro» (Discorso ai parteci-panti al Forum Internazionale Migra-zioni e pace, 21 febbraio 2017). Inuna prospettiva ecclesiologica, il Pa-

pa considera l’integrazione tra mi-granti e autoctoni come un elemen-to fondamentale per la costruzionedi comunità veramente cattoliche...

Gli elementi illustrati sono suffi-cienti a evidenziare una chiara con-tinuità nel magistero dei due Ponte-fici. Lo si nota in particolare nellepreoccupazioni pastorali esposte,nelle raccomandazioni dirette ai di-versi attori e nelle risposte operativeabbozzate. Ancora una volta si rive-la l’estrema utilità di rifarsi alla tra-dizione della Chiesa per interpretarele sfide attuali in ambito migratorio.Essa costituisce una vera miniera diriflessioni e intuizioni operative chedovrebbero essere considerate atten-tamente per elaborare risposte pa-storali adeguate ed efficaci.

Il fenomeno migratorio si caratte-rizza per una estrema variabilità,imprevedibilità e complessità. Taliconnotazioni impongono una conti-nua revisione delle letture tese a in-dividuare le sfide pastorali e le ri-sposte che la Chiesa è chiamata adare. Tanto Pio XII come PapaFrancesco si sono impegnati profon-damente in questo esercizio di con-testualizzazione e aggiornamento,necessario per rendere più profetica,adeguata ed efficace l’azione missio-naria della Chiesa per, tra e con imigranti.

Anche se mai citati in modoesplicito, non è difficile leggere trale linee della Exsul familia i quattroverbi cui Papa Francesco ha volutoarticolare il ministero tra migranti erifugiati: accogliere, proteggere, pro-muovere e i n t e g ra re . Quanto afferma-to nel punto Premura nell’ospitalitàben può essere inteso come esplici-tazione del primo verbo. I puntiPreservare dalle insidie e Impegnocontro la schiavitù si possono corret-tamente ascrivere al verbo “p ro t e g -g e re ”. Al verbo “p ro m u o v e re ”, poi,si può riferire il punto Azione di ad-v o c a c y. Quanto espresso come Impe-gno per l’i n t e g ra z i o n e può essere facil-mente compreso come la realizza-zione dell’ultimo verbo.

Profughi durante la seconda guerra mondiale

Nelle foto: (a sinistra) la copertinadel volume della Libreria editrice vaticana;(in alto) un’immagine di Pio XII

«Modello e sostegno di tutti gliemigranti e pellegrini di ogni età e diogni paese, di tutti i profughi diqualsiasi condizione che, incalzatidalla persecuzione o dal bisogno, sivedono costretti ad abbandonare lapatria, i cari parenti, i vicini, i dolciamici, e a recarsi in terra straniera», è«la Famiglia di Nazareth in esilio»,ovvero «Gesù, Maria e Giuseppe,emigranti in Egitto e qui rifugiati persottrarsi alle ire di un empio re».Sembrano parole pronunciate oggi daPapa Francesco e invece appartengonoa Pio XII, che nel 1952 le scrissenell’incipit della costituzione apostolicaExsul familia. In occasione dellaGiornata mondiale del rifugiato che sicelebra sabato 20 giugno, un volumedella Libreria editrice vaticanaripropone in italiano moderno il testopacelliano, vera e propria pietramiliare del magistero pontificiosull’argomento, per ricordare che icristiani sono chiamati a vedereriflessi dei volti dei migranti, deglisfollati e dei rifugiati

quelli del piccolo Gesù e della suafamiglia.Datata 1° agosto 1952, quella che èstata definita la «Magna Charta dellapastorale migratoria» fu data allestampe pochi anni dopo la fine dellaseconda guerra mondiale. Spieganell’introduzione Andrea Tornielli,direttore editoriale del Dicastero per lacomunicazione: «La situazionedell’Europa e del mondo, sette annidopo la conclusione del sanguinosoconflitto costato la vita — secondo lestime prevalenti — a circa 55 milioni dipersone, per la maggior parte civili,registrava ancora un numero elevato disfollati di guerra». Ed è in talescenario di devastazione e diricostruzione, segnato da fortimovimenti di masse popolari, che siinserisce la costituzione apostolica diPapa Pacelli, colui «che quella guerraaveva cercato di evitare per poiprodigarsi in favore delle vittime».Purtroppo, osserva Tornielli, «il testoin italiano di questo documento, oggipoco ricordato, non era facilmente

reperibile». Da qui la decisione «diripubblicare la prima e più corposaparte» di Exul familia, presentando«la sollecitudine manifestata lungo isecoli dalla Chiesa in favore dirifugiati e migranti». Il libroche la contiene (La Famiglia esule,Lev, pp. 152, 10 euro) infatti èarricchito con il messaggio diFrancesco per la 105a Giornatamondiale del migrante e del rifugiato(29 settembre 2019) e con due saggi dicommento — ne pubblichiamo stralciin questa pagina — che illustrano lacontinuità del magistero e neinquadrano il contesto: sono curatirispettivamente dallo scalabrinianoFabio Baggio, sotto-segretario dellaSezione migranti e rifugiati delDicastero per il servizio dello sviluppoumano integrale (Dssui), e dallostorico Andrea Riccardi, fondatoredella Comunità di Sant’Egidio. E così,assicura Tornielli, sfogliando il libro«si comprende di più e meglio ilmagistero dell’attuale Pontefice suquesto tema».

Congregazione delle cause dei santi

Promulgazione di decretiVenerdì 19 giugno, Papa Francesco ha ricevuto inudienza il cardinale Angelo Becciu, prefetto dellaCongregazione delle cause dei santi. Durantel’udienza, il Sommo Pontefice ha autorizzato lamedesima Congregazione a promulgare i decretir i g u a rd a n t i :

— il miracolo, attribuito all’intercessione delvenerabile servo di Dio Mamerto Esquiú, dell’or-dine dei Frati minori, vescovo di Córdoba (Ar-gentina); nato l’11 maggio 1826 a San José dePiedra Blanca (Argentina) e morto il 10 gennaio1883 a La Posta de El Suncho (Argentina);

— il miracolo, attribuito all’intercessione delvenerabile servo di Dio Francesco Maria dellaCroce (al secolo: Giovanni Battista Jordan), sa-cerdote, fondatore della Società del Divin Salva-tore (Salvatoriani) e della congregazione delleSuore del Divin Salvatore (Salvatoriane); nato il16 giugno 1848 a Gurtweil (Germania) e mortol’8 settembre 1918 a Tafers (Svizzera);

— il miracolo, attribuito all’intercessione delvenerabile servo di Dio Giuseppe Gregorio Her-nández Cisneros, fedele laico; nato il 26 ottobre1864 ad Isnotú (Venezuela) e morto il 29 giugno1919 a Caracas (Venezuela);

— il martirio della serva di Dio Maria LauraMainetti (al secolo: Teresina Elsa), suora professadella congregazione delle Figlie della Croce,Suore di Sant’Andrea; nata a Colico (Italia) il 20agosto 1939 e uccisa Chiavenna (Italia), in odioalla fede, il 6 giugno 2000;

— le virtù eroiche della serva di Dio GloriaMaria di Gesù Elizondo García (al secolo: Spe-ranza), superiora generale della congregazionedelle Missionarie Catechiste dei Poveri; nata il 26agosto 1908 a Durango (Messico) e morta aMonterrey (Messico) l’8 dicembre 1966.

Page 8: Non disperdere l’energia positiva - Vatican News · Non disperdere l’energia positiva generata durante la pandemia «Adesso, è il momento di fare tesoro di tutta» l’«energia

L’OSSERVATORE ROMANOpagina 8 domenica 21 giugno 2020

Il grazie del Papa a medici e infermieri che sono stati silenziosi artigiani della cultura della prossimità e della tenerezza

Non disperdere l’energia positivagenerata durante la pandemia

«Adesso, è il momento di fare tesoro ditutta» l’«energia positiva che è statainvestita»: lo ha raccomandato PapaFrancesco ai rappresentanti delle zoneitaliane maggiormente colpite dallapandemia di covid-19, ricevuti inudienza sabato mattina, 20 giugno,nella Sala Clementina.

Cari fratelli e sorelle, benvenuti!Ringrazio il Presidente della Regio-ne Lombardia per le sue parole. Sa-luto cordialmente l’Arcivescovo diMilano, i Vescovi di Bergamo, Bre-scia, Cremona, Crema e Lodi, e lealtre autorità presenti. Saluto i medi-ci, gli infermieri, gli operatori sanita-ri e quelli della protezione civile, egli alpini. Saluto i sacerdoti e le per-sone consacrate. Siete venuti in rap-presentanza della Lombardia, unadelle Regioni italiane più colpitedall’epidemia di COVID-19, insieme alPiemonte, all’Emilia Romagna e alVeneto, segnatamente Vo’ Euganeo,qui rappresentato dal Vescovo di Pa-dova. Oggi idealmente abbraccio an-che queste Regioni. E saluto gliesponenti dell’Ospedale “Spallanza-ni” di Roma, presidio medico che siè molto prodigato nel contrasto alv i ru s .

Nel corso di questi mesi travaglia-ti, le varie realtà della società italia-na si sono sforzate di fronteggiarel’emergenza sanitaria con generositàe impegno. Penso alle istituzioni na-zionali e regionali, ai Comuni; pensoalle diocesi e alle comunità parroc-chiali e religiose; alle tante associa-zioni di volontariato. Abbiamo senti-to più che mai viva la riconoscenzaper i medici, gli infermieri e tutti glioperatori sanitari, in prima linea nel-lo svolgimento di un servizio arduoe a volte eroico. Sono stati segno vi-sibile di umanità che scalda il cuore.Molti di loro si sono ammalati e al-cuni purtroppo sono morti, nell’eser-cizio della professione. Li ricordiamonella preghiera e con tanta gratitudi-ne.

Nel turbine di un’epidemia coneffetti sconvolgenti e inaspettati, lapresenza affidabile e generosa delpersonale medico e paramedico hacostituito il punto di riferimento si-curo, prima di tutto per i malati, main maniera davvero speciale per i fa-miliari, che in questo caso non ave-vano la possibilità di fare visita ai lo-ro cari. E così hanno trovato in voi,operatori sanitari, quasi delle altrepersone di famiglia, capaci di unirealla competenza professionale quelleattenzioni che sono concrete espres-sioni di amore. I pazienti hanno sen-tito spesso di avere accanto a sé de-gli “angeli”, che li hanno aiutati arecuperare la salute e, nello stessotempo, li hanno consolati, sostenuti,e a volte accompagnati fino alle so-glie dell’incontro finale con il Signo-re. Questi operatori sanitari, soste-nuti dalla sollecitudine dei cappella-ni degli Ospedali, hanno testimonia-to la vicinanza di Dio a chi soffre;sono stati silenziosi artigiani dellacultura della prossimità e della tene-rezza. Cultura della prossimità e del-la tenerezza. E voi ne siete stati te-stimoni, anche nelle piccole cose:nelle carezze..., anche con il telefoni-no, collegare quell’anziano che stavaper morire con il figlio, con la figliaper congedarli, per vederli l’ultimavolta...; piccoli gesti di creatività diamore... Questo ha fatto bene a tuttinoi. Testimonianza di prossimità e dit e n e re z z a .

Cari medici e infermieri, il mondoha potuto vedere quanto bene avetefatto in una situazione di grandeprova. Anche se esausti, avete conti-nuato a impegnarvi con professiona-lità e abnegazione. Quanti, medici eparamedici, infermieri, non potevanoandare a casa e dormivano lì, dovepotevano perché non c’erano letti,nell’ospedale! E questo genera spe-ranza. Lei [si rivolge al Presidentedella Regione] ha parlato della spe-ranza. E questo genera speranza.Siete stati una delle colonne portantidell’intero Paese. A voi qui presentie ai vostri colleghi di tutta Italiavanno la mia stima e il mio graziesincero, e so bene di interpretare isentimenti di tutti.

Adesso, è il momento di fare teso-ro di tutta questa energia positivache è stata investita. Non dimentica-re! È una ricchezza che in parte, cer-tamente, è andata “a fondo perdu-to”, nel dramma dell’emergenza; main buona parte può e deve portarefrutto per il presente e il futuro dellasocietà lombarda e italiana. La pan-demia ha segnato a fondo la vita

delle persone e la storia delle comu-nità. Per onorare la sofferenza deimalati e dei tanti defunti, soprattut-to anziani, la cui esperienza di vitanon va dimenticata, occorre costruireil domani: esso richiede l’imp egno,la forza e la dedizione di tutti. Sitratta di ripartire dalle innumerevolitestimonianze di amore generoso egratuito, che hanno lasciato un’im-pronta indelebile nelle coscienze enel tessuto della società, insegnandoquanto ci sia bisogno di vicinanza,di cura, di sacrificio per alimentarela fraternità e la convivenza civile. E,guardando al futuro, mi viene inmente quel discorso, nel lazzaretto,di Fra Felice, nel Manzoni [P ro m e s s isposi, cap. 36°]: con quanto realismoguarda alla tragedia, guarda allamorte, ma guarda al futuro e portaavanti.

In questo modo, potremo uscireda questa crisi spiritualmente e mo-ralmente più forti; e ciò dipendedalla coscienza e dalla responsabilitàdi ognuno di noi. Non da soli, però,ma insieme e con la grazia di Dio.Come credenti ci spetta testimoniareche Dio non ci abbandona, ma dàsenso in Cristo anche a questa realtàe al nostro limite; che con il suo aiu-to si possono affrontare le prove più

dure. Dio ci ha creato per la comu-nione, per la fraternità, ed ora piùche mai si è dimostrata illusoria lapretesa di puntare tutto su sé stessi— è illusorio — di fare dell’individua-lismo il principio-guida della società.Ma stiamo attenti perché, appenapassata l’emergenza, è facile scivola-re, è facile ricadere in questa illusio-ne. È facile dimenticare alla sveltache abbiamo bisogno degli altri, diqualcuno che si prenda cura di noi,che ci dia coraggio. Dimenticareche, tutti, abbiamo bisogno di unPadre che ci tende la mano. Pregar-lo, invocarlo, non è illusione; illusio-ne è pensare di farne a meno! Lapreghiera è l’anima della speranza.

In questi mesi, le persone nonhanno potuto partecipare di presen-za alle celebrazioni liturgiche, manon hanno smesso di sentirsi comu-nità. Hanno pregato singolarmente oin famiglia, anche attraverso i mezzidi comunicazione sociale, spiritual-mente uniti e percependo che l’ab-braccio del Signore andava oltre i li-miti dello spazio. Lo zelo pastorale ela sollecitudine creativa dei sacerdotihanno aiutato la gente a proseguireil cammino della fede e a non rima-nere sola di fronte al dolore e allapaura. Questa creatività sacerdotale

che ha vinto alcune, poche, espres-sioni “adolescenti” contro le misuredell’autorità, che ha l’obbligo di cu-stodire la salute del popolo. Lamaggior parte sono stati obbedientie creativi. Ho ammirato lo spiritoapostolico di tanti sacerdoti, che an-davano con il telefono, a bussare alleporte, a suonare alle case: “Ha biso-gno di qualcosa? Io le faccio la spe-sa...”. Mille cose. La vicinanza, lacreatività, senza vergogna. Questi sa-cerdoti che sono rimasti accanto alloro popolo nella condivisione pre-murosa e quotidiana: sono stati se-gno della presenza consolante diDio. Sono stati padri, non adole-scenti. Purtroppo non pochi di lorosono deceduti, come anche i medicie il personale paramedico. E anchetra voi ci sono alcuni sacerdoti chesono stati malati e grazie a Dio sonoguariti. In voi ringrazio tutto il cleroitaliano, che ha dato prova di corag-gio e di amore alla gente.

Cari fratelli e sorelle, rinnovo aciascuno di voi e a quanti rappresen-tate il mio vivo apprezzamento perquanto avete fatto in questa situazio-ne faticosa e complessa. La VergineMaria, venerata nelle vostre terre innumerosi santuari e chiese, vi ac-compagni e vi sostenga sempre con

la sua materna protezione. E non di-menticate che con il vostro lavoro, ditutti voi, medici, paramedici, volon-tari, sacerdoti, religiosi, laici, cheavete fatto questo, avete incomincia-to un miracolo. Abbiate fede e, co-me diceva quel sarto, teologo man-cato: “Mai ho trovato che Dio abbiaincominciato un miracolo senza fi-nirlo bene” [Manzoni, Promessi sposi,cap. 24°]. Che finisca bene questomiracolo che voi avete incominciato!Da parte mia, continuo a pregareper voi e per le vostre comunità, econ affetto vi imparto una speciale

Benedizione Apostolica. E voi, perfavore, non dimenticatevi di pregareper me, ne ho bisogno. Grazie.

[Benedizione]Adesso, la liturgia del saluto. Ma

dobbiamo essere obbedienti alle di-sposizioni: io non vi farò venire qui,verrò io, passando, a salutarvi corte-semente, come si deve fare, come leautorità ci hanno detto di fare. E co-sì, come fratelli ci salutiamo e pre-ghiamo uno per l’altro. Prima faccia-mo la foto in comune e poi vengo ioa salutarvi.

Nell’ultimo numero de «La Civiltà Cattolica»

Contro il nazionalismo religioso

Uno spartiacqueper ripartire

culturale viene proiettato come panacea. Inquesti termini, esso conquista molti euforiciseguaci, che non esiterebbero a commettereazioni efferate «per il bene della nazione», inchiara violazione delle tradizioni e dei testisacri, che essi interpretano all’opposto diquanto dicono i loro principali contenuti. Sesi vogliono contrastare efficacemente simili di-storsioni, è necessario che l’esegesi e la teolo-gia delle diverse religioni, oltre che scientifica-mente fondate, siano di pubblico dominio. Inaltre parole, esse devono liberarsi dalla morsa

Una minaccia incombe in questi difficili tem-pi sul dibattito politico e sulle sue dinamichefino a insidiare le relazioni internazionali stes-se. Una minaccia costituita da qual nazionali-smo esasperato che fa di se stesso un dogma,spesso adottando a proprio vantaggio simbo-logie e ritualità religiose. La religione, in que-sto modo, viene strumentalizzata per veicolareun messaggio politico solo apparentementepatriottico. Il nazionalismo diviene una reli-gione e la religione viene ridottta a un’ideolo-gia nazionalista. Da questa strumentalizzazio-ne all’idolatria il passo è breve.

Parte da questa constatazione Joseph Loboper sviluppare la sua analisi del fenomenonell’articolo «Contro il nazionalismo religio-so» pubblicato nell’ultimo Quaderno de «LaCiviltà Cattolica». Come si evince dal titolo,obiettivo dell’autore è contribuire a «operareuna liberante decostruzione del nazionali-smo». A questo scopo, Lobo chiarisce subito itermini della questione: il nazionalismo pre-suppone un’omogeneità ideologica, culturalee religiosa, rinsaldata dai confini geopolitici.«In realtà, nell’odierno mondo globalizzatonon c’è alcuna tra le entità geografiche chepossono definirsi “nazione” che abbia al suointerno una sola identità omogenea sotto ilprofilo linguistico o religioso, o da qualsiasialtro punto di vista. Quindi un nazionalismoradicale è possibile soltanto se esso eliminaquesta diversità. Ciò che è straniero o diversoviene considerato malvagio e in quanto taleva abbattuto. I nazionalismi semplicementemitizzano la storia e storicizzano le mitologiecon grande successo, si ammantano di aspettipseudo-religiosi offrendo un linguaggio in cuisia facile l’identificazione collettiva e che,mentre nasconde le proprie contraddizioni,rende plausibile l’individuazione di un «nemi-co».

È una realtà facilmente riscontrabile e che,con varie gradazioni, ha informato la storiadelle nazioni, anche di quelle con un solido

retaggio democratico. Un sentimento nazio-nale per certi versi laico come quello degliStati Uniti, ricorda infatti l’autore, ha offerto«una sorta di divinizzazione nei riguardi dialcuni dei padri fondatori e una narrazioneincentrata sul ruolo e favore speciali accordatida Dio a quel popolo». Nel periodo successi-vo alla seconda guerra mondiale l’esaltazionedell’American way of life ha comportato l’ap o-teosi della vita nazionale, l’equiparazione deivalori nazionali a una religione, la divinizza-zione degli eroi nazionali e la trasformazionedella storia nazionale in Heilsgeschichte («Sto-ria della salvezza»). Ovviamente, il nazionali-smo non va mai confuso con il patriottismo.Infatti, come ricorda Lobo, mentre il «patrio-ta è orgoglioso del suo Paese per quello chefa, il nazionalista si vanta del suo Paese, qual-siasi cosa faccia; il primo contribuisce a crearesenso di responsabilità, mentre il secondoconduce a una cieca arroganza che porta allaguerra».

Una risposta al nazionalismo è una rispostaautenticamente religiosa, ovvero una rispostache, attraverso la teologia, sappia cogliere l’es-senza del discorso religioso stesso, deco-struendo narrazioni e pratiche che si rivelanodistruttive anziché costruttive, come quelledel nazionalismo, appunto. La teologia non èsolamente importante, ma essenziale per de-costruire tante narrazioni e tante pratiche di-struttive che disumanizzano gli individui e lecollettività, come la retorica e l’esercizio delnazionalismo religioso-culturale.

L’autore prende quindi in considerazione laparabola del Buon samaritano (cfr. Lc 10, 25-37). Il suo impatto risiede nell’idealizzazionedel samaritano invece che di un (buon) ebreo.Pur criticando il sacerdote e il levita per la lo-ro religiosità non liberatoria, la parabolaavrebbe potuto esaltare un ebreo qualsiasi, unpovero. Perché invece esalta un samaritano?La nuova categoria, quella del «prossimo», èun antidoto all’autogiustificazione nazionali-

sta. Il prossimo non coincide con il correligio-nario e il connazionale. La parabola del Buonsamaritano sfata il mito di un nazionalismoche si proponga di costruire una nazione sullemacerie di alcuni dei suoi cittadini e dei suoivicini. L’impegno a farsi prossimo di chiun-que, come viene esaltato nella parabola, esigepassi concreti. Davanti a un prossimo vero evivo, il nazionalismo e il patriottismo ipocritafiniscono nel dimenticatoio ed emerge la veri-tà concreta di ogni essere umano creato a im-magine e somiglianza di Dio.

Il nazionalismo religioso-culturale, sottoli-nea in seguito Lobo, è un discorso «pubbli-co». Cioè, la sua plausibilità è affidata ad attipubblici modellati su problemi reali della vitaquotidiana, sui quali il nazionalismo religioso-

dell’elitarismo, e dev’essere loro consentito diemergere e di svolgere un ruolo nell’ambitopubblico, in modo che diventino socialmenteintelligibili e significative, sia nelle loro moda-lità metodologiche sia nelle questioni che fo-calizzano.

Ma un’efficace risposta teologica al nazio-nalismo religioso-culturale dovrebbe, secondoLobo concentrarsi sul «pentimento naziona-le», una presa di coscienza collettiva che con-duca a riconoscere i peccati insiti in ogni sto-ria nazionale. Occorre impedire che il discor-so nazionalista si diffonda e diventi «sensocomune» nella vita quotidiana, modellando intal modo l’intelligibilità sociale secondo i ter-mini di un immaginario religioso-culturaleesclusivista, e facendo sì che le istituzioni del-la democrazia perdano il loro carattere demo-cratico. È necessario un intervento culturalecapace di creare coscienza critica negli indivi-dui e nei gruppi attraverso una molteplicità dimodi: in primo luogo, mediante la responsa-bilità educativa nelle sue varie forme.

In conclusione si può affermare che il na-zionalismo religioso-culturale di tutti i tempiesige una risposta teologica. Infatti la religio-ne può raggiungere i livelli profondi dellarealtà umana e indurre una trasformazione alivello sia personale sia strutturale. Gli ideolo-gi del nazionalismo religioso-culturale, evi-denzia infatti l’autore, hanno sempre compre-so molto bene che il livello fondamentaledell’essere umano è quello religioso, per il fat-to che la sua apertura verso l’infinito gli per-mette di trascendere il suo stesso sé, e quindihanno prodotto molti martiri per la loro cau-sa, mentre torturavano e uccidevano altre per-sone. Questo può essere contrastato soltantoper mezzo di un impegno che nasca da aspi-razioni religiose ancora più profonde e piùautentiche. Qui si radica l’importanza delruolo della religione e della teologia.

«L’invito del Papa è stato di grande conforto eincoraggiamento». C’è un sussurro di speranzae di sollievo nelle parole del vescovo di Lodi,Maurizio Malvestiti, che ha partecipatoall’udienza di Francesco con una delegazionedella Regione Lombardia, della provincia diPadova e della città di Roma: vescovi, sacerdo-ti, medici, infermieri, volontari, rappresentantidelle istituzioni. Tutti uniti nella lotta contro ilcovid-19. «Stiamo uscendo da una dura prova— aggiunge — durante la quale abbiamo ricevu-to un segno della vicinanza del Ponteficenell’indimenticabile telefonata che mi ha fattoil 6 marzo, in pieno lockdown».

Con il presule, tra gli altri, sono presenti ilparroco di Codogno e quello di Castiglioned’Adda, «due delle comunità più colpite delbasso lodigiano». Ci sono anche un altro par-roco «guarito dopo una permanenza significa-tiva in ospedale» e un sacerdote che «si è of-ferto volontariamente di prestare servizionell’ospedale di Lodi, nel reparto di isolamen-to per malati di covid-19, sottoponendosi a tut-te le restrizioni previste per i medici e gli infer-mieri». Da questa esperienza, sottolinea monsi-gnor Malvestiti, «è cresciuta l’amicizia tra ilpersonale ospedaliero e la cappellania del no-socomio». Al Papa, prosegue, «vogliamo dire

che, come abbiamo espresso al presidente Mat-tarella, Codogno e la nostra terra non dev’esse-re più sinonimo di emergenza ma di redenzio-ne sempre possibile nell’imprevidibilità dellavita sorretta dalla fede cristiana».

Tra i presenti che hanno vissuto in prima li-nea l’emergenza sanitaria, anche alcuni rappre-sentanti dei medici stranieri che hanno prestatoaiuto nelle zone più colpite. Senza dimenticaregli appartenenti alle associazioni di volontaria-to, alla Protezione civile, al corpo degli Alpini,oltre alla delegazione dell’ospedale LazzaroSpallanzani di Roma. C’è anche un piccologruppo di Padova: fra loro, don Mario Gazzil-lo, parroco di Vo’ Euganeo, un altro dei paesisimbolo della pandemia. Il sacerdote ha assicu-rato che domenica porterà il saluto e la bene-dizione del Pontefice alla sua comunità perquesto dono. Molte le presenze ecclesiali, a co-minciare dai pastori delle comunità: l’a rc i v e s c o -vo di Milano, Mario Delpini — il quale ha re-galato al Papa un cucchiaino appartenuto aGiovanni Battista Montini — e i vescovi di Ber-gamo, Beschi, di Brescia, Tremolada, di Cre-ma, Gianotti, e di Cremona, Napolioni.

A guidare la delegazione della RegioneLombardia, il presidente Attilio Fontana, ilquale ha salutato Francesco evidenziando comel’udienza rappresenti «uno spartiacque» nelladifficile situazione di emergenza sanitaria fino-ra vissuta. «Arriviamo al termine di uno deimomenti più difficili della nostra vita» ha det-to parlando di una prova «umanamente dura,pesante, inaspettata». La Lombardia, ha ag-giunto, è una terra «operosa che si dovrà pre-parare ad affrontare una crisi economica pro-fonda, generata dall’emergenza sanitaria». Alleistituzioni è richiesto dunque «uno sforzoenorme affinché non si generino nuove povertàed emarginazioni». In questo senso lo stessoPapa Bergoglio «insegna, ogni giorno, che nes-suno deve rimanere indietro, nessuno dimenti-cato». Fontana ha poi citato Paolo VI, il qualediceva che «l’uomo agisce crede e vive grazieal credito che gli concede la speranza». E, haaggiunto, «il mio popolo è rimasto attaccatoalla speranza». Infine, ha concluso dicendosicerto che la Lombardia non ce l’avrebbe fatta«senza i tanti vescovi e sacerdoti che in primafila, ogni giorno, hanno sostenuto con la pre-ghiera e le azioni concrete il lavoro di medicied infermieri e hanno offerto un aiuto tangibileai nuovi poveri generati dalla pandemia».